IL PALAZZO DI VENEZIA A ISTANBUL · 2018-10-24 · sotto la sovranità austriaca. Il Palazzo seguì...

1
IL PALAZZO DI VENEZIA A ISTANBUL RESIDENZA DELL’AMBASCIATORE D’ITALIA IL PALAZZO DI VENEZIA A ISTANBUL RESIDENZA DELL’AMBASCIATORE D’ITALIA La Serenissima Repubblica di Venezia intrattenne, sin dal 1082, relazioni preferenziali con l'Impero Romano d'Oriente e la sua capitale, Costantinopoli. Nel 1265, nel testo del trattato di pace sottoscritto dal Doge di Venezia, Renier Zen, e l'Imperatore di Costantinopoli, Michele VIII Paleologo, si convenne la designazione, per la prima volta, del rappresentante diplomatico veneziano con il titolo di “bajulus”. Il bailo svolgeva per conto della Serenissima fun- zioni di ambasciatore, console, magistrato per la tutela degli interessi dei sudditi della Repubblica di Venezia e di guida della comunità residente, nonché dei cittadini in transito. Nel 1497, in base ad un accordo stipulato tra la Serenissima e la Sublime Porta, la comunità veneziana dispose di un ambasciatore permanente a Costantinopoli che mantenne sempre il titolo di bailo, risiedendo a Pera, nella cosiddetta Casa bailaggia – l'attuale Palazzo di Venezia –. La sede del bailaggio rimase sempre a disposizione della Serenissima che, per un lungo periodo di tempo, intervenne con prestiti di denaro o con aumenti del canone di affitto per mantenerne la piena disponibilità. Nel 1746, il Senato della Serenissima autorizzò il bailo Venier ad acquistare il Palazzo di Venezia, designando come intestatario del con- tratto Messer Carlo Fornetti, dragomanno di Francia di ori- gine italiana. Questi sottoscrisse una dichiarazione attestan- te che, essendo stato l'edificio acquisito con somme intera- mente versate dalla Repubblica di Venezia, alla stessa appar- tenevano sia la proprietà che la disponibilità del Palazzo. Il Trattato di Campoformio del 17 ottobre 1797 mise fine alla Serenissima Repubblica di Venezia: il suo territorio, assieme a tutte le proprietà detenute all'estero, passarono sotto la sovranità austriaca. Il Palazzo seguì quindi le varie fasi delle guerre napoleo- niche. Con il trattato di Presburgo del 1805, siglato dopo la sconfitta di Austerlitz, Venezia, l'Istria e la Dalmazia (ivi compreso il Palazzo di Venezia) passarono all'Impero fran- cese, dal 1806 al 1815, sino cioè alla restaurazione del Regno di Francia. A seguito del Congresso di Vienna, il Palazzo fu restituito all'Impero d'Austria cui appartenne per quasi un secolo, fino alla sconfitta dell' Impero austro-ungarico del 1918. Al termine del primo conflitto mondiale, l'Italia rivendi- cò il Palazzo di Venezia quale “Proprietà storica italiana”: il primo dicembre 1918, l'Alto Commissario italiano a Costantinopoli, conte Carlo Sforza, su istruzioni del Ministro degli Esteri Sidney Sonnino, fece occupare il Palazzo da nostri marinai. Il trasferimento ufficiale fu dispo- sto con decreto del 27 marzo 1919 dell'Alto Commissario. Da quella data, fino al 1936, il Palazzo di Venezia è stato sede degli Ambasciatori d'Italia presso l'Impero Ottomano e la Repubblica di Turchia e, dopo il trasferimento delle Ambasciate ad Ankara, resta tuttora la sede diplomatica del Capo Missione quando egli risiede ad Istanbul. Il presente volume intende valorizzare il patrimonio architettonico ed artistico delle nostra rappresentanza diplomatica in Turchia in occasione del solenne centenario del Palazzo di Venezia. Gaetano Cortese Gaetano Cortese ha conseguito nel 1964 la Laurea in Scienze Politiche all’Università “La Sapienza”di Roma e nel 1968 il Dottorato in Diritto Internazionale alla Facoltà di Giurispru- denza dell’Università “La Sorbona”. (Docteur de l’Université de Paris). Dopo aver assolto agli obblighi di leva, in qualità di Tenente di Complemento del Corpo Com- missariato del l ’Aeronautica Militare, è entrato nel 1969 nella carriera diplomatica. Alla Farnesina è stato assegnato alla Direzione Generale per l’Emigrazione e gli Affari Sociali, alla Segreteria del Sottosegretario di Stato, alla Segreteria Generale e alla Direzione Generale per i Paesi delle Americhe. Ha prestato altresì servizio presso la Presidenza della Repubblica in qualità di Consigliere aggiunto per la Stampa e l’Informazione. All’estero ha svolto incarichi in seno alle Rappresentanze Diplomatiche di Zagabria, Berna, L’Avana, Washington e Bruxelles (Unione Europea). Dal 1999 al 2003 è stato Ambasciatore d’Italia presso S.M. il Re dei Belgi, Alberto II, e dal 2006 al 2009 Ambasciatore d’Italia nel Regno dei Paesi Bassi e Rappresentante Permanente d’Italia presso l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche ( O.P.A.C.). Già Assistente di Organizzazione Internazionale e di Diritto Internazionale alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma, La Sapienza, è autore di testi giuridici, di articoli di diritto comunitario ed internazionale e di pubblica- zioni sulle rappresentanze diplomatiche italiane di Berlino, Bruxelles, Istanbul, L’Aja, Oslo, Vienna e Washington. Nel 2016 il Circolo della Stampa di Milano ha conferito all'Ambasciatore Gaetano Cortese il Premio della Cultura quale riconoscimento per la realizzazione della prestigiosa collana di libri dell'Editore Carlo Colombo di Roma intesa a valo- rizzare il patrimonio architettonico ed artistico delle sedi diplomatiche italiane all’estero. In prima di sovracopertina: L'Ingresso del Palazzo. Foto Ambasciata d'Italia ad Ankara In quarta di sovracopertina: L'ingresso visto dall’alto dello scalone Foto di Mimmo Torrese

Transcript of IL PALAZZO DI VENEZIA A ISTANBUL · 2018-10-24 · sotto la sovranità austriaca. Il Palazzo seguì...

Page 1: IL PALAZZO DI VENEZIA A ISTANBUL · 2018-10-24 · sotto la sovranità austriaca. Il Palazzo seguì quindi le varie fasi delle guerre napoleo-niche. Con il trattato di Presburgo del

IL PALAZZO DI VENEZIA A IST

ANBUL

RESID

ENZA DELL’AMBASCIATORE D’ITALIA

IL PALAZZO DI VENEZIAA

ISTANBULRESIDENZA DELL’AMBASCIATORE D’ITALIA

La Serenissima Repubblica di Venezia intrattenne, sin dal1082, relazioni preferenziali con l'Impero Romanod'Oriente e la sua capitale, Costantinopoli. Nel 1265, neltesto del trattato di pace sottoscritto dal Doge di Venezia,Renier Zen, e l'Imperatore di Costantinopoli, Michele VIIIPaleologo, si convenne la designazione, per la prima volta,del rappresentante diplomatico veneziano con il titolo di“bajulus”. Il bailo svolgeva per conto della Serenissima fun-zioni di ambasciatore, console, magistrato per la tutela degliinteressi dei sudditi della Repubblica di Venezia e di guidadella comunità residente, nonché dei cittadini in transito.Nel 1497, in base ad un accordo stipulato tra la

Serenissima e la Sublime Porta, la comunità venezianadispose di un ambasciatore permanente a Costantinopoliche mantenne sempre il titolo di bailo, risiedendo a Pera,nella cosiddetta Casa bailaggia – l'attuale Palazzo diVenezia –.La sede del bailaggio rimase sempre a disposizione della

Serenissima che, per un lungo periodo di tempo, intervennecon prestiti di denaro o con aumenti del canone di affittoper mantenerne la piena disponibilità. Nel 1746, il Senatodella Serenissima autorizzò il bailo Venier ad acquistare ilPalazzo di Venezia, designando come intestatario del con-tratto Messer Carlo Fornetti, dragomanno di Francia di ori-gine italiana. Questi sottoscrisse una dichiarazione attestan-te che, essendo stato l'edificio acquisito con somme intera-mente versate dalla Repubblica di Venezia, alla stessa appar-tenevano sia la proprietà che la disponibilità del Palazzo.Il Trattato di Campoformio del 17 ottobre 1797 mise fine

alla Serenissima Repubblica di Venezia: il suo territorio,assieme a tutte le proprietà detenute all'estero, passaronosotto la sovranità austriaca.Il Palazzo seguì quindi le varie fasi delle guerre napoleo-

niche. Con il trattato di Presburgo del 1805, siglato dopo lasconfitta di Austerlitz, Venezia, l'Istria e la Dalmazia (ivicompreso il Palazzo di Venezia) passarono all'Impero fran-cese, dal 1806 al 1815, sino cioè alla restaurazione del Regnodi Francia.A seguito del Congresso di Vienna, il Palazzo fu restituito

all'Impero d'Austria cui appartenne per quasi un secolo,fino alla sconfitta dell' Impero austro-ungarico del 1918.Al termine del primo conflitto mondiale, l'Italia rivendi-

cò il Palazzo di Venezia quale “Proprietà storica italiana”: ilprimo dicembre 1918, l'Alto Commissario italiano aCostantinopoli, conte Carlo Sforza, su istruzioni delMinistro degli Esteri Sidney Sonnino, fece occupare ilPalazzo da nostri marinai. Il trasferimento ufficiale fu dispo-sto con decreto del 27 marzo 1919 dell'Alto Commissario.Da quella data, fino al 1936, il Palazzo di Venezia è stato

sede degli Ambasciatori d'Italia presso l'Impero Ottomanoe la Repubblica di Turchia e, dopo il trasferimento delleAmbasciate ad Ankara, resta tuttora la sede diplomatica delCapo Missione quando egli risiede ad Istanbul.Il presente volume intende valorizzare il patrimonio

architettonico ed artistico delle nostra rappresentanzadiplomatica in Turchia in occasione del solenne centenariodel Palazzo di Venezia.

Gaetano Cortese

Gaetano Cortese haconseguito nel 1964 laLaurea in ScienzePolitiche all’Università“La Sapienza”di Roma enel 1968 il Dottorato inDiritto Internazionale allaFacoltà di Giurispru-denza dell’Università “LaSorbona”. (Docteur del’Université de Paris).

Dopo aver assolto agli obblighi di leva, in qualitàdi Tenente di Complemento del Corpo Com -missariato del l’Aeronautica Militare, è entrato nel1969 nella carriera diplomatica. Alla Farnesina èstato assegnato alla Direzione Generale perl’Emigrazione e gli Affari Sociali, alla Segreteria delSottosegretario di Stato, alla Segreteria Generale ealla Direzione Generale per i Paesi delle Americhe.Ha prestato altresì servizio presso la Presidenzadella Repubblica in qualità di Consigliere aggiuntoper la Stampa e l’Informazione.All’estero ha svolto incarichi in seno alle

Rappresentanze Diplomatiche di Zagabria, Berna,L’Avana, Washington e Bruxelles (Unione Europea).Dal 1999 al 2003 è stato Ambasciatore d’Italia

presso S.M. il Re dei Belgi, Alberto II, e dal 2006 al2009 Ambasciatore d’Italia nel Regno dei PaesiBassi e Rappresentante Permanente d’Italia pressol’Organizzazione per la Proibizione delle ArmiChimiche ( O.P.A.C.).Già Assistente di Organizzazione Internazionale

e di Diritto Internazionale alla Facoltà di ScienzePolitiche dell’Università degli Studi di Roma, LaSapienza, è autore di testi giuridici, di articoli didiritto comunitario ed internazionale e di pubblica-zioni sulle rappresentanze diplomatiche italiane diBerlino, Bruxelles, Istanbul, L’Aja, Oslo, Vienna eWashington.Nel 2016 il Circolo della Stampa di Milano ha

conferito all'Ambasciatore Gaetano Cortese ilPremio della Cultura quale riconoscimento per larealizzazione della prestigiosa collana di libridell'Editore Carlo Colombo di Roma intesa a valo-rizzare il patrimonio architettonico ed artistico dellesedi diplomatiche italiane all’estero.

In prima di sovracopertina:L'Ingresso del Palazzo.Foto Ambasciata d'Italia ad Ankara

In quarta di sovracopertina:L'ingresso visto dall’alto dello scaloneFoto di Mimmo Torrese