Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

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OTTOBRE 2011 U n pregiudicato è stato fermato mentre guidava una macchina rubata con una gamba sola e una stampella! Ormai si guida l’auto in condizioni sempre più precarie. Una volta ci si ubriacava alle feste, oggi molti bevono solo in macchi- na. Tant’è che la Fiat, per soddisfare le esigenze di mercato, farà uscire due nuo- vi modelli: la Fiat Chianti e la Fiat Bru- nello di Montalcino. Poi ci sono quelli che trasformano la macchina in un uffi- cio: telefonano, scrivono. Un mio amico addirittura in macchina ha montato un centralino, se lo chiami e la linea è oc- cupata ti risponde direttamente la segre- teria dal bagagliaio! Le donne, invece, usano l’auto come fosse un centro esteti- co: si truccano, si pettinano. Mia moglie ha sostituito la lucina dell’interno auto con una lampada alogena. Così quando guida si fa pure le lampade! Infatti io, che ho la pelle chiara, quando la mattina accompagno i figli a scuola devo met- termi sempre la crema protettiva! Ma io penso che la razza più pericolosa di au- tomobilista sia il vecchino. L’ottantenne automunito che guida d’estate nelle ore più calde è un’arma di distruzione di massa. Volete risolvere la situazione nel- la striscia di Gaza? Mandate laggiù sei vecchini con la Panda! Tutto quello che gli si parerà davanti lo raderanno al suo- lo! I vecchini potrebbero risolvere anche il problema della criminalità. Falli gira- re con la macchina per Scampia, vedrai dopo qualche giorno quanti camorristi in meno ci saranno! Ai vecchini non andrebbe data la patente, per loro è più giusto il porto d’armi! *Comico Andrea Muzzi* Quegli 80enni automuniti Tramontata la Cittadella viola, ecco la nuova idea: l’impianto alla Mercafir. Con negozi, uffici e ristoranti SPORT LA PARTITA DELLO STADIO PAG.26 Crisi, che succede a Firenze B asta sfogliare qualsiasi giornale o sintonizzarsi su un tg per imbatter- si in una serie di termini sconosciuti o quasi, ma comunque dal suono sinistro. Btp, bot, bund, spread, default e chi più ne ha più ne metta. Parliamo di econo- mia e mercati azionari, questo è chiaro più o meno a tutti. Ma cosa significano queste parole? C’è davvero da averne paura? E soprattutto, come può incide- re questo universo “misterioso” sulla vita quotidiana dei cittadini e sulle loro tasche? Per capirne qualcosa di più Il Reporter ha chiesto lumi a un esperto del settore, il preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze Francesco Giunta. Che non nasconde che quelli che ci aspettano non saranno tempi facili. Così come non facili sono i tempi per il lavoro. Tra precariato e contratti sempre più brevi, la situazio- ne non è affatto rosea. E allora si cerca di capire come uscirne. Prima che sia troppo tardi. PAGG.8-9 di Carpini - Donnici Per imparare non è mai tardi in c lasse PAGG.10-11 Al Serristori torna lo spauracchio della dismissione: infermieri dimezzati. Ma i lavori continuano FIGLINE OSPEDALE, ANCORA TAGLI PAG.4 Ranfagni vola in acqua e centra un risultato inatteso. Ai Mondiali grande prova del valdarnese NUOTO PAG.31 Ancora fermo il cantiere per il nuovo stadio, a Palazzolo. L’opera rischia di perdere i finanziamenti INCISA PAG.6 Caos treni, viaggio tra attese e disagi PRIMO PIANO PAGG.2-3 Stop a nuove costruzioni, sì al riuso Rignano PAG.5 Otto mesi alle elezioni ed è già caccia ai candidati per il dopo-Benedetti. Ecco i nomi in lizza REGGELLO PAG.7 Periodico d’informazione locale. Anno V n.82 del 3 ottobre 2011. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 Il Giornale nel tuo Comune EDIZIONE DEL V ALDARNO F. NO • 18.509 COPIE DISTRIBUITE DA Ist. Fisioterapico Barbini Rieducazione Funzionale Traumatologia Sportiva Via Verdi, 10 Rignano sull’Arno - FI Tel. 055 8349217 1154021 www.cama-ascensori.it [email protected] via Della Tintoria, 2 Borgo San Lorenzo Tel. 055 8457501 INSTALLAZIONE MANUTENZIONE ASSISTENZA TECNICA 24 ORE Ascensori Montacarichi Scale mobili Piattaforme Elevatrici Servoscale Montascale Assistenza e manutenzione impianti di tutte le marche 1174865 Costruzioni Opere Civili e Industriali Costruzioni Opere Civili e Industriali DISPONIAMO IN PRONTA CONSEGNA: SAN DONATO IN COLLINA Terratetto con giardino, posizione panoramica, otti- me rifiniture. FIRENZE Via Del Gelsomino Appartamento 4 Vani. Prestigiose rifiniture. PER INFORMAZIONI 055 8348040 Via Roma, 37 - 50067 Rignano sull’Arno (FI) www.cocisrl.it Certificazione ISO 9001:2000 Attestazione SOA Tel. 055 8348040 1192108

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Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

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OTTOBRE 2011

Un pregiudicato è stato fermato

mentre guidava una macchina rubata con una gamba sola e una stampella! Ormai si guida l’auto in condizioni sempre più precarie. Una volta ci si ubriacava alle feste, oggi molti bevono solo in macchi-na. Tant’è che la Fiat, per soddisfare le esigenze di mercato, farà uscire due nuo-vi modelli: la Fiat Chianti e la Fiat Bru-nello di Montalcino. Poi ci sono quelli che trasformano la macchina in un uffi-cio: telefonano, scrivono. Un mio amico addirittura in macchina ha montato un centralino, se lo chiami e la linea è oc-cupata ti risponde direttamente la segre-teria dal bagagliaio! Le donne, invece, usano l’auto come fosse un centro esteti-co: si truccano, si pettinano. Mia moglie ha sostituito la lucina dell’interno auto con una lampada alogena. Così quando guida si fa pure le lampade! Infatti io, che ho la pelle chiara, quando la mattina accompagno i figli a scuola devo met-termi sempre la crema protettiva! Ma io penso che la razza più pericolosa di au-tomobilista sia il vecchino. L’ottantenne automunito che guida d’estate nelle ore più calde è un’arma di distruzione di massa. Volete risolvere la situazione nel-la striscia di Gaza? Mandate laggiù sei vecchini con la Panda! Tutto quello che gli si parerà davanti lo raderanno al suo-lo! I vecchini potrebbero risolvere anche il problema della criminalità. Falli gira-re con la macchina per Scampia, vedrai dopo qualche giorno quanti camorristi in meno ci saranno! Ai vecchini non andrebbe data la patente, per loro è più giusto il porto d’armi!

*Comico

Andrea Muzzi*

Quegli 80enni automuniti

Un bastone per amico e tanti problemi.

Breve viaggio in centro per capire

cosa c’è da cambiare

rePortage

la città di chi non Vede

PAG.15

Tramontata la Cittadella viola, ecco

la nuova idea: l’impianto alla Mercafi r.

Con negozi, uffi ci e ristoranti

sPort

la partita dello stadio

PAG.26

C’erano una voltale cabine del telefono

amarcord

PAG.14

Crisi, che succede a Firenze

Basta sfogliare qualsiasi giornale o sintonizzarsi su un tg per imbatter-

si in una serie di termini sconosciuti o quasi, ma comunque dal suono sinistro. Btp, bot, bund, spread, default e chi più ne ha più ne metta. Parliamo di econo-mia e mercati azionari, questo è chiaro più o meno a tutti. Ma cosa significano queste parole? C’è davvero da averne paura? E soprattutto, come può incide-re questo universo “misterioso” sulla vita quotidiana dei cittadini e sulle loro

tasche? Per capirne qualcosa di più Il Reporter ha chiesto lumi a un esperto del settore, il preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze Francesco Giunta. Che non nasconde che quelli che ci aspettano non saranno tempi facili. Così come non facili sono i tempi per il lavoro. Tra precariato e contratti sempre più brevi, la situazio-ne non è affatto rosea. E allora si cerca di capire come uscirne. Prima che sia troppo tardi. PAGG.8-9

di Carpini - Donnici

Per impararenon è mai tardi

in classe

PAGG.10-11

Al Serristori torna lo spauracchio

della dismissione: infermieri dimezzati.

Ma i lavori continuano

figline

ospedale, ancora tagli

PAG.4

Ranfagni vola in acqua e centra

un risultato inatteso. Ai Mondiali

grande prova del valdarnese

nuoto

PAG.31

Ancora fermo il cantiere per il nuovo

stadio, a Palazzolo. L’opera rischia

di perdere i finanziamenti

incisa

PAG.6

Caos treni, viaggiotra attese e disagi

priMo piano

PAGG.2-3

Stop a nuovecostruzioni, sì al riuso

Rignano

PAG.5

Otto mesi alle elezioni ed è già caccia

ai candidati per il dopo-Benedetti.

Ecco i nomi in lizza

reggello

PAG.7

Periodico d’informazione locale. Anno V n.82 del 3 ottobre 2011.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

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Stampato da Rotopress International, Loreto (AN)

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il reporterè un periodico di 10 edizioniche mensilmenteviene distribuito da in 216.486 copie

Tredici treni tagliati, 22 rimodulati, a cui si aggiun-gono altri due intercity scomparsi nel nulla dopo l’incendio che ha colpito la stazione Roma Tiburti-na. Quello compreso tra Arezzo e Firenze, non è più

un mondo per pendolari. La sforbiciata, anche se in Regione si è parlato di riorganizzazione del servizio, è arrivata alla vigilia della riapertura delle scuole, con conseguenze facil-mente prevedibili: lavoratori e studenti disorientati dai nuovi orari, costretti a lunghe attese o a treni stracolmi. Ma mentre il Comitato dei Pendolari valdarnesi si infuria, qualche buona notizia arriva. Nessuna speranza di riacquistare i treni perdu-ti, nonostante i numerosi appelli, qualche possibilità in più di potenziare il servizio così com’è rimasto. Innanzitutto entro

la fine del 2011 dovrebbero arrivare tre treni Vivalto, quelli a due piani, per compensare con la maggiore capienza la ridu-zione dei convogli. Lo ha assicurato l’assessore regionale ai Trasporti Luca Ceccobao. L’acquisto dei 3 treni destinati alla Firenze-Arezzo, infatti, rientra nel piano di investimenti lega-to al contratto di servizio con Trenitalia, che prevede l’arrivo in Toscana di 27 treni doppio piano. Inoltre l’assessore ha chiamato in causa direttamente il ministro Matteoli per avere notizie dei due intercity scomparsi sulla linea Firenze-Roma. Qualche altro beneficio potrebbe arrivare dal piano integrato per la mobilità, che dovrebbe facilitare l’uso intermodale dei vari mezzi pubblici a disposizione, anche se ci sarà da aspet-tare. E i pendolari di attese ne hanno già abbastanza.

l’inchiesta. Rivoluzione in corso sui binari

Treni, un passeggero su cinque lasciato a piedi

Francesca Puliti

Dopo pochi giorni dalla cancellazione, se ne chiede il ripristino. La questione dei

14 treni della Arezzo–Firenze, linea lenta, che interessano in modo particolare il Valdarno, tiene banco in questo autunno, l’ennesimo “caldo” per i pendolari figlinesi. Intesi per tali quelli che il treno lo prendono alla stazione di Figline, e che poi provengono da almeno altri due comuni del Valdarno Fiorentino, e cioè Incisa e Reggello. Sono lavoratori e studen-ti, fortemente penalizzati dalla decisione dei tagli, messa in atto a metà settembre. “Dei 35 treni colpiti, di cui 13 tagliati, dalla Regione - ha affermato Maurizio Da Re, portavoce del Comitato pendolari del Valdarno - si ri-pristino quei 14 treni, di cui 7 tagliati, della fascia oraria fra le 13 e le 17.30, in partenza da Firenze e da Arezzo per il Valdarno, così da recuperare quei treni che, sebbene non fossero in orario di punta, erano comunque utilizzati da molti studenti e lavoratori per il loro rien-tro nel Valdarno, in particolare nelle stazioni di Figline, Incisa, Rignano, S.Ellero-Reggello e Pontassieve”. La richiesta è stata presentata ufficialmente da Da Re nel corso di una au-dizione presso la Commissione Trasporti del Consiglio provinciale. Nel corso della stessa audizione Da Re ha anche polemizzato con la

Regione, rea non aver previsto consultazioni con i rappresentanti dei pendolari sulla que-stione dei tagli e della riorganizzazione dei treni. Parole al vetriolo anche per i sindaci del Valdarno. “Se da mesi erano già stati in-formati dei tagli della Regione perché non si sono confrontati con i concittadini pendo-lari?”, chiede adesso il Comitato. Intanto, per la stazione di Figline, c’è invece una notizia positiva: sono iniziati i lavori di abbattimen-to del rumore nell’area ferroviaria. Si tratta di un’opera di risanamento acustico per la quale Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) si è impegna-ta economicamente per 7 milioni e 720 mila euro, divisi in due fasi, per l’installazione di pannelli fonoassorbenti. Già dal 2004 un pro-tocollo d’intesa Regione-Ferrovie sanciva che Rfi si dovesse occupare, a sue spese e cura, di tutti i lavori previsti per il contenimento della rumorosità. Gli interventi a Figline sono risul-tati fra i primi nella scala delle priorità. “Per l’amministrazione comunale e i suoi uffici - si legge in una nota del Comune - si tratta di una grande vittoria che avrà ricadute benefiche, in termini di abbattimento del rumore, su tutti quei cittadini che abitano o che svolgono at-tività lungo la rete ferroviaria e anche in altre zone più decentrate della città”.

Figline. Partiti i lavori di risanamento acustico

L’unico taglio gradito:quello al rumore

È stato il tormentone negativo di fine esta-te: tv, giornali locali e regionali davano

la notizia che ha sconvolto – e non esageria-mo nei termini - tantissimi pendolari. Da quando sono partiti i tagli ai treni dei pen-dolari della linea lenta Firenze-Arezzo e del Valdarno, con 13 treni cancellati definitiva-mente e altri 22 ‘rimodulati’, la situazione tra gli interessati è degenerata. Il portavoce del Comitato pendolari Valdarno direttissima, Maurizio Da Re, aveva previsto il peggio. “Con questi tagli e accorpamenti – aveva detto a suo tempo - saranno penalizzati so-prattutto i pendolari delle stazioni di Figline, Incisa, Rignano, S.Ellero-Reggello e Pontas-sieve, dove si risentirà di più della riduzione, non tanto negli orari di poca affluenza della mattina, fra le ore 9 e le 14, ma del primo pomeriggio, fino alle 17”. La Regione non ha toccato i treni lenti delle ore di punta nelle cosiddette ‘fasce pendolari’, cioè fra le ore 6-9 e le 17-19 (tranne 3 casi). Risultato? Chi prende il treno per andare a scuola o a lavoro è stato costretto a modificare forzatamente tempi e abitudini. Ma i cambiamenti nella tabella degli orari non sono gli unici elemen-ti di disagio. Elena, di Incisa, era sul treno arrivato alla stazione di Santa Maria Novella

a Firenze con le porte di due carrozze del convoglio bloccate. Per aprirle è interve-nuta la polizia ferroviaria, che ha ‘liberato’ oltre a lei alcune decine di passeggeri. Se-condo quanto ricostruito finora dalla Polfer i passeggeri delle due carrozze “incrimina-te” sarebbero saliti alla stazione di Figline, non accorgendosi di alcuni cartelli – forse visibili solo da un lato - che le indicavano come “fuori servizio”. Quando poi il treno si è fermato a Campo di Marte, a Firenze, il macchinista non ha aperto le portiere delle due carrozze ‘fuori servizio’ e il convoglio ha proseguito la marcia. Parecchi pendola-ri hanno cominciato a protestare. Un’altra incisana, Silvia trova invece difficoltà nel ritorno da lavoro e si sfoga. “Chi come me lavora in centro e finisce il turno alle 15, ne-anche correndo può prendere il treno delle 15.22 che prima era alle 15.33. Quindi biso-gna aspettare il diretto delle 16.13. Quando faccio il turno serale sono fortunata perché esco alle 19.50 e quindi ce la faccio a pren-dere il diretto delle 20.13”. E non solo i treni sono a rischio: a causa dei tagli della mano-vra finanziaria, anche altri mezzi di traspor-to essenziali quali gli autobus potrebbero subire “rimodulazioni”.

incisa. I problemi non riguardano solo le soppressioni

Tra porte bloccatee carrozze stracolme

/S.D.R./P.T.

La scure si è abbattuta sui trasporti valdarnesi colpendo

un quinto degli utenti. Ma c’è anche qualche buona nuova

Anno V n.82 del 3 ottobre 2011

Il Reporter del Valdarno F.no raggiunge 18.509 famiglie nei Comuni di Figline, Incisa, Reggello, Rignano.

2 Ottobre 2011 il giornale nel tuo comune

Page 3: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Il 12 settembre 2011 resterà a lungo una data cruciale per i pendolari della linea ferroviaria

Firenze–Arezzo. Rappresenta, infatti, il giorno in cui si è tornati al passato. Un balzo indietro in quanto, per la prima volta, i convogli da/per Firenze sono diminuiti. Un duro colpo per tutti i viaggiatori, in particolar modo per quelli che par-tono da Rignano, una delle tre stazioni (assieme a Sant’Ellero e Incisa) che, a dispetto di Pontassieve

e Figline, si trovano sul vecchio tracciato (la co-siddetta ‘linea lenta’) dove non si ha né il supporto della linea per Borgo San Lorenzo né quello dei “regionali veloci” che fanno la prima fermata val-darnese in quel di Figline. Un taglio che tocca il 50% dei convogli attestati a Firenze Santa Maria Novella, mentre quelli per Rifredi sono rimasti invariati: un passaggio comunque da 3 a 2 treni ogni ora. “E’ vero che l’offerta attuale è migliore

di quella precedente al Memorario come dice l’as-sessore Ceccobao – afferma una pendolare, ‘da oltre 30 anni’, in attesa del treno – ma di sicuro è anche un fallimento: così l’idea di metropolitana di superficie è meno efficace e la gente tornerà ad usare l’auto”. Torniamo ai convogli soppressi. “In totale sono 35 i treni colpiti dalla riorganizzazio-ne della Regione”, spiega il portavoce del Comi-tato Pendolari Valdarno Direttissima, Maurizio Da Re. “Questi tagli e accorpamenti colpiscono prevalentemente chi si muove nella fascia 14-17 e subito dopo le 19, quando sono molti a rientrare da Firenze. Adesso questi pendolari - continua Da Re - non solo devono controllare meglio i nuovi orari, ma saranno costretti a modificare forzata-mente i loro tempi e abitudini”. Da Rignano nel-lo specifico i treni per Firenze Smn ora partono, nelle nuove fasce, al minuto 00 mentre il rientro

dal capoluogo è al minuto 22 (prima era a 08 e 33, ndr). Intanto arrivano anche le prime segnala-zioni contro due treni che nascono da Campo di Marte. “I regionali 6727 (10.50) e 23513 (12.51) dovrebbero partire da Rifredi come gli altri in quella fascia”, dice una studentessa universitaria. “Adesso che ci sono solo due treni ogni ora di-ventano ancora più importanti – continua - specie per chi riesce già a liberarsi in mattinata dagli im-pegni”. Tra tante note negative un piccolo sorriso per i tifosi viola: la riorganizzazione dei giorni festivi permette finalmente di tornare a vedere la Fiorentina la domenica pomeriggio grazie all’an-ticipo del treno delle 14 e la partenza di un nuovo convoglio alle 17. “Un po’ troppo poco rispetto ai disagi durante la settimana”, replica convinto un giovane tifoso. Firenze, dopo tanti anni, torna ad essere più lontana.

rignano. Per la prima volta, dopo anni, si riducono le possibilità per andare e tornare dal capoluogo

Indietro tutta, Firenze ora si allontanaDuro colpo per i viaggiatori più assidui: eliminato

il 50 per cento dei convogli diretti a Santa Maria

Novella, rimodulati gli orari degli altri. Ma i tifosi

“sorridono”: andare allo stadio diventa più comodo

Tra i circa 4.500 pendolari del Valdarno fiorentino i più colpiti dalla rivoluzio-

ne in corso sui binari della vallata potreb-bero essere proprio i reggellesi. Perché si fa presto a dire Reggello, ma in un terri-torio comunale così vasto e non servito direttamente da una stazione ci sono tan-ti modi di prendere il treno. Figline resta l’unica soluzione per la ‘direttissima’, ma chi usa invece la linea lenta sceglie più facilmente la stazione più vicina a casa propria, che può essere tanto quella di Ri-gnano quanto quelle di Incisa, Sant’Elle-ro e – in misura minore – Pontassieve. La seconda domenica del mese scorso è stata l’ultima giornata prima dell’entrata in vi-gore del nuovo orario. Data scelta in modo nemmeno troppo felice e fin troppo facile

da ribattezzare ironicamente “l’11 settem-bre dei pendolari”: 13 treni cancellati e 22 “rimodulati”, secondo il termine scelto per addolcire la notizia di ciò che resta dopo vari accorpamenti tra i 35 treni prima in funzione. Il tutto sulla linea lenta. È chiaro che i reggellesi non abbiano esultato. Le fasce pendolari, quelle tra le 6 e le 9 del mattino e tra le 17 e le 19, vengono toccate appena (soltanto tre accorpamenti) ma nel primo pomeriggio (dalle 13 alle 17) e dopo le 19 i tagli si faranno sentire sui molti stu-denti e sui lavoratori abituati a rientrare da Firenze in orario pomeridiano o serale. Una scelta andava fatta visti i 160 milio-ni tagliati dalla finanziaria al trasporto pubblico toscano, si è difeso l’assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao. E,

dovendo scegliere, era giusto intervenire lontano dalle ore di punta. Ma lo si è fatto con mano troppo pesante e senza informa-re per tempo gli utenti sui cambiamenti in atto (i primi e sommari annunci sono

del 2 settembre scorso). Questo è bastato a mettere sul piede di guerra i pendolari che dopo appena una settimana di nuovo regime hanno chiesto indietro almeno 14 dei treni tagliati. Anche perché alla ridu-zione del servizio non è corrisposto un seppur minimo miglioramento dello stesso e a settembre, con la ripresa delle lezioni universitarie, sono tornati anche i cronici problemi di sovraffollamento e ritardo. Allarme rientrato – almeno pare – per quanto riguarda il trasporto su gomma, l’altra faccia del pendolarismo reggellese. Anche qui i tagli alle regioni avevano co-stretto ad una modesta riduzione del servi-zio nel periodo estivo, ma con la riapertura delle scuole tutto è tornato ai livelli dello scorso anno.

reggello. Disagi maggiori per i residenti delle frazioni. Allarme rientrato, invece, per chi si sposta su gomma

Pendolari all’attacco: “Ridateci 14 corse”Le ore di punta non sono state toccate, ma molti studenti e lavoratoriabituati a rientrarenel primo pomeriggioo la sera dovrannorivedere pesantementele proprie abitudini

/A.Tr.

/A.T.

3FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

Page 4: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

É messa di nuovo in discus-sione la piena funzionalità dell’Ospedale Serristori di Figline. Nel momento in cui

i cantieri per l’ampliamento delle sale operatorie e della Radiologia sono in fase avanzata, arriva una nuova “maz-zata” da parte della Asl 10. Si tratta di voci, che avvalorerebbero l’intenzio-ne di diminuire in maniera drastica il personale infermieristico del reparto di terapia sub-intensiva del nosocomio, passando da due operatori ad uno solo nel turno di notte. Un dimezzamento, in pratica. Un’ipotesi che, se applicata, secondo una nota del Comune di Fi-gline ridurrebbe “la sicurezza sia per i pazienti che per gli stessi operatori sanitari e, di fatto, va nella direzione di una progressiva riduzione degli in-terventi chirurgici, limitando le poten-zialità delle nuove sale operatorie, i cui lavori sono in avanzata fase di esecu-zione”. Ricordiamo che per questi la-vori Regione Toscana ed Asl 10 hanno finanziato un importo complessivo di 5 milioni e 800mila euro, che serviran-no per la dotazione di apparecchiature di ultima generazione, capaci di esa-mi diagnostici approfonditi. I lavori procedevano in maniera regolare e, periodicamente, soddisfazione veniva espressa dai responsabili dell’ammini-strazione comunale per come stavano andando le cose e per la futura au-spicabile maggior valorizzazione del Serristori. In prossimità delle recenti elezioni amministrative, per la verità, era circolato un documento interno della Asl, firmato dal Dott. Tulli, di-rettore del Dipartimento di Anestesia, che era uno sorta di percorso “a tap-pe” che avrebbe portato alla chiusura finale del Pronto Soccorso. Da parte dell’opposizione in consiglio, Pdl e

“Salvare il Serristori” in primis, che avevano “scoperto” il documento, si erano levate voci molto polemiche e allarmate. Ma il responsabile della sanità in Comune, Carlo Artini, e lo stesso sindaco Nocentini, avevano “ricordato” alla direzione dell’Asl gli accordi previsti dal Piano sanitario re-gionale, nel quale si parla di un “ospe-dale per acuti con un Pronto Soccorso aperto 24 ore su 24” e le polemiche erano rientrate. Adesso ci risiamo. “Ci

siamo prontamente attivati con il Di-rettore sanitario Tosi – hanno afferma-to Nocentini e Artini - per contestare la decisione del Dott. Tulli di ridurre il personale infermieristico della sub-intensiva a partire dal primo di otto-bre. In previsione di un aumento delle attività chirurgiche e di day-surgery, infatti, non è accettabile che si possa depotenziare il reparto di sub-intensiva danneggiando così anche l’attività del Pronto Soccorso. L’amministrazione non è disponibile ad avallare la mini-ma variazione di personale che possa danneggiare l’operatività del Serristo-ri”. Nella seduta del Consiglio comu-nale dello scorso 29 settembre, inoltre, è stato discusso un ordine del giorno congiunto, presentato dall’ufficio della Presidenza, su questa vicenda.

“La gente dovrebbe imparare a cambiare prima se stessa,

prima di pretendere un cambiamen-to dalla politica; dovrebbe impe-gnarsi e partecipare. E i Movimenti, come il ‘5 Stelle’, sono una buona occasione per proporsi e proporre”. A mente fredda Ilaria Bozzuffi, ex rappresentante del Movimento sud-detto nel Consiglio comunale figli-nese – dove era stata eletta con un ottimo risultato personale, circa 600 preferenze – è intenzionata a smor-zare la coda infinita di polemiche e accuse che hanno accompagnato le sue dismissioni. Dimissioni che avevano preso forma ufficiale il 5 settembre scorso, come atto finale di una inaspettata sequela di accuse e controaccuse fra la Bozzuffi e i rap-presentati del movimento figlinese. I quali, da un certo momento in poi, avevano iniziato a rimproverarla di non rispettare le linee di intervento concordate insieme, per posizionarsi - sempre secondo i componenti del movimento - su una linea “condi-scendente” verso la maggioranza. La diatriba si era concentrata in par-ticolare su una discussione riguar-dante la discarica delle Borra, uno dei cavalli di battaglia del 5 Stelle a Figline. E in particolare sulla ri-sposta data dal sindaco in merito, di fronte alla quale la Bozzuffi si sareb-be dichiarata “insoddisfatta, ma va bene lo stesso”. Una replica in net-to contrasto con la linea concordata dal Movimento. Verbali alla mano, la Bozzuffi ha rimandato le accuse al mittente, affermando di aver ri-cevuto pesanti pressioni affinché si dimettesse. Poi la lettera di dimissio-ni. Su questa storia si sono innesta-te una serie di prese di posizione e commenti, da parte del sindaco e di tutto il Consiglio, dei rappresentanti

dei vari partiti e giù fino ai privati cittadini, che hanno affollato di post i blog e i siti del Comune. Adesso Ilaria Bozzuffi invita tutti ad “andare oltre”. Un invito che rivolge per pri-ma cosa, proprio ai cittadini-elettori. “Di ciò che è successo – afferma – ognuno si farà la propria idea; quel-lo che conta adesso è continuare i progetti per i quali la cittadinanza aveva manifestato la propria fiducia; il Movimento continuerà ad essere rappresentato in Consiglio (da An-drea Frallicciardi, che ha inaugurato il suo mandato il 29 settembre, ndr) da altre persone, alle quali auguro si-

curamente di fare un buon lavoro sul territorio”. Dal canto suo, Bozzuffi ipotizza, dopo l’uscita dal 5 Stelle, un futuro impegno pubblico: “Mi sono state proposte delle cose ed io ci sto pensando”.

Figline. L’ombra dei tagli torna ad allungarsi sul Serristori. Proprio mentre si sta allargando

Infermieri dimezzati, ospedale a rischio?

Paola Tozzi

E la prima “grillina” si dimette politica. Ilaria Bozzuffi lascia il Consiglio

Via metà del personale dal reparto di terapia sub-intensiva.

Nocentini: “Così si riduce la sicurezza di pazienti e lavoratori”

/P.T.

Intanto procede a pieno ritmo l’intervento alle sale operatorie

Il congedo a settembre. Poi polemiche a cascata

il chiostro dell’ospedale serristori

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4 Ottobre 2011 il giornale nel tuo comune

Page 5: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Stop al consumo di suolo, sì al recupero dell’esistente. Sarà un piano struttu-rale a volumi zero (o quasi) quello di Rignano sull’Arno, il cui iter è appena

cominciato, ma si preannuncia breve e asciut-to. Senza per questo trascurare l’aspetto della partecipazione cittadina. Gli incontri pubblici di presentazione (e raccolta di suggerimenti, informazioni, spunti) sono già cominciati, nei circoli del capoluogo e delle frazioni, e dureran-no almeno fino alla fine del mese. L’obiettivo, spiega il sindaco Gianna Magherini, è quello di “coinvolgere quanto più possibile i cittadini nella stesura del piano”. Che, in ogni caso, avrà tempi contingentati: entro la fine dell’anno do-vrebbe esserne data una prima lettura in con-siglio comunale, in modo da adottarlo prima della scadenza elettorale. Poi ci sarà tempo per le osservazioni, fino all’approvazione finale, che arriverà di conseguenza durante la prossi-ma legislatura. Le linee di massima comunque

ci sono già e sono state riassunte in una decina di punti dall’assessore all’urbanistica Angelo Raffaele Tursi. Al primo posto la vivibilità di Rignano, concepito come raccordo strutturale e funzionale tra Firenze, il Valdarno e la Val-disieve. Poi la lotta “agli effetti paralizzanti e parassitari delle diverse forme di rendita. Il privato - spiega l’assessore Tursi - deve met-tere in gioco la sua capacità imprenditoriale, valutando ed assumendosi il rischio di impresa per legittimare il proprio ruolo di partner della pubblica amministrazione”. Non poteva man-care, nella terra natale del sindaco di Firenze Matteo Renzi, che ha lanciato questa formula, un riferimento ai volumi zero. “L’intenzione è quella di mettere un freno alle nuove costru-zioni – chiarisce il sindaco – privilegiando il riuso e la bonifica degli immobili già esistenti e delle aree già edificate. La volontà politica è quella di tenere insieme sviluppo e paesaggio”. Un posto di rilievo nel nuovo piano spetterà poi

al verde pubblico, nell’ottica di dotare anche le frazioni minori di aree attrezzate e ripensare i “polmoni” del capoluogo. E ci sarà anche la famosa circonvallazione, opera fondamentale, ma che si trascina da decine d’anni, principal-mente a causa della mancanza di fondi. Negli

ultimi tempi qualche sviluppo positivo c’è stato e la situazione sembra finalmente sbloccata. Il piano strutturale dovrebbe dunque prevedere anche una rete viaria ad essa collegata, studiata per alleggerire il traffico cittadino. In attesa di sapere se sarà la volta buona.

Sulla scia del sindaco di Firenze, anche il suo paese

natio mette un freno alle nuove costruzioni. E decide

di privilegiare verde e recupero. Il dibattito è aperto

una veduta di rignano

Volumi zero anche noi. Stop alle gru

Francesca Puliti

rignano. Al via la stesura del piano strutturale, che disegnerà il futuro del territorio

Quasi sei mesi per l’organizzazione, un centinaio di vo-lontari per gestirla, circa 30 le aziende locali coinvolte

nella sponsorizzazione dell’evento e alla fine oltre 2mila biglietti staccati e un incasso più elevato di ogni aspettativa. Stiamo parlando del concerto dei Nomadi, che si è tenu-to a Rignano lo scorso 29 luglio, grazie all’impegno della sezione locale dell’Arci e al coinvolgimento di un intero paese. Grazie ai numerosi spettatori la serata ha fruttato 2.500 euro di ricavi (una volta detratte le spese), che sono stati donati all’associazione Onlus A.Se.Ba., che si occupa di assistenza ai disabili. “Eravamo a fine 2010 – raccontano i soci - quando decidemmo di organizzare un evento musi-cale che potesse essere di richiamo per l’intera area a sud di Firenze. La scelta cadde quindi sui Nomadi, un gruppo

che offriva una garanzia di successo”. Ma fin dall’inizio l’impresa risultò assai impegnativa, tanto dal punto di vista logistico che finanziario, tant’è che i soci Arci comincia-rono a bussare alla porta di diverse organizzazioni in gra-do di fornire un contributo. Fondamentale per la riuscita dell’evento è stata la disponibilità dell’U.S.D. Rignanese a concedere l’uso del campo sportivo e a collaborare inoltre alla prevendita dei biglietti. A garantire il servizio d’ordine, invece, ci hanno pensato i carabinieri, compresi i carabi-nieri in congedo. “Un ringraziamento particolare va anche all’associazione V.A.B. – continua l’Arci – e alla locale se-zione della C.R.I.”. E l’A.Se.Ba ringrazia: i soldi ricevuti contribuiranno all’acquisto di un pulmino per il trasporto dei disabili.

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Page 6: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

A Palazzolo è ancora tutto fermo e i mecca-nismi della burocrazia rischiano di far “per-

dere” al progetto del nuovo stadio persino i contributi percepiti dal Comune di Incisa per la realiz-zazione dei lavori. Da quando, in piena estate, la “tegola” del se-questro si è abbattuta sui lavori, al nuovo stadio non si sono fatti significativi passi in direzione di uno sblocco della situazione.

Nuovo stadio, i sigilli restano. Per oraincisa. Tutto fermo a Palazzolo dopo il sequestro del cantiere avvenuto lo scorso agosto

Paola TozziCalcinacci e detriti sepolti sotto terra, anziché smaltiti

regolarmente: alcuni dei responsabili dell’impresa edile

sono finiti sul registro degli indagati. L’opera rischia così

di perdere i contributi ricevuti da Comune e Regione

Nonostante la “fiducia nella ma-gistratura” e “l’augurio di un ve-loce accertamento dei fatti reali” espresse a suo tempo dal sindaco Giovannoni, e nonostante l’ammi-nistrazione comunale sia esente da qualsiasi responsabilità sia politica che tecnica sulla vicenda, il com-pletamento del progetto – uno dei punti fondamentali del program-ma elettorale – è ancora lontano. I sigilli, ricordiamo, furono apposti al cantiere a seguito dell’accerta-mento da parte della magistratura di pesanti irregolarità nello svolgi-mento dei lavori: la ditta costrut-trice, a quanto sembra, avrebbe scaricato calcinacci e detriti edili sotto il manto del costruendo sta-dio, invece di smaltirli a norma di legge. Da qui le ipotesi di reato e l’iscrizione nel registro degli in-dagati di alcuni dei responsabili dell’impresa edile. L’area del can-tiere, di fatto, non è interdetta ai tecnici comunali, i quali possono entrarvi per effettuare interventi, previo permesso della magistratu-ra. “Stiamo predisponendo – spie-ga l’assessore ai lavori pubblici Gianfranco Mazzotta – una verifi-ca delle cose da fare ancora, prima fra tutte l’eventuale necessità di sagomare le scarpate per portare il tutto al progetto della piana. Dopo questa verifica, e l’eventuale siste-mazione all’interno del cantiere, si chiuderà il progetto definitivo. Ri-cordo che per i lavori allo stadio il finanziamento era pronto (270mila euro dalla vendita delle scuole, 80mila da contributo regionale per la realizzazione di nuovi impian-ti sportivi). In una piccola parte (meno di 20mila euro) era stato già speso per realizzare piccole opere di contenimento nell’area dove dovranno sorgere gli spogliatoi, quando è giunta, ad agosto, la noti-zia del blocco del cantiere. L’ope-ra è tanto più importante perché solo dopo aver realizzato il campo sportivo a Palazzolo sarà possibile dismettere quello di via Olimpia realizzandone uno più piccolo e liberando l’area dove dovrebbe nascere la ‘piazza’ di Incisa”. E proprio a Incisa adesso i comuni cittadini si chiedono: “perché non sanzionare la ditta responsabile di irregolarità e mantenere aperto il cantiere?”. Oltretutto, sembra che l’accusa si riferisca a circa 200 chili di materiale irregolare su un riporto di 30mila metri cubi; è giu-sto porre sotto sequestro una intera area? Per adesso, comunque, sem-bra che “l’opzione dissequestro” da parte della magistratura sia an-cora lontana.

Missione compiuta, o almeno in gran parte poiché in que-

sti casi niente è mai abbastanza. Volano a Incisa i dati sulla raccolta differenziata: è stata infatti supera-ta la soglia del 65% stabilita dalla normativa per dicembre 2012. Dal 48% del mese di maggio 2011 la percentuale di raccolta differen-ziata è salita ad oltre il 69% alla fine di giugno, quindi sopra la soglia del 65% stabilita dalla nor-mativa per la fine dell’anno pros-simo. L’adozione del nuovo siste-ma di conferimento con calotta e chiavetta elettronica (e-Gate) per i rifiuti non differenziati segna un risultato molto positivo, a solo un mese dalla partenza del progetto, e anche le indagini merceologi-che hanno evidenziato una buona qualità di conferimento per i rifiu-ti. Durante il 2012, inoltre, non ci saranno le spese aggiuntive avute nel primo anno di avvio del pro-getto. Il successo, tiene a precisare l’assessore Mazzotta, appartiene a tutti i cittadini di Incisa che han-no ben capito l’importanza della sfida, rispondendo in massa e positivamente alla sollecitazione. Impossibile abbassare la guardia, i controlli sono e saranno ferratis-simi. Le percentuali di impurità nelle tipologie di conferimenti evidenziano, infatti, che gli uten-ti di Incisa hanno ben compreso che cosa buttare nel raccoglitore della carta e cartone e in quello dell’organico (i rifiuti conferiti in maniera errata in questo caso sono pari al 7,61%). Difficoltà sono in-vece evidenti nel conferimento del multimateriale leggero (plasti-ca, lattine, acciaio, tetrapak). Con l’avvio del sistema con calotta e chiavetta elettronica è partita an-che la raccolta differenziata del vetro separato dal multimateriale, in risposta alle nuove linee previ-ste dalla Regione. Per incentivare il corretto smaltimento Aer Spa e l’amministrazione hanno predi-sposto una campagna informativa ad hoc.

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6 Ottobre 2011 il giornale nel tuo comune

Page 7: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Elezioni in vista, è già toto-candidatoreggello. Otto mesi alle urne: si rincorrono i nomi dei possibili aspiranti alla fascia tricolore

Andrea TaniReduce da due mandati,

il sindaco uscente Sergio

Benedetti non potrà

ripresentarsi. tra i più quotati

alla successione il braccio

destro Cristiano Benucci,

ma anche l’assessore

alla cultura Maria Pia Babini.

A destra si scalda Pasquini,

mentre i grillini ci riprovano

il municipio di reggello

Per fortuna capita che anche le bel-le storie facciano notizia. E quella

dell’azienda agricola La Farra di San Clemente è senza dubbio una di que-ste. Qui la giovane titolare Laura Pal-lavicini ha ideato il progetto ‘Centau-ro’, un percorso di ippoterapia unico nel suo genere perché rivolto ai non vedenti. “Andare a cavallo non è come guidare una macchina – spiega –. Non c’è nulla di meccanico, è il corpo che deve ‘sentire’ il cavallo. Il progetto nasce proprio dalla convinzione che anche un non vedente possa stabilire lo stesso legame e diventare comple-tamente autonomo in questa attività”. Tutto ha inizio un anno fa a Firenze. Laura è lì con altri della Fitetrec per ‘Mescoliamoci’, la giornata nazionale dello sport paralimpico. Un gruppo di ragazzi non vedenti, incuriositi, si avvicina ai cavalli con grande timore. “Piano piano hanno provato a toccarli, poi ad accarezzarli senza più averne paura”. Una folgorazione. Al neonato maneggio de La Fara si decide che ci sarà spazio anche per loro. “I proble-mi più grandi per un non vedente sono la dipendenza continua da qualcuno e una diffusa diffidenza verso gli altri, dovuta dal non poter controllare le situazioni in cui ci si trova. Nell’equi-tazione questo si ribalterebbe: il cieco

non è più quello che deve essere aiu-tato ma è quello che ha in mano le redini”. È un cammino lungo appena agli inizi, che richiede dedizione, fati-ca e competenza. Con l’Istituto Braille di Firenze il discorso è ben avviato e anche la Croce Azzurra di Reggello ha assicurato che metterà a disposizione i suoi mezzi di trasporto. I primi ri-sultati sono incoraggianti e lo scorso agosto hanno fatto guadagnare a Lau-ra e alla sua azienda il premio ‘Oscar green’ della Coldiretti, riservato alle imprese agricole toscane più innovati-ve. Di strada da fare ne resta tanta, ma l’entusiasmo c’è.

Oscar green all’azienda agricola La Farra

Un maneggio per non vedenti

FoCuS

Se in questi giorni capita di pensare alla primave-ra, di solito è perché si è già stufi delle uggiose giornate autunnali. A Reggello c’è però un moti-vo in più per farlo: alla fine del prossimo maggio

scade il mandato dell’attuale giunta e prima di allora si dovrà eleggere il nuovo sindaco. Si avvicinano insomma le elezioni amministrative ed è già toto-candidati. Come sempre accade, i nomi spuntano come funghi – tanto per restare in tema autunnale, stavolta – e ciò che viene det-to oggi rischia di essere contraddetto domani. C’è una sola certezza, almeno per quanto riguarda l’attuale mag-gioranza: il sindaco uscente Sergio Benedetti è alla fine del suo secondo incarico e per forza di legge non sarà lui l’uomo di punta del Pd. Non per questo i suoi assesso-ri sono tagliati fuori dal discorso. L’attuale vicesindaco Cristiano Benucci ha le sue chance, così come l’asses-sore alla cultura Maria Pia Babini. Guardando al di fuori dell’attuale giunta, i “rumours” danno qualche credito a Paolo Rosseti, capogruppo del Pd in consiglio comunale, e a Piero Giunti, personaggio molto noto nella zona la cui eventuale candidatura passerebbe però dalla disponibilità a lasciare in anticipo l’incarico di consigliere provinciale. Nel centrodestra, al momento, sembra difficile ipotizzare un nome diverso da quello di Antonio Pasquini, leader del Pdl reggellese, anche se il partito si sta già attrezzando per una serie di incontri pubblici dai quali potrebbe uscire il nuovo candidato. Non saranno primarie, ma i cittadini potrebbero comunque giocare d’anticipo, in questo caso. Incerta la situazione a sinistra dove non è chiaro se si uni-ranno le forze o se i verdi di Carlo Bastiani e i comunisti di Carlo Fei continueranno ognuno sulla propria strada. Una new entry sicura dovrebbe invece essere quella del Movimento 5 stelle. Il candidato non c’è ancora, ma i grillini sono al lavoro da quasi un anno per ripetere sulla piazza reggellese il buon risultato ottenuto in primavera a Figline, che ha portato all’ingresso in consiglio comunale dalla porta principale.

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Page 8: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

La borsa va giù, l’umore pure. I mercati sono sorvegliati speciali, ma la difficoltà di questa crisi economica sta

proprio nel capire cosa, in effetti, stia succedendo. A complicare il tutto, poi, c’è l’oscurità di alcuni termini tecnici e una materia non certo così accessi-bile alle persone comuni. Per fare un po’ di chiarezza, tra allarmi e previsio-

La crisi “in soldoni”: cosa sta succedendo?conti in tasca. Come i mercati azionari incidono sulla vita quotidiana. Il punto della situazione

Gianni Carpini

primo piano

Ci aspettano tempi duri, questo è certo. Colpa del debito

pubblico: un prezzo salato che gli italiani devono pagare, ma non

bastano le manovre “lacrime e sangue”. Parla Francesco Giunta,

preside della facoltà di Economia dell’università di Firenze

ni catastrofiche, ci siamo rivolti a un esperto in materia: il professor Fran-cesco Giunta, preside della facoltà di Economia dell’Università di Firenze. I timori che molti hanno sono fondati? “Le previsioni non sono affatto rosee – spiega Giunta – fino a oggi ero rimasto cauto davanti ai vari allarmismi, ma adesso la situazione è diventata seria. È come una malattia: si crede sempre che colpisca gli altri, ma quando arri-va il nostro turno è un problema”. Una cosa è chiara: altro che nuvole minac-ciose, la situazione sui mercati è critica e sull’Italia è attesa una bufera che non toccherà solo il mondo finanziario, ma si estenderà anche alla vita quotidiana. Colpa soprattutto del debito pubbli-co. Spiegata in soldoni, la questione è più o meno questa: lo Stato ha così tanti debiti da non riuscire a ripagarli. Questo provoca a sua volta un aumento degli interessi sul “vecchio” debito e il conto diventa nel tempo ancora più salato, fino a rischiare di arrivare a un livello insostenibile. Il Paese lavora, crea quel poco di ricchezza che per-mettono i tempi di magra, e tutto va sprecato nel pagare gli interessi, men-tre il super-debito cresce. Un cane che si morde la coda. “Quello italiano è un debito enorme, uno tra i più grandi al mondo – continua Giunta – che non è stato contratto per sviluppare il Pa-ese, bensì per una spesa sfrenata, con un sistema pensionistico che non ha eguali e una sanità dove a tutti è stato garantito per anni più che tutto. Il pro-blema sta qui: il nostro debito corre più velocemente della nostra economia”. Il rischio è quello di un default, eccola qui la parola chiave: in pratica l’Italia rischia il fallimento e chi ha investito in buoni del tesoro, quelli con cui lo Stato racimola denaro da “investire”, di non vedere più il becco di un quattri-no. “Si affaccia sempre di più lo spettro di un default controllato – dice Giun-ta – ossia una situazione che compor-ta l’uscita dall’euro e il ritorno a una moneta molto svalutata, per favorire le esportazioni, come era la lira. Ma non illudiamoci: questa situazione cree-rà necessariamente dei contraccolpi drammatici sulla sfera sociale, come la disoccupazione e il potere di acquisto sempre minore per le famiglie”. Ma come uscire dal tunnel? Ovviamente nessuno ha una ricetta magica. “Dal mio punto di vista – afferma Giunta – bisogna mettere mano una volta per tutte alle pensioni. È inevitabile l’in-nalzamento dell’età pensionabile, vista anche l’aspettativa di vita nel nostro Paese. Poi è necessaria una drastica ri-duzione di spesa, ma sviluppando dei sistemi di controllo. Infine diminuire la pressione fiscale sulla parte produttiva del Paese, per cercare di rimettere in marcia il motore dell’economia”.

Su cosa agire: pensioni, spesa e meno tasse per le industrie

Bund, spread, btp, default. Una valanga di termini oscu-

ri, diventati improvvisamente pane quotidiano di tg e quotidia-ni. Ecco qui una breve guida per capirci qualche cosa di più.DEBITO (pubblico)È il debito dello Stato, che per ra-cimolare soldi mette sul mercato delle obbligazioni (dette anche “bond”), tramite alcune aste pe-riodiche. Il meccanismo, in pra-tica, è questo: lo Stato promette a chi investe che - se gli presterà dei soldi - riavrà tutto il capitale versato più, alla fine del periodo stabilito, gli interessi. Il punto cri-tico sta qui: più gli interessi sono alti, più lo Stato “ci rimette”.BTP-BOT-BUNDSono tutti dei titoli di Stato, tra-mite cui vengono recuperati fondi da investire. I btp (buoni del teso-ro poliennali) e i bot (buoni ordi-nari del tesoro) sono obbligazioni italiane. I bund invece sono titoli di stato tedeschi e sono il punto di riferimento in Europa: l’econo-mia della Germania è considerata dagli addetti ai lavori come la più solida del vecchio continente e perciò quella che è più in grado di far fronte ai debiti.SPREADÈ una sorta di “termometro del rischio”. In base a questo indice viene valutata l’affidabilità finan-ziaria di un Paese. Più è alto, più gli esperti considerano uno Stato incapace di far fronte ai suoi de-biti, più alti saranno gli interessi che verranno pretesi per com-prare i titoli. Lo spread si calcola prendendo in considerazione la differenza di rendimento di un ti-tolo di Stato con un titolo di riferi-mento (in Europa i bund tedeschi, considerati i “più soldi”). Questa differenza è decisa dal mercato.DEFAULTEcco il termine tanto temuto dai mercati finanziari. In soldoni è il “fallimento” dello Stato: un Paese non è più in grado di far fronte ai suoi debiti e quindi è incapace di rendere i soldi a chi ha investito nei suoi titoli, che di fatto diven-tano carta straccia.

Le parole chiave

Una breve guidaper capirci di più

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8 Ottobre 2011

Page 9: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Posto per sempre, uno su dieci ce la falaVoro. I contratti a tempo indeterminato continuano a rappresentare un “lusso” per pochi intimi

Ginevra Donnici

Oltre centomila avviamenti al lavoro nei pri-mi sei mesi del 2011, con un incremento di seimila rapporti lavorativi rispetto all’anno scorso. Sono i dati registrati nel primo se-

mestre dai centri per l’impiego della provincia di Fi-renze. In particolare, dalla ripartizione degli avviamenti lavorativi suddivisa per territorio risulta che i tre cen-tri per l’impiego di Firenze (67,7%), Sesto Fiorentino (10,7%) e Scandicci (6,8%) intercettino l’85,2% del to-tale. In questo quadro, la presenza delle donne a livello provinciale incide per il 50,08%. Da gennaio a giugno di quest’anno sono 6.199 i lavoratori interessati dalla cassa integrazione in deroga. “Rispetto a questi lavora-tori coinvolti in situazioni di crisi – spiega il presidente della Provincia Andrea Barducci – l’amministrazione provinciale ha realizzato una serie di attività denomi-nate ‘politiche attive per l’occupazione’, ovvero corsi per i lavoratori posti in cassa integrazione in deroga e quelli in cassa integrazione ordinaria e straordinaria, oltre a molteplici strumenti per finanziare la formazio-ne dei giovani che hanno difficoltà a entrare nel mondo del lavoro. Una serie di interventi, dunque, con cui la Provincia ha voluto sostenere, e continuerà a farlo, in maniera fattiva i lavoratori coinvolti in processi di crisi aziendali”. La crescente flessibilizzazione del mercato del lavoro ha dato vita a forme contrattuali decisamente precarie: il numero dei contratti a progetto nel perio-do gennaio-maggio 2011 è pari a 7.802. Oltre il 57,3% si concentra nella fascia d’età che va dai 26 ai 44 anni (anche se, dato non trascurabile, oltre duemila casi han-

no riguardato persone con un’età maggiore di 45 anni). Emblematico anche il dato relativo alla nazionalità: i contratti a progetto sono quasi interamente rivolti ai cit-tadini italiani (91%). Scoraggiante anche la durata dei contratti a progetto: solo il 57% supera i quattro mesi di tempo. I contratti a tempo indeterminato continuano a rappresentare un miraggio per nove lavoratori su die-ci. Basti considerare che tra gennaio e maggio gli av-viamenti contrattualizzati con un tempo indeterminato hanno rappresentato un magro 9,97% del totale. Altro dato rilevante è quello che lega la nazionalità ai con-tratti a tempo indeterminato: ben il 41,1% coinvolge i lavoratori stranieri, “un motivo può essere ricercato nel-le qualifiche maggiormente richieste che esigono una

bassa professionalità e un’ampia disponibilità di orari”, spiegano dall’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro. Anche la cassa integrazione rimane su livelli elevati, con oltre 7,3 milioni di ore richieste all’Inps. Numeri che mettono in luce una minore ricchezza per l’intera provincia: infatti, considerando le ore lavorabili in un anno (1.700), è come se 4.320 tra lavoratori e la-voratrici non avessero mai svolto nessuna attività.

A farla da padrona è il precariato, soprattutto tra i giovani.

Si accorcia anche la durata degli impieghi: molti sono inferiori

a quattro mesi. La cassa integrazione resta su livelli elevati

Attivate alcune politiche per l’occupazione, come corsi per chi si trova in diffi coltà

primo piano

Come mostra l’articolo qui a fian-co, i dati sull’occupazione in pro-

vincia di Firenze nel primo semestre del 2011 non sono molto incorag-gianti. Il Reporter ha interpellato in proposito l’assessore provinciale al lavoro Elisa Simoni.Assessore, che inverno ci aspetta?Al momento la situazione è molto complicata. Dopo il debole cenno di ripresa registrato a giugno, il grave andamento economico che sta carat-terizzando il Paese ha reso le nostre aziende molto più caute. Non c’è ac-cenno di crescita e il risultato è una disoccupazione preoccupante, in più i nuovi posti di lavoro sono caratteriz-zati da una marcata precarietà. La formazione può giocare un ruo-lo per uscire da questo stallo?La distanza tra formazione e lavoro è marcata, per questo lavoriamo in un’ottica di competenze integrate: coinvolgendo le imprese e sperimen-tando nuove forme di servizi ai lavo-ratori. Un esempio su tutti è la “Città del lavoro” che sorgerà a Figline, un unico contenitore all’interno del qua-le trovano spazio il Centro per l’im-piego, il Centro Formativo Territoria-le e le imprese: insomma, una nuova idea di formazione che tenga insieme tutti i passaggi dal training iniziale fino all’inserimento lavorativo.

Come assessore al lavoro, qual è la sua maggiore preoccupazione per il futuro?I nostri sforzi sono utili in un’ottica di ripresa, altrimenti sono solo delle situazioni tampone all’interno di una voragine. Le azioni messe in campo funzionano solo se cambia la rotta e qui sta la mia maggiore preoccupazio-ne, considerando le scelte dell’attuale governo. Sul versante del mercato del lavoro è evidente che non possiamo competere sul costo del lavoro, come abbiamo tentato di fare. Possiamo farcela solamente se investiamo in qualità, sia delle nostre produzioni che nella formazione dei lavoratori e delle lavoratrici.

l’interVista. Parla l’assessore Elisa Simoni

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Page 10: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

La carica delle matricole. Sono gli studenti universitari, come da tradi-zione, gli ultimi a tornare in aula, tra non poche novità. Le iscrizioni, per

i corsi di laurea “a numero aperto” si chiudo-no nei prossimi giorni, mentre alcuni colleghi del “numero chiuso” sono già sui libri, dopo le prove di selezione che si sono svolte nelle prime settimane di settembre. Quest’anno ac-cademico gli studenti dell’Università di Firen-ze possono scegliere tra 139 corsi: 66 di primo livello (la cosiddetta “laurea breve”), altrettanti di secondo livello (la specialistica) e sette a ci-clo unico. Anche per il 2011/2012 c’è stata una sforbiciata sull’offerta formativa, seppur limi-tata rispetto al ridimensionamento degli anni passati: sono sette i corsi di laurea cancellati. Negli ultimi tre anni l’ateneo fiorentino ha in-fatti razionalizzato la didattica, tagliando cir-ca il 30 per cento dei corsi, per ridurre costi e sprechi. “Un processo di riorganizzazione già da tempo avviato – spiega Anna Nozzoli, pro-rettore alla didattica e ai servizi agli studenti dell’Università di Firenze – perseguito ai fini

del conseguimento della qualità e della soste-nibilità in termini di docenze e di strutture”. E l’università, quest’anno, parlerà più inglese che in passato, con due nuovi corsi, dedicati sia agli studenti italiani che a quelli stranieri, europei o extraeuropei, le cui lezioni sono te-nute completamente in lingua straniera. Si trat-ta del corso di laurea magistrale in “Economia dello sviluppo avanzata” (development econo-mics) e del curriculum “Architectural design”, che fa capo al corso di laurea magistrale in architettura. A questi si aggiunge l’esperienza già attiva da diversi anni insieme all’Universi-tà di Parigi, la Sorbona, per il conseguimento del doppio titolo italiano e francese in giuri-sprudenza. Sul fronte dei corsi a numero pro-

grammato, ossia dove i posti sono contati ed è perciò prevista una prova di selezione, la lista si è allungata, comprendendone cinque in più: scienze farmaceutiche applicate, farmacia, chimica e tecnologia farmaceutiche, scienze biologiche e biotecnologie. Quest’anno a Fi-renze sono stati gettonatissimi i corsi di laurea dedicati alle professioni sanitarie (da fisiote-rapia a infermieristica, da ostetricia a logope-dia): ben 3.392 studenti hanno fatto domanda per partecipare al test, ma – tra loro – solo un terzo ha conquistato la possibilità di accede-re (966 persone, per l’esattezza). Segue, nella top ten dei corsi a numero chiuso più richiesti, medicina. Un vero e proprio esercito di aspi-ranti camici bianchi si è presentato alla prova (il numero chiuso è previsto in tutta Italia e quest’anno, per la prima volta, si è svolta una prova unica insieme a odontoiatria). A Firenze erano trecento i posti a disposizione per medi-cina e ventotto per odontoiatria. Hanno prova-to a spuntarla in 2.077, con qualche defezione dell’ultimo minuto. Le domande per l’esame erano state, infatti, 2.265.

in aUla/1. I numeri del nuovo anno accademico a Firenze. Ecco l’offerta formativa

L’ateneo 2012, tra matricole e novità

Luca Squarcialupi

Insegnamenti completamente in inglese (in alcuni casi), sette corsi in meno,

“posti contati” in aumento. Gettonatissimi i test per le professioni sanitarie,

da fi sioterapia a ostetricia. tanti anche gli aspiranti camici bianchi

L’INtERVIStA/1

Savas è un ragazzo turco iscritto al primo anno di Ingegneria all’Università di Firenze. Ha spiegato a Il Reporter le ragioni

che lo hanno spinto a venire a studiare in Italia, raccontando le sue prime impressioni sulla facoltà e le sue speranze per il futuro.Com’è nata l’idea di venire a studiare a Firenze?Ho cominciato a studiare l’italiano da quando frequentavo il liceo ad Istanbul, e mi ha sempre affascinato la grande cultura di questo Paese. Ho letto molto sulla sua storia, dall’impero romano fino al Rinascimento. Per me era un sogno venire a studiare nella stessa città dove sono vissuti personaggi storici come Machiavelli e i Me-

dici. In Italia si vive bene, e l’università ha un costo più accessibile rispetto ad altri paesi europei.Hai incontrato difficoltà a iscriverti?Devo dire che la burocrazia è complicata, ma il personale dell’uni-versità è stato sempre gentile e disponibile. Non ho avuto nessuna difficoltà per il fatto di essere straniero. Quali sono state le tue prime impressioni sull’Università fioren-tina?La struttura della facoltà mi è piaciuta molto. Qualche professore spiega un po’ troppo veloce, e a volte qualcosa sfugge. Con i colle-

ghi di corso mi sono trovato bene, anche perché conosco abbastanza bene la lingua, e questo aiuta molto a integrarsi.Cosa farai quando completerai gli studi?Dopo la laurea vorrei restare a lavorare in Italia, è un Paese bellis-simo, c’è rispetto per gli stranieri e io qui non mi sono mai sentito discriminato. So che negli altri paesi europei gli ingegneri vengono pagati meglio, ma sarei disposto anche a guadagnare un po’ di meno pur di rimanere qui. Ma ho sentito che anche qui sta diventando dif-ficile. Se dopo la laurea non riuscirò a trovare lavoro, a malincuore lascerò l’Italia, come purtroppo fanno anche tanti italiani.

Savas è arrivato da Istanbul per iscriversi a Ingegneria. “Pur di restare qui sarei disposto a guadagnare meno”

“Un sogno vivere nella città di Machiavelli e dei Medici”

istruzione

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Page 11: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Sui banchi a ogni età e in qualsiasi momento. È questo il concetto che sta alla base dell’Univer-sità dell’età libera, anche se “la maggior parte del nostro pubblico è racchiuso proprio in quel

nome, età libera, e si presume che chi ha più tempo libe-ro a disposizione siano i pensionati - racconta Elisabetta Boddi, responsabile del progetto - ma spesso e volentie-ri si iscrivono anche ragazzi, soprattutto ai laboratori”. Esiste dall’anno scolastico 1983/84 e, nel corso di questi quasi trent’anni, ha visto i suoi studenti crescere a di-smisura di numero, arrivando fino a quasi 2.500 iscritti ogni anno. Ci sono affezionatissimi che non potrebbero pensare di passare un inverno (e una primavera) sen-za l’appuntamento fisso delle lezioni, ma c’è anche un nutrito gruppo di nuovi iscritti che ogni anno si avvici-na ai corsi con l’adrenalina e la felicità di un bambino al primo giorno di scuola. “Ci sono corsi di ogni genere - spiega Boddi - alcuni sono già rodati e riscuotono molto successo, quindi tentiamo di riproporli di anno in anno, mentre altri variano da un periodo all’altro. Cerchiamo di calibrare le nostre scelte anche in base a quello che ci viene richiesto”. Dalla storia dell’arte alla musica fino al giardinaggio, passando per la salute, l’informatica e la fotografia: queste le materie proposte ogni anno. Secon-

do una tabella di marcia che regola le iscrizioni, i solerti studenti vanno a immatricolarsi ai corsi che hanno scelto dall’opuscolo che viene distribuito. “Abbiamo un sacco di studenti affezionati, lo dimostra il fatto che, nonostante le iscrizioni inizino a fine ottobre, già ad agosto comin-ciamo a ricevere le prime chiamate per avere informazio-ni - continua Boddi - e sono gli stessi affezionati che, a ti-tolo puramente volontario, mettono a disposizione il loro tempo per aiutare il nostro staff nei giorni delle iscrizioni e della distribuzione dei depliant con il programma com-pleto”. Sviluppato in collaborazione con l’Università de-gli studi di Firenze, il programma definitivo viene stilato dopo aver ricevuto e vagliato un pacchetto contenente una proposta per corsi pratici e teorici proveniente da Unifi, ai quali poi si aggiungono progetti esterni, anche questi da selezionare in base alla fattibilità e ai fondi disponibili. “Approfondimento, analisi e uno sguardo nuovo su argo-menti che in ogni caso vengono metabolizzati bene da un pubblico con un livello culturale medio-alto”. Ma, oltre alle lezioni “frontali” e agli interessi che ciascuno coltiva, il valore aggiunto sta nella possibilità di socializzare, pro-prio come all’università. “È quel qualcosa in più che crea aggregazione e favorisce lo scambio e la nascita di nuove amicizie”. Informazioni ai numeri 055-26.25.84.0/1/2/4.

Dal giardinaggio alla storia dell’arte, dalla musica all’incisione,

dall’economia alla fotografi a passando per l’informatica: queste

alcune delle materie proposte. E qui nascono anche amicizie

in aUla/2. L’Università dell’età libera offre opportunità per tutti: adulti, pensionati e non solo

Quegli studi che non fi niscono mai

Caterina Gentileschi

L’INtERVIStA/2

“Se si hanno degli interessi mi sembra giusto coltivarli, e per coltivarli l’Università dell’età libera mi è sempre

sembrato un ottimo sistema. Almeno da quando la frequento io”. Maria Conti è una signora attiva e impegnata, in pensione da più di dieci anni e da quasi altrettanti assidua frequentatrice dei corsi dell’Università dell’Età libera, messi a disposizione dal Comune di Firenze. “Le sale sono sempre gremite, tutte le lezioni frequentate da un corposo numero di persone. Mi sem-bra un segno evidente che il servizio funzioni e che la gente sia felice di partecipare all’iniziativa”. Maria è un’appassionata di

storia dell’arte da tutta la vita, e da quando si è ritirata dal lavo-ro ha avuto anche più tempo a disposizione per coltivare que-sto suo amore. “Seguo con interesse le lezioni di storia dell’ar-te da quasi dieci anni e ormai ho imparato anche a conoscere i docenti. Come capita a scuola, anche qui ce ne sono alcuni che hanno una capacità più spiccata nell’esporre gli argomenti di cui tratta il corso, mentre altri, pur essendo molto preparati, faccio fatica a seguirli. Ad esempio cerco sempre di accapar-rarmi un posto alle lezioni di Stefano De Rosa, che seguo sem-pre con molto piacere. E col quale mi è capitato anche di par-

tecipare a una gita di gruppo all’estero, alla quale hanno preso parte pure altri colleghi che avevano seguito le lezioni insieme a me”. Arte ma non solo. “Mi è capitato anche di frequentare qualche corso di storia, e all’inizio ho fatto anche delle lezio-ni di filosofia. Mi aiutano a capire, ad approfondire temi che magari ho già approcciato da sola ma che non conosco fino in fondo. Avere la possibilità di apprendere da chi ne sa più di me mi dà la possibilità di aprire gli occhi, di conoscere le cose più in profondità, di vedere più in là e di custodire un bagaglio un po’ più importante”.

Maria Conti, signora attiva e impegnata, ne è un’assidua frequentatrice. “Le sale sono sempre gremite”

“Le lezioni? Cibo per la mente. Aiutano a coltivare gli interessi”

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Page 12: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

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È stata una piccola rivolu-zione, quella delle “picco-le” sale. Forse inaspettata, sicuramente gradita. Uno

dopo l’altro alcuni cinema fiorenti-ni che, per un motivo o per l’altro, avevano chiuso i battenti, hanno da poco riaperto al pubblico. Stiamo parlando di Colonna, Spazio Uno e Principe, tornati dopo l’estate al “servizio” dei fiorentini con non po-che novità. Il Reporter.it ha seguito “in diretta” le loro vicende, annun-ciando una dopo l’altra le riaperture di spazi che, sulla scia di esempi che purtroppo non mancano in città, in molti temevano che potessero restare chiusi ancora a lungo. Ma così non è stato, e gli amanti del cinema hanno ora più scelta. Scelta che aumenterà ancora a breve (si parla dei primi giorni di dicembre, dopo che inizial-mente il giorno X era stato indicato nel 18 novembre), quando ad aprire i battenti sarà nientemeno che il mul-tiplex. Discusso, temuto, invocato a seconda dei pareri e delle persone, il multisala è ormai sul punto di ac-cendere le luci, portando con sé nella zona di San Donato, ma in genera-

1. Lutto per Vittoria Puccini, morta la madre

2. Scomparsa di Licitra, il dolore del Maggio

3. Università: la carica degli aspiranti dottori

4. Digitale terrestre: Toscana a rischio blackout, arriva la legge salva-tv

5. Arriva il ticket, medicinali più cari: rivoluzione nelle farmacie

1. La band che fa ballare Firenze: video-intervista agli Zoo Park

2. Sciopero: quasi 20mila in piazza a Firenze, alta adesione

3. Pienone per Renzi alla festa del Pd. Tra tanti applausi e qualche fi schio

4. Commando contro portavalori: spari sull’Autopalio

5. Ugola d’oro, Bocelli trionfa a New York

1. Miss Italia: ecco le trenta fi naliste

2. I tamarri arrivano in tv e c’è l’effetto Jersey Shore

3. La più bella d’Italia è lei: Stefania Bivone

4. La protesta della rifi colona: Renzi fi schiato davanti al Verdi

5. San Jacopino, al via i lavori: ecco come sarà

sUl WeB. Piccole sale riaperte, in arrivo anche il multiplex: tutte le novità su www.ilreporter.it

La “rivoluzione” dei cinema è on line

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LA STAGIONEVIOLA IN TEMPO

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Digitale terrestre, scatta il countdown. A Firenze la

nuova era della tv inizierà il 18 novembre: ci siamo, insomma. Ma quando i fiorentini accende-ranno la “nuova” televisione, in Toscana c’è chi l’avrà fatto già da qualche giorno. La prima zona della regione a dire addio al vec-chio analogico sarà la Lunigiana: qui la rivoluzione digitale scatterà il 7 novembre. Poi sarà la volta di Mugello, Casentino e isola d’El-ba, seguite da tutte le altre provin-ce. Il calendario completo del “te-muto” switch-off è sul nostro sito, www.ilreporter.it, dove si posso-no trovare anche rischi, consigli e istruzioni su come gestire al me-glio questo passaggio, per non ri-schiare di trovarsi di fronte a uno schermo fuori uso. Perché, come detto, quella del digitale terrestre sarà una rivoluzione. Ed è meglio farsi trovare preparati.

istrUZioni

tV digitale,calendarioe consigli

le nell’intera città, tutta una serie di novità. Apertura e novità che, come già successo per gli altri cinema, si potranno seguire in tempo reale su www.ilreporter.it. Agli amanti del cinema e non solo non resta dunque che cliccare sul sito, per non perdersi le ultime news a riguardo e farsi tro-vare preparati al momento del taglio

del nastro. Restando in tema di tem-po libero e grandi aperture in arrivo, si avvicina anche l’ora del nuovo Parco della Musica: il 21 dicembre è fissata l’inaugurazione della sala grande, alla presenza nientemeno che del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, con un concerto per i 150 anni dell’Unità d’Italia, anche

se poi i lavori proseguiranno. Anche l’avvicinamento a questa importante data sarà seguito su Il Reporter.it. E basta poi spostarsi di pochi metri per trovare un altro, attesissimo appun-tamento in arrivo, anche se questa volta la musica sarà sostituita dalla politica. Dopo l’appuntamento dello scorso anno, dal 28 al 30 ottobre si terrà la Leopolda-bis, con il sindaco Renzi che presenterà un elenco con “cento cose da fare per cambiare l’Italia”. Anche in questo caso, c’è da scommetterci, gli occhi di mezza Italia saranno puntati sulla vecchia stazione fiorentina: tra questi ci sa-ranno anche quelli del nostro sito, che racconterà in diretta tutto quello che succederà. E poi in arrivo ci sono (tanto per cambiare) cantieri, lavori e divieti: su www.ilreporter.it tutte le notizie che servono per vivere al me-glio, ogni giorno, la città e non solo.

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Page 13: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

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Page 14: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

il caso. Agcom e Telecom elimineranno quelle meno utilizzate entro la fine dell’anno

Addio cabine, vittime dell’high techSono trentasei i telefoni

pubblici che spariranno

dalle strade nostrane.

Dopo aver segnato

un’epoca soccombono

davanti alla diffusione

dei cellulari. Ma c’è

un modo per salvarli

“Pronto? Pronto... Number nine, number nine, pronto Zanzi-bar? Qui Napoli cinque. Ho cinquemila dollari di roba,

fra virgolette, roba. Cose buone dal mondo”. Era il 1982 quando un giovanissimo Alessan-dro Benvenuti terrorizzava un’anziana signora in coda alla cabina telefonica di piazza della Libertà fingendosi un corriere della droga in-sieme ad Atina Cenci e Francesco Nuti, in una delle scene più celebri del film A ovest di Pape-rino. Bei tempi andati quelli in cui davanti alle cabine del telefono ci si ritrovava a gruppetti, in attesa del proprio turno, aspettando di dire alla mamma che si rimaneva un altro po’ fuori con gli amici o trepidando per sussurrare paro-le dolci all’innamorato di turno. Passati anche i tempi in cui le schede telefoniche erano og-getti da custodire con cura e i veri collezionisti le compravano per conservarle intonse, senza nemmeno staccare il triangolino in alto che ne rivelava l’avvenuto utilizzo. Per non parlare poi dei gettoni, con quell’apparecchio un po’ retrò inciso davanti, entrati ormai a far parte della preistoria delle nostre abitudini quotidia-ne. La stessa preistoria in cui sono destinate a finire molte delle cabine sparse per Firenze che, essendo da troppo tempo inutilizzate, ver-ranno eliminate dal panorama cittadino. Addio ricordi, addio servizio, addio a 36 apparecchi sparsi nei punti più disparati della città, che entro la fine dell’anno verranno smantellati. Dal centro alla periferia, addio insomma alle

vecchie cabine, che nel corso degli anni hanno anche cambiato look, diventando prima rosse con gli sportelli tipo saloon, poi più piccole ed ergonomiche. E anche gli stessi telefoni pub-blici si sono evoluti nel corso degli anni: gli ul-timi offrono addirittura la possibilità, a chi ne è capace, di mandare sms. Ma nemmeno la tec-nologia è servita a scongiurare l’abbandono, e allora ecco che Telecom, insieme all’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, hanno deciso di toglierne un bel po’, almeno quelle in cui viene fatta meno di una chiamata al giorno, che a pensarci bene sono tantissime. Basta aguzzare un po’ la vista per notare che la stragrande maggioranza è sempre desolata

e vuota, morta sotto il peso della tecnologia e dei nuovi accessoriatissimi cellulari. Qualcu-no continua ad attaccarci bigliettini, adesivi e annunci, con la speranza che qualcuno passan-do di lì ci faccia caso. Ma anche quelli stanno pian piano scomparendo: meglio attaccarli di soppiatto alle fermate dell’autobus, “alme-no lì è sicuro che qualcuno una sbirciatina la dà”. Le uniche a essere certamente mantenute saranno le cabine di caserme, scuole e ospe-dali. Se però al telefono pubblico sotto casa proprio non si vuol rinunciare, si può scrivere una email a [email protected], per chiedere di salvarla. Motivando la richiesta e incrociando le dita.

una scena tratta dal film a ovest di paperino (1982)

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Page 15: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Due passi, due di numero, accanto a una persona che non vede. Basta questo per capire quanto diffici-li possano diventare anche azioni

semplici e quotidiane come attraversare una strada. Il signor Fabio Ulivastri è un non veden-te, e il suo bastone, in mezzo al traffico di gente e auto in piazza San Marco, vale più di un ami-co. Il Reporter ha fatto con lui un breve viag-gio in giro per la città. Poche tappe: da piazza San Marco a piazza Indipendenza e da qui alla stazione. Il bilancio? I promossi: gli autobus. Cinque su cinque presi, a bordo avevano il navi-gatore parlante che scandisce il nome delle fer-mate. Altra promozione per la pensilina di piaz-za Indipendenza. Qui, premendo un pulsante, è possibile ascoltare l’elenco degli autobus in arrivo, e anche per i non vedenti tutto diventa più semplice. Chi invece non supera l’esame è la nostra bella stazione di Santa Maria Novella: “Qui purtroppo manca un percorso tattile che consenta a chi arriva dall’altra parte della sta-zione di raggiunere la fermata della tramvia sul lato Alamanni – spiega Ulivastri – e solo una volta arrivati proprio davanti al binario si trova per terra una striscia coi rilievi per non veden-ti, che consente di salire a bordo in sicurezza, potendo prendere le misure”. E non va meglio se si sceglie di aggirare l’interno stazione pas-sando dall’esterno, di fronte alle gradinate, per raggiungere la stessa meta: “Qui, ad esempio, sempre per chi deve prendere la tramvia, c’è da superare un dislivello molto alto, per attraversa-re lungo la parte dei binari ‘morti’ e arrivare alla fermata”. E anche all’interno la stazione riser-va un’altra brutta sorpresa: “Rattrista sentire la voce dall’altoparlante che invita a allontanarsi dalla linea gialla, senza poter sapere quale sia, visto che non è segnalata in altro modo per i non vedenti”. E allora resta una speranza, spie-ga il signor Ulivastri: “Speriamo davvero che, magari in occasione dei mondiali di ciclismo, Firenze possa attrezzarsi e rimediare a incove-nienti come questi, che in molte città all’estero e in Italia sono stati superati”.

I problemi non sono pochi e il bastone, in mezzo al traffi co di gente e auto, è più che un amico. Promossi

gli autobus, così come la pensilina “parlante” di piazza Indipendenza. Da rivedere invece Santa Maria Novella

alla stazione, allontanarsi dalla linea gialla le scale della stazione smn, senza un percorso tattile

discesa difficoltosa dall’autoBus causa macchina davanti

per aggirare l’attraversamento dell’interno stazione, gradini comunQue altissimi davanti ai Binari morti della tramvia

la pensilina parlante in piazza indipendenza piazza san marco

La (diffi cile) Firenze di chi non vede

Benedetta Strappi

il reportage. Viaggio nella zona della stazione, per capire come gli ostacoli siano dietro l’angolo in città

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15

Page 16: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

La new entry è Elisabetta Meucci,

nominata assessore alle politiche

del territorio. Le polemiche non sono

mancate, ma Renzi taglia corto:

“Simbolo della lotta all’antipolitica”

politica

Fedele al soprannome che gli è stato affibbiato, il “rottamatore”, Matteo Renzi ha da poco ridisegnato la sua giunta, dandole il solo colore del Pd e lasciando senza incarichi Idv, Sel e Psi. Un rimpasto di componenti e deleghe che non ha mancato di provocare qualche critica. “Da buon

novello Podestà – commenta Cinzia Niccolai, coordinatrice cittadina dei dipie-tristi - il sindaco si è cucito addosso una giunta monocolore, estromettendo di fatto dall’amministrazione di Firenze ogni forma di confronto, dialogo e plura-lismo premiati dai cittadini alle urne. Alla faccia del rinnovamento”. Ancora più caustico il leader nazionale dei socialisti Riccardo Nencini, che ha paragonato il sindaco a un novello Duca di Atene, che governò proprio la nostra città, in modo dispotico, nel 1342: “Si apre ora - afferma il leader socialista - una nuo-va questione politica, fatta di impegni non mantenuti. Soprattutto per chi vuole appartenere alla categoria dei rinnovatori, la prima dote è mantenere la parola data. Per quello che può valere, e lo dico con amarezza, pensavo che questo sindaco la rispettasse’’. Ma ecco chi è la new entry: Elisabetta Meucci (Pd), at-tuale presidente della commissione urbanistica del Comune, che è stata nominata assessore alle politiche del territorio (delega fino a oggi mantenuta da Renzi). “Sono contenta e soddisfatta di poter continuare il mio lavoro avviato in com-missione’’, la sua prima dichiarazione. La Meucci prende il posto di Elisabetta Cianfanelli, Psi. Quest’ultima, deleghe a moda e turismo, naturalmente non ha gradito l’estromissione: “Nessuno mi ha detto perché”, ha spiegato. “Prendiamo

Antonio Passanese

coMUne. Nelle scorse settimane è stato attuato un rimpasto di deleghe e componenti

Giunta nuova a Palazzo Vecchioatto che si è formalizzata la rottura di un patto elettorale con i cittadini: tanti auguri a Renzi e al suo monocolore”, è stato invece il commento di Fa-bio Evangelisti, segretario regionale dell’Idv, che in consiglio comunale conta due consiglieri e in passato ave-va anche l’assessore Cristina Scaletti, passata però successivamente nella giunta regionale. Da allora l’Idv ha chiesto un riconoscimento della pro-pria appartenenza alla maggioranza (o un assessore o la presidenza del con-siglio comunale) senza ottenere finora risultati. “La giunta non può essere frutto di una trattativa tra le parti poli-tiche - ha tagliato corto Renzi - questa giunta è espressione delle scelte del sindaco che se ne assume le responsa-bilità, non nasce dalla mediazione tra i partiti ed è simbolo della lotta all’an-tipolitica, perché ci sono otto assessori mentre lo statuto comunale consenti-rebbe di nominarne 16”. “La giunta con otto componenti - ha aggiunto il primo cittadino - è la dimostrazione di voler esigere da noi stessi quello che chiediamo agli altri: quando chie-diamo dimezzamento del numero dei parlamentari come un segnale di lotta all’antipolitica, pensiamo che dobbia-mo essere nelle condizioni di mettersi in gioco in prima persona”. Renzi ha infine ringraziato Cianfanelli per il servizio svolto per la città.

IL PuNto

Impegnati come siamo stati ultimamente a leggere gossip e inter-cettazioni sulla vita privata e pubblica di Silvio Berlusconi, “primo

ministro a tempo perso”, come da lui stesso detto a una sua “ami-chetta” durante una conversazione telefonica, la nuova manovra fi-nanziaria (che rischia di costarci cara) è sembrata quasi passare in secondo piano. La situazione, analizzando i dati, desta più di una preoccupazione. Dai conti fatti dall’Anci risulta che Firenze avrà un taglio dei trasferimenti pubblici pari a 82 milioni di euro. Questo, in soldoni, significa che la manovra peserà su ogni residente per 224

euro. In Toscana va peggio agli abitanti di Forte dei Marmi (397 euro a testa) e Castiglione della Pescaia (366 euro). Insomma, secondo le stime dell’Anci su dati Ifel/ministero dell’Interno, la finanziaria approvata con il voto di fiducia costerà ai comuni toscani 458 mi-lioni di euro (in meno). Di questi, soltanto 68 sono da attribuire a un effettivo taglio nei trasferimenti, mentre i restanti 390 sono risorse presenti nelle casse dei Comuni che non possono essere utilizzate perché bloccate dai vincoli imposti dal patto di stabilità. La situa-zione è così preoccupante che a Firenze, qualche settimana fa, sono

scesi in piazza perfino i commercianti. Con un sit-in davanti a Palaz-zo Vecchio hanno voluto attirare l’attenzione su un settore a loro dire fin troppo bersagliato. I negozianti sono stati ricevuti dal vicesinda-co Nardella, a cui hanno espresso le preoccupazioni per le decisioni del governo. Inclemente, infine, la fotografia scattata da Ornella De Zordo, capogruppo in consiglio comunale di “perUnaltracittà”: “La manovra Tremonti-Berlusconi è iniqua perché colpisce i redditi me-dio bassi e applica tagli lineari anche nella riduzione delle detrazioni fiscali. Affossa il Paese sempre più nella depressione”.

Secondo la stima dell’Anci la finanziaria peserà su ogni residente del capoluogo per 224 euro

Manovra, in città arriveranno ottantadue milioni in meno

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16 Ottobre 2011

Page 17: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

politica

piazza san firenze torre di san niccolÒ

teatro puccini parco della musica

Cento luoghi, cento assemblee e cen-to idee per cambiare il volto di Fi-renze e per pensare a quella che sarà la città del futuro. ‘’Il modo miglio-

re per essere credibili è fare le cose – ha spie-gato il sindaco Matteo Renzi a margine delle riunioni che, la sera del 28 settembre scorso, hanno animato centro storico e periferia – non solo promettiamo di cambiare la città, ma pro-viamo a farlo. Questa è la risposta migliore all’antipolitica: diamo un segnale di diversità rispetto ai politici che chiacchierano e basta’’. Il primo cittadino, durante un sopralluogo al nuovo Palazzo di Giustizia di Novoli – inau-gurazione prevista a dicembre - ha sottolinea-to l’importanza di queste assemblee, “perché si tratta di un grande momento di confronto sul domani, perché sindaco e assessori non possono decidere da soli”. I cittadini, interve-nuti (dove più e dove meno) per dire la loro, per criticare, dare suggerimenti, discutere e anche per visitare i cantieri, hanno formulato una serie di proposte, che saranno passate al vaglio dell’amministrazione e, naturalmente, delle casse di Palazzo Vecchio. Tre gli argo-menti “protagonisti” ci sono stati sicurezza, cultura e pedonalizzazioni. Nella riunione di Porta al Prato i residenti hanno chiesto una ri-

Il futuro di Firenze in cento incontriAntonio Passanese

l’iniZiatiVa. La notte del 28 settembre sono tornate le assemblee contemporanee

Cittadini e amministratori hanno discusso di

Palagiustizia, Murate e molto altro ancora: ecco

proposte e progetti. Il sindaco: “Grande momento di

confronto”. Le opposizioni: “Solo uno spot elettorale”

qualificazione della zona non solo in termini di estetica, ma soprattutto di sicurezza. “Chie-diamo una vigilanza serrata soprattutto di notte. Via Palazzuolo, a una certa ora, diventa terra di conquista di ubriachi, persone moleste e vandali”. Sono stati poi presentati progetti su una nuova pavimentazione, sull’illuminazione e sulle aree verdi. Ma ciò che ha destato gran-de interesse è stato il rendering per il recupe-ro dell’area “di ricovero” del Brindellone. I locali saranno ristrutturati, si manterranno le porte in legno del ‘500 (previo restauro) e sarà apposta una finestra in vetro per dare a tutti la possibilità di vedere (non solo a Pasqua) il carro tanto caro alla città. Il progetto doveva essere realizzato nel 2013, ma l’amministra-zione è riuscita ad anticipare i tempi: a Pasqua 2012 dovrebbe essere tutto pronto. Alle Mu-rate, invece, si è parlato del nuovo mercato di Sant’Ambrogio e del prossimo Parco Urbano per l’Innovazione. L’assessore Claudio Fanto-ni ha annunciato la nascita di un incubatore di imprese, soprattutto giovanili, nell’arco di tre anni. Ma i cittadini hanno chiesto lumi an-che su parcheggi, sulla destinazione dell’aula bunker (allorquando il tribunale si sposterà a Novoli), sugli spazi da destinare ai giovani e sul verde pubblico. In una delle assemblee più

partecipate della città, quella al tribunale di San Firenze, è stato presentato il progetto di recupero dell’opera. Il palazzo non verrà chiu-so, continuerà a vivere. Momentaneamente sarà gestito dal Comune con diverse iniziative, a iniziare dall’Anno Vespucciano (nel 2012 ri-corrono i 500 anni dalla nascita di Amerigo Vespucci). Poi, attraverso un bando, ne sarà affidata la gestione. Tra le riunioni più sentite quelle che hanno riguardato la pedonalizza-zione di via Gioberti, il rilancio di Montedo-mini, l’ex Meccanotessile - dove non è man-cata qualche contestazione - e l’area Mercafir, per la presentazione del nuovo stadio. “Abbia-mo l’occasione - ha detto Renzi - di cambiare e la città ha bisogno di cose concrete, non di chiacchiere. Noi ci stiamo mettendo il cuore: chiediamo ai cittadini di aiutarci perché que-sta città è troppo bella per lasciarla sola”. Le opposizioni in consiglio comunale, però, non ci stanno e derubricano i 100 luoghi a “grande

spot elettorale”. L’accusa al sindaco è precisa: “Troppo impegnato a celebrare la sua imma-gine e troppo preso a lanciare spot – afferma il Pdl – Renzi si scorda di Firenze e dei suoi problemi. I cento luoghi sono serviti soltan-to a promuovere l’immagine del sindaco e si sono rilevati un vero boomerang. Nemmeno il sindaco si aspettava così poca partecipazione e così tante critiche. I cittadini si aspettava-no che l’amministrazione illustrasse cosa ha fatto dopo un anno, invece si sono sentiti fare soltanto promesse e rinviare ancora al pros-simo anno per i veri progetti”. “I fiorentini sono desiderosi di contare davvero nelle scel-te dell’amministrazione e non solo di essere chiamati a un incontro episodico – aggiunge Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltra-città - i nodi cruciali della città o sono già stati decisi e non messi in discussione anche se c’è un forte dissenso, o sono rimasti nel vago an-che dopo i 100 luoghi”.

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Page 18: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Quasi quarantamila, con l’obiettivo di arrivare presto a cinquantami-la. Sono i numeri del-

le adesioni alla proposta di legge sull’omicidio stradale, per inasprire le pene per chi causa incidenti sotto l’effetto di alcol o droga.È questa una delle “battaglie” dell’associazione Guarnieri, a fian-co di cui si schiera ormai da qualche mese anche Il Reporter.L’obiettivo dell’associazione è tanto semplice quanto importante: aumen-tare la sicurezza sulle strade, dove continuano ad avvenire tragedie (come quella di Lorenzo Guarnieri, ma non solo) che spezzano vite e famiglie, mentre coloro che le pro-vocano “rischiano” di restare impu-

niti o quasi. Ecco allora la raccolta di firme per la proposta di legge. Aderire è facile. Ci sono due modi. Si può farlo attraverso internet, dal sito www.omicidiostradale.it: in questo modo per firmare la proposta di legge basta compilare pochissimi campi.In alternativa si ritagliare dallo spa-zio qui a fianco il modulo da firmare (o scaricarlo dal sito), compilarlo e spedirlo all’associazione Guarnieri, alla Casella Postale 4209 - Ufficio Campo di Marte, 50100 Firenze.Chi volesse altre informazioni può visitare anche il sito dell’associa-zione (www.lorenzoguarnieri.com), scrivere a [email protected] o telefonare allo 055.578910 o al 339.2961348.

Pubblichiamo in questa pagina il modulo

da ritagliare, compilare e spedire

per aderire alla “battaglia” per inasprire

le pene per chi causa incidenti sotto

l’effetto di alcol o droga. L’obiettivo delle

cinquantamila sottoscrizioni si avvicina

Se  vuoi  aderire  alla  proposta  di  legge  puoi  farlo  compilando  il  modulo  e  inviandolo  in  busta  chiusa  a:  Associazione  Lorenzo  Guarnieri,  Casella  postale  4209  -­‐  Ufficio  Campo  Marte,  50100  Firenze  

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18 Ottobre 2011

Page 19: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011
Page 20: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

rinascite. Torna l’ipotesi nuovo stadio e si aprono prospettive inedite per quello vecchio

E se l’Artemio Franchi diventasse Cittadella della movida? Senza ancora aver vagliato l’opinio-ne dei cittadini, Eugenio Gia-

ni, dall’alto della carica di presidente del consiglio comunale, consigliere regionale ed ex assessore allo sport nell’era Dome-nici, avanza una nuova idea per riquali-ficare il vecchio caro stadio di Campo di Marte. C’è da scommetterci: la maggior parte di chi abita intorno allo stadio non la prenderà bene. Ma la proposta ha una sua forza. Mentre prende campo l’ipotesi della cittadella viola-bis nell’area Mer-cafir (vedi il servizio a pag. 26), Palazzo Vecchio ripesca tutti i futuri possibili per il Franchi, ispirati un paio d’anni fa da quella che sembrava l’imminente dipartita della Fiorentina verso Castello. Così ecco rispuntare l’idea Stadio-Museo e quella dello Stadio-Centro commerciale, all’in-terno del quale potrebbero trovare spazio negozi e ristoranti più o meno a tema cal-cistico. Tutte proposte con una loro logica, ma in parte superate dagli eventi. Nell’ipo-tesi Giani campo e spalti non perderebbero la loro funzione, bensì sarebbero destinati ad accogliere il rugby, compreso il grande rugby, quello dell’attesissimo Sei Nazioni. Nella stagione estiva, inoltre, il Franchi si trasformerebbe in arena per concerti, mol-to più di quanto non lo sia adesso. Il che si-gnificherebbe parecchio dal punto di vista del sostegno economico al progetto. Basti pensare agli incassi derivanti dagli spon-sor delle grandi occasioni. Il presidente del consiglio comunale (nonché ex presidente del Coni) ha pensato anche alla sistema-zione degli uffici, dove attualmente ha sede la società gigliata. Qui andrebbero gli uffici del Coni (appunto) e delle federazio-ni, con il doppio vantaggio di “risparmiare centinaia di migliaia di euro che vengono spesi per l’affitto dei locali ogni anno – dichiara Giani - e di mettere lo sport fio-rentino in condizione di fare sistema”. E i restanti spazi coperti che non sono uffici? Qui viene il bello: “Potrebbero essere con-centrati lì i locali d’intrattenimento e di tendenza – spiega Giani – togliendo dal caos interi pezzi di città. Come ad esempio la zona di piazza Santa Croce, dove ogni sera sciamano migliaia di giovani. Firenze potrebbe dormire tranquilla”. Prima però Giani dovrà convincere i residenti di viale Fanti e dintorni, quelli che l’anno scorso hanno cominciato a protestare non appe-na ne è stato aperto uno solo di locali di tendenza, sotto la curva Ferrovia. Allora si chiamava “Estate viola” ed era il primo

tentativo di utilizzare lo stadio come luogo di socialità in senso esteso, non solo a uso e consumo delle partite di calcio. L’esperi-mento è durato una sola stagione, punteg-giata da varie chiamate notturne ai vigili per contestare il volume della musica. Ed è facile prevedere sonore proteste nel caso in

cui il progetto andasse avanti, in una zona generalmente tranquilla e silenziosa a par-tire dall’ora di cena. Dalla sua, la cittadella della movida avrebbe l’ampio parcheggio di viale Maratona, un bel punto a favore in confronto alle affollate stradine del centro. Né si profilano all’orizzonte ostacoli buro-

cratici o niet da parte della Soprintenden-za. I tempi per il riadattamento potrebbero essere piuttosto contenuti, altro “goal” da mettere in conto. Ma prima c’è da fare il nuovo stadio. E da convincere i fiorentini a lasciarsi alle spalle la nostalgia per quello vecchio.

Franchi: dopo la Fiorentina, la movida

Paola Ferri

Rugby in campo e locali

notturni negli spazi

coperti. Eugenio Giani

sogna la Cittadella

dell’intrattenimento

giovanile tra viale Fanti

e viale Maratona. E tanti

concerti in estate

l’artemio franchi

CAMPo DI MARtE

Giochi spaccati, cestini inutilizzabili, pan-chine in fin di vita e quadri elettrici or-

fani di sportelli. È il desolante scenario che si lasciano dietro i piccoli (di età) e grandi (come danni) vandali che hanno messo nel mirino i giardini di Campo di Marte, già mes-si a dura prova da una frequentazione assidua, per non dire di massa, quando si parla di par-tite della Fiorentina. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le segnalazioni da parte dei cittadini, anche direttamente al presidente del Quartiere, Gianluca Paolucci, che non ha po-tuto far altro che girarle direttamente alla co-mandante della polizia municipale, Antonella

Manzione, implorando maggiori controlli. Entro un mese, però, qualcosa dovrebbe cam-biare. Sono stati già messi a gara i lavori di riqualificazione dei giardini, un’operazio-ne da 160mila euro e diversi mesi di tempo. Tant’è che gli operai dovrebbero mettersi al lavoro già a fine mese e concludere l’opera entro primavera dell’anno prossimo. I soldi ci sono e in conto sono stati messi nuovi giochi per bambini, arredi urbani (leggi panchine e tavoli da picnic) e il rifacimento dell’impianto di irrigazione. A provvedere ad alcuni giochi a molla dovrebbe essere la Fiorentina, celebre vicina di casa dei giardinetti. Compresa nel

pacchetto anche la ristrutturazione dell’anfi-teatro, in previsione di un nuovo ciclo di spet-tacoli estivo, “fondi permettendo”, dichiara Paolucci. Buone nuove anche sotto il profilo “pozzanghere permanenti”, altro problema che affligge da tempo alcune aree del quar-tiere, già denunciato da Il Reporter. Sono già stati messi in programma alcuni interventi per porre rimedio alle pozze di viale Malta e dei giardini Caponnetto, sul lungarno Colombo. I lavori, però, saranno effettuati l’anno prossi-mo, in anticipo sugli acquazzoni primaverili, ma fuori tempo massimo per la stagione delle piogge in arrivo con l’autunno.

Partiranno entro la fine di questo mese i lavori di riqualificazione

Giardini e giochi a rischio vandali, arrivano i rinforzi

/P.F.

luoghi20 Ottobre 2011

Page 21: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

il caso. Proposto anche un referendum per capire cosa ne pensano i residenti

Tutto è ricominciato dopo la proposta di un referendum. Ad avanzarla è stato Magdi Cristiano Allam, europarlamentare e presidente di “Io amo l’Italia” che, tramite lo strumento della consultazione popolare, vorreb-be invitare i fiorentini a esprimere la propria opinione sulla questione

moschea: i cittadini, insomma, la vogliono oppure no? Il problema fondamentale, dal punto di vista di Magdi Cristiano Allam, pare essere il degrado ambientale, l’instabilità e l’insicurezza che si svilupperebbe attorno a queste strutture. Secondo Marco Stella, capogruppo del Pdl in consiglio comunale, i fiorentini sono sempre stati molto aperti verso le altre culture, non hanno bisogno di una moschea per di-mostrare la propria collaborazione verso differenti comunità ma, soprattutto, sono stanchi del degrado e della mancanza di regole. Anche se “non si può parlare di un referendum comunale - sostiene Marco Stella - sarebbe adeguato un sondaggio per orientarci rispetto al parere dei residenti”. Niente in contrario nel dare spazio a un nuovo luogo di culto musulmano, dignitoso e capace di accogliere i numerosi fedeli, ma gli interrogativi sollevati dal consigliere sono soprattutto di ordine eco-nomico e strutturale: dove sorgerebbe? Con quali soldi sarebbe costruita? Quanto suolo occuperebbe? E anche vero, però, che di moschee se ne trovano a Milano, Roma, nella vicina Bologna, dove (almeno al momento) non sono stati registrati problemi di integrazione territoriale. Ma ogni regione ha le sue necessità e, a Fi-renze, è solo da qualche tempo che si è sentita l’esigenza di costruire o individuare un sito più appropriato. Anzitutto più spazioso, visto che il numero di musulmani è andato crescendo negli ultimi anni. E poi più adeguato, se si considera che at-tualmente il luogo di culto presente nel centro storico si trova all’interno di un ex garage. Awad Hussein, fondatore della comunità musulmana di Firenze, spiega: “I cittadini ci hanno sempre accolto bene ed è nell’interesse di tutti continuare a dialogare tra diverse culture. Anche sulla possibilità di trovare un altro posto dove celebrare le nostre funzioni religiose, che comunque finanzieremmo con i soldi della nostra comunità”. Per quanto riguarda l’interrogativo su quale e quanto spazio occuperebbe la moschea, la questione è ancora aperta. Per trovare quelle che potrebbero essere soluzioni adeguate alla città, l’amministrazione comunale si è messa in contatto con l’associazione “Sociolab” (www.unamoscheaperfirenze.it), finanziata dalla Regione Toscana come previsto dalla l.r. 69/2007 che, previa raccolta firme dei cittadini, ha avuto l’incarico di dare il via a un articolato percorso di partecipazione. Sarà aperto un confronto pubblico con il coinvolgimento di un eterogeneo e rappresentativo gruppo di cittadini, per raccogliere dubbi e opinioni dei residenti così da fornire, in un secondo tempo, le informazioni richieste dai fio-rentini riguardo la cultura musulmana e l’eventuale costruzione di una moschea. Al tavolo dei garanti siederà anche Cristina Giachi, assessore comunale alle Politiche Giovanili, che sostiene: “È sbagliato un rifiuto pregiudizioso, quanto una proposta accettata incondizionatamente. Quello che vorremmo ottenere – aggiunge - non è una moschea a Firenze, ma la moschea di Firenze, cioè un punto di riferimento per tutti i cittadini. Lavoreremo per questo”. Maurizio Certini, presidente del centro culturale “Giorgio La Pira”, vede la moschea come “un valore aggiunto per la no-stra città, in grado di creare una continuità con quell’illustre passato rappresentato dalla nostra carta costituzionale”.

Moschea in città, si riapre il dibattito

Gaia Grassi C’è chi teme degrado e insicurezza e chi sostiene che sarebbe

un valore aggiunto. Ancora da risolvere la questione dello spazio

(quanto e dove) che dovrebbe occupare

luoghi 21

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meno di un ragazzo su cinque (il 19.3 per cento) segue una dieta, e di questi la mag-gior parte (36.2 per cento) lo fa per il proprio benessere, mentre solo il 15.5 per cento lo fa perché è sovrappeso. Si scopre poi che i ragazzi ci tengono ad auto-tutelarsi: oltre la metà di loro dichiara di dedicarsi allo sport per condurre una vita più salutare e la metà (il 50 per cento esatto) racconta di incontrare gli amici per lo stesso scopo. Un altro 48 per cento, invece, sostiene di ascoltare musica con lo stesso fine. Ma dal dossier emergo-no anche dati meno confortanti, per certi versi. Ovvero un po’ di sfiducia dei giovani nei confronti della scuola: quasi la metà di loro (49.8 per cento) è convinto che sia poco efficace nelle attività di prevenzione su temi quali l’abuso di alcool e droghe, il fumo e il sesso non protetto, e il 63.6 per cento è con-vinto che di questi temi tra i banchi si parli poco. Solo il 6.2 per cento ritiene poi di poter fare affidamento sugli insegnanti per parlare di questi argomenti, mentre, forse impreve-dibilmente, ben il 44.3 per cento crede che le persone adatte allo scopo siano i familiari. A sorpresa, infine, i ragazzi si dimostrano mol-to attenti alle informazioni che riguardano la salute: il 61.4 per cento si dichiara interessa-to, e il 66.7 per cento sceglie come canale per informarsi internet. /B.S.

Hanno paura di cose che non ti aspettere-sti (lo stress) e invece finiscono per sot-

tovalutarne altre (bere e fumare) decisamen-te pericolose. È un po’ questa la fotografia dei giovani che arriva da una sorprendente ricerca presentata di recente al Festival della Salute di Viareggio. Si tratta di un’indagine realizzata su 900 giovani di età compresa tra i 14 e 24 anni, e realizzata dalla società Format per conto di Goodlink, organizzatri-ce del festival versiliese. Da questo dossier emergono dati impressionanti. Ad esempio si scopre che, per il 70 per cento dei giovani in questa fascia d’età, la malattia più temuta è il tumore, mentre uno su cinque ha come terrore principale quello di cadere in depres-sione. Ancora: quasi nove ragazzi su dieci sono soddisfatti del proprio stato fisico, e la metà di loro pensa che l’inquinamento sia la peggior minaccia per la propria salute (50.2 per cento) seguito, a sorpresa, dallo stress (49.7). Ma dalla ricerca sono emerse altre particolarità ancora: ad esempio che poco

Dai tumori allo stress, le paure dei giovaniil dossier. Una ricerca rivela quello che i ragazzi temono di più. Non senza qualche sorpresa

Dall’indagine, realizzata su novecento adolescenti tra i 14 e i 24 anni, emergono

alcuni dati impressionanti. L’inquinamento è visto come la peggior minaccia

per la salute, mentre l’abuso di alcol e droghe sembra essere sottovalutato

A Firenze sono già in cura in trecento, e il cen-tro regionale di riferi-mento per la celiachia

dell’adulto di Careggi è impegna-tissimo in questa attività. In qua-le? Nella cura, e nella diagnosi, dell’“altra celiachia”. Ovvero di quella patologia che in inglese han-no chiamato “glutensensitivity”. Sensibilità al glutine, in italiano. Una malattia a se stante, per la veri-tà, diversa dalla celiachia ma simile ad essa per i sintomi. Ma vediamo di capirne qualcosa di più. Anche in questo caso il problema fondamen-tale è il glutine: “Esistono vari modi attraverso i quali il glutine può cre-are problemi: c’è chi avverte i suoi aspetti tossici anche senza essere ce-liaco – spiega il professor Antonio Calabrò, responsabile del Centro Regionale di riferimento di Careggi, che dei suoi studi ha parlato al Festi-val della Salute che si è tenuto a Via-reggio tra la fine di settembre e l’ini-zio di questo mese – e cioè anche senza avere una risposta immunita-ria a questa sostanza, non avendo i geni presenti invece nei celiaci, per i quali la patogenesi è di tipo autoim-mune”. Ma quali sono i sintomi? E come riconoscerli? Molti sono in comune con quelli della celiachia (e del colon irritabile, con cui spesso la sensibilità al glutine viene confu-sa): gonfiore addominale, problemi intestinali, ma anche cefalee, pro-

blemi ostetrico-ginecologici (come la difficoltà ad avere bambini, per le donne), malattie reumatiche. E, prosegue ancora il professor Anto-nio Calabrò, si tratta davvero di una malattia molto diffusa, studiata da-gli esperti ormai da una quindicina di anni. “Si stima che i celiaci siano l’uno per cento della popolazione, e noi siamo convinti che la sensibilità al glutine sia diffusa almeno cinque-sei volte di più. E dunque stimiamo che in Italia ci possano essere tre milioni di ammalati di questa pato-logia”. E proprio a Firenze si sta la-vorando intensamente per mettere a

punto un metodo per diagnosticarla: a differenza della celiachia, infatti, non è una patologia riconosciuta dal sistema sanitario nazionale, e chi ne soffre, tanto per fare un esempio, ad oggi non può beneficiare delle esenzioni. A Careggi, invece, si sta mettendo a punto un metodo per diagnosticarla: si tratta di “un’im-pronta metabolica”, ovvero di un meccanismo basato su esami del sangue, delle urine e sulla risonanza magnetica che - un po’ come avvie-ne con le impronte digitali - consen-tirà, una volta validato, di identifica-re in modo univoco questa malattia.

la scoperta. In Italia sono stimati tre milioni di ammalati

“L’altra celiachia”, questa sconosciutaBenedetta Strappi

Diabete, obesità e depressione:tutti i rischi della vita sedentaria

L’antidoto alla sedentarietà, quarta causa di morte in Italia, si chiama “gruppo di cammino”. Di cosa si tratta? Semplice: di un progetto sociale che invita le

persone a muoversi, camminare insieme a un gruppo di preparatissimi laureati in scienze motorie per “mettere in moto la macchina umana e fare in modo che non si usuri restando ferma”. Un progetto che è stato sperimentato dalla Provincia di Lucca. Sembrerebbe una banalità, e invece muoversi seguendo un ritmo preciso e costante, abbinando alle camminate uno stile di vita sano ed equilibrato, aiuta a ridurre notevolmente l’incidenza di malattie cardiovascolari (spesso fatali) e di patologie legate a doppio filo con l’inattività come il diabete, l’obesità e la depres-sione. “L’obiettivo finale – spiega Carmine Di Muro, tra i promotori del progetto – è quello di mettere in funzione il cosiddetto metabolismo basale, che consente, facendo un’attività fisica regolare di almeno trenta minuti consecutivi abbinata a una dieta equilibrata, di perdere peso anche quando poi si sta seduti sul divano. L’esercizio deve arrivare a essere concepito come ciò che realmente è, ovvero una terapia, che aiuta a vivere di più e meglio”. E effettivamente di terapia si tratta se si pensa che facendo una regolare (e regolarmente controllata) attività fisica, camminando in gruppo a passo svelto con costanza, si migliora notevolmente la qualità della vita. “Seguendo con costanza un ciclo di cammino - continua Di Muro – una persona di 50 anni può arrivare ad avere le capacità di lavoro di un sedentario di 40. È un dato che forse a una fascia di utenti di mezza età fa poca impressione, ma se pensiamo che un ottantenne potrebbe riuscire ad avere la ca-pacità e la salute di un settantenne, la scala di valori cambia sensibilmente”. Il

dato sconfortante è che il 36% degli uo-mini e il 46% delle donne italiane non fanno sport, mentre i bambini del Bel Paese possono vantare il triste primato di più obesi d’Europa. Rimanendo in Toscana, “la Versilia è uno dei territori in cui si fa meno attività fisica e dove l’incidenza di malattie cardiovascola-ri sta aumentando pericolosamente – continua Di Muro - per questo abbiamo organizzato queste squadre di cammino che insegnano alla gente come e quanto camminare, spiegando con attenzione la postura corretta, la posizione di te-sta, ginocchio e l’appoggio del piede e tenendo sotto controllo anche i miglio-ramenti di ciascuno”. /B.B.

il progetto. È la quarta causa di morte in Italia

speciale salute

È la sensibilità al glutine: patologia a se

stante, ma sintomi simili. A Firenze si

lavora a un metodo per diagnosticarla

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mangia&bevi

Non ci sperate, gli esperti del settore, quelli che tornano ogni volta col cesto pieno,

non vi diranno mai in che pezzo di bosco andare a frugare. Ma alcuni trucchi

ve li sveliamo noi. A patto che mettiate nel piatto solo ciò che conoscete bene

in taVola/1. Regole, limiti e consigli: guida pratica per aspiranti “cacciatori” di porcini & Co.

Al via la stagione dei funghiDove, come e quando cercarli

Fritti, trifolati, in zuppa o sott’olio. Parte del piacere dei funghi, si sa, sta nel cer-carseli da soli nel bosco. E la stagione è appena cominciata. Ecco tutto ciò che

devono sapere esperti e cercatori alle prime armi. Partiamo dalle regole, onde evitare di incorrere in poco golose multe. Prima di tutto è necessario dotarsi dell’apposito tesserino: l’autorizzazione è rilasciata dalla Regione, previo pagamento di 13 euro per sei mesi o di 25 per un anno intero. I ver-samenti devono essere effettuati sul conto corrente postale n. 6750946 intestato alla Regione, mentre per le informazioni ci si può rivolgere al numero verde 800.860.070 (o consultare il sito web della Regione). Non pagano solo gli under 14 (purché accompagnati da un adulto autorizzato), mentre per i residenti in comuni montani le quote sono dimezzate. Il limite per la raccolta è fissato in tre

chili al giorno (dieci per chi sta in montagna). È bene sapere, inoltre, che alcuni boschi privati fanno pagare un sovrapprezzo (ma generalmente fanno avvicinare gli avventori con l’auto al luo-go della “caccia”). In questo caso si parla di 5/10 euro a testa. Passiamo poi all’attrezzatura: scarpe adatte, borraccia e cesto in vimini gli elementi fondamentali. Già, perché i funghi raccolti devono poter disseminare sul terreno le spore, altrimenti l’anno prossimo il raccolto sarà alquanto magro. Un “fungarolo” non vi svelerà mai dove trova i suoi funghi, ma i meno esperti possono andare sul sicuro quasi ovunque in Toscana. La zona più rinomata è la Lunigiana, ma tutto l’Appennino è prolifico, così come il Casentino. I più volentero-si possono spingersi anche nel Grossetano, con la certezza che il lungo tragitto sarà ripagato da una gustosa raccolta. L’importante è scegliere il tempo giusto: il momento migliore, dicono gli esperti, è 12-14 giorni dopo un’abbondante pioggia (e ancor meglio se nel mentre è ritornato un po’ di sole). La

produzione, quest’anno, considerato l’attardarsi dell’estate, potrebbe continuare fino a novembre inoltrato. Recarsi sul posto di buon mattino in ge-nere aiuta, quantomeno a bruciare la concorrenza. C’è poi chi presta attenzione anche ai cicli lunari: luna crescente dovrebbe corrispondere a fungo ab-bandonate, almeno in teoria. E una volta sul posto? Setacciate il terreno con lo sguardo, scrutando con particolare attenzione le radici dei castagni, dove si nascondono più volentieri i rinomati porcini, ma anche la base di lecci, faggi e abeti. Abbiate rispet-to per l’ambiente e per chi seguirà le vostre orme, il che significa non rastrellare il sottobosco e non cogliere i funghi troppo piccoli. E non vi formaliz-zate troppo sulle specie più comuni: anche gli ovo-li (in insalata o al cartoccio), le mazze di tamburo (ottime alla griglia) e i gallinacci (nel sugo della pasta) possono dare non poche soddisfazioni in ta-vola. Ma attenzione: se non conoscete a menadito la materia, rivolgetevi all’Asl, onde evitare brutte sorprese a poche ore dalla scorpacciata.

Paola Ferri

anDrea lanDiniFattoria delle Ginestre

“La Dop è cosa buona e giusta, ma non basta a difendere i piccoli produttori da un mercato schiavo dei grandi. I costi di produzione nella Toscana più interna sono troppo elevati, il rischio è che si smetta di curare gli ulivi. Di questo passo il nostro olio andrà a scomparire. A meno che non aumenti la consapevolezza nei consumatori”

“Olio toscanoa rischioestinzione”

f.lli MarcHionniAzienda agricola di Vigliano

“Non è detto che produrre biologico significhi spendere di più, anzi. Ma il rischio imprenditoriale è più alto, perché si è più esposti a eventuali insetti nocivi o malattie delle piante. Fino a 5-6 anni fa si trattava di una scelta da pionieri non sempre ripagata dai risultati, oggi non è più così, il bio è sempre più diffuso”

“Adessoil bioconviene”

niccolÒ D’afflittoFattoria Castelruggero

“Nel caso specifico del vino la filiera corta non ha molto senso e non è sempre la scelta migliore. Anzi, spesso per i piccoli produttori è più facile vendere all’estero che sul territorio nazionale. Il vino ha sempre viaggiato molto, fin dai tempi dei romani. Anche se qualche bottiglia la teniamo per i ristoranti vicini, perché un po’ ci si affeziona”

“Megliovendereall’estero”

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24 Ottobre 2011

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mangia&bevi

Sarà un’annata da dimenticare per molti, da collezio-nare per altri. Strana stagione quella in corso, vino e olio parlando, con un’estate secca e prolungata, tanto da costringere la maggior parte dei produttori

toscani ad anticipare la raccolta di almeno un paio di setti-mane. Con la diretta conseguenza che di vino quest’anno se ne produrrà meno, ma di altissima qualità e anche più denso e alcolico, probabilmente. Per non parlare dell’olio: come dicono gli esperti del settore, il 2011 sarebbe già stato con-trassegnato come un anno di “scarica”, ovvero di bassa pro-duzione, ma niente di strano nel ciclo degli olivi. Sennonché la siccità ha ridotto ancora le aspettative. E i produttori si attrezzano come possono per far fronte a incassi ristretti o quantomeno riveduti. Per la Coldiretti la strategia da seguire è quella della filiera corta. “È faticoso portare il grosso delle imprese su questa strada – spiega Andrea Pruneti – ma la direzione è quella giusta”. Quella che ha portato all’apertura del primo punto vendita in stile supermercato con prodotti a chilometri zero a Poggibonsi. Entro l’anno ne spunterà uno anche a Pisa. “La vera sfida è far nascere una ‘bottega amica’ a Firenze”. Ma per sfondare sul territorio cittadino ci vorrà ancora un po’. Spesso, allora, succede che la strada migliore per sopravvivere sia quella dell’export. “Per i piccoli pro-duttori – assicura Niccolò D’Afflitto, enologo e ‘collezio-nista’ di centinaia di varietà di pomodori a Castelruggero,

alle porte di Firenze – è più facile vendere all’estero che in Italia: pagamenti più puntuali, clienti più affidabili e costan-ti”. Germania, Svizzera e Usa i compratori tradizionali, ma si stanno affacciando sul mercato anche Russia, Giappone e altri Paesi orientali. L’alternativa è differenziarsi, magari puntando sul biologico. “Ormai non si tratta più di un feno-meno di nicchia – racconta Paolo Marchionni, produttore bio a Malmantile – ma di una scelta, prima di tutto etica, condivisa da molti. Anche se qualcuno continua a nascon-derla, a causa di un diffuso pregiudizio verso il vino bio”. C’è poi chi fa il passo successivo e si butta sull’agricoltu-ra biodinamica. Detto in parole povere (ma dietro ci sono infiniti studi e soprattutto prove pratiche) si tratta di ricre-are un ambiente vitale intorno alle coltivazioni, attraverso colture promiscue, diffusa presenza di animali, corni di bue sotterrati nei campi, cicli lunari e altre “stregonerie”, come le chiamano gli stessi produttori. Insomma una filosofia di vita, prima che un mestiere. Perché produrre olio e vino è innanzitutto una passione. E meno male, perché altrimen-ti il nostro paesaggio non sarebbe più lo stesso. “Oggi chi coltiva olio in Toscana, specialmente nei dintorni di Firenze – avverte Andrea Landini, assaggiatore d’olio e produttore – lo fa soprattutto per soddisfazione personale, ma andandoci costantemente in rimessa. I costi – continua – sono molto elevati, a fronte di un mercato schiavo delle grandi multina-zionali. Molti ‘piccoli’ stanno già abbandonando gli oliveti per altre attività più redditizie. E nel giro di pochi anni le nostre colline potrebbero cambiare completamente aspetto”.

Francesca Puliti

anDrea ZanfeiFattoria Cerreto Libri

“Questo è un mestiere che si fa più che altro per difendere il luogo in cui si vive. Per questo abbiamo scelto l’agricoltura biodinamica, che permette alle piante di crescere in un ambien-te più ricco e meno contaminato possibile. L’azienda diventa una sorta di acquario all’interno del quale ogni cosa contribui-sce a mantenere l’equilibrio dell’insieme, uomo compreso”

“Biodinamicoper scelta.Di vita”

tina raDassaoLa tinaia, Scandicci

“Con l’agricoltura non si sopravvive, è fondamentale com-pensare con l’attività dell’agriturismo. Inoltre non basta stare nel campo, bisogna saper vendere i propri prodotti, mettersi davanti a un pc e darsi molto da fare. In questo modo riusciamo a spedire il vino nel Nord Italia. A com-prare l’olio vengono personalmente anche dalla Norvegia”

“Salvisolo grazieal turismo”

stefano BeltraMiLa Colombaia Ville di Bagnolo

“Il mercato è in stallo da alcuni anni, gli Usa non traina-no più le vendite. Tra vendere sotto costo e vendere meno preferiamo la seconda. E speriamo nei paesi in via di svi-luppo, affinché l’export possa riprendersi. In Italia, infatti, comandano le grandi case. E neanche le leggi ci aiutano, c’è ancora troppa burocrazia”

“Speriamonei paesiemergenti”

in taVola/2. L’estate prolungata ha ridimensionato i raccolti, non la qualità. E i “piccoli” si attrezzano

Poco vino ma super, mentre l’olio arranca

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quadrati sarebbero destinati a ospita-re un’area commerciale, con tanto di negozi, uffici ma anche ristoranti e al-berghi (magari con vista sul campo da gioco): anche Firenze – così come già avviene in altre città europee – avrebbe dunque il suo stadio da vivere non sol-tanto la domenica, ma tutta la settima-na. Oltre al terreno di gioco, a Novoli potrebbero poi essere realizzati anche alcuni campi d’allenamento. Insomma, un progetto decisamente all’avanguar-dia. Guardando più nel dettaglio allo stadio, l’idea sarebbe quella di realiz-zare un impianto da circa quarantamila posti (ovvero della capienza necessaria per poter ospitare le finali delle coppe europee) tutto rigorosamente al coper-to. Addio domeniche bagnate, quindi, trascorse con un occhio ai giocatori in campo e l’altro al cielo. Fin qui l’idea del sindaco Renzi. Ora in qualche modo la palla passa ai Della Valle, che tante speranze avevano riposto sul pro-getto della Cittadella viola a Castello. Tramontata quella ipotesi, ecco che torna ad affacciarsi la possibilità di un nuovo stadio per la Fiorentina. Un ar-gomento, questo, di cui in città si discu-te da anni: ora sono attesi altri giorni di discussioni e valutazioni. Tra l’altro, se il progetto riuscirà ad attirare l’interes-se di tutte le parti in causa, i tempi per la sua realizzazione potrebbero essere sorprendentemente brevi: già in pochi mesi potrebbe arrivare il via libera alla costruzione della nuova casa viola. Per “rispondere” così a tempo di record alla Juventus. La partita, insomma, è appena cominciata.

Fiorentina. È questo il piano del sinda-co Renzi, affascinato dall’idea di rega-lare al club gigliato e ai suoi tifosi un progetto all’avanguardia. L’area indivi-duata si estende su una superficie di 36 ettari (da notare che lo stadio inaugura-to da poco dai “nemici” della Juventus è stato realizzato in uno spazio di 34 ettari, e quindi la Fiorentina “vince-rebbe” anche questa speciale partita che si gioca – una volta tanto – fuori dal campo) e, cosa non di poco conto, quel terreno appartiene completamente al Comune: insomma, spetta soltanto a Palazzo Vecchio decidere cosa far-ne, senza dover bussare ad altre porte. “Rimpicciolire la Mercafir per renderla più efficiente è importante e doveroso. Lo faremo”, ha detto il sindaco, che poi ha aggiunto che così “si libera uno spa-zio molto suggestivo e intrigante che porterebbe posti di lavoro, ricchezza, oltre che una casa per la Fiorentina”. Ma veniamo al progetto, presentato nell’ambito dei cento luoghi. Secondo l’idea del sindaco, quella che potrebbe nascere nell’area Mercafir sarebbe una sorta di “piccola” Cittadella: stadio sì, ma non solo. Oltre trentamila metri

Lo stadio nuovo s’ha da fare. E poco importa se l’ipotesi originaria (ovvero la maxi-cittadella viola a Castello) è

ormai definitivamente tramontata, per motivi vari e fin troppo noti. Perché la nuova idea c’è già, così come lo spa-zio. Area Mercafir, Novoli, a due passi dall’autostrada e dall’aeroporto: po-trebbe nascere qui la nuova casa della

tramontata l’ipotesi della cittadella viola a Castello, ecco che spunta un piano-bis:

un’arena da quarantamila posti interamente al coperto, con tanto di negozi, uffi ci,

ristoranti e alberghi. Il tutto a pochi passi da autostrada e aeroporto

pallone e progetti. La nuova idea di Renzi: costruire l’impianto nell’area Mercafir

stadio, la partita si sposta a novoliIvo Gagliardi

il progetto del nuovo stadio

Palestra, piscina, sala video e, finalmente, dei sacro-

santi spogliatoi a fianco dei campini. Il mini-centro sporti-vo viola è fatto, finito e inau-gurato. I giocatori ci hanno messo piede poco dopo l’inizio del campionato, insieme a un Andrea Della Valle gongolan-te e a un Matteo Renzi altret-tanto soddisfatto. L’happy end, infatti, arriva dopo molti anni di discussioni, durante i qua-li si sono alternate al timone viola diverse proprietà e vari inquilini all’interno di Palazzo Vecchio. “Questo è un giorno di festa – ha detto il sindaco durante la cerimonia di inau-gurazione - che chiude una vicenda che si trascinava da 29 anni, tre gestioni viola e sei sindaci. Dopo problemi, pole-miche e veti – ha aggiunto – si dà un segnale di concretezza che fa capire che a Firenze le cose le stiamo facendo”. Set-te milioni il conto totale della “dependance”, investimento che la società riprenderà sem-plicemente stornandoli dall’af-fitto degli impianti sportivi (il che significa niente canone per cinque stagioni). A presenzia-re al taglio del nastro anche il presidente del consiglio comu-nale Eugenio Giani, proprio lui che tanto si era speso, da asses-sore allo sport durante la scor-sa legislatura, per “sloggiare” i vigili dalle due palazzine di viale Maratona. Proprio duran-te l’ultimo mandato Domenici, infatti, la questione campini aveva subito un’accelerata. Una volta risolto il problema della nuova collocazione della muni-cipale (trasferita in via Frusa), si erano però aperti nuovi fron-ti di dibattito (per non dire con-flitto) tra l’amministrazione comunale e la società gigliata. Ora, però, i campini sono una realtà. E ai tifosi non resta che sperare che la profezia di Pran-delli fosse vera: grazie al cen-tro sportivo, qualche punto in più a fine campionato.

Nato il centro sportivo

E venne l’oradei “campini”

tAGLIo DEL NAStRo

garrisca al vento

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26 Ottobre 2011

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Jo-Jo vola, Gilardino si ferma a Udinechi sale e chi scende. La rinascita del montenegrino fa esplodere nuovamente l’entusiasmo

stevan Jovetic

“Sic transit gloria mundi”, così passa la gloria di questo mondo. O, se preferite assimilare il latino al calcese nostrano, “Sic transit trauma mundi”, così passano anche i traumi di questo mondo.

E se un giorno rischi di sentirti nelle più profonde stalle, poco dopo, se ne hai le capacità, puoi persino risalire fino alle stelle. Lo sa bene Stevan Jovetic, uno che probabilmente sul calenda-rio deve aver bruciato le pagine susseguenti all’agosto 2010. Un’estate da inferno, quella in questione, segnata da un ginoc-chio praticamente esploso per una semplice torsione. Per di più, pur con tutto il rispetto del caso, effettuata per saltare il tackle di un certo Mario Ariel Bolatti che, come dire, non rientra pro-priamente nella schiera dei campioni che hanno fatto la storia di questo sport. Ma a JoJo dev’essere, giustamente, interessato

molto poco il come sia avvenuto quel terribile crack, anche per-ché a osservare la strada da percorrere da quel 3 agosto 2010 c’era da sentirsi male. Fatto sta che il talento montenegrino ha affrontato e superato il suo calvario. Rimandando il momento del rientro, ma bruciando le tappe per tornare quel prototipo di campione che mezza Europa pareva invidiare ai viola. Tredici mesi dopo, Jovetic ce l’ha fatta. Ha chiuso il cerchio su un in-fortunio di quelli da incubo (chiedere a gente come Baggio per maggiori info) e adesso si gode il futuro. La doppietta contro il Parma messa a segno a fine settembre, alla quarta giornata (la terza effettiva considerando lo sciopero), ha sancito il ritorno definitivo di uno dei talenti più scintillanti dell’attuale panora-ma calcistico non solo italiano. Così, la Fiorentina si aggrappa ai suoi riccioli, Mihajlovic incluso, per riprendersi quello spic-chio d’Europa mai nemmeno sfiorato nel corso dell’ultima sta-gione. Succede però che, per un ritorno, ci sia anche un arrive-derci. Niente di paragonabile a quanto accaduto a Jo-Jo, certo,

ma pur sempre uno stop del quale il protagonista avrebbe fatto volentieri a meno (e i tifosi pure). Alberto Gilardino ha avuto modo, a Udine, di conoscere fin troppo bene le doti di Handano-vic, portiere dell’Udinese a suo tempo anche nel mirino del Ba-yern Monaco, e soprattutto di apprezzarne la potente struttura fisica. Perchè l’uscita del numero uno friulano sul ginocchio del centravanti (era il 18 settembre) costerà un’assenza dai campi di un mese e mezzo, oltre a una microfrattura del piatto tibiale. Un infortunio che ha costretto il Gila a osservare da bordo campo, con le stampelle poggiate a lato, il ritorno del fenomeno Jove-tic al gol. Quasi in un insopportabile passaggio di testimone o, peggio, di stampelle. Buon per i viola, però, che per la fine di questo mese Gilardino possa tornare a disposizione di Sinisa, perchè con una coppia a pieni giri come quella composta da Jovetic e dal bomber di Biella la Fiorentina ha un attacco da favola. Il tutto, come sempre o almeno fin dai tempi dei latini, sfiga permettendo.

Tommaso Loreto

Dall’inferno dell’estate 2010 al paradiso di questo inizio di campionato: gol, giocate di classe e uomo squadra.

Jovetic ha le caratteristiche per trascinare i viola. Brutto infortunio, invece, per la punta, che tornerà a fi ne mese

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sport

Aspettando il 25 ottobre. Per molti italia-ni la “signora” più amata, sportivamen-te parlando, è la Juventus, ma non per buona parte di Firenze. Dallo scudetto

cucito sul petto dei bianconeri, ma nel cuore dei fiorentini, del 1981/82, la Juventus è la rivale nu-mero uno. Una stagione difficile si può trasforma-re in un campionato “discreto” vincendo contro la Vecchia Signora. Uno dei successi più belli rima-ne quello firmato dalla “B2” Baggio-Borgonovo. Quell’anno la coppia realizza 29 dei 44 gol messi a segno, in totale, in campionato dalla Fiorentina: 14 Borgonovo, 15 Baggio. Il più bello è proprio quello realizzato contro la Juventus, quando il punteggio era ancorato sull’1-1. Era la stagione dell’esplosione di Borgo-gol, preso in prestito dal Milan all’inizio del campionato del 1988. Borgo-novo che, anche grazie a quel gol, fu chiamato in Nazionale. Capitolo a parte merita invece la vitto-ria più amara, quella dopo la cessione di Roberto Baggio. Il Divin Codino rimase a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando venne acquistato proprio dalla Vecchia Signora per la cifra record, per quei tempi, di 25 miliardi di lire. La tifoseria viola, con-sapevole di perdere uno dei più grandi giocatori di sempre, scese in piazza protestando contro la dirigenza e il presidente Pontello, in una manife-stazione cui parteciparono grandi e piccini. Firen-ze fu unita come non mai. I disordini causarono anche diversi feriti e arrivarono fino a Coverciano, creando non pochi problemi al ritiro degli Azzurri (che preparavano i Mondiali) e al giocatore stesso, che arrivò a ricevere sputi da alcuni pseudo-soste-nitori. L’allora procuratore Antonio Caliendo ha in seguito narrato un episodio singolare al riguardo: “Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio pas-sò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai giornalisti gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Fu un ge-sto imbarazzante. Io dissi che il ragazzo andava compreso: era come se avessero strappato un fi-glio alla madre. Ammetto che, quella volta, rimasi molto colpito anch’io”. La lontananza non spegne

Odi et amo, recitava Catullo. In questo caso la Lesbia fiorentina si chiama Ales-

sio Cerci. Prima contestato, poi esploso con la maglia viola: è ormai un idolo di molti tifosi viola. Cresciuto nella Roma, ha scelto di le-garsi alla società del cuore con un contratto da professionista sottoscritto il 21 marzo 2005, con scadenza a giugno 2008. Fabio Capello lo fece debuttare in Serie A a sedici anni e mezzo a Marassi contro la Sampdoria. L’anno dopo passò al Brescia. Ma la sua esplosione fu nel neopromosso Pisa. Il tecnico Giampie-ro Ventura lo inventò ala destra. Il 9 settembre 2007 segnò il suo primo gol tra i professio-nisti a Cesena. In quel campionato arrivò a segnare dieci reti con la casacca nerazzurra, realizzando due doppiette, contro il Modena e contro il Cesena. Il 19 aprile 2008, dopo due mesi e mezzo d’assenza per un infortunio al ginocchio, al rientro dal primo minuto nella trasferta a Lecce esce in barella in lacrime per un nuovo infortunio. Rottura del menisco

mediale, un’infiammazione del crociato ante-riore: venne operato nella giornata di merco-ledì 23 aprile 2008 dal professor Pier Paolo Mariani, lo stesso che aveva operato tre giorni prima Francesco Totti per un infortunio simi-le. Poi la parentesi con l’Atalanta (stagione ancora con troppi infortuni) e infine il ritor-no a Roma, dove realizzò i suoi primi gol in giallorosso contro il Kosice e una doppietta contro Cska Sofia, sempre in Europa League. Successivamente il passaggio in viola. Il 21 agosto scorso ha messo a segno la prima rete stagionale nella gara di Coppa Italia contro il Cittadella, vinta 2-1 dai viola, trovando subito la rete anche in campionato, alla prima gior-nata, in Fiorentina-Bologna 2-0. Gli ultimi gol della passata stagione e il grande inizio di quella in corso sono storia contemporanea. Gioca da “vecchia ala” alla Bruno Conti, ma a Firenze si preferisce chiamarlo esterno of-fensivo o, semplicemente, “Alessio Cerci, il nostro Messi”.

La favola di Alessio Cerci, “il nostro Messi”il personaggio. Inizio non semplice per l’esterno offensivo, ora per molti è un idolo

Lorenzo Mossani

Aspettando la rivale storica: la Juventusla partita. Quest’anno la sfida tra i ragazzi di Mihajlovic e i bianconeri è più importante che mai

/L.M.

i grandi amori, e così fu. Baggio, infatti, restò per sempre legato a Firenze e ai colori viola, suscitan-do non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Oltre all’episodio della sciarpa, rimane ancora indelebi-le nei ricordi dei tifosi il rifiuto di calciare un ri-gore durante Fiorentina-Juventus (1-0) dell’aprile 1991. Gol di Fuser e rigore di De Agostini parato da Mareggini. Roby poi salutò i suoi ex tifosi rac-cogliendo una sciarpa viola lanciata dagli spalti, in un’atmosfera surreale di applausi e fischi. Ora il 25/10 non è lontano: buona Juventus-Fiorentina a tutti (i tifosi viola, naturalmente).

Si avvicina il match che già di per sé vale

una stagione: l’appuntamento è il 25 a torino.

In passato indimenticabili i gol di Borgonovo e Baggio

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Doppio sponsor, passaggio di categoria in quella che si doveva chiamare Lega 3 (dopo A1 e A2, per intenderci) ma che, alla fine, si chiamerà Divisione

Nazionale A, e particolare attenzione al settore giovanile. Riparte la stagione della Pallacanestro Firenze, che quest’anno ha un doppio sponsor: Brandini-Claag. “Importante per noi tanto che Brandini, che da sempre si occupa di automobili, ha voluto sposare il progetto con Giovanni, figlio di Maurizio, che ha assunto il ruolo di vicepresi-dente”, precisa subito il presidente del sodalizio fiorentino Luca Borsetti. “Quello che inizieremo è il primo campionato dilettanti in uno sport dove c’è il professionismo – aggiunge Borsetti – e ab-biamo allestito un buon mix con molti giovani di talento, alcuni giocatori più esperti e un nuovo tecnico, Riccardo Paolini, proveniente da Perugia e con un bel palmares alle spalle”. Il veterano è ancora una volta il capitano Francesco Rotella. “Rimane il trait d’union tra passato e presente. Abbiamo giovani talentuosi ma anche ragazzi di categoria e dal buon rendimento. Con Rotella – ricorda Borsetti – i giocatori d’esperienza sono Dario Scodavolpe, Andrea Capitanelli e Stefano Rabaglietti. Proprio Rabaglietti, fiorentino, per la prima volta giocherà nella sua città. È cresciuto nella Laurenziana e ha giocato in A2 a Pistoia e a Udine. La sua esperienza sarà importante”. Gran-de novità è, inoltre, il ritorno nel palasport che ha visto giocare JJ Anderson ed Ebeling ai tempi della Neutro Roberts. Le partite della Brandini-Claag Pallacanestro Firenze si disputeranno, in-fatti, al Mandela Forum. “E vorremmo rivedere il palasport gremito come ai bei tempi”, sospira Borsetti. “Mi piacerebbe coinvolgere tutti coloro

Il basket torna a casa, sognando l’A1Simone Spadaro

il pUnto. Doppio sponsor e partite al Mandela Forum per la Pallacanestro Firenze

La Firenze dell’ovale è pronta ad andare in meta anche con le linee più “verdi”, puro concen-

trato di voglia di arrivare, classe e determinazione. Luigi Baldi, team manager della squadra di Serie A, ci aiuta a fare un quadro di quei giovani che, dal vivaio fiorentino, si sono appena affacciati o sono in procinto di farlo alla realtà della squadra Senior: “Sono tanti i ragazzi che a Firenze hanno intrapreso la strada di un rugby ‘particolare’ fatto di tradizione, tifo e calore, con l’ambizione di sa-lire in Eccellenza”. Iniziamo a scoprirli da quelli che hanno già debuttato in prima squadra: Matteo Passaleva (‘91), Demba Diaw (‘91), Tommaso Di Francescantonio (‘91) e Duccio Ghelardi (‘92).

“Tutte future stelle, ma una merita un capitolo a parte. Francesco Menon, classe ‘91 - dice Baldi - è uno dei nostri fiori all’occhiello. Ha fatto parte delle Nazionali Under 18, 19 e 20, partecipando ai tornei ufficiali internazionali. Menon è stato pro-tagonista dell’Italia Under 20 che, ai recenti Mon-diali, ha conquistato la permanenza tra le nazionali di prima fascia. Gli ultimi due anni Francesco li ha passati all’Accademia ‘Ivan Francescato’ di Tirre-nia, dove è maturato tecnicamente e fisicamente. Ha debuttato due anni fa in prima squadra, l’anno scorso si è ripreso bene da un infortunio e ha fatto una bella seconda parte di campionato, compresa la finale contro il Calvisano”.

Alla scoperta dei talenti della palla ovalerUgBY. Hanno già debuttato in prima squadra e rappresentano il futuro della società

/Lor.Mos.

Ripartono i campionati di pal-lanuoto. Il settebello azzurro è

Campione del Mondo e il torneo di A1 maschile riparte sotto i riflettori dei media. La Rari Nantes Florentia si presenta rinnovata. In panchina Leonardo Sottani, che ha lasciato la fascia di capitano a Federico Pa-gani, con un nuovo straniero, Al-bert Espanol Lifante, proveniente dal Barceloneta, l’arrivo di Miche-le Lapenna dal Savona e il rientro di Coppoli. Hanno lasciato Firenze Radu, passato al Mladost (la perdi-ta del centroboa è stata la più dolo-rosa), Ninfa (tornato dal prestito a Catania) e Rauzino (quest’ultimo ha deciso di cessare l’attività). Squadra più giovane e con molte ambizioni, quella di questa stagione. Il Recco del pratese (ex Rari) Stefano Tem-pesti parte con i favori del prono-stico. Il Savona rimane l’avversaria più accreditata. La Florentia si pone ancora, con Posillipo e Brescia, tra le squadre outsider che puntano ai playoff scudetto e che cercheranno di dar fastidio alle due battistrada. Il progetto, come sottolineato dal pre-sidente Andrea Pieri nel corso della presentazione di Sottani, è triennale. Lavorando sul vivaio la Rari deve cercare di tornare a recitare un ruolo di primo piano nel panorama nazio-

nale e cercare di tornare a lottare per lo scudetto. Torna, invece, il derby tra Menarini Fiorentina Waterpolo e Ngm Firenze Pallanuoto in A1 fem-minile. In estate si sono fatti tenta-tivi per arrivare a una fusione delle due società, per creare così un’unica realtà capace di combattere contro Orizzonte Catania e Recco (che ha acquisito il titolo sportivo del Rapal-lo). In questa stagione le due società, con l’aiuto dell’assessore allo sport di Palazzo Vecchio Dario Nardella, torneranno a parlarsi per trovare una sintesi che possa portare a un’unica, grande società di pallanuoto femmi-nile capace di portare un altro scu-detto a Firenze.

pallanUoto. Riparte la stagione, con molte novità

In piscina si alza il sipario

/Sim. Spa.

laura repetto in azione

che hanno fatto tanto per il basket a Firenze. Oltre ad Anderson ed Ebeling, anche Rudy D’Amico, Marco Calamai, che ha avuto un ruolo fondamentale nel ripor-tare il basket al Mandela Forum, e i tanti giocatori italiani che hanno contribuito a rendere grande il basket a Firenze”, aggiunge il presidente. Che non si nascon-de sugli obiettivi di stagione: “Puntiamo ad agganciare i play off promozione. Il campionato è molto duro. Giocheremo con grandi squadre, dal Trentino alla Sicilia, e spesso avremo turni infrasettimanali al giovedì. Il progetto è triennale – continua – e ci deve portare alla serie A2. Raggiunto l’obiettivo occorrerà trovare risorse per tentare l’accesso in A1. Firenze merita di giocare nella massima serie, ma già la Divisione Nazionale A è di grande rilevanza”. Il basket ha vissuto molti anni d’oblio e ora con questo progetto si tenta una riscossa. Ma se non si parla di calcio, quanto è difficile emergere a Firenze? “Le società sportive devono fare sistema. Abbiamo ottimi rapporti con la Rari Nantes Florentia. Ecco, l’ammi-nistrazione comunale e il Coni provinciale, che hanno fatto tanto per aiutarci, dovrebbero aiutarci a fare sistema. Pallacanestro, pallavolo, pallanuoto e anche calcio dovrebbero confrontarsi per condividere interessi comuni. Solo così – con-clude Borsetti – possiamo difendere il patrimonio sportivo di Firenze”.

sport

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30 Ottobre 2011

Page 31: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

C’è un percorso che parte da Reggello, passa per Shanghai e fa capolinea a Londra. Non è stra-

da né una rotta aerea ma un viaggio sull’acqua. Lungo la corsia di una pi-scina, a voler esser precisi. Sebastiano Ranfagni è partito da Reggello, dove non è nato ma è cresciuto e vive ancora oggi. Ha raggiunto la metropoli cinese sede degli mondiali di nuoto dello scor-so luglio, entrando in gara dalla porta di servizio. Ha sbalordito tutti quando da outsider ha raggiunto la finale dei 200m dorso e l’ha poi chiusa con il settimo po-sto assoluto e il record italiano nell’era post-costumi gommati. Già che c’era si è trattenuto in Cina per l’Universiade di Shenzhen, mettendosi al collo un primo bronzo nei 100m dorso e un secondo nella 4x100m mista. Ora resta l’ultimo tratto di questo straordinario cammino, il più duro: quello che arriva nella ca-pitale britannica per le Olimpiadi della prossima estate. “Ai mondiali è arrivato un risultato inatteso – racconta Ranfagni – ero stato costretto a riaggiustare tutta la preparazione perché non avevo otte-nuto la qualificazione diretta ad aprile e sono stato ripescato soltanto nel giugno scorso. Poi, fortunatamente, è andato tutto bene”. L’obiettivo primario era la semifinale. “Raggiunta quella il mio allenatore Sergio Pasquali mi ha detto soltanto: ‘Avvicinati più che puoi alla finale’”. E Sebastiano non solo l’ha av-vicinata, ma l’ha raggiunta. Entrato tra i migliori otto del mondo, l’ultima gara

poteva essere una semplice vetrina ma è qui che Ranfagni ha dato il meglio, lasciandosi alle spalle il giapponese Kazuki Watanabe e migliorando per la terza volta in tre giorni il suo personale: 1’57”49 e record italiano, se si esclu-de l’era dei discussi costumi gommati. “È stato il coronamento di un sogno”, ammette, ma non per questo vuole fer-marsi. “Sarà una stagione intensa. Sono qualificato per gli europei di vasca corta ma non parteciperò perché in quei gior-ni andrò ai campionati di vasca lunga olandesi insieme ad una rappresentati-va della nazionale. A marzo ci sono gli assoluti italiani, a maggio gli europei di Anversa e Eindhoven. La qualificazio-

ne alle Olimpiadi passa per queste due competizioni ed è chiaramente il mio più grande obiettivo”. Per raggiungerlo bisogna tornare alla vita di sempre: “Al-lenamenti mattina e pomeriggio, ogni giorno alla piscina di Bellariva. Passo a Firenze tutto il mio tempo, ma di fatto vivo ancora a Reggello, anche se mai per più di sei mesi l’anno. Il resto sono in giro per le gare. Tornare e rimanere un po’ a casa è sempre bello”. Il prossi-mo agosto però auguriamo a Ranfagni di non esserci. A casa sua e in quelle dei vicini, speriamo davvero che tutta Reg-gello possa incollarsi davanti al televi-sore per vedere il suo ragazzone entrare nella vasca con i cinque cerchi olimpici.

nUoto. Il campione: “Ai Mondiali è arrivato un risultato inatteso”

Ranfagni vola in acquaAndrea Tani

sport nel Valdarno

Era un ragazzino il grande Gino Bar-tali quando sulle strade del Comune

di Rignano vinse una delle prime grandi corse dedicate alla categoria Juniores. A Ginettaccio avversario leggendario di Coppi piaceva trionfare nella sua regio-ne. Sì, il Trofeo Industria, Commercio e Artigianato e il Memorial Orazio Mi-strella, ragazzo semplice appassionato di due ruote scomparso qualche anno fa in un incidente stradale, hanno origi-ne nei primi anni ‘30. Sudore, fatica e sogni di intere generazioni si sono sus-seguite in queste strade. Nella più clas-sica delle gare Juniores si sono sfidati anche quest’anno i migliori corridori della Toscana. Tantissimo il pubblico sulle strade, come sempre. Questo sport sa appassionare gli italiani, in partico-lare i toscani che sembrano essere nati con l’unica passione per la bicicletta. Pubblico d’eccezione per questi ragazzi anche nell’ultima edizione: dal grande Alfredo Martini a Rino De Candido selezionatore della Nazionale Juniores protagonisti anche della premiazione. Il vincitore Conti non si aspettava di tro-varsi davanti la leggenda Martini. Mar-tini, infatti, vinse il Giro dell’Appennino nel 1947, il Giro del Piemonte nel 1950, una tappa al Giro d’Italia 1950 che con-cluse al terzo posto dietro Koblet e Bar-tali vestendo la maglia rosa per una tap-pa, e una tappa al Tour de Suisse 1951, concluso al terzo posto dietro Kubler e Koblet. Come direttore sportivo fu alla Ferretti e alla Sammontana dal 1969 al 1974 e vinse il Giro d’Italia 1971 con lo

svedese Gösta Pettersson. Da commis-sario tecnico della nazionale dal 1975 al 1997 ha condotto a conquistare la ma-glia iridata Francesco Moser nel 1977 a San Cristóbal (Venezuela), Giuseppe Saronni nel 1982 a Goodwood (Gran Bretagna), Moreno Argentin nel 1986 a Colorado Springs (Stati Uniti), Mauri-zio Fondriest nel 1988 a Renaix (Bel-gio), Gianni Bugno nel 1991 a Stoccar-da (Germania) e nel 1992 a Benidorm (Spagna). Dal 1998 è supervisore di tutte le squadre nazionali di ciclismo e Presidente Onorario della Federazione Ciclistica Italiana. Un Conti commosso anche perché dopo 85 km di studio nel tratto pianeggiante (Rignano-San Cle-mente-Leccio-Pian dell’Isola-Rignano) nella salita Nazio è riuscito a staccare

Bettiol e Orsini vincendo la gara con 22 secondi di vantaggio. Ad alcuni è parso di rivivere la sfida Casagrande – Pan-tani di qualche anno fa. Ordine d’arri-vo: 1) Conti, 2) Bettiol, 3) Garosio, 4)Impagliazzo, 5) Orsini. Dunque dopo Bartali, Ulissi, Casagrande, Lorenzini ecco arrivare Conti. Ricordiamoci que-sto nome.

Dopo la fuga, Contiprimo al traguardo

ciclisMo. Trofeo industria, commercio e artigianato

/L.M.

Una bella gara che si è conclusa in salita

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Millesettecento metri in un palazzo del Trecento bastano appena per racchiudere l’universo onirico di un ragazzo che, guardando le va-

ligie dei clienti facoltosi dell’hotel Savoy per cui lavorava, a Londra, immaginava già di disegnare le borse delle star più acclamate del globo. È una storia così, un po’ romantica, con un bel lieto fine, di quelle che fanno credere nei sogni che si avvera-no. È la storia di Guccio Gucci, che novanta anni fa fondava la storica maison oggi conosciuta in tutto il mondo. E proprio per celebrare i primi novanta anni di moda del marchio nato a Firenze (e ormai “emigrato” in Francia da quando è stato acquistato dal gruppo di Francois Pinault) il direttore crea-tivo Frida Giannini ha dato vita al museo Gucci, inaugurato gli ultimissimi giorni di settembre nel Palazzo della Mercanzia, in piazza della Signoria, all’angolo con via dei Gondi. Il best of dell’archi-vio storico della maison distribuito su tre piani che da molto tempo la Giannini, insieme al presidente Patrizio di Marco, sognava di sistemare in una casa in grado di raccontare la storia, i sogni, i modelli più riusciti e i classici diventati un must have per le donne di mezzo mondo. Come la fantasia inven-tata su misura di una Grace Kelly già diventata la

principessa di Monaco, che entrata nella boutique milanese chiese qualcosa di davvero speciale, ed ecco pronta la fantasia Flora, rimasta tutt’oggi tra i classici più amati della collezione Gucci. Chissà se Charlotte Casiraghi, nipote della star di Hollywo-od approdata a Montecarlo, quando è arrivata al party di inaugurazione ha riconosciuto tra i tanti pezzi esposti quello realizzato su misura per la sua

amatissima nonna. E chissà cosa avranno pensato le moltissime personalità che sono arrivate da tutto il mondo per partecipare al party di inaugurazione. Forse hanno pensato a una bella operazione di re-styling, forse a un fortino ripieno di sogni. In parte realizzati e in parte da realizzare. Che da oggi in avanti diventerà meta di pellegrinaggio per chi il mondo Gucci vuol conoscerlo più da vicino.

uno scorcio interno del museo

Ludovica V. Zarrilli

la noVità. Ha aperto i battenti lo spazio dedicato alle collezioni storiche della casa di moda fiorentina

Maison Gucci, novant’anni in un museoSi è insediata proprio nel cuore della città, nel Palazzo della Mercanzia, a due passi

da Palazzo Vecchio. Da lì l’esposizione della griffe diffonde il verbo della classe

e dell’eleganza, raccontando la storia a lieto fi ne di un giovane che faceva

il “lift boy” all’hotel Savoy di Londra e già sognava di disegnare le borse più belle Sarà presente anche Carolina di Han-nover, come lo scorso anno nel Sa-

lone dei Cinquecento, anche se questa volta l’evento si terrà il 14 ottobre nella splendida cornice della città di Monte-carlo. E c’è già chi assicura che sarà un appuntamento indimenticabile. Pochi altri particolari sono noti riguardo “La Città di Firenze”, serata di gala che sug-gella l’antico rapporto tra Firenze e il principato di Monaco. Gli inviti ai per-sonaggi fiorentini di rilievo nel mondo dell’imprenditoria, della nobiltà e non solo sono partiti da tempo, e si è scate-nata la caccia per essere presenti a quel-lo che si preannuncia l’evento mondano dell’anno. Si tratta della seconda edizio-ne di quel Ballo del Giglio che lo scorso 15 ottobre raccolse in Palazzo Vecchio i più importanti esponenti del capoluogo toscano e della capitale monegasca. Alla cena e al ballo, che si ispira al celebre Ballo della Rosa del Principato di Mon-tecarlo, intervenne anche Sua Altezza Reale la Principessa Carolina di Hanno-ver. Dalla serata furono ricavate risorse per la creazione di un fondo di benefi-cenza per l’Associazione Amade Italia (Associazione Mondiale Amici dell’In-fanzia), che si occupa della tutela dei diritti dei minori, e per il finanziamen-to del restauro della statua di Hermes, in Palazzo Vecchio. L’appuntamento, che unisce mondanità e solidarietà, quest’anno replica nella meraviglio-sa cornice di Montecarlo, mantenendo l’organizzazione del Consolato Onora-rio del Principato di Monaco a Firenze in collaborazione con “Enic meetings & events”, ma con alcune importanti novità. L’arte si confermerà protago-nista dell’evento, portando in primo piano l’importante patrimonio della città di Firenze. Ampio spazio, inoltre, sarà riservato agli aspetti economici e all’imprenditoria della città, con alcuni momenti dedicati a creare occasione di business per il made in Florence nella capitale monegasca. Non solo, l’evento si allargherà a coprire più appuntamenti dalle diverse sfaccettature, anche se il momento della serata più scenografico e suggestivo resterà il ballo, con l’orche-stra che suonerà melodie dolci, insieme agli abiti da sera, che sembreranno an-cor più eleganti grazie all’ambientazio-ne da fiaba del Principato.

l’eVento

Firenze a Montecarloper la serata di gala

il principato di monaco

Si chiama I love dogs ed è il brunch che la mattina di domenica 16 ottobre il Piazzale del gusto dedica agli amici a quattro zampe, con

padroncini al seguito, s’intende. Una giornata studiata su misura di qua-drupede che il ristorante nato al posto dei famosi impianti di pattinaggio Bologna, al piazzale Michelangelo, organizza per regalare momenti pia-cevoli a tutti gli amanti degli animali. L’idea, nata dalla passione che i quattro giovani proprietari hanno per i quadrupedi, è quella di offrire una meritata occasione di svago ai cagnolini, mentre i rispettivi proprietari sorseggiano un drink al bar. Detta così sembrerebbe solo un’occasione per portare Fido a spasso e invece no, i veri protagonisti saranno proprio loro: verrà distribuita a tutti una gustosa ciotola di croccantini, avranno un campo giochi completamente a disposizione e verrà messa in scena una prova di agility dog, mentre su un monitor verranno proiettati fil-mati “canini” in una vera e propria rassegna di cine-dog. E infine ci sarà una pittrice, che passerà il suo tempo realizzando i ritratti alle bestiole. Proprio così, la fiorentina Elena Facchini, artista di professione specializ-

zata in copie d’autore, trompe l’oeil e decorazioni murali, metterà colori e abilità al servizio dei clienti del Piazzale del gusto, ritraendo le loro espressioni più curiose e tenere. “Abbiamo tanto spazio disponibile e ci è capitato spesso nei mesi estivi di vedere i cani dei nostri clienti scorraz-zare contenti tra i tavoli e negli immediati dintorni – spiegano i titolari del locale – e allora ci siamo detti: perché non organizzare un evento che piaccia sia ai cani sia ai loro padroni, dove non ci sia semplicemente un’area per farli giocare ma una serie di servizi ad hoc? I love dogs nasce così (e ha già all’attivo una serata riuscitissima, ndr) con la collaborazione di una serie di soggetti che si sono prodigati per aiutarci a realizzarla”. Con il patrocinio e la presenza dei volontari Enpa – Ente nazionale pro-tezione animali - e la collaborazione di alcuni soggetti prvati, il Piazzale del gusto è riuscito ad approntare questa occasione speciale. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti, proprietari di cani e semplici curiosi. Unica atten-zione da tener presente: tutti gli amici a quattro zampe dovranno essere tenuti al guinzaglio. Info: Piazzale del gusto - Tel 055/0139903.

Al brunch con l’amico a quattro zampel’iniZiatiVa. Animali protagonisti: agility dog, una pittrice personale e croccantini a volontà

/C.G.

/B.B.

Botti di vino, degustazioni e una serie di negozi aperti per una serata molto speciale. Si chiama Ottobre Rosso l’evento enomusicale che

il Centro Commerciale Naturale di via Porta Rossa ha organizzato per venerdì 21 ottobre, in collaborazione con la Banca del Chianti e il con-tributo della Camera di Commercio di Firenze. Lungo la strada verranno allestiti punti di ristoro ad hoc per assaggiare una serie di pregiati nettari messi a disposizione dalle aziende vinicole Poggio Torselli, Villa Monte-paldi, Roncigliano e Ansonica, il tutto accompagnato da un concerto di musica jazz che vedrà impegnato il Garrison Fewell trio, ensamble d’ec-cezione composto da Garrison Fewell alla chitarra, Franco Santarnecchi alle tastiere e Piero Borri alla batteria. Già dal pomeriggio - dalle 17.15

in avanti - i passanti potranno fermarsi ad assaggiare qualche bicchiere dei vini offerti per l’occasione, mentre per il concerto si dovrà aspettare il calare della sera: il trio jazz comincerà la sua esibizione non più tardi delle 20.15. Nel frattempo si potrà gironzolare tra una vetrina e l’altra, dedicandosi allo shopping nella parte di via Porta Rossa che va da via Pellicceria a via Tornabuoni. “L’obiettivo - spiega il presidente del Cen-tro commerciale naturale, Daniele Grazzini - sarebbe quello, magari in futuro, di far aderire al Centro commerciale naturale tutte le attività della strada, in modo da poter considerare tutta via Porta Rossa come un’unica identità”. In occasione dell’evento verrà anche allestito un corner per la raccolta fondi destinata all’ospedale pediatrico Meyer.

Vino e shopping in via Porta RossahappY hoUr. Nella strada del centro una serata a base di degustazioni e musica

/B.B.

Page 33: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Firenze culla del Rinascimento? Sì, ma non solo. La città del giglio è stata an-

che la casa di uno dei più importanti maestri del Novecento, architetto di fama ricordato da tutti i fiorentini come il progettista della stazione di Santa Maria Novella. Una pas-seggiata per le strade di Firenze, un viaggio nell’architettura moderna e contemporanea, un omaggio a uno dei più grandi architetti e urbanisti italiani: Giovanni Michelucci. È questa l’idea che sta dietro a “Michelucci a piedi”, l’evento pensato dall’Ordine degli architetti della Provincia di Firenze per an-dare alla riscoperta della figura dell’architet-

to che progettò la stazione di Santa Maria Novella e delle opere che ha lasciato in città. L’iniziativa – organizzata e promossa in col-laborazione con la Fondazione Centro Studi e Professione Architetto, con il patrocinio della Fondazione Michelucci – è aperta tut-ti i cittadini. In cosa consiste? Niente di più semplice. Il 14 ottobre, l’iniziativa prevede un percorso a piedi per le strade di Firenze che avrà come “tappe” alcune delle opere di Michelucci in città, che sarà possibile visi-tare con la guida di uno storico dell’archi-tettura moderna e contemporanea: la stazio-ne ferroviaria di Santa Maria Novella e la

Palazzina Reale, la sede della Cassa di Ri-sparmio, le Poste Centrali di via Pietrapiana, la Casa di via dello Sprone. Per partecipare all’evento è necessario iscriversi (il numero massimo di partecipanti è di quaranta per-sone): il costo è di 10 euro, 7 euro per gli iscritti all’Ordine degli architetti, 5 euro per gli studenti e le persone con più di 65 anni. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 055.2608671 o inviare una email a [email protected]. Il modu-lo di iscrizione e il programma si trovano sul sito dell’Ordine, all’indirizzo www.ordine-architetti.fi.it.

Passeggiando nei luoghi dell’architettol’anniVersario/2. Un viaggio negli spazi ideati dal grande progettista

/C.G.la stazione di santa maria novella

A vent’anni dalla scomparsa del grande maestro dell’architettura, la fondazio-ne Michelucci e il Comune di Fiesole organizzano un itinerario espositivo

di 70 disegni, articolato in cinque sezioni: stri-sce familiari, natura e architettura, brani di città, spazi comunitari e il segno artigiano, che esplora un sentiero inedito della personalità del grande maestro del Novecento. È la mostra “Giovanni Michelucci. Disegni inediti”, fino al 30 ottobre nella sala del Basolato di piazza Mino, che si inserisce nel programma di iniziative “Le città di Michelucci”, promosso dalla Fondazione Mi-chelucci per il ventennale della morte di uno dei più grandi protagonisti dell’architettura del No-vecento, nelle città e con le città in cui l’architet-to ha vissuto e operato. Questa mostra, organiz-zata in collaborazione con il Comune di Fiesole (con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze, del Comune di Firenze, del Comune di Pistoia e dell’Ordine degli Architetti di Firenze) propone una raccolta di disegni inedi-ti – elaborati da Michelucci tra gli inizi degli anni Trenta e la fine degli anni Ottanta – che in parte sono conservati nell’archivio disegni della Fon-dazione fiesolana, in parte concessi da amici e collaboratori dell’architetto. Nei disegni a mano libera si manifesta, nella sua forma più autenti-

ca, l’originalità creativa di Giovanni Michelucci. Una mostra sui disegni inediti di uno dei protago-nisti dell’architettura del Novecento, una mostra che costituisce un contributo originale alla cono-scenza dei suoi percorsi di ricerca nell’affrontare le sfide progettuali, della sua energia grafica nel descrivere la spazialità immaginata. Anche i di-segni che non sono apparentemente ascrivibili a un progetto preciso - in molti dei quali la natura emerge come riferimento costante - costituisco-no una cospicua fonte di suggerimenti per l’atti-vità progettuale. Il catalogo della mostra a cura della Fondazione Giovanni Michelucci, edito dal Centro Di, illustra la documentazione grafica ac-compagnata da un testo descrittivo dell’itinerario espositivo e comprende due saggi introduttivi dal titolo “Michelucci a Fiesole” e “Come tracce di percorso”. Nell’ambito della mostra sono previ-sti due incontri dedicati alla presentazione della seconda edizione del libro di Giovanni Miche-lucci “Brunelleschi mago”, Medusa, 2011 (con prefazione di Paolo Portoghesi e postfazione di Corrado Marcetti) e della guida realizzata a cura della Fondazione Michelucci in collaborazione con il MiBAC/PaBAAC e la Regione Toscana “L’architettura in Toscana dal 1945 ad oggi – Una guida alla selezione delle opere di rilevante interesse storico - artistico”, Alinea, 2011.

I disegni inediti di Giovanni MichelucciCaterina Gentileschi

l’anniVersario/1. In mostra a Fiesole settanta schizzi mai visti realizzati di pugno dal maestro

uno dei disegni esposti

Sono state riaperte al pubblico dopo quasi die-ci anni di buio le due sale dedicate al periodo

Tolemaico e Romano-Copto, che vanno a com-pletare l’opera di riorganizzazione durata molti anni. Fino a oggi le sale del museo egizio presen-tavano il materiale dall’Epoca Predinastica fino all’Epoca Tarda, ordinato cronologicamente, mentre gli oggetti posteriori erano collocati in al-tre sale o nei depositi. Il nuovo allestimento delle due sale vede anche la presenza di pezzi celebri, molti dei quali mai esposti in precedenza. Tra questi da segnalare sono senz’altro i sarcofagi di epoca romana, un corredo funebre completo e alcuni significativi esemplari di monete d’oro, tra cui una appartenente ad Alessandro Magno e una a Cleopatra. Riprenderanno posto, ma in una nuova collocazione, il ritratto di donna del Fayum e una Sfinge Tolemaica in granito. Tutti i pezzi della nuova esposizione sono stati accura-tamente revisionati e preparati da Giuseppe Ven-

Museo Egizio, torna alla luce l’allestimento completoil pUnto. Riaperte le sale tolemaica e romano-copta, con reperti mai esposti al pubblico prima d’ora

uno dei sarcofagi in mostra

cultura

turini, il restauratore incaricato dal museo per la cura e la conservazione di tutti i reperti egizi. La prima sala è dedicata ai reperti di epoca Tolemai-ca. Fra il materiale esposto, particolare rilevanza viene data al corredo della defunta Takerheb, costituito dal sarcofago, dal prezioso cartonnage con decorazione in foglia d’oro e dai suoi oggetti funerari, ovvero bende iscritte, ipocefalo, ipopo-di, bracciali e amuleti. Oltre a stele e maschere funerarie, saranno esposte alcune statuette, og-getti di vita quotidiana e un’importante sfinge in pietra. Nella seconda sala, dedicata al periodo ro-mano, è esposto uno dei reperti più importanti e famosi del museo, il ritratto di donna del Fayum, insieme a una selezione della ricchissima colle-zione di tessuti copti provenienti dagli scavi nel sito della città di Antinoe, eseguiti dall’Istituto Papirologico Vitelli di Firenze. Nella sala si tro-vano anche dei sarcofagi di epoca romana mai esposti prima.

Attraverso queste opere si manifesta,

nella sua forma più autentica, l’originalità

di un professionista tra i protagonisti

più creativi e prolifi ci di tutto il Novecento

/B.B.

33

Page 34: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

segnalazioni a [email protected]

Un passo alla volta è arri-vato alla quarta edizio-ne, e anche quest’anno chiama a raccolta gli

amanti della bass music più ricer-cata. Si chiama “Trick or Beat”, ed è l’evento organizzato da Switch - creative social network - in col-laborazione con Numa Crew che, dal 29 al 31 ottobre, prenderà casa tra la Limonaia di Villa Strozzi e Multiverso, lo spazio recentemente aperto in via Campo d’Arrigo, dove tra una session di musica elettroni-ca e l’altra, gli aficionados avranno anche la possibilità di partecipare a conferenze, laboratori e incontri sulle reti sociali, sull’economia e sul lavoro. Guest star del festival è l’australiano Dub FX, che la notte di Halloween si esibirà accompa-gnato dai dj del collettivo Numa Crew, divenuta ormai portabandie-ra della dubstep made in Italy. Una data esclusiva quella di Benjamin Stanford (alias Dub Fx), street per-former e producer di caratura inter-nazionale. Il suo live di beat box – imita tutti i suoni di una batteria e di altri strumenti con l’uso della

Spazio a musica, incontri e laboratori nella tre giorni intitolata

“trick or Beat”, appuntamento giunto alla sua quarta edizione

che abbina alla ricerca sonora una serie di dibattiti a tema

l’eVento. Dal 29 al 31 ottobre sound contemporanei protagonisti in città

Il 101esimo luogo? È “elettronico”Ludovica V. Zarrilli

duB fX

voce – è a dir poco travolgente: con i suoi loop, la sua pedaliera e la sua voce crea un intricato e origina-lissimo sound che spazia dall’hip hop al dubstep, passando per ritmi reggae e soul. “Molte le novità di questa quarta edizione - spiega-no Leonard e Donni della Numa Crew - innanzitutto dura un giorno in più dello scorso anno, e poi ab-biamo cercato di scegliere artisti di nicchia ma che coinvolgano la gen-te”. Musica ma non solo. “Non è la solita serata in discoteca - dice Antonio Ardiccioni, presidente di Switch - c’è infatti molto altro. Tra le altre cose abbiamo organiz-zato una tavola rotonda intitolata il 101esimo luogo (sulla falsa riga dei 100 luoghi del sindaco Ren-zi, ndr) per andare alla ricerca di un luogo in grado di ospitare la cultura elettronca contemporanea nell’area metropolitana fiorentina. In quell’occasione presenteremo un dossier dei posti che abbiamo individuato, andando a cercare so-prattutto nelle aree industriali”. Tra i protagonisti del Trick or beat ci saranno anche le installazioni, ma non solo. Per il programma com-pleto e tutte le informazioni visitare il sito www.switchproject.net.

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Page 35: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Una vetrina di oggetti ricercati, che si apre a clientele e a gusti diversi-

ficati, ma anche uno spazio di incontro dove saranno allestite mostre esclusive di oggetti nati dalla creatività dei più famosi progettisti, lezioni di storia del design, vernissage e incontri con esperti di architettura. Vi saranno esposte produ-zioni delle migliori aziende del settore e saranno presentati alcuni oggetti assolu-tamente inediti, per la prima volta a Fi-renze. Questo e altro è Selfhabitat, stori-co negozio fiorentino la cui vita è legata a doppio filo con la storia del design. E chi pensa di non saperne abbastanza è invita-to a partecipare agli eventi che, a partire dalla fine di ottobre, Selfhabitat organiz-zerà in luoghi diversi della città, partendo dalla suggestiva location della biblioteca delle Oblate, dove verranno organizzate alcune lezioni di storia del design. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.selfhabitat.it.

Publiacqua ha compiuto 10 anni. Per av-viare una riflessione sui temi dell’acqua e

sul decennale dell’azienda che gestisce il ser-vizio idrico delle province di Firenze, Prato, Pistoia e parte di Arezzo, parte una mostra iti-nerante che comincia a Firenze, nella Galle-ria delle carrozze (via Cavour). L’obiettivo è raccontare il ciclo industriale dell’acqua, dal-la potabilizzazione alla depurazione, e far co-noscere in profondità il lavoro di Publiacqua attraverso pannelli illustrativi, foto, video, po-stazioni multimediali, giochi di ruolo. A par-tire dal 19 ottobre la mostra sarà itinerante e si sposterà nei territori dove opera Publiacqua: Prato, Pistoia, Valdarno, Valdisieve, Mugello e Chianti. La mostra è strutturata in quattro sezioni principali dedicate ad autonomia idri-ca, fognatura, qualità dell’acqua e servizi e rapporto con i cittadini, con un occhio par-ticolare rivolto alla partecipazione.

agenda

Cultura e innovazione

Lezioni di storianello store di design

Galleria delle carrozze

La vita dell’acqua in una mostra itinerante

/B.B.

/C.G.

l’iniZiatiVa

l’esposiZione

Concerti

J ax12 ottobreobihall (ex saschall)

Dopo la pubblicazione di alcuni brani inediti come “Dentro me”, uscito lo scorso aprile, e i più recenti “Musica da rabbia” e il singolo ufficiale “Domenica da coma”, J Ax ha presentato lo scorso 30 agosto, giorno del suo compleanno, il suo nuovo album di inediti “Meglio prima (?)”. Il disco, che contiene sedici brani, esce in due versione, una standard e una versione Deluxe che contiene anche il Dvd con le riprese del Live a Milano dell’ultimo Tour. Meglio Prima é stato annun-ciato con l’uscita del nuovo videoclip che ha superato le migliaia di visualizzazioni già dai primi giorni; su facebook invece, nella FanPage di J Ax , é possibile vedere dei brevi filmati registrati in prima per-sona durante gli incontri per la presentazione del disco. Unica data in Toscana per J-Ax e la sua band, composta da Space One, Fabio-B, Guido Style, Dj Zak e Steve Luchi, é fissata per il prossimo 12 ottobre al Saschall di Firenze.

Mario Biondi13 ottobreteatro Verdi

Mario Biondi, la voce più “black” del panorama musicale italiano, è sempre più ambito all’estero: l’artista catanese farà parte del cartellone di due prestigiosi festival jazz d’Euro-pa, il Bratislava Jazz Festival e il Montreux Jazz Festival. L’ennesima consacrazione per Biondi, che sin dall’inizio della sua carriera si è guadagnato la stima oltreconfine da parte di pubblico e addetti ai lavori, grazie anche alle eccellen-ti collaborazioni con artisti internazionali, tra cui quella con Burt Bacharach. Reduce dal grande successo discogra-fico di “Yes You”, il doppio cd live prodotto da Tattica, e dal successo cinematografico del film d’animazione Rio, dove ha prestato la voce ad uno dei protagonisti della pellicola, ha

poi girato l’Italia con un nuovo tour, accompagnato sul palco da una Big Orchestra da 40 elementi, proprio come 40 sono i suoi anni.

pfm con orchestra della toscana25 ottobreteatro Verdi

“PFM in Classic” è il nuovo progetto firmato Pfm, dove la band, seguendo la propria indole sperimentale, rileggerà e si muoverà attraverso le note di Grandi Maestri della Musica, per cercare, ancora una volta, di oltrepassare i confini dei generi musicali sofferman-dosi nel territorio libero delle emozioni. Oltre alla presenza di brani composti da musicisti italiani, come Giuseppe Verdi, Gioacchino Rossini, Giacomo Puccini, sono stati inserite le composizioni di grandi artisti europei, tra i quali Saint Sans, Edgar, Dvorgiak, Mahaler, Mo-zart; lo spettatore verrà quindi guidato in una dimensione dove la musica diventa sorpre-sa, immaginazione e potenza descrittiva. Alcuni titoli che verrano presentati in “PFM in Classic saranno l’ Intermezzo da “La cavalleria Rusticana”, l’ Overture del “Nabucco”, “ Il Flauto Magico” di Mozart.

Modà18 ottobreMandela Forum

Prosegue senza sosta il Viva i Romatici Tour dei Modà. Dopo una lunga estate che li ha visti impegnati in tutta Italia, prosegue nella versio-ne indoor uno dei concerti più fortunati del 2011. Non si ferma quindi il fenomeno Modà, iniziato lo scorso anno con il singolo “Sono Già Solo” (per 40 settimane consecutive al vertice delle classifiche). La band rivelazione dell’anno, riconoscimento effettivamente ricevuto ai Wind Music Awards e ai Venice Music Awards, ha poi consolidato il suo successo grazie alla partecipazione alla sessantunesima edizione del Festival di Sanremo, con il bra-no “Arriverà” (eseguito insieme

ad Emma), che si è aggiudicato il secondo posto nella catego-ria dei Big.

Francesco de gregori28 ottobreViper theatre

Grande ritorno per Francesco De Gregori che sarà in tour ad ottobre 2011 e lo farà tornando ad esibirsi nei club. Francesco De Gregori spiega cosi la scel-ta di suonare in questi spazi: “Voglio andare in giro in quei posti dove passa la musica più viva, dove c’è un pubblico speciale, non addomesticato. Dopo tanti teatri, dopo un bagno di velluti rossi, sento il bisogno di una dimensione più ‘disordinata’.” Con De Gregori suoneranno i musicisti che da alcuni anni lo affiancano: Stefano Parenti alla batteria, Alessandro Arianti al pianofor-te, Alessandro Valle al pedal steel guitar e alla chitarra, Lucio Bardi e Paolo Giovenchi alle chitarre e naturalmente Guido Guglielminetti, storico capobanda, al basso.

Le mostre

Folon nel giardino delle rose Mostra permanentegiardino delle rose

Il suo desiderio lo aveva già espresso prima di abbando-nare prematuramente questo mondo. “Io sogno di trovare un giorno in Toscana, un luogo, con un giardino, con una bella casa tranquilla, dove poter lasciare tutte queste opere perché esistano anche dopo di me”, aveva detto Jean Michel Folon, grande artista belga che in vita aveva molto amato la città del giglio. Dalla fine dello scorso mese dieci sculture in

bronzo donate dalla moglie di Folon fanno bella mostra di sè nella splendida cornice del giardino delle rose (che per l’occasione rimarrà aperto senza soluzione di continuità per un anno intero). Per fare un regalo all’artista e un regalo a tutti coloro che avranno modo di ammirarle.

France odeondal 20 al 23 ottobre cinema odeon

Nella prestigiosa sala a due passi da piazza Strozzi verrà presentato il film The Artist di Michel Hazanavicius, con Bérénice Berjo e Jean Du-jardin, vincitore del premio per la miglior interpretazione maschile all’ultimo festival di Cannes e Le Moine di Dominik Moll con Vincent Cassel.Quest’anno anche i produttori francesi Jean-Louis Livi e Xavier Delmas hanno deciso di venire in trasferta a Firenze per lanciare, con una proiezione speciale in anteprima assoluta, l’uscita francese di 10 JOURS EN OR di Nicolas Brossette , film destinato al vasto pubblico delle famiglie, interpretato da popolarissimo attore Franck Dubosc.

Babele: non pervenutaFino al 22 ottobre tethys gallery

Stefano Amantini, Lucia Baldini, Massimo Borchi, Guido Cozzi, Daniele Falletta, Carlo Gianferro, Marco Paoli, Pastis, Harri Peccinotti, Sandro Santioli, Alessandro Sardelli, Sandro Vannini, Fabio Zonta. Dodici fotografi per raccontare un anno di lavoro, un anno di scatti, un anno di stili diversi a confronto in questa “babele” di immagini.

la bella italia - arte e identità delle città capitaliFino al 4 marzopalazzo pitti

Che l’Italia fosse patria comune, unita dalla lingua, dalla religione, dall’eredità consegnataci da Roma antica, questo lo si è sempre saputo. Fino dai tempi di Dante Ali-ghieri e di Francesco Petrarca. Su un tale comune e condiviso sentire si sono innestate le storie particolari delle singoli capitali preunitarie: Torino e Milano, Genova e Bologna, Fi-renze e Venezia, Napoli, Roma, Palermo. Ognuna di queste capitali è stata ed è in diverso modo rappresentativa dei dif-ferenti destini, delle particolari identità dei popoli d’Italia.

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Page 36: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

aperta la bocca che avrebbe divorato i miei rifiuti. Contenta sì, di esserci riuscita, ma molto disgusta-ta di aver dovuto toccare con i miei polpastrelli quella fessura che altri avevano già toccato, resa sporca e appiccicosa e riempita inevitabilmente di germi! “Ma perché – pensai io – hanno abolito quella meravigliosa cosa che era quel pedale che consentiva di gettare la spazzatura senza con-taminarsi le mani?”. Mah!... Comunque il giorno dopo qualcuno con un briciolo di intelligenza in più di chi li ha scelti e commissionati ha stampato al computer e attaccato una striscia di carta con su scritto: “Tirare qui” ed una bella freccia. Mi sono sentita meno sola perché intuii che non ero stata l’unica a non capire... Dunque ne stavo parlando con la mia collega perché proprio quel giorno pioveva a dirotto e avevo vissuto un’altra bella avventura con il mio “Robot-mangiaspazzatura-interrato” ( che interrato non è; è solo più lonta-no dal mio portone ). Esco di casa tenendo nella mano destra l’ombrello, nella sinistra il sacchetto di rifiuti e... mi serviva assolutamente un’altra mano per aprire quell’aggeggio!!!!! Feci delle acro-bazie indescrivibili. Presi il manico dell’ombrello tra i denti, poi con la destra aprii quel dannato pertugio e con la sinistra finalmente mi liberai dei miei scarti alimentari. La mia collega dopo avermi ascoltato mi disse: “Beh, potevi appoggiare a terra il sacchetto, poi aprire il cassonetto, e quindi infi-lare la spazzatura”. “Toh! - risposi - grazie di avermi dato questo suggerimento”. Sono stata proprio sciocca a non pensarci da sola. Mi sentii ancora una volta un po’ stupida e mi proposi di seguire il consiglio della amica-collega (soprattutto per salvaguardare i miei denti....). Il giorno successivo non pioveva più, ma, in occasione del rito quo-tidiano della liberazione dalla spazzatura, decisi di provare a seguire il prezioso consiglio datomi il giorno prima. Sorpresa delle sorprese, quando aprii il cassonetto con una mano, facendo finta di avere nell’altra un ombrello, e feci per raccogliere da terra il sacchetto dei rifiuti, mi accorsi che la “bocca” si era immediatamente richiusa... Già, in-fatti l’oggetto misterioso, oltre ad essere privo di pedale per la sua apertura, è dotato di una rigida molla che, dopo aver faticato un po’ a vincerne la resistenza, si richiude immediatamente!!!!!!!!!!! In-somma, quando piove bisogna lasciare a casa la spazzatura, sperando in un giorno di sole, e por-tare sempre con sé un fazzolettino detergente per evitare tetano e colera. Ma per Firenze pulita e bella si fa questo ed altro.

Marcella Martinez

“CENACOLO DI ANDREA DEL SARTO,MANCA LA SEGNALETICA”Buongiorno! Ho appena terminato di leggere l’articolo sulle bellezze nascoste del quartiere 2, dove si parlava anche del Cenacolo dell’Andrea Del Sarto, che è veramente così poco visitato. Però va anche detto che non c’è una segnaletica che lo indichi, tanto che spesso i turisti sono costretti a chiedere dove si trova perché è effettivamente in una strada secondaria e ci arriva solo chi veramente lo sa. Perché quindi non proporre a chi di dovere di mettere dei cartelli che lo segnalino? Un’altra cosa: questo museo rientra nella famosa “card”? Penso che sarebbe importante inserirlo se ancora non c’è! Grazie per l’attenzione,

Maria Adele Bigagli

ERBACCE E VIABILITÀ,PONTE A GREVE RECLAMA ATTENZIONESpettabile redazione,sono una cittadina del quartiere 4 e vorrei portare, Vostro tramite, all’attenzione dei Sigg. amministra-tori del nostro Comune quanto segue: abito in Via Mariotto di Nardo (zona Ponte a Greve) in uno dei tre edifici costruiti ben 36 fa. Esistono di fianco dei suddetti edifici due piccole zone di proprietà del Comune che si trovano in completo abbandono.

Nello stesso punto c’è un incrocio di 3 strade (via del Roncolino, via Bugiardini e via del Ponte a Gre-ve) anche questo non regolato dove si verificano spesso incidenti stradali. Inoltre per metà di via del Roncolino e tutta via del Ponte a Greve non esistono marciapiedi. La sopra descritta situazione è stata fatta presente alle autorità preposte mol-te volte, anche in un recente passato. Ci era stato promesso che avrebbero provveduto, creando due mini-parcheggi e una rotonda allo scopo di riqualificare la zona ed evitare quindi sia pericoli di incidenti stradali che pericoli derivanti da erbacce secche che potrebbero provocare incendi. Faccio presente che questa zona piena di erbacce non viene mai pulita, una volta al mese come le strade limitrofe, e quindi un ricettacolo di immondizia di ogni genere. Spero tanto, come tutti gli altri abi-tanti della zona, che questa lettera possa servire a risvegliare l’attenzione dei nostri Sigg. ammini-stratori. Vi ringrazio a nome di tutta la comunità se vorrete pubblicarla sul Vostro giornale e porgo i miei cordiali saluti.

Carla Calosi

“A1, NUOVO NOME PER FIRENZE CERTOSA:PERCHÈ?”Salve,volevo semplicemente segnalare il discutibile cam-bio di denominazione dell’uscita Firenze Certosa sulla A1, che è stata modificata in Firenze Impruneta. Quale è il senso di questo cambiamento? Non fa che ingenerare confusione. Con la conseguenza, tra le altre, di dover ristampare tutti i depliants informativi delle aziende turistiche e non del Chianti fiorentino che avevano preso Firenze Certosa come punto di riferimento e che ora devono cambiare gettando al vento i vecchi depliants e dovendo spendere per ri-stamparne dei nuovi. Dover correggere tutte le indi-cazioni date alle agenzie, tour operators, gruppi che visitano da Firenze le nostre fattorie, i castelli, le can-tine, etc... Tanto lavoro in più con aggravio di spese (che di questi tempi si fanno sentire maggiormen-te); forse qualcuno di Impruneta voleva valorizzare il suo territorio a discapito di altri? Spero che non ci siano interessi privati in questo pasticcio.Grazie.

Simone Giannozzi

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.it

invia la tua segnalazionealla nostra redazione

[email protected]

Gentili Maria Cristina e Marco,torniamo a parlare, con la vostra lettera, di sporcizia e degrado nei luoghi pubblici, temi (com-prensibilmente) molto cari ai nostri lettori, che spesso ci raccontano di situazioni di abbandono e trascuratezza proprio nei posti in cui, come i giardini, vorrebbero trascorrere qualche ora di relax e tranquillità. È (purtroppo) piuttosto evidente: tanti, troppi luoghi versano spesso in condizio-ni indegne di una città bella e civile come Firenze. Vero che servono controlli, vero che compito delle pubbliche amministrazioni dovrebbe essere quello, oltre che di realizzare aree verdi per i cittadini e per i loro amici a quattro zampe, di occuparsi della loro manutenzione, vero infine che è doveroso segnalare dove questo non avviene: detto tutto ciò, lo ripetiamo ancora una volta, sta anche a noi cittadini comportarci come persone degne di tal nome e rispettare, con la no-stra condotta, gli spazi di tutti. Non basterebbero infatti tutti i controlli di questo mondo se i fre-quentatori di giardini & Co. continuassero a gettare – e a lasciare – di tutto per terra. Per quanto riguarda, nello specifico, l’area di Campo di Marte, ci auspichiamo che i problemi segnalati nella sua lettera vengano affrontati e risolti. Con più attenzione da parte di tutti, tanto delle istituzioni quanto dei cittadini.

Matteo Francini

GIARDINI, AREE CANI E SPORCIZIAI giardini di Campo di Marte si stanno degradando sempre di più e nessuno, apparentemente, se ne occupa. Per quanto concerne le due aree per cani che si trovano di fronte al giornalaio, c’è innanzitutto la maleducazione di molti “cittadini” che non raccolgono gli escrementi del loro animale, poi ci sono le foglie che cadono dagli alberi che vengono lasciate lì a marcire insieme agli escrementi, al tutto si uniscono sacchetti e bottiglie di plastica, giornali, e altri oggetti che lì non dovrebbero trovarsi (accendini, pezzi di stoffa e quant’altro si può trovare in luoghi pubbli-ci abbandonati). Questa mattina ho trovato nella parte più nascosta anche una cacca umana con tanto di kleenex! Faccio presente, nel caso non si fosse ancora capito, che questa parte dei giardini non viene pulita dagli operatori ecologici, vengono vuotati solo i cestini. Quando piove il luogo diventa un vero pantano e le numerose buche si riempiono di acqua. Per quello che concerne il resto del giardino, malgrado la pulizia giornaliera degli addetti, alla mattina presto si trova di tutto: bottiglie rotte, cartacce, etc. specialmente nei pressi dell’entrata delle palestre. Non ci si può lamentare solo dei ragazzini che uscendo o entrando dalle palestre buttano tutto a terra, ma anche dei ragazzotti più grandi che vengono ai giardini per dormire sulle panchine, gettare i petardi che terrorizzano i cani e, con grande divertimento, danneggiano le strutture esistenti. Anche nell’area dei bambini piccoli molte mamme non buttano nel cestino dei rifiuti i resti delle merendine, la carta o altro che i loro cari pargoli buttano a terra. Questo comporta che le mamme e le nonne civili che non insozzano i luoghi devono fare comunque un’attenzione strettissima e/o ripulire costantemente affinché i piccoli non portino alla bocca delle schifezze. Mi sono rivolta anche al Q2 per quanto concerne l’area cani affinché questa venga pulita almeno una volta la settimana, che le foglie vengano levate prima delle piogge autunnali chiedendo pure che ci sia un minimo controllo su questo bene pubblico che è frequentatissimo affinché sia preservato. Con le multe date si potrebbe pagare lo stipendio della persona addetta a far rispettare regole esistenti ed esposte ai giardini ma che non vengono assolutamente rispettate.Cordialmente,

Maria Cristina Bonerandi e Marco Gamondi

lettere

I “FURBETTI DEL CONTRASSEGNO”,UNA SEGNALAZIONESpett. Redazione,tramite Voi vorrei far giungere al Sindaco, del quale apprezzo molto l’operato, la segnalazione di questo episodio al quale ho assistito giove-dì mattina della scorsa settimana, riguardante il tema scottante dei “furbastri” della ZTL e dell’uso illegale del contrassegno per i disabili contro il quale il Sindaco sta portando avanti una più che sacrosanta crociata che, secondo me, dovrebbe essere ancora di più inasprita ed inflessibile. Stavo passeggiando insieme a mia moglie in Por Santa Maria e, pensando di trovarci in zona pedonale, eravamo in mezzo di strada, quando alle nostre spalle abbiamo sentito un clacson suonare insi-stentemente. Ci siamo voltati ed abbiamo visto il cofano minaccioso di un lussuoso e mastodonti-co suv ad un paio di metri da noi. Ovviamente ci siamo velocemente fatti da parte, mentre il “be-stione” proseguiva la sua marcia fino ad arrestarsi davanti alla gioielleria posta alla sinistra della stra-da in direzione del Ponte Vecchio. Dal suddetto suv è agilmente scesa una elegante signora che con passo altrettanto svelto è entrata nel nego-zio. Degno di nota il fatto che il parabrezza del mezzo in questione ostentasse il contrassegno per disabili!!!!!!!!! Peccato che tutto ciò si sia svolto a pochi metri di distanza da un gruppetto di tre vigli urbani che imperterriti hanno continuato a chiacchierare affabilmente tra di loro.Grazie per la cortese attenzione e cordiali saluti

Carlo Alberto Marilli

“LA MIA PRIMA VOLTACON I CASSONETTI INTERRATI”Qualche tempo fa mi sono trovata a parlare con la mia collega delle novità che il Sindaco Renzi avrebbe messo in atto per migliorare la qualità della vita di noi cittadini fiorentini; il discorso è ca-duto sul progetto di eliminare i vecchi cassonetti e di sostituirli con altri “interrati”. Mi sono sentita orgogliosa di poter dire che nella mia zona ( quar-tiere 1 ) “godevo” già di questo privilegio da alcu-ni giorni, ma che purtroppo l’impatto che avevo vissuto il primo giorno in cui provai ad utilizzarli non fu proprio piacevole. Infatti rimasi un po’ di tempo ad osservare quell’oggetto misterioso aspettando che mi arrivasse qualche segnale che me ne illustrasse l’uso. Nulla! Giro intorno, osser-vo, leggo le scritte, ma niente mi aiutava a capi-re. Le scritte inneggiavano esclusivamente alla bellezza di lui medesimo e alla pulizia di Firenze (sigh!). Cercai un pedale, un pulsante che potesse farmi accedere alla “bocca” divoratrice del mio sacchetto di rifiuti indifferenziati. Su di me sento gli occhi dei passanti mandarmi segnali di pietà e commiserazione. Spingo, tiro, sollevo quello che immaginavo potesse essere l’orifizio. Non una scritta per gli ignari cittadini che per la prima volta si trovano davanti a quella specie di grigio Robot. Non so come, ma, con un guizzo che mi fece stupire di me stessa, capii che tirando verso di me, a mani nude, un bordo d’acciaio, si sarebbe

36 Ottobre 2011

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Page 38: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

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Page 40: Il reporter-Incisa-Ottobre 2011

Il fascino di abitarein Toscana

SI VENDONO APPARTAMENTI

Per informazioni: Tel. 055.91.38.203 - www.ilgiardinodeipiccoli.com

Il Giardino dei PiccoliIl complesso residenziale storico finemente ristrutturato con architettura biocompatibile a Figline Valdarno,

nel Chianti Fiorentino a 20 km da Firenze, 30 da Arezzo, 35 da Siena. Il borgo con le sue torri, formato da

appartamenti unici di varia tipologia, è sito nel centro storico del paese dentro le mura del XIII secolo.

Il Giardino dei Piccoli è vero concentrato di moderna tecnologia abitativa che mantiene il fascino indelebile del

suo antico splendore.