Editoriale di Cristina Attuati Risiko bancario · 2019. 5. 27. · la via della competizione,...

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3 Direttore responsabile Paolo Panerai Direttore comitato di direzione Cristina Attuati Comitato di direzione Cristina Attuati Carmelo Benedetti Mauro Bossola Franco Casini Giuliano De Filippis Enrico Gavarini Valerio Poloni Lando Maria Sileoni Matteo Valenti Capo redattore Lodovico Antonini Collaboratori Sofia Cecconi consulente legale Fabi Costantino Cipolla ordinario di sociologia Università di Bologna Marco De Marco docente di Informatica generale Università Cattolica - Milano Giacomo Guerriero responsabile servizio di prevenzione ASL RMC Luciano Quaranta, direttore della Clinica oculistica Università degli Studi di Brescia Luca Riciputi esperto risorse umane e consulente aziendale Domenico Secondulfo docente di sociologia generale e di sociologia dei processi culturali Università di Verona Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, Università Cattolica - Milano Illustrazioni: Mangosi Editing: Mariapaola Diversi Grafica: ER Creativity Direzione, Redazione, Amministrazione 00198 Roma - Via Tevere 46 Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4 Fax: 06-85.52.275 - 85.59.220 Stampa Elcograf, Beverate di Brivio (Lc) Sommario N .9-A NNO LVII NOVEMBRE 2006 DOSSIER: I CONTRATTI DEI QUADRI DIRETTIVI IN EUROPA pag. 12 Supplemento al numero odierno di MF/Milano Finanza Il quotidiano dei mercati finanziari Sped. in abb. postale 45%, art.2, comma 20/b, legge 662/96. Filiale di Milano. Direttore responsabile Paolo Panerai. Registr. del tribunale di Milano n. 266 del 14/04/1989 LA VOCE DEI Bancari LA VOCE DEI Bancari N.9- ANNO LVII NOVEMBRE 2006 Focus Tutti i modi per farsi curare con la medicina d’Oriente pag. 20 Previdenza Fondi pensione: una scelta matura per il secondo pilastro pag.7 Agriturismi Via dalla pazza folla nei rifugi della Val d’Ayas pag. 32 è sui piani industriali il confronto il confronto è sui piani industriali Università, consigli su come scegliere la facoltà migliore Università, consigli su come scegliere la facoltà migliore Gavarini a pag.4 Sileoni a pag. 8 Poloni a pag. 5 De Filippis a pag. 6 Bossola a pag. 7 www.fabi.it E-mail: [email protected] [email protected] Edizione web: www.fabi.it/info_e_news/ la_voce_annale.asp La Fabi su internet G lobal player, conglomerati finanzia- ri, finanza globale… Termini che incutono timore naturalmente, come se a pronunciarli o a leggerli si accendesse in ognuno di noi quella spia rossa, ancestrale, che si attiva ogniqual- volta non riusciamo a capire se ciò che abbiamo di fronte possa costituire un pericolo e, nel dubbio, istintivamente, ci poniamo sulla difensiva pensando che, in fondo, non ci riguarda. E’ comprensibile, ma non è lo spirito giusto. Se ancora oggi pensiamo che tutto questo non produrrà effetti su di noi, sulla nostra condizione di lavoratori, sulla nostra vita, siamo tutti destinati a svegliarci presto già travolti da questo lento, ma inarrestabile, tzunami. Prima Unicredit, per ultimo, ma non ultimo, la fusione Intesa-Sanpaolo. Sono tappe del medesimo percorso che nel futuro si prevede debba concludersi, per quel che riguarda il nostro paese, con una struttura del sistema creditizio abbastanza snella e articolata in tre fasce: Global Players - Banche Regionali - Banche di Credito Cooperativo a presidio delle particolarità territoriali. Chi resterà al di fuori di questo schema sarà travolto. Quello che fino a qualche anno fa sembrava un futuro lontano, è divenuto prepotentemente “il presente” e con questo presente la FABI ha intenzione di confrontarsi. Certo, il confronto non può avvenire sulla base dei “rumors” che quotidianamente pervadono i media, anche perché i “rumors” rappresentano, il più delle volte, il mezzo utilizzato per testare, misurare e valutare il livello di reazione a ipotetici scenari apocalittici. E’ un gioco vecchio come il mondo, che respingiamo con fermezza. Il confronto, quindi, deve avvenire sui piani industriali, senza pregiudizi, sicuramente, ma anche senza sconti nei confronti di chi pensa, ancora una volta, di poter costruire le proprie fortune penalizzando i lavoratori. Come ho detto altre volte, non bisogna mai fasciarsi la testa prima che sia rotta, e la nuova stagione della ritrovata unità sindacale rende la partita, ancorché difficile, tutta da giocare, nella consapevolezza che in ballo vi è, per quel che ci riguarda, il futuro dei bancari. Editoriale di Cristina Attuati Risiko bancario Filo diretto BCC: specificità, assimilazione e altro 4 di Enrico Gavarini Chi vince e chi perde nel risiko bancario 5 di Valerio Poloni RSI: “un obiettivo” e non “l’obiettivo” 6 di Giuliano De Filippis Pensioni. Costruirsi il secondo pilastro 7 di Mauro Bossola Dossier Università. Il cercalaurea: consigli per la scelta 8 di Lando Sileoni Contrattualistica. I quadri direttivi in Europa12 di Roberto Riva Focus Medicina d’Oriente 20 di Silvia Fabiole Nicoletto Sindacato & servizi Internazionale. Moos anti delocalizzazione 22 Attualità. BPI, cartina di tornasole del sistema23 di Gianni Vernocchi L’avvocato. Quando è lecito dequalificarsi 24 di Sofia Cecconi Salute. 624: una legge dimenticata? 26 di Ferdinando Brandi Speciale polizze Le opportunità offerte dalla FABI 28 Non solo banca Agriturismo. Rifugi in Val d’Ayas 32 di Marzia Gandini Altroturismo 34 di Arturo

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Direttore responsabilePaolo Panerai

Direttore comitato di direzioneCristina Attuati

Comitato di direzioneCristina AttuatiCarmelo BenedettiMauro BossolaFranco CasiniGiuliano De FilippisEnrico GavariniValerio PoloniLando Maria SileoniMatteo Valenti

Capo redattoreLodovico Antonini

CollaboratoriSofia Cecconiconsulente legale Fabi Costantino Cipollaordinario di sociologia Università diBolognaMarco De Marcodocente di Informatica generaleUniversità Cattolica - Milano Giacomo Guerrieroresponsabile servizio di prevenzioneASL RMC Luciano Quaranta, direttore della Clinica oculisticaUniversità degli Studi di Brescia Luca Riciputiesperto risorse umane e consulenteaziendaleDomenico Secondulfodocente di sociologia generale e di sociologia dei processi culturaliUniversità di Verona Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, UniversitàCattolica - Milano

Illustrazioni: MangosiEditing: Mariapaola DiversiGrafica: ER Creativity

Direzione, Redazione, Amministrazione00198 Roma - Via Tevere 46Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4Fax: 06-85.52.275 - 85.59.220StampaElcograf, Beverate di Brivio (Lc)

Sommario

N . 9 - A N N O L V I I N O V E M B R E 2 0 0 6

DOSSIER: I CONTRATTI DEI QUADRI DIRETTIVI IN EUROPA pag.12

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L A V O C E D E I

BancariL A V O C E D E I

BancariN . 9 - A N N O L V I I

N O V E M B R E 2 0 0 6

Focus

Tutti i modi perfarsi curare

con la medicinad’Oriente

pag.20

Previdenza

Fondi pensione:una scelta matura

per il secondopilastro

pag.7

Agriturismi

Via dalla pazza folla

nei rifugi della Val d’Ayas

pag.32

è sui piani industrialiil confronto il confronto

è sui piani industriali

Università, consigli su come scegliere la facoltà migliore

Università, consigli su come scegliere la facoltà migliore Gavarini a pag.4

Sileoni a pag. 8

Poloni a pag. 5

De Filippis a pag. 6

Bossola a pag. 7

www.fabi.it

E-mail: [email protected]@fabi.it

Edizione web:www.fabi.it/info_e_news/la_voce_annale.asp

La Fabi su internet

Global player, conglomerati finanzia-ri, finanza globale… Termini cheincutono timore naturalmente,

come se a pronunciarli o a leggerli siaccendesse in ognuno di noi quella spiarossa, ancestrale, che si attiva ogniqual-volta non riusciamo a capire se ciò cheabbiamo di fronte possa costituire un

pericolo e, nel dubbio, istintivamente, ci poniamo sulladifensiva pensando che, in fondo, non ci riguarda. E’comprensibile, ma non è lo spirito giusto.Se ancora oggi pensiamo che tutto questo nonprodurrà effetti su di noi, sulla nostra condizione dilavoratori, sulla nostra vita, siamo tutti destinati asvegliarci presto già travolti da questo lento, mainarrestabile, tzunami. Prima Unicredit, per ultimo,ma non ultimo, la fusione Intesa-Sanpaolo. Sonotappe del medesimo percorso che nel futuro siprevede debba concludersi, per quel che riguarda ilnostro paese, con una struttura del sistema creditizioabbastanza snella e articolata in tre fasce: GlobalPlayers - Banche Regionali - Banche di Credito

Cooperativo a presidio delle particolaritàterritoriali. Chi resterà al di fuori di questo schemasarà travolto. Quello che fino a qualche anno fasembrava un futuro lontano, è divenutoprepotentemente “il presente” e con questo presentela FABI ha intenzione di confrontarsi. Certo, ilconfronto non può avvenire sulla base dei “rumors”che quotidianamente pervadono i media, ancheperché i “rumors” rappresentano, il più delle volte,il mezzo utilizzato per testare, misurare e valutare illivello di reazione a ipotetici scenari apocalittici. E’ un gioco vecchio come il mondo, che respingiamocon fermezza. Il confronto, quindi, deve avvenire suipiani industriali, senza pregiudizi, sicuramente, maanche senza sconti nei confronti di chi pensa, ancorauna volta, di poter costruire le proprie fortunepenalizzando i lavoratori. Come ho detto altre volte,non bisogna mai fasciarsi la testa prima che siarotta, e la nuova stagione della ritrovata unitàsindacale rende la partita, ancorché difficile, tutta dagiocare, nella consapevolezza che in ballo vi è, perquel che ci riguarda, il futuro dei bancari.

Editoriale d i C r i s t i na A t tua t i

Risiko bancario

Filo direttoBCC: specificità,assimilazione e altro 4di Enrico Gavarini

Chi vince e chi perdenel risiko bancario 5di Valerio Poloni

RSI: “un obiettivo” e non “l’obiettivo” 6di Giuliano De Filippis

Pensioni. Costruirsiil secondo pilastro 7di Mauro Bossola

DossierUniversità. Il cercalaurea:consigli per la scelta 8di Lando Sileoni

Contrattualistica. Iquadri direttivi in Europa12di Roberto Riva

FocusMedicina d’Oriente 20di Silvia Fabiole Nicoletto

Sindacato & serviziInternazionale. Moos anti delocalizzazione 22Attualità. BPI, cartina di tornasole del sistema23di Gianni Vernocchi

L’avvocato. Quando èlecito dequalificarsi 24di Sofia Cecconi

Salute. 624: unalegge dimenticata? 26di Ferdinando Brandi

Speciale polizzeLe opportunità offertedalla FABI 28Non solo bancaAgriturismo. Rifugi in Val d’Ayas 32di Marzia Gandini

Altroturismo 34di Arturo

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Filo diretto

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di Enrico Gavarini Segretario Generale Aggiunto

Fabi

Le BCC rappresentanoun mondo particolarenella galassia del cre-dito. Lo stesso princi-pio ispiratore dellebanche di credito coo-

perativo, espresso nel rinno-vato Statuto, giustifica que-sto primo assunto. Un finemutualistico in sintonia conil dettato della Costituzione,che esclude la speculazioneprivata e che va nel senso diuna governance tutta volta a favorire la par-tecipazione. Questa funzione sociale, unitaad una presenza sul territorio sintonica, cherisponda alle esigenze delle comunità loca-li, non può che suscitare favorevoli consen-si nel sindacato, ma i principi non sempreriescono ad essere tradotti correttamentenella pratica.Non intendo, certo, trattare di operatività edi efficienza del sistema, che è tema squi-sitamente di competenza delle aziende,bensì di come questo mondo, così “diver-so” – a parole – si muova nella galassia al-la quale appartiene e di quale coerenza, poi,dimostra al suo interno e nelle relazionisindacali.Il primo concetto che vorrei esprimere ap-partiene alla così detta “diversità”. Sebbeneil sindacato abbia cercato in ogni modo didifferenziare le BCC, andando ad analizza-re ed individuare le specificità di settore, lavoglia di omologazione del sistema conABI è apparsa chiara. Una comparazionefra i due testi contrattuali evidenzia,senz’ombra di dubbio, come si viaggi ver-so una completa assimilazione di concettiche appartengono a quelle imprese che han-no, per libera scelta, esattamente scopi di-versi da quelli sanciti nella Costituzionedelle BCC. Insomma, anche in questo caso si vuole pre-miare l’azionista e non lo stake holder di-pendente. Ma, se nel caso di una SPA ciò ècomprensibile, anche se non condivisibile –almeno per il sindacato – nel caso delle BCC

appare stridente con la vo-cazione espressa dal movi-mento. L’equa redistribu-zione della ricchezza pro-dotta, anche in questo caso,assomiglia al classico mi-raggio nel deserto. Senzaparlare, poi, di norme appli-cate alla lettera, come quel-le legate alla Legge 30 (co-siddetta “Legge Biagi”) chefavoriscono, ovviamenteanche nelle BCC, la pro-gressiva instabilità occupa-zionale.La stessa re-sponsabilità

sociale dell’impresa, nono-stante innumerevoli inviti esollecitazioni, non trova unprotocollo d’intesa fra leparti, né accordi particolariper il settore, ed in questocaso, addirittura, ci si diffe-renzia in modo peggiorati-vo rispetto al mondo dellebanche ordinarie, dove pu-re esiste un accordo nego-ziale.La sensazione è che il mo-vimento desideri muoversisul piano della pura concor-renza all’interno del siste-ma del credito – principio,quest’ultimo, che non vo-glio certo mettere in discus-sione – ma stupisce che l’a-gire sia commisurato esat-tamente agli intendimentidi banche come Intesa, Uni-credit o Capitalia, dimenticando così lungola via della competizione, vocazione, tradi-zione, principi e specificità.Come sindacato, questa volta – per fortunaunitariamente – riproporremo la logica el’esigenza di privilegiare la “diversità” nelprossimo rinnovo del CCNL, ma già da ora,nelle dinamiche negoziali di rinnovo delFondo pensione e nelle appendici al con-tratto del 2005.Un’inversione complessiva di tendenzaappare necessaria, se non si vuole correre

il rischio che il mondo BCC risulti, perico-losamente quanto inesorabilmente, attrattoda quello ABI, finendo per restarne omo-logato. Un’ultima considerazione, purtroppo pernulla positiva, va fatta sui recenti fatti acca-duti in Veneto, dove la Federazione regio-nale ha deciso di firmare un contratto chedefinirei curioso, quasi che la stessa rap-presenti un coro estraneo al sistema.La coerenza fra le parti rappresenta un ca-

posaldo nella difficile opera della negozia-zione. Affermare, all’articolo 1 del contrat-to collettivo firmato il 27 settembre 2005,che il contratto vincola tutto il movimento

e poi sottoscriverne un al-tro, seppure a livello regio-nale – peraltro con agentinegoziali diversi e con con-tenuti pregiudizievoli sulpiano normativo – non cipare una solida base per av-viare quel rinnovamento equella riaffermazione dellavocazione delle BCC di cuiparlavo all’inizio di questoarticolo. Nulla è perduto, ovviamen-te, ma il caso Veneto rap-presenta il segnale di un’in-crinatura che – francamen-te – avremmo voluto evita-re. Ora, come sempre acca-de, toccherà al sindacato,quello non fondato sulla de-magogia, bensì su principidi reale tutela delle lavora-trici e dei lavoratori, anda-re a recuperare gli erroricompiuti.

Al di là delle parole, contano come semprei fatti, ed i fatti ci diranno se agli atti scrit-ti ed ai principi sanciti da carte costituzio-nali, corrispondono poi, davvero, volontàreali.In fondo, un sistema partecipativo ed atten-to ai bisogni del territorio e, soprattutto, del-le persone che lo rendono attivo, ossia le la-voratrici ed i lavoratori, è proprio ciò cheauspica il Sindacato. Ciò che importa è chesia proprio così, e non si tratti solo di paro-le scritte sulla sabbia.

Filo

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Filo

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Attualità Banche di creditocooperativo:

specificità, assimilazione e altre storie

il sindacatoauspica unsistemapartecipativoe attento aibisogni delterritorio edellepersone chelo rendonoattivo

Nel prossimo rinnovo contrattuale Fabi riproporrà la logica delle diversitàdelle Bcc rispetto al resto del sistema nelle dinamiche negoziali sul Fondopensioni. Perché il mondo cooperativo non deve omologarsi all’ABI

LA VOCE DEI Bancari

4_FABI_09.ps 24-10-2006 14:45 Pagina 4

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Filo diretto

Le banchelocali hanno

operatocercando il

confronto colsindacato, alla

fine siamoriusciti acostruire

certezze per ilavoratori

interessati aiprogetti di

crescita

Il risiko bancario si è rimesso prepotentementein moto. La fusione, ormai pressoché certa, traBanca Intesa e San Paolo di Torino ha dato nuo-vo impeto a tutto il sistema. Gli effetti dell’ag-gregazione, con lo scorporo di Cariparma e Friu-ladria e di ulteriori 193 sportelli, hanno creato le

condizioni per la crescita impetuosa di un nuovogruppo bancario controllato dal Crédit Agricole.I grandi gruppi, a cominciare da Capitalia e daMontepaschi, si stanno guardando attorno per in-dividuare possibili istituti da aggregare. Non solo igrandi gruppi, tuttavia, guardano con interesse almercato. Anche le banche di media grandezza sistanno guardando intono per capire come è possi-bile muoversi all’interno del sistema, per poter cre-scere in termini dimensionali e in termini di reddi-tività. Le banche Popolari sono particolarmente at-tive. La Banca Popolare Italiana ha deciso di ag-gregarsi con Popolare di Verona e Novara. Vene-to Banca ha ufficialmente acquisito la Banca Po-polare di Intra. In fase avanzata si colloca la tratta-tiva, ormai semi ufficiale, tra Banche Popolari Uni-te e Banca Lombarda. Se anche questa operazioneandasse in porto saremmo in presenza di grandicambiamenti che potrebbero coinvolgere i bancaribergamaschi.Nel corso degli ultimi anni le banche che operanonel territorio bergamasco hanno già subito notevo-li cambiamenti, l’ultimo dei quali è costituito dalsalto dimensionale compiuto da Banche PopolariUnite. Bergamo, insomma, è stato un grande labo-ratorio nel quale si sono anticipate e collaudate lescelte che il sistema ha fatto proprie. L’acquisizio-ne e la successiva dismissione, da parte del CreditLyonais, del Credito Bergamasco ha anticipatol’avvento degli stranieri alla guida di istituti di cre-dito italiani. Cosa che ha assunto notevole rilevan-za a partire dalla seconda metà degli anni ’90, sinoai casi più recenti di BNL, acquisita da Paribas, edi Antonveneta, acquisita da Abn Amro Anche le aggregazioni tra banche di dimensionimedio grandi sono state oggetto di sperimentazio-ne. All’inizio degli anni 90, l’allora Banca Provin-ciale Lombarda venne rilevata in blocco dal SanPaolo di Torino. All’epoca fu sicuramente un’ope-razione di grande risonanza, data anche la com-plessiva staticità del sistema bancario italiano che,successivamente, fu attraversato da grandi ristrut-turazioni, all’epoca difficilmente ipotizzabili.Neppure la cessione di sportelli ad altra banca co-stituisce un fatto nuovo per la provincia bergama-sca. Già alcuni anni fa Banca Intesa ha venduto 4sportelli della ex Banca Commerciale Italiana aBanca Carige. L’operazione Banca Intesa-SanPaolo, che consentirà la nascita in provincia di unnuovo soggetto bancario, riproporrà la stessa ope-razione. In tal senso Banca Intesa ha deciso di ven-dere le sue filiali di Alzano, Albino, Caprino, Cur-no e Lovere al Crédit Agricole tramite controllataCariparma. Interessati all’operazione sono circa 40

dipendenti che operano in quelle filiali. Questi cam-biamenti hanno avuto e stanno avendo grande im-portanza per la piazza di Bergamo, per la comunitàeconomica e sociale, per il territorio, e non da ulti-mo per i bancari che sono stati i veri artefici dellatrasformazione. Abbiamo assistito all’espansionedelle Banche di Credito Cooperativo, alla nascitadi nuovi soggetti bancari quali la Banca di Berga-mo, che sta assumendo una dimensione importan-te , ed all’insediamento di numerose banche.I nuovi accadimenti incideranno fortemente sul ter-ritorio e, per quello che ci riguarda direttamente, suilavoratori bancari, attuali e futuri. Ci auguriamo chela nuova aggregazione tra Intesa e San Paolo nonsi traduca in perdita di postidi lavoro, così come verifi-catosi a suo tempo con l’e-sperienza legata alla BancaProvinciale Lombarda.Seppur apparentementesenza traumi occupaziona-li sono spariti, con gradua-lità, senza eccessivi clamo-ri circa 500 posti di lavoro,che sicuramente rappresen-tavano per la collettivitàun’importante occasione dicrescita economica e di la-voro. Speriamo per la Ber-gamasca, che rappresentauna realtà economica eproduttiva tra le prime die-ci in Italia, che questa sia un’occasione di sviluppoe non di ulteriore perdita di posti di lavoro.L’evoluzione della trattativa tra BPU e Banca Lom-barda, tuttavia, potrebbe avere risvolti occupazio-nali ancor più rilevanti. Intanto, guardiamo con at-tenzione la possibilità di sviluppare ulteriormentele potenzialità di BPU mediante ulteriori aggrega-zioni. Questo gruppo avverte il bisogno di cresce-re sotto il profilo dimensionale, per raggiungere unamassa critica e volumi tali da consentire di otti-mizzare ancor meglio i costi. La crescita apparemotivata anche sotto il profilo della governance,per innalzare ulteriormente gli sbarramenti ad ope-razioni ostili all’attuale management.Il progetto industriale potrebbe pertanto essere cre-dibile e perseguire risultati anche in funzione dellavalorizzazione del territorio. Il sindacato non hamai osteggiato, in modo preconcetto, queste ope-razioni. L’elemento di valutazione per l’organiz-zazione dei lavoratori non può che essere la rica-duta complessiva dell’operazione sugli occupati, inuna visione di sviluppo dell’attività intesa comecreazione di valore, non solo per l’azionariato, maper l’intero tessuto sociale nel quale l’impresa ope-ra. Il consenso sociale si costruisce col dialogo tragli attori protagonisti che sono chiamati a misurar-si con la trasformazione dell’azienda. Tra questi lelavoratrici ed i lavoratori bancari. Da sempre ci sia-

mo fatti carico di gestire la transizione, il cambia-mento, che oggi - rispetto al passato - incalza conritmi e forza sempre maggiore. Il sindacato dovràporre in campo adeguati strumenti per la tutela del-le persone coinvolte nei nuovi processi. Il CCNLcostituisce un importante argine, che dovrà esseremaggiormente innalzato col rinnovo del prossimocontratto, che stiamo incominciando ad elaborare.Abbiamo costituito un’adeguata tutela al reddito,tramite il Fondo esuberi, che ci ha consentito la ge-stione di problemi occupazionali, altrimenti irri-solvibili. Dal confronto a livello aziendale ci atten-diamo dalle banche la definizione di ulteriori stru-menti per governare la trasformazione, a comin-

ciare dal contenimento della mobilità territoriale,dalla tutela della professionalità acquisita e dallasalvaguardia complessiva dei livelli reddituali edelle normative previdenziali ed assistenziali in es-sere. Le banche locali, ad oggi, hanno operato ri-cercando il confronto col sindacato e, seppur tra dif-ficoltà e confronti, anche aspri, alla fine siamo riu-sciti a costruir certezze per i lavoratori interessati,creando così le premesse per l’indispensabile con-senso attorno ai progetti industriali.Al contrario, ricercare soluzioni che tengano soloconto della redditività dell’impresa, per premiareesclusivamente l’investitore, potrebbero rilevarsiun boomerang oltremodo pericoloso per le stessebanche. La necessità di recuperare il rapporto fidu-ciario con la propria clientela è un’esigenza che ri-guarda tutte le banche del sistema, non esclusequelle bergamasche. La credibilità è la condizioneche sta alla base del rapporto che intercorre tra labanca e la propria clientela. Per essere credibili, bi-sogna prima costruire le condizioni per motivarepositivamente i propri dipendenti con investimen-ti formativi e con la dotazione di strumentazioneidonea per migliorare il rapporto con la clientela,che non può essere assimilata ad un limone da spre-mere. In questo contesto, intendiamo misurarci conquanto di nuovo ci aspetta nella consapevolezzache a noi tocca costruire certezze per il futuro.

Chi vince e chi perde nel risiko I progetti industriali di crescita possono essere condivisibili, purché ci sia unaricaduta positiva sull’occupazione e in generale sul territorio nel quale l’impresaopera, e non siano soltanto finalizzati alla creazione di valore per gli azionisti

Corrado Passera (a sinistra) e Fabio Innocenzi, numeri uno diBanca Intesa e BPVN, protagonisti delle ultime aggregazioni

di Valerio Poloni Segretario Nazionale Fabi

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LA VOCE DEI Bancari

di Giuliano De FilippisSegretario Nazionale Fabi

Può apparire strano, ma, a volte, è unasemplice questione di articoli. Quelli de-terminativi connotano e quindi identifi-cano il sostantivo, mentre quelli indeter-minativi lo lasciano nel vago, quasi fos-se necessaria una scelta successiva tra i

tanti possibili. E quando la parola che precedo-no racchiude in sé un concetto o una strategia,quella differenza è ancora più importante. Que-sta premessa anticipa le conclusioni dell’anali-si, comunque incompleta se non altro per ra-gioni di spazio argomentativo disponibile, chequi proviamo a fare sulla nuova frontiera delriformismo del capitalismo finanziario; il mez-zo necessario per il fine a cui tendere (uno svi-luppo socialmente ed eticamente sostenibile),in poche parole la “Responsabilità sociale del-le imprese”.Di che cosa si tratta? Il principio ispiratore difondo appare incontestabile e può essere cosìriassunto: considerato che l’impresa opera in unambito spazio-temporale definito, essa deve as-sumersi la responsabilità di rispondere ai vari in-teressi in gioco che non sono soltanto quelli delcapitale di rischio, ma anche quelli di chi dell’at-tività d’impresa subisce gli effetti (lavoratori,consumatori, comunità locali etc.). Sostanzial-mente, quindi, vi è un rapporto causa-effetto cheinveste più soggetti ( o meglio più interessi ). Sitratta, a questo punto, di ridisegnare i confini del“fine” machiavellico per un più corretto utilizzodei “mezzi”. Il “fine”, cioè, non può più esseresolo e soltanto il profitto in sé, ma il profitto in unquadro di riferimento etico. E qui siamo al puntonodale. Cosa vuol dire “profitto in un quadro di riferi-mento etico” se non una limitazione dello stesso(profitto) o, almeno, della sua potenzialità di au-mento teoricamente illimitata che viene ad esse-re circoscritta e vincolata da raffronti, prima ine-sistenti, con principi etici?Chi assegna la patente di “eticità” al profitto?“Profitto etico” è una contraddizione in termini,un ossimoro che solo la necessità di porre un fre-no alle storture di “questo” capitalismo finanzia-

rio poteva creare. Ciò nonostante, questo con-cetto rappresenta ormai l’ideale di “molti” cherestano affascinati, come lo si è sempre, da quel-lo che appare più come un sogno, almeno perquel che riguarda la sua completa realizzazione,appena si tenta di andare al di là della sempliceistituzione di un “bilancio sociale” o di qualchealtra iniziativa inefficace e minimalista. E di so-gni è lastricata la strada delle rivendicazioni so-ciali come quello, ad esempio, di un’equa distri-buzione della ricchezza. Un argomento cheaffonda le sue radici nella notte dei tempi, lega-to ai bisogni dell’uomo e soprattutto all’atavicaconsapevolezza che è necessario ridurre le disu-guaglianze per sperare in una società più giusta.Anche qui il vero problema, che appare insor-montabile, è che la consapevolezza di cui sopraè generata non da una convinzione che è tale, co-me amava dire il principe De Curtis, “a prescin-dere” e quindi condivisa, ma dallo stato di ap-partenenza alla fascia sociale economicamentepiù debole con l’intima speranza di poter cam-biare stato e quindi avversata. Forse lacausa è nella “crudeltà umana” evi-denziata da Hobbes o forse in qualco-s’altro. L’importane, però, non sono lecause, ma le soluzioni e, come dicevaEinstein, “ è impensabile cercare unasoluzione utilizzando lo stesso metodoche ha generato il problema”. Occorreallora non inseguire i sogni, ma impe-gnarsi per portare “a reddito” le istanzeche da quei sogni rivengono; in altreparole è necessario adottare un sanopragmatismo che è alla base del nostromestiere di sindacalisti. Il sano prag-matismo ci porta ad affermare che lanecessità di una riforma del capitali-smo finanziario verso uno sviluppo so-cialmente ed eticamente sostenibile èun problema vero ma complesso, chepuò trovare soluzione attraverso unlento e difficile percorso. La necessità,invece, di un recupero del gap formato-si tra redistribuzione all’azionista e re-distribuzione al lavoratore della ric-chezza prodotta dall’aumento di red-ditività del sistema bancario negli ulti-mi anni, è molto più impellente.In altre parole la prossima stagione contrattualedovrà perseguire entrambi gli obbiettivi in unascala di priorità che non può certo considerare ilrecupero economico in posizione subordinata,così come appaiono argomenti “brucianti” tuttala serie di problematiche che rivengono dalla ge-stione del precedente contratto di lavoro. Ecco perché, a nostro parere, la “ResponsabilitàSociale delle Imprese” non può che essere unodegli obbiettivi e non l’obbiettivo. Mentre scri-viamo viene assegnato il Nobel per la pace ad un

uomo che ha avuto una idea semplice: quella diprestare il denaro (piccole somme) a chi non neaveva per permettergli di tentare una vita da uo-mo libero abbandonando la condizione di schia-vo. Non ha chiesto garanzie né interessi, se nonpressoché simbolici, ed il risultato è stato che lesomme prestate sono state al 95% restituite. For-se questo argomento ha poco a che vedere con lamateria che abbiamo trattato o forse è più ine-rente di quanto pensiamo, ma, sicuramente, èuna buona notizia.

La responsabilità sociale dell’impresa: “un obiettivo” e non “l’obiettivo”

la prossimastagionecontrattualedovràperseguiregli obbiettiviin una scaladi prioritàche non puòcertoconsiderareil recuperoeconomicoin posizionesubordinata

Il problema rimanda a quello più ampio di una riforma del capitalismo finanziario.È indifferibile un riequilibrio distributivo nel sistema

Il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, delBangladesh, economista e inventore del sistema delmicrocredito che ha lanciato con la Grameen bank, la“banca del villaggio”. Sopra Albert Einstein

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Filo diretto

di Mauro Bossola Segretario Nazionale Fabi

La revisione dell’assetto dei sistemi pre-videnziali che si è sviluppata ormai dadiverso tempo nei paesi industrializzatiattribuisce un peso sempre crescentealla previdenza complementare. Anchein Italia si sprecano le analisi che vedo-

no nei fondi pensione, investitori naturalmen-te protesi al medio-lungo periodo, uno stru-mento particolarmente adatto per la raccoltadei flussi di risparmio e per il loro investimen-to sul mercato dei capitali.In questo modo, il cosiddetto secondo pi-lastro previdenziale, può assumere un ruo-lo di “cerniera” tra il bisogno dei lavoratoridi conseguire una rendita pensionistica in-tegrativa adeguata e le esigenze di finan-ziamento dei piani produttivi delle impreseInoltre, i fondi pensione possono contri-buire ad ampliare ed irrobustire il sistemafinanziario, con un prevedibile positivo im-patto sull’efficienza dei mercati e sui mec-canismi di governance.La dimostrazione di queste affermazioniproviene dall’osservazione dei paesi doveil settore della previdenza complementareè storicamente più sviluppato e il merca-to finanziario rappresenta il principale ca-nale di finanziamento delle aziende.Nel Regno Unito come negli Stati Uniti, maanche in Olanda, i fondi pensione costitui-scono una classe di investitori istituzionalirilevante in termini di masse gestite e svol-gono un ruolo centrale nel funzionamento dimercati finanziari che da più parti vengonopresi ad esempio di trasparenza e moder-nità. Basti pensare che nei paesi anglosas-soni le adesioni a queste forme di risparmioriguardano ormai il 60% degli occupati e leattività facenti capo a fondi pensione pesa-no per circa il 70% del prodotto interno lor-do. Situazioni imparagonabili a quella italia-na dove, al 30 giugno di quest’anno, le ade-sioni interessavano appena il 14% degli oc-cupati e le risorse destinate alle prestazio-ni non superavano il 3% del PIL.Quanto all’effettiva opera di sostegno alleimprese, se si guarda al complesso degliinvestimenti dei fondi italiani, si osserva chela quota di titoli detenuta è per oltre l’85%investita in titoli di stato o garantiti dallostato. Risulta pertanto difficile comprende-re la ratio che ha portato il Governo a vo-ler sottrarre, dal 1° gennaio 2007, il Tfr ac-cumulato ogni anno e non devoluto ai fon-di pensione, per destinarlo ad un fondo ge-stito dall’INPS per il finanziamento delle in-

frastrutture. Lo scopo di finanziare operepubbliche rischia di alterare l’equilibrio cheregge il sistema del silenzio-assenso re-centemente introdotto dalla riforma dellepensioni e, riducendo i flussi di risparmio,può mettere in dubbio lo stesso sviluppodella previdenza complementareInfatti, sebbene questa fonte di entrate co-stituisca in realtà un debito nei confrontidei lavoratori dipendenti - ai quali prima opoi andrà restituito insieme al relativo ren-dimento - è improbabile che i futuri go-verni vi rinuncino facilmente.Tra l’altro il volume delle entrate previstedal disegno di legge finanziaria per que-sto capitolo è, come si sa, di poco supe-riore ai 5 miliardi di euro.Ma se teniamo presente che il flusso an-nuale del Tfr è pari a circa 16,5 miliardi,un’ipotesi come quella fatta in finanziaria,scommette sul fatto che quasi il 70% deilavoratori dipendenti non eserciti l’opzio-ne di conferire il proprio Tfr alla previden-za complementare!Importante appare quindi il ruolo che leconfederazioni sindacali - e la CISL in par-ticolare - hanno svolto per “limitare i dan-ni” e per anticipare al 2007 la riforma va-rata nel dicembre dello scorso anno.E’ evidente infatti che sia la riforma Diniche quella Maroni hanno un senso solose il secondo pilastro di previdenza inte-grativa verrà realizzato e se i lavoratori ela aziende incominceranno al più presto aversare i contributi. Perché dovrebbe es-sere ormai definitivamente chiaro a tutti

che i futuri pensionati avranno tassi di rim-piazzo - cioè coefficienti di copertura del-la pensione rispetto allo stipendio - moltoinferiori a quelli attuali.La scelta affidata al lavoratore di conferi-re o meno il Tfr di futura maturazione aifondi pensione insieme alla diffusione diuna corretta informazione, possono au-mentare la consapevolezza degli interes-sati e contribuire ad evitare il rischio del-la non adesione o di un’adesione ritarda-ta che potrebbe compromettere il futuroprevidenziale del lavoratore.In questo senso anche il sindacato di set-tore ha un compito importante da svolge-re e possiamo con orgoglio affermare che,non certo da oggi, quello del credito si èdistinto per l’attenzione e la competenzacon cui ha affrontato il problema.Occorre però che le scelte di indirizzo ge-nerale siano comprensibili ed univoche nelsostenere ed implementare l’accesso aqueste forme di risparmio e, in particola-re, a quelle negoziali a carattere colletti-vo.In questa prospettiva, la richiesta della FA-BI e delle confederazioni sindacali di “ali-quota zero” sulle somme destinate al ri-sparmio previdenziale (oggi il prelievo fiscaleè dell’11%), oltre ad essere un importanteincentivo per l’adesione delle nuove gene-razioni ai fondi, costituirebbe un importan-te spinta alla creazione di un’ossatura didemocrazia economica ed a smontare l’at-tuale monopolio dei mercati finanziari chenon pochi danni ha prodotto ad investitori,

L’incentivo dell’aliquota zero sui versamenti destinati ai fondi pensione può costituire una spinta decisiva sulla strada del potenziamento della previdenza complementare

Costruirsi il secondo pilastro

➭ ATTUALITÀ

1) Il decreto legge della Finanziaria 2007 prevede che dal 1° gennaio del prossimoanno i flussi del Tfr non destinati a previdenza integrativa finiscano in un fondo perl’investimento in infrastrutture costituito presso l’INPS

2) La norma riguarda i nuovi flussi mentre lo stock già maturato resta in azienda; sonoesenti le imprese che impiegano fino a 50 dipendenti

3) Il periodo da cui decorrono i sei mesi utili per l’esercizio della scelta (secondo laregola del silenzio-assenso) per il trasferimento del Tfr maturando alla previdenzaintegrativa, decorre anch’esso dal 1° gennaio 2007 anziché dal 1° gennaio 2008

4) Da quella data ogni lavoratore dipendente potrà:• Non esprimere nessuna opzione (silenzio-assenso). In questo caso il Tfr confluirà

automaticamente al fondo pensione aziendale o di categoria• Destinare il Tfr ad un fondo pensione diverso da quello aziendale o di categoria• Decidere di non voler conferire il Tfr a nessuna forma di previdenza integrativa. In

questo caso il 100% del Tfr di nuova maturazione (per le aziende con oltre 50dipendenti) confluirà nell’INPS (vedi punto 1)

5) Il Tfr che finirà all’INPS otterrà la stessa rivalutazione di cui avrebbe goduto se fosserimasto in azienda (75% dell’indice ISTAT più 1,5% fisso) Per il lavoratore noncambia nulla anche in termini di erogazione, che verrà comunque effettuata dalproprio datore di lavoro.

Che ne sarà del TFR

poiché ilflussoannuale delTfr è circa16,5 miliardi,l’ipotesi delgovernoscommettesul fatto cheil 70% deilavoratori nonesercitil’opzione diconferire il Tfrallaprevidenzacomplemen-tare

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di Lando Sileoni Segretario nazionale Fabi

Avete un figlio o una figliacon 16-17 anni di età? Sie-te in difficoltà o avete leidee confuse sulle indica-zioni, sui consigli da dareai vostri figli su quale fa-

coltà o università scegliere? Noicerchiamo di darvi una mano con la con-sapevolezza di offrirvi qualche informa-zione che potrà esservi utile. Iniziamo. Tro-verete l’elenco delle università italiane,l’anno di istituzione e alcuni indirizzi di po-sta elettronica. Le domande sono sempre lestesse: è preferibile un’università pubblicaa quella privata? Nelle grandi città o nellepiccole province? Cos’è importante in unateneo: la propria storia, una sede presti-giosa, una politica di cultura formativa tra-dizionale o moderna, oppure il tipo di ser-vizi a disposizione degli studenti come bor-se di studio e posti letto, o ancora un cor-po docente motivato che si confronti con ilmondo accademico?

Giuseppe Carangella di Foggia ha leidee piuttosto chiare in merito: “Le facoltàdi medicina, agraria, economia, giurispru-denza e lettere offrono agli studenti le piùampie garanzie e la stessa città di Foggia nonè tra le più care in Italia nell’affitto di ca-mere: una zona decentrata costa dai 150 ai

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Avete un figlio o una figlia di 16-17 anni di età? Siete indifficoltà o avete le idee confuse sulle indicazioni, suiconsigli da dare ai vostri figli su quale facoltà ouniversità scegliere? “La Voce dei bancari” ha chiesto a12 studenti e ricercatori in altrettanti atenei di tutta Italia di raccontare pro e contro delle rispettive facoltà. Ecco le loro risposte per indirizzare la vostra scelta

Il cerca laurea:consigli per la scelta

Vademecum per un corso di studio più appropriato

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160 euro al mese mentre nella zo-na universitaria l’affitto arriva ai180 euro mensili. La facoltà di me-dicina, poi, è composta da un cor-po docente giovane e motivato tan-to da poter garantire una offerta di-dattica all’avanguardia. Stesso di-scorso per la facoltà di lettere e giu-risprudenza dove i docenti sonogiovani, pieni di entusiasmo e fa-

vorevoli ad un ambiente informale.

Per Enrico Simonetti di Perugia “la no-stra università è fatta su misura per uno stu-dente ed inserita in una regione a misurad’uomo. Con 700 anni di storia ha adotta-to una struttura multicampus che, pur ri-spettando la storica sede perugina, permet-te di diffondere su altri importanti centri re-gionali alcuni corsi di studio che per carat-teristiche didattiche e storiche meglio siadattano a quei siti. Ottime sono le infra-strutture urbane per gli studenti ed anche leofferte ludiche, sportive e culturali sono dibuona qualità. Una camera nella zona uni-versitaria costa dai 250 ai 300 euro mensi-li, ma se ci si sposta in periferia il costoscende al di sotto dei 200 euro.

Per Elisa Ghelardi, ricercatrice pressol’Università di Pisa, sia la Scuola NormaleSuperiore, sia la Scuola Superiore S. Anna,sia la stessa Università di Pisa sono al top

in quanto, nella stragrande maggioranza deicasi, per esempio per chi si laurea nelle fa-coltà di informatica ed ingegneria ha un ac-cesso al mondo del lavoro pressoché assi-curato. Le più importanti aziende italiane estraniere hanno gli occhi puntati addosso aineolaureati. La città è costruita intorno al-l’università e la stesse strutture ludiche, cul-turali e sportive ben si adattano alle esi-genze degli studenti, grazie ad apposite con-venzioni fra le stesse facoltà.

Per Felice Menicacci, l’Università diSiena, soprattutto per quanto riguarda let-tere e filosofia è all’avanguardia. Qui è na-to il primo corso di laurea in scienze dellecomunicazioni, qui ha debuttato la primaradio universitaria con programmi di in-trattenimento e approfondimento che coin-volgono anche i docenti. Siena offre un’as-sistenza sanitaria personalizzata per gli stu-denti non residenti ed un “ufficio” che li af-fianca anche nella ricerca di un alloggio.Un consiglio da seguire: è preferibile sem-pre frequentare la città sede dell’ateneoqualche giorno prima di un’eventuale scel-ta definitiva.

Per Gianfranco Amato l’Università diVerona pur essendo considerata una sedeuniversitaria medio-piccola, garantiscebuone condizioni di studio e di vita per chila frequenta. La facoltà di scienze della for-

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mazione va considerata di buona qualità so-prattutto per i master, stesso discorso per lafacoltà di economia, la più antica di Vero-na. Nella facoltà di medicina e chirurgia lespecializzazioni di cardiochirurgia e neu-rochirurgia sono all’avanguardia in una fa-coltà già di per sé di buona qualità mentre,nella facoltà di lettere e filosofia eccellonoi corsi di sociologia, antropologia e filoso-fia teoretica.

Per Alessandra Panico la facoltà dimedicina ad Udine viaggia a 300 chilome-tri orari. In altre parole è obbligatorio sta-

re in pari con gli esami pena il divieto diaccesso agli anni successivi. L’ente regio-nale per il diritto allo studio di Udine (ER-DISU) dispone di 467 posti letto suddivisinelle varie sedi universitarie di Udine, Ge-mona del Friuli, Cormons e Gorizia. Gli af-fitti abitativi medi nella città di Udine si ag-girano mediamente da i 400 a i 600 euromensili.Alessandra Panico si chiede e si risponde:“Perchè iscriversi all’Università di Udine?Uno, perché il 70% dei laureati lavora adun anno dalla laurea; due, perché per dueanni di seguito ha vinto il premio naziona-le dell’innovazione, il premio Start Cup,

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che finanzia la migliori idee imprendito-riali; tre, perché è stata la sede storica dicorsi innovativi come conservazione deibeni culturali, tecnologie alimentari, inge-gneria gestionale, relazioni pubbliche;quattro, perché ha la percentuale più alta inItalia di “studenti viaggiatori”, ovvero cheutilizzano il programma Erasmus per stu-diare a Udine e nel resto d’Europa; cinque,perché ha attivato una scuola di eccellenzache offre condizioni di studio privilegiateagli studenti meritevoli; sei, perché Udineè a meno di un’ora dalle piste da sci e dal-le spiagge; sette, perché ha il rettore piùgiovane d’Italia; otto, perché gli studentihanno il libretto elettronico, possono uti-lizzare la rete WI-FI ed usufruire di 50 la-boratori di ricerca; nove, perché permetteai suoi studenti e laureati di diventare im-prenditori attraverso la costituzione di spin-off, ovvero di imprese nate dalla ricerca ac-cademica.”

Per Mario Bertoli uno dei segreti dellavitalità dell’Università di Parma è stata lacapacità di aggiornarsi continuamente. I ri-sultati si vedono in ogni sede, nei rapporticon le imprese, nelle strutture tecnologichee nell’eccellenza della ricerca. In più lo sfor-zo di migliorare i servizi per gli studenti ècostante. C’è un numero verde l’800904084che dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20 dàinformazioni su tutti i corsi di studio del-l’università.

Perchéiscriversiall’universitàdi Udine?Primo perchéentro un annoil 70% deilaureati ha giàtrovato unimpiego, poi...

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LA VOCE DEI Bancari

Gli studenti iscritti possono svolgere atti-vità lavorative presso gli uffici ammini-strativi, biblioteche e altre strutture dell’u-niversità con un compenso orario di 7 euro.Anche in questo caso c’è un numero te-lefonico: 0521034032/35. Il programma So-crates mette a disposizione oltre 600 borsedi studio per svolgere uno stage da 3 a 12mesi, presso università della Comunità Eu-ropea ed atenei americani. Anche in questocaso c’è un numero: 0521034150. In più tro-verete corsi diurni e serali di inglese, fran-cese, tedesco, spagnolo e russo. Per infor-mazioni: 0521034150.

Per Cetty Di Benedetto l’ateneo Cata-nese rappresenta un motore di crescita per ilterritorio isolano. “Chi opta per il nostro ate-neo lo fa per le prospettive di lavoro che puòoffrire. Siamo in presenza di una vera e pro-pria industria del sapere con circa 16-17 mi-la nuovi iscritti all’anno ed un totale di cir-ca 70 mila studenti. Negli ultimi anni, in li-nea con le tendenze nazionali, sono cresciutele opportunità di studi differenziati con cir-ca 80 corsi di laurea distribuiti in 12 facoltà.Dal 1998 una scuola d’eccellenza che pre-mia i più meritevoli e tanta tecnologia, conun sito web in grado di consentire agli stu-denti accessi veloci e tant’altro. L’opportu-nità di partecipare ai corsi europei Socratese Leonardo oltre ai numerosi laboratori sulcinema, sul teatro, sul giornalismo.

Per Paolo Bufalini, la facoltà di inge-gneria a Genova offre molte possibilità: sipuò diventare ingegnere biomedico, chimi-co, civile e ambientale, informatico. Qui siinventano i robot del futuro. Il lato negati-vo? Affitti alti e ancora troppi problemi pergli studenti non residenti.

Per il Segretario Nazionale MauroBossola, con 600 anni di storia, numero-se sedi decentrate nella Regione Piemonte edodici facoltà, l’Università degli Studi di To-rino combina realtà storica e sviluppo versoil futuro. Tra quelle tradizionali spiccanoquella di Economia e di Giurisprudenza, chehanno prodotto maestri nelle rispettive di-scipline e che rappresentano la storia uni-versitaria della città.Particolarmente inte-ressante ed innovativo il Corso di Laurea

Nome Istituzione Segreteria studenti / Centro orientamento /dell’Università Segreteria di facoltà / @

ANCONAU. Politecnica delle Marche 18 giugno 1971 [email protected]. della Valle d’Aosta 18 settembre 2000 [email protected]. degli Studi di Bari 9 ottobre 1924 [email protected] di Bari 1990 [email protected]. degli Studi del Sannio 1 gennaio 1998 [email protected]. degli Studi di Bergamo dicembre 1968 [email protected]. di Bologna Anno 1088 [email protected] U. di Bolzano 31 ottobre 1997 [email protected]. Cattolica del Sacro Cuore 1965 [email protected]. degli Studi di Brescia 1982 Informazioni on-line + numero verdeCAGLIARIU. degli Studi di Cagliari 1626 [email protected]. di Camerino 15 luglio 1727 [email protected]. degli Studi di Cassino 1979 [email protected]. Carlo Cattaneo ottobre 1991 fac_economialiuc.itCATANIAU. degli Studi di Catania 1434 [email protected]. Studi Magna Grecia di CZ 1998 [email protected]. degli Studi Chieti e Pescara 1965 segreteria_architettura.unich.it“G.d’Annunzio”FERRARAU. degli Studi di Ferrara 18 ottobre 1391 [email protected]. degli Studi di Firenze 1923 [email protected]. degli Studi di Foggia 1999 [email protected]. degli Studi di Genova 1640 [email protected]’AQUILAU. degli Studi dell’Aquila 15 dicembre 1952 [email protected]. degli Studi di Lecce 1955 [email protected]. degli Studi di Macerata 1 luglio 1540 [email protected]. degli Studi di Messina 1596 [email protected] U. Lingue e Comunicazione 1968 [email protected] di Milano 29 novembre 1863 [email protected] del Sacro Cuore 7 dicembre 1921 [email protected] L.Bocconi 1902 [email protected]. degli Studi di Milano 1924 Numeroverde+modulo x richestaU.degli Studi Milano-Bicocca 1997 [email protected] San Raffaele 1996 [email protected]. degli Studi di Modena 1175 [email protected] Reggio EmiliaNAPOLISeconda U. Studi di Napoli 25 marzo 1991 [email protected] U.Studi “Suor Orsola Benincasa” 1871 [email protected] U.degli Studi di Napoli “Federico II” 5 giugno 1224 [email protected] Studi di Napoli “L’Orientale” 1888 [email protected] Studi di Napoli “Parthenope” 1919 [email protected]

COME RAGGIUNGERE LA FACOLTÀ

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Specialistica in Relazioni Pubbliche (Fa-coltà di scienze politiche) mentre, nella stes-sa Facoltà, è in discussione l’istituzione diun corso di laurea in Scienza del Governo,con un percorso formativo che incrocia po-litica, economia e storia per preparare i qua-dri dell’amministrazione pubblica. Semprenel campo dell’attualità, il corso di laurea inScienza della Comunicazione, uno dei pre-feriti dalle nuove generazioni di studenti. Undiscorso a parte merita il Politecnico di To-rino, una delle università leader in Italia ein Europa nel campo della formazione tec-nico-scientifica e della ricerca nei settori del-l'Ingegneria e dell'Architettura, che offre ben120 percorsi formativi (39 lauree triennali;35 lauree magistrali; 30 corsi di dottorato e18 master).Interessante anche, nell’ambitodell’evoluzione post-olimpica di tutta lacittà, l’imminente svolgimento delle Uni-versiadi Invernali 2007, i giochi olimpici de-gli universitari, che oltre ad annoverare trai partecipanti campioni del calibro di Enri-co Fabris, intendono proporre l’immagine diuna città-campus con servizi sportivi diavanguardia offerti agli studenti.

Per Luana Valenti l’Università Bicoc-ca di Milano ha negli ultimi anni garantitoun netto miglioramento dei servizi. I colle-gamenti dalle periferie sono all’avanguar-dia. Il corpo docente è professionalmentepreparato e le stesse “segreterie” sono mol-to più disponibili verso gli studenti rispet-to ad un recente passato. L’affitto di una ca-mera è sicuramente alto (dai 400 ai 500 eu-ro mensili) per non parlare delle abitazioniche si attestano dai 900 ai 1000 euro per unbilocale. La facoltà di giurisprudenza hasempre garantito un’ottima preparazioneprofessionale anche grazie ad un corpo do-cente motivato.

Per Valentina Marioli l’Università diBrescia è costruita a misura d’uomo. L’etàmedia dei docenti e degli assistenti è mol-to bassa, è assicurata la puntualità nelle da-te degli esami. La facoltà di medicina è altop per quanto riguarda la ricerca. Qui esi-ste un numero chiuso ed un test di rigida se-lezione. Di ottima qualità giurisprudenza,economia ed ingegneria. C’è un buon rap-porto tra corpo docente ed alunni attraver-so un dialogo e un confronto sereno. Man-ca in taluni casi un vero approfondimentoinformatico e migliorabili, potrebbero es-sere, anche le specializzazioni riguardantile lingue straniere.

Per Rita Sivori la facoltà di medicina del-l’Università di Catanzaro è un fiore all’oc-chiello per l’intero sud, con un importantecentro di ricerca oncologico. Chi esce daquesta facoltà ha le carte in regola per svol-gere poi al massimo la propria professione.Il corpo docente è sicuramente tra i più esi-genti. L’affitto di una camera si aggira in-torno ai 200 euro contro gli 800 per un ap-partamento.

Nome Istituzione Segreteria studenti / Centro orientamento /dell’Università Segreteria di facoltà / @

PADOVAU.degli Studi di Padova 1222 [email protected]. degli Studi di Palermo 1312 [email protected]. degli Studi di Parma 1768 [email protected]. degli Studi di Pavia 1361 [email protected]. degli Studi di Perugia 1308 [email protected]. per Stranieri di Perugia 1921 [email protected] Normale Sup. di Pisa 1810 [email protected] Sup. S.Anna 1987 [email protected]. di Pisa 1343 [email protected]. degli Studi della Basilicata 1982 [email protected] CALABRIAU. degli Studi “Mediterranea” 1982 [email protected]. U. di Scienze Motorie 1998 [email protected] U. Internaz. degli 1978 [email protected] Sociali “Guido Carli”Libera U. Maria SS.Assunta 1939 [email protected]. Campus Bio-Medico di Roma 1991 [email protected]. Cattolica del Sacro Cuore 5 novembre 1961 [email protected]. degli Studi di Roma – La Sapienza 20 aprile 1303 [email protected] Studi di Roma – Tor Vergata giugno 1981 [email protected] Studi RomaTre 1992 [email protected] Studi di Salerno 1969 [email protected] Studi di Sassari 9 febbraio 1617 [email protected] Studi di Siena 1357 [email protected] Stranieri di Siena 17/02/1992 [email protected] Studi di Teramo 1993 [email protected] di Torino 1906 [email protected] Studi di Torino 1404 [email protected] Studi di Trento 1962-1963 [email protected] Studi di Trieste 2000/2001 [email protected] Studi di Udine 1968 [email protected] Studi di Urbino “Carlo Bo” 19 febbraio 1507 [email protected] Studi dell’Isubria 14 luglio 1998 [email protected]–Varese e ComoVENEZIAIstituto Universitario di Architettura 1926 [email protected]à Foscari Venezia 6 agosto 1868 [email protected] Studi del Piemonte 1998 [email protected] Amedeo AvogadroVERONAU.degli Studi di Verona 1959 [email protected] Studi della Tuscia 3 aprile 1979 [email protected]

La facoltà dimedicinadell’università diCatanzaro èun fioreall’occhielloper l’interoSud Italia,con unimportantecentro diricercaoncologico

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di Roberto Riva Responsabile Dipartimento Contrattualistica

La FABI, unitamente ad altre sette or-ganizzazioni sindacali di altrettantipaesi, ha svolto un’indagine, sponso-rizzata dalla Comunità Europea, perverificare le diverse condizioni di la-voro e trattamento economico, anche

non contrattuale, per i quadri direttivi inquattro paesi dell’area mediterranea ed altriquattro nell’area nordica. Il progetto, deno-minato Competence, ha delineato alla fineun panorama estremamente variegato, cheespone molti problemi in vista di un processodi integrazione più stretta in banche tran-snazionali, oppure fra banche e società diservizi del medesimo gruppo bancario, cheoperano però in paesi differenti. Il rapporto finale del progetto Competenceè stato stampato in due versioni (inglese editaliano) a cura del Dipartimento Interna-zionale e Progetti; la traduzione dall’ingle-se è stata curata dal coordinatore del dipar-timento Contrattualistica Roberto Riva, peruniformare i termini contrattuali internazio-nali a quelli comunemente usati nella legi-slazione e nella prassi contrattuale in Italia.Entrambi i volumi sono disponibili a richie-sta in Federazione. Riproduciamo qui di se-guito la prima parte della sintesi dell’inda-gine ed alcune conclusioni riguardo alle dif-ferenze contrattuali attualemente esistentinella categoria dei quadri direttivi. La se-conda parte (orario di lavoro, flessibilità e

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Dos

sier

Dos

sier

La prima parte del rapporto finale dell’indaginesponsorizzata dalla Comunità europea sulle condizioni di lavoro e trattamento economico in otto paesi

La contrattazione per i quadri direttivi

in Europa

L’analisi del progetto europeo Competence

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formazione) verrà pubblicata nel prossimonumero de “La Voce dei Bancari”.

LA METODOLOGIA L’attività dei sindacati partner del progettoha avuto inizio con la creazione di “gruppidi lavoro”, composti da esperti dei rispetti-vi sindacati e da componenti del diparti-mento formazione dei sindacati. Ogni grup-po di lavoro aveva l’incarico di raccogliere,nei rispettivi paesi, la documentazione rela-tiva al mondo del lavoro dei quadri bancari,in accordo con le linee direttrici summen-

zionate e con altre indicazioni fissate dagli“esperti esterni” in metodologia delle scien-ze sociali e in diritto del lavoro.Da parte sua, l’UNI aveva il compito di rac-cogliere la normativa europea e le direttivesull’argomento in questione. L’atti-vità di raccolta è stata coordinata dagli esper-ti in metodologia delle scienze sociali. Il ma-teriale è stato poi tradotto dalle varie linguein inglese. Ai fini della classificazione e delconfronto del materiale di documentazione,gli esperti in diritto del lavoro hanno com-piuto uno studio comparativo sulla legisla-

PARTE PRIMA

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zione, le materie contrattuali, le attribuzio-ni ed i modelli organizzativi prevalenti neivari paesi partner. Tale ricerca ha contribui-to anche a creare i contenuti di un modellodi fabbisogno formativo (training model). Sulla base della documentazione raccolta edel contributo determinante dei gruppi di la-voro, gli esperti in metodologia delle scien-ze sociali, coordinati tra di loro per condivi-dere le esperienze relative alla situazione ge-nerale dei sindacati nei rispettivi paesi suiproblemi specifici dei quadri bancari, han-no identificato gli argomenti principali, chesono diventati oggetto di un questionario re-datto in otto lingue, diretto agli 800 quadriselezionati, 100 per ciascun paese parteci-pante. I dati raccolti sono stati analizzati se-condo un modello predisposto dagli esperti,con la cooperazione tecnica di esperti ester-ni, allo scopo di promuovere non solo la con-sapevolezza delle specificità delle condizio-ni dei quadri direttivi in ogni paese partner,il livello di sindacalizzazione e l’approcciodel sindacato nei confronti di questa cate-goria emergente, ma anche gli strumenti tec-nici e comunicativi di cui i dirigenti sinda-cali necessitano per migliorare la tutela deilavoratori.

I QUADRI DIRETTIVI IN EUROPAIn Europa, la categoria dei quadri direttiviè cresciuta alla pari con l’aumento del be-nessere economico ed oggi costituisce unelemento dinamico in un mondo del lavo-ro che richiede qualifiche professionali al-

te, cambiamenti strutturali e organizzativinelle imprese, sviluppo dei mercati e mi-glioramenti tecnologici. Nel settore dei ser-vizi, nel 2001 i quadri direttivi sono au-mentati del 18% nei paesi più sviluppati del-l’Unione Europea, arrivando ad un totale di363.000 unità, con una crescita di 92.000unità rispetto all’anno precedente (fonte:APEC - Parigi).Nell’ambito della mobilitàtransnazionale dei lavoratori con qualificheprofessionali medio-alte, i quadri scontanofortemente la scarsità di una protezione spe-cifica dei loro diritti e l’assenza in molti pae-si di una legislazione ad hoc sulla titolaritàdelle forme di rappresentanza associative osindacati. L’assenza di precise norme legi-slative è evidente per quanto concerne sia ildialogo sociale tra le parti sia il diritto al-l’informazione e alla consultazione. Le recenti iniziative di organizzazione in-tercategoriale dei quadri direttivi associateall’attività di organismi sindacali interna-zionali quali la CES (Confederazione Euro-pea dei Sindacati) e l’UNI (Union NetworkInternational), fanno sperare in un cambia-mento della situazione. È arrivato il mo-mento di promuovere una nuova cultura trale rappresentanze sindacali, per favorire lariqualificazione della rappresentatività deiquadri direttivi e per diminuire le distanzetra i vari paesi dell’UE.

CHI È QUADRO DIRETTIVO I nuovi scenari europei e le trasformazioniattualmente in corso coinvolgono tutti i set-

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tori produttivi, con speciale riguardo al set-tore creditizio. Il mondo bancario sta speri-mentando una forte tendenza al consolida-mento tra le imprese – incluse quelle tran-snazionali – ed a processi significativi di ri-conversione e ristrutturazione della produ-zione, nei quali il ruolo dei quadri direttivi èfondamentale. Di fronte alla domanda sem-pre più pressante di concludere affari, e inun contesto caratterizzato dalle tendenze mu-tevoli del mercato e dalla concorrenza, per iquadri bancari – ai loro vari livelli funzio-nali – assume un’importanza particolare laquestione della difesa dei valori etici nell’a-dempimento delle funzioni. Per risolverequesto problema, sono state adottate alcunemisure, quali gli accordi legislativi e con-trattuali sulla garanzia della tutela dal punto

Il mondo bancario stasperimentando una fortetendenza al consolidamento tra le imprese e a processisignificativi di riconversione e ristrutturazione dellaproduzione, nei quali il ruolo deiquadri direttivi è fondamentale

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LA VOCE DEI Bancari

di vista professionale ed etico. Dal momen-to che i modelli organizzativi ed i contrattiprofessionali dei paesi partecipanti a questoprogetto comparativo transnazionale differi-scono notevolmente l’uno dall'altro, occorrepartire dall’esatta definizione del concetto di“quadro direttivo” (middle management)bancario.I quadri direttivi rappresentano una figuraprofessionale specifica, il cui lavoro impli-ca un certo grado di responsabilità e di au-tonomia all’interno della struttura organiz-zativa del posto di lavoro. Esistono varie ca-tegorie di quadri direttivi. Noi abbiamo in-dividuato due tipologie principali: la primaè il quadro responsabile di un gruppo di la-voro (ufficio, agenzia ecc.), mentre la se-conda è il quadro che, per capacità decisio-nale e responsabilità del proprio lavoro, svol-ge mansioni di rilevante importanza per l’a-zienda, ma non ha funzioni di coordinamen-to di altri lavoratori.

Gli otto paesi scelti per questa analisi com-parativa transnazionale sono molto diversitra loro, ma hanno anche dei grossi punti incomune. Si possono dividere in due gruppidistinti: paesi nordici e paesi mediterranei. Ilgruppo dei paesi dell’area mediterranea ècomposto da Italia, Spagna, Portogallo e Ci-pro, mentre i paesi nordici sono Svezia, Re-pubblica Ceca e Regno Unito, ai quali si ag-giunge Malta, poiché possiede una legisla-zione di stampo anglosassone nonostante siasituata geograficamente nel Mediterraneo.È interessante notare che gli stati nordici nonhanno un contratto collettivo di lavoro pertutta la categoria a livello nazionale, mentrequesto è, invece, un punto comune dei pae-si del Mediterraneo. Nel Regno Unito, peresempio, non esiste nessun contratto collet-tivo nazionale di lavoro comune a tutte lebanche, ma esistono molti contratti colletti-vi aziendali di lavoro siglati tra l’organizza-zione sindacale dei lavoratori Amicus e le

singole banche.Anche in altripaesi nordici esi-ste un tipo di con-tratto collettivo dilavoro sotto for-ma di accordo si-glato tra la bancae il sindacato.Con questi accor-di, le banche rico-noscono ai sinda-cati firmatari dirappresentare idiritti dei lavora-tori e di fungereda contropartenei negoziati sul-le condizioni dilavoro.Nei paesi medi-terranei, invece, ilcontratto colletti-vo di lavoro è va-

lido a livello nazionale per tutte le banche,riguarda tutti gli aspetti della trattativa sullecondizioni di lavoro e viene applicato per leg-ge a tutto il personale (erga omnes). In Ita-lia, pur non essendovi un riconoscimento giu-ridico del concetto di erga omnes, si pervie-ne allo stesso risultato utilizzando il divietodi diversità di trattamento dei lavoratori daparte del datore di lavoro, indipendentementedall’iscrizione ad un’organizzazione sinda-cale. In Italia, la figura del quadro è stata ufficial-mente riconosciuta nel 1985: definita im-portante per conseguire gli obiettivi dellabanca, non è stata però inserita nella catego-ria dirigenziale. Inizialmente, la presenzadella categoria dei funzionari (con contrattodirettivo) ha creato non poche perplessità ri-guardo all’identificazione esatta della figu-ra, sino a quando il contratto collettivo del1999 ha unificato i presistenti CCNL ed in-serito i vecchi funzionari (salvo una piccolaparte confluita nella dirigenza) come livellipiù elevati dell’area dei quadri direttivi. Ilprofilo di tale area viene ora individuato co-me lavoratore con un alto grado di respon-sabilità, professionalità e specializzazione,ed una significativa esperienza pratica. Lacategoria è stata suddivisa in quattro livelli,secondo la competenza, cominciando dalprimo, il più basso, per arrivare al quarto, ilpiù alto. Il livello a cui il quadro direttivo ècollocato dipende dal numero di lavoratori acui è preposto e dall’accordo tra sindacatoaziendale e banca che, a seconda del profiloprofessionale, delle funzioni e del ruolo, de-finisce il suo inquadramento. Un altro crite-rio definito in sede nazionale può essere ilnumero di lavoratori a cui il quadro è pre-posto. Alcuni ruoli strategici vengono defi-niti “ruoli chiave” e sono superiori al rispet-tivo livello. È previsto, oltre a quelle nazio-nale, un secondo livello di contrattazione inazienda (regionale per le Banche di CreditoCooperativo), dove i sindacati contrattanoper conto dei lavoratori su materie quali l’in-

I quadri direttivirappresentano una

figura professionalespecifica, il cui lavoro

implica un certo grado di responsabilità e diautonomia all’interno

della strutturaorganizzativa del posto

di lavoro

Paese Retr lorda annua Retr netta annua cuneo fiscale e contributivo Belgio 74339 43979 40,8%Svizzera 48178 41673 13,5%Austria 61974 39032 37,0%Italia 57174 36967 35,3%Spagna 49247 35450 28,0%Francia (*) 45196 35113 22,3%Portogallo 47395 33903 28,5%Germania 49027 33454 31,8%Danimarca 55926 33424 40,2%Gran Bretagna(**) 42066 30021 28,6%Svezia 43693 27343 37,4%Grecia 28534 21699 24,0%(*) al netto della pensione integrativa di settore obbligatoria in Francia(**) il dato relativo ai gruppi bancari comprende anche i dipendenti in paesi extraeuropei che in Gran Bretagna sono più numerosi

Dati ABI - In Euro con tassi di cambio a parità di potere d'acquisto

Posizione con 231-380 punti Hay - media di 120 gruppi bancari

RETRIBUZIONE LORDA E NETTA ANNUA PER UN QUADRO DIRETTIVO DI 3° LIVELLO NEL 2004

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quadramento, la flessibilità dell’orario, i ca-richi di lavoro, parte della retribuzione va-riabile e, inoltre, la sicurezza del lavoro e lecondizioni igienico-sanitarie del posto di la-voro. Molto spesso vengono anche contrat-tati fringe benefits e forme pensionistichecomplementari. Prendiamo ora il caso del Portogallo, dovenon esiste una definizione di quadro diretti-vo, né nel contratto collettivo delle banche,né nella legislazione nazionale del lavoro.Secondo quest’ultima, tale definizione puòessere stabilita dal contratto collettivo ed èlasciata alla pertinenza di ogni singolo set-tore produttivo, che la elabora in relazionealle sue specificità. Da quanto visto finora,si può constatare che il personale direttivo odi elevata professionalità del settore banca-rio ha raggiunto questa posizione grazie al-l’esperienza professionale e/o a titoli di stu-dio. Queste figure svolgono un lavoro che ri-chiede l’esercizio di un alto livello di re-sponsabilità nella struttura organica dell’a-zienda, oltre al possesso di capacità tecnichee direttive specifiche, in accordo con i re-quisiti stabiliti per questa figura nel contrat-to collettivo. Ogni banca definisce l’organi-gramma valido per tutta l’impresa, in rela-zione non solo alle sue dimensioni e struttu-ra, ma anche ai profili professionali ed ai li-velli retributivi dei dipendenti. Di conse-guenza, ogni banca ha una propria regola-mentazione, che stabilisce non solo l’orga-nizzazione interna dell’impresa, ma anche latabella comparativa delle funzioni per il per-sonale con alta professionalità. La defini-zione di quadri direttivi di alto, medio e bas-so livello e di dirigenza dipende dal numerodi dipendenti dell’unità produttiva a cui talifigure sono preposte e dal livello di respon-sabilità loro affidato. Il loro compito è orga-nizzare, controllare e programmare le atti-vità della loro unità produttiva.• Nel Regno Unito, dove non esiste una de-finizione di legge e neppure un contratto na-zionale di categoria, la maggioranza dellebanche principali sigla un contratto colletti-vo aziendale – che ha valore legale solo per-chè riconosciuto dalle parti – con Amicus, ilsindacato che tutela gli interessi dei lavora-tori del settore finanziario, oltre che di mol-ti settori industriali. I termini di questi con-tratti variano l’uno dall’altro, ma nella mag-gior parte dei casi è previsto che le banchedebbano consultarsi con Amicus sui proble-mi di lavoro più importanti, quali i livelli diretribuzione, i piani industriali, il diritto alleferie, le condizioni sanitarie e la sicurezza sullavoro, l’orario di lavoro, lo straordinario, lavalutazione professionale e la definizione de-gli inquadramenti, l'individuazione degli esu-beri di personale e della liquidazione, l’in-dennità per trasferimenti, missioni e turni dilavoro, il sistema degli inquadramenti, e co-sì via. Nel Regno Unito non c’è un contrattocollettivo nazionale di lavoro per i quadri ban-cari, ma esiste invece una legislazione checonsente la rappresentanza da parte delle or-ganizzazioni sindacali per ogni singolo la-voratore. In via generale, i quadri direttivirientrano in questi contratti alla pari degli al-tri dipendenti bancari (aree professionali),

mentre i dirigenti (senior management) han-no di solito un “contratto individuale” chenon viene negoziato dal sindacato. NellaHSBC non esistono più, invece, contratti col-lettivi per i quadri direttivi e i dirigenti, mavi è comunque un organismo, “The NationalCouncil of Managers”, che si incontra rego-larmente con l’alta direzione per consulta-zioni sui problemi di lavoro che riguardanoi quadri direttivi (più o meno come le vec-chie Commissioni Interne in Italia). Nel ca-so di incontri formali, come le indagini di-sciplinari o i ricorsi, i lavoratori possono far-si rappresentare dal sindacato per far valerei loro diritti di legge, anche se non esistonoaccordi ufficiali riconosciuti tra il sindacatoe la banca. Le materie previste da tali con-tratti variano a seconda dell’impresa in que-stione, ma di solito includono i livelli retri-butivi, i piani industriali e le procedure, il di-ritto alle ferie, l’orario di lavoro e le ore straor-dinarie, l’inquadramento professionale, l’in-dividuazione degli esuberi di personale e del-la liquidazione, l’indennità per trasferimen-

ti, missioni e turni di lavoro, il sistema degliinquadramenti, le pari opportunità e la parcondicio, la sicurezza sul lavoro e le condi-zioni igienico-sanitarie del posto di lavoro, ecosì via. In via generale, il datore di lavorodeve consultarsi con Amicus ogniqualvoltasorga un problema relativo a una delle vocisopraelencate. Inoltre, viene di solito convo-cata una riunione tra i rappresentanti sinda-cali e la direzione della banca, se viene ri-chiesta da entrambe la parti o se l’argomen-to riguarda più di 10 dipendenti.• A Malta – storicamente di area legislativaanglosassone – non esiste una legislazione sulpersonale direttivo. Esiste, però, un contrat-to collettivo nazionale di lavoro che si attuasolo a livello aziendale, ossia tra sindacati esingole banche, e che tratta le condizioni deiquadri direttivi, ma non le retribuzioni, chevengono così negoziate a livello individuale. A Cipro, il contratto collettivo nazionale dilavoro è siglato da ETYK, l’organizzazione

sindacale che rappresenta tutti i lavoratori delsettore bancario, e la CBEA, l’associazioneunica dei datori di lavoro del settore banca-rio. Gli accordi contrattuali si applicano al-l’intero settore bancario, ma ci possono es-sere anche specifici contratti d’impresa re-lativi a determinati diritti, applicati solo inalcune banche. Il sindacato ha, quindi, un ruo-lo basilare nei negoziati sulle condizioni dilavoro, anche nella fase post-negoziale. Lebanche non possono assumere nuovo perso-nale nella categoria dei quadri direttivi sen-za la preventiva approvazione del sindacato.In pratica, le banche devono prima promuo-vere il personale già in servizio; nel caso incui serva una figura con una data specializ-zazione, la banca può chiedere il consensodel sindacato prima di procedere ad assun-zioni esterne. Se viene accertato che nel per-sonale della banca non esiste una figura conla qualificazione richiesta, il sindacato dà ilsuo assenso per l’assunzione dal mercato del

Nel RegnoUnito, dovenon esiste un contrattonazionale dicategoria, lamaggioranzadelle bancheprincipalisigla uncontrattocollettivoaziendalecon Amicus,il sindacatodei lavoratoridel settore

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LA VOCE DEI Bancari

lavoro. Questa misura è legata al sistema diassunzioni e avanzamento nelle carriere vi-gente nel settore bancario cipriota ed alla ne-cessità di rispettare la percentuale esistentedei quadri direttivi nel settore, che è attual-mente del 33% circa sulla totalità dei dipen-denti. Se un quadro viene promosso al livel-lo superiore, un impiegato di livello inferio-re deve essere promosso alla posizione diquadro direttivo. Se un dipendente va in pen-sione o si licenzia, la banca deve occupare ilposto vacante ricorrendo al meccanismo in-terno di promozioni.• In Svezia, il contratto collettivo di lavorosi sviluppa su un doppio livello: al primo li-vello, la banca centrale e il sindacato lavo-rano insieme al fine di regolare gli aspettiprincipali del contratto di lavoro, in parti-colare le retribuzioni e l’orario di lavoro; alsecondo livello, le filiali della banca ed i sin-dacati territoriali elaborano un ulteriore pia-no di regolamentazioni. Il sindacato dev’es-sere consultato ogniqualvolta la banca deci-de di licenziare un dipendente. I quadri di-rettivi possono ricorrere al cosiddetto “dirit-to di priorità”, ossia al diritto, in caso di li-cenziamento, di essere informati sui posti dilavoro che si sono resi disponibili all’inter-no della loro ex azienda per esercitare un’op-zione; tale diritto è valido per i 9 mesi suc-cessivi alla data del licenziamento. Altro ruo-lo fondamentale del sindacato svedese è quel-lo di accordarsi con la banca sulla revisionedelle condizioni di lavoro del dipendente che,nei 5 anni precedenti, abbia lavorato con uncontratto a tempo determinato per un perio-do superiore ai 3 anni. Il sindacato può in-tervenire quando è provato che il quadro di-rettivo non ha ricevuto nessun aumento sa-lariale per 3 anni consecutivi, ma solo per gliaumenti salariali generali. Il sindacato puòindagare sulle ragioni del mancato aumentodi stipendio ed aiutare a superare gli ostaco-

li per l’avanzamento del quadro in questio-ne, anche mediante la partecipazione a corsidi aggiornamento professionale e la fissa-zione di nuovi obiettivi di lavoro. •Nella Repubblica Ceca, quando si presentaun serio problema riguardante un quadro di-rettivo, la direzione centrale deve organiz-zare un incontro con i rappresentanti sinda-cali. Nel caso in cui ci sia una ristrutturazio-ne interna o altri cambiamenti fondamentaliche coinvolgono il personale, la banca devediscuterne in anticipo con il sindacato. Ognivolta che la banca vuole procedere ad un li-cenziamento, la questione deve essere di-scussa con il sindacato, per cercare di evi-tarlo o, almeno, di ridurre l’inevitabile im-patto sul lavoratore. Nel caso in cui la ridu-zione dei posti di lavoro fosse inevitabile, ildipendente dev’essere tutelato legalmente erisarcito come da accordi. Oltre al ricono-scimento della tutela prevista dalla legge, de-vono essere presi in considerazione i risulta-ti ottenuti dal dipendente nel suo periodod’impiego, le qualifiche professionali, la du-rata dell’impiego e l’anzianità del lavorato-re. I sindacati devono, inoltre, essere con-sultati sulle questioni della sicurezza sul la-voro per accertare che il personale lavori inun ambiente sicuro, pulito, provvisto di tut-te le misure di salvaguardia contro i rischi re-lativi alla salute.• La situazione si presenta diversa in Spa-gna, dove il 76% dei dipendenti delle ban-che commerciali sono quadri direttivi (da no-tare che le Casse di Risparmio hanno un con-tratto a parte, e il rapporto fra quadri e re-stante personale è esattamente l’opposto). Unnumero così alto di personale direttivo ha por-tato all’estensione dell’orario di lavoro ed al-la diffusione della retribuzione variabile e de-gli incentivi. I contratti collettivi definisco-no chiaramente le linee direttrici in merito algrado necessario di conoscenza ed esperien-

za, alle funzioni ed alle responsabilità del per-sonale direttivo bancario. Negoziano, inol-tre, i livelli retributivi, l’anzianità di lavoroed i trasferimenti. Il contratto collettivo sta-bilisce che i quadri direttivi si suddividanoin 8 livelli e che l’unica figura contrattata siaquella del quadro preposto ad una filiale, ilquale dev’essere classificato almeno al sestolivello.

LE RETRIBUZIONI DEI QUADRI Ognuno dei paesi aderenti al progetto Com-petence ha le proprie regolamentazioni in fat-to di livelli retributivi dei quadri direttivi,molto differenti fra loro; tutti, però, hannoalcuni elementi in comune, tra i quali un si-stema retributivo complesso che comprendeil salario variabile, anche in larga misura. • A Cipro, il sistema retributivo del settorebancario prevede nove livelli. La definizio-ne dei livelli può variare da banca a banca,ma i termini e le condizioni d’impiego ri-mangono le stesse. Ogni dipendente è inse-rito in un livello la cui retribuzione può va-riare da un limite minimo ad un massimo.La retribuzione tipo dell’impiegato banca-rio è composta da 2 elementi: lo stipendiodi base ed il costo della vita (COLA), cheviene rivalutato dal governo ogni 6 mesi, incorrispondenza con il tasso di inflazione, eviene accordato ai lavoratori per mantenereil loro potere d’acquisto. Inoltre, le retribu-zioni aumentano annualmente, secondo unapercentuale che viene concordata tra le par-ti nazionali. Negli ultimi cinque anni, i trediversi aumenti di stipendio dei quadri ban-cari sono stati pari all’8-10% annuo. Non esi-stono altre tabelle salariali concordate, qua-li la retribuzione legata al rendimento, i bo-nus, ecc. Di fatto, una banca è libera di con-cedere ai suoi quadri incentivi economici,aumenti straordinari o bonus che siano, malo fa raramente, per via dei normali aumen-

In Svezia i quadridirettivi possono

ricorrere alcosiddetto “dirittodi priorità”, ossiaal diritto, in casodi licenziamento,

di essere informatisui posti di lavoro

che si sono residisponibili

all’interno dellaloro ex azienda

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LA VOCE DEI Bancari

ti di stipendio sopradescritti.• Per quanto riguarda l’Italia, la categoriadei quadri direttivi si suddivide in quattro li-velli, ognuno con una sua retribuzione. Cia-scun livello dipende dal profilo professio-nale richiesto e dal ruolo strategico (cosi-detto “ruolo chiave”) che il quadro rivestenella banca. Inoltre, come concordato nelcontratto collettivo di lavoro, i quadri diret-tivi ricevono un premio di produttività ne-goziato tra azienda ed OO.SS., se l’aziendapresenta un bilancio positivo, ed un ulterio-re premio incentivante legato ai risultati diciascun quadro sul piano dell’incrementodella produttività o della qualità del lavoro.La misura di quest’ultimo è, però, fissata uni-lateralmente dall’azienda, con criteri chevengono solo comunicati alle OO.SS. e nonnegoziati. • Nella Repubblica Ceca, le retribuzioni deiquadri direttivi sono stabilite dal contratto delpersonale direttivo che, però, garantisce lo-ro un certo grado di privacy e, pertanto, lecondizioni e l’ammontare delle retribuzionidi questi dipendenti bancari è difficile da de-terminare. Gli aumenti di stipendio sono cor-relati ai risultati del dipendente. Al persona-le viene, comunque, garantito uno stipendiodi base con aumenti annuali (nel 2004 l’au-mento è stato del 4%), indipendentemente dalconto economico della banca.• In Svezia, le retribuzioni sono fissate in-dividualmente, prendendo in considerazio-ne il tipo ed il livello di difficoltà del lavo-ro, la competenza del dipendente, il princi-pio dell’equilibrio tra retribuzione e risulta-ti ottenuti. L’aggancio tra retribuzione e ri-sultato del lavoro svolto rappresenta un ten-tativo per migliorare l’efficienza della ban-ca. In ogni caso, sono fissati i livelli minimidi retribuzione che devono essere semprerispettati.• A Malta, le retribuzioni non variabili deiquadri direttivi sono concordate su basi col-

lettive. Il sindacato ha, comunque, diritto acontrattare la percentuale di aumento con labanca in questione. • In Portogallo, il personale professionale edirettivo del settore bancario riceve una re-tribuzione fissa, sulla base della categoriaprofessionale e/o del grado di responsabilità,con un aumento fisso ogni 5 anni di lavoro.Le retribuzioni stabilite nel contratto collet-tivo nazionale di lavoro sono intese al mini-mo e la banca può stabilire un salario supe-riore. Il contratto collettivo del settore credi-tizio e finanziario stabilisce un livello mini-mo per ogni mansione direttiva, in accordocon la categoria professionale e con le re-sponsabilità previste. L’avanzamento di car-riera non è automatico, ma dipende dalla ca-pacità decisionali e professionali del quadrodirettivo. Nel settore bancario portoghese, laclassificazione in categorie non è uniforme,ma dipende dal tipo di contratto collettivodelle istituzioni finanziarie. Per esempio, ilBanco do Portugal e la Caixa Geral de De-positos hanno dei regolamenti interni propri,dovuti alle loro specificità. Di norma, oltreal salario minimo, i quadri direttivi ed i diri-genti delle banche ricevono dei compensistraordinari quali bonus annuali, carte per ilcarburante dell’automobile e la distribuzio-ne degli utili della banca. Questi compensinon sono fissi, ma variano da banca a banca,in relazione sia all’ammontare sia ai criteridi attribuzione. Detti compensi sono spessolegati allo svolgimento di una specifica fun-zione o responsabilità, ma possono anche di-pendere dal merito professionale o dal rag-giungimento di obiettivi prefissati. La legi-slazione portoghese non prevede pagamentistraordinari e condivisione degli utili, ma di-sciplina invece un salario misto (salario fis-so più commissioni) non di uso comune nelsettore bancario. • In Spagna, tutti gli aspetti della retribu-zione nel settore bancario (buoni pasto, di-

videndi, benefit, anzianità) sono regolamen-tati sia dal contratto collettivo sia dai con-tratti individuali, che possono stabilire diffe-renti forme di retribuzione. Esistono, però,vari tipi di contratti aziendali individuali, duedei quali riguardano esclusivamente i rap-presentanti sindacali, in modo da prevenireogni sorta di discriminazione nei loro con-fronti in tema di retribuzione variabile o diconcessione di bonus. Esiste, poi, il “patto”,che è un contratto fra azienda e singolo la-voratore che ne aumenta lo stipendio in cam-bio di un allargamento dell’orario ed è, tal-volta, anche in funzione dei maggiori com-piti richiesti (può sostituire anche una pro-mozione), e viene negoziato generalmente dianno in anno. È spesso presente, poi, il sala-rio incentivante come campagne prodotto oin funzione della redditività della filiale, opersonale per gli addetti alla vendita di pro-dotti specializzati. Nelle banche commercia-li, questo sistema ha portato ad un allarga-mento dell’orario della categoria che, dalle 8alle 16 è passato dalle 7.30 alle 19-20.

LA SITUAZIONE NEL REGNO UNITOPer quanto concerne la situazione nel Re-gno Unito, la maggioranza delle banche bri-tanniche opera con un sistema di "fasce re-tributive" (pay bands). Ciò significa che esi-ste una retribuzione minima ed una massi-ma per ogni livello di inquadramento, eduna retribuzione di riferimento o di merca-to, che il datore di lavoro considera “l’am-montare retributivo ideale” (ideal pay-rate)per quel tipo di mansione. In linea di mas-sima, le banche sono riluttanti ad aumenta-re gli stipendi al di sopra del livello dellaretribuzione di mercato, per cui è difficileche chi guadagna più della retribuzione dimercato riesca ad ottenere un aumento distipendio. La conseguenza di questo statodi cose è che il sindacato chiede aumenti an-nuali di stipendio per tutto il personale, inbase agli effetti dell’inflazione (il cosiddet-to aumento per il “costo della vita”), men-tre le banche si concentrano perlopiù su au-menti salariali in linea con la retribuzionedi mercato. In altre parole, chi guadagna me-no del salario di mercato avrà più probabi-lità di ottenere un aumento. Le banche, inol-tre, premiano i risultati, per cui i dipenden-ti che raggiungono gli obiettivi avrannomaggiori probabilità di ricevere aumenti piùalti di stipendio. • La situazione in Grecia (analizzata nelProgetto Europeo Incentive ancora in cor-so) è invece simile a quella italiana: ad unsalario fisso determinato da parametri ne-goziati a livello nazionale o aziendale, si ag-giunge un salario variabile consistente (puòraddoppiare la retribuzione netta), che co-pre anche il maggior impegno in termini diorario. I criteri del salario variabile non so-no negoziati con le OO.SS., con un’ecce-zione, ma le OO.SS. ed i dipendenti ne ven-gono informati.

Nel prossimo numero de “La Voce deiBancari” (10/2006) verrà pubblicato il resto

dell’indagine, relativa all’orario di lavoro, alleforme di flessibilità ed alla formazione

professionale dei quadri direttivi.

• In Spagna,tutti gli

aspetti dellaretribuzione

(buoni pasto,dividendi,

benefit,anzianità)

sonoregolamentati

sia dalcontratto

collettivo siadai contratti

individuali

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Agopuntura e shiatsu, ma ancheBuqi e Taijiwuxigong stannoconquistando milioni di persone per la capacità di intervenire sullepatologie senza l’uso di medicinali

Medicinad’Oriente

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Affascinanti quanto difficili da inquadrare inparametri capaci di identificare senza esita-zioni i veri specialisti da dilettanti e mistifi-catori, le cosiddette terapie alternative conti-nuano ad attrarre milioni di pazienti. Più di3 milioni di persone ricorrono infatti alla so-

la agopuntura, mentre nel complesso le medicinenon convenzionali forniscono cure a 9 milioni di ita-liani. La vera difficoltà in questo ginepraio di tera-pie, consiste proprio nell’identificare i veri centri dieccellenza, dal momento che la sola appartenenzaall’ordine dei medici non garantisce di per sé l’e-sperienza o la competenza nella specifica materia.Quello che emerge è un panorama sempre più vastoe complicato di terapisti che operano nel privato adiverso titolo, accanto a un trentina di ambulatoriconvenzionati collocati all’interno degli ospedali(vedi box). D’altra parte le critiche che le vengonomosse dalla medicina ufficiale sono dure: tra le piùfrequenti c’è la dipendenza di queste pratiche dal-

l’abilità del terapeuta odal rapporto che si stabi-lisce tra il medico e il pa-ziente, due fattori che im-pediscono la standardiz-zazione e la convalidadelle terapie secondo cri-teri scientifici ricono-sciuti. E che, in definiti-va, rendono la medicinanon convenzionale cosìprofondamente diversada quella classica.Uno dei centri italianiconvenzionati si trovapresso l’ospedale Cto diNapoli (Asl Napoli 1). Èil primo un ambulatoriodi Medicina non conven-zionale, attivo dal 1983.Ne è esponsabile AldoRuocco, neurologo cheha scelto di integrare la

propria specializzazione con le medicine non con-venzionali. «In Italia sono numerose le realtà ospe-daliere in cui si pratica la medicina non convenzio-nale. Nel mio centro, per esempio, pratichiamo l’a-gopuntura, la mesoterapia, l’omeopatia e l’ayurve-da», premette Ruocco. «Essendo inserito all’inter-no di un centro traumatologico, le patologie che trat-tiamo più spesso sono quelle articolari come artrosio periatriti, ma anche la depressione o l’insonnia.L’ambulatorio è diventato un punto di riferimentoper molti pazienti: attualmente le prestazioni sono4-5 mila all’anno e più del 60% sono anziani che cer-cano un’alternativa ai farmaci tradizionali». Nel 1997 l’ambulatorio partenopeo è stato ricono-sciuto come centro di medicina tradizionale cinesee medicina olistica con una delibera del direttore ge-nerale dell’Asl Napoli 1 e della regione Campania.

DOLORE BATTUTO SENZA FARMACILe medicine non convenzionali trovano diverse ap-plicazioni, in particolare per quanto riguarda le ma-lattie degenerative come quelle artrosiche: nel casodi un dolore da artrosi, che può indurre ad assume-re una postura non corretta, è possibile per esempioassociare al trattamento del dolore acuto (con un co-mune analgesico) una correzione posturale che neeviti la cronicizzazione. Le medicine non conven-zionali possono anche essere associate fra loro: l’o-meopatia, per esempio, rinforza il sistema immuni-tario della persona, la mesoterapia permette di «in-filtrare» le zone dolenti; l’omeopatia e i fiori di Ba-ch possono sostenere la psiche del paziente, mentrel’agopuntura può avere un effetto analgesico e di rie-quilibrio energetico. «Grazie all’uso delle terapienon convenzionali si può ridurre l’assunzione digran parte degli analgesici, cortisonici, antiartrosicio, in alternativa, infiltrarli localmente senza affati-care gli organi interni che devono metabolizzarli»,prosegue Ruocco. «Con la mesoterapia, per esem-pio, si possono infiltrare alcune sostanze in grado diprevenire la degenerazione delle cartilagini». Conl’omeotossicologia, inoltre, l’organismo può essereaiutato a liberarsi delle tossine (per esempio quelle

di Silvia Fabiole Nicoletto

Una delle terapie più famose e sulla quale sono stati condotti diversi studi è sicura-mente l’agopuntura. Le patologie che trovano in questa antica pratica una fonte disollievo sono numerose, dai dolori articolari alla psoriasi, ma non sono ancora in granparte chiariti gli effetti a lungo termine di questa medicina. L’anno scorso è stato pub-blicato sulla rivista Lancet uno studio che ha coinvolto 300 pazienti vittime di una for-ma cronica di osteoartrite al ginocchio. Un gruppo è statosottoposto a terapia con agopuntura, l’altro a una simula-zione e un terzo non ha ricevuto alcun trattamento. Le se-dute, che hanno avuto una durata di otto settimane hannomostrato un deciso miglioramento in coloro che erano stati cura-ti con agopuntura. Ma i responsabili della sperimentazione han-no affermato che questo risultato non conferma la migliore ef-ficacia della terapia in rapporto alla medicina tradizionale. Ri-mangono quindi alcuni dubbi, nonostante altri studi, condottiin Italia sulla psoriasi e su altre patologie articolari stiano mo-strando risultati incoraggianti.

Agopuntura, dubbi sul lungo termine

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Focus

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derivanti dal metabolismo dei farmaci). Grazie a unvasto campionario di prodotti drenanti, questa pra-tica può aiutare soprattutto le persone anziane il cuimetabolismo è rallentato. Un ruolo terapeutico fon-damentale per la medicina non convenzionale è lacomunicazione fra medico e paziente, che consentedi prendere in cura la persona considerandola nellasua unità di psiche e di soma. «Il momento della cu-ra non è più un atto subìto ma diventa un’occasionedi incontro», spiega ancora Ruocco. «Ho osservatoche i pazienti anziani preferiscono l’agopuntura e lamesoterapia perché quando vengono “toccati”, sisentono più curati. È molto probabile che, in alcunicasi, la distanza fra medico e paziente debba essereristabilita con il tocco, la palpazione e non limitarsi,come purtroppo sempre più spesso succede, allaclassica intervista-anamnesi, che fra l’altro non tie-ne conto del vissuto del paziente».Insomma quello che secondol’approccio classico sembrereb-be un limite, nella medicina nonconvenzionale diventa un valoreaggiunto. «Ogni paziente è di-verso dall’altro e il rapporto che sistabilisce con il medico è speciale eunico. In questo senso ben venga,quindi, la difficoltà di standardiz-zazione che viene rimproverataalle terapie non convenzionali»,conclude Ruocco.

Il Buqi o Xinqi è un’arte terapeutica derivante dall’antica medicina cinese, basata suantiche pratiche quasi dimenticate perché trasmesse solo all’interno di ambienti enuclei familiari privilegiati oltre mille anni fa. Il suo fondamento è la teoria che le ma-lattie hanno come causa scatenante e predisponente la persistenza nel corpo di fat-tori patogeni e di cataboliti tossici, definiti Binqi o Qi negativo. «L’idea di fondo è chequalsiasi accumulo, anche di emozioni (quali collera, stress, paura o tristezza), è ne-

gativo e contribuisce alla produzione di Binqi;quest’ultimo si accumula in particolare negli spa-zi intervertebrali, nelle articolazioni e negli orga-ni, creando blocchi anche nei cinque canali ener-getici principali», spiega Mara Granata, presi-dente dell’Associazione Buqi-Italia Academy.«Durante il congresso mondiale di medicina del1992 sulla relazione tra la colonna vertebrale ele malattie, è stata in effetti dimostrata l’esistenzadi un nesso tra i problemi vertebrali e oltre 40diverse patologie quali l’asma, il diabete, l’iper-tensione, il mal di schiena e i problemi articola-ri e muscolari». Il sistema Buqi si basa sull’uti-lizzo di una forza interna, la forza di guarigione

del Dantian, centro energetico situato nell’addome. Durante un trattamento Buqi, ilterapeuta attiva il suo sistema energetico per creare un campo vibratorio attorno alpaziente che favorisce l’eliminazione del binqi. Il trattamento si attua soprattutto a di-stanza e non necessita di contatto fisici, ma il paziente può provare comunque fortisensazioni e reazioni emozionali spontanee che provocano immediati cambiamentinella sfera emotiva. Il Taijiwuxigong è la parte del trattamento che permette di ritro-vare l’equilibrio naturale fisico, emozionale e mentale attraverso una serie di eserci-zi guidati mirati a correggere la posizione del corpo e a cambiare le cattive abitudi-ni posturali, inducendo il cosiddetto movimento spontaneo. Nel corso di sperimen-tazioni ospedaliere in Cina, il movimento spontaneo si è rivelato uno strumento diprevenzione e cura per numerose malattie: disturbi respiratori, digestivi, ginecologi-ci, diabete, emiplegia e alterazioni osteo-neuro-muscolari della colonna vertebrale.

L’energia del Buqi e del Taijiwuxigong

La medicina spagirica è un tipo di fitoterapia che cerca individuare nellpiante quelle essenze vitali in grado di sostenere e riequilibrare le fun-zionalità debilitate di un individuo. È una terapia che studia i processienergetici in atto e ne sostiene le componenti debilitate, che non sonocioè in condizione di potersi esprimere adeguatamente. Il concetto diequilibrio e di proporzione tra le forze energetiche è infatti alla base del-la filosofia spagirica che quindi mal si accorda con l’approccio della me-dicina tradizionale che, una volta individuata la supposta causa di un di-sagio, si prefigge lo scopo di stimolare o reprimere i processi fisiologi-ci alterati. La lavorazione spagirica degli individui avviene con modalitàparticolari al fine di riportare una più stabile armonia di relazione, esal-tandone le qualità energetico-informazionali. Il loro utilizzo richiederàquindi una particolare metodica di indagine e una spiccata sensibilitànel contenere la persona sofferente. Il rimedio spagirico si esprime nel-la sua pienezza quando è utilizzato con l’intenzionalità di portare pace,di ripristinare armonia tra le diverse nature della persona, di ricostruireun equilibrio che rappresenti insieme superamento della malattia, adat-tamento e quindi crescita. L’interesse primario della spagiria è quindi ri-conoscere le forze che risultano preponderanti e che determinano unaqualche disfunzionalità, ma più importante ancora sarà l’identificazionedelle forze debilitate. Le chiavi di lettura, così come gli strumenti di ana-lisi, possono essere molteplici: discipline più antiche come la cosmolo-gia, la teologia e la mitologia aiutano nell’identificazione delle forze cheavvolgono, ma possono essere utilizzate anche metodiche più recenticome l’iridologia. La molteplicità del regno vegetale permette invece discegliere come e dove richiamare e indirizzare l’energia vitale in gradodi agire in senso fisiologico in un determinato distretto corporeo, di re-staurare equilibrio e serenità di giudizio sul piano mentale.

La forza equilibrante della spagiria

Ospedale

Azienda ospedaliera Oirm dell’ospedaleSant’Anna Ambulatorio di agopuntura

Ospedale Sacco II - divisione malattie infettiveambulatorio di agopuntura e fitoterapia cinese

Usl n° 16 - distretto 1Ambulatorio di agopuntura e terapia antalgica

Asl 10Sei ambulatori in diverse strutture tra cuil’ospedale Camerata, il Cspo e il Meyer

Asl 11 Ospedale San GiuseppeAmbulatorio di fitoterapia e agopuntura

Asl 2 Ospedale Campo di MarteCentro di riferimento regionale per l’omeopatia

Asl 6Ambulatorio Fiorentina. Omeopatia, agopuntura,fitoterapia

Azienda ospedaliera senesePoliclinico «Le Scotte» Ambulatorio di agopuntura

Asl 4 Ospedale San SalvatoreDipartimento di medicina-Uo di dermatologiaAmbulatorio di agopuntura e Moxa

Asl Napoli 1 Ospedale Cto Ambulatorio di medicina non convenzionale (Mnc)

Contatti

Tel. 011/3134549Responsabile dott. Gianni Allais

Tel. 02/39042579Responsabile dott.ssa Luisa Zampini

Tel. 049/8214000Resp. dott. Francesco Ceccherelli

Tel. 0571/702601Responsabile dott. Fabio Firenzuoli

Tel. 0583/970654 Responsabili dott. Elio Rossi, dott.ssa AlessandraPanozzo

Tel. 0586/223510 Resp. dott. Luigi Tognazzi, dott.ssa Uggeri,dott.ssa Stefania Bigazzi

Tel. 0577/586334 Responsabile dott. P. Butini

Tel. 0862/368642 Responsabile dott. Carlo Di Stanislao

Tel. 081/2545502, 340-5392770Responsabile dott. Aldo Rocco

Città

Torino

Milano

Padova

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Lucca

Livorno

Siena

L’Aquila

Napoli

Dieci centri di medicina non convenzionale in Italia“un ruoloterapeuticofondamentaleper la medicinanonconvenzionaleha lacomunicazionetra medico e paziente”

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ABangalore, in India, si trovano alcunitra i migliori programmatori informaticidel mondo. Stanno svi luppandosoftware di routing – cioè di instrada-mento dei dati in un determinato per-corso della rete informatica – più velo-

ci, per nuove soluzioni di memorizzazione deidati. Lavorano qualche ora in più al giorno ri-spetto ai loro colleghi europei e trascorronoparte del tempo libero studiando i computer eseguendo corsi di aggiornamento. I loro sala-ri corrispondono circa al 10% del salario eu-ropeo. D’altra parte, il loro potere d’acquisto– tenuto presente il livello dei prezzi – è quasilo stesso. Alla periferia di Varsavia, in Polonia,è stato istituito un importante centro di tran-sazioni finanziarie. Nell’ambito del processo diristrutturazione dell’industria europea, le so-cietà dell’Europa occidentale hanno mante-nuto la gestione finanziaria, mentre la gestio-ne e il pagamento dei salari, nonché dei con-ti clienti e fornitori, vengono esternalizzati odelocalizzati. Il centro di transazione serve ungran numero di multinazionali europee e mo-vimenta più di dieci miliardi di euro ogni anno.Importanti fattori nella scelta dell’ubicazionedel centro sono stati il facile accesso a forza-lavoro qualificata proveniente dalla vicina uni-versità e costi salariali ammontanti al 35% cir-ca della media europea. Questi non sono chepochi esempi dell’emergente divisione del la-voro nel mondo. Ciò che ebbe inizio comesubfornitura di semplici parti meccaniche e diproduzione, si è sviluppato e trasformato inservizi ed attività di ricerca e sviluppo alta-mente qualificate. Poche sono le società multinazionali che nonhanno istituito un centro di transazioni, un callcenter o altre attività di supporto in Cina, India,nel Sud-est asiatico o nell’Europa orientale. Siè sviluppato un vasto settore di software, di pa-ri passo con il settore dei servizi ad alta inten-sità di conoscenza (detti KIBS, da knowledge-intensive business services, comprendenti ser-vizi di informatica, consulenza manageriale,servizi legali e di contabilità, servizi tecnici e diingegneria, servizi di analisi e testing, servizi diricerca e sviluppo, ricerche di mercato, NdT).Il lavoro altamente qualificato è balzato oltre glioceani. Il progresso tecnologico, i crescenti li-velli di istruzione ed il taglio dei costi sono fon-damentali elementi motore nei processi di de-localizzazione, così come gli ottimistici calcolidei costi da parte delle imprese di consulenza.

La strategia sindacale MOOS (Making Offshore Outsourcing Sustai-nable) è un progetto biennale partito il 1° di-cembre 2004. Si tratta di un piano sindacale pa-

neuropeo focalizzato sul trasferimento di postidi lavoro all’interno dei settori dell’economia adalta conoscenza e professionalità. La maggior attenzione è concentrata sui lavorinell’ambito dei settori dei servizi all’impresa edell’information technology, che si muovonodall’Europa verso le economie in via di svilup-po in Asia, Africa e Sud America. Il termine “de-localizzazione” (offshoring) è spesso usato perdescrivere il processo con il quale le reti pro-duttive fuoriescono dalle società multinaziona-li, nel tentativo di trarre beneficio da siti di pro-duzione a basso costo e di ampliare la base co-noscitiva oltre i confini delle economie indu-strializzate. “Dobbiamo accertarci che nuovi posti di la-voro siano creati quando i vecchi sono tra-sferiti, che le persone siano formate a nuovicompiti quando i vecchi compiti scompaio-no, e che le condizioni di lavoro evolvano, in-dipendentemente dal punto del globo in cuiil lavoro è svolto”, dice Sabrina De Marchi diUNI-Europa IBITS, Project Manager del pro-getto MOOS.MOOS è coordinato da UNI-Europa IBITS, conun project team composto da otto organizza-zioni di sei paesi europei (Svezia, Francia, Pae-si Bassi, Belgio, Danimarca, Germania). Il pro-getto intende accrescere la comprensione deimeccanismi di delocalizzazione, così come an-che i flussi connessi a tali processi.Ciò sarà reso possibile attraverso l’uso degliampi network delle organizzazioni che ci af-fiancano, nonché della competente assi-stenza dell’Istituto Superiore Belga per gli

Studi sul Lavoro, che nel progetto si occupadel settore ricerca. Il progetto è reso opera-tivo con il supporto del Fondo Sociale Euro-peo (Articolo 6, Misure Innovative).

I cinque obiettivi del progettoI cinque principali obiettivi del progetto MOOSsono:• accrescere la comprensione della delocaliz-

zazione e dei meccanismi dei processi di de-localizzazione;

• fornire agli iscritti UNI-Europa un fulcrod’informazioni sull’esternalizzazione deloca-lizzata;

• sviluppare una strategia sindacale per rende-re i processi di delocalizzazione economica-mente e socialmente sostenibili;

• fornire supporto e strumenti ai rappresentan-ti dei lavoratori che trattano i processi di de-localizzazione a qualsiasi livello;

• sviluppare meccanismi per prevedere i cam-biamenti e definire i contorni futuri del lavoroaltamente specializzato.

MOOS svilupperà e fornirà questi strumenti:• rapporti di ricerca sulla delocalizzazione;• un sito web UNI-Europa sulla delocalizzazio-

ne;• un manuale per il management delocalizzato;• workshop e conferenze per gli iscritti, per svi-

luppare posizioni congiunte e scambi diesperienze significative;

• una serie di seminari nazionali di formazione.

Traduzione di Mariapaola Diversi

Il progetto sindacale paneuropeo punta a far crescere nuoveprofessionalità per compensare il trasferimento di posti di lavoro nel sud-est asiatico, India in particolare, e nell’Europa orientale

Moos contro la delocalizzazioneS

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Otto nuove rappresentanze aziendali FabiSindacato Banca Unità DirigenteFabi produttiva

Milano Banca Lombarda Holding Milano Stefania Bertarini

Brescia Banca Pop. di Verona e Novara Desenzano Josè Cerini

Ancona Banca Popolare dell’Adriatico Ancona Lorena Ascani

Pescara Banca Toscana Pescara Marco Damiani

Pescara BCC Castiglione e Pianella Teramo Sonia D’Addazio

Salerno Banca Antonveneta Pagani Paola Pisapia

Salerno Banca della Campania Battipaglia Arturo Penna

Salerno BCC Altavilla Silentina Altavilla Silentina Roberto Carrozza

ANDANTE con brio

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Sindacato & Servizi

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di Gianni VernocchiSegretario Organo di Coordinamento

Banca Popolare Italiana

La vicenda della Banca Popolare Italiana,che ha segnato per tutto il 2005 le crona-che scandalistiche del nostro Paese, hafatto emergere il deterioramento e le gra-vi criticità nel rapporto tra il sistema ban-cario e la sua clientela, dopo i primi sinto-

mi di "logoramento", testimoniati dalle vicendeCirio, Parmalat, Bipop Carire e Banca 121.Sono giunti al pettine i nodi nefasti di una cultu-ra dell'utile "a breve", di un carrierismo esaspe-

rato fondato sul cinismo del proprio "io", che stasegnando l'epoca dei budget e dei risultati "atutti i costi" inaugurata negli anni ottanta, chedimentica i valori fondanti del fare banca, nelsuo rapporto con la persona e con il territorio.È sempre arduo fare parallelismi tra le vicendedi questi anni e gli scandali del passato, a par-tire da quello della Banca Romana di fine 1800,sino a giungere al Banco Ambrosiano ed allaBanca Privata di Sindona; tuttavia, queste vi-cende storiche sono state lette allora come fat-ti gravi ma isolati, mentre oggi ci troviamo difronte ad episodi ripetuti, ad una crisi epocaleche mina alle radici il rapporto fiduciario tra ban-ca e cliente.La sfida del recupero di credibilità reputaziona-le e di affidabilità del sistema sulla base di re-gole etiche condivise - non solo annunciate, maapplicate e testimoniate nel quotidiano - è, per-tanto, una partita complessa ma avvincente,che riguarda tutto il sistema e non solo la BPI.

La ripresa della Banca Popolare Italiana, su cuistanno lavorando le forze sane - fortunatamen-te largamente presenti nel suo patrimonio diumanità - a partire dai dipendenti e dalle forzesociali e produttive ad essa legate nei territori dioperatività, coinvolge pertanto non solo lo stret-to recinto della BPI, ma guarda a tutto il nostrocomparto.È illusorio ritenere che sulle ceneri della BPIqualcuno possa avvantaggiarsi; piuttosto, il ri-lancio della BPI è una complessa sfida che in-teressa tutto il settore. Se si rialza la BPI, si ri-trova la credibilità del sistema; in caso contra-rio, la parabola discendente della credibilità del

settore subirà un nuovo grave colpo. È, pertan-to, con uno spirito di solidale e limpida collabo-razione, di faticosa ricerca delle comuni radicitra Banche Popolari - che hanno fondato la lo-ro fortuna sulla base dell'opera di servizio sulterritorio, costruita con la pazienza dei decennidi "umile" laboriosità, traendo dall'attività tipicail giusto ed equo guadagno - che si può fonda-re e ricostruire un cammino di speranza per il fu-turo della BPI e del sistema.Non ci può essere la ricerca di un utile semprepiù "esasperato", ottenuto aggravando il clien-te e il mondo produttivo! Il giusto guadagno siottiene perseguendo l'interesse del mondo pro-duttivo e del cliente attraverso un rapporto con-sulenziale e professionale limpido ed equo, sen-za dimenticare le molteplici attese dei dipen-denti.Se il mondo cooperativo saprà far propri, nelquotidiano, questi valori, il complesso risiko cheinteressa tutto il sistema e che riguarda anche il

destino della BPI troverà una risposta "fondatasulla roccia", per evocare la nota parabola evan-gelica. Viceversa, senza questo spirito del "cuo-re", la partita si ridurrà al "chi offre di più" ed ilresto verrà dopo, si fonderà sulla sabbia, chepresto sarà nuovamente mescolata da succes-sive e non peregrine pretese di soggetti ancorapiù forti ed ancora più liquidi.Il Consiglio di Amministrazione della BPI, elettonel gennaio 2006 grazie alla forte mobilitazionedelle forze sane prima evocate, in un momentodrammatico della sua storia, è chiamato all'ar-duo ma entusiasmante compito di farsi inter-prete di un modo di fare banca che si richiami

ai valori costitutivi del mondo coope-rativo per formulare, utilizzando le for-me giuridiche ed organizzative che lamodernità ampiamente fornisce, unaproposta di alto profilo. Una soluzio-ne autorevole, che sappia accogliereun consenso ampio e condiviso edesprima quei valori che sono ancoraoggi fortemente radicati nel cuore delsuo corpo sociale: autonomia orga-nizzativa, radicamento nei rispettivi estorici territori, valorizzazione dellaforza lavoro presente, eticità e tra-sparenza di gestione.I dipendenti, che hanno subito gli ef-fetti del crollo del fioranismo, che mi-rava ad elevare a cultura l'astuzia edil cinismo, meritano di guardare con fi-ducia e serenità alle sfide dei grandicambiamenti che stanno interessan-do il nostro comparto.Proprio loro, i dipendenti, risorsa irri-nunciabile e decisiva, devono tornareal centro del fare banca, devono po-

ter vedere risposte concrete alle loro attese edessere rafforzati nelle motivazioni, nelle garan-zie e nella sicurezza del lavoro, nell'ambito diuna rete di rapporti aziendali che recuperi subi-to e in pieno il rispetto dei diritti, delle compe-tenze e della professionalità di ognuno ed il ri-torno convinto, da parte dell'Istituto, alla tra-sparenza e alla correttezza nell'operare.Ed insieme con loro, i clienti, le forze produttiveed il mondo associativo attendono di veder pre-miata la loro fedeltà, guardando ad una bancache sappia lavorare con il cuore dei suoi valorifondanti di servizio e non solo con i freddi nu-meri della sua redditività. Il tutto in una nuova vi-sione del ruolo della banca, contraddistinta dauna forte assunzione di ogni impegno riferito al-la Responsabilità Sociale d'Impresa che, oggipiù che mai, si propone come obiettivo ineludi-bile di tutti gli operatori economici e come con-dizione di fondo per un successo condiviso estabile.

La cultura dell’utile a breve e del carrierismo esasperato va superata per costruire una nuova realtà in grado di confrontarsi con il mercato

AttualitàBPI, cartina di tornasole

di un sistema malato

La sede centrale dellaBanca PopolareItaliana progettatadall’architetto svizzeroMario Botta

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essere spostato inuna determinatasede e, in questa,non vi sia una po-sizione lavorativaequivalente. Il pat-to di c.d. stabilitàterritoriale – intro-dotto come pattoindividuale o col-lettivo – può limi-tare il potere di-screzionale del da-tore di lavoro, po-tendo le parti vin-colarsi, per deter-minate condizionie ragioni, a che laprestazione lavo-rativa debba esse-re effettuata in undeterminato luogo

(Cass. 25 luglio 2006 n. 16907). In con-clusione, non paiono sussistere – sul pia-no giuridico – ostacoli insormontabili peraccogliere la richiesta del lavoratore,mancando nell’eventuale accordo chele parti andrebbero a concludere il pre-supposto della lesione di interessi, mavenendo realizzati i bisogni del sogget-to protetto.

Sindacato & Servizi

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LA VOCE DEI Bancari

L’avv

ocato

ris

ponde

Per ragioni familiari ho chiestoalla banca presso cui lavoro diessere trasferito in un’altra se-de, accettando – se necessa-rio – di svolgere una presta-zione diversa, oppure menoqualificata di quella attuale, macon la garanzia di conservarela destinazione prescelta. Il miosuperiore si è rivolto all’ufficiodel personale e, almeno in viaufficiosa, ha ottenuto una ri-sposta negativa. Vorrei sape-re se effettivamente è vero chesussistono ostacoli di caratte-re giuridico a realizzare quan-to sopra.

Lettera firmata

DomandaDomanda

La questione posta dall’iscrit-to riguarda il c.d. jus variandidel datore di lavoro e, in par-

ticolare, attiene alla modifica dell’og-getto e del luogo della prestazione di la-voro. La norma di riferimento è l’art. 2103cod.civ., rubricata come «mansioni dellavoratore». In questa si prevede che ilprestatore di lavoro debba essere adi-bito alle mansioni per le quali è stato as-sunto, ovvero a quelle corrispondenti al-la categoria superiore che abbia suc-cessivamente acquisito, ovvero a man-sioni equivalenti alle ultime effettiva-mente svolte, nonché il divieto di tra-sferimento da un’unità produttiva adun’altra se non per comprovate ragionitecniche, organizzative e produttive; apresidio dell’intangibilità della tutela, al

fine dunque di impedire la dismissionedel diritto da parte del lavoratore la cuivolontà (si presume) potrebbe essere in-fluenzata dalla coercizione datoriale,viene specificato che “ogni patto con-trario è nullo”; l’effetto boomerang del-la tutela è che, per impedire “manovredi aggiramento”, si ingessa di fatto lavolontà delle parti entro i confini indica-ti dalla legge. Ciononostante, la giuri-sprudenza ha affermato che la nullità diqualsiasi pattuizione che introduca mo-difiche peggiorative della posizione dellavoratore non opera allorché il pattopeggiorativo corrisponda all’interessedel lavoratore stesso. Se, ad esempio,l’accordo per l’adibizione a mansioni in-feriori alle ultime svolte, viene stipulatoin considerazione di una prospettiva dilicenziamento fondata su serie ragioni,lo stesso non è da considerarsi in con-

trasto con le esigenze di libertà e dignitàdella persona e rappresenta – anzi – unasoluzione più favorevole al lavoratore diquella ispirata ad un’esigenza di merorispetto formale dell’art. 2103 cod. civ.(v. Cass. 22 agosto 2006 n. 18269). Ana-logamente può dirsi in relazione all’ipo-tesi prospettata, laddove vi sia un serioe motivato interesse del lavoratore di

Il patto peggiorativodeve essere

nell’interesse di chilo chiede

d i So f ia Ceccon iConsulente legale Fabi nazionale

Rispostaisposta

Fac simile richiesta pareri legali

La sentenza in commento, di cui non con-stano precedenti specifici, nel dichiararel’illegittimità del licenziamento comminato

al dipendente a seguito del suo rifiuto di rico-prire la carica di responsabile del servizio diprevenzione e protezione, affronta la questio-ne della distinzione di tale figura rispetto aquella – sempre prevista dal d.lgs. 19 settem-bre 1994 n. 626 e successive modifiche – delrappresentante dei lavoratori per la sicurezza.In breve i fatti. Ad un dipendente viene asse-gnata la funzione di responsabile del serviziodi prevenzione e protezione (art. 2 lettera e),pur avendo questi in precedenza assunto lacarica di rappresentante dei lavoratori per lasicurezza (art. 2 lettera f); di qui il rifiuto delsuddetto a ricoprire l’incarico conferito dall’a-zienda e, a seguito del rifiuto, il licenziamento.Dopo la conferma della validità del recessosancita dal giudice di primo grado, la Corted’Appello e poi la Cassazione annullano ilprovvedimento. La Corte, in particolare, ha ri-tenuto giustificato il rifiuto del lavoratore disvolgere le funzioni di responsabile del servi-zio di prevenzione e protezione, atteso che ta-li mansioni sono incompatibili con quelle di

Novità giurisprudenziali

Spett.leLa Voce dei BancariMensile di FABI – Federazione Autonoma Bancari ItalianiVia Tevere n. 46 – 00198 Roma

Data ……………………..

Il/La sig./sig.ra .…………………………, iscritto/a alla FABI (n. tessera .…………),pone un quesito sul seguente argomento inerente al proprio rapporto di lavoro:

Allega copia della normativa convenzionale di riferimento.

Firma del lavoratore

Informativa e richiesta di consenso a norma del d.lgs. 196 del 2003 (codice in materiadi protezione dei dati personali). I dati della presente scheda saranno oggetto di tratta-mento informatico e manuale da parte della rivista “La Voce dei Bancari” per le se-guenti finalità: a) analisi giuridico-legale; b) risposta al quesito; c) pubblicazione informa anonima sulla rivista “La Voce dei Bancari” del quesito e della risposta. Titola-re del trattamento dei dati è la rivista “La Voce dei Bancari” ed il Responsabile è il Di-rettore della Rivista, Paolo Panerai. Le chiediamo di prestare il consenso per il tratta-mento dei dati anche sensibili contenuti nella presente scheda e nell’allegato prome-moria per finalità editoriali relativamente alla pubblicazione di quesiti e di risposte su“La Voce dei Bancari”.

Firma del lavoratore

N.B. Si informano i lettori che la Redazione si riserva di rispondere e di pubblicare soloi quesiti e le risposte di interesse generale.

casi, potrebbe svolgere personalmente (art.10 ed all. I) ed esercita quindi prerogative pro-prie del datore di lavoro in tema di sicurezzadel lavoro; contribuisce a determinare gli one-ri economici che il datore di lavoro deve sop-portare perché il lavoro in azienda sia e riman-ga sicuro. Il rappresentante dei lavoratori perla sicurezza è chiamato, invece, a svolgereuna funzione di consultazione e di controllocirca le iniziative assunte dall’azienda nel set-tore della sicurezza; deve essere consultatodal datore di lavoro sulla designazione dellepersone addette all’espletamento dei compitidel servizio di prevenzione e protezione, fracui il responsabile del servizio (art. 8, comma2); deve essere consultato in ordine alla valu-tazione dei rischi, alla individuazione, pro-grammazione, realizzazione e verifica dellaprevenzione nell’azienda (art. 19, comma 1,lett. b), nonché sulla designazione degli ad-detti all’attività di prevenzione incendi, alpronto soccorso, alla evacuazione dei lavora-tori (art. 19, comma 1, lett. c), e sulla organiz-zazione della formazione di tali addetti (art. 19,comma 1, lett. d); quest’ultimo, insomma,svolge funzioni che possono definirsi di co-

La sentenzaCassazione Sezione Lavoro 15

settembre 2006 n. 19965

È illegittimo il licenziamento motivato dalrifiuto del dipendente, già rappresentan-te dei lavoratori per la sicurezza, di acqui-

sire la carica di responsabile del servizio diprevenzione e protezione, essendo le duefunzioni incompatibili fra di loro.

rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Nel sistema delineato dal decreto legislativo n.626 del 1994 – ha osservato la Corte – la fun-zione di responsabile del servizio di prevenzio-ne e protezione dai rischi, designato dal dato-re di lavoro e quella di rappresentante dei lavo-ratori per la sicurezza non sono cumulabili nel-la stessa persona: il responsabile del serviziodi prevenzione e protezione è un soggetto cherappresenta il datore di lavoro nell’espleta-mento di un’attività che questi, in determinati

Un licenziamento illegittimo

Quando è lecitodequalificarsi

stante “controllo” dell’attività svolta, in materiadi sicurezza, dal datore di lavoro e dal serviziodi prevenzione da questi istituito, compresa lafacoltà di fare ricorso alle autorità competentiqualora ritenga che le misure di prevenzione eprotezione dai rischi adottate dal datore di la-voro ed i mezzi impiegati per attuarle non sia-no idonee a garantire la sicurezza e la salutedurante il lavoro (lett. o); egli fruisce, inoltre,delle stesse tutele previste dalla legge per lerappresentanze sindacali. Posto quanto so-pra, dunque, il Supremo Collegio sancisce fi-nalmente in modo chiaro il divieto di concen-trare nella stessa persona le funzioni di due fi-gure cui il legislatore ha attribuito funzioni di-verse, ancorché finalizzate al comune obietti-vo della sicurezza nei luoghi di lavoro.

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Lo stage è lo strumento più im-mediato a portata dei ragazziper entrare nel mondo del la-voro ed un’occasione per leaziende, che possono cosìincrementare la loro forza la-

voro a costi praticamente nulli. Lo stage non è un rapporto di lavo-ro, bensì di formazione professio-nale, regolata come tirocinio forma-tivo dalla legge Treu. Secondo gli universitari, lo stage è ilprimo passo per entrare nel mondodel lavoro, anche se non offre effet-tive garanzie d’inserimento profes-sionale. È questo, infatti, il dato piùimportante emerso dal sondaggiodel Corriere dell’Università e del La-voro svolto negli atenei di Roma eNapoli tra il 2 ed il 4 novembre

da stagista. Di questi, il 58,8% nonha percepito alcun tipo di retribu-zione mensile durante il periodo distage, il 16% ha ricevuto una som-ma massima di 100 euro, e il 9,9%ha avuto fino a 300 euro al mese atitolo di compenso o di rimborsospese.

L’affare stage

Sta

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Le nuove fasce di reddito che danno diritto sono in vigore dal 1° luglio

Aumentano gli assegni familiari

L’INPS, con circolare 16 giugno 2006 n. 83,rende note le nuove fasce di reddito chedanno diritto al percepimento dell’assegnoper il nucleo familiare valide dal 1° luglio2006 al 30 giugno 2007.

AMMONTARE DELL’AUMENTO La rivalutazione percentuale è pari all’1,7%.

AVENTI DIRITTO L’assegno riguarda i nuclei familiari dei lavorato-ri dipendenti, dei titolari delle pensioni e delleprestazioni economiche previdenziali (lavoratoriin malattia, cassa integrazione, disoccupazioneindennizzata, ecc.) del personale statale in servi-zio e in quiescenza e dei dipendenti e pensiona-ti degli enti pubblici anche non territoriali. L’attri-buzione e la determinazione dell’importo del-l’assegno operano in relazione al numero deicomponenti il nucleo familiare e al corrispon-dente reddito complessivo, con importi decre-scenti per scaglioni di reddito.

COMPONENTI IL NUCLEO FAMILIARE Il nucleo familiare è composto dai seguenti sog-getti:• richiedente l’assegno per il nucleo familiare;• coniuge non legalmente ed effettivamente se-

parato;• figli legittimi ed equiparati (legittimi, legittimati,

adottivi, affiliati, naturali legalmente riconosciutio giudizialmente dichiarati, quelli nati da prece-dente matrimonio dell’altro coniuge, gli affidati anorma di legge), di età inferiore a 18 anni com-piuti, ovvero, senza limiti di età, se si trovino, acausa d’infermità o di difetto fisico e mentale,nell’assoluta e permanente impossibilità di de-dicarsi ad un proficuo lavoro;

• fratelli, sorelle e nipoti ed equiparati, di età infe-

riore a 18 anni compiuti, ovvero senza limiti dietà se inabili assolutamente e permanentemen-te ad un proficuo lavoro, sempre che risultinoorfani di entrambi i genitori e non abbiano con-seguito il diritto a pensione ai superstiti indirettao di reversibilità.

TITOLARI DI PENSIONE AI SUPERSTITI DA LAVORO DIPENDENTE Il nucleo familiare è composto da:• coniuge superstite contitolare della pensione;• figli legittimi o legittimati ed equiparati, minori, ti-

tolari o contitolari della pensione;• figli ed equiparati maggiorenni, inabili ad un

proficuo lavoro, anche se non contitolari dellapensione.

L’individuazione dei componenti il nucleo fami-liare va fatta con riferimento al richiedente del-

l’assegno.I soggetti che formano il nucleo familiare possonoanche non essere conviventi.

REDDITO FAMILIARE Il reddito familiare è costituito dalla somma deiredditi del richiedente l’assegno e degli altri sog-getti componenti il suo nucleo familiare.

REDDITO DI RIFERIMENTO Il reddito di riferimento è quello composto dai red-diti complessivi assoggettabili all’IRPEF del 2005e i redditi di qualsiasi natura compresi quelli esen-ti da imposta (se superiori a 1.032,92 euro) e quel-li soggetti a ritenuta alla fonte percepiti da tutti icomponenti il nucleo familiare (interessi di BOT,CCT, di depositi e conti correnti bancari e postali,pensioni sociali).

Gli importi mensili dei casi più frequenti(famiglie con entrambi i genitori e almeno un figlio minore, senza componenti inabili)

importo dell’assegno per numero dei componenti il nucleo

Reddito familiare annuo in € 1 2 3 4 5 6 7Fino a 12.437,26 - - 130,66 250,48 358,94 492,18 619,7512.437,26 – 15.389,99 - - 114,65 220,53 339,83 481,34 600,6415.390,00 – 18.342,15 - - 92,45 190,57 312,97 473,07 584,1118.342,16 – 21.293,16 - - 65,59 158,04 283,02 453,97 565,0021.293,17 – 24.246,48 - - 43,90 111,55 241,70 407,48 507,6824.246,49 – 27.198,63 - - 25,82 81,60 217,43 390,96 488,5727.198,64 – 30.151,94 - - 15,49 57,33 176,63 364,10 466,8830.151,95 – 33.102,97 - - 15,49 38,73 135,83 339,31 439,5033.102,98 – 36.055,14 - - 12,91 25,82 102,77 317,62 426,0836.055,15 – 39.006,72 - - 12,91 25,82 91,93 225,18 398,7039.006,73 – 41.960,62 - - 12,91 23,24 91,93 154,42 292,8341.960,63 – 44.912,76 - - - 23,24 78,50 154,42 218,9844.912,77 – 47.865,52 - - - 23,24 78,50 132,21 218,9847.865,53 – 50.817,67 - - - - 78,50 132,21 189,0250.817,68 – 53.771,00 - - - - - 132,21 189,0253.771,01 – 56.724,32 - - - - - - 189,02

2005, su 291 studenti. Secondo ilsondaggio, infatti, il 46% degli inter-vistati d’età compresa tra 19 e 31anni crede che uno stage possa co-stituire, durante o dopo il percorsouniversitario, la prima vera esperien-za di tipo professionale. Il 24%, inve-ce, ritiene che il primo contatto con ilmondo del lavoro possa avveniregrazie ad un contratto di formazioneo di collaborazione. Crede nell’as-sunzione a tempo determinato o in-determinato, come primo passo nelmondo del lavoro, il 15,1% degli uni-versitari intervistati, mentre il 6,9%pensa di aprire un’attività in proprio. Il periodo giuridico più utile per fareuno stage in azienda è, secondo il46,4% dei ragazzi, quello degli studiuniversitari. Segue, in ordine di prefe-

renza, il momento successivo allalaurea (20,6%) e quello di preparazio-ne della tesi (17,9%). Solo il 7,9% de-gli intervistati crede che lo stage siaun’esperienza utile dopo il diploma. Il 45% delle ragazze e dei ragazziintervistati, d’età media pari a 23anni, ha già svolto un’esperienza

S.O.S. università e lavoro

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di Ferdinando BrandiMedico - Specialista Medicina del Lavoro

Non è facile in un breve articolo presenta-re tutta la ricchezza e la portata innova-tiva del decreto 626/94 che, dopo più di10 anni dalla promulgazione, mantiene lasua validità basata sul modo nuovo di ve-dere i problemi della salute e di realizza-

re la prevenzione. Succede invece, purtroppo,che esso sia ancora spesso disatteso e non sene colgano appieno i frutti, anche sul piano ge-nerale culturale ed economico. Vediamolo in estre-ma sintesi.

L'impianto generale della LeggeIl Decreto, che ha recepito otto direttive comu-nitarie, ha contribuito all'aggiornamento della Le-gislazione italiana in materia di sicurezza e tute-la della salute, ferma per molti aspetti agli annicinquanta. La filosofia che lo ispira riguarda laresponsabilità delle aziende nell'individuare e va-lutare i rischi per la salute e la sicurezza e, so-prattutto, di programmare e di gestire le misuredi prevenzione, di coinvolgere i lavoratori nel pro-cesso valutativo, di informarli e formarli e di as-sicurare un'adeguata sorveglianza sanitaria. Siafferma in maniera molto forte il principio del-l'autotutela del lavoratore, che si prende cura edè responsabile della propria ed altrui sicurezza,proprio in base agli istituti giuridici dell'informa-zione, della consultazione e della partecipazioneattiva. Tutto il sistema organizzativo, infatti, è cen-trato sulla collaborazione fra i diversi soggetti incampo e sulla partecipazione dei lavoratori.La 626 comprende tutti i settori lavorativi pub-

blici e privati di qualsiasi dimensione con pocheeccezioni, quali le forze armate e della polizia.Sono considerati lavoratori le persone che pre-stano il loro servizio alle dipendenze di un dato-re di lavoro con rapporto di tipo subordinato, maanche allievi e partecipanti ai corsi di formazio-ne scolastica, professionale ed universitaria conuso di laboratori, attrezzature, agenti chimici, fi-sici e biologici, ed i soci lavoratori di cooperati-ve e di società. Gli obbiettivi prioritari sono quel-li dell'eliminazione dei rischi alla fonte e delle mi-sure di prevenzione collettiva, e le misure di tu-tela generali prevedono, oltre la valutazione deirischi finalizzati alla loro eliminazione o riduzio-ne, il rispetto dei principi dell'ergonomia (adatta-re il lavoro all'uomo e non viceversa), la predi-sposizione di misure di emergenza per prontosoccorso, lotta antincendio, evacuazione, e in ca-so di pericolo grave ed immediato.

Le diverse figure della prevenzioneIl Decreto introduce figure nuove sulla scena del-la prevenzione, oltre che modificare il ruolo di fi-gure tradizionali come quella del medico nell'a-zienda. Il datore di lavoro ha degli obblighi spe-cifici non delegabili, quali la valutazione del ri-schio, l'elaborazione del documento di valuta-zione dei rischi e la designazione del Responsa-bile del Servizio di Prevenzione e Protezione(RSPP). Egli, concretamente, avvalendosi di ido-nei strumenti, deve individuare e quantificare i di-versi rischi presenti nelle attività lavorative svol-te e, in base a tale valutazione, elaborare il do-cumento (piano di sicurezza) che deve contene-re anche le misure di prevenzione adottate coni relativi tempi di attuazione. Il RSPP, attraverso

l'attività del Servizio di Prevenzione e Protezione(SPP), deve verificare e valutare le reali condi-zioni di sicurezza dei lavoratori in relazione al-l'organizzazione del lavoro, all'uso delle stru-mentazioni utilizzate ed ai luoghi dove si svolgel'attività lavorativa. Altri compiti importanti del SPPriguardano i programmi di Informazione e For-mazione e la partecipazione alla riunione perio-dica sullo stato di attuazione delle misure di pre-venzione. Il Rappresentante dei Lavoratori per laSicurezza (RLS), eletto dai lavoratori, è uno deicardini del sistema di partecipazione introdottodal Decreto: rappresenta i lavoratori nelle diver-se fasi attuative, dalla valutazione dei rischi allaprogrammazione della prevenzione, alla forma-zione ed informazione dei lavoratori. Il MedicoCompetente (MC), figura centrale nell'attività diprevenzione, non deve essere visto come il pro-fessionista che fa le visite e basta, come fosse il

A 12 anni dalla promulgazione del decreto 626/94, ci sono ancora moltearee soprattutto relative alla prevenzione non adeguatamente coperte

Salute e sicurezza, una legge dimenticata?

Sindacato & ServiziLA VOCE DEI Bancari

Salu

te

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Ad oggi, dopo il rinnovo contrattuale siglato in Ascotributi il19 agosto u.s., restano aperti alcuni temi - tra cui i benefit,la Cassa Sanitaria e le Polizze assicurative - che devono es-sere normati e garantiti.La questione del Fondo Esattoriali e la trasformazione dellostesso in Previdenza Complementare rimangono in primopiano e, come FABI, ne abbiamo chiesto la definizione regi-strando l'impegno di Riscossione Spa a ricercare soluzionicondivise.Restano, tuttavia, dubbi e perplessità sull'iter che sarà se-guito per portare a compimento la riforma del sistema di ri-scossione entro il 2010, partendo dal primo step fissato per1/1/2008 che riguarderàl'indispensabile omogeneizzazionedei contratti integrativi.L'Esecutivo Nazionale Esattoriali ha sottolineato come, a po-che settimane dalla partenza della nuova società, Riscos-sione Spa non abbia ancora illustrato le linee guida che adot-terà in termini sia organizzativi sia operativi. Nascono spon-tanei dubbi sulla consistenza e struttura, sull'organigrammaaziendale e sulle soluzioni che saranno adottate nel campodella fiscalità locale, per gli aspetti sia operativi sia di tutelacontrattuale, con particolare riguardo ai dipendenti delle so-cietà che hanno deliberato lo scorporo del ramo d'azienda.Proprio l'assenza di una normativa in un quadro di riferimentonazionale rischia di aprire contenziosi legali da parte di que-sti lavoratori e del sindacato, che intende tutelare i diritti le-gittimamente acquisiti da tutta la categoria.Su questi temi, l'Esecutivo Nazionale Esattoriali della FABIsi è già attivato, unitamente alle altre OO.SS., al fine di ot-tenere, entro breve tempo, risposte certe e chiare median-te l'apertura di un confronto con Riscossione Spa.

Riscossione Spa nicchia, ma la FABI vuole risposte chiare

➭ ATTUALITÀ

26_FABI_09.ps 24-10-2006 15:41 Pagina 26

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La finestra di ottobre, la quartaed ultima del 2006 (le prece-denti sono state a gennaio,aprile e luglio), dovrebbe regi-strare, secondo la previsionedell’INPS, un notevole aumen-

to delle richieste di pensionamentoanticipato: la stima è di 70 mila do-mande in più rispetto al 2005.Due possono essere le cause:1. l’esaurimento dell’effetto del “su-

perbonus” che scade alla fine del2007, perché più si accorcia il pe-riodo in cui è possibile intascare il32,7% della retribuzione lorda, inalternativa al pensionamento,tanto più diminuisce l’appetibilitàdi rinunciare all’accredito contri-butivo pensionistico;

2. l’effetto prodotto dall’annuncio diun possibile ritocco alla riformadel 2004 e l’ipotesi di anticipare al2007 la parte della riforma Maroni,che prevede la riduzione delle fi-nestre d’uscita da quattro a due.

Le donne che vorranno andare inpensione con le regole di oggi, ossia35 anni di contributi e 57 anni di età,potranno farlo anche dopo il 2007,optando per il calcolo della pensionecon il sistema contributivo.

Pensi

oni

medico di famiglia all'interno dell'azienda. La suaattività è incentrata sulla tutela della salute dei la-voratori rispetto ai rischi specifici dovuti alla man-sione e, per svolgere il suo ruolo, il MC deve co-noscere molto bene la realtà lavorativa; egli stes-so, anzi, deve collaborare all'individuazione e va-lutazione dei rischi. Collabora anche all'attività diInformazione e Formazione ed ha un ruolo spe-cifico nell'organizzazione del servizio di Primo Soc-corso; naturalmente, svolge la sorveglianza sani-taria nei casi previsti dalla normativa vigente. Es-sa consiste negli accertamenti (visite ed eventualialtri test diagnostici) preventivi (all'assunzione) eperiodici, necessari per controllare lo stato di sa-lute dei lavoratori ed esprimere un giudizio d'i-doneità specifica alla mansione (cioè, rispetto al-le condizioni di rischio lavorativo proprio dell'at-

tività svolta). Le finalità generali della sorveglian-za sanitaria sono di natura eminentemente pre-ventiva e destinate a verificare l'adeguatezza delrapporto tra specifica condizione di salute e spe-cifica condizione di lavoro, in modo da esclude-re condizioni che possano recare un danno o peg-giorare lo stato di salute del lavoratore. Per le at-tività per le quali è prevista la sorveglianza sani-taria, il MC deve istituire ed aggiornare una car-tella sanitaria e di rischio, da custodire presso l'a-zienda ed informare il lavoratore sul significatodegli accertamenti sanitari e sui loro esiti.

Il valore della Informazione/FormazioneCon la 626, l'Informazione e la Formazione (art.21 e 22) assumono un ruolo centrale nell'azione

preventiva. Per queste ragioni, esse non vannoviste come adempimenti puramente burocratici,ma come occasioni per far crescere la conoscenzae, quindi, la consapevolezza e la motivazione. Pur-troppo, i primi risultati dello studio sull'applica-zione del Decreto dimostrano che esse rappre-sentano uno degli aspetti critici del sistema pre-ventivo e le carenze rilevate indicano soprattuttoun'oggettiva difficoltà nel realizzare interventi edu-cativi efficaci. Eppure, l'applicazione della 626 po-trebbe essere un'occasione per una crescita suitemi non solo della prevenzione, ma più in gene-rale della promozione della salute. Sto volutamenteampliando il concetto di "salute" passando daquello di "assenza di malattia" ad una visione piùglobale, che riguarda lo star bene e gli stili di vi-ta sani. E così possiamo avvicinarci all'ampio te-ma dei problemi della salute legati agli aspetti psi-cosociali ed organizzativi del lavoro e a fattori dirischio di più difficile studio, quali lo stress, o astati e comportamenti individuali per i quali l'a-spetto informativo e formativo sono molto im-portanti.

A seguito di alcuni chiarimenti che sono stati ri-chiesti in merito agli effetti del decreto Bersanisul trattamento fiscale operato sugli incentivi al-l'esodo e, in modo particolare, sui ricorsi pre-sentati dai nostri iscritti, precisiamo quanto se-gue:Il D.L. n. 223/2006 (Decreto Bersani), converti-to nella Legge n. 248 del 4 agosto 2006 (Sup-plemento Ordinario n. 183 alla Gazzetta Uffi-ciale n. 186 dell'11 agosto 2006), abolito l'art.19 TUIR (e la differenziazione di tassazione ivicontenuta), ha previsto che il trattamento fiscale

previgente (tassazione al 50% per le donne) con-tinui ad applicarsi "esclusivamente" alle som-me corrisposte in relazione a rapporti di lavorocessati:· prima del 4 luglio 2006;· anche successivamente a tale data, ma sullabase di atti o accordi di data certa anteriore al4 luglio 2006. Pertanto, è in tali casi che saràancora possibile richiedere la restituzione del50% versato da parte degli uomini che hannocessato il rapporto di lavoro dipendente in etàcompresa tra i 50 e 55 anni compiuti.

➭ ESODATI

Tassazione assegno straordinario ed incentivo all’esodo

Abbiamo introdotto molti argomenti di di-scussione che mi auguro potranno interes-sare i lettori di questa rivista. Non tralasce-remo, naturalmente, l'analisi di alcuni rischitipici di questo settore lavorativo, quali quel-li dovuti all'utilizzo del VDT o alla permanenzain ambienti confinanti. A presto.

I prossimi appuntamenti

Pensioni di anzianità: crescono le richieste Le prossime finestre per la pensione di anzianità

1° ottobre 2006 35 anni di contributi e 57 anni di età al 30/06/20061° gennaio 2007 35 anni di contributi e 57 anni di età al 30/09/06 o 39 anni di

contributi al 30/09/06 a prescindere dall’età1° aprile 2007 35 anni di contributi e 57 anni di età al 31/12/2006 o 39 anni di

contributi al 31/12/06 a prescindere dall’età1° luglio 2007 35 anni di contributi e 57 anni di età al 31/03/2007 o 39 anni di

contributi al 31/03/07 a prescindere dall’età1° ottobre 2007 35 anni di contributi e 57 anni di età al 30/06/2007 o 39 anni di

contributi al 30/06/07 a prescindere dall’età1° gennaio 2008 35 anni di contributi e 57 anni di età al 30/09/2007 o 39 anni di

contributi al 30/09/07 a prescindere dall’età1° aprile 2008 35 anni di contributi e 57 anni di età al 31/12/2007 o 39 anni di

contributi al 31/12/07 a prescindere dall’età

Come cambierà per i lavoratori dipendenti il calendario delle finestre con la Riforma MaroniRequisiti maturati nel 2007 Finestraentro al 31/03 1° luglio 2007*entro il 30/06 1° ottobre 2007*entro il 30/09 1° gennaio 2008etro il31/12 1° aprile 2007

Secondo la riforma Maroni, dal 2008 la pensione di anzianità dei lavoratori

dipendenti si può ottenere:2008 35 anni di contributi e 60 anni di età o 40 anni di contributi

a prescindere dall’età2010-2013 35 anni di contributi e 61 anni di età o 40 anni di contributi

a prescindere dall’età2014 (quest’ultimo scalino sarà 35 anni di contributi e 62 anni di età o 40 anni di preceduto da verifica nel 2013) contributi a prescindere dall’età

Requisiti maturati nel 2008 Finestraentro il 30/06 1° gennaio

anno successivo**entro il 31/12 1° luglio anno

successivo*Chi raggiunge l’anzianità con il solo requisito contributivo, 39 anni, per usufruire di questa finestra deve compiere anche 57 anni di età entro la fine del meseprecedente, giugno o settembre; in caso contrario deve aspettare la finestra di gennaio. **Chi raggiunge l’anzianità con il solo requisito contributivo, 40 anni, perusufruire di questa finestra deve compiere anche i 57 anni entro la fine del mese precedente, dicembre; in caso contrario deve aspettare la finestra di luglio.

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Casa dolce casa

Specia

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e

ASSICURATELA ALLE CONDIZIONI SPECIA28

POLIZZA GLOBALE ABITAZIONEFORMULA ASSICURATIVA SPECIALE RISERVATA AGLI ISCRITTI ALLA FABI

Il sottoscritto, preso atto che BIVERBROKER SrL , nell’ottica di agevolare ed incoraggiare il ricorso a forme facoltative di assicurazione,ha predisposto alcuni prodotti assicurativi che, a condizioni di mercato particolarmente favorevoli potranno essere offerte ai dipenden-ti, e che BIVERBROKER SrL intende mediare tali prodotti offrendoli ai dipendenti , pensionati ed esodati bancari e loro famigliari iscrit-ti alla FABI che dichiara di essere interessato a tale offerta..A tal fine il sottoscritto dichiara di ricevere le condizioni di contratto relative alle polizze sulla Responsabilità civile della famiglia, Tutelagiudiziaria vita privata, Incendio e Furto dell’Abitazione, e di averne preso integrale visione.Il sottoscritto, alle condizioni tutte sopra richiamate, che formano parte integrante della presente assicurazione, le accetta e dà la pro-pria adesione alla proposta formulata dichiarando quanto segue:

ContraenteCognome Nome Codice Fiscale

Indirizzo/Ubicazione del rischio

via o piazza, n° località C.A.P. Sigla Prov.

� dimora abituale� dimora saltuaria Ubicazione del rischio� nuova adesione � adesione in sostituzione della scheda di adesione n. del

durata contrattoAnnuale effetto dalle ore 24 del scadenza dalle ore 24del decorrenza prima rata successiva rateazione

__ /__ /__ __/ __ /__ __/__ / __ annuale

L’operatività dell’assicurazione è subordinata al pagamento del premio relativo a BIVERBROKER SrL (nelle misure qui di se-guito riportate) convalidato per quietanzamento

(*) NEL CASO DI DIMORA SALTUARIA I MASSIMALI ASSICURATI PER IL FURTO SONO PARI AL 50%. DI QUELLE ESPOSTE

GARANZIE MASSIMALIASSICURATI

MASSIMALIASSICURATI

MASSIMALIASSICURATI

MASSIMALIASSICURATI

Furto e rapina € 2.582,28 (*) € 5.164,57 (*) € 7.746,85 (*) € 7.746,85 (*)

Incendio del contenuto € 25.822,84 € 25.822,84 € 36.151,98 € 36.151,98

Incendio del fabbricato € 103.291,38 € 154.937,07 € 206.582,76 € 258.228,45

Responsabilità civiledella famiglia € 258.228,45 € 258.228,45 € 258.228,45 € 258.228,45

Tutela giudiziariavita privata € 5.164,57 € 5.164,57 € 5.164,57 € 5.164,57

abitazione incondominio

€ 145,56

€ 158,57

C1a �

Tipo di abitazione

Dimora abitualepremio lordo annuo

Dimora saltuariapremio lordo annuo

Barrare (x) lacombinazione scelta

abitazioneisolata

€ 171,58

€ 189,80

C1b �

abitazione incondominio

€ 192,39

€ 208,01

C2a �

abitazioneisolata

€ 223,60

€ 244,40

C2b �

abitazione incondominio

€ 244,43

€ 270,45

C3a �

abitazioneisolata

€ 280,83

€ 306,84

C3b �

abitazione incondominio

€ 260,03

€ 286,05

C4a �

abitazioneisolata

€ 301,65

€ 330,27

C4b �

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Specia

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e

IALI RISERVATE AGLI ISCRITTI ALLA FABI

PREMIO ANNUO TOTALE €.

PAGAMENTO CONTANTI ( ) Unica soluzione

Il Sottoscritto dichiara di essere dipendente della Banca ……………………………...……………......…………………………………..…e iscritto alla FABI di ……………………..…… , impegnandosi a comunicare a BIVERBROKER SrL l’eventuale venire meno in corsodi contratto dei requisiti per usufruire delle suindicate condizioni d’Assicurazione, consapevole che il venir meno di tali requisiti com-porta la non concedibilità delle stesse, dallo scadere della presente copertura assicurativa. Il Sottoscritto si impegna inoltre in ca-so di denuncia di sinistro a presentare, a richiesta di BIVERBROKER SrL , un documento personale (tessera FABI) attestante la Suaqualità di avente diritto alle condizioni predette, consapevole che nel caso di applicazione non dovuta delle stesse, l’indennizzo do-vuto sarà dedotto in sede di liquidazione proporzionalmente della differenza tra il premio pagato e quello dovuto.

L’ASSICURATO

L’Assicurato dichiara di aver ricevuto l’Informativa “Allegato DP” relativa al trattamento dei dati personali comuni e sensibili, ai sen-si del D.Lgs. 196/2003.CONSENSOPreso atto dell’informativa di cui sopra, ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003, acconsento• al trattamento dei dati personali, sia comuni, sia sensibili, che mi riguardano, funzionale al rapporto giuridico da concludere o in es-

sere con la Società assicuratrice;• alla comunicazione degli stessi dati alle categorie di soggetti indicate al punto 5, lett. a), della predetta informativa, che li possono

sottoporre a trattamenti aventi le finalità di cui al punto 1), lett. a), della medesima informativa o obbligatoria per legge;• al trasferimento degli stessi dati all’estero come indicato al punto 7 della predetta informativa (Paesi UE e Paesi extra UE).

L’ASSICURATO

Ai sensi degli artt. 1341 e 1342 C.C. il Sottoscritto dichiara di approvare specificatamente le seguenti Condizioni di assicurazione: Per le Polizze Responsabilità Civile Terzi, Tutela Giudiziaria: art. 8 (Proroga dell’assicurazione e periodo di assicurazione: tacita proro-ga in mancanza di disdetta data almeno 30 giorni prima della scadenza).Per la Polizza incendio - furto dell’abitazione: art. 20 (procedimento per la determinazione del danno - nomina dei periti: deroga alla com-petenza dell’Autorità Giudiziaria), art. 23 (Recesso in caso di sinistro); art. 26 (Proroga dell’assicurazione: tacita proroga in mancanza didisdetta data almeno 30 giorni prima della scadenza).

L’ASSICURATO Luogo data

Firma per esazione dell’importo totale del premio Luogo data ora

Unitamente alla presente si trasmette copia del bonifico effettuato sul c/c n. 000000125501 (Y – 06090 – 01600), intestato BIVER-BROKER srl, presso la BIVERBANCA SpA – Fil. di Milano, Via Muratori (ang. Via Friuli).

Per convalida e conferma di iscrizione alla FABI

F.A.B.I. / S.A.B.(timbro e firma)

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di MARZIA GANDINI

Ricordate la montagna vera?Quella delle guide alpine, degliscarponi da camminata, dellediscese in sci tra le conifere edel silenzio dei paesaggi ovat-tati dalla neve? Senza l’après-

ski energizzante, con musica techno ecocktail che dalle cinque di pomerig-gio in poi invade i bar sulle piste; sen-za sessioni di spinning tonificante ocorsi serali di rally su ghiaccio, senzashopping pomeridiano in negozi simi-li a quelli di Milano, Tokyo o NewYork? Per chi ancora se la ricorda, e lapreferisce al ritratto appena tracciato,Champoluc in Val d’Ayas, 25 chilo-metri da Verrès, sull’autostrada perAosta, è una risposta a ogni desideriodi grandi scenari naturali, atmosfere ditradizionale cultura montana, itinerariper camminare nel verde d’estate e uncomprensorio sciistico vastissimo.Raggiungibili dalla Lombardia, dalPiemonte e dalla Liguria, in tempi piut-tosto veloci e, soprattutto, senza esse-re afflitti dalle interminabili code da

rientro della domenica sera,Champoluc, ma anche Anta-gnod, Brusson e tutte le frazio-ni che nel raggio di una decinadi chilometri si susseguono pri-ma di giungere ai piedi delMonte Rosa, sono meta di unturismo residenziale semprepiù attratto dalla quiete dellavalle e da un’offerta immobi-liare varia e articolata. Dall’an-tico rascard del 1600 (baita auso promiscuo con abitazione,stalla, deposito e il caratteristico tettoricoperto da lastre di pietra, sorrette darobuste travi in legno) abbandonato,che necessita di un totale rifacimento,all’appartamento di grande metratura,perfettamente ristrutturato, fino allabaita isolata in alta quota, passando peruna lunga lista di case in affitto a pochimetri dagli impianti, nel centro del pae-se. Lungo la valle è possibile trovareogni genere di proposta per fare di que-sti luoghi la meta fissa delle proprie va-canze o anche solo la destinazione diun inverno. Se l’offerta di apparta-menti in affitto è diffusa, sia a Cham-

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mo Quei rifugi in Val d’Ayas

Vicino alle più rinomate località sciistiche dell’alta Vald’Aosta e a piccoli borghi dominati dal Monte Rosa, si

può riscoprire la tranquillità che la montagna offre in ognistagione. Per una vacanza o anche solo per un week end

poluc sia nelle frazioni limitrofe, le pro-prietà in vendita sono quasi sempre inregime di «casa vacanze». Questa for-mula, imposta dagli enti locali per crea-re posti letto destinati al turismo, richie-de al nuovo proprietario di dare in affit-to il suo appartamento per un periodominimo di una settimana e massimo disei mesi l’anno. Questo vincolo non in-terferisce comunque con la possibilitàdi usufruire della propria casa per lamaggior parte dell’anno. Trascorrere una giornata a esplorare lazona, costellata di piccole frazioni, al-peggi e centri abitati di alta quota, è

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Non solo banca

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In questa e nellapagina precedentealcuni rascard,abitazioni tipiche,dell’alta Val d’Aosta.In particolare, nellafoto d’apertura, ilgruppo di rascard apochi chilometri daChampoluc,ristrutturati, dovesono in affittoappartamenti persettimane o l’interastagione (A&VImmobiliare 0215 -307960). Le immaginie gli articoli di questepagine sono a cura diCase & Country, unmensile di ClassEditori

un’esperienza molto piacevole. Alcunisono raggiungibili in inverno solo conla funivia o il gatto delle nevi, come ilCrest e il borgo di Mascognaz, Soussune Resy, ma vale la pena visitarli. Per una«prova generale» di cosa significhi abi-tare uno dei vecchi rascard d’alta quo-ta, si può sostare alla piccola Hotellerie,nel borgo di Mascognaz appunto (dovenel giro di un anno saranno pronti e invendita alcuni appartamenti), quattrostelle con solo sei stanze. Luogo d’ospitalità ideale per le famiglienumerose e per un gruppo d’amici: l’al-bergo si può infatti affittare in esclusi-va. All’interno, un magnifico ristorantedella stessa proprietà del Breithorn Ho-tel di Champoluc. Ma anche il fondovalle riserva delle sorprese per la notte(l’Hotel Ayas, quattro stelle, è uno fra iluoghi storici dell’ospitalità nella zona)e per godersi i piatti della tradizione lo-cale valdostana. Particolarmente at-traenti, per una cucina tradizionale val-dostana ma alleggerita e diversificata,L’Essentiel e il Sapin, entrambi aChampoluc. E infine, un po’ di shop-ping: dai sabots, tipici zoccoli artigia-

nali in legno utilizzati dai valligiani inogni stagione dell’anno, ai prodottienogastronomici: dalla fontina Dop alprosciutto di Bosses con la polentaconcia, finendo con un bicchiere digrappa o di génépi, distillato di erbe dimontagna.

Pagine verdi, anno terzo

Chi ci può dare una mano davverocompetente quando decidiamo diristrutturare o rinnovare la casa di campagnao di ospitare nel modo più accogliente gliamici per i fine settimana o per le lunghevacanze? Case & Country, per esempio.Con queste Pagine Verdi, anno terzo, guidasempre più ricca d’indirizzi utili, numeri ditelefono, siti internet, indicazioni di artigiani,botteghe, vivaisti, cantine negozi,

professionisti ingrado di soddisfareal meglio ogninostra esigenzaper un vivere incampagnarilassante,piacevole econfortevole.Oltre 3800indirizzirigorosamentecontrollati,divisi persettori e areegeografiche

per rendere la ricerca piùfacile e immediata. Una ricerca che, in tal

modo, può essere utile anche per scoprireuna campagna nuova, diversa da quella cheabitualmente ci circonda. Una guida facile ecompleta, da tenere a portata di mano, daconsultare per scoprire, dunque, altriterritori, nuovi artigiani e grandi masconosciuti prodotti che li caratterizzano.Perché vivere la campagna vuol dire ancheallargare i propri orizzonti.Per facilitare la ricerca i nomi sonoclassificati per categorie in ordine alfabetico,secondo il capoluogo di provincia.

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Basse, abbarbicate al terreno calcareodell’altopiano delle Murge, le masse-rie del Salento hanno una storia anti-

ca, come ricorda bene Alessandro Ama-ti, che per ritrovare le sue radici ha la-sciato Roma e la professione di avvoca-to per far rivivere Borgo San Marco. Dal’400 in poi la Valle d’Itria, dove si trovala tenuta, è stata culla della famiglia Ama-ti, ma il cuore profondo, il nucleo stori-co del borgo risale addirittura al X seco-lo, quando era un piccolo eremo di mo-naci, di cui resta ancora oggi la chiesettaaffrescata con dipinti bizantini. Amati siè dedicato con entusiasmo al recuperodella tenuta. Rimessi a coltura 100 ettaridi ulivi, risistemato il frutteto, l’arance-to, i campi di ortaggi, la vallata è tornataa essere verde e lussureggiante. La mas-seria vera e propria, nascosta all’internodelle mura ornate di merlature e pinna-

coli, è ora un agriturismo, in cui usanzeantiche si sovrappongono armoniosa-mente a moderne comodità. Negli edifi-ci secolari, nei granai, nelle scuderie so-no state ricavate 12 stanze, un ristorante,un bar, sale di soggiorno e biblioteca. Tut-ti gli spazi sono arredati con sobrietà pernon contrastare l’eleganza rurale del luo-go. Le grandi camere da letto, situate nel-la torre del XV secolo, hanno alti soffit-ti a volta dipinti con colori naturali, az-zurro cielo, ocra, rosso vinaccia, e sonoarredate con letti a baldacchino, bei tes-suti, mobili in muratura oppure realizza-ti da artigiani locali. Altre suite, più pic-cole, si affacciano sulle terrazze in cimaalla torre da dove l’occhio può spaziaresulla vallata verde di ulivi fino al mare.Altre ancora sono state ricavate nelle scu-derie e nel granaio. All’esterno, attraver-sato il giardino di aranci dove gli ospiti

Nella bella masseriaPuglia: fra distese di olivi e l’ Adriatico, la tenuta Borgo San Marco

possono provare l’emozione di raccoglie-re da soli i frutti dalla pianta, alcuni gra-dini portano all’antico chiostro bizantino,mentre poco lontano, è stata ricavata unagrande piscina. Le regole sono dettate daModesto, intendente della tenuta, che concorsi di yoga, di ginnastica dolce, di di-scipline orientali, ha voluto trasformarel’hotel in un’oasi rigenerante. •Borgo SanMarco, Fasano (Br), tel. 080/ 4395757,338/6130268, www.borgosanmarco.it. Incamera doppia, da 85 euro a persona.

APRÈS-SKI DORMIRE: Breithorn Hotel,route Ramey 27, Champoluc,tel. 0125/308734, doppia da200 euro; Hotellerie,Mascognaz, tel. 0125/308734,l’affitto in esclusiva, allasettimana, per 14 persone,costa da 8.750 euro a 19.600euro; Hotel Ayas, rue desGuides, Champoluc, tel.0125/308128, doppia da 120euro. MANGIARE: L’Essentiel,Champoluc, tel. 0125/308787;Le Sapin, Champoluc, tel.0125/307598. DA SAPERE:Ufficio del turismo diChampoluc, tel. 0125/307113.

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Non solo bancaLA VOCE DEI Bancari

di Arturo

Un progetto straordinario che uni-sce tre città nel nome di AndreaMantegna. Il genio del grande ar-tista, figura di spicco del Rina-scimento italiano, è celebrato inoccasione del quinto centenario

della morte, avvenuta nel 1506, con unostorico evento espositivo articolato a Pa-dova, Verona e Mantova. Tre impor-tanti città d’arte che insieme festeggia-no il maestro, capace di innovare profon-damente il linguaggio artistico dell’Ita-lia del Nord nella metà del Quattrocen-to; tre città unite – per la prima volta –in un unico ambizioso progetto esposi-tivo, che intende ripercorrere l’opera diMantegna dagli esordi alla maturità, pre-sentando le sue opere nei luoghi in cuiha vissuto e lavorato e cogliendo l’ap-porto e l’influsso da lui esercitato sul-la cultura del tempo. Grazie a questainiziativa, promossa dal Comitato Na-zionale per le Celebrazioni del V cen-tenario della morte di Andrea Mante-gna – appositamente istituito dal Mini-stero per i Beni e le Attività Culturali,presieduto da Vittorio Sgarbi e compo-sto dai più importanti studiosi del pri-mo Rinascimento italiano – torneranno,nelle città dove sono state ideati e rea-lizzati, i massimi capolavori del mae-stro, concessi eccezionalmente dalle piùimportanti istituzioni culturali e daiprincipali musei del mondo. Il complessoed articolato progetto nasce, infatti, dauno straordinario impegno scientifico edorganizzativo, espressione di una fortecollaborazione tra Stato ed Enti localiche, oltre al Comitato Nazionale, vedeprotagonisti i Comuni di Padova, Ve-rona e Mantova, in collaborazione conle Regioni del Veneto e della Lombar-dia – Direzione Generale Culture, Iden-tità e Autonomie della Lombardia, e conil sostegno di Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Padova e Rovigo, FondazioneCariverona, Fondazione Monte dei Pa-schi di Siena e Fondazione Banca Agri-cola Mantovana. I tre momenti espositivi si presentanocome un affascinante viaggio alla sco-

perta della ricca per-sonalità di Mante-gna, partendo da Pa-dova, luogo dellasua formazione,passando per Vero-na (dove è conser-vata una delle sueopere più importan-ti), la cui cultura fi-gurativa fu profon-damente influenza-ta dall’artista, perarrivare a Mantova,città in cui Mante-gna trascorse lamaggior parte dellasua vita, fino allamorte. I più grandicapolavori del mae-stro saranno affian-cati in mostra da al-trettanti importantilavori di illustri ar-tisti – contempora-nei e seguaci – pro-tagonisti, insieme alui, di una delle sta-gioni più alte nellastoria dell’arte, connumerose opere maiesposte in Italia pri-ma d’ora, importanti novità interpreta-tive e restauri talvolta strepitosi. A Pa-dova, oltre a preziose opere di Mante-gna – come la bellissima Madonna conil bambino addormentato, saranno pre-senti capolavori di Donatello, Bellini,Vivarini, Zoppo, Schiavone, Squarcio-ne, Dürer e altri famosi artisti, tra i qua-li lo Zoppo e lo Schiavone. Così Verona, che accanto alle due fon-damentali opere prodotte da Mantegnaper la città – la Pala di San Zeno (dicui verrà presentata anche la predellaraffigurante La Crocifissione, conser-vata in Francia sin dalla fine del Sette-cento e per questa unica occasione ri-congiunta all’opera), e la famosa Ma-donna in gloria tra i santi, nota comePala Trivulzio, ora al Castello Sforze-sco di Milano – e all’intero corpus gra-fico del maestro, presenterà opere dipersonalità di notevole interesse del-l’ambiente artistico veronese comeFrancesco Benaglio, Liberale da Vero-na, Francesco Monsignori, DomenicoMorone, fra Giovanni e Giovanni Bel-lini. A Mantova, infine, accanto a tan-te delle numerose opere che Mantegnaprodusse nel lungo periodo di soggior-no in città, alla corte dei Gonzaga – tracui la Sacra Famiglia con Santa Elisa-betta e il Battista bambino, La VestaleTuccia e Sofonisba, il Giudizio di Sa-

lomone e la fa-mosa Madonnadelle cave, saran-no in mostra i la-vori di altri artistiche operarono incittà, come Lo-renzo Leobruno eFrancesco Bonsi-gnori. Tante le iniziativeche affiancheran-no lo straordinarioevento espositivo.In par t icolare ,l’importante Convegno Internazionale“Andrea Mantegna. Impronta del genio”,promosso dalla Province di Padova, Ve-rona e Mantova e curato dall’Accade-mia Nazionale Virgiliana, che in tre gior-nate di studio – una per città – coin-volgerà autorevoli personalità del mon-do dell’arte nell’approfondimento delletematiche affrontate in mostra, offren-do nuovi spunti di riflessione. Nume-rosi anche gli eventi collaterali che cia-scuna città ha predisposto in diversi si-ti – mostre, incontri, concerti, ecc. – ei percorsi mantegneschi che arricchi-ranno la conoscenza del periodo stori-co in esame, consentendo di scoprireimportanti monumenti e opere meno no-te delle tre città.

Omaggio ad Andrea Mantegna

SEDIPadova - Musei Civici agli Eremitani,Piazza Eremitani, 8 Verona - Palazzo della Gran Guardia, Piazza Bra Mantova - Fruttiere di Palazzo Te, Viale Te, 13

Ingresso - Intero 10,00 euro, ridotto 8,00 euro(gruppi, ridotti di legge e convenzionati),ridottospeciale 4,00 euro (scuole e convenzionati)

Un grande evento espositivo articolato tra Verona, Padova e Mantovacelebra il V centenario della morte del grande maestro rinascimentale

Altr

o turis

mo

� Sacra Famiglia con SantaElisabetta e San Giovanni-no; tempera su tela, cm 75,5x 61,5; Dresda, StaatlicheKunstsammlungenù

� Cristo morto nel sepolcro etre dolenti; tempera su tela,68 x 81cm; Milano, Pinaco-teca di Brera

� Madonna con il Bambinoaddormentato; tempera acolla su tela; cm. 43 x 32

Berlino, Staatliche MuseenPreussischer Kulturbesitz,

Gemäldegalerie� Andrea Mantegna, Madonna in gloria

e santi Giovanni Battista, Gregorio;Magno, Benedetto e Gerolamo,Pinacoteca del Castello Sforzesco,Milano

� Il Martirio di san Cristoforo e iltrasporto del suo corpo decapitato(particolare); Padova, Chiesa degliEremitani, Cappella Ovetari

� Andrea Mantegna, Pala di SanZeno, basilica di San Zeno Maggio-re, Verona; Per gentile concessionedell’abate don Rino Breoni e dellaCuria Diocesana di Verona

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