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Commissione pianificazione e controllo di gestioneSeminario dell’8 ottobre 2014 – Roma – Sala Casella
Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Roma
Commissione pianificazione e controllo della gestione
Roma, 8 ottobre 2014
Rag. Domenico Fedele
Il Reporting per variabili chiave
Commissione pianificazione e controllo di gestioneSeminario dell’8 ottobre 2014 – Roma – Sala Casella
IL REPORTING IN GENERALE E IL REPORTING TRADIZIONALE
Parte prima
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Reporting: insieme strutturato di report
� Reporting: sintesi di tutte le rilevazioni finalizzate al controllo digestione.
� Logiche di costruzione dei reports per consentire al managementdi intervenire per raggiungere gli obiettivi di propria competenzae dell’azienda nel suo insieme.
Contenuto del report
Indicatori con cui misurare le variabili rilevanti per il destinatario
Meccanismo di controllo utilizzato (modalità di confronto delle quantità rilevate)
1
2
La scelta degli indicatori è argomento delicato, connesso all’articolazione in centri di responsabilità che formano il budget.
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Meccanismo di controllo
Confronto tra quantità effettive e quantità di budget (standard interni)
1
Confronto tra quantità effettive attuali e quantità di periodi precedenti
2
Confronto tra quantità prevedibili (forecast, preventivi aggiornati, ecc.) e budget
3
Confronto tra quantità “interne” e quantità “esterne”
4
Il più caratteristico : Scaturiscono scostamenti che indicano le deviazioni già avvenute rispetto al modello di comportamento predefinito
Il più tradizionale : Le prestazioni passate non costituiscono necessariamente un buon modello di riferimento perché nascondono deviazioni di varia natura
Feed - forward: Non solo i risultati già raggiunti ma segnala anticipatamente i possibili risultati futuri e scostamenti corrispondenti.Forecast = consuntivo alla data + preventivo a finire
Benchmarking: Esigenza reale, confrontarsi con i concorrenti o addirittura con aziende che non hanno nessun rapporto con la nostra per verificare il posizionamento aziendale
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Informazioni non alternative ma complementari
Esempio semplificato di Report
Indicatori Bdg da inizio annoConsuntivo da
inizio annoScostamento ∆
…
Reddito operativo 2.200 2.000 200 (N) …
Cash Flow 3.100 2.800 300 (N) …
… … … … …
Il report è una tabella in cui:� Le righe sono dedicate agli indicatori prescelti� Le colonne sono dedicate ai vari termini di confronto e dal risultato del confronto
(scostamento)
VociConsAP
BdgBdg
1/1 -31/3
Cons1/1 –31/3
∆1/1 –31/3
BdgMarzo
ConsMarzo
∆Marzo
ForecastAC
∆Previsto
anno…
(1) (2) (3) (2-3) (4) (5) (4-5) (6) (1-6)
Mod 900 1.000 300 310 10 (N) 100 105 5 (N) 1.050 50 (N)
Stipendi … … … … … … … … … …
Materiali … … … … … … … … … …
En. El. … … … … … … … … … …
Totale … … … … … … … … … …
Es. 1
Es. 2
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Best Trend S.r.l.
Agosto Ep Bdg Cons Scost S EP Bdg Cons Mese S Fwd Variaz. Totale
Totale azienda
Ricavi delle vendite e delle prestazioni 4.191 5.651 514 (5.137) N 160.245 236.187 203.286 (32.900) N 242.483 - 445.770 478.670
Variazione rimanenze prod/L.C. - - - - - - - - - - - - - -
Subtotale ricavi netti 4.191 5.651 514 (5.137) N 160.245 236.187 203.286 (32.900) N 242.483 - 445.770 478.670
Incrementi di immobil izzazioni per lav. - - - - - - - - - - - - - -
Altri ricavi e proventi - - 70 70 P 33 - 1.596 1.596 P - - 1.596 -
Totale valore della produzione 4.191 5.651 584 (5.067) N 160.278 236.187 204.883 (31.304) N 242.483 - 447.366 478.670
Costi variabili esterni
Acquisti di materie prime/Merci - 25.981 17.964 (8.017) P 88.051 168.710 125.050 (43.660) P 177.745 (8.038) 294.757 346.455
Variazione Rimanenze Mat. Prime/merci - (22.591) (163.287) (140.696) P - (26.998) 4.960 31.958 N (32.255) - (27.295) (59.253)
Subtotale costi per Mat. Prime/Merci - 3.391 (145.323) (148.713) P 88.051 141.712 130.010 (11.702) P 145.490 (8.038) 267.462 287.202
(%) Incidenza - 60,0 (28.259,2) 2.895,1 N 54,9 60,0 64,0 35,6 N 60,0 - 60,0 60,0
Lavorazioni di terzi - - - - - - - - - - - - - -
(%) Incidenza - - - - - - - - - - - - - -
Personale dipendente - - - - - - - - - - - - - -
(%) Incidenza - - - - - - - - - - - - - -
Altri costi esterni variabili 351 113 2.374 2.261 N 4.619 4.724 4.664 (60) P 4.850 - 9.514 9.573
(%) Incidenza 2,0 2,0 461,6 (44) P 3 2 2 0 N 2 - 2 2
Totale costi variabili esterni 351 3.504 (142.949) (146.453) P 92.670 146.436 134.674 (11.762) P 150.340 (8.038) 276.975 296.775
Margine di contribuzione 3.840 2.147 143.534 141.386 N 67.608 89.751 70.209 (19.542) P 92.144 8.038 170.391 181.895
(%) Incidenza 91,6 38,0 27.911,2 (2.752,5) P 42,2 38,0 34,5 59,4 N 38,0 - 38,2 38,0
Costi fissi diretti
Personale dipendente 4.105 5.044 15.806 10.762 N 29.153 40.356 40.006 (350) P 20.178 (8.714) 51.470 60.534
Altri costi fissi diretti 4.225 6.738 (1.138) (7.876) P 56.464 53.907 51.673 (2.233) P 26.953 - 78.627 80.860
Ammortamenti Imm. Material i - 76 614 538 N - 606 614 8 N 303 - 917 910
Ammortamenti Imm. Immat.l i - 283 2.167 1.884 N - 2.264 2.167 (97) P 1.132 - 3.298 3.396
Altri acc.ti e sval. Crediti - 4.805 11.532 6.727 N - 11.532 11.532 - - - - 11.532 11.532
Totale costi fissi diretti 8.331 16.946 28.981 12.034 N 85.617 108.664 105.991 (2.673) P 48.567 (8.714) 145.844 157.231
Margine semilordo di contribuzione (4.491) (14.799) 114.553 129.352 N (18.009) (18.913) (35.782) (16.869) P 43.577 16.752 24.547 24.663
Costi indiretti - (0) - 0 N - (0) - 0 N (0) - (0) (1)
Margine Op. Netto Gest.Car. (Ebit) (4.491) (14.799) 114.553 129.352 N (18.009) (18.913) (35.782) (16.869) P 43.577 16.752 24.547 24.664
Gestione finanziaria - (515) (1.406) (891) P (798) (4.118) (7.962) (3.845) P (2.059) 2.000 (8.021) (6.176)
Reddito operativo netto (4.491) (15.314) 113.147 128.461 N (18.806) (23.030) (43.744) (20.714) P 41.519 18.752 16.526 18.488
Gestione straordinaria - - (287) (287) P (173) - 158 158 N - - 158 -
Utile ante imposte (4.491) (15.314) 112.860 128.174 N (18.979) (23.030) (43.587) (20.556) P 41.519 18.752 16.684 18.488
Imposte sul reddito - (827) - 827 N - (6.614) - 6.614 N (3.307) (8.172) (11.479) (9.921)
Risultato d'esercizio (4.491) (16.140) 112.860 129.001 N (18.979) (29.644) (43.587) (13.943) P 38.212 10.580 5.205 8.567
BdgPrechiusuraMese Progressivo
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Tipologie di indicatori
Indicatori economico - finanziaria
Indicatori successo nei rapporti con la clientelab
Indicatori eccellenza dei processi internic
Indicatori apprendimento e sviluppo organizzativod
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L’Albero del ROE
Assume particolare rilievo tra gli indicatori economico finanziari, scomponibile in sub indicatori
ROE
ROI
ROS
Incidenza costi variabili sui
ricavi
Incidenza costi fissi sui ricavi
Rotazione capitale investito
Rotazione capitale fisso
Rotazione capitale
circolante
Crediti commerciali
Magazzino
Debiti commerciali
Indice indebitamento
Indice incidenza gestione extra
operativa
X
X
X
Ro
tazio
ne
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Responsabile divisione
Obiettivi Parametri
1 Risultato economico di competenza Margine controllabile di divisione
2 Attinenti alla gestione scorte Indice di giacenza media delle scorte
3 Attinenti alla gestione crediti Vs. clienti Indice di giacenza media credito Vs. clienti
4 Attinenti ad investimenti di capitale fisso Spesa consuntivata approvata
5 Livello di servizio al cliente Indicatore tempestività consegne
6 Qualità Indicatore puntualità consegne
7 Portafoglio prodotti/mercati % scarti di lavorazione
8 Profilo organico % resi per difetti qualitativi
9 Progetti rilevanti Quota di mercato ( o volumi di vendita)
Copertura posizioni chiave 2° livello
Risultati attesi
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Responsabile produzione
Obiettivi Parametri
1 Efficienza Costi variabili industriali
2 Attinenti alla gestione scorte semilavorati Costi fissi industriali
3 Attinenti a investimenti di capitale fisso Indice giac. media delle scorte di semilavorati
4 Livello di servizio: rispetto a programmi di produzione
Spesa consuntivata approvata
5 Qualità N. Ponderato giorni ritardo/anticipo versamento produzione rispetto al previsto
6 Clima aziendale % scarti e rilavorazioni
7 Profilo organico % assenteismo
8 Progetti rilevanti % ore perse per infortuni
Mix operari diretti/indiretti
Risultati attesi
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Responsabile Acquisti
Obiettivi Parametri
1 Efficienza «interna» Costi del centro
2 Efficienza «esterna» Incidenza costi del centro sul totale acquisti
3 Attinenti alla gestione di scorte di materiali
Prezzo di acquisto per classe merceologica
4 Attinenti alla gestione debiti Vs., fornitori Incidenza di giacenza media materiali
5 Livello di servizio forniture Indice di dilazione media di pagamento
6 Qualità forniture Tempi di consegna
7 Portafoglio fornitori % Rilavorazioni o scarti per difettosità del materiale
8 Progetti rilevanti Audit fornitori per omologazione
N. Fornitori alternativi su acquisti strategici
Risultati attesi
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Responsabile Personale - organizzazione
Obiettivi Parametri
1 Efficienza «interna» Costi del centro
2 Efficienza «esterna» Livelli retributivi per categoria
3 Gestione liquidazioni Fabbisogno finanziario liquidaz. normali ed incentivate
4 Clima aziendale % assenteismo
5 Profilo organico aziendale % ore perse per scioperi
6 Progetti rilevanti Turnover posizioni chiave
Turnover neo inserimenti
Rispetto programmi di formazione
Indice copertura posizioni chiave
Risultati attesi
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Responsabile Amministrativo - finanziario
Obiettivi Parametri
1 Efficienza Costi del centro
2 Attinenti alla gestione del circolante Indice giacenza media crediti Vs. clienti
3 Attinenti all’indebitamento finanziario (composizione e costo)
Indice dilazione media debiti Vs. fornitori
4 Attinenti alla gestione fiscale % debiti finanziaria breve sul tot. Debiti finanziari
5 Attinenti alla gestione della liquidità Tasso di interesse «reale»
6 Livello del servizio Incid. % carico fiscale sul risultato ante imposte
7 Progetti rilevanti Rendimento impieghi di liquidità
Valutazione strutturata utenti su parametri predefiniti
Risultati attesi
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Finalità del reporting
Valutare le performance dei manager1
Informare i manager sull’andamento della gestione2
Reporting valutativo
Reporting informativo
Differenze di contenuto e frequenza
Contenutoa
Scopi difficilmente separabili
Informativo: Accoglie indicatori di variabili non controllabili dall’unità organizzativa purché rilevanti per le decisioni del managerValutativo: contiene solo indicatori di risultato controllabili in modo significativo in relazione alle deleghe
Frequenzab
Informativi: frequenza diversa a seconda della variabile da controllare. (alcuni anche più frequenti)Valutativi: trimestrali o semestrali e fungono da check intermedio in vista della consuntivazione annua.
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Report informativo: Contenuto tipico del report tradizionale
di derivazione contabile1Trae la maggior parte delle informazioni dalla contabilità intesa in senso lato
si basa sugli indicatori2Espressi in valore assoluto ed idonei a monitorare le condizioni di equilibrio economico finanziario della gestione
Pone l’accento sulla redditività della gestione
3
In particolare sul risultato operativo che si basa su:� ricavi di vendita� costi variabili� costi fissi
Evidenzia gli scostamenti rispetto al budget
4li scompone ulteriormente per macro cause (prezzo di vendita, volume di vendita, mix di vendita, prezzo di acquisto, efficienza di impiego, ecc..)
Articolato per sistemi e sub sistemi via via più piccoli
5Per azienda, business, direzioni funzionali, sub funzioni, ecc…
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Enfasi sull’analisi del ROI: Indicatore di sintesi della redditività della gestioneoperativa scomposto nelle sue variabili esplicative
Modello contabile di reporting basato sull’analisi degli scostamenti economici
Profitto programmato a
Budget
Profitto rilevato a consuntivo
∆ profitto
∆ Ricavi e vendite
∆ Costi variabili
∆ Costi fissi
∆ Margine di
contribuzione
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Critiche al modello
Prevalenti informazioni sulla redditività di breve periodo e sulle macro variabilia
Scarsa attenzione alle cause (driver) dei risultati, in ombra le variabili criticheb
Scarsa capacità di monitoraggio precoce, a cose avvenute senza segni premonitoric
Non riflette la struttura strategica (articolaz. per business o aree strat. Affari (ASA)d
Scarsa attenzione ai processi (Abc) e
Scarsamente orientato all’esterno (performance concorrenti – benchmarking)f
Limiti legati alla forma, cadenza temporale scarsa selettività dei datig
Non guida i manager verso obiettivi di lungo periodoh
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Soluzioni
Gli indicatori contabili sono necessari ma non sufficienti. Vanno integrati con opportuni indicatori fisici o non monetari
1
Quadro di controllo caratterizzato dal tentativo di leggere i vari indicatori individuando i nessi di causa ad effetto per costringere i destinatari a concentrarsi sui risultati e sulle cause più significative
2
La ricerca dei driver deve dare congruo spazio alle variabili non direttamente controllabili sia endogene che esogene
3
Strumento utile: � tale da evitare che il destinatario debba compiere per conto proprio lunghi sforzi per
risalire alle variabili critiche o alle cause determinanti dei risultati;� Minimizzare gli sforzi di analisi dei manager� Non da soluzioni ma le agevola producendo informazioni rilevanti e mirate� Reporting per variabili chiave o per fattori critici di successo
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LOGICA DEL REPORTING PER VARIABILI CHIAVE
Parte seconda
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Il CDG per assolvere il suo ruolo deve:
Saper individuare i tipi di indicatori più adatti a monitorare in modo completo le performance dell’azienda e dei vari centri di responsabilità
1
Consentire di risalire alle vere cause dei risultati che misura. Modelli di business performance chiari ed affidabili, capaci di esplicitare le relazioni tra risultati di gestione (effetto) e le variabili più influenti (causa) dando il necessario risalto al fattore tempo
2
Contenuti
Indicatori coincidenti con i parametri obiettivo che responsabilizzano i capi centroa
Indicatori corrispondenti a variabili controllabili dal centro in questione che rispetto ai parametri obiettivo rappresentano dei “performance driver”
b
Indicatori corrispondenti a variabili “interne” influenti sui risultati del centro non controllabili da quest’ultimo ma da altri centri
c
Indicatori di variabili esogene influenti sui risultati del centro ma non controllabili dall’azienda.d
Un buon sistema di controllo deve mettere in condizioni i manager di capire checosa è veramente critico per l’ottenimento di performance proprie e aziendalisia che si tratti di variabili controllabili o non controllabili, sia un fattore internoche esterno
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Indicatori coincidenti con i parametri obiettivo che responsabilizzano i capi centroa
Gli stessi descritti nella lezione 6 – Controllo dei centri di responsabilità e indicatori di performance. Includono sia misure economico finanziarie di gestione corrente, sia indicatori di gestione strategica idonei a segnalare che cosa si stia facendo per ottenere favorevoli performance economico finanziarie future.
Indicatori corrispondenti a variabili controllabili dal centro in questione che rispetto ai parametri obiettivo rappresentano dei “performance driver”
b
Tempo medio di giacenza dei crediti verso clienti “critici” (condizionabile il cash flow del centro XY)
Indicatore controllabile dal responsabile del centro XYNon è su esso che il manager viene valutato (il suo parametro è il cash flow) ma un buon report deve dirigere l’attenzione dal capo centro sull’efficiente gestione dei crediti nei riguardi dei clienti che sono critici per ottimizzare il proprio cash flow.
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Indicatori corrispondenti a variabili “interne” influenti sui risultati del centro ma non controllabili da quest’ultimo ma da altri centri
c
Indicatori di variabili esogene (esterne) influenti sui risultati del centro ma non controllabili dall’azienda.
d
Prezzo di acquisto di materie approvvigionate “centralmente” (condizionante la politica dei prezzi di vendita di una divisione o business unit)
Variabile controllabile solo a livello di direzione centrale dell’azienda. E’ opportuno che appaia nel report della business unit perché ne condiziona i risultati espresso in termini di ROI. Anche se il manager divisionale non può influenzare tali prezzi, deve conoscerne ammontare e dinamica per poter agire meglio sulle altre variabili del ROI che controlla.
Andamento delle vendite raggiunte da clienti “critici” (condizionante il risultato della Direzione Commerciale
Si tratta di un caso in cui è bene che il report accolga informazioni su risultati di gestione di “terzi” ( i clienti più critici) perché se questi navigano in brutte acque (es. il loro fatturato è in forte declino) anche i risultati del centro di responsabilità (il suo fatturato) saranno deludenti
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Numerosità degli indicatori di reporting
Si corre il rischio di sovraccaricare il destinatario di informazioni con il risultato di vanificarne l’utilità o di ridurla grandemente
Lista di parametri obiettivo:
� Economico finanziari� Di successo verso i clienti� Di eccellenza nei processi interni� Di capacità di apprendimento e sviluppo organizzativo� Driver dei parametri obiettivo controllabili� Driver dei parametri obiettivo non controllabili� Variabili esterne
E’ necessario esplicitare il modello di business performance sottostante.Più sono chiari i nessi causali esistenti tra gli obiettivi, e azioni occorrenti
per raggiungerli, più il numero degli indicatori diventa meno rilevante.
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Esempio di contenuti del reporting per indicatori chiave ad uso alta direzione
Variabili gestionali ed esterne Indicatori chiave di misura
Entità di riferimento
Periodicità
1Efficienza approvvigionamenti strategici
Numero indice complessivo di variazione prezzi
F Mensile
Prezzo acquisto materie prime principali
F Mensile
2Efficienza gestione scorte materie prime
Quantità Di scorte materie prime a magazzino
F - D Mensile
Valore
Giorni
3Efficienza gestione scorte prodotti finiti
Quantità Di scorteprodotti finiti a magazzino
F – D - C Mensile
Valore
Giorni
4Efficienza trasporti materie prime
Costo medio per tonn. F Mensile
Costo medio per tonn. Per mat. prima strategica
F Mensile
D = DivisioniF = Funzioni centraliS = Cicli (corrispondenti ai prodotti)
1
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Esempio di contenuti del reporting per indicatori chiave ad uso alta direzione
Variabili gestionali ed esterne Indicatori chiave di misura
Entità di riferimento
Periodicità
5Efficienza trasporti prodotti finiti
Costo medio per tonn./Km via terra mare aria
F Mensile
Indice di riempimento mezzi F - D Mensile
6Efficienza gestione strutturale
Organico totale F - D Mensile
Costi fissi (non di lavoro) F - D - C Mensile
7 Efficienza gestione utilitiesIndice di variazione prezzo dei ciclo utilities
F Trimestrale
8 Portafoglio prodottiFatturato prodotto X/Fatturato divisione A
D (A) Trimestrale
9Gestione investimenti in capitale fisso
Sintesi avanzamento progetti
F Trimestrale
10 Gestione progetti R&SSintesi avanzamento progetti
F Trimestrale
11 Efficacia commerciale
Fatturato (quantità e valore) C Mensile
Prezzo medio ponderato in € per paese chiave
C Mensile
D = DivisioniF = Funzioni centraliS = Cicli (corrispondenti ai prodotti)
2
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Esempio di contenuti del reporting per indicatori chiave ad uso alta direzione
Variabili gestionali ed esterne Indicatori chiave di misura
Entità di riferimento
Periodicità
12 Qualità Reclami per difettiqualitativi in totale per i principali clienti
C Trimestrale
13 Livello di servizio Indice di ritardo spedizioni C Mensile
14 Evoluzione del mercato Tasso di crescita di eventuali prodotti/Paesi/Applicazioni
C Semestrale
D = DivisioniF = Funzioni centraliC = Cicli (corrispondenti ai prodotti)
3
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REPORTING DIREZIONALE E SISTEMI INFORMATIVI AZIENDALI
Parte terza
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DSS Decision Support
System
Attività strategiche
Attività tattiche
Attività Operative
MISManagement Information
System
Il reporting ad uso direzionale si collega al sistema informativo aziendale
Difficilmente strutturabili
Parzialmente strutturabili
Completamente strutturabili
Sistemi di supporto alle decisioni
Sistemi di budgeting e reporting direzionale
Sistemi operativi di elaborazione dati
Sistema informativo automatizzato
Sistema informativo Operativo
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Recepimento dei dati dai sistemi informativi
� Sistemi meno evoluti: si riportano, spesso manualmente, le informazioni tratte da tabulati prodotti dai sistemi operativi su altri supporti elettronici (foglio elettronico)
� Sistemi più evoluti: collegamento attuato tramite la “datawarehouse”
Dati elementari (sistemi informativi
operativi)
Reportingdirezionale
(sistema informativo direzionale)
DWHDatawarehouse
sottosistema del sistema informativo aziendale avente il compito di raccogliere e organizzare i dati per le applicazioni ad uso direzionale sia quelle tipiche del
reporting, sia quelle per i sistemi di supporto alle decisioni DSS
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Collegamento tra sistema informativo direzionale ed operativi
Archivi Operativi
DataWarehouse
Reportingindividuale
DSS
Reporting ufficiale
Dati esterni
Estratti dati
Rielaborazioni individuali
Sistemi Erp
Sistemi Legacy
Procedure e linguaggi di analisi
di dati prestrutturate e libere (Olap, Sql,
Data mining. Ecc..
Area dei sistemi
informativi operativi
Area dei sistemi
informativi direzionali
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Moderne tecnologie informatiche
Olap«On Line Aanalytical
process»
Navigare tra i dati del report
secondo percorsi guidati
Di tipo relazionale
Di tipo verticale
Relazioni causa effetto esistenti tra fenomeno analizzato e fattori
condizionantiAlbero del ROI
Analisi dettagliata di uno stesso fenomeno: ricavi di vendita
secondo viste diverse (clienti, canale, zona, ecc..)
Se è vero che i supportidell’Information tecnologyconsentono di elaborare masse di datienormi, è altrettanto vero che se nonè chiaro quali sono i modelli dibusiness e le specifiche esigenzeconoscitive di ciascuno di essi, leopportunità espresse dai migliorisistemi informativi più o menointegrati rischiano di rimanerequanto meno inespresse.