Il palcoscenico

16
«Cari amici…», l’editoriale di Delia Cajelli pag. 2 «Un teatro tutto per voi», il cartellone del 2010/2011 pag. 3 In questo numero IL PALCOSCENICO ottobre 2010 ISSN 2035-3685 UNA STAGIONE TRA MEMORIA E FANTASIA Tre opere liriche, sette produzioni interne, diciassette repliche, otto conferenze e un convegno di studi, riuniti in tre rassegne: «Una Storia, tante storie», «Il teatro dei ragazzi e per i ragazzi» e «Quel che il teatro deve a Pirandello». Sono questi i numeri della nuova offerta culturale del Sociale di Busto Arsizio. Il sipario si alza giovedì 7 ottobre con «Mary Poppins» Copia omaggio

description

Il numero di ottobre 2010 del mensile "Il palcoscenico"

Transcript of Il palcoscenico

Page 1: Il palcoscenico

«Cari amici…», l’editoriale di Delia Cajelli pag. 2«Un teatro tutto per voi», il cartellone del 2010/2011 pag. 3

In questo numero

IL PALCOSCENICOottobre 2010

ISSN 2035-3685

UNA STAGIONE TRA MEMORIA E FANTASIATre opere liriche, sette produzioni interne, diciassette repliche, otto conferenze

e un convegno di studi, riuniti in tre rassegne: «Una Storia, tante storie», «Il teatro dei ragazzi e per i ragazzi» e «Quel che il teatro deve a Pirandello». Sono questi i numeri della nuova offerta culturale del Sociale di Busto Arsizio.

Il sipario si alza giovedì 7 ottobre con «Mary Poppins»

Copia omaggio

Page 2: Il palcoscenico

edit

oria

le

2

Cari amici,

«In principio era il Verbo». Così cominciail Vangelo di Giovanni, capitolo fonda-mentale della Bibbia. Dio, dunque, dà al-la parola un valore assoluto. Per questotutti dovrebbero stare attenti a ciò chedicono. La parola è un impegno. Lo sape-vano bene i nostri vecchi, quando diceva-no «Hai la mia parola» o «Mi basta la tuaparola», stringendo così accordi che vale-vano una vita. Oggi, invece, tutto è diverso: spesso noiparliamo senza riflettere sul senso di ciòche diciamo; ci illudiamo di risolvere situazioni difficili con qualche parola. «Il teatro Sociale è il teatro della città», «Il teatro Sociale è il nostro teatro», «Grazieper quello che fa con il suo lavoro» sono frasi che mi sento dire spesso. Da anni,messa a confronto con queste parole, non provo orgoglio, ma tenerezza. Tenerezza perme che ho passato tutta la vita in una schiavitù volontaria e per il teatro Sociale, cosìbello, così storico, così di tutti. Alla fine, però, a risolvere i problemi mi trovo sola.Forse perché non si pensa a quanto sia importante il teatro per la formazione dellapersona.

«Come si fa il teatro? So soltanto che ci sono solo due modi per fare econsiderare il teatro: alla superficie o in profondità, o meglio in altezza,voglio dire: proiettato nella verticale dell’infinito […]. Per me il teatro èquesto: una casa dello spirito, un culto dello spirito, o degli spiriti»(Louis Jouvet)

Invece, la nostra società contemporanea si preoccupa prevalentemente dei corpi epensa che aiutare chi lavora sullo spirito non sia un buon investimento. L’educazionedello spirito determina, invece, tutta la nostra vita: evita i conflitti, le violenze, le de-vianze. Il teatro è utile, indispensabile.Oggi, dopo tanti anni, è venuto, per me, il momento di chiedervi poco e molto. Vi chie-do di comprare un biglietto per uno spettacolo o un abbonamento alla stagione. Il

poco sta nel costo assai popolare dellanostra offerta teatrale (un piccolo esem-pio: l’abbonamento «Tutti all’opera»costa solo 60,00 euro e permette di vede-re ben tre melodrammi); il molto nellavostra scelta di aderire. È venuta, dunque,l’ora di dare un valore reale e concretoalle vostre parole, che definiscono il tea-tro Sociale come «teatro della città» e,quindi, come vostro. Di tutti voi.Venite a teatro, prendete un abbonamento,comprate un biglietto: sarà il vostro modoper aiutare il Sociale.

Delia CajelliDirettore artistico teatro Sociale

Delia Cajelli nel foyer del teatro Sociale di BustoArsizio. Foto: Silvia Consolmagno

Il foyer del teatro Sociale di Busto Arsizio,con la scritta di Luigi Pirandello tratta da

«Questa sera si recita a soggetto». Foto: Danilo Menato

Page 3: Il palcoscenico

in s

cena

3

UN TEATRO TUTTO PER…VOIIL CARTELLONE 2010/’11 DEL TEATRO SOCIALE DI BUSTO ARSIZIO

GIOVEDÌ 7 OTTOBRE 2010 - ORE 21.00 [rassegna «Una Storia, tante storie»]VENERDÌ 8 OTTOBRE 2010 - ORE 10.15 [rassegna «Il teatro dei ragazzi e per i ragazzi»]

MARY POPPINSdai racconti «Mary Poppins», «Mary Poppins ritorna», «MaryPoppins nel parco» e «Mary Poppins apre la porta» di PamelaLyndon Traverscon gli attori del teatro Socialee con la «Star Dance» di Turbigo (ventitré ballerini di età com-presa tra i 10 e i 18 anni)riduzione scenica e regia di Delia Cajellicoreografie di Elisa Vaicast attori: Cristina Canovi (la governante Hellen), GerryFranceschini (il signor Banks), Fabio Gentile (il re dei gatti),Noris Mariani (la signora Banks), Mario Piciollo (l’ammira-glio Boom e il proprietario della banca), Rosi Ricciardi (lagovernante Eufemia Andrew), Anita Romano (Mary Poppins),Claudio Tettamanti (Bert)e cinque piccoli allievi di «Officina della creatività» (GiovanniCastiglioni e Camilla Fabris nei ruoli di Michael e Jane;Nicola Ambruso, Margherita Fabris e Arianna Merlo)costumi: Lia Ballarati e Rosanna Ferrariluci e fonica: Maurizio «Billo» Aspesproduzione: associazione «Educarte» - teatro Sociale di Busto Arsiziomusical

Ha una borsa prodigiosa, un buffo cappellino di fiori di campo e un curioso ombrello con ilmanico a forma di pappagallo. Giunge con il vento dell’Est, dove c'è bisogno del suo aiuto.Vanta amici stravaganti, che sembrano usciti da un sogno. Ed è piena di sorprese e meraviglie.Questo e molto altro è Mary Poppins, la supertata «praticamente perfetta sotto ogni aspet-to», nata nel 1934 dalla penna della scrittrice britannica Pamela Lyndon Travers e resa famo-sa nel 1964 dall’omonimo film disneyano di Robert Stevenson, con una strepitosa JulieAndrews nel ruolo della protagonista. La storia di questa stranissima «baby sitter volante», che ha incantato generazioni di bambini conla sua allegria e il suo anticonformismo, è nota a tutti. Nel mondo grigio della City londinese difine Ottocento, in una bella casa borghese al numero 17 di viale dei Ciliegi, vive la famigliaBanks, composta dal padre George, funzionario di banca severo e freddo, dalla moglie Winifred,femminista ante-litteram con il sogno di ottenere il voto per le donne, e dai piccoli Jane eMichael, nonché dall’anziana, bisbetica e collerica governate Eufemia Andrew. È per rispondere a un bisogno d’attenzione e d’affetto dei due bambini che Mary Poppins arrivain volo da un paese sconosciuto, schiudendo le porte di un mondo magico e coloratissimo. Unmondo nel quale si può volare in cielo appesi ad un aquilone, le case si riordinano con unoschiocco della dita, i dipinti prendono vita e permettono di trascorrere divertenti pomeriggi digioco, in compagnia di tanti buffi animali come il re dei gatti e la mucca ballerina. Ma non è

Anita Romano sarà l’attrice protagonista

del musical «Mary Poppins». Foto: Silvia Consolmagno

Page 4: Il palcoscenico

in s

cena

4

tutto. Con l’arrivo di Mary Poppins, il tran tran quotidiano di casa Banks viene rallegrato da unagirandola di canti e balli, sulle splendide note di brani come «Sempre, sempre, sempre»,«Supercalifragilistichespiralidoso», «Un poco di zucchero», «Cercasi tata» e «Cam caminì camcaminì». Brani, questi, vincitori di due Oscar e un Grammy, che hanno contribuito a renderecelebre la versione cinematografica disneyana e a far diventare Mary Poppins un «mito sempre-verde». Le musiche del film e le trame di quattro degli otto racconti di Pamela Lyndon Traverssulla bambinaia più magica del pianeta («Mary Poppins», «Mary Poppins ritorna», «MaryPoppins nel parco» e «Mary Poppins apre la porta») si incontrano, dunque, sul palco per regala-re un pizzico di zucchero, polvere di sogni e una manciata di magia a grandi e piccini.

Ingresso spettacolo serale: posto unico € 10,00 (l’incasso dello spettacolo verrà devoluto a sostegno deiprogetti socio-culturali realizzati nella provincia di Varese, con il sostegno della Fondazionecomunitaria del Varesotto onlus); matinée per le scuole: posto unico € 6,50 (Fascia d’età:scuole primarie e scuole secondarie di primo grado).

GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE 2010 - ORE 10.15 [rassegna «Il teatro dei ragazzi e per i ragazzi»] GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE 2010 - ORE 21.00 [rassegna «Una Storia, tante storie»]

SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTOREdramma teatrale di Luigi Pirandellocon gli attori del teatro Socialeriduzione scenica e regia di Delia Cajelliproduzione: associazione «Educarte» - teatro Sociale di Busto Arsizio spettacolo di prosa

Uno dei testi più prestigiosi della tradizione teatrale italiana, noto per lo strano e misterioso cor-tocircuito tra vita e teatro. Un dramma che contiene in sé tutte le future evoluzioni e trasfor-mazioni della drammaturgia e della ricerca contemporanea. Uno spettacolo che raffigura unametafora insuperabile della condizione dell’uomo moderno, in bilico tra realtà e apparen-za, verità e finzione. Si presenta così «Sei personaggi in cerca d’autore» (1921), prima ope-ra della trilogia pirandelliana del «teatro nel teatro», detto anche «metateatro», completatada «Ciascuno a modo suo» (1924) e «Questa sera si recita a soggetto» (1928-1929).I precedenti narrativi di questo componimento teatrale, tra i più rappresentati e amati dal pub-blico, sono da ricondurre alle novelle «Personaggi» (1906), «Tragedia di un personaggio» (1911)e «Colloqui coi personaggi» (1915); la fonte diretta è, però, l’abbozzo di un romanzo, appenadue pagine pervenute in foglietto, databile al 1910-’12. Nasce così in Luigi Pirandello l’idea dimettere in scena il meccanismo della creazione artistica nel momento e nell’atto del proprio farsi,la volontà di raccontare il passaggio dalla persona al personaggio. È rottura con la strutturatradizionale del dramma e l’innovazione non viene immediatamente compresa: la prima nazio-nale dello spettacolo, tenutasi nel maggio 1921 al teatro Valle di Roma con la compagnia diDario Nicodemi, viene accolta al grido di «Manicomio, manicomio!»; il successo arriva solo nelsettembre dello stesso anno al teatro Manzoni di Milano. Da allora «I sei personaggi in cercad’autore» esibiscono senza sosta il loro fascino sottile e originale. La trama ha accenti da feuilleton borghese familiare, da romanzo d’appendice. Sulle tavole diun palcoscenico, dove si stanno facendo le prove del dramma pirandelliano «Il gioco delle parti»,si presenta una tormentata famiglia, composta da un padre, una madre, un figlio, una figliastra,un giovinetto e una bambina. Questi personaggi chiedono al capocomico e agli attori di mettere

Page 5: Il palcoscenico

in s

cena

5

in scena la loro fosca e intricata vicenda, intessuta di tradimenti, abbandoni, riconciliazioni, sof-ferenza, desideri di vendetta. Ciò che colpisce l’attenzione dello spettatore non è, dunque, l’in-treccio della storia, fitta di luoghi comuni, quanto le illuminazioni metateatrali pirandelliane, apartire dall’eliminazione della «quarta parete» (cioè la parete trasparente che sta tra attore epubblico). «Due sono le novità dell’allestimento del teatro Sociale di Busto Arsizio -spiega la regista DeliaCajelli-: la rivalutazione del personaggio del figlio, secondo una rilettura testoriana del capo-lavoro pirandelliano, e l’eliminazione della compagnia di attori che assiste al «miracolo» del-l’apparizione dei «sei personaggi». In questa lettura rimane in scena solo il capocomico, al qualeviene affidato il ruolo di «controparte», ossia di depositario di un vecchio modo di fare e inten-dere il teatro. Questa semplificazione contribuisce a rendere più nitida, netta e magica l’appari-zione dei «sei personaggi» e fare dello spettacolo uno strumento efficace, chiaro e completo percapire tutto il teatro contemporaneo».

Ingresso spettacolo serale: posto unico € 16,00; ridotto (giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari,Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone) € 12,00; matinée per lescuole: posto unico € 6,50 (Fascia d’età: scuole secondarie di secondo grado)

L’OMAGGIO A PIRANDELLO CONTINUA AL RIDOTTO DEL TEATROLo spettacolo, che prenderà parte al 47° Convegno internazionale di studi pirandel-liani (Agrigento, Palacongressi, 5-8 dicembre 2010), si collega idealmente alla rasse-gna «Quel che il teatro deve a Luigi Pirandello», un corso per addetti alla formazio-ne del pubblico promosso dall’associazione «Educarte», in collaborazione con ilCentro nazionale studi pirandelliani di Agrigento, presso gli spazi del ridotto «LuigiPirandello». L’iniziativa verrà inaugurata nella mattinata di martedì 26 ottobre (ore 9.30-12.30)con un convegno di studi, a ingresso gratuito, che vedrà la partecipazione dei profes-sori Enzo Lauretta, Stefano Milioto e Marialaura Simeone, rispettivamente relatoridelle conferenze «Pirandello e il teatro», «Presenze pirandelliane nel teatro europeo eamericano» e «Pirandello regista». La rassegna proseguirà con otto incontri, per laregia e la guida storica di Delia Cajelli, ai quali prenderanno parte gli attori del teatroSociale: «Il metateatro di Luigi Pirandello: Sei personaggi in cerca d’autore» (11novembre ’10), «Il metateatro di Luigi Pirandello: Questa sera si recita a soggetto» (25novembre ’10), «Il metateatro di Luigi Pirandello: I giganti della montagna» (20 gen-naio ’11), «Tra immedesimazione e straniamento: il teatro di Luigi Pirandello e BertoltBrecht» (10 febbraio ’11), «Bertolt Brecht e la teoria dello straniamento» (29 marzo’11), «Il metodo Stanislawskij: la memoria emotiva e l’immedesimazione» (14 aprile’11), «Il teatro dell’Assurdo: Aspettando Godot di Samuel Beckett» (5 maggio ’11),«L’avanspettacolo: Totò ed Ettore Petrolini» (19 maggio ’11). Tutti gli appuntamentiavranno inizio alle ore 21.00. Il costo del biglietto è fissato a € 8,00 per l’intero ed € 6,00 per il ridotto, quello del-l’abbonamento a € 60,00 per l’intero e a € 45,00 per il ridotto. Le riduzioni valgonoper giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari, Cral, biblioteche, dopolavoro e asso-ciazioni con minimo dieci persone.Approfondimenti sulla rassegna «Quel che il teatro deve a Luigi Pirandello» sarannodisponibili sul prossimo numero del periodico «Il palcoscenico», in uscita martedì 26ottobre 2010.

no

tizi

e f

lash

Page 6: Il palcoscenico

in s

cena

6

VENERDÌ 3 DICEMBRE 2010 - ORE 21.00 [rassegna «Una Storia, tante storie»]

IL TROVATOREmelodramma in quattro atti da «El Trobador»di Antonio García Gutiérrezmusica di Giuseppe Verdi / libretto di Salvado-re Cammarano e Leone Emanuele Bardarecon il Teatro dell’Opera di Milanocon l’Orchestra filarmonica europea (diretto-re: Vito Lo Re)e con la Corale lirica ambrosianaregia di Mario Riccardo Migliaraproduzione: Teatro dell’Opera di Milanoopera lirica

Il destino come motore cieco di ogni esistenzaumana, l’amore e la sete di vendetta quali sentimenti che divorano la vita, e, sullo sfondo, armi, sol-dati, campi di battaglia e lo scoppiettio delle faville di fuochi guizzanti: questi gli elementi che ani-mano «Il trovatore» di Giuseppe Verdi, melodramma in quattro atti e otto quadri che i librettistinapoletani Salvatore Cammarano e Leone Emanuele Bardare trassero da «El trobador», fosca tra-gedia di «cappa e spada» dello scrittore spagnolo Antonio García Gutiérrez.Il lavoro, inserito con «Rigoletto» e «La traviata» nella cosiddetta «trilogia popolare verdiana»,debuttò il 19 gennaio 1853 al teatro Apollo di Roma, incontrando subito il favore della critica e deimelomani, tanto è vero che il musicologo Julian Budden, autore di una monumentale monografiadedicata al maestro di Busseto, ebbe a scrivere «con nessun’altra delle sue opere, neppure con il«Nabucco», Giuseppe Verdi toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico». Già in occasione di questo primo importante appuntamento, si parlò per «Il trovatore» di «operarossa». Una tinta forte e tenebrosa, magica e quasi selvaggia come quella del sangue, del fuoco edella passione colora, infatti, il melodramma verdiano, la cui storia è piena di contrasti drammati-ci e di intrecci difficili da raccontare. Al centro della vicenda, ambientata nella Spagna quattrocentesca, ci sono due fratelli: il trovato-re Manrico e il conte di Luna, che non si conoscono e che si combattono, che sono innamoratientrambi della stessa donna, la dolce e angelicata Leonora. Il racconto della loro rivalità politica eamorosa si affianca alla narrazione del dramma di cui è protagonista la splendida zingara Azucena,una donna che, per vendicare un torto subito, si trova a bruciare il proprio figlio, trattenendo per séogni segreto e lasciando così che si compia un fratricidio. «Il trovatore» accosta una grande eleganza musicale, dalla scrittura a tratti quasi schubertiana, a unafantasia melodica straripante. Indimenticabili nell’immaginario collettivo restano arie come «Taceala notte placida», «D’amor sull’ali rosee», il «Coro delle incudini» e la cabaletta «Di quella piral’orrendo foco», motivo di eroica risolutezza con cui Manrico chiude il terzo atto e che è diventa-to famoso per quei do di petto finali, non presenti nella partitura originale verdiana e la cui aggiun-ta si deve, probabilmente, a Carlo Baucardé o ad Enrico Tamberlick.L’allestimento del Teatro dell’Opera di Milano si incentra sul concetto di male e di demoniaco,dando voce a questi sentimenti attraverso l’immagine di un’eclissi di luna e l’uso di strumenti ditortura per l’ambientazione scenica.

Ingresso spettacolo serale: posto unico € 32,00; ridotto (giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari,Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone) € 22,00; abbonamento

Una scena dell’opera «Il trovatore» di Giuseppe Verdi,con il Teatro dell’Opera di Milano.

Foto: Archivio Teatro dell’Opera di Milano

Page 7: Il palcoscenico

in s

cena

7

«Tutti all’Opera» (tre spettacoli, ossia «Il trovatore», «Madama Butterfly» e «Rigoletto»):€ 60,00

LUNEDÌ 20 E MARTEDÌ 21 DICEMBRE 2010 - ORE 10.15[rassegna «Il teatro dei ragazzi e per i ragazzi»]MARTEDÌ 21 DICEMBRE 2010 - ORE 21.00 00 [rassegna «Una Storia, tante storie»]

CANTO DI NATALEdall’omonima favola di Charles Dickenscon gli attori del teatro Socialeriduzione scenica e regia di Delia Cajelliproduzione: associazione «Educarte» - teatro Sociale di Busto Arsizio spettacolo di prosa (favola per bambini)

Una commovente storia sulla possibilità di modificare il pro-prio destino. Una vigorosa denuncia dello sfruttamento mino-rile e dell’analfabetismo. Un’intensa riflessione su come soli-darietà e bontà d’animo possano diventare motori per la crea-zione di un mondo migliore. Ma, soprattutto, una delle favolepiù toccanti che siano mai state scritte. Tutto questo è «Cantodi Natale», racconto del 1843 inserito nella raccolta «TheChristmas Book» di Charles Dickens e oggetto di numero-si sceneggiati televisivi e film, ultimo dei quali quello in 3Ddi Robert Zemeckis. È con questo testo che lo scrittore inglese, noto per opere

Illustrazione di John Leech per la prima edizione del libro «A Christmas Carol»

di Charles Dickens, pubblicata a Londra nel 1843 da Chapman & Hall

I N F S T R A ADO

CAMELLIA srlPiazza S. Maria 1/d

21052 Busto Arsizio (VA)Tel. +39 0331 670974Fax +39 0331 [email protected]

Page 8: Il palcoscenico

in s

cena

8

come «Il circolo Pickwick», «Oliver Twist» e «David Copperfield», porta la magia nelle nostrevite e nel nostro calendario inventando il Natale come lo viviamo, un giorno speciale di festa ingrado di risvegliare sentimenti puri come l’amore e la tolleranza, il rispetto per gli altri e la sere-nità quotidiana del focolare domestico. «Un giorno -per usare le parole dello stesso autore- diallegria, di bontà, di gentilezza, di indulgenza, di carità, l’unico momento, nel lungo corso del-l’anno, nel quale uomini e donne sembrano disposti ad aprire liberamente il proprio cuore, dispo-sti a pensare ai loro inferiori non come a creature di un’altra specie, destinate a un altro cammi-no, ma come a compagni di viaggio».Protagonista di questo affascinante racconto gotico, facile come una fiaba e profondo come unaparabola evangelica, è il vecchio e avaro Ebenezer Scrooge, personaggio servito da modello peril Paperon de’ Paperoni della Walt Disney. Dopo un suggestivo viaggio in un mondo fantasticopopolato da fantasmi reali o presunti (il socio Jacob Marley, lo spirito dei Natali passati, quel-lo dei Natali presenti e, infine, lo spirito dei Natali futuri), quest’uomo dal cuore di ghiaccioabbandona la propria posizione scettica verso le feste di fine anno e il proprio astio nei confron-ti del prossimo per diventare una persona nuova, generosa e piena di attenzioni verso chi lo cir-conda.

Ingressospettacolo serale: posto unico € 16,00; ridotto (giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari,Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone) € 12,00; matinée per lescuole: posto unico € 6,50 (Fascia d’età: scuole primarie e scuole secondarie di primo grado)

GIOVEDÌ 27 GENNAIO 2011 – ORE 10.15 [rassegna «Il teatro dei ragazzi e per i ragazzi»]GIOVEDÌ 27 GENNAIO 2011 – ORE 21.00 [rassegna «Una Storia, tante storie»]

LA NOTTE (Giornata della memoria 2011)dall’omonimo romanzo di Elie Wieselcon gli attori del teatro Socialeproduzione: associazione «Educarte» - teatro Sociale di BustoArsizio spettacolo di prosa (teatro-documento)

Sul palco per non dimenticare. Sul palco per ricordare i milio-ni di vittime, ebrei e prigionieri politici, che morirono neicampi di concentramento nazisti. Per il decimo anno conse-cutivo, il teatro Sociale di Busto Arsizio ricorda la Giornatadella memoria, momento di riflessione istituito -come recita lalegge 211 del 20 luglio 2000- «per ricordare le leggi razziali,la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, i cittadini italianiche hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, non-ché coloro che -anche in campi e schieramenti diversi- si sonoopposti al progetto di sterminio, ed anche a costo della propriavita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». Nel solco di una tradizione che ha portato ad indagare, oltre astorie locali incentrate sul tema delle persecuzioni nazi-fasci-ste, anche grandi classici della letteratura concentrazionaria come il «Diario di Anna Frank» e«Se questo è un uomo» di Primo Levi, il teatro Sociale di Busto Arsizio volge la propria atten-

Una scena dello spettacolo sulla Shoah allestito dai ragazzi della learning

week sul libro «I sommersi e i salvati» di Primo Levi, tenutosi al teatro

Sociale nel giugno 2010.Foto: Silvia Consolmagno

Page 9: Il palcoscenico

in s

cena

9

zione al romanzo breve «La notte», scritto dal giornalista e novellista romeno Elie Wiesel, pre-mio Nobel per la pace nel 1986. Il testo, pubblicato a Parigi nel 1958 ed edito in Italia solo nel 1980, si configura come un dia-rio, cupo e disperato, degli eventi occorsi agli ebrei di Sighet, piccolo centro della Transilvania,negli anni dal 1941 al 1945, cioè dalle prime avvisaglie di antisemitismo alla prigionia neicampi di concentramento, fino all'orrore della «marcia della morte».L’obbligo di indossare la stella gialla, gli editti di divieto a entrare nei caffè e nei ristoranti, lareclusione nei ghetti sono solo alcuni degli episodi narrati dall’autore romeno, prima di descri-vere la propria esperienza di prigioniero nei luoghi infernali di Birkenau, Auschwitz eBuckenwald, lager dove vide morire i genitori e Zipporà, la sorella più piccola. Elie Wiesel sperimentò fame, sete, percosse, lavoro massacrante e sadiche torture. Assistette allamorte di donne, uomini e bambini. Vide padri e figli arrivare ad essere estranei, addirittura nemi-ci, per una crosta di pane. Perse la sua fervente fede, di fronte alla scoperta del male assoluto.Un male che rimase come cicatrice indelebile nella sua mente: «Mai dimenticherò quella notte,la prima notte nel campo -scrisse, infatti, l’autore-, che ha fatto della mia vita una lunga notte eper sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bam-bini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenti-cherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia fede. Mai dimenticherò quel silenzio not-turno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti cheassassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Maidimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai».

Ingressospettacolo serale: ingresso libero e gratuito; matinée per le scuole: posto unico € 6,50 (Fasciad’età: scuole secondarie di primo e secondo grado)

VENERDÌ 18 FEBBRAIO 2011 – ORE 21.00 [rassegna «Una Storia, tante storie»]

MADAMA BUTTERFLYtragedia in tre atti dall’omonimo tragedia di David Belasco e dall’omonimo racconto di John Luther Long musica di Giacomo Puccini libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosaregia di Mario Riccardo Migliaracon il Teatro dell’Opera di Milanocon l’Orchestra filarmonica europea (direttore: Claudio Vadagnini)e con la Corale lirica ambrosianaproduzione: Teatro dell’Opera di Milanoopera lirica

«Caro nostro e grande Maestro, / la farfallina volerà: / ha l’ali sparse di polvere, / con qualchegoccia qua e là, /gocce di sangue, gocce di pianto./ Vola, vola, farfallina, /a cui piangeva tanto ilcuore; / e hai fatto piangere il tuo cantore […]». Così il poeta Giovanni Pascoli, in una cartolinadel febbraio 1904, consolava l’amico Giacomo Puccini dell’iniziale fiasco di «Madama But-terfly», tragedia giapponese, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, tratta dall’omoni-mo testo teatrale di David Belasco, a sua volta ispirato a un breve racconto di John Luther Long. La prima dell’opera, tenutasi il 17 febbraio 1904 al teatro alla Scala di Milano, fu, infatti, accol-ta con «grugniti, boati, muggiti, risa, barriti, sghignazzate». Il compositore lucchese decise, dun-

Page 10: Il palcoscenico

in sc

ena

10

que, di apportare delle sostanziali modifiche al lavoro, operando una serie di tagli radicali alprimo atto e suddividendo il secondo in due parti. Fu la strada giusta: la ripresa del componi-mento pucciniano, tenutasi il 28 maggio 1904 al teatro Grande di Brescia, ottenne una vistosaconferma, un successo che da allora non è mai venuto meno. Prova ne è il fatto che quest’operaraffinata ed esotica, la cui composizione risale al periodo compreso tra l’estate del 1901 e ildicembre 1903 e che fu oggetto di svariati rimaneggiamenti fino all’edizione a stampa del 1907,ha conquistato il rango di «grande classico» del teatro musicale. «Madama Butterfly» è una storia di amore, dolore e lacerazione interiore, ambientata in unacornice esotica e misteriosa, tanto in voga nella cultura europea di fin de siècle, soprattutto neisalotti borghesi e negli ambienti artistici: Pinkerton, ufficiale della marina degli Stati Uniti, sbar-ca a Nagasaki e, incuriosito dalle usanze locali, si unisce in matrimonio con una geisha, Cio-Cio-San, ripudiandola, però, dopo un mese per tornare in patria. La donna, forte della sua passione edall’imminente maternità, continua ad aspettare spasmodicamente l’amato, sicura del rientro.Ma l’epilogo è tragico: l’uomo torna con una nuova moglie, per riprendersi il figlio avuto dal suomatrimonio nipponico. Disillusa per il disonore subito, la povera Butterfly decide di suicidarsi,senza sapere mai del tardivo pentimento di Pirketon.Di grande rilievo è lo stile musicale dell’opera, che non evita contaminazioni linguistiche dellepiù ardite: accanto al richiamo a modelli musicali orientaleggianti, che prendono sostanzasoprattutto nel frequente ricorso alla scala pentafona, confluiscono elementi della tradizioneoccidentale colta (il fugato, gli echi wagneriani, le reminiscenze di opere come «Bohème» e«Tosca», ma anche la scala per toni interi e altri modalismi orientaleggianti derivati dalla musi-ca russa) e di quella d’uso (l’inno della marina statunitense, oggi inno nazionale americano). Trale arie entrate nell’immaginario collettivo, la romanza «Un bel dì vedremo» del secondo atto. L’allestimento del Teatro dell’Opera di Milano rilegge «Madama Butterfly» attraverso l’anticaarte dell’Ikebana, la tecnica di disporre i fiori recisi mettendo in scena sentimenti ed emozioni.Proiezioni di composizioni floreali, immagini che hanno la fragilità di un pizzo e l’inconsisten-za di una relazione amorosa nel suo perenne mutarsi legato al desiderio, ruotano nella piccolacasa di Cio-Cio-San; completa la scenografia un magico ninfeo colorato.

Ingressospettacolo serale: posto unico € 32,00; ridotto (giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari,Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone) € 22,00; abbonamento«Tutti all’Opera» (tre spettacoli, ossia «Il trovatore», «Madama Butterfly» e «Rigoletto»):€ 60,00

GIOVEDÌ 10 MARZO 2011 - ORE 21.00 [rassegna «Una Storia, tante storie»]

RIGOLETTOmelodramma in tre atti da «Le Roi s’amuse» di Victor Hugomusica di Giuseppe Verdi / libretto di Francesco Maria Piavecon il Teatro dell’Opera di Milanocon l’Orchestra filarmonica europea e con la Corale lirica ambrosianaregia di Mario Riccardo Migliaraproduzione: Teatro dell’Opera di Milanoopera lirica

«È il più gran soggetto e forse il più gran dramma dei tempi moderni. [...] È creazione degna diShakespeare!! [...]». Così Giuseppe Verdi, in una lettera del 25 aprile 1850, indirizzata al libret-

Page 11: Il palcoscenico

in s

cena

11

tista Francesco Maria Piave, descriveva «LeRoi s’amuse» («Il re si diverte») del dramma-turgo e poeta Victor Hugo. L’opera, convincen-te affresco delle dissolutezze che animavano lacorte francese e del libertinaggio di FrancescoI, fece da motivo ispirato al melodramma «Ri-goletto», andato in scena per la prima volta l’11marzo 1851 al teatro La Fenice di Venezia.Prima del debutto, il capolavoro del composi-tore emiliano -avvincente storia dell’eternadiatriba tra fato e volontà- fu oggetto d’at-tenzione da parte della censura dell’ImperialRegio Governo asburgico, che non accettaval’attribuzione di un ruolo negativo a un sovra-no e che riteneva il soggetto di «ributtanteimmoralità ed oscena trivialità». Giuseppe Verdi optò per qualche compromesso, spostandol’ambientazione dalle rive della Senna a quelle del Mincio, trasformando il re di Francia nel ducadi Mantova (con un richiamo, forse intenzionale, alla figura dello spregiudicato VincenzoGonzaga) e cambiando l’originale titolo del componimento, «La maledizione», in «Rigoletto». Passione, tradimento, amore filiale e vendetta sono i temi che innervano quest’opera, accoltacon calore dal pubblico sin dalla sua prima rappresentazione: Rigoletto, deforme e pungentebuffone alla corte rinascimentale di Mantova, ha una figlia «segreta», Gilda, che tiene lontanadal mondo corrotto di Palazzo ducale. Duro e cattivo con tutti, sempre pronto a scherzi e ven-dette crudeli, l’uomo si dimostra, invece, con la ragazza un padre tenero e premuroso. Per unoscherzo del destino, la giovane diventa oggetto delle attenzioni del duca di Mantova, libertinoimpenitente. Nel frattempo, le reazioni dei cortigiani alle malefatte del buffone daranno il via auna serie di delitti: Gilda sarà rapita e violata dal nobiluomo; Rigoletto, per vendicare l’offesa,pagherà Sparafucile, un bandito, perché uccida il suo padrone, ma a morire, per mano del sica-rio sarà l’amata figlia. Musicalmente, il dramma verdiano dimostra una perfetta combinazione di

ricchezza melodica e potenza drammatica, come bendocumentano le due arie più celebri: «La donna è mobile»e «Cortigiani, vil razza dannata». L’allestimento del Teatro dell’Opera di Milano s’ispiraagli studi sulla magia degli Arcani e dei Tarocchi, contutte le loro raffigurazioni e simbologie provenienti dalpassato. «Rigoletto -spiega il regista Mario RiccardoMigliara- s’incarna nella carta numero 0, simbolo dell’in-conscio e della follia e, come «Il Matto» dei Tarocchi,cammina con un fardello leggero e non utilizza l’esperien-za. Il principe è «Il Diavolo», la carta numero 15, con tuttala sua capacità di sedurre e di trasformare la materia a suofavore. Gilda è rappresentata dalla carta numero 6, quellade «Gli innamorati», dove la passione e il sentimento pre-dominano su tutto».

Ingressospettacolo serale: posto unico € 32,00; ridotto (giovanifino ai 21 anni; ultra 65enni; militari; Cral, biblioteche,dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone) €

Una scena dell’opera «Il rigoletto» di Giuseppe Verdi,con il Teatro dell’Opera di Milano.

Foto: Archivio Teatro dell’Opera di Milano

Una scena dell’opera «Il rigoletto» di Giuseppe Verdi, con il Teatro

dell’Opera di Milano. Foto: Archivio Teatro dell’Opera di Milano

Page 12: Il palcoscenico

in s

cena

12

22,00; abbonamento «Tutti all’Opera» (tre spettacoli, ossia «Il trovatore», «Madama Butterfly»e «Rigoletto»): € 60,00

GIOVEDÌ 17 MARZO 2011 - ORE 10.15 [rassegna «Il teatro dei ragazzi e per i ragazzi»]GIOVEDÌ 17 MARZO 2011 - ORE 20.30 [rassegna «Una Storia, tante storie»]

CUORE (150 anni dall’Unità d’Italia)dall’omonimo racconto di Edmondo De Amiciscon gli attori del teatro Sociale e con gli allievi di «Officina della creatività»riduzione scenica e regia di Delia Cajelliproduzione: associazione «Educarte» – teatro Sociale di Busto Arsiziospettacolo di prosa

L’amore per la patria, il rispetto per l’autorità, il valore della cultura, lo spirito di sacrificio, l’e-roismo e la pietà verso i più deboli: sono questi i sentimenti che animano il libro «Cuore», scrit-to da Edmondo De Amicis nel 1886, a pochi anni di distanza dall’Unità d’Italia, con l’intento diinsegnare ai nuovi cittadini del Regno virtù civili utili per la formazione di una comunecoscienza nazionale. Lo spettacolo, che ha per protagonisti i bambini delle scuole primarie iscritti al progetto«Officina della creatività», ripercorre le pagine più significative del romanzo deamicisiano, dia-rio immaginario di un alunno torinese della terza classe, Enrico Bottini, nel quale vengonoraccontati gli episodi lieti e tristi, le curiosità di un intero anno scolastico e dove sono riuniti noveracconti dettati, mensilmente, dal maestro Perboni ad edificazione della giovane scolaresca.La trama narra, dunque, le indimenticabili avventure del buon Garrone, del monellaccio Franti,dello studioso Derossi, della maestrina dalla penna rossa, ma anche di tanti giovani «eroi» con-

siderati modelli da imitare per le loro azioni dieccezionale abnegazione. Basti pensare allapiccola vedetta lombarda, che consuma il pro-prio sacrificio per spiare le mosse del nemico,allo scrivano fiorentino, che lavora di notte peraiutare i genitori, o ancora al ragazzino tredi-cenne del passo «Dalle Appennini alle Ande»,che riesce a ritrovare, attraverso mille peripezie,la madre emigrata in America.In occasione dell’anniversario della proclama-zione del Regno d’Italia, avvenuta il 17 marzo1861 a Torino, il teatro Sociale di Busto Arsizioporta in scena un testo emblematico dell’Italiapost-risorgimentale, un testo che per lungotempo è stato considerato, con il «Pinocchio» diCollodi, indispensabile «per fare gli italiani».

Ingressospettacolo serale: posto unico € 5,00; matinée perle scuole: posto unico € 5,00 (fascia d’età: scuoleprimarie e scuole secondarie di primo grado)

Castellanza - Viale Borri, 32 - Tel. 0331/628098

Busto Arsizio - Viale Piemonte, 24

TRA POCOLE NUOVE PROPOSTE

D’ARREDAMENTO NEL RINNOVATO

SHOW ROOM A CASTELLANZA

Page 13: Il palcoscenico

in s

cena

13

MARTEDÌ 19 APRILE 2011 – ORE 21.00 [rassegna «Una Storia, tante storie»]

VITA DI KAROL di Delia Cajellicon gli attori del teatro Socialeregia di Delia Cajelliproduzione: associazione «Educarte» – teatro Socialedi Busto Arsiziospettacolo di prosa (sacra rappresentazione)

Una casa privata, cinque attori, venti spettatori, unacandela e qualche brano di Frédéric Chopin al pia-noforte: inizia così l’avventura del Teatro rapsodicoclandestino di Cracovia, fondato negli anni Quaran-ta, in pieno regime nazista, dal professore MieczyslawKotlarczyk, insegnante di lingua polacca e teorizzato-re di una forma di rappresentazione legata al cultodella «parola viva», dove si cessava di far uso di sipa-rio e palcoscenico tradizionale, nonché di scene, co-stumi e trucco, per dare spazio prioritario alle rime eal ritmo di un’opera teatrale. Un’esperienza, questa,che segnò profondamente la gioventù di KarolWojtyla. Nacquero in quegli anni testi teatrali come «La bottega dell’orefice», «Fratello delnostro Dio» e «Giobbe», che rivelano un talento capace di esprimere poeticamente i più profon-di concetti di carattere teologico e filosofico. La passione del futuro papa Giovanni Paolo II, allora studente di filologia polacca all’UniversitàJaghellonica di Cracovia, non si limitò, però, alla sola stesura di commedie e drammi: KarolWojtyla -lo si evince da un testo autobiografico come «Dono e mistero nel cinquantesimoanniversario del mio sacerdozio» (1996)- sperimentò e visse in prima persona tutte le compo-nenti del teatro, esercitando i ruoli di voce recitante, attore, regista e, persino, critico teatrale peril settimanale «Tygodnik Powszechny», dove scrisse dal 1959 al 1961, quando era già sacerdo-te, con lo pseudonimo di Andrzej Jawien. A questa esperienza giovanile di papa Giovanni PaoloII e alla storia, romantica e avventurosa, del Teatro rapsodico -definito anche «teatro delle cata-combe» perché recitato in clandestinità, per pochi «iniziati» e con il costante timore di una reta-ta nazista- guarda l'incipit di «Vita di Karol». Lo spettacolo inizia, infatti, con un itinerario evocativo attraverso la produzione teatrale e poeti-ca del futuro papa Giovanni Paolo II, per poi soffermarsi brevemente sulla sua scelta sacerdota-le e sui tanti volti del suo lungo pontificato, dai viaggi per il mondo al rapporto con i giovani,dalla grande capacità comunicativa all’esperienza della sofferenza e della malattia. Fonti per questo percorso nella vita di Karol Wojtyla, proposto in occasione della Pasqua 2011,saranno, oltre agli stessi scritti del pontefice polacco (da «Dono e mistero» del 1996 a «Letteraagli artisti» del 1999), libri di recente pubblicazione quali «Il mio Karol» (2008) di Aldo MariaValli, «I segreti di Karol Wojtyla» (2009) di Antonio Socci, «Perché è santo. Il vero GiovanniPaolo II raccontato dal postulatore della causa di beatificazione» (2010) di Slawomir Oder eSaverio Gaeta, «Karol e Wanda» (2010) di Giacomo Galeazzi e Francesco Grignetti.

Ingressospettacolo serale: posto unico € 16,00; ridotto (giovani fino ai 21 anni, ultra 65enni, militari,Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone) € 12,00

Karol Wojtyla da giovane, mentre studiava per diventare sacerdote e si dedicava al teatro

Page 14: Il palcoscenico

in s

cena

14

LUNEDÌ 30 MAGGIO 2011 – ORE 10.15 E ORE 21.00[rassegna «Il teatro dei ragazzi e per i ragazzi»]

«SÌ CHE DA LONTANO / CONOBBI IL TREMOLAR DELLA MARINA»(Viaggio all’interno del «Purgatorio» dantesco)dalla «Divina Commedia» di Dante Alighiericon i giovani di «Officina della creatività»riduzione scenica e regia di Delia Cajelliproduzione: associazione «Educarte» - teatro Sociale diBusto Arsiziospettacolo di prosa

Continua il lavoro dei giovani di «Officina della crea-tività» sulle tracce del «Divin poeta» Dante Alighieri edella sua opera più celebre: la «Divina Commedia». Dopol’«Inferno», riletto in chiave ironica con il recital «Ulisseè... un fico», è la volta del «Purgatorio». Lo spettacolo ri-visiterà tutta la seconda cantica dantesca, ponendo l’atten-zione su episodi celebri, tratti dai canti I, VI, VIII, XVI,XXII, XXX: gli incontri con Sordello da Goito, CorradoMalaspina, Marco Lombardo e Forese Donati. Filoconduttore dell’allestimento sarà il tema del mare.

Ingressospettacolo serale: ingresso libero e gratuito; matinée perle scuole: ingresso libero, previa prenotazione del posto(fascia d’età: scuole secondarie di secondo grado)

I ragazzi di «Officina della creatività» nello spettacolo «Ulisse è un…fico»,

sull’«Inferno» di Dante Alighieri. Foto: Silvia Consolmagno

UN ALTRO ANNO A SCUOLA DI DANTESono aperte le iscrizioni al secondo anno del laboratorio teatrale «Officina dellacreatività - Dalla Divina Commedia», previsto dalla convenzione triennale stipula-ta tra l’amministrazione comunale bustese e il teatro Sociale di Busto Arsizio. Le lezioni, rivolte ad adolescenti e post-adolescenti, avranno inizio l’11 ottobre 2010e si terranno a cadenza settimanale, nella giornata di lunedì, dalle 17.00 alle 18.30.I giovani corsisti potranno studiare i primi rudimenti di recitazione, canto, uso dellavoce ed espressività corporea, sotto la supervisione dell’associazione «Educarte» edella «Star Dance» di Turbigo. Il saggio di fine anno, incentrato sul «Purgatorio» dantesco, si terrà a maggio.L’avventura teatrale dei giovani di «Officina della creatività», iniziata lo scorso annocon l’allestimento dell’«Inferno», proseguirà nel biennio 2011-2012 con lo studio ela messa in scena del «Paradiso».Il laboratorio teatrale, offerto a titolo gratuito ai residenti in Busto Arsizio, si inseri-sce nell’articolato progetto triennale «Cantiere per la formazione e per lo sviluppodella creatività artistica della PERSONA», con il quale l’associazione culturale«Educarte» è stata premiata, lo scorso anno, dalla Fondazione Cariplo di Milanocon un contributo economico di 130mila euro, nell’ambito del bando senza scaden-za «Valorizzare la creatività giovanile in campo artistico e culturale».

no

tizi

e f

lash

Page 15: Il palcoscenico

info

rmaz

ioni

15

Direzione, redazione e amministrazione: Il ridotto «Luigi Pirandello» c/o teatro Sociale, piazza Plebiscito, 821052 Busto Arsizio (Varese)tel. 0331.679000 - fax. 0331.637289e-mail: [email protected]

[email protected]

Registrazione n. 11/08 del 13/10/2008presso il Tribunale di Busto Arsizio (Varese)

La tiratura di questo numero è di 6.000 copie

Chiuso in redazione venerdì 1 ottobre 2010

In copertina: «Una Storia, tante storie»,

elaborazione grafica di Marco Olgiati sulla stagione 2010/2011 del teatro Sociale

di Busto Arsizio

IL PALCOSCENICOISSN 2035-3685

Anno IIINumero IV (ottobre 2010)

Direttore responsabile: Annamaria Sigalotti

Redazione: Silvia Consolmagno (fotoreporter)

Ha collaborato: Delia Cajelli

Editore:Associazione culturale «Educarte»

Impaginazione e stampa: SO.G.EDI. srl, via Seneca, 12 21052 Busto Arsizio (Varese)tel. 0331.302590 - fax. 0331.302560e-mail: [email protected]

Il botteghino del teatro Sociale di Busto Arsizio (piazza Plebiscito, 8 - tel.0331.679000) è aperto nelle giornate mercoledì e venerdì, dalle 16.00 alle 18.00, e ilsabato, dalle 10.00 alle 12.00. È possibile prenotare telefonicamente tutti i giorni feria-li, secondo il seguente orario: dal lunedì al venerdì, dalle 16.00 alle 18.00; il sabato,dalle 10.00 alle 12.00. Per informazioni, è possibile consultare il sito web www.teatroso-ciale.it o le pagine www.facebook.com/pages/Busto-Arsizio-Italy/Teatro-Sociale-di-Busto-Arsizio/120959544605486 (Fanpage di FB) e www.facebook.com/teatroso-ciale.bustoarsizio.

La sala di piazza Plebiscito partecipa con la rassegna «Una Storia, tantestorie» a «BA Teatro», stagione cittadina che, sotto l’egida e con il con-tributo economico dell’amministrazione comunale di Busto Arsizio,annette anche le programmazioni di PalkettoStage e dei teatri Manzonie San Giovanni Bosco.

Page 16: Il palcoscenico

Cogefin s.r.l.

Promozione,Vendite

e Servizi Immobiliari

Busto ArsizioVia General Cantore, 10

Tel. 0331.621574