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Editori Laterza Espansioni in A r e s Andrea Giardina Giovanni Sabbatucci Vittorio Vidotto Il mosaico e gli specchi PERCORSI DI STORIA DAL MEDIOEVO A OGGI

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Editori Laterza

Espansioni in A r e s

Andrea Giardina Giovanni Sabbatucci Vittorio Vidotto

Il mosaicoe gli specchi

PERCORSI DI STORIA DAL MEDIOEVO A OGGI

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In ottemperanza a quanto stabilito dalla Legge 133/2008 art. 15, che prevede l’adozione di «libridi testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet», il manuale di A. Giardina - G. Sabba-tucci - V. Vidotto, Il mosaico e gli specchi si amplia attraverso il database , ARchi-vio per l’Educazione Storica, archivio di documenti storici e di testi storiografici.

Il database comprende circa 640 testi, dal Trecento a oggi; tutti i brani presenti in Ares sonoconsultabili on line e disponibili in formato Word.

La nostra proposta di integrazione/espansione del manuale prevede, per ciascuna unità, deiPercorsi tematici che permettono di ampliare il manuale con nuove unità didattiche temati-che costruite sui brani presenti nel database.

Attraverso le funzioni di ricerca e archiviazione di Ares è possibile per il docente creare nuo-vi percorsi personalizzati, ampliare o modificare i percorsi forniti. Le Istruzioni per la naviga-zione in Ares sono disponibili sul sito. Attenzione: i risultati di qualsiasi ricerca compaiono inordine strettamente alfabetico.

Ciascun testo è stato scelto con la consulenza scientifica ed editoriale di Andrea Giardina, Gio-vanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto. Hanno collaborato:

• per il periodo 1350-1650: Valerio Bernardi, Maria Angela Binetti, Giampiero Brunelli, IgorMineo, Silvia Moretti, Andrea Paris;• per il periodo 1650-1900: Emma Ansovini, Tommaso Baris, Francesco Bartolini, GiovanniBelardelli, Federica Favino, Alessio Gagliardi, Giovanni Gay, Giovanni Magistrale, SilviaMoretti, Cecilia Orfei, Francesca Socrate, Irma Staderini, Monica Turi;• per il periodo 1900-oggi: Emma Ansovini, Tommaso Baris, Francesco Bartolini, GiovanniBelardelli, Alessio Gagliardi, Giovanni Gay, Andrea Paris, Irma Staderini, Monica Turi, VitoNicola Volpe.

Ciascun testo è dotato di un apparato didattico costituito da:

• una breve scheda biografica dell’autore;• una fonte bibliografica del brano;• una introduzione al brano;• un apparato di note a carattere esplicativo.

A r e s

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VOLUME 3Dalla crisi del ’300

alla guerra dei Trent’anni

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UNITÀ1 LE RADICIDELL’EUROPA MODERNA

Percorsi tematici

La società urbana: strutture mentali e vita sociale Questo percorso indaga alcuni aspetticaratterizzanti la mentalità e il quotidiano del Basso Medioevo.

L’immagine e l’immaginario urbano medievale costituiscono il tema del saggio di Jacques LeGoff. Sui motivi culturali e sociali che a partire dal XII secolo hanno alimentato le differenzetra il tipo umano del cavaliere, del cittadino e del mercante indaga Aron J. Gurevic.

La persistenza di certi tabù e pregiudizi è testimoniata dalla visione della beata FrancescaRomana, che immagina di incontrare all’Inferno i macellai, gli impuri per eccellenza. La pro-stituzione, mestiere illecito perché fonte di moltiplicazione delle occasioni di peccato, conti-nuava a essere condannata dai frati predicatori, come Umberto da Romans, che con i lorodiscorsi cercavano di redimere le peccatrici, mostrando loro la retta via. Dura era anche la con-danna dell’usura e degli usurai espressa oltre che dal mondo ecclesiastico anche da quello lai-co come leggiamo nelle pagine di Paolo da Certaldo.

La convivenza con i marginali e con le minoranze etniche divenne tra XIII e XIV secolo sem-pre più complessa e mal tollerata, come si evince dalle pagine di Bronislaw Geremek e di AnnaFoa.

Jacques Le Goff L’immaginario urbano nell’Italia medievaleAron J. Gurevic Il cavaliere e il cittadinoAron J. Gurevic Il mercante

d Francesca Romana «Delli macellari»

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d Umberto da Romans «Alle donne dal corpo peccaminoso, cioè alle meretrici»d Paolo da Certaldo «Quella cosa che molto guasta...»

Bronislaw Geremek L’emarginazioneAnna Foa La costruzione dello stereotipo antisemita

La società urbana: sentimenti, credenze e folklore Questo percorso si apre con un saggio diSilvana Vecchio, nel quale sono ben analizzati i ruoli di moglie e di madre, le virtù e i modellidi comportamento che, secondo l’opinione comune dei secoli XII-XV, maggiormente conveni-vano alle donne.

Segue un brano di Paolo da Certaldo, prodigo di consigli sullo svezzamento dei neonati e sul-l’educazione dei figli. Jacques Le Goff invece analizza la diffusione, a partire dal XII-XIII seco-lo, della credenza in un terzo luogo dell’aldilà, inesistente prima di allora, il purgatorio.

Per concludere uno sguardo a riti, feste, folklore, insomma alla cultura popolare, ricca, comeosserva Jean-Claude Schmitt, di influssi pagani e rurali, ma in grado anche di elaborare proprieforme di evasione dalla realtà quotidiana, come il carnevale e le feste dei folli di cui narra Seba-stian Brant.

Silvana Vecchio La buona moglied Paolo da Certaldo Sui fanciulli

Jacques Le Goff Il «terzo luogo»Jean-Claude Schmitt Cultura cittadina e superstizioni

d Sebastian Brant «Dei matti quaresimali»

Le monarchie nazionali e l’evoluzione delle istituzioni comunali Questo percorso, dedicatoalle istituzioni tardomedievali, si apre con un brano sul papato che, come ben spiega Walter Ull-mann, dopo lo schiaffo di Anagni e il conflitto con il re di Francia, non riuscirà più ad avere lostesso ruolo.

Nel discorso di apertura del Liber Augustalis, invece, Federico II espone, nelle sue lineeessenziali, l’ideologia dell’autorità imperiale, mentre Saba Malaspina denuncia l’oppressionefiscale esercitata in Sicilia dal governo angioino. Concludono il percorso le pagine di Giusep-pe Sergi su miti e realtà dell’esperienza comunale e un brano di Dino Compagni sugli Ordi-namenti di Giustizia a Firenze.

Walter Ullmann Il giubileo del 1300 e la crisi del papato

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d Federico II di Hohenstaufen Il «Liber Augustalis»d Saba Malaspina Oppressione fiscale nel dominio angioino

Giuseppe Sergi Il Medioevo comunale tra mito e realtàd Dino Compagni Gli «Ordinamenti di Giustizia» a Firenze

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UNITÀ2 LE CRISITARDOMEDIEVALI

Percorsi tematici

Spopolamenti e recessione nel ’300 Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Due cri-si a confronto: l’Europa del ’300 e del ’600.

La profonda crisi che colpì l’Europa nel ’300 trovò nell’epidemia di peste il suo epilogo piùdrammatico, ma le cause possono essere rintracciate nelle guerre e nelle carestie che, dagli ini-zi del secolo, stremarono intere popolazioni come emerge dal brano di Georges Duby e dallaCronica di Giovanni Villani. Il fenomeno dello spopolamento e della migrazione dalle campa-gne è qui testimoniato da due documenti di area francese.

Georges Duby I mutamenti del XIV secolo

d Giovanni Villani Firenze: la grande carestia del 1346-47

d Anonimo di Spopolamenti nel territorio di Bordeaux

d Anonimo di Migrazioni nel territorio di Bordeaux

La peste e le altre epidemie Il percorso si apre con un saggio di William H. McNeill sullacomparsa della peste in Europa, mentre la sua diffusione in Italia è ben documentata dal branodi Ovidio Capitani che riporta diverse testimonianze. Il fenomeno della peste si accompagnaalla ricomparsa di carestie e di carenze alimentari in tutta Europa, come evidenzia MassimoMontanari, e da altre infezioni quali il tifo petecchiale e il vaiolo, come dimostra Lorenzo DelPanta.

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William H. McNeill Perché il contagio in Europa?d Ovidio Capitani Il cammino della peste in Italia

Massimo Montanari Il ritorno della fame in EuropaLorenzo Del Panta Le altre malattie: tifo e vaiolo

Povertà, tensioni, rivolte nel ’300 Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Due crisia confronto: l’Europa del ’300 e del ’600.

Povertà ed emarginazione erano fenomeni assai diffusi nel Medioevo e questa situazione, uni-tamente alla crisi latente, fomentò numerose ribellioni popolari in Europa. Famosi sono la rivol-ta inglese del 1381, descritta da Jean Froissart, e il tumulto dei Ciompi a Firenze, su cui si sof-ferma il racconto di un anonimo cronista.

d Jean Froissart La rivolta inglese del 1381d Anonimo di La fase di luglio del tumulto dei Ciompi

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UNITÀ3 EUROPA E ITALIANEL TARDO MEDIOEVO

Percorsi tematici

La crisi della Chiesa universale La violenta crisi del papato come ente universale sembra sboc-care, come suggerisce Giovanni Grado Merlo nel brano di apertura di questo percorso, in unasoluzione che afferma la superiorità del Concilio sul papa, e liquida ogni possibilità di ricostru-zione di una gerarchia rigidamente fondata sul primato della Curia romana.

Più forti invece – come sottolinea Giorgio Falco – si dimostravano le nuove realtà politichedelle monarchie nazionali, che nel Concilio si manifestavano anche a livello organizzativodistinguendo i delegati per nazioni.

Giovanni G. Merlo Tradizione e rinnovamento nella vicenda della Chiesa tardomedievaleGiorgio Falco Il Concilio di Costanza: crisi dell’autorità papale e nascita delle nazioni

Il consolidamento delle monarchie nazionali Questo percorso integra i TEMI STORIOGRA-FICI La costruzione dello Stato moderno (XIV-XVII secolo). Un aspetto chiave del processo dirafforzamento delle monarchie, come sottolinea Bernard Guenée, era l’ampliamento dellecapacità della monarchia di procurarsi risorse finanziarie mediante l’adozione di strumentiquali le imposte dirette e il ricorso al credito pubblico.

Sulla necessità che a governare uno Stato sia un sovrano assistito non solo da aristocratici maanche da esperti di diritto e di finanze insistono anche i due «discorsi» recitati dinanzi ai rispet-tivi parlamenti dai re Riccardo II d’Inghilterra e Pietro IV d’Aragona.

Bernard Guenée Gli strumenti del governo monarchico: le finanze

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d Riccardo II Il Discorso di Riccardo II d’Inghilterrad Pietro IV Il Discorso di Pietro IV d’Aragona

Dai comuni cittadini agli Stati regionali italiani Questo percorso è dedicato specificamente allerealtà italiane.

La formazione degli Stati regionali italiani muove da premesse che, secondo Giorgio Chit-tolini, affondano nella storia delle città-Stato organizzate in comune. Sul passaggio dai comunitardomedievali alle signorie e principati regionali insiste anche lo storico Antonio I. Pini, pren-dendo come esempio di sviluppo di uno Stato accentratore la signoria dei Visconti. A tale pro-posito, emblematica è la testimonianza dell’umanista Pier Candido Decembrio su FilippoMaria Visconti.

L’ideale della libertà repubblicana esercitava un profondo fascino sul pensiero umanista,come testimonia Coluccio Salutati nella sua lode della città di Firenze, esaltata come conti-nuatrice dell’antica tradizione romana. Il sofisticato sistema di controllo territoriale costruito dal-lo Stato fiorentino, analizzato in un altro brano di Giorgio Chittolini, si avvale di strumenti assaicomplessi come un catasto che nel 1427 registra con molta accuratezza la condizione patrimo-niale delle famiglie fiorentine, come ci viene illustrato da Giovanni Cavalcanti.

Giorgio Chittolini La crisi del comune e la creazione di più ampi organismi territorialiAntonio I. Pini Dallo Stato cittadino allo Stato regionale

d Pier Candido Decembrio Ritratto di un potente: Filippo Maria Viscontid Coluccio Salutati Inno alla libertà fiorentina

Giorgio Chittolini Il controllo territoriale della città dominante sul contado fiorentinod Giovanni Cavalcanti Uno strumento essenziale della politica fiscale: il catasto di Firenze (1427)

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UNITÀ4 LA CULTURA DEL RINASCIMENTO

Percorsi tematici

Il dibattito sul Rinascimento La prima interpretazione complessiva della civiltà rinascimenta-le in Italia fu opera di Jacob Burckhardt, che fissò i temi fondamentali del Rinascimento nellascoperta dell’uomo e della natura e nella riscoperta della cultura classica. La centralità degli stu-di di Burckhardt nella storiografia moderna è sottolineata dallo storico Wallace K. Ferguson,che ripercorre l’evoluzione del concetto di Rinascimento nel corso della storia moderna.

Sulla necessità di definire con esattezza che cosa si intenda per Rinascimento torna, nei suoidecisivi contributi, Federico Chabod, concentrando l’attenzione sul piano della coscienza, del-la nuova concezione della vita che si andava allora affermando. Anche il termine frequente-mente usato di Umanesimo esige un’attenta definizione ed è Eugenio Garin a chiarire il suocontenuto e il suo rapporto con il Rinascimento, di cui è momento introduttivo e parte inte-grante.

Jacob Burckhardt La rinascita spirituale dell’ItaliaWallace K. Ferguson Il dibattito sul Rinascimento dopo BurckhardtFederico Chabod Il Rinascimento come «realtà dello spirito»Eugenio Garin Umanesimo e Rinascimento: connessione o antitesi?

Il rapporto con l’antico e i sistemi educativi Si afferma comunemente che la cultura classicavenne riscoperta nell’età umanistico-rinascimentale, ma Eugenio Garin vi vede un possibileequivoco: la cultura antica non si era mai totalmente eclissata nel Medioevo, la vera novità del

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Rinascimento è piuttosto nella diversa sensibilità e percezione del tempo con cui ci si accostaai testi antichi. Tra gli intellettuali impegnati in questa ricerca vi è Poggio Bracciolini, chemanifesta in una lettera a Guarino Veronese il suo entusiasmo per il ritrovamento di alcuni testiantichi nel monastero di S. Gallo.

Nel brano seguente lo storico Peter Burke traccia un quadro sintetico della cerchia di intel-lettuali, artisti, scienziati che furono protagonisti del Rinascimento, soffermandosi sui modi e iluoghi in cui avveniva la loro formazione culturale. La necessità di rinnovare i sistemi educati-vi era fortemente sentita, come testimonia Leon Battista Alberti, che propone un nuovo model-lo pedagogico che sappia armonizzare nei giovani attività intellettuale e attività fisica.

Eugenio Garin Il problema del ritorno al mondo greco-romanod Poggio Bracciolini La «riscoperta» dei testi classici

Peter Burke Gli itinerari della formazione: botteghe e Universitàd Leon Battista Alberti L’educazione letteraria e fisica

I protagonisti Nel corso dell’età rinascimentale matura una nuova concezione dell’uomo: unapiena espressione di questa nuova concezione si trova nel brano di Giannozzo Manetti, che ce-lebra l’intelligenza e l’operosità umana.

Il riconoscimento della dignità dell’artista è al centro della riflessione dello storico della scien-za Paolo Rossi, per il quale l’incontro tra arte, tecnica e scienza rappresenta un evento decisivodel pensiero moderno. Leon Battista Alberti appare pienamente consapevole della convergen-za tra arte e scienza e vede nell’architettura il luogo privilegiato di incontro tra i due settori.

Gli artisti non sono però gli unici protagonisti del Rinascimento: Alberto Tenenti descrivemercanti e banchieri che, in modo meno eclatante ma altrettanto incisivo, cambiano il mondodell’economia. Lo storico Michael Mallett si sofferma sulla figura del condottiero, affascinan-te e controverso protagonista delle continue guerre che caratterizzavano la turbolenta vita poli-tica italiana. Infine la storica Margaret L. King illustra i diversi ruoli delle donne rinascimen-tali, generalmente costrette entro una rigida gerarchia sociale ma che a volte salgono anch’essealla ribalta della vita culturale e politica.

d Giannozzo Manetti La dignità dell’uomoPaolo Rossi La nuova dignità intellettuale dell’artista

d Leon Battista Alberti Elogio delle tecnicheAlberto Tenenti Il mercante nel Rinascimento

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Michael Mallet Luci e ombre del condottiero rinascimentaleMargaret L. King I ruoli della donna nel Rinascimento

Nuovi modelli politici: realismo e utopismo Apre questo percorso sul pensiero politico rina-scimentale un brano di Matteo Palmieri, che esalta la dimensione sociale dell’uomo e vede lasua realizzazione nel contributo alla vita e al benessere della città.

L’oscillazione tra realismo e utopismo è un altro tratto caratteristico del pensiero politico del-l’epoca. Il brano di Niccolò Machiavelli offre un esempio di realismo, riflettendo sulla neces-sità di adattare le forme di governo alle strutture sociali di diversi paesi o regioni, che possonovariare per livello economico e grado di maturazione politica.

Luigi Firpo, infine, descrive l’opposta tendenza all’utopismo, che si sviluppa in un singolareintreccio tra pensiero politico e architettura, partendo dal proposito di razionalizzare la struttu-ra della città e giungendo all’ideale di una società retta dalle leggi della ragione naturale.

d Matteo Palmieri Esaltazione dei valori civilid Niccolò Machiavelli La connessione fra struttura sociale e organizzazione politica

Luigi Firpo Gli utopisti del Rinascimento e il sogno della città ideale

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UNITÀ5 LA NASCITA DEL MONDO MODERNO

Percorsi tematici

I nuovi mondi e la scoperta dell’altro Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI I nuo-vi mondi e la scoperta dell’altro.

È aperto da un brano di Fernand Braudel e da un brano dello storico burkinabé Joseph Ki-Zerbo, entrambi esemplificativi della brutale razzia di ricchezze umane e materiali compiutadagli europei a danno del continente africano.

Seguono, per introdurre la discussione sulla presenza degli spagnoli nelle Americhe, due testiestremamente significativi dal punto di vista economico-giuridico, culturale e religioso. Nel pri-mo viene sancito con le bolle promulgate da Alessandro VI il diritto degli spagnoli al possessodei nuovi territori scoperti. Nel secondo leggiamo le parole di Hernán Cortés, conquistatore delMessico.

I due brani successivi, di Gonzalo F. de Oviedo y Valdés, sono indicativi delle opinioni espres-se nel corso del XVI secolo da viaggiatori, osservatori di storia naturale, cronisti e storiografi; inquesti testi è possibile riscontrare la difficoltà di descrivere, e quindi divulgare in termini com-prensibili ai lettori, fenomeni naturali e costumi sociali sconosciuti e insoliti. Inoltre, viene datoampio spazio al tema della «bestialità» degli indiani.

Alle popolazioni indigene e all’antropofagia, argomento dibattutissimo tra gli europei dell’e-poca, sono dedicati due celebri saggi del filosofo Michel de Montaigne.

Fernand Braudel Gli europei nel mondoJoseph Ki-Zerbo Il commercio degli schiavi neri

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d Alessandro VI Le bolle «Inter caetera»d Hernán Cortés Relazione a Carlo Vd Gonzalo F. de Oviedo y Valdés Depravazioni sessuali degli indiosd Gonzalo F. de Oviedo y Valdés Caratteristiche somatiche e antropologiched Michel de Montaigne Delle carrozzed Michel de Montaigne Dei cannibali

L’economia europea nel ’500 Questo percorso è dedicato agli sviluppi molteplici e contraddit-tori dell’economia europea nel corso del XVI secolo.

In apertura lo storico tedesco Wilhelm Abel descrive i fenomeni caratteristici dell’espansio-ne agricola europea del XVI secolo (aumento delle superfici coltivate e crescita dei quozienti diresa), mentre Carlo M. Cipolla sottolinea come le scoperte transoceaniche furono all’originedi una grandiosa rivoluzione culturale e di profonde trasformazioni economiche.

Concludono il percorso le pagine dello storico Fernand Braudel, il quale ci propone un’in-teressante interpretazione d’insieme sull’evoluzione economico-sociale del mondo moderno.

Wilhelm Abel L’espansione agricola del XVI secoloCarlo M. Cipolla Conseguenze delle esplorazioni transoceanicheFernand Braudel Vita materiale, economia di mercato e capitalismo

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UNITÀ6 LA FINE DELL’UNITÀ RELIGIOSA

Percorsi tematici

Le origini della Riforma protestante Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI La finedell’unità religiosa in Europa. La fine dell’unità religiosa non può essere pienamente spiegatasenza dare uno sguardo a ciò che accadeva nell’ambito religioso agli inizi del XVI secolo.

Sebbene la corte papale appaia sempre più coinvolta negli affari italiani e i pontefici dell’e-poca sembrino essere più interessati al lustro artistico che all’impegno religioso della Curia, lareligione, come dimostra Lucien Febvre, gioca ancora un ruolo preminente nella vita quoti-diana degli europei. L’umanista Erasmo da Rotterdam è autore di una critica feroce nei con-fronti degli ordini religiosi regolari, attenti più alle pratiche esteriori della vita ecclesiastica chea una religiosità interiore.

Una più sistematica contestazione della Chiesa cattolica partirà invece dalla Germania. L’o-pera di Martin Lutero, del quale presentiamo alcune pagine, incoraggiata da alcuni principitedeschi stanchi delle vessazioni della Curia romana, continuerà e la sua teologia porterà alladefinitiva rottura con Roma e all’enunciazione di un pensiero teologico-politico diverso da quel-lo medievale.

Il fallito tentativo di riconciliazione ad Augusta, nelle pagine dalla Confessione augustana, ela rottura di Lutero con Erasmo sulla questione del libero arbitrio porteranno la Riforma tede-sca a essere connotata sempre più da caratteri nazionali e a circoscriversi in un ambito piutto-sto ristretto, quello dei principi che accetteranno il messaggio luterano.

Lucien Febvre Religione e vita quotidiana

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d Erasmo da Rotterdam La follia degli ordini religiosid Martin Lutero «Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca»d Filippo Melantone La «Confessione augustana»

La Riforma in Svizzera e le correnti radicali Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFI-CI La fine dell’unità religiosa in Europa. Qualche anno dopo la protesta di Lutero, l’idea di unaChiesa che doveva essere riformata oltrepassò i confini della Germania per approdare nei can-toni svizzeri.

A Ginevra le idee di Calvino sulla predestinazione, e la sua fermezza nei confronti di unariconciliazione ormai impossibile con il cattolicesimo, portarono il calvinismo a divenire la for-ma più intransigente e aggressiva di protestantesimo, come leggiamo nella Difesa della Riforma.

Dopo gli anni ’30 del XVI secolo la Riforma protestante tese sempre più a istituzionalizzarsie a espellere dal suo interno quelle figure di dissenso che non erano d’accordo con i princìpi del-la nuova ortodossia riformata. È il caso di gruppi minoritari come gli antitrinitari, su cui leggia-mo un brano dello storico Massimo Firpo, che per le loro idee furono espulsi e perseguitati sianei paesi cattolici sia in quelli protestanti, ma anche di intellettuali come Sébastien Castellion,portavoce della tolleranza religiosa.

d Giovanni Calvino Difesa della RiformaMassimo Firpo Gli antitrinitari

d Sébastien Castellion Il problema della tolleranza religiosa

Rinnovamento della Chiesa cattolica e Controriforma Questo percorso integra i TEMI STO-RIOGRAFICI La fine dell’unità religiosa in Europa. Sino ad alcuni decenni fa la storiografia ave-va visto la risposta cattolica come piuttosto tradizionale e reazionaria rispetto alle novità appor-tate dal protestantesimo.

In realtà anche nel cattolicesimo vi furono fermenti innovatori e a questi appartiene senzadubbio la nascita di nuovi ordini religiosi, tra i quali giganteggia la Compagnia di Gesù che, conla sua organizzazione, analizzata da Pietro Caiazza, e la sua ferrea disciplina, istituita da Igna-zio di Loyola, diverrà un modello per la nuova Chiesa post-tridentina. Un tentativo di riformadell’organizzazione ecclesiastica sarà invece fatto sotto il pontificato di Paolo III con il Consi-lium de emendanda Ecclesia.

Pietro Caiazza La Compagnia di Gesù

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d Ignazio di Loyola Gli «Esercizi spirituali»d Commissione pontificia Il «Consilium de emendanda Ecclesia»

La religiosità popolare Lo storico Peter Burke si sofferma nelle sue pagine sul significato libe-ratorio del Carnevale presso i ceti popolari a fronte del conflitto religioso del XVI secolo, chemargineralizzerà le manifestazioni religiose popolari, sino a reprimerle o a controllarle.

È quanto emerge soprattutto dall’analisi del fenomeno della stregoneria effettuata dallo stori-co Carlo Ginzburg, che mostra come la lettura del sabba e di altri riti fosse profondamente diver-sa nel popolo rispetto a quanto affermato nella trattatistica ufficiale, quale quella del MalleusMaleficarum di Heinrich Institor e Jakob Sprenger, dove appare chiara, invece, la congiun-zione tra sesso debole e culto satanico. La religiosità popolare infine sarà convogliata in mani-festazioni, controllabili da parte della Chiesa, che andranno a formare il patrimonio della pietàpopolare, secondo i meccanismi descritti dallo studioso tedesco Hubert Jedin.

Peter Burke Il mondo alla rovesciaCarlo Ginzburg Folklore, magia, religione

d Heinrich Institor - Jakob Sprenger Perché le donne diventano stregheHubert Jedin La pietà popolare

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UNITÀ7 MONARCHIE E IMPERI NELL’EUROPA DEL ’500

Percorsi tematici

L’Impero e le grandi monarchie Le strutture statali europee tra XVI e XVII secolo offrono unquadro complesso e articolato a seconda delle situazioni locali. In questo percorso, concentran-doci sull’Impero asburgico e le grandi monarchie, evidenziamo la specificità delle vie naziona-li nel processo di evoluzione verso lo Stato moderno.

All’impero di Filippo II è dedicato un brano di Fernand Braudel, mentre l’antagonismo cre-scente tra la Corona e il Parlamento nell’Inghilterra della seconda metà del XVI secolo è testimo-niato da sir Thomas Smith. Un intenso ritratto della regina Elisabetta viene tracciato dal diplo-matico veneziano Giovan Carlo Scaramelli che la incontrò pochi giorni prima della sua morte.

Chiude il percorso un brano di Roland Mousnier sulla stratificazione sociale per ordini che,pur riferendosi in particolare alla Francia, introduce un discorso più generale sui rapporti trasocietà e Stato moderno.

Fernand Braudel Gli imperi del ’500 e lo spaziod Thomas Smith Il Parlamento inglese: autorità e funzionid Giovan Carlo Scaramelli Un ritratto della regina Elisabetta

Roland Mousnier La stratificazione sociale per ordini

Burocrazia, esercito e politica finanziaria Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICILa costruzione dello Stato moderno (XIV-XVII secolo). Una prospettiva privilegiata per indivi-

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duare le linee evolutive dello Stato moderno è l’analisi di tre settori chiave – burocrazia, eserci-to, finanze – e dei complessi rapporti che li legano.

Una caratteristica dei sistemi amministrativi del tempo è la venalità delle cariche: due docu-menti del XVI e XVII secolo sono testimonianza delle prime reazioni provocate dal ricorso sem-pre più esteso a questo espediente vantaggioso per le finanze statali.

L’importanza della guerra con i suoi risvolti economici e organizzativi è accentuata da CharlesTilly fino al punto da far dipendere da essa il processo di evoluzione dello Stato moderno.

d Anonimo di La vendita degli ufficid Pomponne de Bellièvre Contro la «paulette»

Charles Tilly Come la guerra produsse gli Stati e viceversa

Il dibattito sullo Stato Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI La costruzione delloStato moderno (XIV-XVII secolo). Il progressivo evidenziarsi dei caratteri di novità dello Statomoderno rispetto alla storia precedente ha sollevato un dibattito teorico via via più acceso, cheha il suo ideale iniziatore in Niccolò Machiavelli; nelle pagine del Principe e dei Discorsi emer-gono i temi che saranno continuamente ripresi dai pensatori politici successivi.

Nel corso del XVI secolo il pensiero politico si evolve acquisendo il fondamentale concettodi «sovranità», esplicitamente tematizzato nelle pagine di Jean Bodin. Una immagine com-plessiva dello Stato moderno e delle fasi del suo sviluppo storico emerge dal brano di Pieran-gelo Schiera, con cui si chiude questo percorso.

d Niccolò Machiavelli «De Principatibus novis qui armis propris et virtute acquiruntur»d Niccolò Machiavelli La religione «secondo l’ozio e non secondo la virtù»d Jean Bodin Le vere prerogative della sovranitàd Jean Bodin Della nascita, crescita, perfezione, decadenza e rovina degli Stati

Pierangelo Schiera Lo Stato moderno

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UNITÀ8 CRISI E RIVOLUZIONI NEL ’600 EUROPEO

Percorsi tematici

La crisi economica e politica nel ’600 Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Duecrisi a confronto: l’Europa del ’300 e del ’600. Sull’esistenza di una crisi economica di vaste pro-porzioni gli storici sono stati concordi. Le divergenze sono nate piuttosto sulle cause, sulla por-tata e le scansioni cronologiche della crisi, sulle sue relazioni con i fenomeni di natura socialeo politica. Anche chi è sembrato più scettico nei confronti della tesi di un’unica «crisi genera-le» ha dovuto segnalare il difficile momento dell’economia in vaste aree e in diversi periodi delXVII secolo. Sulla scorta di questa omogeneità di giudizi, è opportuno mostrare, in concreto,alcuni fatti demografici ed economici che avvalorano l’immagine di un secolo difficile.

In particolare, dobbiamo ad Aldo De Maddalena una sintetica ed efficace descrizione dellecrisi e delle trasformazioni economiche del periodo.

Sulla situazione economica dell’Olanda e dell’Inghilterra – i due paesi che negli anni dellacrisi si contesero il primato economico – indaga Jonathan I. Israel. Confrontando questi diver-si contesti, infatti, è possibile delineare un quadro assai più mosso di quanto la semplice nozio-ne di «crisi generale» possa mostrare.

Sugli aspetti politici della «crisi del ’600» il dibattito è stato molto serrato. La presenza di rivol-te e rivoluzioni nei maggiori paesi europei, nello stesso torno di anni, è stata considerata dallastoriografia di ispirazione marxista come il sintomo di un duro scontro fra classi, legato ai gran-di mutamenti economici e sociali del XVII secolo. Altri indirizzi storiografici hanno invece fat-to notare come, di fronte al crescente processo di accentramento amministrativo e fiscale degli

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Stati, siano le aristocrazie, i notabili e le masse contadine a opporre una resistenza, per conser-vare le proprie antiche libertà.

L’interpretazione marxista è offerta dal brano di Eric J. Hobsbawm, che si sofferma a lungosulla dimensione economica della «crisi del ’600», per poi riconoscere come suo unico esitopositivo l’evento rivoluzionario inglese. Hugh R. Trevor-Roper e Niels Steensgaard mostranoun punto di vista estremamente critico a riguardo, riconoscendo dietro i sommovimenti di metà’600 alcuni elementi tipici della vita politica della prima età moderna: il rapporto tra corte sovra-na e paese, le resistenze all’accentramento assolutistico, il particolarismo localistico. A RolandMousnier spetta invece il compito di illustrare due noti casi di rivolte contadine.

Aldo De Maddalena Crisi e trasformazioni economicheJonathan I. Israel Olanda e Inghilterra negli anni della «crisi del ’600»Eric J. Hobsbawm La Rivoluzione inglese: un prodotto della «crisi del ’600»Hugh R. Trevor-Roper La rottura dei rapporti tra Stato e societàNiels Steensgaard La crisi politicaRoland Mousnier Le rivolte contadine: i «Nu-Pieds» e i «Croquants»

Un secolo «barocco» L’origine del termine «barocco» è controversa: l’espressione «argomentarein barocco» indicava, nella filosofia scolastica medievale, un discorso molto artificioso; poi, tra ’400e ’500, comparve l’aggettivo francese baroque (dal portoghese barroco), che designava, negli inven-tari di gioielli, un tipo di perla dai contorni molto irregolari e, in senso traslato, qualcosa di bizzar-ro e inconsueto. Qualsiasi ipotesi si voglia accreditare, è certo che, verso la fine del ’600, il termineentra a far parte del linguaggio della società colta proprio in questa seconda accezione figurata. Aquesta tradizione si sono richiamati gli studiosi di arte e di letteratura, che tra ’800 e ’900 hanno co-struito la fortuna del vocabolo, definendo «barocchi» gli stili artistici prevalenti nel XVII secolo.

In questo percorso non si intende rileggere, tuttavia, l’intera vicenda del termine. Interessainvece mostrare come, per gli storici, il concetto di «barocco» si sia dimostrato capace di quali-ficare un’intera epoca. È il caso di José A. Maravall, che vi ha intravisto l’espressione culturaledella «crisi generale» del XVII secolo. Anche per Rosario Villari si può usare l’aggettivo «baroc-co» per descrivere un secolo ricco di tensioni e contraddizioni, ma a patto di non dimenticare itratti di stabilità delle società europee del ’600.

José A. Maravall Il «barocco»: espressione della «crisi del ’600»Rosario Villari Il ’600: secolo di contrasti e di equilibri

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Il secolo del soldato Nel ’600 la guerra diventa straordinariamente brutale ma non è la violen-za la caratteristica peculiare del fenomeno militare del XVII secolo. Appare infatti molto piùsignificativa l’evoluzione tecnico-tattica dell’arte della guerra: aumenta il numero dei soldatiimpiegati, cresce la disciplina, la tecnologia nel campo delle armi avanza rapidamente. I duedocumenti di Cesare Brancaccio e di Maiolino Bisaccioni trattano invece dell’immagine delsoldato, contesa fra i tradizionali valori (come il coraggio individuale) e le nuove esigenze di unadisciplina sempre più organizzata.

d Cesare Brancaccio L’immagine del soldatod Maiolino Bisaccioni La dura realtà della guerra

La Rivoluzione inglese Caduta in ombra l’interpretazione che considerava la rivoluzione ingle-se la prima rivoluzione «borghese» dell’età moderna, volta ad abbattere i residui «feudali» e ainstaurare un regime politico più favorevole allo sviluppo del «capitalismo», la storiografia piùavvertita penetra all’interno dei meccanismi che condussero alla guerra civile e al rovesciamen-to della monarchia con estrema cautela, facendo attenzione a tutti i diversi terreni del conflitto.

Una simile premura caratterizza il nostro percorso: la dimensione religiosa dello scontro è visi-bile attraverso l’esempio di predicazione puritana di Richard Baxter, la ricostruzione fatta daHenry N. Brailsford del movimento dei levellers e da Christopher H. Hill delle più radicali opi-nioni religiose; sul terreno più propriamente politico, un primo brano di Lawrence Stone offreun quadro dei protagonisti della guerra civile (primo fra tutti il Parlamento), mentre importan-ti documenti (il Patto del Popolo e i Dibattiti di Putney) permettono di giungere al cuore del-lo scontro: la rivendicazione del diritto al voto, la caduta violenta della monarchia e la resa deiconti all’interno dell’eterogeneo schieramento vincitore, con la liquidazione delle fazioni piùradicali. Ancora a Lawrence Stone spetta il compito di dare un bilancio in prospettiva dell’e-sperienza rivoluzionaria inglese.

d Richard Baxter Un manuale pratico di «vita cristiana»Lawrence Stone I protagonisti della RivoluzioneChristopher H. Hill Il mondo alla rovescia

d Petty - Rainborough - Sexby Il «Patto del Popolo»d Petty - Rainborough - Sexby I «Dibattiti di Putney»

Henry N. Brailsford I «levellers»Lawrence Stone Il lascito della Rivoluzione inglese

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UNITÀ9 L’ITALIA BAROCCA

Percorsi tematici

Un’età di decadenza Chi visse nel ’500 e ’600 non considerò particolarmente grave il fatto chediversi Stati della penisola avessero perso l’indipendenza politica. Solo nell’800 (durante il Risor-gimento e subito dopo l’Unità), gli storici valutarono negativamente il periodo, poiché allora erainiziata quell’odiosa dominazione straniera che, per molto tempo, aveva oppresso l’Italia. Che isecoli XVI e XVII fossero un’età di «decadenza» non fu più contestato, come dimostrano tutti imanuali per le scuole, fino ai nostri giorni. Qui non si vuole, tuttavia, ribaltare il giudizio: è suf-ficiente ricordare che anche radicate tesi storiografiche sono, a loro volta, un fatto storico, det-tate da particolari contesti politico-sociali e posizioni culturali ben riconoscibili.

Il carattere moralistico di molte interpretazioni del periodo in esame, da parte di storici del Ri-sorgimento, è ricordato da Benedetto Croce, il quale legge secondo le proprie convinzioni filo-sofiche la «decadenza» italiana del ’500 e ’600. Alberto Asor Rosa indica la Chiesa cattolica co-me responsabile della sospensione della crescita italiana, dal momento che essa riuscì a control-lare non solo la cultura, ma anche l’intera società. Una lettura diversa del periodo offre FernandBraudel, che invita a non sottovalutare il ruolo ancora interpretato dall’Italia nell’età «barocca».Giuseppe Galasso ripropone, ma in modo assai più articolato, la tesi della «decadenza», consi-derandone principale manifestazione il divario che si crea, proprio nei secoli XVI e XVII, tra ilcammino italiano e quello degli altri paesi europei, in termini di crescita economica.

d Benedetto Croce La «decadenza» dell’ItaliaAlberto Asor Rosa Il ruolo della Chiesa cattolicaFernand Braudel L’Italia del ’500-600, ancora al centro della cultura europeaGiuseppe Galasso Il «tramonto» italiano nell’età barocca

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La riflessione politica Alcuni temi elaborati dalla cultura politica sono centrali per compren-dere l’Italia del ’500-600. Non v’è dubbio, infatti, che furono anni di intensa riflessione: trattati,Istruzioni, Avvertimenti erano indirizzati ai governanti e a tutto il personale alle loro dipenden-ze; d’altro canto, i sovrani favorivano la formazione di una omogenea cultura politica, capace diguadagnare consenso al loro dominio.

Un panorama è offerto da Mario Rosa, che non solo illustra i principali temi del periodo (pri-mo fra tutti la «conservazione» dello Stato), ma segnala anche i punti di contatto fra potere emondo della cultura (le accademie e le università), indicando, infine, le linee di evoluzione del-la cultura politica del secondo ’600. Brani tratti dall’opera Della ragion di Stato di GiovanniBotero danno un esempio di che cosa si proponesse a un principe, in grande libertà da ogni prin-cipio morale, per conservare e accrescere il dominio sul proprio Stato.

Si trattò, insomma, di una riflessione estremamente disincantata, molto lontana dal culto rina-scimentale della virtù, pronta a condannare il pensiero di Niccolò Machiavelli come amorale,ma, nei fatti, incline a seguirlo nel considerare etica e politica definitivamente separate. Ciò tra-spare, come dimostra Rosario Villari, dalla elaborazione di un importante concetto: la «dissi-mulazione», che giustificava caute forme di opposizione politica.

Mario Rosa Tratti fondamentali della cultura politicad Giovanni Botero Che cosa sia Ragione di Statod Giovanni Botero Capi di prudenza

Rosario Villari Una forma di opposizione politica: la «dissimulazione»

L’influenza della Chiesa La Chiesa cattolica è stata a lungo considerata responsabile della«decadenza» dell’Italia nei secoli XVI e XVII. In questo percorso esamineremo in dettaglio alcu-ni aspetti della sua presenza.

La prima avvertenza è di non cadere nell’eccesso di immaginare un paese preda di attività«poliziesche» da parte delle autorità ecclesiastiche: in generale, nell’età moderna, nessun pote-re, civile o religioso, era in grado di controllare minuziosamente i comportamenti della societàe poteva imporre solo con grandi difficoltà il proprio volere a popolazioni recalcitranti in mas-sa, come testimonia un documento reperito nell’Archivio Segreto Vaticano, che mostra comeproprio il personale del Sant’Uffizio (il tribunale per la difesa della fede) permettesse a Firenzela lettura delle opere di Niccolò Machiavelli, autore aspramente condannato. Proprio delle prin-cipali caratteristiche del Sant’Uffizio e del suo operato tratta il brano di Adriano Prosperi.Seguono documenti del processo a Galileo Galilei, vicenda nota, complessa, gravida di conse-guenze sui successivi sviluppi della cultura scientifica italiana. Chiudono il percorso le pagine

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della storica Anna Foa, che analizza la segregazione ebraica nei ghetti, sancita dalla bolla papa-le del 1555.

d Segreteria di Stato della Santa Sede Machiavelli all’«Indice»?Adriano Prosperi La crudele Inquisizione

d Galileo Galilei Lettera a Paolo Sarpid Niccolò Lorini Denuncia al Sant’Uffiziod Galileo Galilei L’abiura

Anna Foa La creazione dei ghetti

Il contrasto Roma-Venezia Merita un percorso a sé il più importante contrasto giurisdizionaledel ’600, quello che vide opposti la Santa Sede e la Repubblica di Venezia, tra il 1606 e il 1607.

L’elemento scatenante del conflitto fu come è noto l’arresto di due religiosi, rei di gravi delit-ti, che Roma intendeva processare, sottraendoli ai tribunali veneti. Ma vi erano anche altri moti-vi di attrito: due leggi della Repubblica che imponevano la previa autorizzazione delle autoritàcivili per la costruzione di edifici ecclesiastici e, soprattutto, i buoni rapporti intrattenuti daiveneziani con inglesi e olandesi, di confessione riformata. La pretesa della Santa Sede che leleggi già emanate fossero ritirate e i due religiosi consegnati suscitò indignate reazioni e furespinta: papa Paolo V, allora, emanò contro Venezia l’Interdetto. Il momento fu grave. Si sfioròla guerra, ma la volontà degli spagnoli di mantenere la pace in Italia e la mediazione diploma-tica francese riuscirono a portare a un accordo. Le vicende dell’Interdetto sono ricordate nellepagine quasi coeve di Fulgenzio Micanzio, mentre di Paolo Sarpi è riportato un brano di unalettera che lucidamente definisce le pretese egemoniche del papato della Controriforma come«totato».

d Fulgenzio Micanzio L’«Interdetto» di Veneziad Paolo Sarpi Il papato come «totato»

Il Mezzogiorno e la rivoluzione napoletana del 1647 La rivoluzione napoletana del 1647 fuuno dei pochi avvenimenti politici italiani del ’500-600 capaci di grande risonanza in tutta Euro-pa, percorsa anch’essa alla metà del secolo da rivolte e rivoluzioni. Per essere ben compresi, glieventi devono tuttavia essere inquadrati all’interno degli sviluppi economico-sociali e politici delMezzogiorno.

La ripresa della pressione feudale promossa dalla nobiltà nei primi decenni del ’600 fu, secon-

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do Rosario Villari, la causa principale della «guerra contadina» che esplose nelle campagnemeridionali nel 1647, in concomitanza con l’insurrezione cittadina a Napoli. Il documento suc-cessivo illustra invece da vicino il panorama politico e sociale della rivolta: Maiolino Bisaccio-ni delinea il ritratto del principale protagonista dell’insurrezione, Masaniello. Concludono ilpercorso le pagine di Giuseppe Giarrizzo, che ricostruisce le rivolte siciliane del 1646-47.

Rosario Villari La ripresa della nobiltà tradizionaled Maiolino Bisaccioni Una cronaca della rivoluzione napoletana del 1647

Giuseppe Giarrizzo La Sicilia in rivolta

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VOLUME 4Dall’«ancien

régime» all’etàdell’imperialismo

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UNITÀ1 UN SECOLO DI LOTTE PER L’EGEMONIAMONDIALE

Percorsi tematici

La Francia di Luigi XIV Il percorso è interamente dedicato alla Francia assolutista di Luigi XIV.Una rigida etichetta regolava la vita del sovrano e della Corte tutta, secondo la ricostruzione

del sociologo Norbert Elias; anche il sistema mercantilistico, la cui descrizione è affidata alministro Jean-Baptiste Colbert, può essere considerato una forma di regolamentazione dellavita economica. Sul piano istituzionale, la realtà francese nei secoli XVII e XVIII presenta resi-dui di autonomie di origine feudale, che resistono al progetto centralizzatore della monarchiaassoluta, come leggiamo nella Relazione all’intendente di Ormesson, mentre, come sottolinealo storico Pierre Goubert, il privilegio rimane il cemento che faceva dei nobili francesi «anti-chi» e «moderni» un solo ceto.

Norbert Elias La società di corte

d Jean-Baptiste Colbert Memoria sulle finanze

d Signore di Camière Relazione all’intendente di Ormesson

Pierre Goubert La nobiltà: una definizione

Il modello inglese Questo percorso è dedicato alla Gran Bretagna, modello alternativo all’as-solutismo francese.

Descritta la monarchia costituzionale inglese attraverso uno degli atti che la istituirono, l’Act

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of Settlement, i testi che presentiamo affrontano alcune questioni centrali nella storiografia cheriguarda l’Inghilterra del XVIII secolo. Guardando la storia «dall’alto» dei ceti proprietari, LewisNamier definisce il governo inglese come un governo territoriale che rappresenta solo i «fili d’er-ba» che crescono sul suolo inglese e chiunque ne goda in qualche maniera (anche solo calpe-standoli). Sull’altro fronte Edward P. Thompson, guardando «dal basso» la società inglese diallora con gli occhi dello storico-antropologo, riporta alla luce un mondo che risultava som-merso: quello dei lavoratori e della loro cultura politica. Tra le forme più tipiche di questa,Thompson individua la contestazione anonima, nella repressione della quale, con il Black Actsulla caccia e i diritti di proprietà, il patriziato dei whigs e dei tories si ritrova compatto.

d Parlamento inglese L’«Act of Settlement»Lewis Namier La terra come fondamento del diritto di cittadinanzaEdward P. Thompson Società patrizia, cultura plebea

d Parlamento inglese Caccia e diritti di proprietà

Oltre l’Europa In questo percorso analizziamo le relazioni tra l’Europa e il resto del mondo,caratterizzate all’inizio non solo dall’espansione commerciale ma anche dall’opera missionariache, con i gesuiti, raggiunge vertici insuperati di innovazione e di capacità di adattamento.

È il caso dell’affascinante e controverso esperimento degli «Stati missionari» fondati dai gesui-ti in Paraguay, contestato dal ministro portoghese Pombal. Ma si veda anche come il rifiuto deicinesi ad accogliere la «misurazione del tempo», descritto da David S. Landes, riveli un’invali-cabile diversità nelle strutture sociali e nella mentalità.

La Gran Bretagna nel secolo XVIII deteneva il predominio del commercio marittimo inter-nazionale e, per mezzo della Compagnia delle Indie Orientali, esercitava sul subcontinenteindiano un controllo che, nel tardo XVIII secolo, divenne non solo commerciale ma anche poli-tico. I funzionari della Compagnia divennero anche strumenti di una penetrazione inversa: tor-nando in patria, infatti, essi importarono oggetti e abitudini che si diffusero rapidamente in tut-ta l’Europa, come racconta Giorgio Borsa.

d Sebastião di Pombal Pombal contro gli «Stati missionari» dei gesuiti nel ParaguayDavid S. Landes I cinesi e l’orologioGiorgio Borsa I «nabobs» all’assalto dell’Inghilterra puritana

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UNITÀ2 LA SOCIETÀDI «ANCIEN RÉGIME»

Percorsi tematici

Demografia e famiglia Le caratteristiche demografiche delle società preindustriali sono al cen-tro dell’analisi dei brani presentati in questo percorso. L’andamento della popolazione vienemesso in relazione, dagli autori, a fenomeni di vario tipo: alle trasformazioni economiche,innanzitutto, ma anche al mutamento dei comportamenti demografici e alla struttura dellafamiglia che hanno caratterizzato la società d’ancien régime.

Il matrimonio tardivo – di cui Ernst Hinrichs analizza le motivazioni economiche, sociali eculturali – costituiva una forma di adattamento della società alle difficoltà ambientali e ali-mentari e di controllo della crescita demografica. Caratteristico del sistema demografico d’an-cien régime era un alto tasso di mortalità, sulle cui cause si sofferma Lawrence Stone.

La trasformazione dei rapporti familiari e gli inizi della contraccezione in Francia nel XVIIIsecolo sono al centro dell’analisi di Jean Louis Flandrin, mentre nelle pagine di Philippe Arièssi ripercorrono le tappe che hanno segnato l’evoluzione del modo di considerare l’infanzia; poiDominique Julia legge le difficili condizioni di vita dei bambini cresciuti in famiglie popolari.Infine il brano di Natalie Zemon Davis ci offre alcune ipotesi sul significato dell’immagine, dif-fusa nelle società preindustriali, della donna al comando, fattore di rottura di gerarchie e sche-mi tradizionali.

Ernst Hinrichs Matrimonio tardivo e crisi demograficheLawrence Stone Mortalità e igieneJean L. Flandrin Gli inizi della contraccezione

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Philippe Ariès La scoperta dell’infanziaDominique Julia Infanzie popolariNatalie Zemon Davis La «donna al comando»

Ceti sociali ed economia Strutture tradizionali e fattori di trasformazione si accompagnano esi scontrano nell’evoluzione della società d’ancien régime, dando luogo a cambiamenti impor-tanti nei sistemi produttivi, nelle tecniche, nei rapporti sociali.

Pierre Goubert ricostruisce il quadro delle consuetudini, delle regole, dei comportamentialla base dei rapporti tra il contadino e le istituzioni giuridiche e amministrative in Francia tra’600 e ’700. Le consuetudini delle comunità di villaggio, i modelli che influivano sull’atteggia-mento dei contadini nei confronti delle novità che rompevano con tradizioni consolidate sonoal centro del brano di Barrington Moore jr. che ne analizza la crisi e la dissoluzione. È il casodel processo di privatizzazione della terra, attraverso le recinzioni, che nell’arco di due secoli hatrasformato il panorama agrario inglese e creato le basi per una nuova agricoltura, strettamentedipendente dal mercato. In questa trasformazione – per alcune aree agricole – ebbe un’impor-tanza decisiva l’introduzione di nuove colture. Redcliff Nathan Salaman ripercorre le tappedella diffusione della patata, ritardata da una serie di pregiudizi relativi al consumo di questapianta. Infine nel brano di Luciano Guerci viene descritto un importante fenomeno, caratteri-stico della fase che ha preceduto l’avvio della rivoluzione industriale: l’affermarsi del sistema del-l’industria rurale domestica.

Pierre Goubert L’universo fiscale del contadino franceseBarrington Moore jr. Le recinzioniRedcliff N. Salaman La diffusione della patataLuciano Guerci L’industria rurale domestica

Nobiltà e ricchezza Le società europee, tra il XVI e il XVIII secolo, erano ancora basate, dalpunto di vista giuridico, sulla tradizionale divisione per ceti. Il principio gerarchico fondato sul-la preminenza della nobiltà di sangue era tuttavia messo in discussione dall’esistenza di patentidi nobiltà che potevano essere acquistate.

I simboli che, secondo Lawrence Stone, caratterizzavano la società inglese tra la fine del ’500e la prima metà del ’600 erano il cappello e la frusta. Essi consentivano di riaffermare pubbli-camente il principio della disuguaglianza e della subordinazione sociale e politica. Renata Ago,a sua volta, descrive le ambizioni delle famiglie nobili della Roma barocca, volte a far intra-prendere la carriera ecclesiastica ai figli cadetti. L’Editto reale emanato da Luigi XIV in Fran-

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cia, nel 1701, che doveva spingere la nobiltà a intraprendere attività considerate in antitesi conla propria condizione sociale, mostra la resistenza di questo ceto ad abolire regole e restrizioniche costituivano il punto di forza della propria funzione dominante. La nobiltà cercò di oppor-si ai nuovi gruppi emergenti ponendo barriere sulla base dell’orgoglio di rango. Un motivo, que-st’ultimo, su cui s’impernia la trama del romanzo di Jane Austen Orgoglio e pregiudizio, di cuipresentiamo alcune pagine. La tesi che l’ancien régime non abbia avuto termine improvvisa-mente, ma che sia sopravvissuto fino alla prima guerra mondiale è sostenuta nel brano di ArnoJ. Mayer, che sottolinea la sostanziale continuità delle strutture politiche, economiche e socia-li dell’Europa tra il XVIII e il XIX secolo.

Lawrence Stone Privilegi e autoritarismoRenata Ago Fare carriera nella Curia romana

d Luigi XIV L’apertura del commercio dei grani alla nobiltà francesed Jane Austen «Orgoglio e pregiudizio»

Arno J. Mayer Il perdurare del vecchio ordine

Emarginazione e controllo sociale La diffusione di una nuova etica del lavoro, l’esigenza diordine e di stabilità sociale dei ceti dominanti sono alla base delle considerazioni svolte daMichel Foucault, che analizza il processo di separazione e internamento in istituti cui furonosottoposte, a partire dal XVI secolo, diverse categorie di individui: mendicanti, vagabondi, folli.

Il Regolamento dell’Ospizio della Salpêtrière del 1721 mostra la nuova concezione che si èormai affermata: il povero deve essere uniformato ai princìpi dell’ideologia dominante che com-batte l’ozio, il vagabondaggio, la contestazione della società. Bronislaw Geremek, infine, riper-corre le tappe della politica sociale attuata dai pontefici a Roma, che segnano il distacco dallaconcezione medievale del povero e della carità: l’assistenza non è più compito del singolo, madiventa pubblica, organizzata.

Michel Foucault La grande reclusioned Ospizio della Salpêtrière La giornata dei reclusi

Bronislaw Geremek La mendicità a Roma

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UNITÀ3 NUOVA SCIENZA E NUOVA POLITICA

Percorsi tematici

Alle origini della nuova scienza L’espressione «rivoluzione scientifica», intesa come descrizio-ne del complesso di mutamenti che coinvolgono l’astronomia e le indagini sulla natura a parti-re dalla metà del ’500, viene introdotta nella seconda metà del ’900 dagli storici della scienzaper sottolineare una radicale rottura con il passato che, senza negare la complessità e gli ele-menti di continuità del passaggio, va al di là delle singole scoperte per definire un modello alter-nativo di razionalità e un’immagine nuova di scienziato.

I brani che presentiamo affrontano alcuni momenti nodali dell’affermarsi di questo complessocambiamento culturale: dall’acuta analisi di Francesco Bacone sui pregiudizi che impedisconoagli uomini di raggiungere una conoscenza corretta, alla critica del sapere tradizionale di Carte-sio, fino al posto tutto nuovo riservato all’uomo nel mondo, non più unico, descritto da Bernardde Bovier de Fontenelle. Infine il testo dello storico della filosofia Paolo Rossi illustra il farsi stra-da, seppur faticoso, del nuovo atteggiamento verso la tecnica.

d Francesco Bacone Contro i pregiudizi

d Cartesio L’istruzione ricevuta in collegio a La Flèche

d Cartesio Critica della cultura del suo tempo

d Cartesio L’esperienza della vita e il ritorno su se stesso

d Bernard de Fontenelle La pluralità dei mondi spiegata alle dame

Paolo Rossi Tecnica e scienza

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Il giusnaturalismo L’istanza razionalistica non investe soltanto l’indagine sulla natura, ma tro-va un fertile terreno di espressione nell’analisi del comportamento etico-politico. Il giusnatura-lismo rappresenta proprio il tentativo di legittimare gli ordinamenti politici sulla base di argo-mentazioni puramente razionali. Accomunati da questa prospettiva i pensatori politici del ’600divergono invece sulla valutazione dello stato di natura, sulle condizioni del contratto e sui rap-porti tra Stato e cittadino.

Le pagine di Thomas Hobbes e di John Locke ci illustrano questa diversità di orientamenti suspecifiche questioni, ma indicano allo stesso tempo, come obiettivi polemici comuni, la sovranitàper diritto divino e il tradizionale modello aristotelico. Nelle pagine del filosofo Norberto Bob-bio troviamo invece illustrato il complesso rapporto tra nascente società borghese e giusnaturali-smo. È ancora l’appello alla ragione ad alimentare, in un periodo nel quale l’Europa è sconvoltadalle guerre di religione, la riflessione sulla tolleranza e sulla libertà di pensiero che troviamo nel-le parole del filosofo Baruch Spinoza.

d Thomas Hobbes L’origine dello Statod John Locke La proprietà è un diritto naturale

Norberto Bobbio Giusnaturalismo e società borghesed Baruch Spinoza La tolleranza

Cultura e politica dell’Illuminismo Il processo di fondazione della mentalità moderna trova ilsuo momento culminante nell’Illuminismo, che amplia gli orizzonti dell’indagine razionaleinvestendo con la sua critica ogni ambito della realtà, dalla religione al diritto fino alla stessaragione, chiamata a dar conto dei suoi fondamenti.

Nei testi di Voltaire, David Hume e Cesare Beccaria troviamo dibattuti questi temi e propo-ste categorie di analisi ispirate a criteri come l’utilità sociale o la felicità pubblica.

La spiccata valenza critica che viene attribuita alla ragione assume un senso solo se la si inqua-dra nella tensione progettuale, nel costante rapporto tra teoria e prassi, che percorre tutto il pen-siero illuminista e che si esprime con particolare evidenza nella riflessione politica, che sembraoscillare costantemente – come ci illustra lo storico Franco Venturi – tra utopia e riforma, tradisegni di trasformazione radicale e necessità di azione concreta, tra la straordinaria ampiezzadegli spazi aperti dalla ragione e l’esigenza di iniziare immediatamente a percorrerli. A com-prendere almeno in parte questo variegato panorama ci sono di aiuto le pagine di Jean-JacquesRousseau e di Denis Diderot.

Nel perseguire i loro scopi, e in modo coerente con le loro premesse, gli illuministi si rivol-gono – contribuendo a formarlo – a un pubblico nuovo di lettori. La nascita e i caratteri di que-

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sta «Repubblica delle Lettere» sono descritti nelle pagine dello storico Robert Darnton attra-verso l’analisi di uno schedario di polizia. Gli scrittori illuministi innovano fortemente le formetradizionali dell’espressione filosofica e ne inventano di originali, come il racconto filosoficoche, con il suo frequente uso della provocazione del paradosso, si rivela particolarmente adattoa un approccio asistematico e antidogmatico. In Micromegas Voltaire fa un uso brillante di que-sto agile strumento narrativo per mettere in rilievo le assurdità della società europea: nell’eleg-gere a protagonista del romanzo un abitante di Sirio, propone anche il tema del rovesciamentoe del relativismo culturale, che si ritrova in Montesquieu e che esprime il nascere di un’atten-zione nuova nei confronti della diversità, di una umanità differenziata la cui varietà si offre allosguardo della ragione. Il terreno comune della ragione permette dunque l’affacciarsi in questosecolo della prospettiva antropologica ed etnologica, che trova un primo momento di formaliz-zazione istituzionale con la fondazione della «Società degli osservatori dell’uomo» e che si puòavvalere dei crescenti contatti e quindi del confronto con le popolazioni extraeuropee. Il «sel-vaggio» diviene un elemento costante del pensiero illuminista, da un lato come luogo di discus-sione filosofica, dall’altro come esplorazione di nuovi territori, definizione di nuovi ambiti disci-plinari, come si evidenzia nelle pagine di Guillaume-Thomas Raynal.

Il ’700 non fu soltanto un secolo di idee ma anche un’età di riforme e in particolare l’età dei«sovrani illuminati». Alla utilizzazione della categoria «dispotismo illuminato» e alle contrad-dizioni interne a questa vicenda storica è dedicato il saggio dello storico Luciano Guerci.

d Voltaire «Dio»d Voltaire «Teista»d David Hume La superiorità del politeismod Cesare Beccaria Della pena di morte

Franco Venturi Utopia e riformad Jean-Jacques Rousseau La sovranità è inalienabiled Jean-Jacques Rousseau Del governo in generaled Denis Diderot Agli insorti americani

Robert Darnton Un poliziotto scheda la «Repubblica delle Lettere»d Voltaire Un gigante visita la Terrad Montesquieu Luigi XIV visto dal persiano Ricad Guillaume-Thomas Raynal Il «selvaggio»

Luciano Guerci Il «dispotismo illuminato»

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UNITÀ4 L’ETÀ DELLE RIVOLUZIONI

Percorsi tematici

La rivoluzione americana Aprono questo percorso le pagine dello storico Guido Abbattista,che ricostruisce un profilo della società nordamericana alla vigilia della rivoluzione, eviden-ziandone similitudini e differenze rispetto alla società inglese.

Le pagine dello storico Perry Miller sottolineano, invece, le origini religiose della rivolta nel-le colonie e il forte richiamo esercitato dal puritanesimo nella società americana.

Guido Abbattista La società nordamericana alla vigilia della rivoluzionePerry Miller Le radici religiose della rivoluzione americana

Documenti e interpretazioni della rivoluzione francese Questo percorso integra i TEMI STO-RIOGRAFICI Aspetti e problemi della rivoluzione francese. I brani dedicati alla rivoluzione del-l’89 in Francia sono presentati secondo un criterio cronologico, intrecciando ai problemi con-nessi al succedersi degli eventi le posizioni storiografiche che hanno dominato il vivace dibatti-to nel XX secolo.

I passi tratti dai Cahiers de doléances chiariscono alcune delle cause politico-sociali del feno-meno rivoluzionario mentre le classiche pagine di George Lefebvre analizzano la «grande pau-ra» dell’89 e i significati della rivolta contadina.

Infine il testo di Madame de Staël fa luce sugli albori della storiografia sulla rivoluzione fran-cese, proponendo una lettura degli avvenimenti rivoluzionari guidata dalla sua concezione del-la storia.

d Anonimo di Cahier degli abitanti di La Chaleur, Viel-Moulin e Geligny

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d Anonimo di Cahier della siniscalchia di NîmesGeorge Lefebvre La paura dei briganti

d Madame de Staël Considerazioni sul Terrore

Il giacobinismo italiano Questo percorso è interamente dedicato al cosiddetto «triennio giaco-bino» (1796-99) in Italia.

Del pensiero politico giacobino in Italia costituiscono due esempi contrapposti gli scritti delpiacentino Melchiorre Gioia, riformista moderato del quale si ricordano le aspirazioni unita-rie, e quelli del napoletano Vincenzio Russo, autore di un radicale progetto di democrazia popo-lare contadina, organizzata secondo un regime collettivistico.

Il Russo fu anche tra i repubblicani che a Napoli, nel 1799, vararono il progetto di legge sul-l’eversione della feudalità nel Regno. Il testo fu applicato solo dopo lunghe discussioni. Ma l’a-bolizione di privilegi e diritti feudali, l’unico provvedimento che avrebbe potuto avvicinare lemasse contadine e popolari alla causa repubblicana, arrivava troppo tardi. Anche a causa di ciòla rivoluzione napoletana del 1799 rimase, secondo la celebre definizione di Vincenzo Cuoco,una «rivoluzione passiva», destinata ad aver vita breve proprio per l’astrattezza dei princìpi cheprofessava.

Il percorso si chiude con le pagine di Renzo De Felice, che analizzano la forte connotazio-ne religiosa dei fenomeni di panico popolare e l’ondata di miracoli verificatasi nello Stato pon-tificio tra il 1796 e il 1797.

d Melchiorre Gioia «Quale de’ governi liberi meglio convenga alla felicità d’Italia»d Vincenzio Russo «XIV. Libertà»d Vincenzio Russo «XV. Eguaglianza»d Vincenzio Russo «XVIII. Proprietà»d Governo provvisorio della Repubblica napoletana La legge feudale napoletana del 1799. Progettod Governo provvisorio della Repubblica napoletana La legge feudale napoletana del 1799.

Redazione definitivad Vincenzo Cuoco Una «rivoluzione passiva»

Renzo De Felice «La Madonna apre gli occhi»

Il sistema napoleonico Gli anni della dominazione napoleonica sono l’argomento di questopercorso.

In apertura alcuni passi del decreto di istituzione della dignità imperiale (1804).

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Dopo il 1813, quando le prime sconfitte militari cominciarono a offuscare il mito di Napo-leone invincibile stratega, si diffuse nel popolo, provato dalla crisi e dalle continue campagne diguerra, una «leggenda nera» di Napoleone, astutamente alimentata dalle opposizioni politiche.Le pagine dello storico Jean Tulard, ricche della documentazione dell’epoca, offrono un’effi-cace ricostruzione di quel clima.

Lo storico John Stuart Woolf, invece, sottolinea la centralità dell’ideologia civilizzatrice del-l’élite francese, che si impegnò a esportare ovunque i suoi moderni criteri di razionalizzazione,fornendo una giustificazione al progetto napoleonico di integrazione amministrativa dell’Euro-pa.

d Senatoconsulto francese Napoleone imperatored Jean Tulard La «leggenda nera» di Napoleone

John S. Woolf Le contraddizioni dell’integrazione

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UNITÀ5 LA RIVOLUZIONEINDUSTRIALE

Percorsi tematici

La prima rivoluzione industriale Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI La rivolu-zione industriale.

La storia dell’uso e dei significati dell’espressione «rivoluzione industriale» è intrecciata alledifferenti interpretazioni delle vicende economiche, sociali e culturali dell’Inghilterra fra ’700e ’800: ad alcuni di questi passaggi semantici sono dedicate le pagine dello storico francese Clau-de Fohlen.

L’ungherese Karl Polanyi legge in chiave antropologica il conflitto tra la società e le sue strut-ture tradizionali, da un lato, e l’elemento disgregatore del libero mercato, dall’altro. La radica-lità e la complessità delle trasformazioni economiche e sociali innescate dal nuovo sistema pro-duttivo furono avvertite anche dai contemporanei, che reagirono assumendo posizioni assaidiversificate di consenso o di rifiuto, come testimoniano Jeremy Bentham e Thomas Carlyle.

Claude Fohlen Itinerario di un’espressione: «rivoluzione industriale»

Karl Polanyi L’economia innaturale

d Jeremy Bentham Il criterio dell’utile e il buongoverno

d Thomas Carlyle Critica della civiltà delle macchine

La formazione del proletariato e l’industrializzazione Questo percorso integra i TEMI STO-

RIOGRAFICI La rivoluzione industriale.Rivoluzione industriale significò anche nascita della classe operaia: un resoconto diretto e di

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grande immediatezza della vita quotidiana di un operaio ci viene fornito dalle pagine redatte daun anonimo filatore all’inizio del XIX secolo.

Edward P. Thompson analizza, invece, gli aspetti culturali e politici del processo di forma-zione della classe operaia, mentre Karl Marx illustra il concetto di forza-lavoro. A conclusioneabbiamo posto la descrizione di un esempio di precoce capitalismo industriale, quello bolo-gnese: secondo Alberto Guenzi e Carlo Poni a Bologna, a partire dal XVI secolo, grazie all’in-troduzione del mulino da seta, si realizza la prima forma di sistema di fabbrica.

d Anonimo di Imprenditori tessili e sfruttamento operaioEdward P. Thompson La formazione della classe operaiaKarl Marx La forza-lavoro come merceAlberto Guenzi - Carlo Poni Un caso di industrializzazione precoce?

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UNITÀ6 LE LOTTE PER LA LIBERTÀ

Percorsi tematici

Nazioni e nazionalismi Questo percorso si apre con le pagine di due storici, René Rémond eRosario Romeo, che illustrano le origini dell’idea di nazione e il suo articolarsi in due diverseconcezioni: quella tradizionalista e tendenzialmente esclusivista – qui illustrata dal filosofo tede-sco Johann G. Fichte – e quella democratica, di cui sono esempio un testo di Giuseppe Maz-zini e uno assai più tardo di Ernest Renan.

Un diverso punto di vista è quello adottato da uno storico contemporaneo, Ernst Gellner, cheinsiste sul carattere «artificiale» della nazione in quanto prodotto dell’azione consapevole degliintellettuali e dei poteri statali.

René Rémond Le due fonti del movimento di nazionalitàRosario Romeo Idea e coscienza di nazione

d Johann G. Fichte «Quarto discorso alla nazione tedesca»d Johann G. Fichte «Ottavo discorso alla nazione tedesca»d Giuseppe Mazzini Sulla nazionalitàd Ernst Renan «Che cos’è una nazione?»

Ernst Gellner Nazioni e nazionalismo

Il liberalismo Questo percorso si apre col brano di uno studioso contemporaneo, John Gray,che esamina le origini del liberalismo e le sue molteplici componenti culturali.

Seguono due testi che illustrano alcuni caratteri fondamentali di questa ideologia e che ver-tono tutti sul tema centrale della libertà dell’individuo: il discorso dell’industriale Richard Cob-

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den insiste sul liberismo economico e la fiducia nelle virtù del libero scambio; infine, le paginedi John Stuart Mill si soffermano sul principio della difesa della sfera privata dalle ingerenzedello Stato e sui pericoli di «tirannia della maggioranza».

John Gray Locke e le origini del liberalismod Richard Cobden Difesa del libero scambiod John S. Mill Elogio della libertà

La democrazia Questo percorso è introdotto da un brano del filosofo politico Norberto Bob-bio, che illustra i caratteri fondamentali della democrazia moderna, soprattutto per quanto attie-ne ai rapporti col liberalismo.

I testi che seguono – quello del cattolico democratico francese Félicité de Lamennais e quel-lo di Giuseppe Mazzini – esprimono la sensibilità sociale e solidaristica del pensiero democra-tico e la sua critica all’individualismo liberale. Le pagine tratte da La democrazia in America diAlexis de Tocqueville descrivono il processo di democratizzazione della società in riferimentoal caso concreto degli Stati Uniti. Infine il testo di una Petizione presentata al Parlamento bri-tannico nel 1837 illustra quella che fu per tutto l’800 la principale rivendicazione dei democra-tici: il suffragio universale.

Norberto Bobbio La democrazia modernad Hugues-Félicité-Robert de Lamennais Schiavitù economica e lotta politicad Giuseppe Mazzini Una democrazia «religiosa»d Alexis de Tocqueville Introduzione a «La democrazia in America»d Alexis de Tocqueville «L’assetto sociale degli Anglo-americani»d Anonimo di Petizione presentata al raduno di Crown e Anchor

Socialismo e comunismo I testi che proponiamo illustrano le diverse componenti del pensierosocialista nella prima metà dell’Ottocento.

Nelle pagine di Robert Owen, artefice di diversi esperimenti di nuova organizzazione del lavo-ro e di associazionismo cooperativo, troviamo la denuncia dell’artificiosità dell’intermediazionecommerciale e la proposta della sua abolizione. I due testi successivi ci propongono due diver-si e opposti atteggiamenti di fronte all’organizzazione industriale: quello di Charles Fourier illu-stra l’utopia di piccole organizzazioni produttive strutturate in maniera completamente diversadall’industria capitalistica, mentre Claude-Henry de Saint-Simon vede proprio nell’organizza-

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zione scientifica dell’industria il modello di organizzazione dell’intera società. Poi incontriamoi due aspetti principali del pensiero libertario e federalista di Pierre-Joseph Proudhon: la criti-ca del concetto di proprietà e la polemica contro lo Stato accentrato. Infine, il socialismo marxi-sta è presentato attraverso un brano tratto dal Manifesto del Partito comunista di Karl Marx eFriedrich Engels, sulla formazione e lo sviluppo della classe proletaria.

d Robert Owen L’abolizione del commerciod Charles Fourier La società armonicad Claude-Henry de Saint-Simon L’organizzazione scientifica della societàd Pierre-Joseph Proudhon L’impossibilità della proprietàd Pierre-Joseph Proudhon Il sistema federativod Karl Marx - Friedrich Engels Lotta di classe e proletariato industriale

L’eroe romantico Questo percorso è dedicato a un tema più circoscritto, ma importante perdefinire l’atmosfera culturale dell’Europa della prima metà del XIX secolo: l’«eroe romantico»,protagonista della letteratura, ma spesso anche della vita reale delle classi colte, presentato attra-verso tre celebri incarnazioni che ne illustrano i caratteri di fondo e l’evoluzione nel tempo: dal-le pose eroiche dei protagonisti del Romanticismo trionfante – il René di François-René de Cha-teaubriand e l’Aroldo di George Gordon Byron – agli atteggiamenti scettici e disillusi dei «figlidel secolo» descritti da Alfred de Musset.

d François-René de Chateaubriand Le inquietudini di Renéd George G. Byron La partenza di Aroldo (testo in lingua)d George G. Byron La partenza di Aroldo (testo in traduzione)d George G. Byron L’Italia (testo in lingua)d George G. Byron L’Italia (testo in traduzione)d George G. Byron La Grecia (testo in lingua)d George G. Byron La Grecia (testo in traduzione)d Alfred de Musset Le confessioni di un figlio del secolo

La Restaurazione e i suoi nemici Questo percorso si apre con un testo classico della polemicaantirivoluzionaria e antilluministica scritto da Karl Ludwing von Haller che contesta i fonda-menti giuridici dell’esperienza rivoluzionaria. Segue la ricostruzione che Henry Kissinger fadella nascita della Santa alleanza.

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L’altra faccia dell’età della Restaurazione – il mondo delle società segrete rivoluzionarie – èillustrato attraverso due testi: quello di Filippo Buonarroti, figura centrale del mondo settariodel primo ’800, che ricostruisce la «Cospirazione per l’eguaglianza» di Babeuf, modello origi-nario di organizzazione rivoluzionaria segreta; e quello di uno storico di oggi, James Billington,che descrive le origini culturali della «fede rivoluzionaria» e alcuni dei modelli organizzativiattraverso cui si manifestò.

d Karl L. von Haller Il fallimento della rivoluzioneHenry Kissinger La Santa alleanza

d Filippo Buonarroti Babeuf e la «Cospirazione per l’eguaglianza»James H. Billington Le società segrete

Il 1848 in Francia I brani del percorso trattano aspetti diversi delle rivoluzioni del 1848, con par-ticolare riguardo alla Francia – che del moto rivoluzionario fu il centro e il principale punto diriferimento.

Apriamo con le pagine di uno storico della società francese, Maurice Agulhon, che delineale premesse sociali e culturali della rivoluzione, mentre un costituzionalista, Maurice Duver-ger, analizza da un punto di vista istituzionale, le tappe che segnarono il passaggio dalla repub-blica al Secondo Impero bonapartista.

Maurice Agulhon Le premesse sociali del ’48Maurice Duverger Dalla Seconda Repubblica al Secondo Impero

Le correnti politiche del Risorgimento Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Let-ture del Risorgimento.

Alcune delle maggiori scuole di pensiero del Risorgimento sono qui mostrate attraverso gliscritti dei loro esponenti più rappresentativi. Massimo D’Azeglio sostiene l’utilità del metodograduale e dei miglioramenti «pratici e ragionevoli». Mentre Carlo Cattaneo sogna una fede-razione democratica fra gli Stati italiani, come tappa intermedia per la realizzazione degli Sta-ti Uniti d’Europa. Il percorso si chiude con un brano dello storico Giorgio Candeloro, che spie-ga come, accanto alle spinte ideologiche, anche i movimenti economici abbiano contribuitoalla crescita del movimento nazionale.

d Massimo D’Azeglio Il programma dei moderatid Carlo Cattaneo La soluzione federale

Giorgio Candeloro Borghesia e mercato nazionale

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UNITÀ7 IL MONDOBORGHESE

Percorsi tematici

Definizioni della borghesia Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI L’età della bor-ghesia. La problematicità insita nell’uso di termini quali «borghese» e «borghesia» è al centrodi questo percorso.

Definizioni diverse della borghesia emergono dalle pagine di Karl Marx e Friedrich Engels– che ne sottolineano gli aspetti rivoluzionari e l’azione eversiva nei confronti del vecchio mon-do – e dalle pagine del filosofo Benedetto Croce che nega che il concetto di «borghesia» abbiauna validità scientifica e filosofica.

d Karl Marx - Friedrich Engels La borghesia come classe rivoluzionariad Benedetto Croce Un equivoco concetto storico

La cultura del positivismo Per molti decenni la cultura positivista fornì il principale fonda-mento alla mentalità e all’ideologia della borghesia europea.

Le teorie filosofiche di Auguste Comte e di Herbert Spencer, e più ancora quelle di CharlesDarwin sull’origine delle specie, travalicarono i rispettivi ambiti disciplinari, influenzando ognicampo del sapere e finendo col diventare senso comune di un’intera epoca, oltre che di una clas-se sociale. In Italia la stagione del positivismo è senz’altro legata al nome di Cesare Lombrosoche, con i suoi studi sulle caratteristiche del delinquente, improntò al metodo sperimentale l’an-tropologia e la psichiatria.

d Auguste Comte Lo spirito positivo

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d Charles R. Darwin L’uomo come specied Herbert Spencer L’evoluzionismo socialed Cesare Lombroso L’uomo delinquente

Etica e stili di vita Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI L’età della borghesia. Aspet-ti fondamentali della cultura e della società borghese possono essere colti efficacemente sia at-traverso le analisi degli storici, sia attraverso la rappresentazione (o autorappresentazione) che diquesta società possiamo ricavare dai romanzi (non a caso si è parlato di «romanzo borghese» in ri-ferimento alla grande tradizione narrativa dell’800 e del primo ’900).

Un brano di Honoré de Balzac offre un quadro fortemente critico, precocemente disincan-tato e pessimistico della società borghese e dei suoi valori, mostrandone la faccia cinica e amo-rale attraverso la rappresentazione delle sue passioni sfrenate, dell’arrivismo e dell’avidità didenaro. Lo storico francese Jean Bouvier descrive poi i banchieri Rothschild che, nell’Europadell’epoca, diventarono ben presto il simbolo di una nuova ricchezza aggressiva e senza scrupolifondata sul denaro, una ricchezza molto diversa da quella tradizionalmente fondata sui proven-ti delle proprietà fondiarie.

L’analisi del ruolo della famiglia all’interno del mondo borghese è affrontata da ThomasMann, che evidenzia lo stretto legame esistente fra l’istituto matrimoniale e le strategie impren-ditoriali, mentre nelle pagine della scrittrice Regina di Luanto il matrimonio e la condizionefemminile sono visti attraverso la percezione drammatica e claustrofobica che ne ha la protago-nista. Nelle pagine di Andrea Angiulli è possibile valutare il ruolo della filosofia positivista neldefinire i nuovi criteri pedagogici, nel momento in cui l’istruzione diveniva un problema di cre-scente importanza. Chiude il percorso un brano dedicato al ruolo dell’arte e della produzioneartistica nella realtà borghese, di John Rosselli, che descrive l’ambiente del teatro d’opera.

d Honoré de Balzac Le ambizioni di EugèneJean Bouvier Ricco come un Rothschild

d Thomas Mann Il matrimonio di Tony Buddenbrookd Regina di Luanto La vita coniugale di una giovane borghese

Andrea Angiulli L’educazione della donnaJohn Rosselli Il teatro d’opera

La città Le nuove dimensioni che la città assume e la molteplicità delle funzioni che essa ospi-ta pongono nuovi problemi di organizzazione del tessuto urbano. Le esigenze di pianificazione

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che ne derivano tendono a entrare in contrasto con la dominante concezione liberista, dandoluogo a soluzioni diverse e spesso contraddittorie.

Lewis Mumford, urbanista e sociologo, descrive la crescita disordinata delle periferie operaiesorte con l’industrializzazione. Marshall Berman, studioso della mentalità e della cultura,descrive la Parigi rigidamente pianificata di Haussmann, mentre una Londra multicentrica, inequilibrio fra poteri istituzionali e forze sociali, emerge dalle pagine dell’architetto Steen EilerRasmussen. Due brani sono poi dedicati ad altrettanti luoghi tipici della nuova realtà urbana:la stazione, che troviamo nelle pagine di Wolfgang Schivelbusch, e il grande magazzino, il cuiaffermarsi viene descritto dallo storico Heinz-Gerhard Haupt. Chiude il percorso il testo delsociologo Richard Sennett che esamina le trasformazioni del tessuto urbano alla luce dei nuo-vi rapporti tra sfera privata e sfera pubblica tipici della società contemporanea.

Lewis Mumford Casa e condizioni di vita nei centri industrialiMarshall Berman I «boulevards» e la nuova immagine della cittàSteen E. Rasmussen Londra: una città in movimentoWolfgang Schivelbusch La stazione: una nuova architettura urbanaHeinz-Gerhard Haupt Negozi e grandi magazziniRichard Sennett Vita pubblica e società borghese

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UNITÀ8 L’UNITÀ D’ITALIA

Percorsi tematici

L’unificazione italiana Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Letture del Risorgi-mento.

I testi che presentiamo riguardano il cosiddetto «decennio di preparazione», ossia il periodocompreso tra il fallimento delle rivoluzioni del ’48-49 e il compimento dell’unità. Nel primobrano lo storico Franco Della Peruta descrive la ripresa dell’iniziativa mazziniana e, pur sotto-lineandone i limiti, la mette in relazione con l’estendersi dell’opposizione all’assolutismo. Lavia «piemontese» e moderata alla soluzione della questione nazionale è illustrata da un discor-so di Camillo Benso di Cavour dedicato alle questioni economiche e sociali, in cui emerge l’i-spirazione moderna e pragmatica del liberalismo cavouriano. Il testo di Carlo Pisacane espri-me invece il tentativo di proporre un’alternativa rivoluzionaria, fondendo questione nazionalee questione sociale, mentre, nel brano successivo, lo storico Giorgio Candeloro spiega quali fos-sero in concreto le possibilità di un’insurrezione nel Mezzogiorno. Un altro storico, RomanoPaolo Coppini, analizza il complesso intreccio di fattori che consentirono il difficile incontrotra l’iniziativa «dall’alto» di Cavour e della monarchia sabauda e quella «dal basso» di Garibal-di. L’epopea garibaldina è infine esaminata nella celebre rievocazione autobiografica di Giu-seppe Cesare Abba.

Il Risorgimento italiano, tuttavia, coinvolse una minoranza della popolazione, formata prin-cipalmente da gruppi di nobili e di borghesi impegnati nell’industria, nel commercio, nelle pro-fessioni liberali, insieme con fasce ristrette di studenti, artigiani, operai. La grande maggioranzarimase indifferente oppure nutrì nei confronti della causa nazionale sentimenti di ostilità. Alcu-ni esponenti dell’aristocrazia e del clero, nelle varie parti della penisola, si fecero interpreti diquesta ostilità, attraverso una intensa attività pubblicistica. L’opposizione al Risorgimento, tut-

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tavia, non assunse mai un valore di concreta proposta politica alternativa, ma piuttosto si carat-terizzò per il rimpianto del passato, la difesa della tradizione, l’incapacità di analizzare i motividi crisi dell’antico regime. Così il conte Clemente Solaro della Margherita nega, a differenzadi quanto vorrebbero far credere i patrioti, che nella storia italiana sia presente l’aspirazioneall’indipendenza; il sacerdote Giacomo Margotti indica l’unione religiosa sotto la guida delpapato come la forma più elevata di associazione tra gli italiani; il magistrato Pietro Calà-Ulloa,scrivendo nel 1861, attribuisce il crollo del Regno borbonico alle trame segrete del Piemonte ealla sua volontà di espansione.

Infine ai princìpi fondativi dello Stato unitario, delineati particolarmente dalla politica diCavour, è dedicato il brano del grande storico liberale Rosario Romeo.

Franco Della Peruta Il mazzinianesimo dopo il 1848d Camillo Benso di Cavour Contro il protezionismo e il socialismod Carlo Pisacane Nazionalità e libertà

Giorgio Candeloro Il Mezzogiorno e la Sicilia alla vigilia dell’unitàRomano P. Coppini Cavour e l’impresa dei Mille

d Giuseppe C. Abba La battaglia di Calatafimid Clemente Solaro della Margarita Gli italiani non si vogliono unired Giacomo Margotti Il cattolicesimo, speranza d’Italiad Pietro Calà-Ulloa In difesa dei Borboni

Rosario Romeo I valori dello Stato unitario

Stato e società nell’Italia unita Argomento del percorso sono i problemi che la classe dirigen-te liberale dovette affrontare all’indomani dell’unità per rafforzare e legittimare le nuove istitu-zioni del Regno d’Italia.

Di questa classe dirigente, i primi tre brani descrivono orientamenti e scelte di fondo: il pri-mo, dello storico Alberto Caracciolo, illustra i motivi che portarono gli uomini della Destra sto-rica a optare per un modello accentrato di organizzazione dello Stato; il secondo, tratto da unfamoso lavoro di Federico Chabod, analizza l’atteggiamento dei liberali moderati di fronte allaquestione sociale; nel terzo, uno storico contemporaneo, Raffaele Romanelli, tratta in terminioriginali il tema del distacco fra «paese reale» e «paese legale». Infine un altro storico, GiorgioCandeloro, affronta il grande problema del brigantaggio, che come pochi altri condizionò lescelte della classe politica. Gli ultimi due brani affrontano una tematica diversa, ma non menocentrale, quella relativa alla faticosa costruzione di una cultura nazionale: il linguista Tullio De

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Mauro illustra i limiti assai ristretti della conoscenza e dell’uso della lingua italiana all’indomanidell’unità e descrive gli sforzi della classe dirigente per promuoverne la diffusione; infine il ten-tativo di dare agli italiani la coscienza e l’orgoglio delle bellezze della propria terra è esemplifi-cato da un brano tratto dalla celebre opera Il Bel Paese, dell’abate Antonio Stoppani, pubblica-ta nel 1875.

Un problema che esplose nell’Italia liberale degli ultimi decenni dell’800 fu la questionemeridionale: lo studioso e politico toscano Leopoldo Franchetti, in una celebre inchiesta sullaSicilia del 1877, analizza per la prima volta in modo sistematico origini e caratteri del fenome-no mafioso; mentre il lucano Giustino Fortunato, uno dei padri del meridionalismo, in un arti-colo pubblicato nel 1911 descrive le cause oggettive della povertà del Sud d’Italia, sfatando ilmito, assai diffuso fino a tutto l’800, di una naturale fertilità delle terre nel Mezzogiorno; a sof-frire di gravissimi problemi strutturali era del resto l’intera agricoltura italiana. La nascita lentae difficile di un’industria moderna in Italia è quindi illustrata da due storici: Luciano Cafagnasottolinea le iniziali difficoltà del processo di industrializzazione, mentre Rosario Romeo si sof-ferma sui fattori che, nonostante tutto, ne resero possibile l’avvio. Infine, nelle pagine di un gran-de storico, Gioacchino Volpe, viene affrontato in chiave esplicitamente nazionalista il feno-meno dell’emigrazione, anch’esso conseguenza e segno dell’arretratezza economica del paese.

Alberto Caracciolo La scelta accentratriceFederico Chabod La classe dirigente di fronte alle masse popolariRaffaele Romanelli Il progetto liberaleGiorgio Candeloro Le cause del brigantaggioTullio De Mauro Analfabetismo e istruzione elementare

d Antonio Stoppani «Il Bel Paese»d Leopoldo Franchetti La Sicilia nel 1876: clientele e mafiad Giustino Fortunato Le due Italie

Luciano Cafagna Un lento sviluppo industrialeRosario Romeo L’industrializzazione «forzata»Gioacchino Volpe L’emigrazione

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UNITÀ9 LA POLITICADI POTENZA

Percorsi tematici

Il sistema delle alleanze Il percorso offre un quadro dei sistemi di alleanza e degli equilibriinternazionali nell’Europa della seconda metà dell’800.

Un brano dello storico Alan John Percival Taylor descrive le logiche e i meccanismi che rego-lavano i rapporti tra i maggiori protagonisti della politica internazionale (le «grandi potenze»):protagonisti che rimasero sempre gli stessi lungo il corso del secolo, fino all’emergere delle nuo-ve potenze extraeuropee. Segue il testo della Convenzione militare franco-russa. Infine lo stori-co Paul Kennedy descrive l’ascesa, soprattutto economica, della Germania imperiale e spiega per-ché tale ascesa era sentita dalle potenze rivali come una oggettiva minaccia.

Alan J.P. Taylor L’Europa delle grandi potenzed Cancelleria di Stato La Convenzione militare franco-russa

Paul Kennedy L’ascesa della Germania

Politica e società Le scelte internazionali delle grandi potenze nella seconda metà dell’800 era-no strettamente intrecciate ai problemi politici e sociali che ciascuno Stato doveva affrontare alsuo interno.

Il percorso si apre con due brani relativi alla Francia: uno dei maggiori storici francesi,François Furet, rilegge la tragedia della Comune come ultimo atto di una vicenda iniziata nel1789; un altro storico, Michel Winock, descrive le caratteristiche della Terza Repubblica attra-verso il ritratto di uno dei suoi artefici e protagonisti, Jules Ferry. Il brano di Edoardo Grendi ci

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parla invece della Gran Bretagna e spiega come le trasformazioni economiche e culturali del-l’ultimo ventennio del secolo avessero intaccato i fondamenti etici e le certezze della società vit-toriana, che pure sembrava attraversare una fase di splendore. Gli ultimi due testi sono dedica-ti agli Stati Uniti.

Le pagine tratte da un classico studio di Frederick J. Turner, scritte alla fine dell’800, illustranol’importanza del mito della frontiera nello sviluppo della società nordamericana, mentre il sociolo-go statunitense Barrington Moore jr. vede nella guerra di secessione la tappa fondamentale di unprocesso di modernizzazione.

François Furet La Comune, ultimo atto della rivoluzioneEdoardo Grendi Il tramonto della società vittorianaMichel Winock La repubblica di Jules FerryFrederick J. Turner Il significato della frontiera nella storia americanaBarrington Moore jr. La guerra civile americana e lo sviluppo del capitalismo

Imperialismo e colonialismo Il percorso si apre con un brano dello storico contemporaneoGiampiero Carocci, che inquadra il fenomeno dell’imperialismo alla luce delle diverse inter-pretazioni che ne sono state date e ne mette in luce soprattutto la notevole complessità; segueuna pagina di Lenin, in cui è riassunta e codificata l’interpretazione economica dell’imperiali-smo secondo un’ottica marxista.

Per affrontare il tema del colonialismo – che dell’imperialismo fu la manifestazione più ecla-tante – proponiamo un brano dello storico Eric J. Hobsbawm che ne illustra le origini e lo svi-luppo. Chiudiamo con una poesia di Joseph Rudyard Kipling, che celebra le imprese deglieuropei, considerati ambasciatori di civiltà in terre inospitali.

Giampiero Carocci Una definizione dell’imperialismod Vladimir I. Ulianov Lenin L’imperialismo stadio monopolistico del capitalismo

Eric J. Hobsbawm Una spiegazione del colonialismod Joseph R. Kipling Il fardello dell’uomo bianco

Le trasformazioni dell’Italia alla fine dell’800 Negli anni della Sinistra al potere anche la poli-tica italiana subì importanti trasformazioni e vide emergere nuovi protagonisti. Sappiamo chela realtà politica dell’Italia di fine secolo, dominata a livello parlamentare dal fenomeno del «tra-sformismo», suscitò la delusione e lo scontento della maggior parte degli intellettuali: una rea-

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zione ben descritta nelle pagine dello storico della letteratura Alberto Asor Rosa. I due docu-menti che seguono trattano invece della nascita dei nuovi movimenti politici e sociali estraneie ostili alle istituzioni e alla classe dirigente liberale. Le prime forme di associazionismo di clas-se fra i manovali sono esemplificate dal programma della Lega di resistenza fra i lavoratori diMilano; infine un discorso di Giuseppe Sacchetti, esponente autorevole dell’Opera dei con-gressi, illustra i motivi ispiratori dell’opposizione allo Stato e dell’impegno organizzativo dei cat-tolici intransigenti.

Alberto Asor Rosa La protesta degli intellettualid Anonimo di Programma della Lega di resistenza fra i lavoratori muratori di Milanod Giuseppe Sacchetti Il cattolicesimo intransigente

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VOLUME 5Dalla seconda

rivoluzione industrialealla globalizzazione

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UNITÀ1INDUSTRIALIZZAZIONE E SOCIETÀ DI MASSA

Percorsi tematici

Scienza, tecnologia e organizzazione del lavoro Un forte legame tra scienza e tecnologia carat-terizzò la «seconda rivoluzione industriale», quando la scienza intervenne direttamente nello svi-luppo delle produzioni che segnarono il passaggio alla nuova epoca (chimica, elettricità, metal-lurgia).

Proprio quest’aspetto, insieme con i profondi mutamenti nell’organizzazione produttiva, sonorichiamati da Joel Mokyr, mentre allo sviluppo dell’industria dell’acciaio sono dedicate le pagi-ne di David S. Landes.

Sul piano dell’organizzazione industriale avanza un processo di razionalizzazione che dagliStati Uniti si diffonde nei primi decenni del ’900 in tutto l’Occidente. Tale passaggio è quidescritto dall’inventore della catena di montaggio e della produzione di automobili in grandeserie, Henry Ford.

Anche il lavoro negli uffici, appannaggio dei ceti medi, era sottoposto nel medesimo periodo aun processo di razionalizzazione che viene descritto nell’ultimo brano, di Charles Wright Mills.

Joel Mokyr La seconda rivoluzione industrialeDavid S. Landes L’età dell’acciaio

d Henry Ford Catena di montaggio e disciplina socialeCharles Wright Mills Il nuovo ufficio

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La società di massa Il grande sviluppo urbanistico e le conseguenze sociali dei nuovi sistemilavorativi sono gli aspetti più appariscenti della società di massa.

Il percorso si apre con un brano di André Armengaud sullo sviluppo delle città europee nel XIXsecolo. I tre brani successivi sono tratti da opere che, in tempi diversi e da diverse prospettive, han-no cercato di definire il fenomeno «società di massa»: La psicologia delle folle di Gustave Le Bon,pubblicata nel 1895, ha aperto la strada a una serie di studi sulla folla come entità collettiva; il fi-losofo José Ortega y Gasset si concentra sulla questione della «qualità» umana, denunciando i ri-schi dell’irrompere delle masse sulla scena politica; per finire con la Scuola di Francoforte, che ètornata sul problema nel secondo dopoguerra: nel brano di Theodor W. Adorno e Max Horkhei-mer sono analizzati i contenuti di mezzo secolo di riflessione sulla società di massa.

Marcel Reinhard - André Armengaud - Jacques Dupaquier La rivoluzione demograficad Gustave Le Bon La psicologia delle folled José Ortega y Gasset La ribellione delle masse

Theodor W. Adorno - Max Horkheimer Le masse: una analisi sociologica

La macchina dei partiti L’avvento della società di massa provoca profonde ripercussioni sul-l’assetto istituzionale dello Stato ottocentesco e sui metodi dell’attività politica.

La struttura dei moderni partiti politici è descritta nelle pagine di Max Weber, figura centraledella cultura di primo ’900; il tedesco Robert Michels, partendo dal caso della socialdemocraziatedesca, analizza le dinamiche interne delle organizzazioni di massa, individuando un nesso stret-tissimo tra le esigenze organizzative dei partiti e la formazione di oligarchie alla loro guida; Mau-rice Duverger, uno dei maggiori esperti contemporanei sull’argomento, si sofferma sugli «ele-menti di base» che definiscono la forma partito. Lo sviluppo della rappresentanza politica in dire-zione del suffragio universale è riassunto infine dal politologo norvegese Stein Rokkan.

Max Weber Potere burocratico e direzione politicaRobert Michels Organizzazione e oligarchiaMaurice Duverger L’organizzazione dei partitiStein Rokkan Un uomo, un voto, un valore

La questione femminile A fine ’800 emerge prepotentemente la «questione femminile», origi-nata dalla massiccia presenza delle donne in molti settori lavorativi e dalla conseguente doman-da di partecipazione politica.

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Il percorso si apre con un brano della storica americana Joan Wallach Scott, dove vengonoconfrontate le caratteristiche del lavoro femminile nell’età precedente e successiva al processodi industrializzazione. Il dibattito tra Anna Maria Mozzoni e Anna Kuliscioff evidenzia le diver-genze di opinione, anche in seno al movimento emancipazionista, riguardo alla linea politicada seguire per tutelare le donne lavoratrici.

Dal dibattito teorico passiamo all’esperienza concreta con la testimonianza di un’operaia pie-montese impiegata nei primi anni del ’900 in una filanda di Marsiglia. L’ultimo brano, della stu-diosa inglese Sheila Rowbotham, descrive l’esperienza delle organizzazioni suffragiste inglesi ei loro difficili rapporti con gli esponenti delle forze politiche anche nel campo socialista.

Joan W. Scott Il lavoro delle donned Anna Maria Mozzoni Legislazione a difesa delle donne lavoratricid Anna Kuliscioff In nome della libertà della donna. «Laissez faire, laissez passer!»d Nuto Revelli La filanda di Marsiglia

Sheila Rowbotham Le suffragette

Socialisti e cattolici I primi brani che presentiamo percorrono la vicenda del movimento ope-raio dalla fondazione della II Internazionale dei lavoratori fino alla vigilia del primo conflittomondiale.

Nei programmi della Seconda Internazionale venne stabilita una piattaforma comune perl’azione politica dei partiti socialisti nei diversi Stati, ma il dibattito interno rimase molto acce-so. Al centro di tale dibattito vi fu la corrente del revisionismo, diffusa da Eduard Bernstein,mentre la nuova strategia rivoluzionaria fondata sul mito dello sciopero generale è descritta nelbrano di Georges Sorel, pensatore isolato ma influente su intellettuali di opposta sponda politi-ca.

Il brano dello storico inglese Eric J. Hobsbawm offre infine uno sguardo panoramico sulmovimento operaio in Europa tra ’800 e ’900.

L’estendersi dei processi di secolarizzazione e i nuovi conflitti sociali sollevarono un fortedibattito all’interno del mondo cattolico e fecero sentire con urgenza la necessità di una rispo-sta alle nuove sfide della modernità.

Le conseguenze della pubblicazione dell’enciclica di Papa Leone XIII sull’operato del mon-do cattolico sono descritte dall’autorevole storico della Chiesa Pietro Scoppola.

Il brano conclusivo è dedicato alle caratteristiche della fede popolare nel periodo di sviluppodella società di massa: Roger Aubert, uno dei maggiori storici della Chiesa contemporanea, offreuno sguardo panoramico sulle forme di devozione popolare.

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d Seconda Internazionale Azione politica e questione economica nei programmi della II Internazionale

d Eduard Bernstein Il revisionismod George Sorel Il mito dello sciopero generale

Eric J. Hobsbawm Movimento operaio e partiti socialistiPietro Scoppola Il cattolicesimo socialeRoger Aubert Le nuove forme di devozione popolare

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UNITÀ2 L’EUROPA E IL MONDO ALLA VIGILIADELLA GUERRA

Percorsi tematici

Equilibri precari Questo percorso è dedicato ai tre grandi Imperi dell’Europa centro-orientalealla vigilia della prima guerra mondiale.

Sul rapporto tra le trasformazioni delle relazioni internazionali e lo scoppio della GrandeGuerra svolge un’analisi James Joll; lo storico Michael Stürmer si sofferma sul nuovo corso del-la politica tedesca, che influì pesantemente sugli equilibri europei.

L’atmosfera degli ultimi anni dell’Impero austro-ungarico è evocata nelle pagine di RobertMusil, mentre lo storico Alan Sked descrive l’intensificarsi del problema delle nazionalità nel-lo Stato asburgico. Francesco Benvenuti traccia poi un bilancio dello sviluppo industriale del-l’Impero russo fino alla prima guerra mondiale.

L’età dell’imperialismo vede l’apogeo della potenza europea, ma altre civiltà si stanno affac-ciando sulla scena mondiale: l’Oriente, con la Cina e il Giappone, e gli Stati Uniti, che si appre-stano a diventare la maggiore potenza mondiale.

I primi segni del declino dell’Europa e della reazione antioccidentale in Asia e in Africa sonoanalizzati nel brano dello storico inglese Geoffrey Barraclough, mentre i due testi successivi siconcentrano sulle grandi potenze emergenti in Asia. Nel primo il diplomatico e storico canadeseE. Herbert Norman descrive la straordinaria crescita politica ed economica del Giappone tra fi-ne ’800 e inizio ’900; nel secondo i due storici Mario Sabattini e Paolo Santangelo ripercorronogli eventi che hanno segnato la nascita della Cina moderna, dal crollo della dinastia Manciù allaproclamazione della repubblica.

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Conclude il percorso un brano dello storico Bruno Cartosio, che descrive l’epoca «progres-sista» negli Stati Uniti, il quindicennio precedente la prima guerra mondiale attraversato da unforte impulso riformatore a livello politico e sociale.

James Joll Equilibrio e squilibrioMichael Stürmer La Germania verso la prima guerra mondiale

d Robert Musil La CacaniaAlan Sked La rinascita dei nazionalismi nella monarchia austriacaFrancesco Benvenuti L’impero russo tra arretratezza e sviluppoGeoffrey Barraclough La rivolta contro l’OccidenteE. Herbert Norman L’espansione del GiapponeMario Sabattini - Paolo Santangelo La nascita della Repubblica in CinaBruno Cartosio L’epoca progressista in America

L’Italia giolittiana I brani di questo percorso tracciano un quadro dell’età giolittiana nei suoiaspetti politici, culturali e sociali.

La continuità con la formula di governo del trasformismo è analizzata da Roberto Vivarelli,mentre nel brano successivo emerge la situazione culturale nell’Italia di inizio ’900 attraverso lepagine del filosofo Benedetto Croce che descrive la reazione antipositivista e l’avvento dell’i-dealismo.

Dal punto di vista sociale l’età giolittiana è segnata dalla grande diffusione delle organizza-zioni socialiste e cattoliche. Lo storico Giuliano Procacci analizza il movimento operaio ita-liano e lo sviluppo dei sindacati; Gabriele De Rosa ricostruisce le origini del partito cattoliconel programma di Luigi Sturzo.

Conclude un’analisi del sociologo Giordano Sivini, che offre un’interpretazione sull’orga-nizzazione e l’azione politica dei due movimenti.

Roberto Vivarelli Trasformismo e giolittismod Benedetto Croce La reazione al positivismo e l’idealismo

Giuliano Procacci Il movimento operaio italiano all’inizio del secoloGabriele De Rosa Sturzo e le origini del partito cattolicoGiordano Sivini Le «subculture» socialista e cattolica

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UNITÀ3 GUERRA E RIVOLUZIONE

Percorsi tematici

Mito e realtà della Grande Guerra Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Guerrae rivoluzione. La drammatica realtà della guerra e della vita di trincea, vista soprattutto attraver-so la percezione che ne avevano i contemporanei, costituisce il tema di questo percorso.

Mario Silvestri descrive gli spaventosi massacri sui campi di battaglia del fronte occidentale.L’esperienza estraniante della guerra di trincea, la condizione di isolamento vissuta dai soldati,l’attesa logorante dell’attacco, la lotta contro un nemico invisibile privato di ogni connotatoumano emergono con forza dalle pagine di due scrittori diversissimi fra loro per cultura e orien-tamenti politici: il tedesco Ernst Jünger e l’italiano Emilio Lussu.

Nelle pagine dell’ufficiale italiano Valentino Coda ritroviamo invece lo sbandamento dei sol-dati durante la ritirata di Caporetto. Infine, per lo storico George L. Mosse, i racconti e le testi-monianze dei reduci contribuirono a formare il «mito della guerra», un mito originato dallavolontà di dare alle terribili esperienze belliche un significato che giustificasse il sacrificio e ilutti.

Mario Silvestri La guerra di posizione

d Ernst Jünger All’ombra della morte

d Emilio Lussu La trincea nemica

d Valentino Coda Diario di Caporetto

George L. Mosse Il mito dell’esperienza della guerra

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La rivoluzione russa Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Guerra e rivoluzione.La rivoluzione russa è l’evento che più influenzò i primi decenni del secolo, sia per i mutamentiinternazionali suscitati dalla fine dell’Impero zarista, sia per il condizionamento del modellorivoluzionario leninista sul movimento operaio e socialista.

I fattori che resero possibile la vittoria bolscevica sono analizzati nelle pagine di uno dei pri-mi storici della rivoluzione, William H. Chamberlin. Uno storico italiano, Piero Melograni,analizza le contraddizioni fra la teoria (libertaria) e la prassi (autoritaria) del potere bolscevico.

William H. Chamberlin Le cause della vittoria bolscevicaPiero Melograni Le contraddizioni del potere bolscevico

La Repubblica di Weimar La vicenda tragica e complessa della Repubblica di Weimar ha unruolo centrale nella crisi della democrazia europea.

Il primo brano, tratto da un libro dello storico Hagen Schulze, abbozza un bilancio com-plessivo dell’esperienza repubblicana e delle sue debolezze congenite. Lo scrittore Ernst vonSalomon delinea con stile incisivo e appassionato una di queste debolezze: la divisione internadel paese fra fautori della democrazia parlamentare e nazionalisti di destra, di cui lo stesso vonSalomon faceva parte. Concludono le parole di Peter Gay, che descrive le trasformazioni dellacultura nel periodo di Weimar.

Hagen Schulze La sconfitta della democraziad Ernst von Salomon Una nazione divisa

Peter Gay La cultura di Weimar: l’espressionismo

La crisi del dopoguerra in Italia La crisi della democrazia europea cominciò a profilarsi giàall’indomani di quella guerra che avrebbe dovuto segnare il trionfo degli ideali democratici: unadelle sue manifestazioni più importanti e più gravide di conseguenze fu il collasso dello Statoliberale italiano nei primi anni ’20.

Apriamo con un significativo brano di Gaetano Salvemini sulle conseguenze politiche e psi-cologiche del mito della «vittoria mutilata». Il documento successivo – il Programma socialistadel Partito socialista – illustra le posizioni delle forze politiche emergenti, che avrebbero dovu-to raccogliere l’eredità della vecchia classe dirigente. Se il programma del Psi massimalistamostra come il maggior partito di massa fosse schierato su posizioni di estremismo verbale, cuiperaltro non corrispondeva alcuna reale preparazione rivoluzionaria, l’articolo di AntonioGramsci sui consigli di fabbrica dà conto della posizione di quelle avanguardie che, con mag-

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giore serietà intellettuale ma con altrettanta assenza di realismo, si ponevano il problema del-l’applicazione del modello sovietico nella realtà italiana. Con i brani successivi affrontiamo leorigini del fascismo. Un testimone e storico di quegli avvenimenti, Angelo Tasca, spiega le cau-se del successo delle camicie nere; uno dei maggiori storici del fascismo italiano, Emilio Gen-tile, analizza i caratteri dello squadrismo, individuando nelle sue forme organizzative, anch’es-se ispirate all’esperienza militare, e nello spirito che le animava il nucleo originario dell’interaesperienza fascista. Renzo De Felice, infine, traccia un quadro di insieme sulle origini del fasci-smo e sui fattori che ne consentirono l’ascesa al potere.

d Gaetano Salvemini Il mito della «vittoria mutilata»d Partito socialista italiano «Programma socialista» (1919)d Antonio Gramsci I consigli di fabbricad Angelo Tasca Lo squadrismo fascista e la sconfitta socialista

Emilio Gentile Il partito-miliziaRenzo De Felice Le origini del fascismo

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UNITÀ4 LA GRANDE CRISIE I TOTALITARISMI

Percorsi tematici

La grande crisi e la società di massa Argomento del percorso è la grande crisi del 1929, ana-lizzata nelle sue cause da Michael E. Parrish e nei suoi effetti dallo storico Ernesto Galli del-la Loggia.

Jürgen Kocka, nel saggio Impiegati tra fascismo e democrazia, si concentra in particolare sulrapporto tra l’ascesa della classe media e l’evoluzione in senso democratico o totalitario delleforme politiche.

Michael E. Parrish Le cause della grande depressioneErnesto Galli della Loggia Gli anni ’30: caratteri di una «transizione»Jürgen Kocka Impiegati e operai

Il totalitarismo Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Totalitarismi e stermini dimassa ed è dedicato alla formazione e allo sviluppo dei regimi totalitari nella Germania di Hitlere nell’Unione Sovietica di Stalin.

La ricostruzione dello storico François Furet è centrata sulla funzione delle ideologie nei dueapparati di potere. Al Terzo Reich sono dedicati due saggi: nel primo lo storico Karl D. Brachersottolinea il legame fra tradizione e rivoluzione nell’ideologia nazista, nel secondo lo storicoNorbert Frei si sofferma soprattutto sugli apparati repressivi del regime.

Per quanto riguarda l’Unione Sovietica lo storico Moshe Lewin analizza alcune conseguen-ze dell’industrializzazione accelerata, Francesco Benvenuti analizza il fenomeno della «col-lettivizzazione», ossia il controllo totale da parte dello Stato sulle risorse umane ed economiche.

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François Furet La funzione delle ideologieKarl D. Bracher Una forma di dominio totalitario: il nazionalsocialismoNorbert Frei Lo Stato delle SSMoshe Lewin Le conseguenze dell’industrializzazione sovieticaFrancesco Benvenuti La collettivizzazione

Il regime fascista Il percorso è dedicato al processo di trasformazione dello Stato italiano dal-l’ordinamento liberale al regime mussoliniano.

I caratteri innovativi del fenomeno fascista, nell’analisi di Renzo De Felice, incontrano il lar-go consenso degli italiani al nuovo Stato. Lo studio dello storico Emilio Gentile descrive la natu-ra del regime fascista, fondato sul mito e l’organizzazione. Un saggio teorico del filosofo Gio-vanni Gentile rappresenta poi il maggiore sforzo di conferire al fascismo quello spessore con-cettuale che sin dall’inizio gli era mancato.

Sulla politica economica e sociale del regime si sofferma il brano di Bruno Wanrooij, che evi-denzia i caratteri delle riforme sociali. Il rapporto tra gli intellettuali e lo Stato è ricostruito daun brano di Giovanni Belardelli.

Dopo l’alleanza con la Germania nazista, il controllo ideologico diviene più rigido. La vigi-lanza sulla società trova espressione nelle Direttive per la stampa del governo.

Renzo De Felice Il fenomeno fascistaEmilio Gentile Mito e organizzazione nell’esperienza fascista

d Giovanni Gentile La dottrina del fascismoBruno Wanrooij I limiti della politica socialeGiovanni Belardelli Gli intellettuali e il regime

d Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio Direttive per la stampa

L’antifascismo italiano In questo percorso le ragioni dell’antifascismo liberale sono illustrate daun articolo di Piero Gobetti e dal «contromanifesto» di Benedetto Croce, che denuncia ladebolezza del pensiero fascista.

In ambito cattolico Luigi Sturzo, intervistato nel 1924, sostiene con energia l’incompatibilitàtra ideologia fascista e cattolicesimo e denuncia l’equivoco «clerico-fascista».

Poi Aldo Garosci analizza la condizione dei fuorusciti, gli antifascisti rifugiatisi all’estero.Le principali correnti dell’antifascismo militante sono infine presentate attraverso gli scritti di

tre dei suoi maggiori esponenti, espressione di altrettanti filoni politici e culturali: il liberalso-

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cialista Carlo Rosselli, i socialisti Pietro Nenni e Giuseppe Saragat e il comunista PalmiroTogliatti.

d Piero Gobetti Il fascismo, autobiografia della nazioned Benedetto Croce Il «contromanifesto» antifascistad Luigi Sturzo Intervista a «La Stampa»

Aldo Garosci Il fuoruscitismod Carlo Rosselli La libertà come mezzo e come fined Pietro Nenni - Giuseppe Saragat Socialismo e antifascismod Palmiro Togliatti Il fascismo come dittatura di classe

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UNITÀ5 LA SECONDAGUERRA MONDIALE E LE SUE CONSEGUENZE

Percorsi tematici

La guerra totale In questo percorso sono analizzati, da diversi punti di vista, alcuni fra gli epi-sodi più significativi e più tragici del secondo conflitto mondiale.

Gli effetti della guerra-lampo tedesca e i suoi straordinari successi iniziali sono descritti, perquanto riguarda l’invasione della Polonia, da un’efficacissima rievocazione letteraria, tratta daun romanzo di Alexander Lernet-Holenia, e, per quanto riguarda l’attacco alla Francia, dall’a-nalisi di Alan J.P. Taylor. Complementare a quest’ultimo brano è quello tratto da La stranadisfatta del grande storico Marc Bloch, che offre una testimonianza sui fattori etico-politici del-la sconfitta francese.

Con i due testi che seguono ci spostiamo verso i fronti orientali: le pagine di uno studioso ita-liano, Mario Silvestri, mostrano, con l’eloquente linguaggio delle cifre, l’entità delle perditesubite dall’Urss; quelle di uno storico inglese, William G. Beasley, ricostruiscono i caratteri del-l’espansionismo giapponese nel Sud-Est asiatico.

Il percorso si chiude con un brano particolarmente «duro» dello scrittore Kurt Vonnegutdedicato al bombardamento di Dresda, una delle azioni più discutibili compiute dalle forzealleate.

d Alexander Lernet-Holenia La distruzione della PoloniaAlan J.P. Taylor L’attacco alla Francia

d Marc Bloch La strana disfatta

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Mario Silvestri Le perdite dell’UrssWilliam G. Beasley L’espansionismo giapponese

d Kurt Vonnegut Il bombardamento di Dresda

La Shoah Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Totalitarismi e stermini di massaed è dedicato all’antisemitismo, la caratteristica peculiare dell’ideologia nazista che rielaboraantichi pregiudizi e tradizioni culturali diffuse in Europa.

Per illustrare l’ideologia razziale nazista proponiamo un brano dal Mein Kampf di AdolfHitler. Il problema del coinvolgimento della popolazione tedesca nel genocidio è ricostruitoattraverso la lettura di Christopher R. Browning, sostenitore di un’interpretazione più attentaai fattori sociali e ambientali, capaci di trasformare uomini comuni in carnefici.

Testimone d’eccezione della vita nei campi di sterminio è stato lo scrittore Primo Levi, chein un saggio analizza il fenomeno dei «prigionieri-funzionari».

Wolfgang Sofsky, infine, individua nel concetto di «potere assoluto» la forma peculiare didominio che unisce l’organizzazione razionale e la violenza bruta tese all’annientamento del-l’altro.

d Adolf Hitler Un manifesto dell’antisemitismo: il «Mein Kampf»Christopher R. Browning Uomini comuni?

d Primo Levi La zona grigiaWolfgang Sofsky Il «potere assoluto»

L’Italia in guerra e la Resistenza Per l’Italia la partecipazione alla seconda guerra mondiale afianco della Germania si risolse in una serie di sconfitte che finirono col provocare la crisi delregime fascista.

I testi che presentiamo riguardano i due momenti-chiave di questa vicenda: quello dell’en-trata in guerra e quello della difficile uscita dal conflitto. I mutevoli orientamenti dell’opinionepubblica sulla guerra sono illustrati dalla storica Simona Colarizi attraverso l’analisi dei rapportiredatti dagli informatori della polizia fascista. La celebre seduta del Gran consiglio che, il 25luglio 1943, pose fine al regime fascista è ricostruita nelle memorie di uno dei suoi protagoni-sti, Dino Grandi. Infine, sulla tragedia dell’8 settembre, vista come catastrofe non solo militarema anche politica e morale, riportiamo l’interpretazione che ne dà lo storico Ernesto Galli del-la Loggia, in un saggio del 1994 significativamente intitolato La morte della patria.

I testi che seguono sono dedicati al movimento di resistenza che si sviluppò fra il settembre1943 e l’aprile 1945 nell’Italia occupata dai tedeschi. Le origini delle formazioni partigiane e le

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motivazioni, pratiche e ideali, dei primi gruppi combattenti sono descritte efficacemente dalgiornalista e storico Giorgio Bocca. Nel brano successivo, tratto da un libro molto noto dellostorico Claudio Pavone, è trattata in termini problematici la questione, a lungo elusa dalla sto-riografia antifascista, del rapporto fra Resistenza e guerra civile. Un altro storico, Giovanni DeLuna, affronta lo stesso problema, ma soprattutto per ribadire le profonde diversità, morali e poli-tiche, tra i combattenti dell’uno e dell’altro fronte. Mentre le ragioni ideali e le paure dei gio-vani che decisero di schierarsi con la Repubblica sociale e con i tedeschi sono rievocate in unbrano del romanzo autobiografico di Carlo Mazzantini. Strettamente connessa al tema dellaguerra civile – e in genere a quello delle contraddizioni interne al movimento partigiano – è ladrammatica vicenda delle foibe istriane, qui analizzata in un saggio dello storico Raoul Pupo.Un equilibrato bilancio dell’esperienza resistenziale e dell’eredità da essa lasciata alla Repub-blica è infine tracciato nel brano conclusivo, tratto da un saggio del politologo e storico Gianen -rico Rusconi.

d Simona Colarizi Gli italiani e la guerrad Dino Grandi La notte del Gran consiglio

Ernesto Galli della Loggia La morte della patriaGiorgio Bocca Alle origini della Resistenza italianaClaudio Pavone La «guerra civile»: una definizione controversaGiovanni De Luna Le ragioni dei combattenti: fascisti e antifascisti

d Carlo Mazzantini Canzoni di giovinezza e di morteRaoul Pupo La violenza sul confine orientale: le «foibe»Gianenrico Rusconi L’eredità della Resistenza

Le conseguenze politiche della guerra I testi presentati in questo percorso trattano degli effet-ti sconvolgenti del secondo conflitto mondiale sugli assetti internazionali.

La realtà dei rapporti internazionali era assai complessa – come risulta dall’analisi del gior-nalista e storico Antonio Gambino sulla conferenza di Yalta – e si sarebbe caratterizzata ancheper il tentativo di dare un nuovo ordine e nuove regole alla comunità mondiale degli Stati: sileggano in proposito i principali articoli dello Statuto dell’Onu.

Il risultato fu ugualmente la divisione del mondo in blocchi contrapposti e reciprocamenteostili, l’inizio di una lunga fase di confronto fra Usa e Urss nota col nome di «guerra fredda». Aquesto tema sono appunto dedicati i tre brani successivi: la storica italiana Elena Aga Rossi rico-struisce il dibattito che ha diviso gli studiosi, soprattutto americani, circa le origini e le respon-

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sabilità della guerra fredda. Lo storico statunitense Daniel Yergin descrive le fasi principali diquello che fu forse l’episodio culminante del confronto fra le due superpotenze: la crisi origi-nata dal blocco di Berlino del 1948. Lo storico e giornalista ungherese François Fejtö illustrapoi una delle conseguenze più drammatiche della divisione del mondo: la nascita delle cosid-dette «democrazie popolari» nell’Europa dell’Est.

Antonio Gambino Realtà e leggenda di Yaltad Organizzazione delle Nazioni Unite Lo statuto dell’Onu

Elena Aga Rossi Il dibattito sulla guerra freddaDaniel Yergin Il blocco di BerlinoFrançois Fejtö La nascita delle democrazie popolari

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UNITÀ6 LADECOLONIZZAZIONE

Percorsi tematici

Decolonizzazione e sottosviluppo La decolonizzazione investe realtà che si presentano, perstoria, cultura, tradizioni e forme stesse della colonizzazione, come molto diverse tra di loro.Nonostante l’eterogeneità delle esperienze è comunque possibile rintracciare degli elementicomuni che ci permettono una lettura unitaria del fenomeno.

Lo storico Giampaolo Calchi Novati traccia un bilancio sintetico della decolonizzazione eci aiuta a comprendere il significato che termini come «nazione» e «nazionalismo» assumonoin contesti lontani dalla cultura occidentale, ma da essa profondamente influenzati.

L’India occupa nella storia della decolonizzazione un posto preminente e per certi versi esem-plare. Era stata sede di una civiltà millenaria, erede di un raffinato patrimonio etico-filosofico eportatrice di un sistema di valori che, pur recependo gli influssi europei, aveva difeso e conser-vato una propria forte identità. Questa complessità emerge dal brano di un grande storico fran-cese, Fernand Braudel, che analizza i successi ottenuti e le difficoltà incontrate dal paese asia-tico sulla difficile via della modernizzazione.

Alla fine degli anni ’50 si aprì la grande stagione dell’emancipazione dell’Africa subsaharia-na: con travolgente rapidità quasi un intero continente entrò, come soggetto politico autonomo,per la prima volta sulla scena internazionale. Se la conquista dell’indipendenza avvenne per lamaggioranza dei paesi africani in modo complessivamente pacifico, già nella fase immediata-mente successiva vennero in luce problemi e contraddizioni che offuscarono le grandi speran-ze dell’Africa.

Un caso estremo e particolarmente violento di separazione tra il mondo occidentale e quelloafricano è rappresentato dal Sudafrica dell’apartheid, descritto nei suoi congegni istituzionali da

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Giampaolo Calchi Novati. Anna Maria Gentili, poi, affronta il problema del sottosviluppo del-l’Africa nel contesto del nuovo assetto mondiale.

Il tema dell’incontro della Chiesa con le realtà sociali ed ecclesiali del Terzo Mondo è illu-strato dall’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI. In essa la Chiesa, attraversata riguardo aquesto problema da forti tensioni interne, nella condanna del colonialismo, delle diseguaglian-ze sociali e del razzismo, rifiuta però categoricamente l’insurrezione violenta.

I brani successivi affrontano, da diverse angolazioni, il problema del sottosviluppo: l’egizianoSamir Amin propone la tesi – tipica degli studiosi di formazione marxista – dell’interdipenden-za tra sviluppo e sottosviluppo nel sistema capitalistico mondiale. Ancora un economista, l’ita-liano Paolo Sylos Labini, e uno storico economico, il belga Paul Bairoch, affrontano il temadella crescita demografica nei paesi poveri: il primo offrendo un quadro generale che in partecorregge il catastrofismo delle opinioni più diffuse, il secondo trattando un aspetto specifico eparticolarmente drammatico, quello della crescita urbana.

Gli ultimi due brani affrontano, da diverse angolazioni, il continente latinoamericano: Mar-cello Carmagnani traccia un quadro sintetico dell’evoluzione delle economie latinoamericanenel ventennio 1950-70, un periodo che coincise con una fase di generale ristagno, mentre Erne-sto Che Guevara, analizzando l’essenza della «guerra di guerriglia» come guerra di liberazio-ne, spiega perché, pur essendo condotta da una minoranza armata, necessiti del favore di tuttala popolazione della zona in cui si combatte e debba svilupparsi nelle campagne.

Giampaolo Calchi Novati Un bilancio della decolonizzazioneFernand Braudel I problemi dell’India indipendenteGiampaolo Calchi Novati L’«apartheid»Anna M. Gentili I mali dell’Africa

d Paolo VI L’enciclica «Populorum Progressio»Samir Amin Lo sviluppo inegualePaolo Sylos Labini Il problema demograficoPaul Bairoch L’esplosione urbanaMarcello Carmagnani La dipendenza economica dell’America Latina

d Ernesto Che Guevara L’essenza della lotta guerrigliera

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UNITÀ7 LA SOCIETÀDEL BENESSERE

Percorsi tematici

La civiltà dei consumi I brani del percorso illustrano non solo i molteplici aspetti economici eculturali della società dei consumi, ma anche le diverse ottiche con cui è stata analizzata e giu-dicata.

Se lo storico Sergio Ricossa sottolinea con forza il carattere progressivo e liberatorio di questa so-cietà, se l’economista John K. Galbraith, nella sua classica analisi del nuovo Stato industriale si sof-ferma soprattutto sulla superiorità tecnologica dei nuovi modelli di organizzazione produttiva, i duebrani successivi – quello del sociologo americano Vance Packard e quello del semiologo franceseRoland Barthes – ci parlano soprattutto dei condizionamenti palesi e soprattutto occulti, esercita-ti dal sistema pubblicitario sulle scelte dei consumatori.

Sergio Ricossa La rivoluzione dei consumiJohn K. Galbraith La tecnostrutturaVance Packard I persuasori occultiRoland Barthes Saponificanti e detersivi

La contestazione Il movimento di protesta che nei tardi anni ’60 dilagò in tutto l’Occidenteindustrializzato fu essenzialmente un fenomeno giovanile e non a caso ebbe per teatro princi-pale le scuole e le università.

Nelle pagine che aprono questo percorso uno studioso italiano, Peppino Ortoleva, autore diuna delle prime serie analisi storiche sul tema, mette bene in rilievo il carattere generazionaledel movimento che, in Europa, ebbe il suo apice nel 1968. Il testo che segue, Da una facoltà

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occupata, fu redatto nel ’68 dagli studenti della facoltà di Lettere dell’Università di Roma edesprime, con lo schematismo tipico di questi scritti, la critica radicale ai contenuti e ai metodidell’insegnamento, definiti classisti e autoritari.

Il percorso si chiude con un testo di carattere teorico: il filosofo tedesco Herbert Marcuse, inun brano tratto da L’uomo a una dimensione (uno dei libri di riferimento della generazione del’68), denuncia il carattere subdolamente autoritario delle società industriali avanzate.

Peppino Ortoleva Una protesta generazionaled Movimento studentesco Da una facoltà occupatad Herbert Marcuse L’uomo a una dimensione

Il movimento femminista Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Trasformazioni eproblemi del mondo contemporaneo. È dedicato al movimento femminista che si sviluppò, concontenuti nuovi e più radicali rispetto al femminismo «storico», a partire dagli anni ’60: dunquein contemporanea con la contestazione giovanile, ma con conseguenze di più ampia portata.

Le caratteristiche del femminismo americano – capostipite degli analoghi movimenti nelresto del mondo – e i rapporti con gli altri fenomeni di contestazione sono analizzati nel branodi Juliet Mitchell, che del movimento fu una delle maggiori teoriche; mentre le vicende delfemminismo italiano sono ricostruite in un saggio della sociologa Laura Grasso. Chiudiamo conun discorso dell’allora premier del Pakistan Benazir Bhutto: una testimonianza del ruolo assun-to dalle donne in politica a fine ’900 e della diffusione di alcune tematiche del femminismoanche in contesti politici e culturali diversi da quelli dell’Occidente industrializzato.

Juliet Mitchell Il femminismo americanoLaura Grasso I movimenti femministi in Italia

d Benazir Bhutto Il pianeta a misura di donna

Religione e società Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Trasformazioni e proble-mi del mondo contemporaneo. I mutamenti politico-culturali degli anni ’60 investirono anche igrandi sistemi religiosi, a cominciare dalla Chiesa cattolica, provocando reazioni di diversosegno, di cui i brani che presentiamo danno parzialmente conto.

In apertura lo storico Andrea Riccardi descrive i fermenti innovativi introdotti nella Chiesadurante il pontificato di Giovanni XXIII. I testi successivi sono invece testimonianza di due diver-si aspetti del cosiddetto «dissenso cattolico»: quello incarnato dal sacerdote italiano LorenzoMilani, tutto centrato sull’impegno sociale e sulla contestazione dell’autorità politica; e quello,

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carico di implicazioni dottrinali, che si espresse, in America Latina, nella «teologia della libe-razione», qui illustrata attraverso uno scritto del francescano Leonardo Boff. Una reazione deltutto opposta è quella costituita dal fondamentalismo, ossia dal tentativo di restaurare i «veri»princìpi religiosi, descritta da Giorgio Bouchard con riferimento al mondo evangelico ameri-cano.

Andrea Riccardi Il potere di Giovanni XXIIILorenzo Milani Il dovere di non obbedireLeonardo Boff La teologia della liberazioneGiorgio Bouchard Il fondamentalismo americano

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UNITÀ8 IL MONDOCONTEMPORANEO

Percorsi tematici

La politica internazionale negli anni ’60 Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Tra-sformazioni e problemi del mondo contemporaneo. L’avvio della politica di distensione tra StatiUniti e Unione Sovietica e l’esplosione della polemica ideologica tra Pechino e Mosca sono iprincipali eventi che caratterizzano le relazioni internazionali all’inizio degli anni ’60.

La politica di distensione tra Est e Ovest è ostacolata da scontri e crisi che scuotono l’ordine bi-polare. La guerra del Vietnam è ricostruita da un’analisi dell’ex consigliere speciale della Casa Bian-ca Henry Kissinger, che evidenzia i limiti dell’intervento militare americano nella penisola indo-cinese. Le origini della «primavera di Praga», soffocata dalle truppe del Patto di Varsavia, sono in-vece descritte da uno dei maggiori esperti di storia contemporanea dell’Europa orientale, FrançoisFejtö. Segue un brano tratto dal diario dell’ex cancelliere tedesco Willy Brandt, ispiratore di unanuova strategia di apertura politica nei confronti del mondo comunista alla fine degli anni ’60.

Henry Kissinger Le ragioni di una sconfittaFrançois Fejtö La «primavera di Praga»

d Willy Brandt La «Ostpolitik»

Le origini del conflitto arabo-israeliano Durante il processo di decolonizzazione, il nazionali-smo arabo si scontrò con una realtà del tutto atipica ma non meno vitale, quella del movimen-to sionista. Un celebre arabista, Maxime Rodinson, spiega le ragioni del conflitto tra Israele eil nuovo nazionalismo arabo.

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Maxime Rodinson Lo Stato ebraico e il rifiuto arabo

Il tramonto delle ideologie Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Trasformazionie problemi del mondo contemporaneo.

Il processo di dissoluzione dei regimi comunisti è stato accompagnato dal progressivo declinodell’ideologia marxista. La situazione in Russia dopo lo scioglimento dell’URSS è descritta dal-l’economista francese Jacques Sapir, mentre a testimoniare le diverse reazioni di fronte al col-lasso dei regimi dell’Est presentiamo un brano della giornalista Rossana Rossanda, che difendeappassionatamente le ragioni del comunismo italiano.

Jacques Sapir Il caos russoRossana Rossanda La difficoltà di essere comunista

Multiculturalismo e scontro di civiltà Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI Tra-sformazioni e problemi del mondo contemporaneo. Sulla questione del rapporto tra etnie e terri-torio si sofferma lo studioso francese Bertrand Badie, denunciando alcune incongruenze dellapolitica internazionale.

Lo scontro di civiltà fra società culturalmente differenti è, poi, uno dei possibili rischi per lapace internazionale e un esempio in questo senso è rappresentato da un proclama di Osama binLaden, capo dell’organizzazione terrorista al-Qaeda.

I brani che seguono contengono analisi più distaccate: Gilles Kepel legge i conflitti medio-rientali soprattutto come strumenti di lotta interni al mondo musulmano; Renzo Guolo riflettesulla difficile compatibilità fra Islam e democrazia; il grande economista e sociologo indianoAmartya Sen difende la scelta del multiculturalismo anche sulla base della sua personale espe-rienza.

Bertrand Badie La concezione etnica del mondod Osama bin Laden Dichiarazione per la guerra santa contro ebrei e crociati

Gilles Kepel In guerra per il controllo dell’IslamRenzo Guolo L’Islam è compatibile con la democrazia?Amartya Sen Multiculturalismo e libertà

L’unità europea Il tentativo di costruire un’unione politica ed economica europea ha condi-zionato la politica estera dei paesi occidentali del continente dagli anni ’50 ai nostri giorni.

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Le tesi dei federalisti europei, critici nei confronti dei governi e delle burocrazie comunitariee fautori di un’accelerazione dell’unione politica, sono illustrate da un brano di Altiero Spinel-li, il massimo rappresentante dell’ideale europeista nell’Italia del dopoguerra.

Altiero Spinelli Per l’unione politica europea

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UNITÀ9 L’ITALIAREPUBBLICANA

Percorsi tematici

Alle origini dell’Italia repubblicana Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI L’Italiarepubblicana e inizia con l’analisi della natura della Democrazia cristiana, nucleo del governoper oltre quarant’anni, con un testo di Gianni Baget-Bozzo, studioso del movimento cattolico.

Il ruolo dei partiti di massa, svolto in questa cruciale fase di transizione e di consolidamentodella democrazia, è ben evidenziato in un brano della storica Simona Colarizi.

In un brano dell’economista Augusto Graziani è tracciato un bilancio critico della politicaliberista adottata dal governo nei primi anni del dopoguerra, mentre un saggio del meridionali-sta Manlio Rossi-Doria evidenzia i limiti della riforma agraria nelle regioni sottosviluppate delMezzogiorno.

Attraverso l’analisi della trasformazione dei comportamenti sociali e dei modelli culturali èpossibile tracciare un percorso della modernizzazione del paese nell’età repubblicana. L’edito-riale di Elio Vittorini per il primo numero del «Politecnico» testimonia le speranze degli intel-lettuali di sinistra, nel dopoguerra, di poter avviare una profonda rigenerazione morale dellasocietà. Un ideale coltivato anche dai protagonisti del cinema «neorealista», analizzato in unbrano dello studioso Gian Piero Brunetta.

Gianni Baget-Bozzo Il partito cristiano al potereSimona Colarizi Il ruolo dei partiti di massaAugusto Graziani La politica economica della ricostruzioneManlio Rossi-Doria Un bilancio della riforma agraria

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d Elio Vittorini Una nuova culturaGian Piero Brunetta Il cinema neorealista

L’Italia della Prima repubblica: il sistema politico Questo percorso integra i TEMI STORIO-GRAFICI L’Italia repubblicana. Per esaminare la nascita e lo sviluppo del sistema politico del-la Repubblica, proponiamo due testi che contribuiscono a illustrare i caratteri delle istituzionipubbliche e le principali trasformazioni dei rapporti tra i partiti.

Uno storico dell’Italia contemporanea, Giuseppe Mammarella, illustra le origini e gli obiet-tivi dei primi governi di centro-sinistra, che hanno rappresentato un’importante svolta nella vitapolitica del paese mentre i caratteri del progetto socialista di Bettino Craxi sono analizzati in unbrano di Giovanni Sabbatucci.

Giuseppe Mammarella La nascita del centro-sinistraGiovanni Sabbatucci La scommessa di Craxi

L’Italia della Prima repubblica: economia e società Questo percorso integra i TEMI STORIO-GRAFICI L’Italia repubblicana e ricostruisce il processo di industrializzazione e i riflessi sullasocietà dal dopoguerra ai nostri giorni.

Il brano di una storica dell’economia, Vera Zamagni, dà conto delle scelte che, soprattuttonegli anni ’47-48, definirono gli indirizzi di fondo dell’economia italiana, ponendo le premesseper lo sviluppo degli anni ’50 e ’60.

Il «miracolo economico» inaugura nuovi comportamenti sociali e modelli di consumo: ildemografo Antonio Golini descrive i mutamenti della famiglia e la progressiva emancipazionedelle donne.

Vera Zamagni Il miracolo economicoAntonio Golini Le trasformazioni della famiglia

L’Italia della Prima repubblica: i fattori di crisi Questo percorso integra i TEMI STORIOGRA-FICI L’Italia repubblicana. Negli scorsi decenni la vita del paese è stata profondamente condi-zionata da alcune emergenze.

Dal terrorismo politico, analizzato da un articolo dei sociologi Donatella Della Porta e Mau-rizio Rossi, alla nuova criminalità organizzata trasformatasi in «impresa», descritta da un testo diuno dei maggiori esperti di mafia, Pino Arlacchi. Un altro studioso di scienze sociali, Franco Caz-zola, descrive i meccanismi di truffa negli appalti pubblici: un esempio del diffuso sistema di pa-

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gamento delle tangenti rivelato dalle indagini della magistratura agli inizi degli anni ’90 del XXsecolo.

Donatella Della Porta - Maurizio Rossi I terrorismi italianiPino Arlacchi La mafia imprenditriceFranco Cazzola L’Italia del pizzo

Le trasformazioni del sistema politico italiano Ai mutamenti degli equilibri politici negli ulti-mi anni dedichiamo questo percorso.

Il sociologo Ilvo Diamanti analizza il fenomeno della Lega Nord descrivendo la base socialedel movimento mentre il politologo Gianfranco Pasquino illustra l’avvio delle riforme istituzio-nali attraverso la cronaca delle vicende politiche più recenti.

Ilvo Diamanti Le radici della LegaGianfranco Pasquino La rivoluzione del maggioritario

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UNITÀ10 LA SOCIETÀ POST-INDUSTRIALE E LA GLOBALIZZAZIONE

Percorsi tematici

Scienza, tecnologia, ambiente La scienza e la tecnologia saranno capaci di risolvere i problemidell’umanità? A questa domanda risponde in modo ottimista il brano del giornalista Piero Ange-la, che descrive in termini entusiastici la capacità della scienza e della tecnica di dare una solu-zione alle pressanti domande di benessere e di qualità della vita delle società sviluppate. L’eco-nomista americano Jeremy Rifkin non manca di sottolineare come l’introduzione delle tecno-logie informatiche nella produzione industriale ha contribuito, negli ultimi decenni, alla cre-scita di una pesante disoccupazione in tutti i paesi occidentali.

Emilio Gerelli delinea alcune ipotesi per lo sviluppo di una logica di conservazione ambien-tale inserita nel contesto del nuovo scenario politico mondiale.

Nel documento Un pianeta da salvare alcuni prestigiosi studiosi nordamericani denuncianocome lo sfruttamento intensivo delle risorse del pianeta e una produzione industriale altamen-te inquinante stiano mettendo in pericolo gli equilibri della biosfera.

Infine Renato Dulbecco offre una panoramica assai chiara delle prospettive della medicinaalle soglie del XXI secolo.

Piero Angela Le frontiere della scienza e della tecnologia

Jeremy Rifkin Superando le frontiere dell’alta tecnologia

Emilio Gerelli Una politica ambientale post-industriale

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d Lester R. Brown - Cristopher Flavin - Sandra Postel Un pianeta da salvareRenato Dulbecco Il futuro della medicina

La globalizzazione Questo percorso integra i TEMI STORIOGRAFICI La globalizzazione.Il sociologo Zygmunt Bauman, nel brano che presentiamo, denuncia l’impotenza degli Sta-

ti nazionali di fronte allo strapotere di un sistema economico che ha reso più drammatico il diva-rio tra ricchezza e povertà.

Zygmunt Bauman Globalizzazione e localizzazione

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