Il mito della crescita

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Il mito della crescita L’illusione delle magnifiche sorti progressive Pier Paolo Dal Monte

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Il mito della crescita

L’illusione delle magnifiche sorti progressive

Pier Paolo Dal Monte

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Da sogni sono mossi gli uomini, immagini li ossessionano, figure ideali ne dominano la mente, è l’immaginazione che genera le loro parole, i loro atti

La vita della comunità è retta dall’immaginazione. L’intero maestoso spiegamento di ordine e stabilità è compaginato da un delicatissimo velo di sogni. Una

trama di archetipi lo eresse e incessantemente lo regge

Elemire Zolla

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Un mito è una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del mondo o alle modalità con cui il mondo stesso e le creature viventi hanno raggiunto la forma

presente.

Il Mito

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I miti erano i modelli , gli archetipi attraverso i quali si percepiva la realtà, mediante i quali l’essere umano riconosceva se stesso e il mondo nel

caotico mare dell’esperienza; disvelavano verità attraverso allegorie e simboli!

Il Mito

Ovvero: spiegazione simbolica dell’origine dell’uomo e del suo posto nel cosmo

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Il Mito

Da quando le stelle sono cadute dal cielo e i nostri simboli più alti sono impalliditi, domina nell’inconscio una vita misteriosa.

Perciò oggi abbiamo una psicologia, perciò parliamo di inconscio.

Tutto questo sarebbe, ed è in realtà, superfluo in un epoca e in un tipo di cultura dotati di simboli, poiché questi sono spirito

che viene dall’alto, e anche lo spirito è allora in alto. Nella modernità queste forme, non potendo essere

completamente ablate hanno assunto forme grottesche

Carl Gustav Jung

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Il Mito della crescita

Miti Verità archetipiche che costituiscono da

modello alla realtà e alle azioni

Crescita: Esigenza di un sistema socioeconomico (capitalismo),

assurta al rango di Verità Archetipica che informa il modello di esistenza ed espressione della nostra civiltà

Tendenza verso lo stato “ottimo” (che non si sa quale sia) “Progresso”

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Crescita e sviluppo

Sovrapposizione tra concetto di crescita e concetto di sviluppo

1972 Meadows et al. Limits to growth

Growth: in italiano crescita

Sviluppo: in inglese development

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Crescita

Processo “Quantitativo”

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Sviluppo: realizzazione delle potenzialità insite nell’essere

Processo “Qualitativo”

Sviluppo

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Sviluppo Cosmologia tradizionale

Potenza -> Manifestazione

Kosmos dal Chaos Lux ex Tenebra Manifestazione dell’Universo dall' Hiranyagarbha (Embrione d’oro) o dal Brahmanda ( uovo del Mondo)

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Qualità e quantità come attributi del reale

Essenza SostanzaForma Materia Eidos (εἶδος) Hýlē (ὕλη)Nama RupaYang Yin

Sviluppo: azione esercitata dal principio attivo o essenza sul principio passivo o sostanza

Potenza Atto

Essenza: sintesi principiale degli attributi appartenenti un essere (archetipi)

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Sviluppo

Sviluppo in biologia:

Realizzazione delle potenzialità insite nel codice genetico di un organismo vivente

(Genoma: Essenza - Materiale cellulare: Sostanza)

Generalmente implica la crescita

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Sviluppo

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Crescita

Non sempre la crescita comporta uno sviluppo

Molto spesso è vero il contrario

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Crescita

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Crescita

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Crescita non è sinonimo di sviluppo

Non è scontato che la crescita in quanto tale sia un “bene”

La crescita come fine è un’aberrazione teoretica e immaginale, tale da potersi definire feticismo.

Una parodia di mito, con le caratteristiche di allucinazione

Crescita

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Nelle epoche precedenti l’età moderna e nelle società diverse da

quella occidentale non è mai esistito il feticismo o mito della crescita

(e quello connesso del progresso)

Crescita

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Se dunque la felicità è attività conforme a virtù, logicamente sarà conforme alla virtù suprema; e questa è la virtù della parte migliore dell’anima. Che essa sia la facoltà contemplativa.

Infatti non in quanto uomo egli vivrà in tal maniera, ma in quanto in lui v’è qualcosa di divino

Non bisogna però seguire quelli che consigliano che, essendo uomini, si attenda a cose umane ed, essendo umani, a cose

mortali bensì, per quanto possibile, bisogna farsi immortali e far di tutto per vivere secondo la parte più elevata che c’è in noi

Aristotele. Etica Nicomachea, 1177

Civiltà tradizionali Primato della vita contemplativa sulla vita attiva

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Si contempla quando si miri al significato della realtà in uno stato di quiete.

Allora le cose non si osservano soltanto ma ci si interroga: perché esse esistono nel mondo, perchè si affermano alla nostra attenzione?

La contemplazione[…] fa comprendere il mistero dell’emersione dell’essere dal nulla, il mistero per cui vi è qualcosa invece di non

essere Elemire Zolla

Contemplazione: osservare con meraviglia il mistero della realtà cercando di coglierne i principi

Civiltà tradizionali Primato della vita contemplativa sulla vita attiva

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La vita attiva e la contemplativa si distinguono fra loro secondo la diversità dei compiti e dei fini ai quali si applicano gli uomini, e che sono la contemplazione

della verità, che è il fine della vita contemplativa, e l'azione esterna, a cui è ordinata la vita attiva. La vita attiva è una predisposizione alla vita

contemplativa Tommaso D’Aquino: Summa Th. II.181,1

Civiltà tradizionali Primato della vita contemplativa sulla vita attiva

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Un uomo saggio dovrebbe abbandonare la vita ordinaria per perseguire il luminoso stato della

contemplazione. Dammaphada VI

Civiltà tradizionali Primato della vita contemplativa sulla vita attiva

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Civiltà tradizionali Primato della vita contemplativa sulla vita attiva

Per raggiungere la contemplazione, il corpo è come il carro, i sensi sono i suoi cavalli, la mente

è il cocchiere e il respiro le briglie

Agni Purana 10.9.4

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La grande trasformazione

Età Moderna: perdita del primato della vita contemplativa sulla

vita attiva

Riforma protestanteModerne scienze

Approccio “quantitativo” e utilitaristico alla realtà

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Assoluta trascendenza di Dio e mancanza di valore per ciò che è umano

La Riforma sancì la svalutazione della vita contemplativa: l’uomo è un essere indegno ed incapace di comprendere i disegni

reconditi della divinità

L’adempimento dei doveri mondani è l’unica maniera per essere accetti al Signore, soltanto questo è il volere di Dio

Età Moderna Perdita del primato della vita attiva sulla Vita contemplativa

Lutero, Calvino: Riforma protestante

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Solo l’azione serve ad accrescimento della gloria dio, la “perdita di tempo” è assolutamente riprovevole così come la contemplazione se avviene a

spese del lavoro professionale

Età Moderna Perdita del primato della vita attiva sulla Vita contemplativa

Calvino, dottrina della predestinazione:

“ ..per mezzo della quale Dio ha assegnato gli uni a salvezza e gli altri a condanna eterna. [...] tuttavia la sua scelta gratuita sarebbe esposta solo a metà, se non si considerassero gli individui singoli a cui Dio non solo offre la

salvezza, ma dà anche una certezza tale, per cui la realtà non può essere incerta né dubbia”I

Institutio Christianae Religionis. III, 21

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L’ insistenza sulla irrilevanza e malvagità dell’uomo, si presenta sotto forma di coscienza e di dovere

L’ Adempimento del proprio dovere nelle professioni mondane era il più alto contenuto che potesse assumere l’attività etica

Nel calvinismo il fatto che non ci si stancasse di impegnarsi in questo sforzo incessante (specialmente se con successo) era segno di

appartenenza alla cerchia degli eletti

Il successo diventò il segno della grazia di Dio; il fallimento, il segno della dannazione

Età Moderna Perdita del primato della vita attiva sulla Vita contemplativa

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Qualità  dell’uomo  per  l’”e1ca  protestante”  

• Ossessione  del  lavoro  

• Passione  del  risparmio  

• Disposizione  a  fare  della  propria  vita  uno  strumento  per  fini  esterni  

(crescita,  progresso,  economia)  

• Asce1smo  e  senso  ossessivo  del  dovere

Età Moderna Perdita del primato della vita attiva sulla Vita contemplativa

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Età Moderna Perdita del primato della vita attiva sulla Vita contemplativa

Galileo, Bacone, Keplero, Newton: Moderne scienze sperimentali

Bacone

Scienza: “Dissezione della natura” -> Isolamento delle sue parti Prescinde da tutti gli aspetti della natura che non sono “quantitativi”

La conoscenza deriva dall’esperimento effettuato mediante strumenti tecnici

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Età Moderna Moderna concezione scientifica

Galileo:

Carattere quantitativo della realtà naturale.

La conoscenza vera della realtà naturale è la conoscenza della quantità

Il numero, cioè la struttura dei rapporti quantitativi

La conoscenza matematica, è la conoscenza della natura

La natura è isolata dal “tutto”

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L’uso degli esperimenti a fini conoscitivi venne a significare che si può conoscere solo ciò che si fa

Verità e Conoscenza potevano essere raggiunte solo dall’azione e non dalla contemplazione

Età Moderna Moderna concezione scientifica

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La natura poteva esser conosciuta solo in processi che l’ uomo riusciva a ripetere nell’esperimento, venne considerata essa

stessa un processo Al posto del concetto di essere troviamo il concetto di processo.

Lo sviluppo divenne il concetto centrale delle scienze fisiche.

Il mezzo, il processo di produzione o di sviluppo, divenne importante del fine.

Età Moderna Moderna concezione scientifica

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Scienza moderna Significante e significato

La svolta dal “perché” al “come implica che i vari oggetti della conoscenza non possano più essere

le “cose” ma i “processi”

La natura poteva essere conosciuta solo se scomposta in “processi”che l’uomo poteva

riprodurre in esperimenti Hannah Arendt

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Bacone: La scienza è capacità di dominio della natura,

“questa pubblica meretrice” Il valore della scienza è la sua capacità di condurre l’uomo

al domino del mondo

Età Moderna Natura come “materia” da dominare

” Dopo che l’ordine oggettivo della natura si è liquidato come mito e pregiudizio, rimane la natura come massa di materia” T.W.Adorno, M. Horkeimer: Dialettica dell’illuminismo

Cartesio Res cogitans e res extensa:Natura come “meccanismo”

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Da queste forme di pensiero nasce la concezione teoretica che applicherà il modello meccanicistico alla realtà umana e al pensiero filosofico:

Fenomeni sociali e politici determinati dalla “legge di natura” (Hobbes, Adam Smith, Jevons, Bentham, Quesnay, Malthus, Helvetius,

Mandeville, Ricardo)

Età Moderna Società umana come ente soggetto alle “leggi naturali”

Il pensiero economico è giunto a maturazione nel momento in cui il dogma meccanicistico si trovava al suo apogeo

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Economia di mercato come risultante “virtuosa”degli interessi egoistici

“It is not from the benevolence of the butcher, the brewer, or the baker, that we expect our dinner, but from their regard to their own interest. We address ourselves, not to their humanity but to their self- love, and never talk to them of our necessities but of their advantages.”

Wealth of Nations: I,2

Economia come epistemologia totalitaria

Leggi economiche come leggi di natura

Adam Smith: “Naturale propensione al commercio dell’essere umano”

“...a certain propensity in human nature which has in view no such extensive utility; the propensity to truck, barter, and exchange one thing for another ]...] this propensity be one of those original principles in human nature”

Wealth of Nations: I,2

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Jeremy Bentham: “Aritmetica” della felicità

“la maggior felicità per il maggior numero” The Principles of Morals and Legislation

Economia come epistemologia totalitaria

Leggi economiche come leggi di natura

Stanley Jevons: “la meccanica dell’utilità e del’ interesse individuale” The Theory of Political Economy. I.26

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La nascita dell’”economia”

Società arcaiche o “primitive” (Primato della vita contemplativa)

Sfera economica: fondata sulle esigenze umane e della società, basata su quattro grandi cardini:

1. Reciprocità del dono moralmente sancita 2. Redistribuzione istituzionalizzata 3. Produzione di beni per uso proprio 4. Modesta e regolamentata presenza “accessoria”del

“mercato” CFR. M.Mauss, R.C. Thurnwald.B.Malinowski, C.Levi Strauss, C.Polany

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La nascita dell’”economia”

Società moderne (Primato della vita attiva)

Spostamento della centralità degli scopi umani verso le attività pratiche

Etica della società capitalistica lavoro

produzione guadagno

Come fini in sé (supremi scopi dell’ uomo) e non come mezzi per soddisfare i bisogni personali e della società

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 And did the Countenance Divine,    Shine forth upon our clouded hills?    And was Jerusalem builded here,    Among these dark Satanic Mills?

William Blake. Jerusalem

Nascita dell’economia Le “fabbriche sataniche”

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Nascita dell’economia Le “fabbriche sataniche”

Macchina a vapore: Rivoluzione industriale Thomas Savery: 1698 Thomas Newcomen: 1705 James Watt: 1775

Le macchine industriali sono costose e quindi la loro convenienza economica si giustifica solo se vengono prodotte grandi quantità di merci

La produzione industriale è sostenibile solo se vi è una domanda sufficiente per le merci prodotte e se vi è una disponibilità di materie prime per far funzionare le macchine

Tutti i fattori implicati debbono essere in vendita, cioè che essi debbono essere disponibili nelle quantità necessarie a chiunque sia disposto a pagarle (economia di libero mercato)

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La produzione è un’interazione tra l’uomo, natura e capitale

Se questo processo deve essere organizzato attraverso un meccanismo di mercato allora l’uomo e la natura e il capitale

devono essere ricondotti nella sua orbita

Essi devono essere soggetti all’offerta e alla domanda, essere cioè trattati come merci prodotte per la vendita

L’economia di libero mercato implica che tutto ciò che è prodotto è in vendita sul mercato e che tutti i redditi derivano da queste

vendite Non è auspicabile, in questo meccanismo che i redditi si formino

altrimenti che attraverso le vendite

Nascita dell’economia L’epistemologia totalitaria

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L’economia di libero mercato è una struttura che è esistita solo nei tempi moderni richiede la separazione della

società in un a sfera economica ed una politica (Normalmente l’ordine economico è semplicemente una funzione dell’ordine sociale nel qual esso è contenuto)

Non è più l’economia ad essere inserita nella società, ma l’assieme dei rapporti e delle istituzioni sociali nell’economia

Nascita dell’economia L’epistemologia totalitaria

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Vita ed esseri umani erano valutati nella misura nella quale si rendevano utili al progresso. Non si valutava il progresso per quel che serviva alla vita.

Il progresso aveva un aspetto economico: era un’ elaborata razionalizzazione dell’assetto economico dominante. Il progresso

era possibile solo solo per mezzo di una produzione sempre crescente

Progresso

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ProgressoNel secolo 18° la dottrina del progresso era

stata elevata a nozione fondamentale. L’uomo stava innalzandosi costantemente, dalla superstizione, dalla ignoranza e dalla

incultura ad un mondo sempre più perfezionato, umano e razionale

Il progresso era il moto all’infinito, era un bene in sé, indipendentemente dalla sua

direzione e dal suo scopo

La storia era condannata a un progresso infinito senza mai raggiungere alcun telos

intrinseco.

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CORO: Non sei forse trascorso ad altro eccesso? Promèteo: Dal fissare il destin distolsi gli uomini. CORO: Quale farmaco a tal morbo trovasti? Promèteo: Nei lor petti albergai cieche speranze. CORO: Gran beneficio fu questo per gli uomini.

Eschilo. Prometeo incatenato

Le “magnifiche sorti progressive”

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PIL: somma delle merci e dei servizi che vengono scambiati

per denaro

I sistemi economici sono sempre stati valutati solo in relazione alla loro capacità di sostenere un elevato tasso di crescita

economica

Crescita esponenziale

Il bene assoluto per un’economia, è rappresentato dalla capacità di sostenere un alto tasso di crescita del PIL che si basi su modelli

esponenziali (sull’esempio dell’incremento del capitale soggetto a tasso di interesse)

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In una società competitiva la “sopravvivenza” dei sistemi economici si affida all’aumento della “Produttività” che è il

flusso di produzione in uscita per unità di fattore produttivo (lavoro, materie prime, capitale)

In un sistema dominato dall’economia monetaria, il fattore più “importante” è la produttività del capitale

(che deve aumentare con un tasso percentuale e prevede , quindi un aumento “esponenziale”)

Crescita esponenziale

Page 49: Il mito della crescita

Crescita esponenziale

Quando una quantità cresce secondo una percentuale annuale fissa, la crescita viene definita crescita esponenziale. Una crescita del 3% all’anno è esponenziale. Ne consegue che perché la quantità che va crescendo raddoppi il proprio valore è richiesto un tempo costante. Questo tempo si definisce tempo di raddoppio T2 T2 = 70/P

Per fare un esempio, un tasso di crescita del 3% all’anno determinerà il raddoppio della quantità che va crescendo in un tempo calcolabile con: T2 = 70/3 = 23 anni

Page 50: Il mito della crescita

Crescita esponenziale Popolazione

Fonte: US Census Bureau, 2008

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Fonte: Angus Maddison, The World Economy: Historical Statistics (Paris: OECD, 2003); 2002–2003 data: World Bank.

very concepts of macroeconomics and (cyclical)stabilization policy are essentially twentieth-century creations—this topic has been dealt withextensively in earlier World Economic Outlooks.

This chapter incorporates some of the manyinsights contained in two supporting studiescommissioned for the World Economic Outlook.1

“Globalization and Growth in the TwentiethCentury” (IMF Working Paper 00/44), byProfessor Nicholas Crafts of the London Schoolof Economics, discusses real developments dur-ing the twentieth century and was particularlyimportant for the discussion of growth and di-vergence. “The International Monetary Systemin the (Very) Long Run” (IMF Working Paper00/43), by Professors Barry Eichengreen andNathan Sussman of the University of CaliforniaBerkeley and Hebrew University Jerusalem, re-spectively, provides an overview of the interna-tional monetary system over the last thousandyears, and was particularly important for thediscussion of the changing nature of interna-tional monetary relations in the twentiethcentury.

Global Economic Growth and IncomeDistribution

The two most striking characteristics oftwentieth-century economic growth are its stag-gering size and acceleration when comparedwith developments in previous centuries, and itsuneven distribution among different countriesand regions of the world.

Growth of Output and Population

Using conventional GDP estimates over a longhistorical period, the total amount of goods andservices produced in the twentieth century is es-timated to have exceeded the cumulative totaloutput over the preceding recorded human his-

CHAPTER V THE WORLD ECONOMY IN THE TWENTIETH CENTURY

150

Real GDP and Population(1900 = 100)

Growth in 50-Year Intervals(period total, in percent)

Real GDP

Population

GDP Population

2000

1600

1200

800

700

600

500

400

300

200

100

0

400

01750

1700–50 1750–1800 1800–50 1850–1900 1900–50 1950–2000

1800 1850 1900 1950 2000

Figure 5.1. World GDP and Population Since 1750

During the twentieth century both output and population growth increased. However, as a result of accelerating technical progress, output growth increasingly exceeded population growth.

Source: Bradford J. DeLong, “Estimating World GDP, One Million B.C.–Present.” Available via the internet at: http://econ161.berkeley.edu.

1In addition to being issued as IMF Working Papers,both studies are being published in World EconomicOutlook: Supporting Studies 2000 (Washington: IMF,forthcoming).

Crescita esponenziale Popolazione e PIL

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Source: Angus Maddison, The World Economy: Historical Statistics, (Paris: OECD, 2003)

Crescita esponenziale PIL

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Similar considerations apply to the interna-tional flow of capital, which as a manifestation ofthe rapid growth (both national and interna-tional) of financial markets, is itself greatly facili-tated by technical progress in information andcommunications technology. Modern financialmarkets promote the mutually beneficial ex-change between net savers and users of capitalfor productive purposes over increasing num-bers of economic agents and ever larger territo-ries, thus contributing to the optimal use of capi-tal and the maximization of world output. Inaddition to the international transfer of capital,international financial markets also facilitate thetransfer of technology in the form of foreign di-rect investment and provide various insurancefunctions. These themes will be explored furtherin the following sections of this chapter.

The rising specialization in production, whileraising productive efficiency, has also increasedthe economic interdependence (mutual depend-ence) of individuals, firms, and nationaleconomies. This implies, on the one hand, thateconomic activity in one area will be indirectlyaffected by shocks and disturbances originatingelsewhere in the economy—a process known as“contagion” when occurring in response to anegative shock elsewhere. On the other hand,this interdependence offers the opportunity forindividuals, firms, and nations to reduce hard-ship in cases of real shocks affecting them di-rectly, by temporarily relying on resources fromless affected producers.

Income Differentiation Over Space and Time11

Aggregate figures for global output and popu-lation conceal remarkable differences across in-dividual economies, as well as uneven growthrates during major defining sub-periods of the

CHAPTER V THE WORLD ECONOMY IN THE TWENTIETH CENTURY

154

Rise of Income Inequality1

(per capita GDP; in 1990purchasing-power-parity dollars)

Global Per Capita Real GDP Growth(average annual percentage change)

Low-incomequartile

Middle-low-income quartile

Middle-high-income quartile

High-incomequartile

20000

4.0

3.5

3.0

2.5

2.0

1.5

1.0

0.5

0.0

16000

12000

8000

4000

01900

1900–13

The gold standardtriumphant Two World Wars

and the interveningperiod:

deglobalization

Industrial countries’“Golden Age”

The post-BrettonWoods era:globalization

gathers steam

1913–50 1950–73 1973–2000

2000

Figure 5.4. Differential Income Growth

In the twentieth century, per capita income has risen faster in the rich than in the poor countries and at different speeds in different subperiods.

Sources: Angus Maddison, Monitoring the World Economy 1820–1992 (Paris: Organization for Economic Cooperation and Development, 1995); and IMF staff estimates.

1Countries’ populations have been assigned to income quartiles according to GDP per capita in each country; each quartile contains 25 percent of world population.

11The following analysis is based on output and popula-tion data up to 1992 presented in Angus Maddison,Monitoring the World Economy 1820–1992 (Paris:Organization for Economic Cooperation andDevelopment, 1995). Data after 1992 have been com-puted by applying growth rates of real per capita GDPfrom IMF staff estimates to the 1990 Maddison data.

Fonte: Angus Maddison, The World Economy: Historical Statistics, (Paris: OECD, 2003)

Crescita Disuguaglianze

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63

Crescita Povertà

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Crescita Consumi energetici

Fonte: Vaclav Smil. Storia dell’energia. 2000

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Crescita Consumi energetici

Fonte: Vaclav Smil. Storia dell’energia. 2000

Page 57: Il mito della crescita

Gli abitanti degli Stati Uniti consumano un quantitativo di carbone corrispondente al contenuto di un vagone ferroviario

ogni secondo (86400 al giorno, 3.1.536.000 all’anno); 37900 litri di benzina al secondo (32.745.600 al giorno);

60 miliardi di metri cubi di gas naturale al giorno. Per ottenere il consumo mondiale bisogna moltiplicare queste

cifre per quattro Fonte: Mattew Simmons. Yale Law & Business Society New Haven, CT April 27, 2009

Crescita Consumi energetici

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Crescita Consumi nascosti nei cibi che mangiamo

Tra il1950 e il 1984, la produzione cerealicola mondiale è aumentata del 250%.

Negli USA vengono utilizzati ogni anno 1514 litri circa di petrolio equivalente per nutrire ciascun americano.

Sono necessarie 10 kcal di energia esosomatica per produrre una kcal di cibo consegnato al consumatore. Giornalmente 3.500 kcal pro-capite

Il rapporto 1/10 si traduce in un costo giornaliero di 35.000 kcal di energia esosomatica a testa

Pimentel D., Giampietro M. 1994

Nel 1990, circa 1.000 litri (6,41 barili) di petrolio per produrre cibo da un ettaro di terreno.

Pimente,D.,Pimentel M.1991

Calorie da combustibili fossili necessarie per produrre 1 caloria di carne bovina: 28.

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Conflitto inevitabile tra concezione economica che richiede crescita esponenziale e mondo fisico

Page 60: Il mito della crescita

Il processo economico viene illustrato come un flusso circolare tra produzione e consumo

Nel mondo economico solo la moneta circola avanti e indietro tra l’uno e l'altro settore

Gli economisti hanno soggiaciuto al peggiore dei feticismi, quello monetario

Economia astratta e “mondo fisico”

Il processo economico è saldamente ancorato a una base materiale sottoposta a vincoli precisi.

Page 61: Il mito della crescita

L’attuale “civiltà” industriale è gravata dalla incompatibilità della crescita esponenziale del sistema economico, che è l’assioma indiscusso degli

economisti, e la base di materia ed energia del sistema fisico

Una delle principali regole del dogma economico è che il sistema monetario deve continuare a crescere sulla base dell’interesse composto

La crescita esponenziale che si è verificata sinora, non è più sostenibile, dal punto di vista materiale

La coesistenza dei due sistemi è stata possibile (anche se non sostenibile) dall’inizio della rivoluzione industriale sino ad oggi, tuttavia questa coesistenza è destinata a finire poiché la crescita del consumo di materia-energia ha limiti finiti mentre la crescita monetaria (che è

un’astrazione e, quindi, non ha limiti fisici ) non ne ha.

Economia astratta e “mondo fisico”

Page 62: Il mito della crescita

Dipinte in queste rive Son dell'umana gente Le magnifiche sorti e progressive

G.Leopardi, La ginestra

Page 63: Il mito della crescita

L'energia totale dell'universo è costante e l'entropia totale è in continuo aumento, fino a raggiungere un equilibrio

Rudolf Clausius

Ogni volta che una certa quantità di energia viene convertita da uno stato ad un altro si ha una degradazione

di una parte dell'energia stessa in forma di calore, in particolare questa parte non sarà più utilizzabile per

produrre lavoro.

Entropia

Page 64: Il mito della crescita

L’energia chimica contenuta in un pezzo di carbone è energia disponibile poiché l’uomo può trasformarla in calore, lavoro

meccanico, energia elettrica. Quando un pezzo di carbone brucia, la sua energia non risulta né diminuita né aumentata, ma l’energia disponibile iniziale si è a tal punto dissipata sotto forma di calore, fumo e ceneri che l’uomo

non può più usarla

Entropia

Il mondo brucia come una fornace; l’energia, pur conservandosi, si dissipa

Ilya Prigogine

Page 65: Il mito della crescita

Entropia dei sistemi viventi

Gli organismi viventi riescono temporaneamente a mantenere una certa omeostasi ed a sfuggire al decadimento entropico verso lo

stato di equilibrio.

Essi riescono a mantenere costante la propria entropia tramite gli scambi con l’ambiente , traendo dall’ambiente bassa entropia.

Il significato del metabolismo, in termini termodinamici, è quello di mantenere costante l’entropia dell’organismo a spese dell’ambiente esterno, nel quale l’entropia viene vieppiù

aumentata dalla presenza della vita

Page 66: Il mito della crescita

Le piante fotosintetiche sono in grado di utilizzare direttamente tale fonte di energia, immagazzinandola sotto forma di composti

del carbonio (amidi, zuccheri, cellulose). Sotto questa forma tale energia (o bassa entropia) viene assunta

dagli altri organismi viventi che si nutrono di vegetali e si distribuisce, via via agli altri organismi attraverso la catena

alimentare.

L’energia libera disponibile sulla terra proviene, dalla radiazione solare.

La vita di qualunque specie vivente dipende direttamente o indirettamente dall’energia solare, ovviamente anche la specie

umana ha potuto esistere grazie a questa fonte di bassa entropia.

45

Entropia dei sistemi viventi

Page 67: Il mito della crescita

L’avvento dell’agricoltura si può quindi spiegare come lo sviluppo di una tecnica per appropriarsi in

maniere più efficiente per unità di superficie, di maggiori quote di energia disponibile dalla

fotosintesi.

Entropia delle civiltà

Page 68: Il mito della crescita

Con l’avvento della rivoluzione industriale l’uomo ha iniziato ad utilizzare anche le riserve d’energia libera immagazzinate nel

sottosuolo ( i combustibili fossili). L’uso di tali fonti, ha aumentata in maniera drammatica la

dotazione di bassa entropia a disposizione di quella parte della specie umana che che era stata protagonista di questi progressi

L’alta densità energetica delle fonti fossili , ha reso possibile effettuare enormi quantità di lavoro per unità di tempo e quindi

permesso lo sviluppo industriale

Entropia delle civiltà

Page 69: Il mito della crescita

Quanto più è elevata la crescita economica che si manifesta attraverso l’abbondanza dei prodotti, tanto maggiore è il tasso di

sfruttamento e, quindi, di depauperamento delle risorse. Di conseguenza tanto più breve sarà l’aspettativa di vita della

civiltà industriale.

Il progresso tecnico ha altresì sviluppato una evoluzione “esosomatica” altrettanto imponente, rendendo l’uomo

dipendente dagli strumenti prodotti dal sistema industriale, dipendenza estremamente pericolosa poiché legata all’energia e

alla materia immagazzinate nella crosta terrestre in quantità finite.

Entropia delle civiltà

Page 70: Il mito della crescita

“L’ininterrotto drenaggio di risorse naturali operato dall’uomo, non è un’attività storicamente irrilevante, al contrario è il più importante fattore di lungo periodo nel

determinare la sorte dell’umanità” Nicholas Georgescu-Roegen

Entropia delle civiltà

Page 71: Il mito della crescita

Lo sviluppo delle società complesse è strettamente legato alla possibilità di procurasi sufficiente energia per le proprie necessità

di sopravvivenza (e “crescita”) Quelle che riescono a procurarsi più energia o ad utilizzare

quest’ultima in maniera più efficiente, hanno maggiori possibilità di successo.

Collasso entropico delle civiltà

Page 72: Il mito della crescita

Con l’aumento dei costi generati dalla complessità, la proporzione del bilancio disponibile per gli investimenti atti a sostenere la crescita

economica (necessaria, in quest’ottica per poter fare fronte all’aumento delle spese) è destinata a diminuire.

Ogni ulteriore necessità di intervento in tal senso non genera un ritorno proporzionale.

Procedendo in questa direzione una società complessa è destinata a raggiungere un punto nel quale è vulnerabile al collasso

Collasso entropico delle civiltà

Tuttavia un’ organizzazione complessa richiede un impiego di energia pro-capite assai maggiore rispetto alle strutture più semplici

La popolazione nel suo insieme deve allocare crescenti risorse per mantenere le istituzioni.

Page 73: Il mito della crescita

Collasso entropico delle civiltà

Questo processo può essere rilevato in diversi campi quali la produzione agricola, l’estrazione di risorse non rinnovabili, il

controllo sociopolitico, l’ordine pubblico, la ricerca, l’educazione, la sanità.

In ognuno di questi campi è ormai evidente che le società industriali stiano assistendo ad un declino dell’efficienza, a causa

di un aumento delle spese nei campi sopra descritti semplicemente per cercare di mantenere lo status quo

Page 74: Il mito della crescita

Le moderne società industriali sono in una fase di declino. La complessità che esse hanno realizzato è difficilmente sostenibile ancora

per lungo tempo. Ancora meno sostenibile è il parossistico sfruttamento delle risorse che le

vede protagoniste:

1. Produzione crescente di rifiuti del metabolismo economico

2. Segnali sempre più forti di scarsità delle risorse non rinnovabili (combustibili fossili e altri prodotti estrattivi

3. Sfruttamento ormai insostenibile della biosfera: • utilizzo diretto di prodotti (pesca, prodotti forestali), • l’estensione territoriale delle attività umane, con conseguente

indisponibilità di porzioni sempre più ampie della terra per le altre specie viventi

Collasso entropico delle civiltà

Page 75: Il mito della crescita

Limiti: Fonti energetiche

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OTC 2009 Topical LuncheonHouston, Texas

By:Matthew R. Simmons, Chairman

Simmons & Company InternationalMay 6, 2009

Page 76: Il mito della crescita

Limiti: Fonti energetiche

Page 77: Il mito della crescita

Limiti della crescita Emissioni di CO2

Fonte: The Carbon Dioxide Information Analysis Center (CDIAC). U.S. Department of Energy.2008

Page 78: Il mito della crescita

Fonte: NOAA 2007

Limiti della crescita Concentrazione di Co2 atmosferica

Page 79: Il mito della crescita

Limiti della crescita Concentrazione di Co2 e aumento di temperatura

Fonte: United Nations Climate Change Science Compendium 2009

Page 80: Il mito della crescita

Collasso delle civiltà nella storia:

Impero Hittita Civiltà Assiro-Babilonese

Impero romano Impero Maya

Civiltà Chaco-Anasazi Isola di Pasqua

“Il collasso, se e quando accadrà ancora, sarà questa volta globale. Non è più possibile che nazioni singole

possano collassare. La civiltà mondiale si disintegrerà come un tutt’uno”

Joseph Tainter: The collapse of complex societies

Collasso entropico delle civiltà

Page 81: Il mito della crescita

Nell’epoca del Kali Yuga la frode sarà la norma. Vi saranno gravi siccità e carestie, e accadranno rivoluzioni. Le persone saranno bugiarde e

peccatrici. Non rispetteranno la Tradizione. Gli ignoranti saranno al governo ed opprimeranno i Sapienti. Essi pretenderanno inoltre di essere Maestri.

E, orrore degli orrori la gente comincerà a credere in questi fraudolenti maestri.

Kurma Purana: 23

Kali yuga? L’età moderna

Nel Kali Yuga le persone non avranno la conoscenza delle scritture. L’eloquenza sarà scambiata per sapienza. Solo coloro che sapranno

approfittarsi degli altri saranno reputati intelligenti. Visnu Purana:3.6

Page 82: Il mito della crescita

Né il giuramento sarà rispettato, né lo sarà chi è giusto o dabbene; piuttosto l'autore di mali e l'uomo violento rispetteranno; la giustizia sarà nella forza e coscienza non vi sarà; il cattivo porterà offese all'uomo buono dicendo parole d'inganno e sarà spergiuro; l'invidia agli uomini tutti, miseri, amara di lingua, felice del male, s'accompagnerà col volto impudente. Sarà allora che verso l'Olimpo, dalla terra con le sue ampie strade, da candidi veli coperte le belle persone degli immortali alla schiera andranno, lasciando i mortali, Vergogna e Sdegno: i dolori che fanno piangere resteranno agli uomini e difesa non ci sarà contro il mal Esiodo: Le opere e i giorni

Kali yuga?

Page 83: Il mito della crescita

Se questo è un’UomoSe questo è un’Uomo

Tra le caratteristiche dell’ uomo dell’età moderna troviamo la strumentalizzazione del mondo, la fiducia cieca negli strumenti e nella produttività , la convinzione che ogni problema può essere ridotto al principio di utilità; la considerazione che tutto è dato

come “materia prima”, l’ equiparazione di intelligenza e ingegnosità, ovvero il disprezzo per ogni pensiero che non sia

considerato il primo passo per la fabbricazione di oggetti artificiali

Sopravvivevano di preferenza i peggiori, gli egoisti, i violenti, gli insensibili, i collaboratori, le spie

Primo Levi, I sommersi e i salvati

Page 84: Il mito della crescita

Una società dove dominano questi presupposti ideologici favorisce la “selezione” di individui privi di immaginazione, di

intelletto, di scrupoli morali, di cultura e dei più elementari istinti di compassione.

Persone che si adattano ad un ambiente nel quale non c’è molto spazio per le qualità umane.

Per la sopravvivenza sono molto più utili le caratteristiche antisociali: la competitività, l’opportunismo e l’utilitarismo.

Solo chi valuta le macchine o gli astratti sistemi economici più degli uomini è in grado di cogliere i vantaggi di questo sistema

Se questo è un’Uomo

Page 85: Il mito della crescita

Se questo è un uomo “Soluzione finale” dell’economia di libero mercato

Globalizzazione economica: dittatura del “libero mercato”

Abdicazione degli organi politici eletti a favore dell’arcana autorità di caliginose istituzioni internazionali (IWF, World Bank, WTO, ma anche UE)

Dogmi della “produttività” e “competitività: Società Hobbesiana globale (homo homini lupus senza confini geografici)

Società Malthusiana: Sovrappopolazione e scarsità di risorse

Società di lavoratori senza lavoro

Uomo come epifenomeno del mercato

Page 86: Il mito della crescita

Siamo liberi di rimanere nella dicotomia di lavoro privo di senso e quello svago ebete che è soltanto un’epifenomeno del mercato, liberi di essere dipendenti da una condizione

che costringe a consumare di più per produrre di più, illuderci con quel maquillage intellettuale composto

dall’assieme di pagliacciate commerciali che viene oggi chiamato arte e cultura; impiegare tutta la nostra vita per

rincorrere queste vane chimere e, nel frattempo, di distruggere il mondo e l’uomo

Se questo è un’Uomo La libertà

Page 87: Il mito della crescita

Abbiamo perseguito e conseguito un mirabile “progresso” materiale, ma il prezzo è stata la perdita della nostra

umanità: lo “spirito” dell’epoca moderna, nonostante i propri sedicenti principi umanitari e la propaganda dell” “uguaglianza, libertà e fraternità”, è il più inumano della

storia, poiché esso non comprende più l’”Uomo”, ma solo “mezzi di produzione” o consumo, dei quali anche gli

uomini sono parte integrante. Non più uomini , ma soltanto produttori e consumatori.

Se questo è un’Uomo Conclusioni

Page 88: Il mito della crescita

Le creazioni dell’uomo (opere, sistemi filosofici e ideologici, istituzioni) prendono posto nel mondo

Ma la loro apparizione e il loro significato procedono in primo luogo dal mondo interiore dove furono concepiti

La creazione di quel mondo interiore è la dimensione dell’attività creatrice dell’uomo, e fornisce un’indicazione circa il senso della sua creatività e dell’organo creatore, ossia la sua immaginazione

L’immaginazione “cosmopoietica”

Vogliamo riservare alla grande maggioranza degli esseri

umani il ruolo economico di arricchire chi è già ricco?

Paul Ehrlich

La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma

nel sottrarsi a questa scelta prescritta

Theodor Wiesengrund Adorno

Page 89: Il mito della crescita

Insomma, tutti hanno le loro occupazioni particolari che dipendono dalle circostanze, e non possono non agire.

Così vanno avanti per la loro strada, come l’anno in cui le stagioni si susseguono e non cercano di modificarsi.

Frustano il loro corpo e la loro natura per immergersi nelle cose. Non si ritrovano più fino alla fine della loro vita.

Che peccato!

Chuang Tzu

Se questo è un’Uomo Conclusioni

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Grazie per l’attenzione