Il Premio Nazionale Buona Sanità alla rivista Arpa ... · sari Medico Chirurgo, Specialista in...

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I criteri ambientali negli appalti pubblici Femiano a pag.4 Realizzata da un italiano la fotosintesi inversa Pollice a pag.9 Il Premio, istituito nel 1997, in- tende dare luce e visibilità, ai professionisti della “salute” che, con la testimonianza sul campo si sono adoperati per il benessere di tutti, per la ri- cerca e per il sociale. Il Premio è stato organizzato dall'Asso- ciazione "Buona Sanità", pre- sieduta da Maria Rosaria Rondinella, sotto l'Alto Patro- nato delle Altezze Reali Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie, Duca e Duchessa di Ca- stro. Come si spiega in una nota dell’associazione: “Tra bi- sogni di salute in crescita...” a pag.2 Lo scorso 23 settembre i tecnici della Unità Operativa Mare dell’ARPAC, a bordo del battello oceanografico Helios, nell’ambito delle attività di monitoraggio per l’attua- zione della Direttiva europea “Marine Stra- tegy”, hanno effettuato le indagini... De Maio-Santoriello a pagg.6-7 Report sull’edizione 2016 di Futuro Remoto La città di Napoli è stata protagonista in que- sti giorni di un grande evento : Futuro Re- moto. La manifestazione, arrivata alla sua trentesima edizione, ha raggruppato le grandi menti sotto un unico cielo e sotto un’ unica pa- rola ovvero “IL FUTURO”. A Città della Scienza ed in piazza del Plebiscito si sono riu- nite celebrità del calibro di Piero Angela... a pag.11 Palumbo a pag.14 Piet Oudolf e il paesaggio La policistosi ovarica è una condizione clinica molto frequente nelle donne in età fertile, è caratterizzata dalla presenza di irregolarità del ciclo mestruale che possono associarsi a casi di infertilità; iperandrogenismo... Funaro a pag.13 Per la Sindrome da Ovaio Policistico serve una corretta alimentazione Una città, Napoli, come i suoi abitanti: con il fuoco dentro. E non è un semplice modo di dire. Da poco tempo è stato scoperto che il com- plesso dei Campi Flegrei nasconde, in realtà, una minaccia ben mag- giore rispetto al sempre temuto Vesuvio... Martelli a pag.3 Sei nuovi vulcani nel golfo di Napoli Inquinamento del mare: le microplastiche NATURA & BIODIVERSITÀ AMBIENTE & SALUTE BIO-ARCHITETTURA PRIMO PIANO È in atto uno scontro tra ignoranti? NATUR@MENTE Ambigui, flessibili, ma più di ogni altra cosa liquidi: eccola la vostra bella società. L’au- mento delle povertà e delle di- suguaglianze vi fa galleggiare in uno stato di crisi perenne. I flussi ininterrotti di capitali, merci e esseri umani mettono costantemente in crisi questo vostro piccolo mondo, che vi vizia dalla culla alla tomba. La soluzione sembra essere: costruiamo muri per proteg- gerci. In verità l’idea non è nuova. La storia è piena di queste infelici intuizioni. Nel III secolo A.C. l’impera- tore Qin Shi Huangdi decise di costruire la Grande Mura- glia Cinese. Tafuro a pag.19 ISTITUZIONI AMBIENTE & DIRITTO De Capua a pag.18 Il D.Lvo. 19 agosto 2016, n. 175, recante “Testo Unico in materia di società a partecipa- zione pubblica”, emanato in at- tuazione dell’art. 18 della legge delega n. 124/2015, dedica un intero articolo (art. 16) alle so- cietà in house dettando al ri- guardo diversi adempimenti che dovranno essere realizzati entro termini prestabiliti, che investono sia le predette so- cietà che l’ente partecipante in qualità di socio che esercita... Il Testo Unico in materia di società partecipate Il Premio Nazionale Buona Sanità alla rivista Arpa Campania Ambiente Per l’ammissibilità a gare pub- bliche nonché per l’attribu- zione di punteggi premianti alle imprese nell’aggiudica- zione degli appalti di lavori, servizi e forniture, oltre al “principio di economicità”,ini- zia ad essere requisito indi- spensabile il rispetto dei criteri ambientali (possesso di certifi- cazioni e marchi ambientali, contenimento di consumi ener- getici, risorse ambientali, emissioni inquinanti, costi... La fotosintesi inversa è un processo chimico che sfrutta la clorofilla e la luce solare, per degradare biomasse vegetali e produrre biocarburanti. A de- scriverla, sulla rivista scienti- fica Nature Communications, è lo studio realizzato da un team di ricercatori dell’università di Copenaghen. Il principale au- tore della scoperta è David Cannella, un giovanissimo ri- cercatore italiano attualmente impegnato in un post-doc presso l’università danese. La ricerca di cui si occupa, è proprio il miglioramento dei processi di produzione dei bio- combustibili come l’etanolo, un biocarburante...

Transcript of Il Premio Nazionale Buona Sanità alla rivista Arpa ... · sari Medico Chirurgo, Specialista in...

I criteri ambientalinegli appalti pubblici

Femiano a pag.4

Realizzata da un italiano la fotosintesi inversa

Pollice a pag.9

Il Premio, istituito nel 1997, in-tende dare luce e visibilità, aiprofessionisti della “salute”che, con la testimonianza sulcampo si sono adoperati per ilbenessere di tutti, per la ri-cerca e per il sociale. Il Premioè stato organizzato dall'Asso-ciazione "Buona Sanità", pre-sieduta da Maria RosariaRondinella, sotto l'Alto Patro-nato delle Altezze Reali Carlo eCamilla di Borbone delle DueSicilie, Duca e Duchessa di Ca-stro. Come si spiega in unanota dell’associazione: “Tra bi-sogni di salute in crescita...”

a pag.2

Lo scorso 23 settembre i tecnici della UnitàOperativa Mare dell’ARPAC, a bordo delbattello oceanografico Helios, nell’ambitodelle attività di monitoraggio per l’attua-zione della Direttiva europea “Marine Stra-tegy”, hanno effettuato le indagini...

De Maio-Santoriello a pagg.6-7

Report sull’edizione 2016di Futuro Remoto

La città di Napoli è stata protagonista in que-sti giorni di un grande evento : Futuro Re-moto. La manifestazione, arrivata alla suatrentesima edizione, ha raggruppato le grandimenti sotto un unico cielo e sotto un’ unica pa-rola ovvero “IL FUTURO”. A Città dellaScienza ed in piazza del Plebiscito si sono riu-nite celebrità del calibro di Piero Angela...

a pag.11

Palumbo a pag.14

Piet Oudolfe il paesaggio

La policistosi ovarica è una condizione clinicamolto frequente nelle donne in età fertile, ècaratterizzata dalla presenza di irregolaritàdel ciclo mestruale che possono associarsi acasi di infertilità; iperandrogenismo...

Funaro a pag.13

Per la Sindrome da Ovaio Policisticoserve una corretta alimentazione

Una città, Napoli, come i suoi abitanti: con il fuoco dentro. E non èun semplice modo di dire. Da poco tempo è stato scoperto che il com-plesso dei Campi Flegrei nasconde, in realtà, una minaccia ben mag-giore rispetto al sempre temuto Vesuvio...

Martelli a pag.3

Sei nuovi vulcani nel golfo di Napoli

Inquinamento del mare:le microplastiche

NATURA & BIODIVERSITÀ

AMBIENTE & SALUTE BIO-ARCHITETTURA

PRIMO PIANO

È in atto uno scontro tra ignoranti?

NATUR@MENTE

Ambigui, flessibili, ma più diogni altra cosa liquidi: eccolala vostra bella società. L’au-mento delle povertà e delle di-suguaglianze vi fa galleggiarein uno stato di crisi perenne. I flussi ininterrotti di capitali,merci e esseri umani mettonocostantemente in crisi questovostro piccolo mondo, che vivizia dalla culla alla tomba.La soluzione sembra essere:costruiamo muri per proteg-gerci. In verità l’idea non ènuova. La storia è piena diqueste infelici intuizioni. Nel III secolo A.C. l’impera-tore Qin Shi Huangdi decisedi costruire la Grande Mura-glia Cinese.

Tafuro a pag.19

ISTITUZIONI AMBIENTE & DIRITTO

De Capua a pag.18

Il D.Lvo. 19 agosto 2016, n.175, recante “Testo Unico inmateria di società a partecipa-zione pubblica”, emanato in at-tuazione dell’art. 18 della leggedelega n. 124/2015, dedica unintero articolo (art. 16) alle so-cietà in house dettando al ri-guardo diversi adempimentiche dovranno essere realizzatientro termini prestabiliti, cheinvestono sia le predette so-cietà che l’ente partecipante inqualità di socio che esercita...

Il Testo Unico in materiadi società partecipate

Il Premio Nazionale Buona Sanitàalla rivista Arpa Campania Ambiente

Per l’ammissibilità a gare pub-bliche nonché per l’attribu-zione di punteggi premiantialle imprese nell’aggiudica-zione degli appalti di lavori,servizi e forniture, oltre al“principio di economicità”,ini-zia ad essere requisito indi-spensabile il rispetto dei criteriambientali (possesso di certifi-cazioni e marchi ambientali,contenimento di consumi ener-getici, risorse ambientali,emissioni inquinanti, costi...

La fotosintesi inversa è unprocesso chimico che sfrutta laclorofilla e la luce solare, perdegradare biomasse vegetali eprodurre biocarburanti. A de-scriverla, sulla rivista scienti-fica Nature Communications, èlo studio realizzato da un teamdi ricercatori dell’università diCopenaghen. Il principale au-tore della scoperta è DavidCannella, un giovanissimo ri-cercatore italiano attualmenteimpegnato in un post-docpresso l’università danese. La ricerca di cui si occupa, èproprio il miglioramento deiprocessi di produzione dei bio-combustibili come l’etanolo, unbiocarburante...

Il Premio, istituito nel 1997, in-tende dare luce e visibilità, aiprofessionisti della “salute” che,con la testimonianza sul camposi sono adoperati per il benes-sere di tutti, per la ricerca e peril sociale. Il Premio è stato organizzatodall'Associazione "Buona Sa-nità", presieduta da Maria Ro-saria Rondinella, sotto l'AltoPatronato delle Altezze RealiCarlo e Camilla di Borbone delleDue Sicilie, Duca e Duchessa diCastro. Come si spiega in unanota dell’associazione: “Tra biso-gni di salute in crescita, tecnolo-gie e terapie mediche semprepiù moderne e costose e risorseeconomiche limitate, l’Italia rie-sce ancora a garantire quel Si-stema Pubblico supportato dallastretta collaborazione conl’Ospedalità Religiosa e Privatae con alti standard assistenzialiche da sempre l’hanno contrad-distinta e che rappresentanouno dei suoi maggiori traguardidi civiltà”. Contestualmente, ilpremio giornalistico Buona Sa-nità mira ad incoraggiare e con-ferire un riconoscimento algiornalismo di qualità grazie alquale l’opinione pubblica vienesensibilizzata su tematichequali la salute, l’assistenza sa-nitaria e i diritti ai pazienti. Lacommissione esaminatrice inmaniera scrupolosa ed attentaha premiato professionisti, asso-ciazioni, enti, forze dell’ordine,ospedali e case di cura. Tra ipremiati di quest’anno anche larivista scientifica Arpacampa-nia Ambiente (edita dall’Agen-zia regionale per la protezioneambientale della Campania) di-retta ottimamente dal dr. PietroFunaro, il quale ha ricevuto ilpremio insieme al dr. SalvatoreLanza, uno dei Caporedattoridella rivista dal 2005. Tra lemotivazioni del premio: “La cor-retta informazione su temi ri-guardanti la salute rappresentaoggi uno dei cardini principalidella professione giornalistica. Equesti argomenti sono tra i piùrichiesti e seguiti dal grandepubblico, sui giornali, on-line,alla televisione o in radio. Que-sto accresce ancora più il sensodi responsabilità degli operatoridella comunicazione impegnatiin questo settore, obbligandoli aun continuo aggiornamento ri-spetto ad una ricerca che inpochi anni è in grado di rivolu-zionare tesi, approcci, e dogmidelle scienze mediche”.

Il Premio Nazionale Buona Sanitàalla rivista Arpa Campania Ambiente

AAlcuni degli enti e delle personalità premiati

Ciro Verdoliva, Diretore Generale Azienda OspedalieraCardarelli; Luigi Nicolais, Professore Emerito dell’Uni-versità Federico II; Andrea Ballabio Direttore del TIGEMIstituto Telethon di genetica e medicina; Nicola MaureaPrimario Specialista in Cardiologia presso l’Istituto Pa-scale; Colonnello Vincenzo Maresca Comandante Cara-binieri NAS Italia Meridionale; Mariano ScaglionePresidente ESER, Società Europea di Radiologia d'Ur-genza, Direttore Radiologia di Pineta Grande; FrancoBettone Presidente Nazionale dell'ANMIL; Paolo Capo-grosso, UOC Cardiologia San Giovanni Bosco, Ugo Ce-sari Medico Chirurgo, Specialista in Otorinolaringoiatriaed in Foniatria; Adriana Franzese Responsabile del Cen-tro di Riferimento Regionale di Diabetologia Pediatrica;Gabriella D’Orso Vice prefetto dirigente dell’Area Immi-grazione della Prefettura di Napoli; Giovanni Nanni Co-mandante Regionale Vigili del Fuoco; Diocesi di Napoli;Padre Jean Claude Ndayishimiye Presidente dell’asso-ciazione di volontariato Burundiamo; Lega Navale Ita-liana; CISOM Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine diMalta; Gaetano Manfredi Rettore dell’Università Fede-rico II di Napoli; Don Nicola Lombardi Direttore dell’Isti-tuto Superiore di Scienze Religiose San Pietro diCaserta; Alessandro Barbano direttore del Mattino dal2012; Francesco Pinto In RAI dal 1978, dirige il CentroRAI di Napoli, Romolo Sticchi Giornalista del TG3 RAI,Alessandro Sansoni Giornalista, consigliere nazionaledell’Ordine, Francesca Scognamiglio Giornalista.

Il bracconaggio: una realtà barbara e distruttiva

Fabiana Liguori

“Caccia e uccellagione abusivain tempi, luoghi o con mezzinon consentiti dalla legge oche si eserciti senza la neces-saria licenza”. Questa è la definizione che ildizionario Treccani forniscesotto la voce: bracconaggio.Purtroppo, questa pratica,barbara e distruttiva di al-cune specie animali, è moltodiffusa in Italia. Se guardiamo i numeri fornitiin un dossier da LegambienteCampania, negli ultimi setteanni, ogni giorno sono stateregistrate nell’intera Penisola20 infrazioni (51.165 in to-tale), denunciate 16,5 persone(42.082) ed effettuati quasi 7sequestri (17.581). Nello spe-cifico, la Campania risulta laseconda regione italiana (dopola Sicilia) a subire di più il fe-nomeno: sono 6.118 le infra-zioni registrate, 5592 lepersone denunciate e 2249 isequestri effettuati. L’area più colpita risulta es-sere la provincia di Napoli(3654 infrazioni, 3516 de-nunce, 1473 sequestri). Dati preoccupanti anche perla Provincia di Salerno, con1870 infrazioni, 1794 personedenunciate e 376 sequestri.Terzo sul “triste podio”, il Ca-sertano con 262 infrazioni,138 persone denunciate e 199

sequestri. Per quanto attienei reati di bracconaggio (arti-colo 30 della legge 157/92), ne-gl’ultimi quattro anni (dal2012 al 2015), in Campaniasono stati avviati 341 procedi-menti contro noti, indagate444 persone e aperti 163 pro-cedimenti contro ignoti. A li-vello provinciale, maglia neraalla provincia di Napoli (117procedimenti contro noti, 129persone indagate e 58 procedi-menti aperti contro ignoti).Segue Salerno con 92 procedi-menti contro noti, 143 personeindagate e 26 procedimentiaperti contro ignoti. Nella pro-

vincia di Caserta si sono regi-strati 91 procedimenti contronoti, 120 persone indagate e52 procedimenti aperti controignoti. L’approfondimento realizzatoda Legambiente si basa sul-l’incrocio di due gruppi di dati:il primo relativo, alle sole in-frazioni contro la fauna selva-tica, ricevuti da tutte le forzedell'ordine (Carabinieri, Poli-zia di Stato, Guardia di fi-nanza, Corpo forestale delloStato, Capitaneria di Porto,Corpi forestali regionali, Poli-zie provinciali); e il secondo èquello trasmesso dalle Pro-

cure alla LAV (Lega Anti Vi-visezione) ai fini della reda-zione del Rapporto zoomafia.Considerando l’importanzadella grande fetta di biodiver-sità coinvolta in tale cattiva“usanza”, vittima di continueviolenze e azioni illecite, sa-rebbe urgente intervenire a li-vello istituzionale con un’ef-ficace piano d’azione per lasalvaguardia di tante specie:a partire dall’ adeguamentodella tutela legislativa (oggiricadente solo tra i cosiddetti“reati minori”), all’ istituzionedi una regia nazionale, dalrafforzamento della vigilanza

(compresa la valorizzazione diquella volontaria), al coinvol-gimento attivo dei differentiattori istituzionali territoriali. Il dossier, realizzato dall’asso-ciazione ambientalista, spingeproprio in questa direzione,così come dichiarato da Pa-squale Raia, componente deldirettivo di LegambienteCampania: “chiediamo al Par-lamento di introdurre nel co-dice penale i delitti contro lafauna, riprendendo il lavorogià fatto con emendamenti eordini del giorno durante la di-scussione parlamentare dellalegge sugli Ecoreati”.

Sei nuovi vulcani nel golfo di Napoli

Giulia Martelli

Una città, Napoli, come i suoiabitanti: con il fuoco dentro. Enon è un semplice modo didire. Da poco tempo è statoscoperto che il complesso deiCampi Flegrei nasconde, in re-altà, una minaccia ben mag-giore rispetto al sempretemuto Vesuvio, ma le poten-zialità vulcaniche della nostraterra potrebbero non limitarsi“solo” a questi due super-vul-cani. Una ricerca condotta nel 2014ha infatti portato all’indivi-duazione di sei bocche vulcani-che sottomarine che sono statelocalizzate ad una distanzapoco inferiore ai tre chilometridalla costa, nel tratto com-

preso tra Torre Annunziata edErcolano molto vicine ad al-cuni comuni costieri. La sco-perta, pubblicata sulGeophysical Research Letters,è stata effettuata da un teamdi ricercatori appartenenti adiversi istituti: l'Istituto Na-zionale di Geofisica e Vulcano-logia (Ingv); il Dipartimento diScienze della Terra, dell'Am-biente e delle Risorse (Distar)dell'Università di Napoli "Fe-derico II"; dell'Istituto perl'Ambiente Marino Costiero(Iamc) e del Consiglio Nazio-nale delle Ricerche (Cnr). I seivulcani, denominati al mo-mento V1, V2, V3, V4, V5 e V6sono disposti a semicerchio, iprimi tre sarebbero di originepreistorica, risalenti a circa 19

mila anni fa; il V5, invece, è ilpiù vicino alla costa di TorreAnnunziata, considerando cheil suo punto più alto è ad ap-pena 5 metri sotto il livello delmare; mentre, viceversa, il V6è tra i 50 ed i 100 metri sottoil livello del mare vicino Erco-

lano, ma è quello che ha erut-tato più di recente: l’ultimaeruzione risalirebbe, infatti, ameno di duecento anni fa. A tranquillizzare gli animi inun’intervista rilasciata al Cor-riere del Mezzogiorno, il pro-fessor Guido Ventura, vulca-

nologo e ricercatore del Cnr,secondo il quale allo stato at-tuale non vi sarebbero rischiper la popolazione. Le strut-ture sommerse costituirebberoper ora dei punti di degassa-mento dell’anidride carbonicai cui condotti, lunghi 20-30km, consentono la risalita delgas dalle profondità, in futuroperò potrebbero divenire vie dirisalita anche del magma cau-sando “soltanto” problemi allanavigazione e al sistema biolo-gico dovuti all’aumento dellatemperatura del mare. Nes-sun allarme, dunque, per ora.È necessario comunque nonabbassare la guardia e comin-ciare almeno a pensare ad unpiano d’emergenza nel caso incui…

Per adesso gli studiosi scongiurano eventuali eruzioni

In Italia tale pratica è radicata. É necessario che le Istituzioni intervengano per arginare il fenomeno

Rossella Femiano

Per l’ammissibilità a gare pub-bliche nonché per l’attribu-zione di punteggi premiantialle imprese nell’aggiudica-zione degli appalti di lavori,servizi e forniture, oltre al“principio di economicità”,ini-zia ad essere requisito indi-spensabile il rispetto deicriteri ambientali (possesso dicertificazioni e marchi am-bientali, contenimento di con-sumi energetici, risorseambientali, emissioni inqui-nanti, costi relativi al “finevita”). Alla luce sia del cosid-detto “Collegato Ambientale”(L. n.221 del 28 dicembre2015) che del nuovo Codicedegli Appalti, tali punteggipremianti, attribuiti dalle Sta-zioni Appaltanti, consistono inalmeno il5% del punteggio tec-nico per progetti/prodotti chehanno materiali/manufatticostituiti da un contenuto mi-nimo di materiale post con-sumo o derivanti da scarti/disassemblaggio. In particolare, i “Criteri am-bientali minimi” (CAM), obbli-gatoriamente indicati neibandi di gara e relativi agli ac-quisti pubblici verdi di deter-minate categorie di beni eservizi, seguiranno specifichetecniche sia di “base”che “pre-mianti” facoltative (per la se-lezione di prodotti e servizi più

sostenibili di quelli che si pos-sono ottenere attraverso il ri-spettodelle specifiche tecnichedi base). Ad oggi, il Ministero dell’Am-biente ha adottato 17 CAM:Apparecchiature elettronicheper ufficio; Arredi per ufficio;Arredo Urbano; Aspetti socialinegli appalti pubblici; Ausiliper l’incontinenza; Carta; Car-tucce per stampanti; Edilizia;Illuminazione pubblica; Puli-zia e prodotti per l’igiene; Ri-fiuti urbani; Ristorazionecollettiva e derrate alimentari;Serramenti esterni; Servizienergetici per gli edifici (illu-minazione, climatizzazione);

Tessili; Veicoli; Verde pub-blico. Altri cinque sono in fasedi definizione (Costruzione emanutenzione delle strade;Servizio di illuminazione pub-blica; Tessili; Arredi per uffi-cio; Servizio di pulizia negliambienti ospedalieri).Questa “green revolution” èstata codificata nel DecretoLegislativo n. 50 del 18 aprile2016 anche in riferimento alcosiddetto Green Public Pro-curement(GPP) previsto dalPiano di Azione Nazionale perla sostenibilità ambientale deiconsumi nel settore della Pub-blica Amministrazione (PANGPP).

Il GPP, quale efficace stru-mento per il perseguimentodella sostenibilità ambien-tale,era già stato introdottonella legge 221/2015 che, negliartt. 16 e 18, indicava comeobbligo per le PA l’adozionedel GPP ovvero ricorrendo agliappalti verdi al:- 100% per quei prodotti, ser-vizi e lavori connessi al con-sumo di energia in quantorilevanti ai fini della riduzionedelle emissioni di CO2 ovveronei seguenti settori:acquisto dilampade a scarica ad alta in-tensità, di alimentatori elet-tronici e di moduli a LED,acquisto di apparecchi e affi-

damento delservizio di proget-tazione di impianti di illumi-nazione pubblica;attrezzatureelettriche ed elettroniche d’uf-ficio; servizi energetici per gliedifici, servizio di illumina-zione e forza motrice, serviziodi riscaldamento/ raffresca-mento di edifici;affidamento diservizi di progettazione e la-vori per la nuova costruzione,ristrutturazione e manuten-zionedi edifici e per la gestionedei cantieri della pubblica am-ministrazione.- 50% per tutti gli altri CAM(percentuale che passerà al62% a partire dal 2017 fino al100% nel 2020).

Angelo Morlando

La questione più importanteè: come stiamo utilizzando ilsuolo disponibile ? Possiamoottimizzare lo stato dei suoligià utilizzati ? Dagli ultimidati qualche speranza sussi-ste. No bisogna illudersi, per-ché continuiamo a consumaresuolo al ritmo di “appena” 250chilometri quadrati, cioè circa350.000 metri quadrati algiorno (l’equivalente di 350campi da calcio) circa 4 metriquadrati al secondo. Alla finedella lettura di questo articolocirca 240 metri quadrati disuolo incontaminato sarannostati utilizzati per ennesimelottizzazioni edilizie, areeagricole asfaltate per far

posto a “nuove” attività pro-duttive e sprechi non più so-stenibili. I ritmi sonoindubbiamente rallentati (in-torno all’anno 2000 il con-sumo era praticamente il

doppio) ma non è una buonanotizia, perché il rallenta-mento potrebbe essere cau-sato dal quasi esaurimentodella risorsa suolo. Nullaormai è inesauribile. Lo stiamo finalmente sco-prendo anche con le risorseacqua e aria. I dati della retedi monitoraggio mostranocome, a livello nazionale, ilsuolo consumato sia passatodal 2,7% degli anni ’50 al7,0% stimato per il 2015, conun incremento di 4,3 puntipercentuali e una crescitapercentuale del 159% (1,2%ulteriore tra il 2013 e il 2015).In termini assoluti, si stimache il consumo di suolo abbiaintaccato ormai circa 21.100km quadrati del nostro terri-

torio su circa 300.000 km qua-drati. I dati sono disponibiligrazie al sistema Copernicusintegrati con la nuova mis-sione Sentinel-2A21, che, lan-ciata a giugno 2015, forniscedati multispettrali con una ri-soluzione di 10 metri, adattiquindi sia per processi di fo-tointerpretazione sia di clas-sificazione semi-automatica.L’impatto economico/ambien-tale del consumo di suolo è de-vastante: dai 36.000 ai 55.000euro per ogni ettaro di suoloconsumato. Si tratta con tuttaevidenza di una sottostima, acausa sia del fatto che nonsono stati presi in esame tuttii servizi ecosistemici. Ovvia-mente la questione non è solodi natura ambientale ed eco-

logica, ma anche di sostenibi-lità di reale sviluppo econo-mico: siamo sicuri checontinuando a questo ritmo dipresunto sviluppo di civiltàstiamo costruendo un futuromigliore ? Le crisi sociali edeconomiche degli ultimi annisono influenzate anche dallasempre maggior scarsezza dirisorse disponibili ? Sfortuna-tamente le risposte sarannocercate quando avremo sem-pre minore disponibilità diacqua potabile, fenomenostrettamente interconnesso ecorrelato dalla sempre mag-giore assenza di suoli permea-bili. Senza interventi radicalicontinueremo ad affrontare leemergenze senza mai pro-grammare la normalità.

I criteri ambientali negli appalti pubblici

IL CONSUMO DI SUOLO E SERVIZI ECOSISTEMICI

Ad oggi il Ministero dell’Ambiente ne ha adottati diciassette. Altri cinque sono in fase di approvazione

I dati aggiornati al 2015 confermano l’eccesso di utilizzo di questa importante risorsa

Rosemary Fanelli

La Luna, con le sue fasi, po-trebbe giocare un ruolo fonda-mentale nell’innescare i sismipiù devastanti ovvero quellicon magnitudo superiore alla5,5. A sostenerlo è lo studiopubblicato su Nature Geo-scienze e realizzato da unteam di sismologi giapponesi,che hanno analizzato la corre-lazione tra i terremoti e gli ef-fetti delle maree. Nel farlo, iricercatori hanno osservato i15 giorni che hanno precedutoi terremoti più violenti, comequello in Cile del 2010 o quelloin Giappone del 2011, verifica-tisi nei giorni di massima ten-sione mareale, quindi neigiorni di Luna piena e di Lunanuova. In particolare, per oltre10.000 terremoti di magnitudosuperiore a 5,5, quelli avvenutinei giorni di Luna piena e diLuna nuova hanno raggiuntomagnitudo superiore 8. I ricercatori hanno deciso dianalizzare, pertanto, i 12 ter-remoti più intensi degli ultimianni, di cui sono noti conestrema precisione giorno edorario della scossa principale.Hanno così riscontrato che,per nove di essi, l’evento si-

smico si è manifestato neigiorni prossimi alla Lunapiena o alla Luna nuova,quando la forza di marea in-dotta dal satellite, che agiscesulla terraferma, causa il mag-giore stress. Ciò ha permessodi elaborare una vera e pro-pria “scala di stress”, da 1 a 15,nella quale il fattore di mag-giore tensione (15) è dato pro-prio dall’allineamento Terra-Luna-Sole. Non sembra inveceesserci relazione tra fasi lunariintermedie (quarti di Luna) edi terremoti. In realtà, gli stessigeofisici affermano che non èla Luna a provocare il sisma,le cui cause vanno ricercatenella litosfera terrestre, ma èpur vero che, in una situazionegià precaria, l’attrazione gra-vitazionale della luna potrebbeessere il fattore scatenante.Così come la Luna è responsa-bile delle maree, anche lemasse continentali potrebberoessere influenzate dall'attra-zione della luna e del sole. Sipensi al caso di Giove e deisuoi satelliti, uno dei qualideve la sua natura geologicaproprio agli attriti interni cau-sati dall'attrazione gravitazio-nale. Non è in discussione chei terremoti sono causati dal-

l’accumularsi di tensioni lungouna faglia, cioè una linea difrattura della crosta terrestre.Finché l’attrito lungo la lineadi frattura è maggiore dellatensione che tende a far scor-rere i lati di una faglia, questarimane inattiva e si ha unalenta deformazione delle rocce.Quando però la tensione su-pera l’attrito, la faglia comin-cia a scorrere, liberandol’energia che ha accumulato ele vibrazioni che ne derivano simanifestano come terremoto.Chiarite queste dinamiche, gliscienziati hanno ipotizzato chegli effetti mareali potesserocontribuire a far aumentare letensioni nella crosta terrestre,facendo raggiungere il puntodi rottura delle faglie presenti.Molti geologi, invero, hannosollevato dubbi sulla bontàdella ricerca, non solo per l’esi-guo numero di terremoti ana-lizzati dal team, ma ancheperché sono numerosi gli epi-sodi sismici che sembranosmentire lo studio. Uno tra tutti, il terremoto diAmatrice del 24 agosto scorso,avvenuto a parecchi giorni didistanza dalla Luna nuova (2agosto) e da quella piena (18agosto).

La correlazione tra i terremoti e le maree

L’odore è la “proprietà di una sostanza o di un compo-sto chimico, dipendente dalla concentrazione, capacedi attivare il senso dell’olfatto”. L’esercizio di impiantidi trattamento delle acque reflue, sempre più inglobatiin un contesto urbano, genera un impatto olfattivosulle persone che transitano o risiedono in prossimitàdegli stessi facendo registrare, in prima reazione, unasensazione di fastidio. La risposta degli individui espo-sti agli odori è altamente soggettiva e non esiste unasoglia entro la quale contenere gli odori molesti svilup-patesi per un “66% in alcuni punti della linea di trat-tamento e per un 34% già presenti nel refluo iningresso” (Conti, F., 1998) a causa di processi anaero-bici all’interno di collettori o all’immissione di reflui in-dustriali.Attualmente, non esiste una normativa indicante so-glie universali di accettabilità di odore entro cui dovercontenere le emissioni/concentrazioni di sostanze odo-rigene negli impianti di trattamento delle acque reflue. Negli impianti di depurazione esistenti, gli odori ven-gono campionati - con tecniche differenti a secondadella tipologia di sorgente investigata (puntuale oareale; attiva o passiva) - nei punti di raccolta e stoc-caggio dei materiali a forte carico organico; nelle fasicaratterizzate da elevati tempi di permanenza; nelleunità di processo nelle quali sono facilitati fenomeni divolatilizzazione.Con il campione di gas prelevato, si procede alla mi-sura degli odori attraverso metodi sensoriali (olfatto-metria dinamica; questionari sociologici), metodianalitici o chimico-fisici (gascromatografia e spettro-metria di massa; fiale colorimetriche; rilevatori porta-tili multigas), metodi misti o senso-strumentali (nasoelettronico, GC-MS con porta ODP). Le concentrazionirisultanti, immesse nel modello di dispersione scelto(modelli deterministici gaussiani o euleriani) insiemead altri parametri quali le caratteristiche fisiche dellesorgenti, le caratteristiche fisico-chimiche delle so-stanze inquinanti, le caratteristiche orografiche delterritorio circostante e la rugosità del terreno, le con-dizioni meteorologiche della zona, costituiranno gliinput per la determinazione delle emissioni e delle con-seguenti aree di impatto.Per la realizzazione di nuovi impianti di depurazione,viene utilizzato il fattore OEF (OdourEmissionFactor)che può essere desunto da dati di letteratura e speri-mentali identificando prioritariamente l’indice di atti-vità idoneo (Capelli, L.et al.,2014). Questo fattore può avere valore predittivo per l’indivi-duazione della corretta localizzazione dell’impianto ela progettazione della dimensione delle unità di trat-tamento. Ros.Fem.

L’impatto olfattivo vicino agli impianti di depurazione

Studio realizzato da un team di sismologi giapponesi

Parametri e metodi di misurazione

Lucio De MaioMarianna Santoriello

Lo scorso 23 settembre i tecnici dellaUnità Operativa Mare dell’ARPAC, abordo del battello oceanografico He-lios, nell’ambito delle attività di moni-toraggio per l’attuazione dellaDirettiva europea “Marine Strategy”,hanno effettuato le indagini previstenell’area del Golfo di Napoli. Si trattadi una direttiva che istituisce un qua-dro condiviso per l’azione comunitarianel campo della politica per l’ambientemarino e contiene una serie di indica-zioni per permettere agli Stati membridi raggiungere entro il 2020 il buonostato ambientale (GES - Good Envi-ronmental Status) delle proprie acque.Questa nuova direttiva europea ri-volta alla salvaguardia dell’ambientemarino affronta, tra l’altro, una pro-blematica emergente riguardante lapresenza dei rifiuti in mare e, in par-ticolare, quella delle microplasticheche rappresenta una forma di inquina-mento marino la cui importanza finoad ora è stata sottovalutata. Le microplastiche derivano comune-mente da fenomeni di erosione e de-gradazione di rifiuti plastici dimaggiori dimensioni. La presenza di plastica in mare è unproblema che esiste da molto tempo,ma in passato l’attenzione venivaposta essenzialmente sui macro-rifiutigalleggianti.Il campionamento delle microplasti-che viene effettuato con una rete tipo“manta” costruita appositamente pernavigare nello strato superficiale della

colonna d’acqua e campionare quindientro lo strato interessato dal rimesco-lamento causato dal moto ondoso. Ingenerale, l’utilizzo della rete permettedi campionare grandi volumi d’acqua,trattenendo il materiale d’interesse.La manta è costituita da una boccarettangolare metallica (50*25 cm) dacui si diparte il cono di rete (lunghezza250 cm, maglia 330 µm), e da un bic-chiere raccoglitore finale. Due ali me-talliche vuote, esterne alla bocca, lamantengono in galleggiamento sullasuperficie.Le microplastiche sono particelle diorigine antropica, di dimensione com-

presa tra 5mm e 330µm. Bisogna spe-cificare che la misura di 5mm è un li-mite convenzionale che le separa dallemesoplastiche, mentre il limite infe-riore delle microplastiche è stretta-mente relazionato alla metodologia dicampionamento: difatti come specifi-cato è stato utilizzato un retino amanta per il prelievo di neuston(micro – organismi che vivono nell’in-terfaccia aria – acqua) in quanto lamaggior parte di queste particelletende a galleggiare nei primi cm dellacolonna d’acqua. Ovviamente le parti-celle con alta densità specifica tendonoa decantare nei sedimenti, quindi

sfuggono ai campionamenti di neu-ston. I composti che più comunementevanno a costituire le plastiche sono ilpolietilene, il polipropilene, il polisti-rene, il polietilene tereftalato ed il po-livinilcloride, le cui fonti originariesono principalmente bottiglie di pla-stica, contenitori per il cibo, reti di pla-stica, posate, pellicole, bicchieri diplastica. La categorizzazione delle mi-croplastiche può avvenire anche subase morfologica, sovente determinatadalla fonte che le origina: possono es-sere campionati pellets e microbeads,frammenti derivanti dalla disgrega-zione di rifiuti di maggiori dimensionie fibre; tendenzialmente i microbeadssi presentano in forme appiattite. Vi-ceversa le microplastiche secondarie,derivanti da disgregazione di rifiuti dimaggiori dimensioni, sono sia i fram-menti erosi, dalla morfologia molto piùirregolare, caratterizzati da forme chepossono essere da angolari ad arroton-date a seconda del grado di usura, siale fibre, le quali si presentano sottoforma di filamenti sottili e allungati.Quest'ultima morfologia è sovente lapiù numerosa, raggiungendo percen-tuali superiori al 70-80% in valoriespressi convenzionalmente con nu-mero di particelle per m3 di acqua.Tra i processi degradativi che portanoalla formazione delle microplasticheabbiamo la biodegradazione operatada organismi viventi, spesso microbi,la fotodegradazione, causata dalla ra-diazione solare e frequente in mareaperto, la degradazione termossida-tiva, con temperature moderate, la de-gradazione termica, relativa alle altetemperature e l'idrolisi, tipica rea-zione con l'acqua.

(segue a pagina 7)

Le microplastiche in mare: una forma di inquinamento poco conosciuta

Retino a manta per il prelievo di neuston (micro-organismi che vivono nell’interfaccia aria-acqua).

Nella foto viene ritratto il battello oceanografico Helios, ammiraglia della flotta Arpac per il monitoraggio marino.

Il problema rientra tra quelli indagati dall’Agenzia nell’ambito delle attività della “Marine Strategy”

Le microplastiche tendono ad accumu-larsi preferibilmente sulla superficie delmare e, in seconda battuta, nella zonabasale del termoclino (il termoclino è lostrato di transizione tra lo strato rime-scolato di superficie e lo strato di acquaprofonda in corpi idrici profondi comeoceani, mari e laghi. Le definizioni diquesti strati sono basate sulla tempera-tura. Lo strato di rimescolamento(mixed layer) è vicino alla superficie,dove la temperatura è costante e appros-simativamente pari a quella dell'acquadi superficie. Nello strato di termoclino,la temperatura diminuisce rapidamentedal valore assunto nello strato di mesco-lamento a quello corrispondente allatemperatura dell'acqua profonda, che èstabile nel corso dell'anno perché troppoprofonda per poter essere influenzatadalla radiazione solare. Il termoclinorappresenta quindi la zona di transi-zione tra lo strato superficiale e quelloprofondo). Per tale ragione occorre rile-vare le variabili chimico-fisiche lungo lacolonna d’acqua, calando la Sonda Mul-tiparametrica in corrispondenza delpunto di inizio del campionamento dellemicroplastiche (la Sonda Multiparame-trica è lo strumento da utilizzare nel-l’ambito dei monitoraggi previsti dalD.Lgs 190/2010 per effettuare le misuresulla colonna d’acqua, misure di quei pa-rametri che caratterizzano la massad’acqua dal punto di vista fisico, chimicoe biologico, cioè la salinità, la tempera-tura, il PH, l’ossigeno, la clorofilla “a” ela torbidità). È importante anche tenere

conto degli effetti del rimescolamentocausato dal moto ondoso sulla distribu-zione delle microplastiche ed è quindipreferibile eseguire il campionamento incondizioni di mare calmo. In molti animali tali particelle creanodanni fisici, come il soffocamento (tipica-mente osservabile in molti invertebratifiltratori). Ma è solo l’inizio: è infatti diportata decisamente maggiore la tossi-cità che scaturisce dall'inquinamento damicroplastiche, esponenzialmente incre-mentata da adsorbimento e bioaccumulodi sostanze inquinanti. Gli inquinantiorganici persistenti che più frequente-mente vengono adsorbiti sono ad esem-pio gli ftalati, i PCB, le organoclorine e imetalli pesanti. Questo processo fa sì cheuna piccola superficie quale quella diuna microparticella possa concentraregrandi quantitativi di inquinanti, favo-rendone la dispersione in mare e diven-tando una vera e propria “bomba aorologeria”. Per comprendere più adeguatamentecome le microplastiche entrino nella ca-tena trofica, bisogna parlare del bioaccu-mulo o biomagnificazione, ovvero quelprocesso che porta negli organismi chedirettamente o indirettamente ingeri-scono le micro particelle ad un aumentoin maniera esponenziale dei livelli tossiciman mano che si sale di livello. Sonotantissime le specie affette da questaforma di inquinamento, dai filtratori,come i molluschi bivalvi (le classichecozze e vongole che frequentemente ar-ricchiscono i nostri pasti) e i crostacei cir-ripedi (balani), agli invertebratidetritivori, come oloturie, isopodi, anfi-podi e policheti. È quindi frequente chegli animali a vita bentonica accumulinodirettamente microplastiche anche di co-spicue dimensioni, mentre le particellepiù piccole possono essere ingerite ancheda organismi planctonici, come i cope-podi e gli eufasiacei, ma ovviamente l'ac-cumulo diretto è riscontrabile anche ailivelli più alti della catena trofica.

segue da pagina 6

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 ottobre 2016 - Anno XII, N.18Edizione chiusa dalla redazione il 14 ottobre 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, F. DeCapua, G. De Crescenzo, L. De Maio, A.Esposito, R. Fanelli, R. Femiano, R. Funaro, R.Maisto, D. Matania, B. Mercadante, A. Mor-lando, A. Palumbo, S. Patrizio, A. Paparo, T.Pollice, M. Santoriello SEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Un campione di microplastiche pronto per il trasporto nei laboratori, dove verrà analizzato.

Sonda multiparametrica immersa in acqua in corrispondenza del punto di inizio del campionamento delle microplastiche, all’interno del Golfo di Napoli.

Il grafico mostra ilprofilo verticaledella sonda multi-parametrica in dota-zione all'UnitàOperativa Mare. La Sonda Multipa-rametrica è lo stru-mento da utilizzarenell’ambito dei mo-nitoraggi previsti dalD.Lgs 190/2010 pereffettuare le misuresulla colonna d’ac-qua, misure di queiparametri che ca-ratterizzano lamassa d’acqua dalpunto di vista fisico,chimico e biologico,cioè la salinità, latemperatura, il PH,l’ossigeno, la cloro-filla “a” e la torbi-dità.

Anna Gaudioso

Negli ultimi anni siamo conti-nuamente in allarme per il ri-scaldamento del pianeta.Certo, se continuiamo a im-mettere gas serra nell’atmo-sfera, non possiamo dare perscontato che la temperaturamedia globale aumenti lenta-mente. Potrebbe, invece, acca-dere che si verifichi unimprovviso sbalzo nella tem-peratura media globale, cheavrebbe effetti devastanti.Forse è proprio ciò che sta ac-cadendo adesso. Stando a quanto affermatodall’ex segretario generaledell’Organizzazione meteoro-logica mondiale, Michel Jar-raud, il pianeta si stariscaldando a una velocitàmai registrata prima. Il 2014era stato l’anno più caldo disempre, ma è stato battuto dal2015 e quasi sicuramente il2016 batterà questo primatocon un margine ancora mag-giore. Il gennaio scorso è statoil più caldo di sempre e la tem-peratura media globale di feb-braio è stata di un quinto digrado più alta di quella delmese precedente. Quindi,viene da pensare che il 2016,secondo le ultime previsioni,potrebbe essere davvero l’annodei record: il pianeta si riscal-derà di 1,25°C in più rispetto

ai livelli preindustriali. Non siregistravano impennate similida 115mila anni. Dunque il2016, secondo gli scienziati,sarà davvero l’anno dei record.La novità è nella costanza concui aumenta la temperatura,riscaldando in modo veloce eprogressivo il nostro pianeta.Si registra, insomma, unritmo di riscaldamento senzaprecedenti. È ciò che emerge da un nuovo

studio condotto da una squa-dra di scienziati coordinata daJames Hansen, climatologoche ha ricoperto incarichi aivertici della Nasa.Secondo lo studio di Hansen,pubblicato pochi giorni fa sullarivista “Earth System Dyna-mics”, in pratica negli ultimi45 anni la Terra si è riscaldataad un ritmo di 0,18°C per de-cennio. Se gli impegni sulclima non verranno rispettati,

la situazione diventerà al-quanto preoccupante. Alcunigiorni fa il Noaa ha annun-ciato che i livelli di concentra-zione di CO2 in atmosferasono stabilmente al di sopradella soglia delle 400 ppm eche non scenderanno per iprossimi decenni. Solo se dav-vero si manterranno le pro-messe fatte a Parigi, e lanatura rallenterà la sua furia,potremmo sperare in qualcosa

di buono. Hansen e colleghihanno provato a stimare icosti che l’umanità dovrà sob-barcarsi per rattoppare ilprossimo futuro. Gli scienziatiipotizzano che si procederàall’estrazione artificiale diCO2 dall’atmosfera. Un’opera-zione che, disponendo di mezzie tecnologie adatte, potrebbeavere un costo che si aggira in-torno ai 570mila miliardi didollari.

Il sistema climatico terrestreè altamente influenzato dalclima passato. In merito sonostate fatte attente ricostru-zioni per ciò che riguarda l'an-damento della temperaturasuperficiale media globale, inparticolare per i periodi gla-ciali, ma non per tutte le epo-che passate. Carolyn Snyder, scienziatache ha condotto uno di questistudi, ha rilevato che la tem-peratura globale si è gradual-mente abbassata in media di0,34 °C ogni 100mila annifino a 1,2 milioni di anni facirca. Da allora, fino a800mila anni fa, circa si sonosucceduti diversi cicli di gla-ciazione (ogni 41mila anni)compensati da periodi inter-glaciali più caldi. Successiva-mente, l'intervallo fra le

glaciazioni si è allungato, pas-sando a 100mila anni circa. In presenza di un aumentodella temperatura media glo-bale e delle concentrazioni digas serra in atmosfera, il si-stema Terra reagisce con unaumento di circa 9 °C. Nell’at-tuale contesto, se volessimoipotizzare che le concentra-zioni di CO2 si stabilizzassero

sui valori attuali, la proie-zione ci darebbe un incre-mento di ben cinque gradinell'arco di uno-due millenni.Il climatologo Gavin Schmidt,dell'Istituto Goddard del Cen-tro di ricerca per gli studi spa-ziali (Nasa), fa notare cheanche se le emissioni di CO2dovessero scendere improvvi-samente a zero, i cambia-

menti climatici in atto avan-zerebbero comunque per se-coli. L’unica cosa da fare, secondoSchmidt, sarebbe di rallen-tare il cambiamento climaticoper portarlo ad una lenta evo-luzione. Anche se riuscissimoa contenere il riscaldamentoglobale tra 1,5 e 2°C, la tem-peratura media del prossimosecolo sarebbe comunque dicirca 3°C più alta rispetto aquella attuale. Una domandasorge spontanea: quali pos-sono essere gli effetti più ecla-tanti? Beh, sicuramentel'innalzamento del livello dimari e oceani. Infatti, si prevede un solleva-mento compreso tra 60 e 90cm entro il 2100, per cui circaquattro milioni di persone do-vrebbero abbandonare le

coste e sistemarsi verso l’in-terno. Le zone come i tropiciassorbono circa un terzo ditutta l'anidride carbonica con-tenuta nell'atmosfera e acausa del riscaldamento leacque diventerebbero piùacide, per cui, se il cambia-mento climatico non dovesserallentare, quasi tutti gli ha-bitat delle barriere corallinepotrebbero andare distrutti.Una soluzione possibile, se-condo Schmidt, di ridurre alminimo gli effetti del riscalda-mento globale, potrebbe es-sere quella di adottaresoluzioni tecnologiche innova-tive. Qualcosa in grado di ga-rantire un assorbimento delleemissioni di gas serra, così daimpedirne l'accumulo in at-mosfera.

A.G.

Il surriscaldamento globale sta accelerando

Le variazioni del clima? Una storia antica

Ex scienziato Nasa: «il 2016 l’anno più caldo»

Tina Pollice

La fotosintesi inversa è unprocesso chimico che sfrutta laclorofilla e la luce solare, perdegradare biomasse vegetali eprodurre biocarburanti. A de-scriverla, sulla rivista scienti-fica Nature Communications,è lo studio realizzato da unteam di ricercatori dell’univer-sità di Copenaghen. Il princi-pale autore della scoperta èDavid Cannella, un giovanis-simo ricercatore italiano at-tualmente impegnato in unpost-doc presso l’universitàdanese. La ricerca di cui si oc-cupa, è proprio il migliora-mento dei processi diproduzione dei biocombustibilicome l’etanolo, un biocarbu-rante di seconda generazioneche si può ottenere dalla de-gradazione di biomasse vege-tali, come gli scarti agricoli.Un campo di studi dalle im-portanti ricadute industrialivisto che, le direttive europeeimpongono che entro il 2020 labenzina utilizzata nell’UEdovrà contenere il 20% di eta-nolo, contro il 5% odierno. Macosa c’è di rivoluzionario nellafotosintesi inversa? L’inven-zione potrebbe diventare laformula più efficiente e rapidaper produrre biocarburanti enon solo. Nel processo tradi-zionale lo scarto agricolo non

commestibile viene trasfor-mato in zucchero e poi fermen-tato attraverso enzimiderivanti da funghi, che neconsentono la trasformazionein biocarburante. Grazie all'intuizione di Cannella si è os-servato che l’energia solareriesce ad aumentare di centovolte la cinetica dell’enzimaresponsabile del procedi-mento, portando al medesimorisultato in un tempo moltopiù ridotto. Con una combina-zione di elementi del tutto na-turali come ossigeno,materiale vegetale, raggi so-

lari e clorofilla, si potrebberoottenere biocarburanti inmodo molto più veloce rispettoa prima. Al contrario diquanto avviene nella fotosin-tesi clorofilliana, in cui sicreano ossigeno e cellulosa, inquella inversa l’energia solaree l’ossigeno vengono utilizzatiper produrre energia chimica.Gli enzimi usano l’ossigeno el’energia solare catturata dallaclorofilla, utilizzandoli perrompere i legami delle bio-masse e trasformare la cellu-losa in zuccheri,che poidiventano carburante. La

grande novità è nella velocitàdel processo rispetto al pas-sato. Questo sistema consentedi produrre benzina a zero in-quinamento con prodotti tuttidi origine biologica. Il pro-cesso, che prima richiedeva ungiorno, si può concludere inuna decina di minuti. La foto-sintesi inversa potrebbe aprirela strada a nuove frontieredella scienza e offrire opportu-nità inesplorate a settori comel’alimentazione o l’industriachimica. Quando si produceun biocarburante si preferiscefare benzina perché si utilizza

paglia sporca. Se si riuscisse autilizzare una cellulosa moltoraffinata come il cotone, si po-trebbe arrivare a produrre oli-gosaccaridi, che sono al centrodella rivoluzione del cibo delfuturo. Nella comunità scien-tifica la scoperta ha aperto undibattito su un nuovo ramo diricerca, la fotochimica, e, lesue applicazioni potrebberoportare a una rivoluzioneverde incentivando l’economiae lo sfruttamento delle risorseagricole per produzioni diffe-renziate nel pieno rispetto del-l’ambiente.

A livello nazionale, il settore estrat-tivo è tuttora governato da un RegioDecreto risalente al 1927, le cui in-dicazioni, improntate allo sviluppodell’attività, risultano oggi anti-quate. Secondo il Rapporto Cave diLegambiente, l’escavazione di 80milioni di metri cubi di sabbia eghiaia ha mosso nel 2012 un vo-lume di affari di quasi un miliardodi euro. Tuttavia, le entrate deglienti pubblici, a cui dal 1977 sonostati trasferiti i poteri in materia,sono estremamente ridotte a causadei canoni di concessione strimin-ziti: mediamente, le regioni incas-sano il 3,5% rispetto al prezzo divendita finale degli inerti ma taleintroito in alcune regioni, come Ba-silicata e Sardegna, non è rag-giunto. L’ENEA (l’Ente Nazionale per lenuove tecnologie e l’energia), indi-vidua nell’estrazione dei materiali

inerti dai fiumi, la principale causadell’erosione delle spiagge. I litorali più interessati sono inAbruzzo, Molise e Puglia, dove il60% presenta un forte deficit sedi-mentario. In Campania la situazione non èproprio analoga, ma ci sono litoralida salvaguardare, soggetti al-l’azione erosiva naturale e non na-turale, e penalizzati anche dallaforte incuria degli Enti competentiche dovrebbero dedicarsi alla prote-zione e valorizzazione di questi siti.Nonostante le città moderne sianogiganteschi castelli di sabbia, nonsappiamo ancora riconoscere e dareil giusto valore a una risorsa cheper formarsi impiega migliaia dianni, d’altronde chi si cimenta conpaletta e secchiello in fondo già losa, i bambini sono i veri grandi co-struttori. (Ultima parte)

R.M.

L'italiano David Cannella realizza la fotosintesi inversa

LE CITTÁ DAI GRATTACIELI DI SABBIA

Un processo che sfrutta la clorofilla e la luce solare per degradare biomasse vegetali e produrre bioetanolo

Anna Paparo

Per il pieno dell’auto d’ora inpoi basta l’acqua. Non è unsogno, ma pura realtà. Grazieal gruppo Cap è partita la spe-rimentazione: dai reflui fo-gnari cittadini viene prodottoil metano e il primo distribu-tore nascerà a Milano. Con la collaborazione tecnolo-gica di Fca, l'azienda che ge-stisce acquedotto, fognatura edepurazione nella città metro-politana, sta trasformando iprincipali dei suoi circa 60de-puratori in bioraffinerie ingrado di produrre ricchezzadalle acque di scarto. Biome-tano, fertilizzanti, energiaelettrica sono già realtà e pre-sto sarà possibile estrarre nu-trienti come fosforo e azoto.Così, presso il depuratore diCassano D'Adda è stata av-viata una produzione speri-mentale di fertilizzante;mentre, dal sito a nord di Mi-lano le acque convogliate aldepuratore permetteranno difar viaggiare centinaia di au-tomobili. I tecnici Cap hannostimato che il solo depuratoredi Bresso potrebbe arrivare asviluppare una produzioneannua di biometano pari a341.640 kg, sufficienti ad ali-mentare 416veicoli per 20milakm all'anno: 8.320.000 kmpercorribili complessivi, equi-valenti a oltre duecento voltela circonferenza della Terra.Di conseguenza, saranno si-gnificativi anche i risparmigrazie al costo di produzionedi 0,58euro/kg, sensibilmenteinferiore ai circa 0,9 euro/kg acui il metano è oggi acquista-bile sul mercato. Secondoquanto ha spiegato il d.g. diCap, il dottor Michele Fal-cone, ci sono più di 455milionidi euro in investimenti chespaziano dall'efficienza dei de-puratori, al potenziamento diacquedotti e reti fognarie, conrisparmi ambientali significa-tivi e risultati importanti intermini di tutela della qualitàdell'acqua, difesa della biodi-versità e riduzione di anidridecarbonica immessa in atmo-sfera. Condotto da CNR in col-laborazione con Fca, ilprogetto nella sua specificitàprevede il trattamento deifanghi residui della depura-zione di tipo biologico a

schema classico (fanghi attivi)per via anaerobica e la tra-sformazione in biogas. Succes-sivamente il biogas vienepurificato attraverso la tecno-logia a membrane che può ga-rantire biometano di ottimaqualità (95,0-99,0 vol%). Obiettivo primario è quello diriuscire a realizzare una seriedi campionamenti e di verifi-che analitiche sia sul biome-tano prodotto che sugli off-gasgenerati ed immessi in atmo-sfera coinvolgendo i diversiEnti interessati con la finalitàdi valutare l’immissione inrete del gas naturale e l’uti-lizzo come combustibile per i

trasporti, mediante veri e pro-pri distributori di carburantesimile a quello oggetto di spe-rimentazione. Ma perché siinsiste sul biomeatno? Es-sendo un gas contenente il95% di metano e prodotto dafonti rinnovabili, può sosti-tuire perfettamente quello diorigine fossile e può così con-tribuire alla riduzione dei gasserra. Quindi, rappresenta unvalido aiuto nella lotta al cam-biamento climatico. Ma nonsolo. Ridurrebbe la dipen-denza italiana dalle importa-zioni; darebbe un impulsoall’economia locale. Insomma,chi più ne ha più metta.

Da oggi il pieno si farà con l’acqua!

La prima fattoria galleggianteprende vita a Rotterdam, inOlanda. Un progetto “animalfriendly” da due milioni emezzo di euro, che, a lavori ul-timati previsti per la finedell’anno, ospiterà ben qua-ranta mucche con un conse-guente incremento dellaproduzione di latte, arrivandoa toccare circa mille e due-cento litri al giorno. Produ-zione, questa che vedràcoinvolte in un ciclo continuoed ininterrotto sostanze nutri-tive, acqua ed energia. In pra-tica la nostra “floating farm”sarà completamente autosuffi-ciente, generando ogni giornoi prodotti necessari per autoso-stenersi. Ad esempio, l’urinadelle mucche verrà purificata

e sarà, poi, impiegata per col-tivare erba medica ed altro fo-raggio; mentre, il letame saràutilizzato come concime overrà trasportato in fattorie vi-cine, che ne manifesteranno ilbisogno. E ancora, l’acqua pio-vana verrà raccolta e filtrataper dissetare gli animali,ospiti della fattoria galleg-giante. Per quanto riguarda lastruttura, essa sarà alimen-

tata da energie completa-mente “green”, ossia pannellisolari e turbine. In particolare,la sua collocazione nel porto diRotterdam, praticamente incentro, è alquanto strategica,riducendo al minimo le di-stanze per i trasporti. Inoltre,la fattoria ospiterà un labora-torio hi-tech, dove verrannoportate avanti ricerche sullaproduzione di cibo e sul tratta-mento dei rifiuti e dell’acqua.Ma non finisce qui. La produ-zione per i consumatori, citta-dini e negozi, non si limiterà alsolo latte fresco, ma quest’ul-timo darà vita a burro, yogurte formaggio. Aprirà le sueporte anche alle scolaresche,che potranno intraprenderetour didattici. Con l’inaugura-

zione prevista per gennaio2017, gli ideatori del progettosottolineano in un’intervista alGuardian che la loro “floatingfarm” sarà un esempio da se-guire e da emulare, riprodu-cendola in scala per daresostentamento alle città di unmondo, il nostro, sempre piùurbanizzato e popolato, con unocchio di riguardo per i centriabitati che gravitano intornoai delta dei fiumi. La fattoria èfrutto della collaborazione ditre soggetti, che insiemehanno dato vita a questa rivo-luzionaria idea: Courage, l'isti-tuto di agricoltura olandese, laUit Je Eigen Stad che gestiscefattorie urbane a Rotterdam, eBeladon, specializzata instrutture galleggianti. A.P.

Nasce a Rotterdam la prima fattoria galleggiante

Ilaria Buonfanti

Chi di noi non vorrebbe creare una bella villetta con le propriemani, tirarla su in maniera facile e in breve tempo? Oggi esi-stono dei materiali che potrebbero realizzare questo sogno.Un ingegnere di Aosta, Flavio Lanese, ha brevettato un pro-dotto davvero originale, innovativo e semplice da usare. Sitratta essenzialmente di mattoni da costruzione in plastica,del tutto simili ai Lego, e che adottano le stesse caratteristichecostruttive. In sostanza i mattoni possono essere incastrati gliuni sugli altri in maniera veramente semplice, con l’aggiuntache, durante la fase costruttiva, vengono legati in maniera an-cora più sicura mediante tondini di acciaio filettati e imbullo-nati. Il nome dato a questo prodotto è SpeedyBrick (“mattoneveloce”) e, nelle intenzioni, vorrebbe permettere anche agli ap-passionati del fai da te, totalmente digiuni di tecniche dellecostruzioni, di tirare su in breve tempo un fabbricato. Il loroinventore spiega:“Li immagino in vendita nei negozi per il bri-colage: tutti potranno prenderne una o due confezioni, met-terle in auto, in ascensore e costruire qualsiasi cosa, dallepiscine fai-da-te ai camerini dei negozi. Se entreranno in com-mercio l’unico limite sarà la fantasia!”. Questo progetto ha ungrandissimo potenziale e farebbe evitare parecchi sprechi efatiche in casa per chi volesse fare piccole ristrutturazioni emodifiche agli ambienti domestici, soprattutto rispetto al so-lito utilizzo del cartongesso. Lo SpeedyBrick è leggero e benisolato termicamente, è semplice, rigido e resistente, armatoin acciaio ed antisismico. Si possono costruire forme partico-lari, ma soprattutto non si spreca nulla, non si fa polvere nési devono smaltire calcinacci. Il destino di questa invenzioneè ancora tutto da scrivere ma sono tantissime ad oggi leaziende cha hanno mostrato serio interesse verso questo par-ticolare progetto.

I mattoni in stile legoper costruire le case

A Milano nasce il primo depuratore che produce biometano

Rosario Maisto

La città di Napoli è stata pro-tagonista in questi giorni di ungrande evento: Futuro Remoto.La manifestazione, arrivataalla sua trentesima edizione,ha raggruppato le grandimenti sotto un unico cielo esotto un’ unica parola ovvero “ilFuturo”. A Città della Scienzaed in piazza del Plebiscito sisono riunite celebrità del cali-bro di Piero Angela conduttoretelevisivo di programmi scien-tifici, ma anche Roberto Batti-ston Presidente dell’ASI, ilProf. Vittorio Silvestrini, fon-datore della manifestazione e ilSindaco di Napoli Luigi De Ma-gistris. Questo grande eventoha tra le sue finalità quella dimostrare il Sud come un’ op-portunità per il paese e perl’Europa, infatti, nella confe-renza di apertura, il primo cit-tadino del capoluogopartenopeo ha spiegato che Fu-turo Remoto pur essendo arri-vato a trent’anni è ancoramolto giovane e, soddisfattodell’evento, ha ribadito conforza che la scienza e le cono-scenza devono essere tra-smesse per la formazione deigiovani perché queste sono nu-trimento per le loro menti au-spicando che sia anche unaguida nel pensiero degli adulti.Il Prof. Vittorio Silvestrini, unpioniere nel campo della fisicaoltre che fondatore della mani-

festazione, ha raccontato le ori-gini e la nascita di questagrande avventura, spiegandocome Futuro Remoto sia un in-sieme di connessioni che for-mano uno schema complessoperché queste interazioni trascienziati, comunicatori e tec-nologia porteranno nel futuro ilPaese. Standing ovation perPiero Angela, grande divulga-tore scientifico che con la suatrasmissione “Quark” ha fattoemozionare, sognare e cono-scere la scienza e la tecnologiaportandole nelle famiglie ita-liane e proprio del ruolo dellascienza e della tecnologia nellasocietà moderna Angela ne haparlato e discusso nella confe-renza inaugurale, spiegandol’importanza della comunica-zione scientifica al giornod’oggi sostenendo che: “lascienza dà un messaggio etico,in tutte le comunità ci sono di-vergenze anche in quella scien-tifica ma c’è rispetto per le ideealtrui e Futuro Remoto è unesempio di aggregazione scien-

tifica eccezionale”, ha poi spie-gato com’è cambiata la tecnolo-gia negli anni chiarendo che daqui al 2050 cambieranno tantecose quindi c’è la responsabilitàdi preparare le persone e i gio-vani al cambiamento e conclu-dendo poi con una granderiflessione e con una frase di unsuo grande amico, il prof. Giu-liano Toraldo di Francia se-condo il quale bisognava fare latecnologia a misura d’uomo,ma forse ora si devono fare gliuomini a misura di tecnologia.La chiusura della conferenza èstata affidata al Prof. RobertoBattiston, Presidente del-l’Agenzia Spaziale Italiana(ASI), che ha parlato dellenuove frontiere della tecnologiain campo spaziale con il temaintitolato: dalla Terra a Marte,le nuove autostrade spaziali il-lustrando che nel prossimo fu-turo si pensa a sviluppareshuttle innovativi capaci di tra-sportare cento persone allavolta sul pianeta Marte per lacolonizzazione.

Al via la trentesima edizione

Salvatore Patrizio

Si è conclusa a Napoli, il 10 ot-tobre 2016, la XXX edizione di“Futuro Remoto 2016: Co-struire” che ha visto la sceno-grafica piazza del Plebiscitoospitare per quattro giornate il“Villaggio della Scienza”, luogoin cui scienza, tecnologia, inno-vazione, arte e cultura sonostate illustrate ai visitatori, edin particolare a studenti grandie piccoli, in maniera semplicema significativa. Inoltre Confe-renze, Workshop e numerosiIncontri hanno permesso aipartecipanti di approfondire al-cuni importanti argomentitrattati nelle nove isole temati-che (Terra madre; Corpo eMente; Il futuro del cibo; Smart

cities; Orizzonti mediterranei;Comunico ergo sum; Mare no-strum; Odissea nello Spazio eQuarta Rivoluzione indu-striale). L’evento è stato pro-mosso dalla Fondazione IDIS –Città della Scienza in collabo-razione con numerose Univer-

sità, Istituzioni, Enti, Fonda-zioni pubbliche e private.Obiettivo primario di “FuturoRemoto” è quello di promuo-vere, attraverso mostre, eventi,conferenze e laboratori, mo-menti di riflessione sui granditemi della civiltà contempora-

nea, sulla ricerca scientifica etecnologica e sul rapporto trascienza e società, configuran-dosi come un’azione virtuosa disocial innovation. A questo prestigioso appunta-mento non poteva mancare ilConsiglio Nazionale delle Ri-cerche che ha partecipato allakermesse con numerosi Istitutipresenti in Campania, come adesempio l’Istituto di ricerchesulla combustione (IRC); l’Isti-tuto di Chimica Biomolecolare(ICB), l’Istituto di Scienzedell’Alimentazione (ISA), l’Isti-tuto per i Polimeri Compositi eBiomateriali (IPCB) e l’Istitutodi Studi sulle Società del Medi-terraneo (ISSM), nell’ambitodella rete MoSeF coordinatadal dr. Pietro Amodeo dell’ICB,

e tanti altri ancora. Tutte le di-mostrazioni presentate dalCNR sono state di grande va-lenza scientifica. Si cita, giusto come esempio,quanto proposto dai ricercatoridell’IRC, coordinati dalla dr.ssaBarbara Apicella, nell’ambitodella tematica Terra madre:clima, energia e ambiente. Con un’attività di divulgazionescientifica, laboratoriale edespositiva, dal titolo Ardenti diPassione, hanno spiegato come,controllando il fuoco, è possibileprodurre energia e nuovi mate-riali fornendo al pubblico unacerta consapevolezza sullegrandezze fisiche di calore, la-voro, energia, relazionandoleall’esperienza quotidiana dellacombustione.

Oltre 40.000 persone hanno affollato Piazza del Plebiscito, ilcuore di Napoli, durante uno dei più grandi eventi di inno-vazione tecnologica e sociale, nato con l’obiettivo di creare unponte tra scienza, tecnologia e società. Nonostante la pioggiaed il maltempo di questi giorni migliaia di persone hanno af-follato il Villaggio della Scienza; sono state giornate piene diappuntamenti che hanno visto la presenza di tante persona-lità del mondo delle istituzioni, della cultura, della scienza edell’innovazione. Futuro Remoto 2016, dedicato al tema del“Costruire” è stato l’occasione scelta dalla Soprintendenzaper restituire alla città di Napoli il cortile d’onore di PalazzoReale completamente restaurato. Questo straordinario successo è durato per tutti e quattro igiorni della manifestazione, con file lunghissime ad ognunodei nove stand tematici, denominati singolarmente, TerraMadre: clima, energia e ambiente, Corpo e Mente: salute, be-nessere e stili di vita, Il futuro del cibo: il cibo di ieri, oggi edomani, Smart Cities: ricerca, sviluppo sostenibile, diffu-sione di beni e servizi etici, Comunico Ergo Sum: I’istruzione,comunicazione, new community, Mare Nostrum: storia, ri-cerca, innovazione e blue economy, Odissea nello Spazio:frontiere della ricerca aerospaziale nell’universo, OrizzontiMediterranei: ricerca e sviluppo dei paesi dell’Africa che af-facciano sul Mediterraneo, Quarta Rivoluzione Industriale:Makers, Fablab, Open lab e Fabbriche del futuro. In ogni pa-diglione i ricercatori hanno cercato di interagire con le per-sone ed i bambini facendo vivere e comprendere conl’esperienza dei laboratori didattici la scienza e la tecnologiae facendo capire che i bambini sono il nostro futuro e devonoimparare ed avere dimestichezza con la conoscenza scienti-fica anche solo giocandoci. R.M.

Grande successo per i nove stand tematici

A Futuro Remoto la ricerca che “scotta”

Scienza e conoscenza come nutrimento delle menti

Il C.N.R. della Campania presente con numerosi Istituti di Ricerca

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Dopamina e serotonina: i neurotrasmettitoriche regolano umore e emozioni positive

Fabiana Clemente

Ogni comportamento, emozione e sen-timento che viviamo, è governato dacomplesse reazioni chimiche all’internodel nostro cervello. Protagonisti sono ineurotrasmettitori, che possono essereeccitatori o inibitori. I primi consentonola trasmissione dell’impulso al neuronericevente. I secondi, invece, la impedi-scono. A loro volta, i neurotrasmettitorisono collegati al sistema ormonale. Adesempio, uno stato di benessere emo-tivo altro non è che conseguenza di unrilascio del neurotrasmettitore seroto-nina. Per contro, uno stato di tristezzaè il risultato di una sua inibizione. Laserotonina è comunemente nota comel’ormone del buonumore. Se dalle analisidel sangue, i livelli diserotonina sono com-presi tra 101 e 283ng/ml, allora possiamotranquillizzarci. In caso contrario, pos-siamo attingere dafonti alimentari. Cioc-colato fondente, noci,mandorle, patate, ba-nane. Sono cibi vegetali ric-chi di triptofano, so-stanza deputata allaproduzione di seroto-nina. Ciò che bisogne-

rebbe limitare è l’apporto di caffeina,considerata vero e proprio soppressoredel neurotrasmettitore. Alla stregua, un’alimentazione a basedi carne fa diminuire il livello. Basticonsiderare il fatto che gli animali car-nivori sono tra i più feroci. La dopa-mina, invece, è un neurotrasmettitoredella famiglia delle catecolamine, conuna funzione specifica sul movimento,le emozioni positive, sul piacere, la ri-compensa e alcune facoltà cognitive,tra cui la capacità di attenzione. L'Ec-cesso e la carenza di questo prodottochimico vitale è la causa di parecchistati di malattia. La Malattia del Par-kinson e la tossicodipendenza sono al-cuni degli esempi dei problemi connessi

con i livelli anormalidella dopamina. Con-dizioni come la de-pressione portano auna sensazione diapatia in cui ognisforzo è quasi impossi-bile e ogni speranza diprogettare qualcosa èaddirittura dolorosa.Ciò implica indici mi-nimi di dopamina emancanza di motiva-zione. Allo stesso modo la ca-renza di energia è as-sociata anche a statidi fatica mentale come

il Parkinson, la sclerosi multipla o la fi-bromialgia. Ergo, un abuso o un deficitpotrebbero essere la causa di svariatiproblemi. Per poter produrre dopa-mina, l’organismo ha bisogno di tiro-sina, una sostanza che, in seguito aprocessi di sintetizzazione, si trasformain dopamina. Mandorle, avocado, ba-nane, semi di sesamo, latticini a bassocontenuto di grassi, carne, pollame, fa-gioli e semi di zucca sono tutti cibi che

favoriscono la produzione di dopamina.La dopamina si ossida facilmente e gliantiossidanti possono ridurre l'effettodannoso dei radicali liberi sulle celluledel cervello responsabili della produ-zione di dopamina. Ergo, attingere dafrutta e verdura, fonti preziose di anti-sossidanti. Il nostro essere sociale di-pende dal nostro bagaglio biologico.Maggiore consapevolezza migliora ilnostro stile di vita.

In Gran Bretagna testata una nuova terapia contro l’HIV

Fabio Cuoco

La sindrome dell’immunodefi-cienza umana, meglio notacome HIV, è senza dubbio ilcontagio virale più temuto inassoluto, più volte identificatocome la peste del XX secolo, do-vuto soprattutto alla difficoltà,da parte dei ricercatori, nel tro-vare una cura in grado di de-bellare in maniera definitiva ilvirus. In effetti, la sindrome hacausato, negli anni, circa 35milioni di morti nel mondo edha contagiato già 37 milioni dipersone, risultando essere unadelle principali cause di de-cesso per malattie virali. Perfortuna, con il passare deglianni, la ricerca ha fatto enormiprogressi, fino a compiere unprimo grande passo verso lacura della sindrome.

In particolare, una ricerca spe-rimentale condotta da cinquetra i più importanti universitàinglesi, vale a dire Oxford,Cambridge, Imperial College,University College London eKing’s College, sotto il coordi-namento dell’NHS, il sistemasanitario britannico, ha portatogrossi progressi in un paziente,fino a far scomparire il virus. Sitratta di una terapia a base difarmaci antiretrovirali, combi-nati con un medicinale cheriattiva il virus dormientedell’HIV, oltre ad un vaccinoche induce il sistema immuni-tario a distruggere le celluleinfette. In realtà, già da anniera noto come i farmaci antire-trovirali fossero efficaci nel-l’impedire al virus dell’HIV diriprodursi, ma non fossero al-trettanto utili a debellarlo, al

punto da costringere il pa-ziente ad assumerli per tuttala vita. Con questa terapia,che è ancora in fase di speri-mentazione e che, pertanto, vaancora considerata come infase embrionale, c’è la possibi-lità di evitare la cura cronica eriuscire a debellare il virus inmaniera definitiva. Sebbenequesta scoperta possa essereuna vera e propria rivoluzionein campo scientifico, oltre che

per la vita di milioni di personeaffette dal virus dell’HIV, èbene andarci cauti e tener pre-sente che non vi è stata alcunaconferma definitiva in merito.Si teme, infatti, che il virus,dopo la terapia, possa ricompa-rire, come è già successo conaltre terapie, a distanza diqualche anno, anche se, conquesto nuovo protocollo, si ècercato di perfezionare quanto

già fatto nelle precedenti espe-rienze. In particolare, prima ilvirus era in grado di “celarsi”in cellule dormienti, dove nep-pure i test più sofisticati riusci-vano a trovarlo. Adesso, latecnica “kick and kill” è ingrado di far emergere il virus(“svegliandolo” con un calcio,appunto) per poi permettere, alsistema immunitario, di rico-noscerlo e distruggerlo.

Debellato il virus in un 44enne, è la prima persona al mondo a guarire

Per la Sindrome da Ovaio Policisticoserve una corretta alimentazione

Dott.ssa Rosa Funaro*

La policistosi ovarica è una condizioneclinica molto frequente nelle donne inetà fertile, è caratterizzata dalla pre-senza di irregolarità del ciclo me-struale che possono associarsi a casi diinfertilità; iperandrogenismo (anomalaproduzione di ormoni maschili), chepuò causare un aumento della peluriaanche in zone tipicamente maschili e/oacne ; ovaie ingrandite con caratteri-stico aspetto micropolicistico(presenzadi piccole cisti all’interno dell’ovaio);obesità e/o insulinoresistenza. Insu-lino-resistenza e iperinsulinemia sonola principale base fisiopatologica diquesta sindrome che è spesso aggra-vata da uno scorretto stile di vita e daun’alimentazione troppo ricca in zuc-cheri semplici e povera in fibra. Unostudio iraniano sulla composizione incarboidrati della dieta, ha indagatol’associazione tra i componenti gluci-dici presenti quotidianamente nell’ali-mentazione delle donne sottoposte all’indagine scientifica, valutando con-temporaneamente il carico glicemico,l’indice glicemico e il contenuto di fibrain ogni pasto. I risultati della ricercahanno evidenziato come un’alimenta-zione caratterizzata da un basso indicee carico glicemico vada ad incidere inmaniera significativa sulla sindrome,riducendone la sintomatologia .

L’insulino-resistenza, spesso associataalla policistosi ovarica, crea un circolovizioso, porta ad ingrassare e più si in-grassa, più si diventa insulino-resi-stenti. Mangiare meno non semprefunziona per spezzare questo meccani-smo, spesso ci ritroviamo ancora grassipur mangiando poco. Intervenire ef-

fettuando un controllo ematico dei li-velli glicemici e insulinemici insiemead una ecografia ed un controllo gine-cologico.Dal punto di vista nutrizionale beneficidi una dieta per PCOS sono :• Perdita di peso senza diminuzionedel metabolismo

• Riduzione dell’acne•Miglioramento dell’alopecia e dell’ir-sutismo•Miglioramento della sindrome meta-bolica•Cicli più frequentemente ovulatoricon miglioramento della funzionalitàovarica•Miglioramento dell’umoreQuindi la soluzione sta nel creare unpiano nutrizionale personalizzato chevada da impattare positivamente sullostato metabolico del nostro organismo,riequilibrando i livelli glucidici,proteicie lipidici della nostra dieta ritrovandocosì il benessere fisico ed estetico. Ilconsumo di cereali integrali comefarro, orzo, kamut, riso integrale devesostituire, almeno in parte, quello dialimenti prodotti con farine raffinateche hanno perso molti nutrienti impor-tanti come minerali e vitamine, senzacontare l’apporto di fibra che nellapasta e nel pane bianco è irrilevante.Da non trascurare il consumo di cibidi origine vegetale, preferendo lafrutta di stagione e non troppo matura,aumentare il consumo di pesce azzurroe legumi, limitando la carne e prodotticonfezionati. Ritrovare un giusto ap-proccio con il cibo è il primo passo perfare di ciò che mangiamo la nostra me-dicina quotidiana.

*Biologa NutrizionistaGiornalista Pubblicista

Ovaio policistico e insulino-resistenza, quello che bisogna sapere per intervenire in modo facile

La lega italiana per la lotta contro itumori (LILT), insieme ad EstéeLau-der Companies, per tutto il mese diottobre sarà impegnata, come ognianno, con la Campagna NazionaleNastro Rosa, dedicata particolar-mente alla prevenzione dei tumorial seno. La campagna ha l’obiettivo di sensi-bilizzare un numero sempre mag-giore di donne sull’importanza dellaprevenzione e della diagnosi precocedei tumori della mammella, infor-mandole anche sugli stili di vita daadottare per mantenersi sane e suicontrolli diagnostici da effettuareperiodicamente.Il tumore al seno, ad oggi, pur-troppo, ha ancora una grossa inci-denza sulla popolazione italianafemminile, per il quale si amma-lano, infatti, più di 41 mila donne,

cifra che, però, negli ultimi anni hasubito un forte calo.Tale diminuzione delle donne affetteda questa patologia è dovuta, preva-lentemente alle nuove tecnologiediagnostiche di imaging, sempre piùprecise e sofisticate, che consentonooggi di identificare lesioni già in faseiniziale, portando le probabilità diguarigione ad oltre il 90% dei casi.Gli oltre 300 punti Prevenzione/Am-bulatori LILT, la maggior partedelle quali all’interno delle SezioniProvinciali, saranno a disposizioneper offrire alle donne visite senolo-giche ed esami strumentali, dareloro consigli utili e materiale infor-mativo-scientifico, oltre ad aiutarlea come prevenire, scoprire, curareed, infine, vincere la malattia.Infatti, nel 35% dei casi, sono pro-prio le donne stesse a scoprire il tu-

more e a decidere di rivolgersi ad unmedico. Grazie alla presa di co-scienza della malattia, si può au-mentare la percentuale di“guaribilità”, arrivando fino ad oltreil 95%. La ventiquattresima edi-zione della Campagna vede come te-stimonial la showgirl ElisabettaGregoraci, mentre la campagna so-cial è già partita con l’hashtag #io-faccioprevenzione, promosso dallaLILT per ricordare come la diagnosipreventiva sia la prima arma percombattere il male.Infine, il programma prevede ancheuna serie di appuntamenti, come ilBra Day Italia, giornata di informa-zione sulla ricostruzione del seno, il16 ottobre, oppure il PittaRossoPink Parade, il 23 ottobre, a soste-gno di Pink isGood, progetto dellaFondazione Veronesi. Fa.Cu.

LA CAMPAGNA NAZIONALE “NASTRO ROSA”PER LA PREVENZIONE DEL TUMORE AL SENO

La LILT, come ogni anno, promuove l’iniziativa per tutto il mese di ottobre

Antonio Palumbo

L’olandese Piet Oudolf (classe1944), inventore dei metodi“New Perennial” e “New WavePainting”, è riconosciuto a li-vello internazionale come unodei migliori paesaggisti con-temporanei e ricopre un ruolofondamentale rispetto al rin-novamento del concetto digiardino urbano. È autore dinumerosi libri ed ha ottenutoprestigiosi premi e riconosci-menti in tutto il mondo.Oudolf ha introdotto, nelcampo della progettazionedelle installazioni paesaggisti-che e degli spazi aperti, l’usodi erbacee perenni e di grami-nacee, con scelte vegetali par-ticolari e scenografici colori “apennellate”. I suoi progetti -tra i quali ricordiamo l’HighLine Garden di New York (fa-moso intervento di recuperodella vecchia linea ferroviariasopraelevata abbandonata), ilLurie Garden del MillenniumPark di Chicago e il Giardinodelle Tese alla Biennale di Ve-nezia (progettato in collabora-zione con Alvaro Siza) -rispondono sempre ad un’eticaprogettuale che prevede lariappropriazione da partedelle piante perenni e sponta-nee del proprio spazio vitaleall’interno del giardino: questivegetali non sono più visticome essenze superflue edinutili ma piuttosto conside-rati quali soggetti decoratividi molte realtà verdi. Il con-cetto base della filosofia diPiet Oudolf sta nell’utilizzo enell’accostamento di erbacceperenni per la realizzazione dispazi verdi, tenendo contodella loro colorazione durantele varie stagioni, del loro mo-vimento e della loro dimen-sione. Il paesaggista olandesesostiene che il giardino nondeve essere il risultato didogmi prestabiliti e di regolefisse ma deve, invece, cercaredi sottrarsi a tali regole perpotersi evolvere natural-mente. Una vera rassegna disorprese è il giardino che Ou-dolf ha progettato per la Bien-nale di Venezia nel 2010, inseguito completato (nel 2012)dal pregevole Padiglione di Al-varo Siza (nato come installa-zione temporanea, ma inseguito, per fortuna, non piùrimosso). Qui fioriscono aggre-gazioni di Geranium, Kalime-

ris, Echinacee, Achillee edEchinops. Le graminacee sonodi splendido effetto e conferi-scono leggerezza e le fiorituresono piccole ed aggraziate;l’intero impianto è ben equili-brato, con masse vegetali so-lide e proporzionate. Le partipiù riuscite sono le strisce digraminacee, le quali restitui-scono un diaframma che ci av-vicina alla luce e al riverberodel sole e del mare. Al giar-

dino di Oudolf contribuisce poia dare consistenza il peculiarecontesto veneziano, che alleCorderie diventa tangibile neipassaggi chiaroscurali tra luceed ombra: appena usciti dalPadiglione Italia ci si imbattein un giardino di ciliegi achioma aperta, frondosi, rigo-gliosi ed enormi e poi ci si in-cammina per il Giardino delleVergini, che arriva dopo unapiccola strozzatura.

Le alberature sono preesi-stenti e importanti, come purele architetture antiche, chiare,di mattoni a vista, con fine-stroni aperti sul cielo, mentrela nuova struttura di Siza dia-loga alla perfezione con l’in-stallazione naturale proget-tata dal maestro olandese. Dalgiardino-palinsesto di Hum-melo ai ridisegni post olimpio-nici del Queen Elizabeth Parkdi Londra alla Seasonal Walk

nel New York Botanical Gar-den del Bronx - ammini-strando le piante per ondeintricate in mimesi naturali-stica o per schemi, gruppi,ritmi e contrappunti - Oudolfriesce ad ottenere brillantisintesi narrative, sprigio-nando emozioni e risonanzesempre diverse sul filo del ri-torno delle stagionalità, inte-grando come valenza esteticaanche l’intero loro ciclo di vita.

Il paesaggio “new perennial” dell’architetto Piet Oudolf

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

La nostra terra è stata se-gnata, da circa tremila anni,da uomini e donne che l’hannoresa grande. Storia, teatro,pittura, scultura, musica, ar-chitettura, letteratura… I set-tori nei quali Napoletani eCampani sono diventati fa-mosi e hanno rese famose Na-poli e la Campania sononumerosissimi. Iniziamo unpiccolo viaggio tra Napoletanie Campani famosi partendonon dalla storia ma dal mito erendendo in qualche modoomaggio al mito che fa nascereproprio la città di Napoli e cheha dato ai suoi abitanti il suonome: la Sirena Partenope:“Parthenope non è morta, Par-thenope non ha tomba, Ellavive, splendida giovane ebella, da cinquemila anni;corre sui poggi, sulla spiaggia.È lei che rende la nostra cittàebbra di luce e folle di colori, èlei che fa brillare le stelle nellenotti serene quando vediamocomparire un'ombra bianca al-lacciata ad un'altra ombra, èlei col suo amante, quandosentiamo nell'aria un suono diparole innamorate è la suavoce che le pronunzia, quandoun rumore di baci indistinto,

sommesso, ci fa trasalire, sonoi baci suoi, quando un frusciodi abiti ci fa fremere è il suopeplo che striscia sull'arena, èlei che fa contorcere di pas-sione, languire ed impallidired'amore la città. Parthenope,la vergine, la donna, nonmuore, non muore, non hatomba, è immortale ...èl'amore”. Sono queste le belleparole che usa la giornalista escrittrice Matilde Serao perdescrivere la sirena che abi-tava dalle nostre parti ancheprima che iniziasse la storia,la storia greca. La leggenda più diffusa èquella che la lega al passaggio,presso il golfo di Napoli, diUlisse, una delle figure cen-trali della storia non solo ogreca ma dell’intera umanità.Sapendo dell’esistenza diquella “fanciulla dalla bellavoce” (questo uno dei signifi-cati legati al nome), il condot-tiero greco si fece legareall’albero maestro della suanave e si fece turare le orec-chie con la cera per non ascol-tare quel canto che lo avrebbefatto innamorare e avrebbefermato il suo viaggio. Ulissesi sarebbe salvato ma non sisarebbe salvata Partenopeche, impazzita per quell’amorenon corrisposto, si sarebbe

lanciata in mare lasciandosiaffogare. Il corpo sarebbe statoraccolto dai pescatori dellazona dell’attuale Mergellina,portato in una tomba e desti-nato a diventare, con il suoculto, uno dei simboli dellacittà. Alcuni studi archeologicihanno sostenuto la tesi se-condo la quale i resti di quellatomba sarebbero rimasti sottola chiesa di Sant’Aniello a Ca-ponapoli (collina dell’attualezona degli Incurabili nel cen-tro antico). Certo è, invece, cheogni anno i “partenopei” ono-ravano quel culto con alcunigiochi che prevedevano dellecorse di alcuni giovani nudi econ in mano una fiaccola chedoveva restare accesa fino allafine del percorso, nei pressidella tomba. Certo anche chele sirene dell’antichità, al con-trario di quanto si potrebbepensare alla luce della icono-grafia più moderna, avevanoper metà un corpo da uccello(e non di pesce) e per l’altra uncorpo di donna. Certo ancheche il mito del “bel canto” è unmito che restò vivo per secolilegandosi profondamente allanostra città che era e (permolti versi) è ancora una dellecapitali della musica mon-diale.

(Prima parte)

Grandi Napoletani, grandi CampaniUn nuovo e appassionante viaggio partendo non dalla storia ma dal mito, la sirena “Parthenope”

Per i consumatori dall’animo“green” da oggi c’è un’opportu-nità in più. A renderla possi-bile, è la società Grado ZeroEspace di Montelupo Fioren-tino che ha prodotto in esclu-siva Muskin, un pellame 100%vegetale. Il nuovo pellameviene estratto direttamente daun fungo gigante non comme-stibile del Sud America checresce in ambienti moltoumidi, alla base di alberi digrandi dimensioni. Una voltaestratta, la pelle viene lavo-rata in modo del tutto simile aquella animale con una conciaperò totalmente naturale,quindi atossica e anallergica.Muskin ha capacità di isola-mento termico, di assorbi-mento dell’umidità oltre che ditraspirazione e idrorepellenza.Tutte caratteristiche che lorendono ideale per realizzarecappelli, borse, inserti nell’ab-bigliamento ma anche prodottid’arredamento. Al momento,Muskin è la sola pelle vegetaleconciata conosciuta e produci-bile a livello manifatturiero.Ultima ma non meno impor-tante particolarità: l’utilizzodei funghi parassitari per pro-durre pellami favorisce la so-pravvivenza stessa deglialberi!Nell’aspetto Muskin è similealla pelle scamosciata ma èmolto più morbida.Può essereutilizzata per produrre scarpe,borse, abbigliamento e acces-

sori di vario generefornendo lestesse caratteristiche e perfor-mance di robustezza e traspi-rabilità. Anzi, è addirittura piùforte e durevole del cuoio, non-ché più conveniente. Senzacontare che per la sua produ-zione si risparmia anche suacqua ed energia e non si uti-lizzano inquinanti chimici perla concia.Al momento vieneprodotta e venduta in quadratie in piccole quantità che sonocomunque adatte per le produ-zioni in serie limitata. Il prezzonon è alla portata di tutti inquanto un “foglio” di pelle ve-getale da 25/30 cm per 40 costa70 euro.Il cuoi vegetale non è una no-vità recentissima, già dallapreistoria infatti esisteva la la-vorazione di piante, radici, fo-glie per produrre materiali diutilizzo comune. Oggi, già dadiverso tempo molte industrie

fanno a gara per creare il pel-lame vegetale con ingredientimolto variabili: fibre di cotonee lino, oli vegetali, mais, legno,soia insomma, sono davverotanti i prodotti vegetali chestanno subendo le trasforma-zioni necessarie per diventare“pelle”. Chiaramente l’inte-resse attorno a questo mate-riale è stato subito grande:aziende come Nike, Puma eAdidas stanno già testando icampioni di questa innova-zione verde, che permetterà dioffrire prodotti vegani (cioèesenti da materia animale)alla propria clientela. Tutta-via, dobbiamo essere pazientiprima di trovare scarpe e altriprodotti a base di pelle vege-tale nei negozi. Infatti, trattan-dosi di un materiale in fase disviluppo, la strada fino agliscaffali dei punti vendita è an-cora lunga. I.B.

Muskin, la pelle vegetale estratta da un fungo

Olio d’oliva made in Italyaddio: due bottiglie su tre con-tengono prodotto straniero. Afarla da padrone, nel diktacdelle multinazionali, l’oliod’oliva importato da Spagna,Grecia e Tunisia. La Spagna, infatti, contribui-sce al 65% delle importazioni,contro il 25% della Grecia e il10% del Maghreb. Percentualiqueste, destinate a crescere,sia per la penuria del raccolto,che per la politica adottata alivello comunitario, con laquale sono stati azzerati i dazisu 35.000 tonnellate l'anno,che si aggiungono alle 56.700tonnellate già importate dallasola Tunisia a tariffa zero, nel-

l’ambito dell’accordo Euro-med. Con questo ritmo, a pa-garne lo scotto sarannosoprattutto i consumatori, chespesso comprano, sotto le spo-glie di marche italianissime,

olio importato. Nulla di ille-gale, se non fosse che fino apochi mesi fa la dichiarazioned' origine della materia primaera riportata a caratteri mi-croscopici sull’etichetta poste-

riore. La situazione rischia diaggravarsi, se si confermeràquanto denunciato dalla Col-diretti, circa una perdita delraccolto di almeno il 38% ri-spetto all’anno precedente, chefarà scendere la produzioneitaliana ai minimi storici. Altempo stesso, si assisterà aduna lievitazione dei prezzi, sucui peseranno anche la fles-sione della produzione greca etunisina. In controtendenza laTurchia, che aumenterà il rac-colto del 33%. Nella campagna2015-2016, a fronte di unaproduzione nazionale di circa300mila tonnellate, ne ab-biamo importate ben 500mila.E la prospettiva è in aumento,

con l’abbattimento dei dazisulle importazioni dai paesidel Nord Africa. A beneficiaredelle esenzioni tariffarie, for-temente volute da Bruxelles,oltre alla Tunisia, potrebberoessere infatti Marocco ed Alge-ria. Ecco perché la Coldirettiha chiesto «l'immediato supe-ramento del segreto sulleaziende di destinazione deglioli di oliva importati e l’inten-sificazione dei controlli, con l'ausilio delle valutazioni orga-nolettiche, per smascheraremeglio le frodi». Test determi-nanti in quasi sette casi sudieci e per questo a lungo av-versati dalle multinazionali.

Ros.Fa.

Domenico Matania

“La sfida non è sul prodotto, ma sul modo con cui lo co-munichiamo”. Questa è una delle frasi salienti della con-vention di presentazione del brand “Visit Naples” delloscorso 30 settembre presso la Sala dei Baroni del MaschioAngioino di Napoli. I più “social” avranno di certo notatola presenza sul web del portale di turismo che enfatizzaal massimo la bellezza della cultura napoletana, attra-verso foto, post, video e informazioni che riescono a ren-dere oltremodo attraente Napoli, la Costiera e laCampania in generale. Durante la presentazione, lasquadra di Visit Naples ha spiegato la genesi del pro-getto: il brand “Visit” non aveva ancora trovato reale ri-scontro a Napoli e così dall’idea di creare una semplicepagina Facebook si è sviluppata una rete che ha dato vitaad una società a tutti gli effetti che si appresta ad essereil portale ufficiale dell’informazione turistica napoletana.Promuovere l’eccellenza napoletana attraverso una co-municazione efficace: queste mission e vision del pro-getto. È chiaro che il prodotto è conosciuto, apprezzato,ma talvolta non è comunicato a dovere. In meno di unanno, la pagina Facebook Visit Naples ha raggiunto 120mila like con picchi di visualizzazioni fino ai 6 milioni diutenti. Da qualche mese il gruppo ha dato vita ad un sitointernet che cerca di convogliare tutte le informazioniutili per il turista che decide di visitare la città. A breveinoltre nascerà la “Visit Naples Pass”, una card che of-frirà diversi servizi utili, come trasporti ed ingressi a luo-ghi di interesse. Alla convention ha preso partel’Assessore alle Politiche Giovanili Alessandra Clemente,che con entusiasmo ha ribadito la bontà del progetto Visite la necessità per Napoli di vedere accorpate tutte le forzeche agiscono nel sistema turistico napoletano.

Visit Naples: il portaledel turismo partenopeo

L’olio d’oliva sempre meno made in Italy

A produrre il neo tessuto un’azienda italiana, la Grado Zero Espace

Cristina Abbrunzo

È il sogno(o forse no!) di un im-prenditore russo, al secolo Dmi-try Itskov, il quale ha già messonero su bianco la tabella dimarcia che ci porterà, di qui apoco più di trent’anni, a perderela nostra goffa carrozzeria dicarne e ossa per diventare intel-ligenze artificiali immortali ca-paci di manifestarci attraversoologrammi. Se vi state chie-dendo se il tizio in questione èun folle col portafogli troppogonfio, la risposta è no. Dmitry Itskov è il co-fondatoredi New Media Stars, una mediacompany russa che, negli ultimiquindici anni, gli ha permessodi scalare la vetta del successodiventando un milionario di 32anni abbastanza influente dapotersi permettere di investiremontagne di denaro in progettiche molti altri liquiderebberocome dispendiosi spari nel buio.Dmitry Itskov vuole vivere persempre e pensa di poter rag-giungere questo obiettivo co-struendo per se stesso (echiunque altro) un corpo an-droide, entro il 2045. Dopoaverla soprannominata "2045Initiative," Itskov sta vendendola sua idea come il prossimopasso nell’evoluzione umana, o“neo-umanità,” come la defini-sce lui. Del progetto, dettoanche AVATAR Project, con in-tenzionale riferimento al capo-lavoro cinematografico diJames Camerun, si parla già daqualche tempo, e in passato hagià incontrato il favore di al-cune personalità di spicco (tra

cui il Dalai Lama), ora peròsembra essere riuscito a conqui-stare nientemeno che la crémede la crème della comunitàscientifica. Nomi illustri comeHiroshi Ishiguro, direttore del-l’Intelligent robotics laboratorydi Osaka, ma anche personaggicome il futurologo Ray Kur-zweil, oggi direttore della ri-cerca della Google. Diversianche gli investitori che atten-dono l'evoluzione del suo pro-getto e che si sono dettiinteressati a finanziarlo; nomicome Allen & Co.,Citigroup,Barclays, Credit Suisse e altridifferenti Venture Capital.Tutte personalità intervenute aNew York alla recente confe-renza organizzata proprio dalla2045 Initiative e dal suo fonda-tore dal titolo Global Futures eche ha visto la partecipazioneanche di ricercatori di Harvard,di Berkley e del MIT, che hannocolto l’occasione per interveniree dare il proprio contributo in-tellettuale al progetto. Il Congresso Global Futures èstato più di una conversazionetra una ventina di individui alvertice dei loro settori di compe-tenza. Queste sono le personeche si uniscono insieme per ca-pire dove siamo ora, dovestiamo andando e come la tec-nologia condizionerà tutto que-sto. L'idea è quella di molti filmdi fantascienza: rendere gliumani immortali e l'intelli-genza artificiale potenziata ri-spetto a quella del suo creatore.Se il progetto di Itskov man-terrà le sue promesse, l’immor-talità non sarà più un’utopia.

Anche per i sentimenti. Per il magnate russo, infatti, sipotrà vivere per sempre conser-vando ricordi, carattere, menta-lità e affetti trasferendo tutto ilcontenuto del nostro cervello inun robot. Un perfetto alter egocibernetico che potrà sopravvi-vere alla nostra morte corporalee continuare a evolversi avendoanche rapporti affettivi e ses-suali. Secondo il programma diItskov, c’è già la tecnologia ne-cessaria per creare i primi an-droidi. Tra pochi anni arriveranno giài primi modelli controllabilidalla mente umana. Al GlobalFuture Congress di New Yorklo scienziato David Hanson,fondatore della Hanson Robo-

tics, ha presentato la replica ar-tificiale più evoluta di una testaumana, che nella fattispecie erapressoché identica ai linea-menti di Itskov. Grazie a 36 mo-tori e a una sofisticatatecnologia, è in grado di repli-care tutte le espressioni faccialidi Itskov e persino la sua voce,come hanno potuto constataredal vivo i partecipanti al conve-gno newyorkese che hannoascoltato il discorso di Itskovdalla bocca del suo avatar robo-tico, mentre Itskov si trovava inun’altra stanza. Il progettoAVATAR ha una precisa roadmap creata dalla stesso Itskovper arrivare a raggiungerel’obiettivo dell’immortalitàentro il 2045 e che consiste inquattro passaggi principali:- entro il 2020 ci sarà la realiz-zazione di un Avatar A, un veroe proprio robot comandato dalcervello umano e concepitocome un BMI (Brain MachineInterface) che sfrutta una tec-nologia già esistente. Questi cy-borg avranno il nostro aspetto epotremo comandarli a distanza. - entro il 2025 verrà sviluppatoun Avatar B, un cyborg nelquale verrà impiantato un cer-vello umano poco prima del de-cesso della persona- entro il 2035 arriva la fase piùimportante, ovvero quando inun Avatar C verrà trasferital'intera personalità dell'indivi-duo. È il passo che segna l’ab-bandono di ogni residuobiologico allo scopo di creareuna replica digitale del propriocervello e caricarlo su un com-puter.

-infine, nel 2045, si otterrà unologramma con identità, cono-scenze e ricordi dell'essereumano. Il traguardo finale, ov-vero l’eliminazione di qualsivo-glia tipo di fisicità, consentendoall’individuo di sopravvivereunicamente nella dimensionedigitale. L’utopia delineata daItskov promette di porre fine auna serie di problemi chel’uomo si trova ad affrontare sindall’alba dei tempi: l’inedia, l’in-vecchiamento, ogni tipo di disa-bilità, le malattie cardio-vascolari, la stanchezza fisica...la morte. “Diventeremo unanuova specie” afferma Itskov inun’intervista e infatti, oltre acreare la tecnologia necessariaper questo genere di evoluzione,quelli di 2045 hanno anche lan-ciato l’idea di una nuova reli-gione e di una nuova etica,perché credono che nessuno deisistemi attuali sia in grado digestire le implicazioni socialidel vivere per sempre dato chenella maggior parte delle reli-gioni attuali la morte è una con-dicio sine qua non dell’immor-talità. Itskov si è reso conto cheè necessario evangelizzare ilpianeta per poter favorire l’evo-luzione della «avatar genera-tion» e punta su progettiparalleli come la creazione diun social network stile Face-book dal nome Immortal.me,una fondazione chiamata Glo-bal future 2045 che ogni annoelargirà ricchi contributi, uncentro di ricerca scientificachiamato Immortality e, per-sino, l’Università dell’immorta-lità.

Entro il 2045 diventeremo immortali!Dmitry Itskov vuole vivere per sempre e pensa di farlo costruendo un corpo androide

AIA(Autorizzazione IntegrataAmbientale). È stato pubbli-cato, sulla Gazzetta Ufficialedel 10 ottobre 2016, il D.M. 26maggio 2016, che com’è notoattua quanto disposto dall’art.29-sexies, co. 9-septies, delD.Lgs. 152/2006, stabilendo icriteri che l’Autorità compe-tente dovrà tenere in contonel determinare l’importodelle garanzie finanziarie chei gestori di installazioni sog-gette ad AIA devono prestareper quanto riguarda il ripri-stino del sito una volta cessatele attività, ove queste possanocomportare una contamina-zione al suolo o alle acque. Ilprovvedimento, già pubblicatonelle scorse settimane sul sitoweb del Ministero dell’Am-biente, entrerà formalmentein vigore oggi, secondo quantodisposto dall’art. 9.

INFORMAZIONI AMBIENTALI E SOCIALIIl Consiglio dei Ministri, haapprovato il D.Lgs. che attuala Direttiva 2014/95/UE del 22ottobre 2014 recante modificadella direttiva 2013/34/UE perquanto riguarda la comunica-zione di informazioni di carat-tere non finanziario e di

informazioni sulla diversità daparte di talune imprese e ditaluni gruppi di grandi dimen-sioni. Il provvedimento intro-duce per imprese e gruppi digrandi dimensioni l’obbligo dipresentare la dichiarazionenon finanziaria che riguardale informazioni ambientali esociali attinenti al personale,

al rispetto dei diritti umani,alla lotta contro la corruzione.La dichiarazione non finanzia-ria è stata qualificata qualestrumento fondamentale pergestire la transizione versoun’economia globale sosteni-bile, coniugando redditività alungo termine, giustizia so-ciale e protezione dell’am-biente.RIFIUTIPubblicato in Gazzetta uffi-ciale, Serie Generale n. 233del 5 ottobre 2016, il D.P.C.M.10 agosto 2016 recante “Indi-viduazione della capacità com-plessiva di trattamento degliimpianti di incenerimento dirifiuti urbani e assimilabili inesercizio o autorizzati a livellonazionale, nonché individua-zione del fabbisogno residuoda coprire mediante la realiz-zazione di impianti di incene-rimento con recupero di rifiuti

urbani e assimilati”. Il provve-dimento riguarda in partico-lare l’individuazione dellacapacità attuale di tratta-mento nazionale degli im-pianti di incenerimento deirifiuti urbani e assimilati inesercizio al mese di novembre2015 (Tabella A); individua-zione della capacità poten-ziale di trattamentonazionale, riferita agli im-pianti di incenerimento dei ri-fiuti urbani e assimilatiautorizzati e non in esercizioal mese di novembre 2015 (Ta-bella B) nonché individua-zione, per macroaree e perregioni, degli impianti di ince-nerimento con recupero ener-getico di rifiuti urbani eassimilati da realizzare o dapotenziare per coprire il fab-bisogno residuo nazionale ditrattamento dei medesimi ri-fiuti (Tabella C). A.T.

Felicia De Capua

Il D.Lvo. 19 agosto 2016, n.175, recante “Testo Unico inmateria di società a partecipa-zione pubblica”, emanato inattuazione dell’art. 18 dellalegge delega n. 124/2015, de-dica un intero articolo (art. 16)alle società in house dettandoal riguardo diversi adempi-menti che dovranno essererealizzati entro termini pre-stabiliti, che investono sia lepredette società che l’ente par-tecipante in qualità di socioche esercita su di esse il con-trollo analogo. In primis alla data del 31 di-cembre 2016 dovrà attuarsi lamodifica statutaria della par-tecipata in ordine alla previ-sione nell’oggetto socialedell’abrogato art. 13 del cd.Decreto Bersani (v. comb.disp. degli artt.16 c. 3, 26 c. 1e 28 c. 1 lett. d)) e in ordine, sedel caso, ai presupposti enun-ciati all’art. 16 c. 2 lett. b) e c).In sostanza gli statuti delle so-cietà in house dovranno preve-dere che “oltre l’ottanta percento del loro fatturato sia ef-fettuato nello svolgimento dicompiti a esse affidati dal-l’ente pubblico o dagli entipubblici soci (…)”. Inoltre lasocietà partecipata dovrà assi-curare “il massimo livello di

trasparenza sull’uso delle ri-sorse e sui risultati ottenuti”in ottemperanza all’art. 22 deldecreto in esame che rimandaal D.Lvo. 14 marzo 2013, n. 33(cd. Decreto Trasparenza).Entro sei mesi dalla data dientrata in vigore del decreto inquestione (i.e. 23 settembre2016) occorrerà effettuare laricognizione del personale inservizio al fine di rilevareeventuali eccedenze ai sensi

dell’art. 25. Fino alla data del30 giugno 2018 non si potràprocedere ad assunzioni atempo indeterminato, se nonattingendo agli elenchi di cuial citato articolo (c. 2 e 3) op-pure in deroga, nei casi e neimodi previsti al c. 5, “esclusi-vamente ove sia indispensa-bile personale con profiloinfungibile inerente a specifi-che competenze”. Per quantoriguarda il disposto dell’art. 16

c. 7, ult. capoverso, si precisache ANAC è intervenuta concomunicato del Presidente del3 agosto 2016, fornendo chia-rimenti in ordine all’applica-zione dell’ivi richiamato art.192 del Codice dei Contratti:la domanda di iscrizione al-l’elenco delle amministrazioniaggiudicatrici che operano me-diante affidamenti diretti neiconfronti delle proprie societàin house, avente efficacia di-

chiarativa, non costitutiva,potrà essere inoltrata solodopo l’adozione di appositoatto dell’Autorità, in coerenzacon i criteri e le modalità inesso definite. ANAC ha cosìacclarato che la disposizione inesame “non valga ad istituire,nel diverso attuale contesto, lapregiudizialità dell’inoltrodella domanda rispetto allapossibilità di effettuare affida-menti in house”.

Viaggio nelle leggi ambientali

Il Testo Unico in materia di società partecipateI principali adeguamenti in tema di società in house

Andrea Tafuro

Ambigui, flessibili, ma più diogni altra cosa liquidi: eccola lavostra bella società. L’aumentodelle povertà e delle disugua-glianze vi fa galleggiare in unostato di crisi perenne. I flussiininterrotti di capitali, merci eesseri umani mettono costante-mente in crisi questo vostropiccolo mondo, che vi viziadalla culla alla tomba. La solu-zione sembra essere: co-struiamo muri per proteggerci.In verità l’idea non è nuova. Lastoria è piena di queste infeliciintuizioni. Nel III secolo A.C.l’imperatore Qin Shi Huangdidecise di costruire la GrandeMuraglia Cinese. Nel II secolod.C. l’imperatore romanoAdriano fece erigere un murofortificato tra Inghilterra e Sco-zia, per proteggere le frontieredell’impero romano in Britan-nia dagli attacchi degli scoz-zesi. Nel XX secolo d.C., il 12agosto 1961, servirono meno didiciotto ore per dare vita al-l’erezione del muro di Berlino,ci sarebbero voluti ventotto

anni per abbatterlo. Nel 2002,è stata costruita una barrieradi separazione israeliana in Ci-sgiordania, allo scopo di impe-dire l’accesso di terroristipalestinesi nel territorio nazio-nale. Nel 2006 la buddhistaThailandia ha innalzato unmuro nel tratto di frontiera piùaccessibile con la musulmanaMalesia, per limitare l’in-fluenza del fondamentalismoislamico sul suo governo. InEuropa la barriera più celebreancora esistente è quella chedivide in due Cipro, da quandola Turchia rivendicò e occupòuna parte dell’isola, che da al-lora costituisce la Repubblicaautonoma di Cipro Nord. Nonpoteva certo mancare l’Italiadove fino al 2004 un muro hadiviso Gorizia dalla parte jugo-slava, ora slovena, della città diNova Gorica. Ma, allora, per-ché è schifoso parlare di acco-glienza quando in tutto ilmondo si ergono o si sono erettisempre muri? Muri reali emuri mentali, altrettanto inva-licabili tra un loro, i migranti, irifugiati, i profughi e un noi: i

sotto assedio. Zygmunt Bau-man, intervenendo lo scorsosettembre ad Assisi all’incontrointerrelegioso “Sete di Pace.Religioni e culture in dialogo”,ha descritto la storia dell’uma-nità come un processo diespansione della parola noi.Per il filosofo polacco il primonoi non poteva includere più di150 persone: “Erano cacciatorie raccoglitori. Non avevano au-tobus, supermercati…. era unnumero limitato a quelli chepoteva essere alimentato emuoversi. Il resto era altro dalnoi. Col tempo questa cifra èaumentata e si è giunti alletribù, alle comunità, e poi gliimperi e gli stati nazione”. Si ègiunti adesso, per il sociologo,ad un punto senza precedenti:“Tutte le tappe e i balzi che cisono stati avevano una dato incomune: erano tappe caratte-rizzate da inclusione e esclu-sione. C’era un noi che siampliava, ma anche una iden-tificazione dell’Altro escluso dalnoi. E questo ha portato agrandi spargimenti di sangue.Ora c’è la necessità ineludibiledell’espansione del noi comeprossima tappa dell’umanità.Questo salto successivo è rap-presentato dalla soppressionedel pronome loro”. Bauman haricordato che i nostri avi ave-vano un nemico, identificato daun loro. ”Ma oggi, nella societàglobale dove lo troviamo un ne-mico? Non ci è stato chiesto danessuno, ma ci troviamo nelladimensione cosmopolita in cuiogni cosa ha un impatto sulpianeta, sul futuro e sui nipotidei nostri nipoti. Siamo tutti

dipendenti gli uni dagli altri”.Ma secondo Bauman il rovesciodella medaglia è che “non ab-biamo neppure iniziato a svi-luppare una consapevolezzacosmopolita. E gestiamo questomomento con gli strumenti deinostri antenati…ed è una trap-pola, una sfida da affrontare”.Il 3 ottobre scorso l’Italia per laprima volta ha celebrato laGiornata in memoria delle vit-time dell’immigrazione, stabi-lita per commemorare ilnaufragio avvenuto a largo diLampedusa il 3 ottobre 2013,nel quale morirono 366 mi-granti. Per ricordare quellatragedia voglio fare mie le pa-role dello scrittore marocchino,Fouad Laroui, invitandoci anon inasprire lo scontro diignoranze in atto evidenziandocon mestizia che noi “non ca-piamo nemmeno chi è l’altro,non cerchiamo nemmeno di ca-pire chi è di fronte a noi”. An-cora una volta esiste un noi edesiste un loro, ma non si capi-sce dove e perché inizia l’uno efinisce l’altro. Richard Sennet,sociologo americano, affermache per affrontare questa sfidebisogna cambiare l'urbanistica,creando quartieri ed edifici po-rosi, solo così avverrà l'integra-zione. Pensare di arroccarcinella nostra identità, di “esi-merci dal contatto e dalla con-taminazione con gli altri èridicolo, un'illusione”, respin-gere chi cerca aiuto, “unanuova forma di fascismo”. Lostudioso afferma che il “nuovotribalismo”, che combina la so-lidarietà con i propri simili el'aggressività contro chi è di-

verso, è frutto di un'incompe-tenza sociale, un'incompetenzafavorita dal modo in cui sonocostruite le nostre città. Si-stemi chiusi, sigillati, che de-qualificano i cittadini eneutralizzano le differenze, eli-minando quegli spazi ambiguiin cui si può imparare a fare unuso produttivo della diversità.Perché la cooperazione con glialtri, specie con gli estranei, èuna competenza, un'arte cheva acquisita. Quindi le cittàaperte, porose e dinamiche,possono aiutarci a esercitarla,rendendoci cittadini migliori.“Molti migranti oggi non sonopiù immigrati: gente che va inun posto, ci lavora per 10 anni,poi torna indietro, come hannofatto nel diciannovesimo secologli italiani e i polacchi. Oggi, alcontrario, i flussi migratori glo-bali richiedono una nuova no-zione di identità. Migrando nonsi perde più la propria identità,ma la si integra in qualcos’al-tro. E’ un’idea diversa, che ri-manda al movimento, allacapacità di muovere di città incittà, di paese in paese compe-tenze e capacità professionali edi acquisirne di nuove. I mi-granti possono “sopravvivere”soltanto acquisendo compe-tenze diventando cosmopoliticompetenti, esercitando l'abi-lità di comunicare con gli estra-nei, di trascendere i confinimateriali degli spazi urbani: diorientarsi e “navigare” in città.Pensare che i rifugiati siano deiparassiti e che rappresentinol'unico esempio del modo in cuile persone migrano nel mondoè di una ignoranza fatale.

LIBERI SENZA MARGINI - NoS

Mi sento un emarginato in una vita senza margini provo una rabbia che nemmeno immagini

mi hai rubato il cuore ho aperto le indaginiho valicato tutti gli argini

ho bevuto rime dai miei calici

Il mio sogno cresce e ormai non entra più nel cassetto il mio orgoglio cresce e ormai chiede anche rispetto.

Sogno che volo e mi butto dal tetto.Mi sveglio c’è un angelo appoggiato sul letto

che mi dice: matte senti per realizzare il tuo sogno dovrai soffrire te la senti?

Non hai idea dei rischi che prendi delle persone che perdi. Ma quando hai iniziato non è che ti arrendi

non è che ti accontenti o te ne penti

devi puntare sempre e solo in alto questo è il momento del tuo grande salto perché

è quello il tuo posto ma a quale costo?

Sussulto e lui scompare in una scia di luce mi alzo e svengo con sguardo truce

mi trovo con NoS il mio incubo più grande che si aggira in me facendo scorribande

mi trovo con NoS il mio ispiratore con cui nel terrore passo molte ore in cui della rabbia è l’alimentatore.

Mi sento un emarginato in una vita senza margini provo una rabbia che nemmeno immagini

mi hai rubato il cuore ho aperto le indagini ho valicato tutti gli argini

ho bevuto rime dai miei calici

tratto da: La città dell’ ombra - 2016 - NoS

È IN ATTO UNO SCONTRO TRA IGNORANTI?Mi sento emarginato in una vita senza margini... provo una rabbia che nemmeno immagini

Alessia Esposito

Lunedì 31 ottobre sarà lagiornata dedicata al trekkingurbano, iniziativa giunta allasua tredicesima edizione eche vede l’adesione di 53 cittàd’arte di 17 regioni (Calabria,Basilicata, Campania, EmiliaRomagna, Friuli VeneziaGiulia, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Marche, Piemonte,Puglia, Sardegna, Sicilia, To-scana, Trentino Alto Adige,Umbria, Veneto). La Gior-nata del Trekking Urbano2016 è dedicata al Giubileo,puntando sulla scoperta dipiccoli santuari e cammini difede, il tutto accompagnatoda tappe enogastronomiche;“ogni itinerario è dedicato auno o a più luoghi della fede,rifugi dell’anima, custodi diopere d’arte e testimoni dimiracoli e leggende”. L’inizia-

tiva è un’occasione per ritro-vare percorsi fuori dal turi-smo tradizionale, perpraticare sport dolce e adattoa tutte le età, per riscoprireun turismo lento, fatto di unmix di arte, cultura, spiritua-lità e prodotti tipici, con itine-rari che vanno da una aquattro ore. La Campaniapartecipa con Napoli, Casertae Salerno. Nel capoluogocampano ci sono due itine-rari: il primo “dal Museo Ar-cheologico nazionale alleCatacombe di San Gennaro”passando per Capodimonteverso l’attuale Corso Amedeodi Savoia, l’antico Corso Na-poleone e sul Ponte della Sa-nità. Il secondo “dalle scaledel Niccolini alla chiesetta diSan Gennaro nel Real Boscodi Capodimonte” con cui si ri-sale la Real scalinata opera diNiccolini per poi proseguire

verso il Borgo di Porta Piccolafino alla Chiesetta di SanGennaro. A Caserta il per-corso porta dalla celebre Reg-gia fino alla Chiesetta diMontevergine, passando perla chiesa di Santa Filomena,detta “la Rotonda”, la chiesadi Sant’Agostino, il MuseoDiocesano e la cattedraledella città dedicata a San Mi-chele Arcangelo. Invece a Sa-lerno si parte dal Comune perintraprendere una passeg-giata che attraverserà gli an-tichi quartieri dell’HortusMagnus e del Plaium Montisripercorrendo gli antichi iti-nerari di fede.Un modo per ammirare lebellezze più nascoste dellenostre città, ma anche perdare vigore al tono muscolaree… perdere peso! Dall’orga-nizzazione assicurano: “I be-nefici del trekking per lasalute sono numerosi: cam-minare a passo sostenuto peralmeno 20 minuti consente,infatti, di bruciare circa 150kilocalorie; di allontanare i ri-schi legati a ipertensione eosteoporosi e di curare le con-seguenze della vita sedenta-ria come stress, ansietà edepressione”. Non resta chepartecipare! Per scopriretutti gli itinerari proposti,città per città, basta colle-garsi al sito web www.trek-kingurbano.info. Buona passeggiata!

La Giornata nazionale del Trekking Urbano

Prende il via l’Itinerariod’arte lungo il Miglio d’Oro,il progetto realizzato dall’As-sociazione Arteggiando, incollaborazione con l’Ordinedegli Architetti P.P.C. di Na-poli e Provincia.L’obiettivo è quello di far co-noscere e vivere a cittadini eturisti l’immenso patrimo-nio storico-architettonico delterritorio vesuviano, po-nendo l’attenzione su alcunesplendide Ville del Sette-cento. L’iniziativa, che par-tirà domani, 15 ottobre,coinvolge 51 artisti, tra pit-tori, scultori e fotografi, cheesporranno le loro opere al-l’interno di cinque presti-giosi siti storici: VillaSavonarola - Portici (dal 15al 30 ottobre 2016); VillaCampolieto / Scuderie VillaFavorita - Ercolano (dal 5 al13 novembre 2016); VillaBruno – San Giorgio a Cre-mano (dal 26 novembreall’11 dicembre 2016); VillaMacrina – Torre del Greco(dal 18 dicembre al 7 gen-naio 2017); e infine Villa Si-gnorini – Ercolano (dal 21 al29 gennaio 2017). La Cura-trice dell’evento è GiovannaD’Amodio, presidente del-l’Associazione Arteggiando.Alla rassegna saranno asso-ciate attività di natura arti-stico-culturale; convegni,presentazioni di libri, con-certi, degustazioni di pro-

dotti tipici, sfilate di moda eperformances. L’iniziativa,inoltre, vedrà la partecipa-zione di numerosi critici estorici dell’arte le cui recen-sioni, per ciascuna operaesposta, saranno pubblicatein un catalogo finale. Questigli autori delle opere in mo-stra: Afeltra Tony, BaianoAurora, Barletta Madda-lena, Bosi Enrico, CampitelliLuciano, Carta Giorgio, Ca-sciotti Alessandra, Compa-rone Maria, Dall’Olio Luca,D’amore Antonio, Dell’Aver-sana Pasquale, Dell’Aver-sana Orabona Sofia, DeSarno Rosario, Di BonitoAngelina, Di Giovannanto-nio Gennaro, Di Guida Giu-seppe, Ferrara Mario,Fiaschi Roberta, FraternaliPatrizio, Gagliardi Gian-carlo, Gardano Pietro, Gar-giulo Peppe, Gillo Natasha,Karzi Maria, Elefante Enzo,Ennio Montariello, MarcoMonteriso, Marino Enzo,Marino Livio, Marra Angelo,Mazzu Elizabeth, NardoneGiulia, Negrini Laura, Pa-lumbo Enzo, Perugino Rosa, Poerio Anna, PolicastroFelix, Pozzuoli Anna, Pre-sciutti Monica, RomualdoLuciano, Russo Pippo, Sam-marco Raffaele, Sanna Ro-lando, Sannino Antonio,Scopetta Anna, Sica Gae-tano, Stramacchia Edoardo,Virgili Federica.

L’itinerario d’arte lungo il Miglio D’Oro

Percorsi per tutte le età, divisi per lunghezza e difficoltà

La valorizzazione delle Ville Vesuviane