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Il Principe Analisi capitolo XXVI Spazio competenze… per tornare al testo

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Il Principe

Analisi capitolo XXVI

Spazio competenze… per tornare al testo

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Comprensione

•1. Quali sequenze si possono

individuare nel testo? Esse presentano

contenuti e stili omogenei?

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«sequenza»

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…perché serve dividere in sequenze?

• «La scomposizione del testo narrativo [o argomentativo] in sequenze consente di avere una

visione complessiva del brano e di identificarne i vari passaggi». Pag. 153 Verso l’esame di stato

• Serve a rispondere ad un bisogno…di chiarezza: cum-prehendere bene i confini

del discorso seguendo da vicino i singoli temi affrontati. E’ più di un

riassumere: è rendere evidente il filo logico e, di conseguenza, anche gli argomenti

che si strutturano attorno a quel filo.

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Esortazione a soccorrere l’Italia

e a liberarla dagli stranieri

• rr. 1-12

• rr. 13-33

• rr. 34-49

• rr. 50-71

• rr. 72-85

La drammatica situazione dell’Italia contemporanea…

C’è necessità di restituire all’Italia la libertà…

L’appello alla famiglia Medici e al suo ruolo politico…

La rinascita dell’Italia deve partire da un esercito rinnovato…

Il tempo è ormai propizio per soccorrere l’Italia e liberarla

dagli stranieri…

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La drammatica situazione dell’Italia

contemporanea…

…può offrire materia a un principe prudente e virtuoso di mostrare la sua virtù come lo

è stato per Mosè, Ciro e Teseo che dimostrarono la loro grandezza proprio quando i

loro popoli dovettero affrontare enormi difficoltà. Oggi, a maggior ragione, un

principe nuovo avrà occasione di coprirsi di gloria, trovando l’Italia in una decadenza

politica ancora più grave.

• Frase-focus: …così al presente, volendo conoscere la virtù d’uno spirito italiano, era necessario

che la Italia si riducessi nel termine che ell’è di presente, e che la fussi più stiava che li Ebrei, più

serva ch'e' Persi, più dispersa che li Ateniensi, sanza capo, sanza ordine; battuta,spogliata, lacera, corsa, et avessi sopportato d'ogni sorte ruina.

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C’è necessità di restituire all’Italia la libertà …

…imparando dalla storia perché, se è vero che nel recente passato qualcuno si

è avvicinato a realizzare questo disegno politico di ampio respiro e poi è stato

travolto nel mezzo dell’azione, questo non significa che non si possa fare mai.

Proprio ora l’Italia è desiderosa di riscatto, proprio ora attende un redentore.

• Frase-focus: …Vedesi ancora tutta pronta e disposta a seguire unabandiera, pur che ci sia uno che la pigli.

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L’appello alla famiglia Medici e al suo ruolo

politico …

…perché sono un casato illustre e ora è potentissimo per il fatto che il papa èun membro della famiglia. Ritornando a rivolgersi direttamente al dedicatariodell’opera, M. ha cura di sottolineare che l’impresa è giusta, doverosa, anzitrova un terreno predisposto, vaticinata da segni miracolosi. Ma non puòesserci solo attesa. Bisogna passare ai fatti, all’agire concreto, nel turbine deglieventi.

• Frase-focus: Ogni cosa è concorsa nella vostra grandezza. El rimanente dovetefare voi. Dio non vuole fare ogni cosa, per non ci tòrre el libero arbitrio e parte di quellagloria che tocca a noi.

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La rinascita dell’Italia deve partire da un

esercito rinnovato…

…perché è proprio questa la motivazione dei fallimentari tentativi precedenti:la mancanza di valore militare negli italiani, una mancanza che però può esserecolmata da opportune riforme, secondo le indicazioni che il trattato si èsforzato di fornire. Valutati i difetti degli eserciti spagnoli e svizzeri, M.propone la creazione di un «terzo ordine», ovvero un sistema militare tuttoitaliano che sappia superare i difetti di quei temuti eserciti stranieri.

• Frase-focus: …e' pare sempre che in quella la virtù militare sia spenta. Questo nasce,che li ordini antichi di essa non erano buoni e non ci è suto alcuno cheabbi saputo trovare de' nuovi.

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Il tempo è ormai propizio per soccorrere l’Italia

e liberarla dagli stranieri…

…perché l’occasione c’è, come già in apertura di capitolo M. aveva avuto

modo di sottolineare. Il tono lucidamente normativo del trattato viene

abbandonato, ma non dimenticato (le parole iniziali del capitolo sono ben

chiare: Considerato, adunque, tutte le cose di sopra discorse). La passione esortativa di

questo congedo è sentita come naturale conseguenza di un invito non più

prorogabile. I Medici prendano su di sé questa giusta impresa e facciano

diventare realtà l’augurio petrarchesco.

Frase-focus: A ognuno puzza questo barbaro dominio.

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Analisi

•2. Tra le ferite dell’Italia l’autore cita i

sachi di Lombardia e le taglie del Reame e

di Toscana (rr. 16-17): a quali situazioni

allude?

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• La gravità della situazione politica dell’Italia del primo Cinquecento è con

forza evidenziata dal ricorso ad un linguaggio figurato (ferite, guarisca, piaghe,

infistolite) ma anche dalla concretezza dei riferimenti storici: i sachi di Lombardia

fanno riferimento ai saccheggi subiti dalle città lombarde da parte degli

eserciti nel corso delle guerre combattute fra il 1500 e il 1513, quando

francesi, svizzeri, spagnoli e altre potenze italiane per il possesso del doucato

di Milano; le taglie del Reame e di Toscana fanno riferimento alle somme di

denaro che le città del Regno di Napoli e della Toscana sono costrette a

versare per evitare i saccheggi. Anche il Regno di Napoli fu a lungo teatro del

conflitto franco-spagnolo.

Risposta Analisi 2

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Analisi

•3. Spiega il senso della citazione in

latino dallo storico Tito Livio

all’interno del ragionamento di M.

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• «Iustum est bellum, Samnites, quibus necessarium, et pia arma, quibus nulla nisi inarmis relinquitur spes»: così Livio ad avvio del cap. IX delle sue Historiae, che M.dimostrerà di conoscere molto bene tanto da scrivere, proprio negli anni diredazione del Principe, un lungo commento intorno ai primi dieci libri delle storieliviane. M. cita in modo approssimativo la sua fonte ma l’aver tralasciato il vocativoSamnites sembra proprio voler restiuire al passo liviano un valore ancora più ampio:il bellum, in condizioni disperate, diventa iustum se non ci sono alternative. Le armadiventano pia se altra spes non resta. Non si tratta più di storia romana antica. Ma dilezione degli antichi che diventa progetto politico per il presente. Le premesse dilavoro della dedica dell’opera vengono davvero realizzate: in questo ultimo capitolosi vede continuamente come fra la «lunga experienzia delle cose moderne» e «unacontinua lectione delle antiche» ci sia continuità. Anzi M. sembra proprio affidarsialla forza del passato, riletto in chiave contemporanea, ogni possibilità di riscatto.Citare l’antico, rispettandone anche il medium linguistico, è risalire all’origine perrestituire, come politico, storico e cittadino italiano, un’occasione concreta di esamedelle cause lontane di un’Italia senza guida.

Risposta Analisi 3

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Analisi

•7. In questo capitolo M. ricorre a terminie a immagini di origine religiosa: individuatutte le espressioni appartenenti a questasfera semantica e prova a spiegare ilmotivo di una simile scelta.

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• A dare forza emotiva al discorso intervengono termini che rimandano alla sfera deldivino e della profezia religiosa. Sono ricorrenti infatti nel capitolo il verbo«redimere» o i sostantivi «redenzione» e «redentore»:

• Vedesi come la prega Dio, che le mandi qualcuno che la redima da queste crudeltà et insolenziebarbare.

• E benché fino a qui si sia mostro qualche spiraculo in qualcuno, da potere iudicare che fussiordinato da Dio per sua redenzione, tamen si è visto da poi come, nel più alto corso delle azionisua, è stato dalla fortuna reprobato.

• Né ci si vede, al presente in quale lei possa più sperare che nella illustre casa vostra, quale con lasua fortuna e virtù, favorita da Dio e dalla Chiesia, della quale è ora principe, possa farsi capo diquesta redenzione.

• Non si debba, adunque, lasciare passare questa occasione, acciò che l’Italia, dopo tanto tempo,vegga uno suo redentore.

Risposta Analisi 7

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• Si può osservare, grazie ad una lettura complessiva dell’opera che solo in questoultimo capitolo si concentrino termini di origine religiosa. In merito alle immagini,numerosi sono i riferimenti ai miracoli presenti nella Sacra Scrittura: si tratta inparticolare di eventi biblici legati alla fuga degli Ebrei dall’Egitto, come l’apertura delMar Rosso, la nube che li guidò nel cammino, la pietra percossa dalla verga dallaquale scaturì l’acqua, la manna dal cielo:

• Oltre a questo, qui si veggano estraordinarii sanza esemplo condotti da Dio: el mare s’è aperto; unanube vi ha scòrto el cammino; la pietra ha versato acqua; qui è piovuto la manna; ogni cosa èconcorsa nella vostra grandezza. El rimanente dovete fare voi.

• Non si può limitarsi al contenuto delle parole, perché anche la scelta espositiva inquesto passo è profondamente biblica: frasi paratattiche, ridotte all’essenziale (sogg.predicato verbale, complemento diretto). Anche l’invito ad operare in tale situazionedrammatica (El rimanente dovete fare voi) sembra proferito da un profeta non da unostatista.

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• Si tratta di richiami notissimi (immaginiamo che non fossero infrequenti nelle

predicazioni del tempo e quindi resi decisamente popolari) che ben si adattano al

tono profetico e provvidenzialistico della pagina. In questo congedo dal suo Principe,

M. cerca di creare un clima di mistero e di religiosa esaltazione, inserendo il discorso

sul riscatto politico dell’Italia all’interno di un preciso disegno provvidenziale.

• E’ un atteggiamento che non ha alcun riscontro nelle pagine laiche del trattato: anzi

con ironia nel capitolo 11 aveva parlato dell’indebita commistione fra piano terreno

e divino. E’ una distonia che va spiegata non sul piano del pensiero, ma unicamente

su quello della retorica, dove il pathos prevale sulla coerenza interna all’opera. Come

per la scelta dei versi dal Canzoniere di Petrarca, dalla riflessione politica e militare M.

punta ora alla mozione degli affetti, alla commozione del lettore.

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Analisi

•9. Rintraccia nel testo le anafore, gli

accumuli, i parallelismi, quindi

rispondi: che effetto vuole suscitare

Machiavelli sul lettore?

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• Il capitolo è costruito con grande abilità retorica e davvero riesce, ancora a distanza di

cinque secoli, a creare una forte tensione emotiva. Può essere, alla luce dello sviluppo

storico e sociale dell’Europa moderna, un progetto solitario e fallimentare quello

proposto da M. ma nulla si perde della capacità espositiva ed argomentativa. La forza

dello stile di M. sopravvive alle sue idee. Rimangono nella memoria le sue frasi fitte di

immagini, vigorose nella sintassi ora asciutta ora ricca.

• In evidenza nel capitolo il ricorso all’anafora, all’accumulo e al parallelismo, proprio

per essere ancor più incisive nella memoria le sue esortazioni. Rispettivamente:

• «più stiava… più serva…più dispersa»; «vedesi…vedesi»; «Qui è iustizia grande... Qui è disposizione

grandissima… qui si veggano estraordinarii».

• Accumulo degli aggettivi: battuta, spogliata, lacera, corsa.

• Alla sequenza di quattro complementi di modo: «con che sete di vendetta, con che ostinata fede, con che

pietà, con che lacrime» seguono quattro interrogative: «Quali porte se li serrerebbano? quali populi li

negherebbano la obedienza? quale invidia se li opporrebbe? quale Italiano li negherebbe l'ossequio?».

Risposta Analisi 9

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Alle figure prese in esame si potrebbero aggiungere la personificazione

(come è il caso dell’Italia ammalata che attende chi la guarisca, di dantesca

memoria Pg. VI 148-51) o la scelta di un registro lessicale di sapore

popolare («A ognuno puzza questo barbaro dominio»).

Citazioni dotte e incursioni nella lingua del vulgo. Non per amore della

disarmonia ma per mimesis della realtà. Sulla scia dei grandi, come Dante e

Boccaccio.