Il Segno - Gennaio 2015

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A pagina 16 Schiaffini-Comune Rateizzato il debito Il Segno è cresciuto e non è più “piccolo” SERVIZI ALLE PAGINE 5, 6, 7, 8, 9, 10 e 11 Dopo la sentenza sulle antenne di Monte Cavo Sono trascorsi già due mesi si abbatte o no il traliccio? Anno XIV, n. 1 - 1/31 gennaio 2015 il Segno Rispetto dell’ambiente e della legalità. Queste sono le risorse di domani per la costru- zione di una nuova felicità e di una nuova economia. Angelo Vassallo (sindaco di Pollica) ...quello che gli altri non scrivono... quindicinale indipendente www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it Intervista al Vescovo di Frascati Ritratto di Overbeck, l’artista “Nazareno” che venne a Rocca Alle pagine 14 e 15 A pagina 29 Federico De Angelis a pagina 23 Con il 2015 il Segno perde l’aggettivo “piccolo”. Una definizione che, visto il successo editoriale e di dif- fusione della testata, ap- pare ormai superata. Quindi sulla prima pagina del giornale, come sulla pagina Facebook, scom- pare la parola piccolo. Il Segno è il Segno e basta. È conosciuto così da tutti e continueremo a chiamarlo così. Ma il Segno è grande nell’impegno e nella ter- zietà delle sue posizioni, e abbiamo attraversato gli ultimi decenni tra critiche e apprezzamenti. Sicuri che la strada segnata ci porterà ancora avanti, continueremo a seguirla con il piacere di farci sem- pre delle domande. Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Mauro, Paola, Giulia, Toshi, Simone, Fiammetta&Giuseppe, Bruna, Silvia, Fabio, Anna, Roberto, Alessia, Cirillo, Willy, Roberto, Antonello, Ilaria, Jessica&Davide, Alessandro, Claudio, Alfredo, Enzo, Gabriele, Camilla, Vincenzo, Massimo, Sandro, Stefano, Loredana, Anna, Angelo, Franco, Luigi, Fabio, Francesca, Valentina, Alfredo, Francesco, Desiree, Daniele, Matteo, Orofino, Emanuela, Annarita, Pierluigi, Letizia, Luigi, Rosa, Federico, Eugenio, Alessandro, Mario, Diego&Pino, Bruno, Alessandra, Mauro, Bruna, Enea, Ermanno, Paola&Alessia, Stefano, Renato, Omero, Italia, Luisa, Amedeo, Cristina, Bruno, Nadia, Ida, Antonio, Rossana, Gianfranco e Simone. TARI - TASI - IMU - IRPEF - Canoni concessori Ci hanno lasciato in mutande Boccia sindaco Querini vicesindaco ass.re bilancio Fei assessore lavori pubblici Barbante ex vicesindaco capogruppo Pd Sciamplicotti assessore urbanistica Sellati assessore igiene urbana A pagina 22 Attività storiche Pagliuso, una bella storia Facebook: Il Segno di Rocca di Papa

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Page 1: Il Segno - Gennaio 2015

A pagina 16

Schiaffini-ComuneRateizzatoil debito

Il Segnoè cresciuto e non è più“piccolo”

SERVIZI ALLE PAGINE 5, 6, 7, 8, 9, 10 e 11

Dopo la sentenza sulle antenne di Monte CavoSono trascorsi già due mesisi abbatte o no il traliccio?

Anno XIV, n. 1 - 1/31 gennaio 2015

ilSegno”

Rispetto dell’ambiente e della legalità.

Queste sono le risorsedi domani per la costru-zione di una nuova felicità e di una nuovaeconomia.Angelo Vassallo(sindaco di Pollica)

“...quello che gli altri non scrivono...

quindicinale indipendente www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Intervista al Vescovodi Frascati

Ritratto di Overbeck,l’artista “Nazareno”che venne a Rocca

Alle pagine 14 e 15 A pagina 29 Federico De Angelis a pagina 23

Con il 2015 il Segno perdel’aggettivo “piccolo”. Unadefinizione che, visto ilsuccesso editoriale e di dif-fusione della testata, ap-pare ormai superata. Quindi sulla prima paginadel giornale, come sullapagina Facebook, scom-pare la parola piccolo. IlSegno è il Segno e basta. Èconosciuto così da tutti econtinueremo a chiamarlocosì. Ma il Segno è grandenell’impegno e nella ter-zietà delle sue posizioni, eabbiamo attraversato gliultimi decenni tra critichee apprezzamenti. Sicuriche la strada segnata ciporterà ancora avanti,continueremo a seguirlacon il piacere di farci sem-pre delle domande.

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori:Mauro, Paola, Giulia, Toshi, Simone,Fiammetta&Giuseppe, Bruna, Silvia,Fabio, Anna, Roberto, Alessia, Cirillo,Willy, Roberto, Antonello, Ilaria, Jessica&Davide, Alessandro, Claudio, Alfredo, Enzo, Gabriele, Camilla, Vincenzo, Massimo, Sandro, Stefano,Loredana, Anna, Angelo, Franco, Luigi,Fabio, Francesca, Valentina, Alfredo,Francesco, Desiree, Daniele, Matteo,Orofino, Emanuela, Annarita, Pierluigi,Letizia, Luigi, Rosa, Federico, Eugenio,Alessandro, Mario, Diego&Pino, Bruno,Alessandra, Mauro, Bruna, Enea, Ermanno, Paola&Alessia, Stefano, Renato, Omero, Italia, Luisa, Amedeo,Cristina, Bruno, Nadia, Ida, Antonio,Rossana, Gianfranco e Simone.

TARI - TASI - IMU - IRPEF - Canoni concessori

Ci hanno lasciatoin mutande

Boccia sindaco

Querini vicesindaco

ass.re bilancio

Fei assessore

lavori pubblici

Barbante ex vicesindacocapogruppo Pd

Sciamplicotti assessore

urbanistica

Sellati assessore

igiene urbana

A pagina 22

Attività storichePagliuso, unabella storia

Facebook: Il Segno di Rocca di Papa

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ATTUALITÀ2 il Segno - gennaio 2015

REDAZIONEMauro Artibani, Bruna Benelli,

Federico De Angelis, Giulia De Giorgi, Daniela DiRosa, Laura Fico, Paola Gatta,Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Toshi Kameda,Marcello Loisi, Camilla

Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), MassimoOnesti, Sergio Rasetti,

Annarita Rossi, Paola Rufini,Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi

Serafini, Roberto Sinibaldi, Sandro Tabellione, Alessia Tino

ILLUSTRAZIONIFranco Carfagna, Ermanno Gatta

IL SEGNO NON USUFRUISCE

DI ALCUN FINANZIAMENTO

PUBBLICOSOTTOSCRIVI PER IL SEGNO:

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Via Firenze, 21Ciampino (Rm)Tel. 06-7960205

ilSegnoorgano quindicinale

dell’associazione culturale“Editoriale il Segno”C.F. 92028150586P.IVA 12706861007

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONEVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILEAndrea Sebastianelli

[email protected]

Nel Lazio si è arrivati alla cifra record di 505 sequestri

Incostanteaumentoibeni sottratti alla criminalità

di Andrea SebastianelliI dati sulla diffu-sione territorialedella criminalità or-

ganizzata sono impietosi. Seda un lato è chiaro che l’Italiafa sempre più gola ai clan, so-prattutto in tempo di crisi eco-nomica e sociale, dall’altro siriscontra uno Stato consape-vole, non disposto ad arren-dersi. Con la legge n. 50 del 31marzo 2010, che ha dato vitaall’ “Agenzia Nazionale perl’amministrazione e destina-zione dei beni sequestrati econfiscati alla criminalità or-ganizzata”, sono state riaccor-pate sotto un unico ente levarie procedure (dal provvedi-mento di sequestro fino allaconfisca definitiva) che per-mettono una più facile e velocerestituzione come bene pub-blico degli immobili e delleaziende tolte alle grandi mafie.In Italia i beni immobili confi-scati (dato aggiornato a unanno fa) sono stati 11.237 (dueanni prima erano circa10.500), di cui 505 nel soloLazio (due anni fa erano 459),mentre le aziende in odor dimafia intercettate sono state1.707 (140 nella nostra re-gione). Questi dati dimostranoinconfutabilmente come cosanostra, ‘ndrangheta e camorra(per citare i gruppi più potentianche se non va trascurato ilruolo di società criminali comeper esempio, restando nellanostra provincia, quello eserci-tato dai Casamonica) sonoormai inserite in maniera vi-scerale in tutte le regioni ita-liane.Roma in primis ma non solo.Anche la provincia di Roma èparte integrante di questo pro-getto di espansione stanzialecriminale. Qui i beni confi-scati, dato aggiornato al 7 gen-naio 2013, sono stati 479 (361immobili e 118 aziende), di cui50 (45 proprietà immobiliari e5 società) nei comuni dei Ca-stelli Romani (compresoCiampino). Impressiona il datodi Grottaferrata che vede untotale di 11 beni sottoposti asequestro (10 immobili e

un ’az i enda ) ,che ora dovreb-bero tornare allacollettività per illoro pieno recu-pero, gli ultimidei quali gli exristoranti “LaBazzica” e “Sa-pori di Sicilia”.E proprio daquest’ultima vi-cenda possiamocomprendereappieno il li-vello di infiltra-zione raggiuntonell’area deiColli Albani. Ilproprietario di “Sapori di Sici-lia”, attraverso l’operazione “Ilgioco è fatto” (scattata nel set-tembre del 2010 in seguito alleindagini condotte sull’ucci-sione di Umberto Morzilli, exmembro della Banda della Ma-gliana, che tra Rocca di Papa eGrottaferrata aveva dato vita auna delle più estese specula-zioni edilizie dei Castelli), fuaccusato di essere al vertice diuna rete criminale che, sul ter-ritorio di Roma e provincia,operava mettendo in piedi af-fari illegali grazie a usura,estorsione e truffe. Ma ai Castelli la maggioreoperazione sulle potenti infil-trazioni criminali è stata quellarelativa all’hotel di lusso “Villavecchia”, sulla strada che con-duce a Monte Porzio Catone eoggi tornato al suo splendoregrazie al lavoro degli ammini-stratori e dei lavoratori, appar-tenente all’imprenditorecalabrese Cosimo Virgiglio, ri-tenuto vicino alla ‘ndrina deiMolè. Virgiglio il 22 dicembredel 2009 finì sotto inchiestaproprio per il modo con cui eraentrato in possesso di questoedificio monumentale del XVIsecolo. Secondo gli inquirentiVirgiglio stabilì nel cuore deiCastelli il suo quartier generalecon lo scopo di riciclare i flussidi denaro sporco che arriva-vano dalle attività illecite con-dotte nel porto di Gioia Tauroda alcune società legate alla‘ndrangheta. Un’inchiesta de-licata che portò all’arresto di

26 persone, coinvolgendoanche alcuni politici calabresi.Le dichiarazioni dell’impren-ditore, che in un primo mo-mento si era detto disposto acollaborare con la giustizia,avevano portato alla luce que-sti intrecci tra impresa-poli-tica-affari-sporchi, tanto chetra gli accusati finì anche l’exSindaco di Gioia Tauro, Gior-gio Dal Torrione, più un im-prenditore romano. Se pensateche l’acquisizione del com-plesso alberghiero di MontePorzio avvenne nel 2007, cioèotto anni fa, per conto della po-tente e temuta cosca dei Molè,è chiaro che i tentativi di infil-trazione delle mafie hanno rag-giunto anche ai Castelli livelliallarmanti seppur non ancoradel tutto visibili con chiarezza.“Villa vecchia” è stato permolti anni l’ambiente preferitodalla politica locale e regio-nale, che qui organizzava ini-ziative, convegni epresentazioni. Ciò non signi-fica che quei politici e quelleforze politiche fossero collusecon il “sistema Virgiglio” masemplicemente che non si sta-vano accorgendo di quanto eraavvenuto e continuava ad ac-cadere sul territorio che lorostavano amministrando. Oggi i tempi sono maturi af-finchè anche la politica, oltre aforze dell’ordine e magistrati,vigili soprattutto sui grandi ap-palti pubblici che fanno sem-pre più gola alleorganizzazioni criminali.

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ATTUALITÀ 3il Segno - gennaio 2015

Così si vuole imbavagliare l’informazione libera

Fermiamolanuovalegge sulla diffamazioneDoveva essere una riformadella legge sulla stampa che,eliminando la pena del carcereper i giornalisti, liberava l’in-formazione dal rischio di san-zioni sproporzionate, a tuteladei diritti fondamentali di cro-naca e di critica: il testo licen-ziato al Senato rischia diottenere l’effetto opposto, ri-velandosi come un maldestrotentativo di limitare la libertàdi espressione anche sul web.La legge sulla diffamazioneche potrebbe presto essere ap-provata, prevede in particolare:1) sanzioni pecuniarie fino a50 mila euro che appaiono daun lato inefficaci per i grandigruppi editoriali e dall’altropotenzialmente devastanti perl’informazione indipendente,in particolare per le piccole te-state. Inoltre viene pericolosa-mente ampliata laresponsabilità del direttore peromesso controllo, ormai im-proponibile in via di principioe sicuramente rischioso per letestate digitali caratterizzateda un continuo aggiorna-mento;2) un diritto di rettifica im-mediata e integrale al testo ri-tenuto lesivo della dignitàdall’interessato, senza possibi-lità di replica o commento nédel giornalista né del direttoreresponsabile, e che invece diuna “rettifica”, si configura

come un dirittoassoluto di re-plica, assistitoda sanzioni pe-cuniarie incaso di inot-temperanza ,che prescinde,nei presuppostidella richiesta,dalla falsitàdella notizia odal caratterediffamatoriodell’informa-zione;3) l’introdu-zione di unasorta di gene-rico diritto all’oblio che con-sentirebbe indiscriminaterichieste di rimozione di infor-mazioni e notizie dal web seritenute diffamatorie o conte-nenti dati personali ipotetica-mente trattati in violazione didisposizioni di legge. Previsione questa che non ap-pare limitata alle sole testategiornalistiche registrate maapplicabile a qualsiasi fonteinformativa, sia essa un sitogenerico, un blog, un aggrega-tore di notizie o un motore diricerca, e che fa riferimento altrattamento illecito dei datiche è concetto dai confini in-certi in particolare nell’ambitodel diritto di cronaca e critica eche non ha alcuna attinenza

col tema della diffamazione.Più specificamente, la previ-sione di un assoluto diritto al-l’oblio, esercitato senzacontraddittorio, è destinato aprodurre un infinito conten-zioso tutte le volte che, difronte a richieste ingiustifi-cate, il direttore legittima-mente decida di nonaccoglierle. Ma la nuovanorma può anche indurre adaccettare la richiesta solo persottrarsi proprio ad un conten-zioso costoso o ingestibile e,soprattutto, può portare alladecisione di non rendere pub-bliche notizie per le quali èprobabile la richiesta di can-cellazione, con un gravissimoeffetto di “spontanea” censura

preventiva. I rischi non soloper la libertà d’informazione,ma per la stessa democrazia,sono evidenti.Una legge che modifica la nor-mativa sulla stampa al tempodel web deve avere comeprimo obiettivo la tutela dellalibertà di espressione e di in-formazione su ogni medium: equesto non si ottiene preve-dendo nuove responsabilità estrumenti di controllo e rimo-zione, ma estendendo ai nuovimedia le garanzie fondamen-tali previste dalla Costituzioneper la stampa tipografica.La legge sulla diffamazioneproposta ha invece il saporedi un inaccettabile “metteteviin riga”, sotto la minaccia difacili sanzioni, rettifiche e ri-mozioni, per quei giornalisticoraggiosi, blogger e free-lance che difendono il dirittodei cittadini ad essere infor-mati per fare scelte libere econsapevoli.La mancanza di norme chesanzionino richieste e azionigiudiziarie temerarie o infon-date non fa che aggravare unquadro di potenziale pressionesull’informazione che la solaeliminazione del carcere comesanzione non è sufficiente ascongiurare e che anzi con lanuova legge si aggrava.La nuova legge sulla diffama-zione è pericolosa per le molteviolazioni in essa previste deldiritto costituzionale d’infor-mare e di essere informati.Per questo invitiamo tutti i cit-tadini ad aderire a questo ap-pello, e chiediamo aiparlamentari di non approvarela legge. Ne va della libertà ditutti.Si può firmare sul sito Internet:http://nodiffamazione.it.

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AMBIENTE4 il Segno - gennaio 2015

Il tema di Expo 2015 che sisvolgerà a Milano sarà “Nu-trire il Pianeta”, in tutte le suedeclinazioni. Per cominciareforse dovremmo ridurre glisprechi alimentari. In Italiavalgono alcune decine di mi-liardi di euro l’anno. Le stimedicono da 15 a 37 miliardi dieuro, a seconda se si conside-rino gli scarti domestici, l’in-tera filiera agroalimentare e lafrutta e verdura non raccoltanei campi. È l’equivalente del3% del nostro Pil.Di tutto questi sprechi la metàè recuperabile per l'alimenta-zione umana con relativa fa-cilità, ma solo il 6% vieneriutilizzato a fini solidali. Nelcontempo milioni di persone,anche nel nostro Paese, vi-vono sotto la soglia di povertàe hanno bisogno di aiuto permangiare. La situazione comesi vede è insostenibile per lesue implicazioni non solo so-ciali, ma anche semplice-mente umanitarie. Gli sprechiinnescano una serie di pro-blemi ambientali, sui qualivanno pure focalizzate le no-stre attenzioni, perché buttarecibo significa sprecare acqua,energia, materie prime e pro-durre molti rifiuti che oltre-

tutto poi vanno gestiti.Il cibo buttato, si badi bene,non è quasi mai scaduto, no-civo per la salute, o deterio-rato. A dettare le regole dellafiliera dello spreco è piuttostol’odierna economia del con-sumo. Che privilegia prodottiesteticamente perfetti, chevuole pronto all’uso tutto e su-bito, che invoca la durata pres-soché infinita delle derratealimentari.Il disastro comincia nei campi.Qui lo spreco italiano di cibo

registra il picco più spaven-toso: quasi 18 milioni di ton-nellate di frutta, verdura ecereali buttati via ogni anno,oltre il 3% della produzioneagricola nostrana. Se si re-stringe il fuoco solo alla pro-duzione ortofrutticola, ognianno rimangono sui campicirca 7 milioni e mezzo di ton-nellate. Un dato che confron-tato con quello dei consumi diortofrutta annuali – 8,4 mi-lioni di tonnellate – dice cheabbiamo buttato via tanta

tempimoderni

di Roberto Sinibaldifrutta e verdura quasi quantaquella che consumiamo: laquantità sprecata potrebbesoddisfare le esigenze di unaseconda Italia. Le ragioni chestanno alla radice del feno-meno sono varie, ma nessunaporta a inficiare la consuma-bilità del prodotto stesso: siva da quelle estetiche (pro-dotti colpiti da grandine, peresempio), alle ragioni com-merciali (prodotti fuori pez-zatura), fino a quelle dimercato (costi di raccolta su-periori al prezzo liquidato al-l’agricoltore, per cui non c’èconvenienza a raccogliere).Ma ogni successivo passag-gio della catena ha i suoisprechi: dalle cooperative diraccolta, all’industria alimen-tare; dalla vendita al dettaglioall’organizzazione familiare.L’ultimo contributo allospreco passa attraverso i no-stri frigoriferi, da dove circal’8% della spesa alimentarepassa direttamente nella pat-tumiera. Forse dovremmo rivedere inostri modelli di acquisto eallontanarci da quelli piùconsumistici, in genere pro-posti dalla pubblicità televi-siva.

Buttiamo cibo per un’altra ItaliaSprechi alimentari: un cassonetto di rifiuti di 6 milioni di tonnellate

L’Agenzia meteorologica giapponese (Jma) haconfermato che l’anno appena concluso, il2014, è stato quello più caldo dal 1891, cioè daquando gli scienziati hanno cominciato a farequesto tipo di analisi spinti dai forti cambia-menti dettati dall’industrializzazione nei rap-porti con la natura e l’ambiente I dati resi noti nei giorni scorsi, quindi, ri-marcano ulteriormente le notizie secondo cuila Terra stia vivendo un costante riscalda-mento. Senza l’effetto “El Niño”, la più notacausa di variabilità periodica delle condizionimeteorologiche e climatiche su scala globale,la temperatura è salita di 0,63 gradi rispettoalla media del XX secolo e, su un periodo piùlungo, il balzo è stato quantificato dall’agenziagiapponese di circa 0,70 gradi per secolo. Unaumento drastico che ha fatto sì che il 2014 di-ventasse l’anno più caldo degli ultimi 123anni.

La conferma arriva dal GiapponeIl 2014 è stato l’anno più caldo del pianeta

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il Segno - gennaio 2015

ROCCA DI PAPAnotizie, informazione, attualità

Al 30 novembre 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.823 (maschi 8.286; femmine 8.537). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.361.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

INDOVINA QUANTI SIAMO?

L’amministrazione Boccia passerà alla storia per aver applicato le tasse più alte

Ci hanno lasciato in mutande le tasse locali non hanno più freni

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di Daniela Di RosaIl 2014 si è conclusoall’insegna delletasse. I cittadini diRocca di Papa, fa-

cendo due conti, sono pratica-mente rimasti in mutande. Ilcolpo di grazia, proprio du-rante le festività natalizie, è ar-rivato dalla TARI, la tassa suirifiuti, che nella maggior partedei casi ha visto aumenti inbolletta tra il 100 e il 150%.Una mazzata vera e propria,arrivata dopo un’altra tassa,quella sui servizi (la TASI)che già in autunno vedeva ilversamento della rata a saldodel totale dovuto. Quest’ultima tassa, che do-vrebbe servire per pagare lapubblica illuminazione, la de-ratizzazione, la pubblica sicu-rezza e per i servizi sociali, haportato nelle casse disastratedel nostro comune 1,4 milionidi euro (circa 3 miliardi dellevecchie lire). A sua volta laTARI si aggira intorno ai 3,4milioni di euro (circa 6,5 mi-liardi delle vecchie lire). Que-sta tassa nel 2012 vide unaumento in bolletta del 20%,nel 2013 un altro sostanziosoaumento del 30%. Ora la stangata del 2014 cheha portato alla luce il costo ec-

Il sindaco Pasquale Boccia

NUMERI UTILIClinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

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TASI 2014Tassa sui servizi

€ 768,00

IMU 2014Tassa sugli immobili

€ 79,00

IRPEF 2014Tassa sul reddito

€ 464,00

TOTALE € 1.911,00

Ecco la mazzata di fine anno*

cessivo per un servizio a dirpoco scadente.Anche sull’Irpef, la tassa sullepersone fisiche che colpiscesoprattutto dipendenti e pen-sionati perché viene tolta di-rettamente dalla busta paga odal cedolino della pensione,l’amministrazione comunaleci è andata pesante applicandol’aliquota più alta (0,8%). In-fine, c’è ancora l’IMU, la tassasugli immobili, che continuaad avere qualche strascico ov-viamente a carico dei contri-buenti. Il peso totale di queste tassearriva alla cifra record di quasi

2mila euro a testa all’anno(circa 4 milioni delle vecchielire).Ma non è finita qui, perché lagiunta Boccia ha pensato benedi farsi indennizzare dallegrandi utility (Enel, Eni, Ital-gas, Telecom, ecc.) i costi re-lativi alle attività di scavo sullestrade cittadine con il risultatoche queste società tale cifra lafaranno pagare ai cittadini diRocca di Papa direttamente inbolletta. A questo punto i gio-chi sono fatti e ai contribuentinon resta che svuotare le ta-sche per pagare cifre spessoinsostenibili per un normale

nucleo familiare.Il problema è sempre lo stesso,l’amministrazione ha sete di li-quidità, e allora invece di ra-zionalizzare i costi e glisperperi, che continuano(basta vedere consulenze e uf-fici stampa), applica ciò chediceva il grande Petrolini:“Chi governa i soldi li prendedove ci sono, cioè tra i poveri.Ne hanno pochi ma sonotanti”.Anche il 2015 non si presenta,dal punto di vista del gravamefiscale, migliore dell’anno ap-pena terminato. Non resta cheappellarci alla buona sorte.

* Le cifre si basano sui dati reali di un cittadino medio

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ROCCA DI PAPA il Segno - gennaio 20156

Ilcomunesi fa pagare le penali mentre i cittadini pagano per intero il servizio

Troppi i misteri che circondanola nuova tassa sui rifiuti urbani

di Andrea SebastianelliIl 22 ottobre 2014 il consigliocomunale di Rocca di Papa ap-provava la proposta della mag-

gioranza sulle nuove aliquote daapplicarsi alla TARI, la tassa sui rifiuti cheha preso il posto della Tarsu. Quel giornosui cittadini roccheggiani è calato un veroe proprio fardello, che definire esorbitanteè poco, che dovranno portare sulle spalleanche nei prossimi anni. Le proteste nonsono mancate, soprattutto dopo che il con-sigliere di minoranza Emanuele Crestiniha fatto sapere che né la “proposta di de-libera del 22 ottobre 2014”, né la deliberastessa, erano state completate nei modiprescritti dalla legge. Firme mancanti,presenze e assenze dei consiglieri non ri-portate, nemmeno il dato su chi aveva vo-tato sì e chi no agli aumenti era statoinserito. Questo fatto non è trascurabileperché l’amministrazione, nell’inviare ibollettini di pagamento ai contribuenti, hafatto chiaro riferimento alla delibera di at-tuazione delle aliquote.Un’approssimazione, indice di scarso ri-spetto delle regole e di nessuna conside-razione dei cittadini, sanata solo dopoquasi tre mesi. Infatti, gli atti sono staticompletati l’8 gennaio 2015 e sempredopo che si era scatenato il finimondo daparte di molti cittadini che pretendevano(guarda un po’ questi cittadini che preteseche hanno!) di prendere visione della de-libera di consiglio comunale del 22 otto-bre. L’ufficio tributi è andato in tilt, puravendo emesso una determinazione di set-tore, necessaria per avviare l’iter di ri-scossione, che faceva chiaro riferimento auna delibera fino a quel momento inesi-stente. Come abbiano emesso una deter-minazione dirigenziale senza avere inmano la delibera firmata resta un mistero.Uno dei tanti misteri che circondano latassa sui rifiuti a Rocca di Papa. Il primo mistero.Era il 28 agosto del 2013 quando il sin-daco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia,durante il consiglio comunale, informavai cittadini circa il rapporto tra il comune ela società che svolgeva, e svolge, il servi-zio di raccolta e trasporto dei rifiuti. L’Ai-meri, disse il sindaco in quell’occasione,deve pagare talmente tante penali che que-ste superano i soldi che il comune deveversare per il servizio. Infatti, un annodopo, il 20 agosto 2014, il comune emet-teva un comunicato stampa con cui infor-mava che “la società Aimeri Ambiente ciha riconosciuto 750 mila euro di penaliapplicate per il mancato rispetto del con-

tratto e del capitolato […] insieme adaltre somme dovute al minor servizio resodi 143 mila euro per le annualità 2013,2014 e 2015, per un totale di circa 1 mi-lione e 100 mila euro determinanti in que-sto momento di affanno. A fronte di tuttoquesto abbiamo poi rivisto il servizio ero-gato applicando un ulteriore ribasso deicosti”. Avete capito? Il comune di Roccadi Papa non solo ha incassato i soldi peruna serie di mancati servizi ma aveva ri-visto anche la spesa totale del servizio,ovviamente al ribasso, non solo perl’anno passato (2014) ma anche per il2015. E allora, ci domandiamo, i soldi in-cassati per le inadempienze dell’Aimeridove sono andati a finire? Il secondo mistero.Perché i cittadini si sono visti recapitarebollette a copertura del costo originariodel servizio (3,4 milioni di euro) invecedi pagare la cifra effettivamente versatadal comune? Un milione di euro in meno

su un servizio che ne costa circa 2,4 (a cuiva aggiunto il costo di conferimento in di-scarica) significa che quel servizio è co-stato al comune poco più della metà. Sel’Aimeri è venuta meno agli obblighi sta-biliti dal contratto, a subirne le conse-guenze (disservizi, ritardi, ecc.) sono statiin primis i cittadini, che però hanno pa-gato le bollette (e il servizio) per intero.Su questo preciso punto, secondo noi, iconti non tornano neanche un po’ e oral’amministrazione dovrebbe chiarire lavicenda in modo definitivo. I soldi che haincassato dall’Aimeri, come già chiesto,dove sono andati a finire? Il terzo mistero.Il costo effettivo del servizio di raccolta etrasporto dei rifiuti, togliendo le penaliapplicate, qual è stato nel 2014? E qualesarà per il 2015? In tutta questa storia c’èpuzza di bruciato, respirato completa-mente dai cittadini, mentre l’arrosto restada capire dove sia andato a finire.

Sulle tariffe della Tassa sui Rifiuti (TARI) c’è stata molta attenzione da partedei cittadini. Il consiglio comunale del 19 dicembre ha registrato una presenzadi pubblico mai vista, con cittadini attivi e partecipanti. Molti i commenti, gliinterventi, le lamentele. In quel consiglio sono state presentate tante richieste dichiarimenti sugli aumenti della tassa, fatti cadere praticamente tutti sotto si-lenzio da sindaco e assessori.Nei giorni successivi su Internet si è sviluppato un grosso dibattito, con docu-menti, video, centinaia di commenti su Facebook. Un terreno evidentementepoco considerato dall’amministrazione comunale, che infatti non ha mai nean-che tentato di replicare. La regola del silenzio deve essere stato un ordine delsindaco e così la notizia di questo animato dibattito è stata oscurata, cancellata,nascosta sui giornali e sui siti Internet locali. Sugli house organ del Pd e quelliche in genere riprendono ogni minuzia dell’operato del sindaco, non una parola.Intanto nella pagina Facebook del Segno le visualizzazioni di cittadini che com-battono la loro giornaliera battaglia contro la burocrazia della TARI furoreg-giano, contando migliaia e migliaia di passaggi.Passare sotto silenzio un evento così straordinario per la nostra comunità è ab-bastanza strano. Si può trattare di disattenzione, o di un voluto disinteresse. Ladisattenzione non ha scusanti per chi si professa giornalista, il disinteresse è an-cora peggio, perché evidenzia una appartenenza a schieramenti politici che an-tepongono le convenienze di partito a quello che dovrebbe essere il doveredell’informazione.

Tari e informazione

Cittadini arrabbiatima solo il Segno ne parla

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ROCCA DI PAPAil Segno - gennaio 2015 7

Il Comitato dei Campi:L’immondizia è oro?di Paola Gatta“Basta, l’immondizia non èoro”. Anche il Comitato diquartiere dei Campi d’Anni-bale alza la voce contro lastangata TARI arrivata a rovi-nare il natale nelle case di tuttii roccheggiani. Il presidenteGianfranco Silvestrini hascritto una lettera-volantino incui la parola “vergogna” ca-peggia come titolo. “I cittadinidelegano per farsi governare -si legge - e non per avere in-giustizie”. Silvestrini ricordache il comitato ha sempre cer-cato di dialogare con l’ammi-nistrazione comunale neltentativo di evitare gli aumentidecisi, visto che “la nettezzaurbana è stata già aumentata inmaniera sproporzionata di re-cente (circa due anni fa)”. Il presidente del quartiere piùpopoloso di Rocca di Papa sidomanda come mai la tassasui rifiuti è aumentata dopo lerassicurazioni ricevute che nel2014 tale tassa sarebbe addi-rittura diminuita grazie alla

raccolta differenziata e alrecupero dell’evasione.Recupero che, evidente-mente, non c’è stato. “È troppo semplice -silegge ancora nel volan-tino affisso in ogni eser-cizio commerciale diRocca di Papa- fare au-menti inadeguati a tavo-lino solo per far quadrareil bilancio comunale”.Inoltre, secondo Silve-strini, “le tariffe calco-late per persona nondevono essere applicatedue volte per la secondacasa vuota o chiusa poi-ché la quota fissa perogni persona viene giàconsiderata nella prima abita-zione”.La presa di posizione del Co-mitato si conclude con un in-vito preciso rivoltoall’amministrazione guidatadal sindcao Boccia, a “rive-dere tali tariffe illegittime ri-pristinando una tassazionecorretta”. Inviti che sicura-

mente resterà senza rispostavisto che in tutta questa vi-cenda ciò che è emerso è il si-lenzio da parte del primocittadino che, evidentemente,considera ormai arrivata al ca-polinea, dopo due mandaticonsecutivi, la sua esperienzaalla guida del paese che si staconcludendo in un modo forseinaspettato.

La dea bendata è passataanche a Rocca di Papa. Unodei biglietti vincenti della lot-tera Italia 2015, infatti, èstato venduto nel nostropaese. Il fortunato possessoredel tagliano da 50 mila euro,ha sicuramente cominciatonel modo migliore il nuovoanno. La serie vincente è laseguente: I 008683.Al momento nessuno sa direchi abbia acquistato il ta-gliando, se un residente osemplicemente qualcuno dipassaggio. Non è comunquela prima volta che Rocca diPapa viene baciata dalla for-tuna. In passato si contanoalmeno altre cinque sostan-ziose vincite, tra lotterie difine anno e super-enalottoche hanno regalato qualchepiacevole soddisfazione. Tuttigli altri si potranno consolarerecitando l’antico detto se-condo cui “i soldi non fannola felicità”. Sarà sicuramentevero ma sicuramente aiutanoa stare meglio.

Lotteria Italia,a Rocca di Papabiglietto da50 mila euro

Il presidente dei Campi, Silvestrini

Può anche capitare che in consiglio l’assessore non sappia rispondere

di Sergio RasettiSulla delibera di consiglio co-munale n. 46 del 22 ottobre2014, che successivamente hasuscitato vivaci contestazioniin consiglio, sui muri della

città, con volantini e in rete, leggiamo tral’altro:«Oggetto: Tassa rifiuti (TARI) approva-zione tariffe per le utenze domestiche eper le utenze non domestiche per l’anno2014».Si legge ancora: «Il capogruppo Emanuele Crestini chiedeall’assessore Roberto Sellati quanto costal’ampliamento ai Campi d’Annibale delservizio porta a porta.Il capogruppo Enrico Fondi vuole saperenotizie circa le compostiere».Dallo stesso verbale della delibera ap-prendiamo che «risponde l’assessore Ro-berto Sellati affermando che a richiestaverranno dati sia i contenitori per il com-

postaggio che per i pannoloni [...]».E poi: «Il presidente del consiglio (Sig.ra MarikaSciamplicotti) ricorda che ci sono zoneche non dovrebbero essere neanche abi-tate (“edilizia spontanea”) ma il servizio èassicurato ugualmente».

Questa breve descrizione suscita una ri-flessione sulla qualità delle risposte chenei consigli comunali possono dare o nondare alcuni amministratori. È probabile che l’assessore Sellati abbiavoluto “snobbare” il consigliere Crestininon rispondendo alla sua richiesta. È pos-sibile che l’assessore Sellati non cono-scesse la risposta esatta. Comunque icittadini da questa delibera non hanno sa-puto quanto costerà la raccolta differen-ziata che starebbe per partire ai Campid’Annibale. Qualcuno penserà che questasottolineatura costituisce soltanto unmodo di fare polemiche a ogni costo.Punti di vista. Il nostro, anche alla luce diquanto ha ricordato l’ex presidente delconsiglio comunale, nonché assessore,Marika Sciamplicotti, è che il servizio perquella “zona che non dovrebbe essere ne-anche abitata” costerà probabilmentemolto e il suo importo sarà spalmato, in-sieme agli altri, su tutta la comunità.

L’assessore Sellati e, dietrodi lui, il sindaco Boccia

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ROCCA DI PAPAil Segno - gennaio 20158

Il consigliere Danilo Romei ha effettuato un’analisi su quanto accaduto a Rocca

«Le tariffe sono anomale, l’esempio dei comuni vicini»

di Danilo Romei*L’amministrazionecomunale di Roccadi Papa colpisce an-cora… il portafoglio

dei cittadini. Dopo aver decisole aliquote TASI, IMU edIRPEF applicando le percen-tuali massime consentite dallalegge, l’amministrazione deli-bera le tariffe TARI prevedendoimporti altissimi: un nuovo sa-lasso per i contribuenti!In vigore dal 1° gennaio 2014,la TARI è la tassa sui rifiuti de-stinata a finanziare integral-mente i costi del servizio diraccolta e smaltimento dei ri-fiuti. Ciò significa che i costidel servizio devono essere co-perti al 100% dalle entrate deri-vanti dal tributo. Nel nostrocomune, che conta circa 16.500abitanti, il costo del suddettoservizio è pari ad €3.390.234,05 e comprende icosti variabili connessi alla rac-colta, trasporto, trattamento,smaltimento, riciclo, raccoltadifferenziata dei rifiuti, disca-rica e costi fissi di gestionequali personale, mezzi, costioperativi, ecc. Sono attivi 34operatori.A tale esorbitante cifra do-vrebbe corrispondere un eccel-lente servizio ma in realtà ilservizio reso al paese è assolu-tamente discreto. A fronte ditale realtà mi sono documentatosui costi totali del servizio diigiene urbana nei paesi limi-trofi.

Il comune di Frascati, circa23.000 abitanti, 45 operatori,spende € 3.733.714 per i costidel personale, degli automezzi,delle attrezzature, spese gene-rali, ecc. ed ha attivato una in-telligente iniziativa: il gestorevende a una società i proventiderivanti dalla raccolta diffe-renziata di ferro, legno, plastica,vetro, carta, ecc., decurtandopoi il corrispettivo introitatodalle somme che deve riscuo-tere dal Comune! Con questorisparmio il comune di Frascatipaga i costi della discarica, ab-bassando le tariffe a carico deicontribuenti.Il comune di Monte Compatri,circa 13.000 abitanti,18 opera-tori, spende un totale di €1.620.000.Il comune di Marino, circa40.000 abitanti, 51 operatori,spende in totale € 4.515.000. L’amministrazione del comunedi Grottaferrata, appena inse-diata, ha immediatamente fattoricorso al TAR contro l’elevatocosto del servizio di igiene ur-bana. Queste amministrazioni, co-scienziosamente, con serio im-pegno, scrupolo e accuratezza,si attivano per non aggravare ilgià pesante carico tributario deicittadini. Da questi esempi sievince la capacità di saper am-ministrare con coscienza i pro-pri cittadini: diminuire i costidel servizio significa diminuirele tariffe TARI! Differenziaredovrebbe equivalere a rispar-

miare. Altra incongruenza: le tariffeTARI applicate alle abitazioniprevedono quote variabili, rife-rite al numero delle persone re-sidenti, e quote fisse, che vannomoltiplicate alla superficie del-l’immobile. Un dato moltostrano salta agli occhi: sia laquota variabile che quella fissaaumentano in rapporto al nu-mero degli occupanti: ciò signi-fica che per la parte fissa di unacasa di 50 mq occupata da unasola persona si pagherà menodell’abitazione di mq 50 occu-pata da 6 persone. Perché taleiniqua differenziazione? La su-perficie calpestata da una fami-glia numerosa vale di più diquella di un singolo occupante?Va poi considerato che a questiimporti vanno aggiunte le quotevariabili che aumentano espo-nenzialmente in rapporto al nu-mero dei componenti familiari.Altra assurdità: per le abitazionitenute a disposizione si deve

pagare la tariffa stabilita per dueoccupanti. Non sarebbe statopiù logico e giusto applicaredelle riduzioni? Se il criterio darispettare è: chi più inquina piùpaga, chi produce immondiziain una casa dove non risiedenessuno? Anche le tariffe appli-cate alle attività commercialihanno subito impennate, peg-giorando ulteriormente il set-tore imprenditoriale che, inquesto momento di grave crisieconomica, stenta ad andareavanti. La questione tariffeTARI ha evidenziato ancorauna volta l’assoluta incapacitàdegli amministratori comunali.Evidentemente il sindaco, tra imolteplici incarichi politici(Regione Lazio, Città Metropo-litana, Parco Castelli Romani)ha dimenticato/abbandonatol’incarico principale delegatodai cittadini: quello di ammini-strare con serietà il popolo roc-cheggiano.

*Consigliere comunale

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ROCCA DI PAPA 9il Segno - gennaio 2015

“Un’amministrazioneincapaceeapprossimativa”di Federico MeiattiniChe brutta pagina di approssi-mazione, sciatteria e superfi-cialità ha scritto il nostrocomune nella vicenda dallaTARI, la tassa sui rifiuti. Erotra le centinaia di cittadini chesi sono recati presso l’ufficiotributi per richiedere una ra-teizzazione e parlando con itanti contribuenti (e ovvia-mente nessun assessore pre-sente) ho appreso quanti erroricontabili e vizi di forma sonostati effettuati. Innanzitutto ilmotore di calcolo utilizzato dalnostro comune è stato mutuatoda un’altra amministrazione epresentava macroscopiche dif-formità nella destinazioned’uso dei locali o abitazioni in-dividuati come destinatari dellaTARI. Oltre a errori di calcolorelativi ai metri quadrati, a dateerrate di residenza, a compo-nenti del nucleo familiare.Come prevedibile gli ufficisono stati presi d’assalto per lenecessarie modifiche con unenorme aggravio di lavoro, ge-

nerando una dilazione tecnicadel pagamento dovuto.Nonostante il comune ricono-sca la possibilità di rateizzarel’importo, ha pensato bene difar recapitare la TARI con il pa-gamento in un’unica soluzionesenza allegare anche i bollettiniper un’eventuale rateizzazione.Contattando telefonicamentel’assessore al bilancio, Querini,apprendo che tale strategia siera resa necessaria per consen-tire al comune di acquisireun’immediata liquidità.Ma, nei fatti, la quasi totalitàdei cittadini ha richiesto una ra-teizzazione con regolare depo-sito all’ufficio del protocollooppure una rettifica dei calcoli,come sopra evidenziato. Siconsideri che la responsabileche doveva apporre la forma diautorizzazione alle centinaia dirichieste sarebbe stata assentesino al 7 gennaio mentre laprima rata, presumibilmente,dovrebbe avere decorrenza afine febbraio 2015. Quindi ilcomune, che sperava in un’im-

mediata liquidità, dovrà atten-dere almeno altri due mesi peravere solo una piccola parte diquanto richiesto ai contribuenti.Ottima strategia.Per mera dimenticanza, o di-strazione, il verbale della deli-bera del consiglio comunalerelativo all’approvazione dellealiquote della TARI non è statopubblicato in via telematica sulportale istituzionale del co-mune. Tale dimenticanza puòdar adito, a chi può permetter-selo, a ricorsi amministrativipresso il Tribunale Ammini-strativo Regionale con ulterioreritardo degli incassi.Le aliquote TARI sono oggetti-vamente alte in relazione al ser-vizio fruito. Solo ultimamentesi possono notare le campane diraccolta della plastica e delvetro insolitamente vuote peruna raccolta più frequente eanche gli angoli di raccolta ap-paiono maggiormente puliti.Ma come? Non ci era statodetto che le campane, come dacontratto, potevano essere

Sulla Tari 2014interrogazionedel consigliereCrestini

Sul pagamento della TARI2014 arriva una nuova inter-rogazione del consigliere co-munale Emanuele Crestini,secondo cui “solo in data 8gennaio 2015, con le firmedel presidente del consiglioMarika Sciamplicotti e delsegretario comunale StefaniaPanzironi nonché dell’iscri-zione al n. 2674 del proto-collo comunale, conl’attestazione della pubblica-zione in pari data a firma delfunzionario incaricato e delcitato segretario comunale,la deliberazione n. 46 è di-ventata esecutiva”. Crestinivuole anche conoscere i mo-tivi per cui sono stati inviati ibollettini di pagamento conla scadenza del 16 dicembre2014 tenuto conto che, aquella data, non esisteva ri-scontro documentale delladelibera di consiglio n. 46.Il consigliere ha poi invitatol’amministrazione a valutarein autotutela la data dell’8gennaio 2015 quale decor-renza per il pagamento deltributo in argomento.

Giulia De Giorgi

Rifiuti abbandonati

svuotate solo settimanalmente?Evidentemente qualche sensodi colpa ha improvvisamentecolto la nostra amministra-zione. La spesa che il comunesostiene con la Aimeri Am-biente appare consistente e gliaumenti che abbiamo ricevutoin bolletta dal 2011 a oggi nonappaiono coerenti con quantorealmente il comune ha corri-sposto alla Aimeri Ambiente.Inoltre, salvo errori, l’ammini-strazione ha assunto 35 opera-tori ecologici (netturbini) perun paese di circa 17mila abi-tanti. Ovviamente non sarebbe giustorevocare alcun contratto di la-voro con gli attuali dipendentima il comune come ha calco-lato le esigenze della città conil numero degli assunti?Infine, con rammarico, si evi-denzia la totale assenza degliassessori interessati presso gliuffici comunali proprio neigiorni di maggiore difficoltàsuccessivi al recapito delle bol-lette. Difficoltà che sono stateaffrontate con impegno dai solidipendenti dell’ufficio tributiche, loro malgrado e senza al-cuna colpa, hanno dovuto farfronte alle energiche e talvoltapoco civili proteste dei citta-

dini. Come non comprendere chetali errori amministrativi e talicomportamenti degli ammini-stratori non fanno che aumen-tare il divario e il distacco tra icittadini e le istituzioni? Comesi può sperare che tali avveni-menti non rimangano in me-moria nelle prossimecampagne elettorali?Lavorando è lecito commetteredegli errori ma sottrarsi alleproprie responsabilità non è lasoluzione ideale per cementarela collaborazione tra cittadini eamministrazione.

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ROCCA DI PAPAil Segno - gennaio 201510

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La colpa non è di chi governa da 20 anni ma di chi racconta ciò che accade

Per l’amministrazione è la stampaa minacciare la serenità cittadina

di Sergio RasettiNell’ultimo consi-glio comunale unodegli amministra-tori, riferendosi a

osservazioni critiche sull’ope-rato di sindaco e maggioranzache si leggono su “certi organidi stampa”, a quelle fatte daconsiglieri d’opposizione checontestano (documenti allamano, quando riescono adaverli), alle notizie documen-tate relative a pratiche, sopra-tutto edilizie, “anomale” o allapiazza “disinformata”; soste-neva che esse hanno creato unclima di incomprensione traamministrazione e pubblicaopinione con grave danno dellaserenità cittadina. Il ragionamento avveniva a se-guito delle contestazioni di nu-merosi cittadini in relazionealle tariffe TA.RI. (sui rifiutiurbani) durante un consigliocomunale e presso gli uffici co-munali. È evidente che le difficoltà fi-nanziarie del nostro comune“costringono” gli amministra-tori a calcare la mano su tariffe,tasse e multe automobilistiche,ma è convinzione di tutti chequeste “difficoltà” (18-20 mi-lioni di euro tra debiti e mutui)non dipendono soltanto dalledecisioni dei governi nazionali,ma sono le scelte fatte a livellolocale le vere responsabili. Ciò che si pensa e si dice inogni ambiente (ormai ad altavoce) della politica e dell’am-

minis t razionepubblica centralee periferica nonc’è bisogno di ri-cordarlo. È evi-dente che la“serenità citta-dina” dipende,prima di tutto,dalla certezzache la spesa pub-blica è propor-zionata ecertificata, men-tre ogni cittadinoviene conside-rato “dal pa-lazzo” allastregua di tutti glialtri. Se queste certezze non cisono, come nel nostro caso, chiha il dovere di assicurarle senon gli eletti e gli uffici con iloro funzionari? Dopo anni di provvedimenti“poco adatti” a un paese bellocome il nostro, dopo aver lette-ralmente trascurato l’atten-zione sul proliferaredell’abusivismo edilizio e suquello delle antenne di ognitipo, dopo aver concesso ad al-cuni l’inconcedibile, dopo averlavorato con poco impegno alrecupero di tasse e tributi da chipuò pagare ma non paga, dopoaver sbagliato sulla realizza-zione di importanti opere pub-bliche, dovrebbe esserearrivato il momento di far ta-cere “certi organi di stampa” e“la rete che documenta” fa-cendo finalmente cose giuste,

chiare e alla luce del sole.Naturalmente tutti sanno chesenza un controllo “popolare”(tanti che tornano ad interes-sarsi della politica nazionale elocale) e un grande ricambio dieletti nelle urne (troppi “vete-rani” tra donne e uomini nel-l’attuale consiglio comunale) laserenità cittadina resterà irrag-giungibile. È bene ricordareche la politica decide il pre-sente e il futuro di ogni citta-dino e lasciarla in mano a chine ha fatto “una professione”sarebbe, ancora una volta, sba-gliato. È urgente “scendere incampo” (con uno spirito natu-ralmente diverso da quello chefu di un certo ex cavaliere) pernominare una nuova classe di-rigente e decidere, insieme adessa, che cosa fare del nostrofuturo.

BREVIIn arrivo le mail certificatedei consiglieriLa posta certiticata (PEC)sbarca anche al comune diRocca di Papa e ogni consi-gliere comunale ne avrà as-segnata una così da renderepiù efficace la sua comuni-cazione con i cittadini che,quindi, potranno utilizzaregli indirizzi certificati perinviare lettere come fosserodelle raccomandate con ri-cevuta di ritorno. I nuovi 16indirizzi di posta elettronicacertificata hanno avuto uncosto di 198 euro.

Numero Verde per segnalare i guasti AceaIn relazione all’avvio delservizio idrico integrato daparte di Acea Ato 2 nel co-mune di Rocca di Papa, sirendono noti i numeri verdida contattare in caso di se-gnalazioni o guasti:

Servizi commerciali:800.130.331

Segnalazione guasti:800.130.335

Carta dei servizi:800.130.338

Il municipio di Rocca di Papa

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ROCCA DI PAPAil Segno - gennaio 2015 11

Apre il nuovo ufficio riscossioninei locali dell’ex “Bar Teresa”di Luigi SerafiniDopo la polizia locale, il cui comando èstato sistemato presso l’ex farmacia di viaMontanari, è la volta del concessionarioper la riscossione (la società Maggioli Tri-buti Spa) che opera a Rocca di Papa perconto del comune e che ha aperto i suoinuovi uffici proprio di fronte ai vigili, inpiazza Garibaldi 35 (dal lunedì al venerdìalle ore 9 alle 11; il martedì e il giovedìdalle 15 alle 16.30; tel. 06.9497409; fax06.94791136; mail: [email protected]).È sicuramente un fatto positivo che tali uf-fici vengano dislocati all’interno del cen-tro storico, che vede sempre più spessoserrande abbassate e locali che da anninon si riescono ad affittare. Lo sanno benei proprietari che su quei locali debbonopagarci tutte le tasse, locali e nazionali.Poi c’è sempre qualcuno più fortunatodegli altri che riesce ad affittare. Per esempio, la Maggioli Tributi Spa hapreso in affitto l’ex “bar da Teresa” la cuiproprietà sarebbe riconducibile alla fami-glia dell’ex vicesindaco e attuale capo-gruppo Pd in consiglio comunale, RobertoBarbante. Un vero colpo di fortuna, un lo-cale chiuso da anni, rimesso in sesto e af-fittato nientepopodimeno che a unasocietà come la Maggioli che opera per

Molti cittadini, leggendo la bolletta della societàche gestisce la distribuzione del gas domestico, sisono visti addebitare quasi 30 euro. Per capire ilperché bisogna andare al consiglio comunale del14 luglio 2014 quando l’amministrazione guidatada Boccia approva “l’istituzione del canone con-cessorio comunale” da applicare alle occupazionidel demanio e del patrimonio stradale da partedelle grandi società (Eni, Enel, Telecom, ecc.). Inquella sede l’assessore al bilancio, Maurizio Que-rini, promette che “si cercherà di reperire tutte le risorse possibili che la legge cipermette senza gravare sui cittadini”, dopo che il consigliere di minoranza MarioGatta aveva avvertito “di fare attenzione perché se si chiedono soldi alle grandi so-cietà spesso succede che poi queste si rifaranno sulle tariffe che applicano ai citta-dini”. Parole sacrosante diventate certezza, perché tali canoni verranno pagati sìdalle imprese ma queste, a loro volta, si rifaranno sugli utenti, come accaduto per lebollette dell’Eni. Lei, consigliere Gatta, aveva capito tutto. Ma allora perché ha vo-tato sì a questa delibera, come tutta la maggioranza che l’ha proposta? (L.S.)

Canone concessorio: soldi al comune pagati dai cittadini

conto del comune. Ora resta da chiarire se sia stata propriola Maggioli a chiedere quegli specifici lo-cali (evidentemente sono rimasti folgorativedendo la scritta “bar” al neon) oppure

se sia stato qualcuno a proporli alla Mag-gioli. E chi potrebbe essere questo qual-cuno? Un sospetto ce l’abbiamo maaspettiamo che sia lui a dirci come stannole cose.

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L’assessore al bilancio Querini

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ROCCA DI PAPA il Segno - gennaio 201512

di Sergio RasettiLo scorso 5 gennaioho inviato al co-mune di Rocca di

Papa una lettera per richiedereufficialmente “un posto autodiurno in abbonamento men-sile presso il parcheggio inter-rato di piazza Claudio Villa”,di fronte alla sede del Parcodei Castelli Romani.Ecco il testo della missiva:“Il sottoscritto, residente aRocca di Papa, chiede di poteraccedere, per la sosta diurna,nel parcheggio interrato dipiazza Claudio Villa, tramite ilpagamento del relativo abbo-namento mensile.Lo scrivente è in lista di attesadal marzo 2014 e alla dataodierna non risulta ancora lapossibilità di poter usufruiredi detto servizio. Il personale addetto mi in-forma che fino a quando qual-cuno degli attuali abbonati nonrinuncerà al rinnovo del suoabbonamento mensile la miarichiesta non potrà essere sod-

disfatta.È evidente che occorre rime-diare ad un errore commessoin partenza: non è stato previ-sto un regolamento sui modi etempi di accesso al godimentodi questo importante serviziopubblico. È altrettanto evidente che ilcosto di un abbonamentodiurno, notturno o di 24 ore,corrispondente a 8,00 - 10,00- 18,00 euro mensili, è tal-

mente appetibile che difficil-mente gli attuali abbonati de-cideranno di rinunciarvi. Del resto, il cittadino che gior-nalmente parcheggia per unasola ora negli spazi blu finisceper pagare anche 21,00 euro almese e la disparità di tratta-mento è tale che non passacertamente inosservata.La questione assume senz’al-tro una rilevanza, non soltantodi principio, se si considera

che una struttura pubblica, rea-lizzata quindi con i soldi ditutti i contribuenti, in questomodo finisce per essere “go-duta” da un numero limitato diessi senza soluzione di conti-nuità.Per quanto esposto si chiedeche sia redatto al più presto unregolamento tramite il quale sipossa dare risposta alle richie-ste di altri cittadini che neces-sitano di un posto perparcheggiare la propria auto inabbonamento mensile.Certo di un sollecito riscontro,porgo distinti saluti”.La lettera è stata protocollata einviata al sindaco di Rocca diPapa, agli assessorati Mobilitàe Trasporti, Bilancio e OperePubbliche, oltre ovviamente alcomando della Polizia Localeguidato da Sergio Ierace.Vedremo nelle prossime setti-mane se qualcuno dell’ammi-nistrazione comunalerisponderà alla sollecitazione ene daremo certamente contosul prossimo numero del no-stro giornale.

La lettera a sindaco, assessori e Polizia Locale è stata inviata il 5 gennaio

Parcheggio interrato, ora serveun regolamento per i posti auto

Il parcheggio di piazza Villa

“I disagi sono ormai quotidiani ei roccheggiani non ne possono più”

L’ufficio postale di Rocca di Papa

banche e i servizi offerti sonocosì tanti che fare lunghe fileè diventata un’odissea quasiquotidiana”.Rocca di Papa oggi ha supe-rato abbondantemente i 16mila abitanti e un solo ufficiopostale è davvero insufficientea rispondere alle esigenzedegli utenti-cittadini che sem-pre più spesso devono fare usodei servizi delle Poste (paga-menti vari, bonifici, spedi-zioni, conti correnti, permessidi soggiorno, apertura conti,richiesta di carte di credito,ecc.). Qualche anno fa fu pro-prio Silvestrini, presidente delcomitato dei Campi, a chie-dere un secondo ufficio po-stale nella zona alta. Ipotesi

che la questione venga ora af-frontata in maniera definitiva

a vantaggio di tutti i cittadini-utenti.

rimasta solosulla carta. Più recente-mente si eraparlato dellapossibilità diaprire unosportello in unodei nuovi localiaperti di frontealla chiesa delSacro Cuore aiCampi ma, traconferme esmentite daparte del co-mune, non sene fece nulla.Speriamo però

di Sandro TabellioneDopo i disagi patiti nel 2014dovuti alla chiusura parzialeimprovvisa dell’unico ufficiopostale di Rocca di Papa perun tentativo di furto finitomale, molti cittadini sono tor-nati alla carica per chiedere al-l’amministrazione comunaledi affrontare uno dei problemipiù sentiti dai cittadini: l’aper-tura di un secondo ufficio po-stale.La richiesta non è nuova, il co-mitato di quartiere dei Campine ha fatto una battaglia daanni, ma ora sembra davveroarrivato il momento di definirela questione. “Gli uffici postali-ci scrive il signor Fausto-ormai sono delle vere e proprie

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ROCCA DI PAPAil Segno - gennaio 2015 13

Intervista al consigliere d’opposizione Emanuele Crestini

«Boccia ha fallito su tuttoè necessaria una svolta»di Paola GattaNel clima arroventato dalle po-lemiche sulle antenne e dagliaumenti sulla tassa sui rifiuti,abbiamo sentito il consiglieredi opposizione Emanuele Cre-stini, per un punto di vista sucome sia stato possibile arri-vare all’attuale situazione am-ministrativa.“A Rocca di Papa la legge nonsembra uguale per tutti, le re-gole valgono solo per chi stasotto, chi governa lo fa a suopiacimento e lo sceriffo, il tu-tore della legge, sta sempredalla parte del più forte. Non èla trama di uno spaghetti we-stern, ma la sintesi di quello chefa la politica del ‘sistema Boc-cia’. Un sindaco che non in-forma i cittadini, mette ilbavaglio all’opposizione e vaavanti a forza di prestiti ban-cari, naturalmente senza dirlotroppo in giro, tanto che i citta-dini di Rocca di Papa si trove-ranno a ripianare un buco di 18milioni di euro (circa 35 mi-liardi delle vecchie lire).”

Perché può accadere tuttoquesto? Non siamo in una de-mocrazia nella quale tuttipossono esprimersi?“Sì, ma solo teoricamente. Ilsindaco Boccia, al secondomandato e che sta al comune dauna trentina d’anni, ha benoliato i meccanismi della mac-china comunale, che – secondola sua visione – deve produrresoprattutto consenso. Il suo!”

Qual è la situazione e come èstato possibile arrivarci?“Si tratta di un sistema, il si-stema Boccia, che si è consoli-dato nel tempo. Ecco qualchepunto: circondarsi di personemodeste, così lui può fare il gi-gante tra i nani.Promettere un posto, una pos-sibilità, un guadagno, anche sein termini di visibilità. Esem-pio: prendere una ventina dinormali cittadini e dargli unadelega: chi allo sport, chi aimurales... Si rompe il fronte deipotenziali oppositori e salgonotutti sul carro del vincitore.Prendere una consulenteesterna per il suo personale uf-ficio stampa, ben inteso, pagata

con i soldi dei cittadini, emetterla a lavorare percelebrare il mito di opero-sità proprio del sindaco. Èimportante che tutto con-corra ad alimentare l’ideache l’amministrazionefunzioni perfettamente.Essere supportati da ungiornale esterno al co-mune, apparentementeindipendente, ma soste-nuto con i contributi pub-blicitari di persone moltovicine all’amministra-zione. In genere tutti co-struttori, tanto perrimarcare che il cuorebatte verso il cemento.Circondarsi di personale ammi-nistrativo un po’ addomesti-cato. Due o tre persone fidatenei gangli fondamentali del co-mune, così la macchina ammi-nistrativa marcia compatta,senza sbavature, sulle indica-zioni del sindaco.Scegliersi una segretaria comu-nale che possa sostenere senzabattere ciglio irregolarità evi-denti, come quelle per cui sonostati convocati consigli comu-nali senza tenere in alcuna con-siderazione il regolamentodello stesso consiglio comu-nale. Una segretaria che per ilsuo ruolo di massimo garantedell’applicazione della legge,dovrebbe essere il faro per iconsiglieri comunali e conse-guentemente per i cittadini.Una figura super partes, che in-vece non appare così. È comese in una partita di calcio gio-casse anche l’arbitro.Sostenere l’impossibile, argo-mentare con linguaggio daprete sulle necessità dei citta-dini, per poi lasciar marcire iproblemi. Annunciare grandicambiamenti, per esempio cheavrebbe fatto le ordinanze perabbattere le antenne abusive suMonte Cavo e poi sperare che icittadini siano distratti da altro.Dire non di rado qualche bu-giola, esempio: essere laureato.Avvalersi di un manipolo di as-sessori pronti a tutto e buoni aniente. Vedi la situazione delcentro storico, o il buco di bi-lancio di quasi 20 milioni dieuro, o la situazione dei lavoripubblici con l’ex hotel Europa

che fa da biglietto da visita perchi sale a Rocca di Papa.Mettere le mani in pasta anchenell’opposizione, dove deci-dere con accordi, ammicca-menti e strategie, non certodichiarate in pubblico, chi potràrappresentarla. Il risultato èche, tranne rare eccezioni, iconsiglieri di opposizione sem-brano affetti da autismo. Inconsiglio comunale sono tuttimezzi parenti e qualcuno è puresocio in affari. Così pure l’op-posizione è sistemata.Basare le campagne elettorali edi consenso sulla paura dellepersone, per poi dare una rassi-curazione. Esempio, agli abu-sivi l’amministrazione fasapere che vuole requisire lacasa. C’è da immaginare chepoi, chi di dovere passi fami-glia per famiglia e garantiscache non succederà mai, in cam-bio di una x sulla scheda elet-torale.”

Il quadro non è per nienterassicurante…“Il sistema Boccia è questo.Anche mutando il sindaco c’èil rischio che il sistema gli so-pravviva, portato a spalle daqualcuno dei suoi fedelissimicollaboratori attuali.Non può continuare così e vo-glio avere fiducia in un’azionedi riscatto, insieme a qualcunoche voglia dare una mano persquarciare questo fondale dicartapesta e tornare alla realtà.Una realtà nella quale i pro-blemi siano affrontati e non na-scosti o accantonati.”

di Maurizio Santangeli*Da questo mese la nostra agenziavi darà notizie utili sul mondo au-tomobilistico e, se poi avrete biso-gno di ulteriori informazionisaremo a vostra disposizione (dallunedì al venerdì 9:00/12:45 -16:30/19:30. Il sabato dalle 9:00alle 11:00). Questo mese faremochiarezza sulla nuova direttivaemessa il 3 novembre legata alleCarte di Circolazione, notizia se-condo la quale gli utilizzatori di au-tovetture, motoveicoli e rimorchidotati di targa (esclusi i ciclomo-tori) hanno l’obbligo di comuni-care alla Motorizzazione il nomedi chi utilizza un veicolo, del qualenon è intestatario per più di 30giorni consecutivi, pena una san-zione di € 705. Questa direttivasembrerebbe essere stata introdottaper far emergere situazioni pocochiare nel settore delle auto azien-dali (sono escluse auto affidate inqualità di benefit, cioè messe a di-sposizione in sostituzione di uncompenso). Il Ministero dei Tra-sporti ha chiarito che la direttivainteresserà gli atti posti in esseredal 3 novembre 2014 in poi, datadell’effettiva entrata in vigore,quindi tutte le situazioni precedentinon sono interessate.Il punto principale è che tale nor-mativa NON RIGUARDA lepersone ricadenti nella stessa re-sidenza, i quali potranno comun-que, in forma facoltativa,comunicare alla Motorizzazione ilnome di un secondo conducenteabituale. L’obbligo di comunicareil nome del conducente che uti-lizza il veicolo per più di 30giorni lo hanno i familiari NONCONVlVENTl. Chi guida un vei-colo di un parente defunto per unperiodo superiore a 30 giorni dovrànecessariamente effettuare la co-municazione e ricordiamo che, se-condo la legge, in questi casi deveessere effettuato un passaggio diproprietà entro 6 mesi dal decesso.Precisiamo che la presente normanon ha rilevanza ai fini della co-pertura assicurativa, in quanto lanostra pollzza assicurativa HDIValore Auto copre i sinistri causatida qualunque soggetto si trovi allaguida del mezzo. Per ulteriori chiarimenti non esitatedal venirci a trovare.

*Responsabile Agenzia GeneraleAssicurazioni HDI, Via Frascati 35Rocca di Papa - Tel. 06.9497748,

fax 06.94790499,[email protected]

Tutto quello chec’è da sapere sullanuova norma legata alle Carte di Circolazione

Emanuele Crestini

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APPROFONDIMENTO

ilSegno

-gen

naio

2015

Dopo la sentenza del TAR

In attesa che il comune abbatta le antenne

di AndreaSebastianelliLa storia delle an-tenne di Rocca diPapa va avanti e si

arricchisce di nuovicapitoli. Dopo l’in-contro pubblico auto-convocato daicittadini, che si èsvolto i 5 dicembre (esu cui dalle pagine delSegno abbiamo giàdato conto), con ungeneralizzato dissensodel pubblico alla pre-senza delle antenne,si deve registrare unanetta chiusura ad ogniipotesi di nuove e vec-chie antenne anche daparte dei comitati diquartiere. I presidentidi quello del Centrostorico e di quello deiCampi si sono espressiin maniera netta.Facendo un passo in-dietro, il 13 novembreil Tribunale Ammini-strativo Regionale(Tar) ha emesso unasentenza molto impor-tante per il nostro ter-ritorio: è riconosciutala legittimità dell’or-dinanza di demoli-zione emessa nel2003 dall’allora sin-daco di Rocca di PapaCarlo Ponzo. A questopunto non resta cheapplicare la sentenza!Così molti cittadinihanno accolto con en-tusiasmo questo prov-v e d i m e n t o ,immaginando chefosse l’inizio di un’in-versione di tendenza.L’inizio dello smantel-lamento delle antenneche, oltre a deturpare inostri panorami, il no-stro paesaggio, i nostriboschi, producono ef-fetti indesiderabili e

che combattiamo contro leemittenti radio-televisive chesono state installate senza al-cuna autorizzazione sul nostroterritorio intorno agli anni ‘70,alterando irreversibilmente unluogo dalla forte valenza am-bientale, storica, culturale eidentitaria, dove nei secoliscorsi fu realizzato un mona-stero dichiarato monumentonazionale del XIX secolo. Lanostra battaglia è iniziata giànel ‘98 quando, con deliberadi consiglio comunale all’una-nimità decretammo, d’intesacon i vincoli imposti dalloStato, che il territorio di Roccadi Papa non poteva essere in-dividuato come sito per l’in-stallazione di impianti diradiodiffusione”.Al che, il sottoscritto ha do-mandato al sindaco quali fos-sero le intenzionidell’amministrazione su unaquestione nodale, ossia: “Èpossibile prendere un impe-gno qui e ripetere la stessaordinanza per altre aree in-teressate dalle antenne?Questo potrebbe essere un atto

concreto che può dare un se-gnale di attenzione sulle an-tenne”.Il sindaco ha risposto con-fermando: “Io un’ordinanzadi questo tipo la firmo sicu-ramente, senza problemi e lodico pubblicamente”. In-somma, ha dato una assicura-zione totale chel’amministrazione fosse inprocinto di procedere con altreordinanze per togliere le an-tenne abusive, ossia tutte,sempre secondo quanto dettodal primo cittadino.Ma c’è di più. Tra gli altri,nello stesso incontro pubblico,ha preso la parola il consi-gliere di maggioranza, nonchévicepresidente della commis-sione antenne, Maurizio DeSantis, che ha detto testual-mente: “Già da oggi [giovedì20 novembre] ci siamo mossi,lunedì ci vediamo con gli av-vocati per predisporre e an-dare a demolire. È chiaro cheloro [i ricorrenti] in queste orepotrebbero fare ricorso alConsiglio di Stato e bloccarela cosa, non si sa come. Di-

poco salutari sulla popola-zione. Le antenne oggettodel provvedimento riguar-dano la società RTI (più co-munemente nota come “letelevisioni di Berlusconi”),ossia Canale 5, Italia 1 e Rete4. È sconcertante che ci sonovoluti 11 anni per avere ra-gione, ma la sentenza ha rico-nosciuto la legittimità e lapiena operatività dell’atto im-pugnato dalle emittenti tele-visive.Il sindaco Pasquale Boccia,nell’incontro pubblico orga-nizzato dall’amministrazionecomunale il 20 novembre haparlato a lungo: “Sono anni

ciamo che questa sentenza èattuativa, noi ci possiamomuovere, però c’è da aspet-tarsi di tutto, avranno fior fiordi avvocati. Qui si tratta chesiamo andati a toccare gli in-teressi di Berlusconi”.Il pubblico domanda i tempidel ricorso e De Santis ri-sponde: “entro 90 giorni [inrealtà sono 60]. Ma noi nelfrattempo, se loro non cifanno ricorso, noi penso chein 15-30 giorni siamo ingrado di andare a demolirele antenne. La partita èchiusa. La nostra ordinanza didemolizione è fatta bene e vaattuata. Non è che io sto adaspettare il ricorso, a me nonimporta del ricorso”.Le parole del sindaco Bocciae quelle del consigliere DeSantis assicurano un inter-vento risolutivo entro pochigiorni. 15 o 30 a sentire DeSantis. Il sindaco da parte sua dà assi-curazioni sull’emissione dialtre ordinanze di demolizione

segue a pag. 15

Page 15: Il Segno - Gennaio 2015

APPROFONDIMENTO

ilSegno-gennaio

201515

Perché l’amministrazione non ha ancoraprovveduto alle demolizioni come promesso ai cittadini in un incontro pubblico?

per le altre antenne.Considerato che la decisionedel Tar è una sentenza storica,importantissima e va salutatacon entusiasmo, ci doman-diamo perché, a distanza di unpaio di mesi, non si ha notiziadi alcuna attuazione della sen-tenza stessa. Perché l’ammi-nistrazione non haprovveduto alle demolizionicome detto ai cittadini in unincontro pubblico? Perché as-sicurare interventi in 15-30giorni e dover poi constatareche dopo due mesi è rimastotutto come stava? Se ci sono difficoltà i cittadinidovrebbero conoscerle, condi-videre i problemi, parteciparealle decisioni. Amministrareuna comunità è certamente im-pegnativo e mettere d’accordotante anime a volte è un com-pito arduo. Ma qui ci avevanofatto credere che tutti condivi-devano il preciso e immediatoobiettivo di demolire alcuneantenne, almeno quelle chenon avevano più alcun presup-posto legale per rimanere inpiedi.Dire una cosa, assicurarla edenfatizzarla, per poi non farla,divarica il fossato che sempredi più divide i cittadini dallapolitica.Ma non è finita qui, perchè lalegge dice chiaramente che“una sentenza del Tar, che de-finisce il giudizio di primogrado, può essere appellata conricorso al Consiglio di Statoentro 60 giorni dalla notificaoppure entro 6 mesi dalla datadi pubblicazione della sen-tenza”. Essendo ormai tra-scorsi due mesi dallapubblicazione della sentenzadel Tar del Lazio, il sospettoè che il comune abbia decisodi non notificarla all’aziendadi Berlusconi, concedendoquindi alla stessa altri 4 mesi ditempo per presentare ricorso.Evidentemente al sindacoBoccia, moderno Mezio Fu-fezio (quel condottiero latinoche, preferendo una strategiaattendista, alla fine rimase vit-tima di entrambi gli schiera-menti nemici) è mancato ilcoraggio di inviare le ruspe adeseguire quanto prescritto daigiudici del tribunale ammini-strativo, preferendo la stradadell’immobilismo. In fin deiconti sono appena quaran-t’anni che decine di tralicciabusivi occupano la vetta dimonte Cavo, è bene quindiconcedergli altri sei mesi. Chefretta c’è?E la commissione anti-antenne

non ha niente da dire? Ancheloro evidentemente preferi-scono restare immobili, in at-tesa degli eventi, dimostrandol’inutilità di un gruppo di la-voro costituito dai soliti poli-tici inconcludenti.Ormai è chiaro che i primi anon voler abbattere i tralicciradiotelevisivi di monte Cavo

sono proprio i nostri ammini-stratori, viene quasi il sospettoche la sentenza del Tar liabbia spiazzati, proprio non sel’aspettavano perché una sen-tenza richiede azione imme-diata e ferma, quella che loronon hanno mai avuto.Resta il rammarico per il fattoche oggi avremmo potuto

marciare davvero uniti versola vetta di monte Cavo, dietroal sindaco, facendo la ola alprimo abbattimento della sto-ria di monte Cavo. Tutto in-vece è rimandato a data dadestinarsi, in attesa che ilgruppo Berlusconi possa stu-diare bene le sue mosse.

Andrea Sebastianelli

segue da pag. 14

Il 13 novembre il Tribunale Ammini-strativo Regionale del Lazio, dopoun’attesa durata undici anni, ha re-spinto il ricorso presentato dal gruppoRTI (Mediaset) contro l’ordinanza didemolizione dei tralicci televisivi instal-lati sulla vetta di monte Cavo emessa il12 agosto 2003 dall’allora sindaco CarloPonzo. Una sentenza inaspettata cheapre un nuovo fronte di lotta alla con-centrazione di radio-tv che fanno diRocca di Papa il sito europeo più inqui-nato dall’elettrosmog.In questa sentenza, tra l’altro, si mette inevidenza “il particolare valore storicoculturale ed ambientale dell’area di rife-rimento, dove nei secoli scorsi fu realiz-zato un monastero, dichiaratomonumento nazionale nel XIX secolo:per tale motivo la Soprintendenza Ar-cheologica del Ministero dei beni Cultu-rali ed Ambientali ha dichiarato a suotempo incompatibili le postazioni delleemittenti radio e televisive con le normeposte a tutela dell’area e quindi dellastessa vetta di Monte Cavo, ma nono-stante i numerosi vincoli la vetta è statatrasformata in uno dei siti più utilizzati

nel Lazio per la trasmissione di segnaliradio e televisivi, per la sua posizionegeografica e per l’assenza di alture chene possano schermare il segnale direttoverso la pianura ed il mare ed interes-sante le zone costiere. Per lo stesso mo-tivo, peraltro, le suddette postazionipossono essere osservate da grande di-stanza deturpando gravemente il pae-saggio. Tutta l’area inoltre è inclusa nelperimetro del Parco Regionale dei Ca-stelli Romani che prevede, nel caso dispecie, il divieto assoluto di edificabilità”.E ancora: “La ricostruzione della que-stione giuridica [...] consente al Collegiodi escludere la fondatezza dei motivi diricorso [di RTI], in quanto il provvedi-mento impugnato si rivela essere un attodovuto ed a contenuto vincolato, in pre-senza di un non controverso abuso edi-lizio (stante la riconosciuta necessità dipermesso di costruire per il manufattoin esame), adottato dal Comune nel-l’ambito delle proprie specifiche com-petenze urbanistiche ed edilizie, a frontedi un vincolo assoluto di inedificabilitàprevisto dagli strumenti urbanistici co-munali”.

Così il Tar del Lazio lo scorso 13 novembresul ricorso presentato da Mediaset

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ROCCA DI PAPA il Segno - gennaio 201516

Per il teatro civico si parladi un grande teatro romano

di Sandro TabellioneSul piatto ci sono1,5 milioni di euro(circa 3 miliardi

delle vecchie lire) e sono l’am-montare delle fatture che laSchiaffini Travel, la societàche effettua il servizio di tra-sporto locale e scolastico, haemesso al comune di Rocca diPapa dal 1999 al 2013. Talecifra comprende anche gli in-teressi che, nei calcoli del-l’azienda di Marino, arrivanoa 512 mila euro. Ora, dopoanni di discussioni e carte bol-late, il contenzioso è arrivato aconclusione e il comune roc-cheggiano ha sottoscritto unpiano di rientro per una cifravicina al milione di euro “asaldo e stralcio della pretesacomplessiva della SchiaffiniTravel Spa”.

In tutto sono cinque le rate chela ragionera comunale dovràrispettare. Le prime due rate(novembre e dicembre 2014)sono state versate per un am-montare di quasi mezzo mi-lione di euro. La restante

somma (circa 480 mila euro)dovrà essere versata in partiuguali (160 mila euro) nelprossimo mese di febbraio enello stesso mese del 2016 edel 2017. Un lungo conten-zioso e alla fine la Schiaffini

ha accettato la proposta del-l’amministrazione roccheg-giana “sul presuppostoessenziale della puntualità esulla tempistica del pagamentisia delle voci oggetto del pre-sente accordo sia per le vocirelative ai servizi correnti”.Insomma, non resta che pa-gare tutto in comode rate.Resta da capire come sia statopossibile accumulare una cifracosì elevata ma su questopunto per l’amministrazioneguidata dal sindaco Boccianon si tratta certo di una no-vità. Aprire contenziosi, pa-gare avvocati e consulenze perpoi chiedere la sottoscrizionedi transazioni e piani di rientroè una modalità quasi abitudi-naria. A carico dei cittadini re-stano, appunto, le parcelle dichi, per conto del comune,segue l’iter di queste pratiche.

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Al momento in cui andiamo in stampa ci è giunta una prima in-discrezione circa il bando per l’affidamento della gestione delteatro civico di Rocca di Papa, per il quale l’amministrazione co-munale a metà dicembre aveva pubblicato il relativo bando. Se-condo queste voci, che ovviamente attendono conferma, unimportante teatro di Roma avrebbe presentato una buona offerta.Si parla insistentemente dell’Ambra Jovinelli o dell’Eliseo. Co-munque sia, al di là del nome più o meno prestigioso di chi su-bentrerà nella gesione, la cosa importante è che il teatro cittadinotornerà nel pieno delle sue attività. Infatti, il bando prevede anche40 spettacoli destinati alle compagnie del territorio. Pare proprioche stavolta la giunta Boccia abbia azzeccato tutte le sue mosse.

La transazione sottoscritta dall’amministrazione ammonta a un milione di €

Debiti con la Schiaffini Travel,il comune firma il piano di rientro

Un mezzo della Schiaffini Travel

La biglietteria del teatro civico

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ROCCA DI PAPAil Segno - gennaio 2015 17

Ci scrive il comitato di quartiere Campi d’Annibale

«La nostra rispostaalla Sig.ra Di Rosa» Sul Segno n. 17 (1-31 dicem-bre 2014), nell’articolo riguar-dante la riunione organizzatadai cittadini il 20 dicembrecontro le antenne, il Comitatotutto del quartiere Campid’Annibale sente il dovere direttificare alcune cose riferitenell’articolo su citato.La signora Daniela Di Rosa, apagina 8, tra le tante cose cheha scritto, ha evidenziato ine-sattezze sull’intervento delpresidente del comitato diquartiere intervenuto in aulaconsiliare. In merito, il comi-tato chiarisce che le lettere diprotesta contro le antenne, chein tanti anni il comitato ha in-viato agli organi competenti,non hanno sortito nessun ef-fetto, come lei dice, dimenti-candosi però che il comitatonel suo piccolo le ha tentateveramente tutte, con manife-stazioni, incontri, scontri, contutte le Autorità in campo e conriunioni di amministratori etutti i partiti nella sede del co-mitato, presente anche il signorSebastianelli. Se non ci sonostate risposte la colpa non ècerto soltanto nostra, ma forsedi tanti altri che non hanno al-zato un dito sul problema an-tenne.La signora Di Rosa si è dimen-ticata, forse volutamente, chequalcuno invece ha fatto tuttociò che era necessario fare conscritti o articoli sui giornali lo-cali, non certo riportando risul-tati migliori dei nostri. Poi dice, nello stesso articolo,che una ragazza le ha fatto no-tare che ad ogni campagnaelettorale la sede del Comitatoè la sede del Pd, “voci di po-polo non sue”. Alla signora DiRosa diciamo che forse quellaragazza che le ha espressoquella opinione, non potrebbeessere la sola a pensarlo, perquesto è necessario chiarirequesto problema.In sostanza, a tutto ciò questocomitato non ha interesse nécon il Pd né con altri partiti equando lo stesso Pd ha svoltomanifestazioni presso la sededel comitato è accaduto perché

La risposta della nostra Daniela Di Rosa

«Non voglio distruggere ma solo partecipare»

POLEMICHE DOPO L’ARTICOLO SULLA RIUNIONE DEL 20 DICEMBRE CONTRO LE ANTENNE

autorizzato per iscritto dal co-mune di Rocca di Papa (comeda allegati a questa lettera).Una cosa va detta alla signoraDaniela Di Rosa: se fosse di-peso dal comitato di quartiereCampi d’Annibale nessunasigla politica avrebbe usato lanostra sede.Si ricorda, inoltre, che aimembri del comitato deiCampi d’Annibale, per sta-tuto, non è permesso fare poli-tica e a nessuno di lorointeressa farla, ma tutti hannoa cuore la risoluzione dei tanti

problemi del quartiere. Co-munque, una cosa apparechiara, con questo modo difare la signora Di Rosa, anzi-ché unire le forze per combat-tere il problema antenne, ledivide.

Tuttavia, questa organizza-zione, anche senza risultati,sul problema antenne conti-nuerà la battaglia come hasempre fatto.

Il Comitato di quartiere dei Campi d’Annibale

di Daniela Di RosaSignor Silvestrini, se non ricordo male l’incontro del20 dicembre, organizzato tra gli altridal Movimento per Rocca di Papa

per parlare di antenne, serviva proprio a que-sto, cercare di unire tutte le componenti poli-tiche e i cittadini di varia estrazione sociale perottenere finalmente qualcosa di concreto perporre fine a un problema che ci assilla da piùdi quarant’anni. Il suo, se non erro, è stato unodei primi interventi, se non il primo (comun-que è tutto registrato) e, almeno a me, è sem-brato un intervento pieno di enfasi e di retoricache, non so se volutamente o no, se la pren-deva un po’ con tutti senza citare mai l’ammi-nistrazione comunale che pure qualcheresponsabilità credo ce l’abbia. Quest’atteggiamento non mi è sembrato cor-retto e l’ho scritto, come faccio solitamente,inimicandomi molte persone, ma è il mio “me-stiere”. Subito dopo, quando uno dei promotori del-l’incontro, Raffaello Mancini, le chiedeva gen-tilmente di concludere, dato che molte altrepersone avevano chiesto di intervenire, lei l’haaggredito verbalmente, quasi urlando, siamorimasti tutti basiti dal suo comportamento…questo lei lo chiama unire? Per quanto riguarda gli articoli e gli scritti sulnostro giornale io sono convinta (dalle lettereo mail che arrivano in redazione) che hannosortito effetti migliori di qualche volantino,

forse perchè documentati, riportando sentenzee dati scientifici, forse perché ripetuti neltempo, e non una volta ogni tanto! Ho preci-sato: voce di popolo… ma sa, caro Silvestrini,una voce è una voce, due voci sono pettego-lezzi, molte voci sono mezze verità. Io ho soloriportato le voci! Mi inquieta il fatto che aimembri di un comitato sia vietato per statutodi fare politica, non lo sapevo, non accettereimai una simile ipocrisia… ritengo che con-fondiate il termine “politica” con “partito”. Leie gli altri membri non votate?! Non voglio né unire, né distruggere, si tran-quillizzi, ma solo partecipare!

Una riunione al comitato Campi

Proteste di quindici anni fa

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ROCCA DI PAPAil Segno - gennaio 201518

320mila euro ad Acea Luce Spadebito pagato con l’ex Comando

di Giulia De GiorgiL’Acea, la società subentratanella gestione delle acque po-tabili, batte cassa per una seriedi lavori effettuati per contodel comune di Rocca di Papanel periodo compreso tra il2002 e il 2005, quando sin-daco era Carlo Ponzo.Le fatture ancora insolute edoggetto della transazione ap-provata con deliberazione digiunta comunale n. 162 del 17dicembre 2014, al netto dellenote di credito e dei pagamentigià effettuati dal comune, am-montano a circa 320 milaeuro. I lavori svolti all’epocada Acea riguardano soprattuttola pubblica illuminazione e lagestione degli impianti e in se-guito nacque un contenziosoche solo dieci anni dopo sem-bra arrivato all’archiviazione.Infatti, l’amministrazione co-munale, che ha riconosciuto ildebito, ha firmato la transa-

zione ed ora si appresta a pa-gare i 320 mila euro, cifra co-perta da una parte dellavendita dei locali dell’ex co-mando della Polizia Locale diviale Silvio Spaventa.Un altro nodo è venuto al pet-tine dunque e, ancora unavolta, si è avuta la confermache la cessione del patrimonioimmobiliare del comune diRocca di Papa, già di per sépiuttosto esiguo, era solo fina-lizzato a pagare i debiti con laconseguente diminuzione diproprietà immobiliari. Una gestione che non ci piaceper niente e che manifesta sol-tanto una palese incapacità diprogrammazione, anche per-ché, nel caso delle fatture in-solute dell’Acea Luce Spa,una parte di esse (circa 99 milaeuto) è stata inscritta nellavoce “situazione debitoriafuori bilancio”, cioè un debitonon previsto. “Ciò significa -

sottolinea il consigliere Ema-nuele Crestini- che noi ven-diamo il patrimonio dei nostriconcittadini per coprire i dannicausati dalle incapacità gestio-nali di chi ci governa da 18anni consecutivi. Cosa ci gua-dagnano i roccheggiani con lavendita del patrimonio immo-biliare del comune? Fino adoggi l’amministrazione ha per-

messo ad Acque Potabili ditartassare gli utenti in manieraesponenziale lasciando i citta-dini da soli nelle loro rivendi-cazioni nei confronti dellasocietà di Torino”.Ora, con l’arrivo di Acea lecose dovrebbero cambiare. Almeno si spera, soprattuttoper quanto riguarda la tariffa-zione.

I Vigili del Fuoco sono dovuti intervenire lo scorso 2 gen-naio per mettere in sicurezza il distributore di carburantidi piazza della Repubblica dopo le notizie circa la disper-sione di liquidi infiammabili in alcuni locali della sotto-stante scuola materna ed elementare delle Suore d’Ivrea.La squadra 15A di Marino, dopo attente e accurate verifi-che, ha confermato i sospetti iniziali. Ne è seguita l’ordi-nanza del sindaco di Rocca di Papa che ha ordinato aiproprietari l’immediato svuotamento delle cisterne e la re-lativa messa in sicurezza a propria cura e spese.La questione del distributore di piazza della Repubblica,collocato in un angolo ristretto e a ridosso di diverse atti-vità commerciali, è stata spesso al centro di polemiche chenegli ultimi quindici anni non hanno portato a nulla.Ora, le infiltrazioni di carburante pericoloso nella pale-stra, nella mensa, negli spogliatoi e nei bagni dell’istitutoscolastico, che ospita giornalmente decine di bambini, oltrea numerosi operatori scolastici e docenti, ripropone la ne-cessità di chiudere definitivamente il distributore, magariconcedendo alla proprietà un’area più idonea allo svolgi-mento di questo servizio che pure è essenziale per un paesedi 17 mila abitanti come Rocca di Papa.Speriamo, intanto, che al più presto tutta l’area vengamessa in sicurezza tranquillizzando tutti coloro che perl’accaduto si sono detti molto preoccupati.

Antonio De Paolis

Pericolo alle suore d’Ivreaper la fuga di carburante

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ROCCA DI PAPAil Segno - gennaio 2015 19

La piazza virtuale di Rocca si anima con timore

Prima incendiari e fieri poi soprattutto pompieri

di Daniela Di RosaRino Gaetano cantava: “na-scono tutti incendiari e fieri,ma quando arrivano diven-tano tutti pompieri”. La

piazza virtuale di Rocca di Papa (Face-book) è da giorni in fermento per la na-scita della pagina del Segno (leggi articoloa pag. 21), con migliaia di visualizzazionidei video postati, per la nuova pagina delconsigliere comunale Crestini… e ancheper la nuova associazione Cittadini Attivi(da non confondere con movimenti ogruppi politici) anch’essa sbarcata sullaRete. Le elezioni comunali si avvicinano,gli animi si scaldano, ma si raffreddanosubito, di solito avviene quando in questigruppi “apolitici”, uno della casta localeo un suo parente, interviene nei com-menti. A quel punto i contestatori dellapiazza reale diventano in quella virtualesalomonici e categorici: “niente politica!”.Con poche parole gentili t’invitano a re-stare ma a parlare d’altro. Sentendoti unpo’ “appestata” e sapendo che la societànon si cambia con bei post, né con bellefeste o con del meritevole altruismo macon scelte politiche assunte con consape-volezza (tipo: voto, non voto e, soprat-tutto, chi voto?). Ti allontani e pensi:

cavolo, in tv vogliono solo “leggerezza”,i giornali siamo rimasti solo noi masochi-sti a leggerli, la crisi economica nonpassa, i nostri giovani non lavorano, se la-vorano sono sfruttati e senza tutele, il no-stro paese, intendo proprio nostro, Roccadi Papa, è in decadimento costante, maquello che si chiede nei gruppi è concen-trarsi sulle feste e opere di carità, belle leprime e meritevoli le seconde, ma perdo-natemi se voglio fare altro, voglio fare dipiù. Verrò alle vostre feste apprezzandolesinceramente, verserò con piacere il miopiccolo contributo, continuerò a volervibene e ad apprezzarvi, ma per cambiare ilmondo e la nostra cittadina continuo apensare che ci vogliono uomini e donne,giovani e vecchi, disposti ad essere ancora“incendiari e fieri”!

Torna la benedizione agli animali conl’arrivo della ricorrenza del loro pro-tettore, Sant’Antonio Abate.Domenica 18 gennaio, infatti, ancheRocca di Papa onorerà uno dei Santipiù amati in Italia e nel mondo che nelrapporto con gli altri esseri viventiseppe davvero rappresentare l’equili-brio tra uomo e natura, indicando unnuovo cammino per la stessa Chiesa,già avviato da un altro Santo, France-sco d’Assisi. L’iniziativa, a cura dell’attivo CircoloIppico Furnari, in collaborazione conla Pro Loco e con il patrocinio del co-mune di Rocca di Papa, vedrà sfilareper le strade cittadine carri e tantissimianimali, tra cui i cavalli della stessa scu-deria ippica e tutti i cittadini che vor-ranno prendervi parte con i propriamici a quattro o a due zampe.Il corteo partirà dal parco comunaledei Campi d’Annibale verso le ore10:30, e proseguirà lungo via AlberoBello, via Ariccia e via Roma, per poigiungere a mezzogiorno in piazza dellaRepubblica dove don MassimilianoPajè impartirà la classica benedizione.Al termine della sfilata è previsto ape-ritivo e cioccolata calda per tutti.

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ROCCA DI PAPA il Segno - gennaio 201520

VICENDA GALLISignor sindaco, nel consiglio co-munale del 29 agosto 2013 la sua

1

amministrazione ha sostenuto la regolaritàdei capannoni realizzati dalla EdilmostraGalli in base alla legge 160/2010 che per-mette di demolire e ricostruire volumi rea-lizzati prima del 1995. Analizzando le fotoaeree, però, si è visto che alcuni di questivolumi furono edificati dopo tale data, ad-dirittura a partire dal 2005. Come maiquelle dichiarazioni che tutto era perfetta-mente regolare?

2 EX ALBERGO EUROPASignor sindaco, la Fam Sr, la so-cietà incaricata di realizzare il

nuovo municipio in piazza della Repub-blica, ha citato il comune di Rocca di Papaper una serie di mancati pagamenti cheavrebbero provocato l’interruzione dei la-vori. L’opera doveva essere consegnata il1° aprile 2009. Sono trascorsi 5 anni daquesta data. Come mai? Di chi sono le re-sponsabilità?

TERRENO CEDUTO A CARNEVALISignor sindaco, lei nel 1993 ha ce-

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duto all’imprenditore del legname Carne-vali un terreno boscato di 1.616 mq in lo-calità Tre Colli (uscita su via Barozze) allacifra incredibile di 250mila lire (cioè 125euro). Può spiegare questo fatto?

VICENDA CARNEVALISignor sindaco, l’imprenditore dellegname, Carnevali, ha presentato

4

una richiesta di sanatoria edilizia in basealla legge n. 47/1985 che permette di sanarevolumi realizzati entro l’ottobre del 1983.Dalle foto aeree si è visto che tali volumifurono realizzati solo a partire dal 2002, 19anni dopo il limite imposto dalla legge.Come mai la sua amministrazione il 5 ago-sto 2009 ha concesso tale sanatoria che oraandrebbe revocata? Come e quando intendeprocedere in tal senso visto che sono pas-sati circa sei mesi da quando il consigliereCrestini ha portato alla luce la vicenda?

IN AFFARI CON CARNEVALISignor sindaco, il 6 agosto 2003, leiha acquistato un terreno di 1.500

5

mq, ricadente nell’area del Piano Partico-lareggiato Calcare-Valle S. Lorenzo, in-sieme all’imprenditore Bruno Carnevali.Terreno poi rivenduto al doppio del prezzoalla Cooperativa edilizia Lorenzo I per160mila euro. Vista la vicenda della so-spetta sanatoria edilizia concessa dal co-mune a Carnevali nel 2009, non crede didover chiarire pubblicamente i suoi rap-porti con il noto imprenditore del le-gname?

LA QUADRIFAMILIARESignor sindaco, a proposito del ter-reno acquistato con Carnevali,

6

come mai lei ha chiesto al suo vicesindacodi realizzare il progetto di una quadrifami-liare su tre livelli di cui uno interrato? Noncrede di aver fatto una leggerezza affidan-dolo al suo vicesindaco? E come mai, ot-tenuta l’approvazione da parte dell’ufficiocomunale (31 agosto 2008) ha chiestosempre a Barbante di realizzare una nuovaperizia estimativa? Esistono rapporti tralei, Barbante e i dirigenti e tecnici della so-cietà Lorenzo I, a cui ha ceduto il terreno?

TERRENO SCAMBIATOCON CARNEVALISignor sindaco, dopo la ristruttura-

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zione dell’ex colonia di via Cavour, do-vendo realizzare una strada di collega-mento con via delle Barozze, la suaamministrazione, invece di adottare la

ATTRAZIONE PER IL MATTONESignor sindaco, abbiamo dimo-

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strato che il suo ex vicesindaco-geometraBarbante, mentre ricopriva i diversi inca-richi pubblici (assessore lavori pubblici,ambiente, ecc.), ha messo in piedi anchediverse società immobiliari, realizzandoopere e strutture a Rocca di Papa, in alcunicasi in affari con un esponente dell’oppo-sizione consiliare, Mario Gatta. Come maisu queste vicende non ha chiesto alcunchiarimento al suo ex vicesindaco? Ecome mai non ha ritenuto di dover affron-tare l’argomento in consiglio comunale?

VICENDA MORZILLIDETTO UMBERTINOSignor sindaco, nel marzo 2008

9

venne assassinato a Roma Umberto Mor-zilli, ritenuto dagli inquirenti un perso-naggio vicino alla “Banda dellaMagliana”. Morzilli, attraverso alcuneoperazioni speculative, aveva acquisitodei terreni in via delle Barozze (ricadentinel Piano Particolareggiato) per circa350mila euro, rivenduti, a distanza dipochi anni, a 5,5 milioni di euro, terrenipoi sequestrati dalla magistratura. Comemai il consiglio comunale non si è maioccupato della vicenda?

PRATICA SEBASTIANELLISignor sindaco, come mai la pra-tica edilizia riferita all’abitazione

10

del nostro direttore, Andrea Sebastianelli,è stata tirata fuori subito dopo che IlSegno aveva portato alla luce le note vi-cende (vedi le altre 9 domande)? Chi haordinato al suo ufficio tecnico di visio-nare tale pratica? E con quale scopo?

9 DOMANDE AL SINDACO DI ROCCA DI PAPAnorma dell’esproprio, ha sottoscritto unaccordo con l’imprenditore Carnevali ba-sato su uno scambio di aree: un terrenopubblico fronte-vista su via dei Laghi peruna scarpata di via della Ruccia. Visto chetale strada non è stata mai realizzata nonpossiamo riportare alla proprietà pubblicail terreno di 3.500 mq ceduto a Carnevali?

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ROCCA DI PAPAil Segno - gennaio 2015 21

A natale il nostro giornale è sbarcato su Facebook

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di Daniela Di RosaUn successo che è andatomolto oltre le più rosee previ-sioni quello dell’apertura diuna pagina Facebook del

Segno di Rocca di Papa. Abbiamo co-minciato appena prima di natale e da su-bito i numeri degli accessi, dei “mi piace”e dei commenti è schizzato in alto, collo-cando la pagina del Segno al primo postotra quelle di Rocca di Papa. Un successonetto, che non fa che confermare l’inte-resse dei lettori per le notizie, le informa-zioni, la cronaca e le storie, così come datanti anni compaiono sul giornalecartaceo. Certo, su Facebook il lin-guaggio è un po’ più sintetico ri-spetto al giornale, ci si affida di piùalle foto, ai video, più diretti e im-mediati. Gli articoli sono brevi, mai commenti dei lettori alimentanoil dibattito e mostrano una comu-nità attenta, che ha sete di notizie,che vuole maggiore informazionie che soprattutto ha voglia di par-tecipare.È così che un social network comeFacebook si può trasformare inuno strumento di democrazia.Siamo certi che i cittadini di Roccadi Papa vorranno continuare a dialogaree discutere sui temi più caldi della nostracomunità. D’altra parte noi siamo con-vinti che la partecipazione sia il sale dellademocrazia.A fronte di questa esplosione di adesioniabbiamo notato ancora una volta un’am-ministrazione comunale in affanno, conevidenti tendenze a chiudersi in se stessa,poco dialogativa e forse ancora convintache nel rapporto con i cittadini il primatosia sempre e comunque degli ammini-stratori.La funzione di un giornale, anche nelle

sue forme digitali, è quella di spronare,criticare e spingere il potere e nello stessotempo informare i cittadini. Ognuno devepoter decidere con la propria testa, ma perfarlo deve conoscere e capire i problemi.Su questo non possiamo non registrare unatteggiamento che spesso da parte del-l’amministrazione comunale è stato didrastica chiusura. Un paio di esempi pertutti: la recente questione delle antenne odelle bollette della tassa sui rifiuti. Nelprimo caso l’amministrazione ha scelto dinon fare i monitoraggi, in altri termini dilasciare i cittadini all’oscuro di vitali in-

formazioni di base; nel secondo casol’amministrazione per mesi non ha pub-blicato atti e documenti essenziali per lavita della nostra comunità, non solo an-dando contro la legge (pubblicare i docu-menti sull’albo pretorio del sito Internetè obbligatorio!), ma preferendo lasciare icittadini in un limbo di non conoscenza,dove facilmente i diritti si tramutano incortesie del politico di turno. Ecco, pertutto questo noi del Segno pensiamo cheRocca di Papa prima di tutto debba essereun comune dove prevalgano sempre e co-munque i diritti. I diritti dei cittadini.

di Mario GabbiHo sentito che al comunehanno istituito un nuovo uf-ficio: il PIS (PrevenzioneIniziative il Segno). Lo di-rige Giovanni Gatta, che

sonda i fondi del caffè per capire cosahanno in programma quelli della bandadel Segno. Sabato 3 gennaio erano indue: Andrea e Sebastianelli e un altro,che si aggiravano con macchine foto-grafiche e telecamere lungo la scalinatadel belvedere (dietro il comune vec-chio). Subito sono partite le telefonatee una squadra di netturbini si è precipi-tata a togliere la monnezza che era stataappena fotografata. Ormai basta che Sebastianelli abbiaun’idea che subito dal comune buttanogiù dal letto netturbini e Protezione Ci-vile per prevenirlo.Già la domenica precedente, alcuni cit-tadini avevano programmato di andarea togliere dei frigoriferi gettati lungouna scarpata di via Roma (vedi propo-sta del Segno di una ventina di giornifa), ma la Protezione Civile è interve-nuta prima (bravi!). Il fido Gatta hadetto, con sprezzo del ridicolo, che l’in-tervento era programmato da tempo (?).Poi le notizie sulla bonifica dei frigori-feri appaiono nei giornaletti online delsindaco (il Grillo) a firma del giornali-sta da riporto Fabrizio Giusti. Che narradella bonifica, senza spendere una pa-rola sul fatto che noi cittadini ci era-vamo autorganizzati per andare arimuovere quello che l’amministra-zione comunale per mesi aveva tolle-rato nella scarpata della panoramica(Giusti… qua!).Tutta la vicenda mi pare un bell’esem-pio della forza della partecipazione deicittadini.

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ROCCA DI PAPA22 il Segno - gennaio 2015

di Marcello LoisiSu corso Costi-tuente, davanti alcomune, da diversotempo c’è uno stu-

dio fotografico. Il proprietario,Nicola Pagliuso, ci ha raccon-tato la sua storia.“Nel 1951, mio padre aprì ilprimo studio fotografico diRocca di Papa. Negli anni,cambiò diversi studi e nel 1981si trasferì in quello attuale. Finda piccolo ho sempre lavoratocon lui, passando molte ore incamera oscura, dove ho ini-ziato ad appassionarmi a que-sta arte. Nell’84, dopo ilmilitare, mi sono deciso ad af-fiancare mio padre nel suo la-voro, avendo la possibilità difare della mia passione per lafotografia un mestiere. Allascomparsa di mio padre, io emio fratello Felice prendemmole redini dell’attività, cercandodi portare avanti quanto luiaveva costruito in tanti anni dilavoro. Dal 2001 gestisco dasolo lo studio”.

Per tuo padre, essere statoper tanti anni l’unico foto-grafo di Rocca di Papa deveavergli dato l’occasione didocumentare i momenti piùimportanti del paese.“Certamente. Dato che era ilsolo ad avere una macchina fo-tografica e a saperla usare, ve-niva chiamato per immortalaremanifestazioni, inaugurazionie tutte le iniziative che veni-vano svolte qui a Rocca diPapa. Ad esempio, venne inca-ricato di fotografare l’inaugu-razione del vecchio comune, suviale Ferri, un’opportunità perlui sia da un punto di vista pro-fessionale, sia da quello perso-nale. Mi riferisco al suoarchivio, che raccoglie decinee decine di migliaia di fotogra-fie, negativi e diapositive. Ov-viamente, occorrerebbe

Lo studio fotografico venne aperto nel ‘51 da papà Franco

La storia di un paesenegli scatti dei Pagliusosistemarle, catalogarle estamparle, ma è un la-voro colossale che ri-chiederebbe unimpegno veramente no-tevole. Queste testimo-nianze, però, sonoimportanti perché per-metterebbero di rico-struire visivamente lastoria del paese dal do-poguerra agli anni piùrecenti. Per il lavoro chesvolgeva, incontrava di-verse celebrità che veni-vano a Rocca di Papa invilleggiatura, quandoancora si faceva. FrancaValeri e suo marito, lamadre di Sofia Loren,Claudio Villa sono soloalcuni dei tanti nomiche riuscì a fotografare.Ma fotografò soprat-tutto le persone comuni. Tuttivenivano nel nostro laborato-rio per farsi una foto. Neglianni conquistò la fiducia el’apprezzamento da parte deisuoi concittadini, nei quali halasciato un buon ricordo”.

Con la rivoluzione del digi-tale, la professione del foto-grafo sarà cambiataprofondamente.“Anche in questo settore,l’evoluzione delle tecnologiesi è fatta sentire. L’introdu-zione della fotografia digitalee di programmi come Photo-shop hanno stravolto il nostrolavoro. Noi fotografi ci siamodovuti adeguare ai sempre più

veloci cambiamenti, con co-stanti aggiornamenti e acqui-sti di nuove attrezzature,spesso molto costose. Inoltre,è venuto a mancare il lavoroquotidiano. Prima, una voltascattate le foto e finito il rul-lino, questo veniva sviluppatoin camera oscura, dove pren-devano vita le immagini. Ora,invece, non si stampa quasipiù, privilegiando il formatodigitale. Alcuni giovani nonsanno neanche come si svilup-pavano le foto fino a pochianni fa”.

C’è, dunque, ancora possibi-lità di lavoro in questo set-tore?

“Sì, grazie ai servizi fotogra-fici, ancora molto richiesti,specialmente in occasione dicerimonie. Purtroppo, non sipuò ignorare il fenomeno del-l’abusivismo, che coinvolgecirca il 70% dei fotografi.Penso a quelli davanti al Co-losseo o ai Fori Imperiali che,senza alcuna professionalità epermesso, sfruttano i mancaticontrolli per approfittarsi deituristi. Il senso della fotogra-fia oggi è cambiato. Senzavoltarsi indietro in lontane no-stalgie, penso però che aitempi di mio padre farsi unafoto era considerato un evento,ora è diventata una cosa ordi-naria”.

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il Segno - gennaio 2015

Cultura e ... dintorni

23

di Federico De AngelisCominciando a scendere per il corsoampio scosceso, poco dopo il sagrato delduomo e la fontana dell’acqua freschis-sima ove si sovrappongono suoni e rumorid’ogni sorta, richiami, stridori di freni,grida di donne e ragazzini, gruppi che agrossa voce contrastano; se si svolta a de-stra per una stretta via selciata seguitandola discesa, si ha gradualmente l’impres-sione di trovarsi in un altro luogo, un am-biente di voci attutite, protetto da altemura a inombrare lo slargo che s’apre allavista: tra le mura del palazzo ha ora sedeil convento delle Madri Carmelitane delBambin Gesù, conosciute anche comemonache tedesche, benemerite per il lorodedicarsi all’infanzia abbandonata, spessoorfana.Molto tempo prima, probabilmente neiprimi decenni dell’ 800, in quella casaabitò per qualche anno il pittore Friede-rich Overbeck: artista già noto in Germa-nia e a Vienna per aver fondato la correntepittorica dei “Nazareni”, così chiamati siaper il modo di portare i capelli sciolti sullespalle, sia soprattutto per privilegiare sog-getti attinti dalla tradizione religiosa, pro-ponendosi di diffondere con le loro operel’insegnamento morale delle Scritture in-sieme al magistrato ecclesiale cattolico;inaugurando così un aspetto della restau-razione nell’arte, quello che intendeva ri-salire al periodo aureo dellarappresentazione religiosa, con particolareinteresse per Raffaello e i pittori a lui an-teriori, soprattutto il quattrocento umbroe toscano con Giotto, S. Martini, Masac-cio.Nato a Lubecca nel 1789, da famiglia pro-testante, Overbeck riuscì presto a sfuggireagli ambienti spogli e severi della fede lu-terana, per approdare ad un Cattolicesimoricco di forme e suggestive liturgie, cheper lui si manifestava pienamente nellapittura.Era allora in corso un acceso dibattitocirca la natura e la funzione dell’arte: dauna parte il neoclassicismo, con Winkel-man ancora imperante, che voleva un’artefedele ai grandi modelli della classicitàgreco-romana, con una visione astratta delbello, dalle armonie e proporzioni studiatesulle statue e sulle pitture rinvenute negliscavi e nei reperti archeologici; dall’altrail nascente movimento romantico, che siandava impetuosamente affermando colproporre un’arte prossima alle tradizionipopolari e insieme ispirata a una natura,sentita come energia e potenza spirituali,da cui l’artista era lui stesso investito.

stituì l’Accademia di S. Luca , che radu-nava artisti cattolici e no, che condivide-vano i suoi programmi; in realtà più chedi un’accademia si trattava di una vera epropria confraternita religiosa, con regolee modelli di comportamento da osservarescrupolosamente. Dagli ‘sturmer’ per de-risione furono detti ‘Nazareni’ e comespesso accade nell’arte, il nome derisorioè rimasto a designare una corrente pitto-rica che ha certamente svolto, pur con isuoi limiti, un ruolo rilevante nella pitturaottocentesca: basti pensare che ad essa siispirarono gli artisti detti ‘preraffaelliti’ ilcui più geniale rappresentante è quelDante Gabriele Rossetti che lasciò operedagli esiti stilistici originali destinati alungamente segnare il gusto artistico e let-terario di un’epoca.Forse per ostilità incontrate a Vienna doveil movimento operava, nel 1810 gli artistisi trasferirono a Roma, dimorando nell’exconvento di S. Isidoro. Da qui si sposta-vano chiamati a dipingere quadri ed af-freschi per committenze di nobili romani.Insieme ai pittori Cornelius e Von Scha-dow, Overbeck affrescò con le storie diGiuseppe in Egitto Palazzo Zuccari a Tri-nità dei Monti, residenza del console diPrussia: il ciclo esercitò poi una durevoleinfluenza sul movimento romantico inGermania. Per il Casino Massimo Over-bek eseguì personalmente affreschi ispi-rati alla Gerusalemme Liberata, in cui ilsegno si fa più nitido e preciso, il coloreguadagna in limpidezza, si fa smaltato, amomenti duramente metallico.E da Roma spesso Overbeck veniva aRocca di Papa, nella casa che aveva ac-quistato, a cercare quiete dall’intensa atti-vità, respirare l’aria fresca e ventosa delpaese e ritemprarsi per nuove prove arti-stiche. E forse nei dipinti dove si possonoammirare cieli limpidi, volti riposati, inariose prospettive perdura come un’ecodel soggiornare a Rocca di Papa, tra assaiparchi convivi e sereni colloqui con gliamici fidati.

N.B. È doveroso citare il prezioso libro diDon Luigi De Angelis per le notizie circala vita e l’opera di Overbeck.

a Rocca di PapaOverbeck, un “Nazareno”

Ambedue le concezioni, pur in forte con-trasto tra di loro, concordavano tuttavianel liberare l’arte da ogni intento pura-mente illustrativo, didascalico, religiosa-mente edificante. Ed è proprio su questopunto che Overbeck interviene polemica-mente: con l’ardore del neofita, cominciacol teorizzare che l’arte deve proporsil’edificazione morale e religiosa del po-polo, ricorrendo alla raffigurazione deglieventi sacri, di volti, paesaggi e colori chedestino sentimenti di profonda ‘pietas’.Un progetto che si direbbe a prima vistareazionario, grandiosamente inattuale: maforse in cui più agiva un oscuro desideriodi trovare rassicurazione nelle formed’una tradizione di secolare fermezza alleinquietudini che anche in lui si destavano,davanti a un periodo storico che s’annun-ciava quanto mai turbolento, non solo perle vicende d’arte, ma anche e soprattuttoper quelle politiche e sociali.Con altri pittori, tra cui l’amico Pforr, co-

Un’opera di Friederich Overbeck del 1920, che ritrae

lo stesso Friederick, la moglie e la figlia

Un interessante e inedito “ritratto” dell’artista tedesco,fondatore della corrente pittorica detta dei “Nazareni”

che per diverso tempo dimorò nel nostro paese

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LA STORIA il Segno - gennaio 201524

A Zagarolo la giornata di studi dedicata al libro postumo di Irene Lombardo

Sulle orme dei grandi viaggiatoridi Andrea BriniLo scorso sabato 13 dicembre a PalazzoRospigliosi di Zagarolo si è tenuta la se-conda edizione della Giornata di Studi inonore di Irene Lombardo.La manifestazione è stata organizzatadalla Pro Loco di Zagarolo per ricordarela studiosa Irene Lombardo, collabora-trice dell’associazione prematuramentescomparsa il 15 dicembre 2012.L’incontro di studi di quest’anno ha avutocome argomento la presentazione dellibro Sui sentieri del Grand Tour, operacomposta da una raccolta di appunti diIrene dedicati alle tematiche del viaggioin Italia. La pubblicazione è stata curatariordinando e raccordando i soli testi per-sonalmente scritti dall’autrice, senza ag-giunta di concetti a lei non appartenenti,mantenendo così la natura di opera po-stuma. L’opera costituisce inoltre la primaprova “editoriale” (intendendo con ciò laprima pubblicazione fornita di codiceISBN) da parte della Pro Loco, buon via-tico al cinquantesimo anno dell’associa-zione che ricorrerà nel 2015.Durante l’incontro, moderato per la ProLoco dal presidente Sandro Vallerotonda

e dal sottoscritto, marito di Irene Lom-bardo, sono intervenuti in rappresentanzadegli enti patrocinanti l’iniziativa: il sin-daco Giovanni Paniccia e l’assessoreMaurizio Colabucci per il Comune di Za-garolo, l’assessore Marco Panzironi perl’XI Comunità Montana del Lazio e ilpresidente Marcello Mariani per l’Istitu-zione Palazzo Rospigliosi. La professo-ressa Luciana Cassanelli dell’Universitàdi Roma “La Sapienza”, titolare della Cat-tedra di Storia dell’Arte Moderna neglianni dell’attività di Irene Lombardo comecultore della materia, ha scritto alcunesentite righe in ricordo della studiosa chesono state inserite nelle pagine introdut-tive del libro stesso.Dopo gli interventi istituzionali lo storicodell’arte Gabriele Quaranta, collaboratoredella Cattedra di Iconografia e Iconolo-gia, ha brillantemente introdotto i conte-nuti del libro sottolineando alcune dellemolteplici riflessioni che le pagine delleguide utilizzate dai viaggiatori dei secoliscorsi possono ancora oggi evocare, evi-tando di fare un semplice riassunto cheavrebbe solo smorzato la curiosità chel’argomento è in grado di evocare.

La stessa Pro Loco di Zagarolo sta cu-rando la diffusione del libro, inizialmenteappoggiandosi alle edicole di Zagarolo edintorni e alla Libreria Cavour con i suoipunti vendita a Frascati e presso il centrocommerciale La Noce a San Cesareo.

Nel 1819 lo studioso Antonio Nibby scrisseun ricco resoconto dal titolo: “Viaggio anti-quario nei contorni di Roma”. Tra questi“contorni” non poteva mancare Rocca diPapa con i suoi più importanti monumenti.In questo articolo ci soffermeremo su unodi essi, il Sepolcro Consolare di Palazzola,raro esempio di monumento rupestre diepoca romana ridotto oggi a meno di unacava dismessa di metà Novecento. Così scriveva il Nibby di fronte a tale opera:“Entrando nel Convento si vede inciso nellarupe un bel monumento antico conosciutosotto il nome di sepolcro di Palazzola. Neltraversare il giardino de’ Religiosi, per an-dare a vederlo si vede, che la rupe, sullaquale era posata Albalonga, è stata fino da’tempi degl’Imperadori sostenuta con muradi bella opera laterizia, che ancora si con-servano intatte, il sepolcro stesso è esterna-mente decorato di dodici fasci, indizio chela persona, la quale vi fu sepolta, fu Con-sole, e per conseguenza il monumento ap-

partiene alla epoca della Repubblica”. Il Nibby, alla sua maniera, ci dice alcunecose molto interessanti. Innanzitutto l’in-quadramento cronologico, che rende questomonumento uno dei più importanti dei ColliAlbani. Poi, cosa da non sottovalutare, ci indica lacentralità dell’area di Palazzola sovrastatadalla mitica città di Albalonga.L’archeologo e topografo romano, esaminòpoi da vicino il sepolcro.”Nel mezzo di que-sti fasci si vede una sedia curule. Salendosopra questo sepolcro si osserva, che essoera decorato di gradini, i quali andavano aformare in mezzo una specie di piramide,sopra la quale fu forse la statua dell'estinto.In mezzo si vede il luogo, nel quale era se-polto il personaggio consolare. Di qua, e dilà da quella specie di piramide di gradini sivedono nel masso della rupe gl'indizi dialtri gradini”. A chi era dedicato questo sepolcro? Oggiviene attribuito a Gneo Cornelio Scipione

Hispalo, ma altempo delNibby si avan-zavano altreipotesi: “ci èignoto il per-sonaggio, pelquale essoservì. I nomi,che gli dannodi sepolcro diTullo Ostilio,ed Anco Mar-zio (III e IVRe di Roma,n.d.d.) non hanno maggior fondamento diqualunque altro personaggio de’ tempi piùremoti”. A chiunque fosse dedicato, emerge l’incu-ria e l’indecenza dei nostri giorni di fronteallo stato di abbandono in cui verte que-st’opera monumentale.

Andrea Sebastianelli

Antonio Nibby e il suo “Viaggio nei contorni di Roma”

Un sepolcro consolaredimenticato da tuttiSi tratta di un monumento romano unico nel suo genere

Antonio Nibby (1792-1839)

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L’INIZIATIVAil Segno - gennaio 2015 25

Anche per il 2015 il Segno organizza un ciclodi visite guidate nei Castelli Romani. Sono seigli appuntamenti in programma, da febbraioa luglio prossimo. La partecipazione, comesempre, è libera.Le acque, i boschi, il paesaggio: il più indi-feso e immateriale dei nostri beni, non puòessere tutelato se non è conosciuto e frequen-tato. Il territorio è di tutti e partecipare allenostre visite guidate può essere uno dei modiper difenderlo. Perché passeggiare nella na-tura e conoscere i luoghi dove viviamo, ciaiuta a proteggerli e a valorizzarli. Una pro-mozione culturale che ci può far riscoprireuna morale ecologica fondata sul rispetto del-l’ambiente.Camminare nel bosco, in luoghi affascinantie ricchi di storia, significa ritrovare il piaceredi una passeggiata domenicale con personeche condividono lo stesso stile di vita, fatto dicose semplici e profonde. Il primo appunta-mento è per domenica 22 febbraio nellasplendida area di Fontan Tempesta, che giàin passato ha riscosso molto successo.Informazioni si possono chiedere alla maildel Segno: [email protected].

Anche nel 2015le visite guidatealla scoperta deiluoghi più bellidel nostro paese

di Luigi SerafiniI meno giovani sicuramente ri-corderanno la bontà dell’acquache sgorgava dal “Pantanello”,un po’ frizzantina, sempre fre-

sca e dissetante. Oggi l’area inquestione, che si apre su viaRocca Priora ai Campi d’An-nibale, rappresenta una fetta diterritorio in stato di abban-

dono, con erbacce, rifiuti, re-cinzioni abusive e tanto altroche ne rendono impossibileanche il solo ingresso fino allafonte. Qualche anno fa arrivarono isoldi della XI Comunità Mon-tana del Lazio per finanziareun intervento finalizzato al-l’incanalamento delle acquepiovane che, nel punto in cuiinizia l’area, creava dei pan-tani e grandi accumuli di terra.Fino ad alcuni anni fa (par-liamo degli anni Ottanta) aRocca di Papa si svolgevaanche una vera e propria“Sagra dell’acqua” per valo-rizzare un bene prezioso checaratterizzava il quartiere deiCampi. Oggi sappiamo che

l’acqua del “Pantanello” con-tinua a sgorgare e, seppur neldegrado, resta un’area moltobella e pregiata, posta fra losperone di “Pentima Stalla” ele cosiddette “Rotte Cave”.Un’area da cui si poteva (e sipotrebbe ancora) ammirare unpanorama stupendo.Riteniamo che sia arrivato ilmomento di condurre una bo-nifica vera e definitiva, ren-dendo l’area un parcopubblico, senza bisogno dispendere capitali in mega-pro-getti. Sarebbe sufficiente soloripulire la zona, garantire unanormale manutenzione, evi-tando di costruire strutture incemento. In caso contrario,meglio lasciarla così com’è.

L’antica fonte famosa per l’acqua frizzante versa in condizioni disastrose

Il Pantanello, storia di un’areaormai abbandonata e dimenticata

L’ingresso del “Pantanello” da via Rocca Priora,completamente invaso dalla vegetazione infestante

22 FEBBRAIO

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PAGINA APERTA il Segno - gennaio 201526

di Marcello LoisiÈ possibile fare unpandoro senza fa-rina di grano?Certo, specialmente

se hai le macchine giuste.Questo è ciò che la Bauli hapensato di fare in occasionedelle festività appena passate.L’intento è quello di presen-tare un prodotto natalizio chenormalmente le persone celia-che non possono mangiare.Nobile causa, ma dai risultatideludenti. Infatti, dopo qual-che settimana dalla messa invendita, la ditta ha ritirato ilprodotto dai supermercati, af-fermando che “non incontravail gusto dei consumatori”.Stando alle critiche di que-st’ultimi, sembrerebbe proprioche il pandoro senza farina digrano non sapesse granché dipandoro…Anche il panettone Mottasenza glutine è stato preparatosenza l’impiego di farina difrumento, ma questo non èstato ritirato dagli scaffali.

Il Pandoro«senza»

Questioni di gusto

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di Laura Fico*Le feste sono pas-sate e ci hanno la-sciato oltre chegraditi ricordianche sgradevolichili in più sullabilancia. Rinun-ciare ai tradizio-

nali mostaccioli o al gustosopan giallo non è stato facilema ora volersene sbarazzare loè ancor di più! È possibile che i chili presi inuna sola settimana siano anchetre! Ma state tranquilli non è sol-tanto grasso: vi è anche la ri-tenzione dei liquidi causatadall’eccessivo consumo dicarboidrati e di sodio. Non fa-tevi quindi prendere dal pa-nico e non praticate pericolosidigiuni. È meglio seguire deipiccoli consigli che in brevetempo possono farci recupe-rare al misfatto. Per aiutare il nostro organismo

a disintossicarsi il primo con-siglio è quello di bere moltaacqua e tisane a base di finoc-chio, tiglio e tarassaco(1). È im-portante assumerle la mattinaappena svegli e la sera primadi coricarsi, ma anche durantela giornata fino a tre tazze algiorno. Per seguire un regimealimentare a scopo depurativo

Dopo le feste... che fare?Occhio alla Nutrizione si devono prediligere alimenti

poveri di grassi di origine ani-male e ricchi di fibre. Potete scegliere un menù abase di verdure, proteine, ce-reali integrali e frutta. Tra leverdure consiglio in particolar

modo il carciofoche coadiuva il la-voro del fegato;per le proteinepreferite il pesce ola carne “bianca”;per la frutta, ot-tima è l’ananasper la presenzadella bromelina,sostanza proteoli-tica.Inoltre, non sotto-valutate l’attivitàfisica che farà su-bito sentirci me-glio facendoaffievolire il “giu-

stificato” senso di colpa e so-prattutto riattiva ilmetabolismo.

(1)Tarassaco: pianta erbaceacon proprietà diuretica e cola-goghe (agevola la produzionedi bile).

*Biologa Nutrizionista

L’anno scorso, di questi tempi,pubblicavo un articolo con 5 con-sigli validi per dare significatoalla propria vita, ispirati dal librodi Bronnie Ware, dedicato ai ma-lati terminali, ma valido per tutti,ossia: 1. essere fedele ai propriprincipi e non a quello che gli altrisi aspettano da te; 2. non lavorareeccessivamente; 3. avere il corag-gio di esprimere i propri senti-menti; 4. rimanere in contatto coni propri amici; 5. permettere a sestessi di essere più felici. Ora vi chiedo, quanti di voi hannoseguito almeno due di questi con-sigli? Quanti non si sono fatti ro-vinare la vita dalle notizieriguardanti il nostro Paese? Vipropongo per quest’anno di pen-sare a voi, ma non in modo egoi-stico, pensare a voi stessi, ai vostricari, date meno peso alle incom-prensioni. Seguite una direzione,una strada, prefiggendovi degliobiettivi. Far nascere qualcosa, unprogetto, un’iniziativa, con per-sone che sanno condividere, nonsopraffare. Può anche essere semplicementeritrovarsi con gli amici di sempre,o far qualcosa per il bene comune,il volontariato ad esempio. Ini-ziamo qualcosa di nuovo, uncorso: di lingue, di pittura, di mo-saico, qualcosa di creativo che ciliberi la mente. Troviamo il tempoper leggere, possiamo anche leg-gere agli altri, agli anziani o aibambini. Cerchiamo di ritagliarci deltempo libero e non sovraffati-chiamo i figli con troppi impegni,ricordiamoci che nella nostra in-fanzia svolgevamo meno attività,non correvamo da una parte al-l’altra, dalla palestra al corso dichitarra, poi in piscina e al corsod’inglese, non devono diventaretutti dei piccoli manager. E’ belloanche stare in casa qualche voltae parlare con loro, giocare a co-struire, inventare, impastare,creare. Se non ci sentiamo tantocreativi, ci sono molti libri suvarie forme di creatività. Fac-ciamo in modo, insomma, che afine 2015, anche di fronte a ciòche purtroppo, inevitabilmente,non sarà andato nel modo sperato,si possa almeno dire: “Però, misono divertito/a!”

A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

Spunti di psicologia

2015

Parallelamente, cisi imbatte semprepiù spesso in ali-menti che ripor-tano sulleetichette l’as-senza di grassiidrogenati, ali-menti OGM euova provenientida allevamenti inbatteria. In questocaso, gli ingre-dienti impiegatinelle ricette sonoquelli tradizio-nali, ma la loroselezione è fattain base a dei cri-teri di sicurezzaalimentare e, sempre piùspesso, etici.La questione del pandoro e delpanettone “senza” è diversa.Qui si sconvolge la ricetta deldisciplinare e si sviliscono lecaratteristiche tipiche di que-sti prodotti, tra i fiori all’oc-chiello della pasticceriaindustriale e artigianale ita-

liana. Molti faranno presente ildiritto dei celiaci e degli intol-leranti ad altri alimenti dipoter festeggiare con i dolci.Si tratta di motivazioni condi-visibili e legittime, ma una so-luzione ci sarebbe: chiamaretutte queste varianti “dolci diNatale”, lasciando stare panet-toni e pandori.

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CULTURAil Segno - gennaio 2015 27

L’angolo della storia

di Vincenzo RufiniNelle scuole ele-mentari di unavolta l’anno scola-stico era determi-

nato su di un unico libro: ilSussidiario, il quale contenevale diverse aree del sapere di-vise in sezioni distinte: la sto-ria, la letteratura, la religione,le scienze. Le diverse disci-pline erano narrate ed illu-strate con enfasi e con quel po’di retorica che conferiva altesto scritto un’aura elevata. Iltutto era privo di quel sanospirito critico indispensabileper giudicare un qualsivogliaevento.Il campo dove l’esercizio reto-rico raggiungeva il suo cul-mine era ovviamente la storiaed in particolar modo la storiapatria. La sequenza degli av-venimenti era presentata comeuna concatenazione di eventideterminata da chissà qualeentità e vissuta dai protagoni-sti in modo assoluto. Non ci sipreoccupava di analizzare iperiodi storici ed i protagonisticercando di guardare nei loroangoli reposti, ma si dava im-portanza solo al profilo uffi-ciale, vissuto come unavalenza indiscutibile. La con-cezione retorica dell’essere,appunto!Ovviamente la storia non eramai andata secondo la vulgatapresentata, anzi aveva sempreavuto dei risvolti particolari,qualche volta piccanti e spessoal di là della morale. In nomedella retorica si leggeva il pas-sato deformandolo ad “usumdelphini”, per poter presentareil presente sotto un’ottica par-ticolare. Di esempi di letturaretorica del passato ne è pienala storiografia, da cui pos-siamo evidenziare due esempisignificativi.Il primo può farci riandare allaretorica risorgimentale, doveun evento significativo e de-terminante della storia d’Italiaè stato insufflato da una letturaenfatica che ne ha trascurato ilsuo vero significato storico esociale. La spinta decisiva al-l’Unità d’Italia è stata data

moglie di Francesco Crispi);ma l’impresa non ha avutol’aspetto di una favola, bensì èstata preparata con estremacura e sotto gli auspici dei ser-vizi segreti inglesi (fautori diun regno italico da contrap-porre all’impero austro-unga-rico) e dalle spinte delle varieconsorterie del tempo che ca-valcavano la spinta propulsivapatriottica. Altro caso in merito va ricer-cato nella preparazione dellosbarco alleato in Sicilia, il 10luglio 1943; gli americanionde predisporre un terrenod’accoglienza propizio contat-tarono il capo di Cosa NostraLucky Luciano, affinché eser-

citasse la sua autorità indi-scussa sulle famiglie siciliane.Fu un dettaglio non determi-nante in quanto gli alleati go-devano di una superiorità dimezzi e di uomini rilevante,ma anche in questa impresa lastoriografia postuma ha prefe-rito porre l’accento sull’enfasi,trascurando il dettaglio. L’insegnamento che possiamotrarre da ciò è che la storiogra-fia, come tutte le discipline delsapere, ha bisogno di una let-tura integrale senza però scen-dere nel revisionismo becero,e le agiografie oltre ad alterarela realtà non rendono un buonservizio né alla memoria, néalla storia.

L’enfasi storicae l’analisi critica

Invito alla lettura

dall’avventura diGaribaldi e deisuoi 1000 (che inrealtà erano 1089,compresa RosaliaMontmasson, la

La poesia del mesedi Anna Giovanetti

Un calendario nuovo appeso alla paretedice che un altro anno sta per iniziare;

quante cose non fatte ti riproponi di farenei prossimi dodici mesi che verranno?

Chissà, forse un viaggio da tempo rimandatoo una vacanza desiderata più di tante,

qualche serata al ballo in abito elegantein quei bei posti chic, che da tempo sognavi.

Comprare quella casetta che hai visto tante voltema che purtroppo ti è rimasta nel cuore,

che sia forse quest’anno il periodo migliore anche se di speranze ahimè non te ne danno!

E quella vecchia macchina ormai andatache ancora cammina ma non è più sicura,

prima che ti lasci a piedi addirittura sarebbe bello poterla rottamare!

Quanti sogni abbiamo tutti nel cassettoche ogni anno speriamo di realizzare

e per fortuna non riusciamo a smettere di sognaresperando sempre in un possibile domani!

Perciò io penso che l’augurio più importante per l’anno nuovo che stiamo già iniziando,

sia la salute per tutti e in tutto quanto il mondosolo pace, amore speranza e poi… chissà!

Buon 2015

Anno nuovo, vecchi sogni

La storia si muove attorno ad unsegreto, rimasto nascosto per qua-rant’anni, e vede protagonista unbambino di nove anni che fino al-l’età adulta, non sa spiegarsi i fatticonnessi alla morte di sua madre.Il silenzio che lo circonda, can-cella e rende estranee le tragediedella vita. Eppure a volte nonsono solo gli altri a nasconderci larealtà, ma siamo noi stessi a rifiu-tare di capire gli eventi dramma-tici. Chiudere gli occhi e nonascoltare diventa un modo perproteggersi dalla sofferenza, unostratagemma dell’anima a cui ri-correre per fronteggiare il dolore.Ma il rifiuto e la paura sono con-

perdita che non è mai riuscito asuperare. Poi un giorno decide diprendere coscienza, di immer-gersi nel dolore, decide di sapereper vivere un’esistenza davveroautentica. Fai bei sogni è un ro-manzo in cui Gramellini parla deipercorsi che uomini e donne com-piono per cercare di superare idrammi dell’esistenza.Il romanzo è autobiografico manon è un’autobiografia vera e pro-pria. E’ un’opera che prendeavvio dalla scoperta della veritàfatta con quarant’anni di ritardo.“Un’opera che non può lasciareimpassibili i suoi lettori” ha dettoFabio Fazio, grande amico e col-laboratore dello scrittore nella tra-smissione Rai Che tempo che fa.“Fai bei sogni” è dedicato a quelliche nella vita hanno perso qual-cosa. Un amore, un lavoro, un te-soro. E rifiutandosi di accettare larealtà, finiscono per smarrire sestessi. Immergendosi nella soffe-renza e superandola, ci ricordacome sia sempre possibile buttarsialle spalle la sfiducia per andareal di là dei nostri limiti. Massimo Gramellini ha raccoltogli slanci e le ferite di una vitapriva del suo appiglio più solido.Una lotta incessante contro la so-litudine, l’inadeguatezza e ilsenso di abbandono, raccontatacon passione e delicata ironia. Ilsofferto traguardo sarà la conqui-sta dell’amore e di un’esistenzapiena e autentica, che consentiràfinalmente al protagonista di te-nere i piedi per terra senza smet-tere di alzare gli occhi al cielo.

Fai beisogni

dizioni che trasci-nano alla lungaverso lo smarri-mento. Così il pro-tagonista si trovaad essere un uomoinsicuro e tormen-tato a causa di una

di Loredana Massaro

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28 il Segno - gennaio 2015STORIE

I L R A C C O N T O D E L M E S E

di CamillaLombardozziBlake Lively ne ha fatta distrada da quando interpretavaSerena van der Woodsen nellaserie TV Gossip Girl. Ora tor-

niamo a parlare di lei, non perché aspettaun bebè dal marito Rayan Reynolds, maper il suo nuovo film, nel quale è l’attriceprotagonista.Il prossimo 25 aprile arriverà, infatti,nelle sale cinematografiche statunitensi“The Age of Adaline”, che vede la Livelynel ruolo di Adaline Bowman, una donnasenza età.Ecco la sinossi della pellicola.Negli anni trenta del 900, Adaline, all’etàdi 29 anni è vittima di un incidente auto-mobilistico,al quale riescea sopravvi-vere miraco-losamen te ,ma non senzariportare al-cuni effetticol la tera l i .Adaline in-fatti, dopol’incidente èdiventata im-mortale, è una donna senza età che nonpuò invecchiare. Metabolizzando questomiracolo, Adaline trascorre la sua vita ingiro per il mondo mantenendo il suo se-greto; ma portando con sé tanta solitu-dine e dolore, vedendo i propri carimorire e i figli invecchiare. Ma l’incon-tro con un uomo potrebbe cambiare lecose.Le riprese del film si sono svolte in Ca-nada, a Coquitlam, nel cast figurano,oltre a Blake Lively, Harrison Ford, Mi-chiel Hiusman, Ellen Burstyn, AmandaKrew, Kathy Baker e Richard Harmon.Regista della pellicola Lee Toland Krie-ger, mentre i produttori sono Gary Luc-chesi, Tom Rosenberg e Sidney Kimmel.Alla sceneggiatura troviamo invece Sal-vador Paskowitz e J. Mills Goodloe. Inizialmente venne considerato GabrieleMuccino come regista, ma poi la sceltacadde su Krieger.Il film è prodotto dalla Lakeshore Ente-rainment e sarà proiettato negli StatiUniti, come detto, il prossimo 25 aprile,ancora non si conosce la release italiana.Nell’ultimo secolo, il mondo è mutato,ma non Adaline!Collegandovi a questo link potrete tro-vare il trailer della pellicola:https://www.youtube.com/watch?v=7UzSekc0LoQ

Spunti di cinema

L’età diAdalinepritz, un ba-

stardino dirazza, nes-

prima da suo nonno e poi da suo padre, siassicurava introducendo una robusta ca-tena dentro la botte che, allo scuoteredella medesima in tutte le direzioni,avrebbe assicurato una pulitura perfetta.

S

sione prepotente e impunita. Alcuni so-stenevano e non senza ragione che, fra isuoi molti antenati, doveva certamentetrovarsi un vero cane mafioso nato aBroccolino. Ma, come spesso accade, lepersone non vedendolo più sculettare peril paese, ne sentivano loro malgrado, lamancanza. Specialmente quel gruppo divecchietti che gli avevano affibbiato quelnome molto “crucco”.Invece chi era strafelice di non avercelopiù tra i piedi era l’ex carrettiere perchéSpritz al tramonto usava accomodarsisotto la pergola del giardino che circon-dava la sua villetta e non passava notteche non abbaiasse a tratti ritmati sempreuguali e dal tono lugubre e prolungato.Tanto che il professore di musica, che abi-tava nei pressi, si era convinto che quelcane aveva un metronomo incorporato. ESpritz era sempre lì, al suo posto. Nessunoseppe mai per quale motivo avesse sceltoquel luogo per passare le sue nottate siaestive che invernali.

a, per la verità, non era propriovero perché la catena rotolandodentro la botte, smuoveva dalle

doghe una quantità di sostanze, antichee recenti, che non avrebbero certamentegiovato al mosto durante la fermenta-zione. Ma il vinaio Peppe non lo avrebbemai ammesso se non altro per rispettodella memoria di suo padre e di suononno. Infine toglieva la catena dallabotte e la riponeva dentro un cestino divimini. Ma prima di richiudere la bottevi introduceva accortamente un lungocandelotto di zolfo acceso: l’odore acre eintensissimo che si sprigionava al-l’istante lo confortava e ogni volta mor-morava a se stesso, mentre tappavavelocemente la botte: -E’ fatta! Adessoho proprio finito!- Ma quale profumo emanava dal mosto infermentazione! E fu proprio quel profumo che inebriòSpritz quando, all’insaputa di tutti, en-trato di soppiatto nella cantina di Peppeil vinaio si ritrovò, insieme allo zolfo eal mosto, dentro la botte, non riuscendopiù ad uscirne. Il povero Spritz non fumai ritrovato e da allora nessuno piùcomprò il vino di Peppe: era troppoaspro e pieno di impurità.

P

La botteincatenata

di Noga

suno sapeva dadove era sbucato.Spritz da moltigiorni era scom-parso: tutti si chie-devano dove fossefinito. Veramentenon era unagrande perditaanche se quel ca-gnetto nero neroormai facevaparte a tutti gli ef-fetti della piazzaprincipale delpaese. A dire ilvero non era poimolto simpaticocon le sue zampestorte e i suoi oc-chietti dall’espres-

C omunque in paese l’abitante più in-fastidito da Spritz era Peppe il vi-naio il quale si era convinto che,

quando quel bastardino si aggirava per lasua vigna (e la cosa si ripeteva spesso), ilvino nuovo non sarebbe riuscito bene. Enessuno mai lo aveva convinto del con-trario: con Spritz di mezzo il vino sarebberiuscito torbido e sarebbe finito tutto inaceto. Sicuramente. Ma come di consueto, quando era il mo-mento giusto, Peppe il vinaio si preparavadi lena, ormai da anni, a mettere in operaquegli accorgimenti che gli avrebbero as-sicurato, così credeva ogni volta, una vi-nificazione perfetta. E una dellelavorazioni più delicate era la ripulituradell’interno della botte che secondo le re-gole da lui ritenute segrete e dettategli

M

eppe il vinaio, disperato, vendettela piccola vigna, la cantina, com-presa la botte e la catena, e la ca-

setta ed emigrò in Australia.

Aprile 2012

Blake Lively

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29il Segno - gennaio 2015 L’INTERVISTA

della mia ordinazionesacerdotale avvenutal’8 aprile 1972, se-condo – l’ordinazioneepiscopale avvenuta il12 settembre 2009 perdi più avvenuta per lemani di papa Bene-detto XVI”.

Che cosa apprezza inuna persona di più,l’umiltà, la sincerità,la semplicità, il corag-gio di dire le cose in“controtendenza”, laveemenza. E quale diqueste prevale sulle

di Florentina D. PagnejerQuando qualcunoveste un ruolo diuna certa rilevanza,

quando questa persona haun’immagine benevola ma,nello stesso tempo, imponente,avvicinarsi con la parola, di-venta quasi un esame. Non si hamai la certezza di aver le parolegiuste, di avere quella sapienzadi porre domande né troppo in-vadenti né prive di senso. Con il massimo rispetto, primacome uomo e poi come Ve-scovo, Eccellenza, Le vorreichiedere, rivolgendomi a Leicome uomo, se può parlare nonin veste di Vescovo ma inquella di una persona che parladal profondo del suo io. Se cisarà qualche domanda allaquale preferisce restare in silen-zio, lo interpreterò nella suamassima espressione.In uno dei suoi interventi, Lei siera soffermato molto su di unepisodio che riguardava unamamma che venne da lei perchiedere il battesimo di suo fi-glio con un ritardo notevole, diqualche mese. Lei le chiese ri-petutamente perché fece tra-scorrere tutto quel tempo primadi battezzare il figlio. Lamamma non trovava una spie-gazione. Sorge la mia domandada mamma e da ortodossa congrande rispetto e grande parte-cipazione verso la religione cat-tolica. Come interpreta Lei l’impor-tanza del battesimo, compresoquello ortodosso e perché ilbattesimo dovrebbe avvenireal più presto e non con un ri-tardo di qualche mese?“Battesimo è un dono e quindidovrebbe avvenire al più pre-sto, si dà dai genitori cristiani,quanto prima, proprio perché èun gran bel dono, che una per-sona può darlo dopo la vitaumana. È importante che sianopresenti i genitori! Perché pri-varlo?”.

C’è un episodio che, nella suaesperienza come uomo dichiesa, l’ha colpita, tanto datornare spesso nella suamente? “Due episodi: primo – il giorno

altre?“Dire la verità, con umiltà! Ecioè scegliendo modo, parole,tempo, luogo adatto e quindiper aiutare le persone, non percondannarle, non colpevoliz-zarle, per aiutarle a crescere: ioti voglio aiutare, no? È questolo spirito dell’umiltà!”.

Se si trovasse davanti a unapersona che ha commesso undelitto molto grave, tipo quellodi aver tolto la vita ad un’altrapersona, quale sarebbe laprima cosa che le direbbe?“Chiedere perdono a Dio, ai fa-miliari. Secondo, convincerlo adenunciarsi per scontare lapena, deve scontare la pena perciò che ha fatto”.

In un altro dei suoi interventilei diceva che l’amore per dioè un tormento, è un amoreimpossibile, che non è tangi-bile, perché dio non si vede, èun amore però che sentiamoquindi come un tormentoeterno. L’amore per dio ècome, perdoni il paragone,quando in una coppia, unodei due si scopre innamoratodi un altro o un’altra, ma perfedeltà o per altri motivi con-tinua il cammino del matri-monio, vivono un tormentoperché non riescono né a ri-nunciare al matrimonio né al-l’altra persona, quindi il loroamore diventa un tormento.È lo stesso tormento che ge-nera l’amore per dio? Si puòparagonare la sofferenza?“Il nostro tormento consiste nelfatto che prendiamo coscienza

che dio mi ama in maniera infi-nita, invece il mio amore è pic-colo, limitato. Continuamentechiedo a dio: Signore, io ti amo,ma tu potenza, purifica, com-pleta, innalza il mio amore, cosìda poterti amare come tu miami”.

Come aggirerebbe davanti apersone arroganti, aggressive,che non si fermano davanti aniente, che non hanno ri-spetto di nulla, come inizie-rebbe un dialogo con loro?“Le invito alla calma, sottoline-ando l’importanza della dignitàdi ogni persona, il rispetto perl’altro come ci chiede il nostroSignore che, ha detto: “qualun-que cosa avete fatto ai miei fra-telli l’avete fatta a me”.

Mi è capitato di vederla, unasera, alla fine di un incontrocon i genitori nella prepara-zione per la cresime, racco-gliere il suo materialeillustrato minuziosamentecome se dovesse riaprire tutto,come se la giornata stesse percontinuare. Sente mai il nonpoter essere in tutti i luoghidove viene richiesta la sua pre-senza, come se fosse un pesosotto il quale l’uomo che c’è inlei si curva quasi impotente?“Per primo, non chiedo la bilo-cazione. Secondo, cerco di fareservizio quotidiano, con la mas-sima devozione ed entusia-smo... da servo dico: grazie!Sono un servo inutile!”.

Perché “servo inutile”?“Lo dice il Vangelo, no? Nes-

suno è necessario!”.

Nella sua “inutilità” ha maiun minimo di soddisfazione?“C’è la soddisfazione, ma c’è laconsapevolezza che c’è moltoda fare, i bisogni sono tanti...”.

A nome della comunità ro-mena di Rocca di Papa leporto i più calorosi saluti. Sitratta della comunità più nu-merosa e ha l’onore di poterassistere ogni domenica a unamessa con rito ortodosso,nella lingua madre presso lachiesa del Crocifisso, nelcuore del centro storico. Checosa significa per lei questoconiugare la fede ortodossa aquella cristiana, che cosa sisentirebbe di dire a tutti i ro-meni che vivono a Rocca diPapa e non solo?“Li sento molto vicini i fratelliortodossi, sia perché siamo unitidal battesimo e molti altri ele-menti, sia perché abitano nellamia Diocesi”.

Durante la sua giornata, c’èun momento che vive più in-tenso nella quotidianità?“Il momento più importante è lacelebrazione quotidiana dellaSanta Messa. La mia giornatainizia presto, alle cinque, e fini-sce alle 11 e 30 di sera”.

Che cosa trasmette a una per-sona che soffre, che cerca inchiesa oltre alla preghiera, unsollievo, un grido disperato diaiuto verso quel dio che vo-gliamo così fortemente dentrodi noi, a chi cade in ginocchiosotto il peso di un dolore pro-fondo, di qualsiasi genere,anche quello di un amore tor-mentato, a chi non ha la forzanemmeno di pregare, che cosale direbbe nel tendergli lamano?“Non scoraggiarti mai! Dio ècon te! Dio è sempre fedele!Dio ti pensa e ti ama per sem-pre! Cerca di stare con Dio, uni-sci la tua sofferenza a quella sua,il tuo dolore a quello di Cristo incroce e vedrai che lui non ti la-scerà mai solo”.

Gli stringo la mano a me tesa esento il calore che viene da den-tro, vado via e mi accorgo chesui miei pensieri scende unsenso di pace, una serenità im-provvisa. Sento i miei passi nel silenziomentre dentro di me risuona an-cora: “Non scoraggiarti mai!Dio è con te! Dio è sempre fe-dele! Dio ti pensa e ti ama persempre”.

Intervista al Vescovo di Frascati, Mons. Raffaello Martinelli

«Il rispetto per l’altro è un elemento essenziale»

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VAGABONDANDO il Segno - gennaio 201530

di Camilla LombardozziNel 2012 arrivava nellesale cinematografiche ita-liane frankenweenie, filmche aveva riportato Tim

Burton agli albori della sua cinemato-grafia, riconquistando i fans che eranorimasti un po’ delusi dai suoi ultimi la-vori (Dark Shadows e Alice in Won-derland). Lo scorso 1° gennaio ilregista è tornato nuovamente al ci-nema con “Big Eyes”, un biopic chenarra la storia di Walter e MargaretKeane.Big Eyesr a c c o n t agli incredi-bili avveni-menti diuna dellepiù leggen-darie frodiart is t ichedella storia.A cavallotra gli annicinquanta esessanta, ilpittore Walter Keane raggiunse unenorme e inaspettato successo, rivolu-zionando la commercializzazione del-l’arte con i suoi enigmatici ritratti dibambini dai grandi occhi. Finché nonemerge una verità tanto assurda quantosconvolgente: i quadri, in realtà, nonerano opera di Walter, ma di sua mo-glie Margaret, che decise di portare ilmarito in tribunale per rivendicare laproprietà delle sue opere a suon dipennellate. Una storia così incredibileda sembrare inventata.È proprio in questa pellicola che riu-sciamo a vedere nuovamente il toccoinconfondibile di Burton, a cominciaredall’inquadratura iniziale delle casetutte colorate posizionate a schiera,sottile richiamo al capolavoro “Ed-ward mani di forbice”; all’autobiogra-fia, già toccata nel film più apprezzatodalla critica “Ed Wood”, ai colori pa-stello portati quasi alla caricatura e al-l’assurdità dell’intera vicenda diWalter e Margaret che ricorda sicura-mente l’amatissimo “Big Fish”.Insomma Burton è tornato e sembraaverlo fatto in grande stile, regalan-doci quella malinconia diffusa, le at-mosfere scure e quell’amoretravagliato a cui eravamo abituati e dicui da tempo sentivamo la mancanza. Burton ci fa dono di una favola fuoridal comune.

In giro per musei... Museo di Porta Mazzini

La luce di Prometeosull’arte contemporanea

di MarcelloLoisiLa Plus ArtePuls organizzapresso i nuovi

spazi espositivi di PortaMazzini, a Roma, una mo-stra dedicata al titano Pro-meteo: “La Luce diPrometeo”. Lo scopo del-l’esposizione è quello di«aprire una nuova finestrasulla conoscenza e la frui-zione dell’arte contempora-nea», di far avvicinare ilnuovo pubblico, di stimo-larlo visivamente ed intel-lettualmente, attraverso ilnuovo linguaggio espres-sivo dei 12 artisti – tutti gio-vani – qui presentati(Amato, Boni, Bottai, DiDonato, Galeazzi, Giugni,Koons, Mcneil, Parres, Pic-cirilli, Sarlak e Victor). Leloro opere, infatti, spazianodalla pittura, alla fotografia,ai video. L’unica cosa che leaccomuna è, però, il tema: iltitano e il suo mito.Diversi scrittori e intellet-tuali hanno scritto di questaimportante figura mitica:Prometeo ruba a Zeus ilfuoco per donarlo ai suoiamati uomini, ma una voltascoperto dal padre degli dèi,

viene incate-nato alla rupedel Caucaso ecostretto a su-bire il suppli-zio dell’aquila(o avvoltoio),finché non so-praggiungeEracle a libe-rarlo. Nel corso deltempo, il ti-tano e il fuocohanno assuntodiverse interpretazioni,punti di vista. Prometeo èsia eroe, in quanto salvatoredel genere umano e ribellecontro la tirannia delle divi-nità, sia antieroe, poiché conil suo dono ha condannatol’umanità alla distruzione. Ilfuoco è considerato comel’elemento che ha permessoagli uomini di riscaldarsi,nutrirsi ma anche di forgiarele armi, è il simbolo dellacreazione e della cono-scenza. Ma cosa rappresenta oggi eper questi artisti? Prometeodiviene riflessione sulmondo attuale, globalizzatoe sommerso dagli influssidella rete, e simbolo di indi-pendenza e autonomia da

tutto ciò e delle propriescelte, forme di pensiero,ideologie. Dunque il titanoè ancora quella figura salva-trice e combattiva che haosato sfidare Zeus, l’auto-rità, per liberare gli uominidalle loro catene. Inun’epoca come la nostra,frenetica, in continua espan-sione ed evoluzione (soprat-tutto tecnologica escientifica), la scommessa èalta e, forse, ciò di cui ab-biamo bisogno è propriouna figura forte come quelladi Prometeo, uno spirito li-bero, nel corpo e nellamente.

Porta Mazzini viale Mazzini 1, Roma

Fino al 23 gennaio

Il ritorno di Tim BurtonMargaret Keane e la più grandefrode artistica

Tim Burton

Piccoli campioni crescono a Rocca di Papa.Dopo 4 titoli Italiani, infatti, i piccoli roc-cheggiani Roberto Angelini ed Elena Lazarhanno partecipato al Campionato del Mondodi danza sportiva che si è svolto dal 5 al 7 di-cembre a Parigi. Nei tre giorni di gare si sonoconfrontati con le fortissime coppie prove-nenti da tutto il mondo, ottenendo tre semifi-nali e un bellissimo 4° posto nellacompetizione denominata World MedallistLatin. Pur essendo così piccoli hanno affrontato lacompetizione con grinta e determinazione,dando grande soddisfazione sia ai loro genitori che con sacrificio li supportano in que-sta grande passione, sia ai loro insegnanti Claudio ed Emanuela De Nicola della scuoladi ballo Emy Dance, anche loro nostri concittadini. Per questi campioncini in erba siprofila un futuro davvero radioso e negli anni che verranno sicuramente sentiremo an-cora parlare di loro. Noi gli facciamo i migliori auguri per traguardi sempre più pre-stigiosi.

Roberto ed Elena al campionato del mondo di danza sportiva

Roberto Angelini ed Elena Lazar con il maestro Claudio De Nicola

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TEMI D’OGGI 31il Segno - gennaio 2015

Cucciolisenza

madre

di Annarita RossiCentinaia di cuc-cioli di elefanti, tigrie lupi ogni anno ri-mangono orfani

poiché le loro mamme vengonouccise dai bracconieri. Ma nonsono questi i soli cuccioli a rima-nere senza mamma, anche oran-ghi, orsi e non da ultimo cani egatti, troppo spesso subiscono lastessa sorte, i primi sempre vit-time del bracconaggio, i secondidi abbandono. L’aspettativa di so-pravvivenza per tutti questi pic-coli è problematica. Per gli orsi è fondamentale l’in-segnamento della madre nel ri-cercare il cibo usando al meglioil senso dell’olfatto; quei cuccioliorfani che riescono a sopravvi-vere tendono ad avere comporta-menti strani e si avvicinanotroppo spesso ai centri abitati peralimentarsi con cibo facilmentedisponibile, attentando la propriavita venendo talvolta uccisi. Lemamme orango rimangono conil loro cucciolo per i primi 7-8anni dedicandovisi in modo com-pleto e, nei primi due mesi,mamma e cucciolo non perdonomai il contatto fisico, infatti il pic-colo rimane saldamente attaccatoal ventre della madre giorno enotte riposando in un giaciglio di

sitter ai cuccioli anche se sono lefemmine più grandi ad esserepronte ad esporsi ai pericoli perproteggere i più piccoli e non acaso sono le prime a finire sotto icolpi di kalashnikov dei bracco-nieri. Ed infine per i cuccioli dicane e gatto è importantissimoprendere il colostro con il primolatte materno che li preserverà damalattie future rinforzando il si-stema immunitario. Questi orfani, se non adottati e as-sistiti andranno immancabil-mente incontro a morte certa.Bisogna ringraziare i rangers delWWF e le tante associazioni ani-maliste che si prendono cura aiu-tando i piccoli di tutto il mondorimasti orfani, fino al giorno delrilascio in libertà di alcune specie,anche se la liberazione non èsempre fattibile proprio perchéper alcuni cuccioli, essendo man-cato l’imprinting materno, nonsarà stato possibile apprendereproprio tutto dall’uomo, minandocosì la loro confidenza con ilmondo esterno ed il superamentodei tanti pericoli. Insomma, ancheper i cuccioli di animali rimastiorfani, è tutt’altro che facile vi-vere. L’auspicio per questo nuovoanno e per quelli a venire, è che ilnumero dei cuccioli senza madrediminuisca sempre più.

ilTocco

diErmannoGatta

foglie preparato appositamenteda mamma orango. I cuccioli dilupo invece vengono accuditinon soltanto dai propri genitoribensì dall’intero branco anche sesoltanto dopo lo svezzamento, difatto è sempre e solo la mamma anon abbandonare mai i nascituriche sono completamente ciechi,sordi e con una temperatura cor-porea non capace di mantenersisenza il calore del corpo materno.Anche per i piccoli di tigre è in-dispensabile l’accudimento el’insegnamento della madre peraffrontare le condizioni spessodifficili nelle foreste, nelle paludi,nelle acque ma anche nei climi ri-gidissimi siberiani. Gli elefantinidipendono dalla mamma addirit-tura per i primi due anni di vita.Fortunatamente tra gli elefantivige l’altruismo e le altre fem-mine del gruppo fanno da baby-

Quando un “suino” lo tratti come un “porco”non fai altro che paragonarlo ad un “maiale”.

Un fumatore è una persona molto tollerante,non si lamenta mai se ha vicino uno che non fuma.

Nella vita ci sono cose più importanti del denaro, il guaio è che ci vogliono i soldi per comprarle.

Spesso si tace per lasciar credere che avresti detto delle cose intelligenti.

Se la cucina di tua moglienon ti piace... compragliene una nuova.

Per evitare di addormen-tarsi a tavola dopo avermangiato, si consiglia di mangiare a letto.

Grattare dove prude è un dolce sollievo, grattareun “gratta e vinci” è un continuo prelievo.

Se qualcuno, di fronte a questamaledetta crisi, avesse voglia discherzare potrebbe dire: Fai fareuna buca, poi falla riempire,tanto paga Pantalone. Avrai datolavoro quindi reddito che verràspeso per fare la crescita.Pure andare in giro con l’elicot-tero di Friedman, guidato daBen Bernanke, che rovesciasoldi sui ben-capitati per am-pliare la base monetaria e daresostegno alla spesa, si può pen-sare di poter fare. Già, quando sista davanti ad una crisi imper-territa, lunga 7 anni e latitano so-luzioni, non si può andare tantoper il sottile; si toglie la polverea quelle vecchie, le si rimette inghingheri.Gulp, un lavoro fasullo ed il mi-racolo del denaro piovuto dalcielo. Cosa nascondono e cosasvelano tali ipotesi di scuola? L’insufficienza della domanda,cos’altro sennò?Proprio quella domanda che, seinvece trova agio, tiene fluido ilciclo della produzione e fa lacrescita. Perché, i policy-makerdell’altro ieri, di ieri, fino aquelli d’oggi, compresa la forzadi quella domanda, ancor piùquando viene esercitata bel oltreil bisogno, mancano di affer-rarne il ruolo? Ruolo a tal puntofrainteso che i keynesiani riten-gono possibile che la spesa pri-vata debba essere sovvenzionatadallo Stato, pagando magari unlavoro fasullo, e non da chi in-cassa gli utili da quella spesa.I piloti di elicottero, invece, ri-tengono di poter dare denaro adebito per sovvenzionare spesaa debito per tutti, facendo au-mentare i prezzi che riducono ilpotere d’acquisto.Dove sta la produttività di que-sto fare?Come si può ritenere di doverfare “elemosina” a chi consumaaffinché faccia quel che glispetta per obbligo d’ufficio nelsistema produttivo?Bene, anzi male, fino a quandosi continuerà a ritenere quei Tizi,costretti all’indifferibilità dellaspesa per fare la crescita, esternial ciclo produttivo, si farà fol-clore economico. Giust’ap-punto, come folcloristiche simostrano le soluzioni messe sulpiatto.

Pilloledi ECONOMIA

di Mauro Artibani

Elemosine

La vita nei modi di dire

di Enea Trinca

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il Segno - gennaio 2015 Ultima pagina

Lettere, Proposte, Proteste e [email protected] - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it - Facebook: Il Segno di Rocca di Papa

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

CREPE ALLA VOLTADEL DUOMO Ho letto con interesse l’arti-colo sulla cupola del duomo diRocca di Papa che presente-rebbe diverse crepe molto evi-denti. Ho anche appreso chetali crepe fecero il loro primoingresso in occasione dellosciame sismico dei primi anniOttanta. Mi chiedo come siastato possibile che nessuno, nelcorso di circa 30 anni, sia in-tervenuto per porre rimedio a

tale rischio. L’altra cosa che hoappreso dall’articolo è che esi-ste una “Confraternita” deditaalla gestione delle proprietàdella chiesa di Rocca di Papa.“Perché non interviene la con-fraternita nel riparare la cu-pola?” si domanda l’articolista.Domanda avanzata dopo averricostruito una vicenda (per menuova) riguardante alcune ope-razioni immobiliari dellastessa Confraternita di Roccadi Papa con un politico locale.

Non vorrei che tale domandarimanesse inevasa e auspicoche si faccia piena luce sul-l’accaduto portato alla luce. Ilnuovo spirito della Chiesa diFrancesco I si basa esclusiva-mente sulla parola del Van-gelo, distinguendo interessi diparte da beni comunitari, intesicome beni etici e morali. Speroquindi che presto se ne sappiaqualcosa in più di questa vi-cenda che getta un’ombra sul-l’operato della comunità

cattolica di Rocca di Papa. Lettera firmata

GRAZIE A DI ROSAPER LA NOSTRA LULU’Da parte mia e di mia figlia Pa-trizia, vorrei esprimere sentitiringraziamenti alla Sig.ra Da-niela Di Rosa per la disponibi-lità e l’efficienza dimostratenel risolvere un problema conla nostra cagnolina Lulù. Gra-zie ancora e Buon Anno!

Lamberto Cianforlini

Anche gli animalisanno essere amici

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

I rocchisciani sonostati sempre amantidegli animali, conle stalle dislocate intutto il centro sto-rico del paese.Ogni famiglia pos-sedeva i suoi ani-

mali, sia per la sopravvivenza siaper la compagnia. Cani, gatti, maanche cavalli, che erano l’auto-mobile di quei tempi che tutti do-vevano saper “guidare”. Percondurre un cavallo, un somaro oun mulo non serviva nessuna pa-tente, e spesso erano proprio glianimali a conoscere le strade dapercorrere. Anzi, era facile in-contrare un asino carico di pro-dotti da orto che da solopercorreva il tracciato che dalcampo giungeva fino a casa dovec’era sempre qualcuno ad atten-derlo per “scaricarlo”. È il caso diStafforte, che addestrò la suacavalla bianca a percorrere tutte lestrade del centro storico di Rocca di Papaper raccogliere i secchietti dell’immondi-zia magari rimediando qualche boccone dibuon umido.C’era anche chi addestrava i pappagalli aparlare, i merli maschi a fischiare neimodi più diversi, oppure le piche, uccellimolto intelligenti che infatti venivano la-sciati liberi di svolazzare sui balconi.Non poteva mancare l’addestratore dicani, come lo zio del maestro Carfagna,Umberto Carfagna, che riuscì ad inse-gnare alla bestiola a rimanere fermo du-rante la recita di questa poesia: “A laguerra - a la guerra - se magna e se bbeve

- se dorme pe’ terra - se fa ‘na vita canesca- pocu pa’ - gnente ventresca - au sparu ducannò - magnerai stu boccò - unu, doa etré... bumm!”. Questa filastrocca doveva essere ripetutamentre il cane teneva sulla punta del naso‘n piezzu de pa’ (un pezzetto di pane) epoi, all’ordine “unu, doa e tré... bumm!”,il bravo animale alzava di scatto il muso,la mollica volava in aria per ricadere di-rettamente nella sua bocca. Chiunque ri-petesse questa filastrocca, lui restavaimmobile e al segnale convenuto (bumm!)ripeteva l’atletico gesto. “Anche a me -ci racconta il maestro Car-

fagna- è capitato spesso di fare questo gio-chetto con il cane di mio zio, qualchevolta camminavo, mi spostavo anche didieci metri, ma il cane seguiva sempre lastessa operazione per poi mangiarsi il me-ritato boccone”. Subito dopo, u cane diUmberto ti riempiva di slinguazzate affet-tuose, dando anche l’idea di voler abbrac-ciare il “poeta” di turno. Ricorda ancora Franco Carfagna: “Neiboschi di Ariccia questo personaggio, per-ché non era un semplice cane, ma un per-sonaggio, mi ha fatto tanta compagnia”.Anche gli animali sanno essere dei veriamici, spesso meglio degli stessi uomini.

IL PROSSIMO NUMERO DEL SEGNOUSCIRÀ SABATO 14 FEBBRAIO