IL PUNT DO VISTI A La Camera non ha dichiarato «guerra ai … · 2019. 4. 2. · Com ricordane loe...

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AATTUALITÀ IL PUNTO DI VISTA La Camera non ha dichiarato «guerra ai pesticidi» Il 26 febbraio scorso la Camera dei de- putati ha approvato una mozione per promuovere le «iniziative volte a vieta- re l'utilizzo dei pesticidi e dei diserbanti nelle produzioni agricole favorendone lo sviluppo con metodo biologico». L'atto è stato votato in plenaria da tutti i parla- mentari presenti, ottenendo così l'una- nimità dei consensi. Immediatamente la stampa italiana ha riportato «lo stop unanime della Camera ai pesticidi». UN TESTO EQUILIBRATO Incuriosito e sorpreso, sono andato a leggere il testo licenziato dai parlamen- tari italiani per rendermi conto dell'ef- fettivo contenuto e verificare se davvero si intenda porre un divieto all'impiego in agricoltura di mezzi tecnici tuttora essenziali. La lettura della mozione mi ha rinfran- cato. I parlamentari italiani hanno licen- ziato un testo equilibrato, dove si rico- nosce che «i fitofarmaci sono intesi da- gli agricoltori e dai tecnici come rimedi per difendere le piante dai loro nemici e pertanto da utilizzare nelle giuste do- si, solo quando necessari e rispettando i tempi di carenza». Ho citato integralmente le prime 6 righe del documento approvato dai deputati italiani perché bastano per dimostrare che non vi è alcuna intenzione di sca- tenare una «guerra» che abbia come obiettivo finale la messa al bando di fat- tori produttivi decisivi per la moderna agricoltura, la quale ha la missione di assicurare una sana alimentazione a una popolazione crescente a livello glo- bale. Come ricordano le più autorevoli organizzazioni internazionali, sempre meno agricoltori dovranno provvede- re ai bisogni alimentari di consumatori più numerosi ed esigenti in termini di gusti e servizi. Il Parlamento italiano non vuole vietare alcunché, ma fare in modo che l'utilizzo dei mezzi per la di- fesa delle piante diventi più razionale, equilibrato, rispettoso della salute degli uomini e degli animali, compatibile con le esigenze universali di salvaguardare l'ambiente e il territorio. Ermanno Comegna Purtroppo rimane un titolo fuorvian- te e maldestro, che ha ottenuto il plau- so delle organizza- zioni meno mode- rate del mondo am- bientalista e della produzione biologica. Oltre al titolo, nella lunga mozione si tro- va qualche altro passaggio che attesta la presenza di mani poco concilianti e più ferocemente orientate contro l'agri- coltura tradizionale. Ad esempio, c'è un utilizzo insistente del termine «pestici- di», in luogo del più corretto «prodotti fitosanitari» o «agrofarmaci». Inoltre, si trova il richiamo, tanto ca- ro a Legambiente, del presunto effet- to sinergico derivante dalla presenza nei prodotti alimentari dei residui di più sostanze attive, sebbene entro i limiti massimi previsti dalle norme vigenti. Questo, per l'organizzazione ambientali- sta italiana, sarebbe un rischio ignorato dagli organismi che si occupano di ga- rantire la sicurezza alimentare. In realtà, sia l'Epa (Environmental pro- tection agency) negli Stati Uniti sia l'Ef- sa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, stanno lavorando sulla ma- teria e il paventato effetto additivo non è al momento confermato. È presente in più punti il richiamo al- la necessità di promuovere e sostene- re, anche con gli aiuti Pac, il metodo dell'agricoltura biologica, conferman- do così l'errato principio, sancito pure nel disegno di legge in via di approva- zione al Senato, che tale approccio pro- duttivo sia intrinsecamente superiore a quello tradizionale e vada sostenuto in ogni modo. Su questo punto sorprende l'atteggia- mento inerte delle organizzazioni agri- cole italiane, le quali non reagiscono al- la manovra tesa ad affermare l'idea che ci sia un'agricoltura di serie A, che sta dalla parte giusta della Storia, e una di serie B che, come recita l'ultimo rappor- to di Cambia la Terra, «inquina l'econo- mia oltre che il Pianeta». Altro passaggio discutibile è dove si chiede di rafforzare «i controlli sui pro- dotti agroalimentari importati dai Paesi terzi per i quali è possibile dimostrare che siano stati trattati con il glifosate oltre la soglia permessa in ambito eu- ropeo». Perché si considera una sola sostanza attiva? Non sarebbe stato più corretto estendere tale preoccupazione a tutte le sostanze attive pericolose? Quindi, fatta eccezione per pochi pas- saggi ad alto tasso ideologico contrari al sistema agricolo standard, la mozio- ne della Camera dei deputati è da valu- tare positivamente e contiene proposte interessanti, peraltro coerenti con le recenti iniziative del Parlamento eu- ropeo sulla stessa materia. In particolare, si chiede che il monito- raggio del livello di contaminazione del- le acque superficiali e sotterranee sia omogeneo sull'intero territorio naziona- le, evitando il conclamato doppio stan- dard tra Nord e Sud. Si raccomanda di favorire l'utilizzo sostenibile dei fitofar- maci, «perché l'agricoltura è un settore importantissimo dell'economia italia- na». Si chiede di completare il quadro normativo previsto nel Piano d'azione nazionale sull'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, con l'adozione degli interventi oggi in sospeso (ad esempio la regolazione del commercio online). È richiamata infine l'esigenza di difen- dere le api e gli altri insetti pronubi. Ermanno Comegna 9/2019 • L'Informatore Agrario 'YJ

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A ATTUALITÀ

IL P U N T O DI V ISTA

La Camera non ha dichiarato «guerra ai pesticidi»

Il 26 febbraio scorso la Camera dei de-putati ha approvato una mozione per promuovere le «iniziative volte a vieta-re l'utilizzo dei pesticidi e dei diserbanti nelle produzioni agricole favorendone lo sviluppo con metodo biologico». L'atto è stato votato in plenaria da tutti i parla-mentari presenti, ottenendo così l'una-nimità dei consensi. Immediatamente la stampa italiana ha riportato «lo stop unanime della Camera ai pesticidi».

UN TESTO EQUILIBRATO Incuriosito e sorpreso, sono andato a leggere il testo licenziato dai parlamen-tari italiani per rendermi conto dell'ef-fettivo contenuto e verificare se davvero si intenda porre un divieto all'impiego in agricoltura di mezzi tecnici tuttora essenziali. La lettura della mozione mi ha rinfran-cato. I parlamentari italiani hanno licen-ziato un testo equilibrato, dove si rico-nosce che «i fitofarmaci sono intesi da-gli agricoltori e dai tecnici come rimedi per difendere le piante dai loro nemici e pertanto da utilizzare nelle giuste do-si, solo quando necessari e rispettando i tempi di carenza». Ho citato integralmente le prime 6 righe del documento approvato dai deputati italiani perché bastano per dimostrare che non vi è alcuna intenzione di sca-tenare una «guerra» che abbia come obiettivo finale la messa al bando di fat-tori produttivi decisivi per la moderna agricoltura, la quale ha la missione di assicurare una sana alimentazione a una popolazione crescente a livello glo-bale. Come ricordano le più autorevoli organizzazioni internazionali, sempre meno agricoltori dovranno provvede-re ai bisogni alimentari di consumatori più numerosi ed esigenti in termini di gusti e servizi. Il Parlamento italiano non vuole vietare alcunché, ma fare in modo che l'utilizzo dei mezzi per la di-fesa delle piante diventi più razionale, equilibrato, rispettoso della salute degli uomini e degli animali, compatibile con le esigenze universali di salvaguardare l'ambiente e il territorio.

Ermanno Comegna

Purtroppo rimane un titolo fuorvian-te e maldestro, che ha ottenuto il plau-so delle organizza-zioni meno mode-rate del mondo am-

bientalista e della produzione biologica. Oltre al titolo, nella lunga mozione si tro-va qualche altro passaggio che attesta la presenza di mani poco concilianti e più ferocemente orientate contro l'agri-coltura tradizionale. Ad esempio, c'è un utilizzo insistente del termine «pestici-di», in luogo del più corretto «prodotti fitosanitari» o «agrofarmaci». Inoltre, si trova il richiamo, tanto ca-ro a Legambiente, del presunto effet-to sinergico derivante dalla presenza nei prodotti alimentari dei residui di più sostanze attive, sebbene entro i limiti massimi previsti dalle norme vigenti. Questo, per l'organizzazione ambientali-sta italiana, sarebbe un rischio ignorato dagli organismi che si occupano di ga-rantire la sicurezza alimentare. In realtà, sia l'Epa (Environmental pro-tection agency) negli Stati Uniti sia l'Ef-sa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, stanno lavorando sulla ma-teria e il paventato effetto additivo non è al momento confermato. È presente in più punti il richiamo al-la necessità di promuovere e sostene-re, anche con gli aiuti Pac, il metodo dell'agricoltura biologica, conferman-

do così l'errato principio, sancito pure nel disegno di legge in via di approva-zione al Senato, che tale approccio pro-duttivo sia intrinsecamente superiore a quello tradizionale e vada sostenuto in ogni modo. Su questo punto sorprende l'atteggia-mento inerte delle organizzazioni agri-cole italiane, le quali non reagiscono al-la manovra tesa ad affermare l'idea che ci sia un'agricoltura di serie A, che sta dalla parte giusta della Storia, e una di serie B che, come recita l'ultimo rappor-to di Cambia la Terra, «inquina l'econo-mia oltre che il Pianeta». Altro passaggio discutibile è dove si chiede di rafforzare «i controlli sui pro-dotti agroalimentari importati dai Paesi terzi per i quali è possibile dimostrare che siano stati trattati con il glifosate oltre la soglia permessa in ambito eu-ropeo».

Perché si considera una sola sostanza attiva? Non sarebbe stato più corretto estendere tale preoccupazione a tutte le sostanze attive pericolose? Quindi, fatta eccezione per pochi pas-saggi ad alto tasso ideologico contrari al sistema agricolo standard, la mozio-ne della Camera dei deputati è da valu-tare positivamente e contiene proposte interessanti, peraltro coerenti con le recenti iniziative del Parlamento eu-ropeo sulla stessa materia. In particolare, si chiede che il monito-raggio del livello di contaminazione del-le acque superficiali e sotterranee sia omogeneo sull'intero territorio naziona-le, evitando il conclamato doppio stan-dard tra Nord e Sud. Si raccomanda di favorire l'utilizzo sostenibile dei fitofar-maci, «perché l'agricoltura è un settore importantissimo dell'economia italia-na». Si chiede di completare il quadro normativo previsto nel Piano d'azione nazionale sull'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, con l'adozione degli interventi oggi in sospeso (ad esempio la regolazione del commercio online). È richiamata infine l'esigenza di difen-dere le api e gli altri insetti pronubi.

Ermanno Comegna

9/2019 • L'Informatore Agrario 'YJ