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IL SETTING DI TERAPIA LOGOPEDICA CON IL SOGGETTO AUTISTICO
A cura di Dr. M. Brighenti *
A. Cinì** S. Isoli**
M. Maffei** * Neuropsichiatra Infantile, Primario del II° Servizio NPI e PEE dell’Azienda Ulss 20, Verona ** Logopedista, Centro Diagnosi, Cura e Ricerca sull’Autismo, dell’Azienda Ulss 20, Verona PAROLE CHIAVE: Setting logopedico, terapia logopedica, logopedia, autismo. I disturbi di comunicazione e di adattamento, tipici dei soggetti autistici, possono
largamente limitare l’intervento logopedico. Ciò significa che talvolta, a causa proprio di
stati eccessivi d’ansia, scarsità d’attenzione o collaborazione, o mancanza di linguaggio
verbale, l’ipotesi di terapia logopedica viene immediatamente scartata. E’ bene invece
interrogarsi circa la possibilità di modificare alcune caratteristiche del contesto di terapia,
per garantire un maggiore e migliore avvio dei soggetti autistici alla logopedia.
In altre parole: quanto può fare il logopedista, per permettere ad un numero sempre
maggiore di soggetti, di intraprendere un percorso riabilitativo indirizzato alla
comunicazione e al linguaggio?
Ciò che qui è stato indicato come “contesto di terapia”, si descrive alternativamente col
termine “setting”, ed indica un insieme di variabili sia soggettive (emozionali, culturali,
relazionali) sia oggettive (ambientali ed operative). Ciò significa che all’interno della parola
“setting” vanno fatte rientrare:
• Caratteristiche proprie del soggetto in carico e del riabilitatore, come le proprie
esperienze, la propria cultura, i proprio valori, le proprie conoscenze, il proprio
carattere, ……….
• Caratteristiche fisiche, riferibili al tempo, al luogo e al modo in cui si svolge la terapia.
Ovviamente, soprattutto quest ultimo punto, dipende fortemente dalla teoria di riferimento
adottata. I principi metodologici entro i quali tale lavoro è stato concepito, si rifanno al
modello S.I.F.Ne (Sviluppo ed Integrazione delle Funzioni Neuropsicologiche), che
analizza il disturbo autistico come conseguenza di una disorganizzazione dei sistemi
metacognitivi e di rappresentazione di specifiche funzioni cognitive. A sua volta, tale
modello si rifà alla neuropsicologia cognitivista.
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Nella presa in carico logopedica, è importante sottolineare la distinzione tra terapia ed
educazione, entrambe elementi essenziali, ma aventi caratteristiche ed obiettivi molto
differenti.
La terapia logopedica, è quella che si svolge direttamente con il logopedista, e mira alla
strutturazione del linguaggio. Coinvolge minimamente la famiglia, è caratterizzata da
sedute cadenzate nel tempo e particolarmente strutturate. Si fonda su un programma di
obiettivi e metodi che sono la naturale conseguenza di una specifica valutazione.
L’educazione all’uso del linguaggio verbale, invece, è la parte che viene svolta entro i
contesti abitualmente frequentati dal soggetto. Coinvolge in modo molto marcato la
famiglia e la scuola, è caratterizzata dall’uso del linguaggio appreso in logopedia, entro
situazioni naturali. E’ essenziale perché garantisce la generalizzazione di quanto appreso
in seduta logopedica, e dunque un uso pragmatico del linguaggio e della comunicazione.
A questo proposito, è importante sottolineare la rilevanza dell’integrazione tra le varie
risorse disponibili: ciò significa che la terapia logopedica sarà efficace, ovvero avrà un
senso, solo se le figure che ruotano attorno al soggetto nella sua quotidianità, si
attiveranno per consolidare e rafforzare quanto sperimentato con il logopedista.
Questi, da parte sua, deve garantire che il setting di terapia sia il più adeguato possibile al
soggetto in carico. Ciò significa modificare la stanza in cui si svolge terapia, adottare
materiale adeguato, ma anche assumere atteggiamenti psico-fisici che garantiscano un
clima di accoglienza, fiducia, empatia.
Tutto ciò conduce ad una particolare modalità di approccio, che sottolinea la rilevanza del
primo contatto con il soggetto autistico, e pone come obiettivo primario di qualsiasi tipo di
intervento, la creazione di una buona relazione tra operatore e paziente. Solo così
facendo, è possibile attraversare le fasi di condivisione e scambio con il soggetto in carico,
e giungere nel miglior modo possibile a svolgere attività specifiche di terapia logopedica.
Le fasi di condivisone e scambio sono fondamentali per la creazione di una buona
relazione tra terapista e paziente, e risultano indispensabili alla successiva, specifica, fase
di terapia logopedica.