IL MUSEO DEL MONDO 7 - Ritratto di papa Leone X e dei cardinali Giulio De’Medici e Luigi De’...

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  • 7/29/2019 IL MUSEO DEL MONDO 7 - Ritratto di papa Leone X e dei cardinali Giulio DeMedici e Luigi De Rossi Di Raffaello S

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    RCULT 52

    DOMENICA 10 FEBBRAIO 2013

    laRepubblica

    IL MUSEODELMONDOMELANIA MAZZUCCO

    FOTODIBASSO CANNARSA

    LARTISTA

    Raffaello Sanzio(Urbino, 28 marzoo 6 aprile 1483 Roma, 6 aprile 1520) stato un pittore earchitetto tra i picelebri delRinascimentoitaliano. Nei suoiritratti spesso ilrealismo a prevaleresullidealismo

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    RaffaelloSanzioRitratto dipapa Leone Xe dei cardinaliGiulio DeMedici e LuigiDe Rossi1518Firenze,Galleria degliUffizi

    nritratto dice che la persona raf-figurata esistita. Che era po-tente, ricca, talvolta bella. Un ri-tratto pu incutere timore e re-verenza, oppure sedurre. po-

    tere, vanit, illusione di vivereper sempre. I ritratti dei sovranie dei papi, eseguiti dai pi gran-di pittori, sono tutti sopravvis-suti. Io preferisco i ritratti deglianonimi persone comuni dicui si sono persi nome e memo-ria, e che per sono vive per noi,perch ha saputo salvarle il pen-nello di un artista. Come PetrusChristus, Lotto, o Holbein. Lamia eccezione questo ritrattodi Raffaello. Divino genio, diomortale su cui tutto stato scrit-to, che oggi si ammira con unarispettosa indifferenza. Non epoca, la nostra, che possa ama-re davvero la perfezione, la bel-lezza classica e la grazia che con-traddistinguono la sua pittura.

    Ma questo ritratto multiploriassume una stagione irripeti-bile. Raffaello lo dipinge nel

    1518, al culmine della ricchezza,degli onori, della gloria. Pittoreormai al di sopra di ogni lode,sommerso di richieste, al puntoda aver dovuto allestire una bot-tega con decine di collaboratori;architetto della fabbrica di sanPietro, senza pi rivali (si sba-razzato pure di Leonardo e Mi-chelangelo), non ha pi nulla dachiedere a se stesso tanto che cisi domanda cosaltro avrebbepotuto dipingere se non fossemorto a 37 anni. Raggiunta lavetta della sua arte, potrebbe an-che solo replicarsi. Invece loc-casione riaccende la scintilla.Deve fare il ritratto a Giovannide Medici, ovvero papa Leone

    X. Ci non dovrebbe stimolarlo,visto che un uomo grossola-no, di brutta effigie e poca vista(Sanudo dixit), e inoltre lo ha gi

    ritratto almeno sei volte. Il testo-ne e il corpo pingue e bolso delMedici ricorrono nei Palazzi Va-ticani (nelle sale della Segnatu-ra, di Eliodoro, dellIncendio diBorgo). Ma l recita, in costume travestito nei panni dei prede-cessori. Qui, invece, Leone X puessere solo se stesso.

    Il papa aborre la miseria e lasofferenza, evita i problemi evuol vedere solo gente bella, sa-na e felice. Perci adora Raffael-lo, che sente affine. Sono en-trambi raffinati, gaudenti, uma-nisti, pagani, affascinati dallamusica, dalla classicit, dallabellezza. Femminile il pittore,maschile il papa. Raffaello deveriuscire nellimpresa di idealiz-zarlo dipingerlo come vorreb-be essere e insieme immorta-larlo cos com. Lo raffigura nellusso di cui si compiace simbo-leggiato dal colore dominantedel dipinto, il rosso, in tutte lesfumature possibili; con gli em-blemi del suo potere il camauroin testa e la mozzetta sulle spalle.Ma anche col doppio mento, lepalpebre gonfie, i solchi sulleguance, le occhiaie, il naso gros-

    so. seduto al suo scrittoio, disbieco, assorto. Le mani sonobellissime, affusolate, bianche,femminee. La destra tiene unalente dingrandimento fra le dita(modo gentile di alludere allaforte miopia che gli aveva meri-tato il plebeo nomignolo del Tal-pa), e poggia su una Bibbia mi-niata aperta alla prima paginadel Vangelo di Giovanni. Sul tap-peto spicca una campanelladargento, cesellata con perizia.Serve a chiamare i domestici. Maanche i cortigiani. Che infatti ac-corrono, sbucando dalloscu-rit, e si fermano dietro di lui. So-no suoi cugini, quasi coetanei,amici di una vita, come fratelli.

    Col cardinale e vicecancelliereGiulio, quello alla sua destra, ilpapa ha condiviso linfanzia, lostudio alluniversit di Pisa, lesi-lio, i viaggi in incognito in Euro-pa. Anche il cardinale Luigi deRossi vive da sempre con lui, perquesto poggia le mani sulla se-dia, con familiarit.

    Raffaello sfida la natura, la vin-ce e ci inganna. Stoffe, oggetti,mobili, acquistano unevidenzatattile, materica. Il velluto, il da-masco, la seta, largento a sbalzo,la pergamena, il laccetto dellacampanella , la pelliccia, i capelli,il fermafogli: ogni cosa non sem-bra dipinta, ma vera. Il gioco dispecchi con la realt si spinge al

    punto che il pomello della sediariflette la scena: le spalle del pa-pa, lombra di un corpo, la fine-stra della stanza che per noi in-visibile. Luigi, unico, ci guarda smaschera la posa, ma per accre-scere la finzione: tu stai guardan-do tre persone vive. E infatti ilquadro fu mandato a Firenze insettembre, in modo da permet-tere ai tre di partecipare (in effi-gie) a un banchetto di nozze.

    Il ritratto di Leone X e cugini,lodato e imitato, un archetipodella ritrattistica occidentale.Ci che mi ha sempre colpito lanaturalezza. Ma non nel sensodel virtuosistico illusionismo diRaffaello. La naturalezza con cui

    un pittore dipinge un papa. Concortigiano garbo, e per senzaservilismo. Leone X ritratto nel-la sua intimit quotidiana: prin-cipe, papa, amico. Cos questoquadro segna un apice nei rap-porti fra arte e potere. Connessi,legati, una espressione dellal-tro, e per non subordinata. Du-rer poco.

    Nel giro di tre anni morirannoLuigi, Raffaello, poi Leone X. So-pravviver il pi coriaceo, Giulio,che sognava il mestiere delle ar-mi e che diventer anche lui pa-pa, per assistere allo scisma pro-testante, al sacco di Roma e alladistruzione di tanta bellezza. Nelritratto nessuno sorride. Come

    sapessero che lestate del 1518 una delle ultime della loro dolcevita. Raffaello inventa quadri chenon dipinge, rileva la mappa diRoma antica, e si gode spensiera-tamente i suoi piaceri. Leone X,scampato a una congiura, sul-lorlo della bancarotta, sfidato daLutero che giunger a parago-narlo allAnticristo, dedica tuttoil suo tempo al divertimento: vi-ve fra poeti, musici e buffoni, va acaccia e la sera posa per il suoamato pittore. La sera, s: guar-date le sue guance. C unombrascura. La barba sta ricrescendo.Di giorno, il papa e il pittore, fel i-ci, hanno di meglio a cui pensare.

    PAUL KLEE

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