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GALLURA Periodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927 & NGLONA N. 6 - Anno XXIV - 25 giugno 2016 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - 1,00 Gianni Sini U n importante e ambizioso convegno dal titolo “Il nostro futuro: custodire e amare la Madre Terra”, si è svolto a Olbia il 13 giugno c.m. nella sede dell’Expo. Relatore d’ec- cezione il prof. Simone Morandini. Dopo i salu- ti di rito, ha preso la parola la direttrice della Ca- ritas diocesana suor Luigia Leoni, ricordando che il vescovo in prima persona è il Presidente di diritto della Caritas e in tutte le parrocchie queste esistono perché sempre c’è un parroco come presidente. Mons Sanguinetti ha ricordato che il progetto Madre Terra ha preso l’avvio al- l’indomani dell’alluvione del 18 novembre 2013 che ha colpito duramente la città di Olbia, la Gallura e la Sardegna intera. Ha citato più volte l’enciclica di Papa Francesco “Laudato sì” per- ché questa diventa testo di riferimento per chiunque voglia affrontare in modo serio il rap- porto dell’uomo con il mondo, con l’ambiente e la natura. Molto apprezzato l’intervento del prof. Carlo Marcetti il quale ha detto che “ogni nostra azione può derivare da un intimo e personale convincimento, da una scala di valori etico-so- ciali in cui le attenzioni verso la Madre Terra sia- no primarie e il loro perseguimento deve pro- cedere con uno sviluppo sostenibile che non può essere circoscritto solo ad un ambito am- bientale e potrà essere realizzato solo se com- prenderà ed abbraccerà anche le dimensioni so- ciali ed economiche dello sviluppo. In altre pa- role: non si può costruire il futuro se non si ha la cura della terra ed una cura della terra, ha det- to Marcetti, deve accompagnarsi con una re- sponsabilità condivisa”. Molto attesa la relazione del prof. Simone Morandini il quale ha proietta- to un breve filmato “Tierra” per introdurre l’ar- gomento “Custodire il futuro: la cura della Ma- dre Terra come responsabilità condivisa”. Ha sviluppato la sua riflessione partendo dalla “per- cezione condivisa del gemito di un rapporto col territorio che si va logorando: non siamo più ca- paci, ha detto, di prenderci cura del giardino donatoci. Una dinamica della quale cogliamo i segnali su scala globale (clima - COP 21, IPCC - biodiversità, migranti ambientali), ma anche lo- cale (uso del suolo, inquinamento delle città, dissesto idro-geologico), mentre i due livelli si intrecciano in un diabolico letale mix. Davvero viviamo un’alleanza spezzata: portiamo violenza alla madre terra e ci troviamo contemporanea- mente a raccogliere gli amari frutti di uno svi- luppo dissennato incapace di custodire futuro. D’altra parte, proprio anche in questo comples- so intreccio, trova un’espressione privilegiata quell’interconnessione che l’Enciclica Laudato si’ evoca parlando di ecologia integrale: viviamo entro una rete di relazioni, nell’intreccio di di- versi fattori e stiamo lentamente (troppo!) impa- rando a percepire le conseguenze del nostro agire; a comprendere che il pianeta è davvero la casa della famiglia umana che vive un’unità di destino con esso. Un fatto relativamente nuovo: è l’ultimo mezzo secolo che ci ha reso consape- voli del nostro impatto sulla terra e della sua na- tura globale. La terra non è più lo sfondo stabi- le per il nostro agire, ma è coinvolta essa stessa in una dinamica coevolutiva i cui ritmi sono quelli veloci della dinamica tecnologica o meglio di quel paradigma tecnocratico in cui la tecnica stessa diviene strumento di un’economia vorace ed irresponsabile”. Il prof. Morandini ha affer- mato che occorre ripartire da qui: “imparare a comprenderci come interconnessi e responsabi- li, interpretando tale condizione anche nella lu- ce della fede. Parole come creazione, dono, mi- sericordia, comunione nella creazione ci invitano a ripartire da Francesco, icona di un’ecologia in- tegrale vissuta con gioia, nella lode e nel segno della cura. Superare un insegnamento dell’antro- pologia cristiana che ha potuto contribuire alla diffusione di un’antropologia del dominium ter- rae per testimoniare piuttosto quella di una mi- sericordia divina che ha le dimensioni del cosmo (Graz) e che anche noi siamo chiamati a far no- stra (Isacco il Siro). Occorre acquisire un nuovo stile di abitare la terra: ritrovare un rapporto ar- monico con essa oltre la cultura dello scarto (che colpisce le persone e i beni della terra); impara- re la cura delle città e quella degli ecosistemi, tra natura e cultura. Riportare le persone al centro, ma praticare anche l’attenzione per i viventi (“La misericordia del Signore per ogni vivente”); il cuore è uno solo: non si vive una misericordia da un solo lato. L’impegno è per tutti a scoprire una spiritualità del creato, che ci insegni a respi- rare con lo Spirito creatore, celebrando il mondo buono donatoci dal Padre di tenerezza, soprat- tutto attivare una dinamica di conversione eco- logica, personale, comunitaria, sociale, rinnovan- do gli stili di vita in una sobria essenzialità. Il nostro futuro Custodire e amare la Madre Terra

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GALLURAPeriodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927

& NGLONAN. 6 - Anno XXIV - 25 giugno 2016 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - € 1,00

Gianni Sini

Un importante e ambizioso convegno daltitolo “Il nostro futuro: custodire e amarela Madre Terra”, si è svolto a Olbia il 13

giugno c.m. nella sede dell’Expo. Relatore d’ec-cezione il prof. Simone Morandini. Dopo i salu-ti di rito, ha preso la parola la direttrice della Ca-ritas diocesana suor Luigia Leoni, ricordandoche il vescovo in prima persona è il Presidentedi diritto della Caritas e in tutte le parrocchiequeste esistono perché sempre c’è un parrococome presidente. Mons Sanguinetti ha ricordatoche il progetto Madre Terra ha preso l’avvio al-l’indomani dell’alluvione del 18 novembre 2013che ha colpito duramente la città di Olbia, laGallura e la Sardegna intera. Ha citato più voltel’enciclica di Papa Francesco “Laudato sì” per-ché questa diventa testo di riferimento perchiunque voglia affrontare in modo serio il rap-porto dell’uomo con il mondo, con l’ambiente ela natura. Molto apprezzato l’intervento del prof.Carlo Marcetti il quale ha detto che “ogni nostraazione può derivare da un intimo e personaleconvincimento, da una scala di valori etico-so-ciali in cui le attenzioni verso la Madre Terra sia-no primarie e il loro perseguimento deve pro-cedere con uno sviluppo sostenibile che nonpuò essere circoscritto solo ad un ambito am-bientale e potrà essere realizzato solo se com-prenderà ed abbraccerà anche le dimensioni so-ciali ed economiche dello sviluppo. In altre pa-role: non si può costruire il futuro se non si hala cura della terra ed una cura della terra, ha det-

to Marcetti, deve accompagnarsi con una re-sponsabilità condivisa”. Molto attesa la relazionedel prof. Simone Morandini il quale ha proietta-to un breve filmato “Tierra” per introdurre l’ar-gomento “Custodire il futuro: la cura della Ma-dre Terra come responsabilità condivisa”. Hasviluppato la sua riflessione partendo dalla “per-cezione condivisa del gemito di un rapporto colterritorio che si va logorando: non siamo più ca-paci, ha detto, di prenderci cura del giardinodonatoci. Una dinamica della quale cogliamo isegnali su scala globale (clima - COP 21, IPCC -biodiversità, migranti ambientali), ma anche lo-cale (uso del suolo, inquinamento delle città,dissesto idro-geologico), mentre i due livelli siintrecciano in un diabolico letale mix. Davveroviviamo un’alleanza spezzata: portiamo violenzaalla madre terra e ci troviamo contemporanea-mente a raccogliere gli amari frutti di uno svi-luppo dissennato incapace di custodire futuro.D’altra parte, proprio anche in questo comples-so intreccio, trova un’espressione privilegiataquell’interconnessione che l’Enciclica Laudato si’evoca parlando di ecologia integrale: viviamoentro una rete di relazioni, nell’intreccio di di-versi fattori e stiamo lentamente (troppo!) impa-rando a percepire le conseguenze del nostroagire; a comprendere che il pianeta è davvero lacasa della famiglia umana che vive un’unità didestino con esso. Un fatto relativamente nuovo:è l’ultimo mezzo secolo che ci ha reso consape-voli del nostro impatto sulla terra e della sua na-tura globale. La terra non è più lo sfondo stabi-le per il nostro agire, ma è coinvolta essa stessa

in una dinamica coevolutiva i cui ritmi sonoquelli veloci della dinamica tecnologica o megliodi quel paradigma tecnocratico in cui la tecnicastessa diviene strumento di un’economia voraceed irresponsabile”. Il prof. Morandini ha affer-mato che occorre ripartire da qui: “imparare acomprenderci come interconnessi e responsabi-li, interpretando tale condizione anche nella lu-ce della fede. Parole come creazione, dono, mi-sericordia, comunione nella creazione ci invitanoa ripartire da Francesco, icona di un’ecologia in-tegrale vissuta con gioia, nella lode e nel segnodella cura. Superare un insegnamento dell’antro-pologia cristiana che ha potuto contribuire alladiffusione di un’antropologia del dominium ter-rae per testimoniare piuttosto quella di una mi-sericordia divina che ha le dimensioni del cosmo(Graz) e che anche noi siamo chiamati a far no-stra (Isacco il Siro). Occorre acquisire un nuovostile di abitare la terra: ritrovare un rapporto ar-monico con essa oltre la cultura dello scarto (checolpisce le persone e i beni della terra); impara-re la cura delle città e quella degli ecosistemi, tranatura e cultura. Riportare le persone al centro,ma praticare anche l’attenzione per i viventi (“Lamisericordia del Signore per ogni vivente”); ilcuore è uno solo: non si vive una misericordiada un solo lato. L’impegno è per tutti a scoprireuna spiritualità del creato, che ci insegni a respi-rare con lo Spirito creatore, celebrando il mondobuono donatoci dal Padre di tenerezza, soprat-tutto attivare una dinamica di conversione eco-logica, personale, comunitaria, sociale, rinnovan-do gli stili di vita in una sobria essenzialità.

Il nostro futuroCustodire e amare la Madre Terra

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GALLURAANGLONA& Anno XXIVn. 625 giugno2016

motu p ropr io

Il Santo padre ha emanato una Lettera Apo-stolica o cd. “Motu Proprio” che prevede se-veri provvedimenti a carico dei vescovi o deisuperiori religiosi, compresa la loro rimozio-ne se non abbiano agito in modo responsabilein caso di denunce per abusi sessuali com-messi da ecclesiastici loro sottoposti. Il “Motuproprio” non riforma il canone 193 del Codi-ce di Diritto Canonico che già contempla lapossibilità della rimozione, ma semplifica laprocedura rendendola più rapida per appli-carla nei casi di grave negligenza. Riportia-mo di seguito il testo:

Come una madre amorevole la Chiesa amatutti i suoi figli, ma cura e protegge con unaffetto particolarissimo quelli più piccoli e

indifesi: si tratta di un compito che Cristo stessoaffida a tutta la Comunità cristiana nel suo insie-me. Consapevole di ciò, la Chiesa dedica una cu-ra vigilante alla protezione dei bambini e degliadulti vulnerabili. Tale compito di protezione e dicura spetta alla Chiesa tutta, ma è specialmente at-traverso i suoi Pastori che esso deve essere eser-citato. Pertanto i Vescovi diocesani, gli Eparchi ecoloro che hanno la responsabilità di una Chiesaparticolare, devono impiegare una particolare dili-genza nel proteggere coloro che sono i più debo-li tra le persone loro affidate. Il Diritto canonicogià prevede la possibilità della rimozione dall’uffi-cio ecclesiastico “per cause gravi”: ciò riguarda an-che i Vescovi diocesani, gli Eparchi e coloro chead essi sono equiparati dal diritto (cfr can. 193 §1CIC; can. 975 §1 CCEO). Con la presente Letteraintendo precisare che tra le dette “cause gravi” ècompresa la negligenza dei Vescovi nell’eserciziodel loro ufficio, in particolare relativamente ai ca-si di abusi sessuali compiuti su minori ed adultivulnerabili, previsti dal MP Sacramentorum Sancti-tatis Tutela promulgato da San Giovanni Paolo IIed emendato dal mio amato predecessore Bene-detto XVI. In tali casi si osserverà la seguente pro-cedura.

Art. 1 § 1. Il Vescovo diocesano o l’Eparca, o colui che,anche se a titolo temporaneo, ha la responsabilitàdi una Chiesa particolare, o di un’altra comunità difedeli ad essa equiparata ai sensi del can. 368 CICe del can. 313 CCEO, può essere legittimamenterimosso dal suo incarico, se abbia, per negligenza,posto od omesso atti che abbiano provocato undanno grave ad altri, sia che si tratti di persone fi-siche, sia che si tratti di unacomunità nel suo insieme. Ildanno può essere fisico,morale, spirituale o patrimo-niale. § 2. Il Vescovo dioce-sano o l’Eparca può essererimosso solamente se egliabbia oggettivamente man-cato in maniera molto gravealla diligenza che gli è ri-chiesta dal suo ufficio pasto-rale, anche senza grave col-pa morale da parte sua. §3.Nel caso si tratti di abusi suminori o su adulti vulnerabi-li è sufficiente che la man-canza di diligenza sia grave.§4. Al Vescovo diocesano eall’Eparca sono equiparati iSuperiori Maggiori degli Isti-tuti religiosi e delle Societàdi vita apostolica di dirittopontificio.

Articolo 2§ 1. In tutti i casi nei quali appaiano seri indizi diquanto previsto dall’articolo precedente, la compe-tente Congregazione della Curia romana può inizia-re un’indagine in merito, dandone notizia all’interes-sato e dandogli la possibilità di produrre documentie testimonianze. §2. Al Vescovo sarà data la possibi-lità di difendersi, cosa che egli potrà fare con i mez-zi previsti dal diritto. Tutti i passaggi dell’inchiesta glisaranno comunicati e gli sarà sempre data la possi-bilità di incontrare i Superiori della Congregazione.Detto incontro, se il Vescovo non ne prende l’inizia-tiva, sarà proposto dal Dicastero stesso. §3. In segui-to agli argomenti presentati dal Vescovo la Congre-gazione può decidere un’indagine supplementare.

Articolo 3§1. Prima di prendere la propria decisione la Con-gregazione potrà incontrare, secondo l’opportuni-tà, altri Vescovi o Eparchi appartenenti alla Confe-renza episcopale, o al Sinodo dei Vescovi dellaChiesa sui iuris, della quale fa parte il Vescovo ol’Eparca interessato, al fine di discutere sul caso.§2. La Congregazione assume le sue determinazio-ni riunita in Sessione ordinaria.

Articolo 4Qualora ritenga opportuna la rimozione del Vescovo,la Congregazione stabilirà, in base alle circostanzedel caso, se:1°. dare, nel più breve tempo possibile, il decreto dirimozione; 2°. esortare fraternamente il Vescovo a presentare lasua rinuncia in un termine di 15 giorni. Se il Vescovonon dà la sua risposta nel termine previsto, la Con-gregazione potrà emettere il decreto di rimozione.

Articolo 5La decisione della Congregazione di cui agli artt.3-4 deve essere sottomessa all’approvazione spe-cifica del Romano Pontefice, il Quale, prima di as-sumere una decisione definitiva, si farà assistereda un apposito Collegio di giuristi, all’uopo desi-gnati. Tutto ciò che ho deliberato con questa Let-tera Apostolica data Motu Proprio, ordino che siaosservato in tutte le sue parti, nonostante qualsia-si cosa contraria, anche se degna di particolaremenzione, e stabilisco che venga pubblicato nelcommentario officiale Acta Apostolicae Sedis epromulgato sul quotidiano “L’Osservatore Roma-no” entrando in vigore il giorno 5 settembre 2016.

Dal Vaticano, 4 giugno 2016 Francesco P.P.

Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio»“Come una madre amorevole”

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Si è concluso pochi giorni or-sono il Giubileo dei sacerdotie dei seminaristi (1-3 giugno).

Nella Messa in piazza san Pietro, ilPontefice ha ricordato che il prete“secondo Gesù” è un buon samari-tano per chi è nel bisogno, un pa-store che rischia e si dona senzasosta al suo gregge, tiene le porteaperte ed esce a cercare chi nonvuole più entrare perché nessunodeve perdersi. C’è stata anche unasorta di “maratona spirituale” nelletre basiliche. In modo molto chia-ro e diretto Papa Francesco ha de-finito il sacerdote come colui che“sa includere, si sporca le maniperché non conosce i guanti, nonha un “cuore ballerino” ma trafittodall’amore per il Signore e per lagente e saldo in Dio. Non è un“ispettore del gregge” o un “ragio-niere dello spirito”, ma un buonpastore sempre in cerca delle suepecore per le quali, talvolta, sa an-che “lottare con il Signore”. Nellasolennità del Sacro Cuore di Gesù,il Papa ha ricordato che il cuoredel Buon pastore “è la misericordiastessa”, “non si stanca e non si ar-rende mai”. Un cuore “proteso ver-so di noi, ‘polarizzato’ specialmen-te verso chi è più distante; lì puntaostinatamente l’ago della sua bus-sola, lì rivela una debolezza d’a-more particolare, perché tutti desi-dera raggiungere e nessuno perde-re”. Davanti al Cuore di Gesù “na-sce l’interrogativo fondamentaledella nostra vita sacerdotale: doveè orientato il mio cuore? Domandache noi sacerdoti dobbiamo farcitante volte: ogni giorno, ogni setti-mana”. Due, secondo il Papa, “i te-sori insostituibili” del Cuore di Ge-sù: “Il Padre e noi”. Anche “il cuo-re del pastore di Cristo conosce so-lo due direzioni: il Signore e lagente”. Il cuore del sacerdote,scandisce Francesco, “è un cuoretrafitto dall’amore del Signore; perquesto egli non guarda più a séstesso, non dovrebbe guardare a sestesso, ma è rivolto a Dio e ai fra-telli. Non è più ‘un cuore balleri-no’, che si lascia attrarre dalla sug-gestione del momento o che va diqua e di là in cerca di consensi epiccole soddisfazioni; è invece uncuore saldo nel Signore, avvintodallo Spirito Santo, aperto e dispo-nibile ai fratelli”. Cercare, include-re, gioire. Queste, per Francesco,le tre parole-chiave. Il buon pasto-re, spiega, va in cerca della pecoraperduta “senza farsi spaventare dairischi; senza remore si avventurafuori dei luoghi del pascolo e fuo-ri degli orari di lavoro e non si fapagare gli straordinari”. “Talvoltadeve uscire a cercarla, parlare, per-suaderla, altre volte deve rimaneredavanti al tabernacolo lottandocon il Signore per quella pecora”.

Il suo cuore “non privatizza i tem-pi e gli spazi – guai ai pastori cheprivatizzano – non è geloso dellasua legittima tranquillità, e maipretende di non essere disturbato”.Il pastore secondo il cuore di Dio“non difende le proprie comodità,non è preoccupato di tutelare ilproprio buon nome, ma sarà ca-lunniato, come Gesù”. E ancora:“Ha il cuore libero per lasciare lesue cose, non vive rendicontandoquello che ha e le ore di servizio:non è un ragioniere dello spirito,ma un buon Samaritano in cercadi chi ha bisogno. È un pastore,non un ispettore del gregge”, trovaperché rischia, “se il pastore nonrischia non è un buon pastore”, evuole che “nessuno si smarrisca”.Per questo “non solo tiene apertele porte, ma esce in cerca di chiper la porta non vuole più entrare.Come ogni buon cristiano, e comeesempio per ogni cristiano, è sem-pre in uscita da sé”, è “un de-cen-trato da se stesso, centrato solo inGesù”. Non conosce i guanti. PerFrancesco, il sacerdote di Cristo “èunto per il popolo, non per sce-gliere i propri progetti, ma per es-sere vicino alla gente concreta cheDio, per mezzo della Chiesa, gli haaffidato. Nessuno è escluso dal suocuore, dalla sua preghiera e dalsuo sorriso. Con sguardo amorevo-le e cuore di padre accoglie, inclu-de e, quando deve correggere, èsempre per avvicinare; nessunodisprezza, ma per tutti è pronto asporcarsi le mani”. “Il buon pasto-re – aggiunge a braccio – non co-nosce i guanti”. Ministro della co-munione “che celebra e che vive,non si aspetta i saluti e i compli-menti degli altri, ma per primo of-fre la mano, rigettando i pettego-lezzi, i giudizi e i veleni. Con pa-zienza ascolta i problemi e ac-compagna i passi delle persone,elargendo il perdono divino congenerosa compassione. Non sgri-da chi lascia o smarrisce la strada,ma è sempre pronto a reinserire ea ricomporre le liti”. “E’ un uomoche sa includere”. E se Dio è “pie-no di gioia”, lo è anche il buonpastore, “trasformato dalla miseri-cordia che gratuitamente dona,che gratuitamente dona”, ripetedue volte Francesco. Nella pre-ghiera “scopre la consolazione diDio e sperimenta che nulla è piùforte del suo amore. Per questo èsereno interiormente, ed è felicedi essere un canale di misericor-dia, di avvicinare l’uomo al Cuoredi Dio. La tristezza per lui non ènormale, ma solo passeggera; ladurezza gli è estranea”. Dal Papaun ringraziamento personale aipresbiteri presenti: “per il vostro ‘sì’e per i tanti ‘sì’ nascosti di tutti igiorni che solo il Signore conosce a

donare la vita uniti a Gesù: sta quila sorgente pura della nostragioia”. La Messa ha concluso ilGiubileo dei sacerdoti e dei semi-naristi al quale hanno partecipatooltre 6mila preti e seminaristi datutto il mondo e che ha avuto co-me filo conduttore la misericordia.“Inaudito straripamento d’amore”

e sempre “esagerata, eccessiva”,l’ha definita il Papa declinandolacon vigorosa intensità e accenti di-versi nell’inedita “maratona spiri-tuale” proposta in tre tappe al riti-ro spirituale dei sacerdoti nelle ba-siliche di San Giovanni in Latera-no, Santa Maria Maggiore e SanPaolo fuori le Mura.

3Anno XXIVn. 6

25 giugno2016

GALLURAANGLONA&Papa Francesco al Giubileo dei sacerdoti:

il prete si lascia trafiggere dall’amore del Signore e per la gente, non cerca consensi

g iub i l eo sacerdo t i

conclusione anno accademicoalla Pontificia Facoltà

Al termine dei corsi accademici 2015-2016 della FacoltàTeologica della Sardegna, venerdì 3 giugno 2016, nellachiesa “Cristo Re”, a Cagliari, è stata celebrata una Messa di

ringraziamento presieduta da monsignor Corrado Melis, vescovodella diocesi di Ozieri. Come ogni anno, sono intervenuti i docen-ti, gli studenti, i sostenitori della Facoltà e gli amici della fondazio-ne culturale “Sant’Eusebio” e dell’A.F.TE.S., e tutti coloro chesostengono a vario titolo la Pontificia Facoltà.

Il clero diocesano ai tempi di mons. Urru

I seminaristi di ieridi Tempio

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Festa grande per la comunità del seminariosabato 11 giugno. Nella chiesa esterna delseminario, a Tempio, a conclusione del-

l’anno seminaristico, il vescovo Sanguinetti haistituito accolito Marco Bilewski della parroc-chia di San Giuseppe in Golfo Aranci. Alla ce-lebrazione hanno partecipato alcuni sacerdoti,una rappresentanza delle religiose, l’Unitalsidella sottosezione di Tempio e tanti amici, oltrela parrocchia del Sacro Cuore che officia inquella chiesa. Il rettore del seminario don Pao-lo Pala ha voluto confermare nel suo interven-to le parole del vescovo, ricordando il cammi-no di un anno, fatto di gioie, ma anche di alcu-ne sofferenze dovute al numero esiguo dei se-minaristi e alla differenza di età. Ci sono tantimodi per vivere queste realtà: o si segue l’at-teggiamento del fariseo, sempre scontento, nonriesce mai ad apprezzare un gesto di amore gra-

tuito, ha detto don Paolo citando il Vangelo delgiorno, o quello della peccatrice, che proprio invirtù della sua condizione di peccatrice, riescead amare come, mai è stata capace di farlo,spandendo nel mondo il buon profumo dell’a-more cristiano. Don Paolo ha colto l’occasioneper fare gli auguri al vescovo per i dieci anni diepiscopato nella nostra diocesi. Mons. Sangui-netti, infatti, era arrivato a Tempio l’11 giugnodel 2006. Il vescovo ha voluto ricordare che “èmolto importante per il giovane questo periododella vita come fase di discernimento in vistadell’ordinazione presbiterale. Il giovane semi-narista verifica continuamente la sua chiamata ela sua vocazione che porta verso un ministeroche è soprattutto di misericordia. E’ questo ilministero del presbitero. Il sacerdote è ministrodella misericordia e dell’amore di Dio. Quandoamministra e celebra i sacramenti sta ammini-

strando l’amore e la misericordiadi Dio. Il compito della Chiesa èproprio quello di verificare se nelgiovane ci sono queste caratteri-stiche per essere ministro del Si-gnore”. Il vescovo al termine hainvitato a pregare per questi gio-vani che vivono in seminario per-ché si interroghino su questa ca-pacità di donarsi al Signore, maquesto è un compito di tutti noi,non solo dei sacerdoti, di esseretestimoni, di essere “misericordio-si come il Padre vostro”. Al termi-ne dopo la celebrazione don Pao-lo ha invitato i presenti a rimane-re nei locali del seminario per unsaluto e per brindare insieme.

Domenica 19 giugno Paolo Simplicio De-gortes e Simon Pietro Columbano rice-vono il ministero del Lettorato. A confe-

rire il ministero sarà il vescovo Sanguinetti nel-la parrocchia di Nostra Signora de La Salette du-rante l’amministrazione della Cresima ad ungruppo di adulti. Il ministero del Lettorato nonnasce dal sacramento dell’ordine ma è stato isti-tuito dalla Chiesa sulla base dell’attitudine che ifedeli hanno, in forza del battesimo, a farsi ca-rico dei compiti e mansioni speciali nella co-munità. Costituiscono anche essi una grazia, os-sia un dono che lo Spirito Santo concede per ilbene della Chiesa; e comportano, per quanti liassumono, una grazia, non sacramentale, mainvocata e meritata dall’intercessione e dalla be-nedizione della Chiesa. Il ministero del lettore èil primo dei ministeri istituiti: esso ha radicimolto remote e il suo esercizio evidenzia lostretto rapporto esistente tra la Parola di Dio, laLiturgia e la Vita. La celebrazione, infatti, nonsolo presuppone l’ascolto della Parola di Dio,ma è luogo privilegiato in questa parola risuo-na. Attraverso questa parola proclamata, Dioparla al suo popolo e Cristo annunzia il suoVangelo. La presenza del Signore nella parola èsottolineata, nella celebrazione dagli onori chevengono resi al Libro Santo. Simon Pietro ePaolo Simplicio, che hanno intrapreso il cam-mino verso il diaconato permanente da alcunianni, dopo aver risposto: “Eccomi” riceverannoil libro delle Sante Scritture perché trasmettanofedelmente la parola di Dio, perché germogli efruttifichi nel cuore degli uomini.

Celebrata con solennità la festadel Sacro Cuore a Badesi. Hapresieduto Don Francesco Cos-

su, di origine badesana, con lui haconcelebrato don Cristian Garau e ilparroco di Badesi don Roberto Aversa-no. La festa era organizzata dal comi-tato composto dalle classi del 1975 edel 1985. La processione è stata ac-

compagnata dalla banda musicale diAggius, dal gruppo folk Ampuriesu diValledoria e da numerosi fedeli e turi-sti. La festa laica ha visto la partecipa-zione alla domenica di Ivana Spagna.E’ stato un registrato un buon successo,la piazza Maestrale era gremita, non-ostante fosse di domenica, mentre ilclou normalmente era di sabato. La fe-

sta è durata quattrogiorni. Era iniziatail 2 con il ritiro del-le bandiere, lamessa vespertina,ed è proseguita fi-no alla domenicasera. Il parroco e ilcomitato possonodirsi soddisfatti perla partecipazionealle celebrazionireligiose e alle ma-nifestazioni. Intan-to a Badesi arriva-no già i primi turistiche vengono ospi-tati normalmente aBaia delle Mimose,Le Dune, CostaTurchese e nelle al-tre strutture ricetti-ve. Per gli amantidel buon vino, poi,qui non manca cer-to la qualità e lagradazione.

4 Anno XXIVn. 625 giugno2016

GALLURAANGLONA&chiusura anno seminaristico alla presenza del vescovo

Marco Bilewski diventa accolito

min is te r i

Conferimento del ministero del Lettorato

e Cresime agli adulti a La Salette

Festa a badesi

Marco Bilewski diventa accolito

BadesiCelebrazione della

Santa Messa

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5Anno XXIVn. 6

25 giugno2016

GALLURAANGLONA&d iacona to

Sette domande con altrettanterisposte per chiarire uno deitemi tornati di recente al cen-

tro dell’opinione pubblica: il diaco-nato. E il numero scelto – sette –non è casuale in quanto rimanda aiprimi sette “diaconi” di cui si parlanel libro degli Atti degli apostoli alcapitolo 6. Sia ben chiaro: è unasemplice scelta evocativa, in quan-to – come si suol dire teologica-mente – non c’è catena di succes-sione tra i diaconi attuali e il grup-po dei sette. Ma chi sono oggi idiaconi? E quali i loro compiti? Ec-co alcune informazioni utili, pro-prio nella settimana in cui vienecelebrato il Giubileo dei diaconi,inserito tra i grandi eventi dell’An-no Santo della misericordia.

Che cosa è il diaconato? Il diaconato è un grado (l’ultimo)del sacramento dell’Ordine sacro;gli altri due sono l’episcopato e ilpresbiterato. Può costituire unatappa intermedia verso il sacerdo-zio (diaconato transeunte, cioè dipassaggio) o rimanere un ruolo di“servizio” nella vita liturgica e pa-storale e nelle opere sociali e cari-tative (diaconato permanente). Ascanso di equivoci circa i gradi del-l’Ordine sacro, vale la pena ricor-dare quanto viene precisato nelCatechismo della Chiesa cattolicaal n. 1554: “Il termine sacerdos -sacerdote - designa, nell’uso attua-le, i vescovi e i presbiteri, ma noni diaconi. Tuttavia, la dottrina cat-tolica insegna che i gradi di parte-cipazione sacerdotale (episcopatoe presbiterato) e il grado di servi-zio (diaconato) sono tutti e tre con-feriti da un atto sacramentale chia-mato ‘ordinazione’, cioè dal sacra-mento dell’Ordine”. Ai diaconi,viene chiarito ancora nella LumenGentium 29, “sono imposte le ma-ni non per il sacerdozio ma per ilservizio”.

Quando è stato istituito il diaconato?Il servizio dei diaconi nella Chiesaè documentato fin dai tempi degliapostoli. Ne parlano anche i padridella Chiesa. Per sant’Ignazio diAntiochia, ad esempio, una Chie-sa particolare senza vescovo, pre-sbitero e diacono sembra impen-sabile. Testimonianze sono purepresenti nei diversi Concili e nellaprassi ecclesiastica. Dal V secolo,però, per diversi motivi, il diaco-nato conobbe un lento declino, fi-nendo con il rimanere solo cometappa intermedia per i candidatiall’ordinazione sacerdotale. IlConcilio di Trento (1545-1563)dispose che il diaconato perma-nente venisse ripristinato, ma taleprescrizione non trovò concretaattuazione. Fu il Concilio VaticanoII a ristabilire il diaconato (LumenGentium 29).

Come si diventa diaconi?Gli aspiranti al diaconato devonoricevere un’accurata preparazione,a norma del diritto. In molte dio-cesi il percorso formativo - umano,spirituale, dottrinale e pastorale -dura almeno cinque anni e preve-de lo studio teologico, un tirocinionelle comunità parrocchiali, oltre aincontri di approfondimento. Que-sto iter non finisce con l’ordinazio-ne. Chi riceve il diaconato, infatti,è chiamato a una formazione per-manente, “considerata - sia da par-te della Chiesa, che la impartisce,sia da parte dei diaconi, che la ri-cevono - come un mutuo diritto-dovere fondato sulla verità dell’im-pegno vocazionale assunto” (Diret-torio per il ministero e la vita deidiaconi permanenti, n.63).

Quali sono i compiti del diacono?Il ministero del diacono è sintetiz-zato dal Concilio Vaticano II con latriade “diaconía della li-turgia, della predicazionee della carità”, con cuiserve “il popolo di Dio,in comunione col vesco-vo e con il suo presbite-rio”. Pertanto, il diacono,“secondo le disposizionidella competente autori-tà”, può “amministraresolennemente il battesi-mo, conservare e distri-buire l’Eucaristia, assiste-re e benedire il matrimo-nio in nome della Chiesa,portare il viatico ai mori-bondi, leggere la SacraScrittura ai fedeli, istruireed esortare il popolo,presiedere al culto e allapreghiera dei fedeli, am-ministrare i sacramentali(le benedizioni, ad esem-pio, ndr), presiedere alrito funebre e alla sepol-tura. Essendo dedicatiagli uffici di carità e diassistenza, i diaconi si ri-cordino del monito di S.Policarpo: ‘Essere miseri-cordiosi, attivi, cammina-re secondo la verità delSignore, il quale si è fat-to servo di tutti’” (LumenGentium 29).

Il diacono deve esserecelibe?Il candidato al diacona-to transeunte deve esse-re celibe e può essereammesso all’ordinazio-ne solo dopo aver com-piuto i 23 anni di età. Idiaconi permanenti, in-vece, possono essere or-dinati sia tra i battezzaticelibi, sia tra coloro chesono già sposati; se pe-rò sono celibi, dopo

l’ordinazione non possono piùsposarsi. Similmente non si puòpiù risposare il diacono rimastovedovo. Per diventare diacono l’e-tà minima è di 25 anni per i celibie di 35 per le persone sposate,previo consenso della moglie.

Al diaconato possono accederele donne?Nella Chiesa cattolica non è previ-sto un accesso delle donne a que-sto ministero. Papa Francesco, rice-vendo in Vaticano il 12 maggio2016 l’Unione internazionale dellesuperiore generali, in risposta alladomanda di una religiosa, ha an-nunciato di voler “costituire unacommissione ufficiale che possastudiare la questione” delle diaco-nesse, “soprattutto riguardo ai pri-mi tempi della Chiesa”.

Nella Chiesa antica c’erano lediaconesse?Notizie certe circa un diaconato

femminile organizzato si hannoper le Chiese d’Oriente. Nel Trat-tato “Didascalia apostolorum”(“Didascalia degli Apostoli”) siparla delle diaconesse, assegnan-do loro un ruolo subordinato aivescovi, ai presbiteri e ai diaconi.Le loro competenze rientravano inservizi di tipo ausiliario, a suppor-to assistenziale e organizzativodelle comunità cristiane. In ognicaso non si trattava del corrispon-dente femminile del diaconatomaschile. Guardando all’oggi…c’è da dire che le attuali religiosee monache (soprattutto superioree abbadesse) hanno molte piùcompetenze di quante ne fosseroriconosciute alle diaconesse. Og-gi, infatti, superiore e abbadesseesercitano un vero e proprio “go-verno” sulle loro comunità, fonda-to sul “munus regendi” dato dalbattesimo e regolato dal diritto ca-nonico (ossia autorizzato dalla su-prema autorità ecclesiastica).

Diaconato, informazioni utili. chi sono i diaconi? Quali i loro compiti? Sette cose da sapere - Domande & Risposte

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6 Anno XXIVn. 625 giugno2016

GALLURAANGLONA& da i paes i

Mauro Tedde

Martis. Tiziano Lasia, sindaco uscente di Martis,è stato riconfermato alla guida del piccolo Co-mune dell’Anglona. Alla guida di una lista com-posta da giovani tutti esordienti (tranne l’unicauscente Melissa Pola) Tiziano Lasia, 56 anni, ban-cario, inizia così il suo secondo mandato ma connuove e più incalzanti motivazioni. Sono quelleche verranno sicuramente dal gruppo di giovaniche insieme a lui sono andati a comporre l’unicalista presentata alle recenti consultazioni ammi-nistrative e che è stata chiamata volutamente“Per Martis”. “Il nostro progetto politico pone co-me priorità assoluta - tiene a precisare Lasia - ilcontrasto allo spopolamento e il miglioramentodella qualità della vita dei cittadini martesi. E vo-gliamo fare questo attraverso l’attuazione di unaserie di idee e di iniziative che elaboreremo in-sieme alla cittadinanza con l’ausilio di innovativiprocessi di partecipazione”. Lo spopolamentodei piccoli centri come Martis è in effetti il pro-blema più incalzante e di più difficile soluzionee non bisogna dimenticare che questo piccolocentro dell’Anglona rientra sempre più insisten-temente in quella speciale “lista nera” di comuni

dell’interno destinati praticamente a “scompari-re”, proprio a causa di un inarrestabile processodi decremento demografico. Non sarà facilequindi togliersi di dosso questa spada di Damo-cle ma Lasia e i suoi ragazzi hanno il dovere diprovarci. Il quorum necessario alla rielezione diLasia è stato superato alle 19,05 di domenicascacciando di fatto lo spauracchio dell’astensio-nismo, altro nemico da combattere nei piccolicentri, e alla fine della votazione dei 465 aventidiritto si sono recati alle urne 278 martesi. Fra icandidati che hanno realizzato le migliori per-formance, raccogliendo più preferenze c’è Anto-nello Brunu (41 voti) seguito da Ilaria Sechi (con38 preferenze), la più votata fra il gruppetto del-le candidate in rosa. In Consiglio comunale sie-deranno così oltre ad Antonello Brunu e IlariaSechi, Andrea Casu, Giovanni Degogliu, Gio-vanni Edoardo Brandino, Mauro Satta, DavideTuseddu, Melissa Pola e Giovanni Marchetti.“Ringrazio il nostri concittadini - ha concluso ilsindaco - per aver dimostrato un altissimo sensocivico garantendo una guida amministrativa alnostro Comune e sono sicuro che con l’entusia-smo dimostrato sinora dai candidati della mia li-sta, potremo ottenere i risultati auspicati”.

MT

Bulzi. 73 anni, in pensione da un decennioma con ancora tanta energia e voglia di farebene e persino tante cose da insegnare allegiovani new entry della politica locale, Edoar-do Multineddu è stato rieletto sindaco di Bul-zi. Con un vantaggio sul suo avversario di 25voti Multineddu torna a sedere nella poltronapiù importante de Comune di Bulzi dove eragià stato per ben 29 anni. Il neo sindaco è sta-to per così dire richiamato in servizio dopo lalunga esperienza di amministratore che si eraconclusa, ma a quanto pare solo momenta-neamente, nel 1998 dopo ben 29 anni, noncontinuativi però, nel ruolo di primo cittadino.Su di lui la lista “Crescere Uniti” ha riposto lesperanze innanzitutto per mettere su un pro-getto e un programma amministrativo impor-tante ma anche per poter battere un avversa-rio abbastanza agguerrito, la lista contrapposta“Un futuro e una speranza nuova per Bulzi”capeggiata dal consigliere di minoranzauscente Palmiro Sardu, che era uno dei prota-gonisti della caduta del sindaco uscente Stefa-no Vacca che come si ricorderà era stato co-

stretto a dimettersi perché aveva perso la mag-gioranza all’interno dell’assemblea consiliare eil Comune venne perciò consegnato in manoal Commissario straordinario. Vacca si è co-munque presentato anche a questa consulta-zione ma come candidato consigliere nella li-sta di Multineddu e, con le sue 54 preferenzeraccolte, è risultato il più votato del paese. Ab-bastanza singolare quindi il fatto che StefanoVacca al momento della sua elezione a sinda-co fosse uno dei primi cittadini più giovanidella Sardegna ed invece, in questo frangente,i bulzesi abbiamo voluto puntare decisamentesull’esperienza e sulla saggezza del “vecchiosindaco”. I voti raccolti dalla lista “Crescereunti” sono stati 216 e buone performance han-no registrato anche Sauro Piana con 30 voti dipreferenza, Pietro Piga (28) e Maria VelellaManunta (27) che entreranno a far parte delConsiglio insieme a Michele Biosa, FrancescoDettori e Sara Sanna. Della lista “Un futuro euna speranza nuova per Bulzi” entreranno in-vece in Consiglio comunale oltre al candidatoa sindaco Palmiro Sardu, i consiglieri Luca Te-stolina, il più votato della lista con 30 prefe-renze, e Aurora Oggiano (29 voti).

Mentre la città di Olbia si avvia al bal-lottaggio il 19 giugno tra Carlo Ca-reddu (32,37%) e Settimo Nizzi

(27,47%), Telti, paese a pochi chilometri daOlbia, ha ridato fiducia a Gianfranco Pinduc-ciu. L’ha spuntata su Matteo Sanna che rap-presentava il gruppo “Telti futur@”. Nel nuo-vo consiglio comunale sono due le donneche siederanno tra i banchi della maggioran-za: Sonia Anna Melca e la super votata PieraAzzena. Il risultato finale non ha lasciato dub-bi sulla elezione di Gianfranco Pinducciu. An-che Luras ha riconfermato come sindaco Ma-risa Careddu che ha ottenuto una vittoria net-ta sul suo antagonista Antonio Pirisino, già alungo sindaco di Luras. A Trinità d’Agultu,dove la competizione elettorale è sempre sta-ta molto sentita fin dai tempi della sua auto-nomia amministrativa da Aggius è stato elettosindaco Giampiero Carta. L’ha spuntata sul-l’altro candidato a sindaco Francesco Lepori.Sono tanti i volti nuovi che entreranno a farparte del nuovo consiglio. Occorre ricordareche il neo eletto sindaco Giampiero Carta ha

fatto già parte della giunta uscente guidataper due legislature da Anna Muretti.

Pinducciu confermato sindaco di Telti e Marisa careddu a Luras

Tiziano Lasia riconfermato sindaco di Martis

edoardo Multineddu eletto sindaco di bulzi

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8 Anno XXIVn. 625 giugno2016

GALLURAANGLONA& 8xmi l l e

1) ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE

A. ESIGENZE DEL CULTO

1. Nuovi complessi parrocchiali 251.291,56 2. Conservazione o restauro edifici di culto gia esistenti o altri beni culturali ecclesiastici 53.000,00 3. Arredi sacri delle nuove parrocchie 0,00 4. Sussidi liturgici 0,00 5. Studio, formazione e rinnovamento delle forme di pieta popolare 0,00 6. Formazione di operatori liturgici 0,00

304.291,56

B. ESERCIZIO CURA DELLE ANIME

1. Attivita pastorali straordinarie ... 10.000,00 2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 70.000,00 3. Tribunale ecclesiastico diocesano 0,00 4. Mezzi di comunicazione sociale a finalita pastorale 25.000,00 5. Istituto di scienze religiose 0,00 6. Contributo alla facolta teologica 17.000,00 7. Archivi e biblioteche di enti ecclesiastici 0,00 8. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali di ministero pastorale 0,00 9. Consultorio familiare diocesano 0,0010. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessita 0,00 11. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti addetti 0,00 12. Clero anziano e malato 0,00 13. Istituti di vita consacrata in straordinaria necessita 0,00 14. Affitto locali Seminario 20.000,00

142.000,00

C. FORMAZIONE DEL CLERO

1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 90.000,00 2. Rette di seminaristi e sacerdoti studenti a Roma o presso altre facolta ecclesiatiche 5.000,00 3. Borse di studio seminaristi 0,00 4. Formazione permanente del clero 10.000,00 5. Formazione al diaconato permanente 0,00 6. Pastorale vocazionale 0,00

105.000,00

D. SCOPI MISSIONARI

1. Centro missionario diocesano e animazione missionaria 0,002. Volontari Missionari Laici 0,003. Cura pastorale degli immigrati presenti in diocesi 0,004. Sacerdoti Fidei Donum 0,00

0,00

E. CATECHESI ED EDUC. CRISTIANA

1. Oratori e patronati per ragazzi e giovani 3.500,002. Associazioni ecclesiali (per la formazione dei membri) 4.000,003. Iniziative di cultura religiosa nell`ambito della diocesi 0,00

7.500,00

F. CONTRIBUTO SERVIZIO DIOCESANO

1. Contributo al servizio diocesano per la promozione del sostegno economico della diocesi 1.500,001.500,00

G. ALTRE ASSEGNAZIONI/EROGAZIONI

1. Diaconi al servizio della Diocesi 8.000,008.000,00

a) TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NEL 2015 568.291,56

Diocesi di Tempio-AmpuriasRendiconto relativo alla erogazione delle somme attribuite alla diocesi

dalla Conferenza Episcopale Italiana Ex art.47 della legge 222/1985 per l’anno 2015Il presente 'Rendiconto' deve essere inviato alla Segreteria Generale della C.E.I. entro il 31 maggio 2016,

ai sensi della determinazione approvata dalla XLV Assemblea Generale (9-12 novembre 1998).

Erogazione delle somme derivanti dall’otto per mille dell’irpef per l’esercizio 2015

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98xmi l l eAnno XXIV

n. 625 giugno

2016

GALLURAANGLONA&RIEPILOGO

TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE PER L`ANNO 2015 568.291,56Riportare la somma di cui al quadro 1, lett. a) del rendiconto delle assegnazioni

A DEDURRE TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NELL`ANNO 2015 (fino al 31/03/2016) 568.291,56Riportare la somma di cui al rigo a) del presente rendiconto

DIFFERENZA 0,00L`importo "differenza" e cosi composto:

- Fondo diocesano di garanzia (fino al 10% del contributo dell''anno 2015) 0,00- Fondo diocesano di garanzia relativo agli anni precedenti 0,00

Totale Fondo diocesano di garanzia 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2016)

- Somme impegnate per iniziative pluriennali anno in corso 0,00- Somme impegnate per iniziative pluriennali negli esercizi precedenti 0,00

Totale iniziative pluriennali 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2016)

Altre somme assegnate nell`esercizio 2015 e non erogate al 31/03/2016 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2015)

INTERESSI NETTI del 30/09/2015;31/12/2015 e 31/03/2016 51,55

ASSEGNI EMESSI O BONIFICI EFFETTUATI MA NON ANCORA CONTABILIZZATI NELL`E/C 1.335,26

SALDO CONTO CORRENTE E/O DEPOSITO TITOLI AL 31/03/2016 1.386,81

2 INTERVENTI CARITATIVI

A. DISTRIB. PERSONE BISOGNOSE

1. Da parte della diocesi 242.354,142. Da parte delle parrocchie 45.000,003. Da parte di enti eclesiastici 35.000,004. Da parte del Vescovo 20.000,00

342.354,14B. OPERE CARITATIVE DIOCESANE

1. In favore di extracomunitari 0,002. In favore di tossicodipendenti 5.000,003. In favore di anziani 0,004. In favore di portatori di handicap 5.000,005. In favore di altri bisognosi 0,006. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 15.000,007. In favore di Seminaristi poveri 15.000,008. Borse Lavoro 25.000,009. In favore di giovani in difficolta 25.000,00

10. Istituti religiosi in difficoltà 45.000,0011. Incentivazione lavoro giovanile 6.000,00

141.000,00C. OPERE CARITATIVE PARROCCHIALI

1. In favore di extracomunitari 0,002. In favore di tossicodipendenti 0,003. In favore di anziani 0,004. In favore di portatori di handicap 0,005. In favore di altri bisognosi 0,00

0,00D. OPERE CARITATIVE ALTRI ENTI

1. In favore di extracomunitari 0,002. In favore di tossicodipendenti 0,003. In favore di anziani 0,004. In favore di portatori di handicap 0,005. In favore di altri bisognosi 0,006. Gestione Caritas 20.000,007. Sostegno alunni famiglie bisognose 10.000,00

30.000,00

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10 Anno XXIVn. 625 giugno2016

GALLURAANGLONA& 8xmi l l e

E. ALTREASSEGNAZIONI/EROGAZIONI

1. Studenti poveri Chiese sorelle 0,000,00

b) TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NEL 2015 513.354,14

RIEPILOGO

TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE PER L`ANNO 2015 472.683,09Riportare la somma di cui al quadro 2, lett. a) del rendiconto delle assegnazioni

A DEDURRE TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NELL`ANNO 2015 (fino al 31-03-2016) 472.683,09Riportare la somma di cui al rigo b) del presente rendiconto

DIFFERENZA 0,00L`importo "differenza" e cosi composto:

- Somme impegnate per iniziative pluriennali anno in corso 0,00- Somme impegnate per iniziative pluriennali negli esercizi precedenti 0,00

Totale iniziative pluriennali 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2016)

Altre somme assegnate nell''esercizio 2015 e non erogate al 31-03-2016 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2016)

INTERESSI NETTI del 30-09-2015; 31-12-2015 e 31-03-2016 -465,33

ASSEGNI EMESSI O BONIFICI EFFETTUATI MA NON ANCORA CONTABILIZZATI NELL''E/C 1.312,48

SALDO CONTO CORRENTE E/O DEPOSITO TITOLI AL 31-03-2016 847,15

Si allegano:

1. relazione esplicativa del rendiconto relativo alle somme erogate;

2. fotocopia delle pagine di tutti gli estratti conto bancari dal 01/04/2015 al 31/03/2016;

3. documentazione dei depositi amministrati o della gestione patrimoniale nel caso in cui le disponibilità siano statetemporaneamente investite.

Si attesta che:

- Il presente ‘Rendiconto’ è stato sottoposto alla verifica del Consiglio Diocesano per gli affari economici nella seduta in data26/05/2016;

- Il ‘Rendiconto’ è pubblicato nel bollettino ufficiale della diocesi n. 6,

in data giugno 2016.

Tempio Pausania, lì 3/06/2016

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Daniela Astara

Con la firma dell’atto di consegna dei lavo-ri, inizia a Olbia la costruzione del nuovocomplesso parrocchiale di Sant’Ignazio da

Laconi, in località Sa Minda Noa. A sottoscrivereil documento, alla presenza di S. E. Mons. Seba-stiano Sanguinetti, vescovo della Diocesi diTempio Ampurias, sono stati il sindaco di OlbiaGianni Giovannelli, il parroco padre Alberto Co-sta e il titolare dell’impresa Santoni che si è ag-giudicata l’appalto. Si tratta del secondo com-plesso parrocchiale dell’area urbana che andràad essere realizzato dopo quello di San MicheleArcangelo. Esso fa parte del progetto più ampioche consiste nella creazione di cinque nuoveparrocchie, che vanno ad aggiungersi alle quat-tro preesistenti. “E’ il secondo grande impegnodella Diocesi, un’altra grande opera d’arte chesarà realizzata a Olbia – ha detto mons. Sangui-netti, nel corso di una semplice cerimonia cheprelude a quella solenne della posa della primapietra che avverrà nelle prossime settimane.Un’opera d’arte dall’architettura moderna, - haaggiunto il vescovo - ma con il carattere dellabellezza e della funzionalità che dica il sacro”.

L’opera è stata resa possibile grazie all’impulsodato dal Vescovo per dotare la Città di Olbia deiservizi religiosi, di formazione umana e moralee di aggregazione sociale di cui aveva estremobisogno. Un’opera meticolosa e articolata inizia-ta con il suo insediamento avvenuto circa diecianni fa e che ora vede maturare i primi impor-tanti frutti. Determinante il supporto e il serviziodi coordinamento offerto dall’Ufficio Diocesanoper l’Edilizia di Culto e dal contributo della CEIcon i fondi Otto per Mille che copre circa il 75%dei costi dell’opera. Il restante 25% sarà copertodalla Diocesi e dalla Parrocchia, grazie alla pas-sione e al grande impegno della giovane comu-

nità di frati cappuccini che regge la parrocchia.L’importo complessivo dell’opera sfiora i quattromilioni e seicento mila euro. Il progetto è statocurato dagli architetti Francesca Leto (capogrup-po) Michele Battistella e Daniele Bertoldo, instretta collaborazione con gli Uffici Diocesaniper l’Edilizia di Culto e Liturgico, e con il sup-porto tecnico del RUP Dicesano, geom. Salvato-re Bicchiri. L’intero complesso sarà realizzatodall’Impresa Gonario Santoni, che si è aggiudi-cata un appalto nazionale e ha già dato prova digrande professionalità nel realizzare la parroc-chia di San Michele Arcangelo. La consegna del-l’opera è prevista entro il 13 marzo 2018.

Santino Cimino

Fumata bianca domenica 29 maggio per laConfraternita Santa Croce di Castelsardo. In-fatti, come da remote consuetudini, nella so-

lennità del Corpus Domini, alle 7 del mattino,nella chiesetta di Santa Maria, antica sede dell’o-ratorio, i sette consiglieri, coadiuvati dal priore evice priore, hanno proposto i nomi di coloro chesarebbero rientrati nella lista degli eletti al nuovopriorato. Un autentico rito sacro, considerandoche, prima di procedere alle elezioni, attraverso ilcanto gregoriano del Veni Creator, si invoca lospirito santo, affinché illumini e guidi questo mo-mento così determinante per la vita della Confra-

ternita. A coordinare il cammino dell’associazio-ne, per la stagione 2016-2017 è stato nominato, amaggioranza dei voti, il signor Armando Pala,sessant’anni circa, con già una ben consolidataesperienza da confratello alle spalle, tanto che, hagià rivestito nel 90-91 per la prima volta la caricadi priore. La placa argentata sul petto, con incisoil crocifisso, è l’insegna che lo distinguerà tra tut-ti i membri del plurisecolare sodalizio, indossatamentre per ringraziare il Signore si canta il TeDeum, accompagnato dallo sfilare dei soci cheformulano gli auguri per la nuova mansione affi-datagli. Ad Armando giungano i più calorosi e af-fettuosi auspici di un sereno e fecondo priorato,sostenuto dalla quotidiana benedizione di Dio.

Donatella Sini

Castelsardo - Sedici giovani cri-stiani, nel giorno dedicato alCorpus Domini, hanno rice-

vuto la prima comunione, nella par-rocchia di Santa Teresa di Lisieux aLu Bagnu. I piccoli sono arrivati al-l’ambito traguardo preparati e soste-nuti dalla veterana delle catechi-ste, Suor Teresa che li ha guidati perquattro anni, coadiuvata, in vista deltraguardo, dalle energiche catechi-ste Daniela, Mina e Lina. Proseguecosì il percorso di crescita della gio-vane parrocchia di Santa Teresinache, sotto la sapiente guida del par-roco Don Giuseppe Delogu, percor-

re il cammino che la sta portandoad diventare una comunità unita,sana e vera testimone della fede inCristo. Da un anno e mezzo i fede-li della frazione, ed i graditi ospiti invacanza, si riuniscono a celebrarel’Eucaristia nella nuova chiesa, ulti-mata a tempo di record in meno diuna anno, che ospita anche mo-menti comunitari come lo studio delVangelo ( imperdibile appuntamen-to del mercoledì), le prove del Co-ro Parrocchiale e del Coro Polifoni-co che ha dato più volte prova di ta-lento e maestria sotto l’attenta guidadi Don Giuseppe, un “ malato dimusica” come lui stesso si definisce.Una risorsa per la comunità è anche

l’annesso locale dell’oratorio con icampetti di calcio e pallavolo e l’o-monima società sportiva dilettanti-

stica che educa i ragazzi ai saniprincipi dello sport e del vivere inarmonia con il prossimo.

11Anno XXIVn. 6

25 giugno2016

GALLURAANGLONA&v i t a d iocesana

consegnati i lavori per la realizzazione aolbia del complesso parrocchiale di Sant’ignazio da Laconi

Cerimonia della consegnadei lavori

Rendering di come sarà l’interno della parrocchia

Castelsardo, eletto il nuovo priore

Prime comunioni a Lu Bagnu

Il nuovo priore

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12 Anno XXIVn. 625 giugno2016

GALLURAANGLONA&

don Domenico Degortes

La notizia era circolata un paio di mesi fasuscitando un certo allarme, poi era rien-trata. Ora che il numero dei profughi che

sbarcano sulle coste della Sicilia e della Sarde-gna sta aumentando, prima o poi anche a noi,a La Maddalena, sarà chiesto di accoglierli. Conquale spirito ci stiamo preparando? C’è chi par-la di invasione, chi teme infiltrazioni terroristi-che, chi ha paura che ci tolgano posti di lavo-ro, chi non approva che lo Stato spenda 35 eu-ro per ogni profugo che viene accolto. A livel-lo mondiale ci sono nazioni che chiudono lefrontiere ai profughi, in America Trump si èschierato apertamente contro gli immigratiispanici, molti governanti sono condizionati dadiffuse opinioni xenofobe. Indubbiamente citroviamo di fronte ad una crisi umanitaria epo-cale, quale non c’è mai stata dalla fine dell’ul-tima guerra. Milioni di persone scappano dalleregioni dove c’è la guerra, la persecuzione, lafame. Rischiano tutto, di perdere i loro beni,perfino la vita, sono spesso vittime dei traffi-canti. Vogliono mettere in salvo i loro figli, da-re loro un futuro. Tanti bambini arrivano senzai genitori. Ora tutti questi non sono numeri, so-no persone come noi. È una emergenza uma-nitaria. I nostri poveri potrebbero avere un tet-to, un pasto, una assistenza medica, potrebbe-ro avere un aiuto da un parente, dalla Prote-zione Civile, dalla Caritas, questi invece, nonconoscono nessuno, non capiscono la nostralingua, non hanno un tetto, non hanno cibo néassistenza medica. La situazione è grave e com-plessa e va affrontata a livello internazionale. I

Governi, e l’Italia è in prima linea, stanno spe-rimentando nuove strategie come centri dismistamento anche nei Paesi di provenienza. Ilprimo impegno è riportare la pace dove orac’è la guerra. Intanto riconoscere il diritto di ri-fugiato a chi lo è veramente. Come si fa a ri-mandare indietro uno che è scappato dallaguerra e dalla persecuzione? L’Europa che èstata antesignana dei diritti umani, ora è chia-mata ad applicarli con questi esseri umani, uo-mini, donne, bambini, arrivati tra noi. Il fattoche tra tutti questi ci possano essere anche deiterroristi, deve portare a rafforzare la vigilanza,non a punire una moltitudine di innocenti, giàvittime di ingiustizie. L’Europa che, nel risolle-varsi dalle rovine dell’ultima guerra, ha speri-mentato la solidarietà di altre nazioni, e che, asua volta, ha conosciuto una forte emigrazio-ne, ora è chiamata alla solidarietà e all’acco-glienza. Non dimentichiamo che guerre desta-bilizzanti di alcuni paesi come la Libia e l’Iraqsono state sostenute da nazioni occidentali.Inoltre al benessere di alcuni Paesi dell’Occi-dente ha contribuito lo sfruttamento di paesipoveri dell’Africa e del Medio Oriente. PapaFrancesco, ha fatto la prima visita pastorale inItalia a Lampedusa, dove ha voluto ricordare itanti morti in mare nel tentativo di sfuggire al-la guerra, alla fame, alla persecuzione e insie-me lodare gli abitanti dell’Isola per l’acco-glienza ai profughi. Qualche giorno fa anche ilpresidente Mattarella, ha elogiato gli abitanti diLampedusa. Nel settembre scorso il Papa halanciato un appello per accogliere, nelle par-rocchie e negli istituti religiosi, una famiglia diprofughi. Anche noi, dopo averne parlato in

Consiglio Pastorale, abbiamo offerto la nostradisponibilità ad accogliere una famiglia pressoil primo oratorio del Bambino Gesù alle DueStrade. E’ lo stile della Comunità di San Egidio,che è in contatto anche col nostro Vescovo,per accogliere in diocesi alcune famiglie diprofughi. “Un profugo a casa mia” è il proget-to che portano avanti alcune diocesi italiane eche favorisce l’integrazione. Nel mese di apri-le il Papa si è recato all’isola di Lesbo in Gre-cia dove arrivano migliaia di rifugiati e insiemeal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bar-tolomeo e all’Arcivescovo di Atene e di Tuttala Grecia, Ieronymos, hanno rivolto un mes-saggio a tutti i discepoli di Cristo, (è stata unabella testimonianza di ecumenismo), ricordan-do le parole sulle quali saremo giudicati: “Hoavuto fame e mi avete dato da mangiare, hoavuto sete e mi avete dato da bere, ero stra-niero e mi avete accolto…tutto quello che ave-te fatto a uno solo di questi miei fratelli piùpiccoli, l’avete fatto a me”(Mt25,35-36.40).

la Redazione

Nata ufficialmente il 31 maggio 1976 attraver-so l’iscrizione al Registro della Stampa del Tri-bunale di Tempio col titolo di Giornale Parla-to Radio Tele Arcipelago, la nostra emittenteprecedette di qualche mese la storica senten-za n. 202 della Corte Costituzionale (luglio1976), che poneva fine al monopolio stataledell’etere, liberalizzando di fatto l’attività diradiodiffusione in ambito locale. E proprioRadio Parrocchiale Libera fu il primo nomeattribuitogli dal lungimirante suo fondatore,mons. Salvatore Capula, parroco del tempopresso la Parrocchia di Santa Maria Maddale-na. Suo intento era quello di dar vita anchealla TV parrocchiale, per la quale non si an-dò mai oltre la fase sperimentale. Nel 1991, inottemperanza alla Legge Mammì, venne costi-tuita l’Associazione Radio Tele Arcipelago,che assunse la proprietà dell’emittente conpresidente pro tempore mons. Salvatore Ca-pula e vicepresidente Giuseppe Deligia. Adessi sono attualmente subentrati don Dome-nico Degortes (presidente) e Gianfranco Im-pagliazzo (vice presidente). Primo direttoreresponsabile di Radio Arcipelago è stato donNicolino Addis, al quale sono succeduti nel-l’ordine: don Nanni Columbano, SalvatoreAbate e Claudio Ronchi. Pionieri coordinato-ri dell’emittente sono stati: Nino Tollis, Anto-nio Pengo, Agostino Canu, Proto Marcia, Pie-tro Costa, Lino Ugazzi. Ma una miriade di col-laboratori ha contribuito a tenere alti i livelli

di ascolto, attraverso servizi di informazione,intrattenimento, sport e musica. Tra essi é do-veroso ricordare la preziosa collaborazionedei giornalisti Giancarlo Tusceri, Lorenzo Im-pagliazzo, Franco Nardini, Andrea Nieddu,Mauro Coppadoro. Oggi Radio Arcipelago,unica emittente radiofonica cattolica dellaDiocesi di Tempio Ampurias, è condotta daClaudio Ronchi col supporto di FrancescoFerrandicco, Mario Terrazzoni e GiordanoRonchi. Tecnico dell’emittente, oggi come ie-ri, è Tore Frassetto. Radio Arcipelago ha dasempre dato spazio, oltre alla trasmissionedelle Sante Messe e di tutti i momenti eccle-siali significativi, a programmi e servizi di in-trattenimento ed informazione locale e nonsolo. Ci piace richiamare alla memoria dalpassato i pregevoli radiogiornali quotidiani,che continuano inossidabili tutt’oggi; il pro-gramma di quiz «Zio Toni», condotto da Anto-nio Pengo; i programmi musicali per giovanie non solo, curati da Franco One, da MarioLicheri, da Filippo Marini, oggi alto ufficialeresponsabile, guarda caso, delle comunica-zioni nazionali delle Capitanerie di Porto, daLuca Montella, attuale Sindaco di La Madda-lena, e dall’architetto Pierluigi Cianchetti; ilnotiziario condotto da Gianluca Lioni, oggi,guarda caso, portavoce del Ministro dei BeniCulturali, on. Franceschini; i servizi socio-cul-turali di Marilena Bruschi da Palau. I pro-grammi radiofonici attuali vedono Radio Arci-pelago presente non solo nell’ambito religio-so e sociale, ma anche in quello politico e diattualità e in quello culturale. Il palinsestoprevede la trasmissione di due sante Messegiornaliere, una dalla Parrocchia di Santa Ma-

ria Maddalena ed una dalla Parrocchia dell’A-gonia (sino a pochi anni fa si trasmetteva didomenica anche la Messa di Palau); la tra-smissione, anche in diretta, di cerimonie reli-giose particolarmente importanti, vedi, a suotempo, la cerimonia per l’insediamento delVescovo Mons. Sanguinetti; l’apertura alla po-litica attraverso la trasmissione, in diretta odifferita, dei Consigli Comunali e i due spaziconcessi separatamente alla maggioranza ealla minoranza del Consiglio stesso; l’ospitali-tà costante alla Presidenza del Parco e alleScuole cittadine. La «pagina» sportiva è attual-mente curata da Roberto Ugazzi, addetto allecomunicazioni dell’Amministrazione Montel-la, che negli anni dell’Ilva in C2 trasmettevale partite in diretta radiofonica anche dal«continente». L’attenzione alla cultura è sem-pre stata una prerogativa della nostra emit-tente, presente in convegni e conferenze, chevengono registrati e successivamente propo-sti e riproposti ai radioascoltatori; aperta allapoesia, alla narrativa e all’arte drammatica.Spunti e riflessioni dai giornali cristiani ven-gono curati con maestria da Annamaria Ga-spa. Quanto detto, solo per ricordare alcuniambiti in cui Radio Arcipelago si è mossa econtinua a muoversi. Ma i tempi sono cam-biati: la tecnologia e l’avvento dell’informati-ca hanno imposto nuovi traguardi. Ci si muo-ve oramai nel digitale e nel web, per cui sirende necessario trasformare progressiva-mente l’ormai datato modello di emittente lo-cale in quello di struttura permanente multi-mediale. Una sfida per la quale ci vorrannoidee, entusiasmo, capacità, investimenti. Auguri Radio Arcipelago!!!!

Profughi a La Maddalena?

l a madda lena

Quarant’anni di radio Arcipelago

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13v i t a d iocesanaAnno XXIV

n. 625 giugno

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GALLURAANGLONA&

La Porta della Misericordia èuna porta santa speciale che ilSanto Padre Francesco ha chie-

sto di aprire in tutte le diocesi in oc-casione di questo Anno SantoStraordinario, permettendo ai fedelidi tutto il mondo di vivere piena-mente la misericordia del Padre. Ilvescovo mons. Sanguinetti ha deci-so che nella nostra diocesi le treporte sante rimangano aperte nellacattedrale di Sant’Antonio Abate aCastelsardo, nella cattedrale di SanPietro Apostolo a Tempio e nella

basilica di San Simplicio a Olbia.Tutte le parrocchie, a seconda delterritorio in cui ricadono, in Gallurao in Anglona, si stanno organizzan-do per vivere questo momento im-portante nel cammino della conver-sione. Un momento quindi straordi-nario di grazia e di rinnovamentospirituale che la parrocchia di NostraSignora de La Salette ha vissuto coni ragazzi del catechismo, i catechistie diversi genitori. L’ultimo giornodel mese di Maggio, hanno percor-so a piedi il tratto che separa le due

parrocchie e, arrivati al piazzale da-vanti alla basilica, sono stati inco-lonnati dando la priorità ai Lupetti ealle Coccinelle del gruppo scout,ben visibili con le loro uniformi. Labasilica di San Simplicio, dopo lapreghiera durante il passaggio dellaPorta Santa, la recita del Credo e unsalmo penitenziale, è stata invasapacificamente dai parrocchiani deLa Salette che l’hanno riempita inogni ordine di posti. Il parroco diSan Simplicio don Giovanni Debid-da ha voluto spiegare ai ragazzi il

senso del Giubileo e ha ripercorsola storia della basilica e del santomartire Simplicio patrono di Olbia edella diocesi. Una partecipazionedavvero massiccia con l’ammonizio-ne conclusiva, attraverso le paroledell’antica tradizione, a lodare e glo-rificare il Padre, il Figlio e lo SpiritoSanto per il passaggio della PortaSanta qui vissuto in questo annogiubilare. In altre parole: riparti daCristo tu che ha perdonato e hai ac-colto il perdono. Riparti da Cristo tuche hai trovato misericordia.

I ragazzi de La Salette passano la Porta Santa

Le catechiste sistemano i ragazzi in basilica

I ragazzi entrano per la Porta Santa

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14 Anno XXIVn. 625 giugno2016

GALLURAANGLONA&

Sebastiano Depperu

Sabato e domenica si aprirà il sipario sulla ma-nifestazione “Domos Abbeltas”. Tutto il pae-se la attende. La quarta edizione può contate

su 62 domos. E si va ad offrire al visitatore tuttoquello che il paese e i luresi hanno da offrire. Laregia dell’evento è in mano al Comune e alla Proloco. “Abbiamo preparato un’edizione molto riccadi eventi, cultura e tradizioni – spiega l’assessore alturismo Mauro Azzena – oltre alle domos abbiamopredisposto uno spazio, in via Nuchis, dove ci sa-ranno i paesi della zona che si presenteranno e gliartigiani faranno dimostrazione degli antichi me-stieri. Tutto questo sarà il borgo delle tradizioni.Per la parte culturale, inoltre, saranno aperti i pa-lazzi comunali e i musei. Non solo enogastrono-mia, dunque. Saranno due giorni intensi. Buonadomos abbeltas a tutti”. Il programma è stato stila-to e sarà definitivo tra qualche giorno. Una delletante novità è il “Domos tour”, il giro per le domosla sera prima che inizi la manifestazione, ovvero,venerdì, alle 19.30: gli animatori delle domos si in-contrano e visiteranno tutte le domos. Sabato, in-vece, la manifestazione si aprirà alle 10.30 con iltaglio del nastro. Alle 15, nel borgo delle tradizio-ni sono previste dimostrazioni di antichi mestieri.Alle 17, esibizione itinerante del coro Baronia di

Torpè con i gruppi folk di Luogosanto e Sant’An-tonio. Alle 18.30, sarà presentato nella sala consi-liare il libro “Senza più paura” di Roberto Fancel-lu. Alle 19.30, è previsto, invece, il festival delleFisarmoniche itinerante, con quattro fisarmonicistiluresi, in ricordo di Tamponeddu. Domenica mat-tina, partirà la diretta, da Luras, di RadioInterna-zionale. Alle 15, ancora dimostrazioni al Borgodelle Tradizioni. Alle 17, esibizione itinerante deiBoes e Merdules di Ottana, Tamburini di Gavoi, egruppi folk di Luras, Bortigiadas, Calangianus eSant’Antonio. Alle 20, presentazione del dvd “No-te millenarie” con il musicista Roberto Diana. Ec-co cosa si potrà trovare nelle domos, in ordine diiscrizione: 1) ABITI ANTICHI E FOTO DI FINE800. 2) GNOCCHI COL RAGU’ DI CINGHIALE,MATTA FRISSA E MARMELLATA. 3) SEADAS EDOLCI TIPICI. 4) CATTO’ E SABA. 5) ZEPPOLE EDOLCI FRITTI. 6) RICAMO E INTAGLIO. 7) VINIDI LURAS. 8) PORCHETTA, PANE. 9) FRITTELLE EDOLCI TIPICI. 10) PANADAS. 11) SOTT’OLI EFRITTI MISTI. 12) FOTOGRAFIE. 13) COLLEZIO-NE FORTELEONI (LAVORI IN SUGHERO). 14)PORCETTO, PANE. 15) DIPINTI E CERAMICHE.16) LAVORI DI CERAMICHE ARTISTICHE. 17)BIRRA ARTIGIANALE E LIQUORI. 18) CARRA-SAU, SALUMI, FORMAGGI E VINO. 19) SOTT’O-LI. 20) CUCITO. 21) FORMAGGI, RICOTTA E LI-

QUORI. 22) REVEA, GNOCCHI E RAVIOLI. 23) SUZILLERI. 24) LAVORI IN LEGNO. 25) VINTAGE.26) RAVIOLI. 27) CUCITO. 28) ANGUILLE. 29)COLTELLI. 30) SOTT’OLI, CINGHIALE, VINO, PA-NINI. 31) RICAMO E CREAZIONI ARTISTICHE.32) LAVORI IN FERRO. 33) LAVORI IN LEGNO.34) TAGLIATELLE, TRIPPA. 35) PIETANZE A BASEDI FUNGHI. 36) COZZULA E PULPUZZOSO. 37)FORMAGGIO ARROSTO. 38) MIELE. 39) VINO,PANE. 40) SOTT’OLI, MARMELLATE. 41) SOTT’O-LI, COZZULA E’BELDA. 42) FAE E COLDA, VINO,FORMAGGI. 43) MONILI. 44) CESTINI IN CARTAE OGGETTI. 45) OGGETTI VARI: GIOIELLI, CAR-RETTI, ECC. 46) FUNDHEDDU E RICAMI. 47)CUCITO, RICAMO E MAGLIA. 48) ZUPPA LURE-SE. 49) CORREDO TIPICO. 50) MOSTRA DI PIT-TURA. 51) MAIALE E MAIALETTO ARROSTO. 52)OGGETTISTICA VARIA. 53) GELATO ARTIGIA-NALE. 54) SALSICCIA E PANCETTA. 55) CAFFE’DI MANDORLE, COZZU E’BELDA. 56) ANTICHI-TA’. 57) ZUPPA, VINO E BERRITTAS. 58) VINILURESI. 59) FORMAGGI. 60) ZUPPA. 61) LUMA-CHE. 62) MAGLIETTE E GADGET.

va r ie

Luras, si rinnova Domos Abbeltas

“L’incontro con Papa Francesco oggi, inoccasione del Giubileo degli ammalati edelle persone con disabilità, è stato ve-

ramente speciale. Il Papa - e questo mi ha ve-ramente commosso - mi ha detto che noifacciamo un lavoro straordinario ed unicoaccanto alle persone disabili e malate“.E’quanto dichiara ANTONIO DIELLA, neo pre-sidente nazionale dell’UNITALSI che ha sa-lutato il Santo Padre al termine della celebra-zione per il Giubileo degli Ammalati e dellePersone con Disabilità che si è tenuta oggi apiazza San Pietro.”Le sue parole - aggiungeDIELLA - sono state per noi un grande ricono-scimento, ma ci consegnano anche una granderesponsabilità perché il Pontefice ripone unagrande fiducia nella nostra Associazione. Danoi si aspetta il meglio perché ha visto in tuttigli unitalsiani uno strumento di misericordiaper essere accanto con umanità e professiona-lità a tutte quelle persone , malate e disabili,che sono il cuore dell’UNITALSI”.“Oggi vorrei idealmente ringraziare - prose-gue DIELLA - tutti i nostri soci perché con illoro lavoro quotidiano hanno costruito un’im-magine viva e forte dell’UNITALSI. Il Papa civuole bene e questo credo che sia il più altoriconoscimento che possiamo desiderare”.“L’UNITALSI - conclude DIELLA - non è il pre-sidente nazionale. L’UNITALSI è l’impegnoquotidiano e spesso faticoso, ma gravido dibellezza, di tantissimi soci, spesso nascostiche vivono quotidianamente l’esperienzastraordinaria della compassione e della tene-rezza verso i più deboli e i più piccoli delmondo”. Intanto L’Unitalsi Sarda Nord si stapreparando a vivere il suo pellegrinaggio an-nuale a Lourdes dal 3 al 9 luglio 2016. E’ sem-pre un momento molto atteso, anche da colo-ro che sono veterani di Lourdes, soprattutto inquesto anno straordinario della misericordiavoluto da Papa Francesco. Riconoscere di es-sere stati perdonati da Dio è l’inizio di uncammino di vera conversione.

La Sardegna si prepara a vivere il pellegrinaggio a Lourdes

S.D.

Istituzioni e scuola abbracciano la tutela del-l’ambiente. E’ quanto successo, ieri mattina,dalle 10:30, nella piazzetta di Vignola mare,

borgo balneare del Comune di Aglientu. L’am-ministrazione comunale, guidata dal primo cit-tadino Antonio Tirotto, ha aderito ad una cam-pagna organizzata da Legambiene dal nome“Spiagge e fondali puliti”. “Gli alunni dellascuola materna e quelli delle elementari e le ri-spettive maestre - spiega il sindaco Tirotto - so-no stati invitati a partecipare e a prendere par-te all’iniziativa. Anzi, erano loro i veri protago-nisti della giornata. Inizialmente le maestre han-no spiegato a cosa serve e come viene fatta laraccolta differenziata, cos’è l’isola ecologica at-tiva già da qualche giorno nel comune diAglientu; e, successivamente sono stati distri-buiti a tutti quanti cappellini, pettorine, guanti ebuste gialle e tutti insieme abbiamo passeggia-to lungo la spiaggia di Vignola mare alla ricer-ca e raccolta di rifiuti abbandonati”. Il litorale èstato, così, ripulito, durante una giornata che siè trasformata in una festa per i ragazzi.

Aglientu. campagna di Legambiente, i bimbi puliscono la spiaggia

A Perfugas in mostra i “tesori”

di Forestas

Èrimasta aperta per tre giorni la mostra cheha messo in esposizione i “tesori” natura-listici dell’isola e ha costituito uno degli

eventi culturali più interessi della primavera an-glonese. Dall’8 al 10 giugno Perfugas ha ospita-to “Forestas”, una mostra itinerante che ha giàtoccato diverse località della Sardegna, lascian-do sempre un bel ricordo in ogni tappa del suolungo e non ancora compiuto percorso. È stataaperta l’8 giugno proprio per consentire agli stu-denti di poterla visitare. Come si sa, l’anno sco-lastico ha avuto ufficialmente termine nell’isolagiusto due giorni dopo. Quindi, in tempo utileper consentire soprattutto alle scuole di appro-fittare di una così ghiotta occasione. La mostraitinerante “Sardegna foreste, i tesori naturali diun’Isola”, allestita all’interno dei locali del Cen-tro Congressi, è infatti una di quelle esposizionidal grande valore didattico di cui è altamenteraccomandabile la visita. La mostra, organizzatada Comune e Pro Loco in collaborazione conForestas (Agenzia Forestale Regionale per losviluppo del territorio e dell’ambiente della Sar-degna), ha offerto a chi l’ha visitata l’opportu-nità di scoprire un mondo spesso ignorato, maha dato soprattutto ai più giovani una modalitàpiuttosto accattivante per accostarsi alle temati-che dell’educazione ambientale. Non solo stu-denti, comunque, visto che la mostra non hafatto discriminazione tra fasce d’età, grazie allaricchezza dei suoi contenuti e ad un allesti-mento in grado di incuriosire anche gli adulti.Va detto che persegue giustamente anche unafinalità promozionale, perché, come si sostieneda più parti, la conoscenza del patrimonio fo-restale potrebbe essere più di un semplicespunto per lo sviluppo del turismo rurale. Lamostra riproduce proprio l’ambiente naturaledella Sardegna, con un’attenzione particolareverso i suoi vari habitat, dalle foreste alle zoneumide. Vi trovano una speciale collocazionenumerosi esemplari di flora e fauna, propostianche con riproduzioni in scala e non solo inun formato fotografico di eccellente qualità.

Papa Francesco all’unitalsi

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Èiniziato ufficialmente il mesesacro del Ramadan, nel qua-le, secondo la tradizione, Al-

lah, attraverso l’Arcangelo Gabrie-le, avrebbe rivelato il suo messag-gio al profeta Maometto: con laparola “Ramadan” i musulmanichiamano il nono mese del lorocalendario, arrivato all’anno 1437dell’era islamica. Il mese del Ra-madan è dedicato alla preghiera,alla meditazione e all’autodiscipli-na. Il digiuno è un obbligo per tut-ti i musulmani praticanti adulti esani che, dalle prime luci dell’albafino al tramonto, non possonomangiare, bere, fumare e praticaresesso. Al tramonto il digiuno vieneinterrotto con un dattero o un bic-chiere d’acqua. Poi segue il pastoserale (iftar). Dura 29/39 giorni ela sua fine è prevista per martedì 5luglio. Sono 1 milione e 700mila imusulmani presenti nel nostroPaese, pari al 32% del totale deglioltre 5 milioni di stranieri presentiin Italia. Negli anni, l’Islam è di-

ventato la seconda religione piùprofessata in Italia, dopo il cattoli-cesimo, ma tracciare una radiogra-fia dai contorni precisi sulla pre-senza quantitativa dei musulmaniin Italia, è impresa quasi impossi-bile perché non esistono archivipubblici dedicati alle scelte religio-se delle persone per non invaderela privacy dei cittadini. Secondo lestime della Fondazione Ismu,proiettando i dati dell’Osservatorioregionale lombardo al contesto ita-liano, gli stranieri di fede islamicapresenti in Italia sono marocchini,soprattutto, egiziani, tunisini, ben-galesi. Sunniti per il 98%. Nell’U-nione europea sono 15 milioni (il3% della popolazione), nei Paesieuropei non comunitari circa 97milioni (13,7%). Ci sono nel nostroPaese 6 moschee (Segrate, ColleVal d’Elsa, Ravenna, Catania, Pa-lermo): la Grande Moschea di Ro-ma è la più grande d’Europa. Sicontano poi sul nostro territoriooltre 700 sale di preghiera che fan-

no capo ad associazioni o centriculturali islamici. Il 20 gennaioscorso una delegazione musulma-na in Vaticano ha presentato a pa-pa Francesco un invito ufficiale avisitare la Grande Moschea di Ro-ma. Il desiderio espresso in quella

occasione dalla delegazione di cuifaceva parte anche l’imam YahyaPallavicini, vice presidente dellaCo.re.is – Comunità religiosa isla-mica italiana -, è che la visita sipossa realizzare nell’Anno giubila-re della misericordia.

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25 giugno2016

GALLURAANGLONA&at tua l i tà

Francesco Pala

Chi leggerà queste brevi ed improvvisa-te parole, forse, si sentirà come chiascolta un vecchio disco incantato,

che ininterrottamente gira a vuoto. Quandoio ero ancora iscritto all’Azione Cattolica diBono, Baingio, ci aveva militato per lunghis-simi anni in quel d’Osilo ed anche questasua militanza gli sarà certamente servita(lungo e) per tutta la sua vita. È proprio inquel periodo che ho avuto la fortuna di co-noscere uno dei due migliori marescialli almondo: Baingio. In quegli anni ’60 vennetrasferito a Bono proveniente dal continente,era vicebrigadiere. Sin dai primi giorni sidistinse per la sua mitezza, unita ad una im-mensa bontà, che, ben presto, fece presanella popolazione Goceanina. Incredibile,ma vero. Il suo comportamento amichevole,il suo impeccabile stile di vita, hanno contri-buito in modo evidente a cambiare la men-

talità dei giovani bonesi, alquanto allergici adivise e stellette. La stessa Lina, persona dasempre stimata, non ha certamente tardato efaticato a capire il carattere gioviale che locontraddistingueva. Lasciò Bono per Tempiouna volta convolato a nozze. Il popolo diBono lo ricorda con molto rimpianto. Bain-gio era di casa, era diventato un autenticobonese in tempi decisamente ristretti. Anchequi, a Tempio, tutti noi abbiamo avuto l’o-nore ed il tempo necessario per conoscerloa fondo. Personalmente dovrei scrivere unromanzo per mettere in risalto quello che luieffettivamente era. Mi basta, comunque, sot-tolineare quello che i suoi stessi commilito-ni dissero quando lasciò la divisa per la stra-meritata pensione: “Siamo rimasti orfani. Ciè mancato il fratello maggiore”. Basta così!Perché, se dovessi aggiungere ancora qual-cosa, dovrei aggiungere solo ed esclusiva-mente qualche lacrima. Grazie di cuore pertutto l’insegnamento che mi hai dato.

inizio ramadan per 1 milione e 700mila musulmani in italia è il mese sacro del digiuno e della preghiera

in ricordo del maresciallo Baingio Pala

Baingio Pala

don Gianni Sini

Il grande incantatoresmascherato dall’esorcista

pp. 192 - €16,00ISBN 978-88-7198-708-8

«C’è una guerra che ogni giorno si fa nel cuore degli uomini e delle donne, si fa nei cuori dei cristiani e deinon cristiani. C’è la guerra tra il bene e il male dove noi dobbiamo scegliere. Ma i metodi di guerra di que-sti due nemici sono totalmente opposti e noi sappiamo che uno dei metodi del diavolo sono le insidie. L’altrometodo di Satana è sedurre: è un seduttore e seduce col fascino, col fascino demoniaco, ti porta a crederetutto. Lui sa vendere con questo fascino, vende bene, ma paga male alla fine» (Papa Francesco).

Nel contesto culturale e religioso italiano, in molti c’è una forte carenza di solide convinzioni religiose ela perdita di importanti valori cristiani. Questo conduce a una larga diffusione di pratiche cultuali devia-te o apertamente superstiziose, che spesso stuzzicano la curiosità dei giovani portandoli a fare delleesperienze dagli esiti devastanti per l’equilibrio psichico e per la fede.Un libro interessante, questo dell’esorcista don Gianni Sini, facile da leggere, che parte dalle esperienzesul campo. Coinvolgenti le domande che tutti vorrebbero rivolgere a chi pratica esorcismi e le testimo-nianze di tante persone oggetto di malefici o fatture, vessate o possedute dal Maligno. Le risposte del-l’esorcista spaziano su temi che difficilmente vengono trattati nelle omelie e nelle catechesi domenicali.

Novità giugno 2016

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Nella tua chiesa,dai il tuo contributoe vivi la misericordia.Porgi la tua mano a chi soffre.

Nell'Anno Santo della Misericordia siamo tutti chiamati alla solidarietà per sconfiggere disuguaglianze e povertà. Restiamo vicinial Santo Padre e aiutiamolo a soccorrere i poveri e i bisognosi in ogni angolo della terra. Vittime della guerra e dei disastri naturali, chiese in difficoltà, popoli dimenticati.

DomenicaDomenica26 Giugno 201626 Giugno 2016Giornataper la Caritàdel Papa

Apriamo i cuoriApriamo i cuorialla misericordiaalla misericordia

Foto

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enna

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(2 Cor 9,7)(2 Cor 9,7)

“...Dio amachi donacon gioia.”

In collaborazione con

Obolo di San Pietro

Promossa dalla

Conferenza Episcopale ItalianaFederazioneItalianaSettimanaliCattolici

In collaborazione con

GALLURA ANGLONA&