Il piede piatto infantile - Ortopedia Podavini Luciano...

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Il piede piatto infantile

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Il piede piatto infantile

Piede piatto

� E’ un piede caratterizzato dall’appiattimento della volta plantare normalmente dal reciproco incastro delle ossa del piede, dalla maturità del tessuto connettivo costituente capsule e legamenti, e dal perfetto funzionamento di una serie di muscoli chiamati cavizzanti.

� Quando il bambino inizia a camminare, l’immaturita’ del tessuto connettivo e lo scarso sviluppo dei muscoli permettono un ampia escursione dei movimenti ammortizzanti del piede, con l’appiattimento della volta ad ogni passo.

� Questo fenomeno iniziale non e’ un fenomeno di insufficienza ma un importante elemento di apprendimento.La volta che si appiattisce permette infatti di toccare o di sfiorare il suolo ad una serie di elementi riflessogeni posti nella pianta del nostro piede, i quali inviano informazioni cosiddette propriocettive ai centri nervosi che a loro volta azionano per via riflessa spinale i muscoli deputati alla creazione e al mantenimento della volta informandoli della quantita’ e della forma che ad essa devono conferire.

� Quando per cause ancora non perfettamente note si verifica un rallentamento o un inceppamento di questi meccanismi, per cui la volta plantare tarda ad assumere la sua forma e dimensione normale o non si forma affatto, ci troviamo allora di fronte ad un piede piatto.

� Il cardine di tale deformita’ è a livello del retropiede, costituito da due ossa calcagno e astragalo a contatto tra di loro per mezzo di un’articolazione chiamata sottoastragalica.

� L’immaturita’ e la lassita’ dei legamenti fanno infatti si che l’astragalo, l’osso che raccorda tutto il piede allo scheletro della gamba, normalmente posto sopra al calcagno, scivoli verso il basso, in avanti e internamente, trascinando con se tutte le ossa ad esso connesse anteriormente, costringendo il calcagno a ruotare.

Questo movimento di rotazione interna del retropiede prende nome di pronazione.

� a conseguenza clinica e’ la classica forma del tallone che risulta deviato verso l’interno , con l’asse della gamba a livello del malleolo tibiale debordante internamente fuori dalla zona di appoggio del piede.

Esame Clinico

Piede Piatto

� esistono due forme cliniche di piede piatto infantile: flessibile e rigido

� • il piede piatto flessibile e’ la varieta’ piu’ comune, (95%), frequentemente associato a lassita’ articolari generalizzate.

E’ una forma benigna, sempre asintomatica , spesso associata ad altri disturbi posturali (ginocchio valgo, passo intrarotato).

� • Il piede piatto rigido, caratterizzato da rigidita’ e dolore del piede , associato a condizioni patologiche congenite come coalizioni tarsali o astragalo verticale.

� A seconda dell’entita’ della deformazione distinguiamo inoltre 4 gradi di deformita’ , caratterizzati da diverse impronte plantari osservabili al podoscopio o all’esame baropodometrico.

Trattamento

� Esistono opinioni diverse circa il trattamento :� Kinesiterapia : teoricamente efficace ma di

difficoltosa applicazione stante la scarsa compliance del bambino.� Ortesi : utilizzate in Europa , non prescritte in

Nord America . Sulla loro efficacia vi sono opinioni non univoche .� Atteggiamento pragmatico : stimolare

l’attività fisica , controllare il peso ed attendere la strutturazione del piede. Se questa non avviene : intervento chirurgico.

Trattamento

Plantare si o plantare no ?

� L’uso di un plantare corretto e’ di aiuto, in quanto anche qualora non riuscisse a correggere la deformita’, esercita in ogni caso un’azione passiva, facendo assumere al piede un’allineamento posturale corretto in modo da non creare squilibri allo scheletro e alle articolazioni soprastanti, lo trasforma cioe’ in un piedistallo ottimale, cosa che in un’organismo in crescita come nel bambino e’ di fondamentale importanza.

Piede piatto infantile

� Nei bambini fra gli 8-12 anni con piede piatto di 3° o 4° grado, con severa valgizzazione del retropiede in cui il trattamento con plantare non ha dato miglioramenti, e’ indicato il trattamento chirurgico. � Di norma si opera a 10 anni , in due tempi

distanziati fra loro di 2-3 mesi.

Tecniche chirurgiche : Artrorisi endosenotarsale secondo Giannini

� Consiste nell’introduzione di una vite in materiale riassorbibile per via percutanea attraverso un forellino della cute, al’interno del seno del tarso.Il synus è quello spazio normalmente esistente tra calcagno e astragalo tra le articolazioni della sottoastragalica la cui escursione ecessiva in pronazione e’ responsabile della deformita’.L’introduzione di una vite ad incastro in questo spazio (artrorisi subastragalica), limita l’iperpronazione impedendo lo scivolamento dell’astragalo sul calcagno

Artrorisi : Calcagno Stop secondo Alvarez� Attraverso una piccola incisione

paramalleolare esterna si introduce una vite metallica nel calcagno in modo che la testa sporga nel pavimento del synus.

Calcagno stop

� Tale correzione e’ inizialmente di natura meccanica ma successivamente assume una natura propriocettiva, in quanto lo stimolo meccanico esercitato dalla vite a livello dei recettori presenti nei tessuti del synus tarsi stimola per via riflessa i muscoli deputati al mantenimento della volta la cui tensione viene adattata alla nuova situazione e perpetua la correzione anche dopo la rimozione della vite che generalmente avviene dopo tre anni.

� La assoluta non invasivita’ della tecnica, la semplicita’ e la rapidita’ di esecuzione,la convalescenza brevissima, e la spettacolarita’ della correzione possono entusiasmare ma non va dimenticato che si tratta di un intervento di elezione praticato su di un bambino.

Non tutti i piedi piatti sono problematici