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sul Servo di Dio Padre Arsenio da Trigolo 1849–1909
Fondatore delle Suore di Maria Santissima Consolatrice
Mensile - Istituto delle Suore di Maria Consolatrice Via degli Etruschi, 13
00185 Roma
Anno XVIII n.11 – NOVEMBRE 2013
POSTE ITALIANE S.P.A.- Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB - Roma
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INFORMATIVO
su Padre Arsenio da Trigolo
Anno XVIII – 11/2013 NOVEMBRE
Istituto delle Suore
di Maria Consolatrice Via degli Etruschi, 13
00185 Roma Tel. 06.49.15.61
Fax 06.49.38.80.13
Direttore responsabile R. Comaschi
Redazione
Daniela Tasca
Autorizzazione del Tribunale Civile di Roma
n.95/96 in data 04/03/1996
Stampa:
Via P. Ottoboni, 11
00159 Roma
Finito di stampare nel mese di OTTOBRE 2013
SOMMARIO Degnati, o Signore, di glorificarlo ………………… 195 Raggiunto dalla santità …..………………………..... 196 Storia della Causa di Beatificazione ……………. 197Testimoni riconoscenti …………………………….. 209 Caro Padre… ……………………………………………… 211 Richiesta di preghiere ………………………………. 214 Ringraziamenti ………………………………………….. 214 Informazioni …………………………………………… 215 Preghiera alla SS. Trinità…………………………….. 216 INSERTO: La fede, esperienza dell’incontro:
Credo la Chiesa una santa cattolica apostolica ILLUSTRAZIONI: pag. 198- - Sant’Arsenio il Grande in un affresco del Monte Athos XIV sec. p. 199 – icona raffigurante S. Arsenio e S. Macario p. 203 –Icona di S. Arsenio conservata nel Monastero della Trasfigurazione; Padre Arsenio da Trigolo – tela di A. Locatelli (Milano, via M. Gioia). Nell’Inserto (per gentile concessione Archivio Centro Aletti) particolari di mosaici: pag. III: Adorazione dei Magi - presbiterio della chiesa Beato Giovanni Paolo II a Cracovia; pag. V: Penteco-ste - Cappella della sede episcopale a Tenerife, Spagna pag. VII: Gesù calma la tempesta – quadro superiore nella chiesa Beato Giovanni Paolo II a Cracovia. Per conoscere padre Arsenio:
http://www.comunicare.it/ofmcap/arsenio a cura dei Padri Cappuccini di Lombardia – Varese. Per conoscere la nostra Congregazione:
http://www.ismc.it/
Il giorno 10 di ogni mese offriamo la giornata e la partecipazio-ne all’Eucarestia per ottenere il felice esito della causa di beati-
ficazione del Servo di Dio che ora è all’esame della Congregazione per le cause dei santi.
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Invitiamo i devoti di Padre Arsenio, gli amici, tutti coloro che ne han-no sentito parlare, quelli che chiedono la sua intercessione e quanti hanno ricevuto da lui un segno della sua bontà e della sua santità ad inviare uno scritto firmato, bastano poche righe, a questo indirizzo:
Madre Generale Congregazione Maria Consolatrice
Via degli Etruschi, 13 00185 ROMA
Più numerose saranno le lettere per manifestare il vivo desiderio che presto la Chiesa riconosca ufficialmente l’eroicità delle sue virtù e lo dichiari beato, e più forte faremo sentire la nostra voce al Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, Cardinale Angelo Amato, al quale faremo pervenire gli scritti.
“Dio, con il suo soffio,
ti da la vita;
te la conserva
continuamente e,
continuamente,
ti provvede
del necessario
per vivere:
come ti ama!”
Padre Arsenio
DEGNATI, O SIGNORE, DI GLORIFICARLO
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SANT’ARSENIO il grande
L’ Eremita
Il Fondatore prende il nome di Arsenio Nel momento di maggiore sacrificio e distacco, quando le sue stesse suore lo allontanarono dalla Congregazione, il Fondatore riconobbe in questo una nuova chiamata del Signore. “Tutti si dimenticheranno di me, ed io potrò cacciarmi nel Cuore di Gesù, tutto, senza riserva”.1 Fu così che p. Giuseppe Miglia-vacca chiese di ritirarsi fra i Cappuccini scegliendo il nascondi-mento ed il silenzio con il nome del grande Arsenio e il suo pro-gramma di vita, “Fuge. Tace. Quiesce”: «Solitudine esterna: si-lenzio, modestia d'occhi, compostezza ne' portamenti. Solitu-dine interna: Dio - anima mia, e null'altro» (APCL, P391/22 f. 19r.). Andiamo dunque a scoprire quale messaggio spirituale ci ha la-sciato il Fondatore con questa scelta, mentre conosciamo la vita e la spiritualità di Arsenio il Grande. LA VITA di Arsenio il Grande – eremita in Egitto 2
In tempo di persecuzione l'ideale cristiano era rappresentato dal martirio per Cristo. Poi, a cominciare dal IV secolo, finite le persecuzioni cruente, si cercò un’altra forma di “morte per Cri-sto”: la rinuncia al mondo e la solitudine del deserto. La vita eremitica, che ha nell'egiziano S. Antonio abate l'esempio più imitato e più popolare, costituì per molti anni il rifugio prefe- 1 Lettera –testimonianza di Mons. Paolo Rolandi a Madre Cesarina Bettini
2 Biografia da www.santiebeati.it
RAGGIUNTO DALLA Santità
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rito di questi “anarchici dello spirito”, inizialmente autonomi come i primi pionieri, poi organizzati da una Regola ascetica, che fissava tempi di digiuno e di preghiera nella vita parzialmente comunitaria, che mitigava la rigida separazione dai propri simili. Molti cristiani intraprendevano lunghi e disagiati pellegrinaggi per avere un colloquio con questi anacoreti illuminati, tra i quali vi è appunto S. Arsenio, eremita in Egitto e uno dei più celebri "padri del deserto".
Il santo anacoreta (derivato dal greco anachōrêin, ritirarsi) però non amava rompere la rigida osservanza del silenzio nep-pure con un pellegrino che venisse da lontano. E quando non poteva sottrarsi a queste visite d'obbligo, le sue rare e monosil-labiche risposte scoraggiavano anche il più devoto degli interlo-cutori, al punto che questi se ne andava quasi più sconcertato che edificato.
Arsenio nacque a Roma intorno al 354 da nobile famiglia se-natoriale.
Nel 383 l'imperatore Teodosio lo volle a Costantinopoli per affidargli l'educazione dei figli Arcadio e Onorio. Vi restò undici anni, fino al 394, quando in seguito a una profonda crisi spiritua-le ottenne l'esonero da quell'incarico per ritirarsi nel deserto egiziano.
Chiedendo a Dio una sicura via per giungere alla salvezza, una voce misteriosa gli avrebbe risposto: "Fuggi gli uomini". Il quarantenne Arsenio seguì alla lettera il consiglio: sbarcato ad Alessandria d'Egitto, si aggregò alla comunità degli anacoreti di Scete, in pieno deserto. «Ritiratosi a vita solitaria, pregò ancora con le stesse parole, e udì una voce che gli disse nuovamente: “Arsenio, fuggi, taci, pratica la pace interiore”. È da queste radici che nasce la possibilità di non peccare».
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Concedendosi pochissimo sonno, trascorreva notti intere in preghiera e meditazione: una preghiera fatta più di lacrime che di parole, poiché egli ebbe da Dio il "dono del pianto".
Dal 434 al 450, che si presume sia l'anno della morte, Arsenio dovette vivere lontano dalla tranquilla Scete, invasa da una tribù libica. Morì a Troe, presso Menfi.
«Quando il padre Arsenio stava per morire, diede quest’ordine: “Non preparate agapi per me. Se mi sono preparato un’agape, la ritroverò”».
Era uso infatti per la morte di un fratello im-bandire un banchetto fraterno come segno di comunione e immagine del banchetto celeste. Arsenio però fa notare che non importa prepa-rare nulla per la morte [agape–banchetto]: ciò che ritroveremo di là è quello che ci siamo preparati noi stessi di qui [agape-amore].
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IN TRE PAROLE, IL PROGRAMMA DI VITA 3
Di sant’Arsenio oltre a una cronistoria di Daniele di Pharan ci restano preziosi apoftegmi4 riferiti dallo stesso Daniele e da altri monaci. È quanto ci premette di ricostruire il suo messaggio spi-rituale.
3 Per le note sulla vita dei monaci del deserto parti tratto da: M. BRUNINI:
La preghiera del cuore nella spiritualità orientale, ed. Messaggero – Padova.
Gli apoftegmi di S. Arsenio sono tratti da: www.padrideldeserto.net
4 Apoftegmi dei Padri sono raccolte di detti memorabile o fatti esemplari at-
tribuiti ai monaci del deserto.
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“Fuge”: ama la solitudine
Il monaco autentico è chiamato a vivere prima di tutto la soli-tudine. I Padri del deserto, sottolineano con grande forza la fuga dagli uomini, la necessità cioè di ridurre al minimo il contatto con essi.
Di Arsenio è noto questo apoftegma: «Il beato arcivescovo Teofilo, si recò una volta dal padre Arsenio in compagnia di un magistrato. Chiese all'anziano di udire da lui una parola. Dopo un attimo di silenzio, egli rispose loro: "E se ve la dico, la osser-verete?". Promisero di farlo. Disse loro l'anziano: "Dovunque sappiate che ci sia Arsenio, non avvicinatevi"».
E ancora: «Il padre Marco disse al padre Arsenio: "Perché ci sfuggi?". L'anziano gli disse: "Dio sa che vi amo. Ma non posso essere contemporaneamente con Dio e con gli uomini. Le schiere celesti che sono migliaia hanno un'unica volontà, mentre gli uo-mini ne hanno tante. Perciò non posso lasciare Dio per venire dagli uomini"».
Alcuni contatti discreti con il mondo possono essere anche vantaggiosi. Tuttavia solo per quei monaci che hanno acquisito una grande maturità spirituale e ai quali è comandato espres-samente da Dio. Ma per lo più il monaco è invitato a garantirsi una zona di calma, di silenzio, di solitudine per ricevere la for-mazione da parte di Dio e abituarsi alla sua silenziosa presenza.
La solitudine non vuol dire solo fuga dal mondo, ma indica pure una certa stabilità in un determinato luogo solitario.
«Un fratello disse al padre Arsenio: “Mi tormentano i miei pen-sieri dicendomi: – Tu non puoi né digiunare né lavorare: visita almeno i malati, poiché anche questo è amore [di Dio]”. Ricono-scendo la semente del diavolo, Arsenio gli disse: “Va’, mangia, bevi, dormi, e non lavorare; soltanto, non allontanarti dalla cel-
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la”. Sapeva infatti che la fatica dello stare in cella porta il mona-co ad essere ciò che deve».
Comunque la solitudine esteriore è certamente importante, ma più necessaria è la solitudine del cuore. È appunto nel cuore dove si vive il monachesimo più puro.
“Tace”: cerca il silenzio
Nella solitudine il monaco è chiamato a vivere il silenzio. La voce che Arsenio aveva udita si era infatti espressa nei termini che sappiamo: fuge, tace, quiesce.
Il silenzio che esprimono i Padri del deserto, come giusta-mente è stato detto, è un silenzio dai mille nomi e dai mille volti dove ogni cosa è al suo posto, è un silenzio prezioso per l'anima, un silenzio che sta dalla parte della trascendenza. Dai vari apof-tegmi emerge che il silenzio dei Padri del deserto è il silenzio dell'umiltà, del tacere di se stessi, è il silenzio che toglie le paro-le all'egoismo, alla superbia, all'amor proprio, è il silenzio di chi si fa pellegrino e straniero, ma è anche il silenzio dell'amore, il silenzio di chi non giudica il prossimo, di chi non parla o sparla degli altri, infine è il silenzio della fede, di chi si fida del Total-mente Altro, di chi si è messo completamente nelle sue mani.
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Il silenzio a cui invitano i Padri del deserto è anche testimo-nianza. Secondo la loro esperienza è necessario parlare con le opere e non con la lingua. È il proprio cammino di fede che ope-ra, le parole sono spesso inutili: «Un giorno vennero dal padre Arsenio degli anziani che insistettero molto per incontrarlo. Egli aprì, ed essi lo pregarono di dir loro una parola su coloro che praticano la solitudine e non si incontrano con nessuno. Disse: “Finché la vergine è in casa di suo padre, molti vorrebbero spo-sarla; ma, dopo che ha preso marito, non piace a tutti: alcuni la disprezzano, altri la lodano, e non è più così stimata come prima, quando era nascosta. Altrettanto accade per le cose dell’anima: se vengono raccontante a tutti [senza discrezione], non possono convincere”».
“Quiesce”: rimani nella pace interiore
Solitudine e silenzio praticati concretamente, rappresentano dunque per i Padri del deserto, il momento fondamentale. Una quiete che seppure esterna è fondamentale. Infatti, come af-ferma Macario: «Nessuno può avere la tranquillità dell'anima, se non si è assicurato dapprima quella del corpo».
Dalla solitudine e dall'assenza di parole il monaco è chiamato a passare al silenzio profondo attivo e creativo. E questo è tutt'altro che quietismo. Al contrario è ricerca della sola quiete possibile, che è la pace di Cristo, la pace esultante di Dio nel fondo del cuore.
Il monaco si consacra per vocazione a perseguire unicamente l'unione con Dio, attraverso la preghiera, che a sua volta pre-suppone il totale distacco, la perfetta purificazione, la rinuncia a tutto ciò che potrebbe rallentare il suo cammino spirituale.
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Diceva Arsenio il Grande: «Se cerchiamo Dio, si rivelerà a noi.
Se lo teniamo stretto, resterà presso di noi». Dunque il nostro padre Arsenio da Trigolo scegliendo il nome e il motto di Arsenio il Grande decise di percorrere il cammino di configurazione al Cristo fino all'apice più doloroso, ma anche più fecondo, dell’opera di salvezza: la ricerca della solitudine, del si-lenzio e della pace interiore come consacrazione della propria vita, perché Dio sia tutto in tutte le cose.
Sant’Arsenio il Grande
Padre Arsenio da Trigolo
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Altri apoftegmi di Sant’Arsenio
Sapienza dei piccoli
Un giorno il padre Arsenio sottopose i suoi pensieri a un padre egiziano. Uno che lo vide gli disse: «Padre Arsenio, come mai tu che possiedi una tale cultura greco-romana interroghi sui tuoi pensieri questo sempliciotto?». Rispose: «Certo possiedo la cul-tura greco-romana, ma non ho ancora imparato l’alfabeto di questo semplice contadino!»
Saggezza nell’ascesi
Il padre Marco domandò al padre Arsenio: «È bene non avere al-cun conforto nella propria cella? Ho visto un fratello che aveva un po’ di piantine e le stava estirpando». Il padre Arsenio rispo-se: «È bene, ma dipende dalle disposizioni di ciascuno: se infatti non avrà la forza di vivere così, ne pianterà delle altre».
Sulle opere degli uomini
Disse il padre Daniele: «Il padre Arsenio ci raccontò questa storia come accaduta a un altro, ma probabilmente era lui stesso. Giunse una volta a un anziano seduto nella sua cella una voce: – Vieni e ti mostrerò le opere degli uomini. …. Procedettero un po’ e gli mostrò un uomo che attingeva acqua da un pozzo per ver-sarla in un recipiente forato che riversava la stessa acqua nel pozzo… “Colui che attinge l’acqua è un uomo che compie buone azioni, ma, poiché sono commiste a malvagità, anche le opere buone vanno perdute. Bisogna che ognuno vigili sulle proprie azioni, per non faticare invano”».
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Continua la storia della Causa di beatificazione del Servo di Dio Padre Arsenio da Trigolo. La rubrica ci dà anche l’opportunità di ripercorrere le tappe salienti della storia di Congregazione, se-gnata dalla memoria del Fondatore e dai passi necessari per da-re avvio alla Causa. Dagli inizi fino ad oggi.
ANNO 1942
1942 – Saluggia (VC) 25 dicembre – Annuncio del 50° di fondazione
– Circolare n. 20 di M. Cesarina Bettini
Storia dei primi tempi: Cronaca, nella quale non compare che di sfuggita, ma
non nominata, G. Fumagalli. Viene dato risalto al Fondatore, al Casalegno,
al rapido crescere della Congregazione....
«Ecce annus iubilemus!
[...] Oggi, all'avvicinarsi del 2 gennaio, data della nostra
Fondazione, voglio rievocare, con voi, la nostra nascita, avvenuta
cinquant'anni or sono [...]. E quante e quali traversie ebbe a soffrire
la nostra Congregazione nei suoi primordi!
Le dodici prime Sorelle, pietre angolari, si trovavano nel 1892
radunate in Torino, in una casa sita nel quartiere del Martinetto. Ivi
chiamate, senza dubbio, da chi, con la sua voce, arriva a tutti i
cuori, da chi dirige i passi e si serve degli strumenti umani per
compiere i suoi grandi, divini disegni. Il dono inestimabile della
vocazione religiosa era custodito in ciascun petto di quelle nostre
care primizie che s'erano riunite allo scopo di corrispondere alla
divina chiamata, seguendo da vicino il Signore. Alcune si
conoscevano tra di loro, fin dalla fanciullezza, erano dello stesso
paese, si erano confidate vicendevolmente le proprie aspirazioni,
fondendo il cuore dell'una in quello dell'altra e sostenendosi nella
prova.
STORIA DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE
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S'incontrarono con una persona [la Fumagalli] che aveva tutto
l'aspetto di religiosa, questa riuscì a insinuarsi nel loro spirito, a
ricevere le loro confidenze, promise loro di condurle in un nuovo
istituto ove sarebbero state avviate alla vita religiosa. Quelle
semplici anime, lusingate, la seguirono, anzi, le une chiamarono
altre e così da due divennero tre, quattro, finché il gruppo raggiunse
il numero di dodici, proprio come il collegio apostolico.
Ma quelle aspiranti, che avevano abbandonato la famiglia, sicure di
entrare nella casa del Signore, non tardarono a provare nell'anima
una forte preoccupazione prodotta da una penosa intuizione:
intuizione, di non essere in casa religiosa. Si sentirono fuori di
posto e amaramente disilluse. Povere anime! Quale tribolazione, in
quale oscurità immensa! Senza guida, senza direzione, lontane
dalle dilette famiglie, in casa estranea, presso persona inetta a
guidare le anime! [...]
Sua Eccellenza Reverendissima, il buon Arcivescovo Riccardi a
conoscenza della loro situazione, mandò loro un messo del Cielo,
un angelo nella persona del sacerdote Giuseppe Migliavacca che,
fattosi poi Cappuccino, prese il nome di Padre Arsenio.
Ecco la figura del nostro Fondatore che giunge, si palesa, si erge
sopra lo stuolo delle Vergini Consolatrici; la figura del Padre che,
non solamente genera la vita, ma porge i mezzi per mantenerla, per
crescerla vigorosa e sana. Il Fondatore si porta presso il gruppo di
quelle anime assetate di bene, desiose di disciplina religiosa e loro
arriva con l'ordine preciso di formarle in Congregazione Religiosa.
Grave mandato! Il Fondatore l'assolve con obbedienza illimitata,
con fiducia inalterabile nella Divina Provvidenza e con sagacia che
non ha l'eguale. Detta Esercizi Spirituali, dà alla casa una
sistemazione razionale, porta gli animi sempre più addentro nelle
vie di Dio, presenta, alle giovani aspiranti, la vita religiosa quale
deve essere, è per loro, direttore, maestro, padre; le ammette il 25
dicembre 1892 alla vestizione religiosa e riesce, il provvido
Fondatore, a liberare la piccola Comunità dalla persona invadente,
vera pietra d'inciampo, non indicata a presiedere, nominando
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immediatamente una Superiora che viene scelta fra le neo-vestite.
L'eletta è Suor Maria Cecilia al secolo Rosa Bruni.
Quali punti dolorosi, difficili, perigliosi abbia dovuto superare il
Fondatore per compiere tutto questo; quali ostilità, quali battaglie si
è suscitato attorno, solo Dio e le anime che l'avvicinavano lo
possono sapere! Le tribolazioni nacquero con la Congregazione e
non cessarono perché esse sono indici di vitalità.
In quella casa del Martinetto, era più che logico, non poteva
rimanere più a lungo la nascente Congregazione, e allora si dovette
pensare a stabilirla in conveniente e propria sede.
Ed ecco la figura che diventa il terzo elemento di fondazione,
Monsignor Casalegno, il Confondatore, anima grande e generosa
che, venuto a conoscenza delle contingenze in cui si trovava la
Congregazione che stava per nascere, provvede a prepararle il nido
e, trovatolo, non la abbandonò fino alla sua morte, provvedendola
sempre con la generosità della sua munifica mano […]
Egli dispone per la nuova Congregazione i locali liberi dell'ospizio.
Ivi le prime dodici Suore trovano la terra ove posare. Esodo
benedetto! Passano dal Martinetto alla Crocetta, il 2 gennaio 1893,
accompagnate dalla benedizione dell'Arcivescovo [...] Il santo
Arcivescovo è lo strumento della divina volontà. Egli la costituisce
e la favorisce del Decreto di approvazione. Egli le dà un nome!
“Suore di Maria SS. Consolatrice”! [...]
Nella Congregazione, ormai nata, e cresciuta, aumentano i soggetti,
si formano le opere basilari delle altre opere che si sono andate poi
formando, irrorate sempre dalla rugiada celeste, nel decorso degli
ora compiuti cinquant'anni.
Negli anni 1894 e 1895 vennero annoverate una trentina di
aspiranti fra cui Suor Gesuina che fu la prima Superiora Generale;
Suor Francesca che divenne Maestra delle Novizie, Madre
Marcellina, che fu seconda Madre Generale; Suor Severina, Suor
Margherita, Suor Mercede, Suor Alfonsina ed altre così che da
dodici, divennero venti, trenta, quaranta... cinquanta... mille! [...]
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Ecco le opere nostre iniziate fin dai primi anni: Opere educative -
Opere infermieristiche - Opere di assistenza - Opere, in una parola,
apostoliche [...]
L'occhio del Fondatore si spinge sempre avanti, il Confondatore lo
segue nelle sue vedute, l'aiuta con offerte, con donazioni ad attuare
i piani di zelo; le suore, guidate dalla prima Superiora Suor Cecilia,
corrispondono alacremente, si migliorano giorno per giorno, la
grazia dona loro energie spirituali, buono spirito e la navicella della
Congregazione solca le acque della volontà di Dio[...]
Gli esempi dei santi, dei nostri Fondatori e delle Sorelle Defunte
che più si distinsero nella virtù, ci sovvengano che la
Congregazione ha diritto di avere in noi Suore di virtù, le quali,
superiori ad ogni miseria, si mantengano all'altezza della propria
vocazione, sanno santificare la propria anima ed attirare nella
cerchia dei loro rapporti, in qualunque casa si trovino, qualunque
grado di salute abbiano, qualunque mansione esercitino, altre
anime per arrivare con le medesime, al termine dell'umano
pellegrinaggio, al cielo.
Supplichiamo l'aiuto dei nostri Santi Protettori: di Sant'Ignazio,
specialmente, nostro amato Patrono. Il motto suo: “alla maggior
gloria di Dio” è pure il nostro motto. Sant'Ignazio era un fuoco di
carità verso Dio e, per conseguenza, verso il prossimo.
Preghiamolo perché ci comunichi questo fuoco e ricordiamo che
“chi possiede la vera e perfetta carità, non cerca se medesimo in
nessuna cosa; ma desidera soltanto che in ogni cosa sia fatta la
maggior gloria di Dio”, come è detto nell'Imitazione di Cristo.
[...] Nei Cuori dolcissimi di Gesù e di Maria, nella gioia santa del
nostro giubileo, vi lascio e vi saluto.
Aff.ma Madre M. Cesarina Bettini»5
(continua)
5 AMCR, ST M. Cesarina Bettini, Circolari 1941-1947 – raccolta dattiloscr.
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Le testimonianze di persone che riconoscono nella loro vita l’aiuto di Dio per intercessione di padre Arsenio sono per noi al-trettante occasioni per imparare a guardare in alto.
Nelle fatiche e sofferenze quotidiane, come nelle gioie e nei lieti eventi, siamo guidati a scoprire la mano di Dio che costan-temente ci accompagna.
* * * * *
Condividiamo questa bella testimonianza che abbiamo ricevuto da Torino:
«Molto spesso il Signore preferisce aiutarci mediante piccoli passi, lasciandoci credere che il tempo, le opportune terapie, la nostra tenacia, le premure dei nostri cari abbiano risolto, o sen-sibilmente attenuato i nostri problemi. Dio non vuole stupirci, spesso non ci esalta con una grazia immediata, eclatante, ma ci insegna la strada da percorrere; accoglie la nostra preghiera e ci porge la Sua mano paterna nel quotidiano, nel consueto, nella semplicità, nell’ordinario…Quante Grazie , giungendo piano pia-no, senza segni straordinari e senza scalpore, hanno risolto le nostre difficoltà!
E’ di queste Grazie, di questi non rari Miracoli d’Amore che intendo ringraziare Dio e, nella stupenda comunione dei Santi, dei Beati, dei Servi di Dio e dei Venerabili, l’umile e grande Padre Arsenio, sicuro ed efficace intercessore (secondo la mia espe-rienza) di chi l’invoca e di chi non l’invoca perché non lo conosce oppure a causa di un’impostazione laica e superficiale delle pro-prie convinzioni. Ma le anime trionfanti conoscono noi, le nostre necessità, i nostri limiti e, senza ostentazione pregano per la no-stra salvezza e la nostra armonia spirituale e temporale.
Suppongo che l’anima generosa di Padre Arsenio non sia af-fatto estranea a queste piccole-grandi realtà. Un’anziana insegnante»
Testimoni riconoscenti
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In agosto un’amica scriveva a suor Annalisa chiedendo preghiere per un collega:
«Cara Suor Annalisa, come stai? … Sto mettendomi in contatto con le persone a me care per chie-dere loro di unirsi a me nella preghiera perché venga esaudita la speranza di un caro collega nel riacquistare parte della vista. La risposta per la possibilità dell' intervento si saprà presto. Tutti i giorni recito il S. Rosario da Lourdes o dal santuario di Pietrelci-na e ti chiedo di unirti a me, unitamente alle tue consorelle. Credo profondamente nella Parola e la preghiera è il nostro modo di dialogare con Dio . Ho l'esperienza personale di essere stata ascoltata più volte nella vita, ho sentito su di me la carezza di Maria e questo mi ha spinto a scriverti. Sono sicura che mi comprendi e aspetto di sentirti al più presto.
Un caro saluto e un abbraccio, Gabriella». Nel mese di settembre ha scritto di nuovo, e per ringraziare di cuore il Signore che ha ascoltato la preghiera, anche per inter-cessione di Padre Arsenio:
«Carissima Suor Annalisa, ti do una bella notizia! Il mio colle-ga è stato operato e l'operazione è riuscita. Dovrà fare 1 mese di convalescenza, legge le insegne ed ha potuto rivedere il suo ni-potino. Mi ha detto che è biondo…
Ti ringrazio tanto. Saluti cari e buon anno scolastico! Ci sentiamo presto. Gabriella»
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Dal novembre 2002, sono stati posti davanti alla tomba di Padre Arsenio un quaderno ed una penna… Chi vi sosta in preghiera, scrive la sua invocazione o esprime il suo grazie per i favori rice-vuti. È il colloquio familiare con un Amico che sappiamo capace di farsi intercessore per noi presso Dio.
Facciamo nostre queste invocazioni, allargando lo spazio del cuore nella solidarietà della preghiera.
Da Milano
Caro Padre Arsenio, sono qui presso la tua tomba. Non pote-vo lasciare Milano senza venire da te. Voglio affidare a te tutta la Comunità di Betania, i sacerdoti, gli operatori e tutti i ragazzi: c’è tanto bisogno di luce e di amore. Grazie per avermi esaudita. Suor Massimina.
Carissimo p. Arsenio, ti prego per Andrea e Beatrice perché possano continuare ad essere una famiglia unita. Fr.
Ti affido, Padre Arsenio, tutta la mia famiglia. Teresa
Caro padre Arsenio, sono qui davanti alle tue spoglie. Benedi-cimi e benedici tutte le persone che mi stanno a cuore. Tu sai tutto: chiedi a Gesù e Maria Consolatrice la grazia della conver-sione e salute del corpo e dello spirito. Guarda con particolare amore Sergio, Marina, Roberta, Corrado, Daniela e i suoi figli, Chiara, Mirko, Jacopo. Fa che riscoprano l’amore che Gesù ha per ciascuno di loro. Sono giovani e spensierati. Hanno tutto meno Gesù e la guida della Chiesa. …questa è la mia preghiera, la mia supplica e la mia grande fiducia in Te. Grazie. Una tua fi-glia che ti ama e chiede forza, fedeltà e coerenza di vita. Sr Luisa
Caro padre…
Preghiere ALLA TOMBA DI PADRE ARSENIO
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Oggi i miei genitori ricordano il 62° anniversario del loro ma-trimonio. Ringrazio con loro padre Arsenio per averli molto aiu-tati in questi anni, dando loro la grazia di poter “camminare” ancora insieme.
Oggi, dopo un anno, siamo passati a trovare una cara suora. Grazie a lei il nostro piccolo è protetto te. Non ti chiedo molto, ma solo serenità e tranquillità intorno al mio bimbo e alla mia famiglia. Un grande grazie a te e alla suora. Laura
Caro padre Arsenio ti prego per la salute dei miei cari e per la pace in famiglia. Stefania con Giovanni - da Augusta.
Caro p. Arsenio ti prego per mia sorella Libera, Roberto e fa-miglia, Andrea, Beatrice. B.
Chiedono preghiere per intercessione di padre Arsenio due famiglie in difficoltà, per ritrovare la pace e la serenità economi-ca. Maria Stella chiede preghiere per superare le difficoltà del lavoro.
Grazie padre Arsenio per l’aiuto, la fiducia e la speranza che ci hai dato in questi anni di attesa. Adesso se puoi dacci la forza di aiutare la mia nipotina a crescere serenamente anche senza il papà… Ancora grazie, la nonna.
Da Torino
Caro padre Arsenio, chiediamo la tua protezione su Marta, Matteo e Angelo che sono rimasti senza la loro amata mamma e moglie Silvia. Aiuta anche tutti coloro che le hanno voluto bene, aiutaci ad affidarci con fiducia al Signore. Donatella
Caro Padre Arsenio, ti chiediamo un caloroso abbraccio di guarigione per una persona a noi tanto cara. Grazie! Emanuela, Paolo, Federico.
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Padre Arsenio, con l’intercessione di Gesù, aiuta la mia mamma a superare e a guarire dal brutto male che ha, proteggi-la nella vita e fa’ che riacquisti la salute. Proteggi anche il mio papà. Grazie! Paolo
Grazie padre Arsenio mio amato fondatore, che prenda esempio del tuo silenzio, del tuo amore, della tua generosità. Grazie! Suor Rosa
Caro padre Arsenio, ti ringrazio per gli anni meravigliosi che sto vivendo in questa scuola, ogni giorno tu sei vicino a noi e ci proteggi. Ti ringrazio anche per questa comunità di Suore che ogni mattina ci accolgono e ci guidano, aiutale e aiuta anche le maestre e i nostri genitori. Padre Arsenio ti voglio bene, proteg-gi la mia vita. Gaia B.
Caro Padre Arsenio, aiuta tutte quelle persone che non han-no un lavoro, i profughi che vanno in cerca di un avvenire mi-gliore, ti prego, salvali dai pericoli, aiuta i bambini . Grazie della tua protezione. Elisa T.
Grazie Padre Arsenio, il nostro piccolo Federico è un dono di Dio, ma è anche grazie alla tua intercessione e protezione che ora abbiamo la gioia di stringerlo tra le braccia. Osiamo chiederti di continuare a proteggerlo e per noi genitori chiedi al buon Dio di aiutarci ad essere bravi educatori. Confidiamo nel tuo aiuto e ti ringraziamo ancora di vero cuore. Famiglia BERTOLINO
Padre Arsenio, ti chiedo di aiutare mia zia che sta tanto sof-frendo per la morte di suo marito, ha una figlia disabile, confor-tala con la tua protezione, aiutala a superare questo momento tanto difficile. Grazie! Isacc R.
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“Affidiamoci tutti in lui…Egli fa il nostro meglio”. Padre Arsenio
Ogni sera, e soprattutto il 10 di ogni mese, in tutte le Comunità ci riu-niamo per invocare l’intercessione di Padre Arsenio sulle persone che ci chiedono preghiere. Sicure che il nostro Fondatore ci ascolta, pre-ghiamo:
Per Francesco, Vito, Rebecca e Simona; per Sergio, affetto da tu-more; per Franco e i suoi familiari; per la guarigione del piccolo Fran-cesco malato di tumore; perché Sara porti a termine bene la difficile gravidanza; per il piccolo Riccardo; Alessandra chiede preghiere per la piena conversione della sua famiglia; perché si risolvano i problemi familiari di Gaetano e Vittoria; per le necessità di Giovanna e Paolo; secondo le intenzioni di Maria; perché torni la pace nella famiglia di Stefania; per Maria Teresa, mamma di Rino, perché i controlli medici ne confermino la piena guarigione; per la guarigione di una giovane mamma, gravemente malata, e per la serenità della sua famiglia; per la guarigione del papà di Patrizia P.; per la guarigione di Stefano; per le necessità di Domenico, Franco e Ivano; per ringraziare il Signore del buon esito dell’operazione di Francesco; per la famiglia di Mario; per la guarigione di Giorgia e la serenità dei sui familiari; per il buon esito dell’intervento agli occhi della piccola Sabrina.
A quanti hanno inviato offerte per la causa di beatificazione:
Comunità di GARLASCO Comunità di ROSATE Carillo Maria Felicia, SAN GIUSEPPE VESUVIANO Consiglia Crispo, SAN GIUSEPPE VESUVIANO
RICHIESTA DI PREGHIERE
PER INTERCESSIONE DI PADRE ARSENIO
Per le offerte, servirsi ccp. N.195.94.209 intestato a:
ISTITUTO MARIA CONSOLATRICE
Via M. Gioia, 51 – 20124 MILANO
precisando: CAUSA P. FONDATORE
RINGRAZIAMENTI
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iNFORMAZIONI
La causa di beatificazione di P. Arsenio è affidata alla Postulazione ge-nerale dei Padri Cappuccini.
Postulatore Generale: PADRE CARLO CALLONI Tel. 06. 51. 35. 467 Via Pomponia Grecina, 31 Fax 06. 51. 24. 301 00145 ROMA
Vice-postulatore PADRE COSTANZO NATALI Tel. 0372. 45. 42. 35 Via Brescia, 48 Fax 0372. 45. 42. 34 26100 CREMONA Chi ottenesse grazie per intercessione di Padre Arsenio, abbia la bontà di comunicarlo, per iscritto, ad uno dei seguenti recapiti:
SUOR DANIELA TASCA Tel. 06. 49. 15. 61 Via degli Etruschi, 13 Fax 06. 49. 38. 80. 13 00185 ROMA [email protected]
SUPERIORA PROVINCIALE Tel. 011. 39. 05. 38 Via Caprera, 46 Fax 011. 32. 26. 18 10136 TORINO [email protected] Chi desidera informazioni per recarsi in pellegrinaggio presso la tomba di Padre Arsenio si rivolga a:
SUPERIORA LOCALE Tel. 02. 66. 98. 16. 48 Via M. Gioia, 51 Fax 02. 66. 98. 43. 64 20124 MILANO [email protected]
L’informativo è inviato gratuitamente a chi ne fa richiesta.
Il nostro sentito grazie a chi ci sostiene con un’offerta.
Sono disponibili, a richiesta, immagini
con la preghiera alla SS. Trinità per implorare grazie
per intercessione di Padre Arsenio.
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PREGHIERA ALLA SS. TRINITÀ
Padre, ricco di misericordia, che hai attratto il tuo servo p. Arsenio Migliavacca a fare della sua esistenza, nella varietà delle situazioni, un’offerta a te gradita concedimi, per la sua intercessione, la grazia … Gloria al Padre. Signore Gesù, Figlio di Dio, che hai chiamato a seguirti, per la via dei consigli evangelici, il tuo servo p. Arsenio Migliavacca conducendolo a conformarsi a te nell’umiltà, semplicità e carità, concedimi, per la sua intercessione, la grazia… Gloria al Padre. Spirito Santo, Consolatore, che hai guidato il tuo servo p. Arsenio Migliavacca nel servizio ad una nascente famiglia religiosa perché, sotto la materna protezione di Maria Ss.ma Consolatrice, si impiegasse nell’esercizio delle opere di misericordia, concedimi, per la sua intercessione, la grazia … Gloria al Padre.
Imprimatur In Curia Arch. Mediolanensi, die 13.03.1998
Mons. Angelo Mascheroni