Il primo capitano. Francesco Calì e la Nazionale

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Il 15 maggio 1910 la Nazionale italiana di calcio disputa il primo incontro della sua storia contro la Francia, il suo capitano si chiama Francesco Calì. Questo libro racconta le imprese del terzino siciliano. Nato a Riposto nel 1882, Calì comincia a giocare a calcio in Svizzera, dove era emigrato da bambino con la famiglia. Dopo l'esperienza a Zurigo e Ginevra, la famiglia Calì torna in Italia e il giovane Francesco, detto Franz, gioca prima nel Genoa e poi nell'Andrea Doria. Nel 1910 la convocazione in Nazionale, di cui diventa il capitano. E' un calcio da pionieri, con abbigliamenti artigianali, le trasferte sono organizzate alla meglio con panini al seguito ed errori di percorso. Dopo aver smesso di giocare, Calì resta nel giro della Nazionale, facendo parte della commissione tecnica che decideva la formazione degli azzurri: lo farà per 13 partite, partecipando alle Olimpiadi di Anversa del 1920. Dopo aver chiuso col calcio, Calì diventa a Genova editore di cartoline.

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AntipodeSport

Collana diretta da Giuseppe Bagnati

1IL PRIMO CAPITANO

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Giuseppe Bagnati Gaetano Sconzo

Il primo capitanoFrancesco Calì e la Nazionale

Premessa di Fabio Cannavaro

Prefazione di Matteo Collura

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Giuseppe Bagnati è nato a Palermo il 18 luglio 1950. Giorna-lista, ha lavorato al Giornale di Sicilia, a Telegiornale di Sicilia,a Il Mattino. E' stato vicecaporedattore della redazione romanade La Gazzetta dello Sport. Ha scritto due libri con Vito Maggioe Vincenzo Prestigiacomo: “Il Palermo, una storia di cento anni”e “Il Palermo racconta. Storie confessioni e leggende rosanero".

Gaetano Sconzo è nato a Palermo il 22 aprile 1938. Giornalista,ha lavorato per ‘Telestar’, La Gazzetta del Popolo, Il Giornaledi Calabria e L’Ora . E' stato allenatore di calcio, arbitro e com-missario di pallanuoto, due volte campione siciliano di cicloa-matori. Nel giornalismo, ha vinto i premi Nicolosi-Bentivoglioa Bologna, ‘Mascali’; e Aci e Galatea ad Acireale. Ha scritto unAlmanacco del Calcio,‘Nuoto’,‘Orazio Siino, una vita per losport’,‘Bronte 1943’.

Immagine di copertina: La prima nazionale italiana. Da sinistrain alto e in senso orario: De Simoni, Varisco, Calì, Fossati, Lana,Debernardi, Rizzi, Boiocchi, Cevenini, Trerè, Capello.

Le immagini di questo libro provengono dall'archivio di Giu-seppe Bagnati, tranne quelle indicate diversamente.

Casa Editrice AntipodesVia Toscana, 290144 [email protected]

ISBN: 978-88-96926-00-0

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Nel 1910 accadeva che...

Le pubblicità riportate in questo libro sono datate 1910. È un annoimportante per l’economia e la cultura in Italia. Nel 1909 Tom-maso Marinetti aveva fondato il movimento del futurismo, cheesaltava la guerra come “la sola e unica igiene del mondo” e chein Italia si diffonderà soprattutto col Manifesto dei pittori futuristidel 10 febbraio 1910.In Italia l’analfabetismo tocca il 48,6 per cento (16 milioni di abi-tanti), mentre 10 milioni hanno soltanto la 1 o 2 elementare. Cre-scono i consumi e le importazioni. Nel 1911, secondo le stimedell’epoca, ci sono 1500 milionari, quasi tutti concentrati al nord:nella sola Lombardia sono 450. E nello stesso anno cresce il con-sumo della carne, tanto da importarne anche dall’estero. Ma tiranoanche le esportazioni soprattutto di prodotti agricoli: nel 1910 siesportano 200 mila quintali di formaggio, 5 milioni e mezzo difrutta e verdura. due milioni di ettolitri di vino. La produzioneagricola nel 1910 è di 7 miliardi. Nel 1911 la dichiarazione diguerra alla Turchia per il possesso della Libia, che anticiperà inqualche modo la prima guerra mondiale.

In Sicilia nel 1910 si cerca di trovare una sistemazione adeguatadei profughi superstiti dopo il terremoto di Messina del 1908. Ilmisterioso passaggio della cometa di Halley, allora semiscono-sciuta, terrorizza siciliani, anche perchè fiorirono le immancabilifavole del ‘prossimo terremoto devastante’, della ‘prossima inon-dazione’, della ‘prossima fine del mondo’. Da registrare una mi-cidiale invasione di cavallette nella zona di Terrasini, nelPalermitano, con conseguente distruzione dei prodotti che vi sicoltivavano. C’è anche un’eruzione dell’Etna , che apre nuovi cra-teri a quota 2.500 metri e crea il monte Recupero.

In quell’anno, le Ferrovie realizzano il collegamento marittimofra Palermo e Napoli, con la nave ‘Città di Catania’ con modernimotori a turbina e con la particolare caratteristica di tre fumaioli.

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Il Teatro Massimo di Palermo ospita i Reali in una serata in cui lerappresentanti della nobiltà cittadina sfoggiano abiti che si ade-guano alla inedita moda che prevedeva una gonna diritta, aderente,a vita alta. A Mondello si svolge una applauditissima manifesta-zione aereonatica.

A Paternò, il signor Renna, quando scopre che la moglie Angelaha partorito quattro gemelli (Vittorio, Salvatore, Francesco e Li-berata), commenta:

“E uora chi cci dugnu a manciari?”.

La Sicilia della medicina registra tre momenti importanti: la sco-perta di una cura “che presto porterà a debellare il cancro del-l’uomo” (come scrive il periodico Il Policlinico ) da parte deldottore Gaetano Fichera (Catania 1880-Milazzo 1937), che fu trai fondatori del Cagliari, il primo innesto corneale da parte del chi-rurgo oculista Giuseppe Cirincione (Bagheria 1863-Roma 1929)ed il secondo intervento al cuore in Italia da parte del chirurgo Gae-tano Parlavecchio (Montalbano d’Elicona 1866-Palermo 1933).

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DA RIPOSTO A GENOVA VIA ZURIGO

EMIGRATI PER COLPA DEI PIRATI

Tutto comincia per colpa dei pirati. Il mare nella storia di France-sco Calì, nato a Riposto il 16 agosto 1882, avrà un ruolo decisivo:per un capitano non poteva essere diversamente. La casa in cui ènato a Riposto era prospiciente la località spiaggia delle botti, cosìchiamata perchè da lì veniva imbarcato il vino.

Il suo bisnonno Bruno gestisce, infatti, una fabbrica di botti. Ilnonno Francesco è benestante; commercia in vini, quando ancoraRiposto è borgata della Contea di Mascali e può vantarsi della isti-tuzione nel 1820 della Scuola Nautica che sfornava ufficiali dimarina prima velica e poi a vapore, quindi della realizzazione delporto nel 1840. Il padre Bruno, quando il 17 aprile 1841 il centroottiene l’autonomia amministrativa, si specializza nei commercimarittimi. Ma i Calì, col passare degli anni, registrano un preoc-cupante tracollo finanziario - anche provocato dal sequestro di seivelieri da parte di pirati - per cui Bruno Calì junior nel 1884,quando il piccolo Franz ha appena due anni, decide, suo malgrado,di fare il grave quanto doloroso passo della emigrazione. Graveper gli inevitabili disagi, doloroso come sono tutti gli addii allaterra di origine. Destinazione la terra promessa dell’epoca, la Sviz-zera, per provare ad impiantarvi un commercio di vini e di botti.

A Zurigo il giovane Francesco è presto attratto dal miraggio delgioco del calcio. Inizia l’attività nel Football Club Zurich nel1895, dove militerà anche il fratello Salvatore come jolly di cen-trocampo. Quindi dal 1897 al 1899 Francesco gioca da ala destranel Fortuna Fbc e l’anno dopo nel prestigioso Ginevra. E qui co-minciano a chiamarlo Franz, un nome alternativo che gli rimarràa lungo e che farà sorgere l’equivoco del Calì nato in Svizzera.Siamo all’alba del calcio svizzero: la Association Suisse de Foot-

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La spiaggia delle botti a Riposto (in alto) alla fine del 1800. In

quella zona c’era la casa in cui è nato Calì. In basso: una carto-

lina dei primi del 900 che ritrae via Messina e la chiesa della

Lettera a Riposto con le botti pronte ad essere imbarcate.

(Foto Davide Sturiale)

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ball viene creata nel 1895, ed era stata promossa dal Sankt GallenFussball Club (1879), primo club elvetico di tutti i tempi. Una fe-derazione calcistica, quella svizzera, che non a caso nel 1904 fuuno dei sette membri fondatori della Fifa, Federation InternationalFootball Associations, ospitandola. La sede dell’Uefa, Unione Eu-ropea Football Association, oggi è a Nyon, in Svizzera.

Il calcio diviene presto un motivo di vita per questo ragazzo cheporta nel Dna l’odore delle alghe, lo scrosciare del mare della ri-viera e del porticciolo di Riposto, ma che inevitabilmente non ri-corda nulla del paese natìo. Della cittadina di origine, che era sortasu un borgo originariamente voluto dalla fusione fra le tre comu-nità dei coloni, dei pescatori e dei boscaioli-costruttori; delle tra-versie subite dai progenitori; dei commerci marittimi Franz Calìsente soltanto narrare il padre. Dicono gli eredi genovesi che ilgiovane Francesco viene attratto da un particolare storico di nonpoco conto: durante l’invasione di Giuseppe Garibaldi e dei suoiMille, cinque imbarcazioni di Riposto furono caricate di camicierosse, per aggirare il Messinese opportunamente blindato dalletruppe borboniche, quindi scaricare uomini, armi e mezzi in Ca-labria. Una beffa che le truppe napoletane incassano, quasi inebe-tite.Nel 1900 la svolta. Papà Bruno si lascia affascinare da unaprospettiva accattivante: quella di realizzare a Genova una testadi ponte per i commerci marittimi con la Sicilia, nonchè per lavendita dei pregiati vini di Riposto.

Detto fatto: la famiglia Calì raggiunge la città della Lanterna, in-sediandovisi e subito iniziando l’attività per la quale aveva sba-raccato da Zurigo. Il giovane Franz (che si trasformerà stradafacendo in terzino) ed il fratello Salvatore (che diventerà portiere)non trovano di meglio che presentarsi nella sede del Genoa, aCampetto, per ‘provare’ in maglia biancoblu (erano questi i colorisociali, dopo la casacca bianca iniziale). I fratelli incantano i diri-genti, ma principalmente Franz lascia a bocca aperta il clan ge-noano che, battezzatolo ‘lo svizzero’, non esita a tesserareentrambi i Calì, subito utilizzandoli nelle partite ufficiali.

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L'arrivo del primo Giro d'Italia del 1909, vinto da Luigi

Ganna, all'Arena di Milano in una copertina della Dome-

nica del Corriere di Achille Beltrame. L'anno dopo, nello

stesso stadio, la prima partita della Nazionale. L'ultima

partita di calcio disputata all'Arena è stata Inter- Olympi-

que Lione (7-0, coppa delle Fiere) il 10 dicembre 1958.

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esordirà in azzurro 62 anni dopo, il 13 maggio del 1972 a Bruxellesnello stadio Heysel, diventato tristemente famoso per la strage deitifosi juventini nella finale di coppa Campioni contro il Liverpoolil 29 maggio del 1985. Fabio Capello, quel giorno, è entrato ad ini-zio della ripresa sostituendo Bertini, nella partita dei quarti di finaledel campionato europeo, persa dall’Italia contro il Belgio (2-1).Domenico Capello giocherà in Nazionale soltanto le prime duepartite, proprio come Calì.

Ma c’è anche “l’altro calcio”. Nei giorni precedenti la partita diMilano, a Palermo, il 13 e 14 maggio, si svolge un torneo a cinquesquadre (Palermo, Audax Palermo, Naples, Società PodisticaLazio e Messina). Vince il Palermo che supera in finale la Lazio.

La Gazzetta dello Sport presenta Italia-Francia in prima paginavenerdì 13 maggio. L’apertura è dedicata alla seconda edizionedel Giro d’Italia, che prenderà il via il 18, la Nazionale ha un titolodi spalla:

- I grandi matches di football -

La squadra nazionale d’Italia

contro

La squadra nazionale di Francia

Poi le foto degli undici italiani, ciascuno in un tondino, l’articoloe a piede di pagina la foto della nazionale francese.

L’articolo inizia così:

<Eccoci alla grande giornata: Domenica all’Arena che fu il teatrodei più grandi avvenimenti calcistici che si siano avuti nel nostroPaese, l’Italia consacrerà la sua entrata nelle competizioni Inter-nazionali col primo grande incontro ufficiale Italo-Francese>

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Ed ecco il pronostico, che in realtà è un augurio. Gli sportsmenitaliani, così la Gazzetta chiama i tifosi,

<aspettano con trepidazione questo incontro augurandosi chel’Italia possa confermarsi con una buona vittoria>

Prudenza e speranza caratterizzano il resto dell’articolo: è laprima volta che l’Italia scende in campo contro una:

<nazione straniera rotta alle grandi competizioni internazio-nali>,

<sarebbe forse troppo pretendere un successo....ma la nostra na-zione ultima venuta nello sport del foot-ball, non è da meno dellealtre consorelle>

Infine, dopo un saluto ai francesi e l’augurio che ci sia bel tempo,la notizia: tifosi di altre città <arriveranno in folla a Milano>

Il Corriere della Sera, nell’edizione del 15 maggio, giorno del-l’incontro , ne dà notizia a pagina 4 sotto la testatina Corrieresportivo . Il titolo è :

Football

Italia contro Francia

L’incontro delle due nazionali a Milano

Nell’articolo anche il Corriere non si sbilancia in previsioni:

<Chi vincerà oggi? Diciamo subito che ogni pronostico si pre-senta arrischiato, ma constatiamo che questa volta non è il casodi escludere a priori una vittoria italiana>

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La pagina dello Sport illustrato e la guerra del luglio 1916 de-

dicata a Virgilio Fossati, caduto nella prima guerra mondiale.

Tenente di fanteria della Brigata Cuneo. Fossati, centrocampi-

sta e primo capitano dell'Inter con cui vincerà lo scudetto del

1910, ha giocato le prime due partite della Nazionale con Calì.

Nella trasferta a Budapest sarà costretto a giocare con le scarpe

da passeggio perchè aveva smarrito quelle di gioco. Saranno do-

dici le presenze con l'Italia anche con Calì commissario tecnico.

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un difensore francese) che fissa il risultato sul 6-2.

La Gazzetta dello Sport a pagina 5 dell’edizione del 16 maggiofornisce un ampio resoconto dell’avvenimento.

Titolando così in apertura di pagina:

- I grandi matches di football -

La squadra nazionale italiana batte la francese con 6 a 2

Il passo dell’uscio

Il servizio è articolato in tre parti: un commento iniziale in cor-sivo, poi a seguire la cronaca della partita sotto il titoletto ILMATCH e infine le fasi più importanti minuto per minuto, in cuinon veniva segnalato il minuto di gioco ma l’orario (titoletto: Ilmatch cronometrato), manca però il tabellino della partita.

Il Corriere della Sera invece riporta il servizio a pagina 4 con untitolo medio alto, sotto la cronaca di corse al trotto.

Francesco Calì con la maglia dell'An-

drea Doria in una fotocartolina edita

dallo stesso calciatore. (Archivio Sconzo)

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vanti nelle giovanili della Sampdoria; ma due gravi infortuni adentrambi i ginocchi, il diploma e la possibilità di un immediatoimbarco... già a diciannove anni lo spingono verso altri lidi.

“...e quanti lidi! Posso vantarmi che, per lavoro, ho visitato ven-tuno volte New York ed ho messo piede in quarantacinque statidifferenti...”, dice sorridendo l’interessato.

A Riposto la spiaggia delle botti, dove si trovava la casa di Calì,non c’è più. La zona è stata urbanizzata e piazza del Commerciocorrisponde all’ex tratto di spiaggia. Le botti, allora, venivanoriempite sulla spiaggia e, in mancanza di un porto, restavano inattesa che le navi mercantili giungessero in rada, gettandovi leancore. A quel punto, le botti venivano legate con cappi di no-dose corde e trascinate da un pontone a remi sin sotto la chigliadelle navi.

Quindi, imbracate in grosse reti, erano issate a bordo con potentiargani e da lì depositate nelle stive.

La famiglia di Calì ha poi vissuto in via Archimede.

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Un'immagine di via Archi-

mede a Riposto dove ha vis-

suto la famiglia Calì ed in alto

la targa della via di Riposto

dedicata a Calì. (Foto Sconzo)

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La paternità anagrafica di Francesco Calì aveva fatto sorgere uncontenzioso tra Giarre e Riposto, che rivendicavano entrambe diaver dato i natali al primo capitano della Nazionale. Probabil-mente tutto era nato dal fatto che Giarre e Riposto erano stateunificate in unica cittadina, Jonia, durante il fascismo. Durò sol-tanto dal 1939 (data del Regio Decreto) al 1942, quando le po-lemiche sorte tra i due comuni consigliarono di tornare alleorigini: Riposto e Giarre ripresero il loro posto nella carta geo-grafica. Giarre accampava la contemporanea nascita di un Fran-cesco Calì a San Giovanni Montebello, morto a Roma in altradata e mai entrato in un campo di calcio. Riposto ribatteva: il ca-pitano della Nazionale è nato qui, anche se tracce all’ufficiodell’anagrafe del comune non sono state trovate. Ma hanno pre-valso testimonanianze di eredi e discendenti.

Quando Francesco Calì muore nel 1949, la Federcalcio di alloranon invia né una corona né un telegramma alla famiglia. Sessan-tanni dopo, Sandro Morgana, presidente del comitato sicilianodella Federcalcio, il 15 maggio 2009, si fa promotore di una ma-nifestazione che apre l’anno del centenario della prima partitadella Nazionale. A Riposto, accolto dal sindaco Spitaleri, il pre-sidente della Figc Giancarlo Abete porta in Sicilia la Coppa delMondo e rende omaggio a Francesco Calì, primo capitano.

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Due momenti della cerimonia del 15 maggio 2009 a Riposto

che ha aperto il Centenario della Nazionale di calcio. In alto:

l'ex azzurro Pietro Anastasi che parla al microfono. Lo affian-

cano da sinistra il Sindaco Carmelo Spitaleri, il presidente re-

gionale della Figc Sandro Morgana e l'assessore provinciale

Pippo Pagano. In basso Giancarlo Abete consegna al sindaco

Spitaleri la maglia azzurra col numero 3 con la scritta Calì.

Sulla destra Sandro Morgana. (foto Davide Sturiale)

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