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Lettura di opere d’arte

La Storia

Il XVIII secolo è per l’Europa un periodo di grandi sconvolgimenti politici e continue devastazioni.

Tre guerre di successione insanguinano per un cinquantennio il continente.La guerra di successione spagnola (1701-1713 ) viene combattuta tra Filippo V di Borbone , erede al trono di Spagna , appoggiato dalla Francia e la cosiddetta grande Alleanza formata da Inghilterra, Olanda, Portogallo , impero asburgico e Prussia:La guerra di successione Polacca (1733 – 1738 ) sono la Russia e l’impero asburgico ad allearsi contro Francia Spagna al fine di sostenere nella corsa al trono di Polonia un pretendente loro gradito;Nella guerra di successione Austriaca (1740-1748) l’erede al trono Maria Teresa d’Asburgo si scontra con Francia, Spagna e Prussia . Un complesso gioco di convenienze politiche e rivalità dinastiche dunque porta nel giro di pochi anni le varie potenze economiche a schierarsi ora come alleate, ora come nemiche.In Italia in seguito alla sconfitta della Grande Alleanza , i Borbone di Spagna giungono a governare direttamente il Regno di Napoli e quello di Sicilia e indirettamente tramite un ramo secondario della famiglia i Ducati di Parma e Piacenza e nell’Italia settentrionale all’influenza franco-spagnola subentra quella austriaca. Lo sviluppo culturale e artistico dell’Italia settecentesca dipende da questi nuovi assetti politici .

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I caratteri del Settecento

Nei primi decenni del XVIII secolo il gusto predominante è ancora quello barocco ma il rapido affermarsi delle teorie illuministe tendenti a rivalutare la razionalità e l’indagine scientifica , finisce in breve per scontrarsi con le esigenze dell’arte che tendeva a privilegiare l’effetto scenografico e l’invenzione fantastica.

Illuminismo è un movimento di pensiero che, sviluppatosi a livello europeo intorno al XVIII secolo, tenta di sottoporre alla verifica della ragione tutta la realtà. Il termine deriva da lumilumi, cioè luci in quanto fa riferimento a come la luce della ragione possa illuminare le tenebre dell’ignoranza e delle superstizioni.

Ne consegue una spaccatura . Da un lato assistiamo al perdurare dell’arte barocca che continuando e riproporre i temi finisce per diventare ripetitiva o fine a se stessa .Quest’ultima fase prende il nome di Rococò (dal francese Rocaille che sta ad indicare un tipo di decorazione con conchiglie e pietruzze molta diffusa nei giardini signorili ) il suo centro principale europeo di sviluppo è la Francia di Luigi XV.

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Il Rococò

Il Rococò oltre che nella pittura si manifesta di preferenza nel decorativismo esasperato degli interni ornati da stucchi, intarsi e specchi e nella produzione di mobili, arazzi e porcellane dalle forme elaboratissime .Al di là della preziosità dei materiali e della raffinatezza tecnica delle realizzazioni, il Rococò diviene spesso espressione della vuotezza e della falsità di certa vite di corte che ormai slegata da qualsiasi contatto con il mondo reale persegue esclusivamente il proprio ideale di grazia e di ricercatezza .Dall’altra parte inizia a diffondersi una forte reazione alle stravaganze dell’ultimo Barocco al quale si sente il bisogno di imporre dei correttivi di tipo classicheggiante.Intorno alla metà del XVIII sec. ciò darà origine al Neoclassicismo consistente nello studio e nella riproposizione delle forme e dei valori dell’arte classica. Con il ritorno alla razionalità e l’equilibrio dell’arte greca l’illuminismo trionferà anche in campo artistico decretando la fine della cultura barocca.

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Filippo Juvara (1678-1736)

Nasce a Messina 1678 e muore a Madrid nel 1736 . La sua formazione artistica avviene a Roma ; dopo aver lavorato presso l’architetto Carlo Fontana riesce subito a affermarsi per le sue fantasiose qualità di scenografo. Nel 1714 è a Messina dove Vittorio Amedeo II di Savoia che proprio l’anno precedente aveva ottenuto il titolo di Re di Sicilia , ha subito modo di apprezzare le sue qualità artistiche. Al seguito del sovrano sabaudo lo Juvara si reca poi a Torino dove si guadagna anche la nomina di primo architetto di corte . Nel corso del lungo soggiorno Torinese mette ulteriormente a punto la propria tecnica architettonica tanto da cpnseguire una solida fama a livello europeo.Nel 1735 il Re di Spagna Filippo V di Borbone lo chiama a Madrid per farsi progettare il nuovo palazzo Reale che a causa della morte improvvisa dell’artista viene poi costruito dal torinese Giovanni Battista Sacchetti .

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Filippo Juvara – Il periodo Torinese

Nel periodo Torinese si manifesta la piena maturità dell’artista e le sue scelte architettoniche appaiono perfettamente delineate .Il Piemonte di Vittorio Emanuele II è fra gli stati italiani della prima metà del Settecento uno dei più potenti e meglio organizzati.Il sovrano sabaudo lo governa con mentalità illuminista. Torino riceve un grande impulso di espansione in quanto deve gradualmente adattarsi a essere capitale di uno Stato moderno che vuol poter competere a pieno titolo con le principali potenze europee.Ciò porta a un totale ridisegno della città che , nel giro di pochi anni si arricchisce di una viabilità più scorrevole e ordinata sulla quale si affacciano palazzi fra loro estremamente omogenei per stile e dimensioni .E’ in questo contesto che si arricchisce l’opera di Juvara il quale memore del suo passato di scenografo capisce che ogni nuova architettura non può mai prescindere da quelle preesistenti né dal contesto ambientale e paesaggistico nel quale dovrà inserirsi.

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La Basilica di SupergaSuperga

Nel 1717 l’artista inizia la costruzione della Basilica di Superga un edificio monumentale posto sulla sommità dell’omonima collina.Si tratta di un organismo architettonico di grande suggestione che i Savoia vollero erigere in ricordo delle recenti vittorie sulla Francia. L’enorme fabbrica si articola attorno a una chiesa a pianta centrale sormontata da un’enorme cupola di gusto michelangiolesco e preceduta da un alto e maestoso pronao a pianta quadrata. Questo ,somigliante a quello del Pantheon , è delimitato da otto colonne in marmo di Gassino. L’idea è evidente già nei primi schizzi nei quali l’architetto riesce già ad individuare la movimentata dislocazione dei volumi.

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La Basilica di SupergaSuperga

La parte retrostante della chiesa che si dilata in un profondo presbiterio è inglobata in un convento a sua volta organizzato attorno a un vasto cortile rettangolare porticato sui quattro lati. Due massicci campanili gemellati affiancano il corpo cilindrico della chiesa , come si trattasse di uno sfondo teatrale contro il quale l’intera basilica si proietta.La grande abilità dello Juvara sta nell’aver saputo fondere temi architettonici diversi, si va dal classicheggiante pronao corinzio alla slanciata cupola rinascimentale fino ai campanili barocchi di evidente derivazione borrominiana . L’effetto che ne consegue è di tipo scenografico.. Muovendosi attorno alla basilica le prospettive cambiano a tal punto che sembra che i vari elementi cambino dimensione come all’interno di una macchina teatrale.

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Palazzina di caccia Stupinigi

Nel 1729 Vittorio Amedeo II chiama lo Juvara a costruirgli il località Stupinigi, una palazzina di caccia dove poter degnamente ricevere i proprio ospiti dopo le battute nelle campagne e nei boschi circostanti. Anche in questo caso la costruzione ha un enorme impatto urbanistico , in quanto sia per forma sia per dimensioni non si configura come un semplice palazzo , ma come un organismo molto più complesso e articolato .

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Palazzina di caccia Stupinigi

L’idea di partenza è quella di un grande salone centrale di forma ellittica dal quale si dipartono quattro bracci più bassi disposti a croce di Sant’Andrea . In essi sono ricavati gli appartamenti reali e quelli per gli ospiti . La costruzione si protende poi anteriormente racchiudendo un vasto cortile ottagonale sul quale si affacciano gli edifici di servizio, secondo un’idea di massima già intuibile dai primi schizzi.

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Palazzina di caccia Stupinigi

La palazzina di Stupinigi è anche indicatore di quella che è la tipica vita di corte settecentesca . Mentre l’Europa è travagliata da guerre devastanti e da una crisi economica sempre crescente all’interno del mondo dorato il tempo trascorre in una dimensione irreale tra festa balli e banchetti.L’interno è un tipico esempio di rococò italiano . Attorno al grande salone ellittico centrale destinato ai ricevimenti e alle feste da ballo vi sono il salone da gioco, alcuni salottini e molte anticamere. Il tutto è realizzato con molto sfarzo e raffinatezza impiegando materiali preziosi.

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Luigi Vanvitelli (1700-1773)

Nasce a Napoli nel 1700 e muore a Caserta nel 1773.Figlio di un pittore vedutista olandese inizia la propria attività artistica seguendo le orme del padre . Il successo gli arrivò non come pittore ma come architetto. Formatosi a Roma nell’ambiente di Carlo Fontana entra in contatto con Juvara del quale potrebbe essere stato allievo.La sua concezione architettonica pur partendo da una base barocca si dimostra estremamente sensibile ai temi della classicità,recuperati dalle rovine antiche che la cultura illuminista del temo incominciava a rivalutare con insistenza. Per questo è considerato il primo architetto neoclassico anche se il neoclassicismo inizia dopo la metà del 1700 quando Vanvitelli era in piena maturità artistica.Dopo aver partecipato a diversi concorsi viene nominato nel 1726 alla prestigiosa carica di primo architetto della fabbrica di san Pietro dove realizza un ingegnoso sistema di rinforzo della cupola michelangiolesca che mette in luce un secondo lato della personalità di Vanvitelli quella del tecnico . Alla luce del razionalismo illuminista a fianco della figura dell’architetto inizia a delinearsi con pari dignità anche quella dell’ingegnere. Quest’ultimo non solo dovrà intendersi di composizione degli ordini architettonici ma dovrà essere esperto di fisica,matematica e geometria.

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Reggia di Caserta

Nel 1751 il Vanvitelli è chiamato a Napoli da Carlo III di Borbone che aveva intrapreso un’azione di rinnovamento politico ed economico dello Stato .E’ in questo contesto di rinnovamento che si inserisce l’opera più importante e famosa di Vanvitelli . Il re gli commissiona la costruzione della nuova Reggia di Caserta un palazzo che secondo gli intenti della corte non doveva essere secondo a quello di alcun altro grande sovrano d’Europa. Come Juvara per la Palazzina di caccia Stupinigi anche il Vanvitelli non si occupa solo del progetto architettonico ma anche la realizzazione dell’immenso parco e della risistemazione urbanistica dell’intera città . La nuova reggia doveva avere una chiara indicazione di natura politica . La nuova reggia vuole essere il simbolo del nuovo Stato borbonico : potente e grandioso, ma anche razionale ed efficiente .La prima pietra della Reggia di Caserta venne posta nel 1752.

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Reggia di Caserta

Il palazzo appare un massiccio parallelepipedo a pianta rettangolare 247-184 metri . Lo spazio interno è diviso da due bracci ortogonali che intersecao i corpi principali delle facciate nel punto mediano dando origine a quattro immensi cortili rettangolari di oltre 3800 mq.

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Reggia di Caserta

Sulle due facciate maggiori i punti di innesto del braccio centrale e delle ali laterali corrispondenti alle due facciate minori risultano lievamente aggettanti rispetto al piano stesso della facciata e questa soluzione movimenta una parete che con le sue 108 finestre principali geometricamente ripartite su tre piani sarebbe apparsa troppo monotona.

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Reggia di Caserta

Perno centrale di tutto il grandioso edificio è il grande atrio ottagonale ove i due bracci mediani si incontrano dando origine a delle prospettive estremamente scenografiche secondo il gusto teatrale dell’ultimo barocco . Da questo atrio si diparte uno scalone monumentale che con i suoi 18 metri di larghezza è il più grande d’Italia e per la ricchezza di decorazioni che offre si colloca tra i più celebri d’Europa.

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Reggia di Caserta

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Reggia di Caserta

Il parco si estende per oltre 120 ettari sul retro della reggia su terreno collinare. Il modello del parco è evidentemente ispirato a quello di Versailles voluto dal re di Francia Luigi XIV nella seconda metà del XVII secolo nelle vicinanze di Parigi. In corrispondenza del centro della facciata si diparte un lunghissimo viale interrotto da fontane ,vasche e cascate artificiali, in una successione che sembra perdersi prospetticamente all’infinito.

giardino di Versailles

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Reggia del giardino di Versailles

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Reggia di Caserta

Lateralmente immensi fitti boschi , vialetti minori conducono ad altre fontane ornate di statue a soggetto mitologico e al laghetto dei cigni. In questo modo ogni elemento naturale viene volutamente e profondamente modificato . Torrenti e ruscelli dal percorso tortuoso sono incanalati in vasche dalle forme perfettamente regolari, mentre gli alberi i fiori e gli arbusti vengono piantati e disposti i base a rigorosi disegni geometrici.

Il paesaggi che ne deriva è quello di un fondale di un teatro davante al quale proprio come su un palcoscenico viene recitata la farsa continua di una vita di corte frivola e staccata da qualsiasi realtà sociale.

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Il vedutismo

Con il termine vedutismo si è soliti indicare un particolare genere pittorico nel quale si rappresentano vedute prospettiche di paesaggi o di città . Queste possono essere di fantasia come avveniva in epoca rinascimentale e barocca o riprese dal vero come avveniva nel corso del XVIII secolo . L’illuminismo ha dato notevoli impulsi alla geometria e all’ottica il che ha consentito evidenti progressi anche nel campo della prospettiva e delle sue applicazioni.Il vedutismo settecentesco concentra la propria attenzione su soggetti architettonici cittadini nei quali ,meglio che nei paesaggi potevano essere messe in evidenza tecniche rappresentative tendenti a una restituzione sempre più scientificamente vicina al vero.

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Il vedutismo

Non è un caso che proprio nel XVIII giunga alla massima diffusione la cosiddetta camera ottica che nota già verso la fine del Cinquecento venne perfezionata.La camera ottica è l’antenata della nostra macchina fotografica , tramite un sistema di lenti mobili (obiettivo) proietta al proprio interno l’immagine capovolta del soggetto sul quale viene puntata solo che al posto della moderna pellicola vi è o una lastra di vetro smeriglio o un foglio da disegno sul quale ricalcare l’immagine riflessa . Il modello più completo consiste in una camera ottica consistente in una specie armadio trasportabile da due addetti a mazzo di stanghe .Alla sommità della camera uno specchio regolabile dall’interno per mezzo di un’asta metallica proietta su un foglio di carta tramite un obiettivo la veduta da riprodurre. L’immagine proiettata è la proiezione prospettica esatta del soggetto riflesso dallo specchio attraverso l’obiettivo. L’adozione della camera ottica ha mutato se non sconvolto il modo di dipingere del XVIII sec.