Il principe azzurro suona il pianoforte - · PDF fileBello, biondo e sorridente si è...
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FRANCESCA GIULIANI
A 32 anni David Fray è già una star della classica
Bello, biondo e sorridentesi è innamorato dell’Italia
e di un’italiana, Chiara MutiE a giorni sarà a Roma
con un concerto di Mozart
Il personaggio
Il principeazzurro
suona il pianoforte
SERA
29 aprile 2013
I l pianista-principe azzurro è francese, ha i capellibiondi, un gran sorriso, suona in giro per il mondo, sichiama David Fray. La sua principessa fa l’attrice,
vanta un nobile e artistico casato, è Chiara Muti. Ha quasidue anni la piccola Gilda, la loro bimba i cui talenti nonmancheranno di essere svelati, col tempo. Una favolabella che ha già il suo lieto fine: David, come ogni artistainternazionale conduce un’esistenza apolide che lo porte-rà, il prossimo fine settimana, all’Auditorium Parco dellaMusica di Roma con l’Orchestra di Santa Cecilia direttada Semyon Bichkov (sabato 4, lunedì 6, martedì 7), doveeseguirà un celebre concerto di Mozart giovanile, intitola-to, guardacaso, Jeunhomme. Spiega: «È un concerto cheMozart scrisse per una pianista dell’epoca, quando avevasolo ventun anni. È impressionante riconoscere nellacomposizione, nella struttura dell’opera, e in particolarenel terzo movimento, un Rondò, la complessità che saràdel Mozart più maturo».Nato a Tarbes, cittadina dei Pirenei, Fray si forma su una
COME GOULDFray è famosoanche per il “corpoa corpo” che ingaggia con il pianoforte. Il pianista si esibiràil 4, il 6e il 7 maggioall’Auditorium di Roma. Nel video,un concerto di Bach
David Fray
SERA
22 aprile 2013
David Fray
SERA
22 aprile 2013
PRINCIPE AZZURRODal 2008 Fray è sposato con Chiara Muti,figlia del maestroRiccardo Muti.«Prima apprezzavoil musicista, oraanche l’uomo», haspiegato il pianista
David Fray
matrice culturale germanica. Quando approda alla musi-ca, ama subito moltissimo Bach e, non a caso, ora c’è chilo paragona a Glenn Gould per il modo di suonare, per ilcorpo a corpo che ingaggia ogni volta con lo strumento,per quel filo di “voce di dentro” che si percepisce duran-te le esecuzioni. Di Bach sostiene che sia «un punto di par-tenza ma anche di arrivo, la base del mio repertorio macomunque, sempre, una sorgente alla quale tornare. Bachmi purifica nella sua semplicità apparente, in quella razio-nalità profonda». Arrivare a essere una star della classica a soli trentadueanni, avendo già suonato con molti grandi direttori d’or-chestra e avendo un contratto in esclusiva con una dellemaggiori case discografiche, è un traguardo raggiunto perpiccoli passi: «In casa avevamo un pianoforte, io e miofratello abbiamo sempre preso lezioni ma senza che inostri genitori ci forzassero a niente, solo per la convin-zione che la musica dovesse far parte di una buona cultu-ra». Ma già a dieci anni David vuole iscriversi alConservatorio di Parigi, il suo talento prende forma: «Èdifficile quando capisci che non sei l’unico pianista delmondo, che ci sono tanti altri armati della tua stessa pas-sione e volontà. La competizione va sollecitata ma rispet-to a se stessi, per fare sempre meglio». Così è andata: «Scegliere di fare un mestiere come questo,anche quando senti che puoi averne la forza e le capacità,significa soprattutto capire quanto puoi sopportare tuttoquello che non è la musica, ci vuole una resistenza almondo esterno. È una decisione che non si può prenderesenza crisi». Da qualche anno, e per passioni non soltanto artistiche,nella sua vita è entrata anche la cultura italiana, e un rap-porto più diretto con il maestro Riccardo Muti con cuiaveva lavorato prima di sposarne, nel 2008, la figliaChiara: «Ho sempre amato la cultura italiana, la pittura
SERA
22 aprile 2013
GLI INIZIFray ha iniziato
a suonare da bambino
senza particolariaspettative, solo perché
la musica era partedi una buona
cultura. Nel video,
il Momento musicale
n°3 di Schubert
David Fray
SERA
22 aprile 2013
David Fray
rinascimentale. Ora conosco meglio la lingua, che aiuta acapire tanti aspetti di un Paese, e anche la musica, in par-ticolare Verdi. Con il maestro Muti avevo già un rapportodi grande stima e rispetto, che si è consolidato negli ulti-mi anni: prima apprezzavo il musicista ora anche l’uo-mo».Nel quadro di una dinastia d’artisti armonica per defini-zione («siamo come una famiglia qualunque», prova adire) lui sembra veramente una ciliegina sulla torta. Labellezza che porta stampata sul viso è qualcosa di cui nonparla volentieri, su cui preferisce sorvolare, optando deci-samente per il basso profilo: «Non voglio dire nulla diquei colleghi che puntano sull’immagine, un aspetto chepuò aiutare il marketing. Io appaio magari in un modo maquelle sono le foto, non io. Per un artista è importante iltalento. Meglio ancora se ha carisma o fascino. Il resto nonconta».
SERA
22 aprile 2013