Il Servizio Sanitario Nazionale e il Servizio Sanitario ... · Nel servizio sanitario nazionale è...

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I l Servizio Sanitario Nazionale e il Servizio Sanitario Regionale L’assistenza territoriale e le Cure primarie Maria Luisa De Luca Dire;ore Dipar<mento cure Primarie AUSL Bologna

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Il Servizio Sanitario Nazionale e il Servizio Sanitario Regionale

L’assistenza territoriale e le Cure primarie

Maria Luisa De LucaDire;ore Dipar<mento

cure Primarie AUSL Bologna

Cara;eris<che di un Sistema Sanitario Nazionale

Professoressa Ugolini UniBo

Erogazione dei servizi basata sulle mutue, associazioni di professionisti capaci di garantire sostegno economico, nel caso di infermità, al lavoratore o alla sua famiglia in funzione di un periodico versamento di una quota.

L’aumento dei ricoveri, l’inadeguatezza nella filtrazione e il mancato controllo dei tempi di degenza portarono a un progressivo aumento delle rette, mettendo in difficoltà le casse mutue.

In breve tempo queste associazioni affrontarono una grave crisi finanziaria che di riflesso si abbatté sugli ospedali e quindi sugli assistiti.

La legge 386 del 17 agosto 1974 estinse i debiti accumulati dagli enti mutualistici nei confronti degli enti ospedalieri, sciolse i consigli di amministrazione dei primi e ne dispose il commissariamento, trasferendo i compiti in materia di assistenza ospedaliera alle Regioni.

Prima del 1978

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i

limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Art. 32 della Costituzione

Con la legge 833 del 23 dicembre 1978 viene is<tuito il Servizio Sanitario Nazionale (aTvato ufficialmente a par<re dal 1 luglio 1980).

I principi fondamentali su cui si basa sono:

• Universalità – Chiunque si trovi sul territorio italiano ha diri;o all’assistenza.

• Uguaglianza di tra;amento – A tuT devono essere garan<te le medesime prestazioni.

• Globalità – Il SSN si fa carico di tu;e le esigenze di salute, che vanno oltre allo stato acuto della patologia e deve quindi intervenire su una molteplicità di fa;ori che influenzano la salute dei singoli e della colleTvità.

• Equità – Le spese sono distribuite tra i ci;adini non in base alla loro salute ma alle loro possibilità; l’intero sistema viene finanziato a;raverso la fiscalità generale, progressiva.

• Controllo democra<co – I ci;adini, in quanto finanziatori, devono poter vigilare sulla buona ges<one del Sistema Sanitario.

• Proprietà prevalentemente pubblica/Unicità di ges<one – Il sistema, pur riconoscendo degli a;ori priva<, deve essere pubblico.

Il Servizio Sanitario Nazionale

«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diri;o dell'individuo e interesse della colleTvità mediante il servizio sanitario nazionale.

La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispe;o della dignità e della libertà della persona umana.

Il servizio sanitario nazionale è cos<tuito dal complesso delle funzioni, delle stru;ure, dei servizi e delle aTvità des<na< alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tu;a la popolazione senza dis<nzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l'eguaglianza dei ci;adini nei confron< del servizio.

L'a;uazione del servizio sanitario nazionale compete allo Stato, alle regioni e agli en< locali territoriali, garantendo la partecipazione dei ci;adini.

Nel servizio sanitario nazionale è assicurato il collegamento ed il coordinamento con le aTvità e con gli interven< di tuT gli altri organi, centri, is<tuzioni e servizi, che svolgono nel se;ore sociale aTvità comunque inciden< sullo stato di salute degli individui e della colleTvità.

Le associazioni di volontariato possono concorrere ai fini is<tuzionali del servizio sanitario nazionale nei modi e nelle forme stabili< dalla presente legge.»

La Legge 833: Art.1 – I principi

«Il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo è assicurato mediante:

1. la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un'adeguata educazione sanitaria del cittadino e delle comunità;

2. la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro;

3. la diagnosi e la cura degli eventi morbosi quali che ne siano le cause, la fenomenologia e la durata;

4. la riabilitazione degli stati di invalidità e di inabilità somatica e psichica;

5. la promozione e la salvaguardia della salubrità e dell'igiene dell'ambiente naturale di vita e di lavoro;

6. l'igiene degli alimenti, delle bevande, dei prodotti e avanzi di origine animale per le implicazioni che attengono alla salute dell'uomo, nonché la prevenzione e la difesa sanitaria degli allevamenti animali ed il controllo della loro alimentazione integrata e medicata;

7. una disciplina della sperimentazione, produzione, immissione in commercio e distribuzione dei farmaci e dell'informazione scientifica sulla stessa diretta ad assicurare l'efficacia terapeutica, la non nocività e la economicità del prodotto;

8. la formazione professionale e permanente nonché l'aggiornamento scientifico culturale del personale del servizio sanitario nazionale.»

La Legge 833: Art.2 – Gli obieTvi del SSN

1. Tutte le strutture che operano per la tutela della salute confluiscono in un'unica organizzazione sanitaria. Scompaiono le mutue.

2. Priorità alla prevenzione: gli enti mutualistici assicuravano solo l'assistenza ai soggetti già affetti da malattia e non provvedevano ad interventi di tutela della salute.

3. Attuazione del SSN a tre livelli, centrale, regionale e locale.

4. Uniformità gestionale.

5. Nascita delle USL.

6. Nascita dei Distretti Sanitari.

7. Importanza della programmazione sanitaria.

8. Uniformità geografica e sociale.

9. Ospedali diventano strutture delle USL.

La Legge 833: Sintesi

• Improprio collegamento tra programmazione delle aTvità sanitarie e sistema di finanziamento delle aTvità sanitarie stesse: Separazione tra responsabilità di spesa (USL) e finanziamento (Stato).

• Fenomeno perverso del ripianamento dei disavanzi:

- “burocra<zzazione” delle USL;

- rigidità delle procedure;

- separazione tra le aree sanitarie e quelle amministra<ve, autoreferenzialità;

- forte intervento della poli<ca nella ges<one;

- mancanza di autonomia e assenza di direzione “manageriale”.

• Mancata a;uazione degli elemen< stru;urali di programmazione (PSN e PSR mai realizza<).

• A;enzione sostanziale ed esclusiva ai fa;ori di produzione e non al prodo;o sanitario e mancanza di strumen< di valutazione.

• Deresponsabilizzazione ges<onale degli operatori, con remunerazione del personale non correlata ai risulta<.

La Legge 833: Cri<cità

Si apre la strada della cosidde;a «seconda riforma», i cui pun< principali sono:

1. A;uazione del SSN a 2 livelli (centrale e regionale)

2. Centralità del Piano Sanitario Nazionale

3. Regionalizzazione: A;ribuzione alle regioni di funzioni legisla<ve in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera a;e alla definizione di

• principi di organizzazione dei servizi e di erogazione delle prestazioni dire;e alla tutela della salute;• criteri di finanziamento delle aziende ospedaliere e sanitarie locali;• indirizzi tecnici di promozione e di supporto anche in relazione al controllo di ges<one e alla

valutazione di qualità delle prestazioni sanitarie.

Di fa;o, avviene una responsabilizzazione totale delle Regioni per i risulta< finanziari della ges<one: ad esser è affidato il potere di guida e controllo sulle neonate Aziende sanitarie, con conseguente cos<tuzione di un vero e proprio «gruppo» di aziende pubbliche la cui capogruppo (holding) è la Regione stessa.

D.Lgs 502/1992 e 517/1993 – La seconda riforma

4. Aziendalizzazione

a) delle USL con conseguente:• costituzione delle USL come Aziende pubbliche con personalità giuridica e con autonomia

organizzativa, gestionale, amministrativa, patrimoniale e contabile; • obbligo di pareggio di bilancio;• contabilità economica e responsabilizzazione basata sui risultati;• eliminazione dello status di strutture operative dei Comuni. Agli organi rappresentativi (conferenza

dei Sindaci) rimane il diritto/dovere di esprimere il bisogno socio-sanitario delle comunità locali.b) degli ospedali, con conseguente:• nascita delle Aziende Ospedaliere, tipologie di ospedali con autonomie e organizzazioni

sovrapponibili a quelle delle USL;• accentuata autonomia direzionale, economico finanziaria e gestionale anche per quei presidi che

non essendo costituiti in AO, restano all'interno dell'AUSL nella quale sono territorialmente ricompresi.

D.Lgs 502/1992 e 517/1993 – La seconda riforma

5. introduzione di elementi di competitività tra le strutture dell’offerta (pubbliche e private convenzionate), secondo 3 presupposti:

- accreditamento;

- remunerazione a tariffa predeterminata (non più piè di lista, ma DRG);

- controllo delle prestazioni;

6. libertà di scelta per il cittadino del luogo di cura, ma solo tra strutture accreditate nei confronti delle quali le AUSL abbiano stipulato accordi contrattuali;

7. revisione dei sistemi di finanziamento attraverso l’introduzione di meccanismi correlati alle prestazioni erogate invece dei precedenti legati ai costi sostenuti;

8. un maggiore coinvolgimento della classe medica nella gestione dei servizi.

D.Lgs 502/1992 e 517/1993 – La seconda riforma

1. Valorizzazione processo programmatorio: Circolarità PSN-PSR e introduzione di livelli di programmazione aziendale e distre;uale.

2. Indicazione dei principi di fondo sui LEA: Vengono defini< criteri esclusione/inclusione delle prestazioni dai livelli e si introduce l’EBM.

3. Potenziamento del ruolo degli en< locali: Conferenza permanente per la programmazione, possibilità di richiedere rimozione di manager inadempien<

4. Ulteriore accentuazione del processo di aziendalizzazione, con l’introduzione dell'a;o aziendale, ovvero di diri;o privato, e della possibilità di appaltare/contra;are dire;amente la fornitura di beni e servizi.

5. Disciplina del sistema “autorizzazioni-accreditamento-accordi contra;uali”: Passaggio dal conce;o di concorrenza a quello di integrazione.

6. Aziende ospedaliere di rilievo interregionale o nazionale.

7. Si afferma l’esclusività del rapporto di lavoro della Dirigenza sanitaria (libera professione intra-muraria).

D.Lgs 229/99 – La terza riforma

D.Lgs 229/99 – La terza riforma

D.Lgs 229/99 – La terza riforma

Ulteriori sviluppi – Federalismo fiscale

1. Legge 56/2000: assegnazione dire;a alle Regioni di geTto derivante da precise imposte.

2. Legge 405/2001: possibilità per le regioni di cos<tuire aziende ospedaliere di rilievo regionale e autorizzare dire;amente sperimentazioni ges<onali pubblico-private di servizi sanitari.

Che ruolo riveste la Regione nell’ambito della Sanità?

Nella legge 833/78 ci sono tre livelli di intervento:

1. Stato (Governo, Ministero della Sanità, organi consultivi propositivi) – Programmazione , indirizzo e controllo generale).

2. Regioni e Province autonome – Programmazione attuativa, di definizione generale dell'organizzazione dei servizi sanitari.

3. Enti Locali (Comuni singoli ed associati e comunità montane) – Gestione dei servizi sanitari attraverso le USL.

Dalla legge 502/99 e successive modificazioni vi sono due livelli di intervento, Stato e Regioni.

Livello centrale e livello regionale

Livello centrale - Lo Stato ha la responsabilità di assicurare a tuT i ci;adini il diri;o alla salute mediante un forte sistema di garanzie, a;raverso i Livelli essenziali di assistenza.

Livello regionale - Le Regioni hanno la responsabilità dire;a della realizzazione del governo e della spesa per il raggiungimento degli obieTvi di salute del Paese.

Le Regioni hanno competenza esclusiva nella regolamentazione e organizzazione di servizi e di aTvità des<nate alla tutela della salute e dei criteri di finanziamento delle Aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere (anche in relazione al controllo di ges<one e alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie nel rispe;o dei principi generali fissa< dalle leggi dello Stato).

Livello centrale e livello regionale

1. La determinazione dei principi sull’organizzazione dei servizi e sull’aTvità in favore della tutela della salute.

2. L’ar<colazione del territorio regionale in Aziende Unità Sanitarie Locali.

3. La definizione dei criteri per l’ar<colazione del territorio Aziendale in DistreT.

4. Nomina e valutazione DG AUSL e AO.

5. La definizione delle modalità organizza<ve e di funzionamento e dei sistemi contabili delle AUSL e delle Aziende Ospedaliere.

6. La scelta dei criteri per il finanziamento delle AUSL e delle Aziende Ospedaliere.

7. Le aTvità di indirizzo tecnico, promozione e supporto nei loro confron<, anche in relazione al controllo di ges<one ed alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie.

8. La disciplina del rapporto tra programmazione regionale e programmazione a;ua<va locale

9. Sistemi di accreditamento.

Il ruolo delle Regioni nel SSN

Gli strumenti di pianificazione

STATO

REGIONI

Piano Sanitario Nazionale

Piano Sanitario Regionale

Piano A;ua<vo Locale Piano annuale

AZIENDEUnità Sanitarie Locali

AZIENDE(Sanitarie) Ospedaliere

II Livelli essenziali di assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tuT i ci;adini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (<cket), con le risorse pubbliche raccolte a;raverso la fiscalità generale (tasse).

Il 18 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazze;a Ufficiale il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) con i nuovi Livelli essenziali di assistenza, sos<tuendo il DPCM 29 novembre 2001, con cui i LEA erano sta< defini< per la prima volta.

Il provvedimento, che rappresenta il risultato di un lavoro condiviso tra Stato, Regioni, Province autonome e Società scien<fiche, è stato predisposto in a;uazione della Legge di stabilità 2016, che ha vincolato 800 milioni di euro per l’aggiornamento dei LEA. Il DPCM 12 gennaio 2017 e gli allega< che ne sono parte integrante:

1. definisce le aTvità, i servizi e le prestazioni garan<te ai ci;adini con le risorse pubbliche messe a disposizione del Servizio sanitario nazionale;

2. descrive con maggiore de;aglio e precisione prestazioni e aTvità oggi già incluse nei livelli essenziali di assistenza;

3. ridefinisce e aggiorna gli elenchi delle malaTe rare e delle malaTe croniche e invalidan< che danno diri;o all’esenzione dal <cket;

4. innova i nomenclatori della specialis<ca ambulatoriale e dell’assistenza protesica, introducendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni obsolete.

Fonte Ministero della Salute

Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)

Il DPCM individua tre grandi Livelli.

1. Prevenzione collettiva e sanità pubblica, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli; in particolare:• sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i programmi

vaccinali;• tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati;• sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;• salute animale e igiene urbana veterinaria;• sicurezza alimentare - tutela della salute dei consumatori;• sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi la promozione di stili di vita sani ed i

programmi organizzati di screening; sorveglianza e prevenzione nutrizionale;• attività medico legali per finalità pubbliche.

Fonte Ministero della Salute

Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)

2. Assistenza distre;uale, vale a dire le aTvità e i servizi sanitari e socio-sanitari diffusi sul territorio, così ar<cola<:

• assistenza sanitaria di base;

• emergenza sanitaria territoriale;

• assistenza farmaceu<ca;

• assistenza integra<va;

• assistenza specialis<ca ambulatoriale;

• assistenza protesica;

• assistenza termale;

• assistenza sociosanitaria domiciliare e territoriale;

• assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale.

Fonte Ministero della Salute

Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)

3. Assistenza ospedaliera, articolata nelle seguenti attività:• pronto soccorso;• ricovero ordinario per acuti;• day surgery;• day hospital;• riabilitazione e lungodegenza post acuzie;• attività trasfusionali;• attività di trapianto di cellule, organi e tessuti;• centri antiveleni (CAV).

Fonte Ministero della Salute

Con DPCM del 12 gennaio 2017 i LEA sono stati aggiornati

Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)

IL DISTRETTO

NORMATIVA DISTRETTO

Il Piano Sanitario Regionale 1999-2001 della RegioneEmilia-Romagna e la successiva Delibera di Giunta del 1Marzo 2000, n. 309, emanata in sua applicazione, daltitolo “Assistenza distrettuale - Approvazione lineeguida”, riprendono l’impostazione e le logiche di fondodel Decreto 229,ha delineato le funzioni del distretto ,esplicitando però con chiarezza la distinzione, implicitanel 229, tra le due funzioni fondamentali attribuite alDistretto, ossia la committenza e la produzione

DistreN di commiOenza e garanzia• Il DistreOo è l’ar+colazione territoriale fondamentale del governo aziendale, il luogo in cui sono valorizzate le

forme individuali e colleNve di espressione dei bisogni come meccanismo di costruzione della domanda, garantendo sempre una risposta correlata, con aNvazione e messa in rete delle energie individuali, familiari, comunitarie e pubbliche disponibili.

• Il DistreOo è anche il luogo delle relazioni interisRtuzionali e della garanzia di accesso, di adeguatezza della risposta e di rendicontazione verso il ciOadino.

• Include anche l’integrazione socio-sanitaria e il controllo quali-quanRtaRvo sugli erogatori interni ed esterni, non più limitato ai precedenR ambiR di gesRone direOa, ma estesi a tuN i macrolivelli assistenziali.– monitoraggio sistemaRco, quali-quanRtaRvo, delle prestazioni e dei percorsi clinico-assistenziali, anche in

riferimento a standard predefiniR, nei confronR di tuN gli erogatori interni (diparRmenR territoriali ed ospedalieri) ed esterni, pubblici e privaR;

– partecipazione alla pianificazione dell’uRlizzo del FRNA di concerto con tuN gli aOori isRtuzionali interessaR;– organizzazione di struOure professionali integrate fra AUSL e Comuni ed équipe interprofessionali (UVMD) per

l’analisi del bisogno;– erogazione dell’assistenza sociale in virtù delle deleghe aNve nei rapporR con i comuni, laddove esistenR.

ORGANIZZAZIONE DISTRETTO

Direttore di DistrettoResponsabile AmministrativoResponsabile Unità Attività Socio SanitariaDirettore delle Cure Primarie e Specialistica

Comunità• Associazioni e volontariato• Gruppi AMA• Comitato consultivo misto

I DISTRETTI

DISTRETTI AUSL DI BOLOGNA

Strutture e servizi AFFERENTI AL DISTRETTO

• Ospedale • Poliambulatorio (specialistica, ambulatori infermieristici)• MMG e PLS (Aggregazioni funzionali territoriali)• SID• Consultori• Sociale• CUP• PUA/PCAP• Case della salute• CRA

LE CURE PRIMARIE IN AUSL BOLOGNA

IL DIPARTIMENTO DI CURE PRIMARIEIl modello organizzativo adottato dall’Emilia-Romagna nell’area dell’assistenza primaria è descritto dalla legge

regionale n 29 del 2004 e dal successivo Decreto di Giunta Regionale numero 2011 del 2007 (Direttiva alle

aziende sanitarie per l’adozione dell’atto aziendale, di cui all’art. 3, comma 4, della l.r. 29/2004: indirizzi per

l’organizzazione dei dipartimenti di cure primarie, di salute mentale e dipendenze patologiche e di sanità

pubblica) dove vengono individuate funzioni e organizzazione del dipartimento di cure primarie (DCP), così

come degli altri due dipartimenti di produzione territoriale (Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze

Patologiche e Dipartimento di Sanità Pubblica).

Viene, innanzitutto, sottolineata la separazione tra funzione di committenza, propria del Distretto, e di gestione

della produzione propria del dipartimento di cure primarie (DCP).

“Le cure primarie rappresentano il sistema di cure erogate vicino ai luoghi di vita delle persone (studio del

proprio medico, domicilio, strutture ambulatoriali e consultoriali, strutture residenziali) e costituiscono la forma

principale di assistenza sanitaria, quella continuativa sulla quale si appoggia e attraverso la quale viene

indicata la necessità di assistenza specialistica (anche ospedaliera). (…)

Il Direttore di Dipartimento di cure primarie ha il mandato di:

Organizzare e gestire il processo di produzione ed erogazione dei servizi dell'assistenza primaria pergarantire al cittadino una risposta esauriente ai propri bisogni di salute

Presidiare i nodi della rete, attivare le relazioni, gestire e presidiare i punti di organizzazione e di verificatra i vari produttori e tra questi e il destinatario finale, cioè l’assistito e la sua famiglia.

Favorire l'appropriatezza e l'equità delle prestazioni

Risponde del proprio operato alla Direzione Sanitaria Aziendale

E’ responsabile dal punto di vista professionale per il corretto utilizzo dei metodi e strumenti del governo clinico, e dal punto di vista gestionale per l’utilizzo appropriato delle risorse assegnate per il raggiungimento degli obiettivi.

Ha il compito di organizzare e gestire il processo di produzione ed erogazione dei servizi dell'assistenza primaria. Tale compito si sostanzia nella gestione e nel presidio di una rete integrata di servizi che vede nel nucleo di cure primarie l'unità operativa fondamentale chiamata a garantire al cittadino

Gli operatori, singoli o organizzati, hanno la responsabilità professionale di produrre prestazioni di altocontenuto professionale e/o tecnologico, realizzando i percorsi operativi.

I PROFESSIONISTI

vMedico (MMG, PLS, Specialista, M.C.A.) vInfermierevFisioterapistavOstetricavAssistente SanitariavOperatore SocialevAltri Professionisti

CONTESTO ISTITUZIONALE NAZIONALEL. 189/2012 «Legge Balduzzi»

Elementi della strategia “Balduzzi”Dare impulso a riforme regionali di

RIORGANIZZAZIONE DELL'ASSISTENZA TERRITORIALE

Allineare intorno a questo percorso le risorse necessarie per compierlo:

i MMG

l introduzione del “ruolo unico” della medicina generale;

l superamento di tuOe le forme organizzaRve esistenR e la loro sosRtuzione con le AFT e le UCCP;

l adesione obbligatoria (già prevista formalmente) a tali forme organizzaRve, così come al sistema informaRvo (rete informaRca e flussi informaRvi) regionale e nazionale;

l riorganizzazione degli incen+vi in modo da supportare lo sviluppo delle AFT e UCCP, in un quadro di invarianza delle risorse economiche;

Aggregazioni Funzionali Territoriali eUnità Complesse di Cure Primarie

Patto per la salute 2014 - 2016

l Determinazione del FSN per il triennio 2014-16

l Nomenclatore tariffario Protesi & Ausili

l Farmaci: prezzi per categorie omogenee; rimborsabilita’

l Centrali uniche di acquisto regionali

l Revisione dei Rcket

l Riordino dell’assistenza ospedaliera e territoriale

La riconfigurazione del ruolo dell’ospedale (D.M. 70/2015)lCome luogo per il trattamento di condizioni acute, per l’alta complessità

clinica e assistenziale e per la tecnologia ad alto impatto economico

lRiorganizzato in una rete Hub & Spoke in base alla complessità delle proprie funzioni

lConcentrando alcune competenze e prestazioni lì dove sono più sicure, ovvero dove gli alti volumi di interventi possono assicurare alti standard di qualità

lPromuovendo l’integrazione con il territorio attraverso strutture per lecure intermedie (es. Ospedali di Comunità) e i percorsi di cura integrati

SINONIMI DI CURE PRIMARIE

ASSISTENZAPRIMARIA

ASSISTENZA SANITARIA PRIMARIA

ASSISTENZA DI 1°LIVELLO

ASSISTENZA TERRITORIALE

ASSISTENZA DISTRETTUALE

ASSISTENZA EXTRAOSPEDALIERA

DISTRETTO

Il termine PHC quindi, compare per laprima volta nel 1970, in un fascicolodella rivista Contact e vienesuccessivamente uRlizzato dall’OMS,nel periodo della lunga direzione diHaldan Theodor Mahler (1973-1988),dando il Rtolo alla famosaDichiarazione di Alma Ata del 1978nella quale è stato esplicitato ilmodello conceOuale dell’Assistenzaprimaria aOraverso indirizzi di poliRcasanitaria , rivolR sia a paesi in via disviluppo sia industrializzaR

LE CURE PRIMARIE Con il termine Cure Primarie si caratterizza l’offerta dei servizi socio-sanitari,definita da Guzzanti nel 1985 come «il complesso delle attività e delleprestazioni sanitarie e sociosanitarie dirette alla prevenzione, altrattamento delle malattie e degli incidenti di più larga diffusione e diminore gravità e delle malattie e disabilità ad andamento cronico, quandonon necessitano di prestazioni specialistiche di particolare complessitàclinica e tecnologica»

Quindi per Cure Primarie si intende il livello di offerta dei servizi propridell’Assistenza primaria, nel quale si sottolinea la componente erogativa, sonoessenzialmente riconducibili a quella che comunemente nel nostro Paese vienechiamata medicina territoriale, cioè l’insieme delle prestazioni e attività,soprattutto cliniche, proprie del primo livello di assistenza che vengonoprevalentemente erogate da medici (Medical care) siano essi MMG, Pediatri diLibera Scelta (PLS), Medici di Continuità Assistenziale e Specialistiambulatoriali, ma anche da altri professionisti socio-sanitari (non Medical Care)

LE CURE PRIMARIE I caratteri costitutivi delle Cure Primarie sono:

1) l’effettiva e piena accessibilità e disponibilità dei servizi offerti(primo contatto degli individui, delle loro famiglie e di tutta la comunità con il sistema dei servizi sanitari. )

2) la comprensività od onnicomprensività (comprehensiveness):capacità di offrire uno spettro di servizi tale da rispondere a tutti i bisogni comunemente presenti, ovvero alla grande maggioranza dei bisogni diffusi nella popolazione servita( servizi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione (Starfield, 1993);

3) la longitudinalità, o continuità nel corso del tempo:si caratterizzano per essere erogate per consistenti periodi di vita, non essendo limitate ad un

unico o specifico episodio di infermità o malattia. 4) il coordinamento, o l’integrazione dell’assistenza (Vuori, 1994): capacità di trattare

contemporaneamente una molteplicità di patologie, L’operatore dell’assistenza primaria, principalmente i medici, coordinano gli interventi di assistenza sanitaria riguardanti il paziente, potenzialmente molteplici e messi in atto da sé stessi e da una pluralità di operatori sanitari specializzati.

(IOM, 1978; OMS, 1978)

LE CURE PRIMARIE e si distinguono da:

l’assistenza secondaria, è di tipo consultivo, solitamente di breve durata, e fornisce ai medici delle Cure Primarie quegli elementi conoscitivi utili a formulare una diagnosi, prescrivere le terapie appropriate, monitorare l’andamento di patologie che si presentano con relativa frequenza nella popolazione;

l’assistenza terziaria, si occupa dei pazienti con patologie a bassa incidenza fra la popolazione, per le quali sono necessarie competenze per il trattamento e la gestione che il medico dell’assistenza primaria solitamente non possiede o non è in grado di mantenere aggiornate nel tempo. Quando una malattia ha un impatto sostanziale su altri aspetti della salute del paziente (vedi ad es. la fibrosi cistica o una malattia neoplastica). Il medico delle “Cure Terziarie”, se così si può dire, può assumere una responsabilità di lungo termine nell’assistenza del paziente, consultandosi con il collega delle Cure Primarie per quei problemi ed esigenze che quest’ultimo è meglio in grado di soddisfare e risolvere.

(Starfield, 1994)

LA CHI SI RIVOLGONO LE CURE PRIMARIE? • Sogge%o sano o apparentemente sano: sul quale si può intervenire a scopo prevenRvo

con il supporto della medicina di opportunità o di iniziaRva basata sull’educazione allasalute , sulla partecipazione a programmi di prevenzione primaria (screening,vaccinazioni, sani sRli di vita)

• Sogge%o non classificato: al primo contaOo con il sistema sanitario (elezione o urgenza)per situazioni non complesse dal punto di vista specialisRco e tecnologico

• Cronico: paziente affeOo da malaNe croniche (diabete, ipertensione, scompenso cardiacoBPCO) la cui gesRone si realizza aOraverso l’uRlizzo di un insieme di principi e metodologieintegrate (Chronic Care model)

• Non autosufficiente: chi ha difficoltà a svolgere una o più funzioni della vita quoRdiana eche necessita di assistenza domiciliare o residenziale per lungo tempo

• Fragile: chi si trova in condizione di rischio e di vulnerabilità, caraOerizzata da unequilibrio instabile di fronte ad evenR negaRvi (es diminuzione dell’equilibrio, potenzialediminuzione della funzione cogniRva)

I SETTING delle Cure Primarie STRUTTURE AMBULATORIALI (studi medici delle medicine di gruppo, pediatrie di gruppo, NCP,Case della salute)• visibilità (più operatori e più attività nella stessa sede)• accessibilità (orari di apertura e facilitazione dei percorsi)• polifunzionalità (più elevate e molteplici tipologie di risposta)

DOMICILIO(casa, strutture residenziali e semiresidenziali per anziani e disabili)

profili di intensità (“pacchetti” di interventi)

STRUTTURE INTERMEDIE TERRITORIALI (case residenza,riattivazione, hospice)lfavorire il rientro a domicilio lfavorire la permanenza a domicilio garantendo un ricovero in caso di criticitàlgestire le riacutizzazioni delle patologie croniche

ISTITUTI PENITENZIARI

GLI AMBITI ASSISTENZIALIo Assistenza di Medicina Generale e Assistenza Pediatricao ConRnuità Assistenzialeo Assistenza InfermierisRcao Assistenza SpecialisRca Ambulatorialeo Assistenza Consultoriale (familiare, pediatrica, demenze)o Assistenza Domiciliare, Residenziale e Semiresidenzialeo Assistenza FarmaceuRca

I servizi rivolR alle fasce deboli: anzianidisabili adolescenRfamiglie mulRproblemaRcheimmigraR

definiscono il tipo di assistenza erogata

Per riuscirci diventano indispensabili coordinamento e integrazione (verticale ed orizzontale) tra servizi e professionisti

• La cura territoriale delle malaNe croniche ad alta prevalenza e delle malaNe acute più diffuse

• La tutela della salute di popolazioni target (infanzia, età evoluRva, donna)• L’assistenza globale nei confronR dei soggeN deboli (quali anziani e persone

portatrici di disabilità fisica) in integrazione con le prestazioni sociali erogate dai Comuni.

BISOGNI DEL

PAZIENTE

DISPONIBILITA’DEI

SERVIZI SANITARI

OBIETTIVI DEL SISTEMA CURE PRIMARIE

COME SONO ORGANIZZATI I PROFESSIONISTI?

vMedico (MMG, PLS, Specialista, MC.A.)

NUCLEI DI CURE PRIMARIE E CASE DELLA SALUTE

L’ASSISTENZA PRIMARIA, al fine di poter sviluppare al meglio le sue potenzialità, necessita che i professionisti operino in gruppo, modificando in modo sostanziale la qualità e l’organizzazione nell’erogazione dei servizi offertiE allora …Nel 2007 con il documento «la Ri-Fondazione della medicina Generale» approvato dal Consiglio Nazionale della FIMMG nel giugno dello stesso anno, inizia un percorso di cambiamento della Medicina di Famiglia.Viene proposta la costituzione dell’Unità di Medicina generale (UMG) composta da 15/25 MMG con lo scopo di favorire un’efficace e incisiva partecipazione dei MMG ai momenti di programmazione e gestione del SSN e garantire uniformità nazionale in termini di erogazione dei LEA e della relativa qualità.Questa la premessa per la nascita delle Aggregazioni Funzionali Territoriali o AFT e Unità Complesse di Cure Primarie o UCCP dovuta alla legge 8 novembre 2012 Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute.

RIORDINO DELL’ASSISTENZA DISTRETTUALE-AFT E UCCP

PaOo per la Salute 2014-2016 ha stabilito che, entro sei mesi dalla sRpula dei nuovi ACN e, comunque non oltre il 2016, le AFT e le UCCP dovessero cosRtuire le uniche forma di aggregazione, sosRtuendo le diverse Rpologie di forme associaRve e le altre Rpologie di aggregazione previste dall’arRcolo 54 dell’ACN del 2009.A livello nazionale ogni Regione ha isRtuito delle aggregazioni in maniera non del tuOo omogenea

AIR 2011 sovrappone il modello organizza?vo dei Nuclei di Cure Primarie o NCP, seppur diversamente struBurato rispeBo a quello dell’AFT delineato nell’ACN, creando una rete informa?ca «SOLE» che cos?tuisce il nodo centrale per l’integrazione tra Ospedale e territorio.Allo stesso modo le UCCP trovano la loro corrispondenza esaBa con le Case della Salute

RIORDINO DELL’ASSISTENZA DISTRETTUALE-AFT E UCCP

I NUCLEI DI CURE PRIMARIE (1/2)

Per garantire ai cittadini il complesso delle cure primarie ènecessario individuare delle aree territoriali omogenee, concaratteristiche geomorfologiche simili, con popolazione10/30mila abitanti, che coincidano o comprendano uno o piùcomuni. Per comuni con popolazione superiore a 30.000 abitantile aree territoriali omogenee possono coincidere con lecircoscrizioni comunaliIn ogni area territoriale omogenea opera un Nucleo di CurePrimarie (NCP), formato dai medici di medicina generale (MMG) edai pediatri di libera scelta (PDLS). A questi nuclei, man mano cheaumenterà il portafoglio di attività svolte, confluirannofunzionalmente gli operatori professionali dell'area

I NUCLEI DI CURE PRIMARIE (2/2)

Gli altri operatori professionali che afferiscono al NCP sono:assistente sanitaria, infermiere professionale, farmacista, assistentesociale, educatore professionale, addetto all'assistenza di base,ostetrica, terapista della riabilitazione. Essi opereranno su progettio programmi definiti e per specifici piani assistenziali.A livello del NCP si realizza, pertanto, l'integrazione professionale eoperativa delle diverse figure, indipendentemente e nel rispettodelle strutture organizzative di appartenenza, siano essearticolazioni del SSN o dei Comuni

NCP EMILIA-ROMAGNA

I NUCLEI DI CURE PRIMARIE: punti di forza

• Sviluppo delle forme associative : per ridurre l’isolamento culturale e operativo, la capacità di fornire prestazioni che richiedono una organizzazione complessa

• Presa in carico della cronicità (diabete, demenze, malattie cardiovascolari)

• Possibilità per i cittadini di accesso alle prestazioni in caso di bisogno

• Maggiore responsabilizzazione del medico di famiglia sull’insieme del percorso di diagnosi, cura e assistenza

• Reciproca responsabilizzazione tra MMG e MCA

• Riconoscimento degli altri professionisRe della rete dei servizi sanitari.

• Rete clinica telemaRca in tempo reale:condivisione on-line delle informazionifra gli studi dello stesso NCP e con iservizi dell’Azienda.

• Diminuzione del carico burocraRco• Maggiore responsabilità sui risultaR delle

aNvità professionali.

MODELLI ORGANIZZATIVI

§ 40 Nuclei di Cure Primarie

§ 568 MMG (257 a Bologna)

§ 124 PLS

ASSOCIAZIONISMO

v 72 Medicine di Gruppo

v 22 Medicina in rete (120 MMG)

v 438 Totale Medici Associati

SPECIALISTI AMBULATORIALI

3013,15 ORE/SETT (PREVISIONE 2018 3110,45) CIRCA 130 SPECIALISTI

ORGANIZZAZIONE PROFESSIONISTI AL 31/12/2018

Le Case della Salute in Emilia-Romagna

DA NCP A “CASE DELLA SALUTE”

DGR 291/2010

STRUTTURE SANITARIE E SOCIO-SANITARIE , PUNTO DI RIFERIMENTO CERTO PER I CITTADINI E ALLE QUALI CI SI PUO’ RIVOLGERE IN OGNIMOMENTO PER TROVARE UNA RISPOSTA AI PROPRI PROBLEMI DI SALUTE E CHE POSSONO AVERE DIVERSA COMPLESSITA’ IN RELAZIONE ALLECARATTERISTICHE OROGEOGRAFICHE DEL TERRITORIO E ALLA DENSITA’ DELLA POPOLAZIONE.

E’ UN PRESIDIO DEL DISTRETTO LA CUI GESTIONE COMPLESSIVA E’ AFFIDATA AL DIPARTIMENTO DI CURE PRIMARIE CHE COORDINA LE ATTIVITA’EROGATE E CURA LE INTERFACCE CON GLI ALTRI DIPARTIMENTI

MIS

SIO

N

ü ASSICURARE UN PUNTO UNICO DI ACCESSO AI CITTADINI

ü GARANTIRE LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE 24/24H E 7/7GG

ü ORGANIZZARE E COORDINARE LE RISPOSTE DA DARE AL CITTADINO

ü RAFFORZARE L’INTEGRAZIONE CON L’OSPEDALE SOPRATTUTTO IN RELAZIONE ALLE

DIMISSIONI PROTETTE

ü MIGLIORARE LA PRESA IN CARICO INTEGRATA DEI PAZIENTI CON PROBLEMI DI PATOLOGIE

CRONICHE

ü SVILUPPARE PROGRAMMI DI PREVENZIONE RIVOLTI AL SINGOLO, ALLA COMUNITA’ E A

TARGET SPECIFICI DI POPOLAZIONE

ü PROMUOVERE E VALORIZZARE LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI

ü OFFRIRE FORMAZIONE PERMANENTE AGLI OPERATORI

La riorganizzazione dell’Assistenza territoriale in RER:Un lungo percorso…che comincia alla fine degli anni 90’

L’idea(2006)

RER DGR 27/2009: linee di indirizzo regionali di attuazione del Piano Sociale e Sanitario 2008-2010 per l’ulteriore qualificazione delle cure primarie attraverso lo sviluppo delle professioni sanitarie assistenziali

DGR 291/2010: linee di indirizzo per la realizzazione e l’organizzazione funzionale delle Case della Salute

DGR 2128/2016: Case della Salute: indicazioni regionali per il coordinamento e lo sviluppo delle comunità di professionisti e della medicina d'iniziativa

Nuova DGR 2128 del 5 dicembre 2016

Dalla classificazione (piccola, media, grande) 2010 al modello Hub&Spoke nel 2016

La popolazione di riferimento per le Case della Salute a media/alta complessità >=30 mila abitanti

In ogni Distretto le Case della Salute possono configurarsi come una rete, simile almodello Hub&Spoke

In particolare:

le Case della Salute a media\alta complessità possono configurarsi come Hub :üdelle Case della Salute a bassa complessità (Spoke),üdei Nuclei di Cure Primarie in cui gli MMG non sono nelle Case della Salute,

affinché ogni cittadino possa essere preso in carico all’interno dei percorsi dicura integrati propri della Casa della Salute

Rendere le Case della Salute il punto di riferimento primario per la popolazione

Favorire la ledura dei bisogni e facilitare l’integrazione socio-sanitaria

Coniugare servizi efficaci ed efficien+ con la prossimità delle cure coordinate e conRnuaRve

Creare un luogo di coordinamento e sinergia tra i servizi le comunità locali, i servizi per acuzie e specialisRci della rete ospedaliera provinciale.

Essere parte integrante dell'iden+tà della comunità di riferimento

La DGR 2128/2016 - Mission della CdS

DGR 2128/2016 - ObieNvi della CdS• Facilitazione dell’accesso all’assistenza sanitaria, socio sanitaria e socio

assistenziale in un luogo visibile • Valutazione del bisogno della persona e l’accompagnamento alla risposta

maggiormente appropriata, programmabile e non • Prevenzione e promozione della salute• Risposta alla domanda di salute della popolazione almeno nelle 12 ore

giornaliere • Presa in carico della cronicità e fragilità secondo il modello medicina d’iniziativa• Attivazione di percorsi di cura multidisciplinari• Partecipazione della comunità locale, delle associazioni, dei pazienti e dei care

giver• Integrazione tra ospedali di riferimento e ambito territoriale di rifermento

Le funzioni chiave della Casa della Salute ACCESSO

- Orientamento e informazioni rispeOo alle aNvità e alle loro modalità di accesso e funzionamento (con le organizzazioni di volontariato)

- Centro Unico Prenotazione (CUP)

VALUTAZIONE DEL BISOGNO

Punto Unico di Accesso Sociale e Sanitario (PUA) composto da infermiere/assistente sociale/altre figure professionali

AREE INTEGRATE DI INTERVENTO

come «garanzia» per la popolazione della qualità, appropriatezza, equità, conRnuità) dei percorsi di prevenzione e cura

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AREE TRASVERSALI DI INTERVENTO

Le principali aNvità della Casa delle SaluteProfili Integra+ di cura e Percorsi assistenziali

Iden+ficazione delle persone fragili a rischio

di ospedalizzazione

…in risposta a bisogni sia sociali che sanitari

Nelle Case della Salute viene garantita l’assistenza specialistica ambulatoriale:sia come risposta ad un bisogno episodico, occasionale (es. inquadramento

diagnostico, indicazione di trattamento),sia nell’ambito di percorsi dedicati ai pazienti affetti da patologia

cronica e oncologica, dotando, ove necessario e possibile, taliambulatori di strumenti di telemedicina ed ecografia di base.

Nelle Case della Salute che rappresentano una riqualificazione di struttureospedaliere può essere prevista la presenza di ambulatori chirurgici (es.ambulatorio chirurgico vascolare, dermatologico, ortopedico, ginecologico,oculistico).

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L’ASSISTENZA SPECIALISTICA

La Casa della Salute come luogo privilegiato per un’adeguata integrazione, progettazione e accompagnamento delle situazioni di maggiore fragilità e come, oltre all’integrazione professionale, sia utile integrare anche dal punto di vista logistico il Servizio Sociale Territoriale, completamente o in alcune sue parti (es. sportello sociale) nella Casa della Salute.

AspeN organizzaRvi innovaRvi INTEGRAZIONE CON IL SERVIZIO SOCIALE TERRITORIALE

Il MMG collabora con i professionisR coinvolR per la definizione del percorso assistenziale

E’ opportuno prevedere specialis+ di riferimento per i vari percorsi assistenziali, i quali provvedono anche a supportare, quando necessario, il MMG su quesiR clinici occasionali.

Nei casi di maggiore complessità clinica (es. mulRmorbosità) il MMG concorda con lo specialista e le altre figure professionali coinvolte il piano di assistenza individuale

L’ambulatorio infermieris+co rappresenta il luogo in cui si realizza la presa in carico della cronicità secondo il paradigma della medicina di iniziaRva e la conRnuità dell’assistenza.

AspeN organizzaRvi innovaRvi LA PRESA IN CARICO DELLA CRONICITÀ

LA COMUNITÀ PROFESSIONALE

Comprende per ogni ambito territoriale:

• I professionisti del Servizio Sociale Territoriale dell’Ente Locale

• i professionisti sanitari territoriale (MMG, PLS, Dirigenti Medici afferenti a DSP, DSM, DCP, Specialisti ambulatoriali, infermieri e altre professioni sanitarie)

• professionisti e operatori degli ospedali territoriali di riferimento

Il patrimonio: una cultura di condivisione Valore: condivisione del sapere e dell’esperienza

Conseguenze operative: collaborazione e integrazione

I ruoli dei singoli professionisR cambiano

Se le Case della salute sono la sfida dei prossimi anni (prevenzione-promozione della salute, medicina di iniziativa, prossimità delle cure, ecc.) bisogna:

• modificare l'organizzazione– dei servizi ( specialistica ) – della medicina generale

• sviluppare le competenze “trasversali“ dei professionisti– lavorare in team – riconoscere l'apporto dell'altro – uscire dai «giardinetti professionali»

• rendere conto dei risultati

I ruoli dei singoli professionisti cambiano

Necessità di sviluppare

competenze «trasversali»

lavorare in team

riconoscere l'apporto dell'altro

uscire dai «giardineN professionali»

La comunità e le associazioni di ciOadini hanno un ruolo fondamentale:

• nell’orientamento e nelle informazioni rispeOo alle aNvità della CdS

• nella rilevazione dei bisogni e nella definizione di priorità di intervento

• nella valutazione della qualità delle aNvità erogate

• nello sviluppo di progel di comunità (es. Camminate della Salute)

• nella promozione dell’empowerment con parRcolare riferimento alla gesRone delle condizioni croniche (es. paziente esperto)

• nella prevenzione di situazione di disagio ed emarginazione

LA COMUNITÀ

L’esigenza del coordinamento della Casa della Salute(nelle Case della Salute a media/alta complessità)

Gli utenti della Casa della Salute sono persone con bisogni difficilmente riconducibili ad una sola disciplina

La interdisciplinarietà necessaria per rispondere in maniera appropriata ai bisogni delle persone richiama la necessità di coordinare professionisti

Lo sviluppo delle CdS si sta realizzando in modo diversificato nelle diverse realtàterritoriali, secondo modalità che tengono conto del contesto specifico locale ,pur mantenendo una base comune

E’ necessaria una “regia”: insieme minimo di figure e strumenti

Dal report 2018Case della Salute • funzionanR: 105 (51% a medio/alta

complessità e 49% a bassa complessità)• programmate (fino al 2023): 38

Nella quasi totalità dei DistreN (35/38) con un bacino di utenza pari a circa 2.160.000 abitanR (48% della popolazione totale in Emilia-Romagna). Proporzione di popolazione residente in aree urbane con una Casa della Salute di riferimento è pari al 32% (priorità regionale).

Servizi presen+ (% di CdS in cui presente):• Centro Unico di Prenotazione (CUP) (83%) • Punto di orientamento e informazioni (71%) • Almeno uno studio dei medici di medicina generale (89%)• ANvità vaccinale riguardante l’infanzia e l’adolescenza e/o gli adulR (75%) e programmi pubblici di screening per la diagnosi precoce del

tumore al collo dell’utero, alla mammella e al colon-reOo • iniziaRve di educazione e promozione della salute (62%) (gruppi di cammino, corsi anR-fumo, aNvità fisica adaOata)• Consultorio familiare (71%) ambulatorio ostetrico e la pediatria di comunità (60%)

– principali ambiR di aNvità riguardano: assistenza alla contraccezione, al percorso nascita (assistenza alla gravidanza e al puerperio, corsi di preparazione al parto, promozione allaOamento al seno), al percorso per le donne che richiedono l'interruzione volontaria di gravidanza (legge 194) screening (pap-test, test HPV) ed educazione sanitaria

• Punto prelievi (91%) • Ambulatori per le prestazioni programmate o a libero accesso (85%) • Ambulatorio per la gesRone integrata della cronicità (74%)• Distribuzione direOa farmaci e distribuzione disposiRvi monouso (62%) • Ambulatori specialisRci (81%)

– offrono la maggior parte delle discipline (più diffuse cardiologia (70%), oculisRca (57%), otorinolaringoiatria (43%))• Percorso per la gesRone integrata del diabete (90%), gesRone della TAO e programma “G.Leggieri” 60%• Ambulatorio per le cure palliaRve (almeno 1 ogni Azienda), l’Unità di cure palliaRve domiciliari (19 CdS)• Ambulatorio della neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza (64%)• Centro di Salute Mentale (52%) • Assistente sociale? (nelle Case della Salute è presente in maniera conRnuaRva o programmata la figura dell’assistente sociale, a supporto di

funzioni, progeN e percorsi mulRdisciplinari, tra cui la valutazione del bisogno (as es. PCAP, PUASS), la presa in carico della cronicità/fragilità (ad es. progeOo Risk-ER), la prevenzione della violenza domesRca ed il percorso maltraOamento e abuso sui minori)

• Terzo seOore in 68 Case della Salute (AUSER, AVIS e AVOPRORIT le più diffuse, più numerose organizzazioni a vocazione locale)

Case della Salute a Bologna

Servizi di Psichiatria

Centri di Salute Mentale Ambulatori di diagnosi, cura, riabilitazione in ogni DistrettoAccesso direttoNo Ticket

Assistenza DomiciliareDiagnosi e Cura ReparR ospedalieri di diagnosi, cura e riabilitazione precoce

TraOamenR di cura, riabilitazione e assistenza

Centri Diurni StruOure per traOamenR terapeuRco-riabilitaRvi e socio-riabilitaRvi

Day Hospital Strutture per trattamenti terapeutico-riabilitativi

Residenze StruOure per traOamenR di diagnosi, cura e riabilitazione intensiva e protraOa, ancheper pazienR dimessida ex ospedali psichiatrici

Appartamen+ protel

Laboratori protel

StruOure residenziali

StruOure di supporto al reinserimento lavoraRvo

Servizi del DiparRmento di Salute Mentale

SERT1. Diagnosi e cura delle tossicodipendenze e delle patologie correlate2. Terapie medico-farmacologiche per la disintossicazione3. Sostegno e terapia psicologica individuale, familiare e di gruppo4. Percorsi riabilitativi semiresidenziali in Centri Diurni e residenziali in Comunità

Terapeutiche5. Interventi socio-assistenziali ed educativi: assistenza sociale, consulenza in

carcere, alternative alla detenzione

ANvità

Servizi Ambulatori di AUSL nei DistrettiStrutture ospedaliere private (Casa di cura Villa Igea per disintossicazione)Strutture residenziali e semiresidenziali del privato sociale (CeIS, Angolo, LAG)

SERVIZIO TOSSICODIPENDENZE

Centro Alcologico

Centro an+fumo

Cure per il superamento della dipendenza da alcol e per patologie alcol correlate

Ambulatori di AUSL nei DistrettiStrutture ospedaliere private (Casa di cura Villa Rosa per disintossicazione)Centri do Auto-aiuto (Alcolisti Anonimi, Club Alcolisti in trattamento)

Aiuto per l’abbandono della abitudine tabagica con il supporto di sedute di gruppo

Ambulatori di AUSL nei Distretti

Alvità

Alvità

Servizi

Servizi

Diagnosi, cura, riabilitazione, inserimento scolastico, supporto psicologico, assistenza a:1. disabilità di origine neurologica, genetica, dismetabolica2. Disagio psichico (affettivo, relazionale)3. Disagio sociale4. disturbi dello sviluppo linguistico, cognitivo e dell’apprensimento scolastico.

l Ambulatori di AUSL nei Distrettil Strutture residenziali e semiresidenziali pubbliche e private convenzionate

Interventi di counselling e psicoterapia per utenti del DSM, Consultori (Familiari eDemenze), Ospedale

l Alvità

l Alvità

l Servizi

SERVIZIO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE NPI

SERVIZIO DI PSICOLOGIA CLINICA

Servizio di Igiene e Sanità Pubblica1. Controllo dei rischi biologici: vaccinazioni dell’adulto e informazioni ai viaggiatori2. Controllo dei rischi in ambiente di vita: controlli igienico-sanitari delle strutture ricreative,

scolastiche, di assistenza sanitaria e sociale; igiene edilizia3. Igiene alimenti: controlli catena alimentare e bevande, controllo acque potabili4. Medicina dello Sport: certificazione idoneità, promozione attività fisica

l Ambulatori di AUSL nei Distrettil Strutture private accreditate (Medicina Sport)

Alvità

Servizi

SERVIZI DEL DIPARTIMENTO DI SANITÀ PUBBLICA

1. Prevenzione e sicurezza negli ambienR di lavoro: controlloambienR, vidimazione registri infortuni, smalRmento materialitossici

2. Controlli

Alvità

SERVIZI DI MEDICINA DEL LAVORO