Il «Rapporto sullo stato del paesaggio alimentare italiano» non è confortante

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Elaborato da Eurispes e dal Corpo forestale dello Stato, il documento ci racconta con drammaticità il lento peggioramento dello stato del nostro territorio a seguito di nubifragi, alluvioni, terremoti e incendi. Mantenere sul territorio aziende agricole che ottengono remunerazioni soddisfacenti dalla produzione di prodotti tipici costituisce un’azione prioritaria ai fini della valorizzazione e della difesa dell’ambiente

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Politica agricola ed ambientale

VITA IN CAMPAGNA 1/2013 13

Lo stato del territorio italiano conti-nua nel suo lento peggioramento e i fe-nomeni meteorologici violenti sono sempre più frequenti, come abbiamo avuto modo di verifi care nell’ultimo me-se di novembre con nubifragi, alluvioni, smottamenti.

IL 10% DEL TERRITORIO ITALIANO È A ELEVATO RISCHIO

IDROGEOLOGICO

A fare un quadro dettagliato della si-tuazione ci hanno pensato l’istituto di ri-cerca Eurispes e il Corpo forestale dello Stato con il primo «Rapporto sullo stato del paesaggio alimentare italiano», pre-sentato a fi ne novembre. In esso si legge che sono 6.631 i Comuni situati in aree a elevato rischio idrogeologico, equiva-lenti al 10% della superfi cie del territo-rio italiano, mentre il numero dei Comu-ni a rischio sismico è salito a 2.893, cioè al 44% del territorio complessivo. Da tutto ciò si deduce che la popolazione italiana potenzialmente esposta a rischio idrogeologico e sismico supera i 27 mi-lioni di persone. A questo va poi aggiun-ta la piaga degli incendi boschivi che in-deboliscono la capacità statica dei terre-ni rendendoli più sensibili all’azione di-lavante delle piogge. Secondo i dati del Corpo forestale, dal 1970 al 2012 sono andati bruciati circa 4.451.831 ettari di territorio.

Secondo il Rapporto le cause del peg-gioramento dello stato del nostro territo-rio sono quelle ormai tristemente note a tutti: l’abusivismo edilizio, il disbosca-mento, l’abbandono delle attività agri-cole nelle aree marginali e diffi cili, la mancata manutenzione dei corsi d’ac-qua, la cementifi cazione degli alvei. E la lista potrebbe continuare ancora. Tutti questi fattori stanno rendendo i suoli ita-liani più poveri e quindi più vulnerabili agli agenti atmosferici.

Il Rapporto poi descrive come dal 1944 a oggi il nostro Paese ha speso cir-ca 242,5 miliardi di euro per fronteggia-re i danni provocati da terremoti e da eventi franosi e alluvionali, con una spe-sa annua che è aumentata negli ultimi

vent’anni: mentre tra il 1944 e il 1990 la spesa media è stata di circa 2,8 miliardi all’anno, tra il 1991 e il 2009 si sono spesi in media circa 4,7 miliardi all’an-no, fi no a giungere negli ultimi anni (dal 2010 a oggi) a 6,8 miliardi all’anno.

A tutto ciò va poi aggiunto l’aumen-to dei reati contro l’ambiente: nel 2011

Il «Rapporto sullo stato del paesaggio alimentare italiano» non è confortanteElaborato da Eurispes e dal Corpo forestale dello Stato, il documento ci racconta con drammaticità

il lento peggioramento dello stato del nostro territorio a seguito di nubifragi, alluvioni, terremoti e incendi. Mantenere sul territorio aziende agricole che ottengono remunerazioni soddisfacenti dalla produzione

di prodotti tipici costituisce un’azione prioritaria ai fi ni della valorizzazione e della difesa dell’ambiente

ne sono stati scoperti 33.817 (in media 92 al giorno), con un incremento di cir-ca il 9,7% rispetto al 2010.

Nel contrasto ai reati – che negli ulti-mi sei anni sono stati circa 87.500 – ri-veste un ruolo importante il Corpo fore-stale. I settori maggiormente interessati dell’attività operativa del Corpo foresta-le dello Stato nel 2011 sono stati 7 (nei quali si è concentrato il 92% dei control-li): tutela del territorio, tutela della fau-na, controllo coordinato del territorio, aree protette, discariche e rifi uti, tutela della fl ora, incendi.

LA DIFESA DEL TERRITORIO PASSA ANCHE DALLA PRESENZA

DEGLI AGRICOLTORI

A partire dal 2011 tra gli obiettivi primari dell’attività del Corpo forestale dello Stato troviamo anche la lotta alle frodi e alle contraffazioni alimentari. La sicurezza alimentare costituisce un tema di grande attualità per l’Italia e investe molteplici aspetti legati al valore della qualità del cibo, della salute umana, alla difesa dell’ambiente e del territorio con-tro l’abbandono e il degrado.

Se pensiamo che circa il 75% del ter-ritorio del nostro Paese è caratterizzato da colline e montagne – quindi più fra-gile e sensibile dal punto di vista idro-geologico – si capisce perché «agricol-tura-alimentazione-ambiente-territorio» siano temi strategici per conservarlo in buona salute. Mantenere sul territorio le produzioni agricole tipiche, capaci di generare buone remunerazioni in termi-ni economici e cioè elevati redditi per gli agricoltori, a detta del Rapporto, costi-tuisce un’azione prioritaria ai fi ni della valorizzazione e della difesa dell’am-biente e dei servizi indotti sul territorio.

L’abbandono dei territori collinari e montani provoca, anche, la perdita di un inestimabile patrimonio storico-cultura-le, dato dalle tracce della civiltà contadi-na e fatto, per esempio, di opere in pie-tra per il sostegno dei terreni (terrazza-menti, ecc.).

Giorgio Vincenzi

Senza un’adeguata azione di prevenzio-ne e programmazione fondata sul coin-volgimento degli agricoltori il territorio nazionale è a rischio

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