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CAPITOLO XI
IL PERCORSO INTRAOSPEDALIERO
P. Zannetti; A. Capasso; A. Maddalena
OBIETTIVI
Definire, in linea generale,
l’approccio al paziente che varca la
soglia del Ponto Soccorso.
Definire il Trauma Team, un gruppo
di persone addestrate e coordinate
che si muovano di concerto
Gestione e organizzazione: "chi fa
che cosa", l’interfaccia 118-
Ospedale, i percorsi intra e inter-
ospedalieri. La clinica
PERCORSO TRAUMA CAP. XI INTRAOSPEDALIERO
INTRAOSPEDALIERO
Ogni anno circa 5 milioni di persone sono ricoverate negli ospedali italiani per le
conseguenze di un trauma. Di questa enorme quantità di accessi possono essere definiti
come traumi importanti (ISS >15) solo lo 0.5%, ma si tratta comunque di oltre 15000
persone, circa 50 al giorno.
Le caratteristiche dei pazienti che accedono al Pronto Soccorso con diagnosi di trauma
grave risentono di vari fattori:
• Tipologia della organizzazione territoriale (basata su ambulanze medicalizzate, con
o senza anestesista-rianimatore, ovvero con infermieri)
• Tipologia della organizzazione ospedaliera (Trauma Center dedicato in maniera
quasi esclusiva al trattamento del trauma, ovvero Trauma Service con utilizzo di
risorse specifiche nell’ambito di strutture ospedaliere polivalenti)
• Modalità dell’interfaccia Territorio-Ospedale con realizzazione di percorsi
predeterminati che indirizzino il paziente presso la struttura più idonea alle esigenze
del traumatizzato (Neurochirurgia, Cardiochirurgia, Rianimazione generale…..ecc). In
tal modo si ridurrebbero trasferimenti secondari dopo inutili attese ed esami.
Lo scopo di questo capitolo è di definire, in linea generale, quello che deve essere
l’approccio al paziente che varchi la soglia del nostro Pronto Soccorso. E’ intuitivo che
la quantità di risorse che potremo impiegare sarà commisurata alle caratteristiche del
nostro ospedale, ma dovrà comunque essere massimale per poi essere “descalata”
appena il quadro clinico lo permetterà.
Il concetto da stressare al massimo è quello del tempo. Se nei traumi i minuti sono
preziosi, nei traumi gravi lo diventano anche i secondi.
Allo scopo di ottimizzare l’assistenza è indispensabile che nell’ospedale sia presente
un Trauma Team, un gruppo di persone addestrate e coordinate che si muovano di
concerto come una orchestra musicale: la stecca di anche uno solo dei “maestri” può
significare la morte del paziente!
Pertanto divideremo l’approccio al paziente con trauma grave in due grossi capitoli:
• Gestione e organizzazione: chi fa che cosa? l’interfaccia 118-Ospedale, i percorsi
PERCORSO TRAUMA CAP. XI INTRAOSPEDALIERO
intra e inter-ospedalieri
• La clinica.
GESTIONE:
Afferiscono al capitolo Gestione l' Anticipazione e Preparazione, il Triage e la Fase
Iniziale della Primary Survey
ANTICIPAZIONE e PREPARAZIONE
La anticipazione inizia nel momento in cui perviene in Ospedale la segnalazione di un
prossimo arrivo di un paziente traumatizzato.
La preparazione invece esula dall’evento in sé e deve far parte delle ordinarie
procedure di verifica della presenza e della funzionalità delle attrezzature e dei presidi
presenti nell’area trauma.
A tale proposito vale la pena ribadire il concetto che l’area trauma dovrebbe essere
isolata rispetto al resto del pronto soccorso, quanto più possibile vicino all’accesso e
SEMPRE in ordine (fig. IX-1).
Quotidianamente e dopo ogni prestazione va verificata la Check-List, ritestati
ventilatori e defibrillatori e ripristinate le scorte di farmaci e devices.
Fig. XI
I presidi e le dotazioni minime per la postazione Trauma sono:
• DEFIBRILLATORE
• VENTILATORE ARTIFICIALE
• MONITOR MULTIPARAMETRICO
• RISCALDATORE PER INFUSIONI
PERCORSO TRAUMA CAP. XI INTRAOSPEDALIERO
• PALLONE AMBU CON RESERVOIR
• FONTE DI ASPIRAZIONE E SONDINI
• COLLARE CERVICALE
• TAVOLA SPINALE CON CINGHIE IDONEE
• PRESIDI PER RIDUZIONE VOLUME PELVI
• MATERIALE PER DRENAGGIO TORACICO
• BARELLA A CUCCHIAIO
• SANGUE UNIVERSALE (2 UNITA’)
• MODULISTICA
• ANGIOCATH GROSSO CALIBRO (14)
• SNG
• CATETERE DI FOLEY
• PROVETTE PER ESAMI DI LABORATORIO
• SACCHE PER INFUSIONE RISCALDATE
• PRESIDI PER LA GESTIONE DELLE VIE AEREE
• TUBI ENDOTRACHEALI
• MANDRINI SEMIRIGIDI
• LARINGOSCOPI FUNZIONANTI
• VASSOIO PER DRENAGGIO TORACICO
• ECOGRAFO
• POMPE SIRINGA (almeno 2)
• DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE
La ricezione di una telefonata, con preallertamento per l’arrivo di un trauma, deve
essere completata con la raccolta di dati ESSENZIALI per un' adeguata accoglienza.
Pertanto il “telefonista” dovrà assumere e riferire al trauma leader i seguenti rilievi
• Meccanismo e tempistica dell’incidente
• Numero, età e sesso dei coinvolti
• Tipo di lesioni e di priorità
• Livello di coscienza dei coinvolti
• Livello ABC
• Trattamenti effettuati e risultati ottenuti
• Tempo previsto di arrivo in ospedale
Appena ricevuta la chiamata il “telefonista” dovrà avvisare il Trauma Team al
completo, secondo i protocolli vigenti nell’ospedale. Qualsiasi interpretazione,
“sconto”, valutazione, va ASSOLUTAMENTE evitata. Sarà compito del Trauma
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leader dismettere o reclutare nuove risorse in ragione di valutazioni fatte sul campo.
IL TRAUMA TEAM
L’approccio ad un trauma maggiore deve essere coordinato e gli attori presenti sulla
scena devono sapere cosa fare e come interagire con gli altri. La consapevolezza che
una dissonanza rispetto ad uno spartito già scritto possa inficiare l’intero processo deve
essere ben chiaro a tutti.
E’ intuitivo che simulazioni e breafing a cadenza fissa creino una maggiore
performance ed andrebbero incoraggiate.
Indipendentemente dalle dimensioni e dalle risorse disponibili nell’ospedale, un
Trauma Team dovrebbe essere formato almeno da:
• ANESTESISTA-RIANIMATORE
• CHIRURGO
• ORTOPEDICO
• RADIOLOGO
• INFERMIERI
Figure non strettamente allocate nel trauma team (ossia non obbligate ad essere
presenti all’arrivo del traumatizzato), ma la cui presenza è utilizzabile nelle prime fasi
del processo sono:
• CARDIOLOGO
• MEDICO EMERGENSISTA
Nella prassi comune è L’ANESTESISTA-RIANIMATORE che assume le funzioni di
Team Leader, in ragione di particolarità e di politiche locali tale ruolo può essere
assunto anche da un’altra delle figure, purchè abbia le competenze e l’esperienza
necessaria al suo ruolo.
Nelle tabelle sottostanti sono indicati i compiti e le competenze di ciascuno dei
membri del trauma team
COMPITI DEL TRAUMA LEADER:
• coordinare l’intero processo,
• stabilire le priorita’ diagnostiche e terapeutiche,
• dirigere le azioni degli altri attori,
• rispettare e far rispettare le linee guida precedentemente concordate,
• coinvolgere altre figure specialistiche (se necessario),
• liberare risorse (se non necessarie),
• accompagnare materialmente il paziente durante la diagnostica
IMPORTANTE:
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la figura del trauma leader va riconosciuta e non contestata durante l’iter in corso
COMPITI DELL’ANESTESISTA RIANIMATORE
• Primary Survey (A,B,C,D,E)
• prescrive sedativi,analgesici e curari
• intuba e garantisce ventilazione e ossigenazione
• garantisce accessi venosi
• stabilizza l’emodinamica con liquidi e farmaci
• condivide con il chirurgo la decompressione di PNX
• monitorizza i parametri vitali
• controlla la adeguata immobilizazzione prima di ogni spostamento
• dirige l’ALS se necessaria RCP
COMPITI DEL CHIRURGO
• nella C di primary survey individua e tampona foci emorragici
• valuta entità e gravità dei traumi aperti e chiusi di torace e addome e formalizza
l’iter diagnostico terapeutico in accordo con algoritmi decisionali predefiniti
• tratta eventuali PNX
• concorda con l’ortopedico l’approccio ad eventuali lesioni vascolari agli arti
• tiene contatti con le sale operatorie e partecipa alla diagnostica se propedeutica
ad eventuale chirurgia
COMPITI DELL'ORTOPEDICO
• durante la primary survey (E = exposure), tratta le fratture immobilizzandole e
trattando le lesioni correlate (disinfezione, sutura, fasciatura)
• valuta i traumi aperti e chiusi di arti e bacino e dispone iter diagnostico
terapeutici secondo algoritmi decisionali predefiniti
• concorda con il chirurgo l’approccio ad eventuali lesioni vascolari agli arti
• tiene contatti con le sale operatorie e partecipa alla diagnostica se propedeutica
ad eventuale chirurgia
COMPITI DEL I INFERMIERE
(per semplicita’ identifichiamo il primo infermiere con la sorveglianza dei punti A e B
e in parte C della primary survey)
si assicura che farmaci e presidi per la gestione delle vie aeree, la stabilizzazione del
rachide e il monitoraggio, siano presenti e funzionanti:
COMPITI DEL II INFERMIERE
per semplicita’ lo identifichiamo con la collaborazione con chirurgo e ortopedico, e
con la gestione di parte della C, D e e della primary survey
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Il capitolo triage è stato sviluppato a parte.
Il team leader e il I infermiere devono attendere il paziente al di fuori del P.S. ed
effettuare un quick look, che non si sostituisce alla Primary Survey, secondo lo schema
ABCDE, ma permette un primo contatto visivo con il paziente e può indurre scelte
operative immediate.
(QUICK LOOK)
• VIE AEREE PERVIE O OSTRUITE?
• VENTILAZIONE E OSSIGENAZIONE ADEGUATA?
• SEGNI DI EMORRAGIE MASSIVE O SHOCK IPOVOLEMICO?
• IL PAZIENTE E’ COSCIENTE?
• LESIONI EVIDENTI DI TESTA,COLLO,TRONCO O ARTI?
• COLORE,
TEMPERATURA E PERFUSIONE CUTE?
p.e. apprezzare una fonte emorragica non comprimibile può indurre la scelta di saltare
il pronto soccorso e dirigersi immediatamente in Sala Operatoria.
CLINICA:
Nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti giungono in Ospedale già assistiti e
con una stabilizzazione dei parametri vitali, ma è imperativo ripercorrere la Primary
Survey secondo lo schema ABCDE:
A: controllo vie aeree e stabilizzazione del rachide cervicale
Se non già presente all’arrivo in P.S. va sempre posizionato il collare cervicale e una
maschera di ossigeno con reservoir.
Mentre si posiziona il collare (o mentre si sposta il paziente) il leader deve porre una
domanda semplice al paziente (come si sente, cosa è successo, come si chiama, mi
vede chiaramente…). Una risposta valida e coerente rende presumibile una buona
pervietà delle vie aeree, un' accettabile circolazione con perfusione cerebrale
sufficiente e una ossigenazione almeno sufficiente.
In caso di arresto respiratorio o con un livello di coscienza con un GCS <9, è indicato
il posizionamento di una cannula di Guedel e la lussazione della mandibola per
garantire il sollevamento della base della lingua (prima causa di ostruzione nei pazienti
traumatizzati).
La presenza di materiale estraneo nel cavo orale (sangue, denti, residui alimentari,
terra, ed altro) va rimosso prima di iniziare eventuali insufflazioni (rischio di
inalazione e susseguente danno polmonare fino all’ARDS). Pertanto il materiale va
immediatamente aspirato e, nel caso in cui i sistemi di aspirazione siano insufficienti
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bisogna ruotare il paziente su un lato SENZA PERDERE L’ALLINEAMENTO DEL
RACHIDE.
Nella gestione delle vie aeree del paziente traumatizzato le indicazioni alla intubazione
si estendono anche ai pazienti con GCS <13, a quelli con gravi ustioni al volto (rischio
di rapido deterioramento dell’anatomia), all’ipossia e allo shock (sofferenza precoce di
parenchimi sensibili).
E’ pertanto raccomandabile una intubazione precoce, soprattutto nei pazienti da
sottoporre a lunghe e complesse diagnostiche, durante le quali il peggioramento del
livello di ossigenazione potrebbe essere apprezzato con ritardo.
IN RELAZIONE ALL’IMPATTO EMODINAMICO DEI FARMACI
DELL’ANESTESIA, SOPRATTUTTO IN UN PAZIENTE CON IPOVOLEMIA,
TACHICARDIA E DOLORE, UTILIZZARE PREFERIBILMENTE
KETAMINA 1,5 – 3 mg/Kg + MIDAZOLAM 0.05-0.1 mg/kg
Oppure
Midazolam 0,1 – 0,2 mg/kg + fentanyl 1 fiala
Oppure
Fentanyl 1 fiala + Midazolam 0,05 mg/kg + Propofol 0,5 mg/kg (coinduzione)
PER LA CURARIZZAZIONE PREFERIRE FARMACI A RAPIDA INSORGENZA D'AZIONE:
Succinilcolina 1 mg/kg oppure Vecuronio 0,1 mg/kg
Ovviamente i pazienti in arresto verranno intubati senza alcun trattamento
farmacologico!!
B: Respirazione
Un acronimo utilizzato per gestire una sequenza completa della respirazione
(Brething) è OPACS - Osserva; Palpa; Ascolta; Conta; Saturazione.
La causa principale di morte ascrivibile alla fase respiratoria è il PNX iperteso
(sviluppatosi successivamente alla fase EXTRAOSPEDALIERA).
Ribadiamo che la diagnosi è soprattutto clinica e che il conforto di imaging non deve
ritardare il trattamento in caso di PNX iperteso.
L' ascoltazione del torace è mandatoria e bisogna valutare l' eventuale dislocazione di
un tubo endotracheale posizionato sul territorio.
Il semplice sospetto diagnostico, in presenza di una criticità emodinamica (P.A.
sistolica < 90 mmHg) o di grave ipossiemia, DEVE essere immediatamente seguito da
una puntura esplorativa. Nel caso di positività (fuoriuscita di aria sotto pressione) la
sequenza da applicare è la seguente:
• Intubazione
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• Decompressione (eventualmente con minitoracotomia)
• Drenaggio (differibile se sussistono altre emergenze)
In caso di paziente stabile è possibile eseguire una Rx grafia del torace o una ecografia
toracica fast.
La estrema rapidità dell’approccio ecografico può ridurre in maniera significativa il
ricorso a punture esplorative (non del tutto prive di rischi).
Inoltre una ecografia toracica permette di diagnosticare un eventuale versamento
(quasi sempre di natura emorragica).
Nei casi dubbi, e solo se le condizioni lo permettono, è possibile ricorrere ad un esame
TAC. Va sottolineato che la velocità delle TAC di ultima generazione ha ridotto quasi a
zero i tempi di esecuzione dell’esame di per se, non certo quelli legati al trasporto del
paziente in Radiologia, al posizionamento sul lettino, alla messa in sicurezza dei
sistemi di monitoraggio e così via.
Va quindi ulteriormente ribadita la non utilizzabilità della TAC come esame di Emergenza.
C: Circolazione e controllo fonti emorragiche
Ogni fonte emorragica significativa va immediatamente compressa e arrestata. Se è
possibile con la compressione diretta, altrimenti comprimendo il vaso a monte
tributario (è possibile utilizzare tourniquet per periodi limitati e solo come soluzione
guadagna tempo prima dell’accesso alla S.O).
Ulteriore fonte emorragica imponente può essere il massiccio facciale. Un primo
presidio è il tamponamento nasale, per il quale sono attualmente disponibili specifici
presidi gonfiabili. In alterativa possono essere utilizzati dei cateteri di Foley fatti
procedere oltre le coane, gonfiati con 20 – 30 ml e quindi ritirati e fissati.
Per emorragie non arrestabili (sanguinamento dal dotto nasolacrimale, superamento
del tamponamento nasale) è indicato il ricorso alla radiologia interventistica con
embolizzazione vascolare.
Mentre si procede ad arrestare l’emorragia, bisogna stadiare il paziente nella classe di
shock ed infondere liquidi in maniera congrua. Il target pressorio da raggiungere è
stato illustrato nel cap. 5. E’ importante non iperidratare il paziente per il rischio di
complicanze:
• MAGGIOR SANGUINAMENTO
• ARDS
• EDEMA INTERSTIZIALE
• ACIDOSI IPERCLOREMICA
La scelta dei fluidi da infondere è tuttora oggetto di ampie discussioni, ed esula dallo
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scopo di questo capitolo. Per un maggior effetto sull’espansione volemica vanno
privilegiati i colloidi e la soluzione ipertonica (che appare di prima scelta nel
neurotraumatizzato), mentre sono assolutamente da proscrivere le soluzioni glucosate
e l’acqua libera.
L’infusione di fluidi deve avvenire attraverso due grosse vene periferiche (14-16 G)
con velocità congrue al raggiungimento del target pressorio previsto (vedi). Il
posizionamento del CVC va fatto in emergenza solo in caso di impossibilità ad
accedere a vene periferiche idonee.
I LIQUIDI, SPECIE SE INFUSI IN DOSI GENEROSE, POSSONO
RAFFREDDARE IN MANIERA IMPONENTE IL PAZIENTE. A MENO CHE TALE
EFFETTO NON SIA RICERCATO (IPOTERMIA CONTROLLATA) INFONDERE
LIQUIDI RISCALDATI.
La somministrazione di emoderivati deve essere praticata sulla scorta di una precisa
politica locale. Il centro trasfusionale deve avere disponibile una scorta
immediatamente disponibile di 2 unità di sangue universale e deve essere disponibile a
fornire al clinico tutto il supporto necessario sia per le emazia che per il plasma e le
piastrine (sempre consumati in caso di emorragia).
E’ altresì imperativo che il ricorso a emoderivati sia dettato dalla analisi critica dello
stato clinico, emodinamico, metabolico e coagulativo del paziente, e non dal pathos
legato allo scenario osservato.
Se, nonostante il trattamento fluidico (2 litri) correttamente impostato, il paziente
continua ad essere emodinamicamente instabile vanno ricercate e corrette altre
possibili cause
• Possibile causa toracica ?
PNX – Pneumomediastino – Sovradistensione di un polmone – emotorace –
tamponamento
pericardico – contusione miocardica
• Possibile causa addominale ? Ecofast
• Possibile frattura del bacino? Wrapping – Angiografia con eventuale
embolizzazione
D: DISABILITY ( STATO NEUROLOGICO)
VALUTARE ED ANNOTARE:
• GCS (descrivendo in sequenza occhi-verbo-motilità)
• Deficit di lato evidenziabili
• Pupille e riflesso fotomotore
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La valutazione neurologica va ripetuta (ed annotata con orario) ad ogni variazione dei
parametri osservabili. Va altresì effettuata prima della somministrazione di farmaci che
possano agire sul SNC.
La valutazione TAC per escludere lesioni che possano richiedere un immediato
trattamento chirurgico va fatta appena possibile, e comunque dopo la stabilizzazione
emodinamica.
E’ IMPERATIVA LA DIAGNOSTICA DIFFERENZIALE CON ALTRE POSSIBILI
CAUSE DI DEFICIT NEUROLOGICO:
• METABOLICHE (ipo-iperglicemia, ipo-ipernatremia, ipercapnia….)
• TOSSICHE (droghe, alcool, farmaci,)
• VASCOLARI (stroke, shock, sepsi)
• VARIE (epilessia, fase post critica, malattie degenerative, anisocoria
preesistente ..)
E: ESPOSIZIONE
IL PAZIENTE VA RISPETTATO MA SPOGLIATO, SE è COSCIENTE VA CHIESTO
IL CONSENSO E COMUNQUE VA ALMENO INFORMATO DI QUANTO GLI
VIENE FATTO. L’AMBIENTE DEVE ESSERE CALDO E CONFORTEVOLE,
NONCHE’ RISERVATO. IN CASO DI SOSPETTE LESIONI AL RACHIDE E’
IMPERATIVA LA RIMOZIONE DEGLI ABITI SENZA RUOTARE IL PAZIENTE;
PERTANTO GLI ABITI VANNO TAGLIATI. LA MOBILIZZAZIONE VA
EFFETTUATA SU TAVOLA SPINALE FINO ALLA ASSOLUTA CERTEZZA DI
ASSENZA DI LESIONI AL RACHIDE, POI LA TAVOLA VA IMMEDIATAMENTE
RIMOSSA PER EVITARE DANNI DA COMPRESSIONE.
Quanto finora descritto rappresenta la fase di stabilizzazione del paziente, la
PRIMARY SURVEY, e va effettuata in 10-15 minuti. Al termine di questa fase il
paziente deve essere stabile o bisogna aver già intrapreso le procedure chirurgiche o
invasive idonee e trattare i problemi aperti.
Se è in corso un sanguinamento non comprimibile, il paziente deve essere sul tavolo
operatorio entro 10 minuti dall’ingresso in ospedale. Le uniche manovre ammesse in
tal caso sono l’intubazione e la decompressione di un PNX iperteso.
QUANDO L’INTERO PROCESSO DELLA PRIMARY SURVEY E’STATO
COMPLETATO E TUTTI I PROBLEMI DELLE VIE AEREE, DELLA
VENTILAZIONE E DI EMODINAMICA SONO STATI RISOLTI, è POSSIBILE
INIZIARE UNA APPROFONDITA SECONDARY SURVEY
Alla fine della P.S. il Leader deciderà quale ulteriore percorso diagnostico
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intraprendere e dismettere risorse non strettamente necessarie (infermiere, ortopedico,
ecc), oppure se coinvolgere altre figure professionali (ad esempio eseguire una
gastroscopia d’urgenza, ovvero una valutazione otorino)
Salvo differenti politiche locali sarà il Team Leader ad accompagnare il paziente
durante l’iter diagnostico e il paziente dovrà essere monitorizzato con lo stessa
adeguatezza osservata durante la Primary Survey.
L’accompagnamento del paziente traumatizzato nell’iter diagnostico dovrà avvenire in
assoluta sicurezza. Pertanto, il medico che segue il paziente dovrà avere con se tutto il
necessario per praticare una RCP avanzata (e ovviamente essere in grado di praticarla).
Vanno approntati zaini di accompagnamento (la cui revisione è a cura del personale
che cura la check list quotidiana).
La dotazione minima dello zaino di accompagnamento prevede:
• Ambu con reservoir, fonte di ossigeno e mascherina
• Laringoscopio e tubi
• Fonendoscopio
• Aghi cannule e siringhe
• Bisturi, disinfettante e garze per decompressione d’urgenza
• Farmaci per una RCP (adrenalina,atropina), e per una analgosedazione
(Ketamina, Oppioide, Ipnotico, Curaro)
Fino ad accertata assenza di lesione vertebrale tutti i pazienti traumatizzati vanno
considerati a rischio e quindi va mantenuto il collare cervicale e la stabilizzazione su
tavola spinale. Appena certi della mancanza di lesioni la tavola spinale va rimossa per
il rischio di lesioni da decubito.
SECONDARY SURVEY
La Secondary Survey andrebbe completata nel Dipartimento di Emergenza, ma in
relazioni a particolari logistiche, problematiche ed eventi locali può essere eseguita
anche nel reparto di destinazione finale del paziente (ad esempio Chirurgia), ma è
comunque responsabilità del leader assicurarsi che avvenga e che tutti i dati
accompagnino il paziente
• ESAME TESTA - PIEDI e AVANTI – DIETRO PER LA COMPLETA
VALUTAZIONE DELLE LESIONI
• RACCOLTA ANAMNESI COMPLETA
• ASSEMBLAGGIO DATI DI LABORATORIO, CLINICI E RADIOLOGICI
(*)
• •PREPARARE UN PERCORSO PER IL PAZIENTE
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(*) E’ fortemente raccomandata l' adozione di una scheda trauma, sia per aiutare il
team nel percorso assistito, sia per permettere una revisione critica della procedura
seguita (è indispensabile che un osservatore esterno allo scenario curi la raccolta dati),
sia per permettere la raccolta di un registro traumi
La esecuzione di una S.S. non esime il controllo dei parametri vitali e l’immediato
ripristino di una P.S. Se il quadro clinico lo rende necessario (comparsa di una
improvvisa dispnea, perdita di coscienza, ecc).
a) Valutazione neurologica: Va rivalutato il GCS, esaminata motilità oculare e
pupillare, identificati segni di lato. Se il paziente è collaborante va esaminata la
motilità e la sensibilità periferica ed evidenziato il livello metamerico di lesione.
La presenza di shock con bradicardia è suggestiva di shock spinale (vedi) mentre
nel maschio la comparsa di priapismo ne rappresenta un segno pressocchè
patognomonico
b) Testa: l’intera testa va tastata alla ricerca di lesioni sia dello scalpo (specie in
regione occipitale o comunque coperte dai capelli), sia di infossamenti della
scatola cranica. La presenza di lesioni di continuo NON va specillata o indagata
alla cieca, onde evitare ulteriori danni. In caso di sanguinamento una compressione
o una sutura può essere sufficiente in attesa di una valutazione specialistica
neurochirurgica.
c) Frattura della base del cranio: va sospettata in caso di otorrea o liquorrea. Se
il liquor è associato a sangue (quasi sempre!!), basta osservare la formazione di un
doppio alone su una garza assorbente, ovvero il ritardo nella coagulazione del
sangue. Se si sospetta una frattura della base cranica è proscritto l’uso di otoscopi e
il posizionamento alla cieca di un sondino nasogastrico. Se indispensabile si
introdurrà un sondino orogastrico.
d) Occhi: L’esame deve essere precoce sia per apprezzare segni neurologici, sia
perché l’edema palpebrale compare rapidamente e può rendere difficile un esame
successivo. Vanno rimossi corpi estranei (incluse lenti a contatto). Se il paziente è
cosciente va valutata la capacità visiva (Mi vede? Legga il mio nome!).
e) Il viso: va tastato per identificare eventuali lesioni ossee. Va osservata la
stabilità del mascellare (possibile lesione Le Fort) e riconosciuta una frattura della
mandibola (che può associarsi a caduta della lingua).
f) Collo: Ispezione e palpazione alla ricerca di lesioni. Anche in questa regione è
proscritta la esecuzione di manovre alla cieca, nonché la rimozione di eventuali
corpi penetranti. Se è necessario rimuovere il collare cervicale effettuando la
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stabilizzazione manuale del rachide (vedi)
g) Torace: E’ presumibile che in questa fase le lesioni potenzialmente letali
(PNX, tamponamento cardiaco) siano state trattate. Vanno quindi ricercate
assimetria nella espansione toracica, crepitii, dolorabilità lungo il decorso delle
coste. La presenza di lesioni penetranti impone un immediato approfondimento
diagnostico e una valutazione chirurgica.
h) Addome : Nella S.S. la valutazione dell’addome è volta a decidere se ricorrere
ad una laparotomia. Pertanto Tac, eco e lavaggio peritoneale possono essere
utilizzati in accordo con la stabilità emodinamica del paziente e con le politiche
locali. Se non è stata effettuata la valutazione di stabilità della pelvi durante la P.S.
è possibile effettuarla adesso, ma il test va eseguito una volta sola e il risultato
trascritto nella cartella. Se possibile va inserito un sondino nello stomaco (per via
orale se presenti fattori di rischio per lesioni della base cranica!!). Infine va
eseguita una esplorazione rettale che permette di valutare la rottura della pelvi, la
dislocazione della prostata, la presenza di sangue nel retto e il tono dello sfintere
(spesso assente nel trauma midollare). Se non sussistono controindicazioni (frattura
del pube, presenza di sangue al meato urinario esterno, dislocazione della prostata,
ematoma scrotale) è utile inserire un catetere vescicale.
i) Arti: Se il paziente è cosciente l’esame sarà guidato dall’eventuale dolore
riferito e dalla presenza di limitazione funzionale. In caso di mancata
collaborazione verrà eseguito un esame completo alla ricerca di lesioni, di
deformità e di lesioni vascolo–nervose. Queste ultime vanno trattate appena
possibile per evitare danni permanenti. Le lesioni vanno irrigate, ispezionate e
medicate sterilmente. Le fonti emorragiche vanno arrestate.
j) Dorso: In un paziente traumatizzato il dorso va ispezionato! E’ inaccettabile
che lesioni penetranti vengano identificate dopo ore. Con la tecnica del rolling è
possibile eseguire un idonea valutazione del dorso senza interrompere la
stabilizzazione del rachide. Come già accennato, appena possibile la tavola spinale
va rimossa.
ANAMNESI: Nella Secondary Survey una adeguata raccolta di dati anamnestici
completi può agevolare un adeguato percorso intraospedaliero e ridurre la quantità di
esami richiesti.
L’utilizzo dell’acronimo AMPLE può agevolare
A : Allergie
M : Medicine in corso
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P : Patologie preesistenti l’evento
L: Last (ultimo) pasto
E : Eventi correlati all’incidente
DURANTE LA SECONDARY SURVEY I PARAMETRI VITALI VANNO
COSTANTEMENTE MONITORIZZATI E OGNI DETERIORAMENTO VA
SEGNALATO AL TEAM LEADER CHE DEVE INTERROMPERE IL PERCORSO
E RIPRENDERE LA PRIMARY SURVEY.
ALLA FINE DELLA SECONDARY SURVEY VA RIFATTA UNA VALUTAZIONE
DELL' EVOLUZIONE:
A (AIRWAY) E B (BREATHING) SONO ACCETTABILI ? (SE RISPOSTA
NEGATIVA --- PROVVEDI).
C (CIRCULATION) E’ VALIDA? UNA PERDITA DEL 15% DELLA MASSA
CIRCOLANTE VIENE BEN CORRETTA DALLA INFUSIONE DI 2 LITRI DI
FLUIDI.
SE DOPO UNA FASE INIZIALE DI STABILIZZAZIONE SI ASSISTE AD UN
PEGGIORAMENTO VA IPOTIZZATA UNA FONTE EMORRAGICA NON
CONTROLLATA.
SE INVECE NON SI ASSISTE AD ALCUN MIGLIORAMENTO CON LA
SOMMINISTRAZIONE DI 2 LITRI DI VOLUME E’ IPOTIZZABILE CHE LA
PERDITA SIA STATA DI OLTRE IL 40% DELLA MASSA CIRCOLANTE O CHE
LO SHOCK NON SIA IPOVOLEMICO!! (contusione miocardia, versamento
pericardico..).
Al di la del livello assoluto del parametro considerato è interessante apprezzare il
trend: una P.A.S. di 90 mmHg ha ben diverso valore se 10 minuti prima era di 70,
oppure di 140!
In accordo con i protocolli locali e con lo stato clinico del paziente va praticata
profilassi antitetanica e terapia antalgica.
Tutti i provvedimenti e le operatività su descritte devono essere ultimate in un tempo
ragionevole.
La registrazione della tempistica sulla scheda trauma permette una rivalutazione critica
della performance dell’equipe e l’eventuale correzione delle criticità.
Una tempistica accettabile è la seguente:
ROSSO (IN MENO DI UN MINUTO) INTERVENTI SALVAVITA (ABCDE)
• Liberare le vie aeree
• Ossigenare e Ventilare
PERCORSO TRAUMA CAP. XI INTRAOSPEDALIERO
• Compressione di emorragie massive esterne, compressione pelvica
ARANCIONE (IN MENO DI 15 MINUTI) INTERVENTI URGENTI
• Intubazione
• Immobilizzazione del rachide
• Prelievi e accessi venosi – Fluidoterapia
• Monitoraggio – Ecografie
• Spogliare il paziente
• Completare la Primary Survey
• Rx torace e Pelvi
GIALLO (IN MENO DI 30 MINUTI) ESAMI URGENTI ED EVENTUALI
TRATTAMENTI
• Completare la Secondary Survey
• Cateterizzazione vescicale
• TAC e Rx mirate
VERDE (IN MENO DI 3 ORE)
• Completare diagnostica e terapie
• Terapia chirurgica
• Terapia Intensiva
Ultimato il trattamento bisogna trasferire il paziente presso l’Unità Operativa di
destinazione finale.
E’ frequente che a questo punto, magari dopo un trattamento condotto in maniera
impeccabile e con esito positivo, il livello di assistenza si riduca.
E’ invece imperativo che:
• IL PAZIENTE VIAGGI ACCOMPAGNATO DA MEDICO, INFERMIERE, DATI
E STORIA DI TUTTO QUELLO CHE è STATO FATTO; L' ADOZIONE DI UN
FOGLIO DI REGISTRAZIONE DEL TRAUMA PUO’ AGEVOLARE QUESTO
COMPITO;
• SE IL PAZIENTE E’ IGNOTO, E’ INDISPENSABILE UN BRACCIALETTO DI
IDENTIFICAZIONE O, ESTREMA RATIO, UNA NUMERAZIONE INDELEBILE
SUL CORPO E UN IDENTICO RIFERIMENTO SU TUTTI I FOGLI DI
ACCOMPAGNAMENTO;
• PROTESI, DOCUMENTI, BENI E ALTRI OGGETTI DEL PAZIENTE VANNO
INVENTARIATI E CONSERVATI, STESSA SORTE VA RISERVATA A
PROIETTILI, ARMI, FLACONCINI DI FARMACI E OGNI ALTRO
OGGETTO CHE POSSA AVERE VALENZA MEDICO-LEGALE;
PERCORSO TRAUMA CAP. XI INTRAOSPEDALIERO
• IL TEAM LEADER DECIDE LA ALLOCAZIONE DEL PAZIENTE, NE CURA
PERSONALMENTE IL TRASFERIMENTO E COMUNICA DIRETTAMENTE AL
MEDICO DEL REPARTO DI DESTINAZIONE L’INTERO PERCORSO CLINICO
– DIAGNOSTICO o TERAPEUTICO PRATICATO;
• IL TRASFERIMENTO Sarà EFFETTUATO IN ASSOLUTA SICUREZZA E
MONITORIZZAZIONE, IL MEDICO ACCOMPAGNATORE DEVE ESSERE IN
POSSESSO DI UNA BORSA CONTENTE I FARMACI DELL’EMERGENZA
(ASPIRATORE, FONTE DI OSSIGENO, VENTILATORE, MONITOR
DEFIBRILLATORE DEVONO VIAGGIARE CON IL PAZIENTE);
• SE UN MONITORAGGIO ERA RITENUTO INDISPENSABILE DURANTE
L’OSSERVAZIONE E’ ALTRETTANTO (O PIù) INDISPENSABILE
DURANTE IL TRASFERIMENTO.
Bibliografia
1. J. B. , C.R. Armitt, J.R. Tobbis - Atlante di procedure infermieristiche
nell'emergenza. Masson - 1999.
2. Grant H. D. Murray, Bergeron - pronto soccorso ed interventi di emergenza. Mc
Graw Hill - Milano.
3. Sanson G Nardi G et al. Prehospital Trauma Care IRC 2007.
CAPITOLO XII
IL NURSING NEL TRAUMA
S. ANATRELLA; G. CARPINO; D. LIPARULO
OBIETTIVI
Discutere dell’importanza della
organizzazione nel trattamento del
traumatizzato.
Discutere del ruolo dell’infermiere
nel trattamento intraospedaliero del
trauma.
PERCORSO TRAUMA CAP. XII IL NURSING NEL TRAUMA
IL NURSING NEL TRAUMA
La struttura ospedaliera rappresenta il luogo ove si completa la gestione del paziente
politraumatizzato. E‟ dimostrato che un trattamento adeguato e standardizzato nella
prima ora dopo l‟evento traumatico ha il massimo impatto sul risultato finale, in
termini sia di mortalità che morbilità. L‟organizzazione e la gestione operativa sono da
considerarsi fondamentali come la presenza di équipe, composta da diversi
professionisti, in grado di giungere alla diagnosi delle lesioni che mettono in pericolo
la vita del paziente ed al conseguente trattamento. All‟interno di questa équipe è
rilevante il ruolo dell‟Infermiere, adeguatamente formato,
responsabile del proprio ambito organizzativo, in grado di
affrontare e gestire la complessità clinica e l„elevato rischio
evolutivo delle condizioni del paziente politraumatizzato. Le
fasi che prenderemo in considerazione sono quelle relative al
triage, accettazione e trattamento in pronto soccorso.
Triage in Pronto Soccorso
Il paziente politraumatizzato trasportato in Pronto Soccorso,
PERCORSO TRAUMA CAP. XII IL NURSING NEL TRAUMA
sia da un Mezzo di Soccorso Avanzato che di Base è accompagnato da un codice di
priorità. Di norma il codice di gravità assegnato sul mezzo di soccorso viene
confermato o elevato se si riscontra un peggioramento delle condizioni cliniche. Se la
Centrale Operativa 118 ha provveduto a preallertare la struttura, all„arrivo in P.S.,
l„equipaggio di soccorso va rapidamente indirizzato verso la zona di trattamento delle
emergenze ed il paziente viene prontamente preso in carico dal team del Pronto
Soccorso. Da non sottovalutare sono i pazienti che giungono con mezzi propri o
trasportati da mezzi di soccorso di base provvisti di equipaggio non sanitario, dopo la
valutazione sulla porta vanno sottoposti immediatamente alla valutazione di triage (fig.
XII-1). Tra le principali funzioni dell„infermiere triagista vi è quella di individuare con
rapidità i pazienti ad elevato rischio evolutivo effettuando una rapida valutazione delle
condizioni cliniche e la rilevazione di problemi legati all„ABCD (vie aeree, respiro,
circolo, stato di coscienza). Ogni alterazione di una delle quattro fasi giustifica
l„immediata assegnazione di un codice ad elevato grado di priorità (rosso). Una volta
definito il codice di triage, occorre non perdere ulteriore tempo in manovre o ulteriori
valutazioni che andranno svolte all„interno dei box.
La determinazione del codice colore o codice di priorità in un paziente
politraumatizzato deve prendere in considerazione la valutazione dello stato generale e
delle funzioni vitali, la valutazione anatomica delle lesioni, la valutazione del
meccanismo traumatico e la presenza di altre situazioni critiche.
Esempi di attribuzione codici gravità
Valutazione stato
generale
Alterazione stato coscienza
SE SI
ROSSO Assenza polso radiale (PA <90 mmHg)
Alterazione frequenza respiratoria
Valutazione
anatomica
della lesione
Frattura esposta di grosso segmento
SE SI
ROSSO
Presenza di paresi
Amputazione medio-grosso segmento
Sosp. frattura di due o più grossi segmenti
Ustioni > 10% superf. corporea
Lesioni penetranti a collo, tronco, coscia
Valutazione del
meccanismo
traumatico
Eiezione da veicolo
SE SI
ROSSO Decesso di coinvolti
Pedone investito
Caduta da più di tre metri
Altre situazioni
Età < 5 anni o > 65 anni
SE SI
Diabete, cirrosi, cardiopatie
Trauma da scoppio
Emorragia non controllabile
Fig. XII-1
PERCORSO TRAUMA CAP. XII IL NURSING NEL TRAUMA
critiche Ematomi pulsanti GIALLO
/ROSSO Amnesia
Segni neurologici trauma cranico
E‟ importante sottolineare che l„applicazione dei presidi di immobilizzazione e la
corretta mobilizzazione del traumatizzato non sono manovre di esclusiva competenza
del soccorso extraospedaliero ma vanno verificate ed eventualmente corrette anche
durante la fase di accoglienza in ospedale e di triage.
Accettazione in Pronto Soccorso
L„infermiere collabora con il medico all„accettazione (fig. XII-2) del politraumatizzato
e lo accompagna in tutto il percorso, dalla fase di accettazione e trattamento in Pronto
Soccorso, durante i percorsi diagnostici, fino al trattamento definitivo in Sala
operatoria, in Terapia Intensiva o in Reparto di degenza.
Preparazione
L‟allertamento del Pronto Soccorso da parte della Centrale Operativa 118 comporta
l‟attivazione della procedura di accettazione del politraumatizzato (fig. XII-3). Vanno
rilevate ed annotate:
• Ora del primo allertamento
• Operatore con il quale si comunica
• Sesso ed età del paziente (anche approssimativa)
• Dinamica e luogo dell„evento
• Risultati della prima valutazione (stato di coscienza, lesioni evidenti e presunte)
• Codice di gravità
• Primi provvedimenti adottati
Sulla base delle informazioni raccolte, delle lesioni più gravi, la procedura dovrebbe
prevedere che l„infermiere identifichi le priorità di trattamento sulla base del metodo
ABCDE, allerti il team leader ed eventuali consulenti specialisti, preallerti la
radiologia, riverifichi, sulla scorta delle check list, tutto il materiale (presidi, strumenti
ed apparecchiature), verifichi la disponibilità e predisponga i presidi di protezione
individuale.
Le varie realtà operative possono all‟uopo predisporre spazi strutturalmente adeguati
quali: “box rossi", “box grandi traumi”, etc, così come di grande aiuto può essere
l‟adozione di vassoi o carrelli con il materiale sanitario già predisposto per le singole
tecniche, es. gestione vie aeree, drenaggio PNX, etc., identificati da colori o numeri
(fig. XII-3 e 4).
Preparazione del materiale secondo il metodo ABCDE
Fig. XII-2
Fig. XII-3
PERCORSO TRAUMA CAP. XII IL NURSING NEL TRAUMA
Sicurezza • Presidi di protezione individuale
A Pervietà vie
aeree
• Collare cervicale
• Cannula di Guedel
• Aspiratore e sondini per broncoaspirazione
• Materiale per intubazione endo tracheale
• Farmaci per la sedazione
B Respiro
• Set per somministrazione O2
• Ventilatore meccanico acceso e testato
• Apparecchio radiologico per Rx Torace
• Set per drenaggio toracico
C Circolo
• Materiale per reperimento accessi venosi e per prelievi
ematochimici
• Materiale per infusione soluzioni saline calde
• Monitor con cavi per FC, PAO, SatO2
• Apparecchio radiologico per ETG Addome e per Rx Bacino
D
Quadro
neurologico
• Pila per riflessi oculari
E Esposizione
• Forbici taglia abiti
• Presidi per immobilizzazione fratture
• Sacco per raccolta valori ed effetti personali
Prima dell„arrivo del paziente
politraumatizzato in Pronto Soccorso si
costituisce il Trauma Team, ovvero la “squadra di
accettazione”. Questa è composta dal team leader
medico e da due infermieri (almeno nella fase
iniziale) e da una figura di supporto all„assistenza
(OTA o OSS) che si occupa della raccolta degli
effetti personali, del trasferimento delle provette
degli esami ematochimici in Laboratorio Analisi
e del recupero degli esiti delle analisi. Al
momento dell„accoglienza in P.S. è opportuno
che il paziente venga trasferito dalla barella
dell„ambulanza a quella del Pronto Soccorso, in
collaborazione con il personale del 118. In considerazione della complessità di tale
manovra, viene effettuata nel box emergenza, avendo cura di preservare l‟allineamento
della colonna, utilizzando i presidi a disposizione (tavola spinale, barella a cucchiaio,
lettino tapis roulant) e osservando sempre attentamente il paziente. Durante gli
spostamenti l„infermiere salvaguarda gli accessi venosi, preserva la posizione dei
presidi di immobilizzazione ed infine sorveglia lo stato di coscienza ed i parametri
vitali. E‟ opportuno raccogliere direttamente dal personale del mezzo di soccorso
Fig. XII- 5
PERCORSO TRAUMA CAP. XII IL NURSING NEL TRAUMA
informazioni circa la dinamica dell„evento traumatico, gli esiti della valutazione
extraospedaliera e i provvedimenti adottati.
Valutazione Primaria - Trattamento
La valutazione primaria ed il trattamento delle condizioni potenzialmente pericolose
per la vita avvengono simultaneamente ed in maniera coordinata. I componenti del
“trauma team” hanno compiti precisi e predefiniti, al fine evitare confusione e
sovrapposizione dei ruoli. Quest‟ultimi vanno concordati e testati preventivamente con
il team leader, che nella disposizione assume quella alla testa del paziente con il
supporto di uno degli infermieri, mentre l‟altra unità infermieristica, possibilmente
coadiuvata da un operatore sanitario ausiliario, si posizionerà al lato del paziente.
ATTIVITA’ DA ASSICURARE DURANTE LE FASI A-B-C-D-E
A – B: VALUTAZIONE E MANTENIMENTO PERVIETA‟ VIE AEREE SOMMINISTRAZIONE O2 COLLEGAMENTO E CONTROLLO AL VENTILATORE MECCANICO C: REPERIMENTO E FISSAGGIO DEGLI ACCESSI VENOSI ESECUZIONE PRELIEVI PER ESAMI EMATOCHIMICI
SOMMINISTRAZIONE SOLUZIONI E FARMACI
CONTROLLO E TRATTAMENTO FOCI EMORRAGICI
MONITORAGGIO FUNZIONI VITALI
D: CONTROLLO FUNZIONI NEUROLOGICHE E: RIMOZIONE INDUMENTI RICERCA ULTERIORI SEGNI (DEFORMITA‟,FERITE,GONFIORI,
ECCHIMOSI, EMATOMI)
VALUTAZIONE SENSIBILITA‟ E MOTILITA‟ DEGLI ARTI
IMMOBILIZZAZIONE EVENTUALI FRATTURE
PROTEZIONE DALL‟IPOTERMIA
VALUTAZIONE SECONDARIA -TRATTAMENTO
La valutazione secondaria con paziente stabilizzato e rivalutato, prevede la
collaborazione alla valutazione testa - piedi, alla valutazione neurologica, ed alla
raccolta dell„anamnesi. E„ opportuno che ETG Addome, Rx Torace ed Rx Bacino
siano eseguiti direttamente nell„area di trattamento. A queste indagini diagnostiche
urgenti possono seguire il trattamento chirurgico urgente in caso di emoperitoneo, il
drenaggio toracico o la compressione meccanica del bacino.
ASSISTENZA DURANTE I PERCORSI DIAGNOSTICI
Gli obiettivi assistenziali legati alla fase dei percorsi diagnostici essenzialmente
consistono in:
• Assicurare la sorveglianza e l‟immobilizzazione dei distretti muscolo-
scheletrici.
• Ottimizzare i tempi e le procedure attraverso percorsi dedicati
PERCORSO TRAUMA CAP. XII IL NURSING NEL TRAUMA
• Prevenire riconoscere e trattare eventuali complicanze, avendo cura di gestire le
apparecchiature elettromedicali ed i presidi farmacologici e non
TRATTAMENTO DEFINITIVO
Il trattamento definitivo del politraumatizzato può essere chirurgico (sala Operatoria) o
di ricovero presso la rianimazione o presso una unità di degenza. L„infermiere
accompagna il paziente seguendo le stesse regole valide durante tutti i trasporti, sia per
quanto riguarda gli aspetti legati alla mobilizzazione che per quelli legati
all'immobilizzazione quando necessaria. I parametri vitali del malato vengono
continuamente osservati e le variazioni di condizioni immediatamente segnalate e
trattate.
Bibliografia
1. J. B. , C.R. Armitt, J.R. Tobbis - Atlante di procedure infermieristiche
nell'emergenza. Masson - 1999.
2. Grant H. D. Murray, Bergeron - pronto soccorso ed interventi di emergenza.
Mc Graw Hill - Milano.