IL REGIME - La Provincia di CremonaL. 150 Numer;o separat 30o cent Arretrat; . o cent 50. — Gl...

4
If^SSf IL REGIME PREZZI DELLE INSERZIONI per mm. d'aliezz» (laigh. una colonna): Avvisi commerciali L. 3.00 _ AVVISI finanziari L 7,00 - Necrologie L 5,00 - Sentenze L. 5,00 — Cronaca (Echi di cronaca, di tpettacoli. nuovi, onorificenze, gite, viasg-, matnmow, nascile, lauree, diplomi ecc.) L 6.00 — Avviti eco. nomici (vedi rubrica) Pagarnento amie Rivolgersi esclmivamenle all'UNIONE PUBBLICITÀ' ITA- LIANA 5. A.: Filiale di CREMONA - Galleria 23 Marzo - Tel. 18-25 - Centrale di Mil ano e Succursali Fondatore: ROBERTO FARINACCI Pubblicazione mensile : " MAMME E BIMBI „ Rivista illustrata Anno L 15 MARTEDÌ' 5 OTTOBRE 1943-XXI - CREMONA - ANNO XXIX • If. 184 PREZZI D'ABBONAMENTO — Italia e Inipcro: Annuo L. 75; Semejtre L. 38; Trimestre L. 20; Estero L. 150; Numero separato cent. 30; Arretrato cent. 50 — Gli abtionanienti si ricevono ai nostri Uffici Dir. Red. Amm.: Piazza Costanzo Ciano - Telef. Redaz. 1574, 15-75; Amm 23-13 C. C. P. 17591 ADOGLIO INCITA GLI ITALIANI AL FRATRICIDIO I hi oserà raccogliere l'appello dell'ignobile traditore? "La guerra continua,, Vittorio Emanuela ha co- stituito il suo governo. Sono tre spregevoli figuri che han- no preparata e offerta la ca- pitolazione dell'Italia: Bado^ glio, Roatta, De Courten. Il Marchese di Capotetto ha già lanciato il suo messag- gio agli Italiani delle Provin- cie occupate dagli Anglo-ame- ricani. « E' nostro stretto dovere, casi conclude^ di combatte- re a fianco degli Inglesi e de- gli Americani contro i Tede^ schi e gli Italiani degeneri ». Ora finalmente abbiamo la spiegazione inequivocabile delTappello firmato dal re e dallo stesso Badoglio il 25 luglio in cui si affermava che la guerra sarebbe continuata. Era già nel programma d^L governo dei 45 giorni di trw- dire la Germania e di mettere a disposizione del nemico le nostre Forze Armate. E gli Italiani bonaccioni, per non usare un altro ter- mine, hanno applaudito alla fine del Fascismo perchè final- mente l'emissario della mo- narchia dopo l'armistizio do- nava loro la pace. Si a/scorse- To presto che erano stati cini- camente turlupinati perchè gettati nella guerra civile e soprattutto insozzati di ver- gogna. Il nostro suolo doveva di- ventare U. campo di battaglia contro i Tedeschi, contro i no- stri camerati della Libia, deL la Russia e della Sicilia. E- rano convinti, i nefasti uo- mini del 25 luglio, che le no. stre città, le nostre campagne, le nostre montagne sarebbero state teatro di lotte accanite fra noi e le forze germaniche. Pretesa assurda. Quando i nostri generali per lunghi me. si avevano invigliacchito i sal- dati; quando non si era fatto conoscere a costoro che la ri. tirata disordinata, non si po- teva pretendere che gli Ita- liani in armi combattessero ancora per lo scopo di salvare la corona con la distruzione del nostro paese. All'estero si è molto ironiz- zato sul fatto che pochi Tede- schi abbiano disarmato interi reggimenti, intere divisioni. La verità è che, ad eccezione dei generali e di molti uffi- ciali, che hanrio dato l'ordine di resistere fuggendo ai primi colpi di fucile, la massa dei nostri combattenti ha deposto le armi perchè trovava incori- cepibile, delittuoso, rivoltarle contro il camerata, il fratello di ieri. Badoglio, non soddisfatto di aver gettato quasi nell'a- bisso la nostra Patria, pur di salvarsi assiema al complice Vittorio Emanuele, invita an- cora gli Italiani a versare san- gue perchè accettino i dodici punti della capitolazione. Così i bolognesi che l'altro giorno hanno subito un nuo- vo grave bombardamento e che conoscono quale è la ri- levante cifra dei morti, sanno anche chi ringraziare. Le bombe di ogni calibro cadute sulla loro città proven- gono dagli Anglo-america- ni, ma anche dal governo di Badoglio. La stessa radio dal- la quale il Marchese di Ca- poretto Ita parlato, ha l'altra sera magnificato l'incursione su Bologna e ha esaltato i partigiani che tentano di oc- cupare nella Venezia Giulia le terre per le quali nell'altra grande guerra versammo fiu- mi di sangue. Ma fra tanta tragedia non manca la nota comica. Il <»- siddetto Principe di Piemonte a un corrìspoiìdente 'del Daily Express di Londra, ha dichia-, rato che il suo più bel giorno sarà quando potrà riassumere il comando delle sue Armate per cacciare i Tedeschi dal- l'Italia e sterminare i loro sa- telliti. Ci voleva raml}iente londi- nese per trasformare in un combattente, in un eroe, il figlio di Vittorio Emanuele. Sì, perchè come giusta- mente ha detto Mussolini ^-^ costui dopo aver sollecitato il comando di un gruppo di Ar- mate, mai si avvicinò al fron- te. Egli si limitava a sculet- tare per le vie di quelle città d^ve il pericolo era lontano. Ma non s'accorgono questi buffoni di cosiddetti coman- danti, di cadere nel ridicolo più, compassionevole? Se essi come hanno strombazzato per quarantacinque giorni i erano i veri esponenti e rap- presentanti del popolo d'Ita- | Ha, perchè sono fuggiti igno- minìosamente? Ed oggi hanno la sfacciataggine d'invitare gli Italiani delle provincie occu- pate a combattere contro i propri fratelli che si stanno riorganiz'zando per mettersi a fianco dei Tedeschi. Per quale prospettiva e per quale meta si guardano bene dal dirlo. Ma da Londra parla Eden, il quale senza prendere in considerazione Vittorio Ema- nuele e Badoglio riafferma il suo programma: colpire senza pietà l'intero popolo italiano. Ben diverso è il nostro pro- gramma: ogni sacrificio vo- gliamo affrontare per ricon- quistare il suolo sacro "della Patria e per poter ritornare nel nostro Impero, dove ci attendono i morti, dove ci attendono i vivi. Il discorso di Goebbels, te- nuto allo Sport Palasi di Ber- lino, discorso pieno di fede, pieno di speranza e di forza, aumenta la nostra volontà, la nostra certezza. Un eroe da vendicare: EnORE MUTI I PflSTDLllTI PER LJl RlNIlSCiTIl FISSATI DA MUSSOLINI /. - Riprendere le armi a fianco della Germania, del Giapponese degli altri alleati. Solo il sangue può cancellare una pagina così obbrobriosa nella storia della Patria. 2. - Preparare senza indugio la riorga- nizzazione delle nostre Forze Armate attorno alle formazioni della Milizia. Solo chi è ani- mato da una fede e combatte per un'idea non misura l'entità del sacrificio. 3. - Eliminare i traditori, in particolar modo quelli cìie nelle ore 21,30 del 25 luglio militavano volontari da parecchi anni nelle file del Partito e sono passati nelle file del nemico, 4. - Annientare le plutocrazie parassitarie e fare del lavoro finalmente il soggetto del- l'economia e la base infrangibile dello Stato. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiMiMiiiiniiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii'mniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiHiiiiiiiaiiiiiM iintiiiiiiiiii Una lettera di Farinacci alla Commissione per gli illeciti arricsiiimenti L'Eccellenza Farinacci ha in- viato al Presidente, della Com- missione per gli illeciti arric- chimenti, la seguente lettera: Eccellenza, durante la mia assenza dall'Italia per sfuggire all'assassinio premeditato dal- l'ignobile uomo che risponde al nome di Pietro Badoglio, la stampa italiana da lui inspi- rata, ha alimentato una cam- pagna scandalistica nei miei ri. guardi. La ragione era più che evidente. Io fui il primo a de- nunciare il tradiinento del Marchese di Caporetto e a. staf- filarlo a sangue dalle colonne del mio giornale. Su di me si sono create delle leggende fino al punto che do. vrei restituire allo Stato cen- tinaia e centinaia di milioni di cui oggi mi accontenterei inve- ce di avere soltanto l'interesse del cinque per cento. La mia. vita privata e pub- blica è sempre stata inspirajta alla massima correttezza. Il fango che si è cercato di sca- gliarmi contro non mi ha col- pito, né nli sono impressiona- to delle escandescenze del po- polino su cui poggiava l'azione cosiddetta risanatrice del nuo- vo regime liberale. Fin dal 28 agosto consegnai all'Ambasciata d'Italia a Ber- lino ••posseggo regolare rice- vuta — un mio lungo memo- riale illustrativo e gius.tiflcati- vo perchè il ministro degli Esteri Guariglia Ve lo facesse recapitare. Debbo ritenere che questo sia avvenuto ed è per- ciò che oggi Vi chiedo che il mio caso sia esaminato con la xaassima urgenza. Non perchè il Vostro respon- so debba servire a me che ho lai coscienza tranquillissima, ma per smascherare •-se ve ne fosse il bisogno ancora una volta Pietro Badoglio e tutta quella consorteria di giornalisti che dopo aver vis- suto lautamente alle spalle del Fascismo, hanno venduto la penna a colui che riteneva- no avesse sepolto per sempre ij regime mussoliniano. Cosi potrò anche raccontar- vi quello che è av^'enuto da parte dei Vostri organi esecu- tivL II saccheggio, il furto, la menzogna spudorata, la viola- zione di ogni norma di legge, furono perpetrati da autorità altolocate la cui condotta non ha nulla da invidiare ai sistemi della peggiore teppa. Forse si credeva ch'io fossi morto per sempre. Mentre Vi chiedo di far luce su tutto il mio passato mi ap- presto a querelarmi contro i direttori dei giornali: Italia, Corriere della Sera, La Stampa, Gazzetta del Popolo, Resto del Carlino, Messaggero e altri per il reato di ingiurie e diffama- zione. Naturalmente chiamerò in causa anche i responsabili ci- vili per il grave danno morale arrecatomi. Sarà cosi la prima volta che riuscirò in politica a concludere un affare. Credetemi FlOBmiTO FAIUMACOI LO SCEMPIO DI SANTA GORIZIA Direttive di PavoHnl ai commissari repubblicani Roma, 4 ottobre' Il segretario del Partito, Pavo- lini, ha diramato queste diretti- ve ai commissari delle Federazio- ni provinciali fasciste repubbli- cane; In materia di politica interna nei riguardi degli avversari ed ex avversari è per lo meno inutile che si continui a fare eco qua e io a prese di pos':ioni, già verifica- tesi^ nel Fascismo di alcune prò. vincie d.'JLÌ primi giorni della rico- stituzione. E' ormai intervenuta la dichiarazione del Duce al Consi- glio dei misiistri. Essa serve di o- ' rientamento per tutti i repubbli- cani, senza bisogno di appelli a troppo generosi abbracci univer- sali. Siano pertanto ben ricordati, dunque, i seguenti punti: ' 1) La giustizia fascista sarà du- ra nel colpire i traditori del Fa- scismo. Il Partito li deferirà ai Tri- bunali Speciali. 2) Non possono trovare perdono gli autori di violenze materiali o morali ai fascisti e agli Italiani in genere, durante i 45 giorni del- l'obbrobrio; 3) Una volta poste queste inde- rogabili premesse, è inteso che 'non bisogna incrudire la situazio- ne. Abbiamo altro da fare che per- seguitare gli antichi antifascisti. Di più il Fascismo repubblicano è un partito nuovo e come tale s- pre le porte a tutti ed altresì è consapevole che una profonda re- visione è in atto, per cui m.olts vecchie antitesi cadono e cadran- no. In questo senso, sul terrena po. lilQsiiiinioso contegno di alcuni comandanti liadogiiani - La città e li borgate in preda t alle selvagge orde del famigerato Tito - Violenze e delitti orrendi di partigiani Il magnifico comportamento di pareccfii reparti italiani - la liberazione delia città (>M. Gorizia, ottobre , G.) Siamo finalmente in grado di potere, sia pure som- mariamente, scrivere la tragica cronistoria dei sanguinosi avve- nimenti svoltisi dall' 8 all' 11 set- tembre u. s. nella nostra povera e martoriata città e nel Gorizia- no tutto. In nessun'altra parte d'Italia crediamo, ed a ragion vedu- ta l'ignominioso tradimento di Badoglio e dei suoi generali ha assunto un carattere così cri- minalmente fratricida e così osce- namente odioso come in questa nostra zona, cara al cuore di quanti Italiani sanno cosa essa fio. rappresentato e rappresenti per i nostri fratelli caduti nella penultima grande guerra e per noi ancora che, loro sopravviven- do, di Gorizia la Santa abbiamo fatto il simbolo del valore e del- l'audacia di nostra gente. Ma non vogliamo imprecare: a marchiare ,i responsabili dell'on- ta che li macchierà in eterno è sufficiente la nuda e scheletrica esposizione dei fatti. Ed i fatti cominciano appunto da quella tristissima sera dell' 8 settembre, quando popolo e militari appre- sero dalla radio l'inqualificabile defezione. re e Anche però attenendoci a} solo dovere di cronisti obiettivi, è giocoforza premettere che già da tempo oltre 20.000 uomini no- stri erano schierati nel Gorizia- no tra Aidussina, Loqua, Santa Lucia di Tolmino, 'Tolmino, Idria, ecc., in perfetta efficienza di guerra. Schierati contro chif E' facile immaginarlo. Era anche logico presupporla. Ma non lo hanno immaginato né lo hanno presupposto i fanti d'Italia. E più ancora di loro gli alpini del- l'eroica Divisione « Julia », redu- ci appena dalle steppe del Don, nelle quali, fianco a fianco, si erano superbamente battuti con l'alleato germanico e a questo rendevano leale omaggio, come da esso avevano ricevuto e rice- vevano il sìncero riconoscimento da uomo ad uomo e da combat- tente a combattente. Il mattino del giorno stesso dell'ignobile ar- mistizio, in fraterno simposio, ufficiali nostri ed ufficiali tede- schi si erano riuniti per cemen- tare ancora di più ì vincoli di schietto cameratismo e per rin- novare il giuramento di tutto da- re in stretta collaborazione per la mèta suprema dei loro sacri- fici e del sangue versato: la Vit- toria. Poche ore dopo, invece, la bruta realtà degli avvenimenti: l'inconcepibile . resa senza condi- zioni, il tradimento piit, nero e più infame verso l'alleato e l'ami- co di un minuto prima. Stupore e sgomento, sdegno e dolore, vergogna ed umiliazione hanno dilaniato l'animo dei no- stri soldati, i quali, superato lo stordimento della percossa ina- spettata, si trovarono, ufficiali e soldati, concordi nel respinge- re l'assurdo ordine e di schie- rarsi senz'altro a lato dei Germa. nici.-Senonchè, se per la t Julia-» un tanto potè effettuarsi per la maggior parte dei suoi magnifici reparti, alcuni altri, al contrario, si ebbero una diversa sorte per colpa dei loro comandanti supe- riori. E valgano i fatti più delle . parole. A Santa Lucia di Tolmino to- stava in quei giorni il ITI" Reg- gimento Artiglieria tedesco, co- mandato dal colonnello Scharem. berg. A questa magnifica, figura dì loldaio e di combattente, mv^ tilato di guerra e fervidissimo amico dell'Italia, come le cose di- mostrarono appresso, presen- tava a nome degli ufficiali del 3° Reggimento Alpini della « Ju- lia », il capitano Attilio Romano, di cui lo Scharemberg si servì per diramare nella notte a tutte le formazioni della valorosa Di- visione un proclama, nel quale era detto che i Tedeschi non potevano considerare nemici que- gli stessi uomini che nell' ansa del Don si erano con essi bat- tuti fino all' inverosimile e con essi avevano sofferto, sparso il proprio sangue e disseminato di morti il conteso terreno.- Ma gli avvenimenti precipita- vano: già si aveva notizia che bande di partigiani slavi muove- vano indisturbati verso Gorizia e verso gli altri paesi del Gori- ziano. Erano essi ì selvaggi e ini. serandi miliziani del famigerato Tito che, agli ofdini del coman- dante inglese William, ubriachi di odio antitaliano, procedevano saccheggiando e devastando ver. so i centri maggiori della nostra provincia. Occorreva provvedere senza ritardo. Il colonnello Scha- remberg avanza subito con la sua colonna sulla strada che da San- ta Lucia di Tolmino mena a Go- rizia, mentre agli ufficiali e ai soldati italiani che gli si erano affiancati, lascia l'ordine di costi- tuirsi subito in formazioni orga- niche. Difatti l'indomani mattina e nei giorni seguenti li vedremo all'opera con inimitabile spirito di combattività e di ardire. Sulla strada summenzionata, i Germa- nici trovano il primo sbarramen- to formato dal 9° Reggimento Al- pini, al comando del colonnello Sibilla. Gioverà a tal punto rile- vare che ufficiali e soldati già erano d'accordo di schierarsi a fianco del vecchio e fedele al- leato; senonchè l'opera imbelle e sabotatrice del colonnello Sibilla rovinerà per breve tefnpo la ge- nerosa iniziativa. Al comandante tedesco, che of- fre onorevolissime condizioni per un accordo, il Sibilla difatti ri- sponde temporeggiando ed of- frendo inutilmente dei colmi bic- chieri di birra. (Storico). Do rmicolo episodìa Sono le ore 23 dell' 8 settem- bre. Lo Scharemberg, messo nel. l'impossibilità, dal contegno del Sibilla, di seguirne la stolta tat- tica di prender tempo, si vede costretto a porgli un ultimatum di 40 minuti, scaduti i quali il comandante del 9° Alpini conti- nua ancora nella farsa di tenten- namento e di offerte di calici di birra. A mettere fine alla disgu- stosa scena interviene un capita- no delle S. S. che lo arresta. Non varrebbe la pena di nar- rare il ridicolo episodio se esso non avesse avuto perr^conseguen- za lo sbandamento e il disarmo dell' intero Reggimento Alpini. Quando però, poco dopo, lo Scha- remberg avrà sentore del vero stato d'animo delle truppe, invie- un nostro ufficiale ad inter- rompere il loro viaggio di pri- gionia verso la Germania ed a farli tornare indietro al loro posto. L'indomani mattina, 9 settem- bre, la colonna tedesca prosegue il suo cammino verso Gorizia. A poca distanza dal ponte di Sal- cano è schierata la Divisione f Torino », comandata dal colon- nello Gatta. A quest'ultimo il co- mandante tedesco ripete le paro- le del proclama: nessuna inten- zione da parte germanica di corri. Htiere contro gli ftolioni; Molo però, dato che il ponte è minac- ciato dai ribelli slavi, imposses- sarsi di esso. Il Gatta risponde iniziando il fuoco, al quale i Te- deschi controbattono, mentre truppe delle S. S. conquistano d'assalto, nel volgere di pochi mi- nuti, la importante posizione. Ot- tenuto questo successo, lo Scha- remberg fa cessare il fuoco nella speranza che il Gatta addivenga a trattative. Ma, vista inutile ogni sua opera di persuasione, alla se- ra il combattimento riprende e nella notte viene condotto a ter- mine con lo sbandamento della Divisione « Torino ». che viene nella quasi sua totalità catturata. U aerazione di Gorizia L'indomani, 10 settembre, ha inizio l'investimento di Gorizia. Nella città intanto si perpetra, aus'pice uno dei più vili coman- danti badogliani, il generale Ma- laguti, il più sozzo dei tradimen- ti che un italiano abbia mai po- tuto commettere a danno di altri italiani. Già difatti il suddetto comandante la difesa di Gorizia aveva consegnato la città inerme all'odio disfrenato dei partigiani slavi. Non solo, ma ad essi, strac- ciati, sporchile male armati, ave- va altresì consegnato intatti de- positi di armi e di munizioni non. che tutte le installazioni dell'Alta Scuola di pilotaggio. Pari nell'in- famia al Malagutì è stato anche il comandante del 9" Reggimento Artiglieria alpina, che ha disar- mato, senz'ombra di vergogna, i suoi uomini, cedendo ai partigia- ni tutti i pezzi e tutti i relativi proiettili. Le bande comuniste Tito, avuta così facilmente ragione del- la città, si diedero ad ógni sorta di violenze e di delitti. Invano la popolazione italiana cercò di rea- gire, invano si lottò di strada in strada, e in talun punto di ca- sa in casa. Il terrore comunista e l'odio slavo trionfarono nella giornata del 10 in pieno. Uomini vennero evirati o scannati; altri furono trucidati nella maniera più bestiale: impalandoli vivi. Donne e bambini vennero porta- ti via come ostaggi, ed a coro- namento di tutto ciò, incendi e saccheggi senza fine. Già però nella giornata del 10 la colonna tedesca Scharemberg, rafforzata da reparii della » Ju- lia » € da formazioni speciali di ufficiali italiani che, combattendo da semplici soldati al comando del tenente colonnello Carneva- lis, avevajio conquistato il S. Ga. briele, attaccava la città. Dopo aspri combattimenti, durante i quali i ribelli slavi subivano per- dite oltremodo gravi (attorno a Santa Gorizia è un solo immenso cimitero di cadaveri in putrefa- zione) la mattina dell'11 settem. bre il tricolore d'Italia tornava a sventolare sulle case martoriate. La' scena dell'ingresso in Go- rizia delle truppe italo-tedesche ha assunto un tono di così in- tensa italianità e di così profon- da emozione che non può essere descritta. Fra l'entusiasmo deli- rante dei superstiti della popola- zione italiana, automezzi carichi di soldati tedeschi, di Camicie Nere, fanti, genieri, artiglieri, mi- liti della Sanità e della Sussisten- za percorrevano la città inneg- giando alla Patria fascista e con grandi bandieroni italiani. Immediatamente venivano ri. costituiti la Federazione dei Fa- sci di Combattimento di Gorizia, i Fasci repubblicani di Gradisca, di Cormons « di molte altre lo- calità. Nella stessa vittoriosa gior. omiDonzfl per lo tnlelfl delie Forze Armale Germosiclie in data 29 settembre 1943 Per tutto il Territorio del Comandante Militare Germa. nico dell'Italia Settentrionale ordino quanto segue: PABAGRAI-X) 1 1) Chiunque commetta una aggressione alla vita di un ap. partencnte alle Forze Armate Germaniche, oi>pure apparte- nente ad un Ufficio Germani- co, verrà punito con la pena di morte. 2) Chiunque commetta un atto di violenza contro le For. ze Armato Germaniche, i loro impianti ed istituzioni,' verrà pure punito. 3) Nei casi meno gravi po. tra essere applicata la pena dell'ergastolo o la reclusione. PARAGRAFO 2 Quest'ordinanza entra in vi- gore con la sua pubblicazione sulla stampa o con l'annuncio a mezzo della radio. Il Comandante Superiore f.to ROÌIMEL F^eldmaresciallo la liooiarda propaganda aflglo-sassone | S ' S XuZinf df^^;"; p7-oi;enien2e, ormai giunti alla coincidenza di idee, purché sia- no buoni italiani, in difesa della bandiera e dell'onore dell'Italia. VerordDDoozDmSMze der deuiscHeD WetirmacDi Vom 29 September 1943 Ich verordne fìir den Bereich des Militàrbefehlshabers Obe- ritalien, was folgt: PARAGRAPH 1. 1) Wer gegen einen Ange- horigen der deutschen Wehr- m,acht oder einer deutschen Dienststelle einen Angriff auf Leib oder Leben begeht, wird mit dem Tod bestraft. 2) Ebenso wird bestraft, wer eine Gewalttat gegen die deut- sche Wehrmacht, ihre Ànla- gen und Einrichtungen begeht. 3) In leichteren Fàllen kann auf Zuchthaus oder Gefdngnis erkannt werden. PARAGRAPH 2 Diese Verordnung tritt mit ihrer Verkiindung in der Presse oder im Rundfunk in Kraft. Der Oberbefehlshaber gez. : ROMMEL Generalfeldmarschalt I devastatori delle nostre città incolpano i tedescbi delle rovine Berlino, 4 ottobre La projMgtifìda nemica ;n.s:.5te suHe difitruzioni efl'ettuate dai te- deschi prima di evacuare deter- minate località. Tali distruzioni riguardano esclusivamente im- pianti militari o comunque di in- teresse militare e rientrano, quin- di, in quella che è la condotta delia guerra. L'azione di propaganda nemica ha lo scopo di far ricadere su; tedeschi la colpa delle enormi devastazioni effettuate dagli stes- si anglosassoni. Fino ^ orova contraria sono questi ultimi che hanno distrutto metodicamente le nostre piiì belle città ed han- no massacrato interi rioni popo- lari con fini esclusivamente terro- ristici e per indurre il popolo al- la resa. Ma il popolo italiano, l'autenti- co popolo italiano, non si è arre- so; si sono arresi alcuni irrespon- sabili che hanno tentato di coin- volgere l'intera nazione. Le ma- cerie visibili in ogni città d'Ita- lia, le vittiime ancora insepolte, tutto spinge gli autentici italia- ni a non dimenticare, a non ve- nire a nessuna transazione con un nemico che vuole spadroneg- giare anche sul suolo italiano. E' il popolo anglo-vsassone, che es- sendo padrone del mondo, vuole ora respingerci fino all' ultiimo gradino della società civile. GII Inglesi non manderanno carbone in Italia Stoccolma, 4 ottobre Il commentatore della radio britannica, Hole. parlando della situazione del fronte interno del suo Paese, ha dichiarato che nel- l'imminente inverno gli Inglesi dovranno abituarsi al sapore del- lo scoiattolo ora che ne è stata concessa la caccia libera. Con- temporaneapiente Hole ha pre- parato gli animi dei suoi ascol- tatori ad tma prossima riduzione delle as.segnazioni di carbone, ma li ha confortati assicrurando che non verrà inviato in Italia nean- che un grammo di combustibile. ProloDda slldiitia aDglo-saEsoDO nei traiiittìri iudogliaiii Algeri, 4 ottobre Il commissario per l'interno del Comitato francese, di ritorno da un viaggio di ispezione in Corsica, ha dichiarato che il mag- gior desiderio dei Corsi è che siano al più presto allontanate dall'isola le truppe di Badoglio. Secondo il giornalista che ha raccolto questa dicliiarazione, i soldati italiani che si .sono di- chiarati per Badoglio vei-ranno inviati nell'Asia anteriore e in India per essere impiegati con- tro gli arabi e i giapponesi. Le ragioni di questo progetto sono da ricercarsi nella profonda sfi- ducia che i Governi di Londra e di Washington nutrono nei confronti della cricca dei tradi- tori badogliani. la nomina di Buggero lontano a ministro dei lavori Pubblici Roma, 4 ottobre n Duce, integrando la com- posizione del Governo fascista repubblicano, ha nominato mi. Bistro dei Lavori Pubblici il dott. Ruggero Romano, nato a Acireale (Catania) nel 189.5, squadrista, combattente, deco. rato di guerra, decorato al va- lor militare, già sottosegretario di Stato. iiiimiuiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiimiiiiiuiniiuiuiiiiiiiniiiiiiumiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii passava in rivista ed esaltava il comportamento delle truppe ita- liane. E veramente queste ma- gnifiche truppe devono aversi in- tera la gratitudine della Patria. Siamo spiacenti di non poter citare tutti i reparti che si sono distinti; ma non vanno dimenti- cate le batterie del 3° Reggimen- to Artiglieria alpina, che al co- mando del capitano FrattarelH e di altri valorosissimi giovani han- no portato al vittorioso esito un contributo di efficacia inestima- bile. Per contro vanno segnalati al disprezzo di tutti gli Italiani, ol- tre i nomi dei comandanti bado- gliani già citati, quelli del gene- rale Zanini del Corpo d'Armata di Udine, del generale Giorgettl della difesa della Piazza di Gori. «oìo ji tìoJonneilo Scftoremdeffl I «a. • * if maggior* Florio, eis mandante i RR- Carabinieri del- la stessa città, il quale ultimo in vigliaccheria ha superato .; suoi stessi capi. E' a costoro che dobbiamo lo sbandamento e la cattura di circa 20.000 7iostrl sol. dati, i quali altro torto non han- no avuto se non la disgrazia'im- mensa di essere guidati da uffi- ciali miserabili. Oggi, nel sole autunnale, Gori- zia e le altre cittadine del Gori- ziano rimarginano le loro ferite. I segni della devastazione e del- la morte sono troppo recenti perchè non si appalesino subito; ma al di là di ogni stranio patito, di ogni onta subita, s.i erge fer- rea e incrollabile la volontà di combattere ad ogni costo per Fo- nare d'Italia. E nel nome di Santa Gorizia, 003) sta/ '•' Incredibile Era già stato firmato Vtcr- mistizio ed il giorno 6 set- tembre formazioni anglo- americane bombardarono Frascati. Le conseguenze fu- rono disastrose. I morti si contarono a migliaia. Ad- dosso ad un aviatore cattu- rato si trovò una carta topo- grafica indicante la disloca- zione dei vari comandi tede- schi. Radio Roma del gover- no badogliano il giorno se- guente dava la notizia che era stata bombardata Fra- scati unicamente perchè colà vi era il Comando germanico e che il generale Kesserling pur travolta dalle macerie si era salvato miracolosamente, A molti sembrò strana questa radio trasmissione che precisava gli obiettivi col- piti. La verità è che Bado- glio, che aveva consegnato la cartina topografica, voleva far sapere subito agli Anglo- americani, con i quali aveva progettata la terroristica in- cursione, che tutto era an- dato bene e che poco mancò se fra le vittime non vi fosse anche il comandante tedesco. Nello stesso modo furono concretati ad armistizio concluso i bombardamenti di Napoli, Pescara e Po- tenza. Si può essere più ignobili, più spregievoli? Il traditore Badoglio aveva bisogno di migliaia e m,i- gliaia di morti italiani per convincere gli Anglo-ameri- cani che tutto era disposto ad osare per dare la dimo- strazione del suo tradimento ai danni dell'alleata Ger- mania. Ed il re sapeva ogni cosa perchè già qualche giorno prima dell'otto aveva fatto trasportare sulle navi da guerra tutto ciò che vi era di prezioso al Quirinale ed a Villa Savoia. Infatti sulla nave Savoia rimasta ad An- cona in mani tedesche, fu- rono rinvenute 54 casse ài argenteria appartenenti alla famiglia reale, che furono poi sequestrate e depositate presso la Banca d'Italia di Ancona. V'è qualcuno ancora in Italia con idee nostalgiche per Vittorio Emanuela III? Non crediamo. In una crm sola gli Italiani tono ntUi d'accordo: nella fine ignQmi- tnam Uetta monarchia^

Transcript of IL REGIME - La Provincia di CremonaL. 150 Numer;o separat 30o cent Arretrat; . o cent 50. — Gl...

Page 1: IL REGIME - La Provincia di CremonaL. 150 Numer;o separat 30o cent Arretrat; . o cent 50. — Gl abtionanienti si ricevon i ai nostro i Uffici Dir. Red Amm.. : Piazza Costanz - Telefo

If^SSf

IL REGIME PREZZI DELLE INSERZIONI per mm. d'aliezz» (laigh. una colonna): Avvisi commerciali L. 3.00 _ AVVISI finanziari L 7,00 - Necrologie L 5,00 - Sentenze L. 5,00 — Cronaca (Echi di cronaca, di tpettacoli. nuovi, onorificenze, gite, viasg-, matnmow, nascile, lauree, diplomi ecc.) L 6.00 — Avviti eco. nomici (vedi rubrica) — Pagarnento amie — Rivolgersi esclmivamenle all'UNIONE PUBBLICITÀ' ITA­LIANA 5. A . : Filiale di CREMONA - Galleria 23 Marzo - Tel. 18-25 - Centrale di Mil ano e Succursali

Fondatore: ROBERTO F A R I N A C C I Pubblicazione mensile : " MAMME E BIMBI „ Rivista illustrata Anno L 15

M A R T E D Ì ' 5 OTTOBRE 1943-XXI - CREMONA - ANNO X X I X • If. 184

PREZZI D'ABBONAMENTO — Italia e Inipcro: Annuo L. 75; Semejtre L. 38; Trimestre L. 20; Estero L. 150; Numero separato cent. 30; Arretrato cent. 50 — Gli abtionanienti si ricevono ai nostri Uffici Dir. Red. Amm.: Piazza Costanzo Ciano - Telef. Redaz. 1574, 15-75; Amm 23-13 C. C. P. 17591

ADOGLIO INCITA GLI ITALIANI AL FRATRICIDIO I hi oserà raccogliere l'appello dell'ignobile traditore?

"La guerra continua,, Vittorio Emanuela ha co­

stituito il suo governo. Sono tre spregevoli figuri che han­no preparata e offerta la ca­pitolazione dell'Italia: Bado^ glio, Roatta, De Courten.

Il Marchese di Capotetto ha già lanciato il suo messag­gio agli Italiani delle Provin­cie occupate dagli Anglo-ame-ricani.

« E' nostro stretto dovere, casi conclude^ di combatte­re a fianco degli Inglesi e de­gli Americani contro i Tede^ schi e gli Italiani degeneri ».

Ora finalmente abbiamo la spiegazione inequivocabile delTappello firmato dal re e dallo stesso Badoglio il 25 luglio in cui si affermava che la guerra sarebbe continuata.

Era già nel programma d^L governo dei 45 giorni di trw-dire la Germania e di mettere a disposizione del nemico le nostre Forze Armate.

E gli Italiani bonaccioni, per non usare un altro ter­mine, hanno applaudito alla fine del Fascismo perchè final­mente l'emissario della mo­narchia dopo l'armistizio do­nava loro la pace. Si a/scorse-To presto che erano stati cini­camente turlupinati perchè gettati nella guerra civile e soprattutto insozzati di ver­gogna.

Il nostro suolo doveva di­ventare U. campo di battaglia contro i Tedeschi, contro i no­stri camerati della Libia, deL la Russia e della Sicilia. E-rano convinti, i nefasti uo­mini del 25 luglio, che le no. stre città, le nostre campagne, le nostre montagne sarebbero state teatro di lotte accanite fra noi e le forze germaniche.

Pretesa assurda. Quando i nostri generali per lunghi me. si avevano invigliacchito i sal­dati; quando non si era fatto conoscere a costoro che la ri. tirata disordinata, non si po­teva pretendere che gli Ita­liani in armi combattessero ancora per lo scopo di salvare la corona con la distruzione del nostro paese.

All'estero si è molto ironiz­zato sul fatto che pochi Tede-schi abbiano disarmato interi reggimenti, intere divisioni. La verità è che, ad eccezione dei generali e di molti uffi­ciali, che hanrio dato l'ordine di resistere fuggendo ai primi colpi di fucile, la massa dei nostri combattenti ha deposto le armi perchè trovava incori-cepibile, delittuoso, rivoltarle contro il camerata, il fratello di ieri.

Badoglio, non soddisfatto di aver gettato quasi nell'a­bisso la nostra Patria, pur di salvarsi assiema al complice Vittorio Emanuele, invita an­cora gli Italiani a versare san­gue perchè accettino i dodici punti della capitolazione.

Così i bolognesi che l'altro giorno hanno subito un nuo­vo grave bombardamento e che conoscono quale è la ri­levante cifra dei morti, sanno anche chi ringraziare.

Le bombe di ogni calibro cadute sulla loro città proven­gono sì dagli Anglo-america­ni, ma anche dal governo di Badoglio. La stessa radio dal­la quale il Marchese di Ca-poretto Ita parlato, ha l'altra sera magnificato l'incursione su Bologna e ha esaltato i partigiani che tentano di oc­cupare nella Venezia Giulia le terre per le quali nell'altra grande guerra versammo fiu­mi di sangue.

Ma fra tanta tragedia non manca la nota comica. Il <»-siddetto Principe di Piemonte a un corrìspoiìdente 'del Dai ly Express di Londra, ha dichia-,

rato che il suo più bel giorno sarà quando potrà riassumere il comando delle sue Armate per cacciare i Tedeschi dal­l'Italia e sterminare i loro sa­telliti.

Ci voleva raml}iente londi­nese per trasformare in un combattente, in un eroe, il figlio di Vittorio Emanuele. Sì, perchè — come giusta­mente ha detto Mussolini ^-^ costui dopo aver sollecitato il comando di un gruppo di Ar­mate, mai si avvicinò al fron­te. Egli si limitava a sculet­tare per le vie di quelle città d^ve il pericolo era lontano.

Ma non s'accorgono questi buffoni di cosiddetti coman­danti, di cadere nel ridicolo più, compassionevole? Se essi — come hanno strombazzato per quarantacinque giorni — i erano i veri esponenti e rap­presentanti del popolo d'Ita- |

Ha, perchè sono fuggiti igno-minìosamente? Ed oggi hanno la sfacciataggine d'invitare gli Italiani delle provincie occu­pate a combattere contro i propri fratelli che si stanno riorganiz'zando per mettersi a fianco dei Tedeschi. Per quale prospettiva e per quale meta si guardano bene dal dirlo.

Ma da Londra parla Eden, il quale — senza prendere in considerazione Vittorio Ema­nuele e Badoglio — riafferma il suo programma: colpire senza pietà l'intero popolo italiano.

Ben diverso è il nostro pro­gramma: ogni sacrificio vo-gliamo affrontare per ricon­quistare il suolo sacro "della Patria e per poter ritornare nel nostro Impero, là dove ci attendono i morti, là dove ci attendono i vivi.

Il discorso di Goebbels, te­nuto allo Sport Palasi di Ber­lino, discorso pieno di fede, pieno di speranza e di forza, aumenta la nostra volontà, la nostra certezza.

Un eroe da vendicare: EnORE MUTI

I PflSTDLllTI PER LJl RlNIlSCiTIl FISSATI DA MUSSOLINI

/ . - Riprendere le armi a fianco della Germania, del Giapponese degli altri alleati. Solo il sangue può cancellare una pagina così obbrobriosa nella storia della Patria.

2. - Preparare senza indugio la riorga­nizzazione delle nostre Forze Armate attorno alle formazioni della Milizia. Solo chi è ani­mato da una fede e combatte per un'idea non misura l'entità del sacrificio.

3. - Eliminare i traditori, in particolar modo quelli cìie nelle ore 21,30 del 25 luglio militavano volontari da parecchi anni nelle file del Partito e sono passati nelle file del nemico,

4. - Annientare le plutocrazie parassitarie e fare del lavoro finalmente il soggetto del­l'economia e la base infrangibile dello Stato.

iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiMiMiiiiniiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii'mniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiHiiiiiiiaiiiiiM iintiiiiiiiiii

Una lettera di Farinacci alla Commissione

per gli illeciti arricsiiimenti L'Eccellenza Farinacci ha in­

viato al Presidente, della Com­missione per gli illeciti arric­chimenti, la seguente lettera:

Eccellenza, durante la mia assenza dall'Italia per sfuggire all'assassinio premeditato dal-l'ignobile uomo che risponde al nome di Pietro Badoglio, la stampa italiana da lui inspi­rata, ha alimentato una cam­pagna scandalistica nei miei ri. guardi. La ragione era più che evidente. Io fui il primo a de­nunciare il tradiinento del Marchese di Caporetto e a. staf­filarlo a sangue dalle colonne del mio giornale.

Su di me si sono create delle leggende fino al punto che do. vrei restituire allo Stato cen­tinaia e centinaia di milioni di cui oggi mi accontenterei inve­ce di avere soltanto l'interesse del cinque per cento.

La mia. vita privata e pub­blica è sempre stata inspirajta alla massima correttezza. Il fango che si è cercato di sca­gliarmi contro non mi ha col­pito, né nli sono impressiona­to delle escandescenze del po­polino su cui poggiava l'azione cosiddetta risanatrice del nuo­vo regime liberale.

Fin dal 28 agosto consegnai all'Ambasciata d'Italia a Ber­lino ••— posseggo regolare rice­vuta — un mio lungo memo­riale illustrativo e gius.tiflcati-vo perchè il ministro degli Esteri Guariglia Ve lo facesse recapitare. Debbo ritenere che questo sia avvenuto ed è per­ciò che oggi Vi chiedo che il mio caso sia esaminato con la xaassima urgenza.

Non perchè il Vostro respon­so debba servire a me che ho lai coscienza tranquillissima, ma per smascherare •-— se ve ne fosse il bisogno — ancora una volta Pietro Badoglio e tutta quella consorteria di giornalisti che dopo aver vis­suto lautamente alle spalle del Fascismo, hanno venduto la penna a colui che riteneva­no avesse sepolto per sempre ij regime mussoliniano.

Cosi potrò anche raccontar­v i quello che è av^'enuto da parte dei Vostri organi esecu-tivL II saccheggio, il furto, la menzogna spudorata, la viola­zione di ogni norma di legge, furono perpetrati da autorità altolocate la cui condotta non ha nulla da invidiare ai sistemi della peggiore teppa. Forse si credeva ch'io fossi morto per sempre.

Mentre Vi chiedo di far luce su tutto il mio passato mi ap­presto a querelarmi contro i direttori dei giornali: Italia, Corriere della Sera, La Stampa, Gazzetta del Popolo, Resto del Carlino, Messaggero e altri per il reato di ingiurie e diffama­zione.

Naturalmente chiamerò in causa anche i responsabili ci­vili per il grave danno morale arrecatomi. Sarà cosi la prima volta che riuscirò in politica a concludere un affare.

Credetemi FlOBmiTO FAIUMACOI

LO SCEMPIO DI SANTA GORIZIA

Direttive di PavoHnl ai commissari repubblicani

Roma, 4 ottobre' Il segretario del Partito, Pavo-

lini, ha diramato queste diretti­ve ai commissari delle Federazio­ni provinciali fasciste repubbli­cane;

In materia di politica interna nei riguardi degli avversari ed ex avversari è per lo meno inutile che si continui a fare eco qua e io a prese di pos':ioni, già verifica­tesi^ nel Fascismo di alcune prò. vincie d.'JLÌ primi giorni della rico­stituzione. E' ormai intervenuta la dichiarazione del Duce al Consi­glio dei misiistri. Essa serve di o- ' rientamento per tutti i repubbli­cani, senza bisogno di appelli a troppo generosi abbracci univer­sali. Siano pertanto ben ricordati, dunque, i seguenti punti: '

1) La giustizia fascista sarà du­ra nel colpire i traditori del Fa­scismo. Il Partito li deferirà ai Tri­bunali Speciali.

2) Non possono trovare perdono gli autori di violenze materiali o morali ai fascisti e agli Italiani in genere, durante i 45 giorni del­l'obbrobrio;

3) Una volta poste queste inde­rogabili premesse, è inteso che 'non bisogna incrudire la situazio­ne. Abbiamo altro da fare che per­seguitare gli antichi antifascisti.

Di più il Fascismo repubblicano è un partito nuovo e come tale s-pre le porte a tutti ed altresì è consapevole che una profonda re­visione è in atto, per cui m.olts vecchie antitesi cadono e cadran­no. In questo senso, sul terrena po.

lilQsiiiinioso contegno di alcuni comandanti liadogiiani - La città e l i borgate in preda t alle selvagge orde del famigerato Tito - Violenze e delitti orrendi di partigiani

Il magnifico comportamento di pareccfii reparti italiani - la liberazione delia città

(>M. Gorizia, ottobre ,

G.) — Siamo finalmente in grado di potere, sia pure som­mariamente, scrivere la tragica cronistoria dei sanguinosi avve­nimenti svoltisi dall' 8 all' 11 set­tembre u. s. nella nostra povera e martoriata città e nel Gorizia­no tutto.

In nessun'altra parte d'Italia — crediamo, ed a ragion vedu­ta — l'ignominioso tradimento di Badoglio e dei suoi generali ha assunto un carattere così cri­minalmente fratricida e così osce­namente odioso come in questa nostra zona, cara al cuore di quanti Italiani sanno cosa essa fio. rappresentato e rappresenti per i nostri fratelli caduti nella penultima grande guerra e per noi ancora che, loro sopravviven­do, di Gorizia la Santa abbiamo fatto il simbolo del valore e del­l'audacia di nostra gente.

Ma non vogliamo imprecare: a marchiare ,i responsabili dell'on­ta che li macchierà in eterno è sufficiente la nuda e scheletrica esposizione dei fatti. Ed i fatti cominciano appunto da quella tristissima sera dell' 8 settembre, quando popolo e militari appre­sero dalla radio l'inqualificabile defezione.

re e Anche però attenendoci a} solo

dovere di cronisti obiettivi, è giocoforza premettere che già da tempo oltre 20.000 uomini no­stri erano schierati nel Gorizia­no tra Aidussina, Loqua, Santa Lucia di Tolmino, 'Tolmino, Idria, ecc., in perfetta efficienza di guerra. Schierati contro chif E' facile immaginarlo. Era anche logico presupporla. Ma non lo hanno immaginato né lo hanno presupposto i fanti d'Italia. E più ancora di loro gli alpini del­l'eroica Divisione « Julia », redu­ci appena dalle steppe del Don, nelle quali, fianco a fianco, si erano superbamente battuti con l'alleato germanico e a questo rendevano leale omaggio, come da esso avevano ricevuto e rice­vevano il sìncero riconoscimento da uomo ad uomo e da combat­tente a combattente. Il mattino del giorno stesso dell'ignobile ar­mistizio, in fraterno simposio, ufficiali nostri ed ufficiali tede­schi si erano riuniti per cemen­tare ancora di più ì vincoli di schietto cameratismo e per rin­novare il giuramento di tutto da­re in stretta collaborazione per la mèta suprema dei loro sacri­fici e del sangue versato: la Vit­toria. Poche ore dopo, invece, la bruta realtà degli avvenimenti: l'inconcepibile . resa senza condi­zioni, il tradimento piit, nero e più infame verso l'alleato e l'ami­co di un minuto prima.

Stupore e sgomento, sdegno e dolore, vergogna ed umiliazione hanno dilaniato l'animo dei no­stri soldati, i quali, superato lo stordimento della percossa ina­spettata, si trovarono, ufficiali e soldati, concordi nel respinge­re l'assurdo ordine e di schie­rarsi senz'altro a lato dei Germa. nici.-Senonchè, se per la t Julia-» un tanto potè effettuarsi per la maggior parte dei suoi magnifici reparti, alcuni altri, al contrario, si ebbero una diversa sorte per colpa dei loro comandanti supe­riori. E valgano i fatti più delle . parole.

A Santa Lucia di Tolmino to­stava in quei giorni il ITI" Reg­gimento Artiglieria tedesco, co­mandato dal colonnello Scharem. berg. A questa magnifica, figura dì loldaio e di combattente, mv^

tilato di guerra e fervidissimo amico dell'Italia, come le cose di­mostrarono appresso, sì presen­tava a nome degli ufficiali del 3° Reggimento Alpini della « Ju­lia », il capitano Attilio Romano, di cui lo Scharemberg si servì per diramare nella notte a tutte le formazioni della valorosa Di­visione un proclama, nel quale era detto che i Tedeschi non potevano considerare nemici que­gli stessi uomini che nell' ansa del Don si erano con essi bat-tuti fino all' inverosimile e con essi avevano sofferto, sparso il proprio sangue e disseminato di morti il conteso terreno.-

Ma gli avvenimenti precipita­vano: già si aveva notizia che bande di partigiani slavi muove­vano indisturbati verso Gorizia e verso gli altri paesi del Gori­ziano. Erano essi ì selvaggi e ini. serandi miliziani del famigerato Tito che, agli ofdini del coman­dante inglese William, ubriachi di odio antitaliano, procedevano saccheggiando e devastando ver. so i centri maggiori della nostra provincia. Occorreva provvedere senza ritardo. Il colonnello Scha­remberg avanza subito con la sua colonna sulla strada che da San­ta Lucia di Tolmino mena a Go­rizia, mentre agli ufficiali e ai soldati italiani che gli si erano affiancati, lascia l'ordine di costi­tuirsi subito in formazioni orga­niche. Difatti l'indomani mattina e nei giorni seguenti li vedremo all'opera con inimitabile spirito di combattività e di ardire. Sulla strada summenzionata, i Germa­nici trovano il primo sbarramen­to formato dal 9° Reggimento Al­pini, al comando del colonnello Sibilla. Gioverà a tal punto rile­vare che ufficiali e soldati già erano d'accordo di schierarsi a fianco del vecchio e fedele al­leato; senonchè l'opera imbelle e sabotatrice del colonnello Sibilla rovinerà per breve tefnpo la ge­nerosa iniziativa.

Al comandante tedesco, che of­fre onorevolissime condizioni per un accordo, il Sibilla difatti ri­sponde temporeggiando ed of­frendo inutilmente dei colmi bic­chieri di birra. (Storico).

Do rmicolo episodìa Sono le ore 23 dell' 8 settem­

bre. Lo Scharemberg, messo nel. l'impossibilità, dal contegno del Sibilla, di seguirne la stolta tat­tica di prender tempo, si vede costretto a porgli un ultimatum di 40 minuti, scaduti i quali il comandante del 9° Alpini conti­nua ancora nella farsa di tenten­namento e di offerte di calici di birra. A mettere fine alla disgu­stosa scena interviene un capita­no delle S. S. che lo arresta.

Non varrebbe la pena di nar­rare il ridicolo episodio se esso non avesse avuto perr^conseguen-za lo sbandamento e il disarmo dell' intero Reggimento Alpini. Quando però, poco dopo, lo Scha­remberg avrà sentore del vero stato d'animo delle truppe, invie-rà un nostro ufficiale ad inter­rompere il loro viaggio di pri­gionia verso la Germania ed a farli tornare indietro al loro posto.

L'indomani mattina, 9 settem­bre, la colonna tedesca prosegue il suo cammino verso Gorizia. A poca distanza dal ponte di Sal-cano è schierata la Divisione f Torino », comandata dal colon­nello Gatta. A quest'ultimo il co­mandante tedesco ripete le paro­le del proclama: nessuna inten-zione da parte germanica di corri. Htiere contro gli ftolioni; Molo

però, dato che il ponte è minac­ciato dai ribelli slavi, imposses-sarsi di esso. Il Gatta risponde iniziando il fuoco, al quale i Te­deschi controbattono, mentre truppe delle S. S. conquistano d'assalto, nel volgere di pochi mi­nuti, la importante posizione. Ot­tenuto questo successo, lo Scha­remberg fa cessare il fuoco nella speranza che il Gatta addivenga a trattative. Ma, vista inutile ogni sua opera di persuasione, alla se­ra il combattimento riprende e nella notte viene condotto a ter­mine con lo sbandamento della Divisione « Torino ». che viene nella quasi sua totalità catturata.

U aerazione di Gorizia L'indomani, 10 settembre, ha

inizio l'investimento di Gorizia. Nella città intanto si perpetra, aus'pice uno dei più vili coman­danti badogliani, il generale Ma-laguti, il più sozzo dei tradimen­ti che un italiano abbia mai po­tuto commettere a danno di altri italiani. Già difatti il suddetto comandante la difesa di Gorizia aveva consegnato la città inerme all'odio disfrenato dei partigiani slavi. Non solo, ma ad essi, strac­ciati, sporchile male armati, ave­va altresì consegnato intatti de­positi di armi e di munizioni non. che tutte le installazioni dell'Alta Scuola di pilotaggio. Pari nell'in­famia al Malagutì è stato anche il comandante del 9" Reggimento Artiglieria alpina, che ha disar­mato, senz'ombra di vergogna, i suoi uomini, cedendo ai partigia­ni tutti i pezzi e tutti i relativi proiettili.

Le bande comuniste dì Tito, avuta così facilmente ragione del­la città, si diedero ad ógni sorta di violenze e di delitti. Invano la popolazione italiana cercò di rea­gire, invano si lottò di strada in strada, e in talun punto di ca­sa in casa. Il terrore comunista e l'odio slavo trionfarono nella giornata del 10 in pieno. Uomini vennero evirati o scannati; altri furono trucidati nella maniera più bestiale: impalandoli vivi. Donne e bambini vennero porta­ti via come ostaggi, ed a coro­namento di tutto ciò, incendi e saccheggi senza fine.

Già però nella giornata del 10 la colonna tedesca Scharemberg, rafforzata da reparii della » Ju­lia » € da formazioni speciali di ufficiali italiani che, combattendo da semplici soldati al comando del tenente colonnello Carneva-lis, avevajio conquistato il S. Ga. briele, attaccava la città. Dopo aspri combattimenti, durante i quali i ribelli slavi subivano per­dite oltremodo gravi (attorno a Santa Gorizia è un solo immenso cimitero di cadaveri in putrefa­zione) la mattina dell'11 settem. bre il tricolore d'Italia tornava a sventolare sulle case martoriate.

La' scena dell'ingresso in Go­rizia delle truppe italo-tedesche ha assunto un tono di così in­tensa italianità e di così profon­da emozione che non può essere descritta. Fra l'entusiasmo deli­rante dei superstiti della popola­zione italiana, automezzi carichi di soldati tedeschi, di Camicie Nere, fanti, genieri, artiglieri, mi­liti della Sanità e della Sussisten-za percorrevano la città inneg­giando alla Patria fascista e con grandi bandieroni italiani.

Immediatamente venivano ri. costituiti la Federazione dei Fa­sci di Combattimento di Gorizia, i Fasci repubblicani di Gradisca, di Cormons « di molte altre lo­calità. Nella stessa vittoriosa gior.

omiDonzfl per lo tnlelfl delie Forze Armale Germosiclie

in data 29 settembre 1943 Per tutto il Territorio del

Comandante Militare Germa. nico dell'Italia Settentrionale ordino quanto segue:

PABAGRAI-X) 1 1) Chiunque commetta una

aggressione alla vita di un ap. partencnte alle Forze Armate Germaniche, oi>pure apparte­nente ad un Ufficio Germani­co, verrà punito con la pena di morte.

2) Chiunque commetta un atto di violenza contro le For. ze Armato Germaniche, i loro impianti ed istituzioni,' verrà pure punito.

3) Nei casi meno gravi po. tra essere applicata la pena dell'ergastolo o la reclusione.

PARAGRAFO 2 Quest'ordinanza entra in vi­

gore con la sua pubblicazione sulla stampa o con l'annuncio a mezzo della radio.

Il Comandante Superiore f.to ROÌIMEL F^eldmaresciallo

la liooiarda propaganda aflglo-sassone | S ' S X u Z i n f d f ^ ^ ; " ; p7-oi;enien2e, ormai giunti alla coincidenza di idee, purché sia­no buoni italiani, in difesa della bandiera e dell'onore dell'Italia. •

VerordDDoozDmSMze der deuiscHeD WetirmacDi

Vom 29 September 1943 Ich verordne fìir den Bereich des Militàrbefehlshabers Obe-ritalien, was folgt:

PARAGRAPH 1. 1) Wer gegen einen Ange-

horigen der deutschen Wehr-m,acht oder einer deutschen Dienststelle einen Angriff auf Leib oder Leben begeht, wird mit dem Tod bestraft.

2) Ebenso wird bestraft, wer eine Gewalttat gegen die deut-sche Wehrmacht, ihre Ànla-gen und Einrichtungen begeht.

3) In leichteren Fàllen kann auf Zuchthaus oder Gefdngnis erkannt werden.

PARAGRAPH 2 Diese Verordnung tritt mit

ihrer Verkiindung in der Presse oder im Rundfunk in Kraft.

Der Oberbefehlshaber gez. : ROMMEL

Generalfeldmarschalt

I devastatori delle nostre città incolpano i tedescbi delle rovine

Berlino, 4 ottobre La projMgtifìda nemica ;n.s:.5te

suHe difitruzioni efl'ettuate dai te­deschi prima di evacuare deter­minate località. Tali distruzioni riguardano esclusivamente im­pianti militari o comunque di in­teresse militare e rientrano, quin­di, in quella che è la condotta delia guerra.

L'azione di propaganda nemica ha lo scopo di far ricadere su; tedeschi la colpa delle enormi devastazioni effettuate dagli stes­si anglosassoni. Fino ^ orova contraria sono questi ultimi che hanno distrutto metodicamente le nostre piiì belle città ed han­no massacrato interi rioni popo­lari con fini esclusivamente terro­ristici e per indurre il popolo al­la resa.

Ma il popolo italiano, l'autenti­co popolo italiano, non si è arre­so; si sono arresi alcuni irrespon­sabili che hanno tentato di coin­volgere l'intera nazione. Le ma­cerie visibili in ogni città d'Ita­lia, le vittiime ancora insepolte, tutto spinge gli autentici italia­ni a non dimenticare, a non ve­nire a nessuna transazione con un nemico che vuole spadroneg­giare anche sul suolo italiano. E' il popolo anglo-vsassone, che es­sendo padrone del mondo, vuole ora respingerci fino all' ultiimo gradino della società civile.

GII Inglesi non manderanno carbone in Italia

Stoccolma, 4 ottobre Il commentatore della radio

britannica, Hole. parlando della situazione del fronte interno del suo Paese, ha dichiarato che nel-l ' imminente inverno gli Inglesi dovranno abituarsi al sapore del­lo scoiattolo ora che ne è stata concessa la caccia libera. Con-temporaneapiente Hole ha pre­parato gli animi dei suoi ascol­tatori ad tma prossima riduzione delle as.segnazioni di carbone, ma li ha confortati assicrurando che non verrà inviato in Italia nean­che un grammo di combustibile.

ProloDda slldiitia aDglo-saEsoDO nei traiiittìri iudogliaiii

Algeri, 4 ottobre Il commissario per l'interno

del Comitato francese, di ritorno da un viaggio di ispezione in Corsica, ha dichiarato che il mag­gior desiderio dei Corsi è che siano al più presto allontanate dall'isola le truppe di Badoglio.

Secondo il giornalista che ha raccolto questa dicliiarazione, i soldati italiani che si .sono di­chiarati per Badoglio vei-ranno inviati nell'Asia anteriore e in India per essere impiegati con­tro gli arabi e i giapponesi. Le ragioni di questo progetto sono da ricercarsi nella profonda sfi­ducia che i Governi di Londra e di Washington nutrono nei confronti della cricca dei tradi­tori badogliani.

la nomina di Buggero lontano a ministro dei lavori Pubblici

Roma, 4 ottobre n Duce, integrando la com­

posizione del Governo fascista repubblicano, ha nominato mi. Bistro dei Lavori Pubblici il dott. Ruggero Romano, nato a Acireale (Catania) nel 189.5, squadrista, combattente, deco. rato di guerra, decorato al va­lor militare, già sottosegretario di Stato.

iiiimiuiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiimiiiiiuiniiuiuiiiiiiiniiiiiiumiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii passava in rivista ed esaltava il comportamento delle truppe ita­liane. E veramente queste ma­gnifiche truppe devono aversi in­tera la gratitudine della Patria.

Siamo spiacenti di non poter citare tutti i reparti che si sono distinti; ma non vanno dimenti­cate le batterie del 3° Reggimen­to Artiglieria alpina, che al co­mando del capitano FrattarelH e di altri valorosissimi giovani han­no portato al vittorioso esito un contributo di efficacia inestima­bile.

Per contro vanno segnalati al disprezzo di tutti gli Italiani, ol­tre i nomi dei comandanti bado-gliani già citati, quelli del gene­rale Zanini del Corpo d'Armata di Udine, del generale Giorgettl della difesa della Piazza di Gori.

«oìo ji tìoJonneilo Scftoremdeffl I « a . • * if maggior* Florio, eis

mandante i RR- Carabinieri del­la stessa città, il quale ultimo in vigliaccheria ha superato .; suoi stessi capi. E' a costoro che dobbiamo lo sbandamento e la cattura di circa 20.000 7iostrl sol. dati, i quali altro torto non han­no avuto se non la disgrazia'im­mensa di essere guidati da uffi­ciali miserabili.

Oggi, nel sole autunnale, Gori­zia e le altre cittadine del Gori­ziano rimarginano le loro ferite. I segni della devastazione e del­la morte sono troppo recenti perchè non si appalesino subito; ma al di là di ogni stranio patito, di ogni onta subita, s.i erge fer­rea e incrollabile la volontà di combattere ad ogni costo per Fo­nare d'Italia.

E nel nome di Santa Gorizia, 003) sta/ '•'

Incredibile Era già stato firmato Vtcr-

mistizio ed il giorno 6 set­tembre formazioni anglo­americane bombardarono Frascati. Le conseguenze fu­rono disastrose. I morti si contarono a migliaia. Ad­dosso ad un aviatore cattu­rato si trovò una carta topo­grafica indicante la disloca­zione dei vari comandi tede­schi. Radio Roma del gover­no badogliano il giorno se­guente dava la notizia che era stata bombardata Fra­scati unicamente perchè colà vi era il Comando germanico e che il generale Kesserling pur travolta dalle macerie si era salvato miracolosamente,

A molti sembrò strana questa radio trasmissione che precisava gli obiettivi col­piti. La verità è che Bado­glio, che aveva consegnato la cartina topografica, voleva far sapere subito agli Anglo­americani, con i quali aveva progettata la terroristica in­cursione, che tutto era an­dato bene e che poco mancò se fra le vittime non vi fosse anche il comandante tedesco.

Nello stesso modo furono concretati •— ad armistizio concluso — i bombardamenti di Napoli, Pescara e Po­tenza.

Si può essere più ignobili, più spregievoli?

Il traditore Badoglio aveva bisogno di migliaia e m,i-gliaia di morti italiani per convincere gli Anglo-ameri­cani che tutto era disposto ad osare per dare la dimo­strazione del suo tradimento ai danni dell'alleata Ger­mania.

Ed il re sapeva ogni cosa perchè già qualche giorno prima dell'otto aveva fatto trasportare sulle navi da guerra tutto ciò che vi era di prezioso al Quirinale ed a Villa Savoia. Infatti sulla nave Savoia rimasta ad An­cona in mani tedesche, fu­rono rinvenute 54 casse ài argenteria appartenenti alla famiglia reale, che furono poi sequestrate e depositate presso la Banca d'Italia di Ancona.

V'è qualcuno ancora in Italia con idee nostalgiche per Vittorio Emanuela III? Non crediamo. In una c r m sola gli Italiani tono ntUi d'accordo: nella fine ignQmi-tnam Uetta monarchia^

Page 2: IL REGIME - La Provincia di CremonaL. 150 Numer;o separat 30o cent Arretrat; . o cent 50. — Gl abtionanienti si ricevon i ai nostro i Uffici Dir. Red Amm.. : Piazza Costanz - Telefo

e IL REGIME FASCISTA > — Martedì 5 Ottobre 1943 • Anso XXI

La priiDO asseDmiea del Fascio repiiiniriiniiicmiMcii DELUI cim^J^-Mi»! vmmm mm i Mim D mm li tMm mmom d li resi m hrfl l piii- Li SKleDipileiiiin»li fffliiii fmm m pYiYì su lestri IIYIKÌM • ffrnm M (HMDIMI I^ YUCI ii wmnmM mmi teieseii mm Ili le i i e ni pii sioi niiiti • ih iin» aDe lese m^ i tift i ^ mmMi niisie fisein die wmii MMliM ' ^iiiFe le ieriYfiisi iisdpUii lei iistn ci iM cn rmaioE li ilieii id diiiiiii per ma \ loro salari

L'inizio della riscossa ScE 3 a s u - i t r e g;crr-: p e r cì i ia-1giù) dovevano trasportarlo do-1 „ j ^ ^ ^ , , ^

j s a r e a raccolta : fedeli c i t m t e ; ^ ^ ^j j M / e r i Vavrebbero uni, ^ „ „ „ , , l e c r * e s o p r s t i m t o lE vecch ia , . * J » ^ ^ ^ . s i e c o r w e i T O

! fascisti, ehm tutto kanmo otte, f i* SBpiecatlzla <k« sella

m i t o « cA« / l a w u , ignobUmen- \ " » « * " P roTiacU a o « BÌ BOBO UU • t i t r aToIge re daBaEaroo ide mo-

TÌmeBto t e n d e a t e a d i s t r ugge re ; te tradito, non vi pub essere]

nessuna attenuante. Essi so-i

no venuti meno ad un giunu, \ le l o ro conqu is te .

iBTita la. g ioTea tà a «eirariii

guard ia àie i is m a n t e a m o s i g- 'ursmento in un moóa com-EiCK-ente. II salone dei G.U-F. a i P£ia22o della Rivoìaz ione era, al­l e 'Ore: dieci, letteralmente g remL t o . Kotianìo fra i p r e sen t i I r ap-• p r s e n t a n t i d i Bergaiao , P a m i a , Mantova, Milano, PaTìa. T ren to , Reggio Emilia; essi h a n n o TOlcto s a ì a t a i ^ il lo ro Far inacc i « rìces v e r e i l li€Ti,tc p e r le lo t t e che c i a t t endono . Sol taTolo del la Pre-ÉJdenza n sono pacchi d i ade-6iom d i coloro c h e per r a g i o a i mi l i iar j e GÌ l avoro sono assen t i cal ìa nos t ra c inà . T u t t i i visi dei p resen t ; son pallidi; è la eonuno-zjcne che iirva<ie i ' a s senb lea neL l 'a t tesa dì r ivedei* , dopo ia t ra ­gica pausa ài óne mesi , il lo ro dpo: Kober to Far inacc i , ve r so 11 cuaje p iù E: è accani ta i£ rea­zione badogliarta.

Far inacci su l Regima Fascista d a Qiiincici ann i andava tìenan-c ianco "ope ra incapace e traòi-t r ice cel io Sta_io Maggiore. _ Xel iTiiiìenoveeentociiiarBnla egli at-tacxd •• :'.2eateiae'ate Badoglio, ao -zrio nefasto pe rchè sabo ta to re cel­i a nos t ra guer ra , A B e m a e r a Etato da to inca.rioo. la se ra de l vent ic inque l u ^ i o s i tea. Taddei d i assassinarlo cesi come lo stes­s o Taddei tKcise con la sua pi­stola il più g r a n d e decora lo cT-la l ia ; E t t o r e MutL

Twin É fi^Md Alle c.eci e cinqiie ^r.trz nei-

l 'suia Roiierto Far inaccL T u t t ; : Ecsf.ano In piedi e i 'applatiso nu-t r . to g;; dà :1 saluto più eloquen- : t e li csn'-.-;.'-ata Ce--chiar; cne ave­va g.s. a is t into l£ preside.nza ,£ cede a Far inacci l 'cvazione e nu t r . t a .

Far inacc i ccntmosso inir la r a o d i re :

'•^gìgiorno rilevato.

?HGn debbo nascondervi che

anche il contegno di una par.,

te della popolazione di Cre­

mona mi ha profondamente

amareggiato. Io per i cremo­

nesi non sono mai stato un

gerartxi, sano stato un fra­

tello

debbono scontare | »ot to le band ie re r e p a b b U c a n e ed Ì

conseguenze. \ m. preztdera il s u o pos to di « t m . j

Questo però non ci deve \ b a t t i m e n t o p e r riconquistare l o . j

distogliere dai doveri che ab. \ ao^e della P a t r i a . j

biamo verso la Patria, verso j X u m e r o s o puaWico s i è poi '

h^suno - fascista e ^ ^ ^ ^ j ^ ^ ^ ^ ^^ ^ ^ .

non fasctsu - - ha mm . b a * - | ^ ^ ^ giovata nostra. Biso.

sato insana^nuo cuore. Ero, p ^ ^ ^ ^ / ^ Divisioni

orgogboso dt far del h ^ az ^ ^ ^ ^ ^ j ^ ^^^^^ bandiere e singoli e soprattutto alla cit- \ . , . . j ° *T . ry il nostri capi dovranno ripren. fa che tanto ho amato, t . nes-ì , •/ i *_• . x suno oserà dire che lo abbia \ j . . j„,„u- „».„

c o dei camerati tedescfii che fatto^per tornaconto persona,, ^^^ j ^ ^ ^ ^ ^^ ^ . ^ . ^ ^ ^ ^ . ^ le. La mia opera ^ ^^Pre\ j ^ ^ ^ ^ f„^^ j^Ui guerra. stata disinteressata. Eppure T , i n r„^^„i„ ^

. „ . . . . „ , r^i lo tomo daua Irermanm e aueir Ignobile ireneraie tto-t . . , , \ ^ , , n j I- ivi posso assu'urare che popolo

no, mandato da Badoglio a, j ^ • , » _ _ . ^ t n 7 - ed esercito formano un corpo

e si è r eca to i n via , dei M a n i n Fasc i s t i là dove la

perti di vergogna da un re e L a p i d e — d i s t r u t t a dagl i s g h e r r i di Badogl io — r i c o r d a v a il sa­crificio de i nos t r i c amera t i .

U n a commiss ione s i è r eca t a poi a po rge re il s a iu to al Coman . do Mil i ta re Tedesco .

l'intero popolo italiano rico- \ -^^^•°^^<^'-^

da un generale fellone. Gra-

ziani, U magnifico maresciallo

che i soldati conoscono e a m -

Cremona, faceva pubblicare

dai giornali che io mi ero ar­

ricchito sfruttando il popolo

tremonese, taglieggiando le

industrie, V agricoltura, il

commercio locali.

E' proprio vero che la ìrri.

conoscenza è più grande del­

la misericordia di Dio.

foifiare iviiitì Ma. o camerati, questa non

esaminare tutto

hkmm fmmìà M Pirtiti hnìtii iplliisiii

I S C R I Z I O X L — S i a v v e r -

t e c h e l e i s c r i z i o n i a l F a s c i o

R e p a b b l i c a n o d i C r e m o n a r i ­

m a n g o n o a p e r t e fino a l 15

c o r r e n t e . D o p o t a l e d a t a sa ­

r a n n o a m m e s s i s o l t a n t o colo­

r o c h e d i m o s t r e r a n n o d i c«-

s e r s i t r o v a t i n e l l a i m p o s s i ­

b i l i t à d i p r o v v e d e r e a l l a l o r o

i s o T z ì o n e .

F A S C I D E L L A P R O T I X -

CIA. — Gl i I s p e t t o r i d i ì t o n a

e 1 S e g r e t a r i P o l i t i c i i n ca­

r i c a i l 25 l u g l i o s o n o i n v i t a t i

a p r e s e n t a r s i s u b i t o a q u e s t a

F e d e r a z i o n e ( P a l a z z o d e l l a

R i T o l u z i o n e ) p e r i m p o r t a n t i

c o m a n i c a z i o n L X e i p a e s i d o ­

r è I S e g r e t a r i P o l i t i c i s o n o

a s s e n t ì p e r Tari© r a g i o n i o

n o n i n t e n d o n o a d e r i r e a l n u o ­

v o m o v i m e n t p , sono^ I n c a r i c a ­

t i d i r i f e r i r e s u l l a v o r o s v o l t o

o i m e m b r i d e l d i r e t t o r i o o

v e c c h i c a m e r a t i c h e b a n n o

g i à i n i z i a t o i l l a v o r o d i rior­

g a n i z z a z i o n e .

n C o m m i s s a r i o F e d e r a l e

Divieto di circolazione durante rallarme

D'ord ine del C o m a n d o Tedesco, si r a m m e n t a alla c i t t ad inanza

j che, d u r a n t e l ' a l la rme aereo sia s d i u r n o che n o t t u r n o , è r tgorosa-ì m e n t e p ro ib i to c i rco la re p e r 'ie I vie SUL a p ied i che con veicoli di I <^n: sor ta . ! A carico del c o n t r a v v e n t o r i sa-I r a n n o a d o t t a t e •eTer iss ime s a n . i zioni.

La valuta tedesca hi sempre corso

Le not iz ie pubbl ica te da i g ior . nal i j ,a l corso delia va lu ta ge rma­nica h a n n o da to luogo ad equi-

! voche in te rp re taz ion i . La va lu ta ! g e r m a n i c a h a s e m p r e corso lega> ' le in I tal ia .

Si r i ch i ama a n c o r a una vol ta i l ' a t tenzione del pubbl ico suli 'or-! d i n a n z a re la t iva , e m a n a t a da l Co.

m a n d o delle t r u p p e g e r m a n i c h e di Milano.

VOCI DEL PUBBLICO

Per ADI terzi sessiiiii f esiai .?.j-iO'- D rer.o'-e

A -.-rcp-:«=.:c. c i r .p--eia scoi&^ti. .:a. Ir. o u e s : : g<.rr:: si t o n o svoi-ti qtia£;":ut: i gii e s a m i autus .naj i , e :n cu&i'. condiz ion i p e r mol t i g-iovan'i ce l i e inedie s u p e r i o r i , r i ­m a n d a t i ne i i a p r e c e d e n t e sessio­ne di g^iugno, dopfo t m a n n o Ir-regola r i s s imo, è facile i nunag i -

n a r e . esosi tà . Con t u t t o q u a n t o è a c c a d u t o ^Zl'

- e ' no s t ro m a r t o r i a t o P a e s e , e Sletiiam-oc; per-o -n na r t i co i a re ne l l e m a g g i o n cii- ^ coscienza e eoo tà. è i n tu i t i vo i n q u s i e s t a t o d'a- co'-Pa e r a t u t t a -.:—e e d= SDirito mol t i s t-adeni: c'n: ci oOQ.igava a ce i i 'u i t imo a n n o delle med ie .ÌU- l'ufficio ad 2:.-jnga.re .a n ^ ce? p e - o - ^ a b b i a n o p o t u t o p r e p a r a r - ' . i t en i . a p e v e r e il nc s t ro te—-s i al le r i oa raz ion i d ' e same . po , a so i^ )o r i a re i r i sec i e i e ize-

Difat t i ' è a c c a d u t o c h e mol t i , 7 ^ ^ ? ^ W^^^^^^^r^ -^ t roDoi s t u d e n t i , sogge tU al le a r - p r ^ f ^ ; : ^ / ^ " - " ^ ^±rf^ '-tn: p e r la loro e tà di leva, sono ^ ^ ^ ^ o s ^ ? ^ -g=^^z^ s ta t i a n c o r a boccia i : i-i U-na o ='^- - ^ °^- P ^ - ^ ^ - " -

Qui b isogna in--ar.ce-<- i-^--

de- t e m p o pre^.oeo p e r se-ita.-^ r i '^sigamente davari!:,: a.io sp t . - i t '

io d; u n a Esar.o.-.a. c i un lit-'r. pcc'-aie, ecc onde effettuare -Ji p a g a m e n t o od t tns riC3C-icr.r.e.

S.nesso, q'.i=ndc e ra fr^aimer-» g iun to il n-Gsi.'-o t - : m c , e: s' e -.-I

•s t ; r i f i a t a re "operaz ione t-e.-cri il t i to 'o p r e s e n t a t o non e ra re?cl l a r e o p e r c h è il c o e u n ; e n t o ~ c ricoaoseiinffiito non srz F u r i e r i te. S! è a l lo ra imprera t j ; K-r.:-o gii Uffici e i i^sro is ipiegst : . sc-ca sa sdoà : d i jocas iprenÉtcn . e di

nos t ra , m i s t i recare-; in c j e :

iHare '_s f

solo, che da Adolfo Hitler aJ-

l'ultimo contadino sono fer­

mamente decisi di condurre

la lotta fino aUa vittoria. Co­

loro che vedono già gl'Ingle­

si alle porte delle nostre prò.

vincie sono dei pavidi per co- j ta gettata dai tr ^ -^ - r J - . j - 51' ! fragili che i 'hanr

stttuzwne. La perdita di A a - j

poli era prevista. Le Divi­

sioni tedesche hanno combat­

tuto strenuamente a Salerno

; per avere il tempo di prepa-

Appello agli arditi del Reparto di Cremona

quarantacinqu

Molti invocano la le-

m e n t r e ancora i gittima vendetta, molti invo

yon vi pronuncierò un vero

e proprio discorso; l'emozio­

ne che m'invade non me lo

permetterebbe. Basta per noi

questa presa di contatto: ba,

steranno i nostri propositi e

la nostra fede per alimentare

la riscosta e riconquistare il

popolo italiano specie quan-

e l'ora di ^^^. .^. .- . . .o t-^^.^v . , , . . . . , , , j . . 7-7 - \rare una terrea lutea diten-

queiw che ai ifcnobile e av- : . • ' _ . . • ' . „ - S i t a e controffensiva m posi-

venulo nei quarantacinque - . , , . ^ . , , , , . 7 , izioni favorevoli,

giorni. .Molti invocano la le-; n-- ^ . . * I rui presto ci norgamzzere-

1 ,. . . mo e ci armeremo, più pre-cano un perdono senza limiti. ' . , , , . .

^ , , \ sto giungerà l ora in cui un lo sono per la vm di mezzo: \^^^^ ^ . sole illuminerà que-nessun perdono pero a coloro ^^^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ „ ^ ^ ^ - ^

completa disfatta da uomini

indegni. Solo cosi potremo

esternare la nostra riconoscen-

che sono stati la causa della \

uccisione di centinaia di fa­

scisti, dell' arreMo delle mi­

gliori camicie nere, delle de­

vastazioni compiute ai danni

delle nostre sedi e delle no­

stre case, ai plutocrati che

za alla Germania che ci ha

messo nella possibilità di ri.

conquistare V onore perduto

e la nostra riconoscenza ad hamw armato i comunisti, ai j Adolfo Hitler che ha ritorna-

do'esso si accorgerà ancor <K j?®"*^*^* <=^« hanno ceduto le'totd Fascismo Benito Mus-

più dell'ignobile tradimentoìarmi ai partigiani. Per quei [solini,

del re e di un generale espo- } • • s .

Linee programmatiche nente della massoneria

Contro di me p^chè lonta­

no e nella impossibilità di di­

fendermi si è alimentata una

campapia scandalistica che.

doveva suggestionare e irrita- \ ^natiche del nostro lavoro. La

re il popolino. Ma di chiac- 1 parola d'ordine è andare ver-

in attesa dei lavori della Co­

stituente, le linee program-

chiere ne sono state stampa,

te tante. Gli emissari di Bar

doglio a Cremona hanno avu­

to tutto nelle loro mani, ma

non sono riusciti a pubblicare un documento, una lettera | " « ^ ^ « ^ « * umili vi sono gli

che potesse denunciare un at- ^of^ini migliori. E poi il la­

to men che corretto da me

compiuto. Hanno frugato o-

Mussolini ha già tracciato, \ un atto di immediata ricono­

scenza. Le loro condizioni in

rapporto all'attuale costo del­

la vita non sono floride, men­

tre ottime sono le condizioni

economiche degli agricoltori;

desidero che almeno i salari

siano aumentati del cinquanta

per cento. Ho già avuto il

consenso di numerosi agricol­

tori di pura fede fascista.

so il popolo per il quale già

venti anni di regime fascista

avevano fatto molto. E questo

non per demagogia. Ci siamo

maggiormente convinti che

voro rappresenterà domani la

forza che potrà contrapporsi

gai angolo della mia aisa per olVoro dei paesi plutocratici,

trovare chissà cosa ma tono i Bisognerà pensare anche

rimasti delusi e hanno dovu- j aìle classi impiegatizie le cui

to alimentare la fantasia del j condizioni sono miserevoli,

popolino con le invenzioni j Se lo Statm non ha quattrini

più spudorate. Hanno trova-1 a sufficenza, li cerchi presso

to delle scarpe, dei vestiti, \ coloro che dopo essersi rim-

qualche macchina da scrivere, ì pinzati durante i tre anni di

un po' di biancheria che pe. j guerra si sono scagliati con-

rò non ho più ritrovato al mio ì ^^o il Fascismo, unicamente

ritomo. Ufficiali del terzo Ar­

tiglieria, Questura e Inten­

denza di Finanza {pensino

essi a individuare i responso,

bili) hanno rubalo a mansal-

va e hanno devastato con ani.

mo teppistico, quel che era

intrasportabile.

Il generale Florio con la

prostituta c(m la quale vive,

va a Cremona aveva chiesto

perfino «M'Intendente di Fi­

nanza di avere una camera

da letto nel mie apparta­

mento.

Ho pregato io stesso Musso­

lini che la commissione ri­

manesse in vigore perchè io

non ho nulla da temere dalla

giustizia. E voi sarete soddi­

sfatti di aver creduto anche

durante la bufera nella mia

onestà.

Però non sono tanto irritato

per qwd che è avvenuto nei

ndm, confronti quanto per la

perteatzìone consumata ai

é^mni dei migliori amici miei.

E soprattutto contro il messL

cano rajmnento di Mussolini

avvenuto nella casa privata

dd re, MussoUni stava per la-

«dare Villa Savoia ^ma Vitto,

rio Emanuele gli continuava

a tener affettuosamente stret­

ta la. mano perchè ancora non

era giunta V autolettiga con

la quale gli etnitsari di BadO'.

per conservare con l'aiuto di

Badoglio, i propri lauti gua-

dagni. Non è da oggi soltanto

che noi battiamo su questo

chiodo.

La nostra avversione alla

plutocrazia massonico-giudaL

ca, a quella categoria di bor­

ghesi che ha brindato all'i­

gnobile tradimento di Bado­

glio deve essere accentuata.

Premiare i nosirì coniadini Debbo rivolgere un elogio

agli operai cremonesi che

nelle giornate dell' aimrchia

badogliano sono rimasti al lo-

ro posto e non si sono acco­

munati con la ragazzaglia in.

cosciente e core isteriche fenu

minucce.

Ho già ricevuto delle Com­

missioni di fabbrica; non

appena giunto a Cremona,

sono andato subito incontro

ai loro desideri. Già qualche

stabilimento doveva chiudere

in' conseguenza degli ultimi

avvenimenti ma sono riuscito

ad evitare che centinaia e

centinaia di lavoratori rima­

nessero disoccupati.

Ma i conttidini del cremo­

nese sono sttiti commoventi.

Essi non arrivavano a capaci­

tarsi come il fascismo bene­

fattore fosse stato spazzato in

un baleno. Domando per essi

Canerifi, i l lifore!

Camerati, sono contento di

questa nostra prima adunata;

oggi noi dobbiamo assumere

un impegno: lottare fino alle

estreme consepienze per la

nostra resurrezione. Non si

tratta più di perdere o di vin­

cere la guerra; si tratta di vita

o di morte.

I l discorso di Far inacc i , spesse vol te i n t e r r o t t o d a app laus i ha p rovoca to alla fine u n a calorosa o%-az;one. Molte l ac r ime si scor­gevano sui volti de i p r e sen t i .

Dopo brevi paro le p r o n u n c i a t e da a lcuni intei"venuti gli a s tan t i h a n n o e le t to p e r acc lamazione i seguent i c a m e r a t i :

LUCIANO GUIDA, Commissa­r io provvisor io p e r la Federazio­n e di C remona ;

T e n e n t e legionar io GIOVANNI S E R V E N T I , Commissar io provvi­sorio al Fasc io di Cremona .

E ' s t a ta poi n o m i n a t a Fa Com­miss ione di d isc ipl ina c h e a v r à lo scopo di vag l ia re col m a s s i m o r igore le d o m a n d e di iscr iz ione al P.F.K. Di d e t t a Commiss ione f a n n o p a r t e i s eguen t i c a m e r a t i : s en io re Cerchìari Giovanni; se­n io re Sperlari EUgio; c e n t u r i o n e Lombardi Pietro; c en tu r , J!ram-billa Mario; c a m e r a t a Aldovini Giuseppe.

Al t e r m i n e del le elezioni è sta­ta d a t a l e t t u r a de l s e g u e n t e or­d ine de l g io rno :

I I Fasc i smo Gi 'emonese sa lu ta l ' avvento della Repubbl ica .

Sa lu ta il G r a n d e R e k h che ha r iaffermata la s u a sol idar ie tà col Fasc i smo I ta l iano ed esp r ime la sua riconoscemea ad Adolfo H i . t ier che h a s ap u t o s o t t r a r r e il Duce alla conseena a l nemico .

Sa lu ta la memor ia del Fascis t i cadut i sot to il p iombo del ia rea­zione monarch ic« .badoc l iana .

Saluta t u t t i 1 camera t i , p r i m o fra t a t t i Rober to Far inacc i , c h e hanno sofferto il carcere , vol far i diffamazioni ed oi:ni sor ta di p e r . sedizioni .

Il Fasciamo Ci-emonese rivolKe nn p la iuo ai l avora to r i de l l ' indn. s t r ia , alle n a s s e twatad ioa «d al-

Ecc. Roierto Farinacci Creviona

II ritonjo del ba t t ag l i e ro e l i R e g i m e Fasc i s t a » m i h a procu­r a t o v iva gioia .

Dopo t a n t o squai lore , e disor­d ine , e sfoghi d i i re best ial i , ec­co finalmente u n po ' d i luce.

Q u a n t o è a v v e n u t o ci h a ser­v i to a conoscere nel l ' an i mo tan­t a g e n t e che ci s t ava vic ino. Qt iant i i m p o s t o r i ! Q u a n t e caro­g n e :

T o r n e r e m o su l le r ov ine anco­r a f u m a m i delie n o s t r e Sedi di Fasc io e ricosiruiremo.

R i c o s t r u i r e m o megl io ! Viva s e m p r e i l Vost ro « Regi­

m e Fasc i s t a >. 11 Segre t a r io del Fasc io d i

Per ora i rabacchi non saranno tesserati I n m e r i i o aiia n u o v a t^ -sera

p e r il p re l ievo c e : tabsc.-iii, s: p rec isa che nessu.r.a d isposiz ione è a n c o r a s t a t a p resa dai ia Dire­zione gene-'-aie: a lmeno a tu t t ' og . g1. P e r t a n t o nei ia s e t t i m a n a cor­r e n t e v e r r a n n o n u o v a m e n t e con­s e g n a t i alle R ivend i l e s igar i , si­g a r e t t e e t r i n c i a t i con le s t e s se ! moda l i t à del passa to . S o l a m e n t e la q u a n t i t à d i tabacchi pos ta a d isposiz ione del ia popoiaz ione ci­vile s a r à , con le n u o v e consegne , r i do t t a a l 25 pe r cen to deiia pro­duz ione del ia Man i fa t tu ra . Per­ciò il pubbl ico pot.'-à n u o v a m e n ­te r i fo rn i r s i di u n a .uant i ta t ivo

d u e m a t e r i e e r i m a n d a t i pe rc iò non a l l ' anno pross i ino . loro pre-CÌLÌSO, m a aìia S n e del ia gue r r a -

Quas ; t u t t i ques t i s t u d e n t i si sono t rova t i ne l l ' imposs ib i l i tà di t .-ovare gl i i n s e g n a n t i p e r u n a adegua ta preparazio .ne; o perci iè sfollati con la fanaigiia nel le più ;Tr:pr.-.ìate locali tà isolate, o pe r -che cos t r e t t i in c i t t à t r a bomba.--dame.nt; duri.ssimi e il t u r b i n a r e di a v v e n i m e n t i poì i t ic ; eccezio­n a l i ; poi a l l ' improvviso , t r a u n a se r ie di comunfcat! con t r add i t t o ­ri a seconda deì le Provincie , ecco fri! esami da so s t ene re .

p e r n o a cade re in i i _-2dere Il pos tag i ro poss iamo usa,-;-;,

t an to p e r .sagare, c--sn-x; Der r.-s cuo te re , naa è r e c e s s a n o che, n o n so l t an lo noi . m a ancine -• r c -s t r i c r ed t t c r i o i nos t r i deò.:.-s i ano cor ren t i s t i pes ta l i .

Sp ieghiamoci megl io con t=: «-sempio :

T-zitì d e v e p a g a r e a Caio --:r.i cer ta somma e d h a n n o entrs."nt . un cen to c o r r e n t e posta le . T.z.o compile. 'à , s t a n d o s e n e CC-ZTC-ÌE. m e n t e a essa , u n c o m u n e nic-i-;.

rerszi e :i:cicGe_-£ s i i cabi le con p o s t i ? .-o

-O o ; assegno poèta e i^ E.'-a p revedib i le c'ne le c a d u t e eòe gii sono s ta t i fom. t~

fossero n u m e r o s e . t a m e n t e in fascieclr dà. In q u e s t o d r a m m a t i c o per iodo del c-onti c e :

naz ionale , non vi pa.'-e o p p o r t u n a , modu lo « p a s i g n o r D i re t to re , u n a t e rza ses- s u l e. e. n . d i Caio ». Ch luc r : s ione d"e.?am:, p e r e sempio nel la ;l modu lo d e n t r o -ana bus ta se : p r ima decade di n o v e m b r e , iimi- za francobollo, inc l r izza ta al-'.: ìatamenie a quegli nudanti che Scio ce': cont i -correnti n.-essc- ci psir ìa loro età suno già di leva è ins-sritto e Io i m m e t t e r à -n -.:.-. (a lcuni h a n n o a v u t o l 'esenzione quals ias i casse t ta c i impos;=2-

e. Il Se-:-r:zio d e : cos t i c-orre:

:!

periferica delia nostra città. Domenica rrìattina, nella Chiesa

di S. Ambrogio, il notaio -Anacleto • Donzelli, di anni 48 (sbi tante i-n [ I via Nazario Sauro 14 A) a\ 'vicina- ; i va il pensionato Luigi Cam'illoni | ^ 1 e porgendogli 4 mila e 500 l ire, io ì ^ ' pregava di volergli pagare Taf- !

fitto delia casa e di voler provve-1 de re ad alcune spese. Il Carniìlo-ni si scusava di non po te r acco­gliere l ' incarico e sapendo che il Donzeìii, da va r i aumi vedovo, conviveva con la figlia t redicenne Luisa, lo consigliava di usa re que . sf ultima per le sue incom'oenze. < Non posso — rispose con t o n o assente i l notato — perchè l'ho uccisa».

Impressionato, il Camiiloni in­formava il parroco delia Chiesa,

In questo tempo di infame vi-gliaccfaeria in cui la P a t r i a è sta-

radi tori . dai fedi-no venduta ai ne-

m i « j , »ni r ivolgo a voi vecchi e giovani ardi t i , impavidi come sem­p re davant i alla nos t ra grande so­re l l a : la mor te ,

E ' l 'ora d 'mdossare la vecchia divisa non msi comple tamente de­p u t a , di r i p rende re il non a r ru -ginito pugnale , le dirompent i bom. be a m a n o e cor re re contro il ne ­mico. E ' l 'ora di r innovare le no­s t re av."enturose azioni di guerra pe r vincere e veramente salvare , come dopo Caporet to , l 'Italia, il stio popolo e r i d i r l e i l pe rdu to onore .

Voi siete il l ievito migl iore del­le sane energie della Pa t r i a , siete la v i r tù del popolo : tocca a noi sopra t tu t to in quest 'ora, r i da re il voltb al la Pa t r i a con ia fede di sempre, d ismteressa tamente , inte­gra lmente in assoluta dedizione.

Pa r t i amo ancora, r icost i tu iamo i nos t r i magnifici Repar t i , c red iamo nel la pa ro la del MarescirUo d'Ita­lia Rc^oUo Oraz ian i che ci fornirà nuove «ed. adeguate Sf e col nostro il nemico. j — il p n m o n e r o o ai ques t a f e-1 ^g delia figlia, che recava t r e prò

Ri tornino sul nost ro labbro le j de raz ione F a s c i s t a R e p u b b j c a n a ; fonde ferite d ' a rma dà taglio : al ,rf,._ ,.a„„5,!_ ,..,„,^..n; ,vrf ,-ì cnr-! e che t u t t o r a s i dedica alla p r i - " ' - ' - " - --•— —i__i__..---

m a a p p a s s i o n a n t e fatica della ri­cos t ruz ione . Vi invia co=i l 'aialà! della vigilia di oggi e di s e m p r e il p iù fervido dei sa lu t i .

A -Noi! Il Commissa r io S tn io rd ina r i o

della F e d e r a z i o n e d i Bellu­n o : Gastone Rocca.

La Consu l t a : Aldo Berto; Ot­torino

m i n o r e del passa to p resso la pro­pr ia r ivend i t a , ne l l ' anno t e s t é deco-'^so) p e r czre

ad essi anco ra u n a possibi l i tà n e : I I ^ ^ I J A I M £ M I S « > n u o v o cl ima r i s o n o , e alle loro U C C i a e I O T i g n a fanUgHe. già aagosc l s t e , u n a spe-

Un tragico fatto di sangue, an- r a n z a dopo t an t i sacrifici com-cor più raccapricciante per gii in. i p iu t i ? spiegabili motivi che lo hanno j Cèn fede causato, è avvenuto in una via ! Prof. A. Varlonghi

trìr

che subito raggiungeva il Don-Chiusa S. Michele (Tor ino) : | zelli pe r chiedergli spiegazioni. piazza Rinaldo. ì « ^ ' °n so nul la . Non ricordo più

Ìi nuila! > questa l 'unica risposta.

P o i , il Donzelli s o g g i u n g e ^ : ( Proi-t-edete alle spese. Fa t ì r i

^^ ^.^t.f^ w r - - " ( funera l i . Io voglio cos t i tu i rmi» . t o a s e m p r e o s a r e e s e m p r e da- Subito a'.'\^ert!ta, la Ques tu-^ si r e s e n z a n u l l a c h i e d e r e - - ^ e l a por tava sul posto, a r res tava ì'uc-

farà t u t t o il r e s to e cic-è a i t e i . -:e rà la àomasa a; e e c i T.2.c, ia accr&d:;erà a quel lo di C;..;. n e d s r à sub i to comtinicazic: :^ s dom:c: l :c a d e n t r a m b i e tu i i c e o senza alct ina spesa n e oer l u r ; n é p e r l ' a l t ro .

Il g iuoco è fat to, m a DUO. t r : deve , c\5n::nuare. CSL-O. c h e h-- s-" J t o acc red i t a l a su l suo CC-T.M c o r r e n t e la s o m m a man-c=tasl: da Tiz.o, non è un fortunat.o mcr-ta ie che d e v e so l t an to r . scuc :e re e m s ; p a g a r e . Egli è deb . t c re a S e m p r o n i o cel la s t ^ s a o c i -.L-.Ì a l t r a sc«nma. Allora non deve

Dopo che il dvtt. ^5ario \ cc .mmeitere " e r r o r e c ; t>relev£.-; = le eb'oe prodig-ite le cure ] ca ; suo con to c o r r e n t e t>er r.-

Un ruzzolone dal treno L a cuoca .Angela LovisoLa di 43

anni , da Torino, di passaggio da Cremona per ragioni di s fo i i i r . en .

men t re i t ava scendendo dai reno met teva un p i e d i in fallo e

nel conseguente razzolo ce si pro-duceva una frat tura alla tibia si­nistra. Cesura dei caso, essa iu r icovera ta m o; servazione all 'ospedale.

,s- si:-uo:_er;a lu i s t e s so e p e r :;-:: ma- idar la a SecaorGnio, ma er r -" . :e.-à anch ' eg l ; un pos'tasi--o'"c"il

Avvelenata da semi di ricino ""^ e. & a: e e di Sempronio. II s i s t ema p u ò s e g u i t a r e ell ' i r-P e r aver ingeri to dei semi di r i ­

cino è stata Ì^TÌ r icoverata , im. preda a si.ntcmi di avveìena.Tien-.o, ia cirKjua-ntenne Maria Pi rondi . ccntadina, ài Ca-aibutta.no. P&r

j ora. il suo stato non desta preoc­cupazioni.

-inito e tu t t i a-.TanEo t i sga tc e riscoaso, s t a n d o s e n e s c s è s e se.il z s psga.-e u n cen te s imo t>er -3s==, .oe-- francoc-clli, p e r msjtìuli, e:-:!

Fa tev i G-unque oorreniist-- r-i-stali e inv i ta te : vostr= cileni- a a .ven ta r lo .

STATO CfVaE 3 4 OUobre 1943

.MORTI N. 11 Ì H A T R D I O X I X. 2 ANNUNCI SANITARI

i egua te a rmi : con es- mattmia de l I b se t iemt»re X i a n a j visore e, ?n un sopraluogo alla stia anni ;=, sindeEic. ospedale Mas^xjrc t ro spir i to p iegheremo j cos t i tu i to — i n n o m e del Duce j abitazione, v i rin-veniva il cad.^ve-1 ìin^^-^o' — Ma:a=di .KT-^-S CJ=. Z-J^--'-

j — il p r i m o n e r b o di ques t a Fé-1 j . ^ ^jg^^ figlia, che recava t r e prò- ! c-iui-la M^--: , d-a^^i i „ ptr -icr*?. -is ii-» .\J \-A

nostre vecchie canzoni ed il sor­riso delle ore aspre .

Andiamo tut t i a vendicare i no­stri mor t i , ia cui memor ia per sensibilità l a t i n a port iamo nel cuore .

Vendichiam.o il nostro m.agni5-co eroe Et tore Muti le cui ossa ancora fremono per tan to obbto-brio a r reca to all ' I talia ed il cui spir i to aleggia fra noi e ci chiama alla bat tagl ia . •

Giovani ardit i , voi che avete an­cora le carni lacerate e le bende sanguinanti dalle ferite deli 'ulti-mo combatt imento, gua roa te per j un a t t imo solo alla sozzura che ì ci circonda, abbiatene schilo. i

A noi è dovuto il compito di i ridare alla Pa t r ia il suo volto : ce j lo comandano i nostri mor t i , dal ; Carso a Guadalajara , dal ia Grecia ; alla Libia alla Tunisia; le loro madr i , spose, sorelle, bimbi, queste i imocenti c rea ture che non ve­d ranno più tornare i loro cari. Ce lo comandano ì nostri prigionieri , sempre t radi t i , sempre mai t ra t ta-tL Dobbiamo l iberare tut t i dall ' in-cubo che sovrasta la Patr ia , dob­biamo ancora dare l 'esempio di come si vince il nemico.

Conosco per averlo gridato U grido dell 'assalto, ancora dobbia­m o gridarlo con volontà di r iscos. sa, con piena fiducia di vit toria.

Volontari della m o r t e : «A Noi!» per l 'Italia.

I l Comandante del Repar to di Cremona

Ten. Giovanni Serventi

la gola, alla regione sottoclavico lare sinistra e a l ginocchio dest ro . La ragazza era mor ta 24 ore pri­ma, in seguito a forte emorragia causata dgDa ro t tu ra dei vasi san . guigni .

Il Donzelli è ora in carcere a disposizione della Procura . Il mo­vente del deli t to è inspiegabi le: ma si r i t iene de'oba r icercarsi nel-

„ , , „ , ; lo stato mentale del notaio, tal-Guadaloppa; Carlo'^^j^^^ dedito all'alcool, che in

Lacci ; Franco Lodattu Car. l ^^ ^ j j j ^ j . -^ appar iva let-Alberto P r o ò a i j ; ?„„- ,„ ,„„ .„ inoh^rifn

I.a:g;2

T > - ^ -

•^S'. •O O-

lo More; Ettore Roma; Zanenga.

Bartolomeo

Consensi AU'Ecc. Fa r inacc i sono per­

v e n u t e le seguen t i l e t t e re : Caro Farinacci, è il vecchio « far inacc iano »

Belloni — ricordi? — che ti scri­v e e t i s a lu t a e t i abbracehr , nel la t ua i r r iduc ib i le Cremona , con l ' impeto camera t e sco d i ven-t ' ann i fa.

iHo sofferto, dopo il t r a d i m e n ­to de l 25 iug l i c : m i h a n n o impr ig iona to , p e r o rd ine di q u e l po rco di Badoglio; a p p e n a u-sci to dal ca rce re , pal lot tole co­m u n i s t e m i h a n n o t r a fo ra to la pel le . Sono usc i to oggi dall 'ospe­dale . Sono qui , vivo, t e s t a r d o e i r r iducib i le in ques t a mia No-v a r a che h a a v u t o t r e n t a c i n q u e Mar t i r i Fasc i s t i e, ne l n o m e del Duce , segn i ed o p e r e splendide , ne l v e n t e n n i o incancel labi le .

Caro Far inacc i , agii o rd in i ! E i n t a n t o ti abbracc iamo, fra.

tello pur i s s imo, con cuore , ne;r-vi, sp i r i to i m m u t a t i .

Amedeo Belloni.

Alla Eccellenza Farinacci Cremona

Voi s ie te s e m p r e a l l ' avanguar ­dia p r o n t o , deciso, audace , in­t r a n s i g e n t e .

Vi a m m i r o e Vi seguo con fe­de;: à i m m u t a t a e immutab i l e .

l i F a s c i s m o — specie quel lo nuovo — ha bisogno di u o m i n i delia Vostra t e m p r a e de l Vo-

te ra imente mebet i to

Furti di biciclette D'una bicicletta « Bianchi » del '

valore di L. 3 mila è stato deru- ;' bato Paolo Grandi , abi tante in i Piazza Lodi I. Egli aveva lasc ia to ; incustodita la macchina in un sot- J tcEcala del Palazzo deli'. '^driatica, ! in Piazza Cavour. 1

A Guido Cumisani, abi tante in via Dante 55. un ignoto ladro ha I sot t ra t to una bicicletta «narca Dia- ! na del valore d i L 500, che era ; s tata lasciata incustodite in via '

: rauro, :Ì-.\. — Jias-ai -• : sno-.L P=,::r;r3, c"in=> ~>. S * ^ ^ Ì Ì : ^ Ì : : (>«Pfdi:-e Maggiore — Gr-.r-p^ R;-<a. f a:ini i6, calìola-.a. Orpellale :vir.i-. i riale, K:\xiia. c'.^dda. — 3c-i_-!-::. r ,i • c.U> COT 5l3ccag--c3-: E.-TElr:2. c ' i - r . ; . ; ilioKhlc-yc. Osi^dale- Ma«i:vìrr. — -'r '• l-lciijia con. F raar i^ i C,:=M-; .P?. C Ì ; 3- ó;, C3MÌ:=-i'a, via Fal ' io r i ! ; ; , = • Cjror.i r;:u«-:;;* co=. F.c-Srr.^ '..- *: ; d"i3ni ó;. TTvOìvrato. '»i-,jod»'f Mi ; Klorc — Ca:;ido.-i Rorida, an^^ilr. ; anKÌ x:. ca^ai-nsa. CHpe-cialf M^.;.-- •:

— Carena Frar.cc^-o rois Tc^^—. *''" <rj>pi:-.a, d'an-': te iaTa-a:ore C'-r«li .M3E?i.>rr. T.nro'io.

.•.fj.-r:>-."i;: r/'hT^f-.. — »;-!.-•.•.-:= C : \ 5rpt>e, paiaii'*^i^re. o-^i Bt"r:t^cl:-o M ; ria. cameriera. — Te- '^ ra Err.r--". •;'; i tr'.c;-:a, Milano, con l>2^-.c=l r;cT-.= ; in=«-v:c!:te.

Don.OOLDONI OSTETRICIA GINECOLOGIA VIA PL A S l b 7

Teief.-23.óa _ Riceva 1 4 - 1 6

Siro coraggio. Io vi sa rò s e m p r e v ic ino nel la ! Mart i r i Fascisti,

lo t ta con t ro la va r iop in t a e tur-1 Una e B ianch i» del valore di pe canea dei giudei , filogiudei, i 700 l ire è stata ruba ta in Piazza m a s s o n i e ant i fascis t i vecchi e nuov i .

Sia p u r e in pochi , m a con la sp ina dorsa le d i r i t ta e n o n pie-ghevole .

Ala la! Vost ro Gino Sottochiesa

Reggio Emilia — Sono con Voi e dò la mia incondiz iona ta ades ione al Fascio Repubbl icano .

Capitano Aurelio Tonchi.

Rimini — Imposs ib i l i ta to in t e r v e n i r e a d i m a t a t i en imi p re ­sen t e ai gr ido di Viva il Duce, Viva Far inacc i .

Fernando Montelattici

•'• Verona — Dal 25 luglio la m i a a m m i r a z i o n e p e r n Duce e p e r

i Voi è a u m e n t a t a a d ism-isura. i Viva la r epubb l i ca !

S. Ten. Vanni Orpello Caminetti Rimini — Il t u o ritomo è sta­

to p e r i vecchi c a m e r a t i u n a g r a n d e gioia. Il" t u e g io rna l e ci fa finalmente r e s p i r a r e .

Mancin i Ruggero

Apuania — Dopo u n a dolorosa in t e rminab i l e sos ta è g i u n t o qui nel le p r i m e o r e di oggi il « R e ­g i m e Fa.scista ». P e r noi, con es­so è r i t o rna to il sole.

Giovanni Morriconi

Padova — Vi abbraccio con af. fet to en tus iasmo fedeltà i m m u t a ­t i . Vostro

Meropiant

Cspediale a Francesco Olmi, dlmo ran te in v ia Mantova 7.

Nel cortile della sua abitazione in via Manzoni 7. Samuele Giar-dina aveva collocato una biciclet. ta del valore di L. 1500. Essa è scomparsa.

Nel posteggio di Piazza Ospe­dale, .Angela Stefanini — abi tan­te in via Brescia 51 — aveva de­positato una bicicletta d a donna del valore di L. 1500. -Al suo r i­t omo , la macchina era spari ta .

Edvige Priori , d imorante in via Alfeno Varo 11, è stata deruba ta d'una bicicletta del valore di li­re 500, che l 'aveva abbandonata nel corti le della sua abitazione.

Una bicicletta del valore di li­re 2.000 fu sot t rat ta nel propr io cortile, a P r imo Baggì, a'oitante in via S. Erasmo 7.

La parola fedeltà ha un significato profondo, In­confondibile, vorrei dire eterno nell'animo tedesco.

HUSSOLIIVI wmnt-MumnHiuuuinnniiHuMHiH^paHHi

Incidenti e disgrazie Il capomastro Luigi .Azzali di

70 anni, da Pieve Delmo.na. men­tre in bicicletta stava r i tornando alla propria abitazione, in seguito ad un falso movimento cadeva dal­la macchina, producendosi una grave contusione al torace. Ac­compagnato all 'ospedale, egli vi è stato- r icoverato in osservazione per una probabi le f ra t tura costale.

— Accidentalmente il meccsni-co Francesco Compiani di ann i 19. abi tante in Cremona, r iporta­va abrasioni var ie al corpo. Al Pronto Soccorso il sani tar io che gli ha pres ta te le p r ime cure lo ha fatto r icoverare in osservazio­n e per una sospetta f ra t tura all 'os­so frontale.

— Il manovale Ferroviar io P ie . t ro Sgalbazzini d 'anni 58, da Pieve San Giacomo, è stato ieri r icove­r a to all 'ospedale per una fra t tura r ipo r t a t a accidentalmente a l l a spalla sinistra.

Alla Guardia Medica Guaribi le In otto giorni è stato

giudicato l 'operaio Virgilio Par -migiani di 44 anni, ab i tante in via Cario Speranza 6, il quale p re ­sentava una ferita da taglio al di­to medio della mano sinistra.

— La filatrice Ennche t t a Sardi di anni 33, domiciliata in via Gior-dano 1, è stata dichiarata ?uaribi-bile in cinque giorni per escoria­zioni e abrasioni al ginocchio d e . etro,

Buona Usanza Rag. - i i r in i . rn P T - G I . T A N : — T^frr^-

;?ì te: .^Etonirt-.a e Cin.<*p?>e Gali: lire ro — C-jpU: Kiiiri::: : Girelli ra-KÌc-r.iei Plinio l:re ;=.

INES M.ARIA M.\RTIXT r . : -At .TlF RI. — I-e =;y-ore B-~t:n-; Orinira. C-'-lonelli . \ r . :on:«;a . Dei Brr.e A=::s. Posi-ani Abda, Tonare";; Mar-la o.' roriO : Bcreliuc lire =o; :s!'a=i:a .AM-^r..!c:;i;.i lire ^o; Artigianerì: S Michele lire =-- Maoezzooi I.-JÌ2; e famiglia: B-:cn ra=ic!-e lire 100; Prut-iidenza lire :--»-: Ciec'ni Margberi'.^ l ire ITO. — Tif.?^-z l a : Pa,<tificio ex-Ctnnbatteati lire :»•> - ArtiKÌanelli : iuK. Nino tanf rasch i iire .?o. — 0.=piij Ri:ia!ti : r.irelii r.^rlo-nier Plinio lire j?. — ArtisiiEeiii : Rosetta e dozt. Gino Feraboli iiro =:•: Kijzi Lina lire -o — Bor^a Luis; G r a n d i : prof. Vittorio C.rxndi lire =0 - .^rtiuMnelii: cocìngi Borshi Fera-boii lire 30.

PROF. BENCIOLINI Wiirii Snellisti Isfitili l if i .

Orecchio-Naso-0ofa Visi te Bri giorni f c i t f

iUìe 1-0 U i e n , ; 0 d«i ie !5 a'iie •?

INALATORfO

C R E M O N A V I » C a d o l i n i , 18 - Tel. lO-is

Papamentì e riscossioni senza rischio né perditempo

In fatto di I>ot:. Ti-LLIO FERABOLI. - Ciechi j ^ ^ ^ i - ^On e

Marg-facriia : la zìa Amelia Far ina ve­dova Feraboli lire ic». — Le cnirine I-lnsma, Lidia I-a Polla Feraboli ; Oas.i S. Rita lire loo. Derelitte lire 100. — Borsa Lnigi Grand: : professor Vittorie Grandi lire 50.

-lERVENTI TF.RKMS.K ìoriiao anni-vE-rsarioì — Il tiglio Getìzini . i r r igo *-Sonlomi'-ti l ire 3?; Ciechi M.. l ire 15.

B07.7-ETTI EGIDIO. — ProrvkleBr* : ing. Mino Larifranchi e fam., l ire 5» — Famiirlia Bozzetti : Infanzia lire 100; Orfanotrofio Maschile lire 50; Rcstanri Chiesa S. Pietro l i re roo. — -\rtieia- nclli : fam. Talaiaazzini .\nsrelo lire 50. — Ospizi Kinniii -\ttilio Boctasavia ' i re »5.

Gr. Uff L i n c i CARINI. — Fratelli Rossi : -ambulatorio Pediatrico Ospedale Jfagsiore, lire 50. — Ospizi Riuniti : -Attilio Boccasaria lire 3>,

GIUSF,PPIN.\ MARIANI ved. T.A-r .L I . \B fE . — S. -Antonio: «li inqui­lini della Casa di via San Francesco lire 50. — Ciechi MarrrheriSa ; Lina re ie t t i e dott Triicco lire :o.

FHDELI G i r S F P P E — Artieianelli : la famislia lire . o

isc.C;

L'ororlo delie Ferrovie (in v igore da! i o t tobre)

P . \ R T E > Z E CODOCNO: i,:o r.o- (Milanol, 19,39 MANTOVA: S.TT, :i,-,o. TREVIGLIO: =,1.1 iMilano), 17^5». BRESCIA: 4„^5, 1$,^^. Fn>KN7,A: 5,1". Ja.^o. PIACENZA.: 7,08. 18,5;.

A R R I V I CODOGNO: 8,oj (Milano), n),i7, «,09

(Milano). MANTOV.\ : 6,53, 19,33. TREVIGLIO: 7.st {MUano), «,43. BRESCIA.: 7,16, 30,48. FII)BNZ.\ : 7,46 10,57. PIACENZ-i : 8.04, 20,50.

Spattscoli d'o99Ì CINEMA IT-'VLIA: Destino di sanifTis. SI-PERCINEMA : L'assedio dell'Alrazar. C1XR-M.\ E N l . C . : L'uiuraiu.

Gioco del Lorio Esfrazioni del 2 ottobre:

TORINO 75 71 61 45 83

no median te gli assegni postali luì fomit i , che assum.ono la io

pagament i e propr io il e

•i.fnanere a-icora a ^-^-e-n' quat i e pericolosi, QuèÌ-te"ope"-l zioni si possono r idu r re ai mas­simo della se-mpiicità, deli 'ecorò-mia e della sicurezza. Basta ap.-i r e u n comodo e sicitro Ccnt-o Corren te Posta le . D Conto Cor­r en t e Posta le consente infat t i al t i tolare, ne l modo più s icuro di effettuare, i a qua lunque località incassi e pagament i a mezzo de ' la posta, senza a l lontanars i dal propr io domicilio. L ' ape r tu ra di un Conto Corren te Pos ta le si ot­t iene facendone domanda suiVap posito modulo di cui sono fomiti tutt i gli uffici dì posta, I paga , ment i del corrMitista si effetusa-

a — - O -

ma d i : Assegni localizzati, p e r dispor.

r e U pagamento presso un. deter­mina to ufficio i>osta!e a favore di im qualsiasi beneficiario; Postagi­ro, p e r effettuare pagament i a fa­vore di u n a l t ro corrent is ta ; Asse­gni al l 'ordine a favore di qualun­que beneficiario, girabili al pari degli assegni bancar i e pagabili presso qualsiasi ufBcio postale.

Tu t t e le esazioni di somme do­vu t e a l corrent is ta possono effet tuars i mediante invi to a i singoli debi tor i d i versare le somme m e . desime sul conto dello stesso cor-r e i t i s t a a mezzo di qualsiasi uf­ficiò postale. TaU versament i sono normalmente eseguit i con bollet­t ini che i corrent is t i t rasmettono a i loro cl ienti assieme a l le fat. tu re .

LTJfBcìo dei Conti Corrent i Po­stali informa il corrent is ta d i tut­t e le operazioni di addebi to e di accredi to eseguite giomalmraib? sul suo conto.

Gii assegni postali evi tano le spese di affrancatura e di assicu. razione.

Gli uffici postali, a richiesta, d is t r ibuiranno gra tu i tamente una guida pra t ica t u l servizio d«i C o s . t i Corrent i .

Page 3: IL REGIME - La Provincia di CremonaL. 150 Numer;o separat 30o cent Arretrat; . o cent 50. — Gl abtionanienti si ricevon i ai nostro i Uffici Dir. Red Amm.. : Piazza Costanz - Telefo

gss « i f^EOIMÈ PASGiSTAtU^Mirtia 5 Ottòljti IMS . Anno XXI

iSU^JAMO li NOSTRO PASSATO f

Quanta grandezza e quanto avvilimento!

mmji^lfgii^ggffgf^l^^l^^

L'esortazione di Foscolo agli Italiani di rifarsi alle storie mai come in questo momento è stata di attualità. Rifarsi alle storie vuol dire non solo rivive­re col pensiero il passato ma idealmente ricostruirlo investi­gandone le ragioni e comprèn­dendone lo spirito. C<^npren-dere, imparare, oonfrontare e dal confronto trarre argomento di esaltaiione e potente stimolo di lotta, oppure motivi di pro­fonda mniliazione; questo il ii-ne pratico a cui ci conduce il confronto.

Che sempre vi siano state guerre e quindi rese, patti di armistizio a cui seguirono trat­tati di pace, è verità storica la-paìissiana. Ma per limitare la mdagine all 'età gloriosa del Ri-sorg mento e proprio agli iniz: quando un popolo insorgeva dalla Sicilia al l ' I ta l ia setten­trionale o per conquistare la li­bertà o per cacciare lo straniero o il tiranno indigeno ai suoi ser­vizi ci imbattiamo in tré mo-D}enti storici di eccezionale iui-portanza: 24 marzo 1849, quan. do il Piemonte chiede l'armisti­zio all 'Austria che jl 26 è defi­nitivamente stilizzato; 30 giu­gno 1849 quando l'assemblea costituente romana dichiara di cessare da una difesa divenuta impossibile; quando l'assem­blea costituente di Venezia nel 24 agosto 1849, pattuita la re­sa, rimette le sue funzioni go-vt: nati ve al Municipio e non ha contatto di sorta con lo stra­niero.

I-a <r briunal Novara » nella notte del 24 marzo del '49, do­po aspra e dura giornata di combattimento tra Piemontesi e Austriaci, chiuse il primo ciclo della guerra per l 'indipendenza e della monarchia Sabauda, in­terprete in quel momento delle as[)iraziom italiane. Carlo Al-I>crfo, che aveva invano cercato gloriosa morte sul campo, di-\enne, sebbene sconfitto, il re < della causa nazionale, il mar­tire di Opor to» . La politica deila dinastia fu spinta irrepa-rahiJmente verso la causa italia­na per la vendetta di Novara, il Piemonte fu la rocca della Xazione sconfitta. La leggenda ravvolse il vinto e prima anco»-la che la cantasse Carducci, la riconciliazione fra i martiri e li re che li aveva colpiti fu sentita dalla còscienza"Hèl popolo."' Cò­si uno storico non servile, né adulatore di principi, ma libe­ro e sereno. Una sconfitta, co­me quella di Novara, può, nel g'iOco delle forze storiche, tra­sformarsi in potente energia di >'ta e di liberazione.

-ila veniamo ai fatt i . Carlo .Milito — il cui esercito era co-.•.••.i;,'ia;o dal polacco Chrza-:i"'.v-Nk!, perchè a nessuno dei L :nra;i lìiemontesi si volle af-; ;.;:c la re.sponsabilità del co-]-.;i;d-..) e a i j)iìi erano concordi r.'l ritenere che in Piemonte Jl'.;; •,i iosse un generale che, '••'.'e ad avere qualità militari ;Ì-' •-•-^arie per prendere .il co-i.\ir.i<-) dt-'iTcsercito in tanto dif-:••;; coniìizioni, fosse anche ri-:;..:-'o indiscusso negli ultimi a. lenimenti i — aveva inoìtra-I • ;roposta di armistizio a Ka-d-;zky ma !e condizioni da que--•>:. i:r.poste erano tali che il re ."•jn sentiva di poterle accetta-ri', a meno di rinunciare alia s-a d'ignita regale, alle ragioni stesse della guerra, a quelle li-ì'"rià costituzionali da lui stes->'j giurate.

f.'uali erano le condizioni?: Hi ':i;i)egno di riconoscere i trat t.!:i del 1815, che spezzettarono i i:.jra e attenersi fedelmente ad essi ; l/) rinvio dei sudditi l'''';iì'ardi riljelli al l ' Imperatore, ' .v; a-.evano combattuto coi pie-Ji/'-tesi e co.sl pure degli Un-^ii'.resj e dei Polacclii; e) con-.'•'•:• .-ìa delle fortezze di Alcssan-d; a e di Casale al maresciallo a'-triaco, col territorio compre-yi .sulla sinistra del Po, tra. il 'fieno e la Sesia dalla sua sor­gente fino a Vercelli, incluse le cirià; d) concessione della for-te7za d 'Alessandria; e) rientro della flotta sarda e delle trup­pe ijiemontesi che s'i trovavano a Venezia; / ) la convenzione e l'armistizio indipendente dalla approvazione delle Camere.

Carlo All>erto abdica, piut­tosto che firmare questo disono­revole armistizio, a favore di ^'iitorio Emanuere I H e batte la via dell'esilio. Qual re, che aves.se il senso delia dignità na­zionale, avrebbe potuto accetta­re siffatte condizioni di pace? Ma prima — come ne informa il Cibrario — di prendere la eroica deciiiione, convoca _ i ge­nerali, legge le condizioni sud­dette e li interroga se è possi­bile riprendere le ostilità. 0 -gnuno risponde negativamente. E allora « .siccome non vi è più mezzo di continuare le ostilità •— dice il Re — io abdico in questo istante la corona a favo­re di mio figlio Vittorio Ema­nuele ».

A questi spetta di rispondere a Radetzky. Gravissimo il «an-pito, gravissimo i l momento.

Nessuna possibilità di riprende, re le a rmi : l'esercito è demora­lizzato e in condizioni di infe­riorità rispetto al nemico. Ma non è nemmeno possibile accet­tare le condizioni poste da feld-maresciallo austriaco. Ac­cettarle non solo era disonore­vole, ma significava rin-unziare alla funzione storica dei Pie­monte, tradire le speranze ita­liane, porsi contro l'imperativo della storia, ritornare al 1815.

Vittorio Emanuele ha l'esat­ta comprensione del momento storico e la visione dell'avveni­re. Un imperativo gli si im»o-ne che è di dignità e di cosciea-za nazionale. « Piegarsi con di­gnità davanti al vincitore im­baldanzito ed avido di vendet­ta, ma non lasciarsi scliiacciare. Lottare con latina intelligenza, con macchiavellica audacia sul terreno diplomatico ed ottenere patti non durissimi. Ixigicamen te, il pericolo maggiore era che il Governo austriaco avrebbe cercato di tagliare tutte le teste dell 'idea rivoluzionaria, magari transigendo sulla indennità di guerra (duecento milioni) e .sul-le_ clausole territoriali dell'ar­mistizio e della successiva pace ».

Più esattamente non si po­trebbe delineare la psicologia politica del sovrano in quel mo­mento. I l nuovo re, cedendo a: pressanti consigli, del gen. Cos. sato e di al tr i 'si avvia a 'Vigna­le per un abboccamento con Ra detzky. 11 colloquio durò p iù ' di un 'ora e Vittorio Emanuele fu irremovibile nel non cedere sui punti sui quali il marescial­lo maggiormente e con tenacia insisteva, ma che, se accettati, costituivano la condanna, da parte del Piemonte, delle ragio­ni della guerra e il ritorno al regime as.soluto. Benché il re, fosse tut t 'a l t ro che un entusia­sta dello Statuto — che limita­va entro certi confini il potere regio — comprendeva però che l'avvenire della sua Ca.sa e del Piemonte dipendeva precìsa-mente dalla fedeltà o meno del­la monarchia alla Carta costitu­zionale. Obbedì a q-aesta reali­stica comprensione della realtà e sah-ò l'onore, il diritto,, l'av­venire della sua Casa non solo, ma ciò che più importa, le sorti della rivoluzione nazionale di cui il Piemonte sarebbe stato lo efficace jstrumento.

I l 26 marzo venne rimesso dal Radetzky al re il testo uf­ficiale e definitivo dell 'armisti­zio, che nei punti sostanziali e fondamentali differisce da quel­lo del 24. Infa t t i : a) non si esige la fedeltà ai tiattat'i del 1815; b) non si impone il rin­vio di soldati e ufticiali lombar­di sudditi austriaci al campo nemico ma soltanto lo sciogli­mento dei corpi di volontari con la aggiunta dell ' impegno de! maresciallo di accordare prima della stipulazione del trattato di pace « piena ed intera amni­stia a tutti i militari lombardi, ungheresi e polacchi che ritor­nassero negli Stati di S. M. lo Imperatore » ciò che effettiva­mente accadde ; e) si riconfer­ma col permesso del Re di Sar­degna e finché dura l'armisti­zio, l'occupazione del territorio piemontese già in precedenza delimitato ; d) conviene che la flotta sarda « con tutte le vele e i battelli a vapore lasci l'A­driatico nello spazio di quindi­ci giorni per condursi negli Sta­ti Sardi » ; e) si riconosce il di> ritto, conferito dalla Costituzio­ne al re di dichiarare i a guerra e far la pace, ma non si esi­ge che il futuro trattato di pa­ce .sia concluso all'infuori del Parlamento.

1 negoziati p«r la pace — co­me fa rilevare uno storico au­striaco — si svolsero più che tra il vinto e il vincitore tra eguali, ma in modo che il vin to, avvedutamente, si compor­tava da vincitore. E i negoziati furono lunghi e difficili e spes­so interrotti appunto per que­sta ragione: se ne era accorto il gen. Hess, capo di Stato Maggiore di Radetzkv, il qua­le scrivendo al De Bormida, plenipotenziario piemontese a Milano per la stesura del trat­tato di pace, .asseriva : € Io non pos.so impedirmi di rilevare una espressione che vi è sfuggita nella vostra lettera, ove dite che le vostre domande saranno ragionevoli. Mi sembra che se vi è qualcuno che abbia il di­ritto di far delle domande, questo no» -può essere che VAu­stria ingiustamente assalita nel suo proprio territorio e che due volte vittoriosa ha dato reitera­te prove di una moderazione senza esempi », ^

Si noti che in Piemonte esi­steva una corrente tutt 'al tro che insignificante la quale era legata.al passato e oontrarm al­la libertà co.stituzionale e attac­cata all 'Austria e al suo sist^ ma politico. Si tenga pure pre­sente che le condizioni dell e-sercito al l 'entrata in campagna erano tutt'altro che tali da as sicurargli la vittoria e che mol-

Parole chiare ai lavoratori

Uit fortino tedesco sulla Manica iHuiiiiiuiHiiiriiiiiiiiniiiiiUiiiiiiHiiiniliiiiiniuiHniiiiiiiniiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiisiiiiiniiiiiiuiiiiiiMiinniliiiiiiiiiiiiiiiiuuiiiiiHiiiHiiiiiiuiiuiiiiiiiiiiiiiiiiii

HL C > A S O IMIIiOLIOLR

L'ULTIMA SUA FARSA Uex onorevole Migliali ci

aveva scritto più volte dalla Francia. Egli riconosceva i suoi errori politici confessan­do che il fascismo veramente aveva ritihato il prestigio del­l'Italia nel mondo ed aveva risolto in un modo magnifico

,le questioni sociali. Si dichia­rava nauseato dei fuorusciti italiani che tramavano contro l'Italia tanto che ad un certo punto si decise di passare al servizio dell'A imbasciata no­stra per « apprezzatissimo » servizio di informazioni.

Verso la Germania si mo­strava ammiratore fervente e ne giustificava la guerra con­tro le nazioni giudeo - pluto­cratiche. Nelle sue lettere ci chiedeva infine di preparare Vambiente perchè stanco, vec­chio e malato, poteste ritor-. nare a Cremona a chiudere gli

bica organizzata dall ' Unione Popolare alla vigilia del con­flitto. Quella r iunione aveva io scopo di spingere masse di Italiani a mobili tarsi cort la Franc ia contro il nos t ro paese. E in quella corrispondenza io ero segnalato fra gli oratori-ciò che bas tava per giudicar­mi. Ebbene io non era presente* bureau » era fatta contro di me a quella r iunione avendo ma nifestata la mia avversione a cosi insana politica.

Quando r i torna i in F ranc ia tu t t i gli e lementi si offrirono per al let tare ed ecci tare il cosiddetto antifascista. L'I tal ia svi luppava fat icosamente la sua politica imperiale men t r e in quest i ambient i si accentua­vano l 'opposizione e l'odio con­t ro le sue conquiste...

* * * Duran te la guer ra di Spagna

furono ben pochi gli i taliani di qui, non fascisti, che non furono travolt i dalle correnti qui soverchiant i . Io fui fra

zazioni che sostenevano 11 pre­dominio degli imperial ismi do­minan t i contro le na tura l i ri­vendicazioni della Germania e dell 'Italia.

*** Nel novembre 1939 una for­

male denuncia al « deuxiéme

da uno dei pa t ron i francesi dell 'Unione Popolare italiana. E r o accusato in quel momento così torbido di essere uno de­gli agent i al soldo di Roma.

Voi invece mi chiamaste agente di Mosca.

* * « Vi dirà il Console Orlandini

quel che ho fatto, quale è s tata la mia opera. Non è 'qni con­senti to di specificarvi come ab­bia cercato in quest i u l t imi m^-si di adempiere al mio compito sia presso il Console sia presso il gen. Tuccì che aveva- una funzione polìtica. Voi conosce­te la si tuazione che qui si era determinata , aggrava ta nei ri-

quei pochi e non solo mi asten- guardi degli i tal iani e dell 'Ita-ni dalle numerose manifesta- ' lia Voi comprendere te che era

-Jj»u JL (^ tAU^tAh'h ^ fpluLuthiiri ù4^Ml. A^fi:*^ tMC*^^ tèi ^^>Mh' tH^

Jv-*^*J fljAt^ttk I** 6i**t^ a*uA* (^*Ì4,t4rì/*u. h'€>i,0*^À*<*^**^f*'*^^^'^-Ut^^

occhi per sempre, accanto al­la sorella adorata.

Fessi, arcifessi come sem-pre, finimmo per commuover­ci e ci adoperammo perchè egli ritomasée nella nostra città. Le benedizioni della sua famiglia per noi furono co­piose. Senonchè avvenne il colpo di Stato del 25 luglio. Migliali ritornò da trionfato­re. La vecchiaia e la malattia scomparirono come per in­canto; riprese immediato con­tatto con i soresinesi ed i ca-stelleonesi, e annunciò la ri­presa del suo movimento.

Di fronte a questo suo con­tegno dobbiamo abbandonare il nostro riserbo pubblicando brani di sue lettere. Dopo di che MigìioU può ritornare a Cremona che nessuno gli tor­cerà un capello.

«... Ricordavo la pubbllcazio-i ne apparsa sul vostro giornale concernente una grande assem-

zionl, ma non mancai di segna­lare spesso il mio dissenso.

In ambiente di intel let tuali insorsi contro lo scr i t tore spa­gnolo Benjamin che pretende­va a nome dei cattolici di pe­ro ra re la causa repubblicana.

« « * E quando dopo Monaco essa

si rivelò come uno s t rumen to della politica francese per pu­gnalare l 'emigrazione i tal iana e la guerra , non ebbi t imore ad espr imere la mia opposizio­ne. Essa fu tale da po r t a rmi nel se t t embre 1939 a rompere anche i rappor t i col segretar io di codesta Unione.

• * * * I lunghi anni di espatr io più

di qua lunque cosa valsero a farmi desiderare il mio paese e ad apprezzarne lo sforzo pe r accrescere il prestigio e la po­tenza nel mondo.

* * * Avevo visguto qualche anno

in Germania e profondamente ho condiviso il suo bisogno di r inasci ta e di r ivincita. E mi opposi contro tu t t e le organiz-

ve ramen te u n fronte anche questo come si espr imeva que­st 'al to funzionario pe r resiste­r e e operare . Egl i po t rà dire il mio modesto e silenzioso contr ibuto.

* « 4>

VI dicevo che ho accolto que­s ta prova dolorosa dalle m a n i di Dio, considerandola u n be­ne. Non è una frase, pe r me. Q u a r a n t ' a n n i di lot te dure, spesso atroci; quindici ann i di espatrio, cioè u n a sequela di resis tenze e di u r t i ne l fianco di u n t ronco: bas tano pe r la riflessione necessaria agli ulti­mi giorni della mia vita. Inol­t r e io so che, se ho molto er­ra to di f ronte agli uomini , so­no infini tamente piti colpevole in faccia a Dio; e la sua pro­tezione costante, che mi salvò da mille pericoli, r ende più grave la mia colpa ».

Per controllare queste noti-zie scrivemmo una lettera al Console Generale d'Italia a Parigi, il quale, in data 29 luglio 1941 rispondeva:

••<••••••< iiiiiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiii u n i i iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiii Hill

tissime deficienze si rivelarono per noi im debito d'onore, un A .._ • „-„u! _:_..._• • ^ • (]Q ,gj.g ^1 co.scienza». E l'am­

nistia è concessa. E su questo sentimento vivo e forte si basa­vano i plenipotenziari nelle lo­ro trattative. A tanto giungono che la indennità di guerra da 200 milioni è ridotta a 75.

Confronti? Il lettore li farà da sé: e da questo confronto, chiaro emergerà questa verità: i padri , vissuti un secolo fa, avevano una tale concezione del dovere e dell'onore nazionale che mai avrebbero sottoscritto un patto di armistizio come quello d e i r s settembre 1943, che, forse, uno Stato, ridotto militarmente allo stremo delle forze, senza onore e senza di­gnità, avrebbe potuto conclude­re, p ivis i 1 padri dalle conce--zioni ideologiche un sentimento e un nome sacro tutti li univa: la Patr ia e l'onore. Nel 1943?

Rirum Scriptor

durante j fxxjhj giorni in cui durò la guerra, che era assolu­tamente impossibile continuare. Ma nei piamontesi, rinnovati dallo spirito della libertà, al­tissimo era il senso dell'onore e della dignità nazionale.

I l gen; de Launay, capo del Governo, tracciava le direttive ai plenipotenziari convocati a Milano per discutere il trattato di pace', fra l 'altro li esortava a far capire all 'Austria che se « la massa della fopolaztone ragionevoli ha visto con dis-pia­cere la coniinuatione di una guerra da fui non si poteva spe-rare un felice risultato e desi­dera la pace, essa ha tuttavia conservato in mezxo alle nostre sventure il sentimento delia di' gndà e dell' onore nazionale >. Come pure i plenipotenziati per la pace, insistono per la amnistia ai lombardi che aveva­no preso parte alla guerra; e k

«Rispondo alla tua le t tera del 18 corr. Il Miglioli ha già lasciato Par igi ed è s ta to tra­sferito in Italia a cura del­l 'autori tà tedesca. Egli Infatti, che frequentava il fuorusciti-smo italiano, ha reso apprez­zati servizi a quest 'Ambasciata.

Solo da lui Eì sono po tu te avere informazioni precise su uomini e cose.

GUSTAVO ORLANDINI»

Numerose Iscrizioni al P.R.F. di Chiavari e Lavagna

Cbiav«ri, 4 ottobre Alla noetra sede del Fascio le

nuove iacrizloni continuano con grande soddisfazione; le vecchie Camìcie Nere ed 1 fedeli di tutte le ore «1 sono presentati in mas­sa aderendo al P. iR. F.

Anche nella vicina Lavagna, nella Casa Littoria, le iscrizioni del vecchi fascisti sono numero­se. A questo proposito ricordia­mo la masèima: amiamo la qua­lità e non la quantità.

L'ora solennemente tragica che è scoccata sullji Patria nostra deve obbligare tutti gli Italiani, e soprattutto la grande massa dei lavoratori, che rappresenta­no la maggioranza deila nostra popolazione, a riflettere, spassio­natamente da ogni deniagogica ideologia politica, sulla realtà de­gli avvenimenti attuali che stan­no per determinare la situazione politica e, soprattutto, sociale del domani.

Lavoratori Italiani, Italiani tut­ti di sani e onesti ideali, ricor­datevi che dal vostro atteggia­mento presente risulterà l'agia­tezza d la miseria dei vostri figli e delle vostre generazioni future.

L'Italia povera, l'Italia prole­taria scese in guerra al fianco di Nazioni altrettanto povere e prò. letarie, per combattere la strut­tura borghese-plutocratica di Na­zioni che, sotto un tallone di fer­ro spietatamente pesante e ine­sorabile, schiacciavano le sacro­sante aspirazioni del popoli pro­letari.

I Governi demo-plUtocrattcl dei nostri nemici, con un gioco de­gno defle tradizioni del prestigia­tore Wilson che con i suoi famosi « punti » già ingannò e tradì l'Eu. ropa, vogliono ora dimostrare che la via perseguita dall'Italia con il Patto Tripartito è falsa e che essi soli sono i veri amici, 1 liberatori del popolo italiano.

La spudoratezza non potrebbe essere più mostruosa e per far­sene un'idea basta esaminare ciò che è sempre avvenuto dei popoli governati dagli amministratori delle loro maestà: il dollaro e la sterlina.

Gli inniunerevoli scioperi e le agitazioni, che, repressi nel san­gue, hanno sempre serpeggiato in Inghilterra e negli Stati Uniti d'America, servono a documen­tare come gli stessi popoli delle ricchissime Nazioni anglo-sasso­ni siano oppressi dal tallone del capitalismo. La libertà politica di tali Nazioni è congegnata in mo­do da blandire illusoriamente le masse operaie, per mascherare al popolo la schiavitù imposta dalla Clas.se plutocratica dominante.

Tutti i partiti esistono nei re­gimi democratici, ma uno solo regna: quello- dei grandi uornini d'affari che, pure in minoranza, si affermano con la potenza del­l'oro sui sudore del lavoratore che sfruttano.

I discorsi politici, le polemiche a volte tolleranti, a volte incorag­gianti per fare meglio risaltare l'incastellatura di «artone della politica liberale, non hanno clie valore di palestra; ciò che conta sono le leggi e le leggi sono re­datte dagli uomini del capitale: sono leggi borghesi.

Se cosi non fosse, se il popolo americano avesse effettivamente avuto la possibilità di decidere, oggi il popolo statunitense non morirebbe sui campi di battaglia europei.

Roosevelt aveva promesso alle madri americane che nessun loro figlio sarebbe morto sul campi di Europa, ma una volta Innalzato al seggio presidenziale, la sacra promessa fatta a milioni di n c -dri non ha più avuto alcun va­lore e il plutocratico dittatore della sedicente libera America ha curato solo gli interessi deila cricca super-capitalista statuni­tense.

Il sangue americano ohe si sta spargendo in Europa serve so!o a procrastinare negli Stati Uniti, nell'interesse di pochi, la rivolu­zione che era fomentata dalla lot­ta di classe e dalla crescente di­soccupazione, la quale, proprio mercè la guerra, viene neutra­lizzata con l'essere assorbita dal­l'Industria bellica e dall'esercito della bandiera stellata.

Il sangue americano òhe viene versato in Europa serve solo a procurare immensi guadagni al­la plutocrazia americana attra­verso le forniture di guerra, con Il miraggio degli ancora più va­sti lucri che, a guerra terminata e vinta, potrebbero venire dalla ricostruzione delle città europee distrutte e dalla affermazione del­la produzione americana su tutti 1 mercati del mondo.

Queste, o lavoratori italiani, so­no le Nazioni che, nella loro struttura politica, sociale, econo­mica attuale, vi promettono l'a­giatezza e la libertà, quantìo una agiatezza e una libertà effettive non l'hanno volute ancora con­cedere al loro stessi popoli.

Lavoratori italiani, lavoratori di ogni ceto e di ogni categoria, qui non si tratta di inebriarsi, con sogni oppiati, alla metafisica del comunismo o di bearsi da­vanti allo scenario, da palcosce­nico d'operetta, della libertà de­mocratica; qui si tratta, ora che la lotta è scoppiata ed è nel suo massimo furore, di schierarsi dal­la parte che effettivamente com­batte l'eterno nemico del lavoro e del proletariato: la plutocrazia. Per essere liberi, perchè il po­polo sia effettivamente sovrano in casa propria, è necessario ohe la Plutocrazia sia rovesciata e di­strutta.

Questa è la guerra che il Tri­partito ha iniziato, è la guerra del povero contro il ricco, è la guerra ohe bisogna portare a ter­mine con la vittoria.

Lavoratori, chi di voi, nell'In­teresse proprio e del suol figli, si rifiuterà di combattere o di appoggiare con tutte le proprie energie la grande guerra, la sa­cra guerra della liberazione del proletariato?

Oggi il popolo italiano non può appoggiare che un unico Parti­to: il Fascismo; non può avere che un unico alleato: 11 Soolal-nazlonalismo.

Non chiacchiere, ma fatti. Co­sa ha fatto li Fascismo per 11 po­polo?

Molto; la legislazione del lavo­ro; la protezione della maternità e infanzia; la bonifica di immen­se terre cedute ai contadini; la costruzione di comode e igieni­che case popolari; la creazione di istituti aseistenziall e dì pre­videnza Ohe garantiscono la tran. quillltà del lavoratore e della i-i-spettiva famiglia; ospedali, sana­tori, colonie marine e montane, acquedotti, strade e autcsstrade, ferrovie ecc.

Tutto questo in soli vanfcun anni di Governo mussoliniano.

Ma Mussolini che viene éal po­polo e al popolo appartiene, a-vrebbe desiderato di fare molto di più » l'avrebbe fatto, se non ei fosse trovato davanti a tm'eco-nomia nazionale già sconcolta dal­la guerra del 1915, aggravata dall'egoismo irriducibile dei no-Btrl ex alleati e perturbata da al­tre due guerre, nonché da con­

tinue oomiplìcazionl estere, le quali, facendo prevedere un gran, de conflitto mondiale, non consi­gliavano movimenti sociali trop­po radicali, possìbili solo in un periodo di pace consolidata e du. ratura.

Andare verso il popolo, era la parola d'ordine di Mussolini. E verso 11 popolo ih modo totali­tario e definitivo, il Duce sareb­be andato a guerira ultimata e vinta. Solo allora si sarebbe po­tuto giudicare la portata della politica mussoliniana.

O impiegati, funzionari e pen­sionati statali Cihe, per gli esigui stiipendi e pensioni percepiti eotto qualsiasi Governo Waliaco, avete condotto un'esistenza .iinprointata da sacriiflci che, possiamo ben di­re, vi santificano; l'origine del vo­stri disagi è derivata da una cau­sa unica: la povertà della nostra bella Italia, strozzata e avvilita tutte le volte che sul tappeti del­le Conferenze internazionali, a-vanzava qualche richiesta sia pu. re umana, giusta e modesta.

Per migliorare le iproiprie con. dizioni, è quindi evidente ohe il popolo Italiano debba creare uno Stato ricco in una Nazione indi­pendente da qualsiasi ricatto straniero; debba conquistare quel, le fonti di benessere che derivano dal possesso delle materie prime indispensabili alla vita di un po­polo; debba infine e soprattutto essere libero nel proprio mare.

Come il privato cittadino, non dotato di beni di fortuna, può sa­lire i vari gradini della scala so­ciale e conseguire l'agiatezza e la ricohezza a base di volitivi saori-fici, così le Nazioni possono con­quistarsi un posto nel mondo col prezzo del proprio sangue: la sto­ria lo insegna. Ogni popolo ha il destino che ha saputo conqui­starsi.

Lavoratori Italiani, lavoratori afflitti, da secolari miserie, è ve­nuto il giorno della riscossa. Diffidate delle trame e menzogne borghesi deirinterno e anglosas­soni: la borghesia odia ì] Fasci­smo e il Socialnazionalismo, per­chè i due Partiti popolari l'han­no già umiliata sohierandosi sem. pre dalla parte del proletariato.

Chi è contro il Fascismo e il Socialnazionalismo è contro il po­polo, se il popolo combatte que­sti due Partiti, combatte se stes­so; se il Tripartito perdesse la guerra, il popoio sarebbe defini­tivamente stritolato dal tallone di ferro della plutocrazia. Chi dubita della vittoria dei popoli proletari, non ha il coraggio del-la lotta di classe, non può avere speranza nel domani.

La Francia rlvoluzioparia, nel 1703, nei momento In cui mag­giormente infuriava la rivolu­zione all'intenno, disarmata e af­famata, respinse e vinse gli eser­citi nemici che la circondavano e così fece trior.fare 1 diritti del­l'uomo.

Italiani, il nostro posto è al fianco dei Tedeschi che sono no­stri alleati e non nemici; essi so­no qui per garantire che il tradi­mento iniziatosi da un Governo illegale; perchè sovrappostosi con un colpo di Stato al legittimo Go­verno fascista, non abbia fatali e irreparabili conseguenze per il nostro popolo, per U vero popo­lo lavoratore italiano. Ohi desi­dera un accordo con gli Anglo­sassoni, desidera vendere i no­stri emigranti ai plutocrsti an­gloamericani. Non credete a tut­te le fandonie di marca anglosas-

mm* eh» rmgtme dìifuae mtì. ecn-to dei Tedesdhl.

Un popolo che, ootn« M « « « « -nlco, ama la mufiica e ha dato musicisti insigni, che ama la poe-sia e ha dato poetii immortali, che ama la cultura classica, che ha dato così largii! contrifbuti alla civiltà mondiale con scoperte scientifiche e invenzioni, non è un barbaro, ma un popolo da ad­ditarsi all'ammirazione e alla ri­conoscenza del mondo intero.

Proletari, lavoratori italiani di ambo 1 sessi, aiutiamo i Tedeschi lealmente, se non lo possiamo con le armi, aiutiamoli con tutte Je nostre forze lavorative, col no. stro grande entusiasmo e la .no­stra più ferrea volontà per but­tare fuori l'invasore, per meri­tare il sacrificio dei nostri Morti, per vincere la nostra guerra, per riscattare il lavoro dall'oro.

Con i mezzi dei quali dispon­gono la Germania £ il Gia/ppone, con una ferrea volontà di coim-battere a ogni costo^ con ogni mezzo e per qualsiasi durata di tempo, la guerra dovrà eisere vinta e in nome del popolo e per il popolo la vincerano!

Viva il popolo!

Carlo Visani-Scozzi

"n Popolo repubblicano» uscito a Pavia

Pavia, 4 ottobre Ha ripreso le pubblicazioni,

sotto la direzione del Commissa­rio federale Piefxo Asti e con la nuova testata de II Popolo Re-pubblicano, il vecchio trisettima-nale della locale Federazione fa­scista. E' stato nominato un co­mitato di redazione con a capo il camerata Fausto Pivari.

nobile iDcitaineDto alla distinliDa Possano, 4 ottobre

Il Vescovo di Fossano, mona. Borra, ha indirizzato ai fedeli della sua Diocesi un nobile mes­saggio, invitandoli ad implorare con ih preghiere « ia potente in­tercessione di Maria, Regina deL la Vittoria e Regina della Pace, affinchè il Signore, abbreviando i giorni della dura prova, con­ceda, per sua misericordia, il r i­tomo della tranquillità nell'ordi­ne, nella giustizia e nella cari­tà ». Parlando dei doveri dell'ora presente, il Vescovo ha ammo­nito: e Con austera e dignitosa disciplina ogmmo tenga il suo posto, freni ogni forma di egoi­smo che aggrava la situazione di tutti, agisca con correttezza nei confronti di chiunque, apra l'émi-mo a sentimenti di cristiana ca­rità e trovi nella preghiera il più dolce del conforti, rafforzando la certezza che Iddio saprà dirigere gli avvenimenti, anche se dolo­rosi, al nostro maggior bene». Ed ha concluso: «Pe r tutta que­sta opera, che deve essere frutto di continuo ed Illuminato consì­glio, i parroci e i sacerdoti si tengano a contatto con l loro fe­deli con grande zelo di amor pa­trio e di cristiana fraternità ».

i l i o ID DO vioiento pogllato Buenos Aires, 4 ottobre

A Santiago del Cile si è riuni­to U Congresso degli studenti sud­americani, al quale avevano ade­rito le rappresentanze di tutti gli Stati dell'America Latina. Alle discussioni di problemi culturali si è presto insinuato il problema politico che ha scisso il Congres­so in due parti avverse. Soprat­tutto l'aperta difesa del comuni­smo, inscenata dalla rappresen. tanza cilena, ha determinato H ri­tiro delle rappresentanze studen­tesche dell'Argentina, del Perù, dell'Ecuador e di altri StatL

[ori! I l i itoÈati i DIliTliOGIIiflIl TECNICI'PROFESSIONALI

diretti da]]' insegnante cieco RENZO CAMOZZI coadiuvato da scelto personale diplomato

Via Milazzo. 3 < CREMONA - Tel. 17-99

Genitori J I Vostri figli saranno dili­

gentemente preparati e diver­ranno velocitaimi ed esperti dattilografi se li affiderete a questi Corsi di Dattilografia Tecnici-Professionali.

Lezioni continnate di dat­tilografia pratica con perfetto insegnamento " OLIVETTI „.

NORME PER LE iSCRiZfOIVI Al CORSI DI DATTILOGRAFIA TEC­NICI-PROFESSIONALI.

1° Chiunque desideri iscri-versi ai Corsi di Dattilografia

U Isiài» ailirni V « «ItlBlnlM mWli j„^^à presentare un documento «IH adoptrili psr I'ÌBUJBMIUIII ia quiiti Coni , „ „ , conlermare le sue gè

neralità. 11° 1 minorenni dorranno essere accompagnati dai genitori o

da chi ne fa le veci. P R O a R A M M A

1° I Corsi avranno la durata di 3 mesi a partire dal giorno di iscrizione, eseguendo ore 2 di dattilografia giornaliera a scelta d'orario, essendo le lezioni impartite tutti giorni dalle ore 8 alle ore 22.

Il" All'allievo nel primo mese di Scuola verri insegnata la Dattilografia con perfetto insegnamento "OJ-JVETTl, senza il bi­sogno di guardare la tastiera.

111° All'allievo nel secondo mete di Scuola verranno insegnati tutti i movimenti della macchina, ti prepareri scdvendo su fogli uso bollo semplici e con carta carbone a copie e nel contempo farà una preparazione commerciale.

IV° L'allievo nei terzo mese di Scuola dopo il perfezionamento acquisterà gradatamente la velociti necessaria per conseguire ed ottenere il diploma.

NORME PER L'ALLIEVO CHE INTENDESSE ACCELERARE I CORSI

1° I Corsi avranno la durata di 2 mesi eseguendo ore 3 di Dattilografia giornaliere ottenendo cosi il medesimo scopo.

FORNITURE CHE FARA' LA SCUOLA ALL'ALLIEVO DURANTE I CORSI

All'allievo verrà fornito il seguente materiale: 1° Carta da scrivere per macchina. 11° N. 1 libro (Corso teorico e pratico di Dattilografia) del

dott. G. Pero. I IF N. 1 libro (Modulario ed eserein di pratica dattilografico

commerciale) per diventare dattilografo pratico (Prof. G. Malcaagi).

ONORARIO FISSATO DAL DIRETTORE DEI CORSI

La quota è fissata per tutta la dorata dei Coni in L, 350,—. In essa è compresa la fornitura di qnanto tu indicato.

Tale quota dovrà sssere pagata in 3 rate anticipate pei chi intendesse fare il Corso regolare, in 2 rate per chi fari il Corto accelerato.

Genitori I Potete affidare a questi Corti anche i Vottri figli che abbiano

frequentato tolamente le Scuole elemeittari : il Direttore no ga­rantisce il bnon esito.

' -, >ll."*ifejj:.«e 3»l:iTsf'A.f*<:^%.-L-.-. 'V^-r-^è&Sik^ ii^ifct:' =

Page 4: IL REGIME - La Provincia di CremonaL. 150 Numer;o separat 30o cent Arretrat; . o cent 50. — Gl abtionanienti si ricevon i ai nostro i Uffici Dir. Red Amm.. : Piazza Costanz - Telefo

« IL KBOIMB FASCISTA > — MarttA 5 Ottokn l f4 t . ABHO XXI

LJLTTIATE: ^s[O^^IZIE: VITTORIOSI CONTRATTACCHI TEDESCHI

AD OCCIDENTE DEL MEDIO NIPRO III lenfalivl sovlefici negli allrì settori - La lotta in Campania e in Corsica - 46 aerei anglo-sassoni abbattuti in occidente

Dal Qnar t ie r Genera le del F u h r e r , 4 o t tob re

E Comando S u p r e m o delle F o r z e A r m a t e ge iananiche oomu-Dica:

Parecchi attacchi di carattere locale, eseguiti dai Sovietici con­tro la ristretta testa di ponte del Cuban, sono stati sanguinosamen­te respinti.

Sul medio Nipro i nostri attac­chi contro i gruppi di forze ne­miche attestate sulla linea occi­dentale del fiume, malgrado l'ac­canita resistenza sono stati coro­nati da bìwri successo.

Nella regione del -fronte del Pripet e nella zona ad ovest di Smolensk, i Sovietici Uanno an­che ieri nuovamente attaccato con grandi forze.

Sui restanti settori del fronte orientale non si sono avuti che combattimenti di carattere loca­le, anche se in parte vìvaci.

Sul fronte dell'Italia m,eridio-nale, puntate di gruppi anglo­americani, sostenuti da carri ar­mati, sono state respinte nella re­gione a nord di Napoli. A nord­ovest di Foggia, parecchi carri armati sono stati distrutti.

In Corsica il nemico ha •fieri ripetutamente attaccato le posi­zioni delle nostre retroguardie intomo a Bastia, ma è stato sem­pre respinto dopo breve lotta.

In Istria le truppe tedesche hanno continuato vittoriosamen­te la loro azione di annientamen­to di bande comuniste. Dopo il rastrellamento del territorio ad est di Gorizia, sono state ormai liberate le zone ad est e a sud­est di Trieste. Alcuni gruppi di bande sono stati affrontati e di­strutti.

Formazioni aeree nemiche han­no ieri bombardato località dei territori occidentali occupati. So­no state arrecate perdite alle po­polazioni e notevoli devastazioni, soprattutto nei quartieri di abi­tazione di alcune città olandesi.

Durante la scorsa notte bom­bardieri nemici hanno attaccato la città di Kassel. I danni spe­cialmente nei quartieri vecchi della città sono notevoli. La po­polazione ha subito perdite. Nel corso di dette incursioni le forze della difesa hanno abbattuto 44 velivoli avversari. Due ulteriori apparecchi, fra cui un idroplano quadrimotore, sono stati abbat­tuti nelle acque ad ovest dell'In­ghilterra.

Batterie germaniche di lunga gittata hanno bombardato la scor. sa notte le coste britanniche col­pendo varie località, fra cui Do-ìver e Folkestone.

In questi circoli competeaiti ci

s i comunica c h e l 'a t t ivi tà offen­s iva dei Sovietici, a causa del le g rav i perd i te r ipor ta te , con t inua ad essere d u r a m e n t e con tenu ta dallo sch ie ramento ge rman ico . Sulla tes ta d i p o n t e del Ouban i bolscevichi h a n n o esegui to u n at-taoco: respin t i la p r i m a vol ta so no t o rna t i ieri a l l 'a t tacco. I gra­na t i e r i tedeschi efficacemente a p ­poggiat i da azioni di fuoco di ae­r e i da picchia ta sono, pe rò , r i ­mas t i p a d r o n i delle posizioni co­s t r ingendo l ' a t taccante a d u n a di­sord ina ta r i t i r a ta . Nt imerosi ae­rei sovietici h a n n o o p e r a t o con­taro le posizioni g e r m a n i c h e de l Medio Nipro . Resp in t i gli a t t ac ­chi avversar i , le t r u p p e g e rma­n i che sono passa te al con t ra t t ac ­co infl iggendo ai rossi g r av i per­dite e c a t t u r a n d o n u m e r o s i p r i ­gionier i .

Nel corso di ques t i v i t tor ios i comba t t imen t i difensivi nel la zo­n a del Cuiban, li ISS» Regg imento Cacciatori è r iusc i to a d iv idere le F a n t e r i e sovietiche dal le forze corazzate e r e sp inge re tu t t i gli at tacchi della Fan t e r i a e dei car ­r i nemicL I n ques to s e t t o r e de l f ronte la p r i m a l inea è r imas t a ai tedeschi .

Sul Nipro cen t r a l e i Sovietici h a n n o s fe r ra to n u m e r o s i a t t acch i in divers i p u n t i che sono s ta t i tu t t i resp in t i . Nos t r i con t ra t tac ­chi in diversi p imt i d i ques to set­to re h a n n o condot to alla d i s t ru ­zione d i u l te r ior i t e s t e d i sba rco nemiche . Il r a s t r e l l a m e n t o del t e r r eno r iconquis ta to è in corso, con gravi pe rd i t e p e r 1 Sovietici.

U n a Divisione ge rman ica d i Art igl ier ia con t rae rea , o p e r a n t e sul se t tore mer id iona le del fron­te russo, h a consegui to ier i la sua mil lesima vi t tor ia . Quat t ro­centoquindici apparecch i sono s ta t i abba t tu t i dalla valorosa u-ni tà a pa r t i r e da l 27 febbraio di ques t ' anno .

Si a p p r e n d e inolta-e c h e un i t à di vigilanza della Mar ina d a g u e r r a h a n n o aibbattuto su l 2 ot­tobre , ne l Mar Nero, d u e aere i da b o m b a r d a m e n t o sovietici .

Nella UQtte su l 3 o t t o b r e poi, come è già s ta to annunz ia to , ae ­re i da comibatt imento ge rman ic i h a n n o a t tacca to ae reapor t i b r i . tannic i neU ' togh i l t e r ra meridio­nale . Gli aeroplani h a n n o sorvo­lato gli obiett ivi , in p a r t e a vo­lo radente , iniziando un vivace b o m b a r d a m e n t o d i va r i a n a t u r a . In segui to agli a t tacchi tedeschi s i è sv i luppa to un ten ta t ivo dì reazione che cessò immedia ta­mente , pe rchè gli imipianti del campo sono r imas t i g r a v e m e n t e

danneggia t i da l le bombe . Nella s tessa n o t t e ae re i d a comba t t i ­m e n t o g e rman i c i h a n n o a t tacca­to a l t r i obie t t iv i mi l i t a r i nel l ' In­gh i l t e r r a mer id iona le .

Su ta l i a t t acch i del la Luftwaf-fe si aipprendono o ra ques t i ul­ter ior i par t ico la r i . Gli a p p a r e c ­chi da, c o m b a t t i m e n t o tedeschi ohe a v e v a n o p e r ab ie t t ivo gli ae ropor t i mi l i t a r i de l l ' Ingh i l t e r ra s u d o r i en ta l e h a n n o a t t acca to in p a r t e a bassa quota , p rop r io m e n ­t r e s i svolgeva u n in tenso traffi­co aereo . Sono s t a t e l anc ia te nu ­m e r o s e b o m b e c h e h a n n o causa­t o g r a v i d a n n i a l le p is te à i de-CoUàgglp e ai comand i s i tuazio­n i s u i campi d i aviazione.

Il nuovo orario dell'oscuramento

B o m a , 4 o t t o b r e I I M i n i s t e r o d e l l ' I n t e r n o ,

i n segruito a l r i p r ì s t i n o de l ­l ' o r a s o l a r e , h a d i s p o s t o c h e a d e c o r r e r e d a ogg i , 4 o t t o b r e , 1* o s c u r a m e n t o a b b i a t e r m i n e p e r t u t t e l e P r o v i n c i e a l l e o r e 5.

H a d i s p o s t o i n o l t r e c h e l ' o r a r i o d e l l ' o s c u r a m e n t o s i a a n t i c i p a t o a l l e o r e 19,30 p e r l e P r o v i n c i e a n o r d d e l p a r a l l e l o d i L i t t o r i a e a l l e o r e 19 p e r q u e l l e a s u d d i t a l e p a r a l l e l o .

L'iffensiva sovietica trasformata io UD successo gernanico

Madrid , 4 o t t o b r e I l Comando g e r m a n i c o h a t r a .

s fo rmato l'offensiva es t iva dei So­viet ici in u n successo del le a r m i t edesche — scr ive il cr i t ico mi­l i ta re d i u n g io rna le madr i l eno . S ta l in è s ta to cos t re t to a logo ra re le s u e A r m a t e senza r i u sc i r e a r i g u a d a g n a r s i che u n te r r i to r io di scarso va lo re economico e che n o n p r e s e n t a affatto van tagg i s t ra tegic i .

Il nuovo comandante delPArma dei Carabinieri

R o m a , 4 o t t o b r e Il generale di Corpo d'Ar­

mata in S.P.E., Archimede Mi-ski, è stato nominato, con de­correnza dal 1" ottobre, co­mandante generale dell'Arma dei Carabinieri.

GoeMitls esilia l i laboriosi tenacia e l'iicnlMlDe volonB iti moli lelesci

"Chi depone le armi ha perduto non solo la guerra, ma

perde il diritto alla pietà ed alla comprensione

StODiro Davale m\mìm lufljio ie [oste otcideDlaii \\mxi\

Sain t Malo, 4 o t t o b r e Nel le p r i m e o r e de l m a t t i n o di

oggi h a a v u t o luogo lungo le co. s t e occidental i del la F r a n c i a u n o scon t ro t r a forze nava l i g e rma­n i che e cacc ia to rped in ie re bri­t ann ic i .

L e u n i t à t edesche sono r ien t ra ­t e alla loro base dopo a v e r e con­dot to a t e r m i n e con successo la loro operaz ione . L e p e r d i t e bri­t a n n i c h e n o n sono anco ra p re ­cisate.

r

Parigi bombardata da piloti francesi degauilisti

Par ig i . 4 o t t o b r e L a capi ta le f rancese è s ta ta

ier i n u o v a m e n t e b o m b a r d a t a d a appa recch i anglosassoni . Nume­rose sono le v i t t i m e f ra la po­polazione.

Viva ind ignaz ione h a causa to la scoper ta che i m e m b r i del­l 'equipaggio di u n o dei bombar­dieri abba t t u t i sono di naziona­l i tà f rancese e a p p a r t e n g o n o a l le forze di D e Gaulle.

iiiiiiiiuiiiiiiiiiiimimiiiiiiiiiiiiiiiiuimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiniiiiiiiii^

IVEL. 1 V A P O L . E T A I V O

Si combatte g sud di Giugliano

L i LIBEBTii' DEI "LIBEBilTOBI.

L'arruolamento degli italiani R o m a , 4 o t too re

I l London Tirnes, ne l l ' e sp r ime-r e la sua preoccupaz ione p e r lo s ta to in cui s i t r o v e r e b b e la po­polazione d i Napol i , p reoccupa­z ione ohe d i m o s t r a l ' impotenza a r i so lve re i p r o b l e m i i n u n a cit­tà inves t i t a da l l a g u e r r a , avver­te c h e fra le p ros s ime i m p r e s e civili ang lo -amer i cane sono l 'ar­r u o l a m e n t o degli I ta l ian i ( tes tua­le) p e r d a r e loro la possibi l i tà di g u a d a g n a r s i la t r a v e r s a t a , ed ha a g g i u n t o : t a le a r r u o l a m e n t o in­fluirà c e r t a m e n t e sug l i a l t r i Pae ­si ed a v r à il s u o effetto s u l pro­s e g u i m e n t o de l l ' invas ione del l ' 1-tal ia e de l l 'Eu ropa .

Prec iso , e sa t to . >«-•

L'ingaggio degli operai italiani nella organizzazione Todt

R o m a , 4 o t t o b r e In re laz ione a l c o m u n i c a t o di­

r e t t o agli opera i i t a l ian i in d a t a 30 s e t t e m b r e u. s. di m e t t e r s i a disposizione del l ' o rganizzaz ione Todt , si prec isa che p e r gli ope­ra i di R o m a e p rov inc ia l ' ingag­gio è ape r to da l 4 o t t o b r e cor­r e n t e . P e r le a l t r e P rov inc ie l'in­gaggio po t r à in iz iars i il g io rno 5 o t tobre , come d a p r e c e d e n t e co­municaz ione .

l'avversario respinto sullo posizioni di partenza - Oltre yn centinaio ili carri armati distrutti

Zona di operazioni, 4 o t tobre L'at t ivi tà dell 'Aviazione del­

l'Asse sul fronte dell ' I tal ia me­ridionale è intensissima. Appa. recchi veloci da combat t imento hanno attaccato ieri, nel settore or ientale del fronte, colonne mo­torizzate anglo-americane in mas sa su impor tan t i s t rade di rifor­n imento . Numerosi automezzi carichi di t ruppe e mater ia le b e l . lieo sono andat i d is t rut t i con riusci t i a t tacchi di sorpresa. I danni causati dalle bombe ger­maniche hanno gravemente osta­colato l'afflusso dei rifornimenti anglo.americani . Anche in al tr i se t tor i del fronte rapidi attacchi d i apparecchi da combat t imento hanno infl i t to ai nemici perdi te i n uomini e mater ia l i .

Sulle operazioni terres t r i rice­v iamo i seguenti part icolar i . Do­po aver subito la perdi la di 13 carr i armat i , t ipo « S h e r m a n n » , di 21 autot raspor t i b l indat i e di numeros i uomini i l nemico h a dovuto desistere dal tenta t ivo di sfondare 11 fronte germanico a nord di Napoli. Le forze gernla . niche hanno in seguito indis tur -ha t amen te sgomberarlo le zone collinose a nord di Napoli con­ducent i verso i l nord r i levant i forze corazzate facenti p a r t e de l . la I I I Armata nord-americana che avevano l 'obiettivo d i rag­giungere la locali tà di San Giu­gl iano.

L 'ar t ig l ier ia germanica h a -pre­so so t to u n fuoco serrato le po­sizioni e le autocolonne nemiche muoventes i sn (terreno scoperto. Anche apparecchi d i s t ru t to r i e ds. b o m b a r d a m e n t o hanno col la . lutato. «fficacemenU all'azione^

I Siciliani residenti in Romania aderiscono in massa al P. R. F.

Bucares t , 4 o t t o b r e Tut t i i Siciliani appar tenen t i

alla colonia i tal iana in Romania hanno dato la loro adesione a l Fascio di combat t imento r epub ­blicano fascista. Si t r a t t a d i ol tre cento persone.

.^^

II veto air ex Re Carol di costituire un Governo

di fuorusciti romeni nel Messico Buenos Aires , 4 o t tob re

Il Governo mess icano ha proi­b i to all 'ex-re Carol di cos t i tu i re in u n a q u a l u n q u e c i t t à del Mes­sico u n Governo di fuorusci t i ro­meni .

II Presidente del Cile gravemente infermcf

B u e n o s Aires , 4 o t t o b r e Le condizioni di salute del P r e ­

sidente del Cile, dottor Rios, de­stano vive apprensioni negli am­bienti politici del paese.

Ber l ino , 4 ottoDre I l cap i t ano del le S. S. Skorzeni ,

lo stesiJo c h e c o m a n d a v a il re­p a r t o d i p a r a c a d u t i s t i c h e h a li­be ra to il Duce , h a consegnato , a n o m e de l F u h r e r , a t r e agricol­tor i la Croce a l m e r i t o d i g u e r r a in occasione de l la g r and io sa adu­n a t a t e n u t a al P a l a z z o ^ dello Spor t di Ber l ino p e r ce l eb ra re la festa del raccol to .

I l Pa lazzo dello Spor t d i Ber­l ino aveva l ' aspet to de l le g r a n d i g io rna te . Squadr ig l i e di aeropla­ni vo l tegg iavano i n c e s s a n t e m e n . te ne l l ' a r i a d e s t a n d o il p i ù schiet­t o e n t u s i a s m o fra la g r a n d e folla i n t e r v e n u t a . I t r e agr ico l tor i de­corat i del la piii a l t a decoraz ione g e r m a n i c a d i g u e r r a , c h e si sono p a r t i c o l a r m e n t e d i s t in t i nel l ' or­ganizzaz ione dell ' e conomia ger­m a n i c a e d e u r o p e a sono precisa­m e n t e K u r t Zsch i rn t , c a p o de l servizio naz iona le del g r ano , Hel­m u t Koe rne r , d i r e t t o r e d e l Di­p a r t i m e n t o del l ' Agr ico l tu ra de l Commissa r i a to de l Re ich dell 'U­c ra ina e il vice-capo de l l ' ammi­n i s t r az ione mi l i t a r e d o t t o r F r i t z R e i n h a r d t , inca r ica to del la sovra-i n t e n d e n z a del l ' ag r i co l tu ra del te r r i to r io m i l i t a r e g e r m a n i c o i n F r a n c i a :

11 m i n i s t r o Goebbels h a pro­nunc i a to u n discorso in cu i h a esord i to o s s e r v a n d o come sia da cons idera rs i quas i im miraco lo il tetto c h e al l ' inizio de l qu in to an­no d i g u e r r a la r az ione mens i l e d i p a n e abb ia p o t u t o e s se re au­m e n t a t a d i 400 g r a m m i p e r per­sona . Con c h i l o g r a m m i 9.600 a l m e s e d i p a n e ogni c i t t ad ino ger­man ico h a oggi 100 g r a m m i dì p iù di q u a n t i n e avesse all ' inizio del la g u e r r a .

Questo r i su l t a to è dovu to alle favorevol i condizioni c l imater i ­che c h e h a n n o favor i to la Ger­m a n i a q u e s t ' a n n o e s o p r a t t u t t o alla labor ios i tà d e l . con tad ino t e . desco che h a s a p u t o risponderà in p ieno al le e s igenze i rnpos te dal la g u e r r a . *

Goebbels è passa to , qu ind i , ad esa l t a r e l ' a t t e g g i a m e n t o de l po­polo g-ermanico s a p r a t t u t t o ne l le reg ioni sogge t t e a b o m b a r d a m e n ­to ae reo af fermando c h e la po­polaz ione de l Re ich s a r à larga­m e n t e c o m p e n s a t a u n è i o m o del­le sofferenze e dei dolor i del la g u e r r a . L a n o s t r a un ica salvez­za — h a prosegu i to l ' o ra to re — ris iede in u n a pace v i t to r iosa c h e dia al nos t ro popolo possibi l i tà d i es i s tenza p r o p o r z i o n a t e alle s u e necess i tà .

Pronti a lutti 1 sacrilicl P e r q u e s t o no i s i amo p r o n t i a

s o p p o r t a r e t u t t i i sacrifici p e r approf i t t a re di un 'occas ione uni­ca c h e la s tor ia ci offre. Se qual­cuno ambi sce ad u n a vi ta como­da in c o n t r a s t o con le leggi del­l 'onore, r ivolga il pens ie ro a i sol. da t i al f ron te . 'Troverà così nuo­ve ene rg ie e n u o v e possibi l i tà di soppor t az ione .

Ma d i simil i egoist i v e n e sono pochi f o r t u n a t a m e n t e d a noi . I nos t r i nemic i sbagl iano di g rosso Se c r edono d i v e d e r e u n a regola in pochi casi isolati . Ess i n o n h a n n o n e m m e n o la p iù l o n t a n a idea della n o s t r a forza pol i t ica i n t e r n a e della vo lon tà incrolla­bi le de l popolo t edesco d i con­segu i r e la vi t tor ia .

I nnanz i t u t t o alla t e s t a del la n o s t r a Nazione vi è u n F u h r e r e n o n u n r e t r a d i t o r e . I r e ger-

'ff

m a n i c i si t r o v a n o solo ne l l e fiabe segu i to 11 m i n i s t r o , l 'Eserc i to te-e ne l le ope re t t e . La G e r m a n i a e u n o S ta to r epubb l i c ano total i ta­rio. I n secondo luogo n o n vi è ne l l 'Ese rc i to tedesco n e s s u n sol­da to , s ia esso g e n e r a l e o sempl i ce fan te , c h e a n t e p o n g a qua ls ias i a l t ro s e n t i m e n t o a l l 'onore . I n t e r . zo luogo, po l i t i camen te il popolo tedesco è p e r f e t t a m e n t e m a t u r o p e r c h è s ia d i spos to a r i p e t e r e l ' e spe r imen to de l n o v e m b r e 1918.

P a s s a n d o a p a r l a r e di u n a se­r ie d i p rob lemi a t tua l i il Min is t ro h a qu ind i affrontato il t e m a del la g u e r r a ae rea .

11 d u r i colpi c o n t i n u e r a n n o p r o b a b i l m e n t e ad es se re s f e r r a t i a n c h e n e l f u t u r o da l l ' avver sa r io . C o m u n q u e , il t e m p o , in ques t a

-epoca de l l ' anno , n b n p e r m e t t e s e m p r e i n c u r s i o n i i n g r a n d e s t i l e q u a n d o n o n le imped isce com­p l e t a m e n t e , al lo s t e s so m o d o co­m e os tacola la difesa. I n ogn i caso la n o s t r a difesa perfeziona­ta h a causa to g r a v i s s i m e p e r d i t e al n e m i c o . Sin d a q u e s t o m o m e n ­to si p u ò d i r e c h e q u a l c h e suc­cesso de l l ' avversa r io n o n com. p e n s a affatto le s u e e n o r m i pe r ­di te d i u o m i n i e ma te r i a l i . L e cos idde t te for tezze vo lan t i po­t r e b b e r o esse re c h i a m a t e le b a r e volant i .

Se i l r i t m o de l l e p e r d i t e de l nemico c o n t i n u e r à con la s tessa in tens i t à poss i amo g u a r d a r e con fiducia al f u t u r o .

Q u a n t o g r a v i s i ano le p e r d i t e c ausa t e dal la g u e r r a a e r ea ne l n o s t r o P a e s e t u t t i lo s a p p i a m o . Ques ta g u e r r a i n t e r e s sa a l t r i c ampi assa i i m p o r t a n t i , que l lo p e r e semp io del la p roduz ione bel­l ica c h e n e l n o s t r o P a e s e è s t a t a tocca ta in m i n i m a p a r t e dall'of­fesa del cielo.

Le lorze dilensive S a p p i a m o b e n e c h e la g u e r r a

a e r ea de l nepi ico m i r a m e n o alle n o s t r e font i d i p roduz ione c h e a l m o r a l e de l popolo g e r m a n i c o . Ma la difesa pass iva in G e r m a n i a ha real izzato g r a n d i p rogress i . Vo­glio con ciò a l l u d e r e allo sgom­bero d i a lcune g r a n d i c i t t à c h e già h a d i m o s t r a t o la s u a effica­cia.

In fa t t i , in u n o degli u l t i m i at­tacch i n e m i c i t e r ro r i s t i c i c o n t r o Ber l ino , fra i m o r t i s i c o n t a r o n o solo d u e b a m b i n i . Ques to r i su l ­t a to si d e v e a p p u n t o alla t empe­s t iv i t à del lo s g o m b e r o de i ragaz­zi e del le d o n n e ».

Il m i n i s t r o ha qu ind i affronta­to 11 t e m a del la r a p p r e s a g l i a che t a n t o s t a a c u o r e de l popolo t e ­desco.

« P e r mot iv i facili a c o m p r e n ­d e r e — h a de t to Goebbels — nul la posso specif icare ; m a s i ano s i cu r i g l i Ing les i c h e s ' i l ludereb­bero di g rosso se c redesse ro c h e le n o s t r e p r o m e s s e di r app resa ­glie cos t i tu i scono s e m p l i c e m e n t e u n bluff o d t m affare p ropagan ­dis t ico.

L ' I n g h i l t e r r a conoscerà a s u e spese u n g iorno il v a l o r e del la nos t r a p r o m e s s a n.

A n c h e p e r q u a n t o c o n c e r n e la g u e r r a s u b a c q u e a , Goebbels h a d ich ia ra to c h e gli anglo-apaerica-ni s ' i n g a n n e r e b b e r o s e credesse­ro s u p e r a t o il per iodo degli l i -Boote. In un g i o r n o n o n lon t ano q u e s t o per ico lo r i so rge rà in tu t ­ta la s u a vas t i t à .

I n q u a n t o al per icolo bolscevi­co che gli al leat i p a r e non vo

desco poss iede forze d i fens ive p iù che sufficienti p e r t e n e r e il bol­scev i smo m i l i t a n t e l o n t a n o dal le f ron t i e re del Reich .

I m o v i m e n t i d i r i p i e g a m e n t o de l le u l t i m e s e t t i m a n e al f r o n t e es t sono s t a t i possibi l i solo g ra ­zie ai g r a n d i v a n t a g g i t e r r i t o r i a l i consegui t i da l la G e r m a n i a neg l i u l t imi d u e a n n i e c h e r i spose ro a d u n a concez ione t a n t o audace q u a n t o obie t t iva .

T r a t t a n d o de l l ' impor t anza del­la lo t ta a d est, Goebbels h a pro­s e g u i t o :

« I l per ico lo bolscevico è r ico­nosc iu to i n t u t t o .il m o n d o a n c h e da coloro c h e c h i u d o n o gli occhi p e r n o n veder lo . L a vas t i t à d ì t a l e per icolo apisare l a m p a n t e a chi v i s i t r o v a vicino m e n t r e ap­p a r e n e b u l o s a a chi v i s i t rova lon tano ».

Il destioo Heii'ltiiiiii Goebbels è passa to q u i n d i a

p a r l a r e della g u e r r a al sud . € Il de s t i no del l ' I ta l ia — egli

h a d e t t o — d i m o s t r a c h e da que­s t a g u e r r a n e s s u n o p u ò s fuggi re . La g u e r r a ha a s s u n t o ta l i p ro­porz ioni da cons ig l ia re in ogn i caso di t e n e r e le a r m i in m a n o p e r d i f ende re ad ogn i costo la vi ta . Chi d e p o n e ie a r m i h a per­d u t o la g u e r r a , n o n solo, m a per­de il d i r i t t o al la p ie tà e alla com­p r e n s i o n e ». . I l m i n i s t r o Goebbels è passa to q u i n d i a t r a t t a r e de l la g u e r r a e della s u a poss ibi l i tà in l inea ge­n e r a l e . /

Goebbels h a q u i n d i r i ve l a to di a v e r p a s s a t o r e c e n t e m e n t e alcu­n i g io rn i in compagn ia del F u h ­r e r e di a v e r cons t a t a to con emo­zione che cosa sia il v e r o f ron te de l Re ich e di a v e r e a m m i r a t o ne l F u h r e r u h u o m o dalla ine­sau r ib i l e forza in te r io re , p r o n t o ad af f rontare q u a l u n q u e ostacolo ed ogni p rova . * E ' lo s tesso uo­m o c h e h a affrontato e r isol to i n n u m e r e v o l i p rob lemi , colui che t a n t o a m m i r a m m o q u a n d o il na­zionalsocia l ismo l o t t a v a p e r il po te re ».

I R e p e n t i n a m e n t e , il 3 corr., | 7 6 a n n i lasc iava la t e r r a per ji Cielo

Letizia Soldi ved. Quinzanl

Visse d i fede, d i umil tà , di sa. crific-o. Ai tìgli S u o r LUCINA A L B E R T O , FERDLNANDO, ET­TORE, IDA e GIACOMO, che de­solat i la p i a n g o n o u n i t a m e n t e al fra te l lo L I B E R O , a l genero, alle n u o r e , ai n ipo t i e d ai pa ren t i tut­ti, lasciò e sempi d i p rec la r i vir­t ù c h e r e n d o n o i m m o r t a l e il suo r i co rdo .

I fune ra l i a v r a n n o luogo in S t a g n o L o m b a r d o merco led ì 6 c o r r e n t e , a l l e o re 8,30, pa r t endo dal la casc ina Co lombare ; poi la ca ra Sa lma p rosegu i r à p e r S. Da­nie le R i p a Po , ove g iunge rà alle o r e 11,30, p e r e s se re t umula t a neUa toanba d i famigl ia .

S i d i spensa dal le v is i te e si r in­g raz i ano t u t t i coloro c h e in qua­l u n q u e m o d o o n o r e r a n n o la cara E s t i n t a .

Stagno Lombardo, 5 ottobre 1943

Ie r i , a l l e o r e 18, dopo ima vi ta t u t t a consac ra t a alia famiglia, c o r o n a t a d a u n a lunga e rasse­g n a t a sofferenza, c o n t u t t i i con­fort i della Rel ig ione s p i r a v a

Maddalena Quaini ved. Premi

N e d a n n o il doloroso annunc io i figli AJMELIA con il m a r i t o G I U S E P P E G U A R N E R I e figli, MARIA, UGO con la mogl ie MA­R I A G A R A V E L L I e figli, il fra­tel lo, le sore l le , i l cogna to , le co­g n a t e e d i p a r e n t i t u t t i .

I funera l i a v r a n n o luogo i n Cas tagn ino , C o m u n e di Castel-ve rde , il g i o r n o 6 e. m., alle o re 9,30, p a r t e n d o dal la Cascina Bre-da p e r la Pa r rocch ia l e , indi l a Sa lma p r o s e g u i r à p e r il Cimite­r o di C r e m o n a .

Si r i n g r a z i a n o an t i c ipa t amen te t u t t i co lo ro c h e in quals ias i pio-do su f f r aghe ranno l ' a n i m a c a r a de l l 'Es t in t a .

Castelverde, 5 ottobre 1943

Mn lì Mk a denontiare la perilila ilei "[levelaDil,,

Bueno.s Aires , 4 o t tob re Solo ieri è s ta ta resa nota nella

capitale, br i tannica la perdi ta del transat lant ico Cleveland, di 18.000 tonnellate , il cui affondamento era stato ufficialmente annuncia--to dal Comando germanico dieci mesi or sono, e precisamente ne l novembre dello scorso anno.

Il dirialore Sralin passalo di moda

R o m a , 4 o t t o b r e Rad io L o n d r a informa c h e ì

d i t t a to r i sono passa t i di m o d a p e r c h è non r a p p r e s e n t e r e b b e r o , c o m e i regimi democra t i c i , l 'in­te ra vo lon tà del popolo. Quindi anche 'S t a l i n s a r e b b e un d i t t a t o r e fuori m o d a i n q u a n t o a v r e b b e p r o v a t o : 1) di n o n r a p p r e s e n t a ­r e la vo lon tà del popolo r u s s o ; 2) d i n o n p o t e r so s t ene re u n a g u e r r a di popolo s e n o n a fianco dei democra t i c i . Pe rc iò su l fron­t e o r ien ta le n o n sono in defin.'.

C i r conda t a dall 'affetto de; suoi car i , che t a n t o adorava , è man­ca ta i m p r o v v i s a m e n t e ier i 3 ot­tobre , alle o re 20,

Rachele Sipri ved. Galuzzi

L o a n n u n c i a n o c o s t e r n a t i le figlie ELSA, IOLANDA c o n i l m a r i t o ITALO G E R M A N I e l a piccola G I U S E P P I N A . ARMAN-DA, i n ipot i , la cognata , i cogna t i ed 1 p a r e n t i t u t t i .

L a ca ra Sa lma p a r t i r à da Fop-cello di S t a g n e L o m b a r d o il gior­n o 5 corr . , a l le o re 15, e d ar r i ­v e r à al Cimi te ro di C r e m o n a p e r esserv i t u m u l a t a v e r s o le 16 del­lo s tesso g io rno . L'Ufficio f ime-b r e v e r r à ce l eb ra to i n Ca t t ed ra ­le il gioKno 11 corr. , a l le o r e 8,30.

^ t iva i Russ i che c o m b a t t o n o , m a gliano" p r e n d e r e su l "serio, ha prò-1 gli anglo-amer icani .

iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiijiiiiiiiiHiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Dopo violenti combaUiment i du­rat i più ore il nemico ha lascia­lo sul terreno a sud di San Giù. gliano 13 carri a rma t i d i s t ru t t i ed è stato ricacciato da contrai-tacchi germanici sul le propr ie posizioni di par tenza , lasciando nelle man i dei Tedeschi, o l t re a numerosi pr igionier i , r i levant i quan t i t à di mater ia le bell ico.

Questo successo difensivo è par t ico larmente impor t an te , per­chè permet te alle i nd i s tu rba t e forze tedesche di p repara re l a l i . nea difensiva a n o r d di Napoli .

Lungo l 'ala or ienta le del fron­te i ta l iano mer id iona le la V i l i Armata b r i t ann ica cerca di farsi s t rada lungo l a fascia costiera. Aerei veloci germanici h a n n o bombarda to con successo in que­s ta zona le forze inglesi. L ' avan . zata di u n a formazione corazza­ta inglese lungo la s t r ada a t t ra­verso le mon tagne è s t a t a impe . d i ta da u n a u n i t à tedesca da sbar ramen to i cui pezzi anticar­ro h a n n o incendia to 107 carr i ar­m a t i e va r i au tomezz i da t r a ­spor to .

Significativa in m e r i t o a l la di­struzione di Napol i è l'afferma­zione che l ' invialo speciale della Reuter fa, e cioè che la città si trova in condizioni pietose dopo tre annì_ dì bombardamenti, che hanno ridotto in un cumulo di macerie tutte le zone comprese fra il porto e il corso Umberto. La popolazione va incontro alla piii terribile fame.

Cominciano dunque le gioie del la dominazione anglo-aroeri-cana. L'esempio dovrebbe inse­gnare qualcosa a coloro che han­no avuto finora l a fo r tuna di r è . s tare esclusi da l l 'ondata cr imina­le degli Ao£lo-americanj .

AMMISSIONI NEMICHE

La parte più difficile dilla prova deve ancora venire

Roma , 4 o t t o b r e Il ministro della Marina s ta tu­

ni tense Knox, secondo una infor­mazione da fonte inglese, ha di­chiara to in occasione d i ima sua vìsita nel l 'Europa che la fortezza europea non è stata ancora presa d'assalto. La par te più difficile e più costosa della guer ra deve an­cora veni re . E ' assolutamente in­fondato di a t tendere in un tempo breve la fine 'della guerra . Pe r quanto r iguarda la guer ra dei sot­tomarini , egli ha dichiarato che nell 'Atlantico è nuovamente di­vampata con piena efficenza.

DICHIARAZIONE DI EDEN

L'onta dell'Italia non verrà maj cancellata

Stoccolnva^ 4 o t tobre I l col laboratore diplomatico del

Times riferisce che il ministro di S. M. Bri tannica, Eden, ha infor­mato i l Governo dell 'Unione So­vietica ed i governi fantasma ju ­goslavo e greco che l 'onta di cui si è macchiata l ' I talia non ve r r à mai cancellata.

I l signor Eden non perde ma i nessuna occasione per dimostrare il suo at taccamento a l povero po­polo jtalUutck

Tokio, 4 o t tob re Il Quar t i e r Genera le Imper i a ­

le comunica : F o r z e della .Marina e un i t à de l .

l'Aviazione^ d u r a n t e il mese di s e t t e m b r e , h a n n o affondato ne l le acque n ippon iche e in a l t r e zone di operazioni , compless ivamen te sei sommerg ib i l i nemic i .

Si apprende inoltre che il ge­nerale di Brigata, Staferland, ca­po di S. M. generale della Nuova Guinea, è rimasto ucciso in un incidente di volo.

La T ransocean , poi, comunica che bombardieri e cacciatori del­l'aviazione della Marina da guer­ra giapponese, hanno attaccato, durante la giornata di venerdì, a varie riprese un convoglio nemi­co protetto da 45 apparecchi' da caccia nelle viciname di Siloa sull'isola delle Salomone Velia, Lavello, riuscendo ad affondare due trasporti nemici di medio tonnellaggio mentre due altri so. no stati incendiati. Un incrocia­tore nemico ed una piccola nave di trasporto sono stati inoltre danneggiati. Durante i duelli ae­rei svoltisi intorno al convoglio attaccato il nemico ha perduto 10 apparecchi mentre da parte giap­ponese 5 macchine non risultano ritornate alla. base.

All'ultima ora ci si comunica che il generale britannico Smith, in un articolo pubblicato dal S u n d a y Times , scrive che nella lotta contro il Giappone il fat­tore tempo non è dalla parte de­gli Anglo-americani, ma tutt'al più del Giappone, tanto più che questi ha modo di consolidarsi nei territori conquistati, il che renderà più difficile l'impresa di togliergli i vantaggi acquisiti.

D'altro canto si annuncia che in seguito a una decisione del Governo nipponico, le fabbriche di macchinari sono state dichia­rate necessarie ai fini della guer ra e godono del privilegio della precedenza nella ripartizione del­le materie prime e della mano d'opera, e sottostanno a speciale controllo oovjernativo. Le }al{bri-

iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiii unii miHi iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiriiiiiiiimimiiiiimmiiniiiiuiiiuu

pa ren ta to con la « Victoria regia », le cui foglie possono raggiungere il d iametro di un met ro e mezzo, av rebbe dimostrato di poter far crescere le propr ie foglie di ben un cent imetro al l 'ora, dato che le det te foglie raggiSngono la loro massima grandezza nello spazio di circa set te giorni . P e r quanto r i ­guarda le piante europee , la loro velocità di crescita è pera l t ro no­tevolmente inferiore a quella de l ­le p ian te dianzi c i ta te . In gene­ra le esse crescono di circa 5 mil­lesimi di mil l imetro al minuto, pe r quanto esistano delle specie dì p iante r ampican t i che r iesco ; no a far crescere gli steli con i quali si a r rampicano agli a lber i o alle bacchet te che a tale scopo si infiggono ne l te r reno nel le lo-; ro vicinanze, da 5 a 7 cent imetr i al giorno.

Sei sommergibili angle-sassoni affondati dai Nipponici in s e t t e m b r e

La guerra nelle Salomone : due trasporti nemici colati a picco ed altri

due incendiati nelle acque di Siloa - Anche un incrociatore ed una unità minore colpiti - Violenti combattimenti nel Chiangsi

che di alluminio, le acciaierie e i cantieri sono stati dichiarati da parecchio tempo impianti di ne­cessità bellica.

Per quel che riguarda infine le operazioni in Cina si ha che il Quartier Generale delle forze di Ciung King ha diramato oggi un bollettino col quale annuncia che nella provincia di Chiangshi sono sempre in corso accaniti combattimenti. Questi combatti-mefiti sono cominciati sul fiume Fu, dove, il 25 settembre, i Giap­ponesi hanno attraversato il fiu­me. Il comunicato soggiunge che i Cinesi contrattaccarlo le posi­zioni giapponesi.

Le perdite aeree nipponicfie e quelle dei nordamericani

R o m a , 4 o t t o b r e F a c e n d o u n confronto fra le

perd i t e del l 'Aviazione n ippon ica e que l le del l 'Aviazione n o r d - a m e . r icana , un por t avoce de l l 'Arma aerea de l Giappone h a fa t to la seguen te d i ch ia raz ione : p e r ogni apparecch io n ippon ico c h e n o n r i en t r a alla base v a n n o p e r d u t i da 4 a 5 aere i amer ican i . Ta le d ich ia raz ione va m e s s a in rela­z ione con quel la r e c e n t e m e n t e fa t ta a W a s h i n g t o n su l l a efflcien. za de l l 'Arma ae rea n ippon ica .

. ^—»« —

Le avventure londìne si dell'ex re Zoga

Berna , 4 o t t o b r e Presso il Tr ibuna le d i seconda

istanza si è r iaper to il processo per diffamazione intentato dall 'ex r e di Albania, Ahmed Zogu, con­tro il set t imanale londinese Sun­day Pictoral .

Come informa i l corrisponden­te della Goteborg Posten, il setti­mana le aveva tempo fa pubbl i , cato che l 'ex sovrano e r a d i ori­gini prole tar ie e che aveva usur­pato i l t rono con astuzia e in-

ga dall 'Albania, l 'ex-re avrebbe por ta to via gran pa r t e del tesoro abanese, circa due milioni di ster­l ine. Inol tre , a Londra , sarebbe stato coinvolto in un losco affa­r e di donne, pe r cui una signora dell 'aristocrazia inglese si sareb­be recen temente uccisa a Whi . tehall .

Nel corso del processo in pri­ma istanza, Ahmed Zogu si è e-nerg icamente difeso dalle accuse r ivoltegli dal set t imanale. Soprat­tu t to ha voluto precisare che la sua famiglia è t r a le più ant iche e nobili del l 'Albania centrale . Quanto al tesoro albanese ha detto che il pre l ievo delle som­m e è stato fatto con il consenso del Governo in carica, che — com'è noto — è fuggito al l 'estero col re . Circa il suicidio della da­ma londinese l 'ex-sovrano ha di­chiarato di non aver nul la in co­mune con essa, la quale è as­solutamente sconosciuta a l l 'am. biente della sua Corte.

Il processo si chiuderà t r a bre­ve. La stampa di Londra vi de­dica lunghi ed ampi resoconti .

« ^ ^

Piroscafo inglese distrutto da uà iacendio

B o m a , 4 o t t o b r e I l piroscafo inglese Laria è r i ­

masto dis t rut to in seguito ad u n incendio. I danni sono ingenti . Il fuoco non è stato ancora domato-

La p r e s e n t e s e r v e d i pa r t ec i ­paz ione p e r s o n a l e . Sen t i t i r in ­g r a z i a m e n t i a t u t t i i buon i c h e o n o r e r a n n o con opere d i b e n e la ind iment i cab i l e E s t i n t a .

Forcella di Stagno Lombardo,

4 ottobre 1943

Trag ica s o r t e s t r o n c a v a ina­s p e t t a t a m e n t e i n T o r t o n a la v i t a labor iosa ed ones ta de l

Cav.

Evanyelista Garavelli Capostazione di V Classe

s t r a z i a t i dal dolore n e d a n n o il desola to a n n u n c i o l ' a d o r a t a figlioletta ORNELLA, la m a m m a G I U S E P P I N A LUZZAGO v e d o v a G A R A V E L L I , l e sore l le M A R I A c o n il m a r i t o ing. GINO i^ODI-GNANI , J O S I T A con il m a r i t o ing . A C H I L L E MANCINI, i co­g n a t i SOLAVO, i n ipo t i ed i pa­ren t i t u t t i . '

BORSA DI MILANO Chiusura dei 4 ottobre

Inizio di settinmna improntato a feiinczza, per ffTetto di un'accentuata prevalenza di domande rimaste uua e là imperfette, causa mancanza di ma­teriale.

La velocità del le piante Berl ino , 4 ottoibre

La massima velocità nella c re ­scita del le p iante si crede sia sta­ta r i scontra ta in u n a specie di canna erbosa di bambù dell 'isola di Ceylon, la quale in una sola giornata aumenta d i ben 60 cen­t imetr i la propr ia lunghezza. Al ­cuni ann i or sono si è potuto con­s ta tare u n al t ro p r imato nel la velocità di créscita delle p iante e

I precisamente in Giappone. Qui gannì. In occasione del la sua fu- lupa tacci* di ligUo •cquatjco ini

61 ,- Adriatica 560 —

Rend. 3.50% 79 75 Cieli 1085 — Redim. 5% 67 60 Dinamo 1200 — Redim. 3,50% 60 2S Edison 1280 —

2300 — Bresciana 1170 — Ass. GcDci. 4010 — Valdarno 2550 —

1200 — Piacentina 990 — 2 3 8 0 - Salda 245 —

570 — Emiliana 1400 -_ Nav. Gen. II. 36 5C Es. Iicino 635 — Cot. Cantoni 7525 — S, F. I. U

» Furtea 4100 — Cisalpina , » V. Ticino 600 _ S. E. S. O 305 — » Olcese 2800 — S. 1. P. 1055 —

Teis. Stami». 3 9 0 0 . - Tirso Cucirini 1650 — Vìzzola 2230 _ Linif. Naz. 1 9 5 0 - Meridelett 790 — Man. Rcuatì 2250 — Orobia 752 _ Rotondi 2150 — Ovcsticjno 63 ' ' — Tosi 4 9 5 _ Terni 328 — Cot. Mcrid. 425 — Unes 3 7 0 _ Un. ManiE. l'.3iì — Marcili e C 1 9 8 _ Lan. Gavaido 2010 — Tecnom. IL 3 1 0 _ Lan. Rossi 1750 — Teli 200 — Lan. Targclti 3 8 5 _ S. T. E. T.

200 —

F. I . S. A. C. 340 — Diitillerit 623 — Cascami Seta 9 1 0 _ Eridania 2330 — Bernasconi 296 — Raffi L. L. ' Fibre Tessi 230 — Rom. luce. 287 _ Soia Viscosa 950 _ A. N. I. C 83 _ Pacchetti 660 _ Italiana Gas —.— Scotti • C 106 — Mira-Lariza 93 SS Uva 199 — Petr. d'Italia 25 — Metallui. II. 430 — Aedes Amiata 680 — Iniz. Edil. 94 — Montecatini 341 — Fondi Rojlici 7 8 S _ Dalotine 200 — Beni Stabili 630 _ Min. Siele 615 — Saturnia - - — Ansaldo 198 — Past. Baroni 83 _ Bieda 305 _ CarL Burgo I0.'?4 _ Bianchi 140 _ Ciga 330 _ Isotta Fiasch 92 _ [talcementi ISSÒ _ FIAT 720 — Pirelli IlaL 3050 _ Reggiane 105 — Pirelli e C, 1500 _ Franco Toai 338 — Terme A-cqui ~ —

Mario Man gani Kedatt res pons.

I l r i t o funebre a v r à luogo m a r ­t e d ì 5 corr . , alle o r e 16, n e l l a Cappel la de l Cimi te ro d i Cre­m o n a .

Cremona, 5 ottobre 1943

RINGRAZIAMENTO

L a F a m i g l i a e d i p a r e n t i de l l a c o m p i a n t a

Ines Guaiteri in Martini p r o f o n d a m e n t e commoss i dell 'at­t e s taz ione d ì s ìnce ro affetto d i q u a n t i vol lero in q u a l u n q u e m o ­do o n o r a r n e la ca r a memor i a , r i ­volge a t u t t i u n r i n g r a z i a m e n t o r i conoscen te .

Cremona. 4 ottobre 1943

AVVISI ECOHOMia I M P O R T A N T E Azienda ce r ca

commess i p e r v e n d i t a lane-r ia , d r a p p e r i a , s e t a , ra jon , co toncr i a . D e t t a g l i a r e refe­r e n z e , pos t i occupa t i . Casset-t a 2I-R. - U n i o n e PubbUci tà I t a l i ana - C r e m o n a .

S9% Ed, t Cremqn^ Mtv>vji i , .Ctenpsa

Gli articoli, le co r r i apondeaze . i d isegni , le fotografie, deToao essere indi r izza t i alla redazione d e e l i R e g i m e F a s c i s t a » , l i a z z a Guglie loio Marconi , 1 - Cremon*.

I manoscritti , i disegal , l e f o . tografle MOK Tengoso natltii^tt « a c à e M a « s pubblicatil.