Il Segno - febbraio 2015

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Segue a pagina 5 Il Segno su Facebook Informare e partecipare A vincere è la democrazia Guai in vista per il parcheggio al Carpino A pagina 16 A pagina 10 Elettrosmog E le mamme tacciono Cotral servizio da rivedere Il Consiglio punta sul silenzio ma... Teatro Affidata la gestione Riparte il Museo di Geofisica Nuova Funicolare tempi più lunghi per la strada di collegamento A pagina 6 A pagina 8 A pagina 11 A pagina 15 A pagina 7 di Andrea Sebastianelli Clicchi e hai la sen- sazione di fare qual- cosa. Su Facebook è così. Ma poi le cose cambiano veramente? L’attivismo di una volta è di- ventato clicktivism. Sei su un social network, ti appare una petizione per una causa che condividi, clicchi e partecipi. Dai il tuo “mi piace”, forse senza l’illusione di poter cam- biare il mondo, ma nella reda- zione del Segno si resiste all’adagio che vuole che il mondo cambi noi. Mentre in molte pagine fb, o siti Internet, si va alla spasmo- dica ricerca di fan (stando bene attenti a non imbattersi in atti- visti con opinioni proprie), al Segno, dei numeri, ce ne im- porta fino a un certo punto, le diatribe digitali para-tribali cerchiamo di evitarle, anche se più di qualche fake ci tira den- tro per forza, e seguiamo il corso delle cose, almeno di quello che succede e non suc- cede nella nostra amata Rocca di Papa. I problemi sono quelli che conosciamo, aggravati – questa è più di una sensazione – da una politica quasi mai al- l’altezza delle nostre aspetta- tive. RINGRAZIAMO I NOSTRI COLLABORATORI E SOSTENITORI: Paolo&Alberto, Paola, Roberto, Bruna, Renato, Giuseppina, Paola, Federico, Giulia, Milvia, Orofino, Nicola, Cristina, Luigi, Mario, Sandro, Antonello, Luana, Rossana, Bruno, Fabrizio, Emanuela, Antonio, Italia, Tiziana, Francesca&Bernardo, Orlando, Alessandro, Ilaria, Jessica&Davide, Mario, Alessandro, Manuela&Luca, Marcello, Claudio, Rosa, Federico, Andrea, Maurizio, Gianfranco, Fiammetta, Renato, Bruna, Laura, Vincenzo, Loredana, Gabriele, Camilla, Florentina, Annarita, Mauro, Enea, Franco e Lamberto Anno XIV, n. 2 - 1/28 febbraio 2015 il Segno La vera eleganza morale consiste nell’arte di trave- stire le proprie vittorie da sconfitte Emil Cioran (filosofo 1911-1995) ...quello che gli altri non scrivono... quindicinale indipendente www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it Facebook: Il Segno di Rocca di Papa USIAMO ESCLUSIVAMENTE PRODOTTI ITALIANI Per tutte le novità e informazioni sul salone è possibile consultare la pagina Facebook: Freestyle di A. Meconi Vieni a trovarci! Rocca di Papa Via Gramsci 36 tel. 06.94791024 Orario no stop dal Martedì al Sabato 9.00-18.00 è gradito l’appuntamento I furbetti della TARI Mentre i cittadini stanno pagando al massimo la tassa sui rifiuti, i soliti furbetti non pagano nemmeno un euro non essendo inseriti negli elenchi dei contribuenti. Il Segno ha portato alla luce il caso eclatante della società che gestisce il parco comunale dei Campi d’Annibale ( la pompa ) che da anni non paga la tassa sui rifiuti. Il comune ne era a conoscenza da quasi due anni ma nessun controllo è stato fatto. Come mai? A pagina 9

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Segue a pagina 5

Il Segno su FacebookInformaree partecipareA vincere è lademocrazia

Guai in vista per ilparcheggio al Carpino

A pagina 16A pagina 10

ElettrosmogE le mammetacciono

Cotralservizioda rivedere

Il Consigliopunta sulsilenzio ma...

TeatroAffidatala gestione

Riparte il Museo di Geofisica

Nuova Funicolaretempi più lunghi per la strada di collegamento

A pagina 6 A pagina 8 A pagina 11 A pagina 15 A pagina 7

di Andrea SebastianelliClicchi e hai la sen-sazione di fare qual-cosa. Su Facebook è

così. Ma poi le cose cambianoveramente?L’attivismo di una volta è di-ventato clicktivism. Sei su unsocial network, ti appare unapetizione per una causa checondividi, clicchi e partecipi.Dai il tuo “mi piace”, forsesenza l’illusione di poter cam-biare il mondo, ma nella reda-zione del Segno si resisteall’adagio che vuole che ilmondo cambi noi.Mentre in molte pagine fb, ositi Internet, si va alla spasmo-dica ricerca di fan (stando beneattenti a non imbattersi in atti-visti con opinioni proprie), alSegno, dei numeri, ce ne im-porta fino a un certo punto, lediatribe digitali para-tribalicerchiamo di evitarle, anche sepiù di qualche fake ci tira den-tro per forza, e seguiamo ilcorso delle cose, almeno diquello che succede e non suc-cede nella nostra amata Roccadi Papa. I problemi sono quelliche conosciamo, aggravati –questa è più di una sensazione– da una politica quasi mai al-l’altezza delle nostre aspetta-tive.

RINGRAZIAMOI NOSTRI COLLABORATORIE SOSTENITORI:

Paolo&Alberto, Paola, Roberto, Bruna, Renato, Giuseppina,Paola, Federico, Giulia, Milvia, Orofino, Nicola, Cristina, Luigi, Mario, Sandro, Antonello, Luana,Rossana, Bruno, Fabrizio, Emanuela, Antonio, Italia, Tiziana,Francesca&Bernardo, Orlando,Alessandro, Ilaria, Jessica&Davide, Mario, Alessandro, Manuela&Luca, Marcello, Claudio, Rosa, Federico,Andrea, Maurizio, Gianfranco,Fiammetta, Renato, Bruna, Laura,Vincenzo, Loredana, Gabriele, Camilla, Florentina, Annarita, Mauro, Enea, Franco e Lamberto

Anno XIV, n. 2 - 1/28 febbraio 2015

ilSegno”

La vera eleganza

morale consiste nell’arte di trave-stire le proprie vittorie da sconfitteEmil Cioran(filosofo 1911-1995)

“...quello che gli altri non scrivono...

quindicinale indipendente www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.itFacebook: Il Segno di Rocca di Papa

USIAMO ESCLUSIVAMENTE PRODOTTI ITALIANI

Per tutte le novità e informazionisul salone è possibile consultare

la pagina Facebook: Freestyle di A. Meconi

Vieni a trovarci!

Rocca di PapaVia Gramsci 36

tel.06.94791024

Orario no stop dal Martedì al Sabato 9.00-18.00è gradito l’appuntamento

I furbettidella TARI

Mentre i cittadini stanno pagando al massimo la tassa sui rifiuti, i soliti furbetti non paganonemmeno un euro non essendo inseriti neglielenchi dei contribuenti. Il Segno ha portato allaluce il caso eclatante della società che gestisce il parco comunale dei Campi d’Annibale (la pompa) che da anni non paga la tassa sui rifiuti. Il comune ne era a conoscenza da quasi due annima nessun controllo è stato fatto. Come mai? A pagina 9

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ATTUALITÀ2 il Segno - febbraio 2015

Furono 1259 i deportati romani finiti ad Auschwitz

Il Ghetto Ebraico di Roma nel“giorno della memoria”

di Annarita RossiOggi si fa la storia.Questo giorno verràricordato. Tra moltianni i giovani chiede-

ranno, meravigliandosi, di que-sto giorno. Oggi si fa la storia evoi ne fate parte. Seicento annifa, quando altrove fu addossataloro la colpa della Peste Nera,Casimiro cosiddetto il Grandedisse agli ebrei che potevano ve-nire a Cracovia. Essi vennero.Trascinarono i loro averi in città.Si sistemarono. Misero radici.Prosperarono. Negli affari, nellascienza, nell’istruzione, nellearti. Arrivarono qui senza niente,niente e fiorirono. Per sei secolic’è stata una Cracovia ebrea. Ri-flettete su questo. Da staseraquei secoli sono una diceria. Nonci sono mai stati. Oggi si fa lastoria. Tratto dal film “Schindle-r’s list” premiato con sette premiOscar e basato sulla storia vera diOskar Schindler, imprenditore te-desco che durante la secondaguerra mondiale salvò dall’ecci-dio ben 1200 ebrei, per non di-menticare la persecuzione di unpopolo, quello ebreo e lo stermi-nio di oltre 15 milioni di personeperpetrato in pochi anni permano di quella che fu la follia na-zista. E proprio a ricordo di tanta atro-cità, il 27 gennaio è stato rievo-cato a livello internazionale il

Giorno dellaMemoria percelebrare laliberazionedel campo diconcentra-mento di Au-s c h w i t zavvenuta il27 gennaio1945 adopera delletruppe sovie-tiche. Unag i o r n a t adensa diemozioni e di dolore raccontatodai sopravvissuti al genocidio dimassa che non potrà mai esseredimenticato. A Roma nel GhettoEbraico in via Portico d’Ottavia,uno tra i più antichi al mondo, nel1943 all’alba di un giorno nefa-sto i nazisti effettuarono un ra-strellamento catturandonumerose persone. Durante la re-tata in tutta Roma furono 1259gli ebrei tra donne, uomini ebambini che vennero prelevati aforza, deportati e caricati su unconvoglio composto da carri be-stiame, destinazione Auschwitz.Soltanto 17 persone riuscirono asopravvivere, patendo indicibilidisumanità, ma nessun bambino.Dopo tanto orrore, oggi il GhettoEbraico appare al visitatore comeun luogo affascinante. Impossi-bile non rimanere incantati da

tanta storia mentre si incontranoil Teatro Marcello e i resti delTempio di Apollo. Nei pressi delTeatro Marcello alcune targheapposte sui muri e talune lapidipreservano l’iscrizione in latino,spiegano che proprio quel luogodurante il Medioevo venne adi-bito a mercato del pesce, dive-nendo il mercato del pesce diRoma. Proseguendo il cammino,da un vicolo si avvista la Sina-goga e anche una lapide comme-morativa dell’olocausto. Si procede quindi per via Porticod’Ottavia nel luogo in cui ci siimmerge nel cuore del ghetto edove si possono scorgere vari ri-storanti, trattorie e pasticceriedella cultura culinaria sia ebraicasia romana. Un bel luogo da visi-tare anche per non abbandonaremai “la memoria”.

REDAZIONEMauro Artibani, Bruna Benelli,

Federico De Angelis, Giulia De Giorgi, Daniela DiRosa, Laura Fico, Paola Gatta,Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Toshi Kameda,Marcello Loisi, Camilla

Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), MassimoOnesti, Sergio Rasetti,

Annarita Rossi, Paola Rufini,Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi

Serafini, Roberto Sinibaldi, Sandro Tabellione, Alessia Tino

ILLUSTRAZIONIFranco Carfagna, Ermanno Gatta

IL SEGNO NON USUFRUISCE

DI ALCUN FINANZIAMENTO

PUBBLICOSOTTOSCRIVI PER IL SEGNO:

Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani

IBAN: IT-12-Q-07092-39230-

000000110977

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Stampa: Arti Grafiche Ciampino

Via Firenze, 21Ciampino (Rm)Tel. 06-7960205

ilSegnoorgano quindicinale

dell’associazione culturale“Editoriale il Segno”C.F. 92028150586P.IVA 12706861007

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONEVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILEAndrea Sebastianelli

[email protected]

Noi stiamodalla parte

dello scrittore

Erri De Lucasotto processo

per le sue parolesul progetto TAV

di Daniela Di RosaFinalmente Napolitano, il nostro quasicentenario presidente, si è dimesso,vorrei dire “era ora” e lo dico, sonouna delle centinaia di persone che al

suo secondo insediamento, imposto dall’accordotra centrodestra e centrosinistra, ha circondato peruna notte Montecitorio, avrei voluto fare di più,magari la presa della Bastiglia, ma il popolo peco-rone ha accettato di buon grado il suo secondomandato, faceva troppo comodo ai due schiera-menti fintamente avversi. Ho avuto come un leg-gero sospiro alle sue dimissioni, un piccolomancamento, ho pensato: E mo’ chi metteranno? I miei pensieri vagavano tra vari nomi, Rodotà, Im-posimato, ero pronta a sostenere Magalli, sì pro-prio lui, il presentatore, il più votato dai lettori delFatto Quotidiano, uno scherzo? Può darsi, ma micatanto! Quando ecco che Renzi, il buffone di corte(la corte di Arcore) fa un nome, un nome solo,prendere o lasciare: Mattarella! E chi è, mi sonodetta, poi ho pensato al Mattarellum, la vecchia

legge elettorale, subito dopo a un ministro della di-fesa del governo D’Alema, che mentre i nostri gio-vani soldati morivano a causa dell’esposizioneall’uranio impoverito, lui dichiarava pacioso chenon era l’uranio a far morire i ragazzi. È lui l’uomonuovo del Colle! E meno male che Renzi faceva il“rottamatore”, con lo slogan: “fuori i vecchi poli-tici”. Caspita! Mattarella ha settant’anni ed è unodegli esponenti della prima Repubblica, dc doc…è nuovo di zecca! Il povero Renzi è succube del “diavoletto” Berlu-sconi, della sua riabilitazione (che vergogna, uncondannato alla cerimonia d’insediamento), delpatto del nazareno e perde consensi, che si inventail fiorentino? Un finto dispetto (l’elezione di Mat-tarella) all’ex cavaliere, dimenticandosi che nel-l’ottobre 2014 il giornale Libero (di area destra)pubblicò i nomi dei candidati presidenti graditi aBerlusconi: Finocchiaro e, udite udite, Mattarella. E con le finte liti tra PD e FI, Renzi risale nei son-daggi. Tanto gli italiani che ci cascano e li votanoli trovano sempre!

Renzi da rottamatore a restauratore

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ATTUALITÀ 3il Segno - febbraio 2015

Il papa nel suo video messaggio in occasione dell’Expo di Milano

“Questa economia uccide”“Viviamo nel paradosso dell’abbondanza, c’è cibo ma non tutti mangiano”

di Roberto SinibaldiPapa Francesconon poteva esserepiù chiaro: bisogna

“sradicare l’iniquità”. Bisogna“rinunciare all’autonomia as-soluta dei mercati e della spe-culazione finanziaria e agireanzitutto sulle cause strutturalidella iniquità”. Questo hadetto nel messaggio inviato al-l’Expo.La finanza governa l’econo-mia, che governa la politica,che governa tutti noi. In pra-tica siamo tutti dipendentidalle fluttuazioni finanziarieche dominano il mondo. Ilcosto del riso in Asia è stabi-lito dagli speculatori che com-prano azioni scommettendosul futuro prezzo delle risorsealimentari, dall’altra parte delpianeta. “Viviamo nel ‘para-dosso dell’abbondanza’. In-fatti, c’è cibo per tutti, ma nontutti possono mangiare, men-tre lo spreco, lo scarto, il con-sumo eccessivo e l’uso dialimenti per altri fini sono da-vanti ai nostri occhi”. Parolesemplici e concetti profondi.La sintesi del pontefice è im-mediatamente efficace.Uno degli obiettivi dell’Expoè di scrivere la “Carta di Mi-lano” che dovrebbe diventareuna sorta di protocollo diKyoto sul cibo: un impegno

per ridurre gli sprechi e com-battere la fame nel mondo, chesarà consegnato il 16 ottobreal segretario generale del-l’Onu Ban-ki Moon, quandointerverrà all’Expo.Alla cerimonia del 7 febbraio,una sorta di preinaugurazione,Carlo Petrini, fondatore diSlow Food, domanda agli or-ganizzatori di Expo, “dovesono i pescatori, gli allevatori,gli agricoltori?”. Eviden-ziando così la scarsa atten-zione ai produttori dellafiliera. “Se non saranno prota-gonisti di Expo – ha ammonito– costruiamo sulla sabbia”.Ma l’Expo si presenta anchecon altre ambiguità, come ladefinizione data dagli organiz-zatori, secondo cui l’Expo èun grande parco tematico, pro-

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prio come Eurodisney o Gar-daland, che tra l’altro, alla suaconclusione, tra sei mesi, saràcompletamente smantellato,come impone il suo regola-mento. Il rischio è che le idee

iniziali si possano perdere unpo’ per strada. E il motto “Nu-trire il Pianeta, Energia per laVita”, possa comprendere piùche le persone, le multinazio-nali.

“L’Expo accolga a bracciaaperte i contadini e i più po-veri. La Carta di Milano nonsia un mero documento, maun vero inizio”: questal’esortazione del fondatore di

Slow Food, Carlin Petrini, a Expo delle Idee. “Il nervo scoperto che oggi sta mettendo inginocchio milioni di contadini ha un nomechiaro: si chiama libero mercato, che appli-cato al cibo sta generando uno sconquassodi proporzioni bibliche” ha poi aggiunto.

Già nel giugno 2014, in occasione del Salonedel gusto, il fondatore di Slow Food, avevamanifestato i suoi dubbi sull’evento di Mi-lano con un’affermazione inequivocabile:“Abbiamo accettato di stare dentro l’Expo,ma ci stiamo in maniera critica: l’Expo nonha anima, deve mettercela altrimenti nonserve al sistema Paese. Da quando l’hanno presentato, si è trasfor-mato in un evento che non ha nulla a chefare con il cibo, con la nutrizione e con ilpianeta”.

L’esortazione di Carlo PetriniPetrini

Papa Francesco

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ATTUALITÀ4 il Segno - febbraio 2015

Ci scrive l’Associazione Libera Castelli Romani “Tra i nostri compiti anchequello di monitorare i beni confiscati alla criminalità”

di Giorgia Pellicciotti*Scrivo alla relazione de “Il PiccoloSegno” di Rocca di Papa a nome del-l’intero presidio di Libera dei CastelliRomani. Era nostra intenzione replicareall’articolo comparso sul numero di di-cembre 2014 de “Il Segno” in merito alleultime novità riguardati il bene confi-scato situato in via dei Principi a Roccadi Papa e, in particolar modo, a un pre-sunto rifiuto del Presidio di Libera di oc-cuparsi della gestione di suddetto bene.A tal proposito vi inviamo la seguenterettifica al fine di rendere chiara la nostraposizione e quella di tutta l’associazionesul tema del bene di Rocca di Papa e deibeni confiscati in generale.Libera, associazioni, nomi e numeri con-tro le mafie nasce il 25 marzo del 1995,a seguito del bollente periodo precedentecaratterizzato dai più eclatanti casi distragismo mafioso, dalla sempre mag-giore concretizzazione della trattativaStato-Mafia e dall’inesorabile incederedella criminalità organizzata sul territo-rio italiano e non solo. Spesso si tende afraintendere, per non dire banalizzare,l’attività che questa associazione (o retedi associazioni) svolge in ambito sociale.Appare alquanto altisonante attribuirel’arduo compito della “lotta contro lamafia” ad un’associazione composta pre-valentemente, per non dire esclusiva-mente, da cittadini, da volontari. Mal’antimafia non deve essere identificata ecorrelata esclusivamente ai concetti dimaxiprocesso, articolo di denuncia, in-chiesta giudiziaria… Tutto ciò ricopreindubbiamente un ruolo fondamentale,ma non esclusivo, nella lotta alla crimi-nalità organizzata. Libera interpreta l’an-timafia anche come restituzione dellagiustizia sociale, affermazione del diritto,raggiungimento della libertà e della rea-lizzazione individuale, riporta il pro-blema dell’illegalità a misura d’uomo,facendolo sentire indubbiamente più vi-cino e urgente, ma anche più affrontabile,meno inoppugnabile.Due sono i settori in cui Libera lavorapiù intensamente: la memoria, ovvero ilricordo e la divulgazione delle storiedelle vittime di mafia e del loro esempio,e i beni confiscati. Quest’ultimo aspettoè il più delicato e il più equivocabile.Spesso si tende a dire che Libera “pos-siede” o “gestisce” i beni confiscati allacriminalità organizzata: niente di più er-rato, con la sola eccezione del bene con-fiscato in via IV novembre 98 a Roma,che venne assegnato a Libera per la rea-lizzazione della sua sede nazionale. Ap-pena nata, Libera promuove una raccoltadi firme per quella che poi sarà la legge109 del 1996 riguardo la riassegnazionedei beni confiscati. In sostanza questalegge prevede che tali beni vengano affi-dati all’Agenzia Nazionale per i BeniConfiscati che dovrà destinarli alle am-ministrazioni statali, regionali o localiche possono scegliere se utilizzarli perrealizzare servizi pubblici (caserme deiCarabinieri, asili comunali, uffici), o as-segnarli tramite bando pubblico ad un’as-

sociazione o cooperativa delle tipologiepreviste dalla legge 159 del 2011 che riu-tilizzerà il bene a fini sociali. Minimo co-mune denominatore: restituzione del benealla cittadinanza, alla società, così chetutti possano riutilizzare ciò che era statoillecitamente sottratto al pubblico godi-mento. Qual è il compito di Libera all’in-terno di questo scenario? Quello dipromuovere, accompagnare, sostenere glienti e le associazioni in quello che talvoltapuò essere il difficoltoso percorso del riu-tilizzo del bene, affinché avvenga in ma-

niera trasparente e rispettosa dei prin-cipi di legalità, pari opportunità e uti-lità sociale.Di conseguenza Libera, come i pre-sidi territoriali che la compongono,non può “rifiutare la gestione delbene” come erroneamente scritto nel-l’articolo, in quanto non ne è maistata richiesta e non ne ha la facoltà.Di conseguenza, quello che il presi-dio dei Castelli Romani sta cercandodi fare a Rocca di Papa e in tutta lazona castellana, è monitorare i beniconfiscati disseminati sul territorio,tentare di fare chiarezza laddove la si-tuazione risulti di difficile lettura nel-l’ottica di promuoverne il piùopportuno utilizzo. E ci offriamo

anche in questo caso, nei limiti delle no-stre possibilità, a contribuire alla ricercadelle soluzioni per il riutilizzo.Inoltre, essendoci occupati personalmentedel bene e conoscendone anche i risvoltipiù recenti, era nostro intento scrivere unarticolo che racchiudesse tutte le vicissi-tudini della villa confiscata... Ne abbiamola possibilità?Vi ringraziamo per la cortesia e l’atten-zione.

*Associazione Libera Castelli Romani

Don Ciotti

Nel 2008 la Procura dellaRepubblica di Roma ponesotto sequestro in via deiPrincipi (la strada checonduce alla frazione delVivaro) una villa di 170mq, in perfetto stato conannesso mobilio ed elet-trodomestici (compreso ilgiardino di 2.000 mq euna piscina coperta). Nel 2010 il comune diRocca di Papa ottiene inaffidamento il bene e, daquel momento, succede ditutto. La villa viene de-predata di ogni cosa, daimobili alle finestre, dalleporte al cancello esternoin ferro, dalle inferriate ailampadari. Non rimanepiù nulla mentre la strut-

tura comincia a deterio-rarsi. Nel frattempo il sin-daco di Rocca di Papa,Pasquale Boccia, cerca diaffidarla a un’associa-zione onlus di Frascati mal’operazione non va inporto perché il finanzia-mento chiesto alla Re-gione non viene concessomalgrado il primo citta-dino avesse già annun-ciato alla stampa laconcessione di tale contri-buto. Successivamente si

cercano altre strade manessuna va a buon fine e,nel frattempo, il bene se-questrato continua nel suodecadimento. Nel 2014, cioè quattroanni dopo averlo preso inaffidamento, il comune diRocca di Papa pubblicaun bando cercando asso-ciazioni o imprese interes-sate a gestire il bene.Viene presentata una solaofferta, di un’associazionedi Ostia, La casa di Mas-simo onlus, con l’impe-gno di realizzare nell’exvilla sottratta ai criminaliun centro di accoglienzasociale. Progetto che orasarebbe al vaglio dell’am-ministrazione.

La storia della “casa rosa” da villa completa a rudere

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il Segno - febbraio 2015

ROCCA DI PAPAnotizie, informazione, attualità

Al 31 dicembre 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.845 (maschi 8.269; femmine 8.549). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.374 mentre le convivenze 61.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Informare e partecipare, a vincere è la democrazia. Anche su Facebook

5

Segue dallaprima pagina

Indipendenza, di-versità e aggrega-

zione, possono concretizzarela straordinaria volontà collet-tiva di cambiare lo stato dellecose e recuperare, attraversol’impegno, la credibilità, lacollaborazione, la partecipa-zione e la ricerca di nuove so-luzioni, l’aspettativa per unfuturo migliore.Nella pagina fb del Segno que-sta prospettiva di lavoro sem-bra implicitamente condivisadai navigatori. Anche lì ci tro-viamo controcorrente rispettoai canoni digitali imperanti:contro ogni regola di comuni-cazione postiamo video daquasi 10 minuti. “Non si può,sono documentari, non videoveloci!”, ci dicono quelli chesanno bene che chi gira sullarete dedica poche battute di ci-glia a ogni nuova notizia. Saràsicuramente così, ma noi lavo-riamo per documentare, per la-sciare una traccia testimonialenella memoria dei nostri con-cittadini. Vogliamo illustrare,evidenziare, portare docu-menti, cifre, ragionamenti. La-vorare per suggestioni diimmagini che accarezzanol’occhio e lasciano indifferentiil cervello ci interessa dimeno. Questo significa che

pure chi legge,consulta, guardada casa deve – sevuole – fare unosforzo in più, sof-fermarsi più di unnanosecondo suuna notizia, con-frontare qualchedocumento. D’al-tra parte un’in-formazione così,che certamentepuò stare stretta aun medium ve-loce come il web,“fa parlare lecose”, mette i cit-tadini davanti al-l ’ e v i d e n z afattuale, ogget-tiva, tangibile diquello che si può confrontare.La deriva di un populismo in-formatico, molto forte e pre-sente nella rete, è un rischioche corriamo tutti. La spazza-tura che ingorga di byte inutilii nostri computer con fatica cifa discernere le cose buone,più interessanti, o che abbianoalmeno una realistica probabi-lità di verità. Ecco, al Segnostiamo tentando proprio que-sto. Facciamo vedere le coseper come sono. Alcune, quelledove riusciamo ad arrivare. Gli altri, specialmente chi par-tecipa alle discussioni nascon-dendosi nell’anonimato più

infamante e con disperata vol-garità pretende di infangare ilprossimo o, più astutamente,di parlare d’altro, vengono arimorchio. Su Rocca di Papainfatti l’informazione giorna-listica non esiste. Esistono sìvari giornali e siti e pagine fb,ma parlano del tempo, dellenevicate, delle cartoline, dellaRocca che fu… tutte cose ma-gari pure interessanti, ma chesono altro rispetto all’informa-zione che abbiamo la pretesadi fare noi. Dire le cose comestanno. E basta. Anche le ve-rità scomode. Anche facendonomi e cognomi.

Le intimidazioni non mancanoe abbiamo ormai inanellatouna bella serie di consigli, sug-gerimenti, sottolineature, chenella terra di Leonardo Scia-scia chiamano “avvertimenti”.Naturalmente non ci sentiamocalati nei panni di nessun eroeletterario. Possiamo solo direche ci piace fare questo lavoro,pensando che sia una cosa do-vuta. Dovuta ai cittadini e allanostra coscienza. Sperandoche possa servire anche peruna cosa molto più grande dinoi. Una cosa che si chiamademocrazia.

Andrea Sebastianelli

NUMERI UTILIClinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

TAXI Mario: 346-368491106-9499151 (casa)

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I video più visti sulla pagina Facebook del SegnoAumenti TARI: i cittadinipagano l’incapacità dell’amministrazione

Numero contatti:4.900

Ecco come sarà uno dei 6 tralicci alti 30 metri per la telefonia mobile

Numero contatti:3.900

Aumenti TARI: i cittadiniassediamo il comuneper il caro rifiuti

Numero contatti:3.400

La benedizione degli animali in occasione dellafesta di S. Antonio Abate

Numero contatti:3.100

Viaggio all’interno dell’ex convento di Monte Cavo

Numero contatti:2.900

La voce assordantedell’elettrosmog sullavetta di Monte Cavo

Numero contatti:2.800

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ROCCA DI PAPA il Segno - febbraio 20156

Non si arresta il caos provocato dalle corse extraurbane soppresse senza avviso

Ancora ritardi e soppressioniil Cotral fa infuriare i cittadini

di Sergio RasettiQuale potenzialeutente del serviziodi trasporto pub-blico gestito dal

Cotral che collega Rocca diPapa a Roma-Anagnina vi in-formo (temo che i vostri colla-boratori politici e tecnici nonhanno rappresentato in modoefficace la situazione) che ilpaese è pesantemente penaliz-zato dal disservizio che ognigiorno va in scena a dannodegli utenti appiedati dallecontinue soppressioni di corseper guasti agli automezzi omancanza di personale (aquanto riferiscono gli addetti).I ritardi e le assenze dal lavoroo dalla scuola si contano a mi-gliaia tra i roccheggiani Co-traltrasportati. Immaginate ledifficoltà quotidiane con datoridi lavoro, capi ufficio, inse-gnanti o con i colleghi cheaspettano il cambio sul postodi lavoro?Come Loro sanno, l’On Zinga-retti ha posto la prima pietradel cantiere insieme al nostrosindaco Boccia, Rocca di Papaè stata “premiata” dal Cotralcon un investimento di 9 mi-lioni di euro per il ripristinodella funicolare e le opere con-nesse. Un progetto salutato dairoccheggiani con entusiasmosull’onda di quella “inco-scienza popolare” che non si èsoffermata a ragionare sulleopportunità di questa scelta.Dovrebbe essere la politica aindirizzare le “onde anomale”,

arrabbiati (le frasi che siascoltano ad ogni corsa sop-pressa sono irripetibili) e siragiona già sul fatto che sequesta situazione delle cosenon regolari dovesse pro-trarsi a funicolare entrata infunzione, le attese di un au-tobus, che è stato soppressoo si è guastato, presso la sta-zione a valle sarebbero an-cora più insopportabili. Il2015 si è aperto con disser-vizi che sembrano addirit-tura più pesanti dell’annoprecedente. Abbiamo assi-stito alla soppressione di duecorse consecutive che hannolasciato gli aspiranti viaggia-tori dalle 9 alle 11:30 in attesadel miracolo: un autobus cheli portasse a destinazione.Quando ne è arrivato uno, che

dopo aver fatto scendere i pas-seggeri, ripartiva con la tabella“fuori servizio” è stato bloc-cato sulla piazza dagli utentiinferociti e si è sfiorato unserio incidente a spese del-l’autista che non poteva asso-

ragionando con i cittadini sullescelte più opportune. Do-vrebbe essere la politica, dopoattente valutazioni, a realiz-zare opere necessarie alla co-munità. Dovrebbe essere lapolitica a verificare che lescelte fatte da chi dirigeun’azienda pubblica come ilCotral corrispondono alle ef-fettive esigenze degli utenti.È ormai opinione diffusa, vistaanche la situazione reale sulcampo, che il ripristino dellafunicolare non è stata unabuona idea, mentre i tempi direalizzazione si allungano no-tevolmente (almeno altri due-tre anni per fare la strada dicollegamento tra via Frascati ela stazione a valle).I passeggeri, alle prese con larealtà odierna, sono veramente

lutamente farli salire effet-tuando una corsa non autoriz-zata. Fortunatamente lapresenza di due vigli urbani èservita a calmare gli animi, maè evidente che la questionedella regolarita del servizio as-sume rilevanza anche rispettoalla sicurezza del personale eal mantenimento dell’ordinepubblico.Signori politici, non ritiene-nete che Rocca di Papa meritipiù attenzione dalle vostreamministrazioni (regionale ecomunale) che hanno la primaresponsabilità per il trasportopubblico? Resto fiducioso chesarà fatto l’impossibile per as-sicurare al più presto a Roccadi Papa un servizio adeguato.

Intanto il nostro comune ha incontrato i vertici Cotral

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I continui disagi e disservizi del Cotral somo stati al cen-tro dell’incontro tra l’amministrazione comunale diRocca di Papa e i vertici dell’azienda regionale, svoltosi loscorso 28 gennaio. “Abbiamo fatto presente che Rocca diPapa non è servita da nessun altro mezzo di trasporto eche, per la sua posizione, non è certamente di passaggioper altre direttrici - ha spiegato l’assessore ai TrasportiRoberto Sellati - e dunque se un bus salta si rimane apiedi. Il presidente ci ha inoltre dato garanzie circa la pre-visione di una nuova corsa Velletri-Rocca di Papa checonsenta ai nostri studenti di tornare direttamente a casadopo le lezioni”. Dopo le parole speriamo che arrivino fi-nalmente i fatti, visto che negli ultimi tempi tante sonostate le segnalazioni dei cittadini circa i cronici ritardidegli autobus e le soppressione delle corse.

Un bus del Cotral

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ROCCA DI PAPAil Segno - febbraio 2015 7

La strada di collegamento con via Frascati (1,3 km) costerà 300 € al mq + iva

Funicolare, lavori a buon puntoRestailnododellanuovastradadi Luigi SerafiniAbbiamo documentato in unvideo, pubblicato sulla paginaFacebook “Il Segno di Roccadi Papa”, lo stato dei lavoridella funicolare. Tre le coseche ci hanno colpito: i lavori diposa dei binari sono realizzatial 50%; la stazione di ValleVergine è quasi finita; i lavoriper la strada di collegamentotra Valle Vergine e via Frascatinon sono neanche cominciati,anzi, ci stanno problemi perdegli espropri che la societàCotral Patrimonio evidente-mente non ha avviato pertempo; i tempi di conclusionedei lavori quindi si dilatanofino ai primi mesi del 2017,quando invece inizialmente laconsegna della funicolare eraprevista a luglio 2014. Infine i costi, che passano da 4milioni e mezzo a oltre 9 (piùl’iva). I bene informati fannonotare che il costo iniziale di4,5 milioni non prevedeva lastrada. Ma era stato detto chequello era il costo del ripristinodella funicolare e per far fun-zionare la funicolare la stradaè un elemento essenziale!Come si fa a non considerarlo?Comunque nel 2013 nessunoaveva fatto questa distinzione. Ora sembra quindi che il costodella strada sia di circa 4 mi-lioni di euro (sempre esclusal’iva), che si deve sommare aquello della linea della funico-lare.La strada in mezzo al bosco

per arrivare a viaFrascati è lunga1.300 metri.L’area su cuideve passare è diproprietà dellaex Stfer (poi Ste-fer). Infatti è ilpercorso del vec-chio tram.Quindi non deveessere comprata.Gli espropri dicui si parla ri-guardano forseun paio di immo-bili, evidente-mente costruitiabusivamentesull’area. Esage-rando possiamoimmaginare unastrada larga 10metri. Quindi1.300 metri di lunghezza per10 di larghezza fanno 13.000metri quadrati. Dividendo 4

milioni di euro per 13.000 mqabbiamo, come costo di realiz-zazione della strada, poco più

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di 300 euro per mq. A cui poiva aggiunta l’iva. A noi pare unprezzo un po’ alto. Ci piace-rebbe che qualcuno ci spieghicome si fa ad arrivare a unacifra simile.Sullo sfondo rimane un interro-gativo pressante: come è statopossibile avviare i lavori dei bi-nari e delle stazioni della funi-colare senza mettere mano allarealizzazione della strada?Quando la funicolare sarà fi-nita, specialmente la stazione divalle Vergine rimarrà inutiliz-zata in attesa della strada per unaltro paio d’anni? E se sì, nonc’è il rischio che possa esserepreda di vandalismo?

Il disegno della nuova strada di collegamento con via Frascati

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ROCCA DI PAPA il Segno - febbraio 20158

Malgrado gli orari impossibili Il Segno garantisce un’attenta informazione

In consiglio si spera nel silenzioma dal Palazzo le notizie escono

di Sergio RasettiIl primo consiglio comunaledel 2015 a Rocca di Papa si èsvolto all’insegna del metodobrevettato negli anni prece-

denti: convocazione alle prime ore delgiorno quando i lavoratori sono diretti allavoro, i non occupati sono ancora a dor-mire, le mamme presso le scuole e poi afare la spesa, gli anziani non hanno ancoraoccupato la piazza.Buon giorno, buon giorno. C’è già qual-cuno che ha fretta di concludere la seduta,già pensa alle sue incombenze personali eteme che le richieste di spiegazioni pun-tuali che farà l’opposizione gli procure-ranno una pessima giornata. I più tranquilli sembrano quelli che hannoil permesso pagato per assentarsi dal la-voro; forse sono proprio loro che sugge-riscono le convocazioni mattutine, cosìottengono due ottimi risultati: astensionedal lavoro a norma di legge, gettone dipresenza, e assenza di pubblico che assistealla seduta. Meglio non dare nell’occhio,se qualcuno si accorge che si presentanoin consiglio poco preparati la prossimavolta gli elettori li lasciano a casa.La novità è che ora i consigli comunali,almeno quelli più intessanti, sono video-registrati da quegli strani volontari delSegno, gli unici capaci di stare lì per ore aseguire con attenzione tutti i particolari epoi si divertono come pazzi a “sbobbi-nare” le riprese, estrarre “il succo” del la-voro fatto nella seduta e metterlo suFacebook a disposizione dei cittadini chevogliono informarsi.Così le notizie escono dal palazzo con unacerta regolarità. La cosa forse non famolto piacere agli occupanti delle “pol-troncine comunali” che continuano aprendere decisioni con una trasparenza da

vetro smerigliato. L’opposizione gongola (sicuramentequella rappresentata da chi vuole che lecose siano fatte rispettando leggi e normealla lettera), le sue proposte e opinioninon restano dentro quell’aula poco amata;ora escono più incisive all’esterno. Èanche l’unico modo per sapere se quantosostiene dovrebbe essere fatto ha il con-senso dei cittadini o deve essere rivisitato.Chi non è stanco di consiglieri comunaliche per 5 anni decidono tutto come vo-gliono senza chiedere un parere ai citta-dini? Molti degli attuali consiglieri comunali (egli altri promossi nelle più alte sfere dellapolitica) sono tra coloro che hanno fattoil possibile per demolire la vita politica dibase così da non dover rispondere a nes-

suno dell’esercizio del potere, nemmenoagli iscritti ai partiti o sostenitori. I risul-tati sono drammatici: ora chi governaspesso cade nelle maglie della giustizia.Un risultato che nemmeno i più pessimi-sti dello scorso secolo avrebbero immagi-nato. A Rocca di Papa siamo certi che isopra citati iscritti non servono assoluta-mente, ma sarebbe bene lavorarci con im-pegno al mantenimento di questa nonnecessità. Il modo migliore è interessarsida vicino alla vita pubblica in tanti, coin-volgere i giovani davvero (non bastanofigli e nipoti dei politici di lungo corso),convincere gli anziani che hanno ancoraun ruolo importante mettendo a disposi-zione le conoscenze indispensabili (Inter-net aiuta ma ci vuole ben altro).Siamo ancora in tempo. Approfittiamone.

Un piano della giunta ca-pitolina per prevenire ilmalaffare nel palazzo edintorni. Norme già pre-viste a livello nazionaleadattate alla specificità diRoma Capitale. Rota-zione triennale degli in-carichi dei dirigenti alvertice e dei dipendentidegli altri livelli. Sotto-scrizione di “patti di in-tegrità” da parte delleimprese che si aggiudi-

cano gli appalti. Istitu-zione di una “Commis-sione che promuove lacultura di legalità e tra-sparenza”. Mappaturadelle aree dove i rischidella corruzione sono piùpossibili. La rotazionedel personale nei serviziche si occupano di atti-vità esposte maggior-mente alla corruzione èconsiderata lo strumentopiù efficacie.

I dipendenti, assumendoi nuovi incarichi po-tranno/dovranno verifi-care che gli atti istruitiprecedentemente sonoconformi a leggi e rego-lamenti.Tutti i dipendenti sonotenuti a segnalare illecitio comportamenti chedanneggiano l’interessepubblico osservati du-rante lo svolgimentodelle proprie mansioni.

Potranno rivolgersi allamagistratura, al supe-riore, al responsabile co-munale anticorruzione,all’autorità nazionale an-ticorruzione presiedutada Raffaele Cantone.Garantita tutela e anoni-mato. Vediamo chi, poli-tico o sindacalista, avràvoglia di contestare que-ste norme e con quali ar-gomentazioni. Vediamose negli altri comuni le

giunte comunali avrannovoglia di fare la stessacosa. Ormai è certo che,se la cronaca ogni giornoregala all’opinione pub-blica notizie di corru-zione e malaffare neipalazzi, bisogna correreai ripari e tutti i dipen-denti pubblici dovreb-bero essere i primi arallegrarsene. Non cre-dete?

(S.R.)

L’esempio di Roma per combattere l’illegalità diffusa

Consiglio comunale fra pochi intimi

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ROCCA DI PAPAil Segno - febbraio 2015 9

di AndreaSebastianelliTutti ricordano lenumerose protesteper i recenti au-menti della tassa

sui rifiuti. Aumenti che in al-cuni casi sono stati del 100 eanche del 200%, costringendocentinaia di cittadini a chiedereuna rateizzazione e molte atti-vità commerciali a rischiare labancarotta. Non tutti però sonostati toccati dagli aumenti,anzi, i soliti furbi anche in que-sto settore non sono mancati.Nell’elenco, a spiccare, è so-prattutto il gestore del Parcocomunale dei Campi d’Anni-bale (la pompa) che, comeemerse già nel consiglio co-munale del 29 agosto 2013,non risulta neppure iscrittonegli elenchi dei contribuentidella Tarsu. In quella occa-sione a denunciare la vicendafu il consigliere d’opposizioneEmanuele Crestini, supportatodal presidente della commis-sione urbanistica, Simone Piz-ziconi, che addirittura lesse inconsiglio il verbale di com-missione in cui la responsabiledel settore bilancio del co-mune, dottoressa D’Andrea,confermava il mancato paga-mento della tassa sull’immon-dizia da parte della FratelliFondi Trade Srl. In quella se-duta tutti erano presenti, dalsindaco agli assessori ai tec-nici, ma nessuno evidente-mente se ne è preoccupato equindi, dopo un anno e mezzo,la stessa società continua a nonversare quanto dovrebbe. An-cora una volta è stata la re-sponsabile comunaleD’Andrea a confermare conlettera prot. n. 2710 del 20gennaio 2015 che “la societàFratelli Fondi Trade Srl non ri-sulta iscritta nei ruoliTarsu/Tari relativamente al

La società che gestisce il parco comunale dei Campi non risulta nemmeno iscritta nei ruoli Tarsu/Tari

Tassa sui rifiuti, i soliti furbi che non pagano

chiosco su aree pubbliche sitonel parco comunale la pompa”. Una vicenda che ormai vaavanti da decenni mentre i so-liti fessi, cioè noi cittadini, ab-biamo dovuto fare l’ennesimobuco alla cintura per pagare lesontuose bollette. Il fatto è an-cora più grave visto che laFondi Trade Srl ha gestito peranni un’attività commercialeall’interno di un parco pub-blico. Come è possibile chenessuno (amministrazione, po-lizia locale, ecc.) è mai inter-venuto a sanare questavergognosa situazione? Eppurele prime denunce sono apparsesul Segno fin dal 2013 e oggisiamo al punto di partenza. Qui si sta parlando di una co-succia piuttosto grave: dannoerariale. Con l’aggravante chel’amministrazione, pur essen-done a conoscenza, non ha

mosso un dito. Anzi, come attodi riconoscenza, il comune diRocca di Papa ha voluto con-cedere alla Fratelli Fondi TradeSrl altri 19 anni di gestione delparco pubblico dei Campi,dandogli anche la possibilità disub-affittare l’attività commer-ciale. Bell’esempio di tuteladei beni pubblici, non c’è chedire. Che fine ha fatto la spazzaturaprodotta dallo chalet del parconegli ultimi dieci anni? Da chiè stata raccolta? A pensar malesi fa peccato, però non vor-remmo che l’Aimeri abbiapure provveduto a prelevare lebuste cariche di rifiuti diretta-mente nel parco. Oltre al dannola beffa. Al momento una solacosa è chiara: i rifiuti prodottidalla pizzeria-bar del parco,per almeno un decennio, sonostati pagati dai cittadini di

Rocca di Papa. E, cosa ancorpiù grave, li continuano ancoraa pagare con un comune chepiange miseria in ogni mo-mento con un bilancio in co-stante rosso. Già questo sarebbe sufficienteper fare marcia indietro rispettoalla nuova convenzione checoncede alla Fratelli FondiTrade Srl la gestione dellapompa fino al 2032. La stessaconvenzione, infatti, all’art. 7,tra gli obblighi del gestore,pone proprio il pagamento dellatassa sui rifiuti che il gestore,invece, risulta non aver mai pa-gato. Condizione essenziale,secondo noi, per far decadereentrambe le convenzioni, siaquella vecchia (ancora in vi-gore), sia quella nuova che, pe-raltro, a un anno e mezzodall’approvazione, pare non siastata ancora sottoscritta perchéi signori gestori non si sareb-bero nemmeno presentati dalnotaio. “Che fretta c’è?” diconoal comune. La stessa cosa chediceva il consigliere Crestiniquando, il 29 agosto 2013,chiedeva all’amministrazione imotivi di tanta fretta nell’ap-provare la nuova convenzione.Ora speriamo che qualche con-sigliere comunale presenti unaformale denuncia sia alla Cortedei conti sia alla Procura per-ché in tutta questa vicendasono troppi gli elementi chenon tornano.

Lo chalet del parco dei Campi d’Annibale, la pompa

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Page 10: Il Segno - febbraio 2015

ROCCA DI PAPAil Segno - febbraio 201510

La popolazione, assuefatta dalle rassicurazioni, è caduta in un sonno profondo

L’elettrosmogfamale? Nemmenole mamme se lo chiedono più

di Daniela Di RosaNella nostra citta-dina estesa su unpiccolo monte alle

porte di Roma vige una norma,una regola che vale per tutti:non disturbare l’amministra-zione! Solo poche voci “fuori”dal coro e per lo più di gentevenuta da altri luoghi, ogni pic-colo o grande problema delpaese viene accolto con grandeclamore ma subito dopo quasidimenticato. Queste poche voci “corag-giose” sono probabilmente li-bere da parentele ingombranti,o solamente più attente al benecomune, o magari meno biso-gnose di “favori”, altrimentinon si spiegano i tanti silenzi difronte al problema antenne.Non mi spiego il silenzio dellemamme, di solito così attentealla salute dei loro figli eppuretanto poco interessate al pro-blema delle onde elettroma-gnetiche. Da più di trent’annigravano sulle nostre teste queitralicci di ferro sulla vetta dimonte Cavo, oltre a deturpareun luogo un tempo definito in-cantato e perciò meta di pelle-grinaggi turistici, minano o nola nostra salute e quella dei no-stri figli? Nessun comitato digenitori si è formato (almeno ionon ne sono a conoscenza) perottenere dall’amministrazioneun serio monitoraggio delleonde e una seria statistica dellemalattie causate da queste ul-

time. Ci sono studi, effettuatiproprio dentro la nostra scuolamedia, che dimostrano l’effet-tiva pericolosità ma alla popo-lazione, a quanto pare, bastanole rassicurazioni della giuntalocale. A Napoli, nella famosa“terra dei fuochi” per decennile giunte che si sono succedutehanno rassicurato i cittadini esolo ora, dopo che le mortisono aumentate a dismisuracolpendo soprattutto i più pic-coli, la popolazione si è ribel-lata! A Rocca di Papa spesso siscrive del problema, lo fac-ciamo noi con gli articoli, i co-mitati di quartiere con ivolantini, i movimenti organiz-zando incontri, i partiti racco-gliendo firme… e poi di nuovosilenzio, per mesi tutto tace,persino su Facebook, sulle pa-gine dedicate al paese, dopo itanti “mi piace” e i commentidettati dall’emotività, si passaad altro. Ma se intorno a unmensile locale, a un comitato diquartiere o movimento o partitonon c’è la cittadinanza è tuttoinutile! Che cosa possiamo fareda soli? Anzi, cos’altro pos-siamo fare? Dove siete mamme? Tra pocoavremo altri alberi di ferro diventi piani sparsi per il paese,una proprio a ridosso dell’asilocomunale dei Campi… possi-bile che per avere l’ultimo mo-dello di cellulare superconnesso ad Internet e con de-cine di applicazioni, dimenti-

cate la salute dei vostri figli?Spesso mi sento dire: ma il cel-lulare lo vuoi, lo usi? Internetlo vuoi? Certo che lo voglio manon a scapito della mia salute,certo che lo uso, lo uso da diecianni, e come ho fatto fino adora? Non sarà che il potenzia-mento serve per connettersi coltelefonino sempre e in ogniluogo? Le vedo le mamme, al bar, alsupermercato, ovunque “chat-tano” e “selfiano” (non esiste

come parola ma rende benel’idea), basta questo per dimen-ticare che tutte queste onde po-trebbero nuocere ai proprifigli? Sì, è possibile, perchévedo i figli fare altrettanto. Ho un cellulare comprato annifa alla Coop, costo trenta euro,chiamo, rispondo, invio e ri-cevo messaggi, l’ipad 5, 6, 7, 8non lo voglio, non mi interessa,a casa ho Internet, non è moltoveloce ma va bene così, nonvado di fretta!

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Page 11: Il Segno - febbraio 2015

ROCCA DI PAPA 11il Segno - febbraio 2015

L’associazione “Il bosco vecchio” di Grottaferrata si è aggiudicato il bando

Sono solo due le offerte arrivateper la gestione del teatro civico

di Paola GattaIl teatro civico diRocca di Papa saràgestito per i pros-simi cinque anni

dall’associazione “Il boscovecchio” con sede a Grottafer-rata. Questo è il responso dellacommissione comunale chia-mata a giudicare le offerte per-venute in seguito al bando perl’affidamento in concessionedella struttura culturale di viaSan Sebastiano. A differenzadi quanto era trapelato inizial-mente, le offerte arrivate nonerano quattro ma soltanto due:quella de “Il bosco vecchio” eun’altra di un’associazione diPalestrina “Raffaello Sanzio-Blue in the face”, esclusa perl’assenza di alcuni timbri sul-l’offerta tecnica da parte dellegale rappresentante. Non haquindi trovato conferma l’inte-ressamento diretto di alcuniimportanti teatri di Roma.I timori espressi dopo averletto il bando pubblicato dalcomune sono dunque stati tutticonfermati. Un bando co-struito in modo poco appeti-bile dove gli oneri superavanodi gran lunga gli aspetti piùsquisitamente artistici. Dal-l’affitto di 500 euro mensili, alpagamento delle bollette, dalversamento di una fideius-sione bancaria a garanzia dellagestione fino alla fornitura delpersonale tecnico-amministra-tivo necessario per mandareavanti un teatro che, dopo al-

cune stagioni alta-lenanti dovute achiusure improv-vise per manuten-zioni varie, sitrova ora a unbivio importanteda cui potrà dipen-dere il proprio fu-turo. Un’altraconsiderazione dafare riguarda l’as-senza di associa-zioni e compagniedi Rocca di Papache, evidente-mente, non se lasono sentita dimettersi in gioco,complice (comedetto) sì un bandopoco appettibile emolto oneroso ma,anche una caratte-ristica tipica dimolte associazioniroccheggiane, dasempre attaccate alle sottane di“mamma comune” per orga-nizzare spettacoli e promuo-vere iniziative. Fatto sta che ora l’associa-zione che si è aggiudicata lagestione del teatro comunale,dovrà allestire un programmain grado di rilanciare la strut-tura, nella speranza che l’am-ministrazione comunaleconfermi la concessione di uncontributo economico per sop-prerire alle prime spese. Anchequesto è stato uno degli aspettianomali del bando, laddove

veniva stabilito che, a discre-zione dell’amministrazione, ilcomune poteva concedere uncontributo. Che significa a di-screzione dell’amministra-zione? Per noi significa soloche se chi vince ci sta simpa-tico gli diamo il contributo al-trimenti nisba! Tutti elementiche hanno allontanato altrepossibilità di gestione. All’as-sociazione “Il bosco vecchio”va il nostro in bocca al lupo enon macherà occasione, daparte nostra, di conoscerli inmodo più approfondito.

Parcheggio interrato Il comune pagama l’ascensorenon funzionaLa denuncia viene ancora unavolta dal consigliere EmanueleCrestini, che ha scovato un’altrabrutta pagina dell’amministra-zione comunale. È una cosa re-lativamente piccola, masignificativa di un certo modo diamministrare. Riguarda la ma-nutenzione dell’ascensore delparcheggio interrato di piazzaClaudio Villa. Un ascensore chenon funziona da molto tempo,per cui però il comune continuaa pagare 1.850 euro l’anno peruna manutenzione che evidente-mente non si fa. Crestini haposto il problema al sindaco e al-l’assessore ai lavori pubblici, in-viando ripetutamenteinterrogazioni e da ultimo unalettera formale. Lettera che nonha mai avuto risposta. Sindaco eassessori che fanno? Oltre allosperpero di denaro pubblico e ilmancato funzionamento di unascensore, che costringe chiscende al parcheggio a usaredelle scale sporche e maleodo-ranti, quello che colpisce è la ge-stione della cosa pubblica daparte degli amministratori. Se questo è il metodo non si ve-dono vie d’uscita per il disastratobilancio comunale.

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Page 12: Il Segno - febbraio 2015

ROCCA DI PAPAil Segno - febbraio 201512

Strada in abbandonoProtestano i residentidi via Rocca Priora 70

di Luigi SerafiniCon le ultime piogge e le ultime gelatenotturne le condizioni di percorribilità deltratto di strada di via Rocca Priora (dainumeri civici 70a/1 fino a 70a/17) sonodiventate insostenibili per i numerosi re-sidenti. Anche semplicemente uscire dicasa sta diventando un problema, do-vendo fare i conti con fango, erbe infe-stanti, spini e un manto stradale nellamaggior parte dei casi inesistente. Il co-mune pare non interessarsi troppo della

questione, visto che intutti i quartieri roc-cheggiani le condi-zioni della viabilitàlasciano a desiderareun po’ dappertutto.Ma nel caso di questotratto di via RoccaPriora si ha la nettasensazione di non es-sere presi proprio inconsiderazione, quasiquesti cittadini non fa-cessero parte della co-munità roccheggiana.Già ad agosto delloscorso anno, i resi-denti inviarono unasegnalazione al sin-daco, alla polizia lo-

cale e all’ufficio tecnico di Rocca di Papa,unitamente all’ufficio igiene pubblicadella Asl RMH, per chiedere i necessariinterventi di messa in sicurezza a tuteladella salute pubblica, visto che la stradarisulta non a norma con tombini soprale-vati rispetto al manto di calpestio, assenzadi muri di contenimento e di canali di sca-rico delle acque piovane. Insomma, una situazione che definire pa-radossale è poco.

Un tratto dissestato di via Rocca Priora 70a

L’Avis è forse l’associazionepiù famosa di Rocca di Papa.Anzi, senza forse, lo è sicura-mente perchè i risultati con-seguiti fino a oggi sonoandati oltre ogni più roseaaspettativa. L’Avis riesce acoinvolgere i cittadini e i cit-tadini ricambiano questo

coinvolgimento diventandodonatori. Un dare-avere chefa crescere l’intera comunitàroccheggiana. Per far cono-scere meglio le attività svoltee i successi ottenuti, il presi-dente Bruno Eleuteri invitatutti i Soci a partecipareall’Assemblea Ordinaria dei

Soci Avis anno 2015, che siterrà presso la sede locale,sita in via Campi d’Annibalen. 135/b il giorno 15 febbraio2015 alle ore 7:30 in primaconvocazione e in secondaconvocazione stesso giorno estesso luogo alle ore 11:00.Partecipate numerosi

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Giuseppe Manieri era una persona nota aRocca di Papa, essendo uno dei meccanicipiù apprezzati del nostro paese. Da tantianni gestiva l’autofficina in via Frascati.Dallo scorso 10 dicembre Peppe non c’èpiù, stroncato da un male incurabile. Il no-stro ricordo va a due anni fa quando Peppe,nel giorno in cui il movimento dei forconidichiarò uno sciopero nazionale, fu l’unicaattività di Rocca di Papa ad abbassare le sa-racinesche per protestare contro le ingiusti-zie che stavano colpendo una categoriaspecifica di artigiani e piccoli imprenditori.Peppe era così. Non amava nascondersi die-tro inutili parole, preferiva affrontare le si-tuazioni apertamente. E proprio in questomodo ci piace ricordarlo. Ora la sua attivitàpassa nelle mani del figlio Stefano, un pas-saggio di consegne carico di responsabilità.Sappiamo quanto Stefano fosse legato a suopadre e a lui va il nostro affettuoso pensieroaffinché possa superare le difficoltà cheman mano gli si porranno davanti. A Peppe va il nostro semplice saluto.

Ciao Peppe

Il 15 febbraio si terrà l’assemblea dei Soci Avis

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19-20-21-22 febbraio 2015

PalAricciaVia del Bosco Antico - Ariccia

PalaKilgourVia delle Cerquette 92 - Ariccia

L'Asd Polisportiva Onlus Pian Due Torri in collaborazione con la FIHP Lazioe con LIBERTAS organizzerà nei giorni 19, 20, 21 e 22 febbraio 2015 la terzaedizione del Trofeo Internazionale Roma di pattinaggio artistico a rotelle.La competizione avrà luogo ad Ariccia presso il PalAriccia ed il PalaKilgour. IlTrofeo Internazionale è riconosciuto dalla Federazione Italiana Hockey e Pat-tinaggio (FIHP) e dagli organismi internazionali della nostra disciplina sportiva(FIRS, CERS). Complessivamente ci si attende la presenza di circa 500 atletie 3000 spettatori. Nella scorsa edizione hanno preso parte al trofeo le rap-presentative di Germania, Slovenia, Brasile, Spagna e Australia. Anche dal-l'Italia la partecipazione è stata numerosa con atleti provenienti da diversecittà (Roma, Napoli, Firenze, Viterbo, Genova, Reggio Calabria, Terni, Bo-logna, Udine, Gorizia, Modena, Lamezia Terme e Trieste). Quest’anno ci siaspetta la partecipazione anche delle rappresentative di Cipro e Portogallo edelle società di Milano, Brescia, Mantova, Verona, Rieti, Latina, Savona,Torino e Cagliari.La manifestazione raccoglierà il meglio del pattinaggio artistico internazionalecon atleti campioni nazionali ed internazionali tra i quali campioni europei emondiali. Una parte del Trofeo, la Coppa LIBERTAS, sarà dedicata ancheagli atleti più piccoli ed alle categorie promozionali così da poter far condivi-dere lo stesso ambiente ad atleti di alto livello ed atleti che sognano di riper-correre le stesse tappe dei loro beniamini.Sabato 21 febbraio alle ore 21 presso il Palariccia in via del Bosco Antico siterrà la cerimonia di apetura con tutte le società, gli allenatori e gli atleti presentisulla pista.Un appuntamento aperto a tutti e per tutti per conoscere uno sport me-raviglioso dove sport ed arte si incontrano, dove tecnica e coreografiasi fondono insieme trasmettendo allo spettatore emozioni uniche. Vi aspettiamo.

Con il patrocinio dellaCITTÀ DI ARICCIA

GALÀ dei CAMPIONI21 FEBBRAIO ORE 21:00

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ROCCA DI PAPA14 il Segno - febbraio 2015

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Scuola elementare dei CampiLa fontanellaè sparita da mesie il comune che fa?Chi ci abita dice che è sparita da mesi, dopo chequalcuno, forse, se l’è portata via. Le unichetracce che lasciano intravedere l’esistenza di unafontanella sono i tubi in pvc rimasti allacciati e labase della piccola struttura in ferro cementata alsuolo. Per il resto nessuno sembra interessato a ri-collocare questo piccolo bene comune, posto apoche decine di metri dalla scuola elementare deiCampi d’Annibale, zona frequentata da centinaiadi persone tra bambini, insegnanti e genitori, so-prattutto nelle ore di punta. Ma l’ufficio tecnicodel nostro comune non riesce proprio a ripristinareuna nuova fontanella? E il delegato all’arredo ur-bano queste cose non le vede? Oppure fa finta diniente? A Rocca di Papa sembra proprio che lecose funzionino così: piccoli problemi diventanoquestioni irrisolvibili. Cinque mesi, però, per unacosuccia da niente, ci sembrano davvero troppi.

Che fine ha fatto la fontanella vicino

alla scuola elementare dei Campi d’Annibale?

22 FEBB

RAIO

Ricominciano le visite guidate organizzate dal nostro giornale. Il primoluogo del 2015 che andremo a visitare è Fontan Tempesta. Si tratta di unasorgente tra le più antiche dei Castelli Romani, che affascinò artisti, poetie scrittori di ogni epoca. Il fontanile è immerso nei boschi di castagno e sitrova a pochi metri dalla strada basolata romana conosciuta con il nomedi Via Sacra. Ciò che colpisce di questa località è soprattutto l’atmosfera invernale conil bosco che, seppur addormentato, riesce a trasmettere colori e profumiunici. Ci piace pensare che siano gli stessi colori che affascinarono i moltipittori che fra il Settecento e l’Ottocento amavano abbandonarsi in que-sti luoghi dando libero sfogo alla loro creatività. La partecipazione alle nostre visite guidate è libera e, chi ne avrà voglia,potrà pranzare insieme a noi in una fattoria didattica poco distante dallafonte.

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ROCCA DI PAPAil Segno - febbraio 2015 15

Al via la nuova convenzione con l’Istituto Nazionale

Il Museo di GeofisicastaperriaprireibattentiÈ stata approvata la nuovaconvenzione per la gestionedel museo di geofisica posto aridosso della Fortezza diRocca di Papa. Della chiusuradella struttura, rimasta inattivaper molti mesi, se ne era occu-pato Il Segno sul numero di di-cembre, e ora si apre dunqueuna nuova stagione che do-vrebbe portare anche alla rioc-cupazione del personale localecomposto da tre persone per iservizi di biglietteria. Garanziein questo senso sono arrivatesia dal sindaco di Rocca diPapa, Pasquale Boccia, chedall’assessore Mauro Fei, sol-lecitati dal consigliere comu-nale Emanuele Crestini chenella seduta del 26 gennaioscorso aveva chiesto garanzieper il reimpiego del personaledel museo. “Questo personale-ha detto l’assessore Fei- era incarica al museo tramite un’as-sociazione convenzionata conl’Istituto Nazionale di Geofi-sica e ora sarà il comune ad

avere il compito digestire questoaspetto. Noi -ha con-cluso- faremo tutto ilpossibile affinchétale personale possacontinuare a lavo-rare presso ilmuseo”.Ogni anno l’ex os-servatorio geodina-mico conta su circa7.000 visite, la mag-gior parte delle qualisono rappresentateda scolaresche pro-venienti da tutto ilLazio. Una cifra che potrebbeessere facilmente superata conun po’ di investimenti dalpunto di vista della comunica-zione e della didattica. Il con-siglio comunale, per voce diSimone Pizziconi, ha inoltreringraziato il dott. Gasperiniper il lavoro svolto nel ruolo didirettore del museo. Sarà forseun caso ma proprio in seguitoalla sua fuoriuscita sono ini-

ziati i guai dal punto di vistagestionale. La speranza è chefinalmente il museo di Roccadi Papa possa fare quel salto diqualità tanto atteso. Parte at-tiva, ne siamo sicuri, sarà rap-presentata soprattutto dai tregiovani di Rocca di Papa checon il loro impegno lo hannofatto arrivare a livelli impensa-bili solo qualche anno fa.

Paola Gatta

In occasione della ricor-renza, il 10 febbraio, del“Giorno del ricordo”, in me-moria delle vittime dellefoibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende delconfine orientale, lo scorso12 febbraio il comune diRocca di Papa ha organiz-zato un incontro pressol’aula consiliare. L’iniziativa, ritenuta un mo-mento celebrativo della ri-correnza nazionale, è statarivolta soprattutto allescuole, con lo scopo di ren-dere doveroso omaggio atutte le vittime e giusto rico-noscimento ai superstiti, alloscopo di custodire e diffon-dere la conoscenza di queitragici eventi.All’iniziativa hanno presoparte il dottor EmanueleMerlino, dell’associazione“10 febbraio” e la dottoressaPatrizia Pezzini dell’Asso-ciazione Nazionale Venezia,Giulia e Dalmazia.

Giorno del ricordoRocca di Paparicorda i tragiciavvenimentidelle foibe

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Page 16: Il Segno - febbraio 2015

ROCCA DI PAPA16 il Segno - febbraio 2015

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Sarebbero in corso verifiche su alcune parti, già realizzate, dell’opera

Varianti autorizzate oppure no?Il parcheggio a rischio sequestro

di Andrea SebastianelliSarebbero in corso degli accer-tamenti tesi a verificare la re-golarità di alcune opere

eseguite nell’ambito del parcheggio mul-tipiano di piazza Valeriano Gatta (localitàCarpino). Secondo queste notizie, tali accertamentipotrebbero condurre al sequestro della piùimponente opera pubblica eseguita aRocca di Papa negli ultimi cinquant’anni.Il problema sarebbe l’assenza di alcuneautorizzazioni necessarie per la messa inopera di diversi interventi, assenza cheperò non avrebbe impedito alla società dicostruzione di realizzare lo stesso queimanufatti. Tra questi interventi anche lavasca in cemento armato necessaria perl’acqua del sistema antincendio, il cui pro-getto sarebbe privo non solo del preven-tivo e obbligatorio nulla osta del Parco deiCastelli Romani, ma addirittura della cer-tificazione relativa al vincolo idrogeolo-gico, fondamentale per una zona comequella del Carpino, caratterizzata da undeclivio naturale che presenta diverse abi-tazioni ai suoi piedi. Nel momento in cui andiamo in stampa,abbiamo saputo che le autorità competentiavrebbero chiesto diversi documenti alladitta esecutrice dei lavori, al fine di veri-ficare gli interventi effettivamente realiz-zati. Tutte queste irregolarità, ancora daverificare, potrebbero essere alla base del-l’allungamento dei tempi di consegna del-l’opera. Resta da capire come sia statopossibile aver eseguito degli interventicome varianti in corso d’opera senzaavere le autorizzazioni necessarie. Ora,con l’accertamento di eventuali responsa-bilità da parte delle autorità competenti, ilrischio è che l’intera opera pubblica possa

Il parcheggio durante una delle fasi di lavorazione e, sotto, il cartello

di sequestro del cantiere affisso dai Carabinieri nel 2013

finire sotto sequestro e magari rimanerecon i sigilli per molto tempo. Ricordiamo che il parcheggio multipianodi piazza Valeriano Gatta, caratterizzatoda 200 posti auto a tariffa oraria e da 35box in vendita con concessione della du-rata di novant’anni, si sarebbe dovutoconcludere nel febbraio del 2012, cioèesattamente tre anni fa. Invece, il cantierecontinua ad essere attivo e i lavori prose-guono seppure non a ritmi elevati. Lastruttura vera e propria sembra in fasepiuttosto avanzata, mentre in forte ritardoappaiono i lavori previsti nell’area sotto-stante caratterizzata da una forte scarpata.La notizia di queste irregolarità, al mo-mento solo presunte, potrebbe mettere arischio la consegna stessa dell’opera.L’eventuale sequestro sarebbe il secondo

visto che già nel 2013 il cantiere fu sotto-posto a un’azione giudiziaria da partedella Procura della Repubblica di Velletri,tramite i Carabinieri di Rocca di Papa, perl’inosservanza delle norme sulla sicurezzanei luoghi di lavoro.

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ROCCA DI PAPAil Segno - febbraio 2015 17

Festival internazionale della pacei grandi cori a Rocca di Papa

di Sandro TabellioneContinuando nella tradizioneanche quest’anno l’associa-zione musicale Castelli Ro-mani, presieduta da Eugenio

Ferrario, ha organizzato la V Edizione delFestival Internazionale della Pace e dellaFraternità che si svolgerà ai Castelli dal 12al 15 marzo. Sponsor consueto istituzio-nale è la XI Comunità Montana dei Ca-stelli Romani e Prenestini che, a costozero, permetterà all’associazione di usu-fruire di alcune strutture (Palazzo Rospi-gliosi a Zagarolo per la cerimonia diinaugurazione e Teatro Principe di Pale-strina per il concerto di chiusura della do-menica). Altro ente coinvolto saràl’importante Fondazione Pierluigi da Pa-lestrina.Il festival sarà inaugurato dall’esibizionedi 4 cori stranieri e del Coro Perosi diCave che, a nome dei cori italiani, darà ilbenvenuto alle formazioni estere. Venerdì13, invece, i concerti saranno ospitati aCave, Rocca Priora, Rocca di Papa e a Fra-scati. Per quanto riguarda Rocca di Papa,il concerto del Pomfreet School - POM-FREET - Connecticut (Stati Uniti), si svol-gerà presso il Santuario della Madonnadel Tufo con inizio alle ore 19:00. Sitratta di un coro studentesco americano ac-

compagnato da l’Unisono, un coro ita-liano formato dagli studenti del Liceo Vol-terra di Ciampino diretto da Fabio deAngelis.Sabato 14 marzo, inoltre, i 4 cori ameri-cani terranno un concerto a Roma nellaBasilica di Sant’Agnese fuori le murasulla via Nomentana (ore 20:30). In que-st’occasione farà gli onori di casa il coroOttava Nota dell’associazione musicaledei Castelli Romani.La giornata conclusiva, quella di dome-nica, vedrà due cori stranieri impegnati al

mattino ad animare messe a San Pietromentre a Rocca di Papa, sempre al San-tuario della Madonna del Tufo, il Princeof Peace Choir - MARYLAND (StatiUniti) canterà durante la messa delle9:00. Nel pomeriggio, infine, a partiredalle 16:30 al Teatro Principe ci sarà ilgrande concerto di chiusura.“Anche quest’anno lo spessore artistico eculturale del nostro festival -ci ha dettoEugenio Ferrario- è assai elevato. In par-ticolare segnalo la fama e la bravura delcoro dell’Università di Puerto Rico vinci-tore nel 2014 a Parigi di uno dei più im-portanti concorsi corali a livellomondiale”. Al di fuori di questa manife-stazione, martedi 3 marzo un altro coroamericano, il Thacher School ChamberChoir (college di prestigio frequentato daipersonaggi del mondo del cinema), verràa Rocca di Papa per fare due cose: laprima è una partita di calcio (appunta-mento al campo sportivo alle 15:00) con-tro i ragazzi del coro Unisono diCiampino; la seconda è un’esibizionenella Chiesa del Sacro Cuore alle 18:00.“Per quest’ultimo avvenimento -ha con-cluso Eugenio- devo ringraziare il dele-gato alla sport del comune, ToninoGentili, che si è adoperato per mettere adisposizione la struttura sportiva”.

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ROCCA DI PAPA18 il Segno - febbraio 2015

di Roberto SinibaldiIncontro Eliza Puscoi in unpomeriggio freddo e piovig-ginoso, davanti alla chiesadel Crocifisso, nella partealta del centro storico di

Rocca di Papa. L’empatia è immediata edElisa comincia a parlare di sé.“Mi chiamo Eliza Puscoi, sono nata a Bu-carest, in Romania. Sono venuta in Italianel 1995, in Liguria. Da lì mi sono tra-sferita in Inghilterra, per tre anni, dove hoconosciuto il mio futuro marito (OrlandoVitali), roccheggiano, e quindi poi sonovenuta qui; si può dire che sono venutaper amore.All’inizio a Rocca di Papa è stato un po’difficile per me. Ero sola… Poi abbiamoavuto due bambini, Federico e Maria.Dopo la nascita dei miei due bambini hocominciato a scrivere e con il tempo lecose sono andate meglio”.

Che cosa hai scritto?“Ho cominciato a scrivere… Ho scrittoun romanzo, cinque libri di favole, che hoscritto per i miei figli. Alcune addiritturale abbiamo scritte insieme, perché lorohanno scelto i personaggi, il soggetto...Poi ho scritto anche poesie. Mentre fa-cevo queste cose ho cominciato a fare vo-lontariato, con quella che oggi è una miaamica, Margherita Silvestrini, con l’Aqui-lone rosa onlus. Quindi ho lavorato con ibambini, con corsi di inglese, di cucina,di teatro… Cose così, piccoline, che sonostate molto carine. Per me questo è statoil primo passaggio per entrare dentro lasocietà roccheggiana. Pian pianino le per-sone hanno cominciato a conoscermi e –credo – ad apprezzarmi, così si è saldatoun rapporto”.

E adesso?“Ora sono a Rocca di Papa da circa diecianni e mi sento anch’io un po’ roccheg-giana… Ho fatto amicizia con tante, tan-tissime persone, che mi considerano parteintegrante delle loro relazioni, sia traamici e conoscenti, sia nell’ambito delvolontariato che svolgo alla Caritas diFrascati o all’università Popolare diRocca di Papa. Esperienze bellissime,che ti fanno rendere conto che tanto piùsei generoso, tanto più ricevi dalle per-sone”.

Come ti trovi? Come è cambiato neltempo l’inserimento nella vita sociale?“Io mi trovo bene. Conosco molte per-sone a livello proprio personale e credodi poter dire la stessa cosa anche per tantiromeni che vivono qui. Conosco i loroproblemi, che esistono naturalmente, maderivano principalmente dalla crisi gene-rale, che riguarda tutti. Complessiva-mente penso che vada abbastanza bene.L’integrazione c’è, c’è stata e credo cisarà ancora. I bambini romeni delle scuole di Roccadi Papa, per esempio, per la maggiorparte sono bilingue, specialmente sehanno entrambi i genitori romeni a casa siparla la lingua romena. Credo che si

siano integrati nelle scuole moltobene. Vedo maestre e maestri chefanno dei progetti avanzati per l’in-tegrazione. Mi auguro che questiprocessi vadano ancora più avanti.D’altro canto credo che i roccheg-giani siano pronti a incontrare que-sta diversità… Anche se alla finesiamo tutti uguali”.

Mi accennavi dell’iniziativa sulle favole…“Anche le nostre piccole iniziative,come quella di sabato 14 febbraio,«Il mondo delle favole e della poe-sia» (nell’aula consiliare del Co-mune, ore 8:30-12:30) sono utiliper creare una stabile relazione cul-turale tra noi, con chi vive in que-sta città, tra i nostri figli, cheindistintamente potranno partecipare,anzi, essere loro i veri protagonisti di que-sta mattinata.Il progetto nasce inizialmente come let-tura di qualche mia favola, poi ho coin-volto alcune persone importanti di Roccadi Papa, come Maria Pia Santangeli, RitaGatta, Anna Giovanetti, Nadia Rufini… Ea questo punto perché non invitare anchequalche poeta e scrittore romeno, che vivea Roma, di cui sono amica? Insomma, unacosa tira l’altra, è venuta fuori questa ini-ziativa. Ma il vero motore di tutta l’orga-nizzazione è stato il professor Bob Salmi,dell’università popolare di Rocca di Papa.A conclusione della manifestazione di sa-bato, presenteremo alcuni libri romeni,che poi regaleremo alla biblioteca comu-

nale, affinché i bambini possano leggerein romeno, per non dimenticare la loro lin-gua d’origine”.

Quali altre proposte hai inprogramma per Rocca di Papa? “Molte, ma preferisco presentarle al mo-mento della loro realizzazione. Per adesso vorrei dire che sono grata aRocca di Papa e ai suoi abitanti, per l’ac-coglienza, l’apertura e la disponibilità. Inparticolare vorrei sottolineare anche chemolti romeni la domenica si raccolgonopresso la chiesa del Crocifisso per lamessa. Mi sento di ringraziare personalmente perquesta bellissima chiesa, che possiamousare per la preghiera”.

Inizia il nostro viaggio tra le comunità “altre”dei Paesi presenti da anni a Rocca di Papa

Eliza Puscoi, da Bucaresta Rocca di Papa,passando per Londra

Diciamo subito che sipuò dire in entrambi imodi. La studiosa LuisaValmarin in un saggiodel 1989 dal titolo “Laguerra del ru- e del ro-”scrive che c’è stata una“evoluzione semanticadel nome”, ossia uncambio di significato.Dalla fine del XVI se-colo, infatti, rumân in-

dica non solo l’apparte-nenza ad un popolo, maanche la “condizione so-ciale di servo dellagleba”, perché la classedominatrice slava toglieai rumeni i diritti civili erumân assume il senso di“schiavo”. Nonostante la servitùdella gleba venga abolitanel 1746, la connota-

zione negativa del ter-mine continua ad indi-care le categorie piùumili, e quindi si prefe-risce romeno.Oggi rumeno sembraancora resistere a ro-meno, anche se è in attouna lenta progressionenell’affermazione di ro-meno.

(R.S.)

Si dice romeno o rumeno?

Eliza Puscoi

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il Segno - febbraio 2015

Cultura e ... dintorni

di Andrea SebastianelliChi si è immerso nella Storiadi Roma di Tito Livio (59a.C.-17 d.C.) non ha potutonon entusiasmarsi per le tante

storie narrate con dovizia di particolari,soprattutto per le fasi più antiche, cheportarono alla nascita della grande cittàche avrebbe conquistato il mondo fino adallora conosciuto.Nel primo libro Tito Livio si occupa dif-fusamente delle vicende che portaronoalla fondazione di Roma, non senzaprima soffermarsi sugli accadimenti diEnea e di suo figlio Ascanio che darannovita alla lunga dinastia Albana. Se consi-deriamo che Livio scrive di avvenimentiaccaduti un migliaio di anni prima di lui,restiamo sorpresi della sua capacità(quella che alcuni storici definiscono fan-tasia basata su racconti mitici) di narraredettagliate vicende di uomini, condot-tieri, tradimenti, conquiste e sconfitte. Per esempio, nel libro XV, lo storico ro-mano racconta dei prodigi delle acque dellago Albano che “senza alcuna pioggiaod altra qualsiasi causa, raggiunse un li-vello insolito”. Per conoscere le cause diquesto prodigio da Roma vengono addi-rittura inviati ambasciatori a interrogarel’oracolo di Delfi, il cui responso è ine-quivocabile: “O Romano, bada di non farrimanere l’acqua di Albano entro il lago,bada di non lasciarla scorrere al mare peril suo corso naturale; la farai defluire in-canalandola per i campi e ladisperderai dividendola in ru-scelli”, confermando quantogià predetto da un vecchiodella città di Veio, cioè cheRoma avrebbe ottenuto la suavittoria sui Veienti soltantoquando i Romani avesserofatto defluire le acque del lagosecondo le prescrizioni rituali.Scrive Livio: “Si venne final-mente a sapere su che cosa sifondavano le accuse degli deidi aver trascurato le cerimoniee di aver interrotto la tradi-zione: i magistrati, eletti irre-golarmente, non avevanobandito con le forme pre-scritte le ferie Latine e il sa-crificio sul monte Albano(l’attuale monte Cavo, n.d.a.). E così sifece per decreto del Senato”.Già questo breve passo ci fa comprenderecome fosse fondamentale per la storia diRoma che Livio si apprestava a pubbli-care, far risaltare gli stretti legami esi-stenti con le prime popolazioni chepopolarono il Latium Vetus, e quindi pro-prio con quei villaggi che nell’Età delbronzo cominciarono a popolare le alturedei Colli Albani. L’occasione è fornitaproprio da una festività importante come

Un viaggio affascinante nella prima storia di Roma

Il mito Albanonei raccontidi Tito Livio

19

le ferie Latine, ritenuta la più importantemanifestazione politico-religiosa dellastoria di Roma, che accompagnerà la cittàeterna in tutta la sua millenaria storia. Infatti, in precedenza, Livio si soffermasu un altro prodigio: una pioggia di pietreproveniente dal mons Albanus. Anche inquesto caso il prodigio nefasto viene in-terpretato come una furente ira degli deiarrabbiati con Roma e con il re ServioTullio (cronologia tradizionale: 578-534a.C.) per aver abbandonato i sacri riti.Scrive Livio: “Mentre il regno di Tullio etutto lo Stato romano avevano raggiuntoun alto grado di gloria e di potenza, fu an-nunziato al re e ai senatori che sul monte

Albano erano pio-vute pietre. E poichèa stento si potevacredere a una cosa si-mile, inviati alcuniad osservare quelprodigio, in loro pre-senza [...] cadderofrequenti dal cielo lepietre”. Ma non è finita per-ché Livio aggiungeun altro particolareche conferma la sua“necessità” di colle-gare avvenimenti in-credibili al voleredegli dei. Infatti, adun certo punto “sem-brò loro (agli emis-

sari romani, n.d.a.) inoltre di udire unavoce possente dal bosco sacro sulla som-mità della vetta (monte Cavo, n.d.a.) cheammoniva gli Albani di celebrare se-condo il patrio rito quelle cerimonie sacreche essi [...] avevano posto in oblio”.Fu così che i romani, per colmare l’ira diGiove, istituirono una festa novendiale (sitratta delle ferie Latine) che durava ap-punto nove giorni consecutivi in cui ogniattrito fra i popoli del Lazio doveva es-sere interrotto e contemporaneamente

dare corso a una serie di sacrifici in onoredi Giove sul monte Albano.Tito Livio ha un compito essenziale perla “nuova” città targata Augusto: ripren-dere i fili dei forti legami esistenti, anchegeograficamente, tra Roma e Alba, tra iromani e gli albani. Il motivo è chiaro:Augusto deve dimostrarsi all’altezza delsuo predecessore Caio Giulio Cesaremorto nel 44 a.C., un anno dopo aver per-corso l’antica strada Albana (l’attuale ViaSacra) fino al tempio dedicato a Giove. Augusto deve far diventare concreti i le-gami di sangue con la stirpe Latina, se-guendo quella tradizione di Cesareidealmente legato all’arrivo di Enea.Quando Cesare muore, Tito Livio ha ap-pena 14 anni, Ottaviano Augusto pochi dipiù, 18. Il connubio tra il nuovo impera-tore e il nascente storico è imprescindibileper dare a Roma un nuovo futuro dallebasi solide seppur impostate sul mito. Inquesta ottica le ferie Latine diventanol’unità temporale tra passato, presente efuturo. Per dirla con lo storico AlexandreGrandazzi, la mentalità mitica ha pauradel vuoto e, nel nostro caso, questo vuotoviene colmato con maestria da Tito Livioche darà vita alla prima affascinante operamonumentale sulla storia di Roma.

Tito Livio

La Via Sacra

Page 20: Il Segno - febbraio 2015

PAGINA APERTA il Segno - febbraio 201520

di Marcello LoisiQuando a tavolavogliamo commet-tere una piccola tra-

sgressione, la mente volasubito alle patatine fritte.Sono facili da prepa-rare e con pochi ingre-dienti (patate e olio) epochi minuti, sonopronte per essere man-giate. A parte la noia disbucciare le patate, si di-rebbe quasi che si tratti di unfast food, ma nei veri fastfood le cose non sono maicosì semplici.Negli USA, le patate fritte diMcDonald’s sono preparatecon 13 ingredienti, impiegatisia in fase di produzione —nelle fabbriche, dove vengonoprefritte — sia nei vari risto-ranti. L’elenco degli ingre-dienti è questo: patate(ovviamente), olio di colza,olio di semi di soia, olio disemi di soia idrogenato, aromanaturale di carne (sì, aveteletto bene), grano idrolizzato,latte idrolizzato, acido citrico,dimetilsilossano (un antischiu-

Le patatine con1000 ingredienti Q

uestioni di gusto

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...................

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mogeno), destrosio, pirosfatoacido di sodio, terz-butil-idro-chinone e, dulcis in fundo,sale. Non sembra di leggere

gli ingredienti di una ricetta,ma piuttosto i componenti di

un farmaco!Però almeno di una cosa, quiin Italia, ci confortiamo: neiMcDonald’s italiani le pata-

tine sono preparate con “soli”9 ingredienti.Le patatine surgelate e ven-dute in busta da altri produttori(come Findus, Pizzoli,McCain o BoFrost) ne conten-

gono solo due: patate eolio (quasi sempre di gira-sole o di palma). Il mi-

nimo necessario, insomma,ma che basta e avanza per

ottenere un buon prodotto.Impossibile non notare l’as-surdità degli ingredienti dellepatatine di McDonald’s. Ilfatto, poi, che in alcuni Paesicome il nostro, lo stesso pro-dotto sia venduto senza alcunidi quegli ingredienti rendechiaro che qualcuno di questiè possibile evitarlo. Ovvia-mente, nel resto del mondocontinuano a inserirli per con-venienze commerciali (mag-giori tempi di conservazione,maggiore facilità di cottura,ecc.).In tutti i casi, comunque, ilguinness va alle patatine Prin-gles, che contengono dai 19 ai30 ingredienti. Lo sfizio, a questo punto, si facomplicato.

di Laura Fico*L’arancia, origina-ria della Cina, fuportata in Italiadagli Arabi. Siracconta che iMori crearono conquesto succosofrutto un ottimo

sorbetto utilizzando la nevedell’Etna!Le arance coltivate in Italia,circa 40 tipi, sono acquistabilial mercato da Ottobre a Giu-gno. Siamo quindi nel periodogiusto per gustare le “Ta-rocco” dal colorito più rosso equindi ricche di antociani (1).L’arancia è conosciuta da tutticome il frutto della salute edinfatti una di medie dimen-sioni soddisfa il fabbisognogiornaliero di vitamina C;questa vitamina, tra le molte-plici proprietà, rafforza il si-stema immunitario contro

l’attività di virus e batteri.Inoltre favorisce l’assorbi-mento del ferro contenutonegli alimenti: un bicchiere dispremuta può aumentare di trevolte l’assorbimento del ferroassunto in una normale cola-zione.Questo frutto con il suo mode-rato apporto calorico (34 Kcalogni 100 gr) è ottimo anche

Semplicemente aranciaOcchio alla Nutrizione

per chi sta a dieta; il consiglioè di non privarla totalmentedella pellicina bianca sotto labuccia perché questa è riccasia di vitamina P (rutina), cheaiuta ad assimilare la vitaminaC, che di pectina, che favori-

sce il senso di sa-zietà ed agevolal’assorbimento deinutrienti favo-rendo, tra l’altro, iltransito intestinale. Non dimentichia-moci poi che que-sto fantastico fruttoaiuta a prevenire leneoplasie, non acaso è stato sceltocome simbolo dal-l’associazione di ri-cerca sul cancro.Con il freddo non

rinunciamo alle arance sullenostre tavole anchese...aihmè… non saranno achilometro zero!

(1) Antociani: pigmenti naturali con importanti

azioni antiossidanti.

*Biologa Nutrizionista

Gli uomini e le donne possonoessere solo amici? È quello chesi sono chiesti degli psicologifrancesi che hanno condotto unaricerca in Normandia, i qualihanno scoperto che il maschiotende a interpretare i segnali diamicizia della femmina come at-trazione sessuale e la donna sot-tovaluta i segnali di interessesessuale maschile pensandosiano solo amicizia. Anche i ri-cercatori della Norwegian Uni-versity of Science andTechnology, che hanno intervi-stato 308 laureandi tra i 18 e i 30anni, hanno concluso che gli uo-mini solitamente sopravvalutanol’interesse sessuale provenientedalle donne e queste ultime sot-tovalutano l’interesse sessualemaschile. I ricercatori norvegesi hannoipotizzato che gli uomini sianoportati alla sopravvalutazioneperché il loro istinto naturale allariproduzione li spinge a ricer-care diverse partner (come a dire“Ogni lasciata è persa”). Questistudi che sembrano basarsi unpo’ sull’ovvietà, e che nella vitaquotidiana sono esplicitati dal-l’esperienza comune, ossia moltiuomini e donne sono amici, ov-viamente quando l’attrazionesessuale non c’è, offrono deglispunti di studio per compren-dere quanto i fraintendimentipossano contribuire alle mole-stie sessuali. A una festa peresempio, un uomo può cono-scere una donna, iniziare ascherzarci, lei si trova bene conlui, ride alle sue battute e l’uomopensa già di averla conquistata epassa all’azione. È importanteinvece iniziare improntando ilrapporto in senso amichevole,sondando il terreno, per poi cer-care di capire se si hanno dellechances di conquista. In fondo, ad Harry ci sono volutidegli anni per conquistare Sallye costruire con lei un bellissimorapporto d’amore.

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

Spunti di psicologia

Harry ti presentoSally

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CULTURAil Segno - febbraio 2015 21

di Marcello LoisiFino al 1 marzo 2015, il Palazzodelle Esposizioni ospita “Food,il futuro del cibo”, una grandemostra curata da National Geo-graphic che narra, sotto tutti isuoi aspetti, l’importante temadell’alimentazione. Il filo rossodella mostra è una domanda: inche modo è possibile sfamare inmaniera sostenibile un mondosempre più popolato?

Si prevede che entro il 2050 laTerra conterà più di 9 miliardi diabitanti, 2 in più rispetto agli at-tuali, con i conseguenti fabbiso-gni alimentari. Attraverso oltre90 fotografie scattate in tutto ilmondo, numerosi grafici e testi,l’esposizione evidenzia le criti-cità di un modello economicoche produce troppo e male senzariuscire a cancellare la fame nelmondo. L’inquinamento del-l’ambiente, la scomparsa di spe-cie animali e vegetali e lo sprecodi cibo sono solo alcuni dei tantiproblemi che scaturiscono dauna gestione della produzionealimentare in mano alle grandi-multinazionali, tra i principalicolpevoli di una diseguale di-stribuzione delle risorse nelglobo.La mostra ci illustra cinque pos-sibili azioni per risolvere il pro-blema del cibo: renderel’agricoltura più sostenibile; ren-dere più produttivi i terreni;usare le risorse in maniera effi-ciente; cambiare stili alimentari;ridurre gli sprechi.Questa esposizione si prefiggedi esplorare le possibili soluzionia questa sfida globale, allo scopodi promuovere una consapevo-lezza collettiva a tutti i livelli,dalle singole famiglie allescuole, dai villaggi a verticimondiali. Tutto ciò perchéognuno di noi, nel suo piccolo,può contribuire a ridisegnare unnuovo modello, ognuno di noipuò fare la differenza.

L’angolo della storia

di Vincenzo Rufini“L’ignoranza è lanotte dello spirito,notte senza luna esenza stelle”. Que-

sta lapidaria affermazione sideve a quel grande e fine lette-rato che fu Marco Tullio Cice-rone, uno dei più raffinatirappresentanti di quella civiltàche gli antichi romani elabora-rono e diffusero nel mondo al-lora conosciuto. Questo monitoha viaggiato nel corso dei se-coli accompagnando l’uomo dicultura, tenendolo sempre vi-gile sul pericolo che l’igno-ranza, una volta preso ilsopravvento nella società,avrebbe potuto causare. Giàdopo Cicerone e dopo la cadutadell’impero romano d’occi-dente l’umanità sprofonda nelletenebre più oscure con la calatadei barbari nella culla della ci-viltà, registrando un’involu-zione nei costumi e nel modo dipensare, portando l’Europa adessere permeata da un mantoindicibile di ignoranza. La società venne fatta regredirea tal punto che tutte le acquisi-zioni che l’evoluzione culturaleaveva generato vennero persedalla stragrande maggioranzadella popolazione, rimanendoun ricco patrimonio culturalesolo per pochi eruditi. Tutta lafilosofia, la letteratura, la poe-sia, che dalla Grecia avevanoiniziato il loro cammino e aRoma avevano raggiunto unatappa importante, sembravanodimenticate, come se non fos-sero mai esistite, soltanto le ve-stigia materiali rimanevanomoniti immobili a rammentareall’umanità deturpata dalla fol-lia barbarica ciò che era stato.Per nostra fortuna, oltre aipochi sapienti sopravvissuti al-l’uragano dell’ignoranza trion-fante, vi furono gli amanuensi(i copisti dell’epoca), che al ri-paro del pericolo dei barbari neiloro eremi benedettini dell’altoMedioevo si presero l’onere dicopiare gli antichi testi in mododa perpetuarli nel tempo, affin-ché giungessero a noi moderni.Svolsero il più grande servigioche l’umanità potesse ricevere;

guentemente abbiamo potutosviluppare il percorso culturaleda cui sono scaturiti l’Umane-simo, il Rinascimento, il Ra-zionalismo, l’Illuminismo, ilRomanticismo, che ci hannoaiutato a percorrere quel pro-cesso evolutivo che è la ragiond’essere della modernità.Nella nostra età contemporaneain mezzo al progresso tecnolo-gico che ci ha offerto piacerimai conosciuti e messo a di-sposizione gli strumenti per mi-gliorare il nostro intelletto,avvertiamo anche l’uso nonsempre oculato che facciamo dicodesti mezzi tecnici, tanto chein alcuni casi ne sfruttiamo solola parte negativa.

Inoltre, si assiste nella societàeuropea, e non solo, a un livel-lamento verso il basso della co-noscenza. Un nuovo medioevoculturale e antropologico si pa-venta all’orizzonte, tanto il li-vello di ignoranza è diffuso e inspaventoso aumento; gli stru-menti a nostra disposizione percombatterlo sono molteplici mastentiamo a utilizzarli nel modopiù appropriato. La cultura, la quale dovrebbeessere il nutrimento intellet-tuale di tutti, è sempre più unpiacere per pochi, speriamo chesorgano i nuovi amanuensi colprecipuo fine di irrorare lementi contemporanee del net-tare della conoscenza.

Tutto merito degli Amanuensi

In giro per museiFoodil futurodel cibo

grazie al loro la-voro oscuro e per-fetto abbiamoavuto la cono-scenza del mondoclassico e conse-

La poesia del mesedi Anna Giovanetti

Quanto tempo passato dietro la finestranelle lunghe giornate d’inverno da bambina

quando la neve cadeva lenta lentae ogni cosa intorno faceva più piccina.

Tutto sembrava attutirsi al suo cadere,perfino paure e dispiaceri copriva col suo manto,

l’aria d’un tratto si faceva più mitee ogni forma si assopiva… per incanto!

Io col nasino schiacciato contro i vetriche si appannavano con il mio respiro,

guardavo i bianchi fiocchi volteggiar nel ventoe mentre essi cadevano… Io salivo!

Sì, vi assicuro era un effetto strano,salivo sì veloce verso il cielo, come avessi le ali veramente

e per quanto mi sembrava fosse vero, mi prendeva d’un trattoun’emozione che mi scuoteva e… tornavo tra la gente.

Ogni tanto mi prende quella dolce nostalgiae torno col pensiero alla mia infanzia,

quando bastava poco per sognare,quando tutto sembrava così semplice

quand’era così facile… volare!

Volare nella neve

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22 il Segno - febbraio 2015STORIE

di Camilla LombardozziVincitore dei premi del pub-blico al 64mo Festival di Ber-lino e al Sundance FilmFestival “Difret - Il coraggiodi cambiare”, racconta la sto-

ria di Hirut, una bambina di quattordicianni che vive in Etiopia, nel villaggio diAddis Abeba. La pellicola promossa dal-l’attrice e regista Angelina Jolie, è trattada una vicenda realmente accaduta neglianni 90, che ha destato tanto scalpore,non solo per il coraggio ma anche per lasensibilità che ha voluto raccontare, anzigridare al mondo intero.Hirut, viene rapita mentre torna da scuolada un gruppo di uomini a cavallo, tra cuisi nasconde il suo spasimante che, unavolta portata in un luogo appartato, laviolenta. Secondo la tradizione, infatti,Hirut sarà ora obbligata a sposare il suocarnefice. In preda alla disperazione, aldolore e all’angoscia per quanto subitoHirut riuscirà a scappare dai suoi carce-rieri, sparando e uccidendo con un fucileil suo futuro marito. La bambina vienerinchiusa nel carcere di Addis Abeba, inattesa di un processo. È in prigione cheincontrerà Meaza Ashenafi, fondatrice diun’associazione di donne avvocato, in di-fesa delle donne etiopi vittime di vio-lenza, la quale tenterà l’impossibile persalvarle la vita.Scritto e diretto da Zeresenay BerhaneMehari, il film non è esteticamente bensviluppato, la messa in scena è a dir pocoelementare e in alcune sequenze scadente;si presenta come una pellicola più da pic-colo schermo che da cinema… tuttavia ilmessaggio che il regista voleva dare eraun altro ed è per questo che Difret ha ot-tenuto apprezzamenti positivi sia da partedella critica che del pubblico al Festivaldi Berlino e al Sundance Film Festival.Il tema centrale che emerge nel film è ilnon rispetto della donna, l’arretratezzamentale di un popolo che accusa una bam-bina di omicidio, quando questa si è solodifesa da chi gli ha rovinato la vita. Me-hari affronta il processo di civilizzazionedi un villaggio attraverso la figura diHirut, vittima innocente e non assassina.Difret va a toccare le corde più profondedella nostra coscienza, mostrandoci unpopolo in cui le arretrate e soprattutto malinterpretate tradizioni sembrano essere piùimportanti della legge stessa. Difret non èsolo una battaglia in nome delle donne,ma anche in nome dell’applicazione dellalegge, è il coraggio di cambiare una so-cietà, di evolverla, è la forza di una bam-bina che rivendica la sua liberà. Del castfanno parte: Meron Getnet, Tizita Hagere,Haregewoin Assefa, Shetaye Abreha, Me-konen Laeake e Meaza Tekle.

Spunti di cinema

Il coraggiodi cambiare

così chesuccede:improvvi-

ditori neri con le camice sgargianti e i lorosacchi neri sulle spalle, che ritornano ailuoghi consueti per un riposo notturnodifficile, in un prato d’erba verdastra emalata, sotto giovani pini pazienti.

È

Panza con l’asino e la sua bisaccia ripienadi cose, traballante sul basto.Cosa faccio? li seguo? Ma a cosa servirebbero la lancia e la spadae la bacinella del barbiere come elmo?Ronzinante... poi! Decidere di seguirefantasticando i personaggi evocati da Cer-vantes è un esercizio molto complicato. Ma allora: cosa fare? Getto lo sguardo al di là di un finestronespalancato: collane di gabbiani sfreccianoin volo ruotando su loro stessi. Volano nelsole ormai al tramonto. Poi, in un attimo,si sparpagliano in tutte le direzioni: nonriesco più a seguirli. Sembra che tentinodi impedire, ai merli e alle cornacchie, dioccupare il loro medesimo spazio. Nonsembrano agguerriti: ma sfruttando ilvento, che dal mare soffia ostinatamenteverso terra, riescono a impedire momen-taneamente a quegli estranei l’occupa-zione del loro cielo. E mentre, oltre le brevi dune della spiag-gia, in un lampo di luce, intravedo di nuovoil Cavaliere Errante cavalcare stancamente,mi sorprendo ad osservare una fila di ven-

er quanto mi sforzi non sento il ca-valcare di Ronzinante, né l’incita-mento del Cavaliere.

Ma allora perché lo intravedo qui, vicinoa me, e lo sento ansimare? Ha gli occhiinquieti, la bocca spalancata come chi at-tende ansiosamente una risposta ad unadomanda, che non potrà mai essere for-mulata. Mi sollecita forse a seguirlo? I gabbiani non lo sanno ma anche essisono dei Cavalieri Erranti nel cielo scu-rito da una notte incombente, su un mareche meravigliosamente spasima, con lesue onde biancastre, contro una spiaggiaormai taciturna.

Giugno 2011

Nota: vedi testo pubblicato sul “Segno” di dicembre 2010, pag. 21

I L R A C C O N T O D E L M E S E

Serapo 2011di Noga

samente salta fuoridalle pagine dellibro e si mette asedere, stralunato,vicino a me.Come è successo aCetara di Forìo(vedi nota) conFlorentino Ariza.Ma questa volta èil Cavaliere dallaTriste Figura inpersona, è il Cava-liere Errante, se-guito dal suoscudiero Sancho

P

Innamorarsi di ogni brivido che scuote il si-lenzio dentro di noi. Innamorarsi di queltraguardo dove ci accolgono le mani tesedell’anima assaporando quell’essenza dellavita, quella pazzia unica, sovrana, eternosussurro chiamato AMORE.Parliamo dell’amore come se fosse festa diun giorno quando invece dovremmo sentireogni giorno come una festa dell’AMORE.

Silenzio e amoreIn una notte il silenzio mi toccò il cuore.Persa in me quella luce di quell’io...Ti cerco ancora profondamente, AMORE,ti chiamo... ma come un fantasma mi lasci il mormorio...Ruscello nella notte, innamorato della lunaracconta ai miei sensi il grido d’AMOREcapisco il pianto dell’ acqua gelida che

sussurraaccolgo il brivido che spunta all’ angolo del mio triste, stanco, ma innamorato cuore...Oh! Dolce raggio di sole che scaldi il rumore dei miei passiero rimasta lì... strusciando una foglia.Sul mio corpo nudo cadevano le gocce di silenzio ed io, rimasta a piedi nudi, sfioravo quasi i sassi,in riva di quel mare mentre i miei brividicrollavano di gioia...Innamorata io? Ma sì! Forse per colpadella pioggia quando toccava il mio viso tormentato dalprofondo buio,mi chino a te, AMORE, e le ginocchia sonpiegate su quell’anta del tempo, su quelloche perdutamente chiamerò, per sempre,unicamente, AMORE...

L’amore nei versi e nelle riflessionidi Florentina D. Pagnejer

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TEMI D’OGGI 23il Segno - febbraio 2015

Anche glianimali si

emozionano

di Annarita RossiGli animali vi-vono immersi inun eterno presentema ciò non li

rende meno empatici verso iloro simili e verso gli umani.In Canada due biologi ricerca-tori, durante i loro apposta-menti, si imbattono in un cervoferito. Quando i branchi dilupo affamato si avvicinano al-l’animale offeso, i due uominipensano che ormai l’unicasorte di quella povera bestia siaquella di venire sbranata dalbranco ma ciò non accade inquanto un altro cervo si ponedavanti all’animale indifeso econ grande coraggio lo pro-tegge evitando l’attacco. La mattina seguente, i ricerca-tori scopriranno che i duecervi avranno superato lanotte indenni mentre i lupi sene saranno andati. Che glianimali provano le stesseemozioni degli uomini vieneriscontrato anche da quellestorie di amore incondizionatodove troviamo cani ma anchegatti, oranghi e leoni, per ci-tarne solo alcuni, che adottano

nome di empatia e che letteral-mente significa sentire insiemee che provano tutti gli animali,non è frutto della fantasia di chili ama ma di importanti ricer-che scientifiche condotte in Ita-lia negli ultimi anni. Quindi, se ci capita di staremale ed il nostro cane è un po’abbattuto è perché lui sta maledavvero in quanto è come seavvertisse il nostro stesso do-lore, ma se siamo felici e se-reni anche lui lo sarà.Pertanto, un cane che vienefatto partecipe della vita quo-tidiana dei suoi padroni, senzavenire parcheggiato in un giar-dino o peggio ancora tenutolegato ad una catena tutto ilgiorno poiché si ha la convin-zione che il suo compito siasoltanto quello di fare la guar-dia, sarà un animale contentodi condividere ogni momentodella propria vita accanto acolui o a coloro che sono peresso il capobranco, altrimenti,lasciato solo per troppe ore algiorno, sarà destinato inevita-bilmente a vivere un’esistenzatriste e malinconica.

ilTocco

diErmannoGatta

altri animali di diversa specierimasti orfani. L’obiettivo di fotografi natura-listi ha potuto catturare e fer-mare immagini che altrimentirisulterebbero difficili da cre-dere come quella di un pastoretedesco che in un parco in Au-stralia soccorre un piccolo can-guro la cui madre vieneinvestita da un’auto; e poiquella di una gatta, mammacon cuccioli che un giorno, at-tirata dal pigolio disperato dialcuni pulcini, quando li trovaa terra accanto ad una chiocciaormai senza vita, li prende e litrasporta nella sua cuccia scal-dandoli con il suo corpo pro-prio come fa con i suoi piccoli.E tante altre belle storie ancora.Questo fenomeno che prende il

Male è che alcuni animali non parlano. Bene sarebbe se alcune persone imparassero a imitarli.

Nuvole e belle parole sono compagne di viaggio,vanno via... col vento.

Si può piangere sia per un uomo che per una cipolla.

Sogna grandi campima coltivane uno piccolo.

Per pochi la fortuna è cieca,per molti la disgraziaci vede benissimo.

Il vero amore è come un fantasma, tutti ne parlanoma in pochi l’hanno visto.

Quando sei sicuro di avere il coltello dalla parte del manico, assicurati che il tuo avversario non abbia la pistola.

Un laureato in lettere...non farà mai il postino.

Costa meno girare in macchina,aumenta il potere d’acquisto;costa meno fare merci. Va beneper chi le produce e chi le acqui-sta. Scende il prezzo dell’Euro:bene! Migliora la bilancia com-merciale UE, ancor di più la ca-pacità competitiva delle impresecontinentali. Avanti tutta per lacrescita con la deflazione allora?Macché, si fa in tutt’altro modo.L’atteso annuncio arriva dallaconferenza stampa del presidentedella Bce, Mario Draghi. LaBanca centrale europea inter-viene per il rilancio dell’econo-mia con un massiccioprogramma di acquisto titoli, perl’importo di 60 miliardi di euroogni mese a partire da marzo. Ilprogramma di quantitative ea-sing (allentamento quantitativo)consiste nell’aumento dellaquantità di moneta in circola-zione tramite l’acquisto di titolidi Stato e altre obbligazioni.L’obbiettivo: contrastare i rischidi deflazione, riportando il tassodi inflazione verso il 2%, e age-volare il credito.Le misure della Bce daranno piùcertezze e più potere di acquistopermettendo anche ai cittadini dispendere di più. Per tutti dice ilministro dell’Economia, Padoan,in una conferenza stampa aDavos: “Per un cittadino italianocambia, c’è più potere di acqui-sto e più certezza per il futuro”.Con cotanto dire si intende dire:sostegno alla domanda per ac-quistare, far vendere e ri-pro-durre. E qui c’è il bluff: si dicesostegno alla domanda, magaricon il debito, si intende dire so-stegno ai prezzi.Essipperché, se il sostegno alladomanda si ottiene già deflazio-nando, all’opposto il sostegno aiprezzi si tenta reflazionando.Giust’appunto si tenta. Seppurlecito tentar di dar sostegno aiprezzi, il farlo si mostra ineffi-cace e qui sbandano le politichemonetarie.Quale sostegno avrà quella do-manda, per fare la crescita,quando a regime i prezzi sarannoaumentati suppergiù del 2%?E, ancor di più, perché gli abi-tanti del vecchio continente, ab-bondantemente affrancati dalbisogno, dovrebbero trovare con-veniente spendere a debito perdar sostegno ai prezzi?

Pilloledi ECONOMIA

di Mauro Artibani

Quantitative easing

La vita nei modi di dire

di Enea Trinca

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il Segno - febbraio 2015 Ultima pagina

Lettere, Proposte, Proteste e [email protected] - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

VIA ROCCA PRIORAE LE VORAGINIOrmai sta diventando impossi-bile percorrere via RoccaPriora per andare al Vivaro. Levoragini sono infinite e si correil serio rischio di commettereun incidente, con gravi danniper le persone e per le automo-bili. La manutenzione nonviene fatta da anni e, quando siè fortunati, qualcuno si ricordadi attappare le buche. Una neattappi e un’altra se ne crea.

Questo ormai lo abbiamo ca-pito tutti. Via Rocca Priora faparte o no della viabilità citta-dina? Fatecelo sapere almenoce ne faremo una ragione.

Lettera firmata

PORTA A PORTAAI CAMPI. QUANDO?Gentile direttore, si può final-mente sapere quando inizieràla raccolta differenziata aiCampi d’Annibale? Da mesi ilcomune ci sta prendendo in

giro annunciando l’attivazionedel servizio. A ottobre ci hannoconsegnato una lettera che ciinformava che a metà mese sa-rebbe partito il porta a porta.Sono passati altri quattro mesie non se ne sa più nulla. Comemai?

Dott. Riccardo Buzi

LA BELLEZZADELLA VIA SACRAMi è capitato di percorrere re-centemente la bellissima strada

romana di Monte Cavo, la ViaSacra. È stato stupendo perchéi colori dell’autunno la ren-dono ancora più affascinante.Spero che un po’ di manuten-zione venga però fatta perchéle foglie, la terra e i rami cadutiin molti punti la stanno co-prendo nuovamente. Sarebbeun peccato disperdere il lavorofatto recentemente, che ha per-messo di riscoprire per interoil percorso tra la natura.

Silvia Gatta

L’oiu de ricinude Giggettu

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

A piazza Garibaldi finoa dopo la guerra c’erauna farmacia al ci-vico 21 (che in se-guito divenne il bardei fiorai, oggichiuso). Per oltremezzo secolo eser-

citò l’attività di farmacista unuomo che non era né dottore nélaureato. A guidarlo fu solo tantapratica avendo cominciato ad ope-rare in questo settore fin da bam-bino. Per questo aveva conquistato la fi-ducia di tutti i rocchiciani, tantoche le donne si rivolgevano sem-pre a Giggettu u farmacista (cosìera chiamato) invece che al titolaredell’attività. Se quando entravanonon lo vedevano, si limitavano adomandare al vero farmacista:“Non mmì stà Giggettu?” salvo poivederlo spuntare dal retrobottega eallora esclamavano: “Ah, essuluvé! O Gigge’, fiema (mia figlia) t’èa tossa che je tengo da dane?”. Spesso si evitava persino di andare dalmedico condotto (tantu Giggettu eramejo de issu, ancora dicono in molti). Se,per caso, qualcuno gli diceva: “Me‘ngenne a gola, che me pozzo piane?”,Giggetto (che conosceva la psicologiadei roccheggiani) forniva delle piccolebustine colorate, insapori, da versarenell’acqua. Era talmente tanta la fiduciache avevano in lui che, appena bevuta, di-cevano di sentirsi subito meglio.Una volta si presentò una mamma che de-scrisse i sintomi della malattia che avevacolpito tutta la famiglia. Giggetto le pre-

scrisse delle dosi di olio di ricino, un oliosciulognu (scivoloso), ‘maru (amaro) epuzzulente. Lo si ingoiava tappandosi ilnaso. La donna si presentò a casa dicendo almarito: “Tajo piatu l’oiu de ricinu, piate‘n gucchiaru (un cucchiaio)”. “Ma levatedèsso” gli rispose l’uomo. Senza arren-dersi la donna ci provò col figlio: “Piatepo’ de oiu”. Di tutta risposta: “O ma’, iome sento be’”. Infine, si rivolse alla figlia,la quale le rispose: “U cerco ssu cosu puz-zulente”.

Decisa a non dar loro soddisfazione, ladonna allora sbottò: “Bonu oiu! Vorrà diceche mo pio io”. E mandò giù la medicinain un colpo solo. Quel giorno era in programma, per cena,una succulenta polenta con le salsicce mala poveretta non riuscì a prepararla intempo perché dovette lasciare più volte uvotatore (il mattarello) per correre versolidi lontani, cioè i gabinetti (che all’epocastavano fuori dalle case), per gli effetticollaterali dell’oiu de ricinu di Giggettuu farmacista.

IL PROSSIMO NUMERO DEL SEGNOUSCIRÀ SABATO 14 MARZO