Il Nostro Paese 311

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IL NOSTRO PAESE Anno LXIV - 311 Gennaio - Marzo 2012 STAN SOCIETÀ TICINESE PER L’ARTE E LA NATURA

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Preview gratuita di un estratto dell'ultimo numero. Gennaio - Marzo 2012.

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IL NOSTRO PAESEAnno LXIV - 311 Gennaio - Marzo 2012

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SOCIETÀTICINESEPER L’ARTEE LA NATURA

Editoriale Riccardo Bergossi 1 Piero Boschetti l'architetto “condotto” di Vezio

Assemblea STAN 4 Assemblea STAN del 23 marzo 2012 a Locarno Paolo Camillo Minotti 9 L'assemblea STAN del 23 marzo 2012: approvati i conti e parzialmente rinnovato il consiglio direttivo

Temi STAN Natalie Danzi-Paces 10 C'è qualcuno seduto all'ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa... Natalie Danzi-Paces 16 Recupero e conservazione delle vie storiche di comunicazione Natalie Danzi-Paces 20 Dalle ex Scuole comunali al Palazzo del cinema Tiziano Fontana 23 Sviluppo territoriale e terre agricole Tiziano Fontana 26 Intervista a Bernhard Furrer

Il nostro Paese in restauro Maria Piceni 28 Salvare un edificio storico non è impossibile: una nuova vita per l'antica Tipografia Elvetica a Capolago

Heimatschutz 34 Qualità della densificazione Christoph Schläppi 35 Le ragioni della densificazione Monique Keller 38 Bisogna reimparare a coabitare Bruno Marchand e Frédéric Frank 47 Densità, la complessità di una nozione Martin Huber 44 Progetti in un contesto urbano 47 Densificare con qualità

Comunicati stampa 51 Il Groupement Superpositions premiato per la rivitalizzazione del paesaggio fluviale dell'Aire a Ginevra 52 Premio Wakker 2012 a Köniz (BE)

Recensioni Graziano Papa 55 Pietro Boschetti, Opere e progetti 1971-2011

Comunicato stampa 61 A quando l'adozione di una variante di P.R. per la protezione dei beni culturali di Muralto?

63 Un primo esempio di riconversione in Ticino

In copertina: terre agricole al delta della Maggia. (Foto: Natalie Danzi-Paces)

IL NOSTRO PAESEAnno LXIV - 311 Gennaio - Marzo 2012

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Piero Boschettil’architetto “condotto” di Vezio

Riccardo BergossiSi è tenuta la sera del 6 di marzo, nella gremi-ta sala di lettura della Biblioteca dell’Accademia di Mendrisio la presentazione della monografia dedicata ai primi quarant’anni di attività profes-sionale di Pietro Boschetti. In questo numero del Nostro Paese presentiamo una lunga recensio-ne di Graziano Papa al volume, ma nella serata a Mendrisio sono emersi alcuni spunti sui quali è interessante riflettere. Tre sono stati gli interventi nei quali si è artico-lata la presentazione: il primo di Mario Botta, il secondo di Fulvio Irace, entrambi autori di testi del libro, e il terzo dello stesso Boschetti, che con l’ausilio di proiezioni ha mostrato alcune delle sue opere raccontandone la genesi. Spiccava l’umiltà della persona che dopo aver reso omaggio a Tita Carloni, suo maestro, nell’esposizione dei lavori ha narrato aneddoti intorno ad alcuni dei suoi in-carichi progettuali. Boschetti architetto dimostra di poter agevol-mente viaggiare su un doppio binario, uno è quello delle nuove opere, contraddistinto da un linguaggio moderno, in cui volumi schematici sono sviluppati con la padronanza dei materiali e delle tecniche attuali: cemento armato, accia-io, vetro, mentre l’altro è quello degli interventi sull’edilizia storica, segnatamente concentrati nel suo villaggio d’origine: Vezio nel Malcantone. E sono queste le opere sulle quali ci sembra utile fermarci, perché la tipologia è legata al campo

d’azione della nostra rivista e della stessa STAN. Particolarmente azzeccato sembra il paragone di Mario Botta che ha definito Pietro Boschetti archi-tetto “condotto” di Vezio. Come il medico con-dotto cura con continuità l’intera popolazione di un villaggio, così il nostro architetto ha operato e continua ad operare per la salute delle strutture fisiche dell’abitato. Dal 1972, quando ha ristrut-turato la casa paterna, a oggi, Boschetti ha rea-lizzato a Vezio una quindicina di interventi con i quali non solo ha puntato a non disperdere le qualità formali tipiche del villaggio malcantone-se, ma dà l’impressione di aver sempre concepito la parte in funzione del tutto, come a voler rico-stituire un’unità. Tutti gli interventi di Boschetti a Vezio hanno un denominatore comune dato dalla presenza di alcune caratteristiche che secondo Botta si possono elencare in pochi punti. Primo punto: la dimensione artigianale di Boschetti, che gli deriva dalla perfetta conoscenza dei materiali tradizionali raggiunta sia per retaggio familiare sia da autodidatta e che fa in modo che più ci si avvicina a una sua opera più essa ci appare bella, come un’architettura antica che da vicino svela tutto il suo pregio e contrariamente a quanto suc-cede ad esempio con alcuni moderni grattacieli straordinariamente interessanti da lontano quan-do si percepiscono nelle loro interezza, meno da vicino. Secondo punto: il contesto, cioè la capaci-tà di Boschetti di integrare l’intorno dell’edificio

Stazione radarsul Monte Lema.

(Foto Alo Zanetta)