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Il potere
Talcott Parsons
“Concepisco il potere come un medium che circola, analogo al denaro, all’interno del sistema politico, ma
soprattutto anche al di fuori dei suoi confini, negli altri sottosistemi funzionali di una società (come li definisco),
vale a dire i sistemi economico, integrativo e di mantenimento dell’ordine [pattern mainenance].”
Talcott Parsons, “On the concept of political power” (1963)
“Il potere è allora una capacità generalizzata di assicurare l’attuazione [performance] di obbligazioni vincolanti da
parete delle unità all’interno di una organizzazione collettiva quando tali obbligazioni sono legittimate in riferimento alle finalità collettiva e laddove in caso di
recalcitranza vi sia la presunzione di una implementazione [enforcement] attraverso sanzioni situazionali negative –
qualsiasi sia l’agente incaricato di mettere in atto tali sanzioni.”
Talcott Parsons, “On the concept of political power” (1963)
“Nei sistemi di potere, la legittimità è un fattore equivalente alla fiducia nella mutua accettabilità e stabilità
dell’unità monetaria nei sistemi monetari.”
Talcott Parsons, “On the concept of political power” (1963)
“Se deve servire come mezzo generalizzato di persuasione [inducement], il denaro non può essere
soltanto un’entità intrinsecamente di valore, ma deve anche essere simbolicamente istituzionalizzato; deve essere legittimato, e deve ispirare ‘fiducia’ all’interno del sistema,
in modo da essere gestito entro limiti chiari. Analogamente, il potere non può essere costituito solo da
un deterrente efficace; se deve diventare un medium generalizzato per mobilitare delle risorse rivolte al fine di un’azione collettiva efficace, e per l’adempimento presi
dalle collettività nei confronti dei loro costituenti, anch’esso deve essere sia simbolicamente generalizzato sia
legittimato.”
Talcott Parsons, “On the concept of political power” (1963)
“Dato che l’autorità richiede costantemente l’obbedienza, essa viene generalmente fraintesa per qualche forma di
potere o di violenza. Ma in realtà l’autorità preclude l’uso di mezzi esterni di coercizione; quando si deve ricorrere alla forza, significa che l’autorità ha fallito. D’altra parte, l’autorità è anche incompatibile con la persuasione, che
presuppone l’eguaglianza e funziona attraverso un processo di argomentazione. Ogni volta che si ricorre a
degli argomenti, l’autorità viene temporaneamente sospesa.”
Hannah Arendt, Between Past and Future (1954)
Un fotogramma dall’esperimento di Stanley Milgram (1962)
“Quando la domanda viene usata quale mezzo di potere, essa affonda come un coltello nel corpo dell’interrogato ...
L’effetto della domanda è un incremento del senso di potere nell’interrogante che fa nascere il desiderio di
continuare a porre altre domande. Colui che risponde si assoggetta tanto più quanto più accondiscende alle
domande.”
Elias Canetti, Masse und Macht (1960)
“Ogni comando è costituito da un impulso e da una spina. L’impulso costringe chi riceve il comando ad eseguirlo, e
precisamente nella misura in cui è conforme al contenuto del comando stesso. La spina permane in chi esegue il
comando ... La spina penetra profondamente nell’intimo dell’uomo che ha eseguito un comando e vi dura
inalterabile ... Possono trascorrere anni e decenni prima che quella parte sommersa, immagazzinata, del comando –
del quale costituisce il ritratto in miniatura – torni alla luce. Ma è importante sapere che nessun comando va mai perduto: nessun comando trova fine nella sua esecuzione,
bensì è immagazzinato per sempre.”
Elias Canetti, Masse und Macht (1960)
Dettaglio della Pala dell’altare di Isenheim di Matthias Grünewald (1506-1515)
“All’università di Yale ho creato un semplice esperimento per testare quanto dolore arriverebbe ad infliggere un cittadino normale ad un altro solo perché gli è stato
ordinato da uno scienziato di laboratorio. Ho messo in gioco l’autorità nella sua forma più affilata contro i
principali imperativi morali contro l’infliggere dolore, e anche mentre nelle orecchie dei soggetti risuonavano le
grida delle vittime ho visto trionfare il potere dell’autorità. L’estrema volontà mostrata da persone adulte di seguire senza limiti alcuni il comando dell’autorità costituisce il ritrovamento principale del mio studio e insieme il fatto
che domanda più urgentemente spiegazione.”
Stanley Milgram, “The Perils of Obedience” (1974)
“Gli ingredienti necessari per una situazione di doppio vincolo [double bind] sono: 1. due o più persone … 2.
ripetizione dell’esperienza… 3. un’ingiunzione primaria negativa… 4. un’ingiunzione secondaria in conflitto con la prima a un livello più astratto e, come la prima, sostenuta
da punizioni o da segnali che minacciano la sopravvivenza… 5. un’ingiunzione negativa terziaria che
impedisce alla vittima di sfuggire dalla situazione.”
Gregory Bateson et al., “Verso una teoria della schizofrenia” (1956)
“Prendere una posizione, essere appassionati – ira et studium – è l’elemento del politico, e soprattutto del leader
politico. La sua condotta è soggetta a un principio di responsabilità diverso da, e per la precisione esattamente
opposto a, quello dell’amministratore. L’onore dell’amministratore sta tutto nella capacità di eseguire
scrupolosamente l’ordine delle autorità superiori, esattamente come se quell’ordine fosse una sua
convinzione personale. Ciò vale anche quando l’ordine gli sembri sbagliato e quando, nonostante le sue rimostranze,
l’autorità insista su quell’ordine. Senza questa disciplina morale e senza questo sacrificio personale, nel senso più
alto, l’intero apparato andrebbe a pezzi.”
Max Weber, Politik als Beruf (1919)
“L’onore del leader politico, del capo di stato, però, consiste nell’assumere una responsabilità personale
esclusiva per quel che fa, una responsibilità che non può e non deve rifiutare o trasferire. E’ nella natura degli ufficiali
di alto profilo morale essere dei cattivi politici, e soprattutto, nel senso politico del termine, essere dei politici irresponsabili. In questo senso, essi si rivelano
politici di basso profilo morale, come sfortunatamente ne abbiamo avuti molti nelle posizioni di dominio.”
Max Weber, Politik als Beruf (1919)
Il processo ad Adolf Eichmann a Gerusalemme (1961)
“Così, le opportunità per Eichmann di sentirsi come Ponzio Pilato furono molte e, col passare dei mesi e degli anni, non ebbe neppure bisogno di sentirsi in alcun modo
particolare. Così andavano le cose, quella era la nuova legge sulla terra, basata sull’ordine del Führer; e qualsiasi
cosa lui facesse, per quel che poteva vedere, la stava facendo da cittadino rispettoso della legge. Faceva il suo dovere, come continuò a ripetere alla polizia e alla corte; non solo obbediva a degli ordini, ma obbediva alla legge.”
Hannah Arendt, Eichmann in Jerusalem (1963)
“Gran parte della orribilmente dolorosa accuratezza nell’esecuzione della Soluzione Finale – un’accuratezza che di solito colpisce l’osservatore come tipicamente tedesca,
o altrimenti come tipica del perfetto burocrate – può essere ricondotta alla strana nozione, in effetti molto
comune in Germania, che adempiere la legge non significa solo obbedire alle leggi, ma immedesimarsi nel legislatore della legge a cui si obbedisce. Di qui la convizione che non ci si può accontentare se non si segue appieno il richiamo
del dovere [call of duty].”
Hannah Arendt, Eichmann in Jerusalem (1963)
“Anche Eichmann stava male quando andava a visitare i campi di concentramento, ma il suo lavoro consisteva nel sedere a una scrivania e a far girare le carte. Mentre nei campi l’uomo che materialmente iniettava lo Zyklon-B nelle camere a gas si giustificava sulla base del fatto che stava solo eseguendo degli ordini dall’alto. Sicché c’è una frammentazione dell’atto umano totale; nessuno viene
confrontato alle conseguenze della sua decisione di compiere un atto malvagio. La persona che si assume le responsibilità è evaporata. Forse questa è, nella società
moderna, la caratteristica più comune del male organizzato.”
Stanley Milgram, “The Perils of Obedience” (1974)
“L’azione dipende dalla capacità dell’individuo di ‘fare la differenza’ rispetto a uno stato di cose o a un corso degli
eventi preesistenti. Un agente smette di essere tale se perde la capacità di ‘fare la differenza’, ovvero, di esercitare
un qualche tipo di potere ... In altri termini, l’azione presuppone logicamente il potere nel senso di capacità trasformativa. In questo senso, nel suo significato più
ampio, il potere precede logicamente la soggettività e la formazione di una riflessività sulla propria condotta.”
Anthony Giddens, The Constitution of Society: Outline of the Theory of Structuration (1984)
“La società è imitazione, e l’imitazione è una specie di sonnambulismo.”
Gabriel Tarde, Les lois de l’imitation (1890)
“Apprendere attraverso l’esempio significa sottomettersi a un’autorità. Seguiamo l’esempio del maestro perché ci
fidiamo del suo modo di fare le cose anche quando non siamo in modo di analizzare e spiegare in dettaglio la sua efficacia. Guardando il maestro ed emulando il suo lavoro come esempio, l’apprendista inconsciamente apprende le regole dell’arte, incluse quelle che il maestro stesso non conosce esplicitamente. Queste regole nascoste possono venire assimilate solo da una persona che si arrende in un
certo senso acriticamente all’imitazione di un’altra. Chiunque voglia procurarsi una conoscenza personale
solida in un certo campo deve sottomettersi alla tradizione.”
Michael Polanyi, Personal Knowledge (1962)
Un momento della lavorazione del vetro; da Erin O’Connor, “Embodied knowledge. The experience of meaning and the struggle towards proficiency
in glassblowing” (2005)