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IL PUNTO COLDIRETTI SETTIMANALE DI INFORMAZIONE PER LE IMPRESE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni TUTTI GLI APPROFONDIMENTI SUL SITO WWW.ILPUNTOCOLDIRETTI.IT N. 38 3 - 9 NOVEMBRE 2016 COLDIRETTI Terremoto, a rischio 3mila aziende agricole Le nuove scosse che hanno colpito Marche ed Umbria hanno aggravato una situazione drammatica Sono oltre 100mila gli animali allevati nelle stalle delle zone devastate dal sisma Moncalvo: “Urgenti moduli e stalle mobili per far restare gli allevatori” “Occorre una corsa contro il tempo per dare la possibilità agli al- levatori di stare vi- cino ai propri animali con con- tainer, roulotte o moduli abitativi ma servono anche ricoveri sicuri per il bestiame con stalle, fienili e casolari lesionati, distrutti o ina- gibili”. Lo ha ricordato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dopo le nuove scosse che hanno colpito Marche ed Umbria, con gravi danni per gli alle- vamenti e le aziende agricole della zona. “L'emergenza e peggiorata e molte aziende oggi rischiano di chiudere per sempre se non si creano le condizioni per restare sul posto, garantendo vivibilità e operatività per accudire il bestiame e dare continuità alle attività produttive” ha ag- giunto il presidente nel sottolineare “l’impegno di uomini e mezzi della Col- diretti in questi mesi per garantire soste- gno alla popolazione rurale”. “Il terremoto ha colpito un territorio a preva- lente economia agricola con una signifi- cativa presenza di allevamenti che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spo- polamento - ha concluso Moncalvo -. E’ ora necessario che la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”. TERREMOTO Sono circa 3mila le aziende agricole a rischio nei territori dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo che hanno subito danni strutturali gravi nelle campagne dove c’è un’elevata significativa pre- senza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali. È quanto emerge dalla prima analisi dei danni provocati dal sisma nelle elaborato dalla Coldiretti che esprime apprezza- mento per l’impegno del presidente del Consiglio Matteo Renzi a favore degli agricoltori colpiti e per l'an- nuncio di misure straordina- rie da parte del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina.L’agricoltura, tra ma- nodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante all’occupazione e all’ economia di quei territori. Una attività che alimenta anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pre- gio famose in tutto il mondo che sostengono che il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione. Le scosse mettono a rischio un sistema che secondo la Coldiretti offre opportunità occupazio- nali solo nella fase di produ- zione agroalimentare ad almeno diecimila persone ma in pericolo ci sono anche spe- cialità conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluc- cio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito fino al prosciutto di Norcia Igp che con una produzione di 2350 tonnellate fattura oltre 50 milioni di euro, ma che nell'insieme rappresentano un patrimonio culturale del paese, oltre che economico ed occupazionale. Nelle aziende agri- cole ed in quelle agroalimentari si contano danni strutturali a fabbri- cati, impianti e strumenti ma anche difficoltà a garan- tire l’alimentazione e l’acqua agli ani- mali mentre la pre- senza di frane e smottamenti sulle strade rurali impedisce la cir- colazione e la raccolta e con- segna dei prodotti. Gli animali devono mangiare tutti i giorni e le mucche de- vono essere munte due volte al giorno e per questo gli al- levatori non possono trasfe- rirsi lontano da mandrie e greggi che, senza vigilanza, rischiano peraltro nelle mon- tagne di essere preda dei lupi. TERREMOTO Serve sostenere le imprese in un territorio prevalentemente agricolo Appello per l’invio di camper e roulotte Un appello agli agricoltori associati di tutta Italia e a tutti gli altri per l’invio immediato di roulotte e camper per consentire agli allevatori terremo- tati di non abbandonare le aziende di continuare ad accudire ai propri animali. A lanciarlo è la Coldiretti dopo le nuove scosse che hanno col- pito le Marche e l’Umbria aggravando una situa- zione già drammatica in un territorio dove l’agricoltura rappresenta il settore trainante as- sieme all’agroalimentare. Sotto il profilo del- l’orientamento produttivo emerge, infatit, che la percentuale maggiore di superfice agricola uti- lizzata è destinata a prati permanenti e pascoli a conferma del deciso orientamento verso le atti- vità di allevamento e il prevalere quasi ovunque delle pecore anche se i bovini sono presenti a Norcia, Cascia ed Amatrice ma anche nel Mace- ratese. Oltre il 90% delle aziende agricole sono di tipo familiare condotte direttamente dal colti- vatore con una forte presenza dell’agriturismo che è particolarmente presente nei comuni del- l’Umbria dove tocca la percentuale del 33%, so- prattutto a Norcia (50%) e a Preci (75%). Un patrimonio anch’esso a rischio con il sisma che ha causato una vera e propria fuga di turisti e la disdetta delle prenotazioni.

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IL PUNTO COLDIRETTISETTIMANALE DI INFORMAZIONE PER LE IMPRESE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni

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N. 38

3 - 9

NOVEMBRE

2016

COLDIRETTI

Terremoto, a rischio 3mila aziende agricoleLe nuove scosse che hanno colpito Marche ed Umbria hanno aggravato una situazione drammatica

Sono oltre 100mila gli animali allevati nelle stalle delle zone devastate dal sisma

Moncalvo:

“Urgenti moduli

e stalle mobili

per far restare

gli allevatori”“Occorre unacorsa contro iltempo per dare lapossibilità agli al-levatori di stare vi-cino ai proprianimali con con-tainer, roulotte omoduli abitativima servono anchericoveri sicuri per il bestiame con stalle,fienili e casolari lesionati, distrutti o ina-gibili”. Lo ha ricordato il presidente dellaColdiretti Roberto Moncalvo dopo lenuove scosse che hanno colpito Marcheed Umbria, con gravi danni per gli alle-vamenti e le aziende agricole della zona.“L'emergenza e peggiorata e molteaziende oggi rischiano di chiudere persempre se non si creano le condizioni perrestare sul posto, garantendo vivibilità eoperatività per accudire il bestiame e darecontinuità alle attività produttive” ha ag-giunto il presidente nel sottolineare“l’impegno di uomini e mezzi della Col-diretti in questi mesi per garantire soste-gno alla popolazione rurale”. “Ilterremoto ha colpito un territorio a preva-lente economia agricola con una signifi-cativa presenza di allevamenti cheoccorre ora sostenere concretamente pernon rassegnarsi all’abbandono e allo spo-polamento - ha concluso Moncalvo -. E’ora necessario che la ricostruzione vadadi pari passo con la ripresa dell’economiache in queste zone significa soprattuttocibo e turismo”.

TERREMOTOSono circa 3mila le aziendeagricole a rischio nei territoridei comuni di Lazio, Marche,Umbria e Abruzzo che hannosubito danni strutturali gravinelle campagne dove c’èun’elevata significativa pre-senza di allevamenticon oltre 100milaanimali tra mucche,pecore e maiali. Èquanto emerge dallaprima analisi deidanni provocati dalsisma nelle elaboratodalla Coldiretti cheesprime apprezza-mento per l’impegnodel presidente delConsiglio MatteoRenzi a favore degliagricoltori colpiti e per l'an-nuncio di misure straordina-rie da parte del Ministro dellePolitiche Agricole MaurizioMartina.L’agricoltura, tra ma-nodopera familiare edesterna, contribuisce in modoimportante all’occupazione eall’ economia di quei territori.Una attività che alimentaanche un fiorente indottoagroindustriale con caseifici,

salumifici e frantoi dai qualisi ottengono specialità di pre-gio famose in tutto il mondoche sostengono che il flussoturistico che, tra ristorazionee souvenir, è la linfa vitaleper la popolazione. Le scosse

mettono a rischio un sistemache secondo la Coldirettioffre opportunità occupazio-nali solo nella fase di produ-zione agroalimentare adalmeno diecimila persone main pericolo ci sono anche spe-cialità conservate da secoli,dalla lenticchia di Castelluc-cio al pecorino dei Sibillini,dal Vitellone Bianco Igp allapatata rossa di Colfiorito fino

al prosciutto di Norcia Igpche con una produzione di2350 tonnellate fattura oltre50 milioni di euro, ma chenell'insieme rappresentano unpatrimonio culturale delpaese, oltre che economico ed

o c c u p a z i o n a l e .Nelle aziende agri-cole ed in quelleagroalimentari sicontano dannistrutturali a fabbri-cati, impianti estrumenti ma anchedifficoltà a garan-tire l’alimentazionee l’acqua agli ani-mali mentre la pre-senza di frane esmottamenti sulle

strade rurali impedisce la cir-colazione e la raccolta e con-segna dei prodotti. Glianimali devono mangiaretutti i giorni e le mucche de-vono essere munte due volteal giorno e per questo gli al-levatori non possono trasfe-rirsi lontano da mandrie egreggi che, senza vigilanza,rischiano peraltro nelle mon-tagne di essere preda dei lupi.

TERREMOTO Serve sostenere le imprese in un territorio prevalentemente agricolo

Appello per l’invio di camper e roulotteUn appello agli agricoltori associati di tutta Italiae a tutti gli altri per l’invio immediato di roulottee camper per consentire agli allevatori terremo-tati di non abbandonare le aziende di continuaread accudire ai propri animali. A lanciarlo è laColdiretti dopo le nuove scosse che hanno col-pito le Marche e l’Umbria aggravando una situa-zione già drammatica in un territorio dovel’agricoltura rappresenta il settore trainante as-sieme all’agroalimentare. Sotto il profilo del-l’orientamento produttivo emerge, infatit, che lapercentuale maggiore di superfice agricola uti-lizzata è destinata a prati permanenti e pascoli a

conferma del deciso orientamento verso le atti-vità di allevamento e il prevalere quasi ovunquedelle pecore anche se i bovini sono presenti aNorcia, Cascia ed Amatrice ma anche nel Mace-ratese. Oltre il 90% delle aziende agricole sonodi tipo familiare condotte direttamente dal colti-vatore con una forte presenza dell’agriturismoche è particolarmente presente nei comuni del-l’Umbria dove tocca la percentuale del 33%, so-prattutto a Norcia (50%) e a Preci (75%). Unpatrimonio anch’esso a rischio con il sisma cheha causato una vera e propria fuga di turisti e ladisdetta delle prenotazioni.

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ORGANIZZAZIONE La novità prevista dalla Legge di Bilancio accoglie le richieste di Coldiretti

Arriva la 14esima per i pensionati coltivatoriSono circa 800mila i pensio-nati coltivatori diretti che do-vrebbero beneficiaredell’aumento della quattordi-cesima in una misura variabiledai 101 ai 151 euro l'anno.E’ quanto stima la Feder-pensionati Coldiretti in rife-rimento alla legge dibilancio per un risultato at-teso da anni nelle campa-gne per recuperare il poteredi acquisto perduto con unasituazione sociale insoste-nibile per molti coltivatoripensionati e per le loro fa-miglie. Gli aumenti dellaquattordicesima vanno adaggiungersi agli importi at-tualmente erogati (si pas-serà così da 336 a 437 euro, da420 a 546 euro, da 504 a 655euro annui). Inoltre l’amplia-mento dei limiti di reddito peravere diritto alla somma ag-giuntiva, comporterà che altri

pensionati, potranno benefi-ciare della quattordicesima one potranno beneficiare in mi-sura superiore rispetto a quellaattualmente spettante loro, in

quanto finora soltanto chiaveva redditi compresi entro1,5 volte il trattamento minimoaveva diritto all’intero importodella somma aggiuntiva. Tra idestinatari della nuova misura

ci saranno anche parte dei pen-sionati coltivatori che appar-tengono ad una fasciareddituale superiore a quellaattualmente richiesta per otte-nere integralmente la quat-tordicesima. “Si tratta diun giusto riconoscimentodell’impegno che i nostripensionati continuano adavere nella cura del territo-rio, nella salvaguardiadella biodiversità e nelladifesa delle tradizioni maanche dell’apporto di cul-tura ed esperienza che of-frono alle nuovegenerazioni nelle campa-gne”, ha affermato il presi-dente della Coldiretti

Roberto Moncalvo nel sottoli-neare che “a dimostrarlo sonola forza e la tenacia con cui gliagricoltori anziani stanno af-frontando l’emergenza nei ter-ritori colpiti dal terremoto”.

ECONOMIA

Vino, via libera

alla vendita

e al consumo

del novelloVia libera alla vendita e al consumodel vino novello Made in Italy ilprimo ad essere consumato della ven-demmia 2016. Lo rende noto la Col-diretti nel sottolineare che l'avviodella commercializzazione con la ria-pertura nei negozi è stato disposto daldecreto del ministero delle Politicheagricole.La produzione si collocaquest’anno sul minimo storico di ap-pena 2 milioni di bottiglie con il “de-blocage” che in Italia è anticipato, diquasi tre settimane rispetto al concor-rente Beaujolais nouveau franceseche si potrà assaggiare solo a partiredal 17 novembre 2016. La produzionedel vino novello in Italia è iniziataverso la metà degli anni '70, dopo chein Francia, considerata la madre deinovelli, i vignaioli francesi della zonadi produzione del Beaoujolais, per su-perare una stasi di mercato, miserosul mercato il Beaoujolais nouveau,per rivalorizzare il loro vino prodottocon uve Gamay meno pregiate dellaBorgogna meridionaleIn Italia haavuto una rapida espansione comeevidenzia il fatto che dieci anni siproducevano ben 17 milioni di botti-glie Made in Italy. All’origine delcalo della produzione nazionale c’èuna serie di fattori, a partire dalla li-mitata conservabilità, che ne consi-glia il consumo nell’arco dei prossimi6 mesi fino alla tecnica di produ-zione, la macerazione carbonica, cheè più costosa di circa il 20 per centorispetto a quelle tradizionali. Ma so-prattutto gli stessi vitigni che neglianni passati rappresentavano la basedel novello vengono oggi spesso uti-lizzati per produrre vini ugualmentegiovani, ideali per gli aperitivi, mache non presentano problemi di du-rata.

Dal grano al latte, è deflazione nei campi La deflazione ha effetti devastantinelle campagne dove le quotazionirispetto allo scorso anno sono crol-late per il grano duro (-38%) e illatte viene ormai pagato agli alle-vatori quasi come l’acqua mineraleal supermercato. E’ quanto affermala Coldiretti in riferimento all’an-damento dell’inflazione ad ottobreche ha visto gli alimentari in calo

dello 0,3% su base annua. A rischioc’ è il futuro di prodotti simbolo delMade in Italy, ma anche un sistemaproduttivo sostenibile che garanti-sce reddito e lavoro a centinaia dimigliaia di famiglie e difende il ter-ritorio nazionale dal degrado e dalladesertificazione. Oggi gli agricol-tori devono vendere più di tre litridi latte per bersi un caffè o quindici

chili di grano per comprarsene unodi pane. Le coltivazioni come illatte e la carne subiscono la pres-sione delle distorsioni di filiera e dalflusso delle importazioni selvaggeche fanno concorrenza sleale allaproduzione nazionale perché ven-gono spacciati come Made in Italyper la mancanza di indicazionechiara sull’origine in etichetta.

Castagno, servono più risorse e difeseLa Commissione Agricoltura della Camera ha orga-nizzato una serie di audizioni per verificare la situazionedel settore castanicolo. Il comparto viene da anni diffi-cili a causa dello sviluppo della popolazione di un pa-rassita non autoctono, il Dryocosmus kuriphilus, dettocinipide galligeno del castagno, la cui attività ha forte-mente depresso la produzione nelle diverse regioni ita-liane. La lotta a questo parassita è stata impostata dalMipaaf con l’allevamento ed i lanci di un parassitoidespecifico, il Torymus sinensis. Coldiretti ha rimarcatoi risultati soddisfacenti della lotta biologica così impo-stata, evidenziando come il coordinamento del Mipaafabbia permesso il raggiungimento di risultati impor-tanti. Questo non significa che il problema sia risoltoin tutte le aree, ma i progressi sono sostanziali. E’ chiaro

che nulla sarà come prima, perché con il cinipide sidovrà convivere, ma nelle aree che hanno iniziato dapiù anni la lotta, i risultati ci sono. Il raccolto 2016 è ri-sultato inferiore a quello del 2015, soprattutto per pro-blemi climatici in fase di fioritura e, in alcune aree,ancora per l’attività del cinipide. Quello che però staemergendo è la preoccupazione per altri parassiti (lecidie, il balanino) e patogeni (la Gnomoniopsis, in pri-mis, ma non solo) che sono diventati più aggressivisulle piante indebolite dal cinipide. Coldiretti ha chiestoche il piano castanicolo per la prossima programma-zione venga finanziato in modo adeguato e che sianodefiniti indirizzi di difesa fitosanitaria studiati per le di-verse tipologie di castagneto (dai monumenti vegetaliin zona parco fino ai frutteti razionali in pianura).

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Olio “razionato”, raccolto ai minimi e boom prezziOlio di oliva Made in Italy razio-nato con le scorte di extravergineche saranno esaurite entro i primisei mesi del 2017, per effetto delcrollo del 38% della nuova produ-zione che scende ad appena 298milioni di chili, un valore vicino aiminimi storici di sempre. E’quanto afferma la Coldiretti che hapromosso nei mercati di Campa-gna Amica, da Roma a Milanofino a Palermo, iniziative di cono-scenza per aiutare i consumatori afare scelte di acquisto consapevolidi fronte ad un inevitabile au-mento dei prezzi ma anche del ri-schio di frodi ed inganni. I prezzialla borsa merci di Bari, che è lapiù rappresentativa a livello nazio-nale, sono in significativo au-mento con un balzo nell’ultimasettimana del 43% per l’extraver-gine rispetto all’inizio dell’anno.Le stime produttive classificanol’Italia come secondo produttoremondiale nel 2016/17 con la Pu-glia che si conferma essere la prin-cipale regione di produzionenonostante il calo, mentre al se-

condo posto si trova la Calabriacon una riduzione della produ-zione inferiore alla media nazio-nale e sul gradino più basso delpodio si trova la Sicilia dove il ta-glio dovrebbe essere più marcatoa causa delle condizioni meteoro-logiche primaverili che hanno cau-sato perdite in fioritura.Complessivamente nel Mezzo-giorno si stima un calo produttivodel 39%, al nord di appena il 10%mentre al centro del 29%, con laToscana in linea con questa ridu-zione. L’andamento produttivo na-zionale si riflette sulla produzionea livello mondiale dove si prevedeuna storica carestia dei raccolti per

effetto del crollo della produzioneanche in Grecia con circa 240 mi-lioni di chili (-20%) ed in Tunisiadove non si supereranno i 110 mi-lioni di chili (-21%) mentre inSpagna, che si conferma leadermondiale, si stimano circa 1400milioni di chili, in linea con l'annoscorso. In controtendenza la Tur-chia che aumenta la produzionedel 33% per un totale di 190 mi-lioni di chili. Il risultato è una pre-visione di produzione mondiale a2,785 miliardi di chili in calo del9%, con conseguenti tensioni suiprezzi che si prevedono in forterialzo per effetto della corsa all’ac-quisto dell’olio nuovo. I cambia-menti si faranno sentire sulcarrello della spesa soprattutto inItalia dove i consumi di olio dioliva a persona sono attorno ai 9,2chili all’anno, dietro la Spagna con10,4 chili e la Grecia che con 16,3chili domina la classifica. Con lacarenza di olio nostrano aumen-tano però anche i rischi di frode edinganni in una situazione in cui c’èpiù olio spagnolo che italiano nelle

bottiglie riempite a livello nazio-nale che in 2 casi su 3 contengonoprodotto straniero proveniente peroltre il 60% dalla Spagna, il 25%dalla Grecia ma per quasi il 10%da un paese extracomunitariocome la Tunisia. Gli oli di olivastranieri percorrono centinaia dichilometri in nave e/o in autobottiche non solo contribuiscono al-l’emissione di CO2 nell’atmo-sfera, ma proprio per le condizionidi trasporto si degradano. Sotto ac-cusa è la mancanza di trasparenzanonostante sia obbligatorio indi-carla per legge in etichetta dalprimo luglio 2009, in base al Re-golamento comunitario n.182 del6 marzo 2009. Sulle bottiglie diextravergine ottenute da olive stra-niere in vendita nei supermercati èquasi impossibile, nella stragrandemaggioranza dei casi, leggere lescritte “miscele di oli di oliva co-munitari”, “miscele di oli di olivanon comunitari” o “miscele di olidi oliva comunitari e non comuni-tari” obbligatorie per legge nelleetichette dell’olio di oliva.

ECONOMIA La produzione è in calo del 38% mentre le quotazioni sono quasi raddoppiate

Piano di aiuti per la zootecnia ma risorse troppo esigueA seguito della applicazione delle misure euro-pee di aiuto agli allevatori (aiuto eccezionale aiproduttori di latte e agli agricoltori di altri settorizootecnici), si sta definendo con il Ministerodelle Politiche agricole un decreto attuativo checomprenda i tre diversi settori: latte bovino, latteovino e suinicoltura. Considerata anche l’esi-guità dell’importo complessivo (21 milionimessi a disposizione dall’ Unione Europea e altri10 milioni dal Ministero stesso, per un totale di31 milioni di euro) si sta profilando un aiuto agliallevatori di bovine da latte (per le zone mon-

tane) e per gli allevatori di ovini e suini. In par-ticolare 14 milioni di euro saranno destinati alleaziende delle zone montane con un contributoper circa 500 mila capi. Per gli allevamenti dellearee colpite dal terremoto del 24 agosto l’aiutoè raddoppiato. Dieci milioni di euro saranno de-stinati per la suinicoltura, focalizzando l’azionesul miglioramento del benessere animale e suipiccoli allevamenti. In particolare, si prevede unaiuto alle scrofe per aumentare il periodo di lat-tazione da 3 a 4 settimane. Per le aziende conmeno di 1.000 scrofe è previsto un incremento

del 25% del premio. Sette milioni di euro ancheper gli allevatori di latte ovino che stanno affron-tando una situazione di difficoltà dovuta al ri-basso del prezzo del latte. I dettagli tecnici edoperativi delle misure verranno definiti entro no-vembre e nel primo trimestre del 2017 le aziendepotranno accedere agli aiuti previsti.Fermo re-stando che l’iniziativa rappresenta comunque unsegnale di attenzione per il settore zootecnico,resta il problema di una dotazione finanziariatroppo esigua che non può rispondere alle aspet-tative degli allevatori italiani.

Florovivaismo, con le piante si riducono le polveri sottiliIn un convegno organizzato da Asso-floro Lombardia, con la partecipazionedi Coldiretti, sono stati resi noti i datirelativi alla capacità delle piante di se-questrare le polveri sottili dall’aria.Una pianta adulta produce in un announa quantità di ossigeno che copre ilfabbisogno annuo di 10 persone ed èin grado di assorbire, a seconda dellaspecie, dai 20 ai 50 chili di anidridecarbonica. Quello che è meno noto è

che la stessa pianta, sempre a secondadella specie, è capace di catturare dal-l’aria dai 100 ai 250 grammi di polverisottili, un ettaro di piante elimina circa20 chili di polveri e smog in un anno.Non è una cosa da poco se pensiamoche, in una città come Milano, in cuisono presenti 1.700 ha di verde, signi-fica togliere dall’aria 30 tonnellate dipolveri sottili. Quante delle migliaia dimorti all’anno, determinate da patolo-

gie legate all’inquinamento, potreb-bero essere evitate attraverso una mi-gliore manutenzione del verdeesistente, un rinnovamento del verdesenescente, una adeguata piantuma-zione là dove il verde è inesistente?Quante malattie a carico dell’apparatorespiratorio, quanti ricoveri, quantemedicine potrebbero essere evitate? Eallora il legislatore getti il cuore oltrel’ostacolo e approvi misure che portino

alla defiscalizzazione delle opere averde, opere che, attraverso la realiz-zazione di interventi di riqualificazionee recupero di aree scoperte di perti-nenza delle unità immobiliari, consen-tano di incrementare il valoreecologico e ambientale delle zone den-samente edificate ovvero di recuperareil valore estetico e paesaggistico dispazi privati spesso caratterizzati dadegrado e abbandono.

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IL CASOArrivi oltre quota 1,6 miliardi di chili ma servirebbe valorizzare le coltivazioni nazionali

Olio di palma, import triplicato in 10 anni Sono più che triplicate(+212%) negli ultimi diecianni le importazioni in Italiadi olio di palma che nel 2015hanno raggiunto il quantita-tivo record di oltre 1,6 mi-liardi di chili. E’ quantoemerge da una analisi dellaColdiretti sulla base dei datiIstat dai quali si evidenzia tut-tavia per la prima volta uncalo del 10% nei primi settemesi del 2016 rispetto al-l’anno precedente conse-guente al parere dell'AutoritàAlimentare Europea (EFSA)nel quale si segnalano possi-bili effetti tossico o cancero-geni di alcuni contaminanti diprocesso che si sviluppano du-rante il processo produttivonell'olio di palma e in altri olivegetali, margarine e alimentitrasformati. L’inversione ditendenza è dovuta al numerocrescente di industrie alimen-tari che quest’anno hannofatto giustamente la scelta pru-denziale di togliere l’olio dipalma nei propri prodotti. Una

opportunità che può esserecolta con la valorizzazionedelle coltivazioni nazionaligrazie alle profonde innova-zioni che sono stati introdottee alla disponibilità delle im-prese agricole nazionali. Alle

preoccupazioni per l’impattosulla salute a causa dell'ele-vato contenuto di acidi grassisaturi si aggiungono infattiquelle dal punto di vista am-bientale perché l’enorme svi-luppo del mercato dell’olio dipalma sta portando al disbo-scamento di vaste forestesenza dimenticare l’inquina-mento provocato dal trasporto

a migliaia di chilometri di di-stanza dal luogo di produzionee naturalmente le condizionidi sfruttamento del lavorodelle popolazioni locali pri-vate di qualsiasi diritto. Perconsentire scelte di acquistoconsapevoli da parte dei con-sumatori è stato introdotto il13 dicembre 2014 nella legi-slazione comunitaria sotto ilpressing della Coldiretti l’ob-bligo di specificare in etichettala natura dell’olio eventual-mente utilizzato nei prodottialimentari confezionati. Non èpiù possibile pertanto utiliz-zare la dicitura generica oliovegetale, giocando sul fattoche nella nostra tradizionequando si pensa all’olio sipensa a quello di oliva, ma sideve indicare con precisionedi quale olio si tratta. Per iprodotti venduti sfusi al fornoo in panetteria deve esseresempre esposto e a disposi-zione dei consumatori,l’elenco degli ingredienti uti-lizzati.

“Le donne condizione di crescita” è stato iltema al centro dell’incontro organizzato a Pa-lazzo Montecitorio con la partecipazione diColdiretti Donne Impresa per fare una foto-grafia delle donne che lavorano, che produ-cono e che fanno reddito. Il tutto con un focussull'aumento del tasso di occupazione femmi-nile che risulta cruciale, non soltanto nel sensodi generare un'economia inclusiva ma anchecon un approccio che vede la partecipazionefemminile all'imprenditoria come elemento dicrescita economica. Le donne hanno conqui-stato nel mondo del lavoro un posto, dap-prima in quei settori che sembravano piùcongeniali all’attività femminile, poi in ambitiche per molto tempo sono stati riservati esclu-sivamente agli uomini. La legge ha equiparatonel lavoro uomini e donne ma non ha potutocancellare delle differenze di fondo che esi-stono tra i due sessi sul piano umano, cultu-rale, psicologico e sociale. Il vero problemanon è infatti, quello di agevolare le donne ri-spetto ai colleghi dell’altro sesso, cosa chesuonerebbe ingiusta e essa stessa rispondentead una logica maschilista, quanto quello di tu-telare la famiglia, assicurando le condizioniindispensabili al suo benessere. Il tasso di oc-cupazione femminile resta distante da quellomaschile, al 46,8 per cento, con un divario di18,1 punti. Anche se la distanza tra i due tassiè in graduale diminuzione (negli ultimi annianche per la maggiore permanenza nel mer-cato del lavoro delle senior dovuta alle ri-forme pensionistiche e per la concentrazionedelle donne nei settori meno colpiti dallacrisi), resta molto ampia soprattutto nel Mez-zogiorno. Il gender gap ovvero il divario digenere sta piano piano assottigliandosi, il fat-tore determinante più importante per la com-petitività di un Paese è il talento umano. Ledonne costituiscono la metà de talento poten-ziale. Aumentare la presenza delle donne neiluoghi di lavoro è importante, ma non bastase non porta anche a nuove politiche di con-ciliazione e a un modo nuovo di lavorare – dacui possono trarre beneficio tutti, anche gli uo-mini.

DONNE IMPRESA

Lavoro,

imprese rosa

protagoniste

della crescita

Nuova norma per i crediti di carbonio E’ stata pubblicata la norma Uni 11646:2016 sui“Gas ad effetto serra – Specifiche per la realiz-zazione del sistema nazionale di gestione delmercato volontario dei crediti di CO2 e derivantida progetti di riduzione delle emissioni o di au-mento delle rimozioni di Ghg”. Il documento èil frutto di un lungo lavoro, svolto all’interno diun apposito gruppo di lavoro a cui ha partecipatoattivamente anche Coldiretti, che ha avutol’obiettivo di contribuire a mettere ordine al mer-cato volontario dei crediti di carbono. La normaUni, in questo ambito, cerca di colmare una la-cuna tecnica e giuridica che fino ad ora ha, difatto, impedito la valorizzazione economica, nel-l’ambito dei mercati volontari, degli assorbi-menti prodotti dal settore agroforestale.Nonostante il valore del servizio di sink di car-bonio delle foreste italiane - che secondo alcunestime del Ministero dell’Ambiente, facendo rife-rimento ai 5 anni relativi alla prima rendiconta-zione delle emissioni italiane per il protocollo diKyoto (2008-12), è stato valutato intorno ai 633milioni di euro - a tutt’oggi, tuttavia, la contabi-lizzazione degli assorbimenti di carbonio (che inItalia per ora ha interessato solo le foreste ma chein futuro riguarderà anche le attività agricole)

non prevede alcun riconoscimento del diritto diaccesso ai cosiddetti “crediti di carbonio” daparte dei privati, visto che tutti gli assorbimentiforestali vengono contabilizzati direttamentedallo Stato nell’ambito del bilancio nazionaledelle emissioni. Ciò avviene a causa dell’istitu-zione, avvenuta nel 2008, di un apposito registro,da parte del Ministero dell’Ambiente, che, essen-zialmente, ha la funzione di contabilizzare, attra-verso una logica inventariale, gli assorbimenti dicarbonio come voce “attiva” nell’ambito dei re-port annuali, finalizzati al raggiungimento degliimpegni sottoscritti dall’Italia nell’ambito dei ne-goziati internazionali sul clima. Proprio rispettoalla necessità di ottenere un riconoscimento eco-nomico per gli assorbimenti di carbonio agrofo-restali nell’ambito dei mercati volontari, siinserisce la nuova norma, costituendo un impor-tante riferimento tecnico e metodologico per leimprese agroforestali che intendono dimostrare,comunicare e “monetizzare” gli assorbimenti dicarbonio prodotti nell’ambito dei mercati volon-tari.La sua effettiva operatività, tuttavia, resta inqualche modo ancora subordinata all’emana-zione di una specifica indicazione normativa, daparte del Ministero dell’Ambiente