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Editrice Civiltà – Brescia Franco Adessa IL SEGRETO DELLA TOMBA VUOTA DI PADRE PIO

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Editrice Civiltà – Brescia

Franco Adessa

IL SEGRETODELLA TOMBA VUOTA

DI PADRE PIO

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Il dossier è tratto dal libro: “Il segreto della tomba vuota di Padre Pio”.Gli argomenti pubblicati in questo dossier non comprendono

tutti quelli che appaiono nel libro, ma è stata fatta questa selezione:si sono tralasciati i capitoli specifici che trattavano della vita,

opere, miracoli, persecuzione e persecutori di Padre Pio,mentre sono stati trattati solo quelli che ritenevamo indispensabili

per poter risalire ai vertici e alle responsabilità di quel potere satanico mondiale che,

dietro una maschera di rispettabile autorità,celava l’identità e le vere motivazioni del principale responsabile

del segreto della Tomba vuota di Padre Pio.

Operaie di Maria Immacolata – Editrice Civiltà Via Galileo Galilei, 121 – 25123 Brescia (Italia) Tel. e Fax: 030 3700003

www.chiesaviva.com E-mail: [email protected]

Poiché si è voluto creare un dossier snello per un’ampia diffusione,per le note bibliografiche, si prega di fare riferimento al libro.

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LA TOMBAERA VUOTA?

Nel settembre 2002,apparve una notiziaclamorosa: su ordinedel Vaticano, fu con-dotta una riesuma-zione preparatoria al-la Beatificazione diPadre Pio e aventecome supervisore ilcard. Silvio Oddi ealtri testimoni.Quando la bara diPadre Pio fu aperta fu trovata com-pletamente vuota, ad eccezione ditre oggetti: la sua veste, la sua cin-tura bianca e i suoi sandali france-scani. Non vi era né polvere né resi-dui di resti deteriorati.Fu Anne Cillis, presidente dell’IstitutoNazionale di Padre Pio in Canada e fi-glia spirituale di Padre Pio, a lanciarequesta notizia col suo articolo: “Ilcorpo di Padre Pio non trovato nel-la sua tomba?”, apparso sulla rivistacattolica tradizionalista americana“Catholic Family News”, nel settem-bre 2002. Ecco, in breve, la storia diquell’articolo.

«John McCaffery,l’autore di “TheFriar of San Gio-vanni: Tales of Pa-dre Pio” (Il frate diSan Giovanni: rac-conti di Padre Pio)era un mio amico eun grande amico diPadre Pio. Una volta, mi rac-contò una storia affa-scinante: “Io sonosolo un povero frateche prega”, soleva

dire Padre Pio a John, e la vista di mi-gliaia di persone che affollavano l’a-rea adiacente al monastero, veramentelo costernava, tanto grande era la suaumiltà. “Oh Padre – disse John a Pa-dre Pio – oggi, sono migliaia a venire,ma dopo la tua morte, i pellegrini ver-ranno qui a milioni!”.Padre Pio, allora lo guardò con unastrana espressione. “John – gli disselentamente, enfatizzando ogni sua pa-rola – lascia che vengano! Io nonsarò qua!”.Trascorsero anni prima di riuscire acomprendere il significato di questestrane parole di Padre Pio.

del dott. Franco Adessa

IL SEGRETODELLA TOMBA VUOTA

DI PADRE PIO

Anne McGinn CillisFiglia spirituale di Padre Pio.

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Intervistai tre prominenti tradizionali-sti sulla realtà di questa storia dellatomba vuota e tutti e tre concordaronoche, al tempo della riesumazione,“nulla fu detto, eccetto che essichiusero la bara e non dicendo nul-la a nessuno”. Le voci sulla “tombavuota”, però, si diffusero tra i cap-puccini tradizionalisti d’Europa, tracui Padre Pulvermacher il quale,nell’intervista che gli feci, mi disseche tutti loro, senza alcuna eccezio-ne, credevano alla veridicità dellastoria della “tomba vuota”.Padre Carl Pulvermacher, OFM,Cap., molto noto negli Stati Uniti e inCanada, che fu adamantino nel riferir-mi le sue convinzioni sulla tombavuota, mi consigliò di rivolgermi aRobert e Cristina di Cecco che abi-tavano in Connecticut.

Contattai queste due persone e seppiche il card. Oddi aveva rivelato ifatti della riesumazione ad un ami-co prete, Chamoine de Porta dellaFrancia, il quale, amico anche dellafamiglia di Cristina e di Cecco, rac-contò loro, parola per parola e conogni dettaglio, tutto quanto il card.Oddi gli aveva riferito».«Nel 1998, organizzai uno dei mieipellegrinaggi in Italia, avente SanGiovanni Rotondo come meta privile-giata ed avevo contattato un carissimoamico, Padre Giuseppe Pio (ex BillMartin da Brooklyn, New York) delconvento di San Giovanni Rotondo,che ricordo benissimo perché, in se-guito, si disse che egli fu uno dei te-stimoni, insieme al card. Oddi, dellascoperta della “tomba vuota” di Pa-dre Pio.

L’articolo di Anne Cillis, sulla tomba vuota di Padre Pio, apparso sul periodico cattolico americano “Catholic Family News” del settembre 2002.

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Nel mese di ottobre 2002, organizzaiun altro pellegrinaggio che includevala visita a San Giovanni Rotondo. Nel frattempo, il nostro caro amicoPadre Giuseppe Pio era morto.Questo accadde nel 2000 e la suamorte fu improvvisa e inaspettata. Daquanto ci fu detto, una sera egli fuportato alla Casa Sollievo della Sof-ferenza ed il mattino successivo egliera già morto! Aveva solo 61 anni.Un altro testimone della scoperta del-la “tomba vuota” fu Padre AlessioParente. Ma anch’egli, purtroppo,morì improvvisamente, nello stessoanno 2000.Era il 26 ottobre 2002, solo un mesedopo la pubblicazione del mio artico-lo sulla “tomba vuota” pubblicato sul-la rivista americana “Catholic FamilyNews”. Dopo la visita alla tomba nel-la cripta, andammo all’ufficio per ipellegrini di lingua inglese, dove P.Ermelindo, mentre noi stavamo guar-dando alcuni filmati, d’improvviso cidisse: «Siamo spiacenti, gente, manon chiedete reliquie. Non ci sonoreliquie di Padre Pio, non ancora.La sua tomba è ancora indisturba-ta; infatti non è assolutamente stataancora aperta e Padre Pio sarà rie-sumato solo quando la nostra mera-vigliosa “nuova chiesa” sarà com-pletata. Noi abbiamo intenzione diporre il suo corpo su due colonne perla venerazione dei fedeli». Io rimasistupefatta! Questa era una menzognatalmente spudorata che faticavo perfi-no a credere di averla udita. Dopo la pubblicazione del mio artico-lo sulla “tomba vuota”, sul “Catho-lic Family News”, fui tempestata ditelefonate di lettori che, alla fine, sol-levavano sempre la stessa domandad’obbligo: «Beh, allora cosa è acca-duto al corpo di Padre Pio, se nonc’è più nella sua bara?».

Il Cardinale Silvio Oddi morì il 29giugno 2001 e si diceva che fosse ma-lato o avesse un cancro.

Dopo la scoperta dei decessi misterio-si nel 2000 dei due frati Padre Giu-seppe Pio e Padre Alessio Parente, te-stimoni della tomba vuota di PadrePio, don Villa volle vederci chiaro.Andammo a Morfasso dove abitava lafamiglia del card. Silvio Oddi e ci re-cammo al “Bar Oddi” dove incon-trammo il nuovo parroco del Paese:don Pier Antonio Oddi, nipote delCardinale.

Sopra: P. Giuseppe Pio, in ottima forma, foto-grafato due giorni prima di morire.

Sotto: P. Giuseppe Pio benedetto nella bara, incui scese dalla sera alla mattina.

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Dopo una visita alla tomba dello zio,egli ci parlò della sua consacrazione edei suoi viaggi all’estero, facendocipoi dono di una bella fotografia delCardinale.Prima di assentarsi, per un impegno, ilparroco chiamò la moglie dell’ultimonipote del Cardinale, la quale ci rac-contò che suo marito faceva da autistaa suo zio accompagnandolo, però,prevalentemente all’estero, mentre peri viaggi in Italia, il card. Oddi avevaun altro autista di Roma, il Sig.Franco Sasso, che però era decedu-to per un’operazione al cuore, di cuinon ricordava la data, indicandociperò l’anno 2000.Sull’argomento della malattia del Car-dinale, la signora ci disse che il Car-dinale non aveva alcuna malattia;“soffriva un po’ di circolazione e diParkinson”, ma la causa della suamorte era stata una caduta in casa,avvenuta nel periodo fine 1999-2000, che gli causò un ematoma die-tro la testa che, facendogli pressionesul cervello, gli aveva procuratoproblemi gravi.Poi aggiunse che il Cardinale si feceoperare alla prostata, ma la signora in-sistette che questa operazione nonrappresentava alcun pericolo, mentreil pericolo grave erano le condizioni

provocate dall’ematoma in testa.Lei ci assicurò che la morte del Car-dinale era stata causata proprio daquella caduta!

I cappuccini di Sant’Angelo-Foggia porgono l’ultimo saluto alla salma di p. Alessio Parente,anch’egli morto improvvisamente nell’anno 2.000.

Su ordine del Vaticano, il card. Silvio Oddi fe-ce una riesumazione preparatoria alla beatifi-cazione di Padre Pio con alcuni testimoni e,con grande stupore, essi trovarono la tombavuota. In breve tempo, i testimoni, il card. Od-di e il suo autista morirono. Il cardinale, però,raccontò questa esperienza a persone fidate.

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GIAMBATTISTA MONTINI

Giambattista Montini, ordinato sa-cerdote il 29 maggio 1920, continuagli studi alla Pontificia UniversitàGregoriana.Alla Pontificia Accademia dei nobiliecclesiastici fa un’amicizia, che segnòla sua vita, col siciliano MarianoRampolla del Tindaro, pronipote delcard. Mariano Rampolla decedutonel 1913 e che, dai documenti ritrova-ti nel suo ufficio, risultò essere il capodell’Ordo Templi Orientis (O.T.O.),l’istituzione degli Illuminati di Ba-viera che promuove la corruzionesatanica in ambienti di alto livello,come mezzo indispensabile per otte-nere il controllo di alte personalità.Nel 1923, Montini viene incaricato daPio XI di occuparsi del Circolo Uni-versitario Romano (CUR).Nell’ottobre 1924, Montini è chiama-to a lavorare in Segreteria di Stato alledipendenze di mons. Giuseppe Piz-zardo, del card. Pietro Gasparri e dimons. Francesco Borgognini-Duca,Primo Nunzio papale dopo la firmadei Patti Lateranensi e amico di Ange-lo Roncalli.Nell’ottobre 1925, Montini viene no-minato Assistente ecclesiastico na-zionale della Federazione Universi-tari Cattolici Italiani (FUCI).Nel 1926, Montini fu schedato comeomosessuale dalla Buoncostume diMilano.Il 12 febbraio 1933, un padre gesuita“ravvisò nell’apostolato di mons.Montini nella FUCI uno sconfina-mento disturbante nell’ambito deipropri associati. Montini fu costrettoa dare le dimissioni, che furono ope-rative il 12 marzo 1933.Dagli archivi del Ministero degli In-terni italiano risulta che l’Assistenteecclesiastico nazionale della FUCImons. Montini, era stato sorpreso,con persona di pari sesso, in un pub-blico vespasiano compiendo attiosceni contro il buon costume.

Nel 1934, Montini si recò in Inghilter-ra col suo amico mons. Rampolla delTindaro, nipote del Capo dell’O.T.O.,card. Rampolla. In quel periodo,Montini fece amicizia con personeche condividevano lo stesso orienta-mento sessuale: Hugh Montgomery,fratello del famoso artista PeterMontgomery da lungo tempo partneromosessuale della spia di CambridgeAntony Blunt, passato poi in camposovietico. Un altro era il VisconteEvan Tredegar, il quale si divertiva asolleticare i suoi amici con raccontisulle sue prodezze sessuali e occulte,incluse le sue esperienze dirette inMesse Nere con uso di sangue uma-no, urina e sperma. Tredegar, torna-to poi in Inghilterra, conserverà unafotografia del giovane mons. Montini

Mons. Montini negli anni ‘30.

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“guancia a guancia con un aitantemarinaio”.Il 16 dicembre 1937, Montini fu no-minato Sostituto alla Segreteria diStato, sotto il Segretario di Statocard. Eugenio Pacelli.

Il 2 marzo 1939, Pacelli diviene PapaPio XII e Montini mantiene l’incaricoalla Segreteria di Stato, insieme amons. Domenico Tardini.Nel 1939, Montini si trova in Poloniae, per l’odio che nutre per i tedeschi eper la Germania, si fa portavoce di unpunto di vista del Vaticano – ma deltutto suo personale – consigliando laPolonia ad aprire il fuoco contro l’e-sercito germanico.Scoppiata la guerra, Montini organiz-za il Servizio Ricerche e Informa-zioni per i prigionieri di ogni Paese ela Commissione per i Soccorsi chediventerà poi la Pontificia Commis-sione di Assistenza.Per tutta la durata della guerra, Mon-tini, prete-diplomatico di giorno e in-trigante di notte, avrà rapporti stretticon il personale alleato dei servizid’intelligence militari dell’Office ofStrategic Services (OSS) (il precur-sore della CIA) come pure col perso-nale dell’Intelligence Britannico e diquello Sovietico. L’Office of Strate-gic Services (OSS), in cambio, s’im-pegnava a riempire la tesoreria vatica-na con dollari, come pure le casse del-la Mafia Siciliana e della Massone-ria, per preparare l’invasione della Si-cilia. Montini fu il responsabile delreperimento delle informazionid’intelligence, ottenute dai gesuiti inGiappone, che servirono agli Alleatiper individuare gli obiettivi strategicida bombardare.

Nel 1943, Montini perde entrambi igenitori: il 12 gennaio, muore il pa-dre; il 15 maggio, la madre.Montini dedica alla madre un tomba-le, sul quale fa scolpire una composi-zione simbolica, di cui egli stesso è

l’autore, che dimostra una realtàterribile: la sua “predestinazione” aCapo degli Illuminati.Nel 1944, alla morte del card. Ma-glione, mons. Montini rimase Pro-se-gretario di Stato fino al novembre del1954, quando fu cacciato da Roma daPio XII perché lo tradiva.Nell’estate del 1944, all’insaputa diPio XII, mons. Montini entrò in ne-goziati di alto livello con i Comuni-sti italiani. Il suo obiettivo era di for-mare un’alleanza tra il Partito De-

Il tombale della madre di Paolo VI, nel cimi-tero di Verolavecchia (BS), sul quale appare lasimbologia massonica, progettata da mons.Giambattista Montini nel 1943. Nel 2012, talesimbologia occulta è stata decifrata (vedi trattineri e rossi col punto giallo centrale) smasche-rando la blasfema e satanica Triplice Trinitàmassonica che, evidentemente, mons. Monti-ni ha dimostrato di conoscere molto bene.Sotto: la bara di Paolo VI, sulla quale egli ave-va dichiarato, nelle sue volontà, di non volerealcun simbolo cristiano, nemmeno la croce.

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mocratico Cristiano, i Socialisti e iComunisti. Il 10 luglio 1944, vi fu unincontro tra mons. Montini e Palmi-ro Togliatti, il capo indiscusso delPartito Comunista italiano. Questo fuil primo contatto tra il Vaticano e unleader del Comunismo.Nel 1945, alla vigilia della Conferen-za di Yalta, mons. Montini ebbe un in-contro con il comunista EugenioReale, con l’intenzione di organizzareun incontro tra Togliatti e il Papa.Mentre mons. Montini dava sfogo alsuo anti-fascismo con i suoi contattisegreti con rappresentanti comuni-sti ad alto livello, la sua famiglia ma-nifestava questa passione politica disinistra in un modo ancor più inquie-tante. In un articolo scritto dall’Avv.Salvatore Macca, ex Presidente delTribunale di Brescia, dal titolo: “IMontini aiutarono il terrorista co-munista Speziale a uccidere la gentecon le bombe” si leggono informa-zioni sull’attività del partigiano comu-nista, Leonardo Speziale il quale, do-po condanne penali per delitti di san-gue, evase dal carcere in Francia e

tornò in Italia, sistemandosi a Brescia.La sua prima impresa terroristica av-venne il 31 ottobre 1943, a Brescia,che cagionò la morte del direttore delCarcere giudiziario, padre di cinquefigli, e di un milite diciannovenne, en-trambi dilaniati dall’esplosione.Ecco come si giustifica LeonardoSpeziale: «La stessa ospitalità offer-tami dai Montini, tutti cattolici, mipare alquanto significativa. Mam-ma e papà Montini sapevano che ioero uno di quelli che mettevano lebombe nelle caserme dei nazifascisti– io stesso ne confezionai parecchieproprio a casa loro dove mi tennerooffrendomi ospitalità, solidarietà eaffetto. Cattolici erano anche i com-ponenti della famiglia nella cui offi-cina si confezionavano gli ordigniche usavamo negli attentati». Al terrorista Leonardo Speziale, il 26dicembre 1944, fu conferita la caricadi Ispettore militare per il Veneto. Il 4 aprile 1944, l’“eroe della Resi-stenza”, mons. Girolamo Borti-gnon, acerrimo nemico di PadrePio, veniva nominato da Pio XII Ve-scovo di Lidda e AmministratoreApostolico delle diocesi di Belluno eFeltre, la stessa zona in cui era Ispet-tore il terrorista rosso e caro amicodei Montini, Leonardo Speziale.Tra l’ottobre del 1944 e il febbraio1945, sotto l’Ispettorato dello Spezia-le e nella zona di competenza dimons. Bortignon, circa 600 innocen-ti furono trucidati, quasi sempre pervendette personali o per semplici mo-tivi di rapina, dai partigiani comuni-sti.Nella zona del Veneto, in quel perio-do, non mancò la presenza dell’uomodi fiducia di mons. Giambattista Mon-tini: Loris Capovilla, il quale, ordina-to sacerdote il 23 maggio 1940, dopol’8 settembre 1943 collaborò con laResistenza partigiana, affogando fi-no al collo in un torbido passato diviolenze rosse legate alla guerra ci-vile in Nord Italia.

La prima pagina del documento americano, rela-tivo all’incontro Montini-Togliatti del 10.7.1944.

1. On 10 July, at the home of a Christian-DemocraticMinister, the acting Vatican Secretary of State,Msgr. Giovanni Battista Montini, conferred withTogliatti, Communist Minister without Portfolioin the of Bonomi Government. Their conversation re-viewed the grounds out of which has grown the un-destanding between the Christian-Democratic andCommunist parties.

2. Since his arrival in Italy, Togliatti had privatemeetings with leading personalities of the Chris-tian-Democratic party. These contacts constitutedthe political background of Togliatti’s speech atthe Teatro Brancaccio on Sunday, 9 July, and ac-count for the warm reception the speech receivedfrom the Catholic press.

3. Through leaders of the Christian-Democratic party,Togliatti was able to convey to the Vatican hisimpression of Stalin’s opinion on religous free-dom, as not accepted by Communism, and of thedemocratic character of the agreement between Russiaand the Allied Nations. On the other hand, the Holy See reached Togliatti through the same means,and expressed its opinion regarding future agree-ment with Soviet Russia on the matter of Communismin Italy as well as in other countries.

4. The discussion between Msgr. Montini and Togliattiwas the first direct contact betweem a high prelate

Destination N. A-39313Original report N. JR-1022Date of report 28 August 1944

ConfirmationSupplementCorrection

Number pof pages 2AttchmentsTheatre

Distributed 22 September 1944Country. ItalySubject Togliatti and Vatican make First Direct Contact

Source ZSud source

Date of information 13 July 1944

OFFICE OF STRATEGIC SERVICESWASHINGTON DC

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Terminata la guerra, da un rapportosegreto dei servizi di sicurezza dellaFiat, prese corpo l’azione politica diCapovilla che, attraverso i sindacatie il Partito Comunista italiano, co-minciò ad avere la sua collocazione,di primissimo piano, nel processo dicomunistizzazione della nazione ita-liana.

L’11 aprile 1953, il ritrovamento delcorpo di Wilma Montesi su unaspiaggia a sud di Roma fa scoppiare il“Caso Montesi”, dopo che si scoprìche la ragazza aveva partecipato aduna messa nera con successiva orgia,in una tenuta di caccia nei pressi diRoma. Il burattinaio di questo scanda-lo fu il marchese Ugo Montagna,che Guy Carr, uno dei massimiesperti di Massoneria, identificò comeil Capo politico degli Illuminati diBaviera in Italia, il cui compito eradi controllare Mussolini e attendere ilmomento opportuno, per imprimereuna svolta a sinistra della politica ita-liana.Nel 1954, il “Caso Montesi” svanì nelnulla, ma ottenne un risultato: stroncòla candidatura alla presidenza dellaDemocrazia Cristiana di Attilio Pic-cioni, il quale «... da segretario de-mocristiano, gestì la fatidica cam-pagna elettorale del 1948, battendo-si con coraggio contro il pericolo co-munista...».L’Italia era ormai pronta per l’“aper-tura a sinistra”, tanto agognata damons. Giambattista Montini.«Con la Chiesa che si poneva inspera-tamente al servizio di Carlo Marx»accadde che «Amintore Fanfani, for-temente ispirato da mons. Loris Ca-povilla, fu incaricato di sviluppareil programma dell’“apertura a sini-stra” in Italia».L’espulsione di mons. GiambattistaMontini dalla Segreteria di Stato, il1° novembre 1954, e il significativosilenzio di Pio XII nei suoi confronti,dopo essere stato nominato arcivesco-

vo di Milano, creò una situazionenuova per Montini e per l’AltaMassoneria.Montini ne fu scosso: «Felice non eraMontini, anzi appariva come smarrito... il suo volto era cambiato. Persino iltono della voce era diverso, i gestimeno espressivi. Si parla di un vero eproprio esilio inflitto al monsignoreche aveva osato “tradire” la batta-glia antisocialista, oltre che anticomu-nista, di Papa Pacelli».Il predestinato dall’Alta Massone-ria ad occupare il trono di Pietro eil vertice dell’Ordine degli Illumi-nati di Baviera, era stato esiliato edaveva la porta sbarrata al Cardina-lato e quindi al papato.

Fu proprio agli inizi del 1955 che ini-ziarono i contatti epistolari e personalidi Montini con mons. Roncalli.

Il marchese Ugo Montagna, burattinaio del“Caso Montesi” era il Capo politico degli Illu-minati di Baviera in Italia, che aveva il compi-to di attendere il momento opportuno per unasvolta a sinistra della politica in Italia.

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Quella era l’unica via possibile: por-tare al soglio pontificio Roncalli, inmodo da risolvere il problema del car-dinalato di mons. Montini e per aprir-gli, poi, la via al pontificato.Nel 1956, don Luigi Villa ebbe ilprimo incontro con Padre Pio, du-rante il quale ricevette l’incarico didedicare tutta la sua vita per difen-dere la Chiesa di Cristo dall’operadella Massoneria ecclesiastica. Poi, don Villa ricevette il mandatopapale da Pio XII, per svolgere l’in-carico affidatogli da Padre Pio, po-nendosi alle dipendenze del card. Ot-taviani, prefetto del Sant’Uffizio.Il periodo, compreso tra la cacciata dimons. Montini dalla Segreteria di Sta-to e la morte di Pio XII, fu molto de-licato per la Massoneria, per il perico-lo che Pio XII rimanesse in vita anco-ra troppo a lungo.

Don Villa mi raccontò ciò che si sape-va al Sant’Uffizio: «Noi pensiamoche Pio XII sia stato ucciso per dueragioni: se Pio XII fosse vissuto an-cora un anno e mezzo, il piano dellaMassoneria mondiale di mettere acapo della Chiesa il loro uomoMontini sarebbe naufragato. PioXII, nel 1960, avrebbe sicuramentepubblicato il Terzo Segreto di Fati-ma che conteneva la frase: “Satanaeffettivamente riuscirà ad introdur-si fino alla sommità della Chiesa”;inoltre, la Massoneria non avrebbepotuto imporre Roncalli, come loro“papa di transizione”, perché a queltempo era già ammalato di cancro egli avevano dato solo cinque anni divita. Se Pio XII fosse rimasto in vitaper un altro anno e mezzo, Roncallinon sarebbe mai potuto essere elettopapa, perché la notizia della sua ma-lattia si sarebbe diffusa e gli avrebbeimpedito di raccogliere i voti necessa-ri per la sua elezione al soglio pontifi-cio. E Montini non sarebbe mai di-ventato Cardinale e quindi neppurePapa!».Nel periodo del “Caso Montesi”,«Viene sfiorato dalla crisi anche ilVaticano, perché si scopre che l’av-venturiero Ugo Montagna era ami-co intimo del medico personale delpapa, Riccardo Galeazzi Lisi» ilquale partecipava anche alle Messenere e alle orge baccanali organizza-te da Montagna. Perché, RiccardoGaleazzi Lisi, invece di essere inda-gato, “fu cacciato dai sacri palaz-zi”? Si sapeva che Ugo Montagnaaveva il compito di “influenzare uo-mini, donne dell’alta società e gli al-ti livelli della Chiesa e dello Stato eusava il ricatto per obbligare moltepersone a cedere alla volontà deisuoi padroni, gli Illuminati?”.

In un articolo, del 22 giugno 2008, diAlberto Bertotto si legge che «La fi-glia di Ezra Pound, Mary de Ra-chelwitz confidò al professor Pantano

Riccardo Galeazzi Lisi, medico personale diPio XII e amico intimo del marchese UgoMontagna, partecipava alle messe nere e suc-cessive orge baccanali, organizzate dal suoamico Ugo Montagna.

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che la missione omicida dei killerUSA, che dovevano uccidere BenitoMussolini, sarebbe stata organizzatada J.J. Angleton, dietro “input” delpro-segretario di Stato vaticanomons. Montini “assecondato dal suofido Togliatti”. È cosa risaputa che laspia USA si serviva proficuamentedella rete d’informazioni che avevamesso in piedi la Santa Sede: un ser-vizio d’Intelligence che, in queglianni, era diretto dal “pio” mons.Giambattista Montini».Papa Pio XII morì il 9 ottobre 1958. Il26 ottobre 1958, i principi papalidella Chiesa avevano eletto il card.Giuseppe Siri di Genova come suc-cessore di Papa Pio XII. Il nuovo Pa-pa eletto aveva accettato l’ufficio di-venendo il 262° Vicario di Cristo,informando i Cardinali che aveva as-sunto il nome di Gregorio XVII. Poi-ché secondo il Diritto Canonico le di-missioni di un Papa, regolarmenteeletto e che abbia accettato l’incarico,sono nulle, Gregorio XVII rimase ilvero Vicario di Cristo fino alla suamorte, avvenuta nel 1989.Ma gli Illuminati di Baviera aveva-no altre preferenze e altri programmi.A questo proposito, l’economista, uo-mo politico, scrittore e giornalistaconte Paolo Sella di Monteluce ri-velò a Franco Bellegrandi che pochigiorni prima del conclave, nel Santua-rio di Oropa, un’alta autorità masso-nica in contatto col Vaticano gli dis-se che “... il prossimo papa non sa-rebbe stato Siri, ma sarebbe statoeletto un papa di conciliazione; eragià stato scelto il patriarca di Vene-zia Roncalli… la Chiesa è nelle no-stre mani». Con quali minacce si obbligò alle di-missioni Papa Gregorio XVII? Laversione ufficiosa che emerse è quelladelle minaccia di morte al card.Giuseppe Siri e di sterminio dell’in-tera sua famiglia, ma quella più effi-cace era quella che contemplava losterminio dell’intero vertice della Ge-

rarchia ecclesiastica. Ormai, esistevala bomba atomica e gli effetti che pro-vocava erano stati dimostrati il 6 e 9agosto del 1945, su quasi tutti i catto-lici del Giappone.Il primo test nucleare degli Stati Unitiavvenne il 16 luglio 1945, in un luogochiamato: “Trinità”! È interessantenotare che è proprio il concetto diTrinità che il regno dell’Anticristovuole sostituire: la SS.ma Trinità de-ve essere sostituita dalla blasfema esatanica Triplice Trinità massonica!Ricordiamo che, nel marzo del 1945,il Giappone aveva comunicato lasua resa incondizionata agli StatiUniti i quali, però, ignorando tale re-sa, continuarono a bombardare le cittàgiapponesi perché l’amministrazioneRoosevelt voleva prolungare laguerra al fine di sviluppare la bom-ba atomica.

Il card. Giuseppe Siri fu eletto Papa nel 1958e prese il nome di Gregorio XVII, ma dovettedimettersi. Fu usata la minaccia di una bombaatomica sul Vaticano per allontanare il card.Giuseppe Siri dalla Cattedra di Pietro?

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A Nagasaki viveva il 70% dei catto-lici giapponesi. Nagasaki e Hiroshi-ma erano le città nelle quali vivevala quasi totalità dei cattolici delGiappone. Quindi, le prime due bom-be atomiche degli Stati Uniti furono,sì, sganciate sulla “razza gialla”, maPER UCCIDERE LA QUASI TO-TALITÀ DEI CATTOLICI DELGIAPPONE!

Quale fu, dunque, il vero intento diqueste due prime bombe atomichesganciate sul Giappone di cui nessu-no, in alto loco, volle attribuirsi la re-sponsabilità?Il perenne portavoce dell’establish-ment anticattolico, Herbert GeorgeWells, pubblicò il suo libro “CruxAnsata”, nel quale propugnava aper-tamente la distruzione del Vaticano:«Perché non bombardiamo Roma?

... Un bombardamento totale dellacapitale italiana sembra non solo au-spicabile ma necessario».In realtà, durante la Seconda Guerramondiale, le bombe alleate colpironoil Vaticano due volte e da allora PapaPio XII, riuniti i cardinali, consigliòloro di prepararsi per eleggere unpontefice successore al di fuoridell’Italia, nel caso in cui Egli fossestato ucciso. Nel maggio del 1945, ilconflitto armato in Europa era giuntoal termine, ma le tattiche d’intimida-zione violenta, esercitate dai nemicidella Chiesa contro il Papa, non sifermarono con la fine della guerra.

Molti fatti indicano che, già dal 1949,i poteri secolari tentavano di intimi-dire Papa Pio XII con la minacciadi una bomba nucleare sul Vaticanoper forzare un cambiamento nel-l’insegnamento della Chiesa il qualeostacolava l’agenda dell’emergenteGoverno mondiale dell’Anticristo.Come parte dell’offensiva della Mas-soneria contro la Chiesa, nel periodosuccessivo alla Seconda Guerra mon-diale, lo scrittore rabbiosamente anti-cattolico, Avro Manhattan, lanciò,sotto forma di libro, una minacciapubblica contro il Papa con la qualeegli arditamente annunciava: «LaChiesa cattolica s’intromette negliaffari dei corpi politici con la stessaenergia, audacia, astuzia e determina-zione, come ha fatto nel periodo com-preso tra le due guerre mondiali. ... Lebombe atomiche, che in pochi se-condi hanno spazzato Hiroshima eNagasaki dalla faccia della terra edhanno messo in ginocchio il Giapponedovrebbe essere un monito per tuttequelle forze che si occupano del fu-turo dell’umanità e che i metodi deiprincipi non negoziabili delle epo-che passate sono superati per sem-pre. A meno che non si aprano nuoviorizzonti, vengano ideati nuovi meto-di e si incoraggi un nuovo spirito, isistemi economici, le dottrine sociali e

9 agosto 1945. Fungo atomico a Nagasaki.La potenza di questa bomba fu tre volte quellasganciata a Hiroshima, il 6 agosto.

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i regimi politici, così come le istitu-zioni religiose, inevitabilmente fa-ranno precipitare su se stessi e sututta l’umanità l’annientamento to-tale finale... La Chiesa Cattolicanon sarebbe affatto un’eccezione e,come tutte le altre istituzioni delmondo, dovrebbe fare attenzione aquesto avvertimento e, tenendo ilpasso con lo spirito del ventesimosecolo, DOVREBBE CERCARE DISEGUIRE UNA NUOVA STRA-DA».

Alice B. Bailey, l’ex alta sacerdotessadi quello che oggi è conosciuta comela “New Age”, nel 1957, un anno pri-ma della morte di Papa Pio XII, de-scrisse, senza mezzi termini, come lepotenze mondiali hanno cercato diterrorizzare segretamente la Chiesacon le loro armi nucleari. Questoserviva per aprire la strada ad una“ONU delle religioni mondiali”, co-me un ingrediente necessario per il“Nuovo Governo Mondiale” e per lacreazione di una sola cultura e diuna sola umanità mondiale: «Labomba atomica non appartiene alle trenazioni che l’hanno perfezionata ...Essa appartiene alle Nazioni Uniteper il suo uso (o speriamo piuttosto,per la minaccia del suo uso) quandol’azione aggressiva da parte di una na-zione mostra il suo volto brutale. Insostanza, non ha importanza che l’ag-gressione sia l’azione di una nazioneparticolare o quella di un gruppo dinazioni o se proviene da gruppi po-litici di qualsiasi potente organizza-zione religiosa, come la Chiesa diRoma, che non sono ancora capaci distare alla larga dalla politica e dedi-carsi, invece, alle attività che compe-tono a tutte le religioni: condurre gliesseri umani più vicino al Diodell’Amore».Quale fosse il “Dio dell’Amore” diAlice Bailey lo si può dedurre dall’or-ganizzazione internazionale massoni-co-satanica da lei fondata: il “Lucifer

Trust” (= la Corte di Lucifero), poi,più prudentemente denominata “Lu-cis Trust”, che dirige l’ONU. Della sua “nuova religione”, Baileyscrive: «Il Cristo risorto e non ilCristo crocifisso sarà la nota distin-tiva della nuova religione..».«... E una nuova chiesa di Dio, trattada tutte le religioni e da tutti i gruppispirituali, metterà fine alla grandeeresia della separatività».Ma per giungere a questo, Bailey chie-deva di «respingere decisamente, co-me fomiti di discordia e di guerra, idogmi, cioè tutti gli enunciati con cuisi formano pretese verità».

I programmi dell’ONU e del GovernoMondiale che riguardano l’uomo e isuoi destini, invece, ce li descrive conspietata sincerità il famoso mondiali-sta e “filosofo” inglese BertrandRussell.La soluzione da lui proposta è quelladella guerra: «La guerra potrebbe

Alice Bailey, sacerdotessa del “New Age”, fula fondatrice del “Lucifer Trust” (La Corte diLucifero) che dirige l’ONU.

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diventare così distruttiva che, peruna volta e per qualsiasi tasso di in-cremento demografico, non vi sa-rebbe il pericolo della sovrappopo-lazione». Ma la guerra lo deluse, in-fatti, egli in seguito scrive: «La guerraè stata finora deludente sotto questoaspetto... ma forse la guerra batte-riologica si rivelerà più efficace. Seuna peste nera potesse scoppiare intutto il mondo, a ogni generazione, isopravvissuti potrebbero procreareliberamente senza popolare troppoquesto pianeta».Ma ciò che lo affascina maggiormenteè la bomba atomica: «Non è affattoimprobabile che le grandi potenzemilitari del mondo conoscano la lo-ro distruzione per la loro incapacitàdi astenersi dalla guerra». E a que-

sto mondo, ormai terrorizzato dallaminaccia di un olocausto nucleare,Russell offre lo scopo da raggiungere:«Imparare a sottometterci alla leg-ge, perfino quando questa è impostada stranieri che noi disprezziamo eodiamo, e che sappiamo essere com-pletamente estranei a ogni conside-razione di giustizia».

Alla luce degli scritti dei personaggicitati, il calendario dei “test” delle di-verse armi nucleari, condotti nel1958, acquista ora un’enorme impor-tanza. L’incredibile aumento delle de-tonazioni di ordigni nucleari (da partedegli Stati Uniti e dell’URSS) si sonoverificati proprio durante il 1958,più che in qualsiasi altro anno pre-cedente. In realtà, vi furono piùesplosioni di ordigni nucleari durantei 18 giorni, compresi tra la morte diPio XII e il trionfo delle forze mas-soniche al Conclave che ne seguì, diquelle che si sono verificate nel corsodi un analogo periodo di tempo daquando avvenne il primo test nuclearedegli Stati Uniti, nel1945.Secondo l’ex consulente dell’FBI,Paul L. Williams, documenti “declas-sificati” dell’intelligence USA confer-mano che «Nel conclave del 1958 (...)al terzo scrutinio, Siri – secondo lefonti del FBI – ottenne i voti neces-sari per essere eletto Papa GregorioXVII. Il fumo bianco uscì dal caminodella Cappella per informare i fedeliche avevano un nuovo papa. Ma il nuovo Papa non si presentò albalcone.Al quarto scrutinio – sempre secon-do le fonti del FBI – Siri ottenne an-cora i voti necessari per essere rie-letto nuovamente Sommo Pontefice.Ma i cardinali francesi annullaronoi risultati, sostenendo che l’elezionedi Siri avrebbe causato disordini el’assassinio di diversi preminentivescovi oltre la Cortina di Ferro.Infine, il terzo giorno di ballottaggio,Roncalli ricevette il supporto neces-

Il “filosofo” Bertrand Russell, per l’uomo e isuoi destini aveva solo un programma: lo spo-polamento del pianeta, con carestie, epidemie,guerre e... bomba atomica.

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sario per diventare Papa GiovanniXXIII».Padre Paolo Perrotta, nel suo rac-conto “mainstream” sull’elezione diGiovanni XXIII, rivela la sua consa-pevolezza che il Conclave del 1958avrebbe potuto divenire il bersagliodi un attacco nucleare, scrivendo:«Se tutti i cardinali fossero uccisi,com’è possibile oggi con una bombaatomica, il diritto di eleggere i Ve-scovi di Roma tornerà al corpo chel’ha posseduto in origine e di cui icardinali sono i rappresentanti, valea dire, il clero della Città Eterna».In una dichiarazione del 1985 al gior-nalista francese, Louis Hubert Remy,Giuseppe Siri disse: «Questo segreto(del conclave) è orribile. (...) Sonoavvenute cose molto gravi. Ma nonposso dire nulla».

Il 28 ottobre 1958, il massone AngeloRoncalli, descritto da Avro Manhattancome il “Candidato del Cremlino”,apparve improvvisamente al balconepapale e sulla scena mondiale come“Papa” Giovanni XXIII. In realtà,sulla scena mondiale apparve l’Anti-papa Giovanni XXIII.Una volta che il card. Giuseppe Sirifu sostituito dal card. Angelo Ron-calli sulla cattedra di Pietro, e dopoche le strutture del Vaticano furonoportate totalmente sotto il tallone del-le potenze mondiali massoniche,nell’arco di sole 48 ore, gli Stati Uni-ti e l’Unione Sovietica, contempora-neamente, annunciarono la sospen-sione dei loro rispettivi programmidi test nucleare.

Il pontificato dell’Antipapa Giovan-ni XXIII fu solo un pontificato di“transizione”, che serviva esclusiva-mente per elevare mons. Montini alCardinalato e metterlo in condizionedi essere imposto come Papa succes-sivo. Il massone Giovanni XXIII erauna semplice pedina ed un esecutoredelle indicazioni che Montini, dalla

sua posizione di arcivescovo di Mila-no, gli trasmetteva tramite il suo uo-mo di fiducia, mons. Loris Capovilla.Ma Giovanni XXIII era anche l’ese-cutore di “ordini” o di “suggerimenti”che provenivano dai vertici di certepotenti Logge massoniche.Nel libro “La Chiesa eclissata”, diLouis-Hubert Remy, l’autore si reca aNew York per intervistare il gesuitaPadre Malachi Martin. Alla doman-da: «Giovanni XXIII era massone?»,il gesuita rispose: «Sull’appartenen-za di Giovanni XXIII alla Massone-ria, tutte le prove sono negli archividel Vaticano, gelosamente conservatedal cardinal Angelo Sodano».A un’altra domanda, fattagli nel set-tembre 1996: «Giovanni XXIII era uniniziato? Che ne pensa lei?», MalachiMartin rispose: «Sì, egli fu iniziatoda Vincent Auriol».Da una telefonata, che ricevetti nellostudio di don Luigi Villa, l’interlocu-tore, un insigne diplomatico e giuristainternazionale mi disse che Roncalliera pedofilo e massone e continuò:

Roncalli in Bulgaria tra piccoli profughi.Roncalli era pedofilo e fu iniziato alla setta deiRosacroce, una società degli Illuminati.

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«Quando era nunzio a Parigi, un gior-no, Roncalli fu chiamato dal presiden-te francese, Vincent Auriol, il qualegli disse: “Il tuo vizietto, per noi,non è un problema... se tu entrerainel Grande Oriente, tu diventeraiCardinale e io ti metterò la berrettarossa in testa. E se un giorno diven-terai papa, allora DOVRAI INDI-RE UN CONCILIO...”».L’alto diplomatico disse che la fonteera il suo amico mons. Bruno Heim,che fu il segretario di Roncalli allanunziatura di Parigi e che queste pa-role furono dette ad un gruppo di emi-nenti personalità.Sarebbe quindi stato il massone e an-ticlericale presidente francese Vin-cent Auriol a “suggerire” al card.Angelo Roncalli di indire un Concilio“se un giorno fosse divenuto papa”?

Il terrore della minaccia nuclearesarà nuovamente usato nel mese diottobre 1962. Nel 1957, Alice Baileyaveva suggerito che la “minacciadell’uso” della bomba atomica sareb-be stata sufficiente a intimidire la

“Chiesa di Roma” per farla obbedireagli ordini delle potenze mondiali.I test nucleari condotti dagli Stati Uni-ti e dall’Unione Sovietica ripreseronel 1962 e furono più numerosi rispet-to a qualsiasi altro periodo analogo ditempo precedente o successivo. Il ter-rore della bomba atomica coincisecon la seconda settimana del Conci-lio Vaticano II, quando non solo icardinali, ma la maggior parte dei ve-scovi di tutto il mondo erano riuniti aRoma.Inoltre, il 15 ottobre del 1962, soloquattro giorni dopo l’apertura delConcilio, aerei da ricognizione ameri-cani “scoprirono” diverse installazionidi missili sovietici a medio raggio aCuba, ritenute in grado di poter effet-tuare un primo attacco nucleare a de-cine di città degli Stati Uniti.Il 22 ottobre, a soli undici giorni dal-l’inizio del Concilio, il presidenteKennedy rivelò alla Nazione la pre-senza dei missili sovietici a Cuba.La “Crisi dei missili di Cuba” para-lizzò il mondo che rimase col fiatosospeso. Quello che il mondo non sa-peva, però, era che non vi sarebbe po-tuto essere alcun missile russo a Cu-ba, in grado di colpire le città degliStati Uniti, se gli stessi Stati Uniti nonavessero trasferito all’Unione Sovieti-ca una particolare tecnologia con cu-scinetti a sfera, necessaria per costrui-re i sistemi di guida dei missili.Il giornalista Antony Sutton, nel suolibro: “The Best Enemy You CanBuy”, ha rivelato che: «Nel 1961 ilDipartimento del Commercio haapprovato l’esportazione di trenta-cinque macchine Centalign-B per lalavorazione di cuscinetti a sfere in mi-niatura, della Società BryantChucking Grinder, all’Unione So-vietica, che avrebbe dato ai sovieticila possibilità di raggiungere il 50%delle capacità degli Stati Uniti. I so-vietici non avevano alcuna attrezzatu-ra per questa produzione di massa, ené l’Urss né alcun altro produttore eu-

Roncalli riceve il berretto cardinalizio dalle manidel massone e anticlericale presidente franceseVincent Auriol, che gli suggerirà: «se un giornodiventerai Papa, dovrai indire un Concilio».

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ropeo era in grado di produrre tali at-trezzature ... ».Con l’aiuto del Governo degli StatiUniti, i comunisti sovietici, improv-visamente, ebbero missili balisticicon capacità nucleare, parcheggiatia sole 90 miglia a sud di Key West,in Florida. Così, l’esercito sovietico,tecnologicamente primitivo degli anni1960, fu istantaneamente aggiorna-to dal suo preteso avversario, gliStati Uniti, diventando uno “spau-racchio” di gran lunga più spaven-toso di quanto non fosse stato fino aquel momento. Se il popolo america-no fu terrorizzato con la prospettiva diuna guerra nucleare, ancor di più lofurono i popoli europei, che avevanoancora i vividi ricordi delle città e deimilioni di corpi di innocenti inceneri-ti: donne, bambini e anziani, in segui-to ai bombardamenti a tappeto degliAlleati, durante la Seconda Guerramondiale. Con buone ragioni, per es-sere particolarmente spaventati, furo-no gli abitanti di Roma, quando ap-presero che gli Stati Uniti, come ri-torsione contro i missili russi a Cuba,avevano installato missili a medioraggio nella base americana del-l’Air Force a Gioia del Colle, a sole300 miglia a sud della Città Eterna,garantendo, in tal modo, che la capi-tale d’Italia sarebbe stata uno deiprimi obiettivi di un attacco di rap-presaglia sovietica in una guerranucleare totale.Quasi inosservata dai fedeli, durantequesto scontro orchestrato di “guerrafredda” tra Unione Sovietica e StatiUniti, fu l’altra prova di forza che sisvolgeva nei primi giorni del Conci-lio Vaticano II. Gli schemi inizialipreparatori tradizionali del Concilio,che erano stati faticosamente organiz-zati per due anni da un gruppo di pre-lati ortodossi sotto la guida dell’Arci-vescovo Domenico Tardini, furonoscaricati nel bidone dei rifiuti, perfar posto a un programma radicalerivoluzionario. Una nuova serie di

schemi, su misura dell’anti-Chiesa,e segretamente redatto dagli agentidella Sinagoga di Satana, molto tem-po prima del Concilio, furono poi im-plementati, con la connivenza diGiovanni XXIII.Nonostante Roncalli fosse rimastonell’ombra, nel consumare questo tra-dimento, la sua parte nel sabotaggiodegli schemi autentici del Concilionon sfuggì ai cardinali tradizionalistie conservatori, in modo particolarequelli che sapevano di aver a che farecon un antipapa. Ma il tradimentodi Roncalli, nei confronti dei padriconciliari, passò in secondo piano,non appena egli fu elevato sulla sce-na mondiale come il grande “opera-tore di pace”, per aver superato la“Crisi dei missili di Cuba”.Ovviamente tutto questo fu preparatodai suoi gestori e addetti stampa;Roncalli propose, prima al Cremli-no, poi a Washington, che i missiliin Italia fossero rimossi in cambiodello smantellamento dei missili so-vietici a Cuba. Durante la crisi, il po-polo americano fu informato solo del-la rimozione dei missili americani inTurchia, come scambio offerto ai rus-

Giovanni XXIII, Antipapa massone, voluto e imposto dalla Massoneria.

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si. Ma in Italia, i Padri conciliari e ifedeli, che conoscevano bene Ron-calli, furono improvvisamente rilut-tanti nel criticare il “Papa pacifica-tore” che aveva “salvato” l’Italia eil mondo occidentale dall’olocaustonucleare. La vera guerra condottadagli Illuminati che dirigeva il Go-verno degli USA, era una guerra se-greta contro la Chiesa e una guerraaperta contro Stati cattolici.L’odio del Governo americano pertutto ciò che era cattolico era parisolo a quello dei loro amici al Cremli-no, che avevano ucciso migliaia di sa-cerdoti cattolici e fedeli (per non par-lare dei milioni di cristiani ortodossi

russi) sin dal 1917.Ma l’Antipapa “pacificatore” nonera che un agente dei governi ge-melli nemici della Chiesa di Cristo,e che era stato imposto come “Pa-pa” per spianare la strada per l’av-vento del Regno dell’Anticristo e, inseguito, oscurare gli intelletti di ol-tre mezzo miliardo di cattolici, pri-vandoli della Grazia Santificante al-la sua fonte: i Sacramenti dellaChiesa, per poi sferrare il colpo fi-nale ed eliminare il Sacrificio diCristo sulla croce per sostituirlo conla redenzione gnostica della blasfe-ma e satanica Triplice Trinità mas-sonica. Infatti, oltre il papato, ilprincipale e finale obiettivo dei ne-mici della Chiesa di Cristo è semprestato il Santo Sacrificio della Messa,come ci richiama alla mente l’assiomalatino: «Tolle Papam; Tolle Missam»(Togliete il Papa e la Santa Messa saràsoppressa).

Alla morte di Giovanni XXIII, al suc-cessivo conclave del 1963, fu elettopapa ancora il card. Giuseppe Siri,ma ecco cosa scrisse il presidente diquel Conclave, Principe Scotersco il21 giugno 1963: «Durante il Concla-ve, un Cardinale uscì dalla CappellaSistina, incontrò i rappresentanti deiB’nai B’rith, annunciò loro l’elezionedel cardinale Siri. Essi risposero di-cendo che le persecuzioni contro laChiesa sarebbero state riprese im-mediatamente. Ritornando al Con-clave, egli fece eleggere Montini»!In cosa consistevano queste “persecu-zioni... immediate contro la Chiesa”?Prima di morire, nel luglio 1999, l’exgesuita, scrittore e perenne “insider”del Vaticano, Malachi Martin, cripti-camente ammise che, durante il con-clave del 1963, si verificò un inter-vento criminale subito dopo l’ele-zione papale di Siri, per mezzo diUNA TERRIBILE MINACCIAESTERNA PER ANNIENTARE ILVATICANO.

Il “copione” degli Illuminati che dirigevano gliUSA prevedeva anche che un Antipapa, di no-me Giovanni XXIII, doveva passare alla storiacome il “Papa pacificatore” o il “Grandeoperatore di pace”, per rafforzare la sua posi-zione nei confronti dei suoi oppositori.

Riviviamo gli avvenimentidi quarant’anni fa per ricordarequanto la pace sia preziosa,quanto importantesia la mobilitazione della gentee per ricordare Giovanni Ardizzone,caduto per difendere la pacee la libertà di Cuba.

In un altalenarsi di avvenimenti, tra ripetuti scam-bi di messaggi tra le due super-potenze; defini-zioni degli armamenti qualificati “difensivi” dai so-vietici e “offensivi” dagli USA; convogli di navirusse cariche di missili in viaggio nell’Atlanticoverso Cuba; il blocco navale dell’Isola da partedegli Stati Uniti eufemisticamente chiamato “qua-rantena”; un aereo-spia U-2 statunitense abbattu-to su Cuba da un missile sovietico; contrapposi-zioni tra “falchi” e “colombe” all’interno del Comi-tato Esecutivo del Consiglio di Sicurezza Nazio-nale degli Stati Uniti sull’opportunità o meno dibombardare Cuba con ordigni nucleari, dal 16 al28 ottobre 1962 tutto il mondo visse questi incal-zanti eventi con il fiato sospeso e tra grandi ma-nifestazioni che chiedevano la pace. Mai si eraandati così vicini a quello che avrebbe potuto di-ventare il terzo conflitto mondiale e che, forse,nessuno avrebbe mai potuto raccontare.

Si ringrazia l’Archivio del Lavoro di Milano per la documentazione fornita

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Martin chiaramente affermò che: «Ècerto che nelle votazioni del Concla-ve del 1963, Siri aveva raccolto ilnumero necessario di voti per essereeletto Papa, ma l’elezione fu accan-tonata da quella che è stata definitala “piccola brutalità”. (...) Dopo tregiorni di Conclave, Montini emersecome Paolo VI. Montini avrebberappresentato la testa dell’anti-Chiesa».Sempre l’ex gesuita, scrittore e peren-ne “insider” del Vaticano, MalachiMartin, nel suo libro: “Windswepthouse – A Vatican Novel”, fornisce idettagli di una doppia messa nera,che ebbe luogo solo alcuni giorni do-po la fraudolenta elezione di Paolo VIal soglio pontificio.Il 29 giugno 1963, otto giorni dopol’elezione di Paolo VI, fu celebratauna doppia messa nera, a Roma e aCharleston (Carolina del Sud - USA)con la quale Satana fu intronizzatonella Cappella Paolina, il luogo incui il Papa ricopre il ruolo di “Custo-de dell’Eucarestia”.

Quel 29 giugno 1963, fu l’inizio delSettimo Sigillo dell’Apocalisse di S.Giovanni, e cioè l’inizio del Regnodell’Anticristo. In quel giorno, diven-nero realtà le parole della Madonna deLa Salette: «Roma perderà la Fede ediventerà la sede dell’Anticristo», ele parole della Madonna di Fatima:«Effettivamente, Satana riuscirà adintrodursi fino alla sommità dellaChiesa».A conclusione di quella doppia messanera, il Delegato InternazionalePrussiano lesse la Legge di Autoriz-zazione davanti ai presenti della mes-sa nera di Roma: «Chiunque, attra-verso questa Cappella Interna, fos-se designato e scelto come successo-re finale dell’Ufficio Papale, dovràgiurare lui stesso, e tutti coloro cheegli comanderà, di essere il volonte-roso strumento e collaboratore deiFondatori della “Casa dell’Uomo

sulla Terra” ... Così sarà modellata la“Nuova Era dell’Uomo”».Il 29 giugno 1963, quindi, nasceva la“Nuova Chiesa Universale dell’uo-mo” di ispirazione satanica che avevail compito di sopprimere la Chiesadi Cristo, ma in modo particolare, do-veva eliminare dalla faccia della ter-ra la Redenzione del Sacrificio diCristo sulla Croce, e sostituirla conla redenzione blasfema e satanica del-la Triplice Trinità massonica, di cuimons. Montini ben conosceva la rap-presentazione geometrico-simbolica,per averla personalmente progetta-ta e fatta scolpire, nel 1943, sul tom-bale della madre, Giuditta Alghisi, nelcimitero di Verolavecchia (Brescia).Poche ore dopo l’evento della doppiamessa nera, Paolo VI fece il giura-mento da Papa. Quel “giuramento”fu uno “spergiuro” perché, de facto,Paolo VI lo annullò in tutto con lasua “rivoluzione” che non salvò al-cun aspetto del Dogma, della Morale,

Dopo Hiroshima e Nagasaki, la minaccia diolocausto nucleare, divenne l’arma per impor-re i cambiamenti nella Chiesa cattolica.

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della Liturgia, della stessa Disciplina.I quindici anni di pontificato di PaoloVI videro la nascita e lo sviluppo del-la “Casa dell’uomo sulla Terra” omeglio della “Nuova Chiesa Univer-sale dell’Uomo” d’ispirazione satani-ca. Questa fu la “nuova chiesa diPaolo VI” che, secondo le parole del-la Madonna de La Salette, come “cor-po nero” avrebbe “eclissato” la Chie-sa di Cristo, il “corpo lucente”.

Nella seconda metà del 1963, donVilla ebbe il suo secondo incontrocon Padre Pio. Fu un incontro decisi-vo e drammatico in cui il Frate di Pie-trelcina terminò il suo colloquio conla frase: «Coraggio, coraggio, corag-gio, perché la Chiesa è già invasadalla Massoneria», seguita dalle pa-role: «La Massoneria è già entrata

nelle pantofole del Papa (PaoloVI)». Fu don Villa a farmi compren-dere ciò che accadde realmente inquell’incontro, dicendomi: «In quelgiorno, Padre Pio mi diede l’obietti-vo dell’incarico della mia vita:PAOLO VI».Quando, in seguito, venni a conoscen-za della frase che Padre Pio pronunciòprima di morire: «La mia Missioneinizierà quando io sarò morto»,chiesi a don Villa se questa “Missio-ne” fosse proprio la battaglia che eglidoveva combattere per difendere laChiesa di Cristo dall’opera della Mas-soneria ecclesiastica. Don Villa mi ri-spose affermativamente con questeparole: «Padre Pio mi ha passato il“testimone”... io sono la continua-zione di Padre Pio...».Padre Pio era un frate ed aveva un su-periore al quale doveva obbedire, an-che quando gli avesse ordinato di bereun veleno. Il suo compito principalefu quello di affidare l’incarico adun sacerdote per una Missione spe-ciale che solo lui, per la santità dellasua vita e delle sue opere, poteva ren-dere credibile e accettabile al PapaPio XII, che doveva dare a questo sa-cerdote un mandato per compierequesta Missione.Questa Missione era quella di esserel’Artefice della prima coppa dell’iradi Dio, e cioè di smascherare i tradi-tori e i nemici di Cristo ai vertici dellaChiesa. E principalmente quel Nemi-co che, nel 1963, dopo la sua fraudo-lenta elezione ad Antipapa, ottenutacon gravi minacce immediate allaChiesa Cattolica, aveva dato inizio alSettimo Sigillo dell’Apocalisse diSan Giovanni, e cioè il Regno del-l’Anticristo.Il passaggio delle consegne da PadrePio a don Luigi Villa, però, non fu unsegreto per i nemici della Chiesa diCristo. Me lo disse don Villa, pocoprima di morire.Ecco ciò che egli mi comunicò a pro-posito dell’isolamento di Pio XII alla

Con la doppia messa nera a Roma e a Charle-ston (USA) che intronizzò Satana in Vaticano,ebbe inizio il Regno dell’Anticristo.

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fine del suo Pontificato e del clima ditradimento che lo circondava: «Mons.Bosio mi comunicò la frase udita daPio XII sul suo pro-segretario di Sta-to: “Alla fine, anche il card. Tardinimi ha tradito!” e anche un’altra frasesempre di Pio XII: “Non so se le mieparole raggiungono persino la portadel mio studio”».Quindi, sin dalla morte di Pio XII, inemici della Chiesa di Cristo sape-vano dell’esistenza e degli obiettividel mandato papale che Pio XIIaveva assegnato a don Luigi Villa equindi conoscevano il vero scopodella Missione di Padre Pio: com-battere il Regno dell’Anticristo, na-to il 29 giugno 1963, smascherare inemici di Cristo ai vertici della Chie-sa e condannarli come disse la Ma-donna a La Salette, parlando degliapostoli degli ultimi tempi: «... essifaranno progressi per virtù delloSpirito Santo e condanneranno glierrori diabolici dell'Anticristo!».L’apice degli errori diabolici dell’An-ticristo era questo: sostituire la Re-denzione di Cristo sulla Croce conla blasfema e satanica Triplice Tri-nità massonica. E solo “per virtù del-lo Spirito Santo” si poteva scoprire esvelare la rappresentazione geometri-ca di questa satanica redenzione gno-stica, con la quale sarebbe stato possi-bile “comprendere”, come in un libroaperto, la diabolica realtà che si erainsediata ai vertici della Chiesa cat-tolica; una realtà espressa con un lin-guaggio occulto, ma cabalisticamenteperfetto, preciso e univoco nella defi-nizione dei suoi messaggi.Fu in questo modo che don Villa, do-po aver denunciato le eresie di questitraditori della Chiesa di Cristo, fu ingrado di dimostrare la vera identitàdi Paolo VI e di Benedetto XVI: en-trambi ricoprirono il ruolo di Pontefi-ce della Massoneria Universalemondiale.L’Anticristo, come descritto nell’Apo-calisse di San Giovanni, doveva esse-

re formato dalle tre bestie: il Drago(Lucifero), la Prima Bestia venutadal mare (o Imperatore del Mondo,impersonificato dal Capo della fami-glia dei banchieri Rothschild) e la Se-conda Bestia venuta dalla terra cheaveva due corna, simili a quelle diun agnello, che però parlava comeun drago. Questa seconda Bestia sichiama anche Patriarca del Mondo,Patriarca della Massoneria, Supre-mo Pontefice della Massoneria Uni-versale, e Capo Supremo dell’Ordi-ne degli Illuminati di Baviera; Ordi-ne fondato, nel 1776, dal capostipitedella famiglia Rothschild: AmschelMayer Rothschild.Perché, allora, affermare che il Regnodell’Anticristo è nato il 29 giugno1963, quando Lucifero, l’Imperatoredel mondo e il Capo degli Illuminatidi Baviera esistevano sin dal 1776?

Con la minaccia atomica, sono stati imposti unAntipapa, l’intronizzazione di Satana in Vati-cano e la dottrina massonica nella Chiesa.

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Perché, per la venuta del Regnodell’Anticristo, la Seconda Bestiadoveva avere “due corna, simili aquelle di un agnello” ma “parlarecome un drago”, cioè la Seconda Be-stia non doveva solo ricoprire la cari-ca di Capo Supremo dell’Ordine de-gli Illuminati di Baviera, ma anchequella di Pontefice di Santa RomanaChiesa! Cioè il Regno dell’Anticristosarebbe nato solo quando gli Illumi-nati fossero riusciti nel loro intento diportare il loro Capo Supremo sultrono di Pietro!Il Regno dell’Anticristo, quindi, sa-rebbe nato solo quando sul trono diPietro fosse salito non un Vicario diCristo, ma un Traditore di Cristo;non un Vicario di Cristo, ma un Vica-rio di Lucifero. E questo richiedeva anche che si av-verassero le parole della Madonna deLa Salette: «Roma perderà la Fede ediventerà la sede dell’Anticristo» equelle della Madonna di Fatima: «Sa-tana effettivamente riuscirà ad in-trodursi fino alla sommità dellaChiesa».Perché iniziasse il Regno dell’Anti-cristo bisognava, quindi, attendere unAntipapa traditore, un traditore peròche aveva anche il compito di “intro-durre Satana alla sommità dellaChiesa”, perché era dal Vaticano cheSatana doveva dirigere e governare lasua “Nuova Chiesa Universaledell’Uomo”. Questo traditore fumons. Giambattista Montini, elettoAntipapa in modo fraudolento e cheassunse il nome di Paolo VI. Ottogiorni si celebrò la doppia Messa ne-ra per intronizzare Lucifero nellaCappella Paolina. Il giorno dopo,con il suo giuramento da spergiuro,Paolo VI iniziò la sua doppia carrieradi Antipapa e di Capo Supremo delsatanico Ordine degli Illuminati diBaviera.Il suo scopo finale era quello di di-struggere il potere spirituale dellaChiesa di Cristo annientando la

Messa Cattolica e il Sacrificio diCristo sulla Croce. La data che sim-boleggia questo scopo finale è il 20settembre. Questa data riassume ildoppio scopo degli Illuminati: la di-struzione del potere temporale espirituale della Chiesa di Cristo. Il 20 settembre 1870, con la brecciadi Porta Pia, cadeva il potere tempora-le della Chiesa e lo stesso giorno fucreato il Nuovo Rito Palladico Rifor-mato (nuovo nome dell’Ordine degliIlluminati di Baviera) il cui scopo su-premo era quello voluto dal Nubius:«Il nostro scopo finale è quello diVoltaire e della Rivoluzione france-se: cioè l’annichilimento completodel cattolicesimo e perfino dell’ideacristiana». Scopo che si poteva otte-nere solo con l’annichilimento com-pleto della Santa Messa e del Sacri-ficio di Cristo sulla Croce.

Ma il 20 settembre 1918, venne la ri-sposta dal Cielo: ad un povero fratedel Gargano apparvero le stigmate vi-sibili. Padre Pio entrava in scena perdare inizio alla sua Missione: sma-scherare i traditori di Cristo ai ver-tici della Chiesa cattolica, che avreb-bero dato inizio al Regno dell’Anti-cristo. E a chi sarebbe spettato il com-pito di combattere ed eliminare questoFrate che con le sue stigmate visibili,apparse proprio in quel giorno 20 set-tembre aveva sfidato l’Ordine sata-nico degli Illuminati che si propone-va “l’annichilimento completo delCattolicesimo e perfino dell’ideacristiana”?E a chi sarebbe spettato l’incarico diisolare, calunniare, far ignorare, para-lizzare, combattere e anche tentare diassassinare quel Sacerdote cheavrebbe dovuto realizzare la Mis-sione di Padre Pio e che ricevette il“testimone”, le informazioni crucialie l’obiettivo principale della Missioneproprio nel periodo immediatamentesuccessivo alla nascita del regnodell’Anticristo?

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L’ORDINE DEGLI ASSASSINI

Il generale Conte Cherep-Spiridovi-ch, nel suo libro: “The Secret WorldGovernment or The Hidden Hand”,svela il controllo della famiglia Roth-schild sul Governo Mondiale, che eb-be origine nel 1773. In quell’anno, vifu l’incontro di Amschel MayerRothschild con una dozzina di suoiamici finanzieri che accettarono la suaproposta di creare un Governo Mon-diale col quale essi avrebbero presopossesso di tutte le risorse del pianeta.Un aspetto, per raggiungere questoscopo, era quello di decimare la popo-lazione mondiale, riportandola ad unlivello primitivo in cui gli uomini sa-rebbero tornati alla “felicità” del vi-vere in “libertà” e in “eguaglianza”in mezzo ai boschi.Sin dalla prima pagina, Spiridovichchiarisce questo concetto: «Una guer-ra non è altro che un “assassinio dimassa legalizzato”. Ma Cristo hasmascherato quelli che promuovonole guerre e le rivoluzioni e ha indicatola loro causa principale: Satana e isuoi figli con la loro “brama d’as-sassinio”».Tre anni dopo quell’incontro, nel1776, Amschel Mayer Rothschildincaricò l’ex gesuita Adam Wei-shaupt di fondare l’Ordine degli Illu-minati di Baviera che introdusse unnuovo metodo di azione politica: l’as-sassinio!Spiridovich scrive: «Lo studio dellastoria dimostra senza alcun dubbioche tutte le rivoluzioni e le guerre dal1770 furono causate dagli Ebrei Roth-schild e inoltre che tutte queste guer-re, rivoluzioni e conseguenti stragi emassacri furono organizzati nonperché i governanti fossero malvagi,ma proprio per la ragione opposta:perché facevano l’interesse del loroPopolo e della loro Nazione.La Storia dimostra che, in Francia, laNobiltà e il Clero, prima della Rivolu-zione francese, avevano all’unanimità

promesso libertà alla stampa, ai lavo-ratori, alle religioni ed avevano rinun-ciato ai loro privilegi e intendevanoeliminare anche le tasse ai lavoratori.È dimostrato dalla storia che, il 4agosto 1789, tutte queste promessedivennero una realtà.Ma questo non era ciò che desiderava-no gli Ebrei e, il 10 agosto 1792, ap-parvero 82 uomini sconosciuti che,con la violenza e i massacri, presero ilcontrollo del potere. Persino Robe-spierre e Danton si trattennero dalseguirli e, solo più tardi, si misero ailoro ordini.La stessa cosa accadde in Russia,quando lo Zar Alessandro II erapronto a firmare la Costituzione;quando Stolypin concesse la terra aicontadini ed aveva dichiarato di volernazionalizzare le banche; quando Ni-

Adam Weishaupt, fondatore dell’Ordine degliIlluminati di Baviera, aveva indicato nella famiglia il peggior nemico da abbattere.

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cola I praticamente vietò le guerreminacciando di “sparare su quelliche avrebbero sparato per primi” equando Alessandro I espresse il desi-derio di fare di Cristo il Capo Su-premo al posto della Monarchia.Tutti questi uomini eccellenti furonoassassinati ad uno ad uno da una “Ma-no segreta”.Amschel Mayer Rothschild al suoGoverno Mondiale aveva dato un pre-ciso obiettivo: «Il vero nome di Dioverrà cancellato dal lessico della vi-ta»!L’assassinio e l’odio a Dio, però, sonoinscindibili dall’odio contro la SuaChiesa!Adam Weishaupt il fondatore del-l’Ordine degli Illuminati di Baviera,così introduceva il discorso per svela-re l’ultimo segreto: «... i raggiri e le

promesse che vi abbiamo usato e glielogi che abbiamo rivolto al Cristo ealle sue pretese scuole segrete (...)ora, non vi sorprendono più: per di-struggere ogni Cristianesimo... noiabbiam finto di avere noi soli il veroCristianesimo e la vera Religione!I mezzi di cui noi ci siamo serviti perliberarvi, e che noi usiamo per libe-rare un giorno il genere umano daogni religione, non sono che una piafrode...».Ed ecco l’ultimo segreto del suo Re-gno della libertà e dell’eguaglianza:«Abbandonate le vostre città, i vostrivillaggi, bruciate le vostre case. Sottola vita Patriarcale gli uomini eranoeguali e liberi ed essi vivevano egual-mente dappertutto. La loro Patriaera il Mondo. Apprezzate l’egua-glianza e la libertà e voi non teme-rete di veder bruciare Roma, Vien-na, Parigi, Londra e quei villaggiche voi chiamate vostra Patria».

Il secondo Capo degli Illuminati, dinome Nubius, dopo aver definito lastrategia di distruzione della Chiesacattolica, tramite una rivoluzione chedoveva partire dal suo vertice, portaval’assassinio ad un livello superiore:«... uccidete lo spirito. È il moraleche c’importa di colpire; noi dob-biamo dunque ferire il cuore!».«Non individualizziamo il delitto;ingrandiamolo fino alle proporzionidel patriottismo e dell’odio controla Chiesa, noi dobbiamo generaliz-zarlo».«Il miglior pugnale per assassinarela Chiesa e colpirla nel cuore è lacorruzione. Dunque, all’opera sinoal termine!».

La realizzazione della “politica del-l’assassinio di massa legalizzato” siraggiunse col nuovo Capo degli Illu-minati, il generale Albert Pike e colsuo vice, Giuseppe Mazzini, i quali,nel periodo 1870-1871, pianificaronole tre Guerre Mondiali del 20° seco-

Giuseppe Mazzini, Capo d’Azione politicadegli Illuminati di Baviera, fondò la

Loggia P2 che significa: Rito Palladico 2.

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lo, con lo scopo dichiarato di cancel-lare il Cristianesimo e la CiviltàCristiana.«Bisogna scattolicizzare il mondo...Non cospiriamo che contro Roma...Il nostro scopo finale è l’annichili-mento completo del Cattolicesimo eperfino dell’idea cristiana... È il mo-rale che c’importa di colpire; Noidobbiamo, dunque, ferire il cuore!».Ma questa rivoluzione doveva partiredall’Italia! Infatti: «CERCATE ILPAPA DI CUI NOI VI ABBIAMOFATTO IL RITRATTO.Fate che il clero cammini sotto lavostra bandiera, credendo di cam-minare sotto la bandiera delle Chia-vi Apostoliche... Risparmiate i cor-pi, ma uccidete lo spirito»!

Ma dopo due guerre mondiali, il cul-mine di questo “assassinio di massalegalizzato” che doveva “uccidere lospirito” avvenne con la legalizzazio-ne dell’aborto. Con l’approvazione diqueste leggi, il Capo degli Illuminatiraggiungeva lo scopo finale e piùprofondo: uccideva il cristianesimonell’anima dell’uomo che veniva de-gradato sotto il livello delle bestie!Dunque, per l’annichilimento del Cat-tolicesimo e perfino dell’idea cristia-na, si doveva partire dall’Italia, sidoveva cercare un “Papa” capace difar camminare il clero sotto la ban-diera della Massoneria; un “Papa”che doveva colpire il morale e lospirito del popolo cattolico italiano!Quest’uomo, però, consapevole delruolo supremo che assumeva in que-sto piano satanico, non poteva essereun vero Papa, ma solo un Anti-papa,un uomo corrotto, un traditore, chenon si sarebbe fermato di fronteall’assassinio; un uomo disposto acorrompere il clero, a dirigere l’auto-distruzione della Chiesa, a tradire ipopoli cristiani; un uomo che dovevaconoscere il segreto più profondo cu-stodito dai vertici della Massoneria,che doveva sapere di essere l’iniziato-

re del Settimo Sigillo, ossia del Re-gno dell’Anticristo; un uomo che do-veva soprattutto conoscere lo scoposupremo ed ultimo di Lucifero: l’eli-minazione totale del Sacrificio diCristo sulla Croce dalla faccia dellaterra!Un simile personaggio, non poteva es-sere regolarmente eletto Papa in unconclave, ma doveva essere impostocon la forza e sotto terribili minacce,fatte dai vertici della Massoneria; lostesso tipo di minacce usate per im-porre Giovanni XXIII e la svolta delConcilio Vaticano II.Quest’uomo era il card. GiambattistaMontini, l’“Anti-papa” Paolo VIche, dopo la regolare elezione delcard. Siri a Papa, sotto terribili minac-ce fu imposto, il 21 giugno 1963!Dopo solo 8 giorni, il 29 giugno 1963,con la doppia messa nera a Roma e aCharleston (USA), con la quale Sata-na fu intronizzato nella Cappella Pao-lina, ebbe inizio il regno dell’Anti-cristo!Paolo VI era la “seconda bestia, ve-nuta dalla terra, che portava duecorna simili a quelle di un agnello,ma che parlava la stessa lingua delDrago”!E cioè, Paolo VI, seduto sul trono diPietro come Anti-papa, segretamente,ricopriva un’altra carica suprema, l’u-nica che gli consentisse di far partedell’Anticristo: Paolo VI era il CapoSupremo del satanico Ordine degli Il-luminati di Baviera; era, cioè, il Capodell’Ordine degli assassini!L’Ordine degli assassini poteva “ucci-dere lo spirito” solo estendendo lapratica dell’assassinio ad un interopopolo; ma doveva essere il peggioredegli assassini, quello che più di ognialtro poteva colpire il morale, ferireil cuore, uccidere lo spirito! L’assas-sinio dei propri figli!La legge 194 che legalizzava l’abortoin Italia, approvata il 22 maggio 1978,è l’unica legge sull’aborto al mondoche porta la firma di politici cattoli-

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ci, ma che però appartenevano al Par-tito della Democrazia Cristiana, ilPartito della famiglia Montini!I cinque nomi erano: Presidente delConsiglio Giulio Andreotti, TinaAnselmi, Francesco Bonifacio, Tom-maso Morlino, Filippo Maria Pan-dolfi. Avrebbero potuto dimettersi,per non firmare questa legge assassin,ma, invece, firmarono “per il benedel Paese”!E qual era per loro il bene del Paese?Andreotti scrisse: «… mettere in cri-si in quel momento, il Governo si-gnificava compiere qualcosa di ve-ramente rischioso...», aggiungendo:

«Furono momenti nei quali il Papa(Paolo VI) non perse mai la fiducianei confronti di quella che era unacerta linea, chiamiamola pure di“democrazia pluralista” che dovevaessere mantenuta... (Paolo VI) ave-

va un enorme rispetto per tutti isuoi interlocutori. Considerava che,certamente, la verità non era unqualcosa di opinabile, però bisogna-va fare in modo che chiunque aves-se la possibilità di esprimere la suaverità e il suo concetto di verità...».Dunque, il braccio destro di Paolo VI,l’on. Giulio Andreotti, pur strisciandocome un serpente, chiamava in causadirettamente Paolo VI e lo indicavacome il vero responsabile delle lorofirme sulla legge dell’aborto!A commento di questo orrore riman-gono solo le parole scritte da don Lui-gi Villa all’on. Giulio Andreotti:

«IMPOSTORI! RAZZA DI VIPERE,

chi vi ha detto che sfuggirete all’ira imminente?

Il sangue innocente grida vendetta al cospetto di Dio!

E Dio vi distruggerà!Che l’Italia riceva,

in un prossimo futuro, un castigo molto severo

da parte di Dio,oggi non mi fa più meraviglia,

perché ormai, non solo non si è più cristiani,

ma neppure più uomini, degradati infatti sotto

il livello delle stesse bestie,LE QUALI

NON ABORTISCONO!».

Poiché morto un Capo se ne fa un al-tro, ci chiediamo: al tempo in cui Pao-lo VI era il Capo degli Illuminati, esedeva contemporaneamente comeAnti-papa sul trono di Pietro, chiera il suo “Vice”, e cioè chi era il Ca-po d’Azione politica della Massone-ria Universale, che veniva anchechiamato col nome di Capo dellaLoggia P2?

L’on. Giulio Andreotti.

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IL CAPO DELLA LOGGIA P2

È impossibile negare che qualche al-tro uomo politico italiano sia stato co-sì presente o collegato alla P2 con lafrequenza e l’incidenza con cui lo fuGiulio Andreotti.Si veda dal crack di Sindona al “gol-pe” Borghese; dalla tragedia di Ro-berto Calvi ai torbidi retroscenadell’assassinio di Pecorelli... Ovun-que, in questi quadri storici, comparesempre, almeno nei chiaro-scuri, mapur sempre in primo piano, GiulioAndreotti.Oltre i seguenti fatti:

– la “testimonianza” della SignoraLara Lazzerini della Procura dellaRepubblica di Pisa, il 31 dicembre1981;

– l’“informativa” su Gelli, redattadal maggiore Antonino De Salvodella Guardia di Finanza, in data 19marzo 1974;

– la “testimonianza” del GranMaestro Lino Salvini alla Procuradella Repubblica di Firenze, in data15 agosto 1976;

– l’affermazione, fatta sotto giura-mento, del 12 agosto 1980 di Lia

Bronzi Donati, toscana, “GranMaestro” della Loggia tradizio-nale femminile d’Italia, che esi-steva un documento... che attesta-va l’appartenenza alla massone-ria di Piazza del Gesù dell’on.Giulio Andreotti con una “inizia-zione” avvenuta congiuntamentecon Michele Sindona,

è particolarmente interessante la “re-gistrazione” di una telefonata traCarlo Bordoni, ex-braccio destro e ilsuo avvocato. Questa telefonata fuascoltata, su nastro, in Commissione,il 3 ottobre 1983. Eccone un brano: «Avvocato: “chi era veramente Gelli?Il Capo della P2, oppure un luogote-nente che copre qualche personaggiopolitico italiano?”.Bordoni: “Te l’ho già detto. Lui co-pre... lui agisce soltanto in funzionedi Giulio Andreotti, che è conside-rato, in tutto il mondo, il capo dellaP2, il vero capo della P2”».

Un’altra testimonianza di grande im-portanza è quella resa della SignoraClara Calvi alla Commissione, il 6dicembre 1982, in cui alle domandesulla vera identità del capo della Log-gia P2 e sulle minacce di morte fatte

L’on. Giulio Andreotti.

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al marito, la Signora Clara su ciò chegli disse suo marito rispose:

«Lo sapeva, sì, Gelli era solo ilquarto nella Loggia... Mi diceva cheil primo era Andreotti, il secondoera Cosentino, il terzo Ortolani, ilquarto era Gelli».

«... mio marito mi ha parlato di mi-nacce molto pesanti di Andreotti...».

«Poi, mi parlò di minacce di morte.Di minacce di morte ne ha sempreparlato... in maniera particolarequelle di Andreotti».

«Poi ha detto che l’aveva minaccia-to di morte... me lo ha detto più diuna volta e l’ha detto anche a miafiglia»...

RIVELAZIONI DI UN “VERO PENTITO” E “CONVERTITO”A differenza delle rivelazioni dei“collaboratori di giustizia” che “di-cono senza esagerare… senza andaretroppo lontano”, “affermano ciò chegià si conosce”, che “dicono ma, se siandasse oltre il limite, possono sem-pre ritrattare” e che guadagnano laprotezione di uno Stato che dichiarad’aver l’intento di carpire informazio-ni sulla realtà della Mafia che lo fron-teggia le lo sfida, un uomo, che si de-finisce “non collaboratore di giusti-zia”, ma mafioso “vero pentito” e“convertito”, ci fornisce un’altra in-teressante versione di questa ambiguarealtà.Il suo nome è Vincenzo Calcara, si-cario di Cosa Nostra che aveva rice-vuto l’incarico di uccidere il giudicePaolo Borsellino che temerariamenteosava sfidare la Mafia.Per farci meglio comprendere le suerivelazioni, nel suo libro: “Dai Me-moriali di Vincenzo Calcara: le cin-que Entità rivelate a Paolo Borselli-no”, Calcara racconta fatti concreti,verificabili e mai ritrattati, relativi apersonaggi quali, ad esempio: il Capodella Mafia, Francesco Messina De-naro, il suo stretto collaboratore, Mi-chele Lucchese, l’on. Giulio An-dreotti, mons. Macchi, il card. Vil-lot, il card. Benelli, mons. Mar-cinkus, e fornendo anche la vera sto-ria dell’attentato a Giovanni Paolo IIe quella relativa alla condanna amorte di Calvi.Queste testimonianze trovano valore eforza nel fatto che Calcara è volonta-riamente uscito dal programma diprotezione dello Stato, affermando:«La maggior parte dei pentiti colla-bora per opportunismo e interesse.Quando sei sotto il programma di pro-tezione sei bloccato in tutto. Non puoiparlare, non puoi rilasciare interviste,sei praticamente prigioniero. Il punto

Bordoni: «... Giulio Andreotti è considerato, intutto il mondo, il Capo della Loggia P2».

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è che fa comodo pure alle Istituzionideviate avvalersi di un pentito/pap-pagallo opportunamente ammae-strato, che parli solo, quando e co-me vogliono Lor Signori dei pianialti. Così, dopo gli eventi luttuosi chehanno portato alla morte del dott. Bor-sellino, ho scelto di uscire dal pro-gramma e adesso sono libero: “dise-redato e senza protezione, io possie-do più degli altri: possiedo la libertàdi parlare che gli altri non hanno”».Inoltre, le rivelazioni di Calcara sullecinque Entità, ch’egli aveva trasmes-so al Giudice Borsellino poco primadel suo assassinio, sono state poi con-fermate: nel 2013, dall’ex magistratoantimafia Pietro Grasso; in un’inter-vista ad “Anno Zero”, da Walter Vel-troni; nell’aprile 2014, dal giudiceAntonio Ingroia, durante il processo“Borsellino Quater”, dove il giudicesottolineò l’importanza delle rivela-zioni di Calcara.Ecco ora la sintesi di Calcara sulle re-lazioni Stato-Mafia: «Voglio iniziareaffermando, a voce alta, che lo Sta-to non ha bisogno di sapere le cose,(perché già) le sa! Sì, perché lo Sta-to o almeno una parte dei suoi ap-parati, le ha compiute in prima per-sona. Lo Stato non vuole la verità,ma vuole autotutelarsi…».Legato, sin da giovane, al capo dei ca-pi Francesco Messina Denaro di Ca-stelvetrano (Trapani) e, in seguito, an-che al boss Michele Lucchese di Pa-derno Dugnano (Milano), VincenzoCalcara ha trascorso gran parte dellasua vita come “uomo riservato”, ecioè come un “soldato”, conosciutosolo dai Capi della Mafia e a loro di-sposizione per “operazioni speciali”.Per i suoi meriti, dimostrati sul cam-po, gli furono assegnate missioni mol-to delicate, che lo portarono a operarein stretta collaborazione con i verticidi Mafia, Ndrangheta, Chiesa, Mas-soneria e Servizi Segreti “deviati”.«Io avrei dovuto uccidere Paolo Bor-sellino – scrive Calcara – Francesco

Messina Denaro, il capo dei capi, miaveva affidato l’incarico di stenderlouna volta per tutte. Doveva morire ocol fucile ad alta precisione o conl’auto-bomba. Nel primo caso, Mat-teo Messina Denaro, figlio di Fran-cesco, mi avrebbe coperto; nel secon-do caso, io avrei dovuto fare da coper-tura a lui mentre premeva il teleco-mando».Al tempo in cui gli fu prospettato l’in-carico di uccidere il giudice Borselli-no, Calcara era latitante, ma quando,nel corso dei preparativi, udì che que-sto piano di assassinio prevedeva unsuo immediato trasferimento in Au-stralia, egli comprese la sorte che loattendeva: la morte che gli avrebbechiuso la bocca per sempre. Fu allora

In questo libro, il pentito e convertito Vincen-zo Calcara rivela fatti sui capi della Mafia,Francesco Messina Denaro, Michele Lucche-se, sull’on. Giulio Andreotti, su mons. Macchi,card. Villot, card. Benelli, mons. Marcinkus efornisce anche la vera storia dell’attentato aGiovanni Paolo II e quella relativa alla con-danna a morte di Calvi.

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che Calcara decise di prendere le di-stanze da Cosa Nostra ma, immediata-mente, si ritrovò in carcere, dove,però, ebbe inizio la sua collaborazionecol giudice Borsellino, e dove ebbeinizio il suo pentimento e la sua con-versione.Riportiamo alcune rivelazioni di Cal-cara, su eventi storici finora scono-sciuti al pubblico, oppure noti a tuttima talmente gravi da non aver maiavuto una valida spiegazione.

TRAFFICO DI DROGA E “BANCA DEL VATICANO”«Ai tempi della cosiddetta “PizzaConnection” la mia “Famiglia” (ma-fiosa) e le altre “Famiglie” del paler-mitano, all’inizio degli anni ’80, gra-zie all’eroina, guadagnavano miliardi,dando vita alla nuova borghesia ma-fiosa. Acquistava morfina grezza daiturchi, la raffinava in Sicilia e, dopoaverla trasformata, la vendeva.

Il ricavato dei soldi veniva dato nel-le mani del notaio Albano che li ver-sava tramite il suo fraterno amico,il Vescovo Marcinkus, longa manuse ombra di Paolo VI, alla “Bancadel Vaticano” e investiti sia in Italiache in Sud America.Fiumicino e Linate sono le porte d’in-gresso più facili per la droga. Gli arri-vi sono giornalieri. Ero stato assunto alavorare alla dogana ai voli interna-zionali all’aeroporto di Linate-Mila-no, la migliore piazza per lo smerciodella coca. Svolgevo la mia mansionedentro il varco doganale dell’Aero-porto di Milano come se fossi incen-surato. In quel periodo, ero già statocondannato dalla Corte di Appellodi Palermo a 15 anni di carcere edero sorvegliato speciale, quindi nonavrei dovuto muovermi dal Comunedi Castelvetrano, ma a Cosa Nostra eai “Servizi Segreti deviati” niente èimpossibile e l’avallo della mafia, intutto ciò, garantiva che le forniture didroga non venissero mai fermate. So-no i vertici a organizzare nel detta-glio l’oleata macchina del traffico:acquisto, trasporto, ripartizione edistribuzione in maniera frenetica».

ATTENTATO A GIOVANNI PAOLO II«Su ordine di Michele Lucchese, il12 maggio 1981, da Milano presi iltreno per Roma. Mi fu detto che avreidovuto incontrarmi, all’interno dellastazione Termini (…) con SaverioFurnari e Vincenzo Santangelo. Insie-me a loro c’era Antonov, un bulgaroin stretto contatto con la Mafia Turcae con Cosa Nostra, che incontrai ver-so le ore 16 del 13 maggio 1981, inpiazza San Pietro. Egli mi disse cheavrei dovuto portare due turchi allastazione Termini.La piazza era stracolma di gente. Adun certo punto sentii un colpo fortissi-mo…Finalmente cominciai a capire dicosa si trattava. Dopo circa un quartod’ora, vidi arrivare Antonov di corsa.

Mons. Paul Marcinkus, “longa manus” e “ombra” di Paolo VI.

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Appena mi vide urlò: “Vattene!Vattene immediatamente! Porta-ti via il turco!”. Insieme ci diri-gemmo verso la stazione Termi-ni dove ci aspettavano Funari eSantangelo. La mattina del 14,arrivammo alla stazione di Mi-lano. Lì ci dividemmo. Io, quel-la sera, avevo un appuntamentoalla casa di Michele Lucchese;loro, invece, presero in conse-gna il turco per ammazzarlo.A Lucchese dissi: “Michele,non mi avevi mica detto che sidoveva fare un attentato alPapa”.Lui sorrise e mi disse: “PapaWoytjla aveva intenzione di se-guire il solco appena tracciato da PapaLuciani, e cioè rompere gli equilibriall’interno del Vaticano (…) Se PapaLuciani non fosse morto, di lì a pochigiorni sarebbero stati rimossi e sosti-tuiti immediatamente sia Marcinkusche altri quattro Cardinali. Al loro po-sto sarebbero subentrati altrettanti Ve-scovi e Cardinali di massima fiducia”.L’uomo che doveva uccidere il Papa,era stato scelto dalla SupremaCommissione».

CONDANNA A MORTE DI ROBERTO CALVI«Per capire quanto questi pezzi devia-ti del Vaticano abbiano influenzato lavita politica ed economica italiana,basti pensare che mons. Macchi hadecretato, insieme agli uomini poli-tici di tutte le Entità, la condanna amorte del dott. Roberto Calvi.Quel giorno, vidi di persona tutti que-sti uomini incontrarsi nella villa diMichele Lucchese, a Paderno Dugna-no dove ci sarebbe stata una riunioneimportante.Era l’estate 1981. Erano presenti tutti:Bernardo Provenzano, FrancescoMessina Denaro, il potente uomopolitico (Andreotti), il cardinal Mac-chi, il notaio Albano, Francesco Nir-ta di San Luca. Il motivo della riunio-

ne era: porre rimedio a tutti i danniche aveva causato il dott. Calvi conla perdita di tantissimi miliardi in-viati in Polonia a Solidarnosc.Al termine di questa riunione, Mac-chi, riferendosi al dott. Calvi, pronun-ciò questa frase: “Gli ho garantito lamia protezione facendo ricadere lacolpa su Marcinkus, ma questo in-degno non ha creduto! Lui è moltofurbo”. Con queste parole si era de-cretata definitivamente la condannaa morte del Dott. Calvi.Insomma, l’avrebbero massacrato».

LE CINQUE ENTITÀ«Io sono stato il primo a parlaredelle Entità.Le cinque Entità sono: Mafia (Cosanostra), Ndrangheta, Chiesa devia-ta, Massoneria (Loggia P2), ServiziSegreti deviati. Le Entità sono forzeocculte reali, concrete, che agiscono einfluenzano ogni aspetto della vitaquotidiana, sia a livello politico sia fi-nanziario.Al vertice di ogni Entità esiste una“Commissione” i cui componentinon superano le 12 persone. In ogniCommissione vi è un “Triumvirato”formato da: un Capo Assoluto e daaltre due persone. Le 15 persone dei

Mons. Pasquale Macchi.

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cinque Triumvirati formano la “Su-prema Commissione” … al cui verti-ce esiste un “Super Triumvirato” icui componenti vengono eletti convoto segreto e con mandato a vita.Le decisioni di queste figure dal pote-re assoluto, una volta prese, non sonopiù discutibili».

MAFIA (COSA NOSTRA)La Mafia è il braccio armato delleEntità e i suoi uomini sono un esercitoradicato sul territorio, che incutonopaura al popolo siciliano e impongonola cultura dell’omertà. La gerarchiamafiosa è composta di un Capo asso-luto che decide ogni cosa e da una ge-rarchia inferiore legata da un pattod’iniziazione. Ogni Famiglia è auto-noma nelle scelte locali, ma si relazio-na con il Capo provinciale. L’insie-me dei Capi provinciali forma la Cu-pola, o Commissione regionale, tra icui vertici, i nomi più importanti era-

no quelli di Bontade, Badalamenti,Riina e Provenzano.

NDRANGHETALa Ndrangheta svolge funzioni similia quelle della Mafia, come fosserodue facce della stessa medaglia. Esseforniscono manovalanza e sicariato apagamento come pure protezione ditipo terroristico. Non vi è alcuna dif-ferenza tra le Mafie che operano a Mi-lano e quella di Roma; sono tutte col-legate a doppia maglia fra di loro.Mafia e Ndrangheta sono solitamenteusate come capro espiatorio delle En-tità.

LA CHIESA DEVIATAQuesta Entità è composta da Vescovi,Cardinali e Nunzi Apostolici. In realtàqueste persone sono diavoli trave-stiti da santi.Sulla Banca dello IOR transitavanomigliaia e migliaia di miliardi ap-partenenti alle cinque Entità. CosaNostra inclusa. Da sempre i soldi delriciclaggio e i soldi della Mafia, ovve-ro della droga e dei traffici illeciti, eradenaro che, attraverso lo IOR, venivadepositato e ripulito dalle mani esper-te del “genio della finanza”, mons.Marcinkus. Egli, però, era solo unostrumento nelle mani di mons. Pa-squale Macchi e del notaio Albano,al quale erano affidati ingenti beni im-mobili (terreni, ville, tenute, palazzi)che venivano intestati non solo a Car-dinali e Vescovi, ma anche a uominidi Cosa Nostra, a uomini della Masso-neria, a uomini politici e anche a pa-renti e amici che facevano da presta-nome. Le anime nere che dirigevanomons. Marcinkus erano: mons. Pa-squale Macchi, card. Jean-MarieVillot, card. Giovanni Benelli, card.Gianvio. Questi quattro personaggiavevano in mano lo IOR e le finanzedel Vaticano!

Card. Giovanni Benelli.

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MASSONERIA (LOGGIA P2)La Massoneria, insieme alle altre En-tità, s’inserisce negli ingranaggi deipiù alti livelli dello Stato ed è semprestata la copertura dei Servizi Segreti.La Loggia massonica più potentedegli anni ’70 era la Loggia P2 diLicio Gelli (di Giulio Andreotti -n.d.r.), uomo accreditato in Vaticano,forte dei rapporti con Paolo VI.

I SERVIZI SEGRETI DEVIATII Servizi Segreti deviati partecipanoalla pianificazione di azioni di forzae al depistaggio, per intorbidire me-glio le acque, usando campagne di di-sinformazione e di contro informazio-ne. Con la collaborazione delle altreEntità, i Servizi Segreti deviati sonoorientati, sin dall’inizio, non a stron-care i fenomeni mafiosi o terroristi-ci, ma a creare un perverso compro-messo tra falsa verità, politica e apatiasociale. Una consistente porzione deiServizi Segreti deviati, radicata in tut-to il territorio italiano, è composta dauomini politici, magistrati, giudici,uomini dei servizi segreti, sottufficialidei carabinieri, uomini di polizia edell’esercito.

IL CAPO DELLA SUPREMA COMMISSIONELe 15 persone dei cinque Triumviratidelle cinque Entità formano la Supre-ma Commissione… al cui verticeesiste un Super Triumvirato i cuicomponenti vengono eletti con votosegreto e con mandato a vita.Nel Super Triumvirato esiste un Ca-po assoluto affiancato da altri due po-tenti personaggi.Ecco le dichiarazioni di Calcara sulCapo assoluto:«Nel passato, al vertice della Supre-ma Commissione c’era un Cardina-le che, con la sua straordinaria intelli-genza, è riuscito a ingannare chiun-

que, al punto di farsi eleggere Papa.Sto parlando del Cardinal Montini,poi divenuto Papa col nome di Pao-lo VI. Durante il suo pontificato, èriuscito a rinforzare ancora di piùle cinque Entità. mons. PasqualeMacchi devotissimo a questo Papa estava al vertice dell’Entità del Vati-cano».E ancora: «Ad oggi, nessun pentitoha mai voluto parlare della Supre-ma Commissione, al cui vertice c’e-ra Paolo VI. Ma vi rendete conto chelo vogliono beatificare? Altro cheSanto Paolo VI, quello è Santo Dia-volo Paolo VI. Altro che santo cat-tolico, era uno scandalo cattolico!».Da quanto rivelato dal Calcara si sco-pre che le cinque Entità hanno una so-stanza comune: l’appartenenza allaMassoneria.Ma le Obbedienze massoniche hannoun vertice a loro sconosciuto: l’Ordi-ne degli Illuminati di Baviera, o me-glio il Nuovo Rito Palladico Rifor-

L’on. Giulio Andreotti.

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mato, fondato da Giuseppe Mazzini,che a loro insaputa, le dirige tramitegli iniziati che essi scelgono in certigradi di ciascuna Obbedienza.Al di sopra degli Illuminati vi è l’An-ticristo, formato da Lucifero, il Capodella Famiglia Rothschild e il Capodegli Illuminati.Per comprendere la vera realtà dellecinque Entità rivelate da Calcara, sideve ricordare che gli Illuminati diBaviera sono formati da due “Partiti”:

1. Il Partito filosofico, simboleggiatodalla “falce”, deve eliminare il po-tere spirituale della Chiesa Catto-lica, sostituendo il soprannaturalecon la menzogna della pace e di unparadiso terrestre;

2. Il Partito della guerra, simboleg-giato dal “martello”, si occupa ditraffici illeciti, droga, armi, rici-claggio di denaro, sequestri di per-sona, esecuzioni, assassini, sedizio-ni, rivolte, rivoluzioni e guerre, pereliminare qualsiasi persona, grup-po, paese o potere che possa intral-ciare o contrastare i piani stabiliti alvertice.

Il Capo Supremo dei due “Partiti” è

il Capo degli Illuminati o SupremoPontefice della Massoneria Universa-le, mentre la persona che dirige il Par-tito della guerra è il Capo d’Azionepolitica della Massoneria Universale,detto anche Capo della Loggia P2.Ora, è più facile comprendere la verarealtà delle cinque Entità: esse costi-tuiscono il Partito della guerra degliIlluminati, il cui Capo era Giulio An-dreotti, Capo della Loggia P2 men-tre il Capo della Suprema Commissio-ne era Paolo VI perché egli era il Ca-po degli Illuminati.Lo scopo supremo degli Illuminati èl’eliminazione del Sacrificio di Cri-sto sulla Croce dalla faccia dellaterra. Questo era il vero compito del-l’Anti-papa Paolo VI: uccidere laMessa Cattolica eliminando il Sa-crificio di Cristo sulla Croce. Elimi-nare la consacrazione della Messa.E cosa avrebbe dovuto fare il Capodegli Illuminati di quel Sacrificio diCristo sulla Croce vivente che lo sfi-dava con le sue cinque stigmate san-guinati, che Padre Pio mostrò al mon-do proprio il 20 settembre, il giornopiù sacro per la Massoneria perché ta-le giorno simboleggiava proprio la fi-ne di questo Sacrificio?

Paolo VI.

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«PAOLO VI NON TI UCCIDE. TI FA UCCIDERE»

In un diario di don Luigi Villa, ho let-to di un incontro che egli ebbe conmons. Antonio Piolanti, MagnificoRettore dell’Università Lateranense esuo amico molto stretto. Alla domanda: «Lei sa cosa dice ilclero bresciano di Montini?” e senzaattendere risposta, mons. Piolanti,continuò: «Meglio un giorno damontone che cento da Montini», ag-giungendo poi: «Paolo VI non puòsopportare quelli che non la pensa-no come lui. Paolo VI non ti uccide.Ti fa uccidere»!Ora, Paolo VI, per le sue responsabi-lità e doveri di Capo Supremo degliIlluminati di Baviera, considerata la“sacralità” della data del 20 settem-bre, per il suo significato di “elimina-zione del potere spirituale dellaChiesa cattolica”, non poteva igno-rare quel Frate, in quel Convento diSan Giovanni Rotondo, che avevamostrato al mondo le sue stigmate vi-sibili proprio il giorno 20 settembre(1918), presentandosi come una sfidadel Cielo ai piani satanici di quel Re-gno dell’Anticristo che sarebbe natoproprio con l’avvento al soglio di Pie-tro di Paolo VI. Il potere spirituale della Chiesa cat-tolica poggia su una roccia: l’Eucare-stia, e cioè la rinnovazione incruen-ta del Sacrificio di Cristo sulla Cro-ce! E quel 20 settembre, in quel con-vento di San Giovanni Rotondo, quelFrate si presentava come l’incarna-zione vivente del Sacrificio di Cristosulla Croce: una sfida che il Capo de-gli Illuminati doveva affrontare e ri-solvere. Inoltre, non ci possono esseredubbi sul fatto che Padre Pio “non lapensava come Paolo VI...”!Ora, riportiamo citazioni sinteticheper condensare i fatti che dimostra-no la volontà, da parte di “certi uo-mini di Chiesa”, di avvelenare Pa-dre Pio.

Ricordiamo che mons. Montini (Pao-lo VI), mons. Girolamo Bortignon,mons. Loris Capovilla, GiovanniXXIII e padre Clemente da SantaMaria in Punta furono gli accanitiresponsabili della “guerra santa”contro Padre Pio.Per dimostrare quanto fosse “santa”questa loro “guerra”, basterebbe ri-cordare che:

1. Paolo VI oltre ad essere omoses-suale, traditore di Pio XII, Anti-pa-pa e demolitore della Chiesa di Cri-sto divenne il Capo Supremo delsatanico Ordine degli Illuminatidi Baviera, dopo essere stato il Ca-po della Suprema Commissionedelle cinque Entità che includeva-no Mafia, Ndrangheta e il riciclag-

Paolo VI.

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gio di migliaia di miliardi del traf-fico di droga, attraverso lo IOR,che era diretto da mons. PasqualeMacchi, segretario personale diPaolo VI, dal card Giovanni Be-nelli, prosegretario di Paolo VI, edal card Jean Villot segretario diStato sotto Paolo VI.

2. Mons. Girolamo Bortignon, notoper la sua avversione ai santi sacer-doti e a chiunque osasse fargli om-bra, insieme a Montini-Paolo VI,mons Loris Capovilla, Roncalli-Giovanni XXIII e padre Clementeda Santa Maria in Punta, fu nemicoacerrimo e persecutore di Padre Pioe, dopo il suo coinvolgimento nelledisastrose avventure usuraie diGiuffrè, cercò di appropriarsi deldenaro che i fedeli offrivano gene-rosamente a Padre Pio.

3. Mons. Loris Capovilla, in questogruppo di “uomini di chiesa”, ave-va un ruolo delicato: fu l’uomo difiducia, il collegamento, l’elementodi unione, il segretario, il consiglie-re, il controllore, l’esecutore. Eglifu talmente immerso in un torbidopassato di violenze rosse, legate al-la guerra civile in Nord Italia, che,per i morti che aveva sulla coscien-za, si meritò questa dichiarazionedi un ufficiale dei Carabinieri:“Non so cosa farei per strozzarlocon le mie stesse mani!”. Capovil-la, inoltre, fu il responsabile dellacomunistizzazione totale dellegrandi masse operaie della Lombar-dia e l’animatore della predicazioneevangelica in chiave marxista.

Mons. Girolamo Bortignon.

Mons. Loris Capovilla.

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Paolo VI. Padre Clemente diven-ne l’accanito persecutore di Pa-dre Pio dal 1965 fino alla suamorte.

Il 23 agosto 1963, sotto il pontificatodi Paolo VI, padre Clemente fu no-minato Amministratore Apostolicodella Provincia monastica di Foggiadal card. Antoniutti, Prefetto della Sa-cra Congregazione dei Religiosi.A chi doveva rispondere dei suoi attil’Amministratore Apostolico padreClemente?«L’Amministrazione Apostolica èuna determinata porzione del popolodi Dio che, per ragioni speciali e par-ticolarmente gravi, non viene erettacome diocesi dal Sommo Pontefice ela cura pastorale della quale viene af-fidata ad un Amministratore Aposto-lico, che la governa in nome delSommo Pontefice».Quindi, dal 1963 fino alla morte diPadre Pio, Padre Clemente ebbe unsolo superiore: Paolo VI.

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4. Giovanni XXIII, da Nunzio inBulgaria, fu coinvolto in un proces-so di pedofilia; a Istanbul, nel1935, fu iniziato nella setta degli Il-luminati; da Nunzio a Parigi, si de-dicò a rappacificare la Chiesa conla Massoneria e si legò al presiden-te francese Vincent Auriol che loiniziò al Grande Oriente di Franciae gli mise la berretta rossa da Car-dinale. Nel 1958, Roncalli fu impo-sto come Anti-papa dalla Massone-ria, poiché era stato legittimamenteeletto Papa il card. Giuseppe Siri,che aveva preso il nome di Grego-rio XVII.

5. Padre Clemente da Santa Mariain Punta, degno discepolo di mons.Bortignon, per il suo coinvolgimen-to nelle avventure usuraie di Giuf-frè, nel 1957 fu punito da Papa PioXII e allontanato dall’Ordine Cap-puccino, ma poi misteriosamente eimprovvisamente, tornò alla ribaltagrazie ai suoi amici: GiovanniXXIII, mons. Loris Capovilla e

Giovanni XXIII.

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Il 22 gennaio 1964, ingannando ilcard. Ottaviani del Sant’Uffizio, pa-dre Clemente fece eleggere, comepadre Guardiano del Convento di SanGiovanni Rotondo, non padre Car-melo da Sessano, ma padre Carmeloda San Giovanni in Galdo, il subor-dinato e succube esecutore dei suoiordini!

In realtà «Padre Carmelo da SanGiovanni in Galdo non viene in ve-ste di padre Guardiano, ma comeDelegato dell’Amministratore Apo-stolico; ciò significa che ogni sua de-cisione e iniziativa non appartiene alui, ma deriva direttamente dal-l’Amministratore Apostolico, padreClemente da Santa Maria in Pun-ta».«Il 15 maggio 1964, leggendo la Re-lazione sullo stato dell’Ordine Cap-puccino negli anni 1958-1964, il Mi-

nistro Generale dell’Ordine, padreClemente da Milwaukee, parlandodella Provincia di Foggia, dichiara.“… Se diciamo che quella Provincia,e soprattutto il Convento di SanGiovanni Rotondo, ci ha causatodifficoltà fuori del normale (…).Ora in quella Provincia è stato co-stituito un Amministratore Aposto-lico. La vicenda riguarda lui…”».Infatti: «Negli ultimi anni di vita diPadre Pio, l’autorità di governo dellaProvincia cappuccina di Foggia è ac-centrata esclusivamente nelle mani dipadre Clemente da Santa Maria inPunta il quale, in quanto Ammini-stratore Apostolico ha, in sede pro-vinciale, un’autorità superiore aquella del Generale dell’Ordine».«L’attività di padre Clemente, nellaProvincia di Foggia, non lascia adito adubbi: i nemici di Padre Pio sono isuoi amici e protetti; Padre Pio e isuoi amici sono i suoi nemici e costi-tuiscono tutta la “questione” cheegli è chiamato a districare».Già nel passato, vi furono episodi cheanticiparono quello che poi si tra-sformò in una deliberata e accanita“soluzione finale”.Nel 1959, Padre Pio era gravementeinfermo e quasi in fin di vita. Un gior-no, fra’ Modestino si trovò nella celladel Frate, quando gli portarono da be-re un bicchiere di brodo di pollo; ar-rivato a metà bicchiere, Padre Piosmise di bere e gli disse: “Tè, paesà,prendi e bevi”. Non appena iniziò abere, fra’ Modestino fu preso da nau-sea e da conati di vomito, tanto era di-sgustoso quel brodo. Padre Pio scher-zosamente gli disse: «Che! Paesà,non ti piace?.. Ed io che devo fare lamortificazione tutti i giorni?». Fra’Modestino gli chiese: «Padre, ma leilo prende davvero volentieri questobrodo di pollo?». La risposta fu: «Èla più grande mortificazione chel’obbedienza mi richiede. In verità,non mi va affatto». Quando fra’ Mo-destino fece circolare la voce su que-

Padre Clemente da Santa Maria in Punta.

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sto nauseante bicchiere di brodo dipollo, la somministrazione a PadrePio cessò improvvisamente.

Con l’avvento di Paolo VI, la persecu-zione di Padre Pio dei tempi di Gio-vanni XXIII si trasformò in una durae implacabile “soluzione finale” diquell’annoso problema che aveva“causato difficoltà fuori dal norma-le nel Convento di San GiovanniRotondo”. E la soluzione di tali “dif-ficoltà fuori dal normale”, nelle paroledel Ministro Generale dell’OrdineCappuccino, “riguardava Padre Cle-mente”.La “soluzione finale” ebbe inizio il17 aprile 1965, quando padre Cle-mente s’intrattenne, per un quartod’ora in colloquio con Padre Pio,nella sua cella. Subito dopo, il Padresi sentì male ed ebbe un collasso.Secondo voci attendibili, l’oggetto delcolloquio fu che al Padre furono da-te precise disposizioni circa la con-dotta che avrebbe dovuto tenere neirapporti con i medici e le altre auto-rità della Casa di Sollievo e, in par-ticolare, con i medici suoi amici, an-che illustri, dai quali gli si fece di-vieto di farsi visitare.Padre Clemente, quindi, impose a Pa-dre Pio di non farsi più visitare danessuno!Il giorno di Pasqua, 18 aprile 1965,Padre Pio celebrò la Messa, ma poi ri-mase in cella fino a tutto il giorno dilunedì. La mattina del martedì 20,chiese ai confratelli di sorreggerloperché voleva celebrare la Messa, masugli ultimi gradini si appesantì e, abraccia, fu ricondotto nella sua cella.A metà del corridoio svenne e cadde aterra.Dalla Pasqua del 1965, con la visita diPadre Clemente a Padre Pio, ebbe ini-zio una lunga agonia del Padre chedurerà tre anni e mezzo, fino allasua morte.Negli ultimi tre anni di vita, PadrePio non si reggeva in piedi e non

riusciva a parlare; spesso barcollavae cadeva.«Ogni pillola era somministrata a Pa-dre Pio non dal suo medico, prof. Sa-la, ma dai frati infermieri che lo assi-stevano; quindi erano i frati, per l’e-sattezza il padre Guardiano, a som-ministrare i farmaci a Padre Pio!».«In quest’ultimo periodo, l’assistenzaa Padre Pio era svolta da alcuni suoiconfratelli, ma anche queste sceltedovevano passare sempre dall’Am-ministratore Apostolico, padre Cle-mente da Santa Maria in Punta».

In un ampio reportage di Renzo Alle-gri dal titolo: “Come è morto PadrePio”, pubblicato nel n. 41 di “Gente”dell’8 ottobre 1969, si viene a cono-scenza di fatti terribili come “curemediche a Padre Pio non adatte”,anzi, “decisamente sbagliate”. E an-cora, “l’esistenza di un pericolo ter-ribile” nella vita terrena del Frate, do-

Padre Carmelo da San Giovanni in Galdo.

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vuto al “martirio causato da avvele-namento da medicinali”.

Appena appresa la notizia della mortedi Padre Pio, Nino Longobardi pub-blicò sul “Messaggero” del 25 set-tembre 1968, una sorprendente noti-zia: Suor Pia, sorella di Padre Pio,religiosa anch’essa e appartenenteall’Ordine di Santa Brigida di Svezia,subito dopo la morte di Padre Pio, haavanzato richiesta formale, presso isuperiori del Convento di MariaSantissima delle Grazie ed anche alVaticano, che venisse eseguitaun’autopsia sulla salma di PadrePio.Dato il riserbo dovuto dalla suora alsuo abito, il rispetto del lutto e la na-turale morbosità della polemica chene sarebbe scaturita, questa fu davve-ro una richiesta “eclatante” e lasuora doveva pure avere buoni mo-tivi per compiere un gesto di taliproporzioni!I figli spirituali chiedevano notizie datutte le parti del mondo. Nell’ultimasettimana di aprile 1965, i giornali da-vano notizie di tre visite mediche acui sarebbe stato sottoposto Padre Pio.La prima del prof. Valdoni (notiziapoi smentita); la seconda del prof.Cassano (ma la visita non fu esegui-ta); la terza sarebbe stata ordinata daifrati, ma nessuno seppe mai dire ilnome del medico e l’esito della visi-ta.

Il 20 aprile 1965, dopo che Padre Piofu ricondotto in cella, un dottore dellaCasa di Sollievo, contro la volontà deifrati, prelevò un campione di sanguedi Padre Pio per analizzarlo. Dalleanalisi, risultò che Padre Pio era in-tossicato.

La sera del 29 aprile 1965, il prof.Glauco Torlontano e il prof. Giu-seppe Gusso della Casa di Sollievo eil prof. Cassano andarono in conven-to, ma, tra lo sbigottimento di tutti, si

fece loro incontro un padre che disse:«Non si può visitare Padre Pio, per-ché il padre Guardiano non vuole».Si mandò a cercare il Guardiano che,però, fu irreperibile.Entrato nella cella di Padre Pio, Ilprof. Cassano si sentì ripetere per trevolte dal frate: «Non posso farmi vi-sitare da lei perché il padre Guar-diano non vuole». Ma la verità eraun’altra. (…) si voleva impedire chealtri medici visitassero il Padre e in-dagassero sui medicinali che gli ve-nivano somministrati.

Eligio D’Antonio narra, nel suo dia-rio che, quando una mattina, si prodi-gava, a preparare le medicine a PadrePio, in presenza del Parroco del Tufel-lo, don Parisio Curzi, rimase moltomale, quando sentì dire dal Padre:«Due terzi dei miei mali sono dovutiagli intrugli che mi fanno prende-re».

Cleonide Morcaldi riferisce questeparole di Padre Pio, dette alle sorelleMastrorosa, le quali chiedevano a Pa-dre Pio le ragioni dei suoi capogiri:«Mi stanno avvelenando di pillole».

Il prof. Lésourd, dell’Università Cat-tolica di Parigi, e l’abate Benjamin, inun loro libro su Padre Pio, riportanoquesto giudizio di padre Pellegrino:«Per me, le medicine hanno portatovia Padre Pio».

Sulle braccia prive di forze, le gambeappesantite, le ininterrotte vertigini, lepesanti cadute a terra di Padre Pio,Padre Pellegrino precisa: «I sonniferisono stati la morte di Padre Pio».

Padre Pio è stato “imbottito” di son-niferi e di barbiturici che, oltre a di-struggergli la salute, gli intorpidisco-no le facoltà mentali. Il Direttore Sa-nitario della Casa Sollievo della Sof-ferenza, professor Giuseppe Gusso,uomo integerrimo e devotissimo di

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Padre Pio, racconta che «Alcuni me-dici favorevoli a Padre Pio, di na-scosto dei frati, hanno fatto analiz-zare delle orine di Padre Pio nel la-boratorio della Clinica. Il Padre haun fisico eccezionale: sono state tro-vate tracce di barbiturici che avreb-bero fatto morire un cavallo in tregiorni».

Padre Pio sa perfettamente che i me-dicinali gli sono dannosi, ma a chi losollecitava a rifiutarli, rispondeva: «Ioobbedisco ai miei superiori e ai mieimedici, come ho sempre obbedito».E concludeva in modo sconcertante:«Peggio per loro!».

Padre Alessio voleva intervenire, maPadre Pio glielo impedì con decisio-ne: «… tu pensa a fare il monaco enon il medico!».

Tutti vedono che Padre Pio si va di-sfacendo di giorno in giorno. Nonscende più in refettorio, non può piùarticolare le gambe, è soggetto a co-nati di vomito.Negli ultimi anni della vita del Padreci furono vari cappuccini addetti allasua persona: Padre Eusebio, PadreOnorato, Padre Alessio, Padre Pel-legrino. Questi religiosi furono con-cordi nell’affermare che Padre Piostava per essere avvelenato dallemedicine.

Nel settembre del 1964, Padre Pio silamentava con un suo figlio spirituale,Eligio D’Antonio, il quale dichiaròper scritto: «Padre Pio mi disse: trequarti dei miei mali provengono daqueste medicine che mi fanno pren-dere».

Verso la fine del 1964, Padre Pio nonriusciva più a dormire. Il medico cu-rante ricorse ai sonniferi e ai barbi-turici. Padre Pio non voleva prende-re quelle pillole, ma il Superioreglielo impose per obbedienza.

Nel marzo del 1965, la signora Ma-strorosa di San Giovanni Rotondodisse a Padre Pio: «Padre, vi siete ri-dotto tanto male, perché non vi cura-te?». Il Padre le rispose: «Figlia mia,mi danno tante pillole che mi stan-no avvelenando».

Un giorno, Padre Pio disse ad EnzoBertani, economo della Casa del Sol-lievo, che era andato a trovarlo:«Prendi quel flacone di pillole ebuttalo via, prima che arrivi l’infer-miere».

In una lettera del 26 marzo 1966, alsuo carissimo padre Agostino, PadrePio scrive: «Sono anche angustiatodai medici che vogliono farmi beredella robaccia che io non sopporto».

Padre Pellegrino stesso, il 1° novem-bre 1968, in casa della contessa Tel-

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fener, davanti a cinque testimoni,raccontò: «C’è stato un periodo incui Padre Pio era costretto a ingoia-re anche più di cinquanta pillole algiorno, di ogni genere, dalle più in-nocue, come le vitamine, ai sonnife-ri e ai barbiturici. Ogni sera, dallafine del 1964, era costretto a ingoia-re cinque pillole di cui due eranobarbiturici e le altre tre sonniferi.Queste medicine ebbero effetti danno-sissimi sulla salute di Padre Pio. Eglinon si reggeva più, era intontito, nonriusciva più a spostare un piede, dove-vo sostenerlo con tutte e due le maniquando camminava. Durante la notte,non sapevo più come fare per muo-verlo, quando dovevo girarlo nel letto.lo, e anche gli altri confratelli chegli eravamo più vicini, abbiamoconstatato che Padre Pio vaneggia-va, certe volte non aveva più il con-trollo della sua mente. Vomitavaspesso. Quando camminava, si appog-giava al muro per non cadere per ter-ra. Una sera cadde e si ferì al viso».

«Il seguente racconto è del nostroinformatore che vuole mantenere l’a-nonimato. Dice: “Posso documentare un periododella vita di Padre Pio di cui nessunoha mai parlato. Rappresenta un pe-riodo terribile della sua esistenza,quando alle sofferenze fisiche e mora-li si aggiunse anche il martirio del-l’intontimento psichico, causato daavvelenamento da medicinali.(…) Di questo periodo, che è fra i piùdolorosi della sua vita, il cardinaleGiacomo Lercaro scrisse: “A fareagonizzare Padre Pio come il Salvato-re nell’orto degli ulivi, era il fatto cheegli non tanto PER la Chiesa soffri-va, quando il fatto che DALLAChiesa soffriva... Sentì l’amarezza diprocedimenti arbitrari, di provvedi-menti durissimi, ingiuriosi, maligni...Lo si isolò dagli amici; al loro postovennero gli avversari rincalzati nel-la miserabile astiosità del mediocre

che non soffre la superiorità dellavirtù … i confratelli stessi divenne-ro i suoi tormentatori e colui che gliera stato dato come bastone della suavecchiaia, fu il traditore miserabileche spinse fino al sacrilegio il suobacio proditorio”.Ho citato queste parole di un Cardina-le perché, se le avesse scritte chiun-que altro, sarebbero non credibili».

Più di cinquant’anni prima, Gesù,Maria e la Corte celeste andavano ri-petendo, come un ritornello, al giova-ne Padre Pio:«... LA VITTIMA, PER DIRSI TA-LE, BISOGNA CHE PERDA TUT-TO IL SUO SANGUE».LA “VOCAZIONE AL CORREDI-MERE” è stata soddisfatta; la “MIS-SIONE GRANDISSIMA”, affidata aPadre Pio dal Signore su questa terra,è stata condotta a compimento!

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DOV’É FINITO IL CORPO DI PADRE PIO?

Nell’agosto 2006, un amico mi invitòad andare a trovare l’Ing. Agide Fi-nardi che abitava a Bolzano. Fu un incontro indimenticabile!Dopo alcuni mesi, tornai a fargli visitainsieme a don Villa ma, ma nel viag-gio di ritorno, il Padre mi disse che“era meglio che io continuassi a in-contrarlo, ma da solo”.In una visita successiva, l’Ing. Finardimi raccontò il suo primo incontro conPadre Pio che finì con un pugno sulviso così violento da fargli sbattere latesta contro un muro e poi del ruoloche egli ebbe nella costruzione dellanuova chiesa di Santa Maria delleGrazie: insieme ai suoi operai, dovevaoccuparsi di tutte le opere non mura-rie. Per anni, egli rimase a lavorare aSan Giovanni Rotondo anche dopo lamorte di Padre Pio e questa sua atti-vità, unita alla sua genialità, fece na-scere un rapporto particolare con i fra-ti del convento, i quali utilizzavano lesue doti per risolvere problemi tecnicie finanziari. Abbandonate le sue pre-cedenti attività, Finardi si diede allascultura: busti e statue di Padre Pio,ma anche opere su commessa. Ritornai più volte a trovarlo e i rac-conti delle mie visite entusiasmaronoi miei figli tanto che anch’essi volleroconoscerlo.

Il 19 giugno 2009, io e mio figlio Lu-ca ci recammo a fargli visita. Era pre-sente anche il Sig. Amos Compagno-ni, proprietario di un Museo di artesacra, nel quale esponeva le opered’arte di Finardi, suo caro amico.Prima di salire in casa, tutti e quattroandammo alla vicina Pizzeria BellaNapoli, dove aggiornai i presenti sugliultimi sviluppi della tomba vuota diPadre Pio, terminando con la frase:«Un giorno, ci dovranno pur diredov’è finito il corpo di Padre Pio!».Finardi mi guardò sorridendo e rispo-

se: «Se vuole, glielo dico io! L’hannospedito in America due giorni dopola sua tumulazione».«In quale città degli Stati Uniti l’han-no spedito?».Finardi, che non fece alcuna obiezio-ne quando, invece di “America”, iousai il termine “Stati Uniti”, rispose:«Non lo so, perché non mi è statodetto!» e, subito dopo, iniziò a parlaredi alcuni aeroporti italiani tanto chefui costretto a domandargli: «Da qualeaeroporto l’hanno spedito in Ameri-ca?».«Dall’aeroporto militare di Foggia»,rispose Finardi.

Poi, gli chiesi: «Cosa c’è di PadrePio nel manichino che è stato espo-sto al pubblico? Quello che hannotrovato nella tomba, probabilmente, è

L’Ing. Agide Finardi, insieme al figlio Pio, sa-luta Padre Pio. L’ingegnere, con i suoi operai,costruì le opere non murarie della chiesa diSanta Maria delle Grazie e, dopo la morte diPadre Pio, continuò a lavorare per i frati delConvento di San Giovanni Rotondo.

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ciò che i frati vi hanno messo dentro,prima dell’apertura ufficiale della ba-ra, nel marzo 2008» e proseguii:«Dalla confessione fatta a un sacerdo-te molto affezionato a Padre Pio ab-biamo saputo che uno dei membri del-la Commissione che doveva presen-ziare all’apertura della bara, in con-fessione, gli disse: “Abbiamo trovatosolo un pezzo di cranio, un dente ealcune unghie. Nient’altro!”».Finardi disse: «La bara, infatti, èstata aperta tre mesi prima dellasua apertura ufficiale, perché i frativolevano vedere le condizioni in cuisi trovava il Santo per prepararloper la sua esposizione al pubblico».Tornati al suo appartamento, parlam-mo ancora a lungo e ad un tratto, l’In-gegnere aprì un’anta del mobile dietrola sua scrivania, dove teneva i suoidiari, scritti su rubriche annuali.«Quando ha iniziato a scrivere questidiari?» gli chiesi.«Dal 1942» fu la risposta.

Trascorsi quasi sei mesi, un lunedì, te-lefonai a Finardi per fissare una visita,ma per il tono preoccupato della suavoce, dissi subito: «Vengo oggi. Partosubito!».Partii con mia moglie e arrivammo aBolzano verso mezzogiorno. Trovam-mo l’Ing. Finardi con un occhio nero,il dottor Alessandro Conci, suo amico,e la sua nuova badante che gli prepa-rava i pasti e gli faceva le iniezioniprescritte. Il dottore mi disse che l’oc-chio nero Finardi se l’era procuratocadendo nella sala, il venerdì prece-dente, rimanendo tutta la notte sultappeto del pavimento. La badante,che l’aveva trovato la mattina seguen-te ancora disteso, disse che fortunata-mente era rimasto sul tappeto e indos-sava una giacca più pesante del solito,altrimenti, poiché il riscaldamento ve-niva spento la notte, l’Ingegnereavrebbe potuto morire di freddo,soprattutto se fosse rimasto sul nu-do pavimento.

La badante preparò il pranzo e poiuscì di casa.Finardi parlò della sua permanenza aSan Giovanni Rotondo dal 1959 al1969 e della possibilità che ebbe nelconoscere tutti i frati del Convento,accennandomi anche ai “periodi diferie” che questi frati trascorrevanonella sua precedente villa spaziosa ecomoda di Bolzano: «Quasi tutti i fra-ti hanno trascorso dei periodi di tem-po in casa mia… per fare le ferie. Lisistemavo comodamente e loro rima-nevano a casa mia per diversi giornima anche più a lungo».Verso le 13:30, io e mia moglie rima-nemmo soli con Finardi, così io ini-ziai a parlare del “pupazzo” che i fra-ti avevano preparato spacciandolo peril “corpo incorrotto di Padre Pio”.Finardi mi disse: «Se vuole, le rac-conto io come sono andate le cose.Un giorno, il Direttore della banca,presso la quale i frati avevano undebito enorme, si recò da loro,preoccupato perché cominciavano afar saltare i pagamenti del mutuoche avevano contratto con la ban-ca».Dopo avermi riferito la cifra, in mi-liardi di lire, che i frati dovevano aRenzo Piano, aggiunse che in quel pe-riodo i frati raccoglievano 147 mi-lioni al giorno!.. e continuò dicendo:«I Frati, vedendo così tanti pellegrini,avevano pensato di facilitare il loroarrivo con aerei, treni e navi. Ave-vano organizzato un aereo ogni giornoche faceva la linea: Torino, Milano,Firenze, Roma e Foggia. Purtroppo,molto spesso, l’aereo arrivava vuoto.Poi avevano organizzato un treno ognigiorno ed una nave che partiva daTrieste e che arrivava a Manfredonia.Il rallentamento dei pellegrinaggiha creato ai frati il problema deipagamenti del debito. Poi, in SanGiovanni Rotondo ci sono 140 alber-ghi dei quali 70 sono già in bancarottae la Mafia li sta acquistando per tra-sformarli in appartamenti».

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E terminò: «Allora, i frati fecero unariunione e decisero: faremo risorge-re Padre Pio!».«Far risorgere Padre Pio? – dissi –Hanno fatto fare un burattino co-prendogli il volto con una mascheradi silicone, e poi cosa c’è dentro lescarpe, nei guanti, sotto il saio? Chece lo facciano vedere! Prima o poi lodovranno fare!».Allora Finardi, scandendo le parole,disse: «I piedi sono fatti di legno».«E le mani, allora, anche quelle?». Finardi allargò le braccia, si strinsenelle spalle e alzò gli occhi verso l’al-to, come volesse dire: “E cos’altro sipoteva fare?”.Poi, aggiunse: «I frati hanno apertola bara due volte: otto mesi primadella riesumazione ufficiale e poicirca tre mesi prima. Quando l’han-no aperta la prima volta, hannoperso uno dei “bottoni”. È stato fra’Modestino a chiedermi come spo-stare il blocco di granito che è sullatomba di Padre Pio!».«L’hanno sollevato con i 4 crick, co-me hanno fatto durante la riesumazio-ne?».«No! L’hanno trascinato!».«Cosa? Trascinare un blocco di grani-to di 30 quintali?».«Il blocco di granito non è pieno, èvuoto!».«E come hanno fatto a trascinarlo?».«Gli ho insegnato io come farlo: conun crick idraulico!».Allora gli dissi: «Fra’ Modestino an-dava in giro dicendo che la tombadi Padre Pio è sempre stata vuota, eallora i frati l’hanno picchiato el’hanno mandato all’ospedale dadove è uscito con 5 punti sulla testa.Loro hanno poi detto che era cadu-to dalle scale!».E aggiunsi: «Il fatto che il corpo diPadre Pio sia stato spedito negli StatiUniti ha veramente un senso logico sesi pensa che, mentre padre Clementeaveva come diretto superiore PaoloVI, lui, a sua volta, probabilmente,

doveva obbedire a qualche suo su-periore della CIA. Infatti, mons.Montini, durante la guerra, facevaparte dell’OSS (Office of StrategicServices) che poi, nel 1947, è statotrasformato nella CIA».Finardi era stanco. Lo aiutai a coricar-si sul letto; io e mia moglie uscimmodi casa.Tornammo alle 15:30. In casa, c’eral’Ingegnere e la badante.Dopo circa una mezz’ora, Finardi en-trò nella sala e si sedette sul divanettodi fronte a noi. Era agitato e si coprivail viso con le mani. Ad un certo puntoesclamò: «Io non posso mettermicontro le persone! Non posso met-termi contro di loro! Non vogliomettermi contro di loro!».Allora, lentamente, pronunciai questeparole: «Don Villa, ogni volta chevengo da Lei, mi dice: si ricordi cheogni volta che lo vede potrebbe es-sere l’ultima! E poi, mi ha detto an-che di dirle di non presentarsi da-vanti al Padreterno con la colpa diaver vanificato il contenuto dei suoidiari, impedendoci di continuare lanostra battaglia in difesa dellaChiesa di Cristo!».D’improvviso, si alzò dicendo: «Vo-glio fare qualche telefonata».Per tutto il resto del tempo, Finardi ri-mase alla sua scrivania, tentando ditelefonare a più persone.Dopo alcuni inutili tentativi, mi avvi-cinai a lui: «Ingegnere, a cosa servetelefonare? A noi basterebbe il no-me di chi le ha raccontato il fattodella partenza della bara di PadrePio dall’Italia». Ma egli ricominciò a digitare numerial telefono. Io gli ero a fianco, cercan-do di aiutarlo. Era agitato e irritato:«Devo telefonare a questa persona,ma non riesco!». Tentò ancora diversevolte, ma senza successo. Allora, te-lefonò all’Albergo S. Michele di SanGiovanni Rotondo.Rispose uno dei figli del proprietario.Il telefono era in “viva voce”.

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Finardi gli chiese: «Come sta fra’Modestino?».«Fra’ Modestino non sta malaccio, manon va da nessuna parte».Finardi: «Sai se Cavalli ha ancoral’officina e se lavora?».«Sì, la sua officina è ancora aperta elui lavora!».Finardi riprese i suoi tentativi per con-tattare il Sig. Cavalli.Gli chiesi: «Ma a cosa serve telefona-re a questa persona? A noi serve soloil nome di chi le ha detto della spedi-zione del corpo di Padre Pio negliStati Uniti!».Allora lui, grave, seccato e irritato ri-spose: «Questa è la persona che hafatto il lavoro!».

E poi: «Era un mio operaio ai tempidella costruzione della chiesa diSanta Maria delle Grazie. Adesso,ha un’officina e si occupa di tenerepulite e in buone condizioni tutte leopere che noi abbiamo fatto all’inter-no della chiesa».Il nome di questa persona era scrittonella sua agenda telefonica ed io, sot-to i suoi occhi, lo trascrissi: CavalliPio, Via Nigare 12 – San GiovanniRotondo. Tel: 0882 457122.Finardi, poi, cercando un nome nellasua rubrica, come tra sé e sé, mor-morò: «Loreto, Padre Sergio. Dadue mesi trasferito a Loreto. Erapresente anche lui a… Ci sarebbeanche un’altra persona».Ma non riuscì a contattarla.Gli ero di fianco, quando disse:«Questo si chiama Ruberto Anto-nio. È un ex carabiniere e adessoaccoglie i pellegrini che devono en-trare in Convento per parlare confra’ Modestino».«Ma perché vuole telefonargli?».Rispose: «È la persona che mi hadetto della spedizione della bara diPadre Pio negli Stati Uniti». «Ru-berto fa la guardia a fra’ Modestinoe a Mario de Benedictis».Dal suo indirizzario, sempre sotto gliocchi di Finardi, trascrissi il suo indi-rizzo e numero di telefono: RubertoAntonio, Via Piccinini 5, San Giovan-ni Rotondo. Tel: 0882 451212 – 0882451903.Ad un tratto, Finardi disse: «Sonostanco. Dovrei riposare!», ma subitodopo mormorò: «Poi, ci sarebbe an-che un generale. Il generale è la fon-te!», ma subito aggiunse ad alta voce:«Ma non le dico il nome, e non glitelefono oggi, ma domani!».Poi, preso un raccoglitore di plasticaper fotografie di grandi dimensioni losfogliò e lo aprì sulla pagina in cui viera la fotografia di un volto d’uomo,bello e giovanile e, a voce bassa, midisse: «Questo è il generale!».Osservando che il volto era di una

L’Ing. Agide Finardi, già ultra-novantenne, dal2006 al 2010, mi fece molte rivelazioni su ciòche accadde a Padre Pio dopo la sua morte. I fatti più gravi riguardano la spedizione delcorpo di Padre Pio negli Stati Uniti, con unaereo militare che partì dall’aeroporto di Fog-gia e il fatto che il “corpo incorrotto” di Pa-dre Pio era solo un “manichino di legno” scol-pito da uno scultore della Val Gardena.

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persona giovane e credendo che fosseun generale dell’aviazione di Foggia,implicato nella spedizione della baradi Padre Pio, chiesi: «Ma è un genera-le dell’aviazione?».Con uno scatto d’ira, gettando in ariail raccoglitore, Finardi esclamò ad altavoce: «Ma come è curioso lei! Nonglielo dico!».Io chiesi: «Ma da quanto tempo è sta-ta scattata questa fotografia?».Con un altro scatto d’ira, gettando lebraccia in alto, Finardi urlò: «Ma al-lora Lei non si fida di me!». Ma su-bito dopo, a bassa voce, mi disse: «Dacirca tre anni».Allora, aggiunsi: «Se questa personafosse implicata con la spedizione del-la bara di Padre Pio, poco dopo la suamorte, il volto sembrerebbe troppogiovane!».Finardi, dopo essersi calmato, a bassavoce mi disse: «Lui non c’entra conla spedizione della bara, ma con larecente apertura della tomba di Pa-dre Pio… È il generale della poliziadi Manfredonia. L’ho fatto trasferi-re io da Rimini, circa tre anni fa».Per tutta la durata dei nostri colloquidel pomeriggio, a pochi metri di di-stanza nella cucina, c’era sempre labadante. L’ingegnere, ormai, era stan-co e sfinito, e così tornammo a casa.

Dopo circa tre mesi, i primi di aprile2010, gli feci l’ultima visita.Finardi era seduto sul letto. Iniziam-mo a parlare delle nostre famiglie epoi di Padre Pio.Accennando al “fantoccio” di PadrePio che i frati avevano esposto in pub-blico e ricordando all’Ingegnere le pa-role che egli mi aveva detto sui piedie sulle mani di legno, gli domandai: «È stato lei a fare quella statua di le-gno?».«No, l’hanno fatta fare da uno scul-tore della Val Gardena, ancor pri-ma che morisse Padre Pio e l’hannoconservata a San Giovanni Roton-do».

«Ma allora, i frati avevano architettatotutto sin dall’inizio?».«Sembra proprio così!» e aggiunse:«Lo scultore l’ha fatta in un mese, manon gli dissero a cosa serviva... No,gli dissero solo che l’avrebbero usata,ma non sapevano ancora dove».Verso mezzogiorno, non essendoci labadante, preparai io il pranzo e dopoun quarto d’ora, eravamo seduti a ta-vola. Ad un certo punto dissi: «Noiabbiamo pensato che si potrebbescrivere una biografia su di lei, coni suoi diari, però sarebbe bello ini-ziare scrivendo l’ultimo capitolo!».Finardi allora si alzò dal tavolo, andònella sala e trafficò un po’ per tornarecon un volumetto che mi consegnò di-cendo: «È il primo di 6 volumi; que-sto è per lei».Lo presi in mano, lo feci scorrere, fer-mandomi su alcune pagine piene difotografie. In una di queste, vi eranotre personaggi e Finardi mi disse:«Quello a destra è il generale dellaPolizia di Manfredonia che è chia-mato “il questore”, Antonio Laurio-la».Finardi mi disse che questi sei volu-metti erano stati fatti con i suoi diari ecoprivano tutto il periodo dal 1942 fi-no agli ultimi anni. Alla mia richiestadi poterli leggere, Finardi rispose inmodo vago ed evasivo. Uscii lasciandolo riposare e tornai nelpomeriggio. Andammo in sala dove Finardi accesela televisione senza più spegnerla.Riprendemmo il discorso sui diari esui volumetti che stava facendo stam-pare quando, ad un certo punto, eglimi disse che qualcuno aveva fattoleggere il primo volumetto ai frati eloro erano rimasti contenti.All’udire queste parole mi allarmai egli chiesi: «Come fanno i frati a leg-gere un volumetto tratto dai suoi diaried essere contenti?».«Certe cose sono state tolte».«Ma allora i diari non sono pubblicatiintegrali, ma sono manomessi».

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«Ma non vorrà che io lasci scrivereche un frate ha messo la lingua inbocca ad un mio operaio!».«Capisco che certi fatti personali pos-sano essere omessi, ma i fatti che leimi ha raccontato sulla tomba vuota, laspedizione di Padre Pio negli StatiUniti e l’apertura della bara tre mesiprima della riesumazione ufficiale haintenzione di pubblicarli oppure no?».«Se lo facessi, i frati mi denuncereb-bero».«Ma allora – dissi – chi ha in mano isuoi diari e con quale criterio li “ripu-lisce”?». A questo punto, Finardi, intutta chiarezza, mi disse: «I diari liho dati ai frati». In quel momento, compresi la ragionedella serenità dei colloqui di quellagiornata: Finardi aveva preso la suadecisione finale: quella di consegnaretutti i suoi diari ai frati.

Verso la metà di settembre del 2010,tentai di telefonare a Finardi ma nonrispondeva nessuno. Allora chiamai laPizzeria Bella Napoli e mi sentii dire:«Ma lei non sa?..».L’Ing. Agide Finardi – mi dissero –aveva perso conoscenza ancora nelmese di giugno ed era poi decedutonel mese di agosto.

***

Alla frase che don Luigi Villa mi dis-se al ritorno del suo primo e unico in-contro con l’Ing. Finardi: “continui afargli visita, ma da solo” fecero se-guito molte altre con le quali egli miincitava a tornare da lui, a farlo parla-re, a fargli dire tutto quello che sape-va, a stringere i tempi, a concluderecerte questioni, a cercare di ottenere isuoi diari e… di stare attento!Perché quella frase dopo il suo primoincontro? Lo seppi quando don Villami raccontò che, in quella visita, du-rante una mia breve assenza, avevachiesto all’ingegnere se poteva torna-re ancora a trovarlo. Non ricevendo,però, alcuna risposta comprese subi-to chi aveva di fronte. Non certo unsanto! Don Villa però era convintoche l’Ing. Finardi, superata ormai lasoglia dei novant’anni, sentiva il biso-gno di “alleggerire” certi pesi cheaveva sulla coscienza.Le “rivelazioni” dell’Ing. Finardi,quindi, provengono sicuramente dauna fonte che conosceva bene i fattiavendoli vissuti in gran parte di perso-na, ma pur non dovendo accettare cie-camente la loro veridicità, noi possia-mo sempre procedere con verifichegraduali che potrebbero, progressiva-mente, far venire definitivamente allaluce la verità sul “segreto della tom-ba vuota di San Padre Pio”.

“CORPO INCORROTTO” O... “MANICHINO DI LEGNO”?

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Si potrebbe iniziare con l’affrontare il fatto più eclatante e decisivo:“corpo incorrotto di Padre Pio” oppure “manichino di legno”?

E dovrebbe essere anche semplice scoprirlo: basterebbe

APRIRE LA TECA IN CUI È POSTO IL“CORPO INCORROTTO DI PADRE PIO”

E VERIFICARE SE, INVECE, SI TRATTA DI UN“MANICHINO DI LEGNO”.

Se si avverasse questa spiacevole ipotesi,acquisterebbero credibilità le testimonianze sulla

SCOPERTA DELLA “TOMBA VUOTA”NELLA RICOGNIZIONE FATTA SULLA TOMBA DI PADRE PIO

DAL CARD. SILVIO ODDI.

Questa realtà dovrebbe imporre di far luce sugli

STRANI DECESSIDI P. GIUSEPPE PIO, DI P. ALESSIO PARENTE,

DELL’AUTISTA FRANCO SASSOE DELLO STESSO CARD. SILVIO ODDI.

Inoltre, richiederebbe una verifica sulla veridicità della

VERSIONE UFFICIALEDELLA COMMISSIONE

PER L’APERTURA DELLA BARAE SULLE POSSIBILI MENZOGNE E PRESSIONI

CHE POSSONO ESSERE STATE DETTE O ESERCITATE SU QUESTE PERSONE.

Questo conferirebbe credibilità alla

REALTÀ DELL’AVVELENAMENTO DI PADRE PIO

ESEGUITO DA P. CARMELO DA SAN GIOVANNI IN GALDO,

SEMPLICE STRUMENTO ESECUTORE DEGLI ORDINI

DI P. CLEMENTE DA SANTA MARIA IN PUNTA.

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Le accertate responsabilità sull’avvelenamento di Padre Pio ricadrebbero pesantemente su

PAOLO VI, DIRETTO SUPERIORE

DI P. CLEMENTE DA SANTA MARIA IN PUNTAE, A QUEL TEMPO, NON SOLO ANTI-PAPA

MA ANCHE CAPO SUPREMODEL SATANICO ORDINE

DEGLI ILLUMINATI DI BAVIERA.

Poiché, anche dopo decenni o secoli, i resti di Padre Pio avrebbero contenuto pesanti tracce

dei veleni somministratigli nell’arco di anni, si comprenderebbe il perché

LA SALMA DI PADRE PIODOVEVA SPARIRE PER SEMPRE

E DOVEVA ESSERE SPEDITA IN UN LUOGO SICURO

PRESSO PERSONE AFFIDABILI E CAPACI DI MANTENERE

QUESTO TERRIBILE SEGRETO.

Se, infine, il luogo di destinazione fosse quello indicato dall’Ing. Finardi, e cioè gli Stati Uniti,

quale indizio potremmo avere noi per stabilireil probabile luogo di destinazione del corpo di Padre Pio?

NON SI PUÒ DIMENTICARE CHE PAOLO VI

ERA AFFILIATO E AVEVA LAVORATO PER L’OFFICE OF STRATEGIC SERVICES (OSS)

IL SERVIZIO SEGRETO AMERICANOAI TEMPI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

CHE FU POI SOSTITUITO DALLACENTRAL INTELLIGENCE AGENCY (CIA),CREATA NEL 1947 DA ROBERT A. LOVETT,

MEMBRO AUTOREVOLE DI “SKULL & BONES”,L’ELITISTICO CENTRO DI FORMAZIONE

DEI DIRIGENTI POLITICIDEGLI ILLUMINATI DI BAVIERA

DEGLI STATI UNITI.

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