IL NEWS MAGAZINE DELLA MISERICORDIA DI VENEZIA · 2019. 7. 22. · militari. IMPORTO QUOTA...

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Periodico trimestrale - Anno 2015 - N. 4/2015 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 dcb Venezia 30125 Venezia, S. Polo 135 - 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382 Realizzazione: Editgraf, Venezia - info@editgraf.com Canaletto, San Giacomo di Rialto, 1725-30, Gemäldegalerie, Dresden SEDE PRESIDENZA UFFICI VISITA IL NOSTRO SITO: www.misericordiavenezia.org e-mail: info@misericordiavenezia.org TROVERAI NOTIZIE AGGIORNATE Lun/Sab 9-12 Un aiuto agli anziani Lun/Ven 10-12 - 16-18 Giovedì 15-16.30 SQUADRA PRIMO SOCCORSO AMBULATORIO per visite di medicina di base e specialistiche gratuite su prenotazione telefonica 3460473974 0 04 41 1 5 52 22 24 47 74 45 5 0 04 41 1 2 24 41 10 03 34 47 7 Lun/Sab 9-12 Un sorriso per i bambini SEZ. «ARCOBALENO» 0 04 41 1 5 52 22 24 47 74 45 5 0 04 41 1 2 27 77 77 73 36 62 2 IL NEWS MAGAZINE DELLA MISERICORDIA DI VENEZIA

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  • Periodico trimestrale - Anno2015 -N. 4/2015 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma1dcbVenezia30125 Venezia, S. Polo 135 -� 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382

    Realizzazione: Editgraf, Venezia - [email protected]

    Canaletto, San Giacomo di Rialto,1725-30, Gemäldegalerie, Dresden

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  • sommario n. 4-2015

    NEWS SODALIZIO- LUNEDI’ 1° OTTOBRE 2015: PARTE L’11° CORSO DI PRIMO SOCCORSO APERTO A TUTTA LA CITTADINANZA. pag. 5

    - SABATO 10 OTTOBRE 2015 “MISERICORDIA DAY” – Festa del Volontariato della Misericordia di Venezia: a partire dal mattino con l’apertura dell’Ambulatorio per controlli gratuiti glicemici e misurazione parametri vitali alla cittadinanza; dimostrazioni simulate di primo soccorso;alle 18,00: SOLENNE CELEBRAZIONE LITURGICA ALLA PRESENZA DI AUTORITA’ RELIGIOSE, CIVILI E MILITARI pag 6

    - Calendario delle Liturgie per la Festività di “TUTTI I SANTI” e la “COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI” pag. 7

    NEWS SEZIONI INTERNE- Consuntivi 3° trimestre 2015 sezioni interne: “Filo d’Argento”, “Arcobaleno”, “Ambulatorio” e “SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO”. pag. 16

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    IN QUESTO NUMERO:Papa Francesco stupisce continuamente il mondo di Giuseppe Mazzariol pag. 18Palagonia: le responsabilità di chiesa e politica di Maurizio Del Maschio pag. 21Il dolce peso dell’amore di M. Chiara Klinger Mazzarino pag. 24Pensiamoci di A. Debora Turchetto pag. 25L’angolo del geriatra di Giancarlo Bottecchia pag. 27L’autodifesa dei Carabinieri di Francesco Bergamo pag. 29Andar per mostre e musei:Fondazione Cini e 72^ Mostra del Cinema di M.M. pag. 32L’angolo dello spritz di Giampaolo Contemori pag. 35Misericordia e verità: “La gioia del Vangelo” 2° di don Diego Sartorelli pag. 36Le ricette di Nonna Silvana di S. M. B. pag. 38

    Una società che abbandona i bambini e gli anziani recide le sue radici e oscura il suo futuro. Papa Francesco

    Direttore Responsabile: GIUSEPPE MAZZARIOLCollaboratori e grafici di redazione: ROBERTA FALCIER, MARINA MUSACCO

    Direzione e redazione: Venezia – S. Polo, 135 – Tel. e fax 041.5224745 e-mail: [email protected]: www.misericordiavenezia.org

    Gli articoli firmati riflettono soltanto l’opinione degli autori.

  • NEWS sodalizio

    4 IL MESSAGGIO N. 4 -2015

    INAUGURATO IL NUOVO APPRODO IDROAMBULANZE DELL’OSPEDALE CIVILE

    Grazie al nuovo approdo, ha spiegato il Dr. Giuseppe Dal Ben, Direttore Generaledell’ULSS 12 Veneziana, chi arriva in idroambulanza può ora essere sbarcato eaccompagnato fin dentro l’Ospedale al riparo dalle intemperie, in condizioni miglio-ri di quanto poteva accadere in passato, quando il trasbordo avveniva all’aperto, inun luogo molto esposto al vento, alla pioggia e agli altri eventi atmosferici. In più, ilnuovo approdo consente di operare nel rispetto della privacy degli utenti in arrivo:nella nuova “cavana” infatti le operazioni di sbarco compiute dai sanitari sono pro-tette dalla vista di chi transita sulle Fondamenta Nuove; si offre finalmente così agliutenti dell’Ospedale quella giusta misura di riservatezza e di rispetto che deve carat-terizzare sempre le strutture sanitarie, e che il vecchio approdo non garantiva.

    Il nuovo approdo ècostituito da tre corpiconnessi. Il primocorpo è la vasta “cava-na” in cui le idroam-bulanze in arrivo pos-sono entrare conampio spazio di mano-vra, per poi ormeg-giarsi. E’ sotto la“cavana” che avvienelo sbarco del paziente,trasportato in barella

    o sulla tipica sedia usata dal Suem veneziano per i trasferimenti. La seconda partedella nuova struttura è il collegamento protetto, coperto su tutti i lati, che attraversala fondamenta, e grazie al quale il paziente viene “introdotto” nell’area ospedaliera:un sistema meccanico automatizzato consente ai sanitari di chiudere su tutti i lati,quando necessario, questo collegamento che attraversa la fondamenta, trasforman-dolo di fatto in una corsia riservata al passaggio degli utenti in barella. Segue, cometerzo corpo della nuova struttura, il lungo corridoio, anche questo coperto e com-pletamente riparato, che attraversa lo spazio aperto tra il le Fondamenta Nuove e ilPadiglione Neurodermo, e conduce fino all’area del Pronto Soccorso.

    Nella foto: l’assessore del Comune Simone Venturini, il Dr. Giuseppe Dal Ben, alcu-ni Operatori del 118 e, la nostra volontaria della Squadra di Primo Soccorso,Natascia Cecconi con suo figlio Francesco, anche lui “in divisa”.

  • IL MESSAGGIO N. 4 - 2015 5

    NEWS sodalizio

    11° EDIZIONE DEL CORSODI PRIMO SOCCORSOGiovedì 1° ottobre 2015 è iniziata laundicesima edizione del Corso di PrimoSoccorso, con più di settanta iscritti, di cui il90% costituito da giovani. Il corso, di ventilezioni (teoriche e pratiche) terminerà il 10dicembre con un test scritto. Direttore delcorso il Dr. Lodovico Pietrosanti,Coordinatore Sanitario, il Dr. Franco Osti.Martedì 15 dicembre, presso la SalaCapitolare della Scuola Grande di S.Teodoro, avrà luogo la consegna degliattestati, alla presenza di autorità civili emilitari.

    IMPORTO QUOTA ASSOCIATIVA PER IL 2016 € 30,00

    Il Consiglio dell’Arciconfraternita,nella riunione del 23 settembre2015, ha deliberato all’unanimità diaumentare la quota associativadegli iscritti, a far luogo dal01.01.2016, da € 25,00 a € 30,00(trenta).Come potete constatare, l’aumentodi € 5,00 annui è davvero modesto,tenendo conto, peraltro, che l’im-porto di € 25,00 era fermo dal 2011.Ad ogni buon conto se ci fosserodelle persone che hanno difficoltàdi pagare questi € 5 annui in più,l’Arciconfraternita è pronta a venirloro incontro.

  • 6 IL MESSAGGIO N. 4 - 2015

    NEWS sodalizio

    “MISERICORDIA DAY”SABATO 10 OTTOBRE 2015

    Festa del Volontariato per:XXII ANNO DI COSTITUZIONE DELLA SEZIONE “FILO D'ARGENTO”XVII ANNO DI COSTITUZIONE DELLA SEZIONE “ARCOBALENO”

    XIV ANNO DI COSTITUZIONE DELL'AMBULATORIOV ANNO DI COSTITUZIONE DELLA SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO

    PROGRAMMAOre 10,00 – 12.00 e 15,30 – 17,00:Apertura dell’Ambulatorio in Campo S. Giacometto alla popolazione per controlligratuiti glicemici e misurazione parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza car-diaca e respiratoria)Ore 16,30: Dimostrazioni simulate di primo soccorso da parte dei volontari;Ore 18,00: S. Messa solenne per i volontari,presieduta da Mons. Dino Pistolato, allapresenza di autorità civili e militari.Al termine della liturgia saranno consegnati diplomi di benemerenza e medaglie aivolontari.

    Sarà presente anche il Vice Presidente Naz. Della Confederazione Misericordied’Italia, Leonardo Sacco.

    Seguirà il consueto cocktail gentilmente offerto dalla benemerita ditta ROSA SALVA

    Chi semina Carità, raccoglie Amore

  • IL MESSAGGIO N. 4 - 2015 7

    titolo articolo di Nome Cognome autoreNEWS sodalizio

    FESTIVITA’ DI TUTTI I SANTIDOMENICA 1° NOVEMBRE 2015

    E COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTILUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015

    CALENDARIO DELLE LITURGIE

    DOMENICA 1° NOVEMBRE 2015

    CAPPELLA S. CRISTOFORO (CIMITERO)Ore 9.30: S. Messa celebrata in suffragio dei Padri defunti dell’Istituto Cavanis,

    sepolti nella Cappella di S. Cristoforo e degli ex allievi e congregati mariani defunti;Ore 11.15: S. Messa per i confratelli viventi e defunti;Ore 15.30: S. Messa per i confratelli viventi e defunti.

    CHIESA S. GIACOMETTO DI RIALTOOre 10.00 S. Messa per i confratelli viventi e defunti.

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    LUNEDI’ 2 NOVEMBRE 2015: COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

    CHIESA DI S. MICHELE IN ISOLAOre 10.00: S. Messa presieduta da S.Ecc. Mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia, alla presenza di autorità civili e militari cittadine e dei confratellidell'Arci-confraternita. Al termine della S. Messa il Patriarca si recherà

    con i rappresentanti della Misericordia alla Cappella di S. Cristoforo e dall'altodel pronao impartirà la tradizionale benedizione “AI CAMPI”.

    CAPPELLA S. CRISTOFORO (CIMITERO)Ore 15.30: S. Messa in suffragio dei confratelli defunti.

    Chiesa S. Giacometto di RialtoOre 17.30: S. Messa in suffragio dei confratelli defunti.

    Il ponte di barche che fino a fine Ottocento consentivaai veneziani di arrivare in cimitero a piedi

  • 8 IL MESSAGGIO N. 4 - 2015

    titolo articolo di Nome Cognome autoreNEWS sodalizio

    I MEDICI DELLA MISERICORDIA DI VENEZIAOFFRONO VISITE SPECIALISTICHE GRATUITEANCHE A PENSIONATI VENEZIANI INDIFFICOLTA’ ECONOMICHE ELIMINANDOTEMPI LUNGHISSIMI DI ATTESA.

    È noto che la città di Venezia, pur essendo prevalentemente una città ricca per le atti-vità turistiche e l’attività del terziario, presenta sacche di povertà che le istituzionipubbliche e di volontariato stentano a controllare dal punto di vista sanitario.D’altra parte è elevato il numero di anziani con pensioni minime che non riesconoad accedere ai servizi sanitari specialistici per vari motivi, uno dei quali è principal-mente il tempo di attesa tra prenotazione ed esecuzione della visita. Pertanto, il grup-po di Medici Volontari dell’Ambulatorio di San Giacometto, costituito per lo più damedici specialisti o polispecialisti è disponibile ad offrire consulenze specialisticheper i casi di pazienti veneziani o in difficoltà economica.

    L’aiuto offerto potrà, per il momento, essere dato per le seguenti specialità:

    • Medicina interna• Gastroenterologia• Cardiologia• Diabetologia• Neurologia• Malattie infettive• Geriatria• Reumatologia• Otorinolaringoiatria• Ginecologia. • Pediatria.• Urologia

    Il servizio di consulenza sarà organizzato come segue: le visite dovranno essere pre-notate telefonando alla segreteria della Misericordia e verranno eseguite nell’ambu-latorio sito a S. Giacometto concordando data ed ora. Casi di pazienti particolari,valutati caso per caso, potranno essere visitati nell’ambiente del paziente stesso.

    NON E’ NECESSARIO PRESENTARE DICHIARAZIONE DEI REDDITI OALTRA DOCUMENTAZIONE COMPROVANTE CHE UNA PERSONA NONE’ RICCA !!! ORMAI “POVERI” SIAMO UN PO’ TUTTI !!!

  • IL MESSAGGIO N. 4 - 2015 9

    NEWS sodalizio

    CORSI BLS-D

    La “MISERICORDIA” di Venezia organizza, presso la propria sede in Campo SanGiacometto, n. 135.CORSI DI RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE (BLS-D) per il persona-le appartenente a varie categorie. Detti corsi hanno lo scopo di fornire le competen-ze e la capacità di portare soccorso efficace a persone colpite da arresto cardio-respi-ratorio improvviso, contemplando l’uso del defibrillatore semiautomatico e scongiu-rando quindi un sicuro decesso. L’invito è rivolto ad associazioni sportive, enti e isti-tuti scolastici in quanto è importante la presenza di persone che abbiano questo bre-vetto, nella considerazione che spesso vi possono essere circostanze in cui chiunque,inconsapevolmente può trovarsi seriamente coinvolto. I corsi, della durata di CIN-QUE ORE, sono diretti dal Dr. Lodovico Pietrosanti, già Direttore del Servizio 118SUEM di Venezia. Il costo di partecipazione è di € 100,00= (cento/00) a persona.Verrà rilasciato regolare certificato a norma di legge. Se siete interessati. Si può con-tattare la Misericordia al seguente numero: 041.5224745, tutti i giorni dalle ore 9 alleore 12 – e-mail: [email protected]

  • 10 IL MESSAGGIO N. 4 - 2015

    NEWS sodalizio

    CONSORELLE NUOVE ISCRITTE(dal 1° luglio al 30 settembre 2015)TRANQUILLIN Nicla – PIRANI Alessandra- FERRARA Grazia -

    CONFRATELLI NUOVI ISCRITTI(dal 1° luglio al 30 settembre 2015)ALFIER Guglielmo – STEVANI Massimo

    NON SONO PIU’ CON NOI MA VIVONO NEL NOSTRO RICORDO(“Dona a loro, Signore, la pace della tua compagnia”)

    CONFRATELLI DECEDUTI(dal 1° luglio al 30 settembre 2015)FOSCATO Antonio – PAROLINI Riccardo – GARBUGGIO Giorgio – AGOSTI-NELLI Francesco – MAZZAVILLANI Mario – PIVETTA Marcello – PAVANGiuseppe – VIANELLO Alfredo – BELLUSSI Germano -

    CONSORELLE DECEDUTE(dal 1° luglio al 30 settembre 2015)CARRETTIN Silvia – FERRARA Maria-Rosa – CASTELLANI Ginevra – MICHIELI Olga –DAVANZO Maria – FUSARO Angela chiamata Giovanna – MINCIOTTI Elda -

    CONFRATELLI ISCRITTI IN MORTE(dal 1° luglio al 30 settembre 2015)---

    OFFERTE(dal 1° luglio al 30 settembre 2015)

    Andrea MORELLI – SCARPA Iva -

    SI PREGANO LE PERSONE ISCRITTE CHE HANNO CAMBIATO INDIRIZZO DI COMUNICARLO IN SEGRETERIA

    DELLA MISERICORDIA (tel. 041.5224745)

  • IL MESSAGGIO N. 4 - 2015 11

    NEWS sodalizio

    COMUNICATO PER GLI ISCRITTIIN CASO DI MORTE

    I PARENTI DEGLI ISCRITTI CHE DESIDERASSERO CELEBRARE ILFUNERALE NELL’ORATORIO DI SAN CRISTOFORO IN CIMITERO,SONO PREGATI DI PRENDERE CONTATTI CON GLI UFFICI DELL’AR-CICONFRATERNITA APPENA AVVENUTO IL DECESSO DELLA PER-SONA ISCRITTA (MATTINO: DALLE 8.30 ALLE 12.30).

    FUNERALI A CURA DELLA MISERICORDIA

    SOTTOSCRIZIONE DI UN CONTRATTO IN VITA PER I CONFRATELLI ISCRITTI.

    L’Arciconfraternita si occupa, per tutti gli iscritti, previo contratto sottoscritto negliuffici amministrativi della sede di Rialto, S. Polo N. 135, dei FUNERALI, una voltache viene a mancare un confratello. Da anni ormai, appoggiata ad un’impresa dipompe funebri cittadine, si prende cura dell’accompagnamento funebre, del funera-le nella chiesa parrocchiale o nella Cappella del cimitero di S. Michele, della cassa,dei fiori, delle epigrafi, e a seconda della scelta se a terra o in manufatto; viene fattapoi la croce, la pietra tombale o le iscrizioni per chi ha già in concessione una nic-chia, un ossario o un cinerario. Possiamoinoltre assegnare un cinerario per chidesidera farsi cremare. Il contratto viene sottoscritto IN VITA el’importo resterà invariato fino aquando verrà a mancare il confratello oconsorella. Per informazioni invitiamo gliiscritti interessati, ma soprattutto tutticoloro che sono soli e che non desideranodare incombenze a parenti dopo il deces-so, a contattare i nostri uffici dal lunedì alsabato dalle 9.00 alle 12.00. Tale contrattovale anche per gli iscritti che abitano fuoricittà e che dovranno essere trasportati nelcamposanto di Venezia.

  • 12 IL MESSAGGIO N. 4 - 2015

    NEWS sodalizio

    OFFERTE ALL’ARCICONFRATERNITA

    PER CHI VOLESSE SOSTENERE CON UN’OFFERTA LENOSTRE MOLTEPLICI ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO, RICOR-DIAMO I NOSTRI C/C BANCARI E POSTALE:

    VENETO BANCA IBAN: IT16Q0503502001084570176956BANCO S. MARCO IBAN: IT09W0518802070000000039153BANCA PROSSIMA IBAN: IT08G033590160010000069033POSTE ITALIANE c/c 18513309 - IBAN: IT35 V 07601 02000 000018513309Intestando le offerte all’ARCICONFRATERNITA DI S. CRISTOFORO E DELLAMISERICORDIA DI VENEZIA – S. POLO, 135 – 30125 VENEZIA

    L’IMPORTANZA DI UN TESTAMENTO O LASCITOA FAVORE DELLA MISERICORDIA

    Fare testamento o predisporre un lascito è sempre un atto di granderesponsabilità ed umanità. Non è incompatibile con la tutela deglieredi legittimi: ognuno di noi può lasciare una cifra modesta, un loca-le, un magazzino, un alloggio che, “passando a miglior vita” non ver-rebbe utilizzato da nessuno e andrebbe magari all’asta ! Per la Misericordia, potreb-be essere utile e determinante per la realizzazione di un progetto sociale (alloggi perpersone non abbienti o senza fissa dimora, mense per diseredati, ecc.). Lasciti edonazioni dunque, anche se modesti, possono contribuire a portare a termine deiprogetti e far progredire le iniziative sociali in atto.

  • IL MESSAGGIO N. 4 - 2015 13

    NEWS sodalizio

    ORATORIO S. CRISTOFORO – CIMITEROSI AVVISA

    CHE LA S. MESSA DOMENICALEVIENE CELEBRATA ALLE ORE 11.15.

    ACCOMPAGNAMENTO FUNEBREUN NOSTRO INCARICATO SARA’ SEMPRE PRESENTE

    A TUTTI I FUNERALI CHE SI SVOLGERANNO NELLE CHIESE DIVENEZIA CON IL LABARO DELL’ARCICONFRATERNITA.

    AVRA’ CURA INOLTRE DI ACCOMPAGNARE I PARENTI AL CAMPO ATERRA O AL MANUFATTO DOVE VERRA’ SEPOLTO IL LORO CARO DEFUNTO.

  • 14 IL MESSAGGIO N. 4 - 2015

    NEWS sodalizio

    AMMINISTRATOREDI SOSTEGNOL’attenzione alla persona

    L’amministratore di sostegno è una figura istituita perquelle persone che, per effetto di un’infermità o di unamenomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibi-lità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propriinteressi. Gli anziani e i disabili, ma anche gli alcolisti, itossicodipendenti, le persone detenute, i malati terminalipossono ottenere, anche in previsione di una propria

    eventuale futura incapacità, che il giudice tutelare nomini una persona che abbiacura della loro persona e del loro patrimonio. Per richiedere l’amministrazione disostegno si deve presentare un ricorso. Il ricorso può essere proposto:• dallo stesso soggetto beneficiario, anche se minore, interdetto o inabilitato• dal coniuge• dalla persona stabilmente convivente• dai parenti entro il quarto grado• dagli affini entro il secondo grado• dal tutore o curatore• dal pubblico ministeroNella scelta della persona da nominare amministratore di sostegno, il giudice tutela-re preferisce, se possibile:• il coniuge che non sia separato legalmente• la persona stabilmente convivente• il padre, la madre• il figlio• il fratello o la sorella• il parente entro il quarto grado• il soggetto designato dal genitore superstite con testamento, atto pubblico o scrit-tura privata autenticata.

    Non possono ricoprire le funzioni di amministratore di sostegno gli operatori dei ser-vizi pubblici o privati che hanno in cura o in carico il beneficiario.

    L’AVV. NICOLETTA BORTOLUZZI: VENEZIA – CANNAREGIO, 5916(VICINO AL PONTE DEI GIOCATTOLI) TEL. 041.2777904, CON IL SUOSTUDIO PROPONE, UNA TARIFFA CONVENZIONATA PER LA PRO-POSIZIONE DEL RICORSO PER LA NOMINA DI AMMINISTRATOREDI SOSTEGNO.

  • IL MESSAGGIO N. 4 - 2015 15

    NEWS sodalizio

    ASSISTENZAFISCALE A TARIFFE

    CONVENZIONATEIL DOTT. ALBERTO BARADEL

    Commercialista, Revisore Contabile e Curatore fallimentarecon studio a Venezia, Giudecca n. 187

    Tel. 349.1277065

    e-mail: [email protected] è a disposizione per lacompilazione e presentazione, a tariffe convenzionate, delleDichiarazioni Fiscali 2015 (Modello 730 – Modello Unico) e peri conteggi e predisposizioni dei modelli di pagamento dei tributicomunali (IMU – TASI). Nei mesi di aprile, maggio e giugnopotranno essere concordati appositi giorni di ricevimento pressola sede dell’Arciconfraternita.

  • 16 IL MESSAGGIO N. 4 - 2015

    NEWS sezioni interne

    Sezione “ARCOBALENO” Consuntivo 3° Trimestre 2015

    A - DIVISIONE PEDIATRICA - OSPEDALE CIVILE DI VENEZIAAssistenza ai bambini in divisione pediatrica ore n. 120Assistenza notturna ore n. 115

    B - CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE - GIUDECCAIntrattenimento con i bambini delle detenute ore n. 21

    C - CASA FAMIGLIA AURORA Assistenza ai bambini ore n. 80

    D - ISTITUTO PROV. S.M. DELLA PIETÀ Assistenza ai bambini in comunità ore n. 72

    Sezione “FILO D’ARGENTO” Consuntivo 3° Trimestre 2015

    A - PUNTO DI ASCOLTO presenze n. 961. Richieste di informazioni, assistenza e compagnia n. 1232. Telefonate effettuate per comunicazioni e compagnia n. 198

    B - SERVIZI EFFETTUATI1. Assistenza e compagnia a domicilio n. 812. Spese a domicilio n. 283. Accompagnamento a visite mediche n. 194. Espletamento pratiche amministrative n. 14

    C - ATTIVITÀ PRESSO STRUTTURE PUBBLICHE1. Ospedale Civile – vari reparti presenze n. 5152. Fatebenefratelli: R.S.A. presenze n. 963. Fatebenefratelli: Hospice presenze n. 464. Case di Riposo presenze n. 317

    AMBULATORIO Consuntivo 3° Trimestre 2015

    Visite ambulatoriali generiche: n. 10Richiesta visite specialistiche: n. 10Richiesta esami radiologici e di laboratorio: n. 8

    SERVIZIO DI CONSULENZA PSICOLOGICA su appuntamentopresso l’AMBULATORIO, telefonando al mattino al 041.5224745.

  • IL MESSAGGIO N. 4 - 2015 17

    NEWS sezioni interne

    SQUADRA DI PRIMO SOCCORSOConsuntivo 3° Trimestre 2015

    - Festa del Redentore: sabato 18 luglio 2015- Regata Storica: domenica 6 settembre 2015- Torneo di Basket in memoria di “F. Piaggi” –Palazzetto dello Sport-Arsenale; domenica 20 set-tembre 2015

    - Tutti i sabati dalle h. 21.00 alle 01.00 SAP –Squadra a piedi - zona Rialto-S. Polo, Campo S.Bortolo e dintorni

    - tutte le domeniche dalle ore 10 alle ore 18 SAP – Squadra a piedi – zonaRialto – S. Polo, Campo S. Bortolo e dintorni

  • 18 IL MESSAGGIO N. 4 - 2015

    PAPA FRANCESCO STUPISCECONTINUAMENTE IL MONDO: ASSOLUZIONE PER IL PECCATODI ABORTO, AMNISTIA PERI CONDANNATI PENTITI,INDULGENZAPER I LEFEBVRIANI di Giuseppe Mazzariol

    Sì, Papa Francesco stupisce ancora ilmondo intero con i suoi improvvisi mes-saggi riguardanti il Giubileo straordina-rio della Misericordia che inizierà l’8dicembre 2015.In una triplice comunicazione rimessa aMons. Rino Fisichella, presidente delpontificio Consiglio per la promozionedella nuova evangelizzazione e incarica-to di promuovere le iniziative per ilGiubileo, Papa Francesco ha deciso di“concedere a tutti i sacerdoti, per l’AnnoGiubilare, la facoltà di assolvere dal pec-cato di aborto quanti lo hanno procura-to e, pentiti di cuore, ne chiedano il per-dono”.Già nel 2013, in una intervista concessaa “Civiltà cattolica” Papa Francescoaveva chiesto misericordia per le donneche avevano abortito.Il Santo Padre parla dell’aborto anchein termini di “un dramma esistenziale emorale. Ho incontrato tante donne cheportavano nel loro cuore la cicatrice diquesta scelta sofferta e dolorosa. Ciò cheè avvenuto è profondamente ingiusto;

    eppure, solo il comprenderlo nella suaverità può consentire di non perdere lasperanza”. Per questo motivo, spiega ilPapa, “il perdono di Dio a chiunque èpentito non può essere negato, soprattut-to quando fanno ricorso all’aborto;conosco bene i condizionamenti che lehanno portate a questa decisione”.Fino ad ora la facoltà di concedere ilperdono, riservata soltanto ai vescovi eda questi delegata ai “penitenzieri” dialcune basiliche e santuari, con l’avven-to del Giubileo viene attribuita a tutti isacerdoti del mondo.Questa decisione di estendere a tutti isacerdoti la facoltà di perdonare l’abor-to vuol essere un segno di estensionedella manifestazione di misericordia intermini più accessibili e disponibili daparte della Chiesa: non è una attenua-zione del senso di gravità del peccato.I sacerdoti che preparano la confessio-ne devono far capire la gravità di questocrimine e aiutare a comprendere in unpercorso di conversione.Pertanto, la decisione di Papa Francesconon vuole essere in alcun modo unminimizzare la gravità del peccato.Inoltre chi sarà impossibilitato a rag-giungere la Porta Santa, quali ammalatied anziani, spesso in condizione di nonpoter uscire di casa, per loro sarà possi-bile ottenere l’indulgenza giubilareanche partecipando alla S. Messa e alla

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    preghiera comunitaria attraverso i varimezzi di comunicazione.Le condizioni per ottenere l’indulgenzain generale restano le solite: parteciparealla Messa, confessarsi, ricevere lacomunione, , recitare il credo e le pre-ghiere secondo le intenzioni del santopadre, oltre ovviamente, ad attraversarela Porta Santa.E per Porta non s’intende solo quella diS. Pietro in Roma, ma tutte quelle che ivescovi diocesani stabiliranno nelle cat-tedrali e nei santuari.Se ricordiamo, Papa Francesco, l’11aprile 2015, con la bolla d’indizionedell’Anno Giubilare “Misericordiaevultus”, aveva annunciato a tutto ilmondo che durante la Quaresima del2016 avrebbe inviato in tutte le diocesi isuoi “missionari della misericordia”,cioè dei semplici sacerdoti con l’auto-rità di perdonare anche i peccati chesono riservati alla Sede Apostolica.Ma quali sono questi peccati?Il Codice di diritto canonico prevedeche ci siano dei peccati che i sacerdotinormali non possono assolvere e quindibisogna ricorrere a qualcuno “più inalto”, cioè ad un penitenziere maggiore.E’ il caso dell’aborto, la cui assoluzioneè a tutt’oggi riservata al vescovo o a unconfessore da lui delegato.Per farsi assolvere dai peccati riservatiai vescovi si ricorre al canonico peniten-ziere che si trova in ogni chiesa catte-drale. Per un antico privilegio mai revo-cato possono assolvere dall’abortoanche i sacerdoti religiosi degli ordinimendicanti come dominicani, france-scani, agostiniani, carmelitani, redento-risti.I peccati che però non possono essereassolti nemmeno dai vescovi sono cin-que e per essi si deve ricorrere diretta-mente al Papa.Si parla di peccati riservati alla Santa

    sede secondo la dizione del codice didiritto canonico del 1917, tutt’ora vali-da.Essi sono: la profanazionedell’Eucarestia, la violenza fisica controil Pontefice, l’assoluzione del complicenel peccato contro il sesto comanda-mento (chi compie atti sessuali con unsacerdote non può essere assolto dallastesso), l’ordinazione episcopale di unvescovo senza mandato del Papa, la vio-lazione del sigillo sacramentale, cioèquando un sacerdote rivela i contenutidella confessione di terzi.Nella lettera di Papa Francesco a Mons.Fisichella un secondo “messaggio”molto importante viene toccato.Esso è rivolto implicitamente a tutti igoverni del mondo: “Il Giubileo ha sem-pre costituito l’opportunità di una gran-de amnistia, dedicata a coinvolgere tantepersone, che pur meritevoli di pena,hanno tuttavia preso coscienza dell’in-giustizia compiuta e desiderano sincera-mente inserirsi di nuovo nella societàportando il loro contributo onesto”.Inoltre il Papa assicura a tutti i carcera-ti la possibilità di ottenere l’indulgenzaplenaria nelle loro celle.“Ogni volta che passeranno per la portadella loro cappella, rivolgendo il pensie-ro e la parola al Padre, possa questogesto significare per loro il passaggiodella Porta Santa, perché la misericordiadi Dio, capace di trasformare i cuori, èanche in grado di trasformare le sbarrein esperienza di libertà”.In un terzo “messaggio” inviato a Mons.Fisichella, Papa Francesco fa esplicitoriferimento ai “Lefebvriani”.L’indulgenza plenaria di questoGiubileo non escluderà pertanto nean-che i seguaci del Card. Lefebvre e queifedeli che per diversi motivi si sentonodi frequentare le chiese officiate daisacerdoti della “Fraternità San Pio X”

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    (sacerdoti lefebvriani).“Confido che nel prossimo futuro si pos-sano trovare le soluzioni per recuperarela piena comunione con i sacerdoti e isuperiori dei lefebvriani”.In questo modo il Santo padre concedeai fedeli della “Fraternità S.Pio X”, inoccasione del Giubileo, che “non esclu-de nessuno”, e “la validità della confes-sione presso i loro sacerdoti”.In continuazione Papa Francesco cicontinua a stupire con i suoi quasi quo-tidiani messaggi di rinnovamento dellaChiesa romana.Non ancora rimessi dalla assoluzione delpeccato di aborto per chi lo fa e per chi loaiuta, a poco più di una settimana, PapaFrancesco rivoluziona anche la “Sacra

    Rota”, dichiarando che in futuro i processirotali saranno a costo zero, e i tempi per ladurata degli stessi saranno brevi per lasemplificazione dell’iter procedurale,aprendo in questo modo le porte allamassa dei fedeli. Il processo “de nullitate”,risaliva addirittura al 1750, malgrado alcu-ni tentativi falliti di altri papi; PapaFrancesco finalmente per ora lo ha cassato.Cos’altro cambierà con Papa Francescoprima della fine dell’anno 2015?A questo punto vien da ricordare chealcuni mesi fa Egli “predisse” che il suopontificato sarà breve, di quattro o cin-que anni, “come vorrà il Signore”.Allora forse per questo motivo cerca di“rivoluzionare” e “aggiornare” laChiesa ai tempi nostri?

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    PALAGONIA: LE RESPONSABILITÀDI CHIESA E POLITICA di Maurizio Del Maschio

    Ho trascorso un periodo di vacanza inSicilia, una terra che conosco ed amoprofondamente, dove ho amici calorosi,sinceri e generosi. In vacanza non voglioleggere giornali, né sentire radio e tele-giornali, ma gli amici locali mi hannoinformato circa la ragione di un grandespiegamento di forze di polizia e carabi-nieri sulle strade del Catanese.Proprio a Caltagirone ho soggiornato esono venuto in contatto con il vescovolocale, mons. Calogero Peri, un cappucci-no dal sangue autenticamente siciliano,reduce da Palagonia, dove aveva presie-duto il funerale di Vincenzo Solano eMercedes Ibanez, una stimata coppia diorigine spagnola che viveva in quel paesedella Piana di Catania che, con Scordia, èfamoso per la dolcezza dei suoi agrumi.Non è normale che un vescovo presiedaun funerale di laici, a meno che non sitratti di personalità particolarmenteimportanti o vittime di estremisti politicio della malavita organizzata, ma mons.Peri ha ritenuto di fare un'eccezione. Lecircostanze lo imponevano. A marginedelle dichiarazioni ufficiali, mi confidòche, al termine della cerimonia funebre, lapopolazione si è stretta intorno al suovescovo esternando la propria preoccupa-zione, il proprio dolore e il proprio sde-

    gno, invocando drastici interventi permettere i cittadini al riparo da tali perico-li.La Sicilia è in prima linea e sopporta unpeso altissimo conseguente ad un'insen-sata politica che i governi europei disap-provano e criticano. A pochi chilometri daPalagonia si trova il centro di accoglienzadei richiedenti asilo di Mineo, un torbidointreccio di affari e politica sul quale lamagistratura sta indagando. Da lì prove-niva il presunto autore di tale dupliceefferato delitto - a cui si aggiungerebbel'aggravante della violenza sessuale neiconfronti della donna - che il giudice perle indagini preliminari ha affermato esse-re caratterizzato da “disumana crudeltà eatteggiamenti primordiali”. Le prove rac-colte indicherebbero l'ivorianoMamadou Kamara, ospite del centro diMineo, quale autore materiale del duplicedelitto, il quale, a dispetto delle prove chelo incastrano, pretendeva pure di esserelasciato libero. Forse non sa che da noi letelecamere, come occhi invisibili, ci con-trollano e seguono tutti nostri passi. Forsenon conosce la sofisticata tecnologia checonsente agli inquirenti di far luce suireati che vengono commessi. Forse si illu-deva di aggirare i controlli in entrata e inuscita dal centro. Troppa distanza separala nostra società dal mondo da cui provie-ne l'accusato. Oltre tutto, la grancassadella sinistra politica continua pervicace-mente a gettare benzina su un fuoco cherischia di divenire incontenibile.Come in occasione di calamità naturali,anche in questi casi ci sono fenomeni disciacallaggio ed espressioni impulsive edoffensive del dolore di chi subisce le con-seguenze di eventi tanto traumatici. Non

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    si può minimizzare la rabbia di un interopaese sconvolto da tanta violenza. Non sitratta di un delitto mafioso, né di un'ese-cuzione dovuta a fanatismo ideologico,ma è il frutto di una politica insensata,ignorante e cinica. L'indifferenza, l'insen-sibilità, il disprezzo del dolore altrui, lamancanza di rispetto per la personaumana sono i sintomi eloquenti della bar-barie che contamina la nostra società cheha perduto il rispetto di valori e principiperenni in nome di un errato concetto dilibertà.Nei confronti della politica, di questapolitica, della politica di questo governonon posso non lanciare in mio “j'accu-se”, senza la pretesa di pormi sullo stes-so piano di Emile Zola, perché ora vivia-mo un'analoga situazione di marciumepolitico che i giornalisti non asserviti nonpossono nascondere. Quella riguardanteil fenomeno dell'immigrazione, che pro-prio l'Italia ha favorito e ne paga le con-seguenze trascinando l'intera Europa, èuna politica pericolosa che non trovaaccoglimento nel resto del continente. Sierigono muri non per razzismo, non peregoismo, ma per difendersi da un feno-

    meno complesso che rischia di divenireincontrollabile, incontenibile. Non è pos-sibile la rapida integrazione di massecosì consistenti che si riversano ad onda-te successive sulle nostre coste. Anzi,andiamo addirittura a prenderle al largodelle coste libiche, favorendo un'escala-tion dalle conseguenze imprevedibili. Iresponsabili primi di tutto ciò sono lapolitica e la chiesa.Oggi non si sa più chi è profugo e chi è“migrante”. La politica sfrutta tale feno-meno nascondendosi dietro un ipocritabuonismo di facciata che cela un torbidogiro di affari e una cinica ricerca di con-senso, come le indagini in corso induco-no a sospettare. La chiesa, che si ritrovasulla stessa lunghezza d'onda sia puresulla base di differenti motivazioni, haun'idea troppo astratta, troppo idealizza-ta della povertà che si deve comunque edovunque soccorrere. La vera povertà èpudica, non si mette in mostra e non èviolenta. Quanti poveri concittadini sonoignorati e ci si accorge di essi solo quan-do, sopraffatti dai rovesci della vita e dal-l'indifferente generale abbandono, pre-feriscono darsi la morte. L'accoglienza

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    fine a se stessa, senza discernimento (untermine che anche nella chiesa sembraaver perduto il suo ruolo determinante)non giova a chi entra che crede di trova-re da noi il regno di Bengodi e tantomeno a chi è costretto a convivere conpersone dalla mentalità, costumi di vita,valori di riferimento lontani dai nostri.Le opere di misericordia non si realizza-no con il trasferimento di masse africanee mediorientali in Europa. Chi rimanenei propri Paesi viene inevitabilmentediscriminato, mentre quelli che “emigra-no” non trovano ciò che vogliono e siilludono di trovare.Questa scellerata politica ha altresì deicosti crescenti che la cittadinanza ècostretta a sopportare anche nel periododi profonda e persistente crisi in cui cidibattiamo, mentre la Germania ed altriPaesi europei chiudono le frontiere esollecitano urgentemente la predisposi-zione di efficienti centri di identificazio-ne dei “migranti” in Italia, la maggiorparte dei quali è considerata clandestinadall'UE. Un ulteriore campanello d'al-larme è stato suonato pure dal Ministro

    della Cultura libanese Eliah Bousaab,secondo il quale circa il 2% degli oltre100 mila profughi riversatisi lungo il cor-ridoio balcanico sarebbe formato da ter-roristi infiltratisi in Europa confusi fra iveri profughi fuggiaschi. Finché siamo intempo, dobbiamo voltare pagina e spaz-zare via questa politica insensata, calco-latrice e pericolosa.Sembra quasi una nemesi storica.L'Occidente (l'Europa in particolare) haa lungo abusato, con la propria politicadi egoistico sfruttamento, di quelle terredalle quali proviene l'esodo massiccio diquesti ultimi mesi. Le potenze coloniali,Italia compresa, hanno discriminato ecommesso violenze atroci nei confrontidelle popolazioni sottomesse ed ora,quasi in conseguenza di una sorta dilegge del contrappasso, sembrano pagar-ne il prezzo. Chiesa e politica dovrebbe-ro fare un esame di coscienza, perchéentrambe stanno percorrendo una stradapericolosa che compromette la loro cre-dibilità e non sappiamo fino a quando icittadini onesti e pacifici potranno sop-portare tutto ciò.

    Fioreria Popy

    Cannaregio, 2665/A30121 Venezia

    Tel. 041.72.07.00Fax 041 47.60.671

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    IL DOLCE PESO DELL’AMORE di Maria Chiara Klinger Mazzarino

    La mia giovanecollega andrà avivere a Parigi perqualche mese e,nel suggerirlealcuni dei luoghiche mi hannoemozionato nellacapitale francese,

    ho citato il Pont des Arts – che attraver-sa la Senna all’ altezza del Louvre –come uno dei luoghi simbolo della Parigiromantica, dove gl innamorati da anniagganciano i cosiddetti ‘lucchetti dell’amore’ … ben prima di Moccia e dellampione di Ponte Milvio …Ebbene, Parigi – come Venezia, Roma eFirenze – ha detto basta: 700 mila luc-chetti sono davvero un peso insostenibi-le per le balaustre del XIX secolo e nelmese di giugno sono stati rimossi. Il corodi “Era Ora” e “Che Peccato” ha creatouna diatriba senza precedenti. Cito solouna motivazione per ogni asserzione.“ERA ORA!”: in tempi nei quali i luc-chetti resistono molto meglio alle intem-perie rispetto alle promesse di ‘eternoamore’, è un’assurdità che due ex-inna-morati divorzino in 6 mesi mentre il lorocatenaccio permane per due lustri e più… “CHE PECCATO!”: un folto gruppo– fondato probabilmente dai ferramenta– raccoglie romantici, bohemien e intra-montabili passionali che credono ancorache, nell’ era del dichiararsi via sms, ilpezzaccio di ferro sia ancora un segnodistintivo.Il mio parere? Non roviniamo le opered’arte né con i lucchetti né, tantomeno,con gli spray, soprattutto se si deve scri-vere ‘LAURA TAMO CON TUTTO IL

    QUORE’ … che oltre a deturpare lavista è un brutto colpo anche per l’ ita-liano!!!

    Per restare inargomento, vorreirendervi partecipidegli esiti dell’ennesimo studioamericano sullacoppia – questavolta effettuatoalla New YorkUniversity – che cita così nel titolo deisuoi atti congressuali: “Il matrimoniogiova gravemente alla salute”. Pare, infatti, che sposarsi riduca il rischiocardiovascolare: a parità di altri fattoriche possono influenzare tale rischio, gliindividui sposati – di entrambi i sessi –hanno un minor pericolo di soffrire diictus e infarto… insomma, il matrimonio– pur con tutte le pene di cuore – giovaalla salute.Vorrei, però, sottolineare che, secondome – i ricercatori non lo dicono – lamiglior condizione di salute delle coppiestabili (salute complessiva, non solo car-diaca) non è semplicemente conseguen-za dell’ anello all’anulare – come il brac-cialetto per il mal d’auto – ma il benes-sere di un coniuge è frutto di un attentoe metodico lavoro dell’ altro coniuge.Certo non è semplice. Prendiamo peresempio il colesterolo: Gentili Signore,quante di voi non costringono il marito aun check-up almeno una volta l’anno,dandosi da fare per prenotare con largoanticipo le analisi nel periodo più indica-to per il monitoraggio dei grassi (ossiatra il 7 e il 10 gennaio, subito dopo le

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    Feste)? Ossa e muscolatura: prodigarsinella produzione di spazzatura con cuiriempire sacchi e sacchi – inclusa la carta– da andare a buttare, contribuisce a tene-re in allenamento i nostri cari. La richiestadi montare nuove mensole o sbloccare loscarico del lavandino, non è una strava-ganza, ma rientra in un serio programmadi esercizio per avambracci, spalle, addo-minali e glutei …D’altro canto, anche gliuomini si prendono cura di noi: grazie allastraordinaria opportunità di stirare 7camicie a settimana possiamo usare lavaporella con una frequenza al cui para-gone una giornata alle terme non darebbegli stessi benefici.Oppure il rifiuto categorico di partecipa-re al rito dell’approvvigionamento ali-mentare con conseguente attraversamen-to del Canal Grande scavalcano il Pontedi Rialto con carretto e sacchetti, non è uncapriccio, ma un corretto allenamento per

    i dorsali, inclusivo di step!!! Pensiamo poialla respirazione: perché essere costrettiad arrancare su un tapis-roulant in pale-stra? Basta davvero poco e, a turno, sen-tiamoci in dovere di accendere una sanadiscussione che ci fa fare buon fiato: con-tinuare a guardare Gli Spietati o virare suRosamunde Pilcher, accoccolati sul diva-no, rintanati come ricci? Certo il matrimonio non è il solo fattoreche incide positivamente sul benesserecardiocircolatorio.Pare che condire la pasta insipida (permotivi di pressione …) con un po’ dipeperoncino afrodisiaco e bere un buonbicchiere di vino faccia bene al cuore:abbiamo, allora, un motivo in più perbrindare … direi anzi un dovere … anzino, un piacere.

    Dunque, viva le promesse e l’amourtoujours!!!

    Ho letto un libro che mi ha fatto moltoriflettere.E’ di Maylis de Kerangal e si intitola”Riparare i viventi”. Descrive le prime 24ore della vita di una famiglia colpita dauna tragedia immane: il figlio di 19 anniha un incidente d’auto “frontale” . Ilcapo cozza contro il parabrezza , il cer-vello è rovinosamente colpito e inondatodi sangue : lesioni irreversibili senza spe-ranza di alcun recupero. Ai genitoriviene chiesta l’autorizzazione alla dona-zione degli organi. Il tempo biologicoutile incalza ma manca il tempo psichicoper capire e accettare che il tuo bambi-no abbia avuto il cervello spappolato sulparabrezza di un auto e che andrà sotto-terra con o senza i suoi preziosi giovanie sani organi trapiantabili. Pur essendo

    medico , nonconoscevo benel’attuale legisla-zione e organiz-zazione degliespianti /trapian-ti, simile in tutti ipaesi occidenta-li. Nel libro èben spiegatol’attuale criteriodi “morte” di una persona che è basatosull’accertamento della morte cerebrale.Mi ha molto colpito la descrizione delcongresso medico del 1959 nel qualeviene introdotto per la prima volta que-sto concetto . Ci fu un grande dibattitointorno al declassamento concettualedell’arresto cardiaco. I criteri vennero

    PENSIAMOCI di Antonella Debora Turchetto

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    poi specificati meglio dalla commissionedi Harvard nel 1969 : deve essere regi-strato per due volte, a distanza di alcuneore, un elettroencefalogramma piatto el’irrorazione dei tessuti deve essere seve-ramente compromessa. Per questo hotrovato molto interessanti le riflessioni ei distinguo sul nuovo concetto di mortecerebrale e il suo senso a fronte dellepossibilità di vita per altre persone gra-zie ai trapianti. E’ ben spiegata la diffe-renza tra la morte cerebrale e il coma,nel quale il tessuto cerebrale è ancoraparzialmente in grado di funzionare,almeno come un motore che funziona alminimissimo. Per me , che con la laureapadovana del 1977 ero entrata e avevolavorato in un mondo medico tutto cen-trato sulle funzioni del cervello, è assur-do considerare il muscolo cardiaco comeil centro della vita. Barnard aveva giàtrapiantato il cuore negli anni sessanta!!!Nel caso descritto , i genitori non posso-no accettare che il loro figlio, con uncuore che batte, sia ormai come un corpodecapitato che viene irrorato e ossigena-to come se fosse un tessuto da laborato-rio (appunto). Nel libro si riflette anchesul vissuto dei trapiantati, e si tratta diuna realtà destinata ad espandersi colmigliorare della tecnologia e della far-macologia. Viene ben raccontata la vitadella donna che attende , al limite dellesue possibilità di sopravvivenza, il tra-pianto di cuore. Il peso esistenziale ditrovarsi beneficiata dalla morte di ungiovane ragazzo, una vita per una vita, larende esitante, infelice. Durante le prime24 ore dall’incidente si attivano gli esper-ti di laboratorio, i responsabili della cen-trale trapianti con le liste d’attesa e i datisulla compatibilità dei tessuti, le chirur-gie potenzialmente disponibili e logisti-

    camente in grado di attivarsi efficace-mente. Il libro trasmette la forte visionedella coralità dell’operazione, come se iltessuto sociale tutto si attivasse per ripa-rare , come e dove può, l’insulto e ildanno costituito dalla morte di una gio-vane creatura. Uso il termine coralitàperché vi è armonia dei movimenti inparticolare nelle plurime e dislocateéquipes chirurgiche che da ogni partedella Francia vengono ad attingere(direi proprio attingere se pensiamo aigesti dell’espianto) nuove vite da distri-buire alle persone in attesa di trapianto.Ritornati ai rispettivi ospedali, i chirur-ghi trapianteranno immediatamente gliorgani espiantati: due bambini piccoliavranno il rene, un ragazzo i polmoni edue adulti riceveranno il fegato e ilcuore. E’ bella anche la descrizione dicome il corpo del ragazzo viene amore-volmente ricomposto e presentato uma-namente ai genitori per essere onoratonella cerimonia funebre. Se ne fa caricol’infermiere specializzato per la gestio-ne del percorso espianto/trapianti che èun personaggio importante, con unadimensione etica e umana di grandespessore. Pur essendo questo un conte-sto organizzativo ottimale, il dolore perla perdita di un figlio rimane un“”Assoluto”. Il percorso dei genitori perconsentire all’espianto sarà davvero undramma , una tragedia classica con unitàdi luogo e di tempo. I genitori si trove-ranno a dare l’assenso mentre stanno difronte a un corpo caldo con il cuore chebatte e i polmoni che respirano, sebbenesia tutto un artificio reso possibile dallemacchine…. Nella realtà purtroppo,quando il tessuto del cervello è distrutto,non c’è modo di rimettere a posto lecose. Si può solo accettare e donare.

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    BREVE STORIADELL’OSPEDALETTO. Terza puntata.Come anticipato nella precedente punta-ta, nel 1939 l’Ente Comunale di assisten-za (E.C.A.), che gestiva gran parte dellerealtà assistenziali veneziane, venne scissoe furono create le amministrazioni decen-trate, fra le quali l’I.R.E. (Istituzioni diricovero ed educazione), ente di conside-revoli dimensioni, al quale venne affidataanche la gestione della Casa di riposo SS.Giovanni e Paolo. Ed è all’IRE che si devela rinascita dell’Istituto nella sua vocazio-ne geriatrica, rinascita che non si concre-tizzò subito, ma nel 1956 quando ilConsiglio di Amministrazione approvò unregolamento che ripristinava la Direzionesanitaria alla quale veniva concesso ancheun medico aiuto, mentre la gestioneamministrativa venne affidata ad un eco-nomo distaccato dalla rete centrale cherimaneva direttamente dipendente dalsegretario Direttore Generale dell’IRE.Come avviene alle volte, ma non moltospesso, la congiuntura fu estremamentefavorevole alla Casa di Riposo. Economodell’Istituto venne infatti nominato AlviseSguerrini, uomo di larghe vedute, positivo,lungimirante e grande lavoratore. Glivenne assegnato un piccolo appartamentonel complesso della Casa, sufficiente perla sua famiglia, composta da moglie ed unfiglio. E lui cominciò a lavorare senza maifermarsi e senza orari: era sempre presen-te in Istituto e sempre impegnato alla

    ricerca dimiglioramentiorganizzativi estrutturali.Anche al medi-co Direttorevenne assegna-

    to un piccolo apparta-mento, cosicché erasempre presente, coa-diuvato da un medicoaiuto. Già nel 1957 ini-ziarono i lavori di rin-novamento con la crea-zione di un nuovo reparto di bagni edocce, oltre ad una vasta sala soggiornoper gli ospiti nel reparto per sani.Nel 1958 venne costruito un repartodecentrato, ai margini del complesso cen-trale, per l’isolamento delle malattie infet-tive, e contemporaneamente, un repartoper dozzinali, il che portò al riconoscimen-to dell’Istituto, da parte del MedicoProvinciale, come “Infermeria per malaticronici”. Ma il problema di maggior impe-gno economico ed organizzativo, nonchéqualificante sul piano dell’immagine eraquello edilizio riguardante il complessoprincipale, per la soluzione del qualeerano necessari lavori di radicale restauroche divennero anche relativamente urgen-ti a causa di una serie di cedimenti staticiche si erano verificati nell’ala prospicentela Barbaria delle Tole.Fra progettazione ed esecuzione (effet-tuata con gli ospiti presenti) ci volleroanni, ma alla metà del 1964 gran partedell’Istituto era già ristrutturata: le grandicamerate (con 40-60 letti) erano scompar-se e suddivise in camere dotate al massi-mo di sei letti (la maggioranza erano a dueletti), con letti tutti nuovi in alluminio eformica, ognuno con relativo comodino edarmadietto. I pavimenti erano in traverti-no.Nelle stanze era stato portato l’ossigenoterapeutico che fuoriusciva da bocchettedi erogazione sufficienti per servire age-volmente tutti i letti; l’ossigeno provenivada una centralina di gas liquido, comune

    L’ANGOLO DEL GERIATRA di Giancarlo Bottecchia

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    all’Ospedale Civile.Inoltre era stato installato, al piano terra,un gabinetto radiologico, messo a disposi-zione anche dalla città mediante conven-zione con tutti gli enti mutualistici.Per completare l’autosufficienzadell’Istituto in campo diagnostico erastato allestito un piccolo laboratorio dianalisi cliniche. Inoltre era stata rinnovatala farmacia ed erano stati costruiti ed alle-stiti i poliambulatori: oculistico, ORL conaudiometria, cardiologico, ginecologico,odontostomatologico con le necessarieattrezzature. Venne inoltre inaugurato ilservizio di fisiokinesiterapia, destinato acrescere negli anni, riservato in primoluogo ai vecchi colpiti da emiplegia o dafratture del femore, aperto in seguitoanche al pubblico esterno (è stato il primoesempio di struttura riabilitativa pubblicaveneziana messa a disposizione della citta-dinanza). Tutto ciò fece sì che il Ministerodella Sanità, ancora in corso d’opera, ecioè nel gennaio 1964 a lavori ancora nonultimati, riconoscesse all’Istituto la funzio-ne di : “Infermeria per malati lungodegen-ti con annesso centro di rieducazione peremiplegici”. Nell’anno successivo vennerocompletamente rinnovate la cucina e lalavanderia con relativo essiccatoio. Nel frattempo il medico direttore eramaturato, aveva accumulato titoli igieni-stici ed aveva coronato il suo sogno didiventare Direttore sanitario di un ospe-dale generale. Vinse un concorso in unospedale della provincia di Rovigo, per cuiabbandonò il posto che venne affidato,provvisoriamente, ad uno dei migliorimedici internisti della città, che stava spe-cializzandosi anche in geriatria (uno deiprimi in Italia). Si tratta del Prof. BrunoFinzi il quale, contemporaneamente, eraincaricato del Primariato della Divisionedi Medicina II° dell’Ospedale Civile. Lasua preziosa presenza era quindi limitataad un paio d’ore nella tarda mattinata

    lasciando pertanto ampio spazio, sul pianoorganizzativo, all’economo Sguerrini. Nelfrattempo erano stati assunti part-time tregiovani medici ospedalieri (tra i quali ilsottoscritto).Con Bruno Finzi crebbe notevolmente iltasso scientifico delle prestazioni sanitarie,non disgiunto da un’eccellente pratica cli-nica, per il livello di assistenza medica siavvicinò a quello ospedaliero, con il neces-sario adeguamento all’età dei pazienti cherappresentò un impegno costante dell’al-lora ancora dottor Finzi (conseguì la libe-ra docenza in geriatria a Firenze nel 1965),clinico medico convertito alla clinicageriatrica della Scuola Fiorentina del Prof.Greppi, fondatore della geriatria italiana.Alla fine del 1965 Finzi, vincendo il relati-vo concorso, divenne Primarioall’Ospedale Geriatrico G.B. Giustinian evenne sostituito dal sottoscritto (gennaio1967).Tornando alla ristrutturazione della Casadi Riposo, negli anni immediatamentesuccessivi venne costruito, riconvertendoun’ala abbandonata, un edificio consisten-te in un piano terra adibito totalmente astrutture riabilitative, con un’ampia pale-stra e vari box per terapie particolari,vasca sagomata ed attrezzature di ognitipo., ed in due piani per le degenze constanze a uno o due letti con porte scorre-voli e finestre con tendine comandateelettricamente mediante un semplice pul-sante, stanze riservate a malati emiplegici.A lavori ultimati la recettività dell’Istitutoarrivò a 700 posti letto, centoventi deiquali per dozzinanti, suddivisi in quattor-dici reparti. Nel frattempo il Consiglio diAmministrazione per volere delPresidente Avv. Mari Vianello e delDirettore Generale Dottor ArmandoCiralli, aveva predisposto un nuovo rego-lamento, approvato dal CO.RE.CO., cheprevedeva un organico per i medici com-posto da un primario medico direttore, un

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    L'AUTODIFESA DEI CARABINIERI di Francesco Bergamo

    Avvertenza: in questo articolo, per ragionidi sicurezza verso i Carabinieri, non saran-no spiegate nel dettaglio le tecniche mar-ziali alle quali ho assistito. Divulgarle signi-ficherebbe dare un vantag-gio ai criminali.

    Gli agenti di PS o deiCarabinieri sono in gradodi difendersi bene dalleaggressioni all'arma bian-ca o di bloccare qualcunosenza ricorrere ai rinforzi?A quanto sembrerebbeper l'opinione pubblicano, perché il popolo sichiede come mai quandoun pazzo brandisce un col-tellaccio arrivano variepattuglie per fermarlo. Ildubbio in sè è alquantolegittimo perché dalle statistichedell'Osservatorio ASAPS, nelle strade ita-liane nel triennio 2012-14 ci sono state6842 aggressioni a poliziotti, carabinieri evigili urbani. Con questi dati risulta evi-

    dente che ormai la divisa non è più undeterrente e i delinquenti italiani e di altranazionalità non fanno sconti. Per capiredavvero come stiano le cose e per

    approfondire l'argomentoho contattato sia iCarabinieri che la Polizia.Solo l'Arma ha accettatodi farmi assistere ai suoiallenamenti.

    Prima di andare allaScuola Ufficiali deiCarabinieri di Roma pervedere dal vivo il grado dipreparazione specifico, horitenuto utile cercare unarisposta su quanto e per-ché fosse pericoloso il col-tello in base alle varieetnie. Fortuna ha voluto

    che due dei massimi esperti dell'argomen-to fossero disponibili a farsi torturaredalle mie domande. Sandro Martinelli eMarco Bellani sono valenti marzialisti emaestri di Warrior Eskrima, Sayoc Kali,

    medico aiuto e due assistenti (qualcheanno dopo l’organico venne praticamenteraddoppiato con l’aggiunta di un primario,un aiuto e due assistenti). Per poter assi-curare una guardia medica permanentevenne previsto, stanziando le sommenecessarie nel bilancio preventivo, che sipotesse ricorrere a medici esterni.Venivano inoltre ufficializzati tutti i servi-zi polispecialistici esistenti (radiologia,laboratorio, cardiologia, oculistica ecc.) epromosso un “centro di studi geriatrici”.Per quanto riguarda gli orari dei medici,

    era previsto il tempo pieno (38 ore setti-manali) con qualche anno di anticipo sullariforma del sistema sanitario nazionale.Tutto ciò funzionò egregiamente (peravere conferma è sufficiente consultare iquotidiani dell’epoca) fino alla metà deglianni 90 quando un consiglio di ammini-strazione più favorevole al “sociale” che al“sanitario”, decise di tornare al passatoabolendo la Direzione Sanitaria (fine1998), affidando l’Istituto ad un DirettoreAmministrativo.

    Continua.

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    Silat indonesiano e svariati sistemiCombatives che hanno portato in Italiacon la loro Associazione Summa Maximae sono studiosi seri dell'evoluzione delladifesa da coltello e dei coltelli in generale.«Il tessuto sociale è cambiato e la crimina-lità ormai è multietnica e usa stili diaggressione e armi a noi sconosciute comeil karambit» dice Martinelli.Bellani ha analizzato il problema nellospecifico, area per area: «I criminalidell'Est usano coltelli da pochi soldi a ser-ramanico, spesso con apertura rapida econ il filo ripassato da loro a rasoio; gliafricani usano coltelli tendenzialmentegrandi, tipo machete; quelli del MedioOriente, hanno una cultura del coltellomolto raffinata e usano coltelli mediograndi con prevalenza di lame parzial-mente curve oppure dritti ma con unmanico cha abbia un buon grip e senzaguardia; asiatici, i filippini usano moltepli-ci tipi di coltelli economici, anche da cuci-na (classico coltello da carne) e ovviamen-te ultimamente il karambit (e non più ilclassico balisong divenuto famoso neglianni '70-'80). I cinesi prediligono un col-tello economico a doppio filo».Ma lo studio è andato oltre, perché stati-sticamente è stato riscontrato che i sistemidi attacco si differenziano per area. Est:attacco di peso (del corpo) con tanti colpidi taglio oppure di punta allo stomacoportati dal basso verso l'alto; Africa: colpilarghi e portati di taglio; Medio Oriente:generalmente colpi di punta ai lati delcollo o ai fianchi; Asia: i filippini attaccanocon molti colpi di punta e taglio ma conmovimenti stretti, mentre gli indonesianiattaccano con molti colpi di taglio larghi.L'arma da taglio tradizionale indonesianaè il golok (piccolo machete a punta arro-tondata) e poi il karambit (nato inIndonesia e poi adottato dai filippini).La prova del nove!Il maggiore Alessandro Basile, capo sezio-

    ne coordinamento attività ginnico-sporti-ve della Scuola Ufficiali dei Carabinieri(arti marziali/difesa personale e tecnichedel disarmo, nuoto, equitazione, scherma,atletica/educazione fisica) mi ha ricevutonella bellissima struttura ove presta servi-zio, che tra l'altro è all'interno di quelloche si può definire un vero e proprio cam-pus universitario d'eccellenza, e mi hainformato che gli istruttori per l'autodife-sa degli allievi ufficiali sono praticamenteil massimo della professionalità reperibileall'interno dell'Arma ovvero gli Istruttorisono militari qualificati e quasi sempreprovenienti dal Centro SportivoCarabinieri ove hanno svolto attività nelsettore delle arti marziali (Judo/Karate)con risultati di eccellenza. Arrivato allapalestra ho trovato otto allievi dall'ariadisciplinata e coscienti dell'importanzadell'argomento trattato, tra loro ancheuna graziosa ragazza, e cinque istruttori(dal curriculum professionale impressio-nante).Dopo le presentazioni di rito, ci siamoavviati verso il tatami per le dimostrazionipratiche, prima però ho voluto capire ilgrado di conoscenza sulla tipologia delleaggressioni, perché era la base della nostraricerca. Alle mie domande, su quali armi ecome avvengono gli attacchi in base allevarie etnie, hanno risposto gli istruttoriche - prima confortante sopresa - hannodetto praticamente quanto mi avevanoaccennato i due esperti di coltello da meprecedentemente contattati per fare ilconfronto. La mia prima impressione èstata estremamente positiva.Le dimostrazioni pratiche alle quali horichiesto di assistere comprendevano col-tello, bastone, machete, disarmi e bloccag-gio. Tutto eseguito a mani nude e controaggressori con caretteristiche fisichediversissime: dal ragazzo alto al piccolo erobusto. Insomma, ho cercato di riprodur-re diverse varianti tra gli aggressori per

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    rendere la prova quanto più realistica pos-sibile. Inoltre, non è stato tralasciato ancheil fatto che oggi anche le donne sonoimpegnate nel difficile compito dell'ordi-ne pubblico e pertanto anche loro devonodifendersi bene. Luigi Guido, Mar.Ca. C.te della sezioneJudo del centro sportivo, è un uomo cor-pulento e dall'aspetto bonario e nulla almondo farebbe pensare che è stato unvero combattente sul tatami e pluricam-pione della sua specialità a livello mondia-le. Mi si è affiancato per spiegare inmaniera chiara, durante l'esecuzione delletecniche, tutti i vari passaggi fino alla con-lusione. Il maresciallo capo Guido ha subi-to sottolineato: «il nostro compito all'in-terno dell'Arma è quello di dare una for-mazione agli aiuto istruttori ed agli istrut-tori di difesa personale. Facciamo una for-mazione generale comprensiva sia di tec-niche di difesa personale sia di psicologiaapplicata, perché sono tutte cose delicate.Bisogna avere una certa tipologia diapproccio e capire le intenzioni, cercandonaturalmente di intervenire anticipando leintenzioni. Sono comprese anche nozionidi primo soccorso».Nella sostanza, una volta formati gli istrut-tori, gli stessi faranno insegnamento nellevarie scuole dislocate sul territorio italia-no, mentre i 250 allievi ufficiali, una voltafinito il corso, diventeranno operativi. Ilsistema di autodifesa insegnato è un mistodi Judo e Karate, con alcune tecniche diAikido.Il primo scenario è stato un attacco di col-tello alla pancia portato in maniera diret-ta. L'allievo ha eluso l'attacco e con unamossa fulminea ha atterrato l'aggressorecon tanto di bloccaggio e ammanettamen-to. La dettagliata spiegazione mi ha per-messo di capire che la tecnica era un mistodi Judo e Aikido. L'idea è quella di antici-pare, fermare e controllare mettendo insicurezza.

    Secondo scenario: attacco di coltello alcollo portato in maniera frontale dall'altoal basso. Il militare para, devia e atterral'aggressore.Terzo scenario: attacco di coltello inmaniera circolare portato con la manodestra e indirizzato da destra a sinistra.Elusione del fendente e successivo bloc-caggio e disarmo.Quarto scenario: attacco con machete conla modalità del terzo scenario. Identicaconlusione.Quinto scenario: attacco con machetebrandito con la mano destra ma partendoda sinistra verso destra in maniera circola-re. La tecnica, più complessa, è consistitanell'elusione, disarmo e blocco.Fin qui, dunque, gli allievi ufficiali hannodimostrato di saper gestire gli attacchi. Perrendere le cose ancora più complicate evicine alla realtà, ho chiesto di vederealcune tecniche difensive da eseguirsi inun contesto particolarmente difficile, tipola corsia di un treno tra i sedili. Ho presospunto da un fatto realmente accadutoultimamente che ha visto il triste epilogodel ferroviere al quale un sudamericanoha quasi amputato il braccio.Subito è stato delimitato lo spazio più omeno identico alla corsia che si trova nelvagone di un qualsiasi treno italiano e idue contendenti si sono affrontati. La tec-nica in questo caso è stata eseguita effica-cemente, pur considerando la difficoltàdovuta dal poco spazio di manovra. Inquesto caso specifico è stato usato un mixdi Karate e Judo.Siamo passati allo strangolamento esegui-to da dietro, caso tipico del criminale cheinterviene in soccorso del suo complice. Inquesto caso un gigantesco allievo ha presodi sorpresa al collo una collega.Considerata la differenza notevole sia dipeso sia di altezza, la ragazza si è liberatacon disinvoltura.Da quanto ho potuto appurare sul campo,

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    ANDAR PER MOSTRE E PER MUSEI: BIENNALE ARTE 2015 di M.M.FONDAZIONE CINI Sono ben 6.930 gli artisti presenti allamostra “Imago mundi” sotto l’egidadella Fondazione Benetton StudiRicerche, alla Fondazione Cini.Provenienti da quaranta Paesi del piane-ta, alcuni anche in situazione diffi-cile, dialogano in nomedell’Arte. “Questa mostrariproduce il mondo idealeche vorrei. Un mondosenza confini e senzabarriere politiche ideolo-giche o religiose. Dove silavora per il bello” hadichiarato LucianoBenetton nel presentarla.Una visione utopica che se“fosse per gli artisti non ci sarebberoguerre”. Parole di speranza per cambiarela difficile situazione presente, per unmondo senza conflitti, dove regni amore,arte, bellezza, contro la barbarie. Ne haparlato con grande entusiasmoBenetton. Rovesciare il mondo e cercarediverse prospettive. “Proviamo a farloanche noi”. Davvero un pensiero coin-volgente. Presenti giornalisti da tutto ilmondo per questa “mappa dell’arte

    nuova”. Arte e Mondo. Il progetto pre-vedeva opere del formato di 10x12 centi-metri, aperto a tutti, uomini e donne,artisti affermati e non, coinvolti in modovolontario senza fini di lucro. Tutti invi-tati a dialogare al di là e al di sopra di

    diversità di vedute, costumi, culture,religioni. Ne è nato un mosaicoricco di colori, di tecnichediverse, di storie e illusioni.Un percorso che si snoda,in ordine alfabetico,dall’Algeria al Tibet. Laricerca della verità è lachiave di lettura delle 140opere dell’Algeria. La natu-

    ra e l’uomo nella natura nelsuo “candore arcaico” nella rac-

    colta dei Boscimani del deserto delKalahari. E la Germania con la sua col-lezione che riporta cronaca, provocazio-ne, rottura e ricostruzione. O la Greciache affronta temi della modernità dallapop art al minimalismo, dall’arte poveraai media digitali. Opere in 3Ddell’Austria, video dalla Siria. All’esterno, con la fantastica vista sulbacino di San Marco che si gode dalpiazzale antistante la Chiesa, cinque

    la formazione degli allievi ufficialidell'Arma tiene conto dei vari aspetti teo-rico-pratici dell'autodifesa. Ma la doman-da cruciale che ho posto agli istruttori è laseguente: perché se sono così allenatiquando succede un fatto grave arrivate intanti anche contro un uomo solo?Secondo il corpo istruttori, si deve arriva-re in tanti per creare un anello di sicurez-za attorno al criminale. L'anello serve perisolare il criminale e mettere in sicurezza

    le persone che malauguratamente doves-sero trovarsi nei paraggi.I nostri militari appaiono preparati adovere durante il corso base.Successivamente, con i periodici corsi diaggiornamento e allenamenti continui(previsti dall’art. 718 del DPR 90/2010) eprobabilmente con il quotidiano lavoro instrada, non potranno che migliorare.Pertanto l'opinione pubblica non ha nes-sun motivo di cui preoccuparsi.

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    bandiere accolgono i visitatori, presen-tando ciascuna un’opera in rappresen-tanza dei cinque continenti.L’installazione è stata progettata dall’ar-chitetto Tobia Scarpa. Gli espositori dilegno si aprono e chiudono come grandipagine di un originale libro, facile così datrasportare e installare durante i trasferi-menti. Ciò consente di promuovere alivello internazionale gli artisti parteci-panti, in collaborazione con istituti pri-vati e pubblici, da Venezia al Senegal, daRoma a New Orleans, da Vienna aTorino. Un progetto di ampio respiro incui Venezia “è un valore aggiunto” consi-derato il pubblico internazionale che lafrequenta. ”Una vetrina che dà più luce,maggior seguito di critica e di stampa”.Da vedere immergendosi nei colori e neisogni.

    (riproduzione riservata)

    E, CHI AMA IL VETRO,

    NON SI PERDA LA BELLAMOSTRANE “LE STANZE DEL VETRO” “Fulvio Bianconi alla Venini” a cura diMarino Barovier. Più di trecento pezziche ricordano la creatività di FulvioBianconi (Padova 1915 – Milano 1996),grafico, illustratore, designer, caricaturi-sta, che ha collaborato con la vetreriaVenini, in particolare negli anniCinquanta, ma anche negli Ottanta eNovanta. I vasi “fazzoletto” di colori e

    dimensioni diversi; la serie delle “mac-chie” con i decori astratti in vetro opaco.Sirene e Nudi in vetro trasparentemonocromo. La serie dei “forati” invetro composto con particolari colora-zioni; quella dei “Pezzati” realizzati conun mosaico multicolore di tessere traspa-renti; i colorati “spicchi”; gli “scozzesi” atessitura a canne incrociate, molto rari. Ivetri a “fasce orizzontali” e a “fasce ver-ticali”. E ancora, “le maschere italiane”,serie presentata alla Biennale del 1948. Igiocosi animali, e le figurine della seriebeat. Vi è un servizio gratuito di visite guidatea cura di Artsystem, oltre ad attivitàdidattiche , laboratori domenicali per le

    famiglie. (riproduzione riservata)

    72^ MOSTRAINTERNAZIONALE D’ARTECINEMATOGRAFICA – VENEZIAE’ aperto il sorriso di Alberto Barberadirettore della 72^ Mostra d’ArteCinematografica, iniziata il 2 settembre echiusa il 12. Una decina di giorni di fuocodi proiezioni. Barbera aveva definito ilCinema “un gruppo di isole fluttuanti”che si aggregano e si allontanano. Il filoconduttore di questa edizione è il legamecon la realtà: le guerre in Africa, l’iden-tità sessuale, il disagio di vivere, la crimi-nalità, ecologia e società. Sempre piùorgoglioso – e come non potrebbe esser-

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    lo? – Paolo Baratta. La Mostra sembrauna nave a vele spiegate verso il succes-so mondiale pur in tempi di crisi e diguerre. Presente all’inaugurazione ilPresidente della Repubblica SergioMattarella. L’ex Presidente GiorgioNapolitano ha visto i film “Rabin, theLast Day di Amos Gitai, e “Sangue delmio sangue” di Marco Bellocchio. Moltifilm si sono ispirati a vicende vissute,eventi accaduti, fatti di cronaca, comeEverest, girato tra l’alto Adige e gli studidi Cinecittà – che ha inaugurato lamostra -, Sportlight, Francofonia, TheDanish girl, Rabin, the last day, El clan.Una lunga lista di star sul red carpet, ilfamoso tappeto rosso, i/ le fan adole-scenti vocianti accalcate dietro le tran-senne, in attesa dell’apparire degli attoriper gli autografi; uno spazio aperto atutti agli accreditati, ai lidensi e ai vene-ziani, con 150 sedie, cuscini e posti inpiedi. Accogliente anche la sala dellaRegione all’Excelsior dove si sono tenu-te interviste, conferenze, incontri spessoseguiti da un drink. Ventuno i titoli ingara per il Leone d’Oro 2015; quattro gliitaliani in concorso: Bellocchio, Gaudino,Messina, Guadagnino; due già Leonid’oro , il russo Aleksandr Sokurov(Faust 2011) e l’argentino Paolo Trapero(Mondo Grua 1999). Gli interessantidocumentari. Per Vasco Rossi 2.800

    biglietti venduti e fan urlanti. Poche lepolemiche. Presidente della Giuria ilmessicano Alfonso Cuaròn. Il Leoned’oro è stato assegnato a Lorenzo Vigasvenezuelano che ha raccontano nel suofilm “Desde Allà” una storia di margina-lità ambientata a Caracas. Il Leone d’ar-gento a Pablo Trapero, “El clan”, per lamiglior regia. La coppa Volpi a ValeriaGolino, la miglior attrice, nell’interpreta-zione in “Per amor vostro” di Gaudino;miglior attore Fabrice Luchini.Da segnalare l’iniziativa promossa dalregista Andrea Segre per sostenere i pro-fughi: una marcia di uomini e donne apiedi scalzi dal Piazzale Santa MariaElisabetta alla Mostra del Cinema .Molte le adesioni per questo atto simbo-lico: duemila partecipanti, uomini donne,giovani, anziani, in segno di solidarietàper chi soffre. Una parte dell’Europaerige muri non avendo possibilità di rice-verli tutti, un’altra è pervasa da un senti-mento di bontà generale e di accoglien-za. Ma come si concretizzerà di fronteall’impossibilità di accogliere tutti?Come non trovare un accordo nelle terredi provenienza? L’intento di questi atticlamorosi è di sensibilizzare l’opinionepubblica su problemi la cui soluzioneappare per ora difficile e molto moltolontana.

    (riproduzione riservata)

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    L’ANGOLO DELLO SPRITZ di Giampaolo Contemori

    Spritzdel 4 settembreSono nazionalista etifoso di calcio.Ieri sera grandematch: Italia –Malta. Sdraiato sulmio divano mi pre-paravo a spezzare

    le reni a questi sanguemisti (inglesi?Siciliani? Spagnoli ? ma!) .Prima della ten-zone, a scaldare gli animi, gli inni nazionali,ecco Buffon , Chiellini , Bonucci, antichi cen-turioni romani, e tutti gli altri in coro: “ fra-telli d’Italia…..”L’unico che non cantava era un moretto,piccolino, proprio all’inizio della fila, “ ma èEder” mi viene da sogghignare, per forza, èil classico oriundo italico, brasiliano di nasci-ta, italiano chissà per quale scherzo genetico,assoldato a difendere il patrio onore. Noncredo che parli neanche in italiano figuria-moci cantare l’inno!Subito dopo un minuto di silenzio per ilbimbo siriano affogato ( quello per cui inostri due Mattei si sono complimentosa-mente scambiati un “ bestia” e un “ verme”) Il minuto è passato nel chiacchierio dellostadio, con i giocatori saltellanti per scaldarei muscoli tesi allo scontro, e l’arbitro cheguardava nervosamente il cronometro,pronto a fischiare l’inizio al sessantesimoesatto.Solo un piccolo uomo dalla carne olivastra,lì , in prima fila, pregava , a voce alta, perchéIddio accogliesse quella vittima del nostroimbastardimento.Grazie per la lezione , Eder, piccolo grandeuomo. Cittadino del mondo.Spritz del 6 settembreLa Repubblica Popolare Cinese ha festeggia-to la sua vittoria nella seconda guerra mon-

    diale. Non so bene la storia , quindi mi sfuggese al potere era già Mao o se era ancoraChiang kai-shek ( qualche sinologo mi obbiet-terà la scritta, ma tra noi ci siamo intesi)Dodicimila soldati, centinaia di aerei: nonvolavano neanche le mosche per non turba-re i piloti, c’era il pericolo che si mettesseroad abbatterle dopo averle inquadrate neiradar. Ma, soprattutto, i missili: suppostonigiganteschi, pronti a distruggere qualsiasinemico , a disintegrare qualsiasi corazza, aschiacciare qualsiasi lombrico ( il termine “verme” lo lascio a Salvini) che si opponga alpacifismo del popolo e dei suoi capi. Un brivido di terrore ha percorso la schienadi noi occidentali, chiari bersagli delleminacce gialle.Poi ci siamo tranquillizzati e rilassati,I missili sono “ made in China”.

    Spritz del 9 settembreI Tedeschi sono pronti ad accogliere i profu-ghi Siriani. Questo ha fatto innervosireSalvini, che sperava nell’aiuto tedesco ( eFrancese, Inglese, Austriaco ecc;) per lacostruzione di un enorme campo di concen-tramento da milioni di posti in mezzo aldeserto. Aveva già avuto l’approvazione delpremier ungherese e polacco, invece laMerkel gli ha tirato il bidone. Il Nostro haaccusato i tedeschi di essersi presi i pezzimigliori, medici, avvocati, ingegneri e diaverci lasciato la bassa manovalanza subsahariana e magrebina, come se fossimo aun foro boario al sabato, e noi fossimo arri-vati in ritardo alla scelta dei buoi.Evidentemente Salvini si è dimenticato laGermania est e il muro di Berlino: Ancheallora i tedeschi ovest accoglievano l’eliteEst. Se fossero fuggiti i contadini o gli ope-rai, i vopos non avrebbero costruito il muro.Ogni laureato, e questo vale anche per noi,

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    (ricordiamoci che oltre 60.000 giovani italia-ni sono emigrati nella sola Inghilterra negliultimi anni) costa allo Stato e alle famiglieoltre 50000 euro . Istruiti dal precedente, i Tedeschi, e tutti glialtri, ne hanno approfittato.A noi rimarranno quei poveri disgraziati delsubsahara, costretti a raccogliere pomodorisotto i caporali ( vi ricordate la Capannadello zio Tom? Qui è peggio!), gli sbandatidel Magreb , che non sanno nemmeno lorochi sono, qualche Eritreo con parenti già inItalia, e i lanciatori di freccette colorate delloSry Lanka che si accoltellano per un Euro.Vi lascio con una speranza: forse tornerannoi nostri figli esuli per il mondo. Anche in

    Germania un laureato Siriano costerà menodi un laureato Italiano, si accontenterà dipoco e si è già portato dietro la famiglia.

    Lo spritz degli spritzIl nostro Brugnaro ha chiesto al Governopiù di un miliardo di Euro di arretrati dellaLegge Speciale. Cosa si nasconde dietro l’e-spressione vivace del nostro Sindaco? qualireconditi piani? Quale coraggio si nascondenel suo cuore? Con che faccia un Comunescreditato da mille intrallazzi, ruberie, truffe,debiti, appropriazioni, può chiedere alloStato, soprattutto al nostro Stato virtuoso,una qualsiasi cifra.E’ più dignitoso il silenzio.

    LA GIOIA DEL VANGELO (2°)Riprendiamo la lettura del quarto capitolodell'Esortazione apostolica “Evangeliigaudium” [= EG] di papa Francesco.Dopo aver riflettuto sulla natura socialedella Chiesa di Cristo, il Santo Padre ritie-ne opportuno soffermarsi su due questioniche gli «sembrano fondamentali in questomomento della storia». Si tratta «dell'in-clusione sociale dei poveri e […] della pacee del dialogo sociale» (EG 185). Sullaseconda, pur molto corposa (EG 217-258),non mi soffermerò, in quanto i temi sonopiù di ordine politico e quindi indirizzati acoloro che hanno particolari responsabilitàa livello nazionale o sovrannazionale.Segnalo però la parte finale che è dedicataal tema del «dialogo sociale come contri-buto per la pace», in quanto rimanda, tra lealtre cose, al dialogo ecumenico ovveroall'incontro «senza sospetti, senza diffiden-ze» tra i cristiani di varie confessioni (EG244). E poiché il Papa afferma che «la paceè artigianale», invita tutti i cattolici, e traquesti i confratelli della nostra

    Arciconfraternita, a proseguire nel soste-gno a quelle iniziative volte alla conoscen-za, dialogo e preghiera comune con i cri-stiani che non sono in piena comunionecon la Chiesa cattolica. Il tema dell'inclu-sione sociale dei poveri, invece, ritornamolto spesso nei discorsi di papaFrancesco, ma in questo documento vienesvolto in maniera più completa. Alla vigiliadell’apertura dell'anno giubilare, mi piacericordare ai lettori che le opere di miseri-cordia, tanto corporali che spirituali, hannocome destinatari i poveri (affamati, asseta-ti, stranieri, malati, carcerati, ignoranti,indigenti, …) e pertanto queste parole delSanto Padre devono essere meditate conpiù attenzione da noi che apparteniamoall’Arciconfraternita della Misericordia.Papa Francesco ci ricorda innanzitutto chei cristiani, come singoli e come comunità,«sono chiamati ad essere strumenti di Dioper la liberazione e la promozione deipoveri». Questo principio trova fondamen-to in molte parole della Sacra Scrittura,dalle quali si capisce chiaramente che l’at-

    MISERICORDIA E VERITÀ di don Diego Sartorelli

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    teggiamento verso il povero «influiscedirettamente sul nostro rapporto con Dio»(EG 187). Ascoltare dunque il grido delpovero si traduce in due compiti: da unaparte quello di cercare di risolvere i pro-blemi che provocano la povertà e dall’altraquello di compiere gesti semplici e quoti-diani di solidarietà. Se però il primo com-pito sembra essere riservato alla Chiesanel suo insieme, il secondo ci riguardaanche come singoli. Per questo va ripresala parola “solidarietà”, che «indica moltodi più di qualche atto sporadico di genero-sità»: richiede «di creare una nuova menta-lità che pensi in termini di comunità, dipriorità della vita di tutti rispetto all’ap-propriazione dei beni da parte di alcuni»(EG 188). Ecco allora che viene ripreso ilconcetto della destinazione universale deibeni, tipico della dottrina cattolica, maanche quello della lotta contro ogni discri-minazione mirando al progresso dei popo-li, un progresso che, oltre ad «assicurare atutti il cibo», «implica educazione, accessoall’assistenza sanitaria, e specialmentelavoro» (cfr. EG 189-192, la citazione è daln. 192). Queste implicazioni riguardano inprimo luogo i paesi in via di sviluppo, manon dobbiamo dimenticare che i poveri liabbiamo tra di noi e dunque queste stessevanno perseguite o difese anche qui, nelnostro Paese. Ma per quale strada possia-mo raggiungere questi obiettivi? Il Papa ciricorda innanzitutto un atteggiamento cheritroviamo frequentemente in Gesù: lacommozione di fronte alle sofferenze deglialtri, che si identifica con la misericordia(cfr. EG 193). Ecco perché la Chiesa, dasempre, ha sempre avuto una specialeattenzione per i poveri (cfr. EG 194-195).Ricordo, per esempio, che la nostra città diVenezia da secoli ha questa attenzione,modulata in modi diversi a seconda deitempi: le Scuole grandi e quelle di devo-zione o delle arti e mestieri, leConfraternite, le Opere pie, gli Ospedali, le

    Associazioni di volontariato. Oggi, però,«le immense possibilità di consumo e didistrazione» che offre la società in cuiviviamo, induriscono il nostro cuore e lanostra mente e non ci accorgiamo più delnostro prossimo (EG 196). Pertanto tuttala Chiesa non può dimenticare il postopreferenziale che i poveri occupano nelcuore di Dio, al punto che egli stesso si èfatto povero quando venne ad abitare inmezzo a noi e con essi sempre si identifica(EG 197). Siamo dunque arrivati al punto capitaledella riflessione del Papa, ovvero all’opzio-ne per i poveri, al suo desiderio di «unaChiesa povera per i poveri» (EG 198).Questa scelta, però, non deve essere intesacome un travolgente attivismo, né –aggiungo io – in un estemporaneo paupe-rismo, ma in un atteggiamento innanzitut-to spirituale (cfr. EG 200). Si tratta cioè diun dono dello Spirito che mette in moto«un’attenzione rivolta all’altro “conside-randolo un’unica cosa con se stesso” (S.Tommaso d’Aquino)»; come diceva S.Giovanni Paolo II, «senza l’opzione prefe-renziale per i più poveri, “l’annuncio delVangelo, che pur è la prima carità, rischiadi essere incompreso o di affogare in quelmare di parole a cui l’odierna società dellacomunicazione quotidianamente ci espo-ne”» (EG 199). C’è dunque la bellezza delservizio, ma anche la certezza che dalpovero possiamo imparare molto, anziessere da lui evangelizzati, poiché il pove-ro conosce il Cristo sofferente e dunque lasua esistenza ha una forza salvifica. «Siamochiamati a scoprire Cristo in loro, a presta-re ad essi la nostra voce nelle loro cause,ma anche ad essere loro amici, ad ascoltar-li, a comprenderli e ad accogliere la miste-riosa sapienza che Dio vuole comunicarciattraverso di loro» (EG 198). La conse-guenza unica è che «nessuno può sentirsiesonerato dalla preoccupazione per ipoveri e per la giustizia sociale» (EG 201).

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    Questa preoccupazione si manifesteràovviamente in azioni diverse per coloroche hanno responsabilitàpolitiche ed economiche e peri semplici fedeli. Per i primil’impegno sarà quello di lotta-re contro l’inequità sociale edeconomica, risolvendo il pro-blema dalla radice: «è indi-spensabile che i governanti eil potere finanziario alzino losguardo e amplino le loroprospettive, che facciano inmodo che ci sia un lavorodegno, istruzione e assistenzasanitaria per tutti i cittadini»(EG 205, ma cfr. 2002-208).Per tutti invece vale l’obbligo di «prender-ci cura dei più fragili della terra» (EG 209).La nuove forme di povertà, nelle qualisiamo chiamati a riconoscere il volto diCristo sofferente, sono elencate da papaFrancesco nei senza tetto, tossicodipen-denti, rifugiati, popoli indigeni, anziani solie abbandonati, ma in particolare la sua

    attenzione si sofferma su quelle situazioniche sono a noi più vicine, sono le povertà

    del nostro tempo: i migranti,specialmente quelli che sonovittime dei trafficanti di uomi-ni, le donne, i bambini nascitu-ri, il creato (cfr. EG 210-216).Sull’ultimo tema il Pontefice èritornato con l’Enciclica“Laudato si’”, che vi invito aleggere, mentre sulla questio-ne dei migranti e d ei profu-ghi più e più volte è ritornatoin questi ultimi mesi, vista l’e-mergenza che ben conoscia-mo. Gli altri due temi (donnee nascituri), sono invece, per il

    momento, lasciati alla nostra riflessione,ma, poiché meno urgenti, non per questosono meno importanti.Rinnovo a tutti l’invito a leggere e rilegge-re questo documento, che potremmo defi-nire come una sorta di piano pastorale pertutta la Chiesa.

    (segue)

    TORTA DI ZUCCAE GRANO SARACENO

    Ingredienti:1 kg zucca5 dl latte parzialmente scremato100 g farina di grano saraceno100 g ricotta magra50 g zucchero di canna50 g uvetta2 uova

    un limone non trattatouna bustina di lievitosale qb

    Esecuzione:Mondate la zucca, tagliatela a pezzetti e cuo-

    cetela nel latte con un pizzico di sale per 20minuti fino a quando sara’ morbida (20minuti circa). Lasciatela raffreddare.Accendete il forno a 200°. Ricoprite unostampo di 22 cm di diametro. Lavate e asciu-gate il limone, grattugiate la scorza e spreme-te il succo. In una ciotola lavorate la ricottacon lo zucchero, i tuorli fino ad ottenere uncomposto soffice. Unite il succo di limone ela scorza grattugiata, la farina setacciata conil lievito, la zucca frullata e l’uvetta lavata easciugata. In una ciotola montate i tuorli aneve con un pizzico di sale e amalgamateli alcomposto. Versate nello stampo e cuocetenel forno gia’ caldo per circa 1ora. Potete arricchire la tortaaggiungendo dei semi di zucca.

    Le ricette di nonna Silvana di S.M.

    COTTO, ASSAGGIATO E POI MANGIATO….

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