Il Passaggio Dal Latino Al Volgare

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  • 7/27/2019 Il Passaggio Dal Latino Al Volgare

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    Il passaggio dal latino al volgare

    Quando lImpero romano dOccidente volgevaal tramonto, il latino aveva ormai subito pro-fondi cambiamenti. Il latino scritto appartene-

    va ormai al mondo della cultura e del potere: la massaera costituita da analfabeti che conoscevano solo la lin-gua con cui si esprimevano, il volgare; i pochi che sape-

    vano scrivere e che venivano dai rari centri culturali an-cora in funzione, in cui si perpetuava la tradizione clas-sica, erano bilingui, sapevano scrivere in un latino suffi-cientemente corretto e parlavano in volgare. Questi era-no i chierici, un termine che oggi indica unicamenteun uomo di chiesa mentre allora aveva il duplice signi-ficato di dotto laico o ecclesiastico.Gli scritti in latino cercano di imitare, in campo lettera-rio, lo stile di un Cicerone, per citare uno dei massimiesponenti della latinit, e, in campo amministrativo,avevano assunto uno stile ridotto allessenziale e riccodi nuovi vocaboli mutuati da altre lingue.Il latino parlato, invece, si era evoluto fino a distinguer-

    si in parlate diverse. Distinguiamo, pertanto:

    Il latino parlato in citt, il sermo urbanus Il latino parlato in campagna, il sermo rusticus Il latino parlato nelle zone immediatamente a ridosso

    delle frontiere dellImpero.

    Tra sermo urbanus e sermo rusticus le differenze che sierano create, soprattutto a causa dellisolamento degliabitanti della campagna, erano tali per cui difficilmenteun contadino sarebbe riuscire a capire la lingua usata daun cittadino. Nelle zone di frontiera, poi, a seconda del-le localit, si parlava una lingua che era il risultato dellafusione tra il latino e dialetti barbari locali. Nascono co-

    s le lingue romanze che costituiscono levoluzione dellatino. Queste lingue sono: litaliano, il francese, lo spa-gnolo, il romeno, il sardo e il ladino. Queste lingue, alloro inizio, erano dette volgari, perch erano parlatedal vulgus, dal popolo e accoglievano in s termini edespressioni della vita quotidiana, del mondo dellagri-coltura, dei commerci, del lavoro manuale.

    Le principali trasformazioni dal latinoPossiamo riassumere in questo modo le pi importantimodifiche che il latino subisce nel passaggio al volgare:Tutti i dittonghi ae, oe si trasformano in e. Poena diven-ta pena ecc.Il genere neutro scompare e si fonde con il maschileScompare il sistema delle desinenze che indicano un ca-so e quindi vengono introdotti gli articoli e le preposizio-

    ni articolate. In latino del padre veniva espresso col ladesinenza del genitivo, in volgare il termine padre rima-ne inalterato e viene aggiunta la preposizione articolataIn latino le vocali si dividevano in lunghe e brevi, percui una medesima parola assumeva significati diversi, aseconda della quantit di una vocale, mentre in volgare

    conta solo la pronuncia, che pu essere aperta (la o dicollo) o chiusa (la o di mostra).Scompare la forma passiva come autonoma da quellaattiva e si afferma la forma verbale composta dal parti-cipio e dal verbo essere o avere. Ad esempio, invece dilaudor, sono lodato. Nel futuro, invece della desinenza,si usa linfinito pi il verbo avere. Invece di laudabo,laudare habeo e poi loder.Anche nelluso dei termini prevale sempre la forma vol-gare su quella dotta. Ad esempio, caballus al posto diequus, bucca in luogo di os, testa invece di caput, spal-la che sostituisce umerus, casa al posto di domus, bellusinvece di pulcher e cos via.

    Si riducono gli aggettivi e i pronomi dimostrativi, ab-bondanti nel latino. Il loro uso per rimane molto in-tenso dato la natura del volgare che allinizio essen-zialmente parlata e che dunque necessita di dimostrati-vi per indicare continuamente gli oggetti di riferimentoSono numerosi i nuovi costrutti che si creano come peresempio: ecce hic, ecce hoc, ecce hac da cui derivanoqui, ci qua.

    Le prime testimonianzedel passaggio dal latino al volgare.Un momento fondamentale nella presa di coscienza col-lettiva del tramonto del latino come lingua parlata e del-laffermazione del volgare e costituito dal Concilio diTours che nell813 stabilisce che ogni vescovo tengaomelie, contenenti le ammonizioni necessarie a istruirei sottoposti circa la fede cattolica, secondo le loro capa-cit di comprensione...E che si studi di tradurre com-prensibilmente le medesime omelie nella lingua romanarustica affinch pi facilmente tutti possano intenderequel che viene detto.Le fonti in volgare, per, risalgono a molto prima delConcilio di Tours: addirittura nel 350 d.Cr. troviamouniscrizione cristiana in cui si scrive mesis nobe alposto di meses novem.Le principali fonti del passaggio dal latino al volgare so-no queste: la Carta Pisana del 730 d.C. in cui si dice de uno la-

    tere corre via pubblica

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    Allepoca del tramonto dellImpero Romano dOccidente il latino scritto da chi era usato?

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    ?ESERCIZI DI COMPRENSIONE

    il Documento Pisano del 746 d.C. in cui si trova le-spressione de uno latum decorre via publica

    unaltra Carta Pisana dell816 che riporta la fraseavent in largo pertigas quatordice, in transverso deuno capo pedes dece, de alio nove in traverso....

    il famoso indovinello veroneseSe pareba boves albapratalia araba et albo versorio teneba et negro se-men seminaba (Spingeva avanti i buoi, arava un cam-po bianco, teneva un bianco aratro, e seminava neroseme). I buoi sono le dita, il campo bianco il fogliodi carta, il bianco aratro e la penna doca e il nero se-me linchiostro: la soluzione dellindovinello, quin-di, la scrittura. Il testo rivela ancora la presenza diparole latine quali, ad esempio, semen o la congiun-zione et, ma sono presenti parole dal volgare qualiversorio che un vocabolo tipico del dialetto veneto.

    La Carta Capuana del 960 d.C. riporta una dichiarazio-ne di un testimone in una causa per una questione di di-

    ritto di propriet tra il monastero di Montecassino, rap-presentato dal proprio abate, e un tale Rodelgrimo dA-quino. Il testimone si esprime cos: Sao ko kelle terre,per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette par-te Sancti Benedicti(So che quelle terre, per quei confiniche qui sono descritti, le possedette per trentanni laparte di S. Benedetto).

    Ma forse il documento pi interessante il Giuramen-to di Strasburgo dell842 d.C. I figli di Carlo Magno,Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico, successori altrono delle due parti dellimpero Occidentale e Orien-tale, si promettono reciproca solidariet contro il fratel-

    lo Lotario e giurano nelle rispettive lingue volgari. Lostorico contemporaneo Nitardo nella sua opera Histo-riae racconta che, dopo aver giurato ciascuno nella pro-pria lingua, i condottieri giurarono ognuno nella linguadellaltro per impegnarsi solennemente davanti a tutti edue gli eserciti.Ludovico, in quanto maggiore det, per primo giurosservanza al patto, in questi termini:Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro commun sal-vament, dist di in avant, in quant Deus savir et podir medunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo et in aiudha etin cadhuna cosa, si cum om per dreit son fradra salvar dift,

    in o quid il mi altresi fazet et ab Ludher nul plaid nunquamprindrai, qui, meon vol, cist meon fradre Karle in damnosit. (Per lamore di Dio e per il popolo cristiano e la no-stra salvezza comune, a partire da oggi, fino a quandoDio mi dar sapienza e potere, io soccorrer questo mio

    fratello Carlo con il mio aiuto e in ogni circostanza, comesi deve soccorrere il proprio fratello, secondo giustizia, acondizione che egli faccia la stessa cosa con me e io nonfar mai con Lotario alcun patto che, per mia volont,possa essere di danno a mio fratello Carlo).Quando Ludovico ebbe terminato, Carlo ripet alla let-tera il medesimo giuramento in lingua tedesca, in que-sti termini: In Godes minna ind in thes christianes fol-ches ind unser bedhero gehaltnissi, fon thesemo dageframmordes, so fram so mir Got gewizci indi mahd furgi-bit, so haldih thesan minan bruodher, soso man mit reh-tu sinan bruher scal, in thiu thaz er mig so sama duo, in-di mit Ludheren in nohheiniu thing ne gegango, the mi-

    nan willon, imo ce scadhen werdhen.Il giuramento che poi prest il popolo delluno e dellal-tro, ciascuno nella propria lingua, in lingua romanicasuona cos:Si Lodhuvigs sagrament que san fradre Karlojurat conservat et Karlus, meos sendra, de suo part nonlostanit, si io returnar non lint pois, ne io ne neuls cuieo returnar int pois, in nulla aiudha contra Lodhuwignun li iu er.E in lingua tedesca: Oba Karl then eid then er sinemobruodher Ludhuwige gesuor geleistit, indi Ludhuwig,min herro, then er imo gesuor forbrihchit, ob ih inan esirwenden ne mag, noh ih noh thero nohhein, then ih esirwenden mag, widhar Karle imo ce follusti ne wirdhit.

    [Se Ludovico (o Carlo) mantiene fede alla parola chegiura a suo fratello Carlo e Carlo (o Ludovico), il mio si-gnore, da parte sua non la mantiene, se io non si potrdistoglierlo da ci, n io n quelli che potrebbero disto-glierlo, noi non gli saremo di alcun aiuto contro Ludo-vico (o Carlo)].Il documento importante perch testimonia limpor-tanza che avevano assunto i volgari francese e tedesco:il giuramento, infatti non viene pronunciato in latino equesto testimonia come il volgare si identificasse ormaicompletamente con la nazione, tanto da diventare an-che la lingua ufficiale del potere politico e militare.

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    Quale stile veniva imitato nello scritto?

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    Il latino parlato si distingueva in diverse parlate: quali?

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    Che cosa sono le lingue romanze?........................................................................................................................................................................................................................................................

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    Elenca le principali trasformazioni del latino nel passaggio al volgare.

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    Che cosa stabilisce nell813 d.C. il Concilio di Tours?

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    Che cosa il giuramento di Strasburgo e da cosa data la sua eccezionalit?

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