IL PRIMO GRUPPO EDITORIALE PRIVATO

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IL PRIMO GRUPPO EDITORIALE PRIVATO DELLA SVIZZERA ITALIANA

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IL PRIMO GRUPPO

EDITORIALE PRIVATO

DELLA SVIZZERA ITALIANA

Page 2: IL PRIMO GRUPPO EDITORIALE PRIVATO

GRUPPO

CORRIERE DEL TICINO

LEADER NELLA SVIZZERA ITALIANA

ASSOCIAZIONE INDUSTRIE TICINESI

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31.702copie

101.000 lettori

Ogni giorno raggiunge 1/3 della popolazione ticinese

Quotidiano indipendente della Svizzera italiana

G.A. 6900 LUGANO / ANNO CXXVII NUMERO DIRETTORE RESPONSABILE: FABIO PONTIGGIA

Venerdì 22 giugno 2018 www.cdt.ch

UFFICI AMMINISTRATIVI E SHOWROOM

www.art isaimmobil iare.com+41 (0) 91 873 45 00

www.art isaimmobil iare.com+41 (0) 91 873 45 00

bistro e centro fitness

numerosi posteggi

top location

CENTRO AMBROSARTVia Cantonale 36, Manno

AFFITTASI

Da Fr. 190.-/MQ ANNUO

141

Fr. 3,50 OGGI CON EXTRA SETTE

OGGI L’INSERTO EXTRASETTE

segue a pagina 4

ECONOMIA

IL FRANCO, L’ITALIA, I DAZI USA di LINO TERLIZZI

Cosa impedisce al franco di attestarsi in queste setti-mane almeno all’1,20 nel cambio con l’euro? Si trat-

ta di un livello che era stato riacciuf-fato nei mesi scorsi, ma poi il franco è tornato ad apprezzarsi ed ora sia-mo attorno all’1,15. I fattori che stanno rendendo difficile un ulte-riore e voluto (dalla Banca naziona-le svizzera e dall’industria d’espor-tazione elvetica) indebolimento del franco sono principalmente due: le tensioni politiche nell’Eurozona, con un epicentro in Italia, e la batta-glia dei dazi innescata dal presiden-te USA Donald Trump. Sono i due elementi che non stanno andando come le previsioni prevalenti aveva-no indicato nei mesi scorsi e le in-certezze ad essi collegate stanno fre-nando le Borse e riportando in auge i beni rifugio o di ancoraggio, tra i quali il franco. Un Governo italiano Lega-5 Stelle era fuori dalle previsioni. Il che po-trebbe anche non essere importan-te, se non fosse per il fatto che il nuo-vo Esecutivo di Roma non può o non vuole rassicurare i partner dell’Eu-rozona sul rispetto o meno degli im-pegni per il risanamento dei conti pubblici ed i mercati sulla sua inten-zione di rimanere o meno in futuro nella moneta unica. Questa tensio-ne con targa italiana si somma na-turalmente alle altre tensioni nell’Eurozona e nell’Unione euro-pea, con Francia e Germania anco-ra una volta impegnate a cercare di mettere un argine. Il risultato è fatto di Borse più incerte, di differenziale (spread) più alto sui titoli pubblici italiani e, appunto, di euro in inde-bolimento. In questo quadro, diven-ta difficile per il franco non apprez-zarsi. Quanto ai dazi USA, molte previsio-ni indicavano che Trump avrebbe fatto la voce grossa ma non avrebbe concretizzato molto. Quello che sta accadendo mostra invece che l’Am-ministrazione Trump sta proceden-do a tutto campo con la sua linea protezionista. Che si tratti di una strategia di fondo o di una tattica per intimorire gli avversari per ora non ha grande importanza, ciò che con-ta è l’incertezza creata dalla batta-glia dei dazi (che c’è) e il rischio di freno ad una crescita economica mondiale che sin qui era stata buo-na. Le Borse risentono anche dell’effetto dazi e una parte degli in-

L’ecumenismo riparte da Ginevra Un successo la storica visita di papa Francesco al Consiglio mondiale delle Chiese Il terreno di intesa tra cristiani si rafforza soprattutto nella pratica della solidarietà

Nell’attesa e storica visita a Ginevra, dove è stato ospite del Consiglio ecume-nico delle Chiese (CEC) prima di celebra-re al Palexpo, nel pomeriggio, una messa davanti a decine di migliaia di cattolici, papa Francesco ha riaffermato la volontà

di camminare insieme alle altre Chiese cristiane «con una meta precisa, l’unità». Una chiara conferma del desiderio del Pontefice di non rallentare il passo sulla strada dell’ecumenismo.

alle pagine 2 e 3

cantone Iniezione da 34 milioni per il turismo ticinese Luce verde dal Gran Consiglio a due crediti quadro per sostenere il turismo ticinese. Costo totale dell’operazione: 34 milioni di fran-chi. Ma ci sono anche criticità.

MARTINELLI a pagina 13

cronaca Svincolo A2 di Sigirino, ecco il progetto generale Deciso passo avanti verso la rea-lizzazione dello svincolo di Sigiri-no. Il progetto generale, elaborato dall’USTRA, è stato inviato ai Co-muni per la consultazione.

ROBBIANI a pagina 15

Pista della Valascia, il primo sì è di Dalpe Dalpe è il primo Comune della media ed alta Leventina a conce-dere la fideiussione per la nuova Valascia. Ora servono altri cinque sì per complessivi 4 milioni.

DEL DON a pagina 18

sport Un fulmine chiamato Ajla e quei 100 m nella storia Mercoledì a Thun, correndo i 100 metri in 11’’29, la ticinese Ajla Del Ponte è diventata la terza sviz-zera più veloce di sempre. Ci ha raccontato le sue emozioni.

LAVEZZO a pagina 29

economia Troppe regolamentazioni pesano sulle banche Il legislatore spesso non pensa al costo delle norme che si riper-cuote anche sui clienti. È quanto rileva in una intervista Gabriele Corte della Banca del Ceresio.

TERLIZZI a pagina 33

spettacoli Per Franco Ambrosetti premio e autobiografia Il musicista ticinese, che ha da poco pubblicato un’autobiografia, riceverà domenica nell’ambito di JazzAscona lo Swiss Jazz Award 2018. Lo abbiamo intervistato.

ZANOLI a pagina 37

MEDIA

Alle testate online i proventi del canone Presentata la nuova Legge sui media elettronici. Tra le altre cose, prevede il sostegno con i proventi del canone di chi diffonde contenuti audiovisivi online.

VON NIEDERHÄUSERN a pagina 7

COMPETITIVITÀ

Fiscalità e imprese: il Ticino arranca Riducendo dal 9% al 6% l’aliquota su-gli utili delle persone giuridiche il Tici-no resterebbe tra i Cantoni meno com-petitivi. Lo dice uno studio della SUPSI. SOLARI a pagina 11

IL CORAGGIO DI LAVORARE IN PERDITA di CARLO SILINI

T ra le molte frasi di ie-ri ce n’è una in parti-colare che spiega sen-za ipocrisie quanto

fosse in realtà delicata e diffi-cile la visita del Papa a Gine-vra. Jorge Mario Bergoglio ha detto, testualmente, che l’ecu-menismo «è una grande im-presa in perdita». Precisando subito, però, che si tratta di una perdita necessaria secon-do l’ottica evangelica. A cosa si riferiva? Qualcuno potrebbe malignamente pen-sare al buco di almeno un mi-lione di franchi che resterà sul-le spalle della Diocesi di Gine-vra, Losanna e Friburgo per coprire i costi della messa al Palexpo. Certo, anche quello è un problema indirettamente legato alla grande giornata ecumenica di ieri e non c’è dubbio che la vicenda aggiun-ga qualche interrogativo ma-teriale circa la necessità di ce-lebrare una messa (cioè un evento destinato ai cattolici) in un contesto che avrebbe con ogni probabilità giustificato la scelta di una grande celebra-zione ecumenica: cattolici, protestanti e ortodossi tutti in-sieme. Ma questa è una pole-mica dalla quale è impossibi-le uscire indenni. Quando, all’inizio del pontificato, il Pa-pa era andato a visitare le isti-tuzioni europee a Strasburgo, i cattolici si erano lamentati proprio del fatto che il Vatica-no non avesse voluto celebrare una messa per loro. Insomma: se la si fa non va bene perché costa, se non la si fa non va be-ne perché non la si fa. Il discorso del Papa, tuttavia, andava ben oltre gli orizzonti finanziari della Chiesa catto-lica svizzera. Era sia politico sia spirituale. Politico perché mettere d’accordo o, se voglia-mo utilizzare le parole del

segue a pagina 4

IL COMMENTO TITO TETTAMANTI*

Il Mar Mediterraneo e l’immigrazione

C hi come me è molto in avanti negli anni ha molti ricordi. Tra questi un convegno nel luglio del 1992 organizzato dall’IRI

(Istituto per la ricostruzione industria-le), ente che raggruppava le partecipa-zioni statali italiane di allora. Tema: il Mediterraneo ed i rapporti tra le due sponde. Il presidente dell’IRI Franco No-bili, caro amico dai tempi della politica giovanile, mi aveva invitato e pregato di invitare alcuni esponenti dell’economia svizzera. Per farla breve, abbiamo dibattuto du-rante due giorni a Venezia l’ipotesi di creare nel Maghreb, sulla sponda medi-terranea, zone industriali franche. Una soluzione simile a quella degli Stati Uni-ti che hanno al confine del Messico la zo-na «maquiladora», vale a dire la zona

di produzione di beni a basso valore ag-giunto grazie anche al minor costo della vita e quindi a costi unitari più bassi. La soluzione sarebbe servita tra l’altro per combattere la concorrenza asiatica su prodotti manifatturieri per i quali noi europei non eravamo più concorrenzia-li. Grosso modo si proponeva di istituire più zone franche con diverse fabbriche a fianco delle quali si sarebbero dovute or-ganizzare scuole professionali adottan-do il sistema svizzero di formazione duale con l’apprendistato per formare lavoratori qualificati. Attorno si sareb-bero costruite case e le infrastrutture ne-cessarie (comprese le scuole primarie) per le famiglie dei lavoratori. Gli imprenditori non avrebbero chiesto aiuti finanziari o sovvenzioni d’altro ge-nere alla politica. Solo l’intervento nel

campo a loro precluso, vale a dire la col-laborazione per la creazione e concessio-ne delle zone franche e la protezione in-ternazionale in caso di nazionalizzazio-ni, espropri od altri pericoli conseguen-ti a cambi di governo negli Stati africani. Un piano che originava dall’intelligente

segue a pagina 4

* finanziere

È un enigma contro la Serbia Dopo il pari strappato al Brasile, la Svizzera di Shaqiri e Zakaria affronta stasera a Kaliningrad il suo secondo impegno contro la Ser-bia. Quale strategia dovranno adottare i rossocrociati per riuscire a ottenere un risultato positivo che ci terrebbe in corsa per gli ottavi di finale? «Noi dovremo essere noi» sintetizza Antonio Manicone, il vi-ce di Vladimir Petkovic. La partita è un enigma da risolvere. PELIZZARI alle pagine 23, 24, 25, 26 e 27

CALCIO

Penetrazione

32%

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50.848copie

70.000lettori

Primo domenicale della svizzera italiana

Co – editore: 2R Media

ANFOSSI, BALDINI, CARLINI, GROSSO, PACE e VASTANO ALLE PAGINE 22 e 23

Dall’Europaagli Stati Uniticosì si studiala Civica

L’APPROFONDIMENTO

Dal caviale all’aringa“Ammettiamolo, Cassis ha il carisma di un’aringa, ma la presidenza della frazioneliberale radicale e l’esperienzanegoziale sono ottime premesseper l’elezione e la futurafunzione” (commento di TitoTettamanti, Corriere del Ticino,8.09). Come dice Titò, ops,Totò, signori si nasce...

Proprio un’idea da LocL’idea? Estendere il divieto difumare canapa light “invitandoi consiglieri comunali a nonconsumare prodotti del generealmeno nell’arco delle sei oreche precedono le riunioniconsiliari o commissionali”(Niccolò Salvioni, capodicasterosicurezza a Locarno, Cdt, 7.09).Ai tempi c’era Erba in municipio.

Il sillogismo retorico“Se Antonio Perugini stafacendo accertamenti suDaniele Caverzasio, ciòdimostrerebbe la suaindipendenza e la capacità dinon farsi condizionare dallapolitica” (Werner Walser,presidente del Consiglio dellamagistratura, Teleticino 8.09).Vigilanza a passo di Walser.

Il profumo dell’erbaCosa le manca dellaprofessione? “Sicuramentel’odore dell’erba dei campi dagioco appena tagliata prima diun match (l’ex arbitro MassimoBusacca intervistato da Ticino7,8.09). Finalmente qualcuno chenon parla di cannabis.

Troppo bello per Botta“Seguo la sua ascesa conpreoccupazione. Macron ètroppo bello, troppo alla moda,troppo mondano. Non sonosicuro che durerà a lungo”(l’architetto Mario Bottaintervistato da Bilanz e ripresoda Ticinonews, 7.09).

Rispettare gli ottanta“Potranno vincere tutti i titoli di questo mondo, ma sarannosempre nati quattro anni dopodi noi” (Filippo Lombardi,presidente dell’Ambrì, stuzzicai cugini (ab)battuti, GdP 9.08).

di STEFANO PIANCA

Apriticielo

Mentre in Ticino il voto del24 settembre sull’introduzionedella Civica come materia obbli-gatoria a scuola si avvicina, an-che nel resto del mondo il temaresta molto dibattuto.

LE INTERVISTE

Copia in omaggio (in edicola Fr. 2.-/ € 1,85) Anno XIX • Numero 32In edicola Fr. 2.- / € 1,85

9771660968900

32

GAA

660

0 LO

CARN

O –

–N

. 32

xx xxx 20xx

“Il capo dell’esecutivo oltrecenerino” hail sorrisone di Alain Scherrer. Non ha infattinulla di minaccioso nel sembiante il sindacodi Locarno, così avventurosamente definitonelle cronache luganesidi un giornale. Ingenuochi era rimasto a “so-pra” e “sotto” il monteche ha diviso, in passa-to (?), il Ticino. Invecele barriere mentali, chesono le più difficili daabbattere, resistono.Anzi quell’oltre, usatoa sproposito, dice che sistanno rafforzando. Enon basterà Alptransit per appianare nel2020 il dosso. Se i neologismi sono figli delproprio tempo e ne rivelano le trippe, sullaparola, “oltrecenerino”, partorita per nobili-tare banali accadimenti, è giusto riflettere.

Perché non sempre andare “oltre” signi-fica progredire. Ma la regressione è garantitaquando si inforcano gli occhiali dell’iperboleche esagerando mistifica la realtà: ci sta an-

dare “oltre” i 2.106 metridel San Gottardo, assaimeno se si scollina a554. Insomma “oltre-cenerino” farebbe ride-re, in un’altra epoca.Preoccupa invece nellastagione in cui gli “ul-tras” della politicasfruttano ogni appiglio,e la stampa è un loro

terreno di caccia, per ol-trepassare i limiti. Altro titolo,

letto nei giorni scorsi: “Il Ticino cresce, manon grazie ai nostri”. Certo! Cresce in virtùdell’immigrazione che salverà il Paese da untravaso soverchiante nell’oltre... tomba.

Fotoreportage dalla Corea del NordMomenti quotidiani di un “Paese eremita”

PARDELLI A PAGINA 21con un’analisi di BONANATE A PAGINA 6

buonadomenica

OLTRECENERINO

Pubblicità

1965-2015

anni

Settimanale di attualità, politica,cultura e sport

Non c’è democrazia senza una stampa libera

10 settembre 2017

caffe.ch | [email protected] | 091 756 24 00

Il Ticino ai vertici nazionali per numero di esami diagnostici.

In proporzione agli abitantii dati sono superiori alla media

di oltre il 70 per centoGUENZI ALLE PAGINE 4 e 5

Alla vigilia della votazione

A PAGINA 7

Sui derby non trasmessi in tvinterviene il presidente Corsi

A PAGINA 3

Nella giungladelle badantidove si lavoraad oltranza

“Le Leghe sportiveabbagliate dai soldinon comprendonoil ruolo della Rsi”

In 10mila assistono gli anzianima per Berna mancano regole

“Per le pensioninon esistealcun piano B”PIANCA A PAGINA 16

“La riforma Avsrompe il pattofra le generazioni”A PAGINA 16

“Su bilaterali, sanitàlavoro e migrantiecco le mie ricette”SCHIRA ALLE PAGINE 14, 15 e 31

Foto

gram

ma

Ti-P

ress

Tac e risonanzerecord

da

LE INCHIESTE

Alain Berset Christian Vitta Pierre Maudet

PRINT

Penetrazione

24%

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ANFOSSI, BALDINI, CARLINI, GROSSO, PACE e VASTANO ALLE PAGINE 22 e 23

Dall’Europaagli Stati Uniticosì si studiala Civica

L’APPROFONDIMENTO

Dal caviale all’aringa“Ammettiamolo, Cassis ha il carisma di un’aringa, ma la presidenza della frazioneliberale radicale e l’esperienzanegoziale sono ottime premesseper l’elezione e la futurafunzione” (commento di TitoTettamanti, Corriere del Ticino,8.09). Come dice Titò, ops,Totò, signori si nasce...

Proprio un’idea da LocL’idea? Estendere il divieto difumare canapa light “invitandoi consiglieri comunali a nonconsumare prodotti del generealmeno nell’arco delle sei oreche precedono le riunioniconsiliari o commissionali”(Niccolò Salvioni, capodicasterosicurezza a Locarno, Cdt, 7.09).Ai tempi c’era Erba in municipio.

Il sillogismo retorico“Se Antonio Perugini stafacendo accertamenti suDaniele Caverzasio, ciòdimostrerebbe la suaindipendenza e la capacità dinon farsi condizionare dallapolitica” (Werner Walser,presidente del Consiglio dellamagistratura, Teleticino 8.09).Vigilanza a passo di Walser.

Il profumo dell’erbaCosa le manca dellaprofessione? “Sicuramentel’odore dell’erba dei campi dagioco appena tagliata prima diun match (l’ex arbitro MassimoBusacca intervistato da Ticino7,8.09). Finalmente qualcuno chenon parla di cannabis.

Troppo bello per Botta“Seguo la sua ascesa conpreoccupazione. Macron ètroppo bello, troppo alla moda,troppo mondano. Non sonosicuro che durerà a lungo”(l’architetto Mario Bottaintervistato da Bilanz e ripresoda Ticinonews, 7.09).

Rispettare gli ottanta“Potranno vincere tutti i titoli di questo mondo, ma sarannosempre nati quattro anni dopodi noi” (Filippo Lombardi,presidente dell’Ambrì, stuzzicai cugini (ab)battuti, GdP 9.08).

di STEFANO PIANCA

Apriticielo

Mentre in Ticino il voto del24 settembre sull’introduzionedella Civica come materia obbli-gatoria a scuola si avvicina, an-che nel resto del mondo il temaresta molto dibattuto.

LE INTERVISTE

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9771660968900

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xx xxx 20xx

“Il capo dell’esecutivo oltrecenerino” hail sorrisone di Alain Scherrer. Non ha infattinulla di minaccioso nel sembiante il sindacodi Locarno, così avventurosamente definitonelle cronache luganesidi un giornale. Ingenuochi era rimasto a “so-pra” e “sotto” il monteche ha diviso, in passa-to (?), il Ticino. Invecele barriere mentali, chesono le più difficili daabbattere, resistono.Anzi quell’oltre, usatoa sproposito, dice che sistanno rafforzando. Enon basterà Alptransit per appianare nel2020 il dosso. Se i neologismi sono figli delproprio tempo e ne rivelano le trippe, sullaparola, “oltrecenerino”, partorita per nobili-tare banali accadimenti, è giusto riflettere.

Perché non sempre andare “oltre” signi-fica progredire. Ma la regressione è garantitaquando si inforcano gli occhiali dell’iperboleche esagerando mistifica la realtà: ci sta an-

dare “oltre” i 2.106 metridel San Gottardo, assaimeno se si scollina a554. Insomma “oltre-cenerino” farebbe ride-re, in un’altra epoca.Preoccupa invece nellastagione in cui gli “ul-tras” della politicasfruttano ogni appiglio,e la stampa è un loro

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Il Ticino ai vertici nazionali per numero di esami diagnostici.

In proporzione agli abitantii dati sono superiori alla media

di oltre il 70 per centoGUENZI ALLE PAGINE 4 e 5

Alla vigilia della votazione

A PAGINA 7

Sui derby non trasmessi in tvinterviene il presidente Corsi

A PAGINA 3

Nella giungladelle badantidove si lavoraad oltranza

“Le Leghe sportiveabbagliate dai soldinon comprendonoil ruolo della Rsi”

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“La riforma Avsrompe il pattofra le generazioni”A PAGINA 16

“Su bilaterali, sanitàlavoro e migrantiecco le mie ricette”SCHIRA ALLE PAGINE 14, 15 e 31

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ECONOMIA

IL FRANCO, L’ITALIA, I DAZI USA di LINO TERLIZZI

Cosa impedisce al franco di attestarsi in queste setti-mane almeno all’1,20 nel cambio con l’euro? Si trat-

ta di un livello che era stato riacciuf-fato nei mesi scorsi, ma poi il franco è tornato ad apprezzarsi ed ora sia-mo attorno all’1,15. I fattori che stanno rendendo difficile un ulte-riore e voluto (dalla Banca naziona-le svizzera e dall’industria d’espor-tazione elvetica) indebolimento del franco sono principalmente due: le tensioni politiche nell’Eurozona, con un epicentro in Italia, e la batta-glia dei dazi innescata dal presiden-te USA Donald Trump. Sono i due elementi che non stanno andando come le previsioni prevalenti aveva-no indicato nei mesi scorsi e le in-certezze ad essi collegate stanno fre-nando le Borse e riportando in auge i beni rifugio o di ancoraggio, tra i quali il franco. Un Governo italiano Lega-5 Stelle era fuori dalle previsioni. Il che po-trebbe anche non essere importan-te, se non fosse per il fatto che il nuo-vo Esecutivo di Roma non può o non vuole rassicurare i partner dell’Eu-rozona sul rispetto o meno degli im-pegni per il risanamento dei conti pubblici ed i mercati sulla sua inten-zione di rimanere o meno in futuro nella moneta unica. Questa tensio-ne con targa italiana si somma na-turalmente alle altre tensioni nell’Eurozona e nell’Unione euro-pea, con Francia e Germania anco-ra una volta impegnate a cercare di mettere un argine. Il risultato è fatto di Borse più incerte, di differenziale (spread) più alto sui titoli pubblici italiani e, appunto, di euro in inde-bolimento. In questo quadro, diven-ta difficile per il franco non apprez-zarsi. Quanto ai dazi USA, molte previsio-ni indicavano che Trump avrebbe fatto la voce grossa ma non avrebbe concretizzato molto. Quello che sta accadendo mostra invece che l’Am-ministrazione Trump sta proceden-do a tutto campo con la sua linea protezionista. Che si tratti di una strategia di fondo o di una tattica per intimorire gli avversari per ora non ha grande importanza, ciò che con-ta è l’incertezza creata dalla batta-glia dei dazi (che c’è) e il rischio di freno ad una crescita economica mondiale che sin qui era stata buo-na. Le Borse risentono anche dell’effetto dazi e una parte degli in-

L’ecumenismo riparte da Ginevra Un successo la storica visita di papa Francesco al Consiglio mondiale delle Chiese Il terreno di intesa tra cristiani si rafforza soprattutto nella pratica della solidarietà

Nell’attesa e storica visita a Ginevra, dove è stato ospite del Consiglio ecume-nico delle Chiese (CEC) prima di celebra-re al Palexpo, nel pomeriggio, una messa davanti a decine di migliaia di cattolici, papa Francesco ha riaffermato la volontà

di camminare insieme alle altre Chiese cristiane «con una meta precisa, l’unità». Una chiara conferma del desiderio del Pontefice di non rallentare il passo sulla strada dell’ecumenismo.

alle pagine 2 e 3

cantone Iniezione da 34 milioni per il turismo ticinese Luce verde dal Gran Consiglio a due crediti quadro per sostenere il turismo ticinese. Costo totale dell’operazione: 34 milioni di fran-chi. Ma ci sono anche criticità.

MARTINELLI a pagina 13

cronaca Svincolo A2 di Sigirino, ecco il progetto generale Deciso passo avanti verso la rea-lizzazione dello svincolo di Sigiri-no. Il progetto generale, elaborato dall’USTRA, è stato inviato ai Co-muni per la consultazione.

ROBBIANI a pagina 15

Pista della Valascia, il primo sì è di Dalpe Dalpe è il primo Comune della media ed alta Leventina a conce-dere la fideiussione per la nuova Valascia. Ora servono altri cinque sì per complessivi 4 milioni.

DEL DON a pagina 18

sport Un fulmine chiamato Ajla e quei 100 m nella storia Mercoledì a Thun, correndo i 100 metri in 11’’29, la ticinese Ajla Del Ponte è diventata la terza sviz-zera più veloce di sempre. Ci ha raccontato le sue emozioni.

LAVEZZO a pagina 29

economia Troppe regolamentazioni pesano sulle banche Il legislatore spesso non pensa al costo delle norme che si riper-cuote anche sui clienti. È quanto rileva in una intervista Gabriele Corte della Banca del Ceresio.

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MEDIA

Alle testate online i proventi del canone Presentata la nuova Legge sui media elettronici. Tra le altre cose, prevede il sostegno con i proventi del canone di chi diffonde contenuti audiovisivi online.

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Fiscalità e imprese: il Ticino arranca Riducendo dal 9% al 6% l’aliquota su-gli utili delle persone giuridiche il Tici-no resterebbe tra i Cantoni meno com-petitivi. Lo dice uno studio della SUPSI. SOLARI a pagina 11

IL CORAGGIO DI LAVORARE IN PERDITA di CARLO SILINI

T ra le molte frasi di ie-ri ce n’è una in parti-colare che spiega sen-za ipocrisie quanto

fosse in realtà delicata e diffi-cile la visita del Papa a Gine-vra. Jorge Mario Bergoglio ha detto, testualmente, che l’ecu-menismo «è una grande im-presa in perdita». Precisando subito, però, che si tratta di una perdita necessaria secon-do l’ottica evangelica. A cosa si riferiva? Qualcuno potrebbe malignamente pen-sare al buco di almeno un mi-lione di franchi che resterà sul-le spalle della Diocesi di Gine-vra, Losanna e Friburgo per coprire i costi della messa al Palexpo. Certo, anche quello è un problema indirettamente legato alla grande giornata ecumenica di ieri e non c’è dubbio che la vicenda aggiun-ga qualche interrogativo ma-teriale circa la necessità di ce-lebrare una messa (cioè un evento destinato ai cattolici) in un contesto che avrebbe con ogni probabilità giustificato la scelta di una grande celebra-zione ecumenica: cattolici, protestanti e ortodossi tutti in-sieme. Ma questa è una pole-mica dalla quale è impossibi-le uscire indenni. Quando, all’inizio del pontificato, il Pa-pa era andato a visitare le isti-tuzioni europee a Strasburgo, i cattolici si erano lamentati proprio del fatto che il Vatica-no non avesse voluto celebrare una messa per loro. Insomma: se la si fa non va bene perché costa, se non la si fa non va be-ne perché non la si fa. Il discorso del Papa, tuttavia, andava ben oltre gli orizzonti finanziari della Chiesa catto-lica svizzera. Era sia politico sia spirituale. Politico perché mettere d’accordo o, se voglia-mo utilizzare le parole del

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IL COMMENTO TITO TETTAMANTI*

Il Mar Mediterraneo e l’immigrazione

C hi come me è molto in avanti negli anni ha molti ricordi. Tra questi un convegno nel luglio del 1992 organizzato dall’IRI

(Istituto per la ricostruzione industria-le), ente che raggruppava le partecipa-zioni statali italiane di allora. Tema: il Mediterraneo ed i rapporti tra le due sponde. Il presidente dell’IRI Franco No-bili, caro amico dai tempi della politica giovanile, mi aveva invitato e pregato di invitare alcuni esponenti dell’economia svizzera. Per farla breve, abbiamo dibattuto du-rante due giorni a Venezia l’ipotesi di creare nel Maghreb, sulla sponda medi-terranea, zone industriali franche. Una soluzione simile a quella degli Stati Uni-ti che hanno al confine del Messico la zo-na «maquiladora», vale a dire la zona

di produzione di beni a basso valore ag-giunto grazie anche al minor costo della vita e quindi a costi unitari più bassi. La soluzione sarebbe servita tra l’altro per combattere la concorrenza asiatica su prodotti manifatturieri per i quali noi europei non eravamo più concorrenzia-li. Grosso modo si proponeva di istituire più zone franche con diverse fabbriche a fianco delle quali si sarebbero dovute or-ganizzare scuole professionali adottan-do il sistema svizzero di formazione duale con l’apprendistato per formare lavoratori qualificati. Attorno si sareb-bero costruite case e le infrastrutture ne-cessarie (comprese le scuole primarie) per le famiglie dei lavoratori. Gli imprenditori non avrebbero chiesto aiuti finanziari o sovvenzioni d’altro ge-nere alla politica. Solo l’intervento nel

campo a loro precluso, vale a dire la col-laborazione per la creazione e concessio-ne delle zone franche e la protezione in-ternazionale in caso di nazionalizzazio-ni, espropri od altri pericoli conseguen-ti a cambi di governo negli Stati africani. Un piano che originava dall’intelligente

segue a pagina 4

* finanziere

È un enigma contro la Serbia Dopo il pari strappato al Brasile, la Svizzera di Shaqiri e Zakaria affronta stasera a Kaliningrad il suo secondo impegno contro la Ser-bia. Quale strategia dovranno adottare i rossocrociati per riuscire a ottenere un risultato positivo che ci terrebbe in corsa per gli ottavi di finale? «Noi dovremo essere noi» sintetizza Antonio Manicone, il vi-ce di Vladimir Petkovic. La partita è un enigma da risolvere. PELIZZARI alle pagine 23, 24, 25, 26 e 27

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