Il reporter-Impruneta-ottobre 2009

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N elle scorse settimane è arrivato l’atteso annuncio del sindaco: “La cittadella viola nascerà a Castel- lo”. Il verdetto è arrivato dopo mesi di ipotesi e congetture sulla localizza- zione di questo tempio dello sport che dovrà ospitare il nuovo stadio. Il primo cittadino ha però dettato alcune condi- zioni. “Il progetto può smettere di es- sere utopia se si rispettano dei paletti – ha spiegato – il primo è l’evidenza pubblica: io non conosco nessun Co- mune in Italia che regala terreni a sog- getti privati. Il secondo è il fatto che ai cittadini non deve costare un euro; noi siamo partner di questo progetto, e una parte degli utili o meglio ancora dei ricavi, dovrebbe essere destinata a iniziative in collaborazione tra Fioren- tina e Comune per lo sport giovanile. Il terzo punto riguarda i volumi comples- sivi di Castello che non cambiano”. E dunque si riparte da dove ci si era fermati, da quegli ettari della discordia che ancora sono oggetto di un’indagi- ne della magistratura e che un domani saranno la nuova casa della Fiorentina. La decisione per questa collocazione ha incassato plausi: tra le altre c’è sta- ta la soddisfazione di Cesare Prandelli (che finalmente vede più vicina la rea- lizzazione del “suo” centro sportivo ai “campini”) e in casa Della Valle, dopo il cambio ai vertici, è stata ribadita con forza la volontà di andare avanti con l’operazione Cittadella. OTTOBRE 2009 La cittadella si farà a Castello LA NOVITÀ. Stabilita l’area in cui sorgerà anche il nuovo stadio Viaggio nel mondo gay Q ualche settimana fa la cronaca nera (che più nera non si può) ci ha rac- contato di un’aggressione animalesca ai danni di un ragazzo di 26 anni avvenuta in pieno centro. Quel ragazzo è gay e si è ri- trovato la faccia spaccata da un uomo che lo ha pestato sangue. E così anche dalle nostre parti è tornato alla ribalta il proble- ma, serio, delle discriminazioni contro gli omosessuali. E pensare che Firenze negli anni 80 era una delle capitali della movida gay. Come stanno le cose oggi? I locali ad hoc non mancano e richiamano un pubbli- co numeroso, ma la città - raccontano le associazioni - non è sempre aperta come sembra, al punto che qualcuno è ancora convinto che l’omosessualità sia una ma- lattia. PAGG.14-15 PAG.10-11 di Righi-Strappi I n questi giorni a Firenze si fa un gran discutere di dove nascerà la cit- tadella viola! Ogni vero fiorentino ha tre sogni nel cassetto: avere una fiorentina nel piatto, avere una fio- rentina nel letto e soprattutto avere una fiorentina in champions league! Ai primi due sogni, un fiorentino, può anche rinunciare (conosco tanti amici vegetariani per scelta e single per obbligo), al terzo sicuramente NO! La fede calcistica è una cosa seria. Della Valle dice che gli introiti della cittadella viola sono indispen- sabili per rafforzare la Fiorentina. Sono d’accordo, solo mi domando perché accontentarsi? Perché fare solo una cittadella? Già il nome, “cittadella”, dà un che di piccolo, ridotto, sembra un paesino. Cosa ci costruisci all’interno di una cittadel- la? Un circolino! Quello lavora mol- to con le bevute degli amari, i tornei di briscola, qualche caffè corretto: però non mi sembra un grande bu- siness! Con questi soldi l’unico gio- catore che ci puoi comprare è Beppe Furino che ha 72 anni! Osiamo di più: invece della cittadella io pro- pongo una metropoli viola! Faccia- mo qualcosa di megagalattico, che intimorisca anche le altre squadre. Molte partite la Fiorentina le vince- rebbe a tavolino perché dentro una metropoli viola molte squadre si perderebbero e non arriverebbero in tempo allo stadio per la partita! Se vogliamo vincere sicuro, allora la metropoli viola è quello che serve! *Comico Andrea Muzzi* Una megagalattica metropoli viola Dentro l’istituto penale minorile di Firenze, tra problemi quotidiani e vite già difficili REPORTAGE NEL CARCERE DEI MINORENNI PAGG.16-17 A fine settembre Andrea Della Valle si è dimesso dalla presidenza. Ma il progetto va avanti SPORT VIOLA, CAMBIO AL VERTICE PAG.37 I nascondigli di chi tradisce curiosità PAGG.28-29 PAG.3 Aree verdi in vendita, si va verso il rinvio PRIMO PIANO Giorgia Armellini è passata dalla B1 alla D di volley per tornare nella “sua” Impruneta A “CASA” PER VINCERE PAG.38 Un’assemblea più veloce e più aperta ai cittadini: gli obbiettivi di una riforma CONSIGLIO COMUNALE PAGG.8-9 EDIZIONE DI IMPRUNETA • 6.273 COPIE DISTRIBUITE DA Periodico d’informazione locale. Anno III n.57 del 5 ottobre 2009. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 Il Giornale del tuo Comune Affiliato AFFILIATO FI - Campo di Marte 055 0515231 SCIPIONE AMMIRA- TO ultimo piano pano- ramico completamente ristrutturato composto da soggiorno due camere cucina abitabile doppi servizi conclude la proprieta’ ampio bal- cone. EURO 590.000 1013960 AFFILIATO FI - Campo di Marte - 055 0515231 Affiliato Pirelli RE Agency. Ogni affiliato è imprenditore indipendente ed autonomo. Affiliato CAMPO DI MARTE INIZIAMO VENDITE di nuove costruzioni in contesto silenzioso ed immerso nel verde di diverse metrature tutte dotate di terrazza abitabile e box auto Info in agenzia 1013961

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Il reporter-Impruneta-ottobre 2009

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Nelle scorse settimane è arrivato l’atteso annuncio del sindaco:

“La cittadella viola nascerà a Castel-lo”. Il verdetto è arrivato dopo mesi di ipotesi e congetture sulla localizza-zione di questo tempio dello sport che dovrà ospitare il nuovo stadio. Il primo cittadino ha però dettato alcune condi-zioni. “Il progetto può smettere di es-sere utopia se si rispettano dei paletti – ha spiegato – il primo è l’evidenza pubblica: io non conosco nessun Co-

mune in Italia che regala terreni a sog-getti privati. Il secondo è il fatto che ai cittadini non deve costare un euro; noi siamo partner di questo progetto, e una parte degli utili o meglio ancora dei ricavi, dovrebbe essere destinata a iniziative in collaborazione tra Fioren-tina e Comune per lo sport giovanile. Il terzo punto riguarda i volumi comples-sivi di Castello che non cambiano”. E dunque si riparte da dove ci si era fermati, da quegli ettari della discordia

che ancora sono oggetto di un’indagi-ne della magistratura e che un domani saranno la nuova casa della Fiorentina. La decisione per questa collocazione ha incassato plausi: tra le altre c’è sta-ta la soddisfazione di Cesare Prandelli (che finalmente vede più vicina la rea-lizzazione del “suo” centro sportivo ai “campini”) e in casa Della Valle, dopo il cambio ai vertici, è stata ribadita con forza la volontà di andare avanti con l’operazione Cittadella.

OTTOBRE 2009

La cittadella si farà a CastelloLA NOVITÀ. Stabilita l’area in cui sorgerà anche il nuovo stadio

Viaggio nel mondo gay

Qualche settimana fa la cronaca nera (che più nera non si può) ci ha rac-

contato di un’aggressione animalesca ai danni di un ragazzo di 26 anni avvenuta in pieno centro. Quel ragazzo è gay e si è ri-trovato la faccia spaccata da un uomo che lo ha pestato sangue. E così anche dalle nostre parti è tornato alla ribalta il proble-ma, serio, delle discriminazioni contro gli

omosessuali. E pensare che Firenze negli anni 80 era una delle capitali della movida gay. Come stanno le cose oggi? I locali ad hoc non mancano e richiamano un pubbli-co numeroso, ma la città - raccontano le associazioni - non è sempre aperta come sembra, al punto che qualcuno è ancora convinto che l’omosessualità sia una ma-lattia. PAGG.14-15

PAG.10-11

di Righi-Strappi

In questi giorni a Firenze si fa un

gran discutere di dove nascerà la cit-tadella viola! Ogni vero fiorentino ha tre sogni nel cassetto: avere una fiorentina nel piatto, avere una fio-rentina nel letto e soprattutto avere una fiorentina in champions league! Ai primi due sogni, un fiorentino, può anche rinunciare (conosco tanti amici vegetariani per scelta e single per obbligo), al terzo sicuramente NO! La fede calcistica è una cosa seria. Della Valle dice che gli introiti della cittadella viola sono indispen-sabili per rafforzare la Fiorentina. Sono d’accordo, solo mi domando perché accontentarsi? Perché fare solo una cittadella? Già il nome, “cittadella”, dà un che di piccolo, ridotto, sembra un paesino. Cosa ci costruisci all’interno di una cittadel-la? Un circolino! Quello lavora mol-to con le bevute degli amari, i tornei di briscola, qualche caffè corretto: però non mi sembra un grande bu-siness! Con questi soldi l’unico gio-catore che ci puoi comprare è Beppe Furino che ha 72 anni! Osiamo di più: invece della cittadella io pro-pongo una metropoli viola! Faccia-mo qualcosa di megagalattico, che intimorisca anche le altre squadre. Molte partite la Fiorentina le vince-rebbe a tavolino perché dentro una metropoli viola molte squadre si perderebbero e non arriverebbero in tempo allo stadio per la partita! Se vogliamo vincere sicuro, allora la metropoli viola è quello che serve!

*Comico

Andrea Muzzi*

Una megagalatticametropoli viola

Dentro l’istituto penale minorile

di Firenze, tra problemi quotidiani

e vite già diffi cili

REPORTAGE

NEL CARCERE DEI MINORENNI

PAGG.16-17

A fi ne settembre Andrea Della Valle

si è dimesso dalla presidenza.

Ma il progetto va avanti

SPORT

VIOLA, CAMBIO AL VERTICE

PAG.37

I nascondigli di chi tradisce

curiosità

PAGG.28-29

PAG.3

Aree verdi in vendita,si va verso il rinvio

PRIMO PIANO

Giorgia Armellini è passata dalla

B1 alla D di volley per tornare

nella “sua” Impruneta

A “CASA” PER VINCERE

PAG.38

Un’assemblea più veloce

e più aperta ai cittadini:

gli obbiettivi di una riforma

CONSIGLIO COMUNALE

PAGG.8-9

EDIZIONE DI IMPRUNETA • 6.273 COPIE DISTRIBUITE DA

Periodico d’informazione locale. Anno III n.57 del 5 ottobre 2009.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

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2 Ottobre 2009 il giornale del tuo Comune

TAVARNUZZE/1. E il consiglio provinciale aderisce alla battaglia dei residenti e dell’amministrazione

Elettrodotto, si apre uno spiraglio

A fi ne settembre incontro tra il sindaco e i tecnici del ministero

delle Infrastrutture, che si sono detti “disponibili” ad un variante

al progetto. Con l’approvazione di queste modifi che non

sarebbero più costruiti i tralicci perché i cavi verrebbero interrati

Sull’elettrodotto di Tavarnuzze arrivano buone notizie da Roma. A fi ne settembre il sindaco Ida Beneforti ha avuto un incontro nella sede del ministero delle Infrastrutture,

cioè il dicastero che deve dare il via libera all’inter-ramento dell’elettrodotto nel Fosso del Lupo. Quel-la di far passare i cavi sotto terra, facendo a meno di costruire i tralicci, è un’idea che risolverebbe i problemi di impatto sanitario e ambientale dell’ope-ra, Ma, per diventare realtà, quest’idea deve essere tradotta in una variante al progetto iniziale presen-tato da Terna, l’azienda che gestisce la trasmissio-ne dell’energia elettrica sulla rete italiana ad alta e altissima tensione, e già approvato dal ministero. Durante l’incontro a Roma, il primo cittadino di Im-pruneta ha spiegato ai tecnici ministeriali i benefi ci che porterebbe la modifi ca al progetto sollecitata dal Comune, trovando in loro “attenzione e disponi-bilità a valutare un percorso rapido per l’approvazione della variante, pur tenendo conto dei termini di legge”. Insomma, si è aperto uno spiraglio per la soluzione richiesta dai cittadini di Tavarnuzze: da Roma non è arrivato un via libera pieno, ma certamente un “quasi sì”. Il ministero del-le Infrastrutture, tra l’altro, ha preso l’impegno di ribadire in una lettera la disponibilità a ragionare della variante al progetto e a illustrare i tempi mi-nimi necessari. “Sono abbastanza soddisfatta – dice il sindaco Beneforti – perché la strada imboccata è quella che auspicavamo. Certo, noi abbiamo solo dato un suggerimento: la richiesta di modifi ca al progetto deve essere presentata da Terna, ma siamo fi duciosi di un esito positivo della vicenda”. Una soddisfazione condivisa anche dalla Regione Tosca-

na, che insieme al Comune si è impegnata a “pro-muovere tutte le azioni utili a raggiungere i risultati sperati” una volta che il ministero avrà messo nero su bianco il suo via libera. Intanto anche la Provin-cia si schiera con i cittadini di Tavarnuzze che chie-dono di far passare i cavi dell’elettrodotto sotto terra per non costruire i tralicci. Sempre nel mese scorso, il consiglio provinciale ha approvato all’unanimità una mozione presentata dalla commissione Urbani-stica e Ambiente, presieduta dall’imprunetino Remo Bombardieri del Pd. “La mozione – spiega Bombar-dieri – impegna il consiglio a seguire la questione, a farsi carico della situazione e assumere tutte le risoluzioni per arrivare ad un risultato positivo del problema”. Soddisfatte anche le altre forze politi-che. Per Andrea Calò (Rifondazione comunista e Comunisti italiani), “è importante che un’ammini-

strazione provinciale aiuti un Comune a valorizzare un territorio e a sottrarlo da quelle scelte che possono danneggiarlo dal punto di vista ambientale, dal punto di vista energetico, dal pae-

saggistico, morfologico”. Un po’ più critici Nicola Nascosti del Pdl e Riccardo Lazzerini (Sinistra per la Provincia). “Esiste già, con la legge 152 – ricorda Nascosti – uno strumento che offre la possibilità ai cittadini di partecipare alle decisioni. Ogni ulteriore elemento di partecipazione rischia non di tutelare più i cittadini, ma rischia di bloccare le opere di cui si ha bisogno. E questo vale anche per la Tav e per qualsiasi altra cosa”. Lazzerini invece sottolinea che “questo documento doveva già essere stato appro-vato per una regione di tempistica e di problematica contingente. Come Sinistra abbiamo sempre chiesto di arrivare ad un documento condiviso”.

Federico Bausi

Il primo cittadino: Bene così, ma adessola nostra proposta deveessere fatta propria da Terna

C’è un’oasi verde, a Tavarnuzze, dove da qualche tempo vive

un bellissimo drago. E’ fatto tutto di legno e lo hanno costruito i ragaz-zi che frequentano la casa colonica gestita dalla cooperativa sociale “Le Rose”, che si occupa di giovani con defi cit intellettivi non gravi. Il drago di Quintole per le Rose, la strada dove si trova la cooperativa, è nato in uno dei tanti laboratori a cui partecipano questi otto giovani tra i 20 e i 35 anni: da quello ambientale (la cura dell’or-to e del giardino) alla falegnameria alla danzaterapia, all’equitazione e molti altri. “I nostri laboratori – spie-ga Giuseppina Inga, presidentessa dell’associazione – sono ispirati un po’ alle vecchie botteghe artigiane e mirano a intrecciare, con il lavoro m a n u a l e , arte e natu-ra”. Ogni giorno – dal lunedì al ve-nerdì, dalle 9.30 alle 16.30 – se ne svolgono almeno due e ognuno è tenuto da personale lau-reato. Ma le attività non si svolgono tutte entro i “confi ni” dello spazio verde che circonda la casa colonica. I ragazzi fanno teatro, partecipano a eventi come il Festival della Cre-atività a Firenze e d’estate fanno le vacanze insieme. Ormai da qual-che anno, a luglio, vanno a Marina di Bibbona per una quindicina di giorni. “Sono accompagnati da alcu-ni educatori – dice Inga – ma sono

autonomi: per dire, vanno a fare la spesa, la sera escono e vanno a fare una passeggiata o prendono il risciò. D’altronde anche qui, a Tavarnuzze, sono abituati a badare a se stessi e a collaborare con gli altri”. Anche nel-le piccole cose. Per esempio, per il pranzo ognuno di loro ha un compito preciso: a turno c’è chi apparecchia, chi sparecchia e chi pulisce. “Il no-stro obbiettivo – sottolinea la presi-dentessa della cooperativa – è lavo-rare sull’autonomia dei ragazzi e in questo senso ogni momento è buono per imparare, anche il pranzo”. E che la casa colonica di via Quintole per Le Rose sia diventata un punto di riferimento, lo dimostrano le molte collaborazioni che ha allacciato in 17 anni di esistenza (è stata fondata nel

1992): dai progetti in-tegrati con le scuole come quella di Cerbaia, ai laureandi

e laureati della Facoltà di Scienze della Formazione di Bologna che arrivano a Tavarnuzze per fare il praticantato, alla scuola serale per direttori di comunità organizzata dal Comune di Firenze e che si tiene qui. Insomma, è uno spazio allargato e che si allarga. Anche in senso lette-rale, perché ora è in ristrutturazione la tinaia che si trova vicino alla casa colonica, di proprietà della Asl. “Vor-remmo utilizzarla per ospitare delle conferenze”, conclude Inga.

L’oasi dove crescianche se sei grande

TAVARNUZZE/2. La storia della cooperativa “Le Rose”

Otto ragazzi con defi citintellettivo e un obbiettivoda raggiungere: l’autonomia, giorno per giorno

/P.C.

Il Reporterè un periodico di 7 edizioniche mensilmenteviene distribuito da in 192.404 copie

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3IMPRUNETA

URBANISTICA. Quattro punti per affrontare il “caso valorizzazioni”, la polemica più accesa dell’anno

É stata la polemica imprunetina dell’anno, ma chissà che non fi ni-sca con la pace. Negli ultimi mesi si è discusso molto dei due spazi

verdi – uno ai Sassi Neri, l’altro in via delle Fornaci – che il Comune ha messo in vendi-ta per dare respiro ad un Bilancio “stretto” tra le conseguenze della crisi economica e i rigidi criteri del Patto di stabilità interno. E’ nato un comitato di cittadini a difesa delle aree verdi, che all’inizio di settembre si è ad-dirittura accampato con una tenda al parco dei Sassi Neri per opporsi alla cessione delle due aree. C’è stato un consiglio comunale aperto, molto partecipato e “acceso”. E la polemica è poi continuata sui giornali. Ma ora c’è aria, se non di pace, almeno di una proposta di armistizio. Alla fi ne dell’estate che ha visto andare deserte le due aste, la giunta e gli uffi ci comunali hanno aperto una rifl essione sulle cosiddette valorizzazioni, a seguito delle novità contenute nel decre-to anti-crisi varato dal governo Berlusconi. Come anticipato nel numero agostano de Il Reporter, l’amministrazione si è messa a fare dei conti precisi su quali e quante risor-se poteva liberare il provvedimento approva-to dal Parlamento. Adesso questo lavoro di analisi è fi nito e la giunta di Ida Beneforti ha messo nero su bianco i risultati nonché le sue intenzioni sulla questione. Partiamo dai numeri: il decreto anti-crisi ha dato un “respiro” di 480mila euro alle casse comu-nali, grazie ad un alleggerimento di fatto del Patto di stabilità. Per risolvere i problemi, cioè “fare pari”, sarebbe servita la libertà di spendere 1 milione e 700mila euro, ma ciò non toglie – fa sapere l’amministrazione – che 480mila è una cifra “tale da meritare una rifl essione”. Eccola: “ad oggi – si legge nella nota diramata a fi ne settembre – si è aperto solo un modesto spiraglio che potrebbe por-tare a chiudere il 2009 senza le valorizzazio-ni e concedere un tempo, anche se limitato, per valutarne alcuni miglioramenti, anche se le valorizzazioni restano per il futuro neces-sarie a garantire la realizzazione degli inter-

venti in corso e di quelli non procrastinabi-li”. Dunque, cosa ne sarà delle aree verdi? La risposta della giunta sono quattro punti. Primo, “per il 2009 potrebbe essere suffi cien-te per il rispetto del patto anticipare la ven-dita dei locali ex Coop (ammesso che l’asta non vada deserta) con l’aggiunta dei 480mila euro del decreto, anche se ciò comportereb-be il posticipo di alcuni pagamenti al 2010, con conseguente appesantimento del piano di spesa del prossimo anno”. Quindi, secondo

punto, “le valorizzazioni rimarrebbero co-munque necessarie nel 2010, per coprire un piano di spesa che dopo l’anticipazione della vendita dell’ex Coop e lo slittamento dei pa-gamenti dal 2009 presenta forti criticità”. Il terzo punto è una mano tesa verso i cittadini che abitano vicino alle due aree verdi: “la si-tuazione odierna – spiegano dal Comune – potrebbe aprire un piccolo varco, nel mese di ottobre, per valutare con i cittadini residenti, qualora siano interessati, la possibilità di al-

cune modifi che al piano delle valorizzazioni, se queste potranno slittare al 2010”. Al quar-to e ultimo punto c’è una sorta di postilla, però fondamentale. “Qualora il bando per la vendita dell’ex Coop andasse deserto o non si trovassero punti di accordo con i residenti, l’amministrazione comunale procederebbe allora così come stabilito dal piano in vi-gore”. Sarebbe a dire che i due spazi verdi tornerebbero subito in vendita. Per ora, però, tutto o quasi è possibile. Anche la pace.

Verde in vendita, il piano del Comune

Paolo Ceccarelli

La cessione delle aree

dei Sassi Neri e via delle

Fornaci sarà (forse)

rinviata al 2010. Intanto

l’amministrazione apre

ad “alcune modifi che”

da valutare con i

cittadini

La zona dei Sassi Neri

L’EVENTO

Com’era Impruneta e cosa succedeva una volta in paese, più precisamente tra

il 1888 e i giorni nostri? La Società Corale può dare risposte abbastanza precise e adesso anche mostrarcele: in occasione della Fiera di San Luca (vedi pagina 5 de Il Reporter) ha organizzato una mostra, intitolata appun-to “C’era una volta... all’Impruneta”, in cui sono esposte fotografi e e vengono ricreati ambienti del periodo compreso tra il 1889 e il 1929. L’obbiettivo della Corale è da sempre quello di preservare e promuovere il patrimo-nio storico-culturale di Impruneta, e in que-sto senso va anche il tentativo di riprodurre

gli ambienti domestici degli anni che hanno segnato il passaggio tra due secoli e forse an-che tra due concezioni del mondo. E le foto sono eccezionali documenti su mestieri, per-sonaggi, situazioni e feste dello stesso perio-do. L’inaugurazione della mostra, avvenuta il 12 ottobre, è stata anche l’occasione per pre-sentare la targa commemorativa “Largo delle trecciaiole” realizzata in terracotta da Tullio Del Bravo, in onore ad un mestiere che ha fatto la storia anche di Impruneta. Ma, come detto, la Società Corale porta alcune preziose testimonianze anche del periodo successivo al ’29, e infatti ha preparato e ora presentato

uffi cialmente un cd fotografi co che parla del-la sua storia tra il 1888 e il 2008. Un lavoro, realizzato con il contributo del Comune, che raccoglie più di 300 foto e testi di rilevanza storica e culturale, oltre a testi di Ferdinan-do Paolieri, scrittore, poeta e commediografo vissuto tra il 1878 e il 1928 che ambientò al-cune delle sue storie letterarie proprio all’Im-pruneta. La mostra fotografi ca sarà visitabile fi no a domenica 18 ottobre, giorno di chiu-sura della Fiera di San Luca. L’orario è: tutti i pomeriggi fi no alle 23; martedì giovedì e domenica anche la mattina a partire dalle 10 e sempre fi no alle 23.

Una mostra fotografica sul periodo storico tra il 1889 e il 1929

La Società Corale racconta “C’era una volta all’Impruneta”

/F.B.

29 ottobre, cinema teatro del Circolo ri-creativo di Tavarnuzze. Saranno presenta-ti due libri sulla storia e il futuro della fra-zione: alle 19 il presidente della Provincia Andrea Barducci e l’assessore regionale al Territorio Riccardo Conti introdurrano la presentazione del volume di Lucia Lorini “Dal villaggio al paese. L’espansione edizi-lia di Tavarnuzze”. Dopo il buff et, alle 21.15 sarà invece la volta di “Tavarnuzze fra pre-sente e futuro. Progetti di riqualifi cazione” a cura del Comune. Saranno presenti tra gli altri il sindaco Beneforti, il vicesindaco Buccianelli e l’assessore Bombardieri.A partire da novembre, corso per soccor-ritore livello base organizzato dalla Pub-blica assistenza di Tavarnuzze: lezioni una volta la settimana per tre mesi. Iscrizione gratuita telefonando allo 055.20222848 novembre, Pubblica Assistenza di Tavarnuzze. A partire dalle 15.30 festa dell’associazione con bruciate, vino nuo-vo, bruschette e altro. Alle 18 animazione con balli caraibici, poi la presentazione del nuovo sito internet e per fi nire karaoke.

Libri, corsi e festeTutti gli appuntamenti

TAVARNUZZE/3

Anno III n. 57 del 5 ottobre 2009

Il Reporter di Impruneta raggiunge 6.273

famiglie nel Comune di Impruneta

4 Ottobre 2009 il giornale del tuo Comune

morte, 57 anni dopo. E’ la storia di Cesare che, per non far chiudere la falegnameria messa in piedi dal nonno, a 17 anni chiese al tribu-nale l’autorizzazione a diventarne il titolare. Ed è la storia di Mauro Poggi, Piero Bencini e Wladimiro Giuliani, che sono entrati in botte-ga da ragazzi e oggi sono i tre soci della falegnameria che fu fondata da Beppe Vegni nel 1892. Una vi-cenda, quella dell’azienda che oggi ha sede in via Europa, che viene da

lontano ed è arrivata molto in alto. Nel senso letterale del termine. Avete presente il palo di legno che sta sulla sommità del campanile di Giotto? Ecco, è opera loro. E non è l’unica che riguarda piazza Duo-mo, perché la falegnameria Vegni ha ricostruito le controporte di Santa Maria del Fiore, la sagrestia vecchia distrutta dall’alluvione del ’66, alcune librerie e altro ancora. “Adesso stiamo rifacendo le fi ne-stre del Battistero”, spiega Cesare Vegni che, dopo aver lasciato tutte le quote ai “tre ragazzi che ho vi-sto crescere”, ora è un po’ il grande vecchio della situazione. (“Mah, più che altro mi sento il grosso vecchio...”, scherza allundendo alla sua stazza). Il Duomo è un cliente affezionato della falegnameria: una collaborazione che va avanti da 30 anni, così come quella con diverse parocchie. Ma al di là dei clienti importanti e delle grandi commes-se, quanto è diffi cile mandare avan-ti l’attività oggi, al tempo di Ikea? “Per la verità non lo è – risponde Vegni – nel senso che, anche in un momento di grande crisi come que-sto, noi abbiamo tanto lavoro. La formula giusta è mettere insieme il vecchio lavoro manuale e le tecno-logie. E’ chiaro che chi si rivolge a noi vuole molto di più di quello che può trovare a Ikea”. Mauro, uno dei tre soci, è convinto che “ci sia posto per tutti. Ovviamente – spiega – noi puntiamo a differenziarci sceglien-do sempre e comunque la qualità, senza scendere a compromessi col mercato”. L’obbiettivo, dice, “è fare sempre meglio”. A partire

Questa è la storia di Giuseppe, detto Bep-pe, che mise bottega in piazza Buondel-

monti 107 anni fa. Per tutta la settimana faceva il falegname, ma il sabato e la domenica dava una spazzata al locale, metteva una tenda e diventava barbiere, per arrotondare un po’. E’ la storia di Michele, suo fi glio, che entrò in bottega giovanissimo nel 1905 e non la lasciò fi no al giorno della

ARTIGIANATO. Un viaggio nel mondo delle “botteghe” che sono attive in città e nelle varie frazioni

I falegnami di Santa Maria del Fiore

Paolo Ceccarelli

La sagrestia vecchia e le controporte del Duomo di Firenze sono

opera loro. La storia della falegnameria Vegni, iniziata nel 1892

con un signore che per arrotondare faceva anche il barbiere...

dalle piccole cose. Come dimostra l’aneddoto raccontato da Vegni, che dà anche l’idea del clima che si respira in questa falegnameria. “Qualche anno fa – dice – si pre-

senta una signora anziana con un vecchio soffi etto in mano, dicendo che le si è rotto il manico. Mi sono messo subito a farne uno nuovo, mi piace troppo lavorare con il legno”.

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E quattro. Il rione delle Sante Marie ha vinto anche quest’an-no la Festa dell’Uva, dopo essersi aggiudicato già le edizio-

ni 2006, 2007 e 2008. D’altronde l’avevano detto, che non erano “sazi” e avrebbero puntato di nuovo al massimo traguardo. “E’ chiaro che tutti si aspettano da noi qualcosa di stupefacente – aveva dichiarato il mese il vicepresidente Nicola Subbi – ma noi manteniamo i piedi per terra. Certo proveremo a confermarci...”. Così è stato e l’83esima Festa, che si è tenuta il 27 settembre scorso, l’hanno conquistata grazie al carro “Acqua Vitae” – anzi i carri, visto che erano tre: il racconto ambulante della storia d’amore tra acqua e terra dalla quale nasce la vite e di conse-guenza il grappolo d’uva. A raffigurare tutto questo, una conca di terracotta, un mulino ad acqua e una botte, simbolo rispetti-vamente della terra, dell’acqua e del vino. La coreografia è stata

inscenata da 300 figuranti. Ma forse è giusto dire che, più che vinto, le Marie hanno stravinto: la giuria, composta da quaran-ta non-imprunetini, ha premiato sia il messaggio allegorico che l’impianto coreografico assegnando ben 256 punti ai mariani, contro i 199 del secondo classificato Pallò, i 182 delle Fornaci (terzo), i 123 del Sant’Antonio (quarto). Da segnalare che con questa vittoria, le Sante Marie staccano le Fornaci nell’albo d’oro: prima del 27 set-tembre entrambi i rioni erano ultimi con undici vittorie a testa in ottantatre anni di Festa, ma adesso i Mariani si sono portati a dodici e possono iniziare a “guardare” il Sant’Antonio, fermo a diciotto vittorie da qualche anno. Certo, sei distanze sono tantis-

sime, perché corrispondono ad altrettante edizioni della Festa, ma è anche vero che nel 2006 chi avrebbe scommesso sul poker delle Marie? Resta invece irraggiungibile il Pallò, che guida la classifica storica con ben ventisette vittorie e anche quest’anno

si è dimostrato competitivo piazzan-dosi secondo, dopo il terzo posto del 2008 e ancora i due secondi posti consecutivi nel 2006 e 2007. Ma, al di là della competizione tra i rioni, c’è da ricordare l’ulteriore conferma

del successo che questa Festa, sopravvissuta a cambiamenti epo-cali come la caduta del fascismo, la guerra e ora la globalizza-zione, continua a registrare: quest’anno circa ottomila persone hanno assistito alla sfilata dei carri.

Festa dell’Uva, le Sante Marie vincono e fanno quaternaCOM’E’ FINITA? Gli sviluppi della notizia più importante raccontata nel numero del mese scorso de il Reporter

/F.B.

I mariani totalizzano 256 puntie staccano il rione del Pallò (199).Ottomila spettatori in piazza

Si racconta che nacque per sfamare i pellegrini in visita al Santuario di Santa Maria. Dopo camminate lunghe chilometri, e con la prospettiva di farne

altrettanti per tornare a casa, avevano bisogno di cibo e così in paese iniziarono ad arrivare quel-li che oggi chiameremmo venditori ambulanti. Ma c’è anche chi ricorda che Impruneta era a metà strada del percorso compiuto in autunno dai pastori per migrare dalle valli dell’Appen-nino alla Maremma, la loro casa in inverno. I pastori si fermavano in paese per tirare il fi ato durante il lungo viaggio, e coglievano l’occa-sione per vendere un po’ i loro prodotti (latte, formaggio) e comprare ciò di cui avevano biso-gno (scarpe, vestiti e strumenti). E col tempo si è “istituzionalizzata” come fi era del bestiame. Sia come sia, su una cosa non ci sono dubbi: la Fiera di San Luca è una festa millenaria e ogni anno gli imprunetini la ritrovano lì, nel centro della città. Il 2009, naturalmente, non fa ecce-

zione. E, come sempre, il programma prevede una settimana tonda di festeggiamenti: l’inau-gurazione è avvenuta domenica 11 ottobre con il mercato enogastronomico e la chiusura è pre-vista per il 18 ottobre. I sette giorni, organiz-zati dall’associazione Fiera e dalla Pro Loco, saranno scanditi dagli appuntamenti canonici. Dal Fierone ai Sassi Neri di martedì al Palio di San Luca, la corsa dei cavalli, giovedì 15 ot-tobre, fi no al mitico tiro alla fune tra i quattro rioni (venerdì sera). Domenica 18 conclusio-ne, sempre con il mercato enogastronomico e il torneo di calcio tra i rioni “Memorial Ivano Torrini”. “E non mancherà il luna park in piaz-za Accursio da Bagnolo né il classico girraro-sto dei polli in piazza”, spiega Paolo Andreoni della Pro Loco, che organizza la festa insieme all’associazione Fiera di San Luca. A proposi-to, ma mettere in piedi un evento del genere, oggi nel 2009, quanto è diffi cile? “Sempre di più – risponde il presidente dell’associazione

Fiera Renato Merluzzi – perché questa non è la fi era di Scandicci o Terranuova Bracciolini, e lo dico con tutto il rispetto. Quella dell’Impruneta è rimasta più legata alla tradizione”. E le rigide norme igieniche, per esempio, a volte cozzano un po’ con la dimensione ancora paesana che è

la grande particolarità della Fiera. “Sono regole giustissime – tiene a specifi care Merluzzi – ma il problema è l’applicazione. Non si può trattare questo tipo di sagre come se fossero le mega-feste”. Buona fi era, comunque. “E’ l’occasione per tornare un po’ bambini, una volta all’anno”

Una settimana di mostre, mercati e giochi tra piazza

Garibaldi e i Sassi Neri. E’ la grande festa del paese che

va avanti da mille anni, senza neanche un’interruzione

E’ San Luca, mille di queste fi ere

Franco Buti

EVENTI. In programma dall’11 al 18 ottobre. “Così una volta l’anno si può tornare bambini”

E’ in programma l’apertura dello SPORTELLO SOCIO SANITARIO presso il quale

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nitario Nazionale con particolare riguardo alle problematiche degli anziani.

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Lunedì ore 16/18 (2° e 4° lunedì del mese presenza

di un incaricato CGIL per vertenze lavoro).

Martedì ore 9/11

Giovedì ore 9/12 (Il secondo ed il quarto giovedì del mese riceverà previo appun-

tamento un funzionario INCA per tutto ciò che riguarda pratiche pensionistiche)

Sabato ore 9/11

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6 Ottobre 2009 il giornale del tuo Comune

Da ottobre, nella biblioteca di piazza Buondelmonti, ce ne sarà per tutti i gusti. Per grandi e per piccini, per lettori accani-

ti e chi legge poco o pochissimo. Dall’inizio del mese, e fi no al 7 novembre, ogni sabato mattina ci saranno le letture animate per bam-bini (in età scuola elementare): dalle 10 alle 12 burattini e pupi di Stac racconteranno le storie contenute nei libri. Lunedì 19 ottobre sarà invece il debutto di un appuntamento de-dicato alle persone con più di sessanta anni: “L come libri”, letture dedicate a chi non ha avuto tempo, o modo o voglia, di legge-re molto. Ogni lunedì e venerdì, dalle 10 di mattina, l’ex preside Cesare Cristofolini leg-gerà e commenterà i classici della letteratura moderna e contemporanea. L’iniziativa andrà avanti fi no a maggio e gli autori presi in esame da Cristofolini saranno quattro o cinque. “Sia le letture animate per bambini che “L come

Una biblioteca per grandi e picciniCULTURA. Tutti i numeri della struttura di piazza Buondelmonti: patrimonio, prestiti, presenze

Federico Bausi libri” – dice l’assessore alla Formazione Fran-cesca Buccioni – sono due appuntamenti che ribadiscono come la biblioteca voglia essere il luogo di tutti e per tutti. Nel caso dei bimbi può diventare davvero la porta d’accesso al mondo della lettura, mentre l’appuntamento con Cristofolini può costituire una sorta di momento della riscoperta. Per questo l’invito personale, e sottolineo personale, che rivolgo a tutti è quello di partecipare a questi eventi”. E che la biblioteca imprunetina sia importante per la vita del paese lo dimostrano i numeri. Il suo patrimonio è di oltre 31mila volumi. Il tempo di attesa per i libri che non sono in disponibilità è tre/quattro giorni: il sistema bibliotecario dell’aria fi orentina, Sdiaf, conta su più di un milioni di titoli e per tre volte la settimana porta i libri richiesti a destinazione. L’ultimo bilancio disponibile della biblioteca è quello aggiornato al 31 dicembre 2008, anno in cui ci sono state 18.531 presenze, con 216 nuovi iscritti. Negli ultimi tre anni, poi, la me-dia delle presenze giornaliere è stata intorno alle 70 persone. L’anno scorso i prestiti sono stati 9.665 (la media è tra i 40 e i 50 al gior-no), mentre i nuovi testi acquisiti sono stati 1.923 di cui 243 per l’infanzia e quelli scartati perché non più attuali circa un migliaio. Da segnalare anche il buon catalogo per perso-ne non vedenti, con 100 audio-libri, e i 323 documenti in lingua straniera, che dopotutto non sembrano così pochi per una realtà pic-cola come l’Impruneta. Se qualche “novizio” vuole fare un salto in biblioteca, si ricordi che – dal 14 settembre scorso – è entrato in vigore l’orario invernale: il lunedì e il venerdì è aper-ta dalle 14 alle 19, il martedì dalle 9 alle 13, mentre il mercoledì e il giovedì l’apertura è doppia, la mattina 9-13 e il pomeriggio 14-19.

Da ottobre via alle

letture animate per

bambini, con burattini

e pupi di Stac, e quelle

commentate per le

persone con più di

sessant’anni

L’entrata della biblioteca

• CENTRALINO COMUNE055 203641

• SEGRETERIA DEL SINDACO055 2036468

• UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICOIMPRUNETA 800 475701 - 055 2036635TAVARNUZZE 055 2372153

• SEGRETERIA GENERALE, MESSI055 2036620 639

• ANAGRAFE055 2036433-2

• STATO CIVILE, LEVA055 2036424

• UFFICIO ELETTORALE055 2036440

• UFFICIO DI DIREZIONE055 2036447-456

• SVILUPPO ECONOMICO055 2036627

• POLIZIA MUNICIPALE055 2011290

• PUBBLICA ISTRUZIONE055 2036482

• SOCIALE055 2036485

• BIBLIOTECA055 2036404

• SUAP055 2372130

• GESTIONE DEL TERRITORIO055 2372132

• SPORT E CULTURA055 2036408

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8 Ottobre 2009 il giornale del tuo Comune

ITALO SIDDUpensionato, 69 anni

“I nostri politici dovrebbero occuparsi di più della manuten-zione della città, da quella dei tombini a quella dell’ambiente in generale. Certe strade, come via del Desco, sono così poco curate che le erbacce crescono dappertutto: escono perfi no dai tombini. E poi i ristagni d’acqua, specialmente d’estate, attirano eserciti di zanzare. Chi deve fare la disinfestazione?”.

“Si occupino piùdella manutenzionedelle strade”

SIMONE TOPPIdisoccupato, 38 anni

“Ai consiglieri comunali dico: il trasporto pubblico va miglio-rato, sia all’interno del paese che nei collegamenti esterni. Io, per dire, lavoravo al Ferrone e l’unico modo di raggiungerlo era prendere la macchina. Ma non lo dico solo per quelli come me, che un modo per spostarsi alla fi ne lo trovano, quanto piuttosto per gli anziani che hanno più diffi coltà”.

“Il trasportoè il primo nododa sciogliere”

CRISTINA DE SANTIfarmacista, 38 anni

“Vorrei che trovassero il modo per fare più spazi per bam-bini e persone anziane. Poi sentiamo la mancanza di un tra-sporto pubblico effi ciente che colleghi il paese a Impruneta, e a scontarla sono sopratutto i più giovani che rischiano di rimanere un po’ isolati. E le frazioni: alcune, come i Bottai, sembrano lontane un po’ da tutto e da tutti”.

“Cari consiglieriservono più spaziper i bambini”

POLITICA. Una riforma per rendere il consiglio comunale più veloce, concreto e aperto

L’assemblea imprunetinavuole aprirsi ai cittadini

Nelle stanze del Palazzo comunale è in corso una rivoluzione. Forse pic-cola, apparatentemente lontana dalla vita di tutti i giorni e quasi “scono-

sciuta”, nel senso che pochi – oltre ai politici e agli addetti ai lavori – se ne sono accorti. Ma in realtà si tratta di un cambiamento importante, perché riguarda uno dei luoghi dove si prendo-no le decisioni sul futuro del paese: il consiglio comunale. Da sei mesi si sta discutendo di una riforma del regolamento dell’assemblea impru-

netina. Può suonare come una questione tecnica che interessa solo ai 21 consiglieri comunali, ma non è così. Primo, perché le modifi che al rego-lamento puntano a dare modo di affrontare più argomenti della vita cittadina in una sola sedu-ta. Secondo, perché la riforma riguarderà anche i cosiddetti “consigli comunali aperti”, quelli in cui i cittadini possono prendere la parola. “Oggi questo genere di sedute non è regolamentato – spiega il presidente del consiglio Dino Lotti – e le norme che introdurremo serviranno proprio a favorire la partecipazione dei cittadini”. E poi i consigli aperti sono già previsti in quasi tutti gli altri Comuni dell’area fi orentina. “Inoltre voglia-

mo velocizzare i tempi del consiglio – continua Lotti – in modo da dibattere un maggior numero di temi. Oggi la presentazione e la discussione di una sola interrogazione dura mezz’ora. Se si considera che il tempo dedicato alle interpellanze dovrebbe essere un’ora, si capisce perché abbia-mo bisogno di questa riforma”. Per cambiare il regolamento è al lavoro una commissione specia-le composta da alcuni consiglieri e presieduta a turno da un membro dell’opposizione e ora da uno della maggioranza. “Ci riuniamo una vol-ta la settimana – dice l’attuale presidente della commissione, Alessio Calamandrei del Partito democratico – e ci siamo impegnati informal-

Paolo Ceccarelli

Il Palazzo comunale di Impruneta

MADDALENA 29enne libera, credevo di aver trovato l'amore ed invece era sono unabbaglio. Ti vorrei libero, piacevole, sincero, ed interessato ad una amicizia che possasfociare in amore.EMMA 35 anni, nubile, senza figli, impiegata, amo la vita, l'ottimismo, non mi mancaniente. E' arrivato il momento di mettere l'amore in primo piano. Cerco uomo adulto,maturo e di livello per amarsi e formare una famiglia.SOFIA 39enne, impiegata. Cerco un uomo interessante ed affascinante, magari anche belloe benestante. Credo che se si vive bene ed in tranquillita', la vita sia bella e divertente.Voglio essere viziata e coccolata in tutti i sensi!NADIA 53 anni, buona presenza, separata, figli cresciuti, libera di scegliere l'uomo chesappia sorprendermi, romantico, intelligente, raffinato, intenzionato a conoscere una donnacon líesigenza di un vero amore.GIULIA 58enne, divorziata, indipendente. Sono una donna molto attiva, adoro viaggiare eballare. Cerco un signore 57/65enne, con buon carattere, alto, curato, brillante per unaintensa relazione fatta di dare e avere, di gioia e di spensieratezza.LOREDANA 63 anni, vedova. Sono una super-nonna, amo il teatro, ballare, tenermisempre attiva. Cerco un compagno semplice, dolce ed accogliente.ELENA 63 anni, forte presenza, carattere deciso. Ho un lavoro impegnativo che pero' milascia molto tempo libero, tempo che vorrei dedicare ad un uomo speciale: romantico,determinato, con forte carisma.

ALDO 34 anni, molti interessi e progetti da realizzare, amici con cui parlare. Amo viaggiare,leggere, ascoltare musica, parlare, apprezzo la buona cucina, sono allegro, dinamico,positivo. Ti cerco dolce, comprensiva ed affettuosa, per creare il nostro mondo d'amore.CLAUDIO 36enne, impegnato in una azienda agricola, amo la campagna e le cose semplici.Cerco una ragazza sportiva, seria, educata, di sani principi, amante della campagna e deglianimali per un amore di grande valore.AMEDEO 49enne, separato, sportivo. Ho sofferto per la fine del mio matrimonio ma ora ilmio spirito è rinnovato. Voglio al mio fianco una donna leale, sincera, per creare unrapporto genuino.GIACOMO 52enne, separato. Cerco una compagna con cui condividere la tranquillità dellacasa e della coppia, seria, semplice, che abbia voglia di vivere.ETTORE 56 anni, giovanile, romantico, lavoro in proprio, amo la natura e gli animali, mipiace stare con le persone che hanno qualcosa da dire e da dare. Cerco signora con buonivalori, semplice ma di profonda interiorità, motivata a costruire qualcosa di meraviglioso.RENZO 58 anni, bella presenza, in pensione, ma con mille interessi. Ti cerco complice epassionale, compagna per una vita ancora lunga e da passare insieme. Se anche te sei separatao divorziata, straniera, con figli, ma hai voglia di rimetterti in gioco, cercami!LIVIO 63 anni, socievole ed estroverso, so anche cavarmela da solo. Tuttavia mi mancamolto una partner con cui confrontarmi, dialogare e condividere i diversi momenti dellagiornata. Cerco una donna che voglia vivere intensamente l'esperienza di coppia in un climadi comprensione e rispetto.

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9IMPRUNETA

SILVANO SERACINIpensionato, 81 anni

“Sinceramente non ho quasi nulla da rimprovere ai nostri rappre-sentanti. A Impruneta vivo molto bene e non mi sembra manchi niente. Magari la pulizia di strade e marciapiedi, questo sì, ma non mi sembra un problema solo di Impruneta... Poi credo anche che tante cose si possano fare meglio, ma immagino che gli am-ministatori facciano il massimo. E’ che tutto non si può avere”.

“Stannolavorandobene e si vede”

ANTONELLA FANICCHIcasalinga, 48 anni

“Dovrebbero prendere più di petto il problema della pulizia delle strade: alcune sono davvero poco curate, con l’erba che cresce ai lati e trattiene i rifi uti, come le lattine, lasciati da qualche maleducato. Tra l’altro a volte questa situazione causa dei piccoli allagamenti quando piove, perché i tombi-ni sono un po’ ostruiti dal sudicio”

“Più confrontosu come puliree curare le strade”

Le modifi che diventeranno realtà entro la fi ne

di febbraio. Nel frattempo Il Reporter è andato

a chiedere ai residenti: “quali temi dovrebbero

affrontare più spesso i consiglieri?”

mente a presentare una bozza di nuovo regolamento entro dicembre. L’obbiettivo uffi ciale è arrivare alla delibera fi nale en-tro la fi ne di febbraio, ma speriamo di fare prima”. Massimo Bisignano di Obbiettivo Comune fa un esempio di cosa non va del consiglio di oggi: “attualmente – dice – le interpellanze vengono discusse anche sei mesi dopo la loro presentazione. Si tratta di una situazione inaccettabile che svilisce il ruolo del Consiglio e le aspettative dei cittadini”. Qualche novità, comunque, è già stata introdotta. Durante la prima as-semblea dopo le vacanze estive, i consi-glieri hanno potuto presentare le cosiddette “domande d’attualità”: quesiti brevi, su un problema specifi co e appunto attuale, a cui la giunta deve rispondere subito. Un altro strumento che dovrebbe servire a parlare di più i temi concreti della vita degli im-

prunetini – la buca che si è aperta da poco in una strada, solo per fare un esempio – e meno di “massimi sistemi”. “Stiamo lavo-rando per dare ai cittadini un consiglio che risponda più velocemente alle loro istanze – dice Marco Pesciullesi del Popolo delle Libertà – e che soprattutto costi meno. Per questo stiamo provando a passare dal ma-teriale cartaceo a quello telematico, ma ciò prefi gura un maggiore lavoro degli uffi ci per digitalizzare gli atti, cosa per ora non prevista”. Per Marco Mazzetti della Sini-stra, “l’importante è riuscire a snellire le procedure senza perdere la qualità del con-fronto”, anche se il primo obbiettivo resta una assemblea più vicina agli imprunetini. “Approvato il nuovo regolamento – con-clude Mazzetti – le risposte alle questioni sollevate dai cittadini arriveranno prima rispetto ad oggi”.

LAVORI IN CORSO

BOTTAIproseguono i lavori per la realizzazione del nuovo parcheggio: è in corso

la parte relativa alla costruzione della nuova pensilina in calcestruzzo per i

mezzi di trasporto pubblici

IMPRUNETA riprendono i lavori per il completamento del I lotto della Circonvallazione

in corso i lavori di interramento delle linee a media tensione collegate alla

realizzazione del nuovo elettrodotto a 380 kV: attualmente interessano via

Valiano e via Fabbiolle

TAVARNUZZEproseguono i lavori sull’area Cecchi per l’esecuzione del progetto di bonifica,

compreso il consolidamento dell’argine necessario per l’asportazione del

terreno

VIA PONTE A IOZZIchiusura di un tratto della strada per la modifica e allargamento della sede

stradale tra il sottopasso e l’accesso al cantiere autostradale superiore

VIA QUINTOLE PER LE ROSElavori per la realizzazione della stazione relativa all’interramento dell’elettro-

dotto a 380 kV: due tratti a senso unico alternato, con semafori. Inizio dal

mese di ottobre

CANTIERI CONCLUSI

VIA COLLERAMOLEriaperta in anticipo rispetto ai tempi previsti, a conclusione dei lavori di con-

solidamento necessari per l’esecuzione della galleria del bypass del Galluzzo

VIA SAN CRISTOFANOprossima la riapertura a conclusione dei lavori di rifacimento

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attualità

Soddisfazione di Cesare Prandelli, che fi nalmente vede più vicina la realizzazione

del “suo” centro sportivo ai “campini”, e del presidente del Quartiere 5.

Cambio ai vertici viola, ma Diego Della Valle ribadisce l’impegno ad andare avanti

URBANISTICA/1. La decisione dell’amministrazione ha raccolto consensi piuttosto diffusi

È quiete dopo la tempesta:la nuova collocazione piace

Il dado è tratto, Castello ospiterà la Cittadella viola. Dopo mesi di tira e molla, di dichia-razioni inseguite da smentite, di incontri e riunioni, adesso che i 168 ettari di terreno

al confi ne con il Comune di Sesto cominciano a riassestarsi dopo il terremoto dell’inchiesta giudi-ziaria, peraltro ancora aperta, si intravede l’uscita dall’empasse. Tutto a posto dunque? Pace fatta tra la città e la Fiorentina, intesa come società? Le cose non sono così semplici. Tant’è vero che solo pochi giorni dopo la “sentenza” del sindaco sulla collocazione del nuovo stadio Andrea Della Val-le ha abbandonato la poltrona di presidente della società gigliata, lasciando il posto ad interim al fedele Mario Cognigni, già dirigente viola. Una reazione giustifi cata dall’ormai ex presidente con il “clima non più condiviso attorno al progetto della Fiorentina”, in una lunga lettera ai tifosi, in

cui si avanzava addirittura l’ipotesi di una possi-bile cessione della squadra. “Se si ritiene che ci sia qualcun altro più adatto di noi a portare avanti questo progetto, si faccia avanti ora, siamo pronti a farci da parte e consegnargli la Società, se questo è quello che serve”. Ci ha pensato il fratello mag-giore Diego a rimettere a posto i cocci nei giorni successivi, smentendo un’imminente vendita. E ribadendo con forza l’impegno a portare a ter-mine l’operazione Cittadella. Un progetto da un miliardo di euro circa, che la Fiorentina è disposta a investire, alla faccia di quel “partito trasversale dei rosicatori” verso il quale lo stesso DDV non si è riguardato a lanciare strali infuocati. Un partito che non coinvolge il Sindaco. “Sono cose tra indu-striali – dichiara Matteo Renzi – l’amministrazio-ne ha fatto tutto quello che poteva”. A confermare i rapporti distesi tra Comune e società gigliata ar-riva anche l’assessore allo Sport Barbara Cavan-doli, sottolineando che “il cambio al vertice non modifi ca le intenzioni in merito al nuovo stadio”.

In mezzo a tutto ciò rimane la soddisfazione di Cesare Prandelli, che fi nalmente vede più vicina la realizzazione del “suo” centro sportivo ai “cam-pini” di viale Maratona. Una richiesta, quella di una struttura munita di palestra, mensa e sala vi-deo, che risale ormai a quattro anni fa e che adesso dovrebbe fi nalmente trovare posto all’interno del-la nuova convenzione. “Posso garantire che questa scelta – afferma il mister – apporterà 3-4 punti in più alla squadra a fi ne stagione”. Giusto quei pun-tarelli in grado di fare la differenza in classifi ca. Nel frattempo tra i litiganti che si contendevano la “nuvola” disegnata dall’archistar Fucksas, gongo-la il presidente del Q5, Federico Gianassi. “Trovo la relazione del sindaco molto interessante, perché inserisce lo stadio in un quadro urbanistico più complesso – dichiara – mantenendo come punto fermo la vivibilità della zona. In merito a ciò la questione mobilità e lo sviluppo di un’effi cace rete di mezzi pubblici alternativi all’auto viene prima della Cittadella stessa”.

Francesca Puliti

Il progetto di Fucsas

MARCELLOpensionato

Castello non so nemmeno dov’è, io sto a Campo di Marte e mi dispiacerebbe se la Fiorentina andasse via da qui. Comunque il Comune non dovrebbe spendere soldi pubblici per il nuovo stadio. Non so se il gioco vale la candela, ma in ogni caso la mobilità viene prima della Cittadella: serviranno parcheggi, perché la gente vuole andare in auto a vedere la partita.

“Ma il gioco vale la candela?”

BEPPEex dipendente Fiorentina

Lo stadio nuovo ci vuole. Innanzitutto per i benefi ci econo-mici che porterà fi n da subito in termini di posti di lavoro. Per Firenze prima di tutto, prima ancora che per la squadra. Ai viola ci pensano Prandelli e Corvino, bastano loro. In 26 anni in cui ho lavorato per la società viola non ho mai visto uno staff tanto valido.

“Lo stadio nuovoci vuole”

GIANFRANCOpensionato

Castello è l’unico posto possibile dove fare la Cittadella, sono d’accordo con la scelta del Sindaco. A Campo di Mar-te è in mezzo alle case, non ci sono parcheggi a suffi cienza, con i problemi che ne conseguono per chi abita nei paraggi. Certo l’importante è che da questa operazione la squadra abbia un ritorno economico.

“D’accordo con questa scelta”

10 Ottobre 2009

1064032

attualità

Si ricomincia proprio da là, dove si era arena-to tutto. La cittadella viola dovrebbe nascere nella piana di Castello. “È l’unica area che può costituire il cuore di questo progetto” ha

detto il sindaco Matteo Renzi. L’annuncio arriva dopo mesi di ipotesi e congetture sulla localizzazione della cittadella dello sport, chiodo fi sso della famiglia Della Valle che fi n dal loro approdo alla società Viola ave-vano caldeggiato la realizzazione di questo progetto. Il primo cittadino però detta alcune condizioni. “Il progetto può smettere di essere utopia se si rispettano dei paletti – spiega il sindaco – il primo è l’evidenza pubblica: io non conosco nessun Comune in Italia che regala terreni a soggetti privati. Il secondo è il fatto che ai cittadini non deve costare un euro; noi siamo partner di questo progetto, e una parte degli utili o meglio an-cora dei ricavi, dovrebbe essere destinata a iniziative in collaborazione tra Fiorentina e Comune per lo sport giovanile. Il terzo punto riguarda i volumi complessivi di Castello che non cambiano”. Quindi non si costruirà un centimetro in più di quel che è già previsto e que-sto per il sindaco è un punto irremovibile. Sui tempi di realizzazione Renzi ha precisato: “è in corso un’in-dagine giudiziaria che dovrà a breve presentare delle conclusioni”. Infatti, la zona di Castello, di proprietà

Fondiaria-Sai, lo scorso anno è stata oggetto di un’in-chiesta avviata dalla procura del capoluogo toscano che ha portato al sequestro di tutta l’area. I circa 168 ettari di terreno tra Firenze e Sesto Fiorentino dovreb-bero accogliere, in base ad una convenzione stipulata dal Comune nel 2005, circa 700 appartamenti, negozi, alberghi, impianti sportivi, palazzi per uffi ci di Regione Toscana e Provincia di Firenze. Concessione edilizia per la quale la Fondiaria-Sai di Ligresti, si è impegna-ta a cedere 80 ettari per costruire un parco pubblico. Ora, posto che il volume di verde pubblico di Castello resterà lo stesso, è proprio in quegli 80 ettari che do-vrebbe sorgere la Cittadella. Quindi, per far posto al progetto dei Della Valle si dovranno ridurre almeno in parte le volumetrie su cui Fondiaria aveva già incassa-to l’approvazione della giunta Domenici. “Ho detto no ad interventi residenziali”, dice Renzi. “La mia idea di cittadella è lo stadio, un centro sportivo di prim’ordine, e un parco a tema sul calcio”. Matteo Renzi ha quindi posto il termine del prossimo 26 ottobre per il tavolo di concertazione tra i sindaci della cintura metropolitana (avvertendo però che “se non c’è accordo il Comune andrà avanti”) e alla Fiorentina chiede il rinnovo della convenzione sullo stadio Franchi per 4 anni (e non più 12 come quella attuale) a dimostrazione della volontà dell’amministrazione di chiudere sul progetto. Ora che il sindaco ha deciso, la palla torna ai Della Valle e al gruppo Ligresti.

Giuditta Boeti

MASSIMILIANOtecnico audio/video

“È un progetto ambizioso che richiederà l’appoggio di mol-ti. Non credo che si possa dire che la cittadella non sia utile a Firenze anche perché va considerato che molte città stanno valutando di costruire nuovi stadi, più moderni, più sicuri e più accoglienti, ed io non voglio che la nostra Firenze sia da meno! Anzi dovremmo fare la cittadella più bella d’Italia”.

“Che sia la più bella d’Italia”

ANDREAbarista

“Essendo un grande tifoso della Fiorentina credo che im-pianti come la cittadella Viola oggi siano necessari per mantenere alti i livelli di qualità in cui la squadra gigliata è arrivata dopo tanti sacrifi ci. Costruire la cittadella a Castello sembra essere l’unica soluzione possibile: logico che dopo tanto girare si è ritornati al punto di partenza!”.

“Unascelta necessaria”

STEFANOcommerciante

“Essendo la Fiorentina una delle quattro squadre chiamata a rappresentare l’Italia in Champions League è giusto che si doti di grandi impianti in grado di accogliere anche le tifoserie ospiti. Spero che la cittadella venga costruita pre-sto perché il Franchi è uno stadio che non è più in grado di accompagnare la crescita della squadra”.

“Il Franchi non basta più”

URBANISTICA/2. Dopo mesi di ipotesi si riparte dal progetto iniziale, ma con alcune condizioni

La cittadella a Castello“Unica area possibile”

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C’è quello del lento fumo e quello della risata, quello degli investigatori per diletto e quello de-

gli skateristi scatenati. Non ci sono solo viola club nella città del giglio, né tantomeno circoli d’élite come quello del golf, del polo o, ultimo aggiunto in ordine di tempo, di Ro-berto Cavalli. Fiorentini, popolo curioso e appassionato, così legato alle tradizioni da farne un vanto e un club, come nel caso dell’amore per la pipa. Di gruppi dedicati all’anti-co ammennicolo ce n’è addirittura più di uno in città, il Corsellini Pipa club, nato nel 1969, e il più giovane Stilnovo Pipa club. Ma non si fanno mai concorrenza, tranne che durante le competizioni. Sì perché ci sono dei veri e propri campionati di fumo lento, dove vince chi fa durare di più il tabacco, tre grammi accesi con un solo fi ammifero. C’è chi sullo slow smoke, nipotino dello slow food, ci ha fondato un business, come il Maledetto Toscano, club senese di amanti del noto sigaro. Chi cercasse un’associazione simile in territorio fi orentino può rivolgersi a Le Cigarò, nata nel 2001 da un gruppo di amici che al gusto del sigaro abbina quello dei cibi tradizionali. Età media netta-mente inferiore all’interno del Roller club, che organizza scorribande not-turne sui pattini in linea a giro per la città. Il ritrovo è ogni 1° e 3° giovedì del mese alle Pavoniere. Rimanendo in tema giocoso, c’è anche il Risiko club, fondato cinque anni fa da “un gruppo di amici sui 25 anni, che ora ne hanno una trentina e continuano a ritrovarsi una volta alla settimana per fare una partita” racconta Gabriele. Oggi gli iscritti sono più di 100 e i tornei sono distribuiti durante tutto l’anno. La palma per l’associazione più antica, in questa speciale classi-fi ca, va al Lyceum Club, fondato nel lontano 1908 dalla londinese Miss Constance Smedley, che ne aveva inaugurato uno a Londra quattro anni prima e ne avrebbe seminati di simili a Parigi e Berlino. L’obiettivo? L’emancipazione delle donne. E le donne emancipate si riuniscono an-cora lì, nello storico Palazzo Giugni in via degli Alfani. Leggerezza è in-vece la parola d’ordine del Club della risata, fi liale fi orentina di una rete di simili gruppi (oltre 6mila) sparsi in tutto il mondo. Funziona così: c’è un leader che conduce il “gioco”, coin-volgendo i partecipanti in una grassa risata collettiva. Una variante delle tecniche orientali per liberare anima e corpo dallo stress. Ha recentemente compiuto 20 anni, invece, il Topolino club, fondato da Alessandro Squillo-ni un po’ per gioco e fi nito con il di-

Gli appassionati di “lento fumo” contano ben 2 associazioni, poi ci sono gli skateristi,

i cultori delle grasse risate, gli amanti del Risiko. Dalle nostre parti passione

fa rima con associazione, e alcune hanno una storia vecchia oltre cento anni

CURIOSITÀ. Il fumo di pipa, i pattini, la Topolino: ogni pretesto è buono per fare gruppo

Sulle rive dell’Arno un club tira l’altro

passioni

Francesca Puliti

ventare uno dei più importanti gruppi del genere in Italia. “Oltre 900 iscrit-ti, per la stragrande maggioranza fi orentini, e un parco auto superiore alle due migliaia” snocciola Squillo-ni, presidente del club. Anche se “per far parte del gruppo bisogna avere i capelli bianchi e qualche soldo da parte” si rammarica il presidente. Come dire, giovani amanti dell’auto d’epoca cercansi.

Si scende giù in una cantina di via Marconi, in zona Sta-

dio, e si viene avvolti più che dal fumo, dall’atmosfera. Ma non si tratta della nostalgia dei bei tempi che furono, quelli dei nonni e dei bisnonni, si respira l’amore per un atto ormai fuo-ri dal comune, e forse pure un po’ bizzarro, nella frenetica vita contemporanea. E’ la sede dello Stilnovo Pipa Club, 41 soci, che qui sotto hanno ricostruito anche una sorta di museo e una biblio-teca in tema. “La biblioteca con-tiene stampe antiche, incisioni, libri d’epoca e fuori catalogo, pezzi ormai introvabili” spiega Andrea Stoppioni, socio fonda-tore e tesoriere del club. Alle pa-reti tanti esemplari di pipe anti-che appese come quadri e anche alcuni trofei. “Abbiamo parte-cipato a diversi campionati na-zionali e internazionali di lento fumo. Si può arrivare a oltre tre ore”. Adesso l’attività del club è un po’ rallentata “per anzianità dei membri”, spiega Stoppioni, ma i soci continuano a ritro-varsi attorno al grande tavolo di legno, giù in cantina. Perché non si tratta solo di tecnica, ma di una vera e propria fi losofi a di vita, che si tramanda di padre in fi glio. “Anzi no, di nonno in nipote – puntualizza Andrea – fu mio nonno a fondare il club e a far conoscere la pipa a me e mio fratello Riccardo, l’attua-le presidente”. Tra i soci anche un campione del mondo di lento fumo, Enzo Nidiaci, detto ami-chevolmente “lo Zio”. Nato in San Frediano, ma trapiantato a Campo di Marte, lo Zio Enzo non è solo un maestro nell’arte dello slow smoke, ma anche un fabbricante di pipe. Ma l’elenco dei soci e lungo e variegato, dai conti agli artisti, come Mauro Rigacci, pittore e scultore fi o-rentino, fi no ai clochard. Come Baudilio, che solitamente sta-ziona fuori dal supermercato di via Masaccio, ma è un grande appassionato del quieto vivere e del lento fumare.

Andrea Stoppioni, Stilnovo Pipa club

“Per noi è una fi losofi a di vita”

L’INTERVISTA

/F.P.

12 Ottobre 2009

1066760

Prima Roma, poi Firen-ze. Sono passate poche settimane da quando la miccia dell’omofobia

ha innescato un circuito di de-menziale violenza. E così in po-chi giorni sono successi diversi episodi che hanno avuto come vittime persone omosessuali.

Il volto gay della Firenze notturnaZOOM/1. Negli anni ‘80 era la capitale del divertimento omosex, poi le cose sono cambiate

Giulia Righi

società

Pub, bar, discoteche. Tabasco, Yag, Piccolo.

La nostra città ospita una serie di locali dedicati ad incontri

con lo stesso sesso: in alcuni si beve e balla,

in altri le serate sono un po’ più spinte e il sesso non è un tabù

Uno, appunto, a Firenze. Dove un ragazzo di 26 anni è stato pestato a sangue da un poco più che coetaneo dopo una serata in un locale gay della città. Sulla dinamica, e sul movente, è al la-voro la magistratura, ma di certo c’è che ora un ragazzo si ritrova con 7 placche di titanio e 31 viti in bocca a memento dei cazzotti che gliela hanno distrutta. L’ag-gressore, conosciuto poco prima, pare si fosse dichiarato “etero ma aperto” e avesse acconsen-tito di passare la serata con la sua vittima e i suoi amici in un locale gay. Un posto più o meno come un altro, dove si beve, si chiacchiera. Qualcuno ammicca, qualcuno “punta”, qualcuno si fa guardare. Il rito degli incon-tri “maliziosi” in pub e affi ni è sempre quello. Anche se il lo-cale in questione è dedicato ad una clientela gay. E a Firenze le cose girano come nel resto del mondo: ci sono posti dove si va per incontrare potenziali anime gemelle, oppure semplicemente per “imbroccare”, per riempi-re una serata con un’avventura. Etero, omosessuali. E’ uguale. Il rito del “da cosa nasce cosa” è sempre il solito, lo scopo è lo stesso. Anche se ci sono posti più peccaminosi degli altri, lo-cali attrezzati con “dark room” dove tutto è concesso. Negli anni però le cose sono cambiate.C’è stata un’epoca, quella degli anni ‘80, in cui Firenze era un po’ la capitale del mondo gay, un pa-ese della cuccagna dove non c’era bisogno di nascondersi per scambiarsi effusioni con una persona dello stesso sesso al rit-mo di musica e cocktail. Poi le cose sono cambiate, certe cit-tà sono andate avanti e si sono riempite di club, pub oppure interi quartieri “gay friendly” e Firenze è rimasta ferma al palo. Certo, va detto, i locali dedicati alla clientela gay non mancano. Solo per citare i più noti: c’è il Tabasco, il Piccolo, lo Yag, il Fabrik, il Crisco. Tutti posti noti alla comunità omosex, fi orentina e non. Proprio il Tabasco è una delle icone della nightlife gay: cittadina, toscana, turistica. Dal 1974 sta di casa in piazza San-ta Cecilia, dietro piazza della Signoria, e al suo interno ospita una sala da ballo, una dark room e una sala video. Altro must del-la socialità notturna gay sono le serate della Flog, che da quindici anni riempiono l’Auditorium a suon di musica e di incontri.Ma i tasselli del mondo gay di casa nostra sono tanti, il business c’è pure qui e non mancano neppure gli alberghi dedicati agli incon-tri omosex (vedi fi tto elenco su internet) e una sauna riservata ai soli uomini che sta aperta fi no alle due di notte.

Dal 26 novembre al 5 di-cembre Firenze tornerà

ad ospitare il Florence Que-er Festival, rassegna dedicata alla cultura gay, lesbica, tran-sgender (e non solo). La ma-nifestazione, diventata un ap-puntamento che si ripete ogni anno, è organizzata da Ireos, associazione di volontariato di e per gay, lesbiche, bisessua-li, transgender nata nel 1997. Obiettivo del Festival (orga-nizzato in collaborazione con Eventi srl e Arcilesbica Firen-ze) è quello di raccontare e de-scrivere l’universo gay, lesbico e transgender attraverso cine-ma, video, fotografi a e dintor-ni. Tra le iniziative legate alla rassegna c’è “Videoqueer”, concorso dedicato a giovani registi che propongono corto-metraggi delle durata massi-ma di 3 minuti (iscrizioni fi no al 15 ottobre, info su www.fl orencequeerfestival.it). Gli appuntamenti sono tantissimi e per il calendario completo è utile consultare il sito. Eccone alcuni: il “Queer theater” andrà in scena dal 20 novembre al 5 dicembre al Teatro di Rifredi, dal 27 novembre partirà anche il “Queer cinema” (di casa al cinema Odeon fi no al 3 dicem-bre), mentre dall’11 novem-bre molte librerie ospiteranno “Queer book”. Proprio al Tea-tro di Rifredi, il 4 e 5 dicem-bre debutterà la prima assoluta di “Un tocco di rosa” lettura scenica della sceneggiatura di Ian Iqbal Rashid a cura di An-gelo Savelli, con Serra Yilmaz. Un’altra iniziativa promossa da Ireos, ed in fase di svolgimento proprio in queste settimane è un ciclo di 6 incontri dal titolo “Volontari in cattedra”, pensa-to per promuovere una cono-scenza dei temi dell’omofobia, della transfobia e delle dinami-che di pregiudizio e discrimi-nazione in ambito scolastico e per incentivare la lotta al bulli-smo omofobico.

Dal 26 novembre

Torna in scenail “Florence Queer Festival”

L’EVENTO

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Bombe carta e coltelli, per fortuna, dalle nostre par-ti non ci sono arrivati e l’escalation di violenze

a sfondo omofobico che ha colpito città come Roma qui non ha trova-to campo. Ma il rapporto della cit-tà con la sua componente gay non sembra essere comunque dei più fl oridi. Firenze è rinascimentale anche in questo senso, diciamo, e certe volte l’apertura mentale resta un’ idea vaga, spiaggiata sui lidi del preconcetto. E allora capita – e lo raccontano i diretti interessati – che i ragazzi e le ragazze gay in giro per la città si sentano apostrofare con epiteti pesanti. “Malati”. “Promi-scui”. “Non normali”. Alla faccia degli anni duemila, quelli in cui teo-ricamente certi pregiudizi dovevano essere acqua passata. No, le associa-zioni non hanno dubbi. “Certo, qui da noi non si respira il clima che si è respirato a Roma qualche settima-na fa, ma la situazione è peggiora-ta”. Lo spiega Francesco Piomboni,

presidente di Arcigay Firenze “Il Giglio Rosa”, che tra Firenze, Sie-na, Arezzo e Prato conta circa 6mila tesserati. “Battute pesanti, risate alle spalle: a quelle ci siamo sempre stati abituati – spiega – ma non sono mai state così frequenti come nell’ulti-mo periodo. Me ne accorgo anche fuori dai locali. Qualcuno passa, offende, e qualche giorno fa è capi-tato di dover tornare dentro di corsa prima che la situazione degenerasse. C’è una regressione rispetto a qual-che anno fa”. Niente passi in avanti dunque, la strada verso la tolleran-za sembra si faccia in retromarcia. “Per tantissime persone il messag-gio che passa è: omosessuale ugua-le anormale e promiscuo. Manca un giudizio obiettivo, ci sono delle pesanti chiusure mentali” spiega ancora Piomboni. E dello stesso avviso è anche Francesca Cavaroc-chi di Azione Gay e Lesbica: “In questi ultimi anni non si è lavorato alla costruzione di una cultura della diversità – spiega – L’escalation di

violenze va avanti da un pezzo, in questo periodo se ne parla di più, ma in realtà non è una novità, anche se capita spesso che gli aggrediti non se la sentano di denunciarle, di renderle pubbliche”. E per questo le associazioni stanno pensando di correre ai ripari: “Ci sentiamo con le armi spuntate – spiega ancora Francesca Cavarocchi – ora stia-

mo pensando a iniziative di sensi-bilizzazione”. Detto tutto questo, siccome per quanto sia ottusa non è comunque un paesino, Firenze continua a far da calamita per la sua fama di città “gay friendly”. E allo-ra, spiega ancora Piomboni, in città approdano molti ragazzi gay, specie giovanissimi: “Per esempio se devo-no scegliere una città per l’universi-

tà è facile che optino per Firenze”. Perchè un po’ di movida omosex la nostra città ce l’ha ancora: “Ci sono occasioni di incontro (anche se pur-troppo negli ultimi anni scarseggia-no le iniziative culturali) – conclude Piomboni – ma c’è uno scarto gene-razionale e capita che i ragazzi gay, appena arrivati in città, socializzino con persone più grandi di loro”.

Un momento della fiaccolata contro l’omofobia

Benedetta Strappi

Massacrato di botte a suon di cazzotti che gli hanno

distrutto la bocca. La cronaca dell’aggressione a un giovane ra-gazzo omosessuale è fatta di una violenza sconsiderata, esplosa nella notte tra il 9 e 10 settem-bre, poche ore dopo una parte-cipata fiaccolata anti-omofobia che si era tenuta sui ponti fioren-tini. Quell’episodio scellerato ha rievocato i fantasmi dell’intolle-ranza e naturalmente ha susci-tato un’indignazione bipartisan, con parole di solidarietà arrivate da destra e sinistra. Il collegio di presidenza del Quartiere 1 ha de-ciso di costituirsi parte civile nel processo: “Un atto dovuto nei confronti di un episodio di vio-lenza avvenuto nel centro stori-co”, ha commentato il presiden-te Marmugi. E lo stesso hanno annunciato Comune, Regione e Provincia. “Ci costituiamo parte civile - ha spiegato il governato-re della Toscana Claudio Marti-ni - perché episodi come questo sono inammissibili e offendono la convivenza civile tra le per-sone. Non appartengono alla

tradizione della nostra regione e per questo devono essere isolati e perseguiti”.Di buono c’è che il presunto aggressore del giovane è stato individuato all’indomani dell’avvenimento, 48 ore dopo. Si tratta di un uomo di 32 anni, un artigiano di Legnano, arresta-to ed ora ai domiciliari. Agli in-quirenti ha raccontato “Ho perso la testa, non avevo mai picchiato nessuno, non so cosa mi sia suc-cesso”. Tutto questo è avvenuto in una regione, la nostra, che nel 2004 è stata la prima ad appro-vare una legge contro le discri-minazioni per orientamento ses-suale e identità di genere, legge che ha rafforzato quanto già af-fermato dallo Statuto regionale. Per attuare la legge, l’assessora-to regionale per i rapporti con i cittadini ha istituito un’apposita task force, che ha lavorato insie-me ad associazioni, enti locali, amministrazioni pubbliche, per la piena inclusione di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender, mettendo a punto interventi nella sanità, nel socia-le, nelle scuole.

Le istituzioni partecivile nel processo

IL FATTO. Un giovane gay è stato picchiato a sangue

ZOOM/2. Le associazioni denunciano un clima meno tollerante rispetto a qualche anno fa

Ma la città non è aperta come sembra

Battute e risatine all’indirizzo degli

omosessuali sono sempre state all’ordine

del giorno, ma pare che la situazione

negli ultimi tempi sia peggiorata

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REPORTAGE/1. Una giornata nell’istituto penale per minorenni “Gian Paolo Meucci”

Viaggio dentro il carcere dei ragazziLaboratori, corsi di alfabetizzazione per imparare

l’italiano, partite di calcio e percorsi scolastici:

ecco come si trascorre il tempo dietro al grande

portone di via degli Orti Oricellari, nel pieno centro

di Firenze. Alla ricerca di un’esistenza “normale”

L’entrata è un grande portone di legno chiaro, al numero 18 di via degli Orti Oricellari. Il cellulare va lasciato all’ingresso, non può

esserci – una volta dentro – nessun contatto con l’esterno che non sia rigorosamente sotto controllo. Siamo nell’istituto penale mino-rile “Gian Paolo Meucci”, in quello che una volta era un convento e, prima ancora, un ospedale per infermi e bambini abbandonati. Un bell’edifi cio, che porta però con sé i se-gni del tempo. Entriamo. Dietro la portineria c’è subito la sala dei colloqui, dove i giovani “ospiti” incontrano le famiglie, quando queste vengono a trovarli. Non capita sempre, a volte sono troppo lontane per raggiungere Firenze, e allora ci si parla solo per telefono. Una sala rettangolare, né grande né piccola, sedie ros-se tutto attorno alle pareti. Dietro si apre un grande chiostro. I muri bianchi, gli archi, un silenzio che ricorda più un convento che non un carcere. Solo una rete a fare da “tetto” e a dividere l’aria del cortile dal resto del cielo, ricordando che la libertà è là fuori. Da un lato del chiostro si aprono le stanze “di comando”, quelle da cui il direttore Fiorenzo Cerruto e il vicedirettore Paolo Pecchioli mandano avanti l’istituto. Poi, oltre l’immancabile porta blin-data, c’è la “sezione detentiva”. Dopotutto sia-mo sempre in un carcere, anche se per minori, e anche se l’aria che qui si respira non è nem-meno paragonabile a quella di una prigione “per adulti”. Ed è qua, dietro la porta blindata, che ci sono le camere (tutte con fi nestre, nien-te letti a castello e ognuna con il suo bagno) sistemate su due piani, anche se uno è attual-mente chiuso per carenza di personale. Sem-

pre qui ci sono le mense, il “cinema” (la sala proiezioni così battezzata da una grande scrit-ta sopra la porta d’ingresso) e l’area ricreativa. Uno spazio, quest’ultimo, di oltre cinquemila metri quadri, con un campo da calcio che si-curamente ha visto giorni migliori, un giardi-netto con le panchine, un calcio balilla da cui i ragazzi sembrano essere molto presi. Tutto intorno ci sono i laboratori e le aule. In una di queste si sta tenendo un corso di alfabetizza-zione, mentre in un’altra Franca, un passato da artigiana, porta avanti il laboratorio di pit-tura, cornici e arteterapia che qui viene chia-mato “Arte e natura”. Le pareti sono traboc-canti di quadri, tutti dipinti dai ragazzi: molti ritraggono i loro paesi d’origine, moschee e paesaggi marocchini, una nave con la bandie-ra rossa e verde dello stato nordafricano che lascia o raggiunge un porto, una riproduzione dell’Urlo di Munch, un volto alla cui bocca è stata attaccata una sigaretta (“bello, vero?”, lo guarda Franca). Tre ragazzi, tutti magrebini, sono impegnati a dipingere, la testa bassa, non si lasciano distrarre. Proprio come bambini. Fuori, altri parlottano a gruppetti nel giardino. Sembrerebbero giovani qualsiasi in qualsiasi parco del mondo, se non ci fosse una guardia a ricordare che devono essere sempre controlla-ti. Sono vestiti “alla moda”, jeans e scarpe da ginnastica, come i loro coetanei là fuori. Ap-pena scorgono il vicedirettore lo circondano: “Vogliamo il parrucchiere, quando viene?”. Sul giardino svettano le case di via Palazzuo-lo. Sembrano attaccate al carcere, farne quasi parte. Ma ci pensa un alto muro a dividere il dentro dal fuori, questi ragazzi e le loro colpe dal resto della città.

Matteo Francini

dossier

“Ma quale istituto penale minorile, il Mario Gozzini?”. Capita spesso, a chi lavora al “Meucci”, di sentirsi porre questa domanda, da parte di chi pensa che in città, oltre

a Sollicciano, ci sia solo la struttura conosciuta anche come “Solliccianino”. Perché Firenze sembra non conoscere il “suo” carcere per minori, più propriamente chiamato istituto penale minorile. Eppure è lì da anni, a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella. Un grosso portone, una targa, due telecamere e le bandiere dell’Italia e dell’Europa sopra l’ingresso, davanti a cui passano ogni giorno centinaia di persone, tra chi va e chi viene dalla stazione. Ma, nonostante questo, sono in molti a ignorare la sua presenza. Fu Cione di Lapo Pollini, fi orentino, artigiano diventato poi console dell’Arte della Lana, a fondare nel 1313, all’an-golo con via Polverosa (allora così si chiamava l’attuale via degli Orti Oricellari) lo Spedale di Santa Maria della Scala (che dà il nome alla strada), per infermi, pellegrini poveri e bam-bini abbandonati. Quando poi lo Spedale venne unito a quello degli Innocenti, nato con lo stesso scopo, e quindi soppresso, i locali vennero concessi alle monache di San Martino al Mugnone, che si erano viste demolire il loro convento in occasione dell’assedio di Firenze del 1529/30. Ed è questo storico edifi cio che oggi ospita l’istituto penale per minori Gian Paolo Meucci. In pieno centro, quasi nascosto tra le case, così da passare spesso inosservato tra i frettolosi passanti diretti a Santa Maria Novella. Ma per i residenti è diverso. Loro il carcere lo conoscono bene, tanto che recentemente, dopo l’ultima evasione di un detenuto dalla struttura, avevano ritirato fuori la questione dell’opportunità della sua presenza in una zona tanto centrale, e tanto vicina alle case. Ma a rassicurarli ci pensa il vicedirettore Paolo Pecchioli. “Dopo quell’episodio c’è stato un rafforzamento delle misure di sicurezza – spie-ga – il quartiere può stare tranquillo. Il problema invece è stato, nel tempo, la poca capacità di far conoscere quest’istituto, che per la cittadinanza è un emerito sconosciuto. E purtrop-po, anche in Toscana, la devianza giovanile – conclude – non è una questione marginale: i numeri sono signifi cativi, ci sono molti ragazzi a rischio”.

A due passi dalla stazione di Santa Maria NovellaPrima ospedale, poi conventoMa solo in pochi lo conoscono

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Le tante storie di vite già diffi ciliREPORTAGE/2. Ecco chi sono gli “ospiti” della struttura. Ognuno con la sua colpa e i suoi fantasmi

Anche al “Meucci”, come in molte altre carceri italiane, i conti non tornano. È stata un’estate calda, la scorsa, per molte prigioni italiane, se-gnata dalle proteste dei detenuti per sovraffol-

lamento e condizioni di vita. E anche se i numeri – quello dei reclusi, ma anche della dimensione della struttura – non lo rendono paragonabile a Sollicciano, l’istituto minorile di via degli Orti Oricellari deve fare i conti con le sue “emer-genze”. La struttura può accogliere fi no a 28 ragazzi, ma da circa tre anni le camere del primo piano (che ne possono ospitare 8) sono chiuse per mancanza di personale: la sua capienza, dunque, scende a 20 posti. E attualmente i minori al suo interno sono 23. “Ma in primavera erano anche di più, 26 o 27 – racconta il vicedirettore Paolo Pecchioli – qui siamo sempre in diffi coltà”. Diffi coltà che non derivano solo dal numero di “ospiti” in eccesso. “Nel pieno della no-stra attività dovremmo avere due corsi di alfabetizzazione, di primo e secondo livello, e un percorso di scuola media – spiega Pecchioli – ma questi corsi non sono tenuti da in-segnanti di ruolo, e ogni volta rischiamo di restare senza. Quest’anno abbiamo iniziato con un solo docente”. Ma non solo. Perché c’è anche il problema dei laboratori. “Per il mo-mento ne abbiamo due fermi – continua – con una perdita, in totale, di 45 ore settimanali di attività trattamentali. È una situazione gravissima, anche perché questo non è un carcere per adulti, durante il giorno i ragazzi devono fare attività, in cella non può restare nessuno”. Così, senza corsi a disposi-zione, può fi nire che il tempo trascorso a “fare niente” sia più di quello impegnato nelle varie attività. E la rieducazio-ne diventa ancora più diffi cile. Perché, al Meucci, la vita tra-scorre sempre in comune, tutti insieme (“affratellati”, dice Pecchioli), senza percorsi differenziati per età o tipologia di

reato commesso. E dire che qua passano ragazzi che di reati ne hanno commessi di tutti i tipi – da omicidi a spaccio, da furti a rapine – e delle nazionalità più disparate: si va dai magrebini ai rumeni, dai rom agli italiani, soprattutto del sud. Anche l’età è varia: per legge, l’istituto può accogliere ragazzi dai 14 ai 21 anni, ma capita che qualcuno rimanga anche dopo il ventunesimo anno, o che al suo interno siano presenti extracomunitari senza documenti di cui stabilire l’età diventa molto diffi cile. “Ma la cosa più devastante è la presenza di giovani che sono già stati nelle carceri per adulti – dice il vicedirettore – fanno pesare la loro ‘esperien-za’, gestirli diventa diffi cile. Così come diffi cile è gestire le differenze culturali: manca un mediatore, lo chiediamo da anni. I magrebini hanno atteggiamenti ostili, di scarsa fi du-cia nei confronti degli operatori, spesso dovuti a esperienze di vita negative – prosegue – ma un grosso problema ora è rappresentato dai ragazzi del sud Italia: vedono il carcere come farebbe un adulto, hanno già i comportamenti tipici delle associazioni criminali a cui fanno riferimento, come la camorra”. Ognuno, poi, ha la sua storia, i suoi fantasmi. Ne passano e ne sono passate tante, di storie, qui dentro. Storie belle “come quella di un ragazzo albanese accusato di concorso in omicidio che, dopo diverso tempo passato da noi, è riuscito a trovare un lavoro, si è fi danzato con una ragazza italiana e quando può viene a trovarci”, racconta Pecchioli, ma anche storie brutte. “Ricordo un magrebino in semidetenzione, veniva qui a dormire – ripensa – faceva uso di sostanze, e un giorno è stato trovato morto sulla car-rozza di un treno. O un omicida napoletano completamente distrutto da quello che aveva fatto, aveva dentro fantasmi che lo mangiavano. Un giorno chiese di confessarsi: il cap-pellano, dopo, venne da me a piangere”.

L’ingresso del carcere minorile in via degli Orti Oricellari

Da omicidi a spaccio, da furti a rapine: qui passano i giovani

autori di reati di tutti i tipi, delle nazionalità più disparate.

E non mancano le diffi coltà, a partire dal sovraffollamento

dossier

/Ma.Fra.

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E se provassimo a seguire la “dieta toscana”, anziché l’ormai sentita e risentita mediterranea? Potremmo

avere delle buone sorprese. Ad esem-pio scoprire che il 70 per cento dei prodotti della piramide alimentare, quella che rappresenta varietà e dosi di alimenti di cui ci dovremmo ciba-re per restare in forma e in salute, è dato da tipici alimenti toscani. Oppu-re che, in qualsiasi direzione ci spo-stiamo attraverso il paese, nord, sud o isole che siano, il conto delle calorie tende inevitabilmente a salire rispetto al menu tipico della nostra regione. E pensare che li chiamano “piatti poveri”. Invece le ricette tradizionali si rivelano preziose. La cucina della nonna, alla fi ne, non si distacca poi tanto da quella del lontano medioevo, che povera lo era per necessità. Tan-ti legumi, cereali, poco sale e poi un po’ di tutto, dai frutti del mare a quelli della montagna, ma con parsimonia. Ricette esportate in tutto il mondo, rivedute e corrette in chiave moder-na, fusion o molecolare, la pappa al pomodoro, la ribollita e i brigidini ci sono stati tramandati quasi intatti per secoli e secoli. E adesso si scopre che non c’è strada migliore per donne e uomini del nuovo millennio, sempre di fretta e perennemente attenti alla linea, che reindossare i panni delle vecchie massaie e mettere a mollo il pan secco. Niente di meglio che una bella panzanella, poco più che pane, olio e cipolla, per un pranzetto die-tetico: solo 400 calorie a porzione. Sulla stesso livello la pappa al po-modoro, mentre la ribollita si attesta un po’ più su, sulle 500. Praticamen-te niente in confronto a un piatto di lasagne alla bolognese, oltre 1000 calorie a porzione, e comunque al di sotto di un risotto alla milanese o di una carbonara, che superano le 600. Ma potremmo gustarci anche una sa-crosanta tagliatella al cinghiale con il cuore in pace: non più di 700 calorie. Con i secondi piatti meglio pensarci un po’ di più, perché il peposo, ori-ginario dell’Impruneta, e il cacciuc-co alla livornese, con grassi e calorie non scherzano: oltre 600 il primo e quasi 900 il secondo. Ma ci possiamo sempre rifugiare nella rinomata fi o-rentina: 100 grammi di bistecca alla brace apportano solo 280 calorie. An-che i “cibi da strada” non eccedono nell’apporto calorico, basti pensare che un panino con il lampredotto o con la trippa rimane al di sotto delle 390 calorie, contro le 420 della pia-dina farcita con prosciutto e squac-querone dei nostri vicini romagnoli. Infi ne passiamo al dessert. Due o tre cantuccini di Prato con un bicchie-rino di vinsanto fanno circa 400 ca-lorie, mentre una fetta di schiacciata con l’uva o di castagnaccio, visto che siamo in autunno, ne apportano circa 300. Sommiamo un buon bicchiere di rosso e il conto del pranzetto tipico sale a circa 1200 calorie. Sperando che il conto del ristorante sia anche quello poco salato.

Chi l’ha detto che le cose buone fanno tutte male? Ecco un po’

di esempi che sfatano la leggenda: la panzanella ha 400 calorie a

porzione, un etto di fi orentina ne ha 280, un panino al lampredotto

rimane sotto le 390. Con il cacciucco invece bisogna andarci piano

SAPORI. Il 70 per cento della piramide alimentare è costituito da cibi di casa nostra

La dieta toscana? Buona e salutare

a tavola

Laura Lenzi

“Molti alimenti della tradizione sono sta-

ti rivalutati proprio di recen-te. Possiamo dire che in To-scana non ci manca proprio niente”. Parola di Ciro Vesti-ta, dottore nutrizionista.Di che cosa è ricca la “dieta toscana”?Facciamo un largo uso di pro-dotti antichi, a partire dalla frutta e dai legumi, che abbon-dano sulle tavole toscane. Ali-menti che hanno una marcia in più, ricchi di nutrienti oltre che di sapore e poveri di grassi. La Toscana poi è in assoluto una delle regioni con il maggior numero di prodotti protetti e garantiti, prodotti privi di anti-parassitari, praticamente a chi-lometri zero e dunque a mag-gior ragione consigliabili. Basti pensare alla mela ghiacciola o alla mela ruggine. Frutti che diffi cilmente si trovano nei su-permercati, ma che vale la pena andare a cercare sui banchi dei mercati o direttamente alla pro-duzione. E le ricette tipiche sono al-trettanto sane?Certo, proprio perché si tratta di piatti che ereditiamo dalla tradizione, preparati dunque in maniera semplice a partire da ingredienti genuini. Le zup-pe toscane a base di farro o di pane, ad esempio, sono un vero e proprio toccasana.Anche trippa e lampredotto sono così salutari?Contrariamente a quel che si può pensare si tratta di cibi po-veri di grassi, oltre che a buon mercato, perché prodotti dal-la muscolatura dell’animale. E poi non credo che nessun fi orentino sarebbe disposto a rinunciare alla trippa. Si narra anche che all’epoca del Savo-narola i fi orentini fossero di-sponibili a qualsiasi privazione, ma non appena il frate parlò di vietare di vendere la trippa per strada, lo condussero dritto al rogo.

Ciro Vestita, nutrizionista

“Le ricette tipiche?Un toccasana”

L’INTERVISTA

Il classico panino con il lampredotto

Ciro Vestita

/F.P.

18 Ottobre 2009

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Assessore regionale alle riforme istituzionali, Agostino Fragai corre per la segreteria regionale del Partito de-mocratico sostenendo a livello nazionale la candidatura del segretario uscente Dario Franceschini. Nato a Serra-valle pistoiese nel 1955, sposato e padre di due fi gli, Fra-gai, come il suo competitor Manciulli, ha alle sue spalle un’esperienza da segretario regionale del Pds (dal 1995 al 2001). E assieme a Manciulli è stato eletto in Consiglio re-gionale nel 2000: mandato durante il quale Fragai fu pro-motore della legge istitutiva delle primarie, ancora oggi l’unica in Italia. Oltre all’attività politica Fragai ha lavorato come quadro tecnico in industrie tessili ed elettromecca-niche, ed attualmente collabora occasionalmente con la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Pisa.

AGOSTINO FRAGAIIn corsa per la poltrona nazionale

ci sono Bersani, Franceschini e Marino,

mentre per la segreteria regionale

la sfi da è tra Andrea Manciulli,

Agostino Fragai e Simone Siliani.

Si vota dalle 7 alle 20 in 49 sezioni

politica

In principio furono le primarie per indicare il candidato premier dell’Unione, progenitrice del Partito democratico. Era il 16 ottobre del 2005, e circa tre milioni di italiani (il 74 per cento dei votanti) incoro-narono Romano Prodi, destinato, nella primavera successiva, a vincere

le elezioni politiche. Ventiquattro mesi dopo, il 14 ottobre 2007, fu la volta delle prime primarie del Pd: circa 2,2 milioni di italiani (75 per cento dei partecipanti alla consultazione) indicarono in Valter Veltroni il segretario del neonato partito unico del centrosinistra. Un plebiscito, come quello che con-sacrò nello stesso giorno Andrea Manciulli segretario regionale del Pd grazie al consenso di nove elettori su dieci (furono 325mila i toscani che si recarono alle urne). A due anni di distanza la storia si ripete: i congressi nei circoli democratici, riservati ai soli iscritti al partito, prima del confronto fi nale. Do-menica 25 ottobre, sarà quello il D-day, il giorno delle primarie aperte: tutti i cittadini potranno infatti partecipare alla selezione delle massime cariche del Pd, scegliendo il segretario nazionale (Pierluigi Bersani, Dario Franceschi-ni e Ignazio Marino i candidati) e quello regionale (carica a cui ambiscono il segretario uscente Andrea Manciulli, Agostino Fragai e Simone Siliani). Giorni d’attesa, di campagna elettorale, di partecipazione democratica: di-battiti, incontri, confronti tra candidati si sono susseguiti sul territorio, nelle sedi dei circoli, nelle feste democratiche. Coinvolgimento attivo, questa la parola d’ordine, ma con parsimonia. Rispetto alle primarie per il sindaco di Firenze, ad esempio, la competizione per eleggere i leader del Pd registra un minor impiego di risorse economiche: pochi manifesti, quasi esclusivamente dei candidati alla segreteria nazionale, nessuna concessione alla propaganda politica ma solo sintesi dei diversi programmi elettorali. I circoli sembrano vivere questa vigilia con buona partecipazione, e con un interesse discreto. Il 30 settembre scorso si sono conclusi i congressi periferici, riservati ai soli iscritti. Con un’affl uenza alle urne che lascia ben sperare in vista delle pri-marie aperte del 25 ottobre prossimo. Tutti i residenti a Firenze, compresi gli stranieri muniti di permesso di soggiorno, i sedicenni e studenti e lavoratori fuori sede, potranno votare recandosi in uno dei 49 seggi sparsi sul territorio cittadino: per sapere quale sarà possibile consultare apposite pagine on line. Una volta individuata la propria sezione non resta che ritagliarsi uno scampo-lo di tempo tra le 7 e le 20, preparare una moneta da due euro quale contributo per le spese di organizzazione e tracciare i segni sulle schede. Con il voto alle primarie i cittadini si iscriveranno automaticamente all’albo degli elettori del Pd fi rmando la loro adesione al progetto politico del partito.

Angelo Lenosi

PARTITO DEMOCRATICO. Residenti, stranieri regolari, 16enni e fuori sede potranno esprimere la loro preferenza

Il 25 ottobre urne aperte per le primarie

Nato a Piombino 40 anni fa, Andrea Manciulli aff ronta questa maratona delle primarie da segretario regionale uscente del Partito democratico, dopo aver ricoperto ana-logo incarico nell’ultimo anno di vita dei Ds. E’ il rappre-sentante toscano della mozione di Pierluigi Bersani, ma ha raccolto il sostegno uffi ciale anche di alcuni esponenti del Pd schierati a livello nazionale con Dario Franceschini. Attivo in politica dal 1995, nelle fi la del Pds prima e dei Ds poi, Manciulli è consigliere regionale dal 2000. Sposato e padre di due bambini, Manciulli si è laureato in storia moderna a Pisa, per poi specializzarsi in storia sociale e dell’alimentazione a Parigi. Appassionato di strategia mi-litare, di calcio e di cucina, ha collaborato con importanti riviste enogastronomiche.

ANDREA MANCIULLI

Ex segretario della sinistra giovanile in Toscana, ex con-sigliere regionale per due legislature, durante le quali ha ricoperto gli incarichi di presidente del Consiglio e succes-sivamente di membro della giunta Chiti, quindi assessore alla cultura del Comune di Firenze dal 2000 al 2006. Una lunga carriera di amministratore pubblico, quella di Simo-ne Siliani candidato alla segreteria regionale del Partito democratico, rappresentando a livello locale la mozione di Ignazio Marino, di cui ha da subito apprezzato alcune sue posizioni, a partire da quelle sulla laicità. 47 anni, italo-americano Siliani attualmente lavora presso la Cooperati-va archeologia e con la fondazione culturale “Responsabi-lità etica”, oltre che collaborare da quasi trent’anni con la redazione della rivista “Testimonianze”.

SIMONE SILIANI

20 Ottobre 2009

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politica

C’erano una volta Alleanza nazionale e Forza Italia, due partiti distinti e talvolta distanti, fi gli di due culture politiche per molti versi differenti. Dopo anni di convivenza (Casa delle libertà, Polo delle libertà) i due soggetti politici si sono uniti

in matrimonio, sciogliendo le proprie identità nel nuovo Popolo della libertà. Una cerimonia celebrata a livello nazionale la scorsa primavera e che, come ogni matrimonio che si rispetti, sta lentamente e faticosamente consolidan-dosi. Storie e caratteristiche diverse, ma sbaglia chi pensa che le due anime in contrapposizione corrispondano ai due partiti fondatori del Pdl. Come nel caso del Partito democratico (in cui nella battaglia congressuale si ritrovano sull’uno e l’altro fronte ex diessini e ex margheritini), anche il nuovo sog-getto del centrodestra registra alleanze trasversali, a livello nazionale come locale. I buoni rapporti tra due toscani come il ministro Altero Matteoli (ex An) e uno dei coordinatori nazionali Denis Verdini (ex Forza Italia) si rifl et-tono a cascata sul piano regionale e fi orentino, con gli uomini di entrambi i leader nazionali schierati compatti, come ha dimostrato recentemente il primo coordinamento regionale del Pdl in cui l’intera componente An – un tempo divisa al suo interno in tre correnti facenti capo a La Russa, Matteoli e Alemanno - ha fatto fronte comune con la quasi totalità di Forza Italia. Qua-si totalità, si diceva, perché l’assemblea regionale del nuovo centrodestra ha registrato qualche distinguo da parte di alcuni esponenti berlusconiani: i parlamentari Paolo Amato e Alessio Bonciani (quest’ultimo anche coordina-tore cittadino), il vicepresidente del Consiglio regionale Angelo Pollina e il capogruppo in Provincia Samuele Baldini. Malumori emersi e poi rientrati. Almeno per il momento. Perché la formazione degli organismi provinciali e cittadini è ancora in corso, e ogni anima vuole avere la sua voce in capitolo. Inoltre la scadenza elettorale per le regionali si avvicina e non è escluso che la partita interna sia conclusa. C’è da scegliere il candidato alla presidenza e gli aspiranti consiglieri, e i posti a disposizione del Pdl, alla luce della crescita della Lega che anche in Toscana potrebbe strappare alcuni seggi, potrebbero essere meno di quelli attuali. Con conseguenti riposizionamenti all’interno del Pdl, nuove alleanze trasversali, nuove convergenze parallele. Messe nel cassetto le appartenenze alle vecchie componenti interne ai due partiti, il Popolo della libertà locale conosce nuovi equilibri del Pdl, ancora da assestare. C’erano una volta An e Forza Italia, e ora non ci sono più. E’ il bipolarismo, baby.

POPOLO DELLA LIBERTÀ. Il centrodestra registra al suo interno correnti trasversali anche a livello locale

Tutte le anime della famiglia PdlIl connubio tra Alleanza nazionale

e Forza Italia va consolidandosi col tempo

(come accade in ogni matrimonio

che si rispetti) e gli equilibri tra le correnti

nazionali si rifl ettono a cascata

sul versante toscano e fi orentino

Simone Lammi

DENIS VERDINI ALTERO MATTEOLI ANGELO POLLINA

MASSIMO PARISI ACHILLE TOTARO PAOLO AMATOALESSIO BONCIANISAMUELE BALDINI

Il vicepresidente del Con-siglio regionale ambisce a diventare il candidato del Popolo della libertà alla presidenza della Re-gione, sostenuto da due parlamentari (il deputa-to Alessio Bonciani e il senatore Paolo Amato) e dal capogruppo Pdl in Consiglio provinciale Sa-muele Baldini. Una am-bizione, quella di Pollina, che potrebbe andare a scontrarsi con le apertu-re verso una candidatura civica espresse dal coor-dinatore nazionale Denis Verdini.

Ex coordinatore toscano di Forza Italia, attualmen-te coordinatore naziona-le del Pdl, Denis Verdini continua ad essere uno dei punti di riferimento principali a Firenze per il neonato soggetto po-litico del centrodestra. Alle sue spalle il nuovo numero uno regionale, il deputato Massimo Parisi, sostenuto a tutti i livelli, dal nazionale al cittadi-no, dalla quasi totalità del gruppo dirigente del Pdl, senza distinzioni tra l’anima di An e Forza Ita-lia.

Uniti ma non troppo. Sciolta An si sono sciolte anche le tre vecchie cor-renti, facenti capo a Ga-sparri, Matteoli e Aleman-no. Una diaspora interna che ha visto gli esponenti fi orentini di An abbando-nare le loro vecchie ap-partenenze: lo storico luo-gotenente di Gasparri in Toscana Achille Totaro si trova così a fi anco dell’ex rivale Matteoli, mentre un matteoliano di ferro come Riccardo Migliori sembra smarcarsi dal suo vecchio sodale per avvicinarsi alle posizioni fi niane.

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provincia

LA NOVITÀ. L’Osservatorio provinciale ha fotografato la situazione occupazionale del territorio

Sorpresa, la badante parla toscano

Le badanti di casa nostra parlano toscano. Un cambio di rotta imposto dalla disoccu-pazione dilagante. Una sorpresa inaspettata per quelli che “gli immigrati prendono il posto di lavoro agli italiani”. Dati alla mano, le donne fi orentine tornano a fare lavori fi no ad ora lasciati agli stranieri. Rispetto all’anno scorso le cittadine italiane iscritte

nel registro delle badanti tenuto dalla Provincia di Firenze sono passate da sole 18 a ben 350, mentre cala il numero delle donne straniere (soprattutto romene) sul territorio fi orentino. Sono queste alcune novità emerse dall’Osservatorio permanente del mercato del lavoro istituito dalla Provincia di Firenze, uno strumento in grado di elaborare dati trimestrali, semestrali e annuali sui movimenti del lavoro (assunzioni, licenziamenti, trasformazioni del rapporto di lavoro) a livello provinciale e locale. Proprio dalle cifre fornite dall’Osservatorio emerge che dopo anni è in atto una riduzione di un punto percentuale dei lavoratori stranieri sul numero totale delle persone che hanno avuto un rapporto di lavoro. Dal 26 per cento del 2008 si passa al 25 per cento di quest’an-no. La comunità maggiormente in calo è quella romena con una riduzione di 1.334 avviati, dove particolarmente forte è la riduzione delle donne: -937 sul totale. La fotografi a che emerge dall’Osservatorio del lavoro mostra come nel primo semestre di quest’anno - in confronto allo stesso periodo del 2008- sia peggiorata la qualità del lavoro. Aumentano i contratti di breve durata rispetto a quelli a tempo indeterminato. Ma non è solo una questione di tempo, come spiega l’assessore provinciale al Lavoro, Elisa Simoni: “Se il dato quantitativo è impressionante, anche quello quali-tativo è preoccupante: questi numeri dicono che le donne sono costrette ad accettare lavoro dequalifi cato e a intermittenza”. Le tipologie di contratto, dichiarate dalle aziende del settore privato al momento dell’assunzione, mo-strano che tutti i comparti presi in esame hanno una contrazione, a dimostra-zione che la crisi ha colpito ogni settore economico. La maggior fl essione di persone occupate risulta laddove è applicato il contratto del commercio dove si registra una riduzione di 2.426 lavoratori avviati: in questo settore, nei primi sei mesi del 2009, un lavoratore su quattro non ha avuto il rinnovo del contratto. A tagliare il personale (- 1.984 unità) sono anche le aziende del settore meccanico e tessile che riducono il numero dei lavoratori del 32 per cento. Una fl essione si registra anche nel settore dell’agricoltura con -642 lavoratori avviati (-20 per cento). Colpisce anche il calo percentuale degli artigiani edili ed affi ni (-42,5 per cento) che risentono della situazione del mercato immobiliare. Un altro indicatore dell’aggravarsi della crisi econo-mica è rappresentato dal numero delle persone iscritte in lista di mobilità che al 30 giugno 2009 era di 6.472 unità, di cui 3.289 donne e 3.183 uomini. Per ciò che riguarda la distribuzione territoriale si nota come nei tre Centri per l’impiego più importanti della provincia (Firenze, Sesto Fiorentino, Scan-dicci) sia concentrato oltre il 71 per cento di tutti i lavoratori posti in mobilità rispetto all’intero territorio fi orentino.

Ginevra Donnici

Le italiane iscritte nel registro apposito

sono passate da 18 a 350, e i lavoratori stranieri

sono diminuiti dell’1 per cento. Ma il dossier

racconta anche che è peggiorata la qualità

del lavoro e che i contratti durano sempre meno

Qual è la situazione derivante dalla grave crisi econo-mica che ha colpito anche il territorio fi orentino?

La situazione risulta molto complicata e delicata; vorrei ci-tare alcuni dati a questo proposito: i rapporti di lavoro nel primo semestre 2009 hanno registrato un 30 per cento in meno rispetto al 2008. Quasi tutti i settori economici han-no un segno negativo in termini di persone occupate. Per questo è assolutamente necessario il rifi nanziamento degli ammortizzatori sociali da parte del Governo. Quali interventi mette in atto la Provincia per affron-tare la crisi?Stiamo discutendo una proposta organica che tenga conto di un intervento sia sull’immediato che in prospettiva stra-tegica, integrando le politiche passive con quelle attive. Le parole d’ordine saranno solidarietà sociale e innovazione sia nelle politiche del lavoro che in quelle della formazione. La nostra priorità saranno gli oltre 400 lavoratori che ve-

dranno terminare a breve il sostegno degli ammortizzatori sociali. Ma non ci possiamo dimenticare che per tutelare gli stessi lavoratori abbiamo l’obbligo di rispondere alla crisi aumentando la competitività delle nostre imprese e dell’in-tero sistema economico.Nell’ambito della crisi, i dati mostrano che le donne sono la categoria più svantaggiata nell’articolato mon-do del lavoro. Anche nella provincia di Firenze è così?I dati sono effettivamente preoccupanti e evidenziano come le donne, in un periodo difficile come questo, accettino lavori precari e spesso poco pagati. Questo elemento ha forti ripercussioni sia in termini economici ma anche di tenuta sociale: è sulle donne che grava il peso della gestione familiare. Nei nostri interventi avre-mo una forte attenzione a queste problematiche con un approccio trasversale sia alle politiche del lavoro che a quelle della formazione.

“Priorità a chi è senza ammortizzatori”INTERVISTA. Parla Elisa Simoni, assessore provinciale al Lavoro

/G.D.

Il territorio fi orentino è attanagliato dall’in-quinamento causato da traffi co e riscalda-

mento. E’ quanto emerge dalla giornata di studi “Esperienze avanzate di riduzione delle polveri sottili: le strategie e i migliori esempi da seguire per il risanamento della qualità dell’aria nell’area metropolitana fi orentina”, un incontro organizzato dalla Provincia di Firenze in cui specialisti del settore e ammini-stratori pubblici si sono confrontati su un tema di grande attualità quale quello delle polveri sottili (PM 10 e PM 2,5). L’evento, organiz-zato da Sergio Gatteschi, Presidente della sezione toscana dell’organizzazione ambien-talista “Amici della Terra” ha coinvolto alcuni dei massimi esperti del settore, come Marco Chini (Arpat), Furio Forni, per la Regione Toscana (progetto Patos), Paolo Giambini ed Ennio Carnevale per il dipartimento di ener-getica della facoltà di Ingegneria dell’Univer-

sità di Firenze (progetto MoDiVaSET), che hanno diffuso i dati riguardanti la situazione nell’area metropolitana fi orentina. Il traffi co e il riscaldamento sono i veri responsabili, soprattutto nella stagione invernale, del su-peramento della soglia di 50 μg/m3. Il mag-giore contributo alla risoluzione del problema può essere attualmente offerto dalla messa a punto di apparati, sempre più sofi sticati, per la rimozione del particolato fi ne e ultrafi ne. Tra questi merita particolare attenzione il progetto di Arturo Colamussi, inventore del fi ltro antiparticolato per gli autobus a combu-stione Diesel installato con successo sui mezzi del servizio di trasporto pubblico dei comuni di Bologna, Ferrara, Roma e Torino. I suoi fi ltri per bus alimentati a gasolio permettono di trattenere il 99,9% delle particelle ultrafi ni, che sono 100 volte più piccole delle famigera-te Pm10. Gli interventi sulle emissioni dei bus

assumono una particolare importanza nel quadro delle strategie di contenimento delle polveri sottili, anche perché - ad esempio - un veicolo diesel Euro 0 emette una quantità di polveri (PM10) che è centinaia di volte supe-riore (secondo massa e cilindrata) a quella prodotta da un’auto catalizzata. “Rispetto ad altri tipi di fi ltro già in commercio – spiega Colamussi – il “Progetto Blu” presenta carat-teristiche di effi cienza molto più elevate, sia per quanto concerne le polveri ultrafi ni, sia per quanto riguarda la capacità di trattenere con notevole effi cienza altri tipi di sostanze organiche contenute nei gas di scarico dei diesel, fra cui gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) altamente cancerogeni che i fi ltri a rigenerazione non sono in grado di trattene-re. In più garantisce l’assenza totale di emis-sioni secondarie, proprie invece dei sistemi a rigenerazione”.

Inquinamento da polveri sottili, la soluzione in un fi ltroAMBIENTE. Una giornata di studi per analizzare le particelle pericolose contenute nell’aria fiorentina

/C.G.

22 Ottobre 2009

OTTOBRE 2009

PROSEGUE IL RISANAMENTO DELL’AREA DI VIA DELLE FORNACIDopo le aziende Pesci e Ref an-che Bilancino firma un protocol-lo di intesa che dà il via alla delo-calizzazione dell’attività.Il Consiglio Comunale del 10 set-tembre 2009 ha approvato, con il voto favorevole della maggio-ranza e quello contrario di Obiet-tivo Comune e PDL, il protocollo che fissa le tappe per lo sposta-mento dell’azienda Bilancino fuori del centro abitato.Lo spostamento avverrà in due fasi:nella prima sarà richiesta una autorizzazione temporanea per lo spostamento, nell’area pre-scelta, dei depositi di materiale più ingombranti, la seconda pre-vedrà lo spostamento integrale dell’azienda che lascerà sul terri-torio urbano solo un negozio per le piccole forniture.“Questi interventi – afferma sod-disfatto il Sindaco – sono fina-lizzati alla riqualificazione delle aree urbane e residenziali ma nello stesso tempo offrono alle aziende spazi più adeguati e reali possibilità di sviluppo.E le aziende in questo partico-lare momento hanno bisogno di collaborazione e sostegno. L’Amministrazione Comunale di Impruneta e tutta la maggioran-za hanno ben presente questo obiettivo.Il prossimo Regolamento Urba-nistico potrà e dovrà essere vera-mente un volano importante in questa direzione.Intanto questo è un altro impor-tante passo avanti”.L’Amministrazione Comunale e il Sindaco sono impegnati inoltre a creare le condizioni per la de-localizzazione di altre aziende, in particolare dell’area urbana di Tavarnuzze.

Il sindacoIda Beneforti Gigli

MICROCREDITO DI SOLIDARIETA’Il MICROCREDITO è nato per venire incontro alle richieste di sostegno finanziario provenienti da alcune fasce di soggetti “deboli”, che trovano difficoltà ad accedere ai canali ordinari del credito bancario. Pur avendo una finalità a contenuto sociale, “Il Microcredito” non si propone nè effettua beneficenza a fondo perduto.Nel corso del 2008 anche nel nostro Comune, deliberazione del Consiglio Comunale n. 50 del 26.6.2008, è stato attivato il progetto nell’ambito del Progetto Migranti, servizio di zona della Società della Salute dell’Area Fiorentina Sud Est, avviando così la sperimentazione di un fondo di micro-credito nella zona sociosanitaria Sud Est.Il progetto consiste nell’attivazione di un fondo di solidarietà locale per facilitare l’accesso all’alloggio e il miglioramento in genere delle condizioni socio-abitative della popolazione debole, mediante prestiti restituibili con rate di piccola entità e ad un tasso di interesse molto basso, gestiti con la collaborazione delle Banche di Credito Cooperativo del territorio (Pontassieve, Cascia di Reggello, Chianti Fiorentino e Impruneta). Il fondo ammonta a € 109.000,00 - finanziato per € 54.500 con fondi regionali, della Società della Salute e dei Comuni coinvolti e per € 54.500 dalle banche partner. Dal 1 gennaio al 31 agosto 2009 sono state presentate, per il territorio del Comune di Impruneta 4 domande di microcredito, 3 le domande accolte dalla commissione, 2 le domande accolte dalla banca.Da una rilevazione è emerso che diverse persone si sono recate agli sportelli per chiedere informazioni ma risultavano già esposte con società finanziarie, quindi un ulteriore debito avrebbe aggravato la situazione; in altri casi le richieste non erano coerenti con il progetto, infatti molti si sono rivolti ai servizi per spese non strettamente legate alla casa, quindi teoricamente non finanziabili; a questo proposito si sta ipotizzando di allargare le spese ammissibili da finanziare, uscendo quindi dalla logica della questione abitativa, e di aumentare il credito massimo erogabile.Recentemente il fondo è stato incrementato da parte della Regione Toscana per € 34.786,00,con conseguente quota parte investita anche dagli istituti di credito, Banche di Credito Cooperative convenzionate per un totale complessivo di € 69.572,00.Pertanto con questa integrazione il fondo passa da € 109.999,00 a € 178.572,00.-Inoltre è allo studio, la possibilità che le commissioni di valutazione, potrebbero adottare criteri un po’ meno selettivi per fare in modo che un numero maggiore di domande arrivino alle banche. Dai dati emerge, infatti, che moltissime pratiche che arrivano alle banche vengono poi finanziate, ciò significa che i richiedenti hanno spesso buone credenziali, anche se il progetto è destinato a soggetti deboli, con difficoltà nell’accesso ai normali canali creditizi.Per dare maggiore visibilità al progetto e renderlo uno strumento conosciuto ed utilizzato è auspicabile un maggiore coinvolgimento delle associazioni del territorio; sarebbe fondamentale un coinvolgimento maggiore delle associazioni più attive che potrebbero raccogliere le domande e poi, con un loro rappresentante, partecipare alle commissioni di valutazione.

Paolo PogginiAssessore alle Politiche del welfare e della salute

INIZIATIVA A FAVORE DELLA CROCE VERDE DI VIAREGGIOGrande successo ha riscosso il pranzo di beneficenza organizzato da Auser e Rete di Solidarietà di Impruneta, avvenuto la scorsa domenica 13 settembre, con poco meno di 140 partecipanti. Tale evento è stato organizzato in favore della Croce Verde di Viareggio, colpita con altri, come noi tutti sappiamo, dal tragico evento del 29 giugno scorso. Per far sì che tale sciagura non sia dimenticata e, soprattutto, per dare un piccolo, ma significativo, contributo per la ricostruzione, ecco che si è mossa anche l’Auser e Rete di Solidarietà di Impruneta raccogliendo con tale pranzo la cifra complessiva di euro 2.165,00. Si precisa che tutto il ricavato del pranzo, pari appunto ad euro 2.165,00, sarà interamente donato alla Croce Verde di Viareggio nei prossimi giorni (le spese vive dell’evento sono state sostenute dall’Auser e Rete di Solidarietà di Impruneta).Il Presidente Auser di Impruneta - Rete di Solidarietà, Bernardo Simonetti, coglie l’occasione per ringraziare l’Amministrazione Comunale, tutti coloro che hanno aderito e favorito l’iniziativa, tutti i volontari che si sono prodigati e che hanno reso possibile l’evento e tutta la cittadinanza del Comune di Impruneta.

PROTEZIONE CIVILE – CENTRO INTERCOMUNALE COLLI FIORENTINI E COMUNE DI IMPRUNETALa protezione civile è un sistema di risorse variegato che ha la finalità di tutelare in modo organizzato e coordinato la società dai danni o da possibili danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi ponendo al primo posto la vita umana. Il diretto responsabile della sicurezza dei cittadini è il Sindaco che, se la situazione lo richiede, promuove l’intervento di Provincia, Regione, Stato ed altri enti che si coordinano negli interventi. Per lungo tempo le azioni di protezione civile si esplicavano esclusivamente durante o immedia-tamente dopo un’emergenza con una logica passiva di assistenza alla popolazione colpita. Oggi si è andato affermando il concetto at-tivo di protezione civile che vede come mo-menti fondamentali quelli della previsione e prevenzione secondo il concetto che evitare un danno o mitigare il rischio è sempre mol-to più efficace che rimediare al danno subito; tali attività si concretizzano nel Piano di Emer-genza. Al Sistema di Protezione Civile concor-rono in modo fondamentale le associazioni di volontariato oltre a istituti e gruppi di ricerca scientifica, ordini e collegi professionali non-ché ogni altra istituzione ed organizzazione anche privata. Di particolare importanza poi riveste il ruolo della popolazione: ogni cittadi-no entra a far parte del Sistema nel momento in cui collabora con esso attuando una serie di comportamenti adeguati che permetto-no di mettere in sicurezza se stessi, di fornire soccorso a chi ne necessita o semplicemente di facilitare l’efficacia degli interventi dei soc-corritori.

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CENTRO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE COLLI FIORENTININel novembre 2005 i comuni di Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti, Impruneta, Lastra a Signa, San Casciano Val di Pesa, Scandicci e Tavarnelle Val di Pesa hanno dato vita al Centro Intercomunale Colli Fiorenti con la finalità di gestire in forma associata il sistema locale di Protezione Civile. Il territorio intercomunale è piuttosto ampio con una superficie totale di poco superiore ai 550 Km2 mentre la popolazione è di oltre 120000 abitanti. L’ufficio unico intercomunale, ha sede presso Scandicci, comune capofila.• L’Ufficio Associato, operativo H24, svolge le seguenti attività: • gestione Sistema di Allertamento Meteo;• ricevimento delle segnalazioni circa situazioni di criticità in atto o previste;• verifica e monitoraggio delle segnalazioni e loro possibile evoluzione;• mantenimento di un costante flusso informativo con le strutture interne (Comuni) e con le al-

tre componenti del sistema regionale di protezione civile (Provincia di Firenze, Regione Toscana, Consorzi di Bonifica ecc.)

• gestione integrata delle risorse operative intercomunali Negli ultimi anni il volontariato di Pro-tezione Civile è divenuto un fenomeno nazionale che ha assunto caratteri di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi. Questa ascesa è espressione di una moderna co-scienza collettiva del dovere di solidarietà, unite dal comune senso dell’urgenza di soccorrere chi ha bisogno con la professionalità di cui ciascun volontario è portatore e con l’amore che tutti i vo-lontari dimostrano scegliendo, spontaneamente e gratuitamente di correre in aiuto di chiunque abbia bisogno di loro. Nel nostro territorio intercomunale ci sono quattro entità di associazioni (Croce Rossa Italiana, Confr. Misericordia, Ass. Nazionale Pubbliche Assistenze e La Racchetta) per un totale di 14 sezioni che coprono tutti i comuni.

In supporto ai tecnici del Centro Intercomunale operano anche le varie associazioni di volontariato del territorio.Il Centro Intercomunale Colli Fiorentini ha un proprio sito internet dinamico www.collifiorentini.fi.it dove sono riportate le attività svolte, fotografie degli interventi, materiale di informazione ecc.

PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILEOgni comune è tenuto secondo la normativa nazionale e regionale, a predisporre un Piano di Prote-zione Civile che valuti i rischi sul territorio e definisca le risposte in funzione delle risorse disponibili e di una precisa catena di comando. Ove, come nel nostro caso, la funzione di Protezione Civile sia svolta in forma associata viene redatto un unico Piano Intercomunale. Dopo un lavoro di redazione durato più di un anno ed un lungo iter burocratico nel febbraio del 2009 è stato approvato, anche dallo stesso Consiglio Comunale di Impruneta, il Piano Intercomunale di Protezione Civile il quale rappresenta lo strumento fondamentale per operare in caso d’emergenza. Tuttavia perché tale strumento risulti veramente efficace è necessario che sia condiviso dagli operatori del settore e conosciuto dalla popo-lazione che rappresenta infatti una componente fondamentale del sistema locale di Protezione Civile assieme alle Associazioni di volontariato. Con la redazione del Piano Intercomunale di Protezione Civi-le si intende raggiungere le seguenti finalità:• salvaguardia della popolazione;• salvaguardia del sistema produttivo locale;• ripristino della viabilità e dei trasporti;• funzionalità delle telecomunicazioni;• funzionalità dei servizi essenziali;• censimento e salvaguardia dei Beni Culturali. Tutto ciò si è reso possibile attraverso lo studio accurato del territorio, definendo quelle che sono le cri-ticità principali, le risorse disponibili (enti, volontariato, privati), le modalità d’intervento e le procedure operative dei comuni (responsabili, pronto intervento, polizia municipale ecc.) e infine le strutture e le aree d’emergenza per il ricovero ed assistenza alla popolazione. Il piano essendo uno strumento dinamico viene costantemente aggiornato dall’Ufficio Associato P.C. in collaborazione con le Ammini-strazioni Comunali. Conoscere il Piano significa essere più sicuri e pronti nelle risposte, poter ricevere aiuti in modo più efficace oltre che poter essere noi stessi di aiuto agli altri in modo costruttivo ed efficace. Nel sito del Centro Intercomunale: http://www.collifiorentini.fi.it è possibile approfondire la conoscenza del piano di protezione civile. Sul sito del Comune di Impruneta www.comune.imprune-ta.fi.it è disponibile un link per accedere al sito del Centro Intercomunale e quindi ai documenti del Piano di Protezione Civile.I RISCHI NEL COMUNE DI IMPRUNETARischio SISMICOIl rischio sismico risulta moderato: secondo la classificazione regionale il comune di Impruneta ricade nella zona 3s (possibili eventi caratterizzati da scuotimento modesto)Lo studio di microzonazione sismica condotto dall’Università di Firenze con il contributo della Pro-vincia di Firenze, le osservazioni disponibili presso gli archivi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vul-canologia (I.N.G.V.), riportano 5 eventi registrati ed avvertiti anche se il loro effetto in termini di danni generati è stato quasi sempre modesto o nullo.

Rischio IDRAULICOLa pericolosità idraulica sul territorio interessa principalmente il corso della Greve; è da notare come il centro abitato di Tavarnuzze, sia fortemente interessato da pericolosità elevata (area in destra idro-grafica); altre aree a rischio si trovano a Bottai e Falciani. Il torrente Ema risulta pericoloso per l’area urbanizzata delle Cascine del Riccio. Ci sono poi una serie di aree a rischio legate ai torrenti minori ( Calosina, Pescina, Fosso dei Reniccioli)Rischio FRANASecondo il Piano di Assetto Idrogeologico sono presenti alcune aree circoscritte caratterizzate da pe-ricolosità elevata tra cui anche parte del capoluogo e, in minor modo, l’abitato di Falciani e di Borgo di Sopra. Per il resto territorio è ampiamente interessato da pericolosità media che insiste anche su aree urbanizzate come l’Ugolino, la parte meridionale di Tavarnuzze e la quasi totalità del centro di Impruneta. Altri rischiPer quanto concerne il rischio chimico ed industriale non sono segnalati impianti considerati a rischio

incidente rilevante ai sensi del D.P.R. 175 del 1988; sono presenti però vari insediamenti industriali po-tenzialmente pericolosi localizzati principalmente presso Tavarnuzze (aziende galvaniche e di argen-teria) e presso Il Ferrone (produzione di cotto). Le strade interessate dal transito di mezzi legati a tali attività produttive sono la S.G.C. Firenze-Siena, e la S.P. 3, oltre che l’Autostrada del Sole. Possibili inci-denti di notevole impatto si possono verificare anche sulla S.R. 2 “Cassia” e sulla S.R. 222 “Chiantigiana”.

AREE DI EMERGENZANel Piano Intercomunale di Protezione Civile, sono state individuate aree dove la popolazione potrà ricevere i primi soccorsi e informazioni sull’accaduto (Aree di Attesa), altre aree dove sarà possibile, al-lestire strutture di ricovero per tutti coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione (Aree di Ricovero) e infine aree destinate a particolari ricoveri e servizi (Aree per i soccorritori ed Elisuperfici).Le AREE DI ATTESA sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione colpita da calamità. Saranno utilizzate per un periodo di tempo di poche ore fino all’allestimento di aree di accoglienza. È qui che bisogna recarsi per ricevere i primi soccorsi, avere informazioni e comunicare eventuali necessità. E’ fondamentale che ognuno conosca le AREE DI ATTESA più vicine alla propria abitazione. Le Aree sono contraddistinte da un apposito cartello, realizzati dal Centro Intercomunale e dal Comune di Impruneta.

Nel territorio del Comune di Impruneta sono state individuate 4 Aree di Attesa:

EMERGENZA SISMICA ABRUZZOATTIVITÀ DEL COMUNE, DEL CENTRO INTERCOMUNALE E DEL VOLONTARIATODurante l’emergenza sismica che ha colpito l’Abruzzo, il comune di Impruneta ha permesso l’invio del personale che si è reso disponibile per interventi nei luoghi colpiti dal terremoto. In particolare ha inviato un tecnico addetto alle verifiche di stabilità degli edifici, il geometra Massimo Piccioli e due vigili urbani che hanno svolto funzioni di controllo del territorio, assistenza alla popolazione e viabilità: il Comandante Simonetta Piani e il vice-Comandante Marco InnocentiL’assessore Remo Bombardieri si è recato in Abruzzo assieme ai tecnici del Centro Intercomunale e al vice-Sindaco di Lastra a Signa per incontrare il personale comunale impegnato in luogo e per prende-re contatti per progetti di solidarietà.I tecnici del Centro Intercomunale hanno invece coordinato l’invio nelle aree terremotate dei tecnici verificatori provenienti dai 7 comuni afferenti. Hanno collaborato inol-tre alla realizzazione e alla gestione del Campo Base Firenze, struttura lo-gistica voluta e sostenuta da ANCI e da UPI e rea-lizzata dalla Provincia di Firenze e dal Comune di Firenze con il contributo dei centri intercomunali e di alcuni comuni fioren-tini. Il campo, struttura destinata all’accoglienza e al coordinamento del personale inviato dagli enti locali, ha ospitato un notevolissimo numero di persone tra polizie municipali e tecnici verificatori provenienti da tutta Italia e personale veterinario per la gestione delle problematiche derivanti dal randagismo. Inoltre hanno collaborato alla gestione del Campo Base di Castelnuovo gestito dalla Regione Toscana dove hanno avuto ricovero più di 100 sfollati.Anche tutte e tre le associazioni di volontariato presenti nel Comune di Impruneta hanno partecipato a vario titolo e con varie mansioni alle operazioni di soccorso per la popolazione d’Abruzzo.

Si riportano infine i numeri utili:Comune di ImprunetaSegnalazioni criticità H24Tel. 3281056866 Centralino comune 055/203641Polizia Municipale 055/2011290

Centro Intercomunale di Protezione Civile Colli FiorentiniTel. 055/2509090Sito internet: www.collifiorentini.fi.it

Associazioni di VolontariatoConfr. Misericordia di Impruneta 055/2011088Pubblica Assistenza Tavarnuzze 055/2022284La Racchetta - Sez. Ferrone 055/207014

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OBBIETTIVO COMUNEABUSI NEI PIANI DI MIGLIORAMENTO AGRICOLO E AMBIENTALE (PMAA): UNA STORIA SENZA FINE?A giugno 2005 Obbiettivo Comune ha chiesto di cono-scere la situazione relativa all’attuazione dei PMAA e il ri-sultato dei controlli eff ettuati. A quella data non era stato fatto alcun controllo e solo in seguito alla nostra richiesta fu affi dato un incarico per procedere ai controlli.I risultati sono stati resi noti, dopo diverse sollecitazioni, solo il 28.1.2008 a distanza di due anni e mezzo dalla ri-chiesta originaria. Dai controlli è emerso, in Commissione, che alcuni imprenditori agricoli non hanno realizzato i previsti interventi colturali (che giustifi cavano la realizza-zione di nuovi volumi) e, in alcuni casi, hanno proceduto a veri e propri abusi edilizi.L’aver completato la realizzazione dei suddetti volumi senza aver provveduto alla messa in coltura, e quindi non aver neppure iniziato l’attività agricola, evidenzia che il vero obiettivo di questi imprenditori non era l’attività di impresa ma la edifi cazione in aree dove non è possibile costruire.Il fatto che sia passato un altro anno e mezzo, dalla Com-missione, senza che, per quanto sappiamo, chi ha com-messo gli abusi abbia pagato (multe, demolizioni) ci co-stringe a riprendere in mano la situazione presentando una interpellanza per chiedere conto al Sindaco di questa inaccettabile situazione.

VENDITA VERDI PUBBLICI: SINDACO E PD TROVINO IL CORAGGIO DI FARE L’UNICA SCELTA RAGIONEVOLEDopo aver avversato in ogni modo, insieme al Comitato ed alle migliaia di cittadini fi rmatari della petizione e preso atto che l’asta pubblica indetta a luglio è andata deserta, auspichiamo che Sindaco e PD imprunetino trovino il coraggio di scegliere l’unica strada ragionevole, ovvero la cancellazione delle vendite.Peraltro la scelta di abbandonare l’assurda idea di sottrarre dei verdi pubblici (per renderli edifi cabili e venderli) è faci-litata dalle novità normative di agosto (possibilità di eff et-tuare pagamenti in conto capitale per circa 500.000 euro in più) e dalla concreta possibilità di anticipare la vendita dei locali dell’ex Coop di Impruneta, emersa nel Consiglio Comunale aperto.

Per informazioni e segnalare [email protected],per le attività svolte consultare il sitowww.obbiettivocomuneimpruneta.org

Il Capo Gruppo ConsiliareMassimo Bisignano

PARTITO DELLE LIBERTÀIL POPOLO RINGRAZIASento il dovere di farmi portavoce dei tanti Imprunetini i quali, non avendo avuto possi-bilità economiche o problemi di salute, sono stati obbligati a passare i mesi estivi nel nostro amato Comune.Si ringrazia la A.C. per la tempestiva ed effi cace campagna antiparassitaria intrapresa per di-sinfestare e pulire le fogne, debellando quindi la presenza delle zanzare che ci hanno perse-guitato per l’intera estate.Si ringrazia la A.C.. per il disimpegno profuso a “larghe mani” che ha permesso ad autoveicoli e motorini di attraversare fi no all’alba a tutta velocità il centro di Impruneta emettendo ru-mori assordanti prodotti da marmitte sicura-mente non regolamentari e che non rispettan-do il limite imposto dei 40 Km. orari, frequen-temente hanno messo in pericolo l’incolumità dei Cittadini anche sulle strisce pedonali.Si ringrazia la A.C. per non aver provveduto al lavaggio dei cassonetti impedendo così che dai medesimi non si sprigionassero maleodo-ranti miasmi procurati da materie in decom-posizione a causa del gran caldo, obbligando a transitare in apnea.Si ringrazia la A.C. per l’assenza di qualsiasi controllo, affi nché giovinastri sguaiatamente pernottassero fi no all’alba in Piazza Buondel-monti, nel vicino Parco della Barazzina, e in Piazza Accursio, si dilettassero in gare a fari spenti lungo la Via Vittorio Veneto, incuranti del diritto altrui al sacrosanto e meritato ripo-so.La novità di quest’anno sono stati latrati di cani che dall’una alle quattro di notte hanno disturbato il sonno imprunetino, tanto in Lu-glio che in Agosto, malgrado i miei numerosi richiami agli Uffi ci competenti.Grazie A.C., grazie di cuore. Non dubitare che gli Imprunetini ricorderanno tali negligen-ze alle prossime Ammini-strative!

Maria Teresa LombardiniCapogruppo PDL

LA SINISTRAUN AUTUNNO DI SPERANZETra congressi politici nazionali e prese di posizioni attese o inattese di certi politicanti locali, l’autunno entrante ci consegna se non altro la speranza…Noi, de La Sinistra, pensiamo da sempre che la politica locale abbia bisogno di una svolta impor-tante …. una svolta che i nostri amministratori non hanno voluto e non hanno saputo dare ma che allo stato dell’arte attuale è sempre più necessaria!Nell’intreccio della politica nazionale con quella lo-cale non vi è dubbio che si respiri una confusione palpabile il cui rifl esso si manifesta nel livello locale con la approssimazione di scelte strategiche im-portanti per il paese.A questo punto non possiamo che prenderne atto e sperare; sperare aldilà dell’ideologismo politico o dello schieramento di parte: “cambiare rotta” non può continuare ad essere percepito dal PD im-prunetino come una sconfi tta ma piuttosto deve essere un valore aggiunto teso alla risoluzione dei problemi del nostro Comune; ci aspettiamo a questo punto la defi nitiva “marcia indietro sulla questione verdi pubblici” la “ristrutturazione della macchina comunale” e il relativo “ridi-mensionamento dei dirigenti “, “chiarezza sulle scelte” ( dalla panchina artistica alla nuova scuola, dalle sedi rionali al regolamento urbanistico ) ….. che tutto ciò sia dettato da scelte nazionali o locali poco importa; la cosa certa e fondamentale è rap-presentata dall’esigenza di voltare pagina!Noi continuiamo a sperare….

La Sinistra Imprunetawww.lasinistraimpruneta.it

Marco MazzettiRiccardo Lazzerini

i gruppi consiliari

PROTOCOLLO DI INTESAPER LA DELOCALIZZAZIONE DELL’ATTIVITÀ SVOLTADALLA SOCIETÀ EDILBILANCINO:UN ESEMPIO DI GOVERNODEL TERRITORIO.Nonostante le purtroppo sempre presenti diffi coltà determinate dal Patto di Stabilità, l’A.C., appoggiata in pieno dal gruppo di maggioranza, continua a portare avanti il suo programma politico. Così, nella seduta del 10 settembre, sono stati approvati 2 documenti che fi ssano i modi e tempi per lo spostamento dell’azien-da Bilancino. Finalità dei provvedimenti: il risanamento e la riqualifi cazione delle aree urbane operato di con-certo con i privati cui vengono off erti, nel contempo, spazi più idonei all’attività. Si tratta di un percorso già iniziato con le aziende Pesci e Ref (protocollo già ap-provato) e che sarà riproposto anche ad altre aziende in situazioni analoghe. Il gruppo consiliare continua quindi, con orgoglio, nel suo impegno a “far naviga-

re il navigabile” e, come quasi sempre, lo fa tutto da solo. Anche in questo caso il PDL e Obiettivo Comune hanno votato contro mentre i consiglieri de “La Sini-stra” non sono rimasti per il dibattito e la votazione per-ché avevano impegni più importanti. E pensare che si rammaricano di “non vedere pianifi cazione alcuna nei settori strategici delle infrastrutture e dello sviluppo”.Comunque chiunque fosse realmente interessato a conoscere e partecipare alla pianifi cazione del futuro di tutto il territorio comunale non avrà che da seguire gli incontri pubblici sulle “Prime linee programmatiche sul Regolamento urbanistico” che avranno luogo en-tro il mese di ottobre. Sarà solo il primo approccio ad uno strumento complesso e importante che vedrà il coinvolgimento di tutti i cittadini in tutte le sue fasi: proposta, adozione, osservazioni.

IL NOSTRO IMPEGNONELLA SCUOLAL’anno scolastico è iniziato con le preoccupazioni de-rivate dall’attuazione della riforma Gelmini ed i tagli

introdotti dalla fi nanziaria 2009 alle risorse destinate all’istruzione. L ‘A.C. si è impegnata affi nché l’apertura della scuola avvenisse con gli interventi di messa in si-curezza degli edifi ci attuati e con una off erta formativa ancora ricca ed interessante. L’aumento del costo dei servizi è stata una decisione soff erta ma necessaria per il nostro sempre più criti-co bilancio. Siamo consapevoli che l’aumento delle tariff e, pur avendo salvaguardato le fasce più deboli, arriva in un momento economico diffi cile per le fami-glie e non porta certamente ad avere dei consensi. E’ comunque corretto che si conosca che l’A.C fa la sua parte contribuendo con 590.000 Euro a coprire l’intero costo dei servizi (vedi Reporter di settembre). Azioni e cifre che non trovano molto risalto ma che assicura-no il nostro impegno e attenzione per la scuola e per l’istruzione.

IL GRUPPO CONSILIAREDEL P.D. DI IMPRUNETA Per scrivere al Gruppomail [email protected]

PARTITO DEMOCRATICO

BREVE STORIA DELLA FIERA DI S. LUCAA darle il crisma della nobiltà basterebbe forse accennare al fatto che il paesaggista fran-cese Jacques Callot (1592-1635) si aggirò a lungo per le strade e le piazze del paese nei giorni della festa e quando pensò di avere assorbito a sufficienza l’atmosfera pastorizia - o meglio, pastorale - di cui era imbevuta, mise nel torchio quella che unanimemente viene considerata una delle più belle acquaforti di carattere paesaggistico del Seicento, appun-to la “Fiera dell’Impruneta”.

Ancora quattro secoli fa la festa era conosciuta come una delle più vetuste ed importanti d’Italia.Un’importanza che le proveniva dal fatto che il paese si trova geograficamente a metà strada nel lungo itinerario che i pastori percorrevano, ogni anno in autunno, per spostarsi dalle fresche vallate appenniniche verso la Maremma, dove avrebbero trascorso l’inverno. E proprio all’Impruneta era consuetudine fare una sosta per  vendere i prodotti del loro lavoro: latte, formaggio, lana; gli imprunetini, dal canto loro, accoglievano i transumanti sciorinando in piazza gli oggetti che avrebbero potuto far loro comodo: scarpe, vestiti, utensili.

Altre fonti fanno risalire la fiera al pellegrinaggio dei fiorentini al Santuario per cui era ne-cessario procurare cibo per i pellegrini e cominciarono ad affluire venditori ambulanti. Nella settimana intorno al 18 di ottobre non è banale dire che ce n’è per accontentare tutti: d mostre d’arte e d’artigianato, bancarelle di ogni genere la tradizionale corsa di cavalli, concerti bandistici e spettacoli pirotecnici.

PROGRAMMASabato 10 ottobre 2009mercato settimanale per tutta la giornataOre 16.00 sala consiliare cerimonia conclusiva del concorso nazionale di poesia Mario Gori -Associazione Culturale F. Paolieri

Domenica 11 ottobre 2009ore 9.00 apertura “via Paolieri in bancarella” ore 9.30 mostra campionariaOre 12.00 luna park

Martedì 13 ottobre Fierone 2009Parco sassi neri:ore 8.00 al campo sportivo Mercato dell’arte e dell’ingegno ore 8.30: mostra del bestiame e animali da cortile, spettacolo e giochi per bambini con i ciuchini del parco di Cavriglia;Ore 15.00 spettacolo di musica country Ore 21.00 società corale: presentazione CD la società corale di Impruneta (1880/1919)

Mercoledì 14 ottobre 2009Ore 19.00: società corale letture in vernacolo

Giovedì 15 ottobre 2009Ore 14.00 corsa dei cavalli Palio di San Luca Ore 22.30 spettacolo pirotecnico

Venerdì 16 0ttobre 2009Ore 21.30 tiro alla fune tra i rioni del paese -3°trofeo Tuttauto Fiera S.Luca

Domenica 18 ottobre 2009Ore 09.00 via Paolieri in bancarellaOre 16.00 campo sportivo di Impruneta torneo di calcio tra i rioni “2° Memorial Ivano Tor-rini”

durante tutta la settimana della FieraNei Ristoranti aderenti a “Vetrina Toscana a Tavola” saranno serviti piatti tipici locali della zona.

Per tutta la durata della Fiera il servizio di trasporto locale CAP subirà una modifica.Il capolinea viene spostato a Squarci e per i giorni di lun. mer. e ven. viene istituito un ser-vizio navetta per il collegamento con la Presuria.

MOSTRE:Per tutta la settimana della Fierain Barazzina l’Associazione Pro Loco presenta:“sapori d’Italia” degustazioni enogastroalimentari

Associazione Art & Art:35° Collettiva di San Luca: fotografia, spazio IAC Via della Croce 39Inaugurazione sabato 10 ottobre ore 16,30. Orario mostra: domenica, martedì e giovedì ore 10,00/12,30 - 16,00/19,00lun-merc-ven-sab ore 16,00/19,00.

Società Corale via V. VenetoLunedì 12 ottobre 2009 ore 21.00: inaugurazione mostra“C’era una volta... all’Impruneta” (1880/1919)

Casa del Popolo Impruneta Via della Croce 3910 – 18 ottobre 2009 mostra “Il mondo contadino in miniatura” a cura di Attilio TatiniStand e degustazioni guidate orario mostra 14.00/24.00

AUTUNNO IN BIBLIOTECAOttobre 2009 Un mese straordinario Nelle biblioteche Della Toscana

L’Assessorato alla Cultura della Regione Toscana propone, per il mese di ottobre, l’appun-tamento ricorrente delle biblioteche toscane con i cittadini: la campagna di comunicazio-ne Tipi da biblioteca, in sinergia con l’iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura, Ottobre piovono libri, promossa dal Centro per il Libro del Ministero per i Beni e le attività culturaliLe iniziative della Biblioteca Comunale di Impruneta per il mese di ottobre sono indirizzate ai bambini dai 4 ai 10 anni con i seguenti appuntamenti:

sabato 3 ottobre: ore 10.00 Pupi di Stac con Cappuccetto rossosabato 10 ottobre: ore 10.00 Vieniteloracconto con fiabe raccontate e lab. creativosabato 24 ottobre: ore 10.00 la Birignoccola con storia di marionette e burattinisabato 31 ottobre: ore 10.00 la Birignoccola con storia di marionette e burattinisabato 7 novembre: ore 10.00 Pupi di Stac con il gatto con gli stivalisabato 14 novembre: ore 10.00 Vieniteloracconto con fiabe raccontate e lab. creativosi consiglia di prenotare

L come libri Sempre a Ottobre per il quarto anno consecutivo presso la Biblioteca comunale, il Prof.re. Cesare Cristofolini propone un ciclo di letture ad alta voce di romanzi e racconti di autori italiani e stranieri della letteratura contemporanea.L’iniziativa è rivolta a tutti gli over 60 nella convinzione che il tempo al di fuori degli obbli-ghi quotidiani, o dopo il lavoro (pensione) può essere speso per un arricchimento cultura-le, e così divenire occasione di riflessione.

Incontro con i partecipanti per decidere il calendario degli incontri e gli autori da leggerelunedì 19 ottobre alle ore 10.00.Info: Biblioteca comunale di Impruneta tel. 055/2036404

NOTIZIE UTILISCADENZE OTTOBREIl 31 ottobre scade la prima rata del trasporto scolastico. I pagamenti devono essere ef-fettuati sul c/c postale n. 172502 intestato a Comune di Impruneta – Servizio Tesoreria. L’attestazione di pagamento dovrà essere riconsegnata presso le sedi URP di Impruneta o Tavarnuzze, oppure presso l’Ufficio Socio Educativo. Per informazioni tel. 055/2036481.

Il 31 ottobre scade anche il termine per pagare la prima rata del tributo del Consorzio di Bonifica Toscana Centrale, per chi ha optato per il pagamento in due rate. Il bollettino è stato recapitato, in allegato all’avviso di pagamento, ai soli proprietari di terreni o fabbrica-ti. Per informazioni tel. 055/244366 – www.cbtc.it – mail [email protected] .

Entro il 31 ottobre 2009 sarà possibile richiedere il contributo regionale per “Borse di stu-dio” rivolto agli alunni della scuola dell’obbligo e “Buoni libro” rivolto agli alunni della scuo-la secondaria di primo grado.Il tetto ISEE per accedere al beneficio è di € 13.500,00.Informazioni e modulistica sono disponibili presso la Segreteria dell’Istituto comprensivo.

L’Ufficio Socio Educativo informa che entro il 2/11/2009 sarà possibile presentare doman-da per il contributo al sostegno di natalità. Informazioni e schema di domanda sono disponibili presso l’Ufficio Relazioni con il Pub-blico Via Cavalleggeri, 16 Impruneta e Via Rosselli, 6 Tavarnuzze e presso l’Ufficio Socio educativo Via Paolieri, 16 Impruneta.

Domenica 25 ottobre l’associazione Verdi Ambiente e Sociale (VAS) organizza il mercatino autunnale “ Mangiasano”

Nell’ambito della manifestazione “Tavarnuzze: dai segni del passato ai disegni del futuro”Giovedì 29 ottobre presso il cinema teatro del circolo ricreativo Culturale – via Gramsci, 5 TavarnuzzePresentazione dei libri“Dal Villaggio al Paese , l’espansione edilizia di Tavarnuzze” di L. Lorini “Tavarnuzze fra presente e futuro Progetti di riqualificazione” a cura del Comune di Impru-netaAlla serata parteciperanno oltre gli autori Riccardo Conti Assessore Territorio e infrastrutture Regione Toscana Andrea Barducci Presidente della Provincia di FirenzeMarco Jodice Presidente uscente Ordine degli ArchitettiIda Beneforti Gigli Sindaco di ImprunetaLeonello Buccianelli Assessore ai Lavori PubbliciRemo Bombardieri Assessore Ambiente e ManutenzioneLeonello Corsinovi Dirigente Servizio del TerritorioAlberto Breschi ArchitettoRoberto budini Gattai Architetto

aziende

Dalle nostre parti latte fa rima con “Mukki”, che è poi il nome con cui i fiorentini sono abituati a chiamare la Centrale

del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno. E questo succede da oltre mezzo secolo, dal giorno in cui il sindaco Giorgio La Pira ebbe l’intuizione di creare un consorzio che nel tempo è cresciuto fino a salire sul podio del mercato lattiero. Paolo Bamba-gioni ne è il presidente, a lui il compito di tracciare un ritratto dell’azienda.La Centrale del Latte ha una storia comin-ciata tanti anni fa ed è legata a un prodotto tradizionale per eccellenza: come ci si rein-venta per rimanere competitivi sul merca-to?Uno dei punti di forza che abbiamo rispetto alle centrali del latte “tradizionali” è il fatto di avere un marchio forte, “Mukki”, segno di una capacità di comunicazione moderna. Nei locali del nuovo stabilimento usiamo tecnolo-gie, impianti e macchinari che ci consentono di immettere sul mercato prodotti nuovi. Come “Smuthie”, un prodotto completamente pen-sato e sviluppato nei nostri laboratori, e con-fezionato in speciali confezioni Tetra Pak da 33 cl: si tratta di una bevanda al latte al gusto di fragola, banana e cioccolato ed è stata un successo, in pochi mesi abbiamo venduto un milione di pezzi. Sull’onda di questo successo, felice combinazione di marchio e prodotto, a breve lanceremo due nuovi gusti, nocciola e vaniglia.Come si è mossa la Centrale per uscire dai venti di crisi che nell’ultimo periodo hanno

Mukki, la centrale esce dalla crisiL’INTERVISTA. Paolo Bambagioni, presidente della Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno

Giulia Righi

Paolo Bambagioni

SPAZI E PERSONEIl nuovo stabilimento di via dell’Olmatello è stato inaugurato nel maggio del 2005. Complessivamente si estende su 37mila metri quadrati, 3500 dei quali occupati dalla cella frigorifera. I lavoratori occupati direttamente dalla Cen-trale sono 182, ma con l’indotto (cooperative, agenti, stalle etc) si superano le mille persone.

I NUOVI SOCIA marzo dello scorso anno è stata concordata un’importante ricapitalizza-zione dell’azienda, e sono arrivati due nuovi soci: Fidi Toscana, la fi nanziaria della Regione (che ha avuto il via libera da Regione Toscana, Provincia di Fi-renze e Comunità montana del Mugello) e la Camera di Commercio di Firen-ze. Con loro, a operazione conclusa, arriveranno in tutto 10, 4 milioni di euro. I due nuovi soci si aggiungono a quelli “storici”: i tre comuni (Firenze, Pistoia e Livorno), la Banca Nazionale del Lavoro e la Cassa di risparmio di Firenze.

LA FILIERA DEL LATTENel nuovo stabilimento arriva ogni giorno latte fresco da 130 stalle toscane, per un totale di circa 70 milioni di litri ogni anno. Quotidianamente da via dell’Olmatello partono 500 bancali alla volta di 177 zone distributive, sparse nel territorio toscano e della provincia di La Spezia, e vengono raggiunti circa 9 mila clienti, con oltre 10mila punti vendita serviti annualmente.

I PRODOTTILa Centrale produce latte fresco, alto pastorizzato, Uht, panna fresca, bur-ro, mascarpone, mozzarella, stracchino, yogurt, formaggi, ricotta, dessert e uova. Ha anche una linea di prodotti biologici sotto il marchio “Podere Cen-trale”. L’ultimo arrivato in casa Mukki è “Smuthie”, bevanda di latte con frago-la, banana e cacao, (dalla consistenza assai simile a quella di un frappè) lan-ciata sul mercato recentemente e che nelle prossime settimane si arricchirà anche dei gusti vaniglia e nocciola.

LA CENTRALE IN CIFRE

soffi ato forte?Abbiamo adottato una politica interna basata sul recupero dell’effi cienza e la riduzione de-gli sprechi. E’ stata necessaria una riduzione del personale, che però è avvenuta con la col-laborazione del sindacato: si è trattato di ac-compagnare alla pensione 18 persone, il 10 per cento del personale. Eravamo indebitati per i costi del nuovo stabilimento e andava trovato un equilibrio. Abbiamo avviato un programma di risanamento nel 2007 ed entro il 2009, con un anno di anticipo, riusciremo a raggiunge-re il pareggio di bilancio. Una grosso aiuto, in questo senso, ci è arrivato proprio dai fi orentini che non hanno mai perso fi ducia nell’aziendaAmbiente e sociale, quali sono gli impegni di Mukki?La nostra azienda si è dotata di tutte le certifi -cazioni ambientali, così come si può rilevare dal bilancio annuale di sostenibilità, e pone grande attenzione alla qualità e alla sicurezza delle condizioni di lavoro, oltre che alla tutela dell’equilibrio ambientale. Sul versante socia-le, Mukki è tradizionalmente legata ad alcune realtà cittadine come il Meyer e l’Istituto de-gli Innocenti e ad alcuni progetti come “Agata Smeralda”, che assiste i bambini delle favelas di Salvador de Bahia. Qual è la sfi da più grande per il futuro?Veniamo da un un triennio che ha portato due risultati: il riequilibrio economico e la ricapi-talizzazione con l’ingresso di Fidi Toscana e Camera di Commercio di Firenze nella com-pagine sociale. Le sfi de certo non fi niscono mai, ma le affronteremo forti di questi risultati, e saranno anche i nuovi soci a darci indicazioni in questo senso: certo è che lo faremo all’inse-gna della qualità e nel rispetto di consumatori, lavoratori e allevatori.

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ma il rischio è quello di cadere nella banalità: qui, infatti, in serate particolarmente propizie, è possibile osservare la tipica confor-mazione delle coppiette a schiera. I piccioncini parcheggiano vi-cini ma non troppo gli uni agli altri, in modo da conciliare bisogno di intimità e paura di fare brutti incontri. C’è solo da augurarsi di non ritrovarsi come vicino d’alcova il compagno o la compagna uffi ciale. Chi non si lascia scoraggiare da un po’ di strada da fare, si inerpica in direzione Vincigliata o verso il pratone dell’Olmo alla ricerca di un luogo più tranquillo. I più intrepidi invece resta-no in città e accostano in vie meno conosciute e frequentate, so-litamente ai margini della città, favorite da un’illuminazione più soft. In zona Firenze sud, ai confi ni con la campagna, luci soffuse proteggono gli amanti dagli sguardi indiscreti. Infi ne per chi fosse a corto di fantasia e inventiva rimangono sempre alcuni parcheggi poco illuminati. Ma attenzione a quale si sceglie, che qui il rischio è di incappare in uno di quelli eletti a luogo di “scambio”, come si narra di uno dalle parti di Campo di Marte. Un’ultima avvertenza per le coppie clandestine: tenere a mente la lezione impartita dalla cronaca locale e ripensare al caso di quel giovane fi orentino che tradiva la moglie nella macchina di lei. L’auto si ribellò e prese fuoco sul più bello. Era solo qualche anno fa e qualche strada più in là.

Coppie clandestine in cerca di inti-mità o ragazzi senza troppe pretese e senza una casa propria dove rifu-giarsi per passare un po’ di tempo

con il compagno e la compagna: la notte è loro e le strade cittadine aprono varchi ina-spettati di tranquillità. Se non si può varca-re la soglia di casa, si battezza qualche altro luogo come nido d’amore. Per non correre il rischio di beccarsi una denuncia, come è ca-pitato a una giovane coppia che non ha sapu-to resistere alla passione e si è abbandonata a baci e abbracci in riva all’Arno (in pieno parco delle Cascine e in pieno giorno) meglio optare per la cara vecchia auto. Un classico che non passa mai di moda, o un usato ga-rantito, per rimanere in tema automobilistico, sperimentato da generazioni. Certo i tempi sono cambiati nel frattempo, i giornali sui vetri non usano più, roba da hippie che non si vede più in giro da anni. Il massimo che ci si può concedere sono i vetri oscurati, che tra l’altro fanno anche un po’ tendenza. E per il resto si sta al rischio. Sì, ma il rischio di esse-re beccati, oltre a quello di andare incontro a brutte esperienze. Se dal Pacciani in poi è su-bentrato il timore ad avventurarsi in stradine di campagna, meglio non allontanarsi troppo dalla città. C’è chi va sul sicuro e punta sul romanticismo, scegliendo il panorama di Fie-sole e Settignano, o fermandosi a metà strada, in zona cave di Maiano. La Basilica di San Miniato e i dintorni del piazzale Michelange-lo offrono altri poetici scorci e angoli riparati,

SEXANDTHECITY/1. Auto, parcheggi o stradine nascoste: ecco una mappa dei luoghi del tradimento

Quelli che l’amore lo fanno di nascosto

Paola Ferri

È una tra le cattive abitudini più vecchie del mondo:

tradire il partner. E se i tempi cambiano, le usanze invece

sembrano immutate, e gli angoli di Firenze scelti

dalle “coppiette” abusive sono sempre gli stessi...

FOCUS

Li chiamano “social network” e sono nati per mettere in contatto tra loro vecchi

amici, conoscenti, colleghi e parenti sparsi ai quattro angoli della terra. O per buttare l’amo e vedere chi si riesce a pescare, un modo per appagare il bisogno di fl irt, quell’amore vissuto in maniera “gassosa” ed evanescente, come lo defi nisce Giuseppe Civati nel libro “L’amore ai tempi di Facebook”. Niente di meglio per “pescare” che usare la rete, è praticamente un

immenso e fotografi co elenco del telefono. Ma mentre in qualche paese anglosassone al solito più avanti di noi, il “libro delle facce” già pro-voca cause di divorzio, anche in riva dell’Arno ci si comincia a interrogare sulle potenzialità negative dei social network nei confronti della coppia. Che si moltiplichino le occasioni è ac-certato. Ma che renda le cose tanto più semplici a mogli, mariti e fi danzati poco inclini alla vita a due, non è affatto detto. “Anzi, il tradimento

diventa più rischioso – sostiene Civati – perché come aumentano le possibilità di conoscere nuove persone o riallacciare vecchi rapporti, crescono anche le possibilità di essere scoper-ti”. “E’ uno strumento che tende al fl irt e come ogni medium facilita l’approccio, ma in realtà – conclude Civati - non inventa niente, si limi-ta a rappresentare le relazioni così come sono oggi, specialmente tra i trentenni: gassose, in-stabili, aperte a mille opportunità”.

In rete è facile flirtare, ma anche essere scoperti

Tradire ai tempi di Facebook? Molto più complicato. E rischioso

i fatti vostri

Fiesole, Settignanoe i dintorni del Piazzalesono tra i rifugipiù gettonati

/P.F.

28 Ottobre 2009

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Incontri clandestini, consumati di giorno come di sera in anonimi alberghi di Firenze, lontani da occhi indiscreti di consorti, genitori, parenti e conoscenti. Non tutti hanno una casa libera a di-

sposizione, né gradiscono vivere la loro intimità tra le lamiere di una macchina in luoghi più o meno appartati, più o meno pericolosi. Ecco che alle coppie non resta che l’ultima spiaggia. Un tempo si chiamavano motel, oggi sono più comunemente noti come alberghi a ore, alcove a costo accessibile e a privacy garantita. Circa 50 euro euro per una “sessione d’amore”, documenti richiesti (a tutela del personale di servizio), ma non re-gistrati (a tutela degli amanti). Camere anonime, come gli amanti che le eleggono a tempio dell’amore, anche se per brevi lassi di tempo. Hotel “clandestini”, come gli incontri che ospitano. Perché è impossibile trovarli usando i canali uffi ciali: gli alberghi ad ore sulla carta non esistono, ma la realtà parla di decine di strutture di-sposte ad affi ttare stanze “a tempo”. Rintracciarli non è impresa facile. Funzionano i suggerimenti degli amici, frequentatori assidui dei motel del terzo millennio, così come funziona la ricerca on line. Altrimenti non resta che rivolgersi direttamente, con un po’ di costanza e faccia tosta, agli alberghi normali e chiedere al portiere

se è contemplata – non uffi cialmente, s’intende – anche questa insolita forma di locazione. Con risposte talvolta positive, talvolta negative. Si scopre così che non sono poche le strutture disposte ad affi ttare stanze ad ore: se ne trovano sia in centro, sia nelle periferie (in particolare vicino alle uscite autostradali), sia sulle colline intorno a Firenze. Alcuni sono meno noti, altri godono di fama in-discussa, e sono da anni la meta preferita di coppie che, per una ragione o per un’altra, sono costrette a consuma-re i loro amplessi in campo neutro, ma al coperto. Una fama acquisita grazie ad alcuni requisiti particolarmente graditi dai frequentatori: camere accoglienti, buon livel-lo di igiene, prezzi alla portata. Ma a fare la differenza sono altre due caratteristiche: la collocazione geografi ca e la riservatezza. Meglio un albergo lontano dalle zone densamente abitate e frequentate di uno situato a ridosso di case e negozi; meglio incontrare personale di servizio discreto e compiacente, che assolva ad alcuni suoi obbli-ghi (la richiesta del documento) senza ulteriori doman-de; meglio un albergo in cui i percorsi per raggiungere le camere non richiedono giri tortuosi, con passaggi peri-colosi davanti alla reception o ad altre camere. Requisiti, questi, in possesso di poche strutture a Firenze. Quali? Impossibile dirlo, questione di riservatezza.

Sulla carta questo tipo di strutture non esiste, ci si arriva tramite

passaparola: in realtà in città e nei dintorni ce ne sono di molto

gettonati, e per tutti la parola d’ordine è riservatezza assoluta

SEXANDTHECITY/2. Affittare una stanza “a tempo” costa circa cinquanta euro

E tornano di moda gli alberghi a ore

Lorenzo Salusest

L’INTERVISTA

Un paio d’ore o anche meno, magari in pausa pranzo. Sopravvissuti sottotraccia per anni, gli

alberghi a ore tornano a registrare un certo successo. La parola alla psicologa Paola Pompei. Dottoressa, come si può spiegare questo fenome-no?In parte la spiegazione sta nella volontà di non voler rinunciare a niente, nel desiderio di volersi procaccia-re a tutti i costi quella felicità temporanea, anche solo di un paio d’ore, incastrandola tra i vari impegni della

giornata. L’alternativa all’albergo sarebbe un appar-tamento, ma naturalmente si tratta di qualcosa di più dispendioso e complicato per chi non vuole uffi cia-lizzare un legame. Allora si preferisce l’hotel, magari vicino al luogo di lavoro e facile da raggiungere. Insomma l’amante diventa uno dei tanti appun-tamenti da incastrare in agenda?In un certo senso sì. In una vita sempre di corsa, tra lavoro, fi gli, casa e palestra, l’amante diventa un mo-mento di svago di cui non ci si vuole privare.

Ma si tradisce più di prima? O cambia il modo di tradire?Diciamo che c’è una fascia di età, quella dai 45 in su, che è più propensa al tradimento rispetto a qualche anno fa. Il fenomeno riguarda soprattutto le donne, che hanno vissuto una giovinezza di privazioni, senza la libertà di movimento delle generazioni successive e che, arrivate a una certa età, raggiunta una certa in-dipendenza economica e dagli impegni familiari, de-cidono di prendersi una fetta di libertà che non hanno

mai avuto. E per gli uomini le cose sono rimaste invariate?No, anche nel loro caso si assiste a una evoluzione nel tradimento. La tendenza è quella a crearsi relazioni di durata più lunga, fi no a portare avanti storie parallele per anni, senza trovare il coraggio di rompere il vin-colo del matrimonio. Anche il sesso forte ha bisogno di comprensione e di dialogo, elementi che purtroppo spesso tendono a logorarsi all’interno della relazione coniugale.

Parla Paola Pompei, psicologa

“L’amante diventa un momento di svago di cui non si vuol fare a meno”

i fatti vostri

/F.P.

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Mesi fa il dilemma Nin-gbo, a settembre è stato il turno dei “Two rivers” di Gregg Wyatt destina-

ti a piazza Poggi, e guardando indietro nel tempo si scopre che sono molte le sculture donate al Comune di Firenze e via via “piazzate” in una strada, in una piazza o in un giardino. E, si badi bene, ogni opera d’arte arrivata in cit-tà da trent’anni a questa parte, non è mai stata risparmiata dalle polemiche dei fi orentini, quasi si trattasse di un esame da superare prima di venire esposta. Prendendo in esame le più recenti, dall’inizio degli anni Settanta ad oggi, se ne contano dodici (tredici se si conta Wyatt), tutte brillantemente sistemate in questo o in quell’altro luo-go. La maggior parte si trova in centro, ma nessun quartiere è stato risparmia-to, ognuno ha il suo cadeaux, chi più chi meno d’impatto. Volendo fare un rapido excursus, e partendo dalla pe-riferia più estrema di Firenze, proprio all’ingresso dell’aeroporto di Peretola, si incontra l’uccellino “cicciotello” fi rmato da Ferdinando Botero. “Palo-ma”, ovvero colomba, così si intitola l’opera giocosa che forse meriterebbe

una collocazione un po’ meno rumo-rosa. Spostandosi nel parco di Villa Vogel, in via Canova, ecco fi nalmente spuntare il “guerriero” e il “burocra-te” donati dalla città di Nimgbo, che dopo aver passato qualche tempo in un capannone a Prato, hanno trovato nel parco la loro degna collocazione. All’estremità opposta di Firenze, sul lungarno Aldo Moro, spunta l’ “Uomo della pioggia” di Folon, divertente bronzo che si ripara dalle paturnie del mondo con un ombrello d’acqua. Dall’altra parte dell’Arno c’è “Usho”, del giapponese Kousei Tateno, al cen-tro dell’aiuola che fa da spartitraffi co in piazza Gavinana. Spostandosi verso un altro ingresso della città, ecco appa-rire “Dietrofront!”, gruppo marmoreo fi rmato da Michelangelo Pistoletto, che accoglie il visitatore nel piazzale di Porta Romana. E procedendo da Porta Romana verso il piazzale Michelange-lo, ci si imbatte in un gruppo di statue longilinee che non potrebbero avere nome più appropriato. “Incontri” si chiamano, e spuntano tutto a un tratto dalle siepi del viale. Scendendo lungo il viale dei Colli e arrivando in piazza Ferrucci, il visitatore potrà andare alla ricerca dell’opera meno evidente di tutto il panorama fi orentino: “Fontana della maternità”, di Sauro Cavallini,

bronzi che a malapena si riescono a di-stinguere nell’andirivieni che caratte-rizza la piazza. Poco più in là, in piaz-za Poggi (e qui viene da domandarsi: dove verrà messo Wyatt se in piazza Poggi c’è già un’altra scultura?), c’è un big del Novecento, Giò Pomodo-ro, con la sua stele dedicata a Galileo Galilei. Attraversando il ponte, invisi-bile per chi non visita la basilica, c’è il “Guerriero” che porta la fi rma di Hen-ry Moore, posizionato proprio davanti alla cappella dei Pazzi, in Santa Croce. L’ultima tappa di questo viaggio nei “regali d’autore” è nel cuore della cit-tà, davanti alla Fortezza progettata da Antonio da Sangallo. Piazza Bambine e bambini di Beslan è contesa da ben due opere regalate al comune di Firen-ze. La prima è “Silenzio!Ascoltate” di Mario Ceroli, che occupa gran parte dello slargo, e la seconda è “L’uomo della pace”, delizioso bronzo, ancora una volta di Folon, reso pressochè in-visibile dalla mole del lavoro di Ceroli. Manca solo un donatore all’appello, Giuliano Vangi, che l’anno scorso por-tò via il suo San Giovanni da piazza Santa Maria Sopr’Arno per restaurarlo e che non è ancora tornato al suo posto. Speriamo che dopo tutte le polemiche degli ultimi tempi, non abbia deciso di regalarlo a qualcun altro.

Zona che vai, opera d’arte che trovi IL CASO. Una mappa per scoprire tutti i lavori donati al comune di Firenze, strada per strada

Caterina Gentileschi

Dal Guerriero di Henry Moore alla stele di Pomodoro. Dalle statue cinesi di Ningbo a quella più piccola e meno

ingombrante del giapponese Kousei Tateno. A spasso per le vie di Firenze per scoprire che la scultura

di Gregg Wyatt non è stata la prima (e non sarà l’ultima) a sollevare polveroni tra i fi orentini

curiosità

Sorriso tirato, faccia ac-condiscendente. Un serie infinita di “grazie, grazie, grazie, non dovevi proprio disturbarti” e un pensiero fisso in testa: dove la infi-lo adesso sta’ “ciofeca”?. La classica reazione di chi non ha apprezzato il regalo ap-pena ricevuto. Io personal-mente, seguo una precisa scuola di pensiero. Non condivido l’atteggiamento di chi, pur di fare un pia-cere al donatore, espone sui propri scaffali sopram-mobili di dubbio gusto, portafoto con lastre d’ar-gento multicolor o sfog-gia magliettine stile hippie provenienti da un posto nel mondo dove non sono ancora passate di moda (“sai, le disegna a mano un ragazzo in Brasile, quando l’ho vista ho pensato subito a te”. Argh.). No, no. Bando alle smancerie. Se entran-do a casa mia non vedrete quel “delizioso” orologino a forma di mazza da golf che mi avevate regalato per la laurea, non abbiate dub-bi. E’ stato scaraventato in fondo ad un cassetto pochi minuti dopo averlo ricevu-to. Tutto questo per dire

che un regalo è sempre un regalo, ma se è vero che non può essere rifiutato, è altrettanto vero che se non rispecchia il gusto di chi lo riceve, può essere messo in cantina (o quantomeno eli-minato dal proprio campo visivo). Ma questo discorso vale anche se il presente è un’opera d’arte e se il desti-natario è una città anziché una persona? Una città, come la casa o il corpo di ognuno di noi, deve indos-sare l’ “abito” che più le si addice e Firenze può per-mettersi di scegliere quello che vuole o non vuole in-dossare. Di sicuro non può riciclare il presente, ma perlomeno può permetter-si di decidere se collocare il cadeaux nel cuore del cen-tro storico o in luogo un tantino più defilato. Male male, quanto il donatore tornerà a fare visita, gli si può sempre rifilare la vec-chia scusa che “in centro ce n’è già troppe, meglio un posto meno inflazionato dove l’opera risalti di più”. Sempre meglio della can-tina.

A caval donatosi guarda in bocca...

30 Ottobre 2009

Sommario

L'uomo della pace, Folonpiazza bambine e bambini di Beslan

Guerriero, Henry Mooreprimo chiostro Basilica Santa Croce

Dietrofront, Michelangelo Pistolet toPiazzale Porta Romana

Stele in onore di Galileo Galilei, Giò PomodoroPiazza Poggi

Incontri, Romano Costiviale Machiavelli

Silenzio, ascoltate!, Mario Cerolipiazza Bambine/i di Beslan

Paloma, Ferdinando Boteroviale Guidoni

Statue di Ningbocopia di due originali conservati nella cit tà cinese, Villa Vogel

L’uomo della pioggia, FolonLungarno aldo moro

Fontana della maternità, Sauro Cavallinipiazza Ferrucci

Usho, Kousei Tatenopiazza Gavinana

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FINO AL 31 OTTOBRE...CHIEDICI COME...

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Primavera e autunno sono per de-fi nizione le stagioni del fi tness. Se da maggio in poi le palestre si affollano per la temuta prova co-

stume, il rientro in città favorisce i buoni propositi, come dedicarsi a se stessi e alla cura del proprio corpo, complice spesso anche qualche peccatuccio di gola com-messo in vacanza. Mettiamoci anche che le palestre e i centri benessere si attivano per proporre corsi all’ultima moda, ed ecco cosa aspetta i patiti della forma ad ogni co-sto per il prossimo inverno. Lo strumento della stagione è il “Bosu”, una pedana di forma circolare con sopra una mezza sfera di gomma di circa 60 cm di diametro. Il nome è l’acronimo dell’inglese Both Sides Up. Dovrebbe conquistare chi già è appas-sionato di step e di pilates, o almeno così dichiara chi lo ha provato, perché tonifi ca i muscoli di gambe, glutei ed addominali, (da sempre i più ostici), riduce i traumi dello step e aiuta ad aumentare coordina-zione ed equilibrio. Sicuramente l’origine statunitense - la sfera di gomma è stata in-ventata nel 1999 da David Weck e in Italia arriva direttamente da Broadway, per la precisione dalla lussuosa catena di pale-stre Equinox - è una garanzia di successo per diventare lo sport di moda dei prossimi mesi. La novità 2009 ha anche un sito de-dicato, www.bosuitalia.it, dove gli appas-sionati possono comprare la propria sfera a 150 euro per un allenamento Bosu fatto in casa, mentre per rendersi conto di come funziona il nuovo sport basta cercare Bosu su www.youtube.it e si trovano numero-se dimostrazioni pratiche. Se il Bosu è la novità 2009 “in superfi cie”, non mancano gli spunti per chi preferisce perdere peso in acqua: scorrendo le proposte delle pale-stre fi orentine pare proprio che in piscina si possano trasferire tutti gli sport. L’ac-

Oltre le gambe c’è di più, cantavano Jo Squillo e Sabina Salerno qualche anno fa.

Anche oltre il fitness c’è di più. Così, per tutti coloro che vogliono utilizzare il loro tempo li-bero imparando, ma non necessariamente a fare esercizi fisici, la scelta in città va dalle discipli-ne più classiche ai progetti più innovativi. Ad esempio i Quartieri sono un’occasione da non perdere per allargare i propri orizzonti: il Quar-tiere 2 per l’autunno 2009 propone corsi di in-formatica, lingue, business english, degustazio-ne vino, cucina, teatro per adulti e ragazzi, fiori di Bach, restauro, musica, storia dell’arte, pit-tura e altre discipline che spaziano dalla storia delle religioni al globish (ossia l’inglese sempli-ficato alla portata di tutti), alla pittura creativa e ai laboratori di analisi del film dedicati ad “at-tori e divismo” organizzati insieme all’Istituto Stensen. Per maggiori informazioni e iscrizioni è necessario rivolgersi all’ufficio cultura, Villa Arrivabene, piazza Alberti 1a, tel.055/2767828. Il Quartiere 5, invece, si dedica agli aspiranti

fotografi (info: 055/4223403-4378494). Chi ha detto che il nuovo Robert Capa non possa muo-vere i primi passi e scattare i primi clic grazie ai corsi di fotografia, fotografia digitale e nottur-na e montaggio digitale organizzati dal centro audiovisivi di Villa Pozzolini? Ci sono poi le iniziative per grandi e piccini. Per i piccoli, o piuttosto giovani, ci sono le attività dell’Infor-magiovani (info su: http://portalegiovani.comu-ne.fi.it). I corsi sono divisi per argomento, dal cinema al cucito, dal giardinaggio al fumetto, passando per arte, musica e tecniche naturali. Per i grandi c’è la vasta scelta dei corsi dell’Uni-versità dell’Età Libera: i programmi per l’anno accademico 2009-2010 sono scaricabili sul sito www.edafirenze.it. E infine ci sono i corsi per i buongustai, proposti da specialisti del settore come i componenti dell’Accademia Internazio-nale Enogastronomi Sommeliers. I posti per di-ventare esperti assaggiatori di vini sono limitati, per prenotarsi si può contattare [email protected] o chiamare il 3663535047.

C’è chi cuce e chi invece studia il globishTENDENZE/2. Ecco una rassegna delle proposte formative più bizzarre

Serena Wiedenstritt

C’era una volta la ginnasticaTENDENZE/1. Con l’arrivo dell’autunno inizia la stagione dei corsi per rimettersi in forma

/S.W.

quagym è roba antica e ora alcuni istituti propongono dalla bicicletta in acqua alle arti marziali in piscina, e c’è perfi no la possibilità di fare trekking senza sudare, aiutati da un tapis roulant subacqueo. Più facile, ma forse troverà qualche purista contrario alla novità, trasportare in acqua discipline senza at-trezzi come yoga e pilates. A metà strada fra i due generi, altre palestre da questo autunno organizzano corsi di “acquawalk”: in questo caso l’attrezzo è uno speciale stivale che potenzia gli effetti di resistenza dell’acqua e consente una maggiore presa sul fondo della piscina. Così ancorati al fondo della vasca, niente rischio di scivolare e maggiore tonifi cazione per tutto il corpo, promettono gli esperti.

Il fi tness classico? Roba vecchia. L’ultima moda è Bosu, una sfera

che tonifi ca i muscoli “critici”. Ma nelle nelle palestre fi orentine

spopolano pure le camminate sott’acqua e le arti marziali in piscina

tempo libero32 Ottobre 2009

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Niente paura, il sipario non calerà nemmeno quest’anno. Nonostante i problemi che affl iggono le casse di tutto il comparto, il Teatro del Mag-

gio Musicale Fiorentino presenta comunque una stagione di tutto rispetto, ricca di novità, di successi sempreverdi e di ospiti inattesi. Si parte all’inizio di ottobre con il mini festival “Recon-dita Armonia”, che già l’anno scorso ha riscosso grande successo (30mila presenze), proponendo tre opere della tradizione alternate tra loro in una dieci giorni tutta dedicata alla lirica, caratterizzata da allestimenti agili e produzioni di qualità. Per l’autunno 2009 tocca alla trilogia verdiana, La Traviata, Il Rigoletto e il Trovatore, fi no al 16 ot-tobre sul palco del Comunale. Dall’8 novembre si parte invece con la stagione uffi ciale, inaugu-rata da Seiji Ozawa, che torna a Firenze con un titolo mai rappresentato nel capoluogo toscano, “La piccola volpe astuta” di Leos Janacek, opera struggente dove gli animali dialogano fra loro e comprendono il linguaggio degli uomini, e in cui uomini e animali sono posti sullo stesso piano, nell’allestimento fi abesco, di grande impatto visi-vo anche per i più piccoli, che vede il debutto del regista francese Laurent Pelly ed è coprodotto– dopo la splendida Elektra dell’anno scorso - con il Saito Kinen Festival. In dicembre signifi cativo è il progetto de Il Campanello, deliziosa farsa di Donizetti di rara esecuzione (l’ultima rappresent-zaione a Firenze risale al 1948), che vedrà, insie-me ancora a Bruno De Simone, i giovani cantanti formati ai corsi di MaggioFormazione, per la di-rezione di Fabrizio Maria Carminati ed un nuovo allestimento per la regia di Jean-Luis Grinda, con le scene dipinte di Raffaele De Savio che curerà anche un corso di formazione per pittori-sceno-grafi . “L’Italiana in Algeri”di Rossini (22-29 gen-naio) segna il debutto italiano nella regia lirica del gruppo catalano “Els Comediants”. Protagonista è Daniela Barcellona, affi ancata da specialisti come Simone Alaimo, John Osborn e Bruno De Simone, dirige Enrique Mazzola e il nuovo allestimento è coprodotto con il Teatro Real di Madrid, l’Opéra National de Bordeaux e la Hou-

ston Grand Opera. Torna, dopo quasi trent’anni di assenza, il capolavoro liberty di Francesco Cilea “Adriana Lecouvreur”. Sul podio salirà Bruno Bartoletti, protagonista Adina Nitescu, accanto a lei Marco Berti, Juan Pons e Marianne Cornet-ti, regia e costumi di Ivan Stefanutti. Nel campo della danza e del balletto, il Teatro del Maggio sceglie di confermare l’investimento sulla propria Compagnia MaggioDanza, guidata da Vladimir Derevianko, con due titoli “tradizionali” come

“Carmen suite” coreografi a di Alberto Alonso, étoile ospite Eleonora Abbagnato, in abbinamen-to a Il Campanello, e “Don Quixote” dello stes-so Derevianko, entrambi con orchestra dal vivo. Spicca una nuova proposta nell’ambito del Festi-val per dare risalto ai linguaggi della contempora-neità, “The man in the box”, nuova creazione che vede l’ètoile Guillaume Coté nella triplice veste di coreografo, autore delle musiche ed interprete in scena. www.maggiofi orentino.com

Martina Bandini

TEATRO/1. La stagione del Comunale non delude nonostante i drastici tagli al settore

Maggio, un autunno tutto in musicaUn mini festival, una stagione corposa, trasferte all’estero e ospiti provenienti

da tutto il mondo. Il Maggio non si arrende nemmeno davanti alla crisi

e porta sul palcoscenico spettacoli di grande qualità abbinati

a una particolare attenzione per alcune produzioni contemporanee Nuovo slancio per il teatro in lingua inglese. Quest’anno la Florence In-

ternational Theatre Company annuncia la sua quarta stagione con un importante parterre di ospiti internazionali e con un calendario di grande qualità. Una realtà che cresce un anno dopo l’altro, coinvol-gendo visitatori di origine anglosassone ma anche fi orentini attratti da un modo diverso di fare teatro. Tutti gli spettacoli sono sottotitolati in italiano, in modo da permettere ai cittadini del bel paese di en-trare a pieno nella trama. “E’ un modo an-che per coinvolgere i ragazzi e per dimo-strare che gli studenti stranieri, soprattutto quelli americani – spiega Bari Hochwald, direttrice e anima della compagnia – non vengono in Italia solo per ubriacarsi, ma si interessano anche di arte e cultura”. Per Bari, americana purosangue che ha scelto Firenze come città d’elezione, la compa-gnia teatrale è motivo di vita, oltre ad es-sere una “missione”. Ogni anno porta in città artisti di calibro internazionale (per la stagione 2009 sono in arrivo attori pro-venienti non solo dagli Usa, ma anche dal Canada, dall’Olanda, e dalla Gran Breta-gna) e mette in scena spettacoli diversi tra loro. A volte ironici e divertenti, altre volte più impegnati e presi in prestito dal teatro della tradizione. La stagione vera e propria – intitolata “Dove i mondi si incontrano” - aprirà i battenti il 19 novembre con lo spettacolo “... About Anne” con Salome Jens, messinscena delle opere poetiche di Anne Sexton, con la partecipazione stra-ordinaria della Jens, attrice famosa a Bro-adway e in molti altri teatri sparsi per gli Stati Uniti. IL 20 e 21 settembre sarà poi la volta di un progetto speciale, il “teatro per nottambuli”, spettacoli che verranno rappresentati a partire dalle 23:30 (ciascun spettacolo durerà circa un’ora). Ma prima di dare il via alla stagione 2009/2010, la FITC darà un’anticipazione di se stessa nel corso del Festival della Creatività con l’evento “Creative Campus”, un progetto multidisciplinare che vede protagonisti studenti e artisti internazionali e locali. La manifestazione alla Fortezza sarà l’oc-casione ideale per tre giorni di workshop che daranno ai partecipanti la possibilità di mettere in piedi uno spettacolo/evento ispirato al tema “Quale futuro per Firen-ze?”, che verrà messo in scena nella gior-nata di chiusura del Festival.Info: www.fl orencethetre.com – 055.213788.

TEATRO/2

Metti una sera sul palcoper parlare English

Un attore della compagnia

Ancora un po’ di tempo per l’inizio della stagione della Pergola, dove sono ancora in corso le operazioni per la messa in sicurezza di alcu-

ni ambienti, lavori impegnativi per un edifi cio datato 1656. Il via alle dan-ze verrà dato uffi cialmente il 17 novembre, con Mariangela D’Abbraccio e Elisabetta Pozzi, che apriranno la stagione cimentandosi in una “Strana coppia” al femminile, per sorprendere una platea abituata a vederle in ruoli drammatici. A seguire un eccezionale Pirandello, (Enrico IV, Pen-saci, Giacomino!, Non si sa come), oltre agli spettacoli “L’attore”, il “Capi-tano Ulisse” e “La strada”, insieme alla riscrittura kafkiana di Ugo Chiti con “Le conversazioni di Anna K.” e la novità del premio SIAE Giovan-ni Clementi (“L’ebreo”, con Ornella Muti in un’inedita veste scenica). E nel momento in cui fa tappa alla Pergola una delle migliori interpretazio-ni goldoniane degli ultimi anni, la “Trilogia della villeggiatura” dei Teatri Uniti, c’è un importante anniversario da ricordare, il venticinquesimo della scomparsa di Eduardo che ricorre il 31 ottobre. In stagione saran-no due i testi del genio partenopeo, “La fortuna con la effe maiuscola” e “Ditegli sempre di sì” con Geppy Gleijeses. Anche Shakespeare sarà

protagonista, con la colorata versione di “Molto rumore per nulla”. Torna Tato Russo con una elaborazione da Dostoevskij, “Il paese degli idioti” e “Passaggio in India”. C’è poi “L’inganno” di Anthony Shaffer, l’enne-sima tappa del viaggio di Glauco Mauri e Roberto Sturno alla ricerca di copioni non usuali. “Die Panne”, di Friedrich Dürrenmatt, dà modo a Gianmarco Tognazzi di cimentarsi nel ruolo che fu al cinema di Alberto Sordi. “L’anatra all’arancia”, è invece passerella per la verve di Debora Caprioglio. Uno spazio anche per la favola, quella di “Pippi Calzelunghe” e quella latina di “Concha Bonita”, che unisce gli estri di Alfredo Arias, Nicola Piovani e Vincenzo Cerami. A chiudere la stagione arriva Luca Ronconi col toccante “Giusto la fi ne del mondo” di Jean-Luc Lagarce, drammaturgo francese precocemente scomparso. Maurizio Scaparro, porterà per due giorni il suo “Polvere di Bagdad”, mentre il regista e Massimo Ranieri, interprete dello spettacolo, saranno protagonisti delle proiezioni del fi lm “L’ultimo Pulcinella”, girato da Scaparro tra Napoli e la banlieue parigina. Farà una sorpresa anche Toni Servillo proponendo il suo recital “Letture napoletane” il 1°marzo.

Lavori agli sgoccioli, si apre il siparioTEATRO/3. Ancora qualche settimana alla fine delle operazioni di messa in sicurezza alla Pergola

/C.G.

/L.V.Z.

L’arte contemporanea riparte da Firenze sud. Ex Cpa, ex au-ditorium e infine ex

Quarter, la struttura di viale Giannotti 81, di fianco al cen-tro commerciale, è finalmente pronta a riaprire i battenti, alla fine di questo mese. Con un pro-getto e un nome nuovi di pac-ca: si chiama Ex3, che deriva da “exhibition” e Quartiere 3, e sarà uno spazio espositivo in divenire, aperto ad arti visive, performance, musica e incontri. Uno dei nodi della rete di con-temporaneità diffusa che han-no in mente il Sindaco Matteo Renzi e l’assessore alla cultura Giuliano Da Empoli. “Una rete – ha affermato lo stesso Renzi durante la presentazione di Ex3 - che metterà in comunicazione alcuni luoghi attualmente di-smessi o sottoutilizzati come l’ex Meccanotessile, la Stazione di Santa Maria Novella, la Fortezza da Basso, il complesso Alinari-Leopoldine”. Una sfida, quella dell’arte contemporanea, che il centro di viale Giannotti accet-ta e rilancia, attraverso le parole del Direttore Sergio Tossi. “Fra i nostri punti di forza porrei una doppia rete – dichiara Tossi – una metropolitana, una sorta di museo diffuso che metta insieme esperienze diverse della città, e una internazionale, che ci metta in contatto con centri analoghi al nostro. Centri d’arte di città d’arte, una categoria particolare, in grado di ricomporre passa-

to e futuro attraverso linguaggi innovativi”. Intanto si comincia con la doppia personale di Ju-lian Rosefeldt e Ian Tweedy, che aprirà al pubblico il 29 ottobre. In seguito a riempire i 600 metri quadrati dell’Ex3, suddivisi tra la sala principale e le più piccole

side rooms, ci penseranno artisti italiani e internazionali come la nostrana Eva Marisaldi, l’islan-dese Ragnar Kjartensson e il su-dafricano Robin Rhode. Con un occhio di riguardo per gli artisti di casa nostra: Sergio Tossi, Ara-bella Natalini e Lorenzo Giusti,

che collaborano alla direzione del centro d’arte, stanno lavo-rando su un premio da attribu-ire al migliore artista toscano. In palio la possibilità di allestire una mostra negli spazi di Ex3 e la pubblicazione di un catalogo. In programma anche progetti didattici, in collaborazione con le scuole fiorentine, e workshop, come Ex3 Wall, dedicato alla pittura, ed Ex3 Video. Facendo sempre attenzione al budget, in parte ricavato da sponsor e part-ner privati e in parte finanziato

dal Comune (90mila euro per tre anni). Una cifra non esagerata, quest’ultima, ma pur sempre un punto di partenza da cui svilup-pare rapporti e collaborazioni con altre istituzioni. In cima alla lista dei possibili interlocutori si collocano senz’altro la Stroz-zina e il Museo Marini, realtà già collaudate in ambito di arte contemporanea. In un futuro nel centro d’arte di viale Giannotti dovrebbe trovare posto anche una caffetteria. Con arredamen-to di design, naturalmente.

L’INAUGURAZIONE. Apre Ex3, centro dedicato alla contemporaneità, tra mostre, allestimenti e musica

L’arte prende casa a Gavinana

cultura

Laura Lenzi

Lorenzo Giusti, Arabella Natalini, Segio Tossi, Andrea Ceccarelli presidente del Quartiere 3 e il sindaco Matteo Renzi

Dopo l’esperienza del Quarter, chiuso quattro anni fa,

riprende vita la palazzina accanto al centro commerciale

di viale Giannotti. Il 29 ottobre la prima mostra

34 Ottobre 2009

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DA 50 ANNIIN GAVINANA

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A ottobre Firenze si veste di creatività e la Fortezza da Basso si prepara ad ospitare le idee e l’effervescenza del festival più innovativo della pe-

nisola. Edizione numero quattro per il “Festival della creatività”, che lo scorso anno ha portato a Firenze più di 400mila persone. Dal 15 al 18 ottobre la città del giglio si vestirà dei colori del-la fantasia abbinata all’arte e alla tecnologia. “Il futuro delle città, le città del futuro”, questo il tema che quest’anno farà da fi le rouge per le idee di designer, artisti, architetti e chi più ne ha più ne metta. Una folla strutturata di creativi che si riuniranno alla Fortezza per osservare da vicino le fucine di idee più fertili del futuro, ovvero le metropoli. Dalle metamorfosi urbane delle me-galopoli più complesse del globo (da Shangai al Cairo fi no a San Paolo), fi no a progetti urbani le-gati a forme d’arte contemporanea come la street e la video art. E per chi proprio non ce la fa ad aspettare fi no al 15 ottobre, c’è il “Fringe of Fe-stival” una sorta di anteprima (dall’8 al 14 otto-bre) durante la quale creativi, intellettuali, artisti e artigiani, apriranno al pubblico studi e botteghe esponendo progetti creativi ispirati al tema del festival della Fortezza. Durante i quattro giorni della kermesse, ideata dalla Regione Toscana e

progettata e organizzata da Fondazione Sistema Toscana, gli spazi monumentali della Fortezza faranno da cornice a installazioni sulle meta-morfosi urbane curate dai più grandi architetti e designer internazionali. Mentre la sala della vol-ta ospiterà i progetti sulle trasformazioni urbane nelle città di Medellin, Seoul (nel 2010 Capitale mondiale del design dopo Torino), Shanghai, Montreal e nelle metropoli degli eccessi Doha e Dubai. E ancora Il Cairo, la megalopoli brasi-liana di San Paolo che conta oltre 22 milioni di abitanti, e Tokio. Nella sala delle colonne le me-tamorfosi urbane saranno narrate attraverso pro-getti di arte pubblica/sociale e visioni. Anche la street art la farà da padrona: nella sala delle grot-te, con la mostra “Once were writers” saranno allestiti una serie di video installazioni di giovani “graffi tari” italiani. Il primo piano del padiglione Spadolini ospiterà la grande rassegna enogastro-nomica deGustiBooks con eventi e degustazioni dedicate al cibo urbano e l’area “kids”, con gio-chi, libri e laboratori educativi, pensati su misu-ra per “le città del futuro” (prove di educazione stradale, costruzione di orti urbani e di oggetti riciclati). Incontri, talkshow, workshop e perfor-mance live con artisti e studiosi provenienti da tutto il mondo: tornano anche questa edizione, i caffè fi losofi ci e i grandi concerti live. Quattro giorni per prendere consapevolezza e progettare le città del nostro futuro.

Quattro giorni a tutta creativitàCaterina Gentileschi

LA KERMESSE. Torna il festival che porta in città l’innovazione, la tecnologia e le nuove tendenze

Papa Giovanni Paolo II, il poeta Mario Luzi, lo storico e politico Giovanni Spadolini, l’”Avvocato” Gianni Agnelli, e ancora il Pre-

sidente della Repubblica - allora Presidente della Camera - Giorgio Na-politano e i sui predecessori Carlo Azelio Ciampi con la moglie Franca e Oscar Luigi Scalfaro, il senatore Giulio Andreotti, l’attore Alberto Sordi, il regista Mario Monicelli e i registi cinematografici Robert Al-tman e Bernardo Bertolucci. Sono solo alcuni dei personaggi che han-no fatto visita a Fiesole e che sono stati immortalati dall’obiettivo di Stefano Giraldi e Paolo della Bella. Quarantuno foto, scattate fra gli anni ’80 e ’90, che descrivono Fiesole attraverso i suoi personaggi, di passaggio o stanziali, raccolte nella mostra “Obiettivo Fiesole. Scatti e ritratti di Paolo della Bella e Stefano Giraldi”, in programma dal 17 ottobre al 29 novembre nei nuovi locali del Comune in piazza Mino. L’esposizione viene inaugurata sabato 17 ottobre, alle ore 17, all’ap-

puntamento saranno presenti il Sindaco di Fiesole Fabio Incatasciato e l’assessore alla cultura Paolo Becattini. Un piccolo furto alla cassaforte del tempo, scatti che testimoniano come Fiesole sia la “città dell’acco-glienza”. Una sequenza di poeti e musicisti, pittori e attori si arricchi-sce di uomini politici e letterati, scultori e fotografi o scienziati, registi cinematografici ed architetti. Icone del tempo immortalate a colori o in bianco e nero. La mostra illustra un ventennio di storia culturale fie-solana: si compone, infatti, di una vasta rassegna di fotografie (tren-tacinque) scattate da Paolo della Bella, che fanno parte dell’archivio del comune e di una serie di “ritratti” (sei), sempre fotografici, di altri protagonisti della creatività immortalati da Stefano Giraldi, che saranno donate dal fotografo all’Archivio. Con la mostra si aprono per la prima volta ad un’esposizione artistica i nuovi spazi comunali inaugurati lo scorso 14 marzo.

I volti del bel Paese in mostra a FiesoleL’EVENTO. I nuovi spazi comunali vengono aperti per la prima volta a un’esposizione fotografica

/L.V.Z.Mario Luzi

cultura 35

Un (ex) “dissidente” alla corte di PrandelliFIORENTINA/1. A fine settembre, Lorenzo De Silvestri ha fatto il suo esordio ufficiale in maglia viola

Lorenzo De Silvestri

Era uno dei tre “dissidenti” (gli altri due, Pandev e Ledesma, lo sono ancora) della Lazio. Poi, a fine agosto, a pochi giorni

dalla chiusura del calciomercato, Lorenzo De Silvestri è passato alla corte della Fio-rentina (su di lui c’era anche il Milan) per cinque milioni di euro, chiudendo un rap-porto - quello coi biancocelesti - durato, giovanili comprese, nove anni. Era tifoso della maglia che indossava, di cui un gior-no sarebbe divenuto con tutta probabilità il capitano. Adesso la sua casa è Firenze e, dopo un periodo in cui è stato costretto a restare fuori dai campi di gioco per colpa di un infortunio, De Silvestri è tornato in campo per contribuire alla causa viola. E’ stato proprio contro la Fiorentina (era il 22 aprile 2007) che ha esordito in serie A, a soli 18 anni. “Per me - aveva commentato il giorno della sua presentazione - è sta-

ta dura lasciare Roma, visto che ho fatto anche il settore giovanile in biancoceleste. Resterò sempre un tifoso della Lazio, ma sono venuto via dal presidente, non dalla società. Ho fatto questa scelta perché la Fiorentina mi ha voluto fortemente. Sono felice di poter lavorare con un allenatore come Prandelli che è un insegnante di calcio. In più, Firenze è l’ambiente giusto per permettere a un giovane di crescere, cosa che spero possa capitare a me”. Il suo esordio con la maglia viola è avvenuto dal primo minuto nel derby col Livorno di fine settembre, durante cui De Silvestri ha subito dimostrato, nonostante non fos-se ancora al 100%, il suo valore e le sue capacità.Cosa non è andato a Roma?Non posso dire tutto. Comunque chiede-telo a quelli che da Roma se ne sono an-dati. Chiedetelo a Osti, Sabatini e Persi-

chetti (tre dirigenti laziali, ndr). Non sono giocatori, ma dirigenti e due di loro sono di Roma. Riguardo a me, l’anno scorso, tornato dalle Olimpiadi, mi sono fatto uno stiramento, e quello che è subentrato a me (Lichtsteiner, ndr) è andato bene... però mi sono sempre allenato, ero sempre pronto a dare il massimo, credo di averlo dimostra-to, abbiamo vinto la Coppa Italia. Non so perché Lotito dica di me quello che dice.Dove deve migliorare Lorenzo de Silve-stri?Devo migliorare in fase difensiva, anche se credo, in questi due anni, di aver fatto qualche progresso. Prandelli contribuirà a migliorarmi ancora. Tatticamente come si vede nella Fioren-tina? A me piace andare avanti e dare una mano in fase offensiva. Senza esagerare, perché esiste anche la difesa. Mi piace andare al

cross, però spero di inserirmi bene anche nella difesa perché è fondamentale. L’at-tenzione e la comunicazione tra i difensori è fondamentale per chi sta dietro.Come mai ha scelto di continuare a por-tare il numero 29?Il 29 agosto è il compleanno di mia so-rella. Ho un rapporto bellissimo con lei, e per questo l’ho sempre voluto portare sulle spalle.Conosce cinque lingue, è appassionato di arte moderna, e in passato ha vinto il “trofeo Topolino” nello sci: insomma, non solo calcio... Sì, è vero. Credo che sia importante al-largare la mente e, per quanto posso, ho cercato di darmi da fare. Le lingue che conosco sono tedesco, inglese, francese, spagnolo e, ovviamente, l’italiano. Per me è stata una fortuna fare atletica: mi ha aiu-tato tanto nella corsa.

Con Pandev e Ledesma

era uno dei tre giocatori

della Lazio in rotta con la società:

poi, a pochi giorni dalla chiusura

del calciomercato, Corvino è riuscito

ad assicurarselo per cinque milioni

di euro, battendo anche la concorrenza

del Milan. “Per me è stata dura lasciare

Roma, ho fatto anche il settore giovanile

in biancoceleste”, aveva detto il giorno

della sua presentazione. Ma ora guarda

al futuro con entusiasmo. “Devo

migliorare ancora in fase difensiva.

Prandelli contribuirà a farmi crescere”

Cristina Guerri

Il 24 settembre scorso è stata scritta un’altra pagina nella storia della Fiorentina. In que-sta pagina non si parlava della

strepitosa vittoria con il Liverpool (quella è avvenuta il 29 dello stesso

mese), ma delle dimissioni da pre-sidente di Andrea Della Valle, che lascia la testa della società dopo sei anni (dal 2004 al 2009); dopo aver visto, nel primo anno, la squadra salvarsi all’ultima giornata dalla re-trocessione, e dopo aver festeggiato il raggiungimento della Champions nella gestione Prandelli. Sei anni di

sogni, scalate, vittorie, ma anche di polemiche: dei tifosi, per la cessio-ne di giocatori importanti (i tifosi si ricorderanno le scritte: “Melo alla Juve = zero abbonamenti” e “Corvino vendi gli scarponi, non i campioni”), ma anche del resto dell’ambiente. Il “trono”, adesso, appartiene a Mario Cognigni, ex vicepresidente, ma si attendono no-vità in un futuro prossimo. I fratelli Della Valle non sono stati fi sica-mente presenti al Cda straordina-rio svoltosi in sede quella mattina, ma hanno partecipato tramite una conference-call (videoconferenza). Nello stesso pomeriggio una let-tera, quella di Andrea, spiegava i motivi delle dimissioni. Tre pagine forti, scritte anche con un pizzico di frettolosità. Un fulmine a ciel sere-no per chi si aspettava un suo passo indietro dovuto per lo più a motivi lavorativi: perché dopo la scomparsa di Oscar Micucci (cugino tra l’altro dei due fratelli), manager di spicco nel gruppo Della Valle, sarebbe stato comprensibile per Andrea stare un po’ più dietro alla Tod’s, l’azienda di famiglia. L’ex presidente parlava di mancanza di condivisione totale del progetto viola, di necessità di autofi nanziamento economico della società, e di sensazione di sfi ducia nei confronti del suo operato. Per tutti questi motivi, Andrea ha deciso di fare un passo indietro, e c’è stato anche chi ha cominciato a pensare - per questo e tante altre ragioni - che i fratelli Della Valle sarebbero stati

Cristina Guerri

Subito messe a tacere le voci di vendita

del club gigliato. Al suo posto il vice Mario

Cognigni, ma presto sono attese novità

Il passo indietro di Andrea Della ValleFIORENTINA/2. Dopo sei anni si è dimesso da presidente della società. “Ma il progetto va avanti”

pronti a cedere la società a chi po-teva garantirne un futuro sportivo migliore. Poi, alla vigilia della par-tita di Champions con il Liverpool, ci ha pensato Diego a rassicurare tutto l’ambiente fi orentino: “La Fio-rentina in vendita? -ha dichiarato al

Franchi - non denuncio chi ha scritto o detto certe cose, ma se lo merite-rebbe”. Sospiro di sollievo in questo mare di incertezze sul futuro della società. E una frase, Diego, l’ha vo-luta confermare: “Il progetto viola va avanti”.

Qual è la differenza tra un campione e un giocatore normale? La classe, senza dubbio, il talento, i trofei vinti, ma questi

sono ingredienti che possono non bastare. Perché puoi anche es-sere un fenomeno in mezzo al campo, ma perderti quando i rifl et-tori dello stadio si spengono e si accendono quelli della fama, del-la gloria facile, delle amicizie sbagliate. E puoi cadere da quelle altezze e non avere poi la capacità per rialzarti, per rimettere sullo stesso binario il campione e l’uomo, il talento e la responsabilità che questo comporta. Tutto questo e molto di più è Adrian Mutu, raccontato da Matteo Morandini nel libro a lui dedicato dal titolo “Adrian Mutu, la consacrazione di un Fenomeno” in vendita dallo scorso 30 settembre in libreria. Un testo che racconta la vita nel calcio e non solo dell’erede di Hagi, arrivato in Italia giovanis-simo da una provincia sperduta della Romania con le stimmate del predestinato. Nel bel Paese aveva trovato la consacrazione poi persa nelle polveri di Londra, che doveva essere un sogno ma che si è rivelata un incubo. Un campione che, tornato in Italia grazie a Luciano Moggi, si è rialzato più forte di prima. Un campione che, per strani incroci che solo il destino può architettare, sarebbe diventato il Fenomeno con la effe maiuscola arrivando a Firenze grazie alla caduta in serie B dell’odiata (dai fi orentini) Juventus, riabbracciando il suo “maestro di vita” Cesare Prandelli. Ora, la sua storia è stata racchiusa in un libro.

In vendita il libro sulla vita del Fenomeno

Mutu, un gol in libreria

/C.G.

IL VOLUME

Andrea Della Valle

sport 37

Medico Chirurgo

Esperto

in Medicina Estetica

e del Benessere

Master in Dermatologia

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Ambulatori

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Bergamo, Brescia

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La softmicroliposcultura è una tecnologia all’avanguardia che sfrutta il meccanismo di azione

degli ultrasuoni, che attraverso l’emissione delle onde cavitazionali emulsiona il grasso

resistente agli altri trattamenti, rende la pelle più compatta, più omogenea. Agendo sulla

struttura fibrotica di sostegno del grasso e della cute, oltre l’effetto lipolitico – di riduzione

del grasso- attraverso il rimaneggiamento delle fibre collagene, ha anche un effetto lifting

della zona trattata contrastandone la flaccidità. Questo è anche uno dei motivi per cui la

tecnica viene utilizzata oltre nelle adiposità localizzate, per i lipomi e cellulite nelle varie fase

di sviluppo e nei difetti postliposuzione con avvallamenti retrazione ed introflessioni della cute,

fenomeno denominato molto spesso “buccia d’arancia”. Solitamente basta una seduta per

eliminare un’adiposità localizzata di media entità, 2-3 sedute per migliorare l’aspetto cutaneo

e la flaccidità. L’intervento viene eseguito al livello ambulatoriale in minima anestesia locale,

non necessita ricovero o medicazioni post-intervento importanti. Il paziente riprende le sue

normali attività da subito. In una prima fase si può avere un leggero edema ed indolenzimento

della zona da trattare che possono durare fino a 3-4 giorni. Per cca 2 settimane il paziente deve

indossare una guaina rimodellante. I risultati sono visibili già a 5-7 giorni dopo l’intervento,

con la scomparsa dell’edema post-intervento. Con una sola seduta si possono eliminare da 4 a

12-14 cm di circonferenza. Le condizioni importanti che confermano l’idoneità al trattamento:

funzione renale, epatica ed assetto coagulativo nella norma. I prezzi variano da min euro

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dall’organismo per dare volume alla pelle, rivalorizzare i volumi e migliorare la struttura

cutanea. Indicato nell’aumento e rimodellamento del seno, dei polpacci, dei pettorali,

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soluzione efficiente alle nostre esigenze di essere più belli, più tonici senza rincorrere alla

chirurgia.

Le condizioni per fare un trattamento Macrolane sono: uno spessore cutaneo superiore a

1,5-2 cm, integrità cutanea, esami ematochimici e accertamenti diagnostici ecografici e

radiologici nella norma, assenza di patologie gravi accertati in corso.

L’intervento si esegue ambulatorialmente, durata del trattamento varia da 30 minuti ad un

max di 90 minuti. Non ci sono punti di sutura le medicazioni sono minime. Il paziente può

ritornare alle sue normali attività dopo 24-48 ore. L’effetto del trattamento ha una durata

variabile da 8 a 14 mesi. I prezzi variano da min euro 1500,00 a max euro 3500,00. Il prezzo

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38 Ottobre 2009

Un quotidiano fiorentino recitava così: “Sono state protagoniste di una sofferta, ma esaltante, promozione in B1 le ragazze del

Galluzzo Volley. Grazie a loro la pallavolo femminile fiorentina, colpita nel cuore dal-le vicende Romanelli e Figurella, risorge ad alto livello”. Grazie, soprattutto, a una gioca-trice allora quasi bambina, Giorgia Armelli-ni, Firenze poteva ancora sognare nel volley. Giorgia, ragazza solare, atleta intelligente ed eclettica, capace di ricoprire più ruoli, aveva griffato quella storica promozione. Sotto la guida di Barbara Biagi, ora alla guida della Cpf, la giovane imprunetina si era trasforma-ta da libero a centrale, formando con Ilaria Bencini un autentico muro. Oggi Giorgia ha 24 anni, e ha deciso di giocare a Imprune-ta, in serie D. Perché? “Semplice: quando si retrocede per tre anni consecutivi ti casca il mondo addosso, sportivamente parlando. Dovevamo essere la squadra di riferimento, invece in soli tre anni è finito tutto…”.Anche la sua passione per la pallavolo?No, quella non sparirà mai. Avevo voglia di tor-nare a casa e di vivere un anno importante con la squadra del paese in cui sono nata, o meglio vicino: in realtà sono di Pozzolatico.Cosa ha trovato, in più o in meno, giocando in serie D?La società qui è molto puntigliosa nei regola-menti, ma ci lascia molte più libertà. Diffi cile da spiegare, sono passata da una sorta di professio-nismo non pagato adeguatamente a un diverti-mento puro e semplice.Quindi non è pentita di aver scelto l’Impru-

Dal Galluzzo a Impruneta. Per ripartirePALLAVOLO. L’eclettica Giorgia Armellini, classe ‘85, si racconta a Il Reporter

Lorenzo Mossani L’atleta è passata dalla B1 alla serie D, senza

rimpianti. “Ho scelto Impruneta perché avevo voglia

di tornare a casa”. Oggi studia storia dell’arte ed è

contenta della sua decisione. Hobby? Guardare i

ponti fi orentini…

Giorgia Armellini

sport Impruneta

neta?Dall’allenatore al presidente, qui mi vogliono tutti bene. Non ho pressioni, vado in palestra solo con tanta voglia di pallavolo: mi rimane più tempo per uscire, studiare. Insomma, per una vita “normale”.Che studi ha intrapreso?Lettere, più precisamente Storia dell’arte: quindi studio i ponti fi orentini perché naturalmente, vi-sta la situazione economica, potrei andarci a vi-vere (sorride la giovane centrale classe ’85, ndr). Ponte alla Carraria e Ponte Vecchio sono i miei preferiti!Quest’anno, il “suo” Galluzzo si è “trasferito” nella Cpf: vede più maturate le sue ex com-pagne?Fuori dalla palestra le vedo, dentro non chiede-temi di guardare le mie amiche giocare perché una volta che esco dalla palestra spengo il brain-volley. Se dovessi fare un pronostico, direi che hanno le carte in regola per fare bene, hanno una bravissima palleggiatrice, Ilaria Ranieri, e un’al-lenatrice molto preparata. Il “caso” Galluzzo ri-marrà uno sfortunato episodio.Quale sono i suoi obiettivi per quest’anno?Sportivamente fare un campionato tranquillo con l’Impruneta, lottare su ogni pallone e dimo-strare che, se sono arrivata in serie B, oltre alla fortuna un po’ di meriti erano anche miei! Poi ho una richiesta da fare: vorrei che il mio paese s’impegnasse di più per i giovani. Sono dell’85, ma i ragazzi sono quasi costretti a spostarsi ver-so Firenze, sia per studio che nel gioco e per lo sport. In sintesi, animiamo Impruneta, che come paese è bellissimo, ma ha bisogno di più linfa vitale!Giorgia, ha intenzione di restare un po’ di anni a giocare a Impruneta?Vedremo… quel che sarà, sarà.

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Il nome di Barbara Cavandoli - nuovo assessore allo sport - tra i fiorentini è diventato famoso per due motivi: è giovane e si deve occupare della

Cittadella Viola. Forse un po’ limitativo. Chi è, da dove viene, cosa ha fatto finora e cosa vorrà fare? Siamo andati a trovarla e abbiamo “scoperto” che è anche una don-na che conosce tutte le discipline sportive, i suoi principi, le sue regole. E, soprattut-to, una donna che sa quello che vuole dal suo mandato. Assessore, lei di origine è emiliana: perché ha deciso di rimanere a Firenze?Dopo l’Isef, ero ad un bivio: rimanere qua o tornare a Reggio Emilia. Poi una sera al piaz-zale Michelangelo, guardando Firenze, mi sono detta che non sarei riuscita a lasciarla, perché ne ero innamorata. Succede, soprattut-to se si parla della nostra città, è troppo affa-scinante…Come è entrata nel mondo dello sport? Sono sempre stata un’appassionata di sport, oltre a praticarlo da sempre. Ho iniziato pre-stissimo a preparare i palleggiatori in una squadra maschile di volley misurandomi a li-vello agonistico, poi mi sono legata alla Uisp dove ho accresciuto il lato sociale e umano dello sport. Penso che attraverso le varie atti-vità sportive si riesca anche a contribuire alle politiche di welfare della città. Quanto è diffi cile, nonostante le sue cono-scenze, fare l’assessore a Firenze?E’ una sfi da bella, impegnativa, complessa. Devo avere idee per migliorare la città, non posso fermarmi ad avere un ruolo. Quando

Cavandoli: “Innamorata di questa città”L’INTERVISTA. A tu per tu con l’assessore allo sport del Comune di Firenze

Lorenzo Mossani

Barbara Cavandoli

sono stata eletta mi sono arrivate subito più telefonate di società che di congratulazioni. C’era bisogno di lavorare da subito, ho trovato il movimento sportivo effervescente, anche se a dire la verità essere una donna causa alcuni pregiudizi, rende le cose più complesse. Diffi denza che è cresciuta dopo le condizio-ni del manto del “Franchi” in Champions?Purtroppo il terreno dello stadio, che non è mai stato rizzollato da 21 anni, presenta, ormai da tempo, ciclicamente un problema nel periodo estivo. Ci siamo assunti le nostre responsabi-lità intervenendo immediatamente. E’ nostra intenzione trovare i migliori accordi con la Fiorentina perché questo non accada più. Vedremo una partita della Nazionale di rugby a Firenze?Abbiamo fatto tutto il possibile per avere Italia-Sud Africa ma ci siamo scontrati contro un muro di gomma. Comunque abbiamo già accordi con la Fir per altri appuntamenti.Come si pone con i vari presidenti delle Commissioni sport dei vari quartieri?Collaborazione, collaborazione, collaborazio-ne.Cosa sono Gli Stati Generali dello sport?Lo sport a Firenze è ricco di società, di pro-getti, di persone con grandi qualità; è un po’ meno ricco di soldi e di strutture. Abbiamo deciso di valorizzare il lavoro di migliaia di volontari appassionati e tenaci.In che modo?Invitando a partecipare le associazioni e le so-cietà sportive, gli enti di promozione sportiva, il Coni, le Federazioni, le associazioni di vo-lontariato e i cittadini interessati. Una tavola rotonda divisa in quattro aree tematiche con un solo obiettivo: sviluppare il potenziale del-lo sport fi orentino.

40 Ottobre 2009

sport

Delusi per la mancata disputa di Italia–Sudafrica, test match pre-visto per il 21 novembre ed emi-grato ad Udine, il mondo della

palla ovale può consolarsi con il Giunti Firen-ze Rugby 1931 e con il nuovo astro nascente: Sebastian Rodwell. Un giovane che ha iniziato col calcio ma che poi ha sposato la palla ova-le anche grazie al babbo inglese. Già nel giro della nazionale, Rodwell è stato adocchiato anche dai grandi club italiani.Controcorrente fi n da giovane. Ha lasciato il calcio per il rugby: come mai? Mio padre ha vissuto molto in Africa e ha giocato prima in Kenia e poi al College in Sudafrica. Ho iniziato, come tanti, a giocare a calcio a Montaione, ma poi la passione mi ha portato a giocare a rugby e andare al Firenze rugby 1931.Non solo. E’ attualmente al Centro Coni di Tirrenia ed è entrato nel giro degli azzurri...Sono al terzo anno della scuola di rugby. Stu-dio e mi alleno dal lunedì al venerdì. Ho 19 anni e non è facile. E’ molto faticoso anche perché vedo spesso i giocatori del Livorno e mi rendo conto della differenza che c’è tra cal-cio e rugby. Ma non ho rimpianti. Nel rugby, senza il sostegno dei tuoi compagni non puoi andare avanti. Il fatto di essere entrato nel giro azzurro, poi, mi gratifi ca e mi ripaga dei tanti sacrifi ci.Quali le sue esperienze in nazionale? E’ vero che è già stato contattato da altre squadre?Ho fatto il Mondiale Under 20 in Giappone e poi ho partecipato a un primo raduno col Ct Mallet. Ma è ancora presto per essere

A Firenze è sbocciato un azzurroSimone Spadaro

RUGBY. Il promettente futuro di Sebastian Rodwell, già adocchiato dai grandi club

La Rondinella torna a volare come una fenice. La storica società fio-rentina ha spiccato il volo da dove è nata, ovvero San Frediano. Il

club, che era stato messo all’asta e aveva rischiato di scomparire, ha trovato nuova linfa vitale nell’imprenditore Stefano Bemer, in Marco Venturini (già gestore del Circolo il Torrino), Alfredo Cozzi e Giam-paolo Bindi. Quattro “ragazzacci” che non hanno voluto veder morire quella che era, è e sarà la seconda squadra di Firenze. Attualmente ci sono circa trecento soci, ma l´obiettivo è arrivare a cinquemila. Il calcio è ripartito dal campionato di Promozione: contro il Firenze Ovest molti sanfredianini si sono commossi. Nello staff, tanti ex atleti e un nome eccellente, Francesco Franchi, figlio di Artemio. Nelle carte federali è uno dei due vicepresidenti. Spicca anche il nome di Brunetto Vannacci, il presidente onorario. Lui, per molti, è ancora la Rondinella. I tifosi, con la memoria, tornano ai primi anni Ottanta, il periodo migliore. Erano anni in cui si poteva sognare perfino la promozione in serie B, la vittoria sul Bologna, le partite di cartello al Comunale. Poi c´è stato il crollo. Tantissimi i nomi che hanno vissuto la favola biancorossa: Rossi, Paz-

zagli, Landucci e Mareggini, solo per parlare di portieri, e poi Barzagli, Tavano, Maurizio Rossi e tanti altri. Frammenti di un passato che si era sbriciolato. Ora c’è un nuovo entusiasmo: alla presentazione si intona-vano cori, abbracciavano giocatori, nelle serate passate alle Due Strade c’era chi contava gli anni per tornare al professionismo. Sogni? Può dar-si. Ma Firenze ha bisogno di una seconda forza, per una nuova sinergia con la Fiorentina. Da troppo tempo la squadra gigliata e la Rondinella viaggiano su binari paralleli. Stefano Bremen commenta così questo nuovo ciclo: “Mi sono stupito di come i giocatori abbiano sposato subi-to la nostra causa. La nascita del San Frediano Rondinella, o meglio la rinascita della Rondinella, è stata una gioia per tutti. Io sono nuovo del calcio, non me l’aspettavo”. Qualcuno sogna già in grande: “Per un anno dobbiamo volare basso, lo sanno i giocatori e ho parlato chiaro ai tifosi, poi si vedrà”. Nel frattempo, quei quattro “ragazzacci” di San Frediano hanno reso perfetto il campo delle Due Strade. Senza dimenticare che su Facebook c´è già chi ha creato un gruppo Rondinella. Anzi, San Fre-diano Rondinella. Ben tornata alla seconda squadra di Firenze.

La Rondinella torna a volare VIAGGIO NEL PALLONE. La nuova vita della storica società fiorentina

/L.M.

considerato un giocatore da Prima squadra. E’ vero che alcune società della Super ten si sono fatte avanti, ma io penso solo a fare un gran campionato a Firenze, in serie A1. Poi si vedrà.Quali gli obiettivi dei biancorossi?E’ la seconda stagione in A1 e cercheremo di posizionarci a metà classifi ca. Non solo l’obiettivo della salvezza. Secondo me abbia-mo i mezzi per poter fare un buon campionato. Le aspettative sono buone e c’è un clima che può aiutare a fare bene.Come è il rapporto con il tecnico Paolo Ghe-lardi?

Paolo l’ho avuto anche come selezionatore nelle rappresentative regionali e poi nell’Un-der 18 in Coppa Europa. E’ un’immagine sto-rica del rugby a Firenze e ci trasmette sempre grande entusiasmo. La squadra vuole fare bene anche per offrire una bella soddisfazione a Pa-olo che, da tanti anni, si dedica alla squadra. Se la merita.Un accenno all’ipotesi di professionismo nel rugby.Per me rimane un divertimento. Vado a scuo-la e non penso a una professione basata sul rugby, ma non sono contrario all’idea che un giorno si possa arrivare anche a questo.

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prendiamo tutti l’auto e in fila come pecore!!! Né tanto meno utilizzarla per l’uso cittadino, attualmente dopo le otto della mattina non passano più treni, e sì che in pochi minuti si rag-giungerebbe il centro in barba alle auto, alle buche e allo smog. Quando succederà qualcosa di diverso saremo tutti belli.......e sepolti!! Se mi permettete, po-trei suggerire ai nostri simpatici amministratori di prendere in al-ternativa ai progetti già in essere per piazza delle Cure e merca-tino, per risolvere la situazione, anche quella di coprire il Mu-gnone, almeno tra ponte alle Rif-fe e ferrovia (come eseguito per l’Affrico), e su quel nuovo spazio ubicare il mercato liberando la piazza e rendere le vie più scor-revoli e/o rendere l’ingresso in città più decoroso.Grazie dell’attenzione, saluti

S. Santini

LA “TRASFORMAZIONE” DI VIALE DEI MILLELeggo dei numerosi progetti di trasformazione del Quartiere 2, tutti di grande interesse e rile-vanza; ma nel frattempo si po-trebbe pensare di eliminare da subito l’unica e perniciosa tra-sformazione che il viale dei Mil-le ha subito, quella della corsia centrale per i bus? Pericolosa, inutile (i bus avevano già la cor-sia preferenziale verso ponte al Pino e la corsia auto nella stessa direzione è pressoché inutilizza-ta) e fonte di quasi perenni code di auto inquinanti in fila per uno verso il Campo di Marte spesso addirittura fin dal viale Don Min-zoni. Per favore ripristinate la si-tuazione ex ante!

Alessandro Balzani

“VINAI DI QUARTIERE,CI SONO ANCH’IO”Buonasera,ho letto con interesse l’articolo su “Il Reporter del Q5” dedicato ai Vinai, mestiere antico che ora-mai da qualche anno sta avendo una nuova rinascita. Sono lieto che giornali come il Vostro dia-no spazio e visibilità ad attività legate al quartiere che svolgo-no un lavoro di valorizzazione di una delle più antiche tradizioni toscane quale è il Vino. Ho aper-to nel 2004 la mia attività in via delle Panche ed insieme a “Vigna Vittoria” mi sento di affermare che abbiamo portato nel quar-tiere 5 una realtà commerciale che prima non esisteva: quel-la della vendita del Vino Sfuso.

Sono quindi rimasto amareggia-to che nel Vostro articolo il mio negozio, che posso affermare es-sere una realtà abbastanza cono-sciuta, non sia stato citato. Non so come avete condotto le vo-stre ricerche, ma avendo scritto anche dell’attività de “I’ Vinaio”, e considerato che nel quartiere siamo solo in 4 ad avere questo tipo di attività specializzata, la cosa lascia un po’ perplessi. Inol-tre il nostro sito internet appare sempre in prima pagina scriven-do “vino sfuso” su Google, quin-di non era molto complicato ap-profondire. Mi auguro che il mio piccolo sfogo venga recepito in maniera costruttiva, più che come una critica dell’articolo, che ho molto apprezzato.Saluti e buon lavoro,

Michele Cioninititolare di “diVINO SFUSO”

Gentile signor Cionini,la ringrazio per la precisazio-ne che ci ha voluto mandare, così come per l’apprezzamento dell’articolo a cui la sua lette-ra si riferisce e per quello della scelta de Il Reporter di dare spa-zio alle attività legate al quar-tiere, e pubblico con piacere il suo “piccolo sfogo” (come da lei definito). Voglio però, a mia volta, fare una precisazione: in questo, come in altri casi, quan-do parliamo di negozi, attività e professioni legate ai quartieri, è impossibile – ogni volta – citare tutte le realtà esistenti in ogni singola circoscrizione. E non è nemmeno questo lo scopo dei nostri articoli: quello che voglia-mo è portare alla luce un mestie-re, sondare lo “stato di salute” di professioni e attività tradiziona-li che magari, nel corso del tem-po, hanno perso parte della loro centralità nel panorama econo-mico fiorentino. I negozi, le bot-teghe e gli artigiani che di volta in volta appaiono sul giornale vengono citati dai nostri cronisti a mo’ di esempio, come attività o persone in grado di racconta-re la propria esperienza, ma non vengono scelti in quanto più si-gnificativi o importanti rispetto ad altri. Questo non potremmo farlo, anche perché spesso (tran-ne alcuni casi particolari) l’im-portanza o la rappresentatività di un esercizio piuttosto che di un altro dipendono da conside-razioni assolutamente persona-li. Mi fa piacere, e non ho motivo di dubitarne, che la sua, come ci scrive nella lettera, sia una “re-altà abbastanza conosciuta”,

così come – aggiungo – ritengo che lo siano anche le altre. E vo-glio anche rassicurarla del fatto che le ricerche sono condotte dai nostri cronisti nella maniera sempre più attenta possibile, an-che se poi può capitare a tutti di sbagliarsi o di tralasciare qual-cosa: ma, le ripeto, le attività che appaiono sul giornale vengono scelte sempre, e soltanto, come esempio.

M.F.

A PROPOSITODELL’UNITA’ D’ITALIACaro Il Reporter,lo scritto di Andrea Muzzi, co-mico, sul prossimo 150esimo dell’unità d’Italia è certo quanto ci si aspetta dai comici: frustare facendo ridere. Siccome però ogni messaggio ha sempre i suoi sottointesi, quel che viene indi-rettamente comunicato è che l’unità ha fallito, con la riserva però che le classi politiche succe-dutesi fin qui hanno fatto poco o nulla per ‘fare gli italiani’, ossia che li hanno diseducati all’uni-tà. Fatto nel quale l’eroe dei due mondi francamente c’entra poco, anzi col gesto di andarsene a Ca-prera fuggendo la corruttela del primo parlamento ha anche dato il segnale giusto, ossia che senza virtù morali non ci sono le civili. Sinceramente,

Mauro La Spisa

IL “SALUTO”A MARCO AGNOLETTIEgregio Direttore e Spettabile Redazione,su Il Reporter di agosto salutate il ex vostro direttore ed ex socio Marco Agnoletti, informando i lettori della sua nuova attività di portavoce del sindaco. Di solito un redazionale di questo tenore si conclude porgendo all’interes-sato i ringraziamenti per l’attività svolta ed i migliori auspici per la nuova che andrà a svolgere. Non trovandoli nel suddetto articolo, posso pensare ad una mancan-za di spazio (è stato scritto, ma non c’è entrato per far posto alla foto). Oppure ad una volontaria omissione frutto di una velata ostilità, verso una persona che ha intrapreso con voi un impe-gno e un cammino “contro” - definirei il giornale abbastanza critico verso l’amministrazione comunale - e che ora ritrova-te invece “dall’altra parte” e dal quale prendete pubbliche di-stanze (“Sappiate che non è più nemmeno nostro socio”...). Se non fosse così, tuttavia, vi sug-

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.itLettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

lettere

“NOI, PRIGIONIERIDEL TRAFFICO ALLE CURE”Spett.le Il Reporter, sono un vostro lettore ed abi-to in via Faentina verso il ponte alla Badia, vorrei portare a co-noscenza del nostro Sindaco, e del presidente del quartiere 2 sig. Paolucci, che la questione viabilità di piazza delle Cure non è più rimandabile. Noi abitanti della zona ci sentiamo prigionie-ri del traffico da non poter più uscire di casa. I motivi sono mol-teplici e mai risolti: il traffico del-la mattina proveniente dal Mu-gello tutto, si riversa sulla statale imbottigliandosi in piazza delle Cure per la non percorribilità della stessa per via del mercati-no e dei cialtroni che sostano in doppia fila, senza mai vedere un vigile e così chilometri di code e autobus fermi e inquinamento alle stelle. Non possiamo pen-sare che via Salviati verso la Bo-lognese risolva il problema (se pure è la nostra salvezza), detta via non permette un scioltezza di traffico, l’immissione sulla Bo-lognese è difficoltosa, per passa-re occorre essere spregiudicati, arroganti insolenti cafoni, è vero che dette doti non ci mancano, ma entrare tutte le mattine in questa avventura diventa assai pesante, sempre poi non succe-da un incidente. La ferrovia non ha alleviato il traffico perché non funziona come metropolitana, passano 2/3 treni nella mattina ad orari impossibili e altrettanti la sera. Io che avrei la stazione vi-cino casa e altra stazione in zona industriale di Sesto per recarmi al posto di lavoro non riesco ad utilizzarla e come me altri, e così

42 Ottobre 2009

gerisco un “in bocca al lupo” ag-giuntivo per Marco Agnoletti sul prossimo numero. Cordiali saluti e complimenti per il giornale ed i suoi tanti approfondimenti sulla nostra realtà cittadina.

Edoardo Novelli

Gentile signor Novelli,il non aver pubblicato un rin-graziamento e un “in bocca al lupo” a Marco Agnoletti per la sua nuova attività, nel redazio-nale in cui annunciavamo il suo nuovo ruolo, è dipeso soltanto da motivi di spazio. Voglio “ras-

sicurare” lei, e tutti i lettori a cui possa essere balenato il suo stes-so dubbio, che la redazione de Il Reporter non ha nessun motivo di “ostilità” nei confronti di Mar-co Agnoletti, anzi. Colgo comun-que l’occasione per fare (come da lei suggerito), a nome di tutta la redazione, i migliori auguri al nostro ex direttore per l’impor-tante compito che è stato chia-mato a svolgere. Ma colgo anche l’occasione per un’ulteriore pre-cisazione: il nostro giornale non è, per partito preso, né “contro” nessuno, né a favore di alcuno.

invia la tua segnalazionealla nostra redazione

[email protected]

Caro lettore,concordo con quanto da lei scritto su alcuni punti, e su altri no. Le spiego: ha ragione nel sostenere che i marciapiedi debbano essere soltanto per i pedoni, e che a volte le biciclette legate ai pali o a qualche appiglio “improvvisato” costituiscano dei veri ostacoli, anche perché non dobbiamo mai dimenticare che, an-che dai marciapiedi più larghi e che possono sembrare grandi abbastanza da ospitare sia i pedoni che le bici parcheggiate, possono passare disabili in carrozzella o mamme con i passeg-gini, che – va da sé – hanno bisogno di più spazio. E anche in questo, come in molti altri casi, sta al buon senso di noi cittadini comportarsi correttamente. Debbo però dissentire con quanto da lei scritto sul fatto che le rastrelliere non risolvano la que-stione: penso, e anzi sono convinto, che un numero maggiore di rastrelliere lungo piste ciclabili e strade rappresenti l’unica solu-zione possibile – e di piuttosto facile realizzazione - al “proble-ma”, e che anzi possa invogliare ancora più persone a spostarsi in bicicletta, con grande beneficio per il traffico cittadino e per la qualità dell’aria che tutti noi respiriamo. Non capisco poi del tutto cosa lei intenda per “copri-palo”: non vorrei che, se il suo suggerimento venisse accolto, oltre allo spazio per legare le bici questi “copri-palo” togliessero anche quello per il passaggio. Facendoci tornare punto e a capo.

Matteo Francini

I MARCIAPIEDI E LE BICICLETTEFra le tante cose che contribuiscono al degrado della nostra “bella Firenze”, vorrei soffermarmi sulle biciclette parcheggiate sui marciapiedi e legate ai pali delle segnalazioni stradali. E’ vie-tato!!! Però nessuno si preoccupa di intervenire e così il mezzo, sempre più usato da tutti, prolifica. Le rastrelliere non risolvono il problema e neanche l’intervento della polizia municipale (se interviene, sarà una tantum): suggerirei allora di mettere nei pali vicino al muro dei “copri-palo”, in modo tale che non ci sia più spazio per legarci la bicicletta con una catena. Il marciapiede è solo per i pedoni!!!!

Un fiorentino indignato

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Cerchiamo solo di raccontare la nostra città, con i suoi pregi e i suoi difetti, nel modo migliore possibile, e siamo soddisfatti quando, grazie anche alle vostre lettere, pensiamo di esserci riu-sciti. Tutto qua.

M.F.

IN RICORDODI “GRATTA”IL CLOWNHo letto il vostro bell’articolo di “amarcord” su Gratta. Mi fa pia-cere che qualcuno, in una città indifferente come la nostra, ricor-di questo piccolo grande clown. Ovviamente, essendo nato nel 1950, ho avuto la fortuna di assi-stere ai suoi numeri dentro quel tenero e “sbrindellato” circo. Così come ho potuto vedere film in-dimenticabili, nell’arena estiva del Garibaldi che d’estate veniva allestita nello stesso spazio e che ormai da anni è seppellita sotto il cemento di uno degli edifici più brutti di quello che era il mio quartiere. Vi mando il testo di un brano scritto da me alcuni anni fa proprio in memoria di quel dolce e tenero personaggio:

La ballerina e il clownVenite qui venite avanti anche voi per cominciare sta lo spet tacolo ormai uomini donne vecchi e giovani se ci credete che un po’ d’amore c’è entrate qui ma fate presto però guai a chi ride rider qui non si può c’è Grat ta il clown signori di quabenvenuti al circo della vita che va…

Ride ride ride il pubblico saitut ta la vita hanno riso di luiride ride ride ride mail destino di un clownè l’infelicità…il suo dolore a tut ti sot to il trucco nascondeè un bravo at tore ma la gente si saride ride ride ormaiper scordarsi dei guaie se ne frega degli altri…

“Ma dov’è quella donna chefinalmente non riderà di me?”Lo pensò o forse lo sognòma il buon Dio lo sent ì e una mat tinaarrivò così una nuova ballerina.

Lei era giovane sembrava un angeloforse caduto quaggiù distrat tamenteera bellissima e si salutaronocon un dolcissimo ciao

la ballerina e il clown!

Lui ballò con lei

ma gli aumentava la febbre

nessuno mai lo aveva amato così

dormi dormi dormi dormi sent ì

mentre ballava che era amore per

sempre…

“Dimmi se sei la donna che

finalmente non riderà di me!”

Lo pensò o forse lo sognò

ma il buon Dio lo sent ì e quella

mat tina

il clown si addormentò

fra le braccia aperte della ballerina

......

Lei era un angelo era bellissima

ma non rideva dì lui e finalmente

stret ti ballavano ormai volavano

e al mondo dissero ciao …….

la ballerina e il clown.

Con tut to il cuore,

Beppe Dati

CANTO DEL GALLO, UN RINGRAZIAMENTOCaro Il Reporter,grazie per la pubblicazione del piccolo articolo sul canto del no-stro bel gallo del Valdarno che gira libero per i campi con le sue brave 5 galline bianche. Ho molto sperato di non ricevere ri-mostranze, e la simpatica lettera del suo lettore mi ha fatto molto piacere.

A.R.

FIOCCO AZZURRO IN CASA

REPORTER

La redazione de Il

Reporter fa le sue più

sincere felicitazioni a

Serena Wiedenstrit t,

collaboratrice del

giornale, che l’11

set tembre scorso ha

dato alla luce il piccolo

Niccolò. Al nuovo nato

e a tut ta la famiglia

gli auguri dei colleghi

Diventa amico de Il Reporter su

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Teatro

Corrado Guzzanti

17 Ottobre

Nelson Mandela ForumDopo anni di assenza dalle scene teatrali Corrado Guzzanti ha proposto un nuovo lavoro intitolato “Recital”. Lo straordinario successo ottenuto nella passata stagione, riporta l’artista a grande richiesta nelle principali città italiane nel prossimo autunno. Corrado sarà ancora una volta in compagnia di Marco Marzocca e Caterina Guzzanti. Troveremo alcuni suoi personaggi storici come il santone Quèlo, il conduttore La Porta o l’avvenente presentatrice di Rieducational Channel Vulvia, ma anche tanta satira politica con le parodie del ministro Tremonti, dell’ex presidente del consiglio Prodi, di Fausto Bertinotti e per la prima volta anche di Antonio Di Pietro; Corrado si avvarrà dell’aiuto in scena di un maxi schermo sul quale andranno diversi contributi fi lmati in precedenza di quei personaggi che necessitano maggiori trucchi speciali impensabili da realizzare in tempo reale (Prodi, La Porta, i mafi osi). Caterina Guz-zanti sarà tra le altre il ministro Maria-stella Gelmini mentre Marco Marzocca farà da spalla per tutto lo spettacolo a Guzzanti nei panni di Padre Federico. Da 20 a 35 euro.

Concerti

Pippo Pollina e orchestra

15 Ottobre

SashallUna vita all’estero, a girovagare per l’Europa centrale, guadagnando la stima e i consensi degli addetti ai lavori, mentre in Italia il suo nome è semi-sconosciuto. E’ questa, a grandissime linee, la storia di Pippo Pollina, cantau-tore palermitano residente in svizzera. “Rossocuore”, il suo settimo album, in collaborazione con Battiato e Nada, prende spunto da un classico della let-teratura internazionale come Finnegan’s Wake (il singolo in programmazione in molte radio italiane) di Joyce, La Luna e i Falò di Pavese e I Fiori del Male di Baudelaire. Testi intelligenti, colti, accompagnati da una musica che lascia trasparire la lezione della tradizione cantautorale italiana (Fossati e Battiato su tutti) arricchita di suoni tipicamente europei. In occasione di questa tournée uscirà uno straordinario “best of”, che raccoglierà il meglio dell’immenso repertorio di 25 anni di carriera artistica di Pippo Pollina. Il disco verrà registrato dal vivo in occasione del concerto di debutto con l’orchestra (75 elementi), il 5 settembre alla Volkhaus di Zurigo ed uscirà anche in Italia in concomitanza appunto con l’inizio del tour. Biglietti da 20 a 25 euro.

Renato Zero

Dal 26 al 29 Ottobre

Nelson Mandela ForumPresente, il nuovo disco di inediti (17 canzoni) di Renato Zero è stato pubbli-cato il 20 marzo da Tattica e in una sola settimana ha venduto oltre 210.000 copie conquistando il triplo disco di platino. Alla realizzazione artistica di Presente (arrangiato da Danilo Madonia,

Chris Porter e Maurizio Parafi oriti) hanno collaborato illustri musicisti come Gian-luca Podio e Maurizio Fabrizio (composi-tori), Lele Melotti (batteria), Paolo Costa e Mickey Feat (basso), Phil Palmer (chitarre), Fabrizio Bosso (tromba), Ste-fano Di Battista (sax), Rosario Jermano (percussioni) e lo stesso Danilo Madonia (piano e tastiere). Ad alcuni testi hanno collaborato Vincenzo Incenzo e Mariella Nava. Presente vanta anche la parte-cipazione dell’Orchestra Sinfonietta di Roma, diretta dal Maestro Renato Serio, e di Mario Biondi (che duetta con Rena-to nel brano Non smetterei più). Intorno alla bandiera della musica, e Renato Zero ne è un testimone importante, si incrocia la bandiera del cinema italiano. Il videoclip del brano Ancora qui (prodot-to dalla Buddy Film), infatti, girato in una villa del ‘600 alle porte di Roma e diretto da Alessandro D’Alatri, vede la straor-dinaria ed amichevole partecipazione di un cast eccezionale composto da Manuela Arcuri, Asia Argento, Paola Cor-tellesi, Paola Tiziana Cruciani, Massimo Ghini, Leo Gullotta, Alessandro Haber, Rodolfo Laganà, Olivia Magnani, Giorgio Panariello, Rocco Papaleo, Giorgio Pasotti, Daniele Pecci, Vittoria Puccini, Elena Sofi a Ricci ed Emilio Solfrizzi, ognuno dei quali interpreta una parte del brano musicale con il playback della voce di Renato Zero.

Cristiano de Andrè

28 ottobre

SaschallQuello che di Fabrizio De André si è ascoltato, riletto con gli occhi di un compagno di viaggio unico. Quello che di Fabrizio De André non si sa, rac-contato dal suo erede reale e morale. Cristiano De André, polistrumentista, compositore, cantautore, scava nelle pieghe del repertorio di Faber e parte per un tour che è un viaggio meravi-glioso fra le canzoni che hanno conse-gnato alla storia della musica e della letteratura italiana il nome di De André. Sono passati 10 anni dalla scomparsa di Fabrizio De André. Una decade che invece di offuscare il valore culturale e popolare del suo lavoro, ci riconsegna il cantautore genovese in tutto il suo splendore. Cristiano non è solo un fi glio d’arte. Diplomato al conservatorio, sale sul palco al fi anco di suo padre Fabrizio nel 1980 a 18 anni, e non scende più, proseguendo con successo anche nella sua carriera solista. Un compagno di un’avventura dal vivo che rivive in que-sto nuovo viaggio musicale. Il tour, dopo aver toccato importanti località italiane in estate, riprenderà in autunno nei teatri e arriverà a Firenze a fi ne ottobre. “De André canta De André” avrà un’ani-ma rock ed una più acustica e intimista. Cristiano mostrerà tutta la sua abilità di musicista polistrumentista. Suona di tutto: dalla chitarra al bouzouki, dal violino al pianoforte e tastiere. Sarà accompagnato da quattro musicisti co-ordinati da Luciano Luisi, già arrangiato-re di Zucchero e Ligabue. La regia dello spettacolo è curata da Pepi Morgia già regista di tutti gli spettacoli di Fabrizio. La Band sarà composta da Cristiano De André alla chitarre, bouzouki, pianoforte, violino; Luciano Luisi al piano, tastiere e programmazione; Osvaldo Di Dio alle

chitarre; Davide Pezzini al basso e con-trabbasso e Davide De Vito alla batteria.

Concerti Centro Arte

Vito Frazzi

Fino al 6 dicembre

Sala Consiliare “Orazio Barbieri” - ScandicciIl Centro Arte Vito Frazzi compie 30 anni, e propone per l’occasione 11 concerti – uno ogni domenica – fi no al prossi-mo 30 novembre, con il gran fi nale di domenica 6 dicembre. Ricco il program-ma proposto quest’anno dalla direzione artistica del Centro, composta da Rosa Maria Scarlino, Giuseppe Fricelli e Sara Nanni. Giovani e giovanissimi esecutori si alterneranno a uno dei più grandi interpreti del vernacolo fi orentino come Giovanni Nannini e si incontreranno con l’Ensemble San Felice, fi no a un coro formato da giovani e giovanissimi cantori con cui sarà atteso l’arrivo del Natale. I concerti si terranno tutte le domeniche, dal 4 ottobre al 30 novembre, alle 11 nella Sala consiliare “Orazio Barbieri” del Comune di Scandicci, tranne l’appunta-mento fi nale di domenica 6 dicembre, previsto alle 17,30 nella splendida Badia di San Salvatore a Settimo. Questo il programma del concerto: Coro Giovanile – Coro Polifonico - I giovani madrigalisti della Scuola di Musica di Fiesole diretto da Joan Yakkey. Con la partecipazione del Quartetto d’archi della Scuola di Musica di Fiesole, diretto da Edoardo Rosadini. Organo: Riccardo Foti. Pro-gramma: J.S.Bach, “Oratorio di Natale” in lingua italiana. Il Coro è formato da oltre 40 elementi di età compresa tra 8 e 19 anni. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito. Per informazioni: www.centroartevitofrazzi.it.

Mostre

The fi fty faces of Juliet

Fino al 6 dicembre

Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary ArtFino al 6 dicembre in mostra al neonato museo d’arte contemporanea di Lucca i cinquanta scatti che il maestro dada fece alla sua compagna e musa ispira-trice. Fotografi e nelle quali il soggetto si trasforma assumendo contorni sempre diverse, sperimentando tecniche narrati-ve mai uguali a sé stesse.

Le porcellane

di Betty Woodman

Fino al 15 Febbraio 2010

Museo delle procellane, Palazzo PittiInsoliti lavori, quelli realizzati da Betty Woodman, sconvolgono l’idea tradiziona-le di “corredo da tavola apprezzato” con le loro forme imprevedibili e l’intensità e brillantezza dei colori, senza tralasciare il bon ton ormai consolidato dei prestigiosi serviti amati dai regnanti. Ceramista già affermata a New York, Betty Woodman vive e lavora periodicamente nella sua casa dell’Antella, immersa nella campa-gna fi orentina, dove ha avuto modo di calarsi nella nostra stratifi cata cultura. La sua libertà espressiva le permette, così, di rinnovare la progettualità di forme tra-dizionali attingendo alle più diverse fonti storiche e geografi che per trovare un nuovo giocoso linguaggio della materia, scarico di quel lavoro faticoso e studiato

che pur si cela dietro ogni singola opera.

Il barocco informale

di Sergio Scatizzi

Fino al 20 novembre

Palazzo Pitti - Galleria d’arte modernaLa Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, ospita nel Quartiere d’Inverno della resi-denza granducale fi orentina, una persona-le dedicata a Sergio Scatizzi, protagonista tra i più signifi cativi e complessi del No-vecento toscano. La mostra presenta una scelta di sessantuno opere, provenienti dallo studio dell’artista, emblematiche della sua recentissima produzione. Meno di dieci anni di attività intensissima (2000-2009), in cui ha dipinto con foga visioni su visioni, brani di natura attraversati e aggrediti quasi dall’irruenza del segno e del colore che diviene sempre più spesso elemento dominante dialogando con netta prepotenza con le scansioni lineari, in cui quasi per magia si ripartisce l’immagine.

L’evento

Trick or beat

30 e 31 Ottobre

Due serate dedicate alla musica elettroni-ca in occasione della notte delle streghe. E’ la seconda edizione di Trick or beat, festa che anche quest’anno darà voce ad alcuni dei più importanti dj della scena italiana e internazionale, portando avanti una politica, quella dello Switch Project – Creative social network, che abbina alla diffusione della cultura musicale dei prezzi molto contenuti, in modo da renderla fruibile a tutti. ll 30 alla consolle ci sarà il dj inglese Zinc, seguito da una sfi lza di dj locali come Ckrono, Gada e Slesh. Il giorno dopo sarà la volta di Numa Crew, che suonerà insieme a Tomb Crew. Per informazioni e aggiornamenti, visitare il sito www.switchproject.net

Il corso

Laboratorio

di Formazione teatrale

PPP Pier Paolo Pasolini

Dal 12 Ottobre a giugno 2010

San Salvi città apertaLa respirazione. La rimozione degli ostacoli alla libera espressione. La voce. Sensi e relazione tra corpi. Il training. L’Attore nello spazio scenico. Tecniche e giochi teatrali. La creazione a partire da… frammenti, emozioni, musiche, immagini, parole e la scrittura scenica e la realizzazione di una performance teatrale da e intorno a Pasolini. Il corso è aperto ad allievi attori, danzatori, registi, anche privi di esperienza. A fi ne laboratorio, è prevista la realizzazione di uno spettacolo teatrale, che sarà presentato nel giugno 2010 in Estate a San Salvi. Condotto da Sisi Abbondanza e Claudio Ascoli. Lunedì e mercoledì dalle 21 alle 23. Inscrizione: 50 euro. Quota mensile: 60 euro.

segnalazioni a [email protected]

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FIRENZE

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FIRENZE

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VILLE E VILLETTE

FIRENZE

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MUGELLO

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Dopo un anno di sperimentazione nel nostro centro, avendo conseguito ottimi risultati l'Azienda "Opera Pia Vanni" in accordo anche con i medici del territorio haconfermato la validità del progetto di prevenzione e cura rivolti al benessere psicofisico della persona. Il progetto motorio è realizzato e seguito dalla Dott.ssaAgresti Antonella, Laureata presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e specializzata in Scienze e Tecniche della attività motoria Preventiva Adattativa. Perindividuare il progetto adeguato per ogni persona sarà cura della Dott.ssa fissare un colloquio ed una visita. Grazie ai dati impendenziometrici e stabilometrici siavrà una valutazione individuale del paziente. Il progetto motorio è realizzato in gruppo per un totale massimo di 8 persone e per più cicli. Il progetto prevede unafrequenza bisettimanale. Ogni ciclo comprende 10 lezioni al termine del quale ogni paziente verrà rivalutato.

La posturologia dopo anni di esperienze cliniche e sperimentali vanta oggi uno spaziosignificativo nella medicina,intesa soprattutto come prevenzione di alcune patologie edalgie vertebrali, e si riscontra come metodo di cura. Cosa si intende per postura corretta?La condizione in cui il nostro corpo si trova in equilibrio sia in forma statica che dinamica.Quando si accusano dolori muscolari alle articolazioni, alla schiena, allora la nostrapostura è disarmonica e può essere la causa di disturbi di varia gravità: cefalea, lombalgia,sciatalgia, coxalgia, gonalgia, artrosi e osteoporosi, cervicalgia, periartrite al cingoloscapolo-omerale e dolorosità diffusa alla schiena, portando conseguenze di dolori croniciaumentandone una predisposizione dei traumi.La posturologia è una disciplina che sioccupa proprio di questo attraverso una ginnastica posturale con esercizi specificiadattati alla persona, mobilizza le articolazioni, migliora l'elasticità muscolare e tonificaquei muscoli responsabili del benessere fisiologico della nostra schiena

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dal 29 settembre 2009 il centro di riabilitazione realizza progetti di: attività motoria preventiva adattata:

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• PATOLOGIE DEL METABOLISMOL'eccesso di calorie, determinate dal troppo mangiare e dalla sedentarietà può determinare un aumento di pesocorporeo che spesso crea delle condizioni cliniche poco favorevoli al nostro benessere psicofisico. Il sovrappesoe l'obesità sono spesso il risultato di un eccessivo introito alimentare rispetto al nostro dispendio di energie. Unasana e regolare attività fisica, oltre che avere attenzione per i cibi che mangiamo, è spesso la soluzione al problema, inquanto riduce la massa grassa e quindi il tessuto adiposo, tonifica, mantenendo la massa magra ed i nostri muscoli piùtonici. Numerose ricerche hanno dimostrato che la pericolosità del grasso in eccesso è maggiore quando l'accumulo siverifica entro la cavità addominale. Purtroppo il sovrappeso e l'obesità sono causa di malattie cardiovascolaricome l'ipertensione, e aumentano i fattori di rischio come l'infarto e la stasi venosa. Anche il Diabete Mellito T ipoII è una conseguenza grave dell'eccesso di peso. Per non parlare del sistema muscolo scheletrico con rischio diartrosi, osteoartriti alla ginocchia, alle anche, i piedi piatti e tutto questo porta, come conseguenza a problemi dipostura fisiologica. L'eccesso di peso comporta anche un appesantimento dell'apparato respiratorio ed unaumento delle malattie respiratorie.

IL PROGETTO ha ottenuto il Patrocinio del Comune di Impruneta

PER INFORMAZIONI rivolgersi all'Azienda "Opera Pia Leopoldo e Giovanni Vanni" Via Vanni, 23 50023 Impruneta

Tel. 055 2311180 Fax 055 2311157 e-mail: [email protected] dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.00 alle 12.00 Uff. Segreteria