Il mondo del latte - Settembre 2014
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LATTEIL MONDO DEL
N. 9 SETTEMBRE 2014 - ANNO LXVIII - MENSILE
IL LATTE NEL MONDO
ORGANO UFFICIALE DI ASSOLATTE E DEL COMITATO ITALIANO FIL-IDF
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IL WEB E LA DISINFORMAZIONE SUL LATTE
La case history PREALPI
Il mercato del BURRO secondo NIELSEN
INTERVISTA A UMBERTO AGRIMI
GranAppetito con GranBiraghi Grattugiato Fresco!
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Secondo un recente rapporto del Coni il 42% degli Italiani non pratica alcuna attività sportiva. Anche se
negli ultimi anni il numero di atleti è aumentato – oggi i tesserati nel nostro Paese sono poco più di quattro
milioni e mezzo – gran parte della popolazione è sostanzialmente pantofolaia e lo sport lo guarda solo in tv.
In barba ai suggerimenti della classe medica, i cui inviti a praticare in modo costante un’attività sportiva
cadono nel vuoto.
Sempre secondo il Coni, l’identikit dello sportivo italiano è quello di un maschio laureato: sono infatti
circa 10,4 milioni gli uomini che fanno sport, mentre sono 7,3 milioni le rappresentanti del gentil sesso
che si dedicano all’attività motoria. E sono circa il doppio gli sportivi laureati rispetto a chi ha interrotto gli
studi prima di aver ottenuto il cosiddetto “pezzo di carta”.
I dati che snocciola il Coni sono sconcertanti, soprattutto se vengono comparati con quel che accade
sugli scaffali della distribuzione. Secondo le rilevazioni Nielsen, infatti, nel 2013 le vendite di integratori
alimentari hanno fatto registrare un ottimo aumento (+4,2%), che ha permesso al comparto
di raggiungere i 2 miliardi di euro di fatturato. La crescita è avvenuta soprattutto nella distribuzione
moderna, che rappresenta circa un quinto delle vendite e che ha messo a segno un incremento quasi doppio
rispetto alla media.
Paradossalmente, e contraddicendo i dati del Coni, che ci disegna come un popolo un po’ pigro, i prodotti
più venduti – e anche quelli che crescono di più – sono proprio quelli destinati a chi fa sport e gli
integratori salini, anch’essi indirettamente legati all’attività motoria.
È evidente, quindi, che gli sportivi italiani – i pochi sportivi italiani – anche se hanno cultura media elevata,
ritengono che solo gli integratori possano aiutarli nelle loro prestazioni atletiche.
E sbagliano, perché latte e yogurt sono altrettanto se non più adatti degli integratori.
A detta di tutti i medici sportivi, infatti, i derivati del latte sono alimenti perfetti sia nelle fasi preparatorie
allo sport che per recuperare liquidi, energia, sali minerali e vitamine dopo una prestazione atletica.
Sono, per dirla in tre parole: integratori alimentari naturali. Bisognerebbe spiegarlo bene ai nostri
connazionali, visto che a fronte dell’aumento delle vendite degli integratori di sintesi, quelle dei nostri
integratori naturali sono in continuo calo.
Sarà per questo che la nostra Nazionale di calcio è stata così precocemente
eliminata dai Mondiali in Brasile?
Adriano Hribal
LATTEIL MONDO DEL
LLATTEATTE
6 IL MONDO DEL LATTE
LATTEIL MONDO DEL
N. 9 SETTEMBRE 2014 - ANNO LXVIII - MENSILE
IL LATTE NEL MONDO
ORGANO UFFICIALE DI ASSOLATTE E DEL COMITATO ITALIANO FIL-IDF
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IL WEB E LA DISINFORMAZIONE SUL LATTE
La case history PREALPI
Il mercato del BURRO secondo NIELSEN
INTERVISTA A UMBERTO AGRIMI
ATTUALITÀ
PAG. 5 Editoriale
PAG. 8 Amarcord
PAG. 14 News
PAG. 18 Una finestra sull’Unione europea
PAG. 20 Notizie dalla Fil/Idf
OPINIONI
PAG. 10 Servono regole più severe sui domini: la rete tuteli le Dop
di Paolo De Castro
PAG. 72 Vuolsi così, colà dove si puote ciò che si vuole
di Barbariccia
PROTAGONISTI
PAG. 22 4 domande a: Umberto Agrimi, direttore del Dipartimento
di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare
dell’Istituto superiore di sanità
PAG. 26 L’azienda del mese: Prealpi
ECONOMIA
PAG. 30 Burro: un mercato controcorrente
PAG. 37 Canada: aspettando gli effetti del Ceta
PAG. 42 Formaggi Dop: la borsa dei prezzi in Italia
NORMATIVE
PAG. 44 Lavori in corso sullo standard Codex per i formaggi fusi
PAG. 50 Consumer information: l’indicazione del Paese d’origine
o del luogo di provenienza
IGIENE & SICUREZZA
PAG. 58 Accordo Assolatte con l’Istituto zooprofilattico
sperimentale di Lombardia ed Emilia-Romagna
MONDO ASSOLATTE
PAG. 62 La disinformazione corre sul web (e non solo):
il caso del latte
PAG. 69 Ricette
SOMMARIO
Organo ufficiale di ASSOLATTE Associazione Italiana Lattiero-Casearia
e del Comitato Italiano della Federazione Internazionale di Latteria - FIL - IDF
EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l.P.I. e C.F. 07208200159
www.assolatte.itDirezione, redazione, pubblicità:
Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817
e-mail: [email protected] Boncompagni, 16 - 00187 Roma
tel. 06-42885648
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-87
Direttore responsabile: Adriano HribalCoordinamento editoriale: Manuela SoressiProgetto grafico e impaginazione: Tina Liati
Immagini: Mondelez, Granarolo, Consorzio del Grana Padano, Suzi Wan,
Fotolia, Huffington PostStampa: Miligraf srl - Formello (RM)
Poste Italiane SPA - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB
Roma
Questa rivista è stata inviata tramite abbonamento: l’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di altre pubblicazioni e stampe o per
l’inoltro di proposte pubblicitarie. Ai sensi della legge 675/96 è nel suo diritto
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PREZZI DEGLI ABBONAMENTI:Italia: 118,00 euro
Estero: 150,00 euro1 copia: 11,50 euroArretrati: 23,00 euro
Sono arrivate!Sono arrivate!
Santa Lucia Fette alla MozzarellaSanta Lucia Fette alla Mozzarella
Santa Lucia. Lo spirito creativo di Santa Lucia. Lo spirito creativo di
NOVIT
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8 IL MONDO DEL LATTE8 IL MONDO DEL LATTE
Amarcord: I PRIMI MISTER PREZZISiamo nel mezzo della seconda guerra mondiale. Il cibo è razionato. Ci
sono fame e povertà. Il prezzo dei prodotti è un problema importante.
Le tessere annonarie permettono il razionamento del cibo. I vincoli
riguardano il latte, la carne, il pane. Perfino quello raffermo.
Certo, in campagna il problema è meno sentito. Lì il cibo si produce e può essere facilmente nascosto sotto i pavimenti, in piccoli ripostigli nascosti da botole oppure da armadi. Ma in città speculazioni e Borsa nera sono molto diffuse.Così, nel 1941, per contrastare le speculazioni, il Partito Nazionale Fascista istituisce il “Comitato centrale per il coordinamento e il controllo della disciplina dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità”.Compito del Comitato è quello di vigilare sui prezzi e di coordinare la produzione delle imprese, cioè di decidere cosa e quanto far produrre. Un potere enorme, quindi, concentrato nelle mani di poche persone.“Una funzione economica – recita l’articolo di “Latte e Latticini” che annuncia con molta enfasi la nascita di questo Comitato – ma anche politica. Un compito grave, ma necessario”.L’obiettivo è difendere i consumatori, ma si dimentica
che i consumatori altro non sono che genitori, mogli e figli dei soldati mandati a far la guerra a causa della quale è poi arrivata la fame.Per fortuna la guerra finirà pochi anni dopo e l’Italia entrerà nel periodo di sviluppo più rapido della sua storia.Il vizio di voler interferire sul normale mercato, però, non è mai passato e anche in periodi meno complicati di quelli vissuti negli anni ‘40 lo Stato ha sempre voluto mettere il naso nelle cose delle imprese.Basti pensare che il controllo sul prezzo del latte e degli altri prodotti da parte dei Comitati Provinciali Prezzi cadrà solo negli anni ‘90. Fino ad allora, il comitato poteva fissare il prezzo di qualsiasi merce. In qualsiasi fase del commercio, poteva disporre il sequestro delle scorte agricole e stabilirne il prezzo di vendita. Poteva perfino limitare gli scambi interprovinciali di alcuni prodotti.
LATTEIL MONDO DEL
N. 9 SETTEMBRE 2014 - ANNO LXVIII - MENSILE
IL LATTE NEL MONDO
ORGANO UFFICIALE DI ASSOLATTE E DEL COMITATO ITALIANO FIL-IDF
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La case history PREALPI
Il mercato del BURRO secondo NIELSEN
INTERVISTA A UMBERTO AGRIMI
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ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE
Organo ufficiale dell’ ASSOCIAZIONE ITALIANA LATTIERO CASEARIA ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Il costo dell’abbonamento per l’anno 2014 è di:€ 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero(Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)
“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” - 20135 Milano - Via Adige, 20 - Tel. 02.72.021.817 E-mail: [email protected] - Internet: www.assolatte.it
LATTEIL MONDO DEL
Anche in tempi meno
difficili rispetto agli anni ‘40, lo Stato non ha mai perso il vizio di mettere il naso nelle attività delle
imprese
10 IL MONDO DEL LATTE
SERVONO REGOLE PIÙ SEVERE SUI DOMINI
LA RETE TUTELI LE DOPLa storia dei domini internet “.wine” e “.vin” è una “illustrazione perfetta degli eccessi di una rete internet non regolata”. Così, in una lettera fi rmata insieme ad altri undici colleghi del Parlamento europeo, scrivevo alla Commissione europea a inizio giugno. La lettera seguiva a un’altra, fi rmata qualche mese prima dal presidente del Parlamento Martin Schulz, in cui si chiedeva a Commissione e Stati membri di alzare la voce nei confronti dell’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’organismo che si occupa dell’assegnazione dei domini, per tutelare consorzi e prodotti a indicazione geografi ca. Molto tempo è passato, ma nel momento in cui scrivo queste righe nulla è cambiato. La procedura di assegnazione è congelata di fatto ma non di diritto e potrebbe riprendere il suo iter in ogni momento. La questione riguarda non solo il vino, ma in generale molti domini proposti nel nome dell’agroalimentare, come “.food”. Insomma: tutto è cominciato con il vino, ma niente al momento è stato risolto e la stessa vicenda potrebbe ripetersi per altri comparti produttivi.La querelle è iniziata nel 2012, quando l’Icann decise di estendere la lista dei domini che i tecnici chiamano di “primo livello generico” e di liberalizzarli. Si tratta della parte fi nale degli indirizzi dei siti internet, come “.com”. Negli anni passati, la lista era stata estesa poco alla volta, creando, per esempio, suffi ssi come “.eu” che si affi ancavano ai tradizionali “.com” o “.edu”. Ma stavolta si tratta di centinaia di nuovi domini. Secondo Icann serviranno a rendere internet più profi ttevole e più facile da
usare, ma, a quanto mi risulta, questa tesi ha destato fi n da subito molte perplessità anche nel mondo della rete. Il sistema funziona così: diverse società corrono per aggiudicarsi i domini di primo livello generico. Ci sono imprese create apposta per sfruttare l’occasione, che signifi ca guadagnare una posizione di rendita. Spetterà infatti a queste società la gestione, per così dire “quotidiana” di questi domini, inclusa l’assegnazione dei domini di “secondo livello”. Per esempio, il dominio di secondo livello, nel caso della stringa “parmigiano.cheese”, sarebbe la parola “parmigiano”. Il dominio di secondo livello può essere dunque un marchio. Questi domini di secondo livello con tutta probabilità verranno venduti al miglior offerente. Quello che i produttori di Dop di tutto il mondo chiedono è che queste società prevedano clausole di tutela in modo che i domini di secondo livello dei
OPINIONE
di Paolo De Castro,Parlamentare europeo
L’Europa vuole più
regole più chiare
sui domini internet
di secondo livello,
poiché possono
essere un marchio
prodotti a indicazione geografi ca non possano essere assegnati a chiunque, ma solo a chi è legittimato a farlo dalle leggi europee e nazionali. E questo anche per non confondere i consumatori. Non quelli che con questi prodotti hanno dimestichezza, come italiani e francesi, ma soprattutto quelli delle economie emergenti, che cercano l’autenticità dei prodotti, ma sono meno pratici nel riconoscerli.Un primo problema è che tutta la procedura, come scrivevamo nella lettera che ho citato, è poco trasparente. L’Icann ha un modo di operare che rende impossibile quella che gli anglosassoni chiamano “accountability”, cioè non ha meccanismi per chiedere conto delle decisioni che prende. O meglio, li ha solo sulla carta. Se si volesse presentare ricorso contro una decisione dell’Icann ci si dovrebbe rivolgere a un tribunale con sede negli Usa, perché la sede legale dell’Icann è lì.Un secondo problema è che nonostante l’opposizione espressa dagli Stati europei e
dalla Commissione Ue, l’Icann sembra più sensibile alle pressioni di un piccolo gruppo di Paesi guidato dagli Stati Uniti. Questo ha portato a decisioni che a volte contraddicono l’esito delle riunioni svolte nell’ambito del Gac, l’organismo consultivo dell’Icann in cui siedono i rappresentanti dei governi. Non esattamente un elemento di distensione nei negoziati per un patto commerciale tra Usa e Ue. A Bruxelles il segretario di Stato americano all’agricoltura Tom Vilsack, ha dichiarato ai giornalisti che “ha bisogno di più informazioni” sul sistema europeo delle Dop. Quello che bisognerebbe spiegare davvero bene è che uno degli elementi di maggior valore delle indicazioni
geografi che è la possibilità di tutelare marchi che sono espressione di una collettività. Il vino della Napa Valley non è un’azienda vinicola, così come il Parmigiano Reggiano non è un’azienda che fa formaggio, ma rappresenta il lavoro di centinaia e centinaia di produttori. Questi marchi tutelano tanti piccoli produttori di un determinato territorio, più che una sola impresa. L’hanno capito anche alcune organizzazioni di produttori americani, che si battono per
un sistema analogo alle indicazioni geografi che europee, perché in termini di tutela lo ritengono più effi cace del sistema dei marchi registrati.
OPINIONE
L’ideale sarebbe
che anche gli Usa
passassero al
sistema delle Dop
per proteggere
i loro prodotti
Il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz
14 IL MONDO DEL LATTE
GRAN MORAVIA ORA ANCHE IN FETTE QUADRATE
PARMIGIANO REGGIANO NUOVE AZIONI A SOSTEGNO DEI MERCATI
Si amplia la gamma del formaggio a lunga stagionatura prodotto dalla filiera ecosostenibile Brazzale nella regione agricola della Moravia. L’ultimo arrivato è il Gran Moravia in fette nel formato quadrato, il più versatile e adatto in cucina, in tavola e fuori casa, per preparare toast, panini e insalate.Senza conservanti e con una shelf-life di 120 giorni, è disponibile nella comoda vaschetta “apri e chiudi”, in atmosfera modificata, ed è proposto in 4 diversi formati. Su ogni confezione è presente l’etichetta di origine multimediale, che, attraverso l’utilizzo del Qr code, consente di vedere sul proprio smartphone i luoghi d’origine e la produzione di Gran Moravia e di seguire le Nutriclip, i brevi filmati in cui un medico nutrizionista spiega i benefici e le caratteristiche nutrizionali di Gran Moravia. Inoltre, come tutti i prodotti della gamma, anche il Gran Moravia in fette è adatto all’alimentazione dei vegetariani, come attestato dalla prestigiosa Vegetarian Society, ed è certificato Halal.
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano adotta nuove misure per rilanciare il mercato, visto il calo del 15% delle quotazioni all’origine registrato tra gennaio e luglio 2014. E vi investe gli oltre 1,9 milioni di euro rimasti dai contributi straordinari per gli interventi di mercato legati al sisma del 2012. Dopo il ritiro di 90.000 forme di produzione 2013, ha deliberato di rafforzare ed estendere i sostegni alle vendite nella Gdo italiana e di intensificare la verifica dei livelli previsti dai piani di regolazione dell’offerta. Il che potrebbe determinare una riduzione degli obiettivi di produzione previsti per il 2015. Il Consorzio ha annunciato anche l’aumento dei controlli sul prodotto grattugiato per sostenerne i consumi (cresciuti dell’1,2% nei primi 4 mesi del 2014) e garantirne la qualità a consumatori e produttori, grazie a nuovi strumenti che consentono di individuare la presenza di formaggi ottenuti da bovine alimentate con insilati.“Si tratta prevalentemente di interventi urgenti di mercato – ha spiegato il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – ma le misure guardano oltre l’attuale situazione congiunturale e tengono conto del perdurare della crisi economica, che ha determinato la flessione degli acquisti interni di pressoché tutti i formaggi
duri e un calo del 2,8% del prezzo finale di vendita”. Il calo del mercato nazionale non è stato compensato dall’export, che pure continua a registrare aumenti sensibili: +7,4% nel primo quadrimestre 2014.
ATTUALITÀ news
Un look più impattante e moderno. Un nuovo prodotto che allarga la gamma e soddisfa altre esigenze di consumo. Sono queste le novità delle fette firmate Entremont: la gamma si amplia infatti con le nuove Fette Fondenti & Filanti che, con la loro consistenza morbida, il gusto dolce e saporito e il leggero retrogusto erbaceo, sono perfette da utilizzare al forno per preparare deliziose ricette calde.Le Fette Fondenti & Filanti si vanno ad aggiungere al ricco assortimento dei formaggi a fette dell’azienda, che comprende: Fette Emmental, Fette Edamer, Fette Gouda, Fette Gustose e Fette Light. Grazie a quest’ampio assortimento le fette Entremont soddisfano tutti i gusti e sono un prezioso alleato in cucina. Da qualche tempo, poi, sono anche più “belle” grazie al nuovo packaging, in vaschette trasparenti e richiudibili, caratterizzato da una grafica “appetitosa” e dalla presenza on pack di utili suggerimenti di utilizzo in cucina. Consigli e ricette si trovano anche su www.entremont.it, mentre per essere sempre aggiornati sulle iniziative di Entremont c’è la pagina Facebook https://www.facebook.com/Entremontitalia.
NOVITÀ PER LE FETTE ENTREMONT
IL MONDO DEL LATTE 15
Cibus Tec - Food Pack 2014
dal 28 al 31 ottobre a Parma
Vocazione specialistica e internazionale, solide alleanze e una gestione dell’evento condivisa con i protagonisti del settore alimentare e meccano alimentare. Ancora una volta a Parma il made in Italy come buona pratica manifatturiera e fi eristica.
Cibus Tec si presenta all’edizione 2014 con 9 fi liere rappresentate – tra cui Latte e derivati – e un’esposizione che copre tutte le tecnologie: dal processo a confezionamento, codifi ca, marcatura, etichettatura, dal fi ne linea a movimentazione, stoccaggio, tracciabilità, logistica, dalle tecnologie ambientali alle soluzioni food safety. E poi, ancora, 30 tra conferenze/lecture sulle future sfi de del comparto. Ed infi ne un format che, grazie a un sistema di alleanze con partner strategici, promuove incontri e opportunità di business per le imprese del settore. Merito anche delle iniziative di business matching internazionale focalizzate sui paesi a più alto potenziale (Nord America, Est Europa, Sud America, Cina, Russia e Turchia) con cui Fiere di Parma vuol dare ulteriore slancio al comparto delle tecnologie per il food processing e packaging. “Stiamo lavorando da 5 anni sul riposizionamento della manifestazione insieme alla community internazionale che chiedeva una fi era altamente verticale e specializzata - ha affermato Antonio Cellie, amministratore delegato di
Fiere di Parma – Solo nel nostro Paese si possono vedere e apprezzare le soluzioni tecnologiche più raffi nate e integrate di processing&packaging perché spesso sono sviluppate per l’industria alimentare Italiana che è la più qualifi cata e innovativa del mondo”.
AL VIA IL WORKSHOP MILK DAYDi fondamentale importanza in questo riposizionamento, la consolidata partnership di Fiere di Parma con Assolatte che, attraverso l’organizzazione del workshop Milk Day, permetterà alle oltre 400 aziende espositrici del comparto presenti in fi era e all’industria lattiero-casearia italiana ed internazionale in visita di confrontarsi sui temi di maggiore interesse per il settore. Obiettivo della giornata di incontri sarà quello di aprire un dibattito per comprendere le esigenze, ma soprattutto le opportunità e le scelte strategiche che accompagneranno l’evoluzione del settore, per tradurle in un modo di operare concreto e comune.
APPUNTAMENTI IN AGENDASi comincia martedì 28 ottobre con il “World Food Forum” dedicato a Sicurezza
e Qualità per lo sviluppo di un’alimentazione globale. Si continua mercoledì 29 con “Looking Forward to Expo2015”, il convegno organizzato in collaborazione con l’Università di Parma focalizzato sulle concrete opportunità di business per le aziende alimentari offerte dai nuovi processi e capabilities produttivi legati a leftover, bio product e food waste. Senza dimenticare la quarta edizione del Congresso Mondiale per la progettazione e design delle apparecchiature e degli stabilimenti dedicati alle produzioni agro-alimentari organizzato il 30 e 31 ottobre da Ehedg - European Hygienic Engineering & Design Group. Ad arricchire ulteriormente il palinsesto eventi, gli appuntamenti dedicati alle altre fi liere dell’industria alimentare (Tomato Day, Meat Day, Cereals Forum, Fresh Tec Lab), seminari Food Packaging Focus in collaborazione con Ucima e il convegno Logisticamente on Food.A completare l’agenda, infi ne, lecture serali su temi chiave per il comparto agroalimentare: bioplastiche, single service coffee/bevande e le nuove frontiere della stampa digitale.
Comun
icaz
ione
pub
blicita
ria CIBUS TECFOOD PACK 2014 In ottobre a Parma il meglio dell’offerta
mondiale per il processo e confezionamento
dei prodotti alimentari
16 IL MONDO DEL LATTE
ATTUALITÀ news
Quest’anno Stresa ospiterà un importante evento per il settore lattiero-caseario europeo: l’Eda Dairy Congress 2014. La manifestazione, organizzata da Eda e Assolatte, prevede la partecipazione di circa 200 rappresentanti delle principali imprese di settore, delle associazioni lattiero-casearie e delle istituzioni nazionali ed europee.Dal 7 ottobre si riuniranno i gruppi di lavoro degli esperti europei sui temi di etichettatura, igiene e sicurezza alimentare e si svolgeranno gli incontri dedicati ai temi del commercio e dell’economia. Nel pomeriggio del 9 ottobre sono previste due sessioni tematiche dedicate rispettivamente alla “salute degli animali e alla sostenibilità della fi liera” (Elanco) e alle “prospettive economiche per il settore lattiero-caseario europeo in vista della liberalizzazione della produzione” (Rabobank).“European Dairy in a Global Context” sarà il fi lo conduttore del World Dairy Forum del 10 ottobre, che chiuderà i lavori del Congresso Eda. Il forum prevede tre sessioni tematiche: la prima dedicata alle aspettative e alle esigenze dei consumatori europei, a come il settore lattiero-caseario può rispondere alla domanda mondiale e, più in generale, alle aspettative globali. Le sfi de che il comparto deve affrontare a livello mondiale ed europeo saranno il tema della seconda sessione, compresi gli aspetti nutrizionali, ambientali e di sicurezza alimentare. In un futuro globale giocheranno un ruolo chiave gli accordi internazionali, primo tra tutti il negoziato in corso tra l’Unione europea e gli Stati Uniti. L’intervento del rappresentante della Commissione europea sulle prospettive aperte dai negoziati commerciali, nella terza sessione, sarà seguito da un “faccia a faccia” tra Paolo De Castro, parlamentare europeo, e Jim Higgiston, consigliere del Foreign agricultural service del Dipartimento di Stato Usa, in rappresentanza della delegazione statunitense.
Sul sito www.eda2014.eu
sono disponibili tutti i dettagli
della manifestazione e le
informazioni per l’iscrizione
STRESA 2014: CONNECT TO THE WORLD OF DAIRY
WORLD DAIRY FORUM STRESA 10 OTTOBRE 10,00-18,00“European Dairy in a Global Context”PROGRAMMA10.00 Intervento di apertura dei lavori di Michel Nalet, presidente EdaSaluto del presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi, e delle autorità italiane 11.00 Prima sessione (presieduta da Attilio Zanetti) “The European dairy consumers - future trends”Enrico Krien, The Nielsen Company“Communication that shapes the dairy future”Laurent Damiens, chairperson European Milk ForumDomande e risposte12.30 Lunch break14.00 Seconda sessione (presieduta da Jan Teplý) Intervento di Berhe Tekola, direttore del dipartimento “animal production and health” Fao (Food and agriculture organization of the United Nations), “Global answers to the challenges for the dairy sector”Jeremy Hill, president Idf“European challenges for the food industry”Mella Frewen, director general FoodDrinkEuropeDomande e risposte16.15 Terza sessione/Panel discussion (moderatore Jais Valeur)Intervento della Commissione europea sui negoziati commerciali per il settore agroalimentare e successivo dibattito. “Free trade agreements - what’s at stake for food/dairy - status quo Ttip (Us-Eu)”Mep Paolo De Castro and Jim Higgiston (Us mission)17.45 Conclusione del World Dairy Forum 2014 Michel Nalet, president Eda
18 IL MONDO DEL LATTE
MIGLIORARE LE REGOLE
per l’alimentare e le relazioni commercialidi Rosanna Pecere
Nonostante l’intenso programma di appuntamenti istituzionali, e in attesa di conoscere la composizione della nuova Commissione europea, proseguono le attività in ambito europeo.
ISTITUZIONI, PROSSIME SCADENZE Dopo la nomina del presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, si studiano i diversi scenari per la nomina dei commissari dell’esecutivo europeo, prevista per l’inizio di novembre. Il primo nodo da sciogliere è certamente la nomina del Rappresentante della politica estera e di sicurezza della Ue, che sostituirà l’inglese Catherine Ashton. Successivamente il Parlamento europeo preparerà le audizioni dei candidati proposti dai Paesi membri per l’incarico di commissari. Il voto fi nale d’investitura della nuova Commissione dovrebbe aver luogo nella plenaria di fi ne ottobre. Tuttavia, se il Parlamento europeo richiederà audizioni supplementari, potrebbero causarsi ritardi nella costituzione della nuova Commissione. La Commissione europea è l’organo esecutivo dell’Ue e rappresenta gli interessi dell’Europa nel suo insieme. Il termine “Commissione” si riferisce sia al collegio dei commissari che all’istituzione stessa.
LA LITUANIA ADOTTA L’EUROIl Parlamento europeo ha espresso parere favorevole all’ingresso della Lituania
ATTUALITÀ_UE
nella zona euro dal primo gennaio 2015. La decisione fi nale è stata successivamente confermata nel Consiglio Affari generali. La Lituania sarà il 19esimo paese ad adottare come moneta l’euro. Il tasso di cambio permanente è stato fi ssato a 3,45280 Litas lituani per 1 euro. Gli altri Paesi entrati negli ultimi anni nella zona euro sono: la Slovacchia nel 2009, l’Estonia nel 2011 e la Lettonia a inizio 2014.
SICUREZZA DEGLI ALIMENTILa Commissione europea sta mettendo a punto un sistema informatico per le frodi alimentari, analogo al Rasff (Sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi) che sosterrà il lavoro della neoistituita rete Ue sulle frodi. Il sistema informatico costituirà una piattaforma per la cooperazione amministrativa transfrontaliera tra le autorità nazionali, per un rapido scambio di informazioni sulle attività ingannevoli e fraudolente da perseguire al di là delle frontiere.
CONTRASTARE LE PRATICHE SLEALILa catena di approvvigionamento
alimentare ha un’evidente dimensione di mercato unico europeo: il settore ha già avviato iniziative volontarie per affrontare comportamenti sleali, ma la Commissione intende stimolare gli Stati membri a mettere a disposizione quadri normativi coerenti per consolidare le iniziative di autoregolamentazione. In una recente comunicazione, la Commissione invita gli Stati membri a porre in essere le iniziative necessarie per contrastare le pratiche sleali nella fi liera alimentare. La comunicazione non propone un’azione normativa europea, ma esorta i 28 Paesi ad accertarsi di avere adottato a livello nazionale delle misure adeguate per contrastare le pratiche commerciali sleali. La parte più debole di un rapporto commerciale è economicamente dipendente dalla sua controparte e così spesso può decidere di astenersi dal fare ricorso a contenziosi giudiziari o a meccanismi di risoluzione volontaria per potersi difendere contro le pratiche commerciali sleali. Per disporre di un fattore dissuasivo e credibile contro le pratiche commerciali sleali,
Nell’ambito del “Forum di alto livello sul migliore funzionamento della
catena di approvvigionamento alimentare”, varato dalla Commissione
europea, gli operatori della filiera alimentare hanno concordato una serie
di principi di buona pratica che sono stati sviluppati nella cosiddetta
iniziativa volontaria della filiera, la “Supply Chain Initiative”. I promotori
sono sette associazioni europee che rappresentano i vari anelli della
filiera alimentare: i produttori
di alimenti e bevande (Food
Drink Europe), i produttori
di beni di marca (Aim), il
commercio al dettaglio
(Retail Round Table europea-
Errt, EuroCommerce,
Eurocoop e Independent
Retail Europe) e gli
operatori agricoli (Celcaa).
L’iniziativa mira anche a
garantire che le imprese
affrontino le controversie in
modo equo e trasparente.
Il sito dell’iniziativa,
disponibile anche in lingua
italiana, si trova a questo
indirizzo: http://www.
supplychaininitiative.eu
SUL WEB I SANI PRINCIPI PER LA FILIERA
ATTUALITÀ UE
la comunicazione suggerisce standard minimi applicabili in tutta l’Unione europea, che consentano di fare ricorso a un ente esterno per regolare eventuali conflitti.
20 IL MONDO DEL LATTE
L’importanza dell’attività ANALITICA150 esperti di tutto il mondo hanno partecipato al Simposio Idf/Iso di Berlino, dedicato
ai metodi di analisi e campionamento nella filiera lattiero-casearia
ATTUALITÀ
In che modo l’attività analitica può contribuire alla salute animale e alla qualità dei prodotti lattieri? A questa domanda ha cercato di rispondere il Simposio Idf/Iso, organizzato durante l’ultima Idf/Iso Analytical Week a Berlino. All’evento hanno preso parte 150 esperti analitici di tutto il mondo, inclusa l’Italia. Scopo del simposio era quello di evidenziare il ruolo cruciale dell’analitica e della standardizzazione nei vari stadi della filiera lattiero-casearia.Durante l’evento ai partecipanti è stato dato un quadro chiaro delle potenzialità dei metodi di analisi e campionamento per creare valore. È stato illustrato come questi metodi possano funzionare da fattori di salvaguardia e di miglioramento di qualità, sicurezza, efficienza e redditività. Un mercato globale è inevitabilmente sempre più interconnesso. Questo determina il riconoscimento di numerosi driver per gli standard analitici. Il simposio è stato anche una
vetrina per il settore lattiero tedesco. Ha infatti permesso ai padroni di casa di illustrare come l’attività analitica faccia parte integrante delle attività lattiere in Germania, non solo a livello di allevamenti, dove i dati sono alla base di decisioni utili per una gestione pratica e dagli effettivi risvolti economici, ma anche a livello regionale e nazionale, dove vi sono programmi per la raccolta e la valutazione dei dati per promuovere la salute delle mammelle degli animali. Il simposio è stato, quindi, anche l’occasione per focalizzare l’attenzione sull’importanza di interpretare sistematicamente i dati a disposizione, illustrando i modelli matematici impiegati per individuare fattori predittivi delle malattie.La settimana analitica della Fil/Idf si è svolta per la prima volta in concomitanza con la conferenza Icar (International commission for animal recording). L’evento è stato, pertanto, l’occasione per illustrare il progetto congiunto Idf/Iso e Icar, al quale ha preso
parte attiva anche Silvia Orlandini (Aia), esperta del Comitato italiano Fil/Idf. Il progetto è volto a definire un sistema di riferimento internazionale per la conta delle cellule somatiche nel latte crudo. Con un mercato sempre più dinamico e un crescente import/export di prodotti lattieri, l’equivalenza dei risultati analitici risulta fondamentale. La conta delle cellule somatiche – utilizzata per valutare lo stato di salute delle mammelle – è una delle analisi più frequentemente condotte a livello mondiale vista la sua rilevanza nella legislazione e nel pagamento del latte crudo. Nonostante questo, manca ancora la tracciabilità dei valori riportati a punto di riferimento a livello globale. Dal suo lancio, nel 2009, il progetto ha visto molti progressi e molte indagini sono state condotte per raccogliere informazioni dagli operatori e comprendere effettivamente le loro pratiche analitiche. Molto altro si potrà quindi ancora fare.
FIL/IDF
Il World Dairy Summit 2013 si è svolto a Yokohama tra il 28 ottobre e l’1 novembre dell’anno scorso e ha riscosso un grande successo. Alcune delle presentazioni esposte durante l’evento e i poster presentati sono stati ora pubblicati in due distinti Bollettini Fil/Idf:
Bollettino 472/2014 - Posters presented at the IDF World Dairy Summit 2013
La pubblicazione contiene quindici poster presentati durante l’Idf Wds 2013. Gli articoli coprono una vasta gamma di argomenti: probiotici, processi produttivi, analisi dei contaminanti e industria lattiera nipponica per aspetti che riguardano l’impatto ambientale della produzione di latte. Il costo della pubblicazione è di € 149,00.
Bollettino 473/2014 – Compilation of some presentations from the IDF World Dairy
Summit 2013
Il documento contiene tredici presentazioni fatte durante il WDds 2013. La pubblicazione è scaricabile gratuitamente dal sito della Federazione (www.fil-idf.org).
NUOVE PUBBLICAZIONI FIL/IDF
coccolattevi A4.ai 1 26/06/14 09.39
22 IL MONDO DEL LATTE
1
PROTAGONISTI
4 DOMANDE A...Umberto Agrimi, direttore del Dipartimento di Sanità
pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’Istituto superiore di sanità
di Massimo Forino
Laureato in medicina veterinaria, poco dopo aver concluso gli studi universitari, Umberto Agrimi è entrato nell’Istituto superiore di sanità, e qui – passo dopo passo – è giunto alla direzione del Dipartimento di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare.Oggi è, senza ombra di dubbio, uno dei massimi esperti europei di sicurezza alimentare, con una forte specializzazione nelle encefalopatie spongiformi trasmissibili. Agrimi ha infatti seguito da vicino tutta la vicenda della “mucca pazza”, rivestendo il delicato ruolo di direttore del reparto dell’Istituto che segue queste patologie e diventando uno degli esperti di riferimento dell’Efsa sulle malattie da prioni degli animali. Un curriculum di tutto rispetto, quindi, e un personaggio che è stato in prima linea in momenti delicati. Tutti ricordiamo, infatti, la grande enfasi mediatica che la “mucca pazza” ebbe in Italia e in Europa all’inizio del nuovo millennio.Agrimi è anche direttore della Scuola di perfezionamento in medicina veterinaria preventiva, sanità pubblica
e sicurezza alimentare e fa parte del comitato scientifico de L’Attendibile, la newsletter scientifica di Assolatte.Dottor Agrimi, con la sicurezza alimentare non si può scendere a patti e il Dipartimento che lei dirige è una delle roccaforti italiane a garanzia dei consumatori. Dal suo osservatorio privilegiato, cosa ne pensa della sicurezza dei prodotti in commercio?In campo alimentare, pochi Paesi al mondo pongono tanta attenzione come l’Italia nel coniugare sicurezza, qualità e gusto. Qui sono “ospite” di una delle più importanti associazioni dell’industria alimentare e io stesso faccio parte del sistema della sicurezza alimentare, ma la mia non è un’affermazione autoreferenziale. La normativa europea nell’ambito della sicurezza alimentare si è tradotta, in Italia, nella costruzione di uno dei sistemi di profilassi, vigilanza e controllo più robusti e capillari del mondo. Penso ai medici veterinari specializzati che operano presso i dipartimenti di prevenzione di ciascuna Asl, alla rete
dei laboratori degli Istituti zooprofilattici sperimentali, all’originale presenza – alle dipendenze funzionali del ministero della Salute – dei Nas, uno specifico nucleo specialistico dei Carabinieri. Anche la collocazione presso l’Iss – il più importante istituto di sanità pubblica italiano – di un Dipartimento di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare riflette la forte volontà del nostro Paese di garantire salubrità alle produzioni alimentari e sicurezza al consumatore. Il mondo della produzione è anch’esso molto sensibile e attento a questi temi, grazie anche al lavoro di armonizzazione operato dalle associazioni di categoria. Insomma, il sistema è ben strutturato. Certo, tutto è perfettibile e molto si potrebbe ancora fare. Ad esempio, il coordinamento tra la periferia e il livello nazionale non è sempre adeguato. Ce ne accorgiamo in occasione dei focolai di malattie a trasmissione alimentare che, proprio in virtù della globalizzazione dei mercati, necessitano di una visione
IL MONDO DEL LATTE 23
2nazionale o sovranazionale e quindi di adeguati luoghi di “sintesi” degli elementi, anche tecnici, provenienti dalle singole realtà territoriali. Un altro ambito rispetto al quale esistono importanti spazi di miglioramento è quello dell’utilizzo a fini valutativi dei
CONOSCIAMOLO MEGLIO
Felicità è...? Passare dal caos del mondo emerso al silenzio e all’incontaminata bellezza del mondo sommerso. Le mie vacanze al mare sono una specie di unica, lunga apnea.Il suo hobby? Gli animali, l’osservazione naturalistica, la conservazione della natura, il mare sono passioni che rasentano l’ossessione.Cucina tradizionale o innovativa? In generale, non sono un “conservatore” e non lo sono neanche in cucina. Ciononostante, pur non disdegnando l’innovazione e la sperimentazione gastronomica, penso che la dimensione della nostra cucina tradizionale sia talmente ricca e vasta che si possa apprezzare la novità pur rimanendo nell’infinita gamma dei sapori delle nostre ricette.Il piatto preferito? Senza dubbio la pasta con il pesce. Senza avere alcuna velleità, cucinare mi rilassa e diverte molto. E i primi di pesce sono i piatti che cucino e consumo più volentieri.Un posto in cui vorrebbe tornare? Vorrei tornare alla Porto Cesareo della mia infanzia, prima che quella meravigliosa località della provincia di Lecce venisse devastata dalla speculazione edilizia che ha fatto scempio di dune e spiagge.Lo sport preferito? Non sono un grande sportivo. Però da grande appassionato di natura e animali mi sono
dedicato per molti anni a quello che potremmo definire “trekking naturalistico”. Seguo volentieri il calcio e l’automobilismo.La squadra del cuore? Non sono un tifoso e non ho una squadra del cuore. Comunque, per solidarietà con mio figlio, appassionato ed esperto sin da piccolo, soprattutto di calcio-mercato (non chiedetemi perché!), mi dichiaro moderatamente juventino.Cosa c’è sul suo comodino? Oltre all’onnipresente laptop, in questi giorni c’è un libro. Dedico al piacere della lettura molto meno tempo di quanto vorrei, ma qualche settimana fa ho comprato assieme a mio figlio – diciottenne da pochi giorni –“Gli sdraiati” di Michele Serra. Abbiamo deciso di leggerlo entrambi e poi di commentarlo insieme. Pensavamo a un modo piacevole e utile per confrontarci, ma so già che l’esperimento si tradurrà in un’impietosa critica di mio figlio al modo con cui gli adulti vedono e interpretano il “loro” mondo.Il cantante preferito? L’altro ieri, sono andato a un concerto di Petra
Magoni: una voce straordinaria e una formidabile presenza scenica. Ma, per ragioni di età, rimango molto legato al rock e ai gruppi degli anni ’80 (Police, Clash, U2) e al post-punk dei Cure.
E la canzone? Non ne ho una preferita, ma mi piace canticchiare alla chitarra le canzoni dei cantautori degli anni ’70.Il formaggio che le piace di più? Molto difficile. Adoro la cucina romana e quindi, specialmente per i condimenti, il pecorino non manca mai in casa. Così è pure per il parmigiano. In generale preferisco i formaggi stagionati a quelli freschi o a pasta molle.Cosa non manca mai nel suo frigo? Facile: il latte.Il motto che sente suo...? Non ne ho uno, rifuggo dagli slogan.
UMBERTO AGRIMI
dati provenienti dalle attività di controllo. Il sistema dei controlli ufficiali (ma anche dell’autocontrollo) produce annualmente una mole immensa di dati analitici. È una fonte preziosa di informazioni che andrebbe meglio sfruttata e valorizzata sia ai fini della
valutazione del rischio sia per la programmazione risk-oriented delle attività.Da tempo le imprese lamentano la quantità di controlli ai quali devono sottostare e chiedono una razionalizzazione delle strutture destinate a
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3
PROTAGONISTI
4verifi care la sicurezza dei prodotti. Come coniugare effi cacia ed effi cienza delle procedure di controllo?Purtroppo in Italia le nuove leggi spesso si sommano alle precedenti, senza che vi sia la necessaria razionalizzazione. Nel settore alimentare esiste una forte frammentazione delle amministrazioni e delle autorità titolate a operare nell’ambito del controllo uffi ciale degli alimenti. I risultati del Piano nazionale integrato che, ai sensi del Regolamento n.882/2004, descrive il “sistema nazionale” del controllo uffi ciale degli alimenti, restituiscono l’immagine di un sistema altamente operativo ma anche molto complesso. Il riordino delle norme in materia di sicurezza alimentare, affi nché semplifi chino gli obblighi per gli operatori senza incidere negativamente sulla salute dei consumatori, è un obiettivo certamente auspicabile.Cosa dovrebbe fare l’industria per comunicare meglio quel che fa per
che bisognerebbe lasciare parlare solo i veri esperti, come quelli dell’Iss che si occupano a tempo pieno anche dei rapporti tra nutrizione e salute. Non sarebbe auspicabile una collaborazione più stretta tra il mondo della produzione e quello della scienza per zittire santoni e ciarlatani e per smentire le mille leggende sul cibo? Esistono due ordini di problemi. Il primo è rappresentato dalla capacità e dall’effi cacia comunicativa. Non ci si improvvisa comunicatori. Anche chi ha un’innata propensione alla comunicazione ha bisogno di studiare e di imparare le regole e le astuzie del confronto con i media e il grande pubblico. Il secondo problema è la selezione di voci autorevoli, competenti e – aggiungo – anche libere, sebbene questa qualità sia parte dell’autorevolezza.È vero, nel nostro Paese l’attenzione nei confronti del cibo è cresciuta in maniera sorprendente tanto da diventare ormai una vera e propria moda. Purtroppo, la qualità dell’offerta, specialmente per i più giovani, è molto scadente e, nel caso di alcuni programmi televisivi, addirittura deviante. Anche per questo, il nostro Dipartimento sta lavorando a un progetto di educazione nelle scuole (www.maestranatura.org) che utilizza l’alimento come occasione di studio delle scienze e di indirizzo verso corretti stili alimentari. Sul tema della formazione e della comunicazione, come su molti altri ambiti, l’Iss è aperto a collaborare con chiunque sia in grado di contribuire con competenza e autorevolezza alla promozione e alla tutela della salute pubblica. Anche la collaborazione con il mondo produttivo sarebbe oltremodo auspicabile, ovviamente nel rispetto delle reciproche prerogative e nella piena trasparenza delle regole.
garantire non solo la qualità ma anche la sicurezza dei prodotti che mette in commercio? Non saprei e non è compito mio dare consigli all’industria su come comportarsi nei confronti dei consumatori. D’altra parte la sicurezza di un alimento non è una qualità aggiunta, ma è un prerequisito perché un alimento possa defi nirsi tale. Non è perciò facile comunicarlo, specialmente attraverso gli strumenti del marketing pubblicitario. Penso comunque che l’autorevolezza, tradotta in questo caso come affi dabilità, competenza, esperienza, sia il canale migliore anche per rivolgersi a un’opinione pubblica certo emotiva e diffi dente, ma anche sempre più attenta e avida di informazioni utili, quando disponibili.Cibo e alimentazione sono oggi argomenti di gran moda e troppa gente si è improvvisata esperta per ottenere visibilità. Noi crediamo – invece – che siano temi molto seri e 4
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PREALPIUNA STORIA ITALIANA
È uno dei marchi più famosi e prestigiosi del settore lattiero-caseario italiano, con una forte specializzazione nella produzione di burro. Stiamo parlando di Prealpi, l’azienda di Varese nata nei primi anni Venti del secolo scorso, esattamente nel 1922, quando un giovane uffi ciale dei bersaglieri, Luigi Prevosti, reduce dalla Grande Guerra, iscrive alla camera di commercio della città lombarda un’impresa lattiero-casearia, portando nella “città giardino” un po’ di tradizione lodigiana.Il primo stabilimento è in pieno centro, la produzione è sostanzialmente artigianale, i panetti di burro vengono impacchettati a mano e sono riconoscibili per un quadrifoglio verde, da sempre simbolo dell’azienda. In pochi anni il marchio si fa conoscere e apprezzare, così l’azienda si espande.Dopo la parentesi della seconda guerra mondiale, la crescita aziendale riprende, anche grazie all’ingresso in azienda del fi glio del fondatore, Gianni Prevosti,
PROTAGONISTI
Nata quasi cent'anni fa, l'azienda varesina è cresciuta in maniera costante
specializzandosi nella produzione di burro. Oggi alla guida c'è Luigi Prevosti, nipote del
fondatore, che spiega le strategie aziendali. E cosa manca all'Italia per ripartire
di Massimo Forino
che si rivelerà un grande imprenditore. Nel 1955 il vecchio stabilimento non è più adeguato e le lavorazioni vengono portate nella nuova sede, in via Borri, una zona più periferica ma certamente più adatta alle nuove dimensioni aziendali. Sono anni d’oro: la domanda di formaggi cresce e l’azienda si organizza per soddisfarla. Vengono messe in funzione la linea di produzione del Fontal – poi abbandonata – e quella dei formaggi fusi, prodotti che riscuotono un immediato successo.Il nome dell’azienda si consacra così sul mercato italiano, che sta vivendo una vera e propria rivoluzione: la distribuzione si sta strutturando ed è necessario riorganizzare anche la produzione, con merci adatte agli scaffali. La domanda di prodotto cambia e Prealpi differenzia la propria offerta: i consumatori cercano
prodotti nuovi e Prealpi porta innovazione anche in un segmento tradizionale come quello del burro.In questa veloce carrellata, fatta di innumerevoli successi, arriviamo agli anni recenti, quando Gianni lascia le redini dell’azienda nelle mani del fi glio Luigi, che lo affi ancava da diverso tempo e che eredita una grande responsabilità: tenere
alto il nome dell’azienda negli anni diffi cili della crisi economica. Luigi Prevosti – Gigi per gli amici – ha studiato prima alla Scuola Europea e poi alla Bocconi, ed è entrato giovanissimo nell’azienda
di famiglia. Dopo qualche anno di affi ancamento al papà Gianni, è diventato amministratore delegato e vicepresidente dell’azienda. Oggi divide le sue giornate tra l’azienda, la famiglia e il suo impegno nelle associazioni, che hanno sempre fatto parte
"Bisognerebbe
fi ssare un tetto
alle promozioni
per tornare
a concentrarsi
sulla qualità"
IL MONDO DEL LATTE 27
CONOSCIAMOLO MEGLIO
Cos'è la felicità? Stare in qualche bel posto con la mia famiglia.Il suo hobby: La musica, la lettura e il cinema.
Cucina tradizionale o innovativa? Vanno bene tutte e due, basta che le innovazioni non siano pure
provocazioni.Il piatto preferito: La pasta: siamo
davvero un popolo fortunato!Un posto in cui vorrebbe tornare: Praga.Lo sport: Ahimé, non ne pratico e
lo seguo abbastanza poco.La squadra del cuore: L'unica che
non è mai stata in B (l'Inter, ndr).Cos'ha sul comodino: Il mio Kindle. Un libro che consiglierebbe: Recentemente mi sono piaciuti "Non so niente di te" di Paola Mastrocola e "Il bacio del pane" di Carmine Abate.
Il cantante o gruppo musicale preferito: Chi ama veramente la musica non fa classifiche, se non per periodi, generi, ecc... Diciamo che fra le cose recenti
mi è piaciuto il californiano Jonathan Wilson.E la canzone? Vale il discorso di prima, ma dico "Northern Sky" di Nick Drake.Il formaggio che ama di più: Scelta davvero difficile. Diciamo Gorgonzola, ma non è una vittoria netta.Il motto che la rappresenta: Quello che ha suggerito Steve Jobs: "Stay hungry, stay foolish".
LUIGI PREVOSTI
integrante della sua vita professionale. A poco più di 25 anni, infatti, ha cominciato a frequentare le stanze di Assolatte, dove ha incontrato e lavorato con il meglio degli imprenditori e dei manager del settore lattiero-caseario italiano, facendosi apprezzare per la preparazione, la capacità di analisi, l’equilibrio e il rispetto per le idee altrui. Un apprezzamento che lo ha portato a diventare vicepresidente dell’associazione nel 2004.Ma la sua passione per la vita associativa non si ferma ad Assolatte: Prevosti partecipa,
infatti, all’Unione industriali di Varese, dov'è stato presidente del Gruppo alimentari, membro della giunta e vicepresidente, alla Camera di commercio di Varese e dell’Associazione delle industrie dei beni di consumo (Ibc). Una vita ricca di impegni, quindi, che dimostra che si può fare impresa ad alto livello senza trascurare la delicata attività delle relazioni istituzionali.Per molte aziende il burro è una commodity. Non per Prealpi, che ne ha fatto un prodotto di marca, investendo sul nome, differenziando la
produzione, inventando decine di tipologie e di referenze. Quali sono i vantaggi e quali i problemi dell’essere da sempre uno dei leader del mercato?Purtroppo, l’impressione è che la crisi iniziata nel 2007 abbia inciso in modo molto forte sulle abitudini e sul mood degli italiani. Prima essere leader consentiva di fare innovazione, comunicazione e stimolava il mercato. Oggi, invece, le ricerche di mercato dimostrano che le quote di vendita, che fino a pochi anni fa sembravano quasi inamovibili, tanto che
28 IL MONDO DEL LATTE
PROTAGONISTI
bisognava sudarsele nel tempo, sono molto sensibili alle singole promozioni dei distributori. E se si parla solo di prezzo…Negli ultimi anni il burro ha conosciuto una volatilità delle quotazioni davvero impressionante, che ha messo a dura prova le imprese lattiero-casearie. A suo avviso, quali sono le cause di questa volatilità e cosa si potrebbe fare per contrastarla?Altro grande problema del dopo 2007. Penso che nessuno sia veramente in grado di dire da che cosa dipendano queste fluttuazioni, e anche i top player del settore sono spesso sorpresi dalle fluttuazioni. L’unica possibilità è quella di seguirle, ma purtroppo negli anni passati abbiamo assistito troppo spesso ad atteggiamenti intransigenti da parte della clientela, che hanno avuto gravissime conseguenze sui nostri bilanci.Prealpi è una realtà importante anche nel mondo dei formaggi fusi, un segmento che vale complessivamente più di 50.000 tonnellate all’anno e che segna volumi di vendita in crescita, anche grazie agli investimenti e a tanti nuovi e innovativi prodotti. Quanto incide sulle vendite la voglia di nuovo dei consumatori?Indubbiamente quello dei formaggini è un settore che sta conoscendo una buona vivacità. Aveva iniziato a essere rivitalizzato dall’avvento dei discount, in quanto prodotto che ha ancora una gran convenienza con una buona qualità: si pensi che nel tipo "normale" si può trovare sul mercato una scatola di 8 formaggini di ottima qualità a meno del costo di una tazzina di caffè al bar. E questa sorta di rinascita ha spinto alcuni operatori a variarne la composizione base, creandone
quasi un tipo "deluxe". Penso che a quel punto la base dei consumatori sia tornata giustamente ad allargarsi, ed è giusto che sia così.I rapporti tra industria e distribuzione non sono mai stati semplici, ma il calo dei consumi dovuto alla crisi economica e la volatilità delle quotazioni hanno acuito le tensioni. Cosa fare per migliorare le relazioni tra le parti? L’articolo 62 ha aiutato o invece ha peggiorato la situazione?Ne accennavamo prima: è un discorso molto complesso, che avrebbe bisogno di una sorta di regia. Il nostro è un paese che per troppi aspetti non è competitivo sul fronte dei prezzi, mentre lo è sul piano delle eccellenze. Ma in questo modo alla lunga può essere solo danneggiato
dalla pura competizione di prezzi: non credo che si faccia un buon servizio al paese vendendo continuativamente olio extra vergine di oliva a 3 euro al litro al consumo.Se vogliamo puntare a competere sui prezzi, bisogna avere l’energia al prezzo dei concorrenti, le loro imposte, le loro infrastrutture e ovviamente materie prime ai medesimi costi. Siccome ho qualche dubbio che in tempi brevi qualcuno sia capace di risolvere questi problemi, forse è meglio cercare altre strade. Vuole una proposta concreta? Perché non pensiamo, almeno sugli alimentari di base, a fissare per legge un tetto alle promozioni, così come è stato fatto per i libri? Magari ricominceremmo a farci concorrenza sulla qualità e questo sarebbe senzaltro positivo per tutti.
Prealpi in cifreFatturato: 60 milioni di euro
Dipendenti: 115
Prodotti principali: Burro
Prealpi, Nuovo Prealpi,
Pizzottella, Dinki
Sterilgarda Alimenti S.p.A. - Via Medole 52 - 46043 Castiglione delle Stiviere - Mantova - Italy - tel. +39 0376 6741 - www.sterilgarda.it
30 IL MONDO DEL LATTE
ECONOMIA
Vendite in aumento, sia a volume che, in misura ancora più signifi cativa, a valore. Un’offerta sempre più ampia e segmentata, pronta a soddisfare le più diverse esigenze di consumo e utilizzo. Una rivalutazione del suo ruolo nella dieta, dopo le frequenti demonizzazioni subite in passato. In uno scenario generale ancora fortemente infl uenzato dalla crisi, il mercato del burro va controcorrente e si distingue per le performance positive, riassumibili in queste tendenze generali. Complessivamente, infatti, le vendite hanno registrato un +1,4% a volume, passando dalle 48.818 alle 49.500 tonnellate, e un ancor più soddisfacente +6,1% a valore, superando i 377 milioni di euro, dagli oltre 355 milioni dello scorso anno (fonte Nielsen MarketTrack, totale Italia, a.t. 21/04/2014 su a.t. 20/04/2013).Se è l’area 1 ad arrogarsi ancora il 35,3% delle vendite, che con un incremento dell’1,5% a volume raggiungono le 17.456 tonnellate, spicca la crescita registrata sia a volume (+4%) che a valore (+9,8%) dall’area 4, dove si sono raggiunte le 8.382 tonnellate e i 61,6 milioni di euro, mentre l’area 3 ha conosciuto una leggera fl essione dello 0,2% a volume e un aumento a valore del 5,1%. È, infi ne, in linea con il trend complessivo del mercato lo sviluppo del 6% a valore messo a segno dall’area 2, che a volume registra invece un timido +0,9%, attestandosi sulle 12.655 tonnellate.
CRESCITA A DOPPIA CIFRA PER LE VENDITE NEI DISCOUNTDal punto di vista della canalizzazione delle vendite, i super continuano a farla da padrone,
con volumi pari a 20.111 tonnellate (+1,9% sull’anno precedente) e una crescita a valore del 7,4%, con cui raggiungono i 159,2 milioni di euro. Gli iper, invece, segnano una lieve fl essione a volume (-0,3%) ma un soddisfacente +5,1% a valore, per un fatturato vicino ai 90 milioni di euro, mentre sono negative le performance del libero servizio e del traditional grocery. Per il primo il calo è dell’8,3% a volume e del 4,2% a valore; nel caso del secondo, invece, è quantifi cabile in un -6,5% e -3,3 per cento. Ottimo, infi ne, il trend dei discount, interessati da un balzo del 17,5% a volume, con vendite pari a 7.737 tonnellate, e del 29,1% a valore, per un fatturato complessivo di 42,8 milioni di euro.Sul fronte dei prezzi, si rileva un incremento medio generale del 4,7%, frutto di una crescita più contenuta in area 1 (+3,7%) e di una più elevata in area 2 (+4,9%), in area 3 (+5,2%) e in area 4 (+5,5 per cento). A livello di canali distributivi, invece, gli aumenti di prezzo più rilevanti si riscontrano nei discount (+9,7%), seguiti da super (+5,5%), iper (+5,3%), libero servizio (+4,5%) e traditional grocery (+3,4%). In linea generale, si fa evidente un allargamento della forbice tra i prodotti di primo prezzo e quelli dal posizionamento elevato. In quanto poi alle referenze, sono gli Iper a esibirne a scaffale il numero medio più sostanzioso: 26,1, con un delta di 1,2 rispetto alle rilevazioni dello scorso anno. Seguono i supermercati, con 13,2 referenze e un delta di
Vendite in crescita, assortimenti ampi
e differenziati, attenzione al servizio.
Ecco come e perché il classico panetto,
fi nalmente promosso anche dal punto di
vista nutrizionale, sta riconquistando gli
italiani. E non solo
di Mariangela Molinari
BURRO,un mercato
controcorrente
32 IL MONDO DEL LATTE
L’ANDAMENTO DEGLI ACQUISTI DI BURRO IN ITALIA
FONTE: NIELSEN MARKETTRACK
Volume
(tons)
Valore
(€000)
Prezzo
medio (€)Numero medio
referenze
49.500
17.456
12.655
11.007
8.382
49.500
11.929
20.111
6.473
3.250
7.737
1,4
1,5
0,9
-0,2
4,0
1,4
-0,3
1,9
-8,3
-6,5
17,5
377.147
138.202
96.732
80.578
61.635
377.147
89.792
159.261
55.621
29.657
42.816
6,1
5,1
6,0
5,1
9,8
6,1
5,1
7,4
-4,2
-3,3
29,1
7,62
7,92
7,64
7,32
7,35
7,62
7,53
7,92
8,59
9,13
5,53
4,7
3,7
4,9
5,2
5,5
4,7
5,3
5,5
4,5
3,4
9,7
4,9
5,2
6,2
4,9
4,3
4,9
26,1
13,2
7,3
3,0
3,1
0,1
0,0
0,3
0,1
0,2
0,1
1,2
0,3
0,0
0,0
-0,1
TOTALE ITALIA
AREA 1
AREA 2
AREA 3
AREA 4
TOTALE ITALIA
IPER
SUPER
LIBERO SERVIZIO
TRADITIONAL GROCERY
DISCOUNT
A.T. 20/04/14
VAR.%
A.T. 20/04/14
VAR.%
A.T. 20/04/14
VAR.%
A.T. 20/04/14
VAR.%
0,3 sul 2013, il libero servizio e il traditional grocery, rispettivamente con 7,3 e 3. Infi ne i discount, con 3,1 referenze.
UN’OFFERTA SEMPRE PIÙ SEGMENTATASe questo è lo stato dell’arte descritto dai numeri, è interessante comprendere i fattori alla base del trend. Come nel caso di farina, uova e zucchero, vale a dire gli ingredienti base della cucina, anche dietro all’incremento delle vendite di burro, infatti, possiamo cogliere in prima battuta il ritorno alle preparazioni home made e una ricerca sempre più diffusa di ingredienti di qualità. Con la complicità della crisi, dunque, aumentano i consumi domestici rispetto a quelli fuori casa e, contemporaneamente, si ritrova il gusto di cucinare con ingredienti genuini: un desiderio di mettersi alla prova dietro ai fornelli stimolato non da ultimo anche dal proliferare di trasmissioni televisive a tema culinario. Non stupisce, dunque, che tutto questo fi nisca col tradursi, inevitabilmente, in un aumento delle vendite di burro, considerata la sua indispensabile presenza in un gran numero di ricette, sia dolci che salate.Va poi considerato anche l’ampliamento e la segmentazione della stessa offerta delle aziende produttrici. Si fanno sempre più profondi, infatti, gli assortimenti all’interno dei quali scegliere la referenza più adatta, in base
all’utilizzo che se ne prevede: a crudo o nelle diverse preparazioni. Tanto che, ormai, più che
di burro al singolare, sarebbe più opportuno parlare di “tipi” di burro a basso contenuto di grassi, senza lattosio, salato, alle erbe e chiarifi cato, che, grazie alla sottrazione di latticello, presenta un punto di fumo più alto rispetto al prodotto tradizionale e si presta, quindi, a essere utilizzato nelle cotture a fi amma viva.
LA RIVALUTAZIONE ANCHE IN COTTURAInfi ne, non va sottovalutata la riabilitazione che il burro sta
vivendo dal punto di vista nutrizionale, dopo essere stato più volte demonizzato quale responsabile di un eccessivo apporto di grassi. Ora, invece, si va fi nalmente diffondendo la consapevolezza di quanto possano essere sterili e fuorvianti le campagne contro un singolo alimento, alternativamente esaltato o condannato. A spezzare ben più di una lancia a favore del burro negli ultimi mesi è sceso in campo niente meno che “Time Magazine”, che al sostanzioso alimento ha dedicato addirittura una copertina, con tanto di ricciolo biondo su sfondo nero, la perentoria esortazione “Mangiate burro” e un invitante sottotitolo: “Gli scienziati avevano demonizzato i grassi. Ecco perché si sbagliavano”.“Time Magazine” a parte, sono diversi gli studi
In netta
controtendenza,
nel mercato
del burro cala
la pressione
promozionale:
-3,2% annuo
in super e iper
ECONOMIA
34 IL MONDO DEL LATTE
ECONOMIA
che, dati ed esperimenti alla mano, mostrano come anche a caldo il burro sia pienamente compatibile con un’alimentazione sana e attenta. Tra gli ultimi ne fi gurano due francesi: uno condotto dall’Istituto Politecnico LaSalle-Beauvais, che ha sfatato il tabù alimentare del burro cotto, e uno di Iterg, che ne conferma la stabilità anche se sottoposto alle alte temperature della cucina.E sempre in Francia (forse non a caso), il burro torna prepotentemente di moda. Se, infatti, negli ultimi tempi, pur mantenendosi in testa alla classifi ca mondiale con un consumo pro capite di circa 4 chilogrammi l’anno, i cugini d’Oltralpe avevano sensibilmente diminuito gli acquisti del tradizionale panetto, dallo scorso gennaio le vendite hanno ripreso quota, registrando un incremento in Gdo del 4,7%, trainato dai prodotti classici, tornati ad avere la meglio sulle referenze light.
SEMPRE PIÙ AMATO E CONSUMATO ANCHE AL SUDIl burro, dunque, si sta godendo la sua meritata rivincita in più Paesi, sia in virtù delle sue caratteristiche organolettiche che del contributo che può offrire ai fornelli. In Italia questo sta avvenendo in modo trasversale dal punto di vista geografi co. Una ricerca commissionata nel 2012 da Assolatte ad AstraRicerche, infatti, mostrava quanto sia ormai distante dal vero la convinzione che il burro sia più consumato al Settentrione. Proprio al Sud, infatti, si rilevava a sorpresa la quota più elevata di consumatori (81,6% contro il 76,8% di media nazionale), mentre al Nord si registrava la percentuale più elevata di italiani che rinunciano a questo alimento (27,5% nel Nord-Ovest, contro
il 23,2% della media nazionale e il 18,4% nel Sud). Il Settentrione non viene però meno al suo primato in quanto alla frequenza di utilizzo: da una a più di sette volte a settimana per il 14,5% degli interpellati, contro l’11,4% della media nazionale e un uso decisamente meno frequente al Meridione.
IL MERCATO DEL BURRO: SALES LOCATION E CANALI
VOLUME
100,0
35,3
25,6
22,2
16,9
100,0
24,1
40,6
13,1
6,6
15,6
VALORE
100,0
37,0
25,7
21,6
15,8
100,0
24,0
41,7
16,3
8,6
9,3
IN % - FONTE: NIELSEN MARKETTRACK
TOTALE ITALIA
AREA 1
AREA 2
AREA 3
AREA 4
TOTALE ITALIA
IPER
SUPER
LIBERO SERVIZIO
TRADITIONAL GROCERY
DISCOUNT
Il ritorno alle
preparazioni
domestiche
favorisce l’acquisto
di burro, che
sembra scampare
alla riduzione
del carrello della
spesa
La nostra storia inizia più di 40 anni fa, in Puglia e prosegue in Piemonte. Il Gruppo possiede tre marchi
PUGLIESE: specializzato nella produzione di Formaggi freschi a Pasta Filata come: Mozzarella Fior di Latte, Ricotta, Burrata,
Scamorza Bianca e Affumicata, Mozzarella per Pizza.
CONRADO: specializzato nella produzione di Formaggi a Pasta Molle tipici della tradizione Casearia Piemontese:
Crescenze, Stracchini, Tomini.
SPEGA: specializzato nella produzione di Formaggi di Mucca e di Capra, stagionati e semi-stagionati, Yogurt e Latte.
CASEIFICIO PUGLIESE F.LLI RADICCI S.P.A.
CONSORZIO TUTELA FORMAGGIO GORGONZOLA DOPwww.gorgonzola.com
IL MONDO DEL LATTE 37
Ogni anno in Canada arrivano quasi 4.500 tonnellate di formaggi italiani, per un valore di oltre 43 milioni di euro. L’interesse dei retailer e dei consumatori canadesi per i nostri formaggi è in continua crescita: nel 2013 è stato registrato un aumento del 2% delle quantità esportate e nel primo quadrimestre di quest’anno l’export è ulteriormente cresciuto del 1,3%. A farla da padrone in Canada sono Grana Padano e Parmigiano Reggiano (circa 3.000 tonnellate complessive), seguiti da Pecorino Romano, Mozzarella, Provolone e Gorgonzola.Per i prossimi anni si prevede, tuttavia, una
GENNARO AURICCHIO SPA Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
Via Dante, 2726100 CremonaTel. 0372/403311Fax 0372/[email protected]
www.auricchio.it
BRAZZALE SPA Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta fi lata, Parmigiano Reggiano
Via Pasubio, 236010 Zané (VI)Tel. 0445/313900Fax 0445/[email protected]
www.brazzale.com
GLI ESPORTATORI
ECONOMIA
crescita esponenziale delle esportazioni. L’accordo economico e commerciale Ceta (Commercial and economic trade agreement), siglato nell’ottobre 2013, consentirà il libero scambio tra Ue e Canada e l’eliminazione del 99% delle tariffe oggi esistenti. Secondo la Commissione europea questo porterà un aumento del commercio bilaterale del 23%, con un incremento potenziale del pil dell’Unione europea di circa 11,6 miliardi di euro. Si stima che nel solo settore lattiero-caseario l’accordo porterà un aumento dell’80% delle quantità esportabili in Canada: dunque, saranno 18.000 le tonnellate aggiuntive di formaggi europei che potranno presto
AMBROSI SPA Via dei Ponticelli,125014 Castenedolo (BS)Tel. 030/2134811Fax 030/[email protected]
BERTOZZI SPA Strada Roma, 1/A43044 Collecchio (PR)Tel. 0521/333911Fax 0521/[email protected]
L’export di formaggi italiani in Canada
cresce con passo regolare da anni. Ma
presto prenderà velocità: con l’entrata in
vigore dell’accordo di libero scambio con
la Ue, le quantità di formaggi esportabili
aumenteranno dell’80%
di Marco Deponti
CANADA: ASPETTANDO GLI EFFETTI DEL CETA
38 IL MONDO DEL LATTE
Da gennaio ad
aprile 2014
l’export di
formaggi italiani
in Canada è
cresciuto dell’1,3%
BRESCIALAT SPA Grana Padano, Parmigiano Reggiano, crescenza, mozzarelle, Taleggio, Gorgonzola, ricotta, mascarpone.
Via Castellana 1/A25032 Chiari (BS)Tel. 030/7009878Fax 030/[email protected]
SAVIOLA SPA Produzione: Grana Padano, Parmigiano Reggiano.
Via Arini, 4246012 Bozzolo (MN)Tel. 0375/313411Fax 0375/[email protected]
LATTERIA SORESINASOC.COOP AGRICOLA Grana Padano, Parmigiano Reggiano, provolone, burro, latte fresco, latte uht, panna.
Via dei Mille, 13/1726015 Soresina (CR)Tel. 0374/349111Fax 0374/[email protected]
arrivare sulle tavole canadesi.Oltre alla progressiva liberalizzazione degli scambi, l’accordo affronta altri temi cruciali come i diritti di proprietà intellettuale e le Dop. Infatti l’accordo include un primo elenco di prodotti Dop che saranno protetti anche in Canada. Tra di essi ci sono ben 11 formaggi italiani a denominazione d’origine: Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Sardo,
Pecorino Toscano, Provolone Valpadana, Taleggio. Ma tutto questo non basta a risolvere il problema dell’Italian sounding. L’intesa, prevede, infatti, una sorta di coesistenza: i produttori caseari canadesi potranno continuare a utilizzare i nomi che stanno usando – ossia le denominazioni dei nostri formaggi più famosi – ma
dovranno eliminare dalle etichette qualunque riferimento all’Italia e specifi care che si tratta di un prodotto “made in Canada”.
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
PECORINO
MOZZARELLA, RICOTTA ED ALTRI FORMAGGI FRESCHI
ALTRI FORMAGGI DURI
GRATTUGIATI
PROVOLONE
ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO
GORGONZOLA
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ITALICO TALEGGIO
FORMAGGI FUSI
ALTRI FORMAGGI
FONTINA FONTAL
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
TOTALI
VOLUME (TONS) VALORE (.000€)
2013
1.028
176
66
54
35
20
20
35
23
6
2
2
1
1
3
1.473
2014
1.050
131
80
52
45
44
30
24
21
6
3
2
1
1
0
1.491
VAR.
2%
-26%
22%
-4%
27%
117%
47%
-31%
-10%
2%
48%
-1%
-9%
19%
-90%
1,3%
IL TREND DEI FORMAGGI ITALIANI IN CANADA: CONFRONTO PRIMO QUADRIMESTRE 2013 E 2014
2013
10.796
1.220
414
406
357
133
147
224
175
78
10
7
18
8
17
14.008
2014
10.470
1.088
520
404
445
327
259
165
169
79
17
12
14
10
7
13.987
VAR.
-3%
-11%
26%
0%
25%
147%
76%
-26%
-4%
1%
65%
63%
-19%
19%
-62%
-0,2%
ECONOMIA
40 IL MONDO DEL LATTE
CIRESA FORMAGGI Via Vittorio Emanuele, 6223815 Introbio (LC) ValsassinaTel. 0341/980540Fax 0341/[email protected]
AGRIFORM SCA Via Rezzola, 2137066 Sommacampagna (VR)Tel. 045/8971800Fax 045/ [email protected]
BERNERI SPA
Via delle Industrie, 624040 Lallio (BG)Tel. 035/200991Fax 035/[email protected]
MARIO COSTA
Corso Vercelli, 328100 Novara (NO)Tel. 0321/452376Fax 0321/[email protected]
GLI ESPORTATORI
GELMINI CARLO SRL Via Papa Giovanni XXIII, 1520080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4Fax 02/90.09.80.30info@caseifi cio-gelmini.it www.caseifi cio-gelmini.it
F.LLI PINNA AZIENDA CASEARIA SPA Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS)Tel. 079/886009Fax 079/886 [email protected]
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (da gennaio ad aprile 2014)
ECONOMIA
MO
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MAG
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MAG
GI
FUSI
ALT
RI
FOR
MAG
GI
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BO
RIN
ATI
CODICE DOGANALE
PAESI
EUROPAUNIONE EUROPEASVIZZERAC.S.I.ALTRI PAESI EUROPEIAFRICANORD AMERICACANADAUSACENTRO E SUD AMERICABRASILEMESSICOALTRI PAESI DEL CENTRO SUDASIAGIAPPONECINAINDIAHONG KONGSINGAPOREALTRI PAESI ASIATICIOCEANIAAUSTRALIANUOVA ZELANDAALTROTOTALE MONDO-TONNELLATE di cui extra UE-MIGLIAIA DI EURO di cui extra UE
37.61633.3692.9671.149
13136
85580
7751722
132.5201.342
279237890
70817415915
41.2187.849
180.95039.664
18.94716.3621.973
52191
1433.7961.0502.746
207705483
1.31961767283722
548625607184
25.0418.679
247.74081.846
8.2877.858
199116114
310345583
31554558
58
391616
8.567709
74.0635.719
1.7631.685
3444
103.510
1313.379
211632
116911
11
2264613
5.4843.799
43.28429.188
4064050 04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 0406913
04069015 04069017
4069099 4069073 40630 04064010 04064090
040610 4069061 40620 4069063
4.9904.654
2626959
16824
1447412
166649112
89747311
5.415761
33.0375.155
2.7282.552
679613
23129052
2385736
2163222169525420
216979431
4.0361.484
27.42810.630
1.7851.372
21938
15625
2111
210155
1019934671
159
73745031
2.310938
13.1786.676
1.2451.188
3819
621444
17011713
101
117
219217
2
1.705517
10.8333.390
1.4811.319
8576124220
555
5
4522
1.544225
5.212941
1.3411.229
1111
162
20
31
2326
13112
1.403174
8.6431.181
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
IL MONDO DEL LATTE 41
TRENTIN SPAvia Genova 19 (z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111Fax 0442/398150 [email protected] www.trentingroup.it
ZANETTI SPAProduzione, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
Via Madonna, 124040 Lallio (BG)Tel. 035/201511Fax 035/[email protected]
FRANCIA
GERMANIA
REGNO UNITO
BELGIO
SPAGNA
AUSTRIA
PAESI BASSI
LUSSEMBURGO
DANIMARCA
ALTRI PAESI UE
TOTALE UE A 28
11.976
2.834
4.844
3.480
1.723
1.630
668
1.697
767
3.750
33.369
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 040690130406901504069017
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069075
- 04069079 -04069076 -04069087
04069019019-905
9082-90840406908
90930406401
4090
04069063 04069099 040630 04069073 04069001040610 04069061 040620 04064050
2.410
6.025
1.973
756
917
839
719
118
496
2.109
16.362
2.856
1.881
963
510
449
241
179
35
121
623
7.858
1.233
1.261
275
207
289
138
337
191
246
477
4.654
320
855
124
118
122
129
91
49
40
639
2.487
149
570
232
114
199
68
234
7
80
899
2.552
517
216
286
120
112
121
143
385
94
301
2.295
318
513
199
100
38
32
117
8
45
315
1.685
395
161
275
17
119
35
24
3
20
323
1.372
57
8
29
109
875
1
7
233
1.319
185
207
52
105
491
7
47
6
21
67
1.188
1
137
2
42
33
48
263
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI ( da gennaio ad aprile 2014 - in tons)
20.416
14.532
9.252
5.636
5.471
3.243
2.601
2.506
1.963
9.784
75.404
MO
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CODICE DOGANALE
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04069088 04069093
4069087 04069023 04069025 04069027 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
04069018 04069019 04069050 04069082 04069084
4069079 4069075 4069076 4069001
975627
2346
213671
1641214
74
2733
1.058431
5.5942.035
862794662
126821470
120115
3
222
2
1.066272
7.5681.868
710692171
1425
25125
1253
1
20
3
880188
4.523919
459439164
2257
2570
32
111
722283
5.3191.938
6646173971
15112
3109
33
5020
302020
864247
5.8151.735
400259137
4
117130
1412
22
23737
613354
4.4112.360
18212556
14
1131
1120
21
133
304179
2.2721.232
264263
1
3
34
41614
1122
28926
876223
84.69975.4046.2882.493
514531
9.9151.4908.425
47314361
2695.4632.584
564105231160
1.8191.4261.358
4712
102.51927.115
680.746196.700
42 IL MONDO DEL LATTE
ECONOMIA
Giugno è stato positivo per le produzioni di tutti i principali formaggi Dop, tranne il Gorgonzola, che “sconta” le abbondanti produzioni dei primi cinque mesi del 2014. La crescita delle consegne di latte ha determinato un aumento di tutte le produzioni Dop che, dopo il calo di inizio 2013, sono tornate a livelli paragonabili, se non superiori, a quelli del 2012.
nei primi sei mesi sono state prodotte 2.726.713 forme, il 4,1% in più rispetto al primo semestre 2013. I mesi migliori sono stati marzo, aprile e maggio, in cui le produzioni hanno superato anche quelle del 2012.
la produzione si mantiene ai livelli del 2013, mentre continuano a calare le quotazioni (-9% da inizio 2014). Nei primi sei mesi sono state prodotte 1.713.562 forme, ossia 1.000 in più rispetto al 2013.
il primo semestre si
FORMAGGI DOP
BORSA PREZZI
MILANO
BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA,
PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. (CE)
N° 1234/2007
BURRO DI CENTRIFUGA
ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA,
PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
GRANA PADANO STAGIONATURA DI 13-15 MESI E OLTRE
GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI E OLTRE
GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI E OLTRE
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI E OLTRE
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE
GORGONZOLA FRESCO
GORGONZOLA MATURO
ITALICO MATURO
TALEGGIO FRESCO FUORI SALE
TALEGGIO MATURO
PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA
PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA
LODI
LATTE SPOT ITA
PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO
COMPRENSORIALE-PARMA)
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI)
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI)
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI)
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
2014
GIUGNO
MEDIA
2,55
3,223,42
2,357,796,915,58
10,209,458,204,055,505,354,605,355,735,982014411,3
10,889,538,938,09
2013
GIUGNO
MEDIA
3,23
3,733,93
3,038,156,785,38
11,0310,288,683,735,085,134,335,085,135,382013439
11,6510,289,688,64
VAR.VAR.
-20,9%
-13,6%-12,9%
-22,3%-4,5%2,0%3,7%-7,5%-8,1%-5,5%8,7%8,4%4,4%6,4%5,4%
11,7%11,2%VAR.
-6,3%
-6,7%-7,3%-7,8%-6,4%
2014
LUGLIO
MEDIA
2,55
3,253,45
2,357,766,895,56
10,109,358,094,055,505,354,605,355,735,982014400
10,849,498,898,03
2013
LUGLIO
MEDIA
3,35
3,854,05
3,158,106,755,38
10,9810,238,653,735,085,134,335,085,135,382013452,5
11,5810,209,608,63
VAR.
VAR.
-23,9%
-15,6%-14,8%
-25,4%-4,2%2,0%3,5%-8,0%-8,6%-6,5%8,7%8,4%4,4%6,4%5,4%11,7%11,2%VAR.
-11,6%
-6,3%-6,9%-7,4%-7,0%
DESCRIZIONE
chiude con numeri da record e conferma un trend positivo che prosegue ininterrotto dal 2010, salvo il rallentamento registrato lo scorso anno. Nei primi sei mesi del 2014 la produzione è cresciuta del 9,1%, raggiungendo quota 2.126.316 forme.
il 2014 è un anno a sé, difficilmente confrontabile con i precedenti per l’introduzione del piano di regolazione dell’offerta. La produ-zione è calata in particolar modo in marzo (-7,1%) e aprile (-4,2%). Tuttavia, grazie al recupero registrato in giugno (+8,4%), la variazione tendenziale è
GRANA PADANO DOP
PARMIGIANO REGGIANO DOP
GORGONZOLA DOP
ASIAGO DOP
TALEGGIO DOP*
QUARTIROLO LOMBARDO DOP*
426.387
272.452
295.827
126.645
550,5
342,8
7,2%
0,7%
-4,7%
8,4%
11,8%
9,2%
2.726.713
1.713.562
2.126.316
824.376
4.175
1.903
4,1%
0,1%
9,1%
-0,8%
2,4%
1,0%
risalita, chiudendo il semestre con un leggero calo.
dopo un primo trimestre negativo, la produzione si è ripresa e il primo semestre si chiude con un avanzo del 2,4%. Positivo, in particolare, il mese di giugno con il 12% in più rispetto allo stesso mese del 2013.
il primo trimestre è stato il momento più produttivo del 2014. Questo ha permesso di chiudere i primi sei mesi in positivo, nonostante i cali produttivi di aprile e maggio.
N. FORME - *TONNELLATE
44 IL MONDO DEL LATTE
NORMATIVE
LAVORI IN CORSO
SULLO STANDARD CODEXPER I FORMAGGI FUSI
Riprendono i lavori per dare ai formaggi fusi uno standard internazionale. Entro
gennaio 2015 sarà redatto un primo documento che darà un quadro generale.
L’obiettivo è farne approvare la versione defi nitiva nel 2016
di Chiara Fabrizi
46 IL MONDO DEL LATTE
Il ritiro degli Standard Codex sui formaggi fusi risale ormai al 2010.Da allora però i lavori non si sono mai interrotti. Per oltre due decenni sono stati fatti molti tentativi per discutere un nuovo standard che tenesse in considerazioni esigenze e nuove tecnologie. Ma nonostante i numerosi dibattiti non si è mai riusciti a trovare una nuova posizione condivisa sul tema.Visto l’immutato interesse di alcune delegazioni per uno standard sui formaggi fusi, soprattutto quelle dei Paesi dell’America latina, dei Caraibi e del vicino Oriente, la Commissione Codex ha ritenuto appropriato fare un ulteriore tentativo per trovare la sperata mediazione. È stato, quindi, istituito un gruppo di lavoro presieduto da Nuova Zelanda e Uruguay, il cui compito è stato quello di eseguire una nuova indagine per capire se ci fossero le condizioni per sviluppare uno standard e, per un’eventuale proposta di lavoro che definisse scopo e prodotti coperti, composizione (ad esempio, quantità minima di formaggio) e ingredienti, quali gelatina, amidi e stabilizzanti. Al gruppo è stato affidato anche il compito di verificare se fosse o meno necessario sviluppare uno standard sui prodotti analoghi ai formaggi fusi, dove formaggio e prodotti lattieri sono sostituiti con ingredienti di origine differente.
OGNUNO HA LE PROPRIE NORMATIVE
Il gruppo ha inviato un questionario al quale hanno contribuito oltre 30 Paesi e i cui risultati sono stati presentati in occasione della riunione dello scorso luglio.L’indagine ha confermato l’esistenza di standard nazionali obsoleti e di posizioni ferme su preferenze nazionali storiche (come il contenuto di formaggio e l’accettazione di ingredienti quali l’amido o la gelatina).Ragion per cui il gruppo di lavoro è giunto alla conclusione che ci sono maggiori possibilità di un compromesso se ci si focalizza solo su principi generali piuttosto che su disposizioni specifiche. È emersa l’ampia diffusione dei formaggi fusi nel mondo. Molti paesi hanno una specifica normativa che li regolamenta e alcuni degli standard nazionali esistenti si basano su quelli Codex ritirati negli scorsi anni.
TROPPE DIFFERENZE TRA GLI STATI
Tutti hanno concordato sul fatto che qualunque prodotto etichettato come “formaggio fuso” debba contenere formaggio con aggiunta di grasso lattiero per la standardizzazione e qualche altro ingrediente di origine lattiera,
generalmente con specifici limiti. Risposte eterogenee sono, invece, giunte in riferimento alla composizione generale del prodotto e a come il contenuto di formaggio debba essere controllato e dichiarato. Come ci si attendeva, le risposte sono state varie.
Alcuni hanno sostenuto un contenuto minimo di formaggio (sul totale del prodotto o in percentuale rispetto alla sostanza secca), in maniera analoga a quanto riportato in precedenza negli standard
revocati. Altri hanno segnalato che il contenuto di formaggio nei loro Paesi è assicurato da limiti posti sugli ingredienti diversi dal formaggio, o imponendo contenuti di lattosio massimi o dalla condizione che il formaggio costituisca l’ingrediente principale. Altri ancora hanno sostenuto che non c’è necessità di definire quantità minime, perché sarebbe più importante indicare chiaramente il contenuto di formaggio in etichetta.L’utilizzo di gelatina, amido e stabilizzanti ha registrato risposte divergenti: c’è chi ha utilizzo libero di queste sostanze e chi segnala espliciti divieti nazionali, chi ne sostiene l’inutilità tecnologica o sostiene che tali sostanze servono a sostituire componenti naturali del latte. Vista la grande varietà di risposte, il gruppo
Finora
i tentativi
di scrivere
regole
comuni
erano falliti
NORMATIVE
di lavoro vorrebbe vincolarne l’utilizzo alle disposizioni nazionali.Per quanto riguarda i prodotti analoghi ai formaggi fusi, le discussioni maggiori ruotano attorno al nome del prodotto, alla sua descrizione ed etichettatura. Secondo alcuni Paesi, per questa tipologia di prodotti non dovrebbe essere permesso l’utilizzo del termine “formaggio” o qualunque altro termine lattiero, in quanto costituirebbe pratica ingannevole e non in linea con lo Standard generale sull’uso dei termini lattieri. Altri hanno invece sostenuto la possibilità di impiego del termine “formaggio” come parte del nome. Infine, c’è chi ha evidenziato che i prodotti ottenuti con ingredienti sostitutivi non sono prodotti lattieri, e quindi non dovrebbero rientrare nelle competenze della Commissione Codex Latte e Derivati. Complessivamente, l’ipotesi di sviluppare uno standard per questi prodotti non ha trovato l’appoggio minimo necessario.
UNO STANDARD DIFFERENZIATO
Come era già emerso in passato non sono emersi impedimenti nel commercio internazionale di
formaggi fusi, che nel corso degli anni si è evoluto e ampliato in termini di sviluppo di prodotto, innovazione e preferenze del consumatore. Ed è forse quest’evoluzione che spinge alcuni a richiedere uno standard che copra almeno gli elementi fondamentali relativi alla descrizione, alla composizione e all’impiego di sostanze specifiche.Le raccomandazioni del gruppo di lavoro per la Commissione Codex – che le ha accettate – sono state quindi quelle di lavorare in tempi limitati a uno standard che, pur fornendo un quadro generale, riconosca le differenti specifiche, in particolare per quanto riguarda la composizione.Entro gennaio 2015 verrà presentata una bozza di documento da sottoporre alla
Commissione Codex Latte e Derivati. In base ai commenti che le delegazioni invieranno sul testo, la Commissione Latte presenterà, quindi, una proposta di standard alla Commissione. L’intenzione è quella di giungere all’approvazione nel 2016. Dunque, si riparte nuovamente e con un scaletta serrata dei tempi di lavoro. Sarà la volta buona?
NORMATIVE
L’accordo
si potrà
raggiungere
solo se si
supereranno
i dettagli
50 IL MONDO DEL LATTE
NORMATIVE
Mancano tre mesi all’entrata in applicazione del Regolamento Ue n.1169/2011 e molte sono ancora le incertezze applicative su aspetti, anche importanti, di questa nuova normativa. Su alcuni punti del Regolamento alle incertezze si somma la confusione determinata dal sovrapporsi di disposizioni che disciplinano in modo diverso la stessa materia, che derivano da fonti legislative differenti o addirittura che appartengono a ordinamenti giuridici distinti, come sono quello comunitario e quelli nazionali.La confusione delle imprese, ma anche dei consumatori, è forse massima riguardo al tema dell’indicazione in etichetta del Paese di origine o del luogo di provenienza, anche perché a livello mediatico – soprattutto in certa partigianeria, ben adattata ad usum delphini
CONSUMER INFORMATIONL’indicazione del Paese di origine
o del luogo di provenienzaA dicembre entra in vigore il Regolamento europeo che disciplina le informazioni
obbligatorie e facoltative sull’origine di ingredienti e prodotti fi niti. Ma restano ancora
molte incertezze
di Leonardo Graverini
della propaganda politica (così ben adattata, che sarebbe ben più espressivo defi nire ad usum squali) – si tende a farne un’unica e ingarbugliata fascina con tematiche, quali l’italian sounding o la contraffazione di segni distintivi nazionali o esteri, che sono invece ben altra cosa.Vediamo quindi di fare fi nalmente un po’ di chiarezza su quel che prevede la normativa sull’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza, enucleando questo modesto elemento di etichettatura dal buco nero in cui i demagoghi ben volentieri lo ricacciano in dolo stultorum.Per inquadrare correttamente la materia, bisogna tenere conto che una cosa è l’indicazione volontaria e altra quella
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52 IL MONDO DEL LATTE
obbligatoria, che è diverso parlare di origine (o provenienza) del prodotto piuttosto che di origine (o provenienza) delle materie prime di partenza, che per “Paese d’origine” si intende lo Stato di origine come individuato ai sensi degli articoli da 23 a 26 del Codice doganale comunitario (Regolamento Cee n.2913/92), ossia lo Stato in cui è stata eseguita l’ultima ed economicamente giustificata trasformazione sostanziale, e che, invece, per “luogo di provenienza” si intende qualunque luogo, indicato come quello da cui proviene l’alimento, corrispondente a un ambito territoriale differente a quello coincidente con il territorio di uno Stato (per esempio, una città, una regione o un gruppo di Stati).Un altro aspetto da tenere sempre presente per comprendere la materia senza perdersi è che la normativa sull’indicazione in etichetta del Paese di origine o del luogo di provenienza è una normativa armonizzata europea, cioè riservata in via esclusiva all’ordinamento giuridico Ue e rimessa in modo altrettanto esclusivo alla competenza delle istituzioni europee. Ciò significa che gli Stati membri non possono adottare, mantenere in vigore e tanto meno applicare proprie norme nazionali in questa materia, salvo una limitata e condizionata deroga, prevista dallo stesso Regolamento Ue n.1169/2011, su cui torneremo.
LA NORMATIVA EUROPEALa normativa europea sull’indicazione in etichetta del Paese di origine o del luogo di provenienza dei prodotti alimentari è dettata dall’articolo 26 del Regolamento Ue n.1169/2011 e si articola, agli effetti pratici, in due discipline ben distinte: una di tipo generale e un’altra specifica per alcuni settori. Quest’ultima, peraltro, solo eventuale. LE NORME DI CARATTERE GENERALEContenute nei paragrafi 2, 3 e 8 dell’articolo 26 del Regolamento Ue n.1169/2011, spiegano che, in via generale e di principio, l’indicazione dell’origine (o della provenienza), che si tratti dell’alimento finito o dei suoi ingredienti o di entrambi, è sempre volontaria. L’operatore che commercializza il prodotto sotto la propria ragione sociale è sempre libero di decidere se fornire o meno tale indicazione.Vi è un solo caso in cui l’indicazione dell’origine diviene obbligatoria: quando la sua omissione può trarre in inganno il consumatore sull’origine dell’alimento.Va sottolineato che il legislatore europeo parla in questo caso di origine dell’alimento e non di origine delle materie prime.
Si tratta comunque di un obbligo già previsto dalla precedente normativa europea e dal Decreto legislativo n.109/1992 che l’aveva recepita in Italia. Nel settore lattiero-caseario, il caso tipico (e forse unico) in cui l’omissione
dell’indicazione di origine veniva evocata in passato come capace di trarre in inganno il consumatore sull’origine dell’alimento, era quello dell’Emmental, visto che questo formaggio si produce in diversi Paesi (Francia, Germania, Austria, Svizzera, prima che il nome fosse mutato in Emmentaler, ecc.) con diverse caratteristiche organolettiche. L’obbligo di indicare l’origine si collega in questo caso a tali differenze e alla necessità di consentire al consumatore di
distinguere le diverse tipologie.Rispetto alla precedente normativa comunitaria, il Regolamento del 2011 introduce una novità: precisa che l’omissione dell’indicazione dell’origine dell’alimento che può trarre in inganno il consumatore sussiste, in particolare, se le informazioni che accompagnano il prodotto o quelle contenute nell’etichetta nel loro insieme potrebbero far pensare che l’alimento abbia un’origine diversa da quella effettiva. Deve ritenersi che questa supposizione non possa derivare dall’insieme delle informazioni che accompagnano l’alimento obbligatoriamente, bensì dalle informazioni apposte in etichetta a titolo volontario. Nel Regolamento n.1169/2011, del resto, l’unica informazione obbligatoria che ha attinenza con luoghi geografici è quella relativa all’indirizzo dell’operatore sotto il cui nome il prodotto è commercializzato, ma in questo caso è lo stesso Regolamento a chiarire
L’indicazione
dell’origine
di ingredienti
e alimenti
è di norma
sempre
volontaria
NORMATIVE
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54 IL MONDO DEL LATTE
che il nome, la ragione sociale o l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare apposto sull’etichetta non costituisce un’indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza del prodotto alimentare. Il legislatore richiede peraltro non una ma un insieme di informazioni. Il che significa che l’errata supposizione deve discendere da una pluralità di elementi seri, univoci, precisi e concordanti. Elementi che devono essere altresì valutati in modo oggettivo e che non devono essere interpretati sulla base di apprezzamenti soggettivi, personali o discrezionali. La novità della precisazione in questione è comunque solo apparente, dato che un’etichetta risultante nel suo insieme capace di trasmettere un’informazione errata avrebbe necessitato di correttivi già sulla base della preesistente normativa.Ciò detto, si deve inoltre ritenere che non rientrino nell’art. 26 le Dop/Igp (che indicano non un’origine a livello di Paese, ma una provenienza) e che non costituisca indicazione di origine/provenienza il riferimento geografico che è parte di una denominazione usuale, come ad esempio “bavarese”. Questo per quanto riguarda il prodotto.Nel paragrafo 3 dell’articolo 26 si parla invece di indicazione di origine/provenienza delle materie prime. Qui si prevede che quando viene indicata l’origine del prodotto, se l’origine dell’ingrediente primario utilizzato è diversa, diviene obbligatorio indicare anche quest’ultima (o in alternativa specificare che l’origine di detto ingrediente è diversa da quella del prodotto finito).Per “ingrediente primario” si intende l’ingrediente o gli ingredienti che rappresentano più del 50% dell’alimento o che sono associati abitualmente alla sua denominazione e per i quali nella maggior parte dei casi è richiesta un’indicazione quantitativa.L’operatività di tale obbligo, riguardante l’indicazione della materia prima nelle previste circostanze, è subordinata all’emanazione di norme applicative, che la Commissione Ue doveva adottare entro il 13 dicembre 2013 ma che a oggi non sono ancora state emanate e difficilmente vedranno la luce entro il prossimo dicembre. Dunque, per ora l’obbligo in questione non si applica.
LE EVENTUALI DISPOSIZIONI SETTORIALISe ne parla nei paragrafi 5 e 7 dell’articolo 26, dov’è scritto che, entro il 13 dicembre 2014, valutati i costi e i benefici complessivi, la Commissione europea dovrà presentare un rapporto, eventualmente accompagnato da proposte normative (che quindi potrebbero anche non essere adottate) sull’opportunità di rendere sempre obbligatoria l’indicazione dell’origine per alcuni prodotti, tra cui il latte e il latte usato come ingrediente di prodotti lattiero-caseari. Lo stesso è previsto per le carni diverse da quelle bovine, da quelle fresche suine, ovi-caprine e avicole, per gli alimenti non trasformati e mono-ingrediente e per gli ingredienti che rappresentano più del 50% di un alimento.Quindi, per il latte, il latte usato come ingrediente di prodotti lattiero-caseari e per gli altri prodotti in questione non ci saranno obblighi ulteriori da rispettare oltre a quelli illustrati sopra nelle norme di carattere generale, salvo che l’Unione europea non decida in futuro di emanare nuove norme settoriali specifiche.
LE LEGGI NAZIONALIDunque la normativa europea sull’indicazione in etichetta del Paese di origine o del luogo di provenienza è una normativa armonizzata e, quindi, riservata alla competenza della Ue.Gli Stati membri non possono adottare disposizioni nazionali in materie già disciplinate con norme armonizzate dal Regolamento in
NORMATIVE
Mancano
ancora
le norme
applicative
per gli
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esame, salvo che il diritto comunitario non contempli un’autorizzazione in tal senso.Una deroga di questo tipo è prevista dall’articolo 39, paragrafo 2, del Regolamento n.1169/2011. Questa norma prevede che, mediante apposita procedura di notifica, i singoli Stati possano introdurre per motivi specifici ulteriori indicazioni obbligatorie per particolari alimenti, anche in tema di origine e provenienza.Tale facoltà è sottoposta a una serie di condizioni molto rigorose. Per di più si tratta di una deroga, che - come sempre accade in diritto - dev’essere comunque interpretata restrittivamente.Anzitutto, essa non può essere esercitata in via generale ma solo per particolari alimenti. Peraltro, la norma parla di alimenti e non di ingredienti.Inoltre dev’essere giustificata da motivi specifici. Secondo il Regolamento, gli unici motivi che possono legittimare simili obblighi complementari sono: la protezione della salute pubblica e dei consumatori, la protezione dei diritti di proprietà industriale e commerciale, delle indicazioni di provenienza, delle denominazioni d’origine controllata e la
repressione della concorrenza sleale. Motivi, come si vede, ben difficili da sostenere in presenza di un ordinamento, come quello comunitario, che già tutela ampiamente ed esaustivamente tutti gli aspetti appena elencati.Infine, il potere degli Stati membri di introdurre norme nazionali su origine e provenienza è subordinato all’esistenza di altri due fattori: l’esistenza di un nesso comprovato tra origine/provenienza e la qualità dell’alimento (deve perciò trattarsi di qualità oggettive e verificabili e il nesso va provato con metodo scientifico) e la prova che la maggioranza dei consumatori attribuisce importanza all’indicazione in questione.Soddisfatte tutte queste condizioni, uno Stato membro che ritenesse necessario adottare una propria normativa in materia di indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza di alimenti, sarebbe obbligato a notificare previamente alla Commissione e agli altri Stati membri le disposizioni previste, precisando i motivi che le giustificano. La normativa nazionale potrà essere adottata solo tre mesi dopo la notifica, purché la Commissione non dia un parere negativo.
NORMATIVE
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58 IL MONDO DEL LATTE
Le imprese del settore lattiero-caseario devono predisporre un sistema di autocontrollo che va ben al di là di quanto previsto dalla normativa comunitaria.L’incremento dei controlli e l’estensione del loro campo di applicazione sono conseguenza fortunata dell’incremento costante delle esportazioni di prodotti lattiero-caseari.Gli Osa (Operatori del settore alimentare) devono attestare la conformità dei propri prodotti in funzione dei requisiti igienico-sanitari dei Paesi di destinazione e non solo per quanto concerne gli aspetti microbiologici ma anche di sanità animale, compresa la somministrazione di sostanze farmacologicamente attive.Basti pensare che per la Cina ogni spedizione deve essere accompagnata da referti analitici relativi ai singoli lotti.Alla verifi ca sono chiamate le autorità competenti, che devono fi rmare il certifi cato veterinario. Ma si può verifi care il caso in cui siano gli stessi ispettori del Paese di destinazione a eseguire un’ispezione.In un simile scenario, il maggior carico di analisi comporta un inevitabile aumento dei costi di gestione.
Per gli associati Assolatte SCONTI SULLE ANALISI
Rinnovato l’accordo con l’Istituto zooprofi lattico sperimentale di Lombardia ed
Emilia-Romagna, che garantirà le sue prestazioni a prezzi ridotti dal 5 al 20%
di Ettore Soria
L’ELENCO DELLE PRESTAZIONIL’ Izs della Lombardia e dell’Emilia Romagna, a differenza di altri Izs, può stipulare convenzioni o contratti per la fornitura di servizi e per l’erogazione di prestazioni a soggetti privati, aziende, enti, associazioni, organizzazioni pubbliche e private.Assolatte ha, quindi, rinnovato l’accordo quadro con l’Izs per le prestazioni di laboratorio, le cui competenze sono:��la ricerca in materia di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche e il supporto
tecnico-scientifi co e operativo per le azioni di difesa sanitaria e di miglioramento delle produzioni animali;��la sorveglianza epidemiologica nell’ambito della sanità animale, igiene delle produzioni zootecniche;��l’esecuzione degli esami e delle analisi necessari all’attività di controllo sugli alimenti di origine animale e sull’alimentazione animale;��l’esecuzione di ricerche di base e fi nalizzate, per lo sviluppo delle
conoscenze nell’igiene e nella sanità veterinaria;��la consulenza e l’assistenza agli allevatori per la bonifi ca zoosanitaria e per lo sviluppo e il miglioramento igienico delle produzioni animali.
Con l’aumento
dell’export
per le imprese
crescono gli
adempimenti
e i costi per le
analisi
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La nostra è una storia che inizia oltre cent'anni fae arriva ad oggi quale emblema di un'eccellenza tutta
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Grana Padano e del Parmigiano Reggiano.
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GRUPPO PROVA
ESAME ANATOMOPATOLOGICO
ESAME GENOMICO
ESAME ISTOLOGICO
ESAME LATTE
PROVA BATTERIOLOGICA
PROVA BIOCHIMICA
PROVA BIOCHIMICA CLINICA
PROVA BIOLOGIA MOLECOLARE
PROVA CHIMICA
PROVA PARASSITOLOGICA
PROVA SIEROLOGICA
PROVA VIROLOGICA
SCONTO
15%
5%
5%
10%
15%
5%
5%
5%
10%
10%
20%
10%
PRIVACY GARANTITALe aziende aderenti ad Assolatte potranno beneficiare di sconti dal 5 al 20% sulle varie prestazioni (vedi tabelle, ndr).Una doverosa precisazione: l’utilizzo per scopi di ricerca, pubblicazioni, analisi dei dati, valutazione dei rischi di tutti i dati che l’Izs acquisisce in relazione all’esecuzione dell’accordo con
Assolatte possono essere usati solo dall’Izs e solo nell’ambito delle sue finalità istituzionali, nel rispetto delle disposizioni di legge. Ivi comprese, soprattutto, le norme sulla tutela del segreto industriale, della proprietà industriale e della privacy, e con modalità e livelli di aggregazione tali da impedire in modo assoluto l’individuazione di dati riferibili a un’impresa specifica.
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SCONTO PREVISTO PER GRUPPO PROVA NEL SETTORE ALIMENTI
GRUPPO PROVA
ESAME ANATOMOPATOLOGICO
ESAME GENOMICO
ESAME ISTOLOGICO
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PROVA BATTERIOLOGICA
PROVA BIOCHIMICA CLINICA
PROVA BIOLOGIA MOLECOLARE
PROVA CHIMICA
PROVA PARASSITOLOGICA
PROVA SIEROLOGICA
PROVA VIROLOGICA
SCONTO
15%
5%
5%
10%
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5%
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10%
5%
5%
5%
NOTA: SONO ESCLUSE LE ANALISI PER IL PAGAMENTO DEL LATTE SECONDO QUALITÀ
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L’eccellenza ha un nome
Le mozzarelle dell’Agro Pontino
62 IL MONDO DEL LATTE
MONDO ASSOLATTE
Una corretta informazione scientifi ca è,
oltre che un diritto, una fondamentale
garanzia a tutela dei cittadini. Su
“L’Attendibile” tutta la verità sul latte
e i suoi derivati
di Carmen Besta
LA DISINFORMAZIONE CORRE SUL WEB (e non solo): IL CASO DEL LATTE
Basta digitare “latte” su un motore di ricerca sul web per trovare, tra i primi risultati, siti di dubbia natura, non aderenti alla realtà scientifi ca, ma molto abili a usare
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64 IL MONDO DEL LATTE
argomenti e parole chiave che colpiscono l’attenzione e contribuiscono alla formazione dell’opinione di un pubblico poco competente e facilmente suggestionabile. Le argomentazioni addotte sono generalmente tanto pretestuosamente quanto abilmente costruite ad arte per gettare discredito sul latte e sui suoi derivati. Di questo tema si è occupato l’ultimo numero de L’Attendibile, la newsletter nutrizionale di Assolatte, dall’eloquente titolo “La disinformazione corre sul web (e non solo): il caso del latte”.Proponiamo qui di seguito alcuni passaggi de L’Attendibile, rimandando alla lettura dell’intera newsletter con la quale Andrea Ghiselli, dirigente di ricerca del Cra, commenta i più ricorrenti…“miti” che popolano il web.Dall’ormai ritrita teoria per cui l’uomo è l’unico animale a bere latte dopo lo svezzamento alla presunta allergenicità, dall’inutilità del calcio del latte per la salute delle ossa alla pericolosità dei prodotti lattiero-caseari riconosciuta a livello mondiale.Tutte falsità che possono indurre lettori impreparati a evitare il consumo di latte. Una scelta che costituisce un pericolo e un importante fattore di rischio per la salute pubblica, poiché il consumo adeguato di prodotti lattiero-caseari, consigliato dalle linee-guida di tutti i Paesi, è correlato con importanti benefi ci per la salute.
MITO
Numerosi studi, riconosciuti a livello mondiale, sostengono che è pericoloso consumare il latte e i prodotti da esso derivati.VERITÀ
Non esistono studi riconosciuti a livello mondiale a sostegno di questa dichiarazione. In totale mancanza di letteratura scientifi ca attendibile, e contando sull’ovvia
Bere latte è infi nitamente più naturale che bere
una “naturalissima” bevanda a base di soia o di
riso, costruita in laboratorio partendo da idrolisati
proteici, vitamine aggiunte e un pizzico di additivi
di vario tipo. Tutto per cercare di imitare –
senza successo – quel che la natura ci mette a
disposizione ogni giorno: il latte
Luca Cavalli Sforza,uno dei più grandi
genetisti del mondo,ha scritto: “Un
esempio importantedi una mutazionevantaggiosa che
si è presentata nelcorso dell’evoluzioneumana recente è la
capacità di utilizzareil lattosio da adulti”
impreparazione di lettori “non addetti ai lavori”, ultimamente è di moda ripiegare su una pagina del sito della Harvard school of public health di Boston. Su questa pagina, a seguito di studi di epidemiologia nutrizionale, i ricercatori esprimerebbero una posizione decisamente contraria al consumo di latte. Ma, ovviamente, non è vero. Contrariamente a quanto asserito, la posizione non è affatto “decisamente contraria”, ma mette solamente in guardia dal consumo eccessivo. Vediamo cosa dice: “While calcium and dairy can lower the risk of osteoporosis and colon cancer, high intake can increase the risk of prostate cancer and possibly ovarian cancer”. In pratica dice: mentre il giusto ti fa bene, il troppo può far male. Ma le quantità di latte consigliate dalle Linee Guida statunitensi sono circa il
Latte
INGREDIENTI- latte
Bevanda di soia
- acqua- semi di soia (7,5%)- zucchero di canna grezzo- sale marino- emulsionanti:
mono- e diglicerididegli acidi grassi
- aromi
- acqua- semi di soia (7,9%)- zucchero di canna grezzo
- sale marino- emulsionanti:
mono- e diglicerididegli acidi grassi
- aromi
- carbonato di calcio- citrato di calcio
- stabilizzante:gomma di gellano
- correttore di acidità:fosfato monopotassico
- vitamine B2, B12, D2
Bevanda di soiaarricchita
INGREDIENTI
INGREDIENTI
triplo di quelle previste in Europa (750 ml al giorno). È quindi comprensibile che negli Stati Uniti si inviti alla prudenza. Il che in Italia non ha senso, perché i consumi sono ben al di sotto di quelli raccomandati!
MITO
In età infantile il consumo di latte favorisce le allergie e le infezioni respiratorie, eventi
QUALITÀ: QUANDO GLI INGREDIENTI FANNO LA DIFFERENZA
66 IL MONDO DEL LATTE
MONDO ASSOLATTE
che si riducono di frequenza nei bambini che non lo consumano.VERITÀ
L’allergia al latte è una delle più frequenti in età infantile, ma tende a recedere nei primi anni d’età, per diventare una delle allergie meno frequenti dell’adulto (0,3 per cento).Nell’adulto sono più frequenti altre allergie, come quella alle arachidi (0,6%) o alla frutta secca in guscio (0,5%). Bisognerebbe, allora, sconsigliare alla popolazione sana il consumo di latte o arachidi o frutta secca in
Nessun alimento della nostra dieta ha unacomposizione simile a quella del latte materno.
Se il termine di paragone fosse questo,perché non chiedersi se la coscia del pollo
che stiamo mangiando sia più o meno simileal latte di donna o se lo siano il seitan,
il tofu e i semi di sesamo?Comunque certamente lo sono molto meno del
latte vaccino.
Non solo il latte
non risulta coinvolto
nel rischio del cancro
dell’ovaio, ma è invece
utile nella protezione
del tumore del colon,
il secondo in Europa
per incidenza dopo
quello della mammella
COSA SI PERDE QUANDO SI RINUNCIA AL LATTE
Il latte è sempre stato un elemento fondamentale della nostra dieta per la naturale ricchezza della sua composizione in nutrienti. Il latte fornisce proteine, che contengono in quantità elevata tutti gli amminoacidi essenziali, e grassi, importanti per fornire energia ed acidi grassi essenziali. Apporta carboidrati come il lattosio, che migliora la capacità dell’organismo di assorbire il calcio e lo zinco, e fornisce gli oligosaccaridi, che agiscono positivamente sulla salute stimolando la crescita dei batteri probiotici.Ma il latte è un alimento importante anche perché naturalmente ricco di minerali, in particolare calcio e fosforo, presenti in un rapporto ottimale, di magnesio, zinco, rame e selenio, e di vitamine come la A, D, E e K, la vitamina C, l’acido folico e la ribofl avina. Il latte è, inoltre, naturalmente ricco di “componenti minori”, molecole presenti in piccole quantità, come i peptidi ma in grado di svolgere azioni biologiche particolarmente importanti per il benessere della persona: antiossidanti, antipertensive, antinfi ammatorie, immunomodulanti e altro. Poiché svolgono “funzioni” fi siologiche benefi che per l’uomo queste molecole sono chiamate “componenti funzionali” del latte.
Tutti gli articoli
pubblicati dal 2007 a oggi
sulla newsletter L’Attendibile sono
consultabili su www.lattendibile.it
dove sono catalogati per prodotto e per
patologia/tematica. Il sito rappresenta,
dunque, la fonte informativa più
completa e documentata sul
lattiero-caseario
guscio perché responsabili di allergie? Inoltre, non ci sono vantaggi a lungo termine
nel non consumare prodotti lattiero-caseari, ma ci sono documentati svantaggi.La rinuncia al consumo di latte per una presunta intolleranza al lattosio, ad esempio, si può tradurre in un maggiore rischio di ipertensione e diabete in età adulta. Ma la rinuncia può comportare un rischio maggiore di guadagnare peso, di ammalarsi di cancro del colon, di sindrome metabolica o anche di malattie cardiovascolari. Non è poco.
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P I Ù V I S I B I L I T À , P I Ù R O T A Z I O N I !
IL MONDO DEL LATTE 69
ROTOLINI DI BRESAOLAE CREAM CHEESE
DELIZIA DI LATTE AL COCCO CON LAMPONI
RRCETECETCETRRRRTETEEEECCETET
SPAGHETTI FREDDI CON VERDURE E YOGURT
FRITTELLE DI ZUCCHINE AL GRANA PADANO
70 IL MONDO DEL LATTE
FRITTELLE DI ZUCCHINE AL GRANA PADANO
Ingredienti per 4 persone:
4 zucchine medie, 200 g di Grana Padano Dop, 2
cipollotti, 80 g di farina bianca, un uovo, 3 cucchiai d’olio
d’oliva, sale e pepe quanto basta.
Preparazione:
Sbattere l’uovo con due cucchiai d’acqua, sale e pepe.
Aggiungere la farina setacciata e mescolare fi no a ottenere
una pastella liscia. Grattugiare le zucchine e appoggiarle su un
telo, in modo da eliminare tutta l’umidità che contengono. Poi
rosolarle con due cucchiai d’olio fi no a quando non diventano
croccanti e dorate.
Una volta fredde, incorporare le zucchine alla pastella e con
l’aiuto di un cucchiaio, formare dei dischi che vanno appiattiti
con l’aiuto di un cucchiaio. Quindi friggerli da entrambi i lati
per circa tre minuti in olio d’oliva ben caldo.
Comporre il piatto posizionando le scaglie di Grana Padano
sopra ogni frittella, bagnare con un fi lo di aceto balsamico e
guarnire a piacere.
ROTOLINI DI BRESAOLA E CREAM CHEESE
Ingredienti per 4 persone:
100 g di cream cheese, 8 fette di bresaola di magatello, un
mazzetto di erba cipollina, un limone non trattato, pepe nero,
sale, insalatina per accompagnare.
Preparazione:
Unire il cream cheese con la scorza grattugiata di mezzo limone
e una generosa macinata di pepe nero, quindi mescolare fi no a
ottenere una crema morbida.
Spalmare il composto in maniera uniforme sulle fette di
bresaola e arrotolarle.
Scottare otto steli di erba cipollina per un secondo in acqua
bollente, scolarli, farli raffreddare e usarli per legare gli involtini.
Servire freddi o a temperatura ambiente.
DELIZIA DI LATTE AL COCCO CON LAMPONI
Ingredienti per 4 persone:
200 g di latte fresco intero, 60 ml di panna, 400 ml di
latte di cocco, 70 g di zucchero bianco, 60 g di destrosio, 10 g
di sciroppo di glucosio, 3,6 g di farina di semi di carrube, 30 g
di latte scremato in polvere, 40 g di farina di cocco disidratato,
la punta di un coltello di estratto di vaniglia naturale in polvere,
una vaschetta di lamponi freschi.
Preparazione:
Lavare i lamponi e lasciarli asciugare, infi larli in una busta
freezer e schiacciarli fi no a formare uno strato sottile e
uniforme, quindi congelare.
In una pentola versare il latte di cocco, quello intero, gli
zuccheri, la farina di semi di carrube, la vaniglia e mixare.
Aggiungere la farina di cocco disidratato e bollire. Spegnere
il fuoco e far raffreddare velocemente la crema ottenuta
inserendo la pentola nel lavello pieno d’acqua fredda e
mescolando. Poi riporre il composto in frigo per due ore.
Versare la crema di cocco nella gelatiera e lasciar mantecare
per 30 minuti circa, quindi versare il gelato in un contenitore
ermetico e riporlo in freezer per 2-3 ore. Infi ne ricavarne delle
palline, usando un dosatore per gelato, guarnirle con i lamponi
lavati e tagliati e servire subito.
SPAGHETTI FREDDI CON VERDURE E YOGURT
Ingredienti per 4 persone:
320 g di spaghetti, 200 g di zucchine, 100 g di carote,
200 g di patate, 2 falde di peperone, 100 g di fagiolini,
olio extravergine d’oliva, sale, pepe nero, 125 g di yogurt
cremoso bianco dolce.
Preparazione:
Mondare, lavare e asciugare le verdure, poi tagliare a
cubetti piccolissimi le zucchine e il peperone, a rondelle
e a cubetti le carote e a tocchetti i fagiolini. Tagliare a
rondelle e a quadretti anche le patate. Sbollentare le
verdure separatamente in acqua salata, poi scolarle.
Ripassarle 1-2 minuti in padella con olio, sale e pepe.
Lasciare raffreddare. Lessare la pasta in acqua salata e
scolarla al dente.
Condire la pasta con un fi lo d’olio, poi unire le verdure.
Aromatizzare lo yogurt con mezzo cucchiaino di pepe
macinato fresco, un fi lo d’olio e un pizzico di sale. Condire
la pasta con lo yogurt e servire.
RIRIRCETECETERIRIRRTEE
CETCETEE
72 IL MONDO DEL LATTE
OPINIONE
di Barbariccia
VUOLSI COSÌ, COLÀ DOVE SI PUOTE CIÒ CHE SI VUOLE
Il rumore della discussione sugli organismi geneticamente modificati che ferve nel vostro Paese arriva anche qui giù da noi. Per molti anni, però, mentre la voce di quelli “contro” era forte e chiara, quella dei favorevoli era davvero fioca.Da un po’ di tempo, invece, alcuni professori e ricercatori, e perfino qualche agricoltore, hanno cominciato ad alzare i toni e a dire la loro: contestano i divieti e pretendono un cambio di direzione. “Anche in Italia si devono poter studiare e coltivare gli organismi geneticamente modificati”, affermano questi matti.Sassi scagliati nello Stige italiano, dove quando qualcuno canta fuori dal coro e usa i semi vietati, si grida all’attentato, si parla di rischi per la salute, si chiedono nuovi studi. Nulla deve cambiare: l’Italia deve produrre solo cose buone! E gli Ogm buoni non sono. Anatema colga chi non la pensa così!Confesso che non riuscivo a capire chi avesse ragione e chi torto ed ero molto confuso. Così, armato di un computer e di tanta pazienza, ho fatto qualche ricerca.E ho scoperto che da più di trent’anni voi uomini usate batteri modificati per produrre sostanze, ormoni e farmaci. Ovverossia medicine Ogm. Ma allora non è vero che questi prodotti sono pericolosi: li usate per curare i malati!Poi ho scoperto che buona
chi serve? Non serve ai consumatori, che di Ogm si nutrono da anni, pur senza saperlo. Non serve ai vostri contadini, che non possono fare quel che fanno i loro colleghi di mezzo mondo e che se vogliono usare gli organismi geneticamente modificati devono farli arrivare dall’altra parte del pianeta: alla faccia del chilometro zero!Ma, forse, è meglio che stia zitto e che non ponga domande, facendo tesoro di una frase che, tanti secoli fa, mi ha detto un signore di nome Virgilio passando di qua: “Vuolsi così, colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”.
parte della soia, del mais e del cotone coltivati nel mondo sono geneticamente modificati. Sul pianeta Terra ci sono 175 milioni di ettari coltivati a biotech, curati da 18 milioni di agricoltori in 27 Paesi. Ma allora non è vero che mangiare gli Ogm fa male e che a coltivarli si fa peccato. Sennò paradiso, purgatorio e inferno sarebbero pieni di vittime inconsapevoli di questi “veleni” e di contadini colpevoli di averli coltivati.Non solo. Ho anche scoperto che i semi in Italia non li producete, ma che li importate senza problemi.Allora – mi chiedo – questo divieto a cosa serve? E a