Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la...

40
Il problema del Sistema Soccorso nell’Italia postunitaria e giolittiana Alessandro Mella Quando delle calamità colpiscono il nostro paese (ad esse particolarmente esposto per una moltitudine di ragioni) siamo abituati a vedere nei telegiornali la mobilitazione di una complessa macchina del soccorso che ha il suo vertice nel Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di assistenza/soccorso e protezione civile nonché il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Proprio quest’ultimo ha sempre rappresentato il fulcro di un sistema nato in forza di più provvedimenti tra il 1970 ed i primi anni 2000. Il problema del sistema soccorso in Italia, tuttavia, ha radici assai più remote ed è stato sollevato ripetutamente nei decenni. In questa sede non entreremo nel complesso dibattito del secondo dopoguerra ma ci limiteremo ad evidenziare come questi temi abbiano radice comune nella questione dell’unificazione dei servizi antincendi. Tormentata e lunga vicenda che si aprì con forza tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento e che trovò una parziale soluzione solo negli anni a cavallo tra il 1935 ed il 1941 circa. Scopo di questo breve studio è illustrare quale situazione permise al regime fascista di portare a compimento un’opera oggetto, in verità, di quarant’anni di precedenti sacrifici e tentativi fermandoci, in questa sede, all’anno 1928. Quello in cui, nella sua

Transcript of Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la...

Page 1: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

Il problema del Sistema Soccorso nell’Italia postunitaria e giolittiana

Alessandro Mella

Quando delle calamità colpiscono il nostro paese (ad esse particolarmente esposto per

una moltitudine di ragioni) siamo abituati a vedere nei telegiornali la mobilitazione di

una complessa macchina del soccorso che ha il suo vertice nel Dipartimento di

Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il sistema mobilita e

coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di

assistenza/soccorso e protezione civile nonché il Corpo Nazionale dei Vigili del

Fuoco. Proprio quest’ultimo ha sempre rappresentato il fulcro di un sistema nato in

forza di più provvedimenti tra il 1970 ed i primi anni 2000. Il problema del sistema

soccorso in Italia, tuttavia, ha radici assai più remote ed è stato sollevato

ripetutamente nei decenni. In questa sede non entreremo nel complesso dibattito del

secondo dopoguerra ma ci limiteremo ad evidenziare come questi temi abbiano radice

comune nella questione dell’unificazione dei servizi antincendi. Tormentata e lunga

vicenda che si aprì con forza tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento e che

trovò una parziale soluzione solo negli anni a cavallo tra il 1935 ed il 1941 circa.

Scopo di questo breve studio è illustrare quale situazione permise al regime fascista

di portare a compimento un’opera oggetto, in verità, di quarant’anni di precedenti

sacrifici e tentativi fermandoci, in questa sede, all’anno 1928. Quello in cui, nella sua

Page 2: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

casa di Cavour, si spense Giovanni Giolitti1. Ma andiamo con ordine. Il 17 marzo del

1861, a Torino, Vittorio Emanuele II assumeva il titolo di Re d’Italia segnando un

momento decisivo nel lungo percorso che il nostro paese stava seguendo per

realizzare il proprio sogno d’unità nazionale2. Lungo quella strada, difficile e irta

d’ostacoli, non era mancato il contributo d’ogni classe o categoria parte del tessuto

sociale del nascente stato e non erano quindi mancati i pompieri, i militari, i medici e

sanitari e tanti altri che, per lo più per iniziativa di vari singoli coraggiosi, erano stati

presenti tra i difensori della Repubblica Romana di Mazzini o, nel caso più celebre e

rappresentativo, all’indomani della presa di Roma nel 1870 quando ad issare il

tricolore sabaudo sulla torre del Campidoglio fu il pompiere Giovanni Baldieri,

patriota e cospiratore3. Ma in quel momento di vivacissima storia nazionale i

pompieri, come gran parte dei servizi pubblici e d’assistenza, non erano equamente

distribuiti nel paese. Al nord, e in minor misura al centro, corpi di pompieri di

modeste o importanti dimensioni erano presenti in numerose comunità per tutta una

serie di fattori che avevano favorito una discreta sensibilità nelle menti più brillanti e

sensibili dei paesi e delle città. Già verso la fine del XVIII sec. erano sorti alcuni

corpi di pompieri ma il grande impulso venne dopo il ventennio napoleonico quando

l’Italia si trovò in gran parte sotto il controllo diretto o indiretto della Francia. Alcune

regioni vennero, infatti, annesse all’Impero e altre andarono a costituire il Regno

1 A riguardo si veda: A. A. Mola, Giolitti lo statista della nuova Italia, Mondadori, Milano 2011.

2 A riguardo si veda: A. A. Mola, Storia della monarchia in Italia, Bompiani, Milano 2002.

3“Un vigile del fuoco issò 70 anni fa il tricolore sulla Torre Capitolina: Il 20 settembre 1870, un vigile del fuoco,

Giovanni Baldieri, patriota e cospiratore, issò il tricolore sulla Torre Capitolina. Mentre le truppe italiane forzavano

Porta Pia e Porta San Pancrazio, il Baldieri, alla testa di un piccolo gruppo di uomini, attaccava pochi soldati pontifici

che difendevano il Campidoglio e dopo averli dispersi raggiungeva con una scala la Torre Capitolina e vi issava il

tricolore” (Vigili del Fuoco, II, 10, giugno 1940 XVIII, p. 16).

Page 3: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

d’Italia e il Regno di Napoli4. Durante l’amministrazione francese erano sorti, o erano

stati oggetto di importanti innovazioni e migliorie, alcuni tra i più importanti corpi

pompieri come Milano nel 1812, Firenze nel 1809, Roma nel 1810 e altri5. D’altra

parte lo stesso Napoleone aveva voluto sovraintendere personalmente alla

riorganizzazione dei pompieri parigini dopo la deludente opera prestata in occasione

del grave incendio che scoppiò in occasione del ricevimento organizzato per il suo

fidanzamento ufficiale con la principessa Maria Luisa d’Austria nel luglio 18106.

L’evento e i successivi sviluppi ebbero eco in tutta Europa creando un ondata

emotiva favorevole allo sviluppo anche della lotta agli incendi. Con la restaurazione

parte di quegli sforzi andò dispersa e parte venne invece conservata o fu oggetto di

interesse dei nuovi regni sorti o risorti dopo la parentesi francese. Al punto che come

Pio VII aveva, seppur con qualche resistenza iniziale, acconsentito affinché

l’organizzazione antincendi romana fosse assorbita dall’amministrazione pontificia.

In altre realtà, come nel Regno di Sardegna, il cammino proseguì. A Torino, città

flagellata svariate volte da feroci incendi fin dall’antichità, nel 1824 il Re Carlo

Felice istituì un moderno Corpo delle guardje a fuoco, nella sua capitale, con una

dedicata regia patente che ne organizzava e illustrava l’organizzazione e il

funzionamento7. Ulteriore impulso fu dato nel 1848 quando, per merito di Carlo

Alberto di Savoia, venne concesso lo Statuto Albertino che per un secolo fu la prima

carta costituzionale nazionale. Tra le conquiste del documento vi fu la possibilità di 4 A riguardo si veda: A. Mella, Viva l’Imperatore Viva l’Italia – Le origini del Risorgimento – Il sentimento italiano nel

ventennio napoleonico, Bastogi, Roma 2016.

5 A. Mella, Uniformi e distintivi dei vigili del fuoco 1900-1965.

6 Ibid.

7 M. Sforza, Pompieri. Cinque secoli di storia di un’antica istituzione, Torino 1992, p. 55.

Page 4: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

istituire liberamente delle società di mutuo soccorso che in breve divennero terreno

fertile per i piccoli paesi poiché in seno a loro nacquero eterogenei gruppi di

assistenza e soccorso e un gran numero di corpi di pompieri che furono, de facto, i

progenitori dei molti distaccamenti volontari di vigili del fuoco tutt’oggi largamente

distribuiti nell’Italia settentrionale8. La situazione al sud non era purtroppo molto

incoraggiante. I servizi antincendi erano pochissimi e per lo più localizzati nei grandi

centri dove, per la presenza o i movimenti dei Borbone, o per la localizzazioni di

strutture particolari vi era qualche presidio alle volte lascito della scomparsa

amministrazione murattiana. Tanto che, guardando avanti un istante, ancora nel primi

anni del novecento al nord erano presenti 284 corpi di pompieri, al centro 90 e soli 55

nelle regioni del sud. Un disomogeneità impressionante che lascia chiaramente

intendere come, in caso di sinistro, nel mezzogiorno d’Italia fosse indispensabile

affidarsi alle singole iniziative e alla buona volontà dei più caritatevoli. Tutta questa

situazione risaltava intollerabile e incresciosa in primo luogo agli occhi degli ufficiali

e comandanti dei pompieri che, per sensibilità professionale e senz’altro etica,

potevano cogliere senza difficoltà le complicazioni che quello squilibrio poteva

causare senza contare la diversità di tenute, materiali, tecniche e formazione le quali

risultavano grandemente differenti come le origini dei vari corpi stessi. Fu in questo

clima e nella consapevolezza di queste barriere da superare che gli stessi iniziarono a

consultarsi e ad aprire intensi canali di confronto e dialogo capaci di avviare un lento

ma infaticabile processo desideroso di premiare gli sforzi profusi con una svolta che

8 A. Mella, a cura di, Guardie a Fuoco di San Maurizio C.se, 2006, p. 3.

Page 5: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

conducesse al superamento di tutte le diversità e le limitazioni trovando il coraggio di

andare, nell’interesse comune, oltre ai campanilismi inevitabili e le resistenze di chi

temeva di veder dispersa la propria opera o la propria storia locale. Non va poi

sottovalutato il difficile clima dell’Italia della seconda metà del XIX secolo. Dopo la

proclamazione del regno, la morte improvvisa di Cavour impedì l’applicazione di

alcuni suoi progetti lungimiranti tesi a valorizzare le risorse locali per incoraggiare le

regioni unificate. L’on. Marco Minghetti, parlamentare bolognese, tentò vanamente

di far approvare un progetto concepito dal defunto statista orientato in quella

direzione ma l’opera fu vana e i governi dell’Italia da poco nata si limitarono ad

applicare il sistema politico e amministrativo dell’ex Regno di Sardegna alla

penisola. In questa situazione la capacità di dialogo e confronto tra i comandanti dei

vari corpi pompieri ebbe del miracoloso anche se ci vollero molti anni prima di

arrivare a un punto di partenza concreto.Tali furono le premesse per la nascita e la

costituzione della Federazione tecnica dei corpi pompieri d’Italia il cui ruolo, nel

cammino per la nazionalizzazione dei servizi antincendi, fu decisivo e di primissimo

piano. Furono proprio gli ultimissimi anni del ‘800 a vedere l’avvio di quel lungo e

non facile cammino con alcuni eventi chiave. Il primo passaggio fu purtroppo, e non

sarà il solo, infruttuoso sebbene rappresentasse un primo timido tentativo di sollevare

il dibattito nelle sedi istituzionali sul tema del soccorso tecnico urgente unificato nel

nostro paese. La prima iniziativa fu presa infatti nel 1885 dall’on. Enrico Pini che

propose un progetto di legge sul coordinamento nazionale dei pompieri9. Ma come

9 V. Andò, Terremoto calabro siculo del 28 Dicembre 1908 La nobile discendenza dei Vigili del Fuoco, Catania 2008,

p. 19.

Page 6: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

spesso accade, in ambito parlamentare, la sua opera si perse tra le numerose proposte

e non ebbe seguito alcuno.

L’onorevole Enrico Pini, estensore del disegno di legge del 1885.

Nel 1897 iniziarono le pubblicazioni del periodico Coraggio e Previdenza che, quale

monitore dei pompieri italiani, fu uno dei primissimi mezzi di informazione con cui i

vigili del fuoco ebbero modo di diffondere le proprie notizie, tecniche, innovazioni

tecnologiche e nozionistiche e condividerle con i colleghi di tutta la penisola10

. La

pubblicazione avrà un ruolo molto importante nella storia dei servizi antincendi

italiani facendosi presto portavoce delle istanze della Federazione tecnica dei

pompieri. Fu il 31 maggio 1899 che, a Napoli, i comandanti dei più importanti corpi

dei pompieri della nazione si incontrarono per elaborare una bozza di statuto per il

sodalizio da costituirsi e di cui vale la pena citare un passo già noto:

“E’ fondata sotto il titolo di: federazione italiana di pompieri, un associazione avente per

scopo: Di creare un legame fra i diversi corpi di pompieri comunali, della Regia Marina e di

10

N. Colangelo, Oltre il fuoco, Mantova 1991, p. 88.

Page 7: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

quelli ufficialmente riconosciuti, rispettando la loro autonomia, disciplina e modo di

arruolamento ed ogni questione d’indole locale; di studiare e favorire tutto quanto è inerente

all’organizzazione dei corpi dei pompieri, al perfezionamento dei loro servizi ed in generale

agli interessi dei corpi stessi”11

.

A distanza di pochi mesi, nel settembre di quello stesso anno, essi si ritrovarono al V

Congresso dei pompieri italiani a Milano12

e in quell’occasione fu ufficialmente

costituita la Federazione tecnica dei corpi pompieri d’Italia che proprio in quella sede

scelse ufficialmente il già citato Coraggio e Previdenza come proprio periodico

informativo13

.Il consiglio direttivo della federazione, approvato martedì 12 settembre

1899, era composto da: presidente ing. Gustavo Friozzi comandante dei pompieri di

Napoli14

, vice presidente ing. Alberto Goldoni comandante dei pompieri di Milano15

,

vice presidente ing. Giuseppe Ballarini comandante dei pompieri di Bologna,

segretario ing. Achille Mollo ufficiale dei pompieri di Milano, economo ing. Gustavo

Collaro ufficiale dei pompieri di Napoli. Il gruppo dei restanti consiglieri si

11

V. Andò, L’attività del 51° Corpo Vigili del Fuoco durante i bombardamenti sulle Città di Messina, S. Agata di

Militello, Milazzo, Giardini e Taormina. Storia ed organizzazione del Corpo dei Pompieri di Messina dal 1909, 2007,

p. 293. 12

“Ci telefonano da Milano, 12, ore 16,10: Questa mattina, nel ridotto del teatro Scala, sotto la presidenza del prefetto

conte Monicchi, si è solennemente inaugurato il V Congresso dei pompieri italiani. Intervennero il commissario regio,

cav. Magglotti, le rappresentanze di tutte le autorità cittadine e numerosi congressisti. Noto tra i presenti i comandanti

dei pompieri di Torino, Firenze, Napoli, Palermo, Bologna, Arezzo, Roma, Venezia, Udine, ecc. Il cav. Goldoni,

comandante i pompieri di Milano, fu eletto presidente del congresso. Furono pronunciati discorsi da Goldoni, Magglotti

e dal prefetto Municchi. Si chiuse la seduta inaugurale con un evviva al Re ripetuto entusiasticamente da tutti i presenti.

Il congresso iniziò nel pomeriggio i lavori. Domani si inaugurerà la mostra degli oggetti relativi al servizio dei

pompieri” (La Stampa, 254, 13 settembre 1899, p. 2). 13

V. Andò, L’attività del 51° Corpo Vigili del Fuoco durante i bombardamenti sulle Città di Messina, S. Agata di

Militello, Milazzo, Giardini e Taormina. Storia ed organizzazione del Corpo dei Pompieri di Messina dal 1909, 2007,

p. 293. 14

Tra le varie notizie biografiche note, è di particolare rilievo quella relativa alla concessione dell’Ordine della Corona

d’Italia, cavaliere ufficiale, in occasione dei soccorsi prestati a Palermo nel nubifragio dell’agosto 1900 (V. Andò,

L’attività del 51° Corpo Vigili del Fuoco durante i bombardamenti sulle Città di Messina, S. Agata di Militello,

Milazzo, Giardini e Taormina. Storia ed organizzazione del Corpo dei Pompieri di Messina dal 1909, 2007, pp. 293-

294). 15

Goldoni fu, tra l’altro, valoroso volontario al seguito di Garibaldi nella campagna d’indipendenza del 1866. Divenne

presidente della Federazione Tecnica dei Corpi Pompieri nel 1902. Già commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia

fu più volte decorato al valore civile.

Page 8: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

componeva di: ing. Luigi Spezia comandante dei pompieri di Torino16

, ing. Vincenzo

Livi comandante dei pompieri di Prato, ing. Pietro Matteucci comandante dei

pompieri di Ferrara, ing. Alessandro Papini comandante dei pompieri di Firenze, ing.

Rodolfo Moreno comandante dei pompieri di Palermo e l’ing. Giuseppe Fucci

comandante dei pompieri di Roma. Finalmente si era dato inizio a un percorso

comune che potesse giovare al sistema soccorso e guardasse a una crescita omogenea

tale da permettere il superamento di ogni disparità. La fine del XIX secolo fu,

dunque, il primo periodo in cui qualcosa iniziò realmente a muoversi. Il secolo che lo

seguì fu invece quello, oltre che di grandi e celebri tragedie, dei grandi entusiasmi. La

nascita delle federazione aveva infatti smosso animi e coscienze e creato le premesse

per le più eterogenee e disparate iniziative a ogni livello. Mentre la stessa federazione

intraprese una lunga serie di azioni volte a sensibilizzare le istituzione centrali, e in

particolare le aule parlamentari, per tentare di legiferare in materia al fine di produrre

utili e costruttivi provvedimenti, parallelamente i vari corpi di pompieri, spesso con la

partecipazione e la benevolenza del sodalizio, tentarono di limitare le diversità che li

caratterizzavano attraverso un confronto diretto. Se i comandanti si incontravano tra

loro per studiare le iniziative e le istanze da portate a Roma, i vigili del fuoco presero

a incontrarsi per conoscersi meglio, scambiarsi tecniche e nozioni e soprattutto

misurare qualità e difetti delle loro organizzazioni in modo sportivo e competitivo17

.

Nacquero così i celebri concorsi pompieristici che, prima di ogni altra cosa, crearono

16

L’ing. Spezia fu, tra le molte cose, un appassionato fotografo. Diversi suoi scatti di mezzi e attrezzature sono tutt’ora

conservati nell’Archivio Storico dei vigili del fuoco di Torino (M. Sforza, Pompieri. Cinque secoli di storia di

un’antica istituzione, Torino 1992, pp. 85, 88-98). 17

A. Mella, Uniformi e distintivi dei vigili del fuoco 1900-1965, p. 43.

Page 9: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

i legami umani tra i colleghi di ogni angolo del paese. A livello provinciale,

regionale, nazionale e talvolta anche internazionale, i diversi corpi pompieri

(compresi quelli aziendali e militari) si incontravano misurandosi e cimentandosi in

simulazioni d’incendio, gare ginniche e professionali, seminari sulle tecniche e

attrezzature e via discorrendo. A tali eventi partecipavano spesso le imprese

produttrici di automezzi e materiali per presentare i propri prodotti come nelle grandi

fiere ed esposizioni tutt’ora in voga. Essi ebbero, inoltre, un ulteriore merito. Spesso,

infatti, vi partecipavano anche squadre militari e soprattutto personale della Croce

Rossa Italiana, della Misericordia, della Croce Verde e di altri sodalizi dediti ad

attività di soccorso e pubblica assistenza18

. Tali partecipazioni permisero di

sviluppare quelle sinergie di cui il sistema soccorso aveva un grande bisogno. Nuove

iniziative politiche vennero all’inizio del XX secolo quando un gran numero di

importanti e disastrosi sinistri scossero notevolmente l’opinione pubblica nazionale

permettendo senz’altro ai portavoce della federazione tecnica di fare pressione sui

propri interlocutori del Senato del Regno e della Camera dei Deputati. Pressione,

occorre aggiungere, scevra da interessi particolari ma necessaria quanto mai a far

comprendere l’importanza del tema che, purtroppo, si trascinerà per tre decenni prima

di trovare concreta risoluzione dopo anni di iniziative senza esito a causa, è possibile,

anche dalle deviate attenzioni nel corso della grande guerra e della crisi che investì lo

stato liberale dopo la fine delle ostilità. Nel 1902 un terribile incendio si sviluppò tra

le case di Cosenza che, non disponendo di un adeguato servizio antincendi, dovette

18

La collaborazione tra pompieri e croce rossa fu sperimentata anche a Napoli agli inizi del ‘900. Dopo le esperienze

dei terremoti del 1908 e 1915, anche la Croce Rossa Italiana evidenziò la necessità di procedere alla creazione di

migliori coordinamenti in caso di calamità.

Page 10: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

attendere l’arrivo dei pompieri della Regia Marina da Taranto il cui intervento fermò

il rogo impedendone l’ulteriore propagazione. Ma ormai questi aveva prodotto

enormi danni tra gli edifici. Seguì Crotone dove, nello stesso anno, le fiamme

distrussero la biblioteca comunale con altri enormi danni al patrimonio culturale della

città19

. A Napoli nel giugno del 1903 un terribile incendiò colpì il banco di pietà e

quando la scala Porta si spezzò con essa si spezzò anche la vita del pompiere

Martinelli20

. A Torino il 26 gennaio 1904 un terribile incendio s’accanì sulla

Biblioteca Nazionale con danni incredibili poiché finirono inceneriti diecimila volumi

sui trecentoventimila ivi conservati. Alcuni manoscritti medievali andarono per

sempre e irrimediabilmente perduti malgrado la coraggiosa e ardimentosa opera dei

pompieri torinesi e dei Reali Carabinieri che, nel limite delle loro umane possibilità,

fecero di tutto per salvare il salvabile21

.

Tavola de “L’Illustrazione Italiana” del 7 febbraio 1904. La visita del Duca di Genova e del Ministro Orlando alla

Biblioteca Nazionale di Torino.

19

N. Colangelo, Oltre il fuoco, Mantova 1991, p. 92. 20

Ibid. , p. 85. 21

M. Sforza, Pompieri. Cinque secoli di storia di un’antica istituzione, Torino 1992, p. 103; N. Colangelo, Oltre il

fuoco, Mantova 1991, p.92.

Page 11: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

A Palermo nel maggio del 1907 un esplosione, cui altre seguirono, in via Lattarini,

causò roghi e vittime e l’intervento dei pompieri palermitani, tra il rischio di crolli e

ulteriori scoppi, durò più giorni in condizioni decisamente proibitive in perenne

pericolo di vita. Tale fu l’impegno che alla bandiera del corpo22

e al comandante ing.

Caramanna23

, il Re Vittorio Emanuele III concesse la medaglia d’oro al valore

civile24

. Ma la prova più impegnativa e difficoltosa avvenne l’anno successivo

quando, il 28 dicembre 1908, un terribile terremoto cui seguì un maremoto

distrussero le città di Messina e Reggio Calabria e i centri abitanti circostanti. Fu un

disastro inimmaginabile con crolli, incendi e purtroppo migliaia di vittime. Uno degli

eventi sismici più devastanti nella storia del nostro paese. Ci vollero giorni prima che

la situazione fosse chiara. Ma i corpi di pompieri, i comitati della Croce Rossa, i

reparti dei Carabinieri e molte associazioni di tutta Italia si organizzarono per recarsi

in Sicilia e Calabria al solo scopo di tentare di salvare le vite umane ancora

imprigionate nelle macerie e nelle lamiere e travi deformi. Fu la prima grande

mobilitazione nazionale di soccorso cui parteciparono anche il Re Vittorio Emanuele

e la Regina Elena di Savoia cui i messinesi edificarono anni dopo, nel 1960, un

22

“Dal 19 al 23 dicembre 1907 in Palermo, in occasione dell’immane disastro prodotto dallo scoppio del deposito di

esplodenti in Via Lattarini, accorreva numeroso e con mirabile prontezza, nonostante il gravissimo pericolo derivante

dalla rovina di fabbricati mezzo diroccati e dal continuo scoppio di materie esplosive, riuscendo con vero eroismo a

salvare numerosi infelici sepolti e feriti tra la macerie” (Vigili del Fuoco, I, 1, gennaio 1939, p. 2). 23

“In occasione del terribile scoppio di un deposito di esplodenti in Via Lattarini, dirigeva con infaticabile e ammirevole

energia, accuratezza e abilità il difficile e pericolosissimo lavoro di salvataggio di numerosi infelici rimasti sepolti sotto

le macerie, esponendo con coraggio la propria vita a grave cimento” (Vigili del Fuoco, I,1, gennaio 1939, p. 2). 24

N. Colangelo, Oltre il fuoco, Mantova 1991, p. 118.

Page 12: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

monumento per ricordarne la commovente e materna opera in seno alla Croce Rossa

Italiana25

.

Il Re Vittorio Emanuele III durante i soccorsi a Messina nel 1908.

Con mezzi di fortuna, e appoggiandosi alle linee ferroviarie fin dove esse non erano

state compromesse dalla scossa, i soccorritori anche dei piccoli paesi portarono le

loro mani operose e generose tra il disastro generale che si parò di fronte ai loro

occhi26

. Fu però evidente che, malgrado gli sforzi delle istituzioni, non esisteva un

centro sufficientemente capace di coordinare quegli sforzi, di indirizzarli, di dar loro

un ordine efficace e funzionale fin dai primi istanti.

25

Il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena, dopo l’infausto esilio pluridecennale, sono stati traslati con i dovuti

onore nel Santuario di Vicoforte (CN) nel dicembre 2017. In occasione del terremoto del 1908 i sovrani furono tra i

primi soccorritori ad accorrere, memori dell’esempio di Umberto I che raggiunse Napoli per portare conforto al tempo

dell’epidemia di colera guadagnandosi il soprannome ben meritato di “Re buono”. 26

Ibid. , p. 117.

Page 13: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

Presidio di soccorso della Croce Rossa Italiana al terremoto del 1908.

Lo stato non fu assente ma certo si sentì fortemente l’assenza di un autorità che,

senza perdite di tempo e nell’immediato, potesse prendere in mano la gestione dei

soccorsi per non disperdere l’impegno e la forza dei vigili del fuoco, dei militi della

Croce Rossa27

del Sovrano Militare Ordine di Malta e delle altre organizzazioni

similari, degli uomini e degli ufficiali del Regio Esercito Italiano, della Regia Marina,

dei Reali Carabinieri e via discorrendo senza escludere i soccorsi provenienti

dall’estero28

.

27

Il tema della partecipazione della Croce rossa italiana è ampliamente trattato da Marcello G. Novello nel saggio

“L'opera della Croce Rossa Italiana nel sisma calabro-siculo del 28 dicembre 1908” pubblicato in corpo a “Storia della

Croce Rossa Italiana dalla nascita al 1914 – Volume I – Saggi” a cura di Paolo Vanni e Costantino Cipolla, Febbraio

2013, Franco Angeli Editore, pp. 683-720.

28 Tra i più noti figurano quelli portati dai marinai dell’impero russo che, tra i primi, soccorsero la popolazione. Nel

2006 il comune di Messina ha dedicato una via ai generosi marinai zaristi. Sono da smentire categoricamente le

fantasiose ricostruzioni di taluni revisionisti secondo le quali i soccorritori italiani fucilarono sommariamente i

sopravvissuti per compiere atti di sciacallaggio. Ricostruzioni tanto assurde da sostenere la consuetudine dei soldati

italiani (spesso indicati come “piemontesi”) di compiere ruberie ai danni delle vittime. Vili menzogne sparse in rete da

sedicenti scribacchini di simpatie neoborboniche. La gara di soccorso e solidarietà fu, anzi, nazionale e unì gli italiani

come rare volte prima d’allora.

Page 14: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

Bersaglieri e fanti del Regio Esercito Italiano, ritratti da Luca Comerio, durante la ricerca di vittime tra la macerie del

terremoto del 1908.

Tuttavia, prodigiosa fu l’opera del governo di Giovanni Giolitti per affrontare la

situazione con i mezzi istituzionali possibili. Al sisma del 1908 seguì, dopo pochi

anni, quello non meno terribile che colpì l’Abruzzo sconvolgendo la Marsica nel

gennaio 191529

. Anche qui le vittime furono migliaia e i soccorsi difficili in

condizioni rese ancora più complesse dalla stagione invernale inoltrata. Tutti questi

sinistri più o meno gravi e distruttivi lasciarono il segno e fu proprio in quel momento

che si mossero nuove proposte, in ambito parlamentare e politico, che nuovamente

subirono un arresto con l’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale30

. Fu

proprio nel 1906 che la Federazione dei pompieri, attraverso la voce autorevole del

29

Un operaio di Avezzano rilasciò questa sconvolgente testimonianza al quotidiano Il Mattino del 14 gennaio 1915:

"Non mi resi subito conto di ciò che era avvenuto; ritenni dapprima che si trattasse del crollo improvviso dello stesso

stabilimento dove ero occupato: catastrofe forse avvenuta per lo scoppio di qualche macchina. Non potevo immaginare

quale orribile immane catastrofe si fosse abbattuta sulla ridente Avezzano, così tranquilla e piena di vita. La gamba

sinistra mi doleva abbastanza, ma ciò non mi impedì di trascinarmi fino all'aperto. Ma appena fuori, le mie orecchie

furono straziate da mille lamenti. Guardai Avezzano e credetti ancora di essere vittima di un orrendo sogno: il castello,

gli stabilimenti dagli alti fumaioli, la chiesa dell'artistico ed agile campanile, tutto era scomparso.

Avezzano era scomparsa ed al suo posto non si scorgevano che pochi muri". 30

Il Regno d’Italia, dopo un periodo iniziale di neutralità, in seguito agli accordi segreti siglati a Londra dal ministro

degli esteri Sidney Sonnino, entrò in guerra contro gli imperi centrali il 24 maggio 1915.

Page 15: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

comandante, e neo presidente della stessa, commendator Goldoni, lanciò un prima

serie di appelli in occasione del Congresso internazionale dei pompieri a Milano31

.

Goldoni fece ovviamente gli onori di casa e nel corso dei suo interventi di apertura e

chiusura dei lavori si espresse più volte in modo molto chiaro relativamente ai temi

cari al sodalizio pur lamentando una certa povertà di contenuti nell’evento,il cui

dibattito avrebbe voluto orientato in modo più esplicito verso gli aspetti organizzativi

del servizio antincendi e meno verso la prevenzione dal punto di vista strettamente

tecnico32

.

Il comandante commendator Alberto Goldoni di Milano.

31

“Il congresso dei pompieri di Milano: Ci telefonano da Milano, 28, ore 20: Stamani vi fu nel salone della Permanente

l’inaugurazione del Congresso internazionale dei pompieri. L’ampia sala era piena di congressisti nelle variate divise

dei rispettivi paesi, di invitati e di signore. Il conte di Torino giunse alle 09,40 accolto dalla marcia reale (…). Ronchetti

prese la parola salutando le legioni dei soldati del fuoco da ogni parte pervenute esaltandone l’opera generosa e

benefica. Passò rapidamente in rassegna la tradizione legislativa italiana in materia di incendi, ed augurò che a essa si

ispirino le deliberazioni del congresso odierno (…)” (La Stampa, 147, 29 maggio 1906, p. 3). 32

A riguardo il Goldoni dice nel suo intervento conclusivo: “Poiché è vero che è oramai radicata la convinzione che i

congressi spesso si risolvano in una vuota accademia, e sono un ottimo pretesto per un geniale convegno di amici, ma

non è meno esatto che nel campo pompieristico si ha bisogno assai di organizzarsi, d’intendersi, di agire, di dare un

indirizzo vigoroso e decisivo al lavoro legislativo di previdenza, che per ora è ancora un mito. Soprattutto sarebbe stato

indispensabile che dall’autorità di un congresso internazionale fosse sorta alta e decisa l’affermazione di un indirizzo

nuovo nel campo pompieristico, sia come organizzazione del soccorso, sia come preparazione ed attitudine tecnica e

scientifica dei capi, sia come legislazione di previdenza” (Coraggio e Previdenza, IX, 10-11-12, maggio giugno 1906, p.

161).

Page 16: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

La presenza di delegazioni provenienti da nazioni estere33

fu comunque molto utile

per permettere un appello; umile, signorile, astuto ma comunque fermo e deciso;

partendo dalla denunzia chiara e senza reticenze della fragilità o meglio della “de

facto” assenza dell’organizzazione dei pompieri e del soccorso nel nostro paese34

. In

modo molto chiaro fornì una panoramica dell’eterogeneo mondo del soccorso italiano

senza nascondere le numerose limitazioni e deficienze dello stesso e parallelamente

lanciando, all’indirizzo dell’autorità politica, un preciso e chiaro rimprovero

riferendosi, probabilmente, anche ai disastrosi sinistri di cui abbiamo dato poc’anzi

notizia e agli impegni precedentemente assunti e non mantenuti3536

.I risultati non

furono immediati e ci volle del tempo prima che, grazie all’opera preziosa di

personaggi straordinari come l’on. avv. Scipione Ronchetti37

, l’on. avv. Enrico Pini38

,

33

“Le rappresentanze francesi e inglesi al congresso dei pompieri: Ci telefonano da Parigi, 26, ore 19,50: Grebeauval,

Mithuard e Mamard consiglieri municipali, il colonnello Voulquin, il comandante del reggimento dei pompieri di Parigi

ed il comandante Cordier sono partiti oggi per Milano ove vanno a rappresentare Parigi al Congresso internazionale

contro l’incendio. – Ci telefonano da Londra, 26, ore 19.45: Stamani un distaccamento di pompieri volontari di diverse

città d’Inghilterra è partito per Milano per partecipare alle manovre dei pompieri all’esposizione di Milano” (La

Stampa, 145, 27 maggio 1906, p. 2). 34

Lo stesso Comandante sosteneva nella relazione d’apertura: “Destinato ad iniziare i nostri lavori, era giusto che

brevemente intrattenessi la vostra cortese attenzione con alcuni cenni sull’organizzazione del servizio di prevenzione e

spegnimento d’incendi in Italia; ma debbo subito confessare che mi vi arresi come ad un dovere; poiché, purtroppo,

mentre avrei voluto poter con orgoglio mostrarvi la mia cara patria primeggiare colle più civili nazioni del mondo,

facendolo, non sarei nel vero. Amicusplato, sedmagis amica veritas!” (Coraggio e Previdenza, IX, 10-11-12, maggio

giugno 1906, p. 162). 35

Egli infatti scrive chiaramente: “Ma ahimè, il patrio governo non si desta dall’alto sonno che al clamore delle

irreparabili e storiche disavventure, con circolari anodine, delle quali non cura l’applicazione severa e sulle quali

transige passato il fervore delle pubbliche vociferazioni” (Coraggio e Previdenza, IX, 10-12, maggio giugno 1906, p.

167). 36

L’ing. Donzelli sostenne, nel 1915, che il governo avesse assunto l’impegno di presentare una proposta di legge

diversi anni prima e precisamente il 20 gennaio 1901 per voce dell’on. Ronchetti (Coraggio e Previdenza, XVIII, 1-2,

gennaio 1915, p. 2).

Altra fonte riporta invece di un interrogazione parlamentare presentata dall’on. Pini a cui, l’on. Ronchetti, per conto del

governo, rispondeva, tra l’altro, il 20 dicembre 1901: “Posso assicurare l’on. Pini che il governo occupa e si preoccupa

del servizio dei pompieri: o con un disegno di legge speciale o nell’occasione che proporremo con alcune modificazioni

alla legge comunale vigente, il governo intende di colmare la lacuna che esiste nei modi coi quali i comuni debbano

provvedere allo spegnimento degli incendi” (Coraggio e Previdenza, XVI, 9-10, maggio 1913, p. 61). Il fatto che il

dibattito si svolga in due periodi separati da vari mesi è dovuto probabilmente alle dimissioni del governo Saracco cui

seguì, quindi, il governo Zanardelli. Una nuova perdita di tempo che rese necessario risollevare il problema. 37

L’on. Ronchetti (1846-1918) era, tra l’altro, presidente d’onore della stessa federazione. 38

Enrico Pini (1851 – 1928) lasciò la Camera dei deputati nel 1913 dopo la nomina regia a Senatore del Regno.

commendatore dei Santi Maurizio Lazzaro e Grand’Ufficiale della Corona d’Italia.

Page 17: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

l’on. don Prospero Colonna39

e altri parlamentari, si muovesse qualcosa di concreto

con un primo sviluppo che, per quanto apparentemente modesto, forniva alla

Federazione tecnica dei pompieri, un primo formale riconoscimento da parte del

governo nazionale in quel momento guidato da Sidney Sonnino.

L’on. Scipione Ronchetti.

Ne diede notizia il bollettino della già citata federazione nel 1910 annunziando un

evento di epocale importanza, una svolta che, secondo la presidenza, sollevava il

sodalizio dalle sedicenti accuse d’inerzia ed improduttività40

. Si trattava del primo

coinvolgimento diretto dei suo membri in una commissione parlamentare. La stessa

fu nominata con il Regio Decreto del 16 ottobre 1910 avente il compito di ampliare le

competenze e i componenti di una commissione già nominata a gennaio. La

precedente, infatti, aveva tale compito:

“Proporre delle norme dirette a disciplinare la lavorazione, il deposito ed il commercio delle

sostanze infiammabili, di esaminare la convenienza di dare norme generali sulla prevenzione

39

Don Prospero Colonna Principe di Sonnino (1858 – 1937) era, allora, Senatore del Regno. Fu anche, per due volte,

sindaco di Roma. 40

BUFTICP, (VI) 10, ottobre 1910, p. 73.

Page 18: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

e sullo spegnimento degli incendi, nonché di studiare quegli altri argomenti che più si

connettono alla materia”41

. Alla nuova furono aggiunte le seguenti mansioni: “Studiare se ed

in quali limiti sia ammissibile l’obbligatorietà da parte dei Comuni, del servizio di soccorso,

prevenzione e spegnimento degli incendi; di avvisare con quali mezzi finanziari sia da

provvedersi alle relative spese; nonché di esaminare la convenienza ed i modi di

organizzazione dei Consorzi Comunali per i servizi suddetti”42

.

Dato il corposo lavoro e la delicata e complessa documentazione da produrre fu

deciso di ampliare la commissione come segue:

“Il presidente della commissione consultiva sulle sostanzi esplodenti quale presidente, l’on.

avv. Scipione Ronchetti quale vice presidente, l’on. don Prospero Colonna, l’on. avv. Enrico

Pini, l’on. Rodolfo Molina43

, l’on. avv. Luigi Capaldo, Il direttore capo della Divisione dei

Comuni presso il Ministero dell’Interno, un direttore capo di divisione addetto alla

Direzione Generale della Pubblica Sicurezza presso il Ministero dell’Interno, un delegato

del Ministero di Agricoltura – industria e commercio, un delegato del Ministero delle

Finanze, un delegato del Ministero della Guerra, un delegato del Ministero della Marina, il

comandante dei vigili di Roma, il presidente della Federazione Tecnica Italiana dei Pompieri

e l’ing. Ugo Cattaneo capo divisione all’Istituto Sperimentale delle Ferrovie dello Stato”44

.

Il gruppo non tardò a riunirsi e avviare i suoi lavori fino a creare le condizioni per

ottenere una prima e concreta proposta di legge finalizzata che verrà, come vedremo,

41

BUFFTICP, (VI) 10, ottobre 1910, p. 73. 42

BUFFTICP, (VI) 10, ottobre 1910, p. 73. 43

Rodolfo Molina (1856-1935) fu parlamentare particolarmente sensibile alla questione dell’organizzazione dei corpi

dei pompieri. 44

BUFFTICP, (VI) 10, ottobre 1910, p. 74.

Page 19: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

portata direttamente all’attenzione del successivo presidente del consiglio dei ministri

on. Giovanni Giolitti unitamente a un accurata e corposa Relazione sullo stato del

servizio pubblico per l’estinzione degli incendi in Italia45

. Tuttavia il progetto subirà

non poche traversie diventando oggetto di una lunga serie di sollecitazioni e

affossamenti che si protrassero negli anni a venire al punto che nel 1915, alla vigilia

della partecipazione italiana alla grande guerra, la questione era tutt’altro che risolta

e anzi la polemica era stata maggiormente vivacizzata dal già citato sisma abruzzese

di quell’anno che, come vedremo, offrì non pochi spunti di discussione a chi lottava

contro i perenni rallentamenti e la poca solerzia del mondo politico le cui attenzioni

erano sempre più rivolte al clima di tensione che stava per portare l’Europa sulla

soglia d’un abisso tra le trincee d’una lunga e logorante guerra di posizione.

Giovanni Giolitti ritratto accanto al Re Vittorio Emanuele III. Si riconoscono anche, sulla sinistra, l’ammiraglio Paolo

Thaon di Revel ed il maresciallo Armando Diaz.

45

Si trattava di un vero e proprio tomo diviso in due parti come spiega e illustra il Goldoni: “La prima parte riguarda lo

stato del servizio pompieristico in Italia al momento dell’inchiesta ministeriale (gennaio 1911). (…) La seconda parte

del volume comprende una relazione sinottica sulle organizzazioni pompieristiche degli stati più civili dell’America,

dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa”: (Coraggio e Previdenza, XVI, 9-10, maggio 1913, p. 64).

Page 20: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

La commissione si riunì una prima volta già a dicembre per poter impostare il lavoro

e pianificare le fasi dello stesso. Fu una fortuna che, per la parte relativa alle norme

sulle sostanze infiammabili, l’ing. Cattaneo si fosse presentato con quanto prodotto

dalla commissione precedente. Una mole ordinata e precisa di dati tale da permettere

la stesura, in tempi assai celeri, delle norme da discutere e approvare su quel delicato

tema46

. La seconda parte delle mansioni affidate al gruppo era decisamente più

complessa e impegnativa. Fu necessario, infatti, richiedere tramite ambasciate e

prefetture i dati necessari in patria e all’estero. Ci vollero svariati mesi per poter

raccogliere il tutto e solo alla fine del 1911 la commissione terminò di raccogliere le

relazioni dall’estero e i dati trasmessi dalle 8262 amministrazioni comunali del

territorio nazionale. Appena in tempo poiché il governo italiano si era intanto

impegnato nella guerra per la sovranità sulla Tripolitania e sulla Cirenaica. La

celeberrima guerra italo-turca del 1911 e 1912.

La massa degli incartamenti era però notevole e i membri della commissione, essendo

residenti in varie città d’Italia ed essendo i collegamenti di allora assai diversi da

quelli d’oggi, compresero di non poterli analizzare e ottennero dal governo di

delegare a questo compito la Federazione Tecnica dei Pompieri Italiani.

Fortunatamente l’istanza fu accolta al punto che fu nominata e convocata una nuova

commissione presieduta dal presidente onorario della stessa federazione, on.

Ronchetti, la quale si mise subito all’opera per vagliare i dati e le statistiche inviate

dai comuni italiani e per analizzare le notizie (sui servizi antincendi e di soccorso

46

BUFFTICP, (IX) 5, maggio 1913, p. 33.

Page 21: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

esteri) pervenute dalle ambasciate47

. L’intesa e impegnativa attività permise di

stendere, finalmente, il progetto di legge di cui abbiamo fatto cenno precedentemente.

Fu dopo la riunione del consiglio direttivo del sodalizio che, tramite il Ronchetti, si

ottenne il famoso colloquio con l’on. Giovanni Giolitti48

che garantì il proprio

impegno, appena i gravosi impegni del suo ruolo l’avessero permesso, per dare

seguito al progetto e presentarlo al parlamento49

. Esso era quanto mai lungimirante e

concreto prevedendo non solo gli obblighi delle amministrazioni ma anche come

incamerare e gestire le risorse finanziare per il mantenimento del servizio. In primo

luogo era previsto che tutti i comuni italiani dovessero provvedere alla sia in forma

autonoma che in eventuali consorzi. Il soccorso era espletato da corpi di pompieri che

si sarebbero dovuti costituire, per forza di legge, nei comuni che avessero avuto sul

proprio territorio più di 30.000 abitanti. Nei comuni minori era lasciata la possibilità

di costituire gruppi a servizio volontario addestrati e formati. Un apposito capitolo fu

costituito, nel bilancio d’entrata dello stato, per il mantenimento del servizio

antincendi ed esso si alimentava con: un contributo annuale a carico delle società che

stipulavano polizze di tutela contro gli incendi, da eventuali concorsi volontari o

47

BUFFTICP, (IX) 5, maggio 1913, pp. 33 – 34. 48

Dal Corriere della Sera del 12 maggio u.s. : “L’On Giolitti ha ricevuta una commissione della Federazione tra i

pompieri, composta dal presidente comm. Goldoni, dal vicepresidente ing. Baldini e dai consiglieri cav. Carara, ing.

Aretini, ing. Gaspari, ing. Fucci e San Giorgi (…). Scopo della visita era quello di raccomandare all’on. Giolitti la

presentazione della legge sull’obbligatorietà del servizio dei pompieri. (…) L’on. Giolitti promise di interessarsi della

questione non appena i lavori della camera glielo permetteranno, e discusse con i presenti le linee di massima della

legge, esprimendo qualche dubbio sull’opportunità e sulla praticità dei consorzi, e prospettando qualche controproposta

che si riservò in ogni modo di studiare ed eventualmente discutere col presidente onorario della federazione on.

Ronchetti, che aveva presentato la commissione” (Coraggio e Previdenza, XVI, 9-10, maggio 1913, p. 68). 49

C’era molta fiducia nell’esito di quell’incontro. Scrisse, infatti, L. Buonomo: “Ma abbiamo fiducia nell’uomo illustre

che è a capo del governo, il quale, accoppiando al senno di grande statista una chiara visione dei problemi politici e

sociali, saprà come ha promesso, rendere un altro e così importante servizio alla nazione, legando il nome alla legge che

darà assetto all’umanitaria istituzione. E la memore riconoscenza del popolo italiano verso di lui non si dileguerà,

mentre l’Italia avrà un organamento che in Germania, in Francia e sino alla piccola Svizzera è già un fatto compiuto”

(Coraggio e Previdenza, XVI, 9-10, maggio 1913, p. 62).

Page 22: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

d’enti pubblici e privati e dai proventi delle contravvenzioni previste da diverse

norme di settore. Tale fondo avrebbe dovuto servire a reintegrare i mezzi necessari

per il funzionamento del servizio pompieristico nei comuni necessitanti, a creare e

mantenere il funzionamento di apposite scuole pompieristiche nonché a concedere

eventuali premi di incoraggiamento50

. La gestione di tali quote era demandata a una

commissione di nove membri costituita presso il Ministero dell’Interno con decreto

reale. A ciò si aggiungevano anche articoli dedicati alla previdenza estendo al

personale permanente e avventizio i benefici previsti dal testo unico sugli infortuni

sul lavoro previsti dal Regio Decreto 31 gennaio 1904 n. 51 allora vigente. In ogni

caso era previsto anche l’obbligo per le amministrazioni comunali di assicurare il

personale contro gli infortuni qualora non si fosse diversamente provveduto.

Si trattava di uno schema snello e agilissimo. Anche perché la Croce Rossa, il Regio

Esercito, i Carabinieri e così via, godevano già di organizzazioni nazionali efficienti e

capillarmente distribuite sul territorio nazionale. Per cui la reale priorità del Regno

d’Italia era inquadrare in modo chiaro ed omogeneo proprio i corpi dei pompieri.

Vero perno di qualunque sistema soccorso per un paese moderno dal momento che la

loro versatilità, esperienza e formazione li rendeva fondamentali in qualunque

situazione emergenziale o contesto critico.

Si confidava molto nella proposta elaborata e si tentò di sollecitare tutti gli interessati

a coinvolgere i parlamentari dei propri collegi elettorali affinché sostenessero, in vista

50

Ulteriori scuole reggimentali furono previste presso le sedi di ciascun corpo delle forze armate anche al fine di

arruolare successivamente nei corpi pompieri il personale congedato dal Regio esercito che avesse dato prova di

capacità nella formazione in materia durante il servizio militare (BUFFTICP, IX, 5, maggio 1913, pp. 34-35).

Page 23: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

della successiva legislatura, i passaggi parlamentari da prevedersi51

. Ed

effettivamente si trattava di una premura grandemente necessaria per tentare di

impedire che il tutto si perdesse nell’enorme calderone di intoppi burocratici, leggi,

proposte e provvedimenti che, già allora, impegnavano le aule oltre ogni

immaginazione. Non è un quindi una caso il fatto che il 7 maggio 1914, in occasione

di un intervento dedicato alla delicata questione dei salariati dei comuni e delle

provincie, l’on. Adolfo Molina avesse colto l’occasione per rammentare al governo

l’importanza dei risultati conseguiti e dei suggerimenti proposti dalla commissione

creata quattro anni prima52

. Anche perché, com’era assai frequente all’epoca, il primo

ministro era nuovamente cambiato e così l’esecutivo intero. Giovanni Giolitti, dopo

le elezioni del 1913 che si svolsero per la prima volta con il suffragio universale

maschile, aveva lasciato il suo posto ad Antonio Salandra53

. L’impegno dell’on.

Molina fu, purtroppo e nuovamente, privo di effetti e per quanto lodevole non

produsse alcun risultato. La storia dell’organizzazione antincendi italiana nel quadro

di un sistema soccorso efficiente ed organico fu ricca di queste speranze spesso finite

nell’oblio al punto, come vedremo, da dilungarsi lungo un trentennio almeno.

Intanto giunse l’anno 1915, un momento intenso e ricco di momenti difficili per il

nostro paese. Abbiamo già citato, numerosi eventi calamitosi come il sisma che a

gennaio causò 30.000 vittime in Abruzzo. L’opera dei soccorritori fu lodevole per 51

BUFFTICP, (IX) 5, maggio 1913, p. 35. 52

Si ritiene opportuno riportare, per completezza, il passo in oggetto: “Per un secondo provvedimento sono già pronti

gli studi necessari, quelli cioè sulla organizzazione dei servizio per lo spegnimento degli incendi. Furono quegli studi

compiuti e riassunti in uno schema di legge da una apposita commissione ministeriale della quale ebbi l’onore di far

parte e che era presieduta dall’on. Ronchetti. (…) Ora, l’onorevole presidente del consiglio voglia esaminare quello

schema di legge, e se esso incontra la sua approvazione lo prego di volerlo a suo tempo presentare alla Camera”

(BUFFTICP, X, 5, maggio 1914, p. 34). 53

A. Mella, Dalle Valli di Lanzo alla Nuova Italia – Note storiche su Giovanni Rastelli, Chiaramonte, Torino 2017, pp.

63-75.

Page 24: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

spirito e abnegazione ma nuovamente mancò di coordinamento efficiente e molti

s’improvvisarono tali senza cognizione del mestiere e questo emerse chiaramente.

Ospedale della Croce Rossa Italiana durante il terremoto di Avezzano del 1915.

La buona volontà purtroppo andava dispersa nella sconoscenza di tecniche e nozioni

con palesi ritardi nelle operazioni ed efficacia delle stesse gravemente

compromessa54

. Era passato obiettivamente poco dal terremoto che aveva raso al

suolo Messina e Reggio Calabria ma, nell’instabilità politica, niente s’era fatto di

concreto e questo scatenò qualche polemica e l’ira di chi ormai, da quasi vent’anni, si

batteva per arrivare alla costituzione di un sistema che offrisse garanzie concrete.

54

Coraggio e Previdenza, (XVIII) 1-2, gennaio 1915, p. 1.

Page 25: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

Il Re Vittorio Emanuele III durante i soccorsi ad Avezzano nel 1915.

Tra i più vivaci ne scrisse, non senza un velo di sdegno e insoddisfazione, l’ing.

Donzelli che non esitò a lamentare come ci fossero voluti dodici anni per ottenere una

proposta di legge che nemmeno con l’impegno generoso e leale di Giolitti ebbe

seguito. I morti del 1908 erano morti invano e quelli del 1915 avrebbero potuto forse

essere di meno. L’ufficiale non ebbe timore anche a denunziare pubblicamente le

mancanze tecniche e professionali d’un soccorso spesso improvvisato alla meglio55

.

Non mancò nemmeno di rispondere a chi, in ambito parlamentare, si stracciò le vesti

invocando finalmente una nuova e complessa organizzazione che gestisse

interamente il soccorso e che il governo valutò quale “Istituto Nazionale di Pronto

Soccorso” munito di personale tecnico e amministrativo nonché di depositi e

55

Scriveva infatti, e si noti l’uso non causale del maiuscolo: “E dopo solo sei anni la terribile sciagura si abbatte di

nuovo sull’Italia, e questa volta nel cuore di essa, alle porte di Roma, e per quanto sia meraviglioso ed ammirevole lo

slancio di tutti i volenterosi, animati dal nobile e generoso esempio del sovrano, il soccorso non è ne rapido, ne

coordinato, ne efficace e non lo poteva essere poiché occorre una preparazione organica e complessa per disporre

l’esercito del soccorso ed il materiale occorevole, per mobilizzarlo al momento opportuno. E tale esercito del soccorso,

è opportuno che entri bene nel cervello dei governanti, non può essere che costituito dai POMPIERI, SPECIALISTI IN

MATERIA. Valgono più dieci pompieri che cento soldati, e questo lo vede e lo sa chiunque ha assistito all’opera di

soccorso: non perché il soldato non abbia slancio, tutt’altro. Essi ed i loro ufficiali in simili contingenze sono

ammirevoli per abnegazione ed eroismo: MA NON SANNO, e questa non è loro colpa. Il salvataggio nei crollamenti è

tecnica difficilissima, e solo chi vi è allenato può esplicarla con efficacia” (Coraggio e Previdenza, XVIII, 1-2, gennaio

1915, pp. 2-3).

Page 26: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

materiali per mobilitarsi in caso di calamità. Una sorta di Protezione Civile ante

litteram. Donzelli considerò, tuttavia, che se un decennio era occorso per un progetto

di legge sui pompieri ancora quiescente; ci sarebbero voluti “secoli” per portare a

compimento tale idea pionieristica dell’on. Sandulli.

L’on. Alfredo Sandulli. Il deputato che per primo immaginò un ipotetico “Istituto Nazionale di Pronto Soccorso”.

Non si sarebbe fatto assai prima a utilizzare per la parte finanziaria l’Istituto

Nazionale delle Assicurazioni e per la parte tecnica i corpi dei pompieri

opportunamente riorganizzati secondo le, comunque migliorabili, rivendicazioni a

essi care56

? Si trattava di un tema di vitale importanza eppure il conseguimento di

risultati concreti pareva sempre lontano malgrado la passione con cui i comandanti

dei corpi e la federazione tecnica, forti della loro innegabile esperienza e padronanza

del mestiere, conducevano la loro infinita battaglia57

. Si deve anche alla loro forza

d’animo se oggi disponiamo di un soccorso apprezzabile in tutto il territorio

56

Coraggio e Previdenza, (XVIII) 1-2, gennaio 1915, pp. 2-4. 57

Esempio illuminante è la conclusione del Donzelli: “Ma qualunque sia per essere la soluzione è indispensabile che gli

onorevoli deputati affrontino il ponderoso problema, come un sacrosanto dovere civico, non essendo consono al

prestigio, al decoro dell’Italia ed alla stessa assistenza dei suoi figli, che i pubblici poteri si facciano ancora una volta

trovare impreparati in caso di pubblici disastri, oramai tanto frequenti nel nostro paese. E confido che i pionieri

dell’odierno movimento parlamentare, on. Marchesano e Sandulli, vorranno tener presenti i precedenti, augurandomi

che la mia modesta parola dettata dall’esperienza e dalla mia missione di vigile del fuoco, suoni per lo meno augurio

fecondo di pratici e prossimi risultati nell’obliata e pur doverosa opera di soccorso” (Coraggio e Previdenza, XVIII, 1-2,

gennaio 1915, pp. 3-4).

Page 27: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

nazionale e ciò va loro riconosciuto. Alle polemiche seguirono i dibattiti

parlamentari, il 19 e 20 marzo 1915, sui provvedimenti urgenti da adottarsi per far

fronte alla situazione emergenziale createsi con l’evento sismico e più volte fu citata

l’opera straordinaria compiuta dai vigili del fuoco tra le macerie d’Avezzano e degli

altri centri sconvolti dalla violenta scossa e soprattutto l’importanza della

professionalità ad essi appartenente e le potenzialità straordinarie maggiorabili da un

più corretto impiego58

. Nella lunga tornata si inserì quindi il già citato on. Molina,

buon amico e fedele sostenitore della Federazione Tecnica dei Corpi Pompieri, che

colse l’occasione per presentare un ordine del giorno finalizzato59

. Egli ottenne

l’appoggio della quota prevista di trenta parlamentari indispensabile per la

presentazione e lo sostenne con un lungo e appassionato discorso60

. Il giorno

successivo il Ministro dei lavori pubblici, on. Ciuffelli61

, che aveva visitato l’Abruzzo

terremotato, nel corso del suo intervento, riguardo agli ordini del giorno, si espresse

chiaramente affinché nei provvedimenti da disporre si tenesse nella dovuta

considerazione le sue puntuali e doverose raccomandazioni. Fiducioso l’on. Molina

58

Un esempio, tra i tanti, lo si trova nel discorso tenuto dall’On. Amici Venceslao: “In quanto ai servizi dei vigili,

questi sono certamente i più efficaci e più di qualunque altro corpo organizzato sono in condizione di arrecare vantaggi

in luoghi danneggiati; appena avvenuto il terremoto dovrebbero attrezzarsi e mettersi in condizione di partire”

(Coraggio e Previdenza, XVIII, 7-8, aprile 1915, p. 26). 59

Esso recitava: “La Camera convinta della necessità di provvedere in modo permanente e pratico al pronto soccorso

per limitare e lenire gli effetti do ogni specie di pubblica calamità, fa voti che si dia con disposizioni legislative una

razionale, salda, efficace organizzazione ai corpi dei pompieri in tutte le provincie del regno” (Coraggio e Previdenza,

XVIII, 7-8, aprile 1915, p. 27). 60

Coraggio e Previdenza, (XVIII) 7-8, aprile 1915, p. 27. 61

Augusto Ciuffelli (1856-1921) fu titolare di diversi dicasteri nei governi Luzzati, Orlando, Salandra I e Salandra II.

Page 28: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

ritenne, dopo uno scambio di battute con il presidente del consiglio Salandra62

, di

ritirare l’ordine del giorno63

.

Mentre nelle aule parlamentari si discuteva, e mentre le mani operose dei soccorritori

scavavano tra le macerie abruzzesi, l’Europa si trovava ormai in gran parte mobilitata

e la sue genti scavavano i lunghi trinceramenti che per anni avrebbero visto

contrapporsi milioni di uomini nella più statica e logorante guerra mai combattuta.

Era da decenni che la tensione andava accumulandosi per diverse cause, l’Inghilterra

e la Germania si contendevano anzi tutto il primato quali grandi potenze industriali,

prima che militari, e perfino quello sui mari64

, alla Francia pesava molto la sconfitta

subita a Sedan nel 1870 e la tentazione di riprendersi le regioni dell’Alsazia e della

Lorena era sentitissima65

, l’impero di Russia guardava con costante interesse ai

Balcani66

concependo ogni sorta d’artifizio per limitare l’influenza austriaca su quei

territori67

, lo stesso impero austroungarico faticava a tenere insieme le regioni che lo

componevano e che erano diventate frequentemente serraglio di agitatori e gruppi

indipendentisti che reclamavano, in modo anche animato, l’autonomia delle proprie

62

Antonio Salandra (1853 – 1921) fu Ministro dell’Interno e presidente del Consiglio dei Ministri. Esponente della

“destra storica”. Cavaliere dell’Ordine della Santissima Annunziata e conseguentemente gran croce dell’Ordine della

Corona d’Italia e dei Santi Maurizio e Lazzaro. 63

PRESIDENTE: “Chiederò ora ai vari proponenti degli ordini del giorno se li mantengano o li ritirino. L’onorevole

Molina, mantiene o ritira il suo ordine del giorno?”

MOLINA: “Desidererei avere l’assicurazione del presidente del Consiglio che lo accetta come raccomandazione. C’è

già uno studio completo in proposito”

SALANDRA: “Se l’ha detto l’onorevole ministro dei lavori pubblici, mi pare che non ve ne sia bisogno!”

MOLINA: “Allora, ritiro il mio ordine del giorno”

Coraggio e Previdenza, (XVIII) 7-8, aprile 1915, p. 29. 64

Si deve considerare che dopo la vittoria di Trafalgar del 1804 l’Inghilterra non aveva avuto più contendenti sui mari

diventandone padrona indiscussa. Tale privilegio, per i vantaggi militari e commerciali che comportava, stava molto a

cuore gli inglesi. 65

La guerra franco prussiana del 1870 pose fine anche al secondo impero quando Napoleone III fu sconfitto e perfino

catturato a Sedan. Quanto all’Alsazia e alla Lorena vi è da dire che non vi erano solo motivi nazionalistici alla base del

desiderio di riprenderne il controllo. Il ferro e il carbone, di cui essere erano ricche, facevano assai gola alle industrie

francesi. 66

Anche perché la forte influenza dell’Impero Ottomano era grandemente venuta meno. 67

Come il sostegno alla causa delle Serbia che fortemente ambiva all’indipendenza.

Page 29: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

comunità facendo letteralmente “scricchiolare” la pur efficientissima macchina

burocratica imperiale, le grandi potenze guardavano con sospetto le ambizioni

coloniali le une delle altre e viceversa, i grandi gruppi industriali avevano tratto

enormi profitti dalla corsa agli armamenti e non ultima un’accesa tendenza allo

sviluppo di sentimenti nazionalisti contribuirono a creare una miscela esplosiva e

terribilmente pronta a deflagrare appena fosse giunta la scintilla.

E questa, puntualmente, giunse il 28 giugno 1914 quando Gavrilo Princip esplose

alcuni colpi di rivoltella contro l’erede al trono d’Austria, l’arciduca Francesco

Ferdinando, e la moglie contessa Sofia a Sarajevo. La reazione austriaca, poiché a

Vienna si riteneva che le autorità serbe non fossero del tutto estranee all’evento,

innescò una serie di reazioni che portarono al conflitto e, a catena, trascinarono le

grandi potenze nello scontro. Vi furono nazioni che per diversi motivi si mantennero

neutrali rispetto all’inferno che andava scatenandosi ma diverse e in momenti

differenti, nonché con differenti speranze e ambizioni, finirono per entrare in guerra.

L’Italia fu tra queste scegliendo inizialmente la non belligeranza. Tuttavia tale

posizione diede inizio a un lungo confronto, talvolta anche violento, nelle piazze e nei

dibattiti tra chi sosteneva le ragioni della neutralità68

e chi si schierava apertamente a

favore dell’intervento69

vedendo nel conflitto l’occasione per completare l’unità

nazionale attraverso l’acquisizione delle provincie irredente come Trento, Trieste,

68

Principalmente il mondo cattolico per motivi etici e quello socialista che rivendicava l’unità senza confini del

proletariato e considerava deleterio, ai suoi fini, che le masse operaie venissero armate e costrette a uccidersi a vicenda.

Ma anche un larga parte del mondo liberale si schierò contro l’intervento seguendo l’esempio illuminante di Giovanni

Giolitti il quale tentò in ogni modo di evitare che il paese si unisse all’inutile strage. 69

Tra essi le forze nazionaliste e irredentiste, gli artisti legati al futurismo, i grandi industriali desiderosi di aumentare i

propri guadagni con le abbondanti forniture militari ed anche qualche socialista “non allineato” come l’allora direttore

de “L’Avanti” Benito Mussolini che dal partito socialista venne espulso proprio per le sue posizioni a favore del

conflitto.

Page 30: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

Gorizia e via discorrendo. Fu in seguito alla firma del patto di Londra che il Regno

d’Italia entrò in guerra con la mobilitazione delle sue forze armate il 24 maggio del

1915.

La guerra in corso divenne ovviamente una generale mobilitazione del paese e anche

i pompieri, la Croce Rossa e tutti i corpi dello stato furono chiamati a dare il loro

contributo mentre l’opera intensa di sensibilizzazione politica per la loro

riorganizzazione dovette subire un’ennesima battuta d’arresto giacché le attenzioni

della politica erano ormai convogliate sul conflitto e l’indispensabilità di mettere il

paese nelle condizioni minime per sostenere lo sforzo sovraumano che si rendeva

necessario. Moltissimi vigili del fuoco non appena richiamati alle armi vennero

indirizzati ai reparto del Genio nelle cui schiere s’erano costituite apposite compagnie

antincendi da assegnarsi a ogni armata per proteggere le strutture militari. L’opera dei

pompieri genieri fu intensa e preziosa al punto che anch’essi ebbero i loro caduti e

diverse decorazioni al valore militare. Tuttavia è lecito ipotizzare che malgrado

questo ancora vi fossero molte diversità tra i pompieri italiani e la mobilitazione

collettiva, vedendo pompieri di varie provenienze irreggimentati in unici reparti, rese

più evidenti le eterogeneità che certo non sfuggirono ai vertici del Regio Esercito

Italiano. E tali diversità furono ancora più evidenti se paragonate agli altri corpi dediti

al soccorso assai meglio organizzati. Ma naturalmente anche in territorio

metropolitano il soccorso richiese la costante attività dei vigili del fuoco soprattutto

nelle città più vicine al fronte e quindi colpite con maggiore facilità dai

Page 31: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

bombardamenti del nemico70

che tuttavia si spinse anche occasionalmente più lontano

e più all’interno. Già nel 1916 subirono attacchi aerei le città di Venezia, Ravenna (S.

Apollinare Nuovo), Latisana, Pordenone, Mestre, Chioggia, Sondrio e Chieti71

.

Perfino Napoli fu colpita dall’ardita azione di un dirigibile nemico chesparse la paura

nella città partenopea causando diverse vittime72

. Anche Milano73

e Brindisi74

furono

oggetto di attacchi aerei. Tali incursioni, anche nel clima di terrore e allarme che ne

seguì, costrinsero i soccorritori a un lavoro coraggioso e nobilissimo finalizzato

anche a offrire un immagine di tranquillità alla popolazione in perenne ansia e

comprensibile agitazione75

. E non mancarono nemmeno i sinistri causati

dall’imperizia o dal sabotaggio come l’incendio della polveriera militare di Mantova

presso il Forte Pietole nel 1917 o l’esplosione della nave Leonardo da Vinci nel 1916,

incendi che richiesero giorni e giorni di lavoro e furono purtroppo portatori di lutti e

sciagure ma anche di esempi di gran abnegazione frutto del lavoro dei civili e militari

che li affrontarono76

. Venne poi Caporetto e quasi inattesa seguì la travolgente

resurrezione a Vittorio Veneto e sul finire del 1918 la guerra, finalmente, terminò.

Purtroppo ciò non fu sufficiente a pacificare il paese. L’insoddisfazione per una

vittoria che non aveva prodotto i risultati sperati, unitamente alle difficoltà

economiche che le seguirono, misero il paese sotto enorme pressione e negli anni che

70

Per lo più operati da dirigibili, idrovolanti, aeroplani o tiri d’artiglieria, campale e navale, come a Gorizia nel 1917

quando cadde il tenente Vincenzo Sebastiani. 71

N. Colangelo, Oltre il fuoco, Mantova 1991, p.118. 72

Roma, 11, mattino: Stanotte verso l’una vi è stata un incursione aerea sulla città di Napoli. Sono state lanciate in tutto

una ventina di bombe e hanno quasi tutte colpito il centro dell’abitato, non arrecando nessun danno di carattere militare.

Si deplorano alcune vittime nella popolazione civile (…). I servizi di soccorso hanno provveduto in modo encomiabile

(Agenzia Stefani). La Stampa, (71), 12 marzo 1918, p. 1. 73

La Stampa, (46), 15 febbraio 1916, p. 1. 74

La Stampa, (282), 11 ottobre 1917, p. 2. 75

N. Colangelo, Oltre il fuoco, Mantova 1991, p.122. 76

Ibid. , pp. 122,128,134.

Page 32: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

vennero lo stato liberale andò pesantemente in crisi. Tutti questi gravi problemi

assorbirono l’attenzione del mondo politico come quando, nel 1919, Gabriele

D’Annunzio lasciando Ronchi raggiunse Fiume con un manipolo di reduci e

combattenti, al fine di proclamarne l’annessione all’Italia e aprendo così una lunga

crisi. I vigili del fuoco della città si trovarono perfino a dover operare,

coraggiosamente, sotto il fuoco incrociato dei legionari e dell’esercito regolare

inviato, nel dicembre 1920, per porre fine alla loro iniziativa77

. Il biennio rosso e la

violenza squadrista diedero il colpo più violento al sistema democratico e con la crisi

dell’autunno ottobre 1922 si andò a costituire il primo governo Mussolini. Un

governo di coalizione ancora lontano dal regime che andò consolidandosi dal 1924-

1925 circa.

Tornando al problema del sistema soccorso, già nel 1920 riprese il confronto tra le

varie realtà e il già citato ing. Donzelli di Napoli tornò a scrivere animati articoli su

Coraggio e Previdenza a favore della ripresa delle attività tentando anche di creare

un’unità d’intenti che nel frattempo s’era dispersa in gruppi litigiosi malgrado

l’impegno della Federazione Tecnica dei Pompieri Italiani. Intanto, nel 1922, la

federazione stessa, con la collaborazione di una commissione tecnica dei vigili del

fuoco d’Italia78

, aveva presentato una nuova proposta di legge per l’obbligatorietà dei

servizi pompieristici per tutti i comuni del regno. Una delegazione composta dai

rappresentati dei due enti si recò appositamente, in maggio, a Roma per conferire con

il comm. Tafuri capo ufficio al Ministero dell’Interno, con il comm. Efrem Ferrari

77

A. Mella, I Pompieri di D’Annunzio, in Milites, 48, gennaio-febbraio 2012, p. 11. 78

Si trattava di una commissione costituita presso il SIDEL (Sindacato Italiano Dipendenti Enti Locali).

Page 33: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

capo di gabinetto di S.E. Casertano sottosegretario al Ministero dell’Interno e infine

con S.E. Beneduce79

sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri80

. Tale

progetto fu al centro di ulteriori valutazioni al congresso nazionale dei rappresentanti

i corpi dei pompieri, i comuni e gli altri enti locali pubblici e privati dai quali i corpi

dipendevano che si tenne a Venezia dal 10 al 12 ottobre 192281

. Mancavano

pochissimi giorni all’adunata di Napoli e alla cosidetta “marcia su Roma” ed è

possibile supporre che i cambiamenti che seguirono, soprattutto a causa della crisi del

Governo presieduto dall’on. Facta82

, interlocutore principale in quel momento,

abbiano contribuito a vanificare, per l’ennesima volta, l’impegno profuso.

Dopo la caduta di quel ministero i promotori dei progetti per un sistema soccorso

basato sull’unificazione dei pompieri tornarono sentire la loro voce a Palazzo Chigi

attraverso un suo rinnovato progetto di legge nel 192583

. In apertura il presidente

Goldoni tornò a lamentare le infinite illusioni avute dai governi passati a causa

dell’instabilità politica84

e dei conflitti susseguitisi85

e illustrò, con dovizia di

79

Giuseppe Beneduce (1877 -1942) fu sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nei governi

Facta I e Facta II nel 1922. 80

BUFTICP, (XVIII) 5, maggio 1922, p. 5. 81

BUFTICP, (XVIII) 11, novembre 1922, p. 84. 82

Luigi Facta (1861 – 1930) passò alla storia quando, dopo criticabili tentennamenti, si dimise in seguito ai gravi eventi

dell’ottobre 1922. 83

A quel tempo la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva sede presso il Palazzo del Viminale. Tuttavia il primo

ministro Mussolini vi pose il suo studio, presso la Galleria Deti, prima di spostarsi qualche anno dopo a Palazzo

Venezia. 84

“Il costante lavoro compiuto dalla presidenza federale per trent’anni di seguito – e non è finito ancora – allo scopo di

ottenere dal governo una legge che disciplini e organizzi in tutto il regno il servizio pubblico di soccorso per

spegnimento di incendi e per altre calamità, ha subito delle soste e delle fasi ignorate da molti. Durante le quali la nostra

lena ha minacciato di fiaccarsi per sempre attraverso a vane promesse, a inesplicabili incomprensioni, a lotte d’arrivisti,

ad amarezze infinite, solo rinfrancata – nell’abbandono e nel silenzio opprimenti – dalla nostra fede di vittoria nel

perseguire tenacemente un ideale di giustizia e di solidarietà umana” (E. Goldoni, M. Sangiorgi, a cura di, Il progetto di

legge per il servizio dei pompieri davanti al governo nazionale, Milano 1926, p. 3).

85“La commissione suddetta (quella nominata nel 1910 nda), a conclusione de’suoi studi, compilò un progetto di legge

che diede luogo a molte discussioni senza giungere però, a cagione delle vicende politiche del paese (guerra libica e

guerra nazionale) davanti al parlamento” (Ibid. , p. 5).

Page 34: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

particolari e dati statistici, la situazione dei servizi antincendi italiani secondo le

rilevazioni del 1910 che, malgrado i cambiamenti occorsi, erano considerabili, a suo

avviso, ancora attendibili86

. Erano circa 1100 i corpi di pompieri in Italia di cui 900

comunali e 200 volontari o aziendali i quali impiegavano circa 10.000 vigili del fuoco

avventizi o volontari, 3000 professionisti e circa 2000 al servizio di enti privati.

Risultava inoltre che, grazie all’impiego di taluni gruppi su più comunità, erano circa

1800 su 8300 i comuni italiani che avevano un minimo di assistenza e soccorso

garantiti. Era un dato grave cui si aggiungeva la constatazione che a essere totalmente

privi di ogni forma di organizzazione erano 90 circondari, 9 capoluoghi di provincia,

3 provincie, 1 intera regione (Basilicata) e 6400 comuni. Il numero di incendi

registrato rendeva questi dati particolarmente sconfortanti così come i numerosi

infortuni dei pompieri non tutelati da nessuna assicurazione. Ma non solo poiché a

confermare la desolante situazione contribuivano le notizie sulle attrezzature visto

che su 1100 corpi erano disponibili circa 2500 pompe a mano, 300 scale ordinarie,

400 a ganci, 120 veicoli a trazione animale e pochissime modernità in quanto

autopompe, motopompe, scale aeree e pompe a vapore si concentravano solo in

pochissimi corpi di grandi centri cittadini che si potrebbero definire, senza retorica

alcuna, fortunatissimi87

. Sulla base di questa attenta e minuziosa analisi la

Federazione propose quindi una proposta che “de facto” fu un rivisitazione migliorata 86

“L’unica statistica che si possa consultare per conoscere in modo assai prossimo alla realtà le condizioni del servizio

contro gli incendi del regno escluse le provincie ricongiunte alla madre patria più tardi, è quella promossa dal ministero

nel 1910 e redatta in base ai dati raccolti e anche pubblicati di poi a cura e spese della Federazione tecnica dei corpi dei

vigili del fuoco. La mobilitazione generale, negli anni della guerra nazionale, ha dato luogo allo scioglimento di

parecchi corpi di pompieri in ogni parte d’Italia; ma poiché, dall’armistizio ad oggi, alcuni corpi si sono alla meglio

ricostituiti, benché in forma diversa dalla precedente; altri corpi nuovi sono sorti ad opera di comuni e di associazioni

private, la federazione può assicurare che i dati statistici del 1910 servono ancora utilmente per lo studio su cui si va

discorrendo” (Ibid. , p. 7). 87

Ibid, , pp. 7-8.

Page 35: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

di quella del 1914 e allo stesso tempo utile progenitrice e ispiratrice del

provvedimento definitivo che vide luce solo nel 1935. Forti degli esempi riscontrati

all’estero88

i membri della Federazione redassero un testo che prevedeva

l’organizzazione dei corpi pompieri in modo proporzionato alle realtà locali in tutti i

comuni89

, il loro finanziamento attraverso contribuiti pubblici e privati e delle

compagnie di assicurazione, il funzionamento dei corpi attraverso linee guida da

indicare alle amministrazioni locali, l’estensione dei necessari benefici previdenziali

ai pompieri e via discorrendo. Tuttavia il provvedimento finì, per l’ennesima volta,

per arenarsi e la situazione generale non mutò lasciando l’Italia con un servizio di

soccorso decisamente zoppicante.

Le difficoltà di varie comunità furono anche alla base di curiose esperienze come la

sezioni antincendi che si costituirono sporadicamente in seno ai manipoli della

MVSN90

. Nel dettaglio giova ricordare le squadre della 79° Legione “Cispadana” di

Reggio Emilia, della 55° Legione alpina friulana di Gemona del Friuli (UD) e della

107° legione “Francesco Rismondo” di Zara91

. Quest’ultima, creata dal console

88

“Una legislazione di stato che si interessi direttamente in uno od altro modo del servizio per lo spegnimento degli

incendi sia per l’organizzazione tecnica sia per il personale vige in quasi tutte le nazioni più progredite: in Asia

(Giappone – Indie Olandesi), in Africa (Egitto e Confederazione Sud-Africa), in America (tutti gli stati del sud e del

nord), in Europa (Inghilterra, Francia, Svizzera, Belgio, Svezia, Danimarca, Germania: Wuertemberg, Baviera, Prussia,

Austria, Ceco-Slovacchia, Rumenia, Grecia, ecc..” (Ibid. , p. 21). 89

“Art.2 – Il servizio pompieristico è affidato a corpi stabilmente organizzati in tutti i comuni del regno, nelle forma di

cui all’art.1, e composti di un numero di pompieri che sia in proporzione al numero degli abitanti costituenti il Comune

o consorzio di comuni, tenuto calcolo delle condizioni tecniche, toponomastiche, industriali o commerciali del luogo.

Detta proporzione sarà, almeno, di un pompiere ogni 2000 abitanti; in ogni caso il numero dei pompieri non dovrà mai

essere inferiore a 12 oltre i dirigenti. Le condizioni tecniche che possono influire sul numero dei pompieri si

considerano per quelle che riguardano la esistenza e l’utilizzazione dei mezzi locali convenientemente atti allo

spegnimento degli incendi” (Ibid. , p. 17). 90

La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale fu costituita il 1 febbraio 1923 con l’intenzione di inquadrare le ex

squadre d’azione fasciste in un organizzazione disciplinata e militarizzata. L’esigenza fu fortemente avvertita

all’indomani della nomina di Mussolini a primo ministro quando le azioni delle camicie nere, spesso gestite come

milizia personale dai “ras” locali, divennero fonte d’imbarazzo per il Capo del Governo e gli esponenti del Partito

Nazionale Fascista con incarichi governativi. 91

A. Mella, I Pompieri della Milizia, in Milites, 45, giugno-agosto 2011, pp. 21-24.

Page 36: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

Martini, fu senz’altro la meglio organizzata. Anche la Milizia portuaria e la Milizia

nazionale forestale92

organizzarono gruppi formati per l’estinzione degli incendi

finalizzati al tipo di mansioni specifiche di tali specialità. Dal punto di vista del

soccorso sanitario, capillare ed efficiente era il servizio reso dalla Croce Rossa

Italiana e da altri sodalizi similari. Nondimeno anche le organizzazioni fasciste,

giovanili e non, presero ad investire sulla formazione del personale in questo ambito.

Ma quel periodo fu comunque anche ricco di sinistri di vario genere come

l’esplosione della fabbrica di fiammiferi Phosfos a Rocca Canavese (TO) nel 192493

,

l’alluvione a Bari nel 192794

, l’incendio del Teatro Alfieri a Torino sempre nel 1927 e

numerosi altri. Fu proprio l’evento di Bari a offrire al comandante dei pompieri di

Roma, ing. Giacomo Olivieri, lo spunto per scrivere un lungo e appassionato articolo

sull’onda emotiva di ciò che i suoi occhi hanno colto in quella calamità. Un saggio in

cui, tra i molti temi trattati, egli rivendicò l’importanza di provvedere al più presto

alla obbligatorietà dei corpi pompieri nei comuni maggiori e nei minori95

anche sotto

forma di consorzi, nonché una successiva regolamentazione nazionale degli stessi per

92

In particolare la Miliza Nazionale Forestale inviò addirittura i propri “pompieri” al concorso pompieristico di Torino

del 1928. 93

M. Sforza, Pompieri. Cinque secoli di storia di un’antica istituzione, Torino 1992, p. 128. 94

Scrive a riguardo l’ing. Olivieri: “E squadre di vigili del fuoco, da quella locale, fino a quella giunta dalla lontana

Milano si riunirono a Bari, e in una settimana di lavoro provvidero ai più urgenti bisogni, ridonando al paese una calma

relativa e permettendo di svolgere con profitto quelle attività, che nei primissimi giorni potevano dirsi contrastate dalla

stessa entità del disastro. A Bari pertanto si trovarono affratellati i locali vigili del fuoco con quelli di Napoli, di

Benevento, di Foggia, di Firenze, di Ancona, di Milano, di Roma e tanti altri, fino a raggiungere un numero di circa 180

fra Comandanti e gregari, e le antiche pompe a vapore, unitamente alle nuove motopompe e autopompe, rigettarono

incessantemente al mare, attraverso la fognatura cittadina, quelle acque che avrebbero dovuto raggiungerlo

ordinatamente convogliate nei loro normali canali di smaltimento”. Il Pompiere Italiano, (XXIII) 2, febbraio 1927, p.

47. 95

“Si riavvicinino alla recente alluvione di Bari i precedenti casi di terremoti, di eruzioni, di altri disastri nazionali, e si

concluda dolorosamente che, sebbene i corpi dei vigili del fuoco esistenti in Italia, siano sempre pronti a prodigarsi fino

al sacrificio, essi sono pochi, pochi, pochi, e, concentrati quasi esclusivamente nel Piemonte, nella Lombardia e nel

Veneto, vanno man mano rarefacendosi verso il Mezzogiorno d’Italia, sicché al giorno d’oggi, migliaia di comuni sono

privi di qualunque servizio, e molti, come lo stesso comune di Bari, hanno un effettivo di uomini e una dotazione di

materiale assolutamente inadeguata alla loro importanza” (Il Pompiere Italiano, XXIII, 2, febbraio 1927, p. 47).

Page 37: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

rispondere efficacemente agli eventi cui spesso l’Italia era soggetta96

. L’anno

successivo fu la volta del concorso pompieristico di Torino organizzato nel

capoluogo sabaudo e probabilmente uno dei più grandi mai svolti. Coinvolgente

pompieri, sanitari e altri soccorritori e di tale portata da riaccendere l’attenzione sul

tema. Ma il 1928 va ricordato anche perché finalmente un primo, seppur minuto,

risultato s’ottenne con l’approvazione d’una legge, durante la presidenza Silvestri,

che obbligava i comuni capoluogo e quelli con più di 40.000 abitanti di munirsi d’un

servizio per l’estinzione degli incendi97

. Questo provvedimento fu il primo passo

verso una vera e propria rivoluzione. Tra il 1935 ed il 1941, con il passaggio

fondamentale nel 1939, il governo provvide finalmente, in modo chiaro e netto, a

costituire il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Un’organizzazione omogenea,

equamente distribuita sul territorio nazionale e moderna. Capace durante la guerra di

garantire il soccorso alla popolazione in perfetta sinergia con la Croce Rossa, l’Unpa

e gli altri corpi. Fu proprio tale sinergia il germoglio per lo sviluppo postbellico della

protezione civile come sistema di forze armonizzate e dall’azione guidata da un

vertice unico. Il 1928, dunque, fu un anno chiave. Per l’Italia, tuttavia, esso

rappresentò anche un crocevia grave per altre vicende. Il 17 luglio, infatti, mentre

96

“Eppure il nostro servizio non è obbligatorio per legge, tanto che se una città qualunque d’Italia, anche delle

principali, volesse togliere dal suo bilancio facoltativo l’ingente spesa del servizio dei vigili del fuoco, potrebbe farlo.

Ciò praticamente è assurdo, e il fiorire dei corpi dei vigili nell’Italia settentrionale mostra come le necessità abbiano una

logica propria, che finisce con l’imporsi nei centri di maggiore attività cittadina. Ma le iniziative particolari, anche

applicate su larga scala non raggiungono completamente lo scopo dell’universalità , se non sono coordinate ad un fine

comune più largo di quel che non rappresenti il fine più immediato, donde sorge la necessità che disposizioni legislative

riconoscano prima l’obbligatorietà del servizio per tutti i comuni del regno, e, affermato questo principio basilare,

provvedano poi con regolamento opportuno a organizzare tutti i corpi dei vigili italiani in modo che, non trascurando la

tutela dei singoli centri, cui sono assegnati, possano all’occasione, con la più grande celerità, distaccare effettivi di

uomini e di materiale per quei luoghi, nei quali si verifichi un disastro di carattere così grave per intensità ed estensione,

che i mezzi locali risultino assolutamente inadeguati” (Il Pompiere Italiano, XXIII, 2, febbraio 1927, p. 47). 97

Coraggio e Previdenza (XXXIII) 6, giugno 1935, pp. 75-76.

Page 38: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

ragazzetti in camicia nera facevano baccano in strada per renderne l’agonia più

tormentosa, si spense nella sua casa di Cavour l’on. Giovanni Giolitti98

. Ultimo

bastione rimasto in Italia a difesa delle libertà individuali e collettive. Icona vivente

di quello spirito liberale risorgimentale che la cosiddetta “rivoluzione fascista” aveva

strangolato. Giolitti aveva dovuto affrontare diverse situazioni difficili, in particolare

il drammatico sisma calabro-siculo di vent’anni prima. Quest’esperienza gli aveva

dato modo di comprendere immediatamente le fragilità del sistema soccorso in Italia

e non a caso egli aveva colto perfettamente l’utilità dei progetti di legge che gli

furono presentati. Grande e coraggioso riformatore, egli non ebbe la possibilità

materiale di dar loro seguito come avrebbe voluto. Tuttavia fu proprio nell’età che dal

grande statista ha preso il nome che si gettarono le basi per le successive, epocali,

svolte.

Referenze bibliografiche:

V. Andò, L’attività del 51° Corpo Vigili del Fuoco durante i bombardamenti sulle

Città di Messina, S. Agata di Militello, Milazzo, Giardini e Taormina. Storia ed

organizzazione del Corpo dei Pompieri di Messina dal 1909, Catania 2007.

V. Andò, Terremoto calabro siculo del 28 Dicembre 1908 La nobile discendenza dei

Vigili del Fuoco, Catania 2008.

Atti ufficiali, in BUFTICP, (VI) 10, ottobre 1910, pp. 73-74.

Atti ufficiali, in BUFTICP, (IX) 5, 31 maggio 1913, pp. 33-35.

AA. VV. , I sindaci d’Italia nel cinquantenario del Risorgimento nazionale –

Omaggio ai Reali d’Italia, Officina Poligrafica Editrice Eduardo Manna, Roma 1911.

98

A riguardo si veda: A. A. Mola, Giolitti lo statista della nuova Italia, Mondadori, Milano 2011

Page 39: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

AA. VV. , 1914-1915 Il liberalismo alla prova – L’anno delle scelte, raccolta atti

convegno a cura di Aldo A. Mola, Consiglio Regionale del Piemonte – Centro

Giolitti, Centro Stampa Provincia di Cuneo 2015.

AA. VV. , 1915 Maggio radioso o colpo di stato?, raccolta atti convegno a cura di

Aldo A. Mola, Consiglio Regionale del Piemonte – Centro Giolitti, Centro Stampa

Provincia di Cuneo 2016.

A. Borella a cura di, Annuario della nobiltà italiana edizione XXXII, SAGI Editore,

Teglio (SO) 2014.

A. Borella a cura di, Annuario della nobiltà italiana edizione XXXI, Volume I, SAGI

Editore, Teglio (SO) 2010.

A. Borella a cura di, Annuario della nobiltà italiana edizione XXXI, Volume II, SAGI

Editore, Teglio (SO) 2010.

A. Borella a cura di, Annuario della nobiltà italiana edizione XXXI, Volume III,

SAGI Editore, Teglio (SO) 2010.

L. Buonuomo, L’organamento dei pompieri in Italia in Coraggio e Previdenza, (XVI)

9-10, 1 maggio, 1 maggio 1913, pp. 61-62.

N. Colangelo, Oltre il fuoco, Mantova 1991.

U. D’Andrea, Il dramma segreto del Re silenzioso – Cinquant’anni di regno di

Vittorio Emanuele III, Fascicoli 7 e 15, Società Editrice Torinese, Torino 1951.

I. De Feo, L’Italia di Giolitti, Edizioni Rai, 1965.

E. Donzelli, La legge del soccorso in Italia in Coraggio e Previdenza, (XVIII) 1-2, 1

gennaio, 15 gennaio 1915, pp. 2-4.

G. Giolitti, Memorie della mia vita, Volume I, Fratelli Treves Editori, Milano 1922.

G. Giolitti, Memorie della mia vita, Volume II, Fratelli Treves Editori, Milano 1922.

E. Goldoni, I risultati del congresso di Milano, in Coraggio e Previdenza, (IX) 10-12,

1 febbraio-15 giugno 1906, pp. 161-168.

E. Goldoni, Relazione sullo stato del servizio pubblico per l’estinzione degli incendi

in Italia in Coraggio e Previdenza, (XVI) 9-10, 1 maggio, 1 maggio 1913, pp. 62-66.

E. Goldoni, M. Sangiorgi, a cura di, Il progetto di legge per il servizio dei pompieri

davanti al governo nazionale, Milano 1926.

Page 40: Il problema del Sistema Soccorso nell Italia postunitaria ... · Il sistema mobilita e coordina la Croce Rossa, i Carabinieri, l’Esercito, i numerosi gruppi di ... Cinque secoli

L’organizzazione del soccorso alla Camera dei Deputati in Coraggio e Previdenza,

(XVII) 7-8, 1-15 aprile 1915, pp. 25-29.

A. Mella, a cura di, Guardie a Fuoco di San Maurizio C.se, San Maurizio Canavese

2006.

A. Mella, Uniformi e distintivi dei vigili del fuoco 1900-1965, Voghera 2008.

A. Mella, I pompieri dell’imperatore, in Il Monitore Italiano, 2, agosto 2008b, pp. 3-

5.

A. Mella, I Pompieri della Milizia, in Milites, 45, giugno-agosto 2011, pp. 21-24.

A. Mella, I Pompieri di D’Annunzio, in Milites, 48, gennaio-febbraio 2012, p. 11.

A. Mella, Giovanni Giolitti statista non compreso, in Rism – Rivista Italiana Sanità

Militare, numero speciale, maggio 2015.

A. Mella, Viva l’Imperatore Viva l’Italia – Le origini del Risorgimento – Il

sentimento italiano nel ventennio napoleonico, Bastogi, Roma 2016.

A. Mella, Dalle Valli di Lanzo alla Nuova Italia – Note storiche su Giovanni Rastelli,

Chiaramonte, Torino 2017.

A. A. Mola, Storia della monarchia in Italia, Bompiani, Milano 2002.

A. A. Mola, Giolitti lo statista della nuova Italia, Mondadori, Milano 2011.

M. G. Novello, L'opera della Croce Rossa Italiana nel sisma calabro-siculo del 28

dicembre 1908 in Storia della Croce Rossa Italiana dalla nascita al 1914 – Volume I

– Saggi a cura di Paolo Vanni e Costantino Cipolla, Franco Angeli Editore, 2013.

G. Olivieri, Il vigile del fuoco. Contributo allo studio per la legge sulla

obbligatorietà del servizio dei vigili del fuoco, in Il Pompiere Italiano, (XXIII) 2,

febbraio 1927, pp. 47-50.

M. Sforza, Pompieri. Cinque secoli di storia di un’antica istituzione, Torino 1992.

S. Valtieri, 28 Dicembre 1908 La grande ricostruzione dopo il terremoto del 1908

nell’area dello Stretto, [s.l.] 2008.

Altre fonti

Archivio Storico del quotidiano La Stampa,