Il Rapporto fra il Clinico e il Laboratorio nelle Patologie dellEmostasi Armando Tripodi Centro...
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Il Rapporto fra il Clinico e il Laboratorio nelle Patologie
dell’Emostasi
Armando Tripodi
Centro Emofilia e TrombosiAngelo Bianchi Bonomi
Dipartimento di Medicina InternaUniversità e IRCCS Ospedale Maggiore
Milano
Collaborazione fra Clinico e Laboratorio EmostasiPerchè
• Indagini specifiche per ogni condizione
• Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione
Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione
• APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite
• APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata
• Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola”• Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia• Fattore V Leiden, o Resistenza APC• D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di
TVP/EP)• Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o
condizioni parafisiologiche
APTT nello Studio delle Coagulopatie Congenite
• APTT di un plasma carente di pre-kal
• APTT di un plasma carente di FXII
• APTT di un plasma emofilico
• 130” (v.n. <30”)
• 110” (v.n. <30”)
• 85” (v.n. <30”)
Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione
• APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite
• APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata
• Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola”• Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia• Fattore V Leiden, o Resistenza APC• D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di
TVP/EP)• Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o
condizioni parafisiologiche
APTT nel Controllo di Laboratorio dell’Eparina non Frazionata
• Basu D, et al. A prospective study of the value of monitoring heparin treatment with the activated partial thromboplastin time.
New Engl J Med, 1972
• Range terapeutico efficace e sicuro - prolungamento APTT pari a 1.5-2.5 rispetto a
quello di base. Corrispondente a 0.2-0.4 u/ml di eparina
Comparison of Various Manufacturers’ Reagents
Brill-Edwards, 1993
Reagent
• Ortho
• Organon
• IL
• Biotrack
Therapeutic APTT Ratio
• 2.6 – 4.2
• 2.3 – 3.5
• 2.3 – 3.4
• 2.1 – 3.3
Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione
• APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite
• APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata
• Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola”• Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia• Fattore V Leiden, o Resistenza APC• D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di
TVP/EP)• Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o
condizioni parafisiologiche
Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola”
• Non c’è evidenza che la pillola riduca significativamente i livelli di antitrombina
• La raccolta della storia clinica personale e familiare è in generale più efficace di qualunque test di laboratorio nel valutare il rischio trombotico da pillola
Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione
• APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite
• APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata
• Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola”• Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia• Fattore V Leiden, o Resistenza APC• D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di
TVP/EP)• Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o
condizioni parafisiologiche
Carenza di Antitrombina in Rapporto ai Sintomi
• Ridotta sintesi di una proteina normale
• Proteina con disfunzione nel sito attivo
• Proteina con disfunzione nel sito di legame per l’eparina
• Rischio trombotico medio-elevato
• Rischio trombotico medio-elevato
• Rischio trombotico modesto
Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione
• APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite
• APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata
• Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola”• Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia• Fattore V Leiden, o Resistenza APC• D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di
TVP/EP)• Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o
condizioni parafisiologiche
Fattore V Leiden, o Resistenza APC
• Il Fattore V Leiden rappresenta ca. l’85% di tutte le resistenze fenotipiche
• La resistenza fenotipica è un fattore di rischio per TEV indipendente dal fattore V Leiden
Od
ds
rat
io
Normalized APC sensitivity ratio
DVT Patients without FV Leiden
de Visser M.C.H. et al, 1999
Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione
• APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite
• APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata
• Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola”• Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia• Fattore V Leiden, o Resistenza APC• D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di
TVP/EP)• Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o
condizioni parafisiologiche
D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di TVP/EP)
• L’intervallo di riferimento è utile per lo screening della DIC
• Il valore di cut-off è utile per l’esclusione della TVP/EP
• I due valori sono quasi sempre diversi per lo stesso metodo
Interpretazione dei risultati “mirata” per ogni condizione
• APTT nello studio delle coagulopatie emorragiche congenite
• APTT nel controllo di laboratorio dell’eparina non frazionata
• Antitrombina nella valutazione dei rischi da “pillola”• Antitrombina nella valutazione del rischio di trombofilia• Fattore V Leiden, o Resistenza APC• D-dimero (screening DIC, o esclusione diagnosi di
TVP/EP)• Interpretazione dei risultati in rapporto a terapie o
condizioni parafisiologiche
Inattendibilità dei Test in Rapporto a Terapie o Condizioni Parafisiologiche
• Test fenotipici per la trombofilia durante l’evento trombotico acuto
• Test fenotipici per la trombofilia in corso di terapia eparinica• Test per le proteine C/S in corso di terapia anticoagulante
orale• Difficile interpretazione dei test per il LA in corso di terapia
anticoagulante orale • Test per resistenza APC e proteina S in corso di
gravidanza o assunzione di estroprogestinici• Misura del fibrinogeno con test non-coagulatori nella
valutazione della coagulopatia da consumo
Cosa rende difficile la collaborazione fra clinico e laboratorio
• Cause facilmente rimuovibili
- Il clinico ritiene di poter fare “da solo”
- Il laboratorio è troppo “attendista”
- Scarse conoscenze del laboratorio
• Cause difficilmente rimuovibili
- Centralizzazione dei servizi di laboratorio
- Gare per aggiudicare reagenti/strumenti
Cosa deve fare il clinico per migliorare il rapporto con il laboratorio
• Evitare la richiesta di test di cui non conosce bene il significato
• Formulare ipotesi diagnostiche chiare• Concordare con il laboratorio precisi protocolli
diagnostici per le varie condizioni• Accompagnare alla provetta informazioni cliniche e
terapeutiche dettagliate• Discutere con il laboratorio le modalità per procedere a
studi più approfonditi• Informare il laboratorio sugli esiti diagnostici/terapeutici
Cosa deve fare il laboratorio per migliorare il rapporto con il clinico
• Aggiornare i test disponibili secondo lo stato dell’arte
• Dividere nettamente ciò che è applicabile in ricerca da quello che è applicabile nella routine
• Concordare con i medici dei reparti i protocolli diagnostici più idonei
• Organizzare riunioni periodiche con i medici di reparto
Cosa deve fare l’amministratore per facilitare il rapporto fra il clinico ed il
laboratorio
• Non esasperare la ricerca del risparmio a tutti costi
• Favorire la formazione del personale
• Incentivare l’adozione di più programmi per il controllo della qualità
• Limitare la centralizzazione dei servizi di laboratorio
Far East West India
Never underestimate the importance of specific knowledge