Il Pordenone: sulla via dell artista - Pinzano al Tagliamento

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Il Pordenone: sulla via dell artista Comune di Pinzano al Tagliamento Provincia di Pordenone

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Il Pordenone: sulla via dell’artista

Comune diPinzano alTagliamento

Provinciadi Pordenone

Il Pordenone: sulla via dell’artista 1

L’ ambiente ed i luoghi del territorio provinciale sono caratterizzati dalla presenza di risorse na-

turali ed artistiche che delineano la tipicità del Friuli occidentale rispetto alle altre aree della

regione. Un insieme organico di fattori che costituiscono gli elementi fondamentali per lo sviluppo

di percorsi con valenza culturale ed il recupero delle radici storiche di questa zona geografica.

Un’azione conoscitiva di un vasto patrimonio, che può rappresentare lo strumento per avviare delle

attività di ricerca finalizzate alla fruizione di importanti memorie del nostro passato.

L’itinerario legato alla vicenda artistica di Giovanni Antonio de Sacchis detto “il Pordenone” diviene

allora uno dei mezzi operativi per realizzare forme concrete di accoglienza turistica, tenendo conto

delle peculiarità della fascia montana e delle sue strutture. Una pubblicazione che illustra la produzione locale di un grande pittore e

lo rapporta alle località nelle quali si è articolata la sua presenza.

Attraverso questo progetto l’Assessorato Provinciale alla Cultura ed all’Istruzione intende valorizzare gli aspetti significativi e le per-

sonalità del proprio territorio in un’ottica di promozione culturale orientata a far conoscere ed apprezzare le testimonianze presenti in

ambito locale.

L’Assessore alla Cultura e all’Istruzione Il Presidente

avv. Mattia Callegaro dott. Elio De Anna

Provinciadi Pordenone

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U n po’ per temperamento, un po’ per consuetudine, siamo purtroppo abituati a guardare ed

ammirare sempre l’erba del giardino del vicino che, come si suol dire, appare più verde, più

brillante e più rigogliosa della nostra.

Così facendo finiamo per trascurare le nostre realtà che, seppur piccole, sono ricche di bellezze na-

turalistiche e conservano un patrimonio artistico davvero imponente per quantità ma anche di sicu-

ro interesse per qualità.

L’Amministrazione Comunale di Pinzano al Tagliamento con questa pubblicazione rinnova il suo im-

pegno di sempre nel favorire la riscoperta e la valorizzazione dei grandi tesori dell’arte custoditi ne-

gli edifici storici dei nostri piccoli paesi.

L’intento è duplice: da una parte rendere omaggio alla figura illustre di Giovanni Antonio de Sacchis detto “il Pordenone”, un grande

artista che tante tracce e testimonianze della sua arte ha lasciato nei monumenti delle località dello spilimberghese, dall’altra donare

un’opportunità in più per conoscere il nostro territorio, un ambiente unico da vivere e preservare.

Un doveroso ringraziamento va alla Provincia di Pordenone che ha creduto in questa nostra iniziativa e agli amministratori comunali

che hanno collaborato alla sua realizzazione, in particolare l’Assessore alla cultura dott.ssa Samanta Mizzaro e la consigliera Daniela

Missana con la collaborazione della dott.ssa Deborah Del Basso.

Invito tutti i lettori a custodire gelosamente questa pubblicazione con l’auspicio che possa contribuire a far conoscere meglio quei teso-

ri artistici che assieme alla particolarità del territorio fanno di questo lembo di terra del Friuli una terra dal patrimonio unico e di tutti.

Il sindaco

Luciano De Biasio

Il PordenoneG iovanni Antonio, nasce a Pordenone tra il 1483 e il 1484. Figlio

del maestro muratore Angelo Q. Bartolomeo de Sacchis, di lon-

tana discendenza lombarda “de Lodesanis”, oggi è noto come “il Por-

denone” nome del luogo natale, reso glorioso grazie alle sue opere.

È stato riconosciuto dalla critica come il maggior frescante friulano del

Rinascimento ed uno dei più grandi del Cinquecento. Le sue opere e

i numerosi cicli di affreschi si trovano in molti monumenti dell’Italia

centrale e settentrionale. Il Vasari lo descrive come un autodidatta al-

la ricerca del proprio codice espressivo personale cogliendo dalle

esperienze altrui gli aspetti che gli interessavano, tralasciando il resto.

“Il Pordenone” si presenta come una figura di transito tra l’artista per

così dire “popolare” e quello “colto” che esprimeva il proprio sapere

attraverso le opere d’arte.

“Il Pordenone” viene descritto come uomo dal temperamento turbo-

lento, collerico e passionale. Pittore complesso sia dal punto di vista

formativo che artistico, spesso pronto a cambiare rotta per adattarsi

alle esigenze della committenza.

La vita non gli serbò fortuna, ma piuttosto lotta in paesi di modeste ri-

sorse e di poche esigenze. Per cercar miglior sorte, che arrivò quando

la sua vita volgeva ormai rapida al tramonto, dovette andar randagio

per la Lombardia, terra dei suoi avi paterni, per l’Emilia e la Liguria.

Il coraggio di combattere dovunque le sue battaglie lo

fece curioso e intraprendente e lo portò alla Città Eter-

na, meta ormai necessaria per la sua sete di conoscen-

za e di confronto con la grande arte. Si stabilì a Venezia,

luogo in cui gli bastò respirare l’aria sottile dell’arte ve-

neziana, perché un’ebbrezza felice mettesse ali al suo

pennello.

Comune diPinzano alTagliamento

Si sposò tre volte: nel 1504 con Ana-

stasia, figlia di Maestro Stefano da Bel-

luno; nel 1513 con Elisabetta Quagliata

e nel 1533 con Elisabetta Frescolini

dalla quale ebbe quattro figli.

Morì improvvisamente in una locanda

di Ferrara in circostanze poco chiare,

senza conforto di parenti, solitario, lon-

tano dalla sua patria e dalla conquistata

Venezia.

Il periodo friulano del Pordenone ha il-

luminato, assieme ad altri artisti, la

storia del Cinquecento nel Friuli Occi-

dentale. Anche la pedemontana por-

denonese e il Comune di Pinzano al

Tagliamento hanno beneficiato di tanta

magnificenza negli anni che vanno dal

1504 al 1537; un periodo storico in cui

il Friuli fu oggetto di contesa tra gli Au-

striaci e la Repubblica di Venezia, alla quale la maggior parte del Friuli

aveva fatto atto di dedizione. La cittadina di Pordenone passò varie

volte dagli Austriaci ai Veneziani; ai disagi delle occupazioni e dei sac-

cheggi si aggiunsero la carestia, la peste e nel 1511 il terremoto. Stan-

do al Vasari, proprio per scampare a tali pericoli, “il Pordenone” si sa-

rebbe trattenuto per un lungo periodo nelle nostre zone in “contado”,

segni laceranti del de-

vastante terremoto che

colpì le località occiden-

tali del Friuli nel 1976.

Fra quelli più o meno

gravemente lesionati

dalle scosse telluriche,

si segnalano i dipinti

della Chiesa di Santa

Maria dei Battuti a Va-

leriano, sulla cui faccia-

ta il grande affresco del

San Cristoforo ha patito

una vasta, profonda

fenditura, mentre la

Natività condotta sulla

parete interna a nord

ha riportato rigonfiamenti dell’intonaco pittorico percorso da numero-

se screpolature. Le gravi lesioni prodotte negli archi portanti della cu-

pola del Duomo di Spilimbergo indussero insidie, ai fini protettivi e

conservativi, agli affreschi che “il Pordenone” eseguì su uno dei pila-

stri con le raffigurazioni di San Rocco e Sant’Erasmo, di cui fu auspi-

cato lo “stacco”.

Preoccupazioni suscitarono inoltre le condizioni degli affreschi della

Chiesa di Travesio. Il soffitto della volta riportò fessurazioni: fram-

lavorando per gli abitanti del luogo, lasciando una testi-

monianza indelebile nei monumenti delle località dello

spilimberghese.

Pressoché incalcolabile è la quantità di opere “a fre-

sco” eseguite, irrimediabilmente perdute o danneggia-

te in molti centri del territorio in cui a tappe e fasi sal-

tuarie “il Pordenone” fu invitato o si recò a lavorare. Tra

le cause principali di tali perdite e danneggiamenti, le

condizioni ambientali-meteorologiche in cui esse furo-

no collocate ed esposte (facciate di chiese, di palazzi).

Un inventario delle opere perdute e danneggiate non è

possibile né, se lo fosse,

potrebbe avere pretese

esaustive.

A parte i danni rovinosi

subiti durante la prima

guerra mondiale che coin-

volse le zone in cui si tro-

vano maggiormente dis-

seminate le opere del

Pordenone, vari dipinti ap-

partenenti a cicli del mae-

stro, della sua scuola, del-

la cultura veneta a lui con-

temporanea, recano ora i

menti di intonaci

caddero in più pun-

ti, facendo temere

per la stabilità del

complesso pittori-

co. I due affreschi

eseguiti dal Porde-

none a Pinzano,

utilizzati come pale

di altare, raffigu-

ranti la Madonna

con Bambino e in Maestà, risultarono in condizioni

precarie, essendo state sensibilmente lesionate le

strutture della chiesa parrocchiale. Danneggiati infine

gli affreschi della parrocchiale di Vacile.

Per riscoprire alcune delle opere più significative so-

pravvissute alle condizioni ambientali e meteorologiche,

ai terremoti e talvolta, anche all’incuria dell’uomo, riper-

corriamo l’itinerario che da Spilimbergo ci porta fino a

Pinzano al Tagliamento.

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SpilimbergoLa città di Spilimbergo, rinomata per il mosaico e il centro storico

che ospita nel mese di agosto un’imponente rievocazione stori-

ca, all’interno del Duomo di Santa Maria Maggiore presenta alcuni im-

portanti dipinti del Pordenone.

In particolare nella struttura gotica – romana costruita fra il 1284 e la

metà del ‘300, per quanto concerne i dipinti di supporto mobile, la

scena è dominata proprio dalla decorazione dell’organo dovuta all’Ar-

tista. Risalenti al 1524, troviamo L’Assunzione di Maria (navata sini-

stra), Caduta di Simon mago e Conversione di Saul (navate interne),

nella cantonaria Nascita e Sposalizio della Vergine, Adorazione dei

Magi e Fuga in Egitto, Gesù fra i dottori. Sui fianchi della cassa grotte-

sche con i Profeti David e Daniele, e due semilunette con Paggi reggi-

stemma (navata destra) a tamponare le aperture laterali dell’arcone.

Usciti dal Duomo, attraversato il ponte sul fossato, la corte interna del

castello offre lo spettacolo del paramento murario, affrescato nel

1480-1490, ma di dubbia attribuzione. È infatti da accertare se si trat-

ta di opere giovanili del Pordenone oppure come sostengono molti, di

opere di Andrea Bellunello.

GaioA pochi chilometri a nord di Spilimbergo, tra il fiume Tagliamento

e il torrente Cosa, si trova la frazione di Gaio, a cui si arriva age-

volmente percorrendo la strada provinciale.

Località a vocazione agricola, con possibilità di ristorazione nella con-

finante frazione di Baseglia.

Dal centro dell’abitato percorrendo una strada sterrata che conduce

verso la campagna sulle rive del Tagliamento, si accede alla Chiesa

votiva di S. Marco, in cui sono conservati affreschi ancor più precoci,

opere giovanili lontane dai risultati che “il Pordenone” raggiungerà

successivamente.

La cupola è stata affrescata con le immagini dell’Eterno Padre e degli

Evangelisti, presumibilmente nel 1507. Opera che pur nel carattere

sperimentale contiene l’originalità della soluzione spaziale con ele-

menti che “il Pordenone” avrà modo di sviluppare nel prosieguo del-

la sua attività.

Oggi lo stato di conservazione non è dei migliori, e anche la documen-

tazione è scarsa.

Comune Spilimbergo

Recapiti Parrocchia di Spilimbergo tel. 0427 2059

Orari d’apertura Inverno: dal lunedì al sabato 8.00-12.00

e 14.30-18.30, domenica orario continuato fino alle 18.00.

Estate: dal lunedì al sabato 8.00-12.00 e 14.30-19.00, domenica

orario continuato fino alle 18.30.

Comune Spilimbergo

Recapiti Parrocchia di Gaio-Baseglia tel. 0427 3760

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Vacile Chiesa di S. Lorenzo

La piccola frazione di Spilimbergo, a vocazione agricola con risto-

ro a carattere familiare, si colloca a pochi chilometri a nord-ovest

del capoluogo.

Vi si accede da Gaio, attraverso una strada interna che supera il

torrente Cosa, o dalla provinciale che da Spilimbergo conduce a

Travesio.

Qui la Chiesa di S. Lorenzo, un edificio restaurato e consolidato se-

condo le forme originarie dopo il sisma del 1976, custodisce il più an-

tico ciclo di affreschi del Pordenone (1506-1510 ca.). Si tratta di un

esempio di maturazione artistica del pittore, importante per seguire i

primi passi in senso manieristico della sua tecnica e poetica.

La superficie della volta dell’abside completamente affrescata. Le

scene risultano distribuite in otto scomparti, raffiguranti al centro il

Cristo Risorto con lo stendardo nella destra e in atto di benedire; su di

lui la divina colomba mentre due angeli lo assistono pregando. Nelle

vele contigue i Padri della Chiesa seduti su nubi entro mandorle a rag-

gera originariamente dorate; li affiancano putti che reggono mitre, pa-

storali e i sacri testi. I vertici inferiori sono occupati da Profeti ed Evan-

gelisti. I campi minori delle volte in prossimità del sottarco ospitano le

figure di Enoch, di un angelo e di Elia, mentre all’esterno restano trac-

ce di sinopie relative ad una Annunciazione e una frammentaria figura

Comune Spilimbergo

Recapiti Parrocchia di Vacile 0427 40028

Il Pordenone: sulla via dell’artista 9

di santo. Gli affreschi sulle pareti del coro rappresentano

il Martirio di S. Sebastiano e di S. Lorenzo, la Resurrezio-

ne di Cristo e la scena relativa all’episodio di S. Lorenzo

che presenta i poveri all’imperatore.

Sui lati obliqui e sulla parete di fondo sono raffigurati gli

Apostoli a gruppi di quattro. Lo stato di conservazione

delle opere è buono.

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P roseguendo il nostro viaggio verso nord, la strada provinciale 1 ci

conduce a Travesio. Ridente località a vocazione agricola e artigia-

nale, collocata ai piedi del monte Ciaurlec, offre diversi punti di ristoro

e occasioni di escursioni in mezzo ad una natura quasi incontaminata.

Proprio all’entrata del paese ci accoglie sulla destra la Chiesa di S.

Pietro, il cui corpo ottocentesco non lascia intuire le origini medieva-

li. Nella parrocchiale eccelle per importanza e bellezza il presbiterio

a sei lati con una finestra mediana, sormontati da lunette e da vele

molto acuminate che vanno a terminare nella cuffia con cui si chiu-

de la volta.

Nel mezzo il Cristo trionfante tra le nubi con uno sciame di angioletti

che aleggia intorno, attorniato dai profeti, mentre S. Pietro gli si ingi-

nocchia innanzi.

Fra gli splendidi affreschi dell’abside si segnalano due poderosi San

Sebastiano e Rocco alle imposte dell’arcone, Virtù cardinali e teologa-

li nel sottarco, Assunzione di San Pietro nella volta, Episodi dell’Anti-

co Testamento putti, satiri e decori fitomorfi negli spicchi laterali, Sto-

rie di S.Pietro nelle lunette. Alle pareti Conversione di Saulo, Decapi-

tazione di San Paolo, Pietà, Nozze di Cana, Adorazione dei magi.

“Il Pordenone” lavorò per realizzare il ciclo di affreschi in due tempi

ben distinti: il primo al rientro da un viaggio a Roma (1515-1517), il se-

Travesio

condo per portare a conclusione la decorazione parietale,

una decina d’anni dopo (1525-1526 ca.).

Il ciclo permette dunque di seguire l’evolversi dello stile

del Pordenone fino all’acquisizione della sua maniera più

matura (successivamente alla grande impresa decorati-

va della Cattedrale di Cremona), fatta di plasticità, tea-

tralità e dinamismo, come testimoniano le figure di Sau-

lo che stramazza al suolo col suo cavallo nella Conversio-

ne, o quelle dei due personaggi che assistono alla Deca-

pitazione.

Chiesa di S. Pietro

Comune Travesio

Recapiti Parrocchia di Travesio tel. 0427 90072

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Il Pordenone: sulla via dell’artista 12

Borgo AmpianoP ercorrendo la strada provinciale che da Travesio conduce a Vale-

riano, si arriva alla tranquilla località di Lestans a cui il torrente Co-

sa ad est fa da cornice e confine con il Comune di Pinzano al Taglia-

mento.

Nella Chiesa Parrocchiale di S. Maria il coro con affreschi dell’Amalteo

e del Pordenone brilla alla luce del crepuscolo.

Passato il ponte sul Cosa, entriamo nel comune di Pinzano e la nostra

attenzione è attratta dalla costruzione del Mulino di Borgo Ampiano.

Il mulino, costruito nel XV secolo nel corso degli anni ha subito diver-

si interventi effettuati per far fronte alle necessità di consolidamento

e ampliamento. L’ultimo intervento, realizzato con i fondi regionali del-

la L.R. 30/1977 art. 8 e concluso nella primavera 2004, ha ridato

splendore ad un edificio che raccoglie al suo interno le memorie della

civiltà contadina della pedemontana.

Anche questo edificio ci riconduce al nostro Artista. L’elemento pitto-

rico più importante all’interno del mulino era infatti un affresco attri-

buito al Pordenone, raffigurante la Madonna della Misericordia, data-

to tra il 1524 e il 1527 e dalle misure imponenti considerato lo spazio

che lo ospitava (cm 270 x 210).

L’affresco Madonna del mulino dal Pian rovinato dal tempo, ridipinto

malamente da uno scalzacane dell’800 e infine ripulito, dal 1957 è

Mulino di Ampiano

stato trasferito al Museo Civico di Conegliano, dove, pur

deperito è ancora leggibile.

Oggi lo spazio un tempo occupato dall’affresco, ospita

l’opera di un altro artista: Vittorio Basaglia.

Tra i due pittori corrono cinque secoli, ma sono legati da

un doppio vincolo, intensamente poetico: la loro storia e

quel mulino. Quando l’Amministrazione comunale di Pin-

zano propose al Maestro Basaglia di preparare un quadro

per il mulino di Ampiano, si pose subito una domanda

cruciale: perché mai “il Pordenone”, che era già il “pictor

modernus” reduce dai fasti di Cremona e faceva la spo-

la, per dipingervi con lauti profitti affreschi e tele, tra le

auliche sedi religiose o padronali di Pinzano, Travesio, Valeriano,

Sequals e Spilimbergo, aveva sostato nel piccolo borgo di Ampia-

no per affrescare il mulino di un povero mugnaio o di una povera

mugnaia che certo non lo poteva remunerare con ducati sonanti?

“Il Pordenone”, come ci informa il Vasari, era un uomo singolare:

ruvido e rissoso, imprevedibile. Ma vecchie carte curiali ci dicono

anche che ci teneva al soldo, tant’è vero che da queste parti inter-

pellò più volte i giudici per venire a casa dei suoi crediti da lavoro.

E allora perché regalare a dei poveracci, in un luogo tutt’altro che

prestigioso, un affresco che altri avrebbero pagato con il fiore in

bocca? Domanda che non interessa agli storici, ma che invece

stuzzica la fantasia di Basaglia e anzi gli suggerisce una risposta

Comune Pinzano al Tagliamento

Recapiti Comune di Pinzano tel. 0432 950005

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Chiesa di S. Lorenzoda libro dei sogni: là, in quel mulino, “il Por-

denone” aveva incontrato la bella mugnaia e

forse l’aveva fatta posare in segno di imperi-

turo ricordo, o di riconoscenza, o di rimorso

sentimentale. “Il Pordenone” era un narcisi-

sta: in più quadri, contrariamente agli usi ed

ai costumi del tempo, si ritrae sotto le sem-

bianze di questo o quel santo. Bellissimo, di

una bellezza “moderna” e sfrontata, atletico

eppure dolente, aggressivo eppure malinco-

nico, guarda sempre negli occhi chi abbia la

ventura di guardarlo.

Basaglia nel dipingere la “sua” Madonna di Ampiano, pensa a questa

storia, e si genuflette nel contempo ai suoi ricordi personali. Gli ri-

piombano addosso gli “ospiti notturni” che affollarono i giorni del ter-

remoto; che accompagnarono la sua caduta rovinosa dai tetti di una

stalla vicina al mulino dov’era intento a costruirsi il nuovo studio; che

promossero il desiderio di fuggire, e che infine lasciarono il posto al-

l’epifania che porta il nome di Marta. Marta pittrice, Marta compagna

di vita, Marta come madonna. Marta Polli, “l’ultima mugnaia” del mu-

lino di Ampiano. Si, c’è qualcosa di struggente e di audace in questa

pagina del libro dei sogni di Basaglia. Forse si chiamavano Polli quelli

che costruirono il mulino, che lo governarono per secoli, che ospitaro-

no “il Pordenone” quando dipinse la Madonna. È certo comunque

che l’ultimo mugnaio fu lo zio di Marta, lo zio Rino, ora ottantaduenne,

che macinò grano fino agli anni

Sessanta.

Da “pictor modernus” quale era

considerato, “il Pordenone” fu l’e-

spressione, com’è stato scritto,

“dell’incertezza esistenziale e

delle inquietudini religiose” che

travagliarono il suo secolo. È so-

prattutto in questo senso che egli

sopravvive nel quadro di Basa-

glia. Segno, ancora una volta, che

la pittura, pur ripetendosi, si rinnova e, forse, rinnova

ancora il mondo.

La permanenza sul nostro territorio fino al 1527-1528,

pur in concomitanza con l’assunzione di importanti

commissioni a Venezia, Cortemaggiore, Piacenza e Ge-

nova, è testimoniata dalle importanti decorazioni effet-

tuate nella Chiesa dei Battuti a Valeriano e della Capel-

la di S. Sebastiano a Pinzano.

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Il Pordenone: sulla via dell’artista 16

L asciando il mulino e la sua poetica storia, proseguiamo verso la

frazione di Valeriano. Oltrepassato il bosco di origine planiziale,

svoltando a sinistra ecco che sul colle ci accoglie la Chiesa Parrocchia-

le di S. Stefano, che insieme alla Chiesa dei Battuti conserva ancora al-

cune fra le opere più significative dell’Artista.

Il 28 ottobre del 1909 l’ispettore Conte Zoppola informò l’architetto

Massimiliano Ongaro, direttore dell’Ufficio regionale dei monumenti

di Venezia, che il parroco di Valeriano Don Giuseppe Bertoni, nello

spostare una tela dipinta di scarso valore da un altarino destro dell’al-

tare maggiore, vide apparire un affresco a forma di trittico. Il dipinto

portava la data 1506 e la firma “Zuane Antonius de’ Sacchis abitante

in Spilimbergo”. Con questa segnalazione ufficiale riapparve nella sto-

ria dell’arte quella che viene ormai considerata dalla maggior parte de-

gli studiosi la prima opera certa del Pordenone.

L’opera subì danni piuttosto gravi nel terremoto del 1976, fenditure e

spaccature ne compromisero l’assetto unitario, ma un successivo re-

stauro la riportò alla condizione originaria. Entrando dall’ingresso prin-

cipale della Chiesa parrocchiale di S. Stefano a Valeriano, il dipinto è

collocato sul lato destro dell’arco trionfale, aperto da un arco a sesto

acuto; da alcune fotografie di repertorio appare inserito all’interno di

un altare tipicamente rinascimentale.

Valeriano Chiesa di S. Stefano

Tale struttura non compare nelle documentazioni fo-

tografiche successive al sisma, si presume quindi

fosse stata eliminata precedentemente. L’opera, che

raffigura S. Michele Arcangelo in atto di calpestare

Satana tra i SS. Valeriano e Giovanni Battista, si svi-

luppa per tutta la larghezza della parete, mentre per

quanto riguarda l’altezza, non è chiaro quale fosse il

progetto pordenoniano.

Se il fresco fosse stato pensato semplice-

mente per essere collocato all’interno dell’al-

tare non avrebbe superato l’altezza attuale.

L’idea dell’altare potrebbe anche essere sta-

ta un’aggiunta successiva dettata dal volere

di qualche committente.

Il giovane Pordenone palesa un grafismo an-

cora quattrocentesco, accompagnato però

da un’innovativa capacità di utilizzo della lu-

ce, appare legato ancora a rappresentazioni

di carattere votivo dallo schema compositivo

e dal linguaggio piuttosto semplici, si dimo-

stra impacciato nel gioco degli spazi.

All’interno delle nicchie infatti, le figure dei

santi sono disegnate secondo una visione

scorretta. Inoltre “la tecnica dell’affresco rossigna, il gusto delle marmo-

rature delle cornici dello sfondo, il trattamento della capigliatura sono ti-

pici della scuola tolmezzina”. Nel Trittico, pur ricco di imperfezioni e in-

decisioni, si intravede però già lo stile del Pordenone, un’eleganza ner-

vosa della figura e uno slancio aggraziato che il tempo farà soltanto più

vigoroso e convinto.

Comune Pinzano al Tagliamento

Recapiti Parrocchia di Valeriano tel. 0432 950019

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Il Pordenone: sulla via dell’artista 18

A ttraversato il piazzale antistante la Parrocchiale, sull’altro lato

della strada provinciale Val d’Arzino, si erge la Chiesa di Santa

Maria dei Battuti che, oltre a importanti lacerti di affreschi medievali,

ospita prestigiose opere del nostro Artista.

Nel 1524, a distanza di diciotto anni dalla sua prima opera (il Trittico),

venne commissionato al Pordenone di realizzare la decorazione della

facciata esterna di questa piccola e antichissima Chiesa. Come docu-

mentato dai registri parrocchiali, il lavoro fu eseguito al prezzo di qua-

rantacinque ducati: “Adi primo ottobre 1524. Noto, et manifesto como

io Zuan Antonio de Sachis pictor da Pordenon son remasto dacordo

con la Fraternità de Santa Maria de Valeriano de la pictura de la faciata

de dicta Giesia, et questo per prezio de ducati quarantacinque a reson

de lire sei, et quattro per ducato, videlicet ducati quarantacinque”.

Risulta oggi difficile comprendere quali siano state le motivazioni che

hanno spinto l’Artista ad accettare di ritornare in questo piccolo pae-

se di campagna dopo la straordinaria esperienza di Cremona e Trevi-

so; forse l’amore per una donna o la profonda amicizia verso qualche

committente devono averlo convinto a tornare per lasciare una nuova

impronta pittorica più matura e meditativa, in netto contrasto con le

rozze linee giovanili del dipinto della parrocchiale di Santo Stefano. La

facciata venne affrescata in entrambi i lati del portale d’ingresso. La

Valeriano Chiesa di S. Mariadei Battuti

parte sinistra è stata suddivisa da una cornice in tre

registri: in quello inferiore sono state raggruppate

le figure di San Valeriano, San Giovanni Battista e

Santo Stefano, in quello superiore il soggetto è

l‘Adorazione dei Magi, sopra l’archivolto la Madon-

na in Trono con lo stemma dei Savorgnan, nobile fa-

miglia locale.

Nella lunetta sopra la porta si scorge la pittura del-

l’Ecce Homo e sotto gli spioventi del tetto, tra i pas-

safuori lignei, gruppi di putti giocano con diversi

animali. Infine, sul lato destro della facciata, “il Por-

denone” dipinse la maestosa figura di San Cristofo-

ro col bimbo Gesù in spalla; secondo la tradizione

questo Santo veniva invocato dai fedeli per tenere

lontani i mali, soprattutto la violenza degli uragani e

i pericoli durante i viaggi.

Arrivando dalla direzione di Spilimbergo, il Santo

sembra quasi accogliere e dare il benvenuto a colo-

ro che transitano per il paese. Gli affreschi sono

giunti a noi in condizioni di degrado tali da renderne

difficile la lettura.

Ulteriormente danneggiati dal sisma del ‘76, sono

stati più volte restaurati. Attualmente, dopo essere

stati staccati dalla facciata, sono stati collocati al-

l’interno della Chiesa e fissati ad una struttura che

riproduce il profilo dell’edificio. Sulla parete

esterna invece sono stati disegnati degli affre-

schi che ricordano i soggetti del Pordenone e

la suddivisione delle scene delle immagini

della facciata d’origine.

La Chiesa di Santa Maria dei Battuti ospita al-

tre due opere importanti del Pordenone: la

Fuga in Egitto e la Natività. La prima è stata

eseguita probabilmente nel 1524 insieme ai

lavori esterni della facciata, poiché alcuni do-

cumenti attestano che in quell’anno il frescan-

te ricevette per essa un pagamento.

Il dipinto, collocato sulla parete sinistra della

Chiesa e considerato per lunghi anni opera di

un collaboratore del Pordenone, si trova oggi

in uno stato di conservazione così pessimo da

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Recapiti Parrocchia di Valeriano tel. 0432 950019

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Pinzano al TagliamentoP roseguendo verso est arriviamo a Pinzano al Tagliamento.

Il Comune caratterizzato dalla presenza di importanti ambiti di va-

lore culturale ed ambientale (castello del IX sec., fiume Tagliamento),

è stato anch’esso tappa dell’Artista.

Tant’è che nel 1967 il mondo artistico pordenonese venne scosso dal

ritrovamento a Pinzano, da parte di Don Vittorino Zanette, di alcuni im-

portanti documenti autografi del Pordenone. Dopo mesi di paziente

lettura di vecchi manoscritti del XV e XVI secolo, il Parroco si era im-

battuto in due rotoli su cui erano state registrate le entrate e le uscite

della Chiesa Parrocchiale di San Martino.

I libri, custoditi dai Camerari (Fabbriceri) della Fraternità di San Seba-

stiano, contenevano oltre ai movimenti di cassa, anche alcuni dei fat-

ti più importanti che riguardavano la vita della Parrocchia.

Questi scritti, che portavano la data del 1528 e del 1535, oltre a per-

mettere la rivendicazione delle pitture della Chiesa al pittore pordeno-

nese, consentirono la loro esatta collocazione cronologica.

Nei documenti, solo “il Pordenone” viene nominato come colui che ri-

ceve il pagamento per le opere pittoriche collocate all’interno della

parrocchiale di San Martino.

La struttura attuale della Chiesa non è la stessa nella quale si trovò al-

lora ad operare l’Artista. Inizialmente si trattava solo di un piccolo ora-

renderne difficile ogni suo studio

e valutazione.

La Natività, dipinta accanto alla Fu-

ga in Egitto nel 1527, in ottime

condizioni dopo il restauro, è un

vero pezzo di bravura del Maestro,

sia per la raffinatezza del disegno

e il fastoso cromatismo sia per l’equilibrio della sua composizione.

L’affresco che appartiene alla piena maturità dell’artista, denota sicu-

ramente uno stato d’animo meditativo e rasserenato.

La scena comprende San Giuseppe con ai piedi il contenitore dell’ac-

qua per il viaggio, la Madonna con la candida veste, il Gesù bambino

adagiato non in una classica mangiatoia ma su dei cuscini appoggiati a

terra tra i ciuffi dell’erba, il bue e l’asinello. Sopra la capanna cadente

scendono un gruppo di angioletti, in posizioni che fanno pensare ad un

gioco o ad una danza. E si scorgono anche Sant’Antonio da Padova

portante un giglio simbolo di purezza, e San Floriano protetto da un’ar-

matura sotto la quale traspare un’elegante veste di seta a bande lar-

ghe gialle e viola impreziosita da fiorami; il Santo, soldato romano mar-

tire sotto Diocleziano agli inizi del ‘300, invocato come protettore dei

pericoli del fuoco e dell’acqua e degli animali da stalla, porta in mano

il ramo di palma simbolo del martirio.

Eccezionali vi appaiono soprattutto gli effetti cromatici ottenuti nella

veste di S. Floriano, legati alla magistrale conoscenza della tecnica ad

affresco. Oltre la capanna una umile casa, tipicamente friulana, con fi-

gure femminili intente ad eseguire lavori domestici. Sul-

lo sfondo, ravvivato da colline e montagne e illuminato

dalla luce dell’alba, un angelo rivolge il suo annuncio ad

un pastore che se ne sta con il suo gregge, e più lonta-

no tre magi a cavallo, uno dei quali indica il cielo. La

costruzione scenica

dell’affresco rispec-

chia i canoni classici

di una Natività intima

e raccolta, cui fa da

sfondo il mondo pa-

storale tipico friulano

trattato con un dolce

abbandono. L’opera

comunica una dol-

cezza limpida e cal-

ma, perfino silenzio-

sa, pur nella notevo-

le complessità del

soggetto e nella va-

rietà festosa dei suoi

colori.

Comune Pinzano al Tagliamento

Recapiti Parrocchia di Pinzano tel. 0432 950012, 0432 950304

Il Pordenone: sulla via dell’artista 20

torio, simile ad una cappella, in

stile gotico, riscontrabile dalle

tracce lasciate sulla superficie

muraria. La pianta attuale a tre

navate è il risultato di lavori

che vennero eseguiti tra il

1745 e il 1755 e che portarono

all’ampliamento della Chiesa e

al rifacimento della sua faccia-

ta. Il dipinto della Madonna

con il Bambino, o Madonna in

Trono, venne eseguito nell’an-

no 1525.

La data di composizione, con i

nomi dei committenti, è scritta

sulla base dell’affresco e corri-

sponde all’anno della trecentesima quinta olimpiade cristiana, anno

quinto: “Christianae olympiados trecentesimae quintae anno / quinto

hanc entheactae virginis imaginem devota / unio ponendam curavit

rectoribus sebastiano su / tore et ioanne henrico collegis annuente

palladio templi rectore”.

Il dipinto è stato eseguito nella navata destra della Chiesa, la scena è

sollevata da terra attraverso un finto basamento che riproduce a fre-

sco uno zoccolo di pietra e finto marmo.

All’interno di una struttura compresa tra due colonne “il Pordenone”

colloca su un trono la Vergine incoronata dagli angeli; il

bimbo le è ritto sulle ginocchia, in atto di benedire, e in

alto due angioletti tengono sospesa la corona, mentre

altri due sollevano ai lati il manto. Ci troviamo di fronte

ad uno dei più alti raggiungimenti del Maestro. Nono-

stante l’apparente somiglianza ai dipinti di Varmo, la

Madonna di Pinzano si distingue per il timbro espressi-

vo e l’alta plasticità. Secondo alcuni studiosi, tra cui il

Vasari, la Madonna, nella purezza dei lineamenti rettili-

nei e concisi e nella posa incarnerebbe addirittura il

personaggio femminile “tipo” del Pordenone. Traspare

nella stessa monumentale composizione una straordi-

naria intimità; il tessuto pittorico assume una compat-

tezza insolita, con risultati del tutto simili alla pittura ad

olio, grazie anche alla cura riservata dall’artista alla pre-

parazione degli intonaci. Inoltre una luce quieta e uni-

formemente diffusa accompagna il nascere e il cresce-

re delle forme nello spazio e sembra trasmettere alle fi-

gure tutta la naturalità della vita.

Dopo due anni “il Pordenone” viene nuovamente chia-

mato a Pinzano per affrescare il Martirio di San Seba-

stiano, che si trova nella Chiesa parrocchiale di San

Martino, lo stesso edificio all’interno del quale aveva

realizzato la Madonna con il Bambino. Fu incaricato di

eseguire il lavoro presso l’allora Cappella di San Seba-

stiano, attualmente parte della navata latera-

le destra della Chiesa.

Nei documenti della Confraternita si comin-

ciano a registrare uscite per armatura, acqui-

sto di colori e alloggio fornito al pittore nel

1527; a quell’anno risalirebbero quindi i primi

interventi del Maestro nella Cappella. “Il Por-

denone” ricevette dei pagamenti anche nel

Chiesa di S. Martino

Il Pordenone: sulla via dell’artista 22 Il Pordenone: sulla via dell’artista 23

1534 e nel 1535, come testimoniano i seguenti do-

cumenti: “Adì. 17. Agosto. 1534. Noto a caduna per-

sona lezera la presente Come Jo Zuan antonio pictor

Da pordanon confesso haver recevuto da piero de

francesco et lonardo de Indri et bernardin de mistro

biasio caligaro a conto della pictura de la cappella de

San Sebastian Contadi lire tre soldi e dodese, ossia li-

re 3.p.12.”. Il fresco, posto sulla parete orientale del-

la Cappella, raffigura San Sebastiano tra i Santi Roc-

co, Stefano, Niccolò di Bari e l’arcangelo Michele.

San Sebastiano, addossato ad un pilastro, è sovra-

stato da un angelo che gli regge la corona. San Roc-

co esibisce con un gesto pacato la piaga. San Miche-

le, coperto da una lucente corazza, trafigge un de-

monio dalle zampe palmate, mentre i Santi Stefano e

Niccolò girano il capo verso gli astanti.

Questi freschi costituiscono una tra le più importanti

testimonianze dell’attività pittorica del Pordenone,

nel momento immediatamente precedente al suo

approdo a Venezia.

Il Pordenone: sulla via dell’artista 24

BibliografiaGiovanni Antonio Pordenone, Giuseppe Fiocco, La Panarie, Udine 1939.

Bollettino parrocchiale della Chiesa di San Martino di Pinzano al Tagliamento, dicembre 1967.

Alla riscoperta del Pordenone, Paolo Goi e Fabio Metz, Edizioni de “Il Noncello”, 1971.

Il Noncello, rivista d’arte e di cultura n. 20-21-34, Arti grafiche Longo e Zoppelli, Treviso 1972.

Il Pordenone a Vacile, Caterina Furlan - Massimo Bonelli, Arti Grafiche Friulane, Udine 1982.

Il Pordenone a Travesio, Caterina Furlan - Massimo Bonelli, Arti Grafiche Friulane, Udine 1984.

Il Pordenone, Caterina Furlan, Electa, Milano 1988.

La parrocchiale di Santo Stefano e Santa Maria dei Battuti a Valeriano. Supplemento n. 1.

Relazioni a cura del Ministero per i beni culturali e ambientali soprintendenza per i beni ambientali e architettonici,

archeologici, artistici e storici del Friuli Venezia Giulia, 1987.

Taccuino. Considerazioni critiche su Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone, Amedeo Calligaris, 1997.

Storia delle belle arti friulane, Fabio di Maniago, ed. terza, 1999;

Il Pordenone 2000. Una nuova luce, I quaderni de “il caffé” n. 1, 2000.

Giovanni Antonio da Pordenone e gli affreschi friulani, Marika Venier, Tesi di laurea, Venezia 2002.

Si ringrazia Giulio Obici per il contributo su Vittorio Basaglia.

Lungo l’itinerario che abbiamo percorso alla riscoperta dei piccoli grandi

lavori del Pordenone si trovano numerosi ristoranti, trattorie, agriturismi e

osterie dove, oltre a ottimi vini, si possono degustare specialità del luogo

e piatti tipici della cucina friulana.

Per informazioni e pernottamenti rivolgersi a:

Comune di Spilimbergo tel. 0427 591111

Pro Spilimbergo tel. 0427 2274

Comune di Pinzano al Tagliamento tel. 0432 950005

Comune di Travesio 0427 908384

Progettazione grafica, foto e realizzazione: Interattiva di Spilimbergo (PN)

Stampa: Grafiche Tielle di Sequals (PN)

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