Il nuovo ritmo di Twenty'z Radio

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28 MARTEDÌ 11 SETTEMBRE 2012 Cultura & Spettacoli il Cittadino n Si intitola “Full body” ed nato all’interno del palinsesto in strea- ming targato Twenty’z Radio il primo singolo prodotto da Dj e.S.s. per l’emittente radiofonica di San Donato. È un traccia dance pensata per le discoteche, che ver- rà lanciata e distribuita anche nel corso di feste e sagre della città. I promotori spiegano che questa «è solo la prima traccia di un proget- to che nel pros- simo inverno porterà il Dj ad uscire con al- bum inediti». I riflettori si ac- cenderanno co- sì sull’abilità di Gianandrea Torre, che è in onda tutti i mar- tedì dalle 22.15 alle 23.15. Prose- gue così l’avven- tura fatta da vo- lontari che si al- ternano dietro le quinte del Cag (Centro ag- gregazione gio- vanile) nelle ve- sti di tecnici e speaker, impegnati in rubriche e trasmissioni radiofoniche dirette agli ascoltatori del Sudmilano e non solo, con il sogno di afferma- re l’emittente del web come una «voce» saldamente legata al terri- torio. Ma c’è di più. La Siae ha concesso la possibilità a Twenty’z Radio di poter trasmettere le più gradi hits di tutti i tempi e di tutti i generi, con una rotazione 24 ore su 24 di oltre 5mila brani tra in- tramontabili cavalli di battaglia e novità: da Ligabue a Vasco Rossi, dagli U2 a Bob Marley. Inoltre la scaletta si infittisce di tre nuovi programmi, con approfondimenti giornalistici e musicali alternati a parentesi comiche. Matteo Ca- stelnuovo, tra i fondatori di que- sta radio, si prepara a condurre “Seven”, programma che andrà in onda il lunedì sera e vedrà co- me primo ospite il sindaco An- drea Checchi, protagonista nella serata di lunedì 17 alle 19, con cui si aprirà un focus di opi- nione legato al- la città. Mentre il venerdì dalle 22.15 alle 23.15 la conduzione di H&M Hakuna Matata sarà nel- le mani di Va- lentina e Cinzia, che guarderan- no in chiave iro- nica le favole dei bambini per regalare al pub- blico una pausa che farà sorri- dere. E il palin- sesto cresce an- che con Rockinpedia, in cui tutti i vener- dì sera dalle 21 alle 22 Andrea e Flavio, alla pre- senza di ospiti, accompagne- ranno il pubbli- co alla scoperta di un repertorio d’eccezione. As- solutamente da visitare il sito che si presenta con un nuovo look, in cui non manca uno spa- zio per gli inter- venti (http:// twentyzra- dio.myblog.it), senza contare che è possibile scaricare l’applicazio- ne per ascoltare voci e musica dal- lo smartphone. E le novità passa- no naturalmente anche da Youtu- be e Facebook. In primo piano: una scommessa che è entrata a far parte del motore europeo Ra- dioteam.eu, una vetrina d’ecce- zione in cui la radio sandonatese si è fatta spazio. G. C. Racconto d’estate DEUS IRAE di Franco Forte Franco Forte, di Casaletto Lodigiano, è scrittore, tra- duttore e sceneggiatore (ha partecipato a serie televisi- ve come Distretto di Polizia e RIS - delitti imperfetti) e di- rettore editoriale delle colla- ne da edicola Mondadori (Gialli Mondadori, Urania e Segretissimo). Il suo ultimo romanzo è il thriller medievale “Il segno dell’untore”, prima indagine del notaio criminale Niccolò Taverna nella Milano del 1576 piagata dalla peste. Il racconto “Deus Irae”, che Il Cittadino pubblica in esclusiva a puntate, è stato da spunto per il romanzo “I Bastioni del Corag- gio” (Mondadori, 2011). www.franco-forte.it - www.ilsegnodelluntore.it PARTE DODICESIMA A. D. 1548 - Ducato di Milano – Città di Marignano Riassunto delle puntate precedenti: Fulvio Alciati, soldato di ventura, arriva a Marignano, dove conosce Bernardo e Ludovico de Valois, il comandante dei gendarmi, uomo senza scrupoli. La vigilia di Natale, dopo aver saputo da Miriana, sua moglie, che presto sarà padre, soccorre una giovane mendicante e la porta nella garitta della guarnigio- ne, dove Ludovico cerca di violentarla. Fulvio reagisce e lo colpisce, e Ludovico, fuggendo, giura vendetta. Una notte, insieme ai suoi sgherri, Ludovico aggredisce Miriana e la uccide, poi fugge a Milano, dove assume l’incarico di Vica- rio del Capitano di Giustizia. Fulvio, sconvolto dalla perdita della moglie, lo insegue nella capitale del Ducato, e final- mente lo trova, durante una parata in onore del nuovo Governatore di Milano. Cerca di aggredirlo, ma viene bloccato dalla scorta di Ludovico de Valois, che adesso l’ha in pugno. — Uccidilo, mio signore — lo incalzò Marcello Dolci guar- dandosi attorno nervoso. Avevano trascinato Alciati in un vicolo deserto, ma poteva sempre comparire qualcuno. — Non approfittiamo troppo della fortuna. Ludovico l’ignorò e si accosciò accanto a Fulvio Alciati. L’aveva sentito dire qualcos’altro, ma non aveva capito che cosa. Si rendeva conto che non poteva tirarla troppo per le lunghe, perché lui e Marcello si erano messi d’ac- cordo per raccontare che Alciati aveva cercato di fuggire e che erano stati costretti a ucciderlo, ma se qualcuno li avesse visti... Ludovico scosse la testa. Voleva assapora- re ancora quella inattesa e succosa vittoria, quel piccolo regalo che Alciati gli faceva proprio nel giorno in cui si era sentito tanto mortificato per il ruolo a cui era stato relegato. E che cosa c’era, di meglio, che infierire su un uomo iner- me, prima di strappargli la vita a colpi di spada? — Avresti dovuto lasciarmi fare, con quella ragazzina — disse, accostando quasi la bocca all’orecchio di Alciati. — Lei non avrebbe sofferto molto, e a quest’ora tua moglie sarebbe ancora viva. Alciati restò con gli occhi chiusi e la testa abbandonata sul petto, ma il suo corpo fu attraversato da uno spasimo. Lu- dovico allargò ancora di più il suo sorriso maligno. — Non è stato niente male stuprare tua moglie, sai? — continuò. — E ti dirò una cosa, alla fine sembrava che pia- cesse anche a lei. Restò ad aspettare una reazione, ma Alciati non si muo- veva, non tremava neppure più. — Sei un codardo e uno stolto — disse rialzandosi. — Ti meriti di andare a fare compagnia a tua moglie all’inferno. – Fece un paio di passi indietro, poi l’indicò disgustato a Marcello Dolci. — Finiscilo — ordinò. Fulvio ascoltò le parole di Ludovico de Valois. Non avreb- be voluto farlo, perché ormai era pronto a lasciarsi andare nell’oblio, ma quando il giovane comandante parlò, la sua voce stridente gli corse lungo la spina dorsale e nello sto- maco, piantandosi con una fitta simile a quella che avreb- be potuto provocargli un pugnale. Il dolore al braccio e al fianco sinistro scomparvero al- l’istante, sostituiti da un tremito che sembrava volergli ri- durre in polvere le ossa. Fulvio provò a riaprire gli occhi, ma le palpebre erano come incollate fra loro. — Sei un codardo e uno stolto — disse Ludovico de Valo- is alzandosi, con un tono distaccato e pieno di disprezzo. — Ti meriti di andare a fare compagnia a tua moglie all’in- ferno. No, pensò Fulvio avvertendo un fuoco che si impadroniva del suo corpo, dei suoi muscoli, delle ferite che buttavano sangue sulla strada. Sarai tu ad andare all’inferno. Avvertì il sibilo della spada che tagliava l’aria, diretta verso il suo cuore, e con uno strappo doloroso riaprì gli occhi, si gettò di lato e mise tutta la forza e la disperazione di cui poteva disporre nel calcio che sferrò verso Marcello Dolci. Lo sgherro di Ludovico mancò il colpo, e assorbì il calcio nell’inguine con una smorfia di dolore e di stupore che gli fece defluire tutto il sangue dal viso. Senza emettere un la- mento, Marcello Dolci crollò a terra, accanto a Fulvio, che con un ringhio di rabbia gli strappò via la spada, gli tagliò la gola con un colpo netto e poi fronteggiò Ludovico de Valo- is. Fulvio Alciati si ergeva davanti a lui come un fantasma, una creatura ricoperta di sangue che doveva essere usci- ta da qualche recesso dell’inferno. Marcello Dolci sussultava a terra, stringendosi il collo con le mani nel disperato tentativo di trattenere la vita che gli sfuggiva insieme al sangue. Prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, Alciati, con il viso stravolto da una smorfia raccapricciante, gli fu addos- so. Ludovico riuscì ad arrestare il suo fendente grazie al- l’istinto e al fatto che Alciati impugnava la spada con la mano sinistra, mentre la destra gli pendeva inerte lungo il fianco. — Che cosa vorresti fare? — chiese facendo un salto in- dietro e portandosi fuori della portata della spada di Alciati. Dopo il primo attimo di sbandamento, si era accorto di quanto fosse stato fiacco il colpo portato dal suo nemico, e aveva subito riguadagnato la sua sprezzante aria di su- periorità. — Non vedi come sei ridotto? Lasciati ammaz- zare senza crearmi problemi, d’accordo? Fulvio Alciati emise un ringhio minaccioso e si catapultò ancora in avanti con la forza della disperazione, branden- do la spada di Marcello Dolci. Ludovico parò la stoccata, si allargò elegantemente sulla sinistra e affondò la punta del- la lama di Toledo direttamente nella coscia scoperta di Al- ciati. Questi crollò in ginocchio, senza emettere alcun grido, ma poi, dimostrando una forza di volontà sorprendente, riuscì a tirarsi ancora in piedi e a fronteggiarlo di nuovo. Ludovico sorrise. — Mi avevano detto che la disperazione fa miracoli, ma tu non sei obbligato a prendere sul serio certe dicerie. Fulvio avanzò ancora, trascinando la gamba ferita, e Lud- ovico si rese conto che avrebbe dovuto finirlo in fretta, se non voleva farsi scoprire da qualcuno. Quell’uomo sem- brava invasato, e forse avrebbe continuato a combattere fino a quando lui non gli avesse trafitto il cuore. Deciso a chiudere il conto con Alciati, divenne all’improvvi- so serio, piegò le gambe e preparò la mossa che avrebbe portato l’acciaio di Spagna direttamente nel petto di quel- l’anima dannata. Fintò un colpo sulla sinistra, aspettò che Alciati, con disar- mante lentezza, parasse la stoccata, poi ruotò rapidamen- te su se stesso, si abbassò il più possibile e portò il colpo. Con un gesto disperato Alciati si lasciò cadere a terra, nel- l’estremo tentativo di schivare l’affondo. Con sua sorpresa, Ludovico comprese che nonostante le condizioni in cui si trovava, Alciati era un avversario formidabile. La sua spa- da, infatti, non riuscì a penetrare nel costato dell’uomo e ad aprirsi la strada fino al cuore come aveva calcolato, ma si limitò ad attraversargli la spalla sinistra da parte a parte. Quando Ludovico ritirò la lama, si rese conto che avrebbe dovuto colpirlo ancora, per strappargli una volta per tutte la vita a cui Alciati si teneva aggrappato tanto tenacemente. Quando la spada gli squarciò i muscoli della spalla, Ful- vio comprese che tutto era perduto. Non avvertiva più dolore, però i muscoli recisi dell’arto non gli consentirono di reggere ancora la spada, che cadde a terra con un suono lontano e attutito dalla foschia che gli annebbiava la vista. Con gli ultimi residui delle sue forze cercò di tirarsi ancora in piedi, ma non sentiva più le braccia e le gambe. Restò seduto a terra, in una posizione scomposta, respirando pesantemente. E fissò Ludovico de Valois negli occhi. — Verrò a prenderti — disse con la voce impastata di sangue. — Tornerò dall’inferno per tormentarti per il resto della tua lurida vita. La risata sprezzante di Ludovico fu attenuata solo in parte dalle strette pareti del vicolo. — Intanto comincia a portare i miei saluti a tua moglie — ringhiò il Vicario impugnando la spada a due mani e solle- vandola per sferrare il colpo finale. Fulvio avrebbe voluto sputare contro Ludovico de Valois, prima che il fendente gli staccasse la testa dal collo, ma poi accadde qualcosa. La lama di Toledo continuava a restare sospesa nell’aria, come se il tempo si fosse improvvisamente fermato, e gli occhi di Ludovico de Valois si allargarono a dismisura, di- latati dallo stupore. Il suo corpo vibrò, poi Fulvio avvertì un rumore raschiante, come quello che fa una spada quan- do attraversa un uomo da parte a parte, e come d’incanto vide comparire la punta di uno stocco dal petto del Vicario, anticipato da uno spruzzo di sangue. Ludovico de Valois aprì la bocca per dire qualcosa, men- tre osservava sbalordito la lama che l’aveva trafitto, ma quello che gli uscì dalla gola fu solo un rauco gorgoglio pieno di sangue. Com’era possibile? Fulvio Alciati era lì davanti a lui, pro- strato ai suoi piedi, pronto a ricevere il colpo finale, eppure non era riuscito a colpirlo. Ludovico abbassò lo sguardo verso il proprio petto, da dove sentiva allargarsi un dolore indicibile, e vide una lama sporca di sangue spuntare len- tamente, palmo dopo palmo. Qualcosa non andava. Non vedeva l’elsa della spada, e poteva giurare che Fulvio Alciati fosse ancora lì, seduto a terra con il corpo ricoperto di sangue. Allora chi l’aveva col- pito? Chi l’aveva trapassato da parte a parte con quello spiedo rozzo, forgiato da artigiani da quattro soldi? Lentamente, mentre il dolore diventava una marea inarre- stabile che gli riempiva gli occhi e la mente, Ludovico si gi- rò per guardare chi lo stava uccidendo. — Questo è ciò che ti meriti — disse una voce che Fulvio in un primo momento non riconobbe. Ludovico de Valois si era girato e gli copriva la visuale, co- sì non riusciva a vedere chi fosse stato a infilzare il Vicario. Poi questi crollò in ginocchio, con la spada affondata fino all’elsa nella schiena, e finalmente Fulvio comprese quello che era accaduto. Davanti a Ludovico c’era una ragazzina. Una creatura leggiadra e dannata insieme, che evocava i suoi più feroci incubi e che aveva il potere di infiammargli i lombi anche adesso che la vita gli stava sfuggendo di mano. — Ti ho seguita per tutto il tempo — disse la giovane mendicante che lui aveva desiderato perdutamente, avvi- cinandosi di un passo e abbassando il cappuccio che le ri- copriva la testa. — Aspettavo solo un’occasione come questa. Ludovico osservò la ragazza, vide che era cresciuta, che non aveva più quella luce raminga e spaesata negli occhi, sostituita da un’espressione dura e determinata. Cercò di sollevare una mano per toccarla, per sfiorarla un’ultima volta, ma il suo corpo non obbediva più ai suoi comandi. La ragazzina si avvicinò ancora, portò il viso così vicino al suo che Ludovico credette che finalmente lei l’avrebbe ba- ciato, scacciando i demoni che l’avevano posseduto e che in nome del suo ricordo l’avevano costretto a compie- re atti innominabili. Invece lei raccolse un grumo di saliva sulla lingua e glielo sputò in faccia, mostrandogli tutto il suo disprezzo. — Crepa — disse tirandogli un calcio e mandandolo lun- go disteso per terra, con la faccia nel rigagnolo di scolo del vicolo. Prima di morie, Ludovico de Valois cercò disperatamente di suggere con la lingua una goccia della sua saliva. — Hai perso molto sangue — gli disse Anita appoggian- dolo delicatamente contro la parete del vicolo ed esami- nando le ferite. — Però non mi sembra troppo grave. Non è stato leso nessun organo vitale. Fulvio sorrise, cercò di dire qualcosa ma fu scosso da una tosse dolorosa. — Stai zitto — gli ordinò lei, strappandosi gli orli della veste per realizzare delle fasciature rozze ma sufficienti ad arre- stare il sangue. — Risparmia le forze, se vuoi continuare a vivere. — Poi sollevò gli occhi e lo guardò, allargando un sorriso che inondò di gioia il cuore di Fulvio. — Perché tu vuoi continuare a vivere, vero? Come ho fatto io. Fulvio annuì. — Bene — fece Anita terminando di fasciargli le ferite. — Adesso però arriva il difficile. Dobbiamo andarcene al più presto da qui, perché le guardie non tarderanno a trovarci. Credi di farcela a metterti in piedi? — Finché non ci provo non lo sapremo mai — sibilò Ful- vio stringendo i denti e facendo forza con la gamba sana. Mentre si tirava in piedi, aiutato da Anita, riconobbe qual- cosa nel calore del suo sorriso. Era lo stesso che illumina- va il volto di sua moglie quando lui le diceva che l’amava. FINE L ’EMITTENTE SI PRESENTA ALLE PORTE DELLA STAGIONE CON UNA PROGRAMMAZIONE PIÙ COMPLETA Il nuovo ritmo di Twenty’z Radio Le “voci” al microfono negli studi di Twenty’z Radio OGGI AL CINEMA FANFULLA Le “nuvole” sull’orizzonte del nostro Paese n Una finestra sul cinema ita- liano spesso escluso dal circui- to della distribuzione. Merco- ledì e giovedì sera (proiezioni alle ore 21.15) il Cinema Fan- fulla di viale Pavia a Lodi pro- porrà Qualche nuvola, opera prima di Saverio di Biagio ac- colto lo scorso anno da buone recensioni della critica dopo la presentazione alla Mostra del cinema di Venezia (dove era inserito nella sezione Orizzonti) ma poi, come spes- so accade, distribuito poco e male nelle sale. Si tratta di una sorta di prologo che apri- rà la nuova stagione del cine- forum della sala cinematogra- fica di viale Pavia, in pro- gramma a partire dal prossi- mo 18 settembre. Definito un film che parla di «rapporti umani: quelli fra colleghi mu- ratori, fra familiari, fra pro- messi sposi, fra amici frater- ni, fra datore di lavoro e ope- rai, fra amanti di ceti diversi», Qualche nuvola è una storia che si svolge in un quartiere periferico di Roma, una zona di borgata dove gli sbocchi più ovvi sono il duro lavoro e i pic- coli furti. Il protagonista, Die- go (Michele Alhaique), ha scelto la prima strada, è un muratore che ogni giorno su- da la pagnotta. E ha scelto di sposare Cinzia (Greta Scara- no), la ragazza con la quale è cresciuto e che viveva sul suo stesso piane- rottolo. Ma la solidità delle certezze di Diego verrà scalfita dal- l’incontro ca- suale con Vio- la (Ayilin Prandi), ra- gazze bella e infantile che appartiene a un altro mon- do, vive nel centro storico tra locali alla moda e vernis- sage. Toccherà quindi a Diego prendere una decisione e non farsi travolgere da «qualche nuvola»: le nuvole dei dilem- mi, delle scelte non ponderate, e delle scelte che qualcuno ha fatto per noi. (Fa.Ra.) Due immagini di “Qualche nuvola” di Saverio di Biagio R ASSEGNA A MILANO Le “strade” del cinema tra Venezia e Locarno n Scatta oggi alle 12.30 “l’ora X” per la vendita dei bi- glietti di tutti i film inseriti nel cartellone di “Le vie del cinema”, la rassegna mila- nese che pre- senta le opere passate in concorso alla 69esima Mostra cinematografica di Ve- nezia e al 65esimo Festival del film di Locarno. Il programma è di assoluto livello e il richiamo forte per i cinefili visto che già dal primo giorno (giovedì, pres- so Anteo spazioCinema) verran- no proiettati i film vincitori dei due festival: il Pardo d’oro (La fille de nulle part, di Jean-Clau- de Brisseau) e l’appena procla- mato Leone d’oro (Pietà, di Kim Ki-duk). La 33esima edizione della manifestazione milanese dedicata ai film di Venezia e Lo- carno propone quest’anno 46 tra lungometraggi e corti in 9 sale cinematografiche per 8 giorni di programmazione e 78 proiezio- ni. I biglietti si possono acquistare da oggi (sempre a partire dalle ore 12.30) sia on line che fisica- mente. L’infopoint si trova in Galleria de Cristoforis 3 a Mila- no (su corso Vittorio Emanuele) e sarà attivo dalle 12.30 alle 20.30 fino al 20 settembre. Saranno in vendita le cinecard “Le vie del cinema” (36 euro per 8 ingressi a scelta), i biglietti di tutti i film in rassegna (7 euro intero, 5,50 ridotto), si potranno convertire i coupon pubblicati sul Corriere della Sera in biglietti a 3 euro e ritirare i tagliandi riservati on line con la Cinecard “Le Vie del Cinema”. Per prenotare i bigliet- ti da internet è sufficiente colle- garsi al sito www.lombardia- spettacolo.com, attivo da oggi al- le ore 12.30. i biglietti prenotati si potranno stampare diretta- mente dal proprio computer. Da giovedì 13 a giovedì 20 settembre sarà possibile acquistare bigliet- ti e convertire i coupon del Cor- riere della Sera solo per i film in programma nel cinema il giorno stesso. Le sale che partecipano all’iniziativa sono Anteo spazio- Cinema, Apollo spazioCinema, Arcobaleno Film Center, Arlec- chino, Auditorium San Fedele, Eliseo Multisala, Mexico, Orfeo Multisala e Plinius Multisala. F. R. n Parte oggi la vendita dei biglietti per il ciclo che prenderà il via giovedì con i film vincitori dei due festival Il sindaco di San Donato Checchi lunedì 17 ospite del programma “Seven” Un singolo “dance” realizzato dai dj della radio di San Donato

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Articolo pubblicato l'11 settembre 2012 a pagina 28 del quotidiano locale del Sud Milano, Il Cittadino, a firma di Giulia Cerboni

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28 M A R T E D Ì 1 1 S E T T E M B R E 2 0 1 2

Cultura & Spettacoli il Cittadino

n Si intitola “Full body” ed natoall’interno del palinsesto in strea­ming targato Twenty’z Radio ilprimo singolo prodotto da Dje.S.s. per l’emittente radiofonicadi San Donato. È un traccia dancepensata per le discoteche, che ver­rà lanciata e distribuita anche nelcorso di feste e sagre della città. Ipromotori spiegano che questa «èsolo la prima traccia di un proget­

to che nel pros­simo inver noporterà il Dj aduscire con al­bum inediti». Iriflettori si ac­cenderanno co­sì sull’abilità diG i a n a n d r e aTorre, che è inonda tutti i mar­tedì dalle 22.15alle 23.15. Prose­gue così l’avven­tura fatta da vo­lontari che si al­ternano dietrol e q u i n t e d e lCag (Centro ag­gregazione gio­vanile) nelle ve­sti di tecnici espeaker, impegnati in rubriche etrasmissioni radiofoniche diretteagli ascoltatori del Sudmilano enon solo, con il sogno di afferma­re l’emittente del web come una«voce» saldamente legata al terri­torio. Ma c’è di più. La Siae haconcesso la possibilità a Twenty’zRadio di poter trasmettere le piùgradi hits di tutti i tempi e di tuttii generi, con una rotazione 24 oresu 24 di oltre 5mila brani tra in­

tramontabili cavalli di battaglia enovità: da Ligabue a Vasco Rossi,dagli U2 a Bob Marley. Inoltre lascaletta si infittisce di tre nuoviprogrammi, con approfondimentigiornalistici e musicali alternatia parentesi comiche. Matteo Ca­stelnuovo, tra i fondatori di que­sta radio, si prepara a condurre“Seven”, programma che andràin onda il lunedì sera e vedrà co­

me primo ospiteil sindaco An­drea Checchi,protagonistanella serata dilunedì 17 alle 19,con cui si apriràun focus di opi­nione legato al­la città. Mentreil venerdì dalle22.15 alle 23.15la conduzione diH&M HakunaMatata sarà nel­le mani di Va­lentina e Cinzia,che guarderan­no in chiave iro­nica le favoledei bambini perregalare al pub­blico una pausache farà sorri­dere. E il palin­sesto cresce an­c h e c o nRockinpedia, incui tutti i vener­dì sera dalle 21alle 22 Andrea eFlavio, alla pre­senza di ospiti,accompa gne­ranno il pubbli­co alla scopertadi un repertoriod’eccezione. As­solutamente davisitare il sitoche si presentacon un nuovolook, in cui nonmanca uno spa­zio per gli inter­venti (http://t w e n t y z r a ­

dio.myblog.it), senza contare cheè possibile scaricare l’applicazio­ne per ascoltare voci e musica dal­lo smartphone. E le novità passa­no naturalmente anche da Youtu­be e Facebook. In primo piano:una scommessa che è entrata afar parte del motore europeo Ra­dioteam.eu, una vetrina d’ecce­zione in cui la radio sandonatesesi è fatta spazio.

G. C.

Racconto d’estateDEUS IRAEdi Franco Forte

Franco Forte, di CasalettoLodigiano, è scrittore, tra-duttore e sceneggiatore (hapartecipato a serie televisi-ve come Distretto di Poliziae RIS - delitti imperfetti) e di-rettore editoriale delle colla-

ne da edicola Mondadori (Gialli Mondadori,Urania e Segretissimo). Il suo ultimo romanzoè il thriller medievale “Il segno dell’untore”,prima indagine del notaio criminale NiccolòTaverna nella Milano del 1576 piagata dallapeste. Il racconto “Deus Irae”, che Il Cittadinopubblica in esclusiva a puntate, è stato daspunto per il romanzo “I Bastioni del Corag-gio” (Mondadori, 2011). www.franco-forte.it -www.ilsegnodelluntore.it

PARTE DODICESIMAA. D. 1548 - Ducato di Milano – Città di Marignano

Riassunto delle puntate precedenti: Fulvio Alciati, soldatodi ventura, arriva a Marignano, dove conosce Bernardo eLudovico de Valois, il comandante dei gendarmi, uomosenza scrupoli. La vigilia di Natale, dopo aver saputo daMiriana, sua moglie, che presto sarà padre, soccorre unagiovanemendicantee laportanellagarittadellaguarnigio-ne, dove Ludovico cerca di violentarla. Fulvio reagisce e locolpisce, e Ludovico, fuggendo, giura vendetta. Una notte,insieme ai suoi sgherri, Ludovico aggredisce Miriana e lauccide,poi fuggeaMilano,doveassume l’incaricodiVica-rio del Capitano di Giustizia. Fulvio, sconvolto dalla perditadella moglie, lo insegue nella capitale del Ducato, e final-mente lo trova, durante una parata in onore del nuovoGovernatore di Milano. Cerca di aggredirlo, ma vienebloccato dalla scorta di Ludovico de Valois, che adessol’ha in pugno.— Uccidilo, mio signore — lo incalzò Marcello Dolci guar-dandosi attorno nervoso. Avevano trascinato Alciati in unvicolo deserto, ma poteva sempre comparire qualcuno.— Non approfittiamo troppo della fortuna.Ludovico l’ignorò e si accosciò accanto a Fulvio Alciati.L’aveva sentito dire qualcos’altro, ma non aveva capitoche cosa. Si rendeva conto che non poteva tirarla troppoper le lunghe, perché lui e Marcello si erano messi d’ac-cordo per raccontare che Alciati aveva cercato di fuggire eche erano stati costretti a ucciderlo, ma se qualcuno liavesse visti... Ludovico scosse la testa. Voleva assapora-re ancora quella inattesa e succosa vittoria, quel piccoloregalo che Alciati gli faceva proprio nel giorno in cui si erasentito tanto mortificato per il ruolo a cui era stato relegato.E che cosa c’era, di meglio, che infierire su un uomo iner-me, prima di strappargli la vita a colpi di spada?

— Avresti dovuto lasciarmi fare, con quella ragazzina —disse, accostando quasi la bocca all’orecchio di Alciati. —Lei non avrebbe sofferto molto, e a quest’ora tua mogliesarebbe ancora viva.Alciati restò con gli occhi chiusi e la testa abbandonata sulpetto, ma il suo corpo fu attraversato da uno spasimo. Lu-dovico allargò ancora di più il suo sorriso maligno.— Non è stato niente male stuprare tua moglie, sai? —continuò. — E ti dirò una cosa, alla fine sembrava che pia-cesse anche a lei.Restò ad aspettare una reazione, ma Alciati non si muo-veva, non tremava neppure più.— Sei un codardo e uno stolto — disse rialzandosi. — Timeriti di andare a fare compagnia a tua moglie all’inferno.– Fece un paio di passi indietro, poi l’indicò disgustato aMarcello Dolci. — Finiscilo — ordinò.Fulvio ascoltò le parole di Ludovico de Valois. Non avreb-be voluto farlo, perché ormai era pronto a lasciarsi andarenell’oblio, ma quando il giovane comandante parlò, la suavoce stridente gli corse lungo la spina dorsale e nello sto-maco, piantandosi con una fitta simile a quella che avreb-be potuto provocargli un pugnale.Il dolore al braccio e al fianco sinistro scomparvero al-l’istante, sostituiti da un tremito che sembrava volergli ri-durre in polvere le ossa. Fulvio provò a riaprire gli occhi,ma le palpebre erano come incollate fra loro.— Sei un codardo e uno stolto — disse Ludovico de Valo-is alzandosi, con un tono distaccato e pieno di disprezzo.— Ti meriti di andare a fare compagnia a tua moglie all’in-ferno.No, pensò Fulvio avvertendo un fuoco che si impadronivadel suo corpo, dei suoi muscoli, delle ferite che buttavanosangue sulla strada. Sarai tu ad andare all’inferno.Avvertì il sibilo della spada che tagliava l’aria, diretta versoil suo cuore, e con uno strappo doloroso riaprì gli occhi, sigettò di lato e mise tutta la forza e la disperazione di cuipoteva disporre nel calcio che sferrò verso Marcello Dolci.Lo sgherro di Ludovico mancò il colpo, e assorbì il calcionell’inguine con una smorfia di dolore e di stupore che glifecedefluire tutto il sanguedal viso.Senzaemettereun la-mento, Marcello Dolci crollò a terra, accanto a Fulvio, checon un ringhio di rabbia gli strappò via la spada, gli tagliò lagola con un colpo netto e poi fronteggiò Ludovico de Valo-is.Fulvio Alciati si ergeva davanti a lui come un fantasma,una creatura ricoperta di sangue che doveva essere usci-ta da qualche recesso dell’inferno.Marcello Dolci sussultava a terra, stringendosi il collo con

le mani nel disperato tentativo di trattenere la vita che glisfuggiva insieme al sangue.Prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, Alciati, con ilviso stravolto da una smorfia raccapricciante, gli fu addos-so. Ludovico riuscì ad arrestare il suo fendente grazie al-l’istinto e al fatto che Alciati impugnava la spada con lamano sinistra, mentre la destra gli pendeva inerte lungo ilfianco.— Che cosa vorresti fare? — chiese facendo un salto in-dietro e portandosi fuori della portata della spada di Alciati.Dopo il primo attimo di sbandamento, si era accorto diquanto fosse stato fiacco il colpo portato dal suo nemico,e aveva subito riguadagnato la sua sprezzante aria di su-periorità. — Non vedi come sei ridotto? Lasciati ammaz-zare senza crearmi problemi, d’accordo?Fulvio Alciati emise un ringhio minaccioso e si catapultòancora in avanti con la forza della disperazione, branden-do laspadadiMarcelloDolci. Ludovicoparò lastoccata, siallargò elegantemente sulla sinistra e affondò la punta del-la lama di Toledo direttamente nella coscia scoperta di Al-ciati.Questi crollò in ginocchio, senza emettere alcun grido, mapoi, dimostrando una forza di volontà sorprendente, riuscìa tirarsi ancora in piedi e a fronteggiarlo di nuovo.Ludovico sorrise. — Mi avevano detto che la disperazionefa miracoli, ma tu non sei obbligato a prendere sul seriocerte dicerie.Fulvio avanzò ancora, trascinando la gamba ferita, e Lud-ovico si rese conto che avrebbe dovuto finirlo in fretta, senon voleva farsi scoprire da qualcuno. Quell’uomo sem-brava invasato, e forse avrebbe continuato a combatterefino a quando lui non gli avesse trafitto il cuore.Deciso a chiudere il conto con Alciati, divenne all’improvvi-so serio, piegò le gambe e preparò la mossa che avrebbeportato l’acciaio di Spagna direttamente nel petto di quel-l’anima dannata.Fintò un colpo sulla sinistra, aspettò che Alciati, con disar-mante lentezza,parasse lastoccata,poi ruotò rapidamen-te su se stesso, si abbassò il più possibile e portò il colpo.Con un gesto disperato Alciati si lasciò cadere a terra, nel-l’estremo tentativodi schivare l’affondo. Con suasorpresa,Ludovico comprese che nonostante le condizioni in cui sitrovava, Alciati era un avversario formidabile. La sua spa-da, infatti, non riuscì a penetrare nel costato dell’uomo ead aprirsi la strada fino al cuore come aveva calcolato, masi limitò ad attraversargli la spalla sinistra da parte a parte.Quando Ludovico ritirò la lama, si rese conto che avrebbedovuto colpirlo ancora, per strappargli una volta per tutte la

vita a cui Alciati si teneva aggrappato tanto tenacemente.Quando la spada gli squarciò i muscoli della spalla, Ful-vio comprese che tutto era perduto. Non avvertiva piùdolore, però i muscoli recisi dell’arto non gli consentironodi reggere ancora la spada, che cadde a terra con unsuono lontano e attutito dalla foschia che gli annebbiavala vista.Con gli ultimi residui delle sue forze cercò di tirarsi ancorain piedi, ma non sentiva più le braccia e le gambe. Restòseduto a terra, in una posizione scomposta, respirandopesantemente. E fissò Ludovico de Valois negli occhi.— Verrò a prenderti — disse con la voce impastata disangue. — Tornerò dall’inferno per tormentarti per il restodella tua lurida vita.La risata sprezzante di Ludovico fu attenuata solo in partedalle strette pareti del vicolo.— Intanto comincia a portare i miei saluti a tua moglie —ringhiò il Vicario impugnando la spada a due mani e solle-vandola per sferrare il colpo finale.Fulvio avrebbe voluto sputare contro Ludovico de Valois,prima che il fendente gli staccasse la testa dal collo, mapoi accadde qualcosa.La lama di Toledo continuava a restare sospesa nell’aria,come se il tempo si fosse improvvisamente fermato, e gliocchi di Ludovico de Valois si allargarono a dismisura, di-latati dallo stupore. Il suo corpo vibrò, poi Fulvio avvertì unrumore raschiante, come quello che fa una spada quan-do attraversa un uomo da parte a parte, e come d’incantovide comparire la punta di uno stocco dal petto del Vicario,anticipato da uno spruzzo di sangue.Ludovico de Valois aprì la bocca per dire qualcosa, men-tre osservava sbalordito la lama che l’aveva trafitto, maquello che gli uscì dalla gola fu solo un rauco gorgogliopieno di sangue.Com’era possibile? Fulvio Alciati era lì davanti a lui, pro-strato ai suoi piedi, pronto a ricevere il colpo finale, eppurenon era riuscito a colpirlo. Ludovico abbassò lo sguardoverso il proprio petto, da dove sentiva allargarsi un doloreindicibile, e vide una lama sporca di sangue spuntare len-tamente, palmo dopo palmo.Qualcosa non andava. Non vedeva l’elsa della spada, epoteva giurare che Fulvio Alciati fosse ancora lì, seduto aterracon il corpo ricopertodi sangue.Allorachi l’avevacol-pito? Chi l’aveva trapassato da parte a parte con quellospiedo rozzo, forgiato da artigiani da quattro soldi?Lentamente, mentre il dolore diventava una marea inarre-stabile che gli riempiva gli occhi e la mente, Ludovico si gi-rò per guardare chi lo stava uccidendo.

— Questo è ciò che ti meriti — disse una voce che Fulvioin un primo momento non riconobbe.Ludovico de Valois si era girato e gli copriva la visuale, co-sì non riusciva a vedere chi fosse stato a infilzare il Vicario.Poi questi crollò in ginocchio, con la spada affondata finoall’elsa nella schiena, e finalmente Fulvio comprese quelloche era accaduto.Davanti a Ludovico c’era una ragazzina. Una creaturaleggiadra e dannata insieme, che evocava i suoi più ferociincubi e che aveva il potere di infiammargli i lombi ancheadesso che la vita gli stava sfuggendo di mano.— Ti ho seguita per tutto il tempo — disse la giovanemendicante che lui aveva desiderato perdutamente, avvi-cinandosidi unpassoeabbassando il cappuccio che le ri-copriva la testa. — Aspettavo solo un’occasione comequesta.Ludovico osservò la ragazza, vide che era cresciuta, chenon aveva più quella luce raminga e spaesata negli occhi,sostituita da un’espressione dura e determinata.Cercò di sollevare una mano per toccarla, per sfiorarlaun’ultima volta, ma il suo corpo non obbediva più ai suoicomandi.La ragazzina si avvicinò ancora, portò il viso così vicino alsuo che Ludovico credette che finalmente lei l’avrebbe ba-ciato, scacciando i demoni che l’avevano posseduto eche in nome del suo ricordo l’avevano costretto a compie-re atti innominabili.Invece lei raccolse un grumo di saliva sulla lingua e glielosputò in faccia, mostrandogli tutto il suo disprezzo.— Crepa — disse tirandogli un calcio e mandandolo lun-go disteso per terra, con la faccia nel rigagnolo di scolo delvicolo.Prima di morie, Ludovico de Valois cercò disperatamentedi suggere con la lingua una goccia della sua saliva.— Hai perso molto sangue — gli disse Anita appoggian-dolo delicatamente contro la parete del vicolo ed esami-nando le ferite. — Però non mi sembra troppo grave. Nonè stato leso nessun organo vitale.Fulvio sorrise, cercò di dire qualcosa ma fu scosso da unatosse dolorosa.—Stai zitto—gli ordinò lei, strappandosigli orli dellavesteper realizzare delle fasciature rozze ma sufficienti ad arre-stare il sangue. — Risparmia le forze, se vuoi continuareavivere.—Poisollevògli occhie loguardò,allargandounsorriso che inondò di gioia il cuore di Fulvio. — Perché tuvuoi continuare a vivere, vero? Come ho fatto io.Fulvio annuì.— Bene — fece Anita terminando di fasciargli le ferite. —Adesso però arriva il difficile. Dobbiamo andarcene al piùpresto da qui, perché le guardie non tarderanno a trovarci.Credi di farcela a metterti in piedi?— Finché non ci provo non lo sapremo mai — sibilò Ful-vio stringendo i denti e facendo forza con la gamba sana.Mentre si tirava in piedi, aiutato da Anita, riconobbe qual-cosa nel calore del suo sorriso. Era lo stesso che illumina-va il volto di sua moglie quando lui le diceva che l’amava.

FINE

L’EMITTENTE SI PRESENTA ALLE PORTE DELLA STAGIONE CON UNA PROGRAMMAZIONE PIÙ COMPLETA

Il nuovo ritmo di Twenty’z Radio

Le “voci” al microfono negli studi di Twenty’z Radio

OGGI AL CINEMA FANFULLA

Le “nuvole” sull’orizzonte del nostro Paesen Una finestra sul cinema ita­liano spesso escluso dal circui­to della distribuzione. Merco­ledì e giovedì sera (proiezionialle ore 21.15) il Cinema Fan­fulla di viale Pavia a Lodi pro­porrà Qualche nuvola, operaprima di Saverio di Biagio ac­colto lo scorso anno da buonerecensioni della critica dopola presentazione alla Mostradel cinema di Venezia (doveera inserito nella sezioneOrizzonti) ma poi, come spes­so accade, distribuito poco emale nelle sale. Si tratta diuna sorta di prologo che apri­rà la nuova stagione del cine­forum della sala cinematogra­fica di viale Pavia, in pro­gramma a partire dal prossi­mo 18 settembre. Definito unfilm che parla di «rapportiumani: quelli fra colleghi mu­ratori, fra familiari, fra pro­messi sposi, fra amici frater­ni, fra datore di lavoro e ope­rai, fra amanti di ceti diversi»,Qualche nuvola è una storiache si svolge in un quartiereperiferico di Roma, una zona

di borgata dove gli sbocchi piùovvi sono il duro lavoro e i pic­coli furti. Il protagonista, Die­go (Michele Alhaique), hascelto la prima strada, è unmuratore che ogni giorno su­da la pagnotta. E ha scelto di

sposare Cinzia(Greta Scara­no), la ragazzacon la quale ècresciuto e cheviveva sul suostesso piane­rottolo. Ma lasolidità dellec e r t e z z e d iDiego verràscalfita dal­l’incontro ca­suale con Vio­l a ( A y i l i nPrandi), ra­gazze bella einfantile cheappartiene aun altro mon­do , vive nelcentro storicotra locali allamoda e vernis­

sage. Toccherà quindi a Diegoprendere una decisione e nonfarsi travolgere da «qualchenuvola»: le nuvole dei dilem­mi, delle scelte non ponderate,e delle scelte che qualcuno hafatto per noi. (Fa.Ra.)

Due immagini di “Qualche nuvola” di Saverio di Biagio

RASSEGNA A MILANO

Le “strade”del cinematra Veneziae Locarnon Scatta oggia l l e 1 2 . 3 0“l’ora X” per lavendita dei bi­glietti di tutti ifilm inseritinel cartellonedi “Le vie delc i n e m a ” , l arassegna mila­nese che pre­senta le operepassate in concorso alla 69esimaMostra cinematografica di Ve­nezia e al 65esimo Festival delfilm di Locarno. Il programma èdi assoluto livello e il richiamoforte per i cinefili visto che giàdal primo giorno (giovedì, pres­so Anteo spazioCinema) verran­no proiettati i film vincitori deidue festival: il Pardo d’oro (Lafille de nulle part, di Jean­Clau­de Brisseau) e l’appena procla­mato Leone d’oro (Pietà, di KimKi­duk). La 33esima edizionedella manifestazione milanesededicata ai film di Venezia e Lo­carno propone quest’anno 46 tralungometraggi e corti in 9 salecinematografiche per 8 giorni diprogrammazione e 78 proiezio­ni.I biglietti si possono acquistareda oggi (sempre a partire dalleore 12.30) sia on line che fisica­mente. L’infopoint si trova inGalleria de Cristoforis 3 a Mila­no (su corso Vittorio Emanuele)e sarà attivo dalle 12.30 alle 20.30fino al 20 settembre. Saranno invendita le cinecard “Le vie delcinema” (36 euro per 8 ingressi ascelta), i biglietti di tutti i filmin rassegna (7 euro intero, 5,50ridotto), si potranno convertire icoupon pubblicati sul Corrieredella Sera in biglietti a 3 euro eritirare i tagliandi riservati online con la Cinecard “Le Vie delCinema”. Per prenotare i bigliet­ti da internet è sufficiente colle­garsi al sito www.lombardia­spettacolo.com, attivo da oggi al­le ore 12.30. i biglietti prenotatisi potranno stampare diretta­mente dal proprio computer. Dagiovedì 13 a giovedì 20 settembresarà possibile acquistare bigliet­ti e convertire i coupon del Cor­riere della Sera solo per i film inprogramma nel cinema il giornostesso. Le sale che partecipanoall’iniziativa sono Anteo spazio­Cinema, Apollo spazioCinema,Arcobaleno Film Center, Arlec­chino, Auditorium San Fedele,Eliseo Multisala, Mexico, OrfeoMultisala e Plinius Multisala.

F. R.

n Parte oggila venditadei bigliettiper il cicloche prenderàil via giovedì coni film vincitoridei due festival

Il sindaco diSan DonatoChecchi lunedì17 ospite delprogramma“Seven”

Un singolo “dance” realizzato dai dj della radio di San Donato