Il primo anno di Pontificato di Papa Francesco · CCp n. 10342889 intestato a “Comunità nuova”...

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All’interno Quanto è difficile educare e trasmettere la fede p.3 Il Beato Nicola Saggio dell’Ordine dei Minimi presto Santo p.9 Il prezioso sussidio della Via Crucis scritto dall’Arcivescovo Bertolone p.10 NOTA pASTORAlE DEllA CEC Sostenere i presbiteri in una Chiesa “povera per i poveri” p.11 Periodico dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro - Squillace Fondato nel 1982 DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via dell’Arcivescovado, 13 - Tel. 0961.721333 - 88100 Catanzaro Spedizione in a.p.Tabella C Autorizzazione DCO/DC CZ/063/2003 Valida dal 11/02/2003 15 MARZO - ANNO XXXIII N. 5 Il primo anno di Pontificato di Papa Francesco servizi a p. 8 Dialoghi con la Polis: uno stile di impegno Una serata culturale con Sua Eminenza il Cardinale Angelo Amato e il professore Ulderico Parente servizio nelle pp. 4 e 5 La Chiesa in lutto per la tragica morte di Padre Lazzaro Longobardi Il Presidente della CEC, Mons. Salvatore Nunnari: “Il Signore tocchi i cuori e non sco- raggi quanti continue- ranno a servire i poveri e gli ultimi". Mons. Bertolone, già Vescovo di Cassano allo Ionio: “Solo i co- raggiosi sanno perdo- nare”. servizi nelle pp. 6 e 7

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All’internoQuanto è difficile educare

e trasmettere la fedep.3

Il Beato Nicola Saggio dell’Ordine dei Minimi

presto Santop.9

Il prezioso sussidio della Via Crucis

scritto dall’ArcivescovoBertolone

p.10

NOTA pASTORAlE DEllA CEC Sostenere i presbiteri

in una Chiesa“povera per i poveri”

p.11

Periodico dell’Arcidiocesi Metropolitanadi Catanzaro - Squillace

Fondato nel 1982

DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via dell’Arcivescovado, 13 - Tel. 0961.721333 - 88100 CatanzaroSpedizione in a.p.Tabella C Autorizzazione DCO/DC CZ/063/2003 Valida dal 11/02/2003 15 MARZO - ANNO XXXIII N. 5

Il primo anno di Pontificato

di PapaFrancesco

servizi a p. 8

Dialoghi con la Polis: uno stile di impegno

Una serata culturale con Sua Eminenza

il Cardinale Angelo Amato e il professore Ulderico Parente

servizio nelle pp. 4 e 5

La Chiesa in lutto per la tragica mortedi Padre Lazzaro

Longobardi Il Presidente della

CEC, Mons. SalvatoreNunnari: “Il Signoretocchi i cuori e non sco-raggi quanti continue-ranno a servire i poverie gli ultimi".

Mons. Bertolone, giàVescovo di Cassanoallo Ionio: “Solo i co-raggiosi sanno perdo-nare”.

servizi nelle pp. 6 e 7

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215 marzo 2014

ApERTuRA

L’agenda del Vescovo

ABBONAMENTO CCp n. 10342889

intestato a “Comunità nuova”€ 25,00 per l’Italia

€ 40,00 per l’estero

Direttore Resposabile:Mons. Raffaele Facciolo

Redazione: Francesco Candia (Amministratore)

Michele Fontana • Giovanni ScarpinoMarcello Lavecchia • Fabrizio Marano

Valeria Nisticò • Rita DoriaSaverio Candelieri • Anna Rotundo

Editore e RedazioneARCIDIOCESI METROpOlITANA

DI CATANZARO-SQuIllACEVia Arcivescovado, 13 88100 - Catanzaro

tel. 0961.721333e-mail: [email protected]

Iscritto al n. 2/1982 del Registro della Stampa del Tribunale

di Catanzaro il 16 gennaio 1982.

ISSN: 2039-5132www.diocesicatanzarosquillace.it

Periodico dell’Arcidiocesi Metropolitanadi Catanzaro - Squillace

Fondato nel 1982

LE TRE VIE

Un trittico spirituale peril cammino verso laPasqua.

Sono le tre vie che l’Arcive-scovo Bertolone indica ai suoidiocesani per un percorso medi-tativo e operativo: la via dellacroce, della luce, della misericor-dia. Direi una “strada a tre corsie”per un simultaneo viaggio percontemplare la sofferenza, ammi-rare la luce e agire nelle opere dimisericordia.

Un “unicum” che associa intel-ligenza e volontà: le idee per ap-profondire il mistero dellasalvezza e la volontà operativaper stendere le mani verso i biso-gni della gente.

Un triplice orientamento divita, una triplice dimensionedelle nostre mani: mani alzate percontemplare, mani aperte per ac-cogliere, mani protese a terra peroperare: in quest’ultimo gesto c’èl’agenda del “un euro per un boc-cone”.

I contenuti del libretto sonofonti salutari e preziose: la paroladi Dio e schegge di pensierotratte dalla sua lettera pastorale adagli scritti del beato Cusmano.Uno strumento agile nella vestetopografica, con un modulo orga-nizzativo che coniuga tradizionisuggestive nei canti quaresimali eriflessioni quanto mai rispon-denti alle attese del mondo dioggi che ha fame e sete del Ri-sorto per una propria risurre-zione.

Che da tutti si faccia questo bel-lissimo tracciato!

Raffaele Facciolo

ARCIDIOCESI METROPOLITANADI CATANZARO - SQUILLACE

Sala delle Culture “E. Calderazzo”Palazzo della Provincia di Catanzaro(P.zza L. Rossi - Catanzaro) Ore 17.45

11 aprile - Comunicare4. Rendere ragione della propria Speranza. Impe-gno politico e comunicazione pubblica tra nuove tecnologie ed emergenza educativa.Marco TARQUINIOMatteo COSENZA

Prossimoappuntamento:

MARZO17  Convegno Rotary con Viscomi e il procura-

tore Le Donne su “Chiesa e Mafia”18 ore 14.30 Benedizione locali CISL

ore18 -  Squillace Lido, S. Messa e inizioMissione Popolare

19 ore 17 Vallefiorita - Consacrazione nuovoaltare

21 Via Crucis Catanzaro Lido22 Zagarise, partecipa al Convegno organiz-

zato in onore del procuratore Le Donneore 18 Seminario San Pio X, Inaugura Mo-stra “I misteri del dolore”

23 Chiesa Cattedrale, S. Messa con l’OpusDei

25 Soverato, partecipa al Convegno sul“Gioco d’Azardo”ore 17.30 - Parrocchia “S. Antonio” Ordi-nazione Diaconale

27 Catanzaro, Scuola “CHIMIRRI” S. Messaore 18 Provincia, incontro Famiglia

28 Via Crucis Cropani31 Catanzaro ore 11 Basilica dell’Immacolata,

S. Messa interforzeore 16 Istituto Teologico Calabro “S. PioX”, interviene al Convegno “Vivarium”

ApRIlE2 Palermo Partecipa al Seminario di studi

Graviniano “L’impenetrabile decreto del-l’Altissimo – il Principe Palagonia alla ri-cerca del vero legame dell’amore”

3 ore 18 Provincia, incontro Famiglia4 Catanzaro, Sala Consiliare partecipa al

convegno sui Minoriore 17 Serra San Bruno, presiede la Via

Crucis della zona pastorale Sud5 Satriano Marina, parrocchia madonna

della Pace, amministra il Sacramento dellaConfermazione

7-9 Catanzaro, partecipa ai lavori della Confe-renza Episcopale Calabra

9 Catanzaro ore 11.30 - S. Messa pressoL’Ospedale Ciaccio

10 Catanzaro ore 11.30 S. Messa pressoOspedale Pugliese

10 Badolato Marina, Inaugurazione della ViaCrucis

11 Incontro della Polis con dott. Tarquinio edott. CosenzaCatanzaro, Tribunale, S. Messa

13 Chiesa Cattedrale, Domenica delle Palme14 Catanzaro, ore 10,00 S. messa presso

l’Istituto Penitenziario di SianoOre 11.30 Catanzaro, S. Messa pressol’Istituto Penitenziario Minorile

16 Chiesa Cattedrale, S. Messa Crismale17 Chiesa Cattedrale, S. Messa in Coena Do-

mini18 Chiesa Cattedrale, Liturgia del Venerdi

Santo19 Catanzaro, Chiesa Cattedrale Veglia Pa-

squale20  Squillace, Concattedrale, Solenne Pontifi-

cale di Pasqua21-26 Partecipa al Pellegrinaggio in Terra

Santa27 Roma, Partecipa alla Canonizzazione di

Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II30 Catanzaro, parrocchia Mater Domini, Am-

ministra Sacramento della Conferma-zione  

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315 marzo 2014

CulTuRA

In uno dei suoi Discorsi, precisa-mente il 185, sant’Agostino scri-veva: Expergiscere, homo: quia

pro te Deus factus est homo (“Svegliati,uomo perché per te Dio si è fattouomo”). Con questo invito, piuttostoperentorio il vescovo additava ai fedelila strada per arrivare alla comprensionedel senso autentico dell’incarnazione diDio.

A quanto scrive don Armando Mat-teo, da circa settant’anni si sono pur-troppo verificati alcuni fattori negativiche tutti ormai conosciamo a menadito:la società occidentale rischia di esseresoffocata nel vortice dell’effimero e del-l’utile verso il quale l’hanno trascinatauna serie impressionante di “ismi” (ni-chilismo, edonismo, materialismo). Traquesti intoppi di percorso e difficoltàsul piano della trasmissione della fede,l’autore sottopone a un focus partico-lare due fenomeni strettamente corre-lati: l’ormai evidente difficoltà dieducare le nuove generazioni e l’ogget-tivo disagio degli adulti a svolgere que-sto delicato e cruciale compito. È unacomplicazione, questa, che ha radicilunghe. Già nel concilio Vaticano II ipadri avevano ravvisato, in armoniacon Paolo VI, l’urgenza di dedicarsi inmodo specifico al tema dell’antropolo-gia, al bisogno di interrogarsi sul rap-porto tra la Chiesa e la fede da un lato,e l’uomo e il mondo di oggi dall’altro.Quella pre e quella postconciliare è indefinitiva la medesima Chiesa: una,santa, cattolica e apostolica in cam-mino. E allora? Dove sta l’inciampo,dove l’aporia? Don Armando Matteo,come dicevo, ha puntato il dito su unacarenza davvero originale, nel senso diimpossibilità di confronto con elementiomologhi: per lui siamo in presenza diuna generazione (quella nata tra lametà degli anni Quaranta e Sessanta) dicinquantenni–settantenni che non sonomai diventati adulti, si sono “bloccati”(il vocabolo è dell’autore), come inchio-dati da una sindrome “giovanilistica”(anche questo aggettivo è suo) che ina-bilita centinaia di migliaia di adulti-nonadulti alla traditio di princìpi e valori achi veniva dopo in ordine di tempo:figli, alunni, giovani avviati al lavoro,alla vita. Il risultato, è ovviamente, di-

sperante. Nella sua prima allocuzionealla diocesi romana Papa Ratzingerdisse chiaro e tondo che le emergenzeda affrontare erano tante e serie, ma laprima era quella educativa. Né il Pon-tefice (nel 2005, ma anche successiva-mente), né altri specialisti hannoignorato le difficoltà intrinseche delprocesso educativo, il quale si realizzafondamentalmente tra trasmissione epersonalizzazione e il suo impegno dibase è evitare che la trasmissione delmessaggio si risolva in un semplice in-dottrinamento e invece aiuti a promuo-vere la capacità di apprendere da sé,

liberamente ed autonomamente. E inoltre sono fondamentali sia la va-

lidità della proposta sia l’autorevolezzadell’educatore. Ma proprio qui nasce latautologia, purtroppo.

Storicamente parlando, partendo dal-l’enciclica di Pio XI Divini ilius magistrisull’educazione dei giovani (1929), ilmagistero non ha mai trascurato questocruciale ambito dell’apostolato di evan-gelizzazione proprio dei laici. Per esem-pio, nella Costituzione dogmaticaLumen gentium del 1965 (16) e nel De-creto sull’apostolato dei laici Apostoli-cam actuositatem, del 1966 (n. 11), edanche nell’esortazione apostolica Evan-gelii nuntiandi del 1975, dove al n. 73Paolo VI scrive: «Per tutti gli operai del-l’evangelizzazione è necessaria unaseria preparazione. Lo è ancor di più

per coloro che si dedicano al ministerodella Parola. […] Quelli che hanno ilcompito di trasmettere devono manife-stare la più grande attenzione alla di-gnità…».

In tempi recentissimi, la Conferenzaepiscopale italiana ha segnalato conviva preoccupazione che «i giovani sitrovano spesso a confronto con figureadulte demotivate e poco autorevoli, in-capaci di testimoniare ragioni di vitache suscitino amore e dedizione» (Edu-care alla vita buona del Vangelo, 2010,12). A questo quadro abbastanza gravee sconsolante, don Matteo aggiungel’«aggravante» del complesso del gio-vane, che Sigmund Freud un secolo faidentificava con il narcisismo, che nonè cosa da poco, giacché stiamo parlandodi un’anomalia del comportamento ses-suale, che nei casi «più comuni e menoaccentuati, (per esempio l’immaturità),resta pur sempre una devianza psico-tica che conduce sovente ad effetti di derealizzazione». L’autore, è vero, ha evi-tato perfino di adombrarlo, ma in com-penso si è affidato, per quantificarne lanegatività, ai dati di due ricerche socio-logiche: la prima, del 1981, della rivista«Il Regno»; la seconda è quella condotta(2010) dall’Istituto Iard, su commis-sione della diocesi di Novara, Centro diOrientamento pastorale. Sintetizza l’au-tore che la religione resta «nell’ambitodi una più generale aspirazione alla spi-ritualità, ma perde la forza di elementodi costruzione dell’identità personale».

I giovani rimproverano molte carenzeai formatori, segnatamente ai religiosi,che in generale diffondono di sé un’im-magine poco evangelica, aggravata dauno stile di vita non improntato alla so-brietà e alla povertà. Una Chiesa nellaquale restano disattesi i “tre consigli”suggeriti dal cardinale Carlo MariaMartini in limine mortis: «Il primo è laconversione […]; il secondo è la Paroladi Dio; […] il terzo è rappresentato daisacramenti».

Il libro si conclude con l’auspicio chei credenti trovino il coraggio di interro-garsi sulla qualità umana della propriafede. Insomma, un testo interessante,documentato e coraggioso, che merita,perciò di essere letto e meditato.

X Vincenzo Bertolone

QUANTO È DIFFICILE EDUCARE E TRASMETTERE LA FEDELa società occidentale rischia di essere soffocata nel vortice dell’effimero

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ATTuAlITà

Nella Sala delle Culture del Palazzo della Provincia

Dialoghi con la polis: uno stile di impegnoIncontro con il card. Angelo Amato e con il prof. Ulderico Parente

sui più autentici testimoni del Vangelo nella vita politica

Si è svolto nel pomeriggio di gio-vedì 6 marzo alla Sala delle Cul-ture del Palazzo della Provincia

di Catanzaro il secondo incontro delciclo dei “Dialoghi con la polis”, orga-nizzato dall’Arcidiocesi e curato da donSalvino Cognetti, responsabile dellaScuola diocesana di formazione socio-politica. Al centro di questo secondoappuntamento socio-culturale, mode-rato dal prof. Antonio Viscomi, docentedi Diritto del Lavoro all’UMG, è statolo stile profetico di un impegno politicoconcepito come via per la santità e rea-lizzato con coerenza e passione, in di-versi luoghi e periodi storici, da vari everi testimoni del Vangelo dotati di “uncuore che vede” oltre il presente eorientati verso il bene ditutta la collettività.

L’argomento specifico del-l’incontro – “Un cuore chevede. Impegno politico e te-stimoni profetici: la politicacome via per la santità” – èstato approfondito con laqualificata partecipazionedel card. Angelo Amato, pre-fetto della Congregazioneper le Cause dei Santi, e delprof. Ulderico Parente. Ilprimo si è soffermato sullalimpida figura di TommasoMoro, cancelliere del re En-rico VIII d’Inghilterra, uccisonel 1535 per la sua coerentefedeltà al Vangelo piuttosto che al re escelto nel 1935 come santo patrono deipolitici cristiani; il secondo ha riper-corso la storia dell’impegno politico diGiorgio La Pira (1904-1977).

Nell’intervento introduttivo don Sal-vino Cognetti ha sottolineato il valoredella politica come via per il raggiungi-mento della santità: l’impegno per lacittà dell’uomo, infatti, espresso conuna coscienza ben formata e informata,con coerenza, trasparenza, rigore mo-rale e piena maturità personale, senzaalcun estremismo esasperato, può cer-tamente contribuire in modo efficacealla promozione dei valori umani e aldiscernimento del disegno di Dio nellarealtà presente, personale e sociale;

questo impegno richiede una grande fi-ducia nella ragione ma anche la pienaconsapevolezza della fragilità dell’in-telligenza umana e una certa aperturaalla dimensione trascendente, perchéesso non diventi un idolo di cui l’uomopuò rimanere schiavo; non è infatti lapolitica l’unico fattore determinantedella liberazione integrale dell’uomo,ma piuttosto un veicolo di trasmissioneche concorre a realizzarla nella dimen-sione storica.

Il primo concetto messo in risalto dalcard. Angelo Amato è la vocazione uni-versale alla santità, come perfezionenella carità, che fa parte del preziosopatrimonio ereditato dai Padri del Con-cilio Vaticano II: la santità non è relativa

allo stato di vita (sacerdotale, monacale,celibatario o verginale) ma è possibilead ogni persona che percorra il suocammino terreno nella fedeltà a Cristo enella coerenza al Vangelo, nello spiritodel dono di sé fino al sacrificio, testi-moniando a tutti ogni giorno la gioia ela fraternità cristiana da cui si lasciaabitare. Quindi, sebbene quest’afferma-zione sembri oggi antitetica e parados-sale, la santità è possibile anche aipolitici, ritenuti dai più non solo ricchie potenti ma anche ladri, bugiardi, di-sonesti e inaffidabili, molto distantidalla sensibilità della gente comune chefatica ad affrontare i propri problemiquotidiani. Come e forse più di altrilaici impegnati nelle realtà temporali,

essi sono esposti alle tentazioni dell’usoarbitrario del potere e della manipola-zione della verità e pertanto sono ber-sagli dell’adulazione o dell’aggressivitàpopolare più o meno giustificata e nondell’immediata attenzione e dell’umanasimpatia degli altri cittadini, che invecetributano ai santi ammirazione e imita-zione, quali benefattori dell’umanità,capaci di rendere più umano il tenoredi vita della società terrena.

Seppure poco evidenti sui vari libri distoria e sulle pagine dei giornali, nonmancano però tra i politici del passato,remoto e recente, coloro che, in confor-mità al Vangelo, hanno saputo attri-buire al potere e all’autorità a lorodisposizione il giusto e nobile signifi-

cato di “servizio”,hanno saputo servirelealmente il propriopopolo, piuttosto cheservirsene o farsi ser-vire, e hanno messo algiusto posto di prio-rità i destinatari nellascala della propria fe-deltà: prima Dio e lapropria retta co-scienza, poi le leggi ele autorità dello Stato,quindi tutto il resto.Di sicuro essi hannocomunque dato il pri-mato alla giustizia ealla carità.

Testimone esemplare di questa coe-renza al Vangelo nella gestione degli af-fari collettivi fu Tommaso Moro(1475-1535), avvocato, segretario e poicancelliere del re d’Inghilterra EnricoVIII. Per la sua ferma opposizione algiuramento di fedeltà al re dopo il suodivorzio da Caterina d’Aragona e l’as-sunzione del ruolo di capo della Chiesaanglicana egli fu condannato a morte edecapitato il 7 luglio 1535.

Nel 1935 Tommaso Moro fu giusta-mente proclamato santo e celeste pro-tettore dei politici e governanti ma lasua serena e convinta testimonianza diCristo, giunta fino al martirio e alla san-tità, non fu frutto occasionale di im-provvisazione: risposatosi dopo la

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ATTuAlITà

morte della sua prima moglie, egli tra-scorreva molto tempo nella preghiera enello studio, non disdegnava di cantarein chiesa e di partecipare ai pellegri-naggi penitenziali ai santuari londinesi;dotato di un grande senso di equità, di-fendeva gratuitamente in tribunale lecause dei poveri, delle vedove e deglianziani e nella società i diritti dei gio-vani e delle famiglie; umile, sereno egioviale, era fedele alle autorità e allagiustizia; non era un dissidente ma con-cepiva il governo come esercizio divirtù ed era fermamente convinto del-l’indissolubilità del matrimonio; qualetestimone della voce di Dio nella co-scienza dell’uomo, sapeva tradurre lafede in progetti operativi di carità poli-tica.

Oltre alla figura esemplare di Tom-maso Moro, che può essere orientativaper ogni politico cristiano, il cardinaleAmato ha segnalato all’attenzione deinumerosi presenti anche altri perso-naggi, compresi re e regine, che in variperiodi storici si sono distinti per la loroeroica fedeltà al Vangelo associata ad unconcreto impegno per lo sviluppoumano della città terrena.

Meritano un doveroso e grato ricordo:- Ildegard Burian, dottoressa ebrea au-

striaca, presidente dell’associazione dellelavoratrici domiciliari, che dedicò il suoimpegno alle ragazze traviate, ai bam-bini psicopatici e ai borghesi impoveriti;

- la Regina Maria Cristina di Savoia(1812-1836, figlia di Vittorio Emanuele esposa di Ferdinando di Borbone, mortanel dare alla luce Francesco II e beatifi-cata nello scorso mese di gennaio 2014),la quale manifestò la sua grande nobiltàd’animo nelle caserme militari e nellebotteghe degli artigiani;

- la marchesa di Barolo, che operòsenza posa per il miglioramento dellegravi condizioni delle carceri e per ilreinserimento sociale dei detenuti;

- il Re Carlo d’Asburgo, Giuseppe To-niolo, Lazzati, Sturzo, Necchi, S. Gio-vanni Bosco;

- il ven. don Antonio Palladino, pro-motore della cultura dell’incontro per larisoluzione pratica dei problemi concretia Cerignola (FG) in un periodo di acca-niti scontri frontali fra imprenditori e sin-dacati.

Tutti appassionati del bene dell’Italia,mossi dal senso del giusto, del vero e delbello, essi hanno dimostrato con fatticoncreti che il Vangelo non è un ele-mento di disturbo per la vita di un po-polo ma costituisce piuttosto, setestimoniato in modo fedele, credibile ecoerente, un benefico catalizzatore dienergie sane e vitali.

Il prof. Ulderico Parente ha focalizzatol’attenzione sulla figura di Giorgio LaPira (1904-1977), espressione del terre-moto sociale scatenato nel mondo del la-voro da Papa Leone XIII, che avevasollevato la grave questione morale sulgiusto salario dei lavoratori, e dalla re-cente nascita della Dottrina Sociale dellaChiesa. Era urgente, allora come oggi,che i cristiani uscissero dalle sacrestie edoffrissero il loro contributo concreto perla risoluzione dei problemi sociali,agendo in modo da rendere anche la po-litica una via di santità, quale fu ancheper Benigno Zaccagnini.

Dopo aver citato le abbondanti fonti diriferimento (40.000 lettere), il relatore hadelineato il percorso di vita di Giorgio LaPira, articolato in tre tappe fondamentali:la tappa messinese (1904-’27), caratteriz-zata dall’influenza dello zio ateo, mas-

sone e anticlericale, fino a quando nel1924 ritrovò la fede e ne fu pienamentefelice; la tappa fiorentina (1927-’39), ca-ratterizzata dagli studi universitari di Di-ritto Romano, dagli studi su S. Tommasod’Aquino e dal profondo radicamentonella vita ecclesiale fiorentina, in un au-stero stile di vita monastica connotato daintensa spiritualità eucaristica, carità efrugalità; la tappa romana (1939-’77), ca-ratterizzata dall’impegno politico nazio-nale fondato sulla centralità dellapersona umana, prioritaria rispetto alloStato, sull’opposizione al fascismo e sullacoraggiosa difesa degli ebrei. Dopo l’ele-zione all’Assemblea Costituente e al Par-lamento, egli fu sottosegretario al Lavoro(ministro Fanfani) e poi sindaco di Fi-renze dal 1951 al 1965. Il suo impegnopolitico fu sempre associato ad un quoti-diano e impegno religioso, mai nascostoma nemmeno fideistico, che lo portava aleggere i segni dei tempi al di là dell’ap-parenza. Non approfittava mai del suoruolo di potere per trarne vantaggi per-sonali o familiari, mentre stava sempreattento alle buone notizie, ai poveri e agliultimi. Non fu immune da accuse e ac-cese contestazioni, anche all’internodella DC, anche da parte di Sturzo, mafu sempre avverso ad ogni forma di ini-quità, anche se coperta dalla legge.

Dal suo stile anche i politici dei nostrigiorni possono trarre orientamento perun impegno più proficuo: esso era carat-terizzato da fede, contemplazione, con-cretezza e distacco, elementi validiancora oggi.

In conclusione l’Arcivescovo mons.Bertolone ha sollecitato tutti i presenti asuperare il fatalismo e la rassegnazionepermanente, la pigrizia, la paura e l’in-differenza, che non si addicono ai fedelicristiani: tutti siamo chiamati ad elevarelo sguardo oltre gli angusti confini delpresente e a progettare e realizzare in-sieme un vero cambiamento, come sale,luce, lievito e fermento. Bisogna cresceretutti insieme nella speranza (che non sipuò commissariare), nell’impegno, nelladeterminazione e nella passione civile.La fede cristiana ci può aiutare in questo,perché non è un’astrazione né una cele-brazione rituale vuota ma è vita pienavissuta da chi lascia entrare in sé il Ri-sorto, il Redentore; il nostro impegnosarà efficace se noi sapremo essere cre-denti, coerenti e credibili.

Guido Mauro

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ATTuAlITà

«Solo i coraggiosisanno perdonare.Un vigliacco non perdona

mai, non è nella sua natura».Vigliacco certo non era padre Lazzaro

Longobardi, il sacerdote redentorista uc-ciso a Sibari da uno dei tanti poveri, de-relitti, ultimi, per aiutare i quali avevavotato l’intera esistenza. E come scrive loscrittore Laurence Sterne, avrebbe perdo-nato anche il suo assassino, poiché riccodel coraggio della fede, che in vita gliaveva dato la forza di stare dalla parte deideboli e degli emarginati, in silenzio macon dignità, sfidando e vincendo le diffi-denze anche di molti cattolici della do-menica.

Ho conosciuto padre Longobardi, peressere stato suo vescovo nel periodo delmio ministero episcopale a Cassano. Perlui il Vangelo erano i giovani, gli emargi-nati, i derelitti, in particolare i migrantiche nei campi della piana di Sibari ven-gono sfruttati come manodopera a bassocosto. A loro apriva il cuore e la casa.Qualcuno, purtroppo, ne ha approfittato.Ma il sacerdote, anche di fronte alle mi-nacce ricevute negli ultimi giorni, non s’èpiegato. Ed a chi lo vessava ha dedicatol’ultimo gesto d’amore, tenendolo lontanodal carcere, convinto che la forza del dia-logo e della Parola, come sempre, avrebbealla fine avuto la meglio, perché il benetrionfa sul male. Però è stato ucciso. Il suoesempio s’impone con forza nel tempospeciale che stiamo vivendo, la Quare-sima, tempo di conversione. La Chiesa ciricorda che «siamo in questo mondo manon siamo di questo mondo». Ci invita ariprendere le forze per camminare ancora

lungo le strade strette e polverose, per isentieri tortuosi e impervi che portanoalla Pasqua. Camminare, sovente, controcorrente. Morire per i poveri, per genero-sità, da sacerdote, persino in Calabria, chenon è solo terra di ’ndrangheta, malaffare,scandali e cattiva politica, ma anche pal-coscenico di storie di impegno solidale egeneroso.

Quaresima vuol dire che sperare controsperanza è possibile se si è docili al soffiodello Spirito, che sussurra un nome, in-dica una via, infonde nuova energia. Vi-vere il Vangelo significa scontrarsi con chiincarna con la violenza, lo sfruttamento,il male, il crimine. Non sempre è facile,come rammenta in ogni occasione papaFrancesco, col suo invito ad essere e a di-ventare sempre più una Chiesa dellastrada che fa, opera, testimonia, conti-nuando a tenere aperto con il cuore leporte. Per riuscirvi serve l’umiltà, soprat-tutto di ammettere una grande verità:tutto è dono, tutto è grazia.

Certo, impressiona - e non poco - la ve-locità con la quale si precipita verso gliabissi più profondi dell’anima umana, nelcui baratro si perdono le ragioni dellostare insieme e della stessa vita. È nel buiodi quel vuoto che chi non perdona crededi essere il più forte. Nulla di più falso: èforte veramente chi, come Cristo sullacroce, alza le braccia e si lascia crocifig-gere. «A volte – ricorda proprio papa Ber-goglio - ci sembra che Dio non rispondaal male, che rimanga in silenzio. In realtàDio ha parlato, ha risposto, e la sua rispo-sta è la Croce di Cristo: una Parola che èamore, misericordia, perdono».

X Vincenzo Bertolone

la vicinanzadei Vescovi calabresi

alla diocesi di Cassano

allo Ionio

"Una Chiesa provata,una terra segnatadalla spirale della vio-

lenza alla quale vogliamo espri-mere la nostra vicinanza nellapreghiera al Signore della consola-zione e della vita”. Lo scrive in unanota il presidente della ConferenzaEpiscopale Calabra, monsignorSalvatore Nunnari, dopo l’ucci-sione di padre Lazzaro Longobardiavvenuta nei giorni scorsi a Sibari.

Il presule, a nome di tutti i ve-scovi della regione, esprime “vici-nanza” alla diocesi di CassanoIonio e al suo vescovo, monsignorNunzio Galantino, sottolineandoche “l’atto violento perpetrato neiconfronti di un parroco che ha ope-

rato in una zona di periferia evi-denzia come i nostri sacerdoti ereligiosi operano silenziosamenteed in contesti di frontiera”. La Ca-labria – aggiunge monsignor Nun-nari - è “una terra meravigliosa edifficile dove come credenti ci tro-viamo ad operare tante volte in si-tuazione di emergenza eaccogliendo difficoltà, disperazionee malumori di quanti cercano sol-lievo. Nonostante la condivisione citroviamo a poter, tante volte, staresolo accanto a certe problematichepiù grandi di noi e non sempre ve-niamo compresi. Il Signore - con-clude il presidente dellaConferenza Episcopale Calabra -tocchi i cuori e non scoraggiquanti continueranno a servire ipoveri e gli ultimi".

la Chiesa in lutto

per la tragicamorte

di padre lazzaro

longobardi

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715 marzo 2014

ATTuAlITà

«Sin dal primo momento hoinvitato a guardare al san-gue versato da padre Laz-

zaro come al sangue di un martire dellacarità. Il suo martirio è un dono maanche un compito per la nostra Chiesa».Era provato ma determinato stamattinamonsignor Nunzio Galantino, vescovodi Cassano all’Jonio e segretario gene-rale della Cei, durante i funerali dipadre Lazzaro Longobardi, il prete uc-ciso a sprangate domenica 2 marzonella casa canonica in cui viveva, a Si-bari. Alla cerimonia funebre, celebratanella chiesa di San Raffaele Arcangelodi Lattughelle, di cui padre Lazzaro eraparroco, hanno partecipato più di millepersone nonostante la pioggia e lo spa-zio limitato nella piccola chiesa che hacostretto la maggior parte dei presentia seguire la funzione all’esterno, nelpiazzale antistante che sarà dedicatoproprio a padre Lazzaro. Al fianco dimonsignor Galantino, oltre a tutti i sa-cerdoti diocesani, il vescovo di LungroDonato Oliverio, l’arcivescovo di Ca-tanzaro-Squillace ed ex Pastore dellaChiesa cassanese Vincenzo Bertolone, ilvescovo di Alghero-Bosa Mauro NaruaMorfino.

«Il martirio di padre Lazzaro - ha ag-giunto monsignor Galantino - è undono che il Signore ci ha fatto attra-verso una persona della quale forsequalcuno di noi, anche sacerdoti, nonconosceva nemmeno il timbro dellavoce tanto era riservato. Mi domando

con voi: cosa vogliamo far-cene di questo dono,giunto a noi in manieracosì drammatica? Vo-gliamo continuare a svuo-tarlo dall’interno con unapastorale fatta di reticenzeche amiamo chiamare ri-spetto per le tradizioni?Vogliamo sotterrarlo sottola sterile ripetitività digesti che, per quanto cari-chi di sacralità, sortisconosolo l’effetto di mettere aposto la nostra coscienzaper lo più addormentata?Il martirio di padre Laz-zaro ci dice che la nostraChiesa e il nostro territoriohanno le energie necessa-rie e possono contare suuna religiosità straordina-rie, capaci di ridare vita edi far germogliare spe-ranza. Se è vero che “il sangue dei mar-tiri è vita di nuovi cristiani”, comeaffermava Tertulliano - ha proseguitomonsignor Galantino - il sangue ver-sato da padre Lazzaro ottenga alla no-stra Chiesa una vita nuova. Nuovaperché più evangelica, più attenta ai bi-sogni degli ultimi e meno ripiegata,come ci invita a fare Papa Francesco, suse stessa, perché disponibile a lasciarsiguidare dallo Spirito di Dio piuttostoche dallo spirito del mondo».

Mercoledì 19 marzo su iniziativa

delle associazioni sibarite, chiamate araccolta dal parroco don Francesco Fail-lace, padre Lazzaro sarà ricordato conuna fiaccolata silenziosa da Lattughellea Sibari. Per il giorno dei funerali il Co-mune ha dichiarato il lutto cittadinomentre don Faillace ha invitato i fedelia preferire ai fiori il sostegno alla rac-colta di fondi destinati alla Caritas dio-cesana per finanziare progetti a finisociali

Per l’omicidio del sacerdote di originicampane, ma a Sibari da quasi tren-t’anni, è stato arrestato Nelus Dudu, unventiseienne romeno cui il prete avevadato accoglienza. È accusato d’estor-sione, oltre che del delitto, poiché gli in-quirenti ritengono che oltre ad averlocolpito a morte, nelle settimane prece-denti avrebbe anche provato a estorceredenaro a padre Lazzaro minacciandolo,altrimenti, d’accusarlo ingiustamente dirapporti equivoci. Altri due romeni, coiquali Dudu viveva, sono stati indagati apiede libero per favoreggiamento poi-ché l’avrebbero aiutato a crearsi unalibi. E magari, sospetta l’accusa, lospingevano pure a chiedere denaro alprete.

Domenico Marino

Mons. Galantino: il martirio di padre lazzaro,un dono per la nostra Chiesa

A Lattughelle di Sibari i funerali del religioso ucciso lo scorso 2 marzo

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815 marzo 2014

ChIESA

Papa Francesco e la Calabria

“Pregate per me”. E’ stata una giornatadi ritiro spirituale quella trascorsa dapapa Francesco lo scorso 13 marzo, primoanniversario della sua elezione al Sogliopontificio. L’unico segnale è stato questotwett che rimanda all’invito di un anno fa,appena dopo la sua elezione quando hachiesto alla folla di piazza San Pietro dipregare per lui. Una giornata come �tuttele altre: “oggi �il Papa non fa niente di spe-ciale e di diverso dagli altri �giorni.Prega”, ha detto il direttore della SalaStampa della Santa Sede, padre FedericoLombardi ai giornalisti.

E in questo giorno ci sono venuti allamente alcuni “contatti” che Papa France-sco ha avuto con la nostra regione a par-tire da quel legame che lo unisce a tantinostri corregionali: quello di figlio di emi-granti italiani in Argentina, il Paese dovevivono molti calabresi. Ma non solo. Inquesto anno Papa Francesco ha incon-trato molti corregionali ed ha rivolto al-cuni messaggio ai fedeli della nostraregione che partecipavano a momentipubblici in piazza San Pietro come Ange-

lus o udienze generali. Ad un vescovo della Calabria, mons.

Nunzio Galantino, Papa Francesco ha vo-luto affidare la segreteria generale dellaCei, lo scorso 30 dicembre. In quella occa-sione ha inviato alla diocesi calabrese unalettera nella quale ha chiesto il “per-messo” di poter avere a Roma mons. Ga-lantino, il loro vescovo. “Forse visembrerà strano che vi scriva, ma lo faccioper chiedervi aiuto”, si legge nella lettera:“per una missione importante nellaChiesa italiana, ho bisogno che monsi-gnor Galantino venga a Roma”. E semprealla diocesi di Cassano allo Ionio si è ri-volto qualche settimana fa dopo la bar-bara uccisione di un bambino di appena

tre anni, Cocò Campolongo, ritrovato car-bonizzato in una macchina insieme alnonno e alla sua compagna. “Oggi in que-sta piazza ci sono tanti bambini - ha dettoil Papa durante la preghiera mariana del-l’Angelus il 26 gennaio - e io voglio ricor-dare Cocò Campolongo, a tre annibruciato in macchina e ucciso” con l’in-vito a pregare “con Cocò, che di sicuro oraè in Cielo con Gesù, per le persone chehanno fatto questo reato, perchè si pen-tano e si convertano al Signore”.

E domenica scorsa l’invito ai giovanicalabresi ad essere “testimoni privilegiatidi speranza” e di lasciarsi “contagiaredalla freschezza e dalla gioia del Vangelo”per diventare “protagonisti della carità edell’autentica promozione umana per es-sere consapevoli costruttori di un futuromigliore”. L’occasione la marcia della Pe-nitenza svolta a Paola su iniziativa dellaConsulta giovanile dei Frati Minimi gui-data da padre Giovanni Cozzolino. Erastato lo stesso religioso ad informare ilpontefice di questa iniziativa durante unincontro in Vaticano. Papa Francesco co-nosce San Francesco di Paola, molto ve-nerato in Argentina, non solo daicalabresi. Adesso lo aspettiamo in Cala-bria…speriamo presto…

Raffaele Iaria

Épassato un solo anno e di fattosembra molto di più. Perché PapaFrancesco fin dalla sua elezione ci

ha travolto con il suo modo informale elatinoamericano di fare. Tante cose dascrivere, novità nel linguaggio, gesti dadecifrare, e un programma di pontificatoda comprendere. Perché dalle molte coseche ogni giorno dovevamo raccontare, te-lefonate agli amici, abbigliamento, ab-bracci alla gente e proverbi argentini, nonriuscivamo a capire bene quale fosse lalinea del pontificato.

In effetti era più semplice di quanto im-maginassimo. E’ il Vangelo e il Magisterodella Chiesa. Tradizione e Vangelo.Niente rivoluzione, nessuno stravolgi-mento, se non nello stile.

Non è che la Chiesa di cui ci parla Fran-cesco sia diversa da quella di cui ci parla-vano Benedetto e Giovanni Paolo. No.Anche perché la Chiesa non è dei Papi, èdi Dio.

Anzi quel grande rumore mediatico cheè nato attorno a Francesco, a Francesconon piace. Lo ha detto lui stesso. Usandoparole praticamente uguali a quelle di Be-nedetto XVI: il Papa non è una pop star.Ecco dopo un anno, forse, finalmente, riu-

sciremo a capire che il Papa è il vicario diCristo che porti o no la mozzetta. Non èun VIP con cui fare la foto per vantarsicon gli amici. Non è un divo del cinema ilcui poster va attaccato al muro. No. IlPapa ha un ruolo sacro e Francesco lo sabenissimo. La sua grande attenzione per ipoveri, la sua passione per la gente co-mune, sono sentimenti che vanno vissutinella Chiesa altrimenti il rischio è di par-lare solo del Papa come un “personaggio”e di dimenticare che esiste tutta la Chiesauniversale fatta di persone, di quel Po-polo di Dio che il Papa ama tanto e chedavvero non vorrebbe venisse dimenti-cato per causa sua.

Un anno è passato e non sappiamo

quanti anni ancora la Chiesa cammineràcon Papa Francesco. Dobbiamo però im-parare a capire davvero cosa significa il“cambiamento” di Papa Francesco. Nonun cambio di vestiti o di scarpe, non uncambio di dottrina da stravolgere se-guendo le mode, ma un cambiamentoprofondo del cuore, una conversione checi porti un po’ più vicino a Dio e al-l’uomo.

Più che aver voglia di abbracciare ilPapa, più che stare delle ore in attesa diun suo saluto fuggevole, o di una foto,torniamo a casa ogni giorno a leggere unapagina di un suo discorso. Magari qual-che passaggio delle sue omelie del mat-tino, quella “catechesi di Santa Marta”che pur non essendo Magistero solennedella Chiesa è pane quotidiano per il no-stro cuore.

Un anno è passato, ci siamo abituatiallo stile di Papa Francesco, non abituia-moci alle sue parole e, alla scuola del Van-gelo, impariamo proprio da lui, adoccuparci degli altri, dei vicini, di chichiede aiuto e anche di chi non ce lochiede. Sarà questo il vero “effetto Fran-cesco”.

Angela Ambrogetti

un anno con papa Francesco: primavera della fede

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915 marzo 2014

ChIESA

Un nuovo santo per la Calabria. E’il Beato Nicola Saggio dell’Ordinedei Minimi, il primo Minimo che

sarà proclamato ufficialmente “santo”. Inquesta settimana la Congregazione per laCausa dei Santi ha espresso parere favo-revole. Il Beato Nicola Saggio, oblato pro-fesso dell’Ordine dei Minimi, nacque aLongobardi in provincia di Cosenza, il 6gennaio 1650 da pii e laboriosi contadini.Dal lavoro dei campi, santificato con lapreghiera, la vita sacramentale e l’esimioesercizio delle virtù cristiane, passò allavita consacrata nella Regola di San Fran-cesco di Paola.A Roma, come nella sua città natale e al-trove, diede autentica testimonianzaevangelica distinguendosi particolar-mente nell’adempimento dei vari doveri,accompagnato da fervida ascesi di pre-ghiera, di umiltà di carità e di penitenza.Il Signore lo investì dei suoi carismi: ba-stava che il fraticello guardasse una manoa e tre dita alzate ad indicare la SS. Trinitàche venisse rapito in estasi.Alcune testimonianze raccontano che ilfrate Nicola si elevasse da terra durante imomenti di estasi. Ebbe il dono di potercompiere dei miracoli.Ciò che contraddistingueva il Beato Ni-cola era l’osservanza dell’Obbedienza,dell’Umiltà e soprattutto della carità.La “Charitas”, l’emblema di San France-

sco di Paola ed è proprio sulle orme diPadre Francesco che Nicola ha mosso iprimi passi che lo hanno condotto versol’amore di Dio.L’umiltà, l’amore verso i poveri, la soli-darietà agli emarginati e la penitenza cheha contraddistinto il beato Nicola, sono lericchezze che lo hanno portato “più inalto delle aquile” come lui soleva dire.Morì il 3 febbraio 1709 pronunciando leparole “Paradiso, Paradiso”.Il Beato Nicola Saggio, venne poi Beatifi-cato dal Pontefice Pio VI il 17 settembre1786.L’inchiesta Diocesana sul presunto mira-

colo compiuto per intercessione chiara eprecisa del beato Nicola si è svolta dal 24maggio al 14 giugno 2009 presso la CuriaArcivescovile di Cosenza diretta da Mon-signor Salvatore Nunnari.Il 3 febbraio 2010, in occasione del terzocentenario del ritorno alla casa del Padre,i resti mortali del Beato Nicola, ottenutoil permesso della Congregazione, sonostati trasferiti dalla chiesa dei Padri Mi-nimi di San Francesco di Paola ai Montiin Roma al Santuario di Paola, e collocatinella cella proprio nell’atrio antistantealla Basilica, ora cappella, ove il nostrobeato svolgeva il suo ufficio di portinaio.Il 13 dicembre 2012, si è riunita la Con-sulta Medica che ha ritenuto il caso scien-tificamente inspiegabile, quindi Miracolo.Parere favorevole è giunto, poi, dai Teo-logi.E infine il 4 marzo scorso la comunica-zione inviata dal postulatore generale del-l’Ordine dei Minimi padre Ottavio Laino,nella quale affermava che anche gli Emi-nentissimi Cardinali hanno espresso illoro parere favorevole e che, quindi, pre-sto, il Beato Nicola Saggio potrebbe essere

il primo Santo, dopo il Santo FondatoreSan Francesco di Paola: al P. OttavioLaino il nostro plauso e di tutta la Fami-glia Minima per l’instancabile lavorosvolto con umiltà, sacrificio e amore al-l’Ordine e alla Chiesa.Pervenuta la notizia, nella piccola chie-setta a lui intitolata situata in LongobardiMarina e avvertito il parroco del centroDon Francesco Sprovieri, le campanehanno suonato a festa lasciando i cittadiniincreduli e commossi ma con cuore unagrande gioia.Il Rev.mo Correttore Generale P. France-sco Marinelli, nel comunicare ufficial-mente la stupenda notizia all’interaFamiglia Minima, afferma: “Comunicocon gioia che questa mattina l’Ordinariadegli Eminentissimi Cardinali e degli Ec-cellentissimi Vescovi ha preso in esamecon esito positivo il miracolo del BeatoNicola. Ringrazio insieme a voi il Signoreper la riconosciuta santità di questo no-stro confratello, ‘Apostolo della carità’,con una predilezione tutta particolare peri poveri nella Roma del 1600. Un secolo incui la quadragesimalis vitae zelo et maio-ris poenitentiae intuitu è stata vissuta econcretizzata nella Charitas. Al Beato Ni-cola, che svolge la sua opera tra la Cala-bria e Roma, si unisce in Francia il BeatoNicola Barrè con la fondazione delleSuore del Bambino Gesù, la cui missioneeducatrice era rivolta alle fanciulle po-vere. Una lettura in quest’ottica della lorosantità ci farebbe veramente tanto bene.Raccomando ai confratelli attivi nel mini-stero pastorale, in modo particolarequello della salute, la diffusione della de-vozione verso in nostri Beati e Venerabilicon la conoscenza della loro vita e la pre-ghiera di intercessione”.Domenica 9 Marzo p.s., in occasione dellaXII Marcia della Penitenza a Paola, saràproprio P. Ottavio Laino a presentarlo,nella prevista Veglia di Preghiera, alle mi-gliaia di giovani partecipanti, come mo-dello di accoglienza “con cuore gioioso evolto sereno” di ogni uomo.

Giovanni Cozzolino

uN NuOVO SANTO pER lA CAlABRIAE’ il Beato Nicola Saggio dell’Ordine dei Minimi,

il primo Minimo che sarà proclamatoufficialmente “santo”

IN DIAlOGO …Dio è fedele

Se siamo nati in una nazione cri-stiana e in una famiglia cristiana,non è merito nostro ma è opera diDio. Se siamo stati arricchiti in Cri-sto, è un dono del nostro Padre ce-leste. Adesso che abbiamo ricevuto,nella persona del suo Figlio, il pegnodel suo amore eterno, sappiamo cheEgli sarà fedele alla sua promessa.E dobbiamo essere sicuri che ci pro-teggerà, ci guiderà e ci sosterrà finoalla fine.

Clotilde Albonico

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1015 marzo 2014

SpIRITuAlITà

Il cammino quaresimale della co-munità ecclesiale è profonda-mente segnato ogni venerdì dalla

percorso della “Via Crucis”. Nell’anno pastorale dedicato alla

opere di misericordia, l’Arcivescovometropolita di Catanzaro-Squillace,Mons. Vincenzo Bertolone, ha donatoalle parrocchie, un prezioso sussidioche ripercorre le quattordici stazionidella Via Crucis, con una profonda ri-flessione spirituale che riprende anchela lettera pastorale sulle opere di mise-ricordia.

«La via dolorosa, con le sue quattor-dici stazioni - scrive nelle nota intro-duttiva l’arcivescovo Bertolone - ,

sembra, a prima vista, avvolta preva-lentemente nel buio della sentenza in-giusta ai danni di un Innocente; daldolore fisico, morale e psicologico di unUomo provato dai flagelli, dalle spine,dagli sputi, dalle offese e dalle denigra-zioni, dalla sofferenza di restare impo-tente di fronte al dolore delle donne,degli amici, della Madre, della mortecrudelmente inferta per crocifissione.Eppure, lungo quella via, come cante-remo la notte di Pasqua, deve comun-que brillare la “Luce di Cristo: LumeChristi, Deo gratias”».

Una profonda speranza che emergein tutto il testo: una Via Crucis segnatadalla luce e dalla misericordia del Si-

gnore, sempre pronto ad accogliereamorevolmente il peccatore pentito de-sideroso di riconciliazione e di perdono,per diffondere all’umanità amore e mi-sericordia.

Ogni stazione della Via Crucis è statastrutturata secondo questo ordine: an-nuncio della stazione, invocazione tra-dizionale (Ti adoriamo Cristo e tibenediciamo), lettura biblica, medita-zione, dialogo tra la guida e l’assem-blea, breve preghiera conclusiva ecanto.

Come lo scorso anno, anche que-st’anno l’Arcivescovo Bertolone presie-derà in processione la Via Crucis inquattro zone pastorali: il 14 marzo, alleore 18.00, nella zona di Catanzaro cen-tro (dalla parrocchia di S. Giovanni Bat-tista alla Chiesa Cattedrale); il 21marzo, alle ore 18.00, nel quartiere diCatanzaro marina (dalla parrocchia diSanta Maria di Porto Salvo al SacroCuore); il 28 marzo, alle ore 18.00, nelcomune di Cropani (dalla chiesa con-ventuale alla chiesa matrice); e il 4aprile, ore 17, nella comunità di Serra S.Bruno (dalla Certosa al Santuario diSanta Maria del Bosco).

Il sussidio della Via Crucis scritto dal-l’Arcivescovo Bertolone, già in distri-buzione in tutto il territorio diocesanoe non solo, rappresenta un invito spiri-tuale a vivere insieme il percorso delCalvario attraverso un itinerario quare-simale di penitenza e di misericordia,con un invito concreto a rivestirsi deglistessi sentimenti di consolazione che fu-rono di Cristo, portando “vicinanza sin-cera, discreta, rispettosa, frutto di unafede e di una umanità viva”.

Il prezioso sussidio della Via Crucis scritto dall’Arcivescovo Bertolone

Un invito spirituale a vivere insieme il percorso del Calvario con un itinerario di penitenza e di misericordia

Arcidiocesi Metropolitana di

Catanzaro - Squillace

Santuario Diocesano

“Santa Maria delle Grazie”

Torre di Ruggiero

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Prenotazioni e informazioni:

Santuario 0967/93450 - 338 3362843 e-mail: [email protected]

Suore 0967/93635 e-mail: [email protected]

Casa “S. Maria delle Grazie” 388 9254473

Gli esercizi saranno animati da Don Romano Matrone della Chiesa

Rettoria “Santissimo Nome di Maria” al Foro Traiano, Roma

La giornata inizia alle ore 9,00 e finisce alle ore 19,00 e continua per

chi resta la sera.

Il corso si svolgerà nella casa “S. Maria delle Grazie” della coop.

“Segni nuovi” (del progetto Policoro) La quota di partecipazione di un

giorno è di € 15,00; per la pensione completa è di € 30,00 ,la quota di

iscrizione è di € 5,00 .

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1115 marzo 2014

SpIRITuAlITà

“Sostenere i presbiteri in unaChiesa povera per i poveri”: è iltitolo del recente documento

che i vescovi di Calabria hanno indirizzatoal clero ed ai laici delle dodici diocesi, de-dicando una riflessione sul sostegno eco-nomico alla Chiesa. Una nota condivisa edapprovata nell’ultima sessione invernaledella Conferenza Episcopale regionale del3 febbraio scorso, frutto del la-voro svolto dal vescovo incari-cato del settore, mons. VincenzoBertolone.La stesura del documento ri-prende e analizza i pilastri su cuisi fonda il “Sovvenire”: comu-nione, corresponsabilità, parteci-pazione dei fedeli, perequazione,solidarietà, trasparenza e libertà,delineando i compiti che una“Chiesa povera per i poveri”,come ama dire Papa Francesco,deve attuare alla luce anche ditanti testimoni della fede.Nella prima parte del docu-mento, in undici punti, viene descritta inchiave teologico-pastorale “La Graziadella povertà”, intesa come “carisma” e“scelta generosa” della Chiesa e dei suoiministri ordinati. Mentre nelle secondaparte si ripercorre “L’attuale sistema di so-stentamento per il clero cattolico in Italia”,attraverso una lettura ecclesiologica, pa-storale, economica e giuridica. «Da parte mia - afferma il presidente dellaCec, Mons. Salvatore Nunnari - accolgo il

documento con grande trepidazione, co-noscendo le difficoltà che la società sta vi-vendo per la crisi economica cheimpoverisce sempre più il nostro popolo.A tutti dico: ogni pastore deve camminarecon il proprio gregge, in particolare in que-sto tempo, portando e condividendo inter-rogativi, attese, speranze, delusioni,rivestendo di significato la stessa esistenza

con un impegno che nasce dal cuore chedona con amore, che poi è il gesto dellacondivisione evangelica: “Tutti erano unacosa sola”». Nel documento emerge come il presbitero,chiamato a “vestirsi della virtù della po-vertà” per dedicarsi completamente a Cri-sto e al bene delle anime, «deve maturaresempre più un giusto atteggiamento di di-stacco dai beni materiali in una logica chenon coltiva mai false sicurezze economi-

che, ma accetta di di-pendere economica-mente dagli altri, eagli altri, cioè alla co-munità ecclesiale (enon ai parenti), so-prattutto nella stagione finale dell’esi-stenza, restituisce generosamente quantoha gratuitamente ricevuto nel corso della

sua vita presbiterale a motivodel suo servizio presbiterale». Tanti anche gli interrogativi cheil documento pone per far riflet-tere sul senso di responsabilitàcristiana: «Che cosa stiamo fa-cendo per poter contare su pre-sbiteri dalla vita sobriasoprattutto qualificati dal ri-spetto dei principi di legalità e digiustizia in ogni cosa che abbia ache fare con l’economia? A chepunto è la promozione dei Con-sigli affari economici nelle dio-cesi, nelle parrocchie, nellecongreghe e in tutti gli enti ec-

clesiastici? E’ davvero cresciuto il senso dicomunione e corresponsabilità ecclesiale,come richiesto dal documento della Cec“Sull’uso cristiano del denaro” ?». Come appello finale il documento dei ve-scovi di Calabria invita tutte le comunitàad attuare “una concreta promozione sulterritorio, affinché le offerte possano au-mentare in ogni diocesi della Calabria”,per ottemperare alle necessità di carità pre-senti sul territorio.

Esercizi spirituali del cleroa Torre di Ruggiero

NEl CuORE DEl VANGElO

Con la grande preghiera sacer-dotale di Cristo in Gv 17, ab-biamo concluso i giorni di

esercizi spirituali, vissuti al Santuariodella Madonna delle Grazie a TorreRuggiero. Giorni, in cui Padre Fabri-zioCristarella Orestano, monaco, prioredel Monastero di Ruviano (CE) ci haproposto un cammino biblico sui di-scorsi di addio di Gesù nel quarto van-gelo. Sono stati giorni segnatidall’incontro con la Parola che purificae con l’Eucarestia che salva: «il poteredella risurrezione è la potenza del-l’amore, l’amore divenuto potenza. Dioè amore, e l’Amore è Vita, l’Amore crea

Vita…». Siamo entrati con Cristo nellasua ora, quella che egli ha annunciatocosì spesso come culmine e compi-mento di tutta la sua opera. Il silenzioche regnava dentro e fuori la casa di ac-coglienza è stato un vero e proprio“medicinale terapeutico”, per immer-gerci nuovamente nel dono del sacer-dozio ministeriale, a cui senza nostro

merito, il Signore ci ha chiamati. Infine,l’ospitalità ricevuta ha creato un climadi fraternità e condivisione da rendereogni giorno ricco di grazia e “alta-mente gustoso”. La Vergine Maria ci haavvolti con il suo manto e ci custodirànel compiere la volontà di Dio nel senodella nostra amata Chiesa diocesana.

Raffaele Zaffino

uNA NOTA pASTORAlE DEllA CONFERENZA EpISCOpAlE CAlABRASostenere i presbiteri in una Chiesa “povera per i poveri”

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1215 marzo 2014

TERRITORIO

La Sala Convegni della sede pro-vinciale dell’Ordine dei MediciChirurghi di Catanzaro ha ac-

colto nel pomeriggio di venerdì 7marzo i numerosi cittadini interessatiad un importante argomento di sempreviva attualità, che coinvolge non solomedici e pazienti (e loro familiari), diri-genti sanitari ed altri operatori del set-tore, ma anche politici, amministratori,sociologi, giuristi e moralisti di qual-siasi estrazione culturale e religiosa: siè parlato, infatti, della necessità di dia-logo e della possibilità di condivisionedi un’etica comune tra i medici disce-poli di “scuole di pensiero” diverse. Al-l’incontro culturale, organizzato dallasezione diocesana dell’Associazione deiMedici Cattolici (intitolata al santo me-dico Giuseppe Moscati), hanno presoparte il dott. Federico Bonacci, che ne èpresidente, il dott. Enzo Ciconte, nellasua qualità di presidente dell’Ordinedei Medici della Provincia di Catan-zaro, e il prof. Tullio Barni, docente diAnatomia Umana all’Università“Magna Graecia” di Catanzaro, fioren-tino residente a Soverato, delegato delRettore per la Cultura e l’Orientamentouniversitario dei giovani studenti.Erano presenti in sala, tra gli altri, le vo-lontarie della Croce Rossa guidate daMaria Teresa Raiola, il Corpo dell’Or-dine di Malta, guidato da Alessandra

Mazza, l’Arcivescovo emerito mons.Antonio Cantisani, molti professionistidel settore sanitario e del settore giuri-dico e molti operatori del volontariato,guidati dal dott. Mario Cortese.

Numerose ed incisive sono state lesollecitazioni dei relatori e le reazioniconseguenti, in un’atmosfera di cordia-lità, franchezza e reciproco rispetto, de-nominatore comune dell’espressione disensibilità, basi di riferimento, idee edesperienze diverse. Al termine dell’in-contro è stata conferita la carica di pre-sidente onorario dell’AMCI diCatanzaro al dott. Ubaldo Grani, che haraggiunto i 95 anni di età, e sono statipubblicamente ricordati quattro notimedici cattolici che hanno da poco con-cluso il loro percorso terreno: GiovanniCiancio, Paolo Grande, Giovanni Tala-rico ed Eugenio Toraldo; ai loro fami-

liari sono stati consegnati dei doni si-gnificativi della stima e dell’affetto cheessi hanno meritatamente riscosso.

Il prof. Tullio Barni ha ritenuto giusto,anche se molto difficile, ricercareun’etica condivisa, per creare un am-biente di crescita insieme. Però «in unasocietà secolarizzata, basata non suprincipi magici o religiosi ma sui criteriscientifici introdotti da Galileo e Dar-win (ipotesi e verifiche), la condivisionenon può realizzarsi sui principi ultimi,imprescindibili e non negoziabili, mapuò avvenire sui fini “penultimi”, inbase all’uso corretto della ragione, conil linguaggio appropriato della ragione,condiviso da tutti».

Molti ed incisivi sono stati gli inter-venti critici (di Bonacci, Pelle, Forte eGiannini) che hanno poi evidenziatonegli argomenti del prof. Barni un certodogmatismo laicista, specialmente aproposito del concetto di persona ap-plicato allo zigote, che egli aveva attri-buito a principi di fede, rispettabili manon fondati su basi di scienza e ragioneumana. Il dott. Nicola Pelle ha rilevatoche a fondamento della bioetica catto-lica non sta il dogma ma la personaumana con la sua elevata dignità, origi-nata nel momento del concepimento, eche oggi è trasmettere valori etici inuna società culturalmente abbassata.

g.m.

Confronto culturale tra professionisti organizzato dall’AMCI

È possibile un’etica medica condivisa?

AZIONE CATTOlICAAll’impegno

sociale per la tutela e la salvaguardia

del creato

In questi giorni, nel territorio dioce-sano, stiamo vivendo momenti di fortetensione sociale legati alla discarica

che dovrebbe sorgere nel territorio del Co-mune di San Floro su una proprietà delComune di Borgia.

Come primaria Associazione del laicatocattolico diocesano ci sentiamo in perfettasintonia con quanto recentemente dichia-rato dal nostro Arcivescovo Mons. Berto-

lone in merito al rischio che la discaricapuò rappresentare per un intero territorioin cui c’è bisogno di promuovere la culturadella vita e non della morte. Ci sentiamopertanto in dovere di richiamare tutti i cri-stiani ad essere portatori di un messaggiodi pace e di speranza attraverso un impe-gno sociale e civile che possa evitare infuturo il generarsi di situazioni simili a

quella che stiamo vivendo per la “discaricaBattaglina”.

Educarci ed educare alla custodia delcreato per sanare le ferite della terra ècompito di tutti e in particolare del cristianoche deve contribuire in prima persona anon essere causa delle ferite della terra.Dobbiamo educarci ed educare ad una al-leanza tra l’uomo e tutto ciò che sta in-torno a noi “IL CREATO”.

Dobbiamo saper essere tutti “CUSTODIDELLA TERRA” e vivere il territorio comeun bene comune da tutelare, salvaguar-dare e promuovere per le sue ricchezzenaturali (frutto della creazione di Dio)ma anche per le sue ricchezze artistichee culturali che l’uomo, ispirato da Dio, hasaputo darci nel corso del tempo e dellastoria.

Al riguardo vogliamo sottolineare che èveramente un assurdo pensare ad una

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1315 marzo 2014

TERRITORIO

L’Azione Cattolica dell’arcidio-cesi metropolitana di Catan-zaro- Squillace riflette sulla

sua identità, sulle esperienze già matu-rate e sui progetti in cantiere e da av-viare. E lo fa nel corso dell’ultimaassemblea diocesana elettiva che si èsvolta lo scorso 23 febbraio presso la par-rocchia di Roccelletta di Borgia. I gio-vani, le famiglie, il lavoro continuano adessere i temi che stanno a cuore alla mis-sione educativa e sociale del-l’Azione Cattolica. Basta leggere ildocumento assembleare approvatoe disponibile su www.azionecatto-lica.catanzaro.it.

La giornata è cominciata con lacelebrazione eucaristica presiedutada don Maurizio Aloise, pro vicariogenerale, insieme a don PantaleoneGreco, assistente unitario, don Fer-dinando Fodaro, assistente del Set-tore adulti, e don Angelo Procopio,parroco di Roccelletta di Borgia.Durante la funzione religiosa èstato consegnato il mandato ai quindicipresidenti parrocchiali.

Riflessioni ad ampio raggio sull’iden-tità dell’Azione Cattolica sono arrivate,poi, dagli interventi di Alessandro Tro-vato, consigliere nazionale, e di NicolaDe Santis, delegato regionale.

Tre gli eventi entro i quali –ha specifi-cato a seguire il presidente diocesanoFrancesco Chiellino nella sua relazione-si è snodato il percorso dell’Azione Cat-tolica negli ultimi anni: l’avvicenda-mento alla governo della diocesi

dell’arcivescovo Vincenzo Bertolone, lavisita di Papa Benedetto XVI a Serra SanBruno e l’elezione di Papa Francesco.Senza dimenticare, inoltre, che mons.Bertolone ha affidato la guida della Con-sulta delle aggregazioni laicali proprioalla presidenza dell’Azione Cattolica. EChiellino guarda già al futuro: “promuo-viamo –ha detto- una pastorale a tuteladell’ambiente per una razionalizzazionedegli interventi che guardano ai giovani,

alla vita e al bene comune”. Momento suggestivo, ancora, la testi-

monianza di Giovanni Procopio, il piùanziano tesserato dell’Azione Cattolicadiocesana, che ha mostrato con orgogliotutte le sue ottanta tessere (ottant’anni diadesione, quindi!). Nell’occasione Save-rio Candelieri, preside del Liceo Classicodi Soverato, ha presentato il nuovo vo-lume “La spiritualità di Giuseppe Laz-zati. Educare alla responsabilità percostruire la Città dell’uomo” (EditorialeProgetto 2000, 2013), che raccoglie gli atti

del convegno sul Servo di Dio Lazzati,svoltosi a Soverato lo scorso 5 maggio.

Nel pomeriggio le operazioni di voto –il cui seggio è stato presieduto da Clo-tilde Albonico- per il nuovo consigliodiocesano che resterà in carica nei pros-simi tre anni e per il Movimento Lavora-tori. Sono risultati eletti: Alfonso Ciriaco,Francesco Chiellino, Francesca De Caro,Giorgio De Caro, Antonio Gigliotti, An-tonietta Marino, Anna Napoli, Iolanda

Tassone, Nicola Piacente, Anna Vocie Ferruccio Clodomiro per il Settoreadulti; Federico Valia, Monica Gia-coppo, Miriam Maruca e Luigi Ma-riano Guzzo, per il Settore giovani;Emanuele Cazzato, Sonia Fera, De-bora Froiio e Benito Gironda Veraldiper il Settore ragazzi. Per il Movi-mento Lavoratori sono risultatieletti: Alfonso Ciriaco e FrancescaDe Caro.

A scrutinio ultimato si è subitoriunito il neo eletto consiglio dioce-sano, per la sua prima seduta, con il

compito di formulare la terna da presen-tare all’arcivescovo –come da Statuto-per la nomina del nuovo presidente dio-cesano. Due gli appuntamenti vicini inagenda: il 6 aprile, un convegno sulla fi-gura del Beato Alberto Marvelli, con lalpresenza di Silvia Sanchini, già presi-dente nazionale della Fuci; ed il 3 mag-gio l’incontro a Roma con PapaFrancesco dei presidenti e degli assistentiparrocchiali.

Luigi Mariano Guzzo

Assemblea diocesana elettiva per l’Azione Cattolica

grande discarica di rifiuti, peraltro alta-mente tossici, in un territorio in cui cielo eterra sono costantemente baciati dal sole,cultura storia e arte trovano sintesi perfettaproprio nel territorio del comune di Borgianello splendido parco Archeologico di Sco-lacium ancora tutto da scoprire e valoriz-zare.

Pensare ad una pastorale, nella Chiesa,che promuova una specifica alleanza tral’uomo e la creazione riteniamo non siasuperfluo ma sia condizione essenzialeper rafforzare in ogni credente il rispettoper tutto ciò che è opera di Dio.

Nel ringraziare l’Arcivescovo Mons. Ber-tolone per la sollecitazione pastorale e so-ciale che ha fatto in occasione delladifficile situazione che si è creata con la di-scarica “Battaglina”, Il laicato cattolicodeve sapersi fare carico di un impegno ci-vile divenendo anche autorevole interlo-

cutore nell’ambito delle istituzioni localicirca le scelte politiche da assumere nel-l’interesse del bene comune divenendocosì quel seme di vita buona del Vangelodi cui parlano i nostri Vescovi.

Compito del laicato cattolico non è soloquello di accogliere e custodire il creatoma anche quello di avere l’autorevolezzae il coraggio di denunciare ciò che viola lasacralità della vita.

Il prezzo che l’area centro della Calabriasta pagando in materia di discariche è giàaltissimo: tre grossi centri di raccolta rifiuticome quelli di Lamezia Terme, Pianopolied Alli a breve saranno affiancati anche dauna quarta discarica finanziata dalla Re-gione Calabria alla città di Catanzaro. Semalauguratamente dovesse realizzarsianche la quinta mega discarica di Borgia,per rifiuti altamente tossici, si tratterebbedi una vera e propria overdose che porte-

rebbe l’intera area centro della Calabria adun inevitabile collasso che già oggi rischia.

Sollecitare la politica ad un’azione cheriequilibri la distribuzione dei rifiuti sul ter-ritorio regionale e nazionale è indispensa-bile ma non è sufficiente. E’ necessarioanche far nascere e crescere una co-scienza civile ed una cultura popolare chemiri a razionalizzare l’uso di prodotti inqui-nanti in modo da non fornire alibi quasicredibili a speculatori senza scrupoli.

Solo attraverso questi percorsi formativie virtuosi ispirati al Vangelo possiamo spe-rare di far crescere una generazionenuova capace di vincere le forze del maleche quotidianamente e in maniera occultatentano di rompere quell’alleanza tral’uomo e il creato che dobbiamo preser-vare, custodire e diffondere attraverso latestimonianza cristiana.

Francesco Chiellino

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1415 marzo 2014

TERRITORIO

I SEMINARISTIDEl SEMINARIO MINORETRA I GIOVANI DI BORGIA

Nel pomeriggio di sabato 8marzo i seminaristi del Semi-nario Minore Diocesano di

Catanzaro, accompagnati da Don Da-vide Riggio, hanno incontrato i ragazzidel catechismo dai 12 ai 14 anni dellaParrocchia San Giovanni Battista diBorgia. Arrivati con strumenti musicalia tracolla, amplificazione e foto da pro-iettare, tra canti, testimonianze e pre-sentazione della vita comunitaria, iseminaristi hanno catturato l'attenzionedel loro giovane pubblico, curioso e at-tento a ciò che gli veniva proposto. E'stata sottolineata l'importanza di cre-scere insieme nella vita di fede, me-diante la condivisione di momentiquotidiani di preghiera, studio e sanodivertimento, per comprendere il dise-gno di Dio sulla propria vita. L'espe-rienza significativa ha creato un pontetra le due realtà che hanno già messo incantiere un prossimo appuntamento,una sfida a calcetto nel campetto del Se-minario Minore!

Ritiro quaresimale per gli insegnanti di religione cattolica

La partecipazione al ritiro spiritualedegli insegnanti di religione catto-lica, svoltosi presso il Seminario

Minore dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squil-lace, ha riservato a chi era presente il donodella preghiera, riflessione e meditazione sulvangelo delle tentazioni, che inaugura ilcammino quaresimale. Don Cosmo Proco-pio ha salutato gli insegnanti convenuti ri-cordando la ricchezza formativa offertadall’Ufficio Irc, che organizza con regolaritàcorsi di aggiornamento, ritiri spirituali econvegni , oltre a numerose altre iniziativepartecipate ai colleghi dalla instancabile se-gretaria dell’Ufficio, prof.ssa Rosangela Ma-rino. Questo perché la formazione degliinsegnanti non soltanto deve essere perma-nente, ma anche molto complessa, trattan-

dosi di una formazione che è insieme spiri-tuale, psico-pedagogica, morale, didattica. Don Francesco Brancaccio, al quale è stato

affidato il compito di guidare spiritualmenteil ritiro, ha sottolineato come, pur essendoquello dell’irc un insegnamento di tipo cul-turale e non catechetico, l’insegnante di reli-gione deve avere a cuore la parola di Dio,tanto presente nel brano evangelico delle ten-tazioni di Gesù nel deserto:occorre parlaredel vangelo con la vita, partendo dalle espe-rienze concrete, perché l’ascolto della Paroladel Signore non può rimanere un fatto acca-demico o culturale.Si è meditato su come Gesù, rifiutando le

tentazioni del profitto, del potere e del prodi-gio, ci abbia amato realmente mettendosi al-l’ultimo posto e vivendo il servizio come

dono libero di sé per i fratelli e le sorelle. Ciòvale anche per noi, insegnanti di religione,chiamati ad offrire un servizio alle nuove ge-nerazioni nel loro processo educativo e nellatestimonianza di vita che offriamo. Amandodavvero i nostri alunni faremo vedere Dio elo renderemo presente nel mondo.In questo senso, crediamo che il progetto

educativo di noi irc debba mirare a far sì chei ragazzi riflettano sul senso della vita e suquella inestinguibile ricerca , che è in cia-scuno di noi, di ciò che è vero, bello, buono;e attueremo questo progetto educativo se-guendo l’indicazione del nostro amato Arci-vescovo Mons. Vincenzo Bertolone, ad esseresempre e davvero cristiani “credenti, coe-renti e credibili”.

Anna Rotundo

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1515 marzo 2014

TERRITORIO

Il premio nazionale di poesia intitolato al prof. umberto Bosco Il discepolo ricorda il maestro

Sono circa 500 i concorrenti di tut-t’Italia al Premio Nazionale diPoesia “Umberto Bosco”, organiz-

zato dall’Associazione Nazionale Lette-rati e Artisti che opera in Calabria e fuorida più di mezzo secolo.

Il presidente dell’ANLA, professoreGiuseppe D’Agostino, discepolo e segre-tario del grande letterato catanzaresescomparso, sta lavorando da qualcheanno per mettere su quest’altro Premionella sua città e per lo stesso gli sono fi-nora pervenute da poeti, conoscenti enon, delle varie regioni oltre 1.300 liriche.

Della giuria che sceglierà i tre vincitorifanno parte, oltre al presidente D’Ago-stino, lo storico Rosario Chiriano, il criticoletterario Luigi La Rosa, il magistratoGianfranco Migliaccio e la segretariaMaria Caterina Procopio.

Umberto Bosco nacque a Catanzaro il 2ottobre 1900 e morì a Roma il 24 marzo1987; studiò nel capoluogo calabrese finoal conseguimento della maturità al LiceoClassico “Pasquale Galluppi” e si laureò

in Lettere nel 1923 all’Università “La Sa-pienza” della Capitale, dove ebbe permaestri Vittorio Rossi e Cesare De Lollis.Dopo aver insegnato nei licei a partire dal1925, fu ordinario di Letteratura Italiananelle Università di Milano (dal 1942) e diRoma (dal 1946 fino al suo collocamento ariposo per raggiunti limiti di età). Oltre

che autore di una notevole serie di pub-blicazioni dedicate per lo più a FrancescoPetrarca, a Dante Alighieri, a GiacomoLeopardi, al Rinascimento e al Romanti-cismo italiano, il prof. Bosco fu direttoredell’Enciclopedia Italiana, del DizionarioEnciclopedico Italiano, del Lessico Uni-versale Italiano e del Repertorio Biblio-grafico della Letteratura Italiana, nonchéideatore e direttore dell’EnciclopediaDantesca (monumentale opera dedicataal maggior poeta italiano). Egli fu inoltretra i maggiori critici e storici della lettera-tura italiana del XX secolo e redattorecapo dell’Enciclopedia Italiana “Trec-cani”.

Tra le varie altre cariche da lui ricopertevi sono quelle di socio nazionale dell’Ac-cademia della Crusca, membro dell’Acca-demia dei Lincei e presidente onorariodell’Associazione Internazionale per gliStudi di Lingua e Letteratura Italiana.Una delle sue ultime venute a Catanzarofu quella del 1975, per ritirare il Premio diCalabresità indetto dall’ANLA.

Il Tridente montano della Sila: Carlopoli, Magisano e Zagarise

La montagna calabrese è incentratanella maestosa Sila, il plesso piùbello, suggestivo e carico di attra-

zioni naturalistiche e culturali del bacinodel Mediterraneo. I geografi romani la co-noscevano ed ammiravano per i boschi,importanti per la fruizione del legname,per l’aria pura e fresca, per la ricchezza dimandrie ed armenti, per i prodotti agricolie per il buon vino. Gli Elleni la considera-vano “Magna” e poterono insediare sullacosta jonica polis di grande importanzacome Sibari, Crotone e Locri. Nel Me-dioevo la Calabria era contrassegnata dalmonachesimo latino e basiliano.

Nei tempi nostri la Sila è contrassegnatada tre comunità di antica tradizione. Aparte di Taverna scorgo la vivacità dellacustodia e messa a valore tra paesi di si-gnificativa tradizione e posizione che sem-brano custodire la confinazione fra lamontagna con le sue praterie ed abetaie,con il digradare di colline dalle quali siscorge il grande golfo di Squillace, quasidominato dalla città di Catanzaro.

Il sinuoso cordone della Presila ha i nodidi Carlopoli, Magisano, Zagarise, SorboSan Basile ed altri ancora. Provo a con-trassegnarne alcuni nelle loro peculiarità.

Carlopoli molto si sviluppò grazie alfeudatario Carlo Cicala, principe di Ti-

riolo. Il nucleo originario era costituito daboscaioli, segantini e pastori. Ancora oggila popolazione è laboriosa ed arricchita daun valente ceto medio. Questo piccolo egrazioso paese custodisce nel suo territo-rio una importante abbazia già retta dal-l’abate Gioacchino da Fiore, annunziatoredi una svolta vivificante della Chiesa me-

dioevale e della società. La sua strutturaresidua è imponente e giace in una piccolavalle costeggiata dal fiume Corace, che, fa-sciando la città di Catanzaro, sfocia nelGolfo di Squillace. L’Amministrazione co-munale è guidata dal solerte sindacoMario Talarico, che molto si adopera perla messa a valore non solo dell’abbazia maanche del grazioso paesino e dei suoi pro-dotti agricoli, soprattutto quello caseario.La panificazione è eccellente, tanto che unpiccolo comune contiguo prese il topo-

nimo di Panettieri: ogni anno esso si tra-sforma in un presepe vivente. Carlopoli èprovvisto anche di un Ostello della Gio-entù modernamente attrezzato, che ospitachi ama la montagna e l’incanto dei boschie delle praterie. Il giovane sindaco MarioTalarico è il “custode” dell’area abbaziale,ancora impregnata di misticismo e metadi pellegrinaggi di fedeli e visite di turisti.

Poco distante è Magisano, culla della fa-miglia Greco che ebbe una fertile adesioneal Risorgimento soprattutto per un Anto-nio, prodittatore di Garibaldi e deputatonazionale, stretto parente dell’omonimoegualmente patriota. Eletto consigliereprovinciale, si occupò dei problemi dellacomunicazione viaria. Il sindaco Lo-stumbo e il suo vice Tozzo tendono a met-tere a valore la Casa-Museo, centrata sullatempestosa vita di Greco, esule in varienazioni europee e molto stimato da Gari-baldi.

A pochi chilometri Zagarise appare vi-tale e zelante valorizzatore dei beni cultu-rali come la torre normanna, la bella esevera chiesa medioevale ed il contiguoMuseo di arte sacra.

Altri comuni come Albi potrebbero met-tere a valore tradizioni e lacerti di folklore.

Cesare Mulè

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TERRITORIO

La pubblicazione degli Atti delConvegno “La spiritualità diGiuseppe Lazzati: educare alla

responsabilità per costruire la città del-l’uomo” promosso dall’Azione Cattolicadell’Arcidiocesi Metropolitana di Catan-zaro-Squillace avviene quasi immedia-tamente dopo la promulgazione daparte di Papa Francesco del decretosuper virtutibus di Giuseppe Lazzati,quasi a voler fornire, attraverso testimo-nianze qualificate e contributi di pen-siero di autori di specifica rilevanzaculturale e scientifica, un’ulteriore occa-sione di approfondimento per chi in-tende raccoglierne l’eredità. Lazzati“uomo fedele e libero, fornito di unostraordinario carisma di educatore di co-scienze giovanili“ come ebbe a definirloil Card. Martini, oggi più che mai, sioffre come modello e dono inestimabileper tutti quei cattolici che intendono vi-vere il loro impegno in una prospettivadi autentica laicità nelle istituzioni so-ciali e politiche.

Gli interventi qui raccolti, dal salutodel Presidente Diocesano di AC, France-sco Chiellino, a quello dell’ArcivescovoVincenzo Bertolone, di Piergiorgio Con-falonieri, postulatore della causa di bea-tificazione, di Luigi Pizzolato docentedell’Università Cattolica di Milano edinfine quello del giornalista dell’agenziadi stampa SIR, Gianni Borsa ci conse-gnano il senso alto della lezione di unmaestro d’eccezione che fu al contempofine intellettuale, politico impegnato eduomo di fede. Formatosi all’interno del-l’Azione Cattolica ( fu presidente dell’Acmilanese dal 1964 al 1967), studioso diletteratura cristiana antica, maturò pre-sto la scelta della consacrazione reli-giosa, vissuta nella condizione laicaleanticipando così l’idea degli istituti se-colari; deportato nel 1943 nei campi diconcentramento nazisti in Polonia e Ger-mania, al ritorno ebbe un’esperienza po-litica nella Costituente e poi comedeputato della Dc, all’interno delgruppo dossettiano, esperienza che si ri-velerà di straordinaria importanza neldisegnare la Carta Costituzionale se-condo i principi del personalismo cri-stiano. Ma la sua vera vocazione fu

l’educazione dei giovani; tornò così al-l’insegnamento e poi si dedicò al retto-rato dell’Università Cattolica fino al1983. L’anno successivo fondò l’Associa-zione Città dell’Uomo. Colpito da unagrave malattia si spegnerà a Milano il 19Maggio del 1986.

La riscoperta del suo pensiero, chepassa attraverso queste pagine, la suaespressione nota a molti, costruire lacittà dell’uomo a misura d’uomo, ci in-terpella a risignificare il nostro impegno,un impegno cui ogni uomo, in una mi-sura o nell’altra, in quanto uomo, nonpuò sottrarsi senza diminuire o perdereil senso del suo essere. Proprio la città, cisuggerisce Lazzati, è il fine ma anche il

substrato per la realizzazione di unnuovo umanesimo, perché rappresentaquella “relazione con” che, appunto, ècomponente imprescindibile di ognipersona. E’ attraverso una rete di “rela-zioni con” che l’uomo si fa uomo, checresce come tale.

La città cui miriamo aiuta l’uomo a en-trare in contatto con se stesso e con la co-munità. Dicendo questo emerge, congrande semplicità e forza, il significatoproprio del termine politica, che nella ri-flessione dell’antico pensiero greco guar-dava all’uomo quale “animale dotato diragione” e perciò “animale politico”.Scriveva Lazzati in uno dei suoi articolisu Cronache sociali che «Distinguere il

piano politico da quello religioso nonvuol dire accettare il principio o laprassi, diffusi purtroppo anche tra molticristiani, sulle cui labbra ricorre spesso,più o meno apertamente la frase “ma lapolitica è un’altra cosa”» ed ancora«Anche in politica il cristiano deve agireda cristiano: gli è lecito e doveroso nonseparare i due ordini». Era il 1948, altritempi, altro clima socio-politico; eppurele sue parole, proprio di chi ebbe a defi-nirsi “un politico suo malgrado”, risuo-nano forti come un monito anche pernoi, chiamati ad esercitare la politica conautonomia laicale, con la capacità inte-riore di mantenere uniti il livello spiri-tuale e quello propriamente politico.

Aver intuito che si può essere missio-nari come cristiani solo se si vive inmodo radicale ed esigente la dimensionelaicale nella propria vita, nella Chiesa,secondo gli insegnamenti del VaticanoII; l’intuizione che il laicato nella Chiesanon è semplice spettatore e suddito maprotagonista in un dialogo continuo conla gerarchia; aver capito che nella poli-tica non basta affermare i valori in modoastratto ma bisogna abituarsi a pensarepoliticamente leggendo la storia nellasua evoluzione è questa, in definitiva,l’eredità più fruttuosa, per chi intendecostruire la giustizia per rinnovare ilmondo. Un’eredità che è via per arrivarealla santità, un percorso quello tracciatoda Lazzati che oggi Papa Francesco ad-dita a tutta la Chiesa, chiamata ad arri-vare alle periferie del mondo perrenderle luoghi di profezia e di spe-ranza.

Un messaggio che attraverso, questapubblicazione, vuole arrivare soprat-tutto ai più giovani, tante volte disaffe-zionati all’impegno politico, a tutti queipolitici che superficialmente sostengonoi valori cristiani e usano il cristianesimocome ideologia, a tutti coloro che impe-gnati nella costruzione del Regno vo-gliono ritrovare il coraggio di amare la“città come parte della propria persona-lità” (G. La Pira), che intendono unmodo diverso di essere, di vivere, diporsi dentro la città con una concezionepiù moderna, aperta e solidale.

Saverio Candelieri

La spiritualità di Giuseppe Lazzatiraccontata in un prezioso testo