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1 IL RITMO Roberto Manuzzi – Scuola Media “Dante Alighieri” Ferrara - A.S. 2002/2003

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IL RITMO

Roberto Manuzzi – Scuola Media “Dante Alighieri” Ferrara - A.S. 2002/2003

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IL RITMO IN MUSICA

Figura 1

La musica è un tipo di comunicazione umana molto particolare; a differenza di una pagina scritta su un libro, di un quadro, di un film, di una scultura, tutte cose che ci “trasmettono” delle sensazioni, ma che esistono anche fisicamente, (possiamo toccarle, e toccare i materiali di cui sono fatte), la musica non la si può “toccare”. Possiamo, è vero, toccare gli STRUMENTI che la producono, ma gli strumenti da soli non sono la musica; occorre un musicista per suonarli, esattamente come i pennelli per dipingere un quadro devono essere usati con abilità dal pittore. La musica quindi non è un “oggetto”, eppure esiste; esiste però solo nel momento in cui la ascoltiamo. Appena smette, cessa di esistere, e ci resta solo nella memoria, assieme alle sensazioni che ci ha trasmesso. La musica quindi non occupa uno spazio fisico, ma occupa solo uno spazio nel TEMPO. Un modo per misurare la durata di un brano musicale potrebbe essere l’uso di un orologio; potremmo dire quindi “questo brano è iniziato alle ore 15, 12 minuti e 32 secondi, è terminato alle ore 15, 13 minuti e 54 secondi, ed è durato 1 minuto e 12 secondi esatti”. Ma ve lo immaginate un direttore d’orchestra che si accinge a dare l’attacco di una sinfonia dicendo agli orchestrali “partiamo alle 21 e 15 e 32 secondi, dobbiamo finire TUTTI INSIEME alle ore 22 e 29 e 10 secondi!! sincronizzate gli orologi per favore!”. Il sistema sarebbe davvero poco pratico, e poi c’è un’altro problema, e cioè che la velocità della musica è VARIABILE, cioè possiamo decidere di dividere il tempo in maniera più lenta o più veloce a seconda del tipo di brano e del “carattere” che ha (ADAGIO, MODERATO, ANDANTE, ALLEGRO, VIVACE, eccetera), mentre l’orologio divide il tempo in maniera fissa e sempre uguale, vale a dire 60 battiti al minuto (sessanta secondi) . Per questo motivo i musicisti adoperano una specie di ”orologio” molto particolare, chiamato METRONOMO (v. figura 1) , inventato da Maelzel nel 1817, è una specie di orologio a pendolo “a rovescio” dove, modificando la lunghezza del pendolo muovendo il contrappeso su o giù per l’asta mobile, si ottengono divisioni di tempo più lente o più veloci. Quando l’astina del pendolo è posizionata su 60, il metronomo compie 60 battiti al minuto (quindi va alla stessa velocità dei secondi del nostro orologio); se è posizionato ad esempio su 80 farà 80 battiti in un minuto (più veloce), se posizionato su 40 farà 40 battiti in un minuto (più lento).

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Figura 2

Figura 3

Normalmente in musica alla fine di ogni UNITA’ RITMICA viene messo un segno di divisione; questo divide il brano musicale in “mattoncini” uguali, tutti della stessa durata, chiamati BATTUTE.

Quindi il TEMPO che il brano occupa nel suo viene DIVISO in tante piccole parti uguali tra loro, ognuna delle quali corrisponde ad UN BATTITO del metronomo. ognuna di queste parti viene chiamato MOVIMENTO e corrisponde appunto al “muoversi” da un battito al successivo. per capire come “seguire” il tempo di un brano musicale dobbiamo immaginare il brano stesso come un PERCORSO da fare a piedi, proprio come se dovessimo camminarci dentro (ogni MOVIMENTO, un passo).

Ogni BATTUTA contiene una UNITA’ RITMICA del valore indicato dalla frazione all’inizio del brano. es.: 4/4 = Quattro movimenti del valore di un quarto; 3/4= Tre movimenti del valore di un quarto; 6/8 = Sei movimenti del valore di un ottavo e così via. Si possono anche usare ritmi con valori “dispari” come 5/4, 7/8, 11/16 eccetera (questi ritmi sono poco usati nella musica classica, ma vengono usati normalmente in certa musica popolare di paesi dell’Est Europa e dell’Asia, e sono stati usati anche nella musica jazz e rock).

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IL RITMO IN MOVIMENTO

Figura 4

Figura 5

Immaginiamo adesso che una delle caselle sia “differente” (infatti l’abbiamo colorata di nero per distinguerla); su quella casella (e solo su quella) dovremo ora accompagnare il movimento con un suono.

Proviamo a camminare a passi uguali, come se dovessimo marciare tutti assieme, alla velocità data da un metronomo; proviamo a contare i passi contando ad alta voce fino a quattro, continuando a camminare alla stessa velocità (e continuando a contare in successione; uno-due-tre-quattro, uno-due-tre-quattro e così via) avremo dato a questa successione di movimenti un RITMO, cioè una scansione di movimenti che si ripete sempre uguale.

Di solito ci viene naturale “sentire” un ritmo quando è basato su DUE o su QUATTRO movimenti; un ritmo “in due” infatti è una cosa NATURALE, perché i ritmi della natura (e del nostro corpo) sono “binari”; le stagioni, il battito del cuore, la notte ed il giorno, il sonno e la veglia. Il ritmo basato su TRE movimenti è un po' meno naturale; per camminare facciamo DUE movimenti con i piedi ad ogni passo (prima alziamo il piede, poi lo abbassiamo un po' più avanti). il tempo TERNARIO richiede perciò un tipo di movimento “astratto”, che non c’entra nulla con il “camminare”; infatti è un ritmo che spesso è associato alla DANZA..

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Figura 6

adesso, ogni volta che passiamo su di una casella nera battiamo le mani (o facciamo un breve suono con la bocca) .

Figura 7

quella che segue è una breve “partitura”; battendo le mani ogni volta che incontriamo una casella nera otterremo un ben preciso ritmo musicale.

Figura 8

Ecco finalmente lo stesso ritmo “tradotto” con i segni usati normalmente per scrivere la musica:

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Figura 9

Figura 10

Il metodo “Dalcroze” (dal nome

del suo inventore) viene

utilizzato da molti anni per

insegnare il ritmo e la musica ai

bambini mediante il movimento

del corpo, in maniera molto

simile a quella che abbiamo

spiegato fino qui.

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I VALORI DELLE NOTE - I SIMBOLI DELLE NOTE (E DELLE PAUSE) E UN PO’ DI REGOLE DI CALLIGRAFIA

DIAGRAMMA AD ALBERO – valori equivalenti delle note in una battuta di 4/4

1) note

Figura 11

2) pause

Figura 12

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ALCUNE REGOLE DI CALLIGRAFIA

Ricordatevi che:

la pausa di quattro quarti PENDE dal quarto rigo

la pausa di due quarti APPOGGIA sul terzo rigo

LE VARIE PARTI DELLA NOTA

Figura 14

Figura 13

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le ASTE delle note vengono normalmente scritte in ALTO , iniziando dal lato destro della testa, quando la nota è posta SOTTO IL TERZO RIGO (rigo centrale); le aste vengono scritte IN BASSO, iniziando dal lato sinistro della testa, quando la nota è posta SOPRA IL TERZO RIGO.

Figura 15

le BANDIERE delle note non seguono sempre questa regola; quando più note con bandiera (crome, semicrome eccetera) sono vicine, si possono UNIRE LE BANDIERE tra loro collegando così le note a gruppi di due note (duine), tre (terzine), quattro (quartine) e così via. Quando le bandiere non vengono unite si dicono SCIOLTE.

Figura 16

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Battendo le mani sul banco, o

picchiando un righello sulle

gambe di una sedia, o battendo

le mani e i piedi!

Si può creare un ritmo

anche senza ricorrere

all’uso di strumenti (più

o meno come facevano

i nostri antenati nella

preistoria!).

Dividendoci in vari gruppi,

potremo ora creare dei

semplici ritmi di batteria.

“FARE MUSICA SENZA STRUMENTI”

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LA SCRITTURA DEGLI STRUMENTI A PERCUSSIONE

Figura 17

Figura 18

La maggior parte degli strumenti a percussione non sono

INTONATI, cioè non producono “note” precise; fanno eccezione

gli strumenti a percussione a tastiera come il VIBRAFONO, lo

XILOFONO, la MARIMBA ed il GLOCKENSPIEL, e i grossi

tamburi da orchestra chiamati TIMPANI, che vengono intonati su

note molto gravi e “accompagnano” melodicamente il ritmo del

brano musicale.

Glockenspiel

Timpano

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Figura 19

Figura 20

Figura 21

Xilofono

La musica per gli strumenti a percussione INTONATI viene scritta

usando un normale rigo musicale a cinque righe (il normale

PENTAGRAMMA) e indicando la chiave di violino o di basso a

seconda delle altezze dei suoni che producono.

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STRUMENTI A PERCUSSIONE NON INTONATI

Figura 22

Figura 23

Figura 24

Figura 25

Per scrivere solo il RITMO con uno strumento a percussione non

intonato (sonagliera, maracas, tamburello eccetera) non ci occorre un

intero PENTAGRAMMA (un rigo a cinque linee), ci basta una sola

linea!

Se però lo strumento è in grado di fare due o più suoni, si possono

usare due o più linee.