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    IL MESSAGGIO DI GESU: LA NUOVA COMUNITA UMANA

    Ora arriviamo a ci che gli evangelisti ci dicono sul messaggio che Ges ha portatoin questa situazione tesa e confusa. Giovanni Battista, un uomo molto austero,

    sembra esortasse la gente a cambiare lo stile di vita, dicendo che il regno di Dio,speranza del popolo giudeo, era vicino.Dalla Galilea arriv Ges, un carpentiere di Nazareth (Mc 6,3) e Giovanni Battistalo battezz.Cos Ges rimase con lumanit colpevole, impegnandosi a compiere la suamissione per il bene di tutti. Da allora Ges fu investito del ruolo di Messia, il capoinviato da Dio. Lo Spirito, che la potenza di Dio, venne su di lui e la voce delPadre lo dichiar suo Figlio, Re e Servo.Per Israele, essere un re significava salvezza; essere un servo, salvezza per tutti. Resignificava trionfo, Servo, sofferenza. Queste categorie, disseminate nellAnticoTestamento ed ora riunite nella persona di Ges, dimostrano che nel piano di Diolidea del Messia non era la stessa di quello atteso dai giudei.Ma la sua missione, cio essere Re e Servo al contempo, era instaurare la giustizia edifendere i poveri e gli sfruttati.Ges super il test (la tentazione nel deserto) che autentic la sua missione comeMessia e Servo, allontanando ogni pretesa di potere politico e gloria in questomondo. Era chiaro dallinizio che il regno di Dio non sarebbe stato stabilitoattraverso la violenza o la guerra e che il Messia non sarebbe stato un generaletrionfatore o un leader nazionalista. Inoltre, usare il potere e la gloria (lonore, il

    prestigio, il denaro) per istaurare il regno di Dio era contrario alla volont di Dio,facendo della persona uno strumento del Satana.

    La proclamazione: Il Regno di DioDopo il suo battesimo e dopo aver ricevuto lincarico divino, Ges torn inGalilea, dove inizi la sua vita attiva. Come Giovanni Battista, egli predicava ilcambiamento di vita, perch il regno di Dio era vicino (Mt 4,17).Comunque egli non cercava di dire le stesse cose di Giovanni. Per questultimo ilregno sarebbe iniziato con un tremendo giudizio; per Ges invece il regno era

    qualcosa di nuovo che Dio stava offrendo allumanit.Naturalmente la gente interpretava questo regno secondo le proprie idee, cio leaspettative di un cambiamento nella storia di Israele che avrebbero portato ad untempo finale di prosperit e trionfo sotto il governo del Re-Messia. Quando Gesdisse che il regno era vicino, la gente cominci ad aspettarsi il colpo di stato in cui ilMessia avrebbe combattuto e sconfitto i romani, mettendo fine alla dominazionestraniera, riformando le istituzioni nazionali.Ma Ges distinse due epoche nel regno di Dio: una storica, da intraprendereadesso, e una finale, in cui il trionfo di Dio sar completo.

    Egli venuto ad inaugurare la prima epoca e stabilir un movimento che costituirlinizio del regno di Dio nel mondo.

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    La venuta del regno era la buona notizia, specialmente per i poveri e gli oppressi,come aveva annunciato lAntico Testamento.La buona notizia stabiliva che essi sarebbero stati liberati e non sarebbero pi statinel bisogno. Questo era il messaggio di Dio portato da Ges: unera di uguaglianza,

    abbondanza (Lc 2,51-53) e fratellanza, in cui il solo re sarebbe stato Dio stesso.Come avevano sperato, si trattava di un cambiamento del corso della storia sottoforma di una nuova societ umana.

    Il GruppoPer portare a termine questo obiettivo, non appena aveva ultimato il suo proclama,Ges radun un gruppo di uomini, gente semplice, pescatori dalLago di Galilea. Non li aveva chiamati per vivere per se stessi e neanche perdedicarsi alla pratica di una virt separata dal mondo, ma per una missione per laquale li avrebbe preparati: essere pescatori di uomini. Cio Ges non ha fondatoun gruppo chiuso, ma uno aperto che doveva crescere, guidare uomini e donneverso il nuovo stile di vita che lui avrebbe insegnato ai suoi primi discepoli.

    Un raffronto con le Correnti EsistentiGes non si identificava con nessuna delle correnti o ideologie esistenti.Certamente non con la classe dirigente: neanche con i sadducei collaborazionisti,che avevano praticamente rinunciato allideale del regno di Dio, e neanche con ifarisei, che dominavano e sfruttavano la gente attraverso la devozionemantenendola in una stato di religiosit ingannevole. Da un lato essi appoggiavano

    lingiustizia pur dichiarando dallaltro che Dio avrebbe risolto il problema. Erano ipartigiani dellinattivit che perpetuavano una realt ingiusta.La corrente nazionalista era quella attiva, che chiedeva le riforme. Come loro, Gesvoleva che il regno di Dio fosse inaugurato in ogni dove. Analogamente, i suoiseguaci appartenevano alle classi oppresse. Ma la sua posizione e i suoi metodierano totalmente differenti.La profonda spaccatura esistente tra Ges e tutti questi partiti questa: tutti loroaccettavano il sistema giudaico, credevano che la monarchia, il tempio e ilsacerdozio fossero istituzioni valide ed eterne, dietro le quali essi detenevano la

    posizione privilegiata rispetto alle altre nazioni, in quanto popolo di Israele. MaGes non credeva a niente di tutto questo.

    Ges mantiene una Posizione RadicaleLa posizione tenuta da Ges era radicale: egli negava la validit del sistema. Lesoluzioni al problema dellingiustizia non si troverebbero nellinattivit, oattraverso le riforme (siano esse graduali o violente) delle istituzioni esistenti. Laradice dei drammi dellumanit risiede nelle fondamenta delle istituzioni che essaha creato: nella lotta per il denaro, il desiderio di prestigio e la sete di potere; nella

    triplice ambizione di possedere, salire, comandare, che incita la gente allarivalit, allodio e alla violenza.

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    Quindi, Ges ha rifiutato tutte le istituzioni di Israele: tempio, monarchia esacerdozio.Ha proposto di creare una nuova societ, in cui la gente potesse essere libera efelice (Mt 5,3-10). Per ottenere questo il popolo doveva volontariamente rinunciare

    a tre falsi valori: il denaro (la sete di ricchezza), la gloria (ambizione diriconoscimenti), il potere (desiderio di dominio).Invece di accumulare, condividere; al posto dellambizione, luguaglianza; al postodel dominio, la solidariet e il servizio umile e volontario. Dove cera rivalit, odioe violenza, non poteva esserci fratellanza, amore e vita.Il radicalismo di Ges ci fa capire perch nel vangelo non troviamo un appello allagiustizia tanto quanto nei profeti. Anche i profeti erano riformatori, e chiedevano lagiustizia poich credevano nella validit delleistituzioni. Ges non venuto a reclamare la giustizia, ma ad offrire una soluzionefinale allingiustizia del mondo.Ma tutto questo non altro che una bella idea e unutopia. Comunque, Ges non haproposto unideologia e per questa ragione non ha predicato il suo messaggio atutti quanti. Alla gente parlava in parabole, per far s che iniziassero a pensare.Ci che voleva era formare un gruppo in cui questo ideale sarebbe stato vissuto.Finch non ci saranno queste comunit, non potr esserci salvezza, lobiettivo cheGes ha proposto sar annullato e la sua dottrina, come il suo esempio, diverrannosoltanto una ideologia in pi.Di sicuro, la violenza non un modo per conformare queste comunit. Se essenziale per il gruppo che le persone siano libere, devono ovviamente farvi parteper convinzione personale.

    Proclamazione del MessiaDa questo canto Ges non ha mai forzato, ma solo invitato, ed ha incominciato laproclamazione dicendo: Beati coloro che scelgono di essere poveri, perch Dio illoro Re (Mt 5,3). Per appartenere a questo regno di Dio, che il nome cheattribuisce a questa nuova societ, sufficiente essere poveri; dobbiamo rinunciaredora in poi al desiderio di ricchezza, di ambizione che imprigiona il cuoredelluomo e conduce le persone allingiustizia, separandole da Dio (Mt 6,19-21,24).

    Ogni sezione della proclamazione incomincia con la parola beati. Cio, coloro chescelgono di essere poveri non saranno tra gli oppressi. Dio, che il loro re, liliberer. Essi saranno persone libere nel regno dellamore reciproco, liberi dallenecessit, poich tutti gli sforzi verso la giustizia saranno pi che soddisfattiallinterno dello stesso gruppo, in cui ciascuno sostiene laltro e tutti sonoampiamente sostenuti da Dio. In questi cuori sinceri, dove non esiste rivalit, Dio sifar presente. Coloro che sperimenteranno la fratellanza saranno coloro chelavoreranno per la pace fra le genti, e questo lavoro di riconciliazione li rendertalmente simili a Dio che saranno chiamati figli (cio suoi figli e figlie). Dovranno

    aspettarsi che la societ umana perversa perseguiti chi non accetta i suoi valori.Questo non segno di fallimento, ma piuttosto una indicazione che sono dallaparte di Dio e stanno andando nella giusta direzione.

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    Come ha spiegato Ges ai primi discepoli, il gruppo non deve vivere per sestesso, ma per guidare tutte le persone di buona volont (essi sono la luce delmondo, citt visibile. Si tratta di diventare un fattore di cambiamento per la societ(essi sono il sale della terra, Mt 5,13; e lievito 13,33), poich lobiettivo della venuta

    del Messia non condurre alcune persone verso la perfezione individuale, ma lintervento di Dio per cambiare il corso della storia.

    Condizioni per il DiscepolatoNon c neanche bisogno di dirlo che la condizione indispensabile per esserediscepoli era la fede in Ges come Messia e Figlio di Dio; fede che significavaaderire completamente a lui, dedizione alla sua persona e alla sua missione. Eovvio che non ci sarebbe stato motivo di seguire Ges a meno che non si fosseconvinti che era inviato da Dio.a) Rinuncia alle ricchezzeAccertata questa fede, la prima condizione che Ges impose ai suoi discepoli larinuncia alle ricchezze, il solo modo per interrompere un sistema ingiusto.Questa rinuncia non un consiglio ascetico per pochi individui isolati, ma unanecessit per coloro che desiderano appartenere alla nuova comunit umana cheDio intende creare in questo mondo.Non che Ges richiedesse la rinuncia ai propri beni quale condizione di salvezza,ma lobiettivo del gruppo che Ges stava formando non solo ottenere la vitaeterna, perch gi era sicura, ma trasformare la societ umana. E per fare ci, labont individuale non sufficiente, e neanche le opere buone fatte dallalto o la

    carit paternalistica e i fioretti. Egli vuole la creazione di un gruppo in cui non ci sian mio n tuo, dove tutti condividano con gli altri tutto ci che hanno.Tuttavia, coloro che scelgono di essere poveri non devono essere scambiati per ungruppo di accattoni. Al contrario, Ges ha promesso di porre fine al bisogno e allafame. Ci che afferma che la soluzione al problema non nellaccumulare (Mt6,19-21), ma nel condividere (Mt 14,15-21). La persona che smette di cercare diarricchirsi qui sulla terra ha Dio stesso come ricchezza e sicurezza. Coloro chedividono ci che hanno troveranno abbondanza, ci che chiaramente Gesintendeva quando ha moltiplicato i pani e ha risposto alla sfida di Pietro (Mc 10,28-

    31).Una vita di questo tipo contraddice quella della societ e per questa ragione Geschiese a coloro che volevano diventare suoi discepoli di auto-emarginarsi per creareun nuovo stile di vita.Non basta quindi essere realmente poveri per appartenere al gruppo di Ges, cancora un altro passo, cio rinunciare al desiderio di ricchezza e abbracciare lacomunit.Ges quindi non si identificava semplicemente con i poveri e gli oppressi, eneanche divenne un leader delle masse.

    Egli aveva il pi grande amore possibile per i poveri, era sempre pronto per loro,insegnava loro, li guariva e li sfamava, e concedeva indistintamente il suo tempo,ma quando aveva finite di aiutare, si ritirava. Non voleva neanche essere un altro

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    oppresso o il loro leader; ci che cercava era aprire una nuova possibilit cheavrebbe consentire agli oppressi di sfuggire loppressione e agli affamati di sfuggirela fame. Non cera nessun bisognoso nel gruppo di Ges (Lc 22,35); non erainteressato alle privazioni (Mt 11,18-19) e neanche imponeva il digiuno ai suoi

    discepoli (Mt 9,14-15); e la fame, per lui, era una ragione sufficiente per trasgredirela legge (Mt 12,1-8). Viveva da povero poich non credeva nel valore dellaricchezza e sapeva bene che la ricchezza implica lingiustizia (Lc 16,9) dato che lalibert umana e la felicit sono possibili sono quando si elimina lambizione.

    b) Rinuncia a Onore e PotereLa rinuncia alle ricchezze porta con s la rinuncia allonore e al potere che nederivano. Dove non ci sono ricchi n poveri, non c primo n ultimo. Nel suogruppo Ges non permetterebbe il predominio di uno sullaltro. Innanzitutto, ceralibert totale nel gruppo: non ha mai imposto regole, un giorno santo da osservareo una pratica obbligatoria. Venne criticato perch i suoi discepoli non conducevanouna vita austera, rifiut di porre regole riguardo il digiuno. La libert e la gioiaerano il segno distintivo del gruppo di Ges ed egli stesso lo paragonava ad unacelebrazione di nozze.In secondo luogo, non avrebbe conferito nessun titolo speciale o segno onorifico aisuoi seguaci come era usuale tra i rabbi.Proib loro ti chiamare qualcuno padre, perch tutti sono fratelli e sorella con unsolo Padre nei cieli. Neanche ha lasciato che chiamassero qualcuno maestro,come si usava tra i maestri, poich essi avevano un solo maestro, Ges stesso.

    Ogni volta che i discepoli mostravano segni di ambizione verso il potere, listroncava sul nascere; dovevano restare al livello dei pi piccoli (Mt 18,1- 4). E sequalcuno aveva un ruolo nel gruppo, questo non avrebbe potuto rassomigliare acariche civili in cui ci si domina a vicenda (Mt 20,25-27).Al potere egli opponeva luguaglianza (Mt 23,8) e il servizio reciproco ed avevaparole minacciose per chiunque tentasse larrampicata.Per essere suo discepoli si doveva estirpare il proprio tornaconto: Se qualcunovuole venire dietro di me, deve dimenticare se stesso (Mt 16,24), cio, smettere difare i propri interessi personali. Ed oltre questo, egli deline una panoramica

    chiaramente contraria al desiderio di successo: Sollevi la sua croce, cio, siapronto ad essere guardato male, escluso e perfino condannato dalla societ in cuivive (Mt 6,10-12; 16,24).

    c) DecisioneAderire a Ges e proclamare la buona notizia deve venire prima dei legamifamiliari, la voglia di notoriet e sicurezza, nonch successo mondano. La decisionedeve essere radicale e irrevocabile: Nessuno che ha messo mano allaratro e e poisi volge indietro adatto per il regno di Dio.

    "Il Mondo" in San Giovanni

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    Lo stesso rifiuto dei falsi valori della societ viene espresso in Giovanni dalcontrasto tra Ges e il mondo. Questo, in senso peggiorativo, significa il sistemasociale, religioso e politico del tempo. Il peccato dei leader giudei era cheappartenevano ad un sistema di potere che era basato necessariamente su

    menzogne e violenza.Contro i leader, Ges si definiva il pastore ideale, che non venuto per distruggeree uccidere, ma per dare vita e dare la sua stessa vita per i suoi (Gv 10,10-11). Ileader che non facevano lo stesso non erano altro che ladri e banditi (Gv 10,1-2, 7).

    Ges e il Popolo: LiberazioneIl grande ostacolo allaccettazione del messaggio di Ges era il rispetto dei leader edelle istituzioni giudaiche.Ges liberava il popolo in due modi: con le parole e con le opere. Mediante leparole, attaccava il prestigio dei capi, non come individui (non d mai nomipropri), ma come classe.I farisei gradivano la venerazione della gente in virt della loro santit e la gente sisentiva colpevole se non riusciva ad adempiere agli obblighi religiosi con la stessaloro meticolosa perfezione. Ges lanci un attacco frontale: quelli che scambianoper santi non sono altro che ipocriti (Mt 6,2,5,16). In faccia li chiama ladri (Mt 23,25;Lc 11,39). In questo modo distrugge la loro influenza e pone fine allidea fuorvianteche la santit consista nelladempimento di molte osservanze e pratiche devozionali(Mt 5,20).Ma Ges non lo dimostra solo in teoria; egli fa s che i discepoli e il popolo aprano

    gli occhi di fronte alle cose per come sono e possano interpretarle; cio, eglirisveglia il loro spirito critico.Affrontando i dottori o i maestri egli dichiara che il loro modo di interpretare edinsegnare la legge insufficiente e falsata e il popolo non dovrebbe credere nellaloro dottrina, poich essi non insegnano ci che Dio ha detto, ma la propriaelaborazione della sua parola.I sommi Sacerdoti, rappresentanti dellideologia ufficiale e amministratori dellareligione e del tempio, li ha chiamati banditi (Mt 21,13) ed ha annunciate che Dioaveva tolto loro tutta lautorit (Mc 12,9). Il tempio, che era il fulcro della religione e

    il vanto della nazione giudea, Ges lha definito covo di ladri, sterile e maledetto(Mc 11,12-21: lalbero di fico, immagine del tempio), e, non certo impressionatodalla sua maestosit, ne ha annunciato la totale distruzione (Mc 13,1-2).Ma Ges non parla soltanto. Egli dimostra con le azioni la falsit delle idee diffusedai leader. Egli compie opere proibite per legge e disattende ci che i dottori diconoessere obbligatorio. Ad esempio: nellAntico Testamento si dice che toccare unlebbroso faccia diventare impuri. Ges ne tocca uno e accade il contrario: non Ges che diventa impuro, ma il lebbroso ad essere purificato.Secondo i dottori, avere a che fare con un pagano rende impuri. Ges non solo lo

    fece, ma sedette a tavola con noti peccatori.I dottori dicevano che era proibito strappare le spighe di sabato; Ges disse allagente che la persona pi importante della legge del sabato.

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    Essi dicevano che prima di mangiare bisognava lavare le mani secondo certi riti incaso uno avesse toccato qualcosa di impuro, e n Ges n i discepoli lo facevano.Era proibito entrare in casa di un pagano e Ges si offr per andare a casa delcenturione il cui servo era ammalato (Mt 8,5-8).

    Non era considerato giusto che gli uomini viaggiassero con alcune donne e Gesand in tutta la Galilea con i dodici e con un certo numero di donne che liaiutavano (Lc 8,1-3).I dottori insegnavano che per ottenere il perdono di Dio bisognava offrire sacrificial tempio o fare opere di piet, e Ges perdonava i peccatori semplicemente graziealla loro fede (Mc 2,1-5).Era inconcepibile che un uomo rispettabile permettesse ad una prostituta ditoccarlo e Ges lasci che la penitente cospargesse i suoi piedi di olio profumato (Lc7,36-39).In realt, a parte la fede in Dio, Ges non ha lasciato in piedi nulla delle leggireligiose giudaiche tranne la giustizia e la bont esercitata verso gli altri.Tutti gli altri doveri: sacrifici al tempio, preghiere ad ore stabilite, abluzioni rituali,distinzione tra cibi permessi e proibiti e conseguente discriminazione tra religiosi(osservanti) e non religiosi (non osservanti), non avevano alcun valore per lui.Affermava che i cosiddetti peccatori erano pi vicini a Dio di coloro che simantenevano senza macchia (Lc 18,9-14); cio, dichiarava invalida tutta la praticareligiosa propriamente detta. Ci che ha valore per Dio la bont verso gli altri (Lc10,30-37) e la sola cosa che macchia una persona sono le intenzioni malevole edannose verso il prossimo (Mc 7,20- 23).Ges chiese molto di pi: non necessario uccidere, disprezzare gi uccidere (Mt6,21-22). Evitare lo spergiuro non basta, bisogna essere sinceri nel profondo (Mt5,33-37). Andando oltre lamore verso chi ci ama, bisogna amare e fare del bene acoloro che non ci amano (Mt 5,43- 45). Ci che Ges vuole una reale e sincerabont del cuore verso chiunque si incontra in ogni istante della vita quotidiana.Ges si cura di coloro che lo cercano. Egli accetta anche gli inviti dai ricchi, masenza celare il suo messaggio (Lc 11,37-52; 14,1-14).

    Ges e i Discepoli:La Rivelazione del Messia

    Ges ha un tale rispetto per la libert dei suoi discepoli da non rivelare loroallinizio di essere il Messia; essi dovevano essere in grado di riconoscerlo dal modoin cui viveva ed operava. Egli port i discepoli a riflettere e quando erano stati conlui un tempo sufficiente, pose la domanda decisive: Voi chi dite che io sia? Pietro,a nome di tutti rispose che egli era il Messia promesso, il figlio di Dio (Mt 16,16).Questa la fede che Ges voleva che essi coltivassero, e da allora il suo obiettivo futornare nella capitale, Gerusalemme, per denunciare il sistema e annunciare la suafine. Ma proprio allora sorse una difficolt: i dodici lo riconobbero come Messia, masecondo la loro antica idea. Essi interpretavano questo titolo come facevano i

    Nazionalisti, sperando che avrebbe trionfato a Gerusalemme ed inaugurato il suoregno.

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    Ges voleva che loro abbandonassero questa idea. Fin dal principio spieg che nonsarebbe stato acclamato, ma rifiutato e ucciso dai leader nazionali. Questo provocala protesta di Pietro e Ges gli urla i peggiori insulti possibili (Mt 16,21-23). Lungotutta la strada verso Gerusalemme i discepoli, sperando in vantaggi personali, lo

    seguono senza capire (Mc 9,30-32). Ges ripete per tre volte ci che sta persuccedergli (Mc 10,32-34), ma essi non afferrano. Come si pu vedere da Giacomo eGiovanni, essi sperano ancora che il regno di Dio soddisfer le proprie ambizioni(Mc 10,37).Amano Ges, ma il nazionalismo e lambizione impediscono loro di comprendere.Quando raggiungono Gerusalemme viene organizzata una dimostrazionenazionalistica per acclamare Ges quale successore del re Davide (Mc 11,10),restauratore della monarchia e gloria della nazione. Ma per frustrare questeaspettative, Ges entra nella citt in groppa ad un asino, che era la cavalcatura deipoveri, non certo adatta ai re.Ges era paziente con i discepoli; egli insegnava loro, li rimproverava, rispondevaalle loro domande. Sebbene si rendesse conto che non capivano, non liabbandonava e insisteva sempre che non tutto sarebbe finito con la sua morte (Mt8,31; 9,31; 10,34).I dodici sono un esempio della difficolt sperimentata dalla gente socialmenteoppressa o dalle comunit locali, di rinunciare alla vendetta. Lidea fissa era ilrovesciamento del potere che li avrebbe innalzati. Questo era gi accaduto a Ges aNazareth quando aveva soppresso i versetti finali di Isaia che parlavano diritorsione, la gente insorse contro di lui. Quando disse che Israele non avrebbeavuto nessun privilegio come nazione, volevano ucciderlo (Lc 4,16-30).

    Ges e le Autorit: La DenunciaPoi Ges si trov faccia a faccia con le autorit di Gerusalemme, dove denuncitutto il sistema. Egli sapeva che gli sarebbe costato la vita. Era la battaglia finale, lalotta con la morte.Egli maledisse il fico che era simbolo del tempio in cui i soldi avevano preso ilposto di Dio (Mc 11,12-21). Non avrebbe riconosciuto lautorit di nessun sommosacerdote e disse loro che Dio li aveva destituiti e Israele non era pi il popolo di

    Dio (Mt 21,43).Dichiar che il Dio delle autorit del tempio non era quello vero poich era un Diodi morte che non esisteva. Insult i sommi sacerdoti dicendo loro che i pubblicani ele prostitute erano pi vicini di loro al regno di Dio (Mt 21,28-32).Neg ci che i dotti insegnavano riguardo al Messia che sarebbe arrivato perrestaurare il regno di Israele e la monarchia di Davide (Mc 12,35-37) e fin perdenunciare i leader religiosi, insultandoli in presenza del popolo (Mt 23,1-36). MaGes non era insensibile e non nascondeva la sua pena per la rovina dovutaallostinazione dei leader (Mt 23,37-39). Quando la battaglia era finita, Ges lasci il

    tempio per non tornarci pi. Annunci ai suoi discepoli la distruzione del tempio edella citt, rassicurandoli allo stesso tempo del successo dellopera che avevainiziato (Mc 13).

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    La CenaFu durante la sua ultima cena che Ges diede lultimo insegnamento. Complet ciche aveva incominciato con la moltiplicazione dei pani quando

    promise la divina benedizione e labbondanza ai poveri che condividono tutto ciche hanno. Il pane va condiviso ma col pane bisogna dare tutto, anche la stessavita. La condivisione del pane lespressione di un amore illimitato. Questo ciche Ges ha fatto.Avendo dato loro tutto quanto aveva, stava per dare la sua vita per loro e per tuttalumanit. La stessa cosa deve accadere nelle comunit di discepoli. Questo pane,simbolo e strumento damore luno per laltro, Ges stesso, e in una comunit diquesto tipo egli presente. Mangiare il corpo e bere il sangue di Ges tutti insieme la creazione di un nuovo popolo di Dio.La sua parola finale, quindi, cio che dovevano vivere e morire come lui avevavissuto e come sarebbe morto (questo il mio corpo questo il mio sangue), chedovevano seguirlo fino alla morte avrebbe creato una nuova societ di discepoli econtrastato il male del mondo come lui aveva fatto.Dato che tutto ci supera le forze umane, egli dona la sua stessa vita. LEucaristia incui Ges dona se stesso ai discepoli presupponeva, quindi, un impegno a vivere neldiscepolato combattendo contro il mondo che avrebbe ucciso Ges.Allo stesso tempo Ges li rincuorava. La sua morte non era la fine di tutto; la provasarebbe stata superata e il successo era sicuro; egli annunciava la sua risurrezione(Mc 14,27-31).

    La CroceAl momento della verit, Ges prov orrore ed angoscia. Doveva morire come uncriminale per distruggere i mali della societ umana e salvare lumanit? Per unmomento egli aveva pregato il Padre di trovare unaltra soluzione, ma compresesubito che una lotta oltre la morte compiuta attraverso la morte; altrimenti,sarebbero solo parole, nessuno potrebbe crederci. Ha accettato completamente ildisegno del Padre. Doveva mostrare il male del mondo, il denaro e il potere, cheuccisero Ges e gli uomini. Ges non si sarebbe arreso neanche a costo della stessa

    vita.Restando fedele a questo disegno egli non oppose resistenza n facilit il compito(Mt 26,50-52; cfr. Mt 5,5); egli non voleva fornire alcun pretesto perch la violenzadel potere fosse dissimulata come giustizia.Davanti al tribunale giudaico non ci fu esitazione. Dichiar di essere il Messia, cheDio era con lui e contro di loro, che egli avrebbe trionfato e che la rovina attendevaloro e ci che rappresentavano (Mc 14,61-62).Le autorit religiose lo ricoprivano di sputi e lo percuotevano (Mt 26,67- 68). Isoldati romani, che rappresentavano la repressione e la violenza, lo avevano ridotto

    ad uno zimbello sanguinante (Mt 27,27-31). Lasciandosi manipolare dai capi, ilpopolo acclamava alla sua crocifissione (Mt 27,20- 26); e, sapendo che era innocente,il governatore, lo condann a morte (Mt 27,28).

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    La croce di Ges la condanna definitiva di un mondo ingiusto.Non c scappatoia alla croce, si pu restare con il crocifisso o con i crocifissori, nonc via di mezzo. Tutto ci che Dio apprezza odiato e rifiutato dal mondo. Ci chepiace al mondo, Dio lo ha in orrore.

    Attraverso Ges, Dio offre al mondo uguaglianza, solidariet e mutuo aiuto,libert, amore e felicit con Dio quale re e padre. Ma il dominio, la violenza,lingiustizia, il potere civile e religioso, la classe dirigente e il popolo che cerca lasicurezza nelle istituzioni, odiano la vita e comunicano morte. Preferiscono Cesarecome re (Gv 19,15).Ma Dio non era sconfitto. Quelluomo cos giovane annunci la buona notizia alledonne anche se le sue parole suonarono strane: State cercando Ges di Nazareth,il crocifisso. Lui risorto, non qui.Ci si sarebbero aspettati pi titoli: Ges il Messia, il figlio di Dio. No, il giovane hadescritto tutto: Ges, il carpentiere di Nazareth condannato come un criminale. Eafferma di essere risuscitato. E la completa approvazione di Dio per la vita elopera di Ges; il messaggio e la lotta che Ges port avanti sono sanciti da Dio e inemici di Ges sono nemici di Dio.La morte subita per salvare lumanit porta alla vita. Dio non indifferente ai nostrisforzi dopo la liberazione dalla fame e dalloppressione, in questo contenuta lapromessa della risurrezione per i seguaci di Ges. La storia comincia di nuovo:Egli vi precede in Galilea; l lo vedrete (Mc 16,5-7).

    La Comunit Cristiana

    La fedelt a Ges e ladesione al suo stile di vita non sono cose che si possono fareda soli; necessario un cambiamento del cuore che Giovanni definisce nascere dinuovo.In altre parole per essere capaci di vivere in questo modo, bisogna ricevere loSpirito, la forza di Dio.Legoismo umano cos grande che, fintanto che Dio non trasforma una persona,vero amore e solidariet autentica sono impossibili. Secondo la promessa di Ges, idiscepoli avrebbero ricevuto lo Spirito di Dio e solo allora avrebbero smesso divivere per i propri interessi e sarebbero stati in grado di seguire il suo esempio.

    Le caratteristiche del gruppo dei discepoli erano lamore reciproco, poi la gioia, lapace, la tolleranza, la gentilezza, la generosit, la fedelt, la semplicit e il dominiodi s (Gal 5,22-23; Col 3,12-13).Era un gruppo senza privilegi, di razza, di nazionalit, sociali, di classe o di sesso;un gruppo in cui tutte le barriere erano cadute, in cui tutte le ostilit erano cessate,poich Ges Cristo aveva instaurato la pace (Ef 2,13-16).Quindi viene creata la comunit in cui nessuno fosse sopra o sotto, ma fossero tuttiprimi e ultimi al contempo, sorelle e fratelli con un unico padre, servi con un soloSignore, discepoli con un solo maestro, poveri le cui ricchezze e sicurezze sono in

    Dio stesso. Qui non c mio, n tuo.E un gruppo pieno di gioia perfetta, affetto reciproco, immediato ed illimitatoperdono, in cui tutti siano uniti dallamore e dal sostegno reciproco. Ciascuno si

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    carica il fardello degli altri, le qualit di ciascuno sono a servizio di tutti e lautoritequivale al maggior servizio non alla superiorit (Lc 22,26-27).Oltre al lavoro dello Spirito dentro ciascuno, il gruppo come tale deve sperimentarela presenza del Signore Ges e lazione del suo Spirito. Questa esperienza rafforza

    la fede in modo simile alla vita quotidiana dei dodici con Ges, che li port ariconoscerlo come Messia e Figlio di Dio (Mt 16,1).Potr sostenersi col riflesso del messaggio di Ges, dato che il gruppo vive perseguirlo, confrontando sempre le azioni personali e comunitarie con il suoinsegnamento. Per i discepoli, il Signore glorificato la salvezza, la vita, la gioia, laforza e la speranza. Ges, nella sua vita terrena e nella sua morte, la via e la verit.Solo questa esperienza nella preghiera comunitaria e nellEucaristia tieneunita la comunit e scioglie le tensioni e le difficolt che possono presentarsi. Aiutaanche a sostenere i deboli. I bassi istinti che possono sorgere, lo spirito di rivalit eparzialit non hanno alcun antidoto se non lo Spirito di Dio; e la missione dellospirito richiamare ed interpretare il messaggio di Ges (Gv 14,26; Gv 16,13-15).La preghiera in comune esprime anche la gioia della fede che si manifesta nellalode a Dio tramite Ges Cristo, e una fraternit che trova nellEucaristia la suanaturale espressione (At 2,42).

    La Missione e il MondoIl gruppo, per definizione, non centrato su s stesso, dato che i discepoli sonopescatori di uomini che devono portare altri nel nuovo stile di vita. Questo nonviene fatto per il piacere di imporre le idee personali, ma attraverso lesperienza

    della loro stessa felicit: la persona che trova il tesoro e la perla vuole che anchealtri la trovino (Mt 13,44- 46).Per la missione, ci che di primaria ed assoluta importanza, lesistenzastessa del gruppo. Se la nuova societ di discepoli non esistesse come Ges voleva,tutto sarebbe inutile; non c nulla da offrire se non parole ed idee vuote. Amore efelicit devono essere considerati possibili.E triste vedere cristiani osservanti che cercano di fare felici gli altri senza avercristianamente sperimentato la gioia e la pace. La rinuncia ai valori di questomondo fatta per la gioia di avere trovato il tesoro (Mt 13,44).

    Il gruppo deve essere visibile e il bene che compie attorno percettibile (Mt 4,14-16);il messaggio deve essere proclamato senza timore (Mt 10,26-27), ma con prudenza(Mt 7,6; 10,16).Lindividuo che annuncia la buona notizia (Mt 10,5-15) sembra una personapovera (senza soldi n viveri), piacevole (che saluta), semplice (che accettalospitalit), mai pretenziosa (non necessita un cambio di alloggio, Mc 6,10), pratica,convinta dellurgenza del lavoro di ciascuno (che non perda tempo con lunghiossequi, Lc 10,4) e della seriet ed importanza della missione (se non ascoltano,gridatelo a tutti e scrollate la polvere dai vostri sandali). Una simile persona deve

    dimostrare la realt della salvezza curando gli ammalati e scacciando i demoni.Giovanni esprime la missione come essere strumenti dello Spirito di Dio nella suatestimonianza contro il mondo. Lo Spirito vuole dimostrare al mondo che il Ges

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    condannato era innocente ed era nel giusto; che il mondo che lo ha condannato erail colpevole che sta andando alla rovina. I cristiani, quindi, devono affrontare ilmondo per denunciarne i mali come ha fatto Ges.Non possiamo lasciare stare il mondo indisturbato nella sua ingiustizia.

    Necessariamente questo provocher lastio del mondo che perseguiter il gruppodei cristiani come ha fatto con Ges (Gv 15,18-22; 16,1-4). Ma non c alcun bisognodi perdersi danimo poich lopera di Dio e Ges ha vinto il mondo.Per coloro che di fronte alla denuncia guidata dallo Spirito riconoscano il loroerrore, verranno rimessi i peccati, ma coloro che persistono nel male sarannoritenuti colpevoli (Gv 20,21-23). E dobbiamo pregare insistentemente affinch Dioponga fine alle ingiustizie nel mondo (Lc 18,1-8).Un altro aspetto importante della missione il nostro atteggiamento verso lasofferenza e lingiustizia. Non si pu rimanere indifferenti alla sofferenza, diqualunque genere. Ges non ha mai rifiutato di sanare una persona malata, e non si neanche disinteressato del dolore della madre vedova (Lc 7,11-17); egli aiutavacoloro che lo pregavano per i propri figli (Mc 9,21-27; Gv 4,50) e luomo con la figliamorente (Mc 5,22-24). Aveva compassione dellignoranza delle persone edinsegnava loro instancabilmente (Mc 6,34); una grande folla stette con lui per tregiorni ed egli li sfam quando furono a corto di viveri (Mc 8,1-3). E notate chequesto fu fatto con persone che non sarebbero divenute suoi discepoli.Non faceva del bene per guadagnare altri seguaci, ma per compassione.Come Ges, i cristiani devono provare compassione e dispiacere per le sofferenzealtrui ed essere pronti ad aiutare per accrescere il loro benessere: ecco dovetroviamo limpegno della comunit cristiana nella lotta contro lingiustizia delmondo.Il primo impegno la coscientizzazione della gente che era il lavoro di Ges aprendo i loro occhi sulle attivit del male. Essi devono confutare gli slogan dellasociet, il primo dei quali dice che a felicit consiste nellavere, nellottenere,nellessere ricchi, nello stare sotto i riflettori e nel dominare gli altri. Gli idoli creatidalle ideologie devono essere abbattuti, di qualunque natura siano, e le personedevono imparare a giudicare le azioni secondo il loro vero valore. Cio, devonolavorare per creare uomini liberi. In questo non dovranno fare altro che imitare ci

    che Ges ha fatto con la gente del suo tempo.Poi saranno intraprese altre iniziative (e saranno sostenute le gi esistenti) peralleviare i dolori umani e debellare loppressione e lingiustizia. Allo stesso temponon ci saranno arroccamenti su ideologie di potere n si identificheranno taliattivit di liberazione con il regno di Dio.Combattere lingiustizia necessario ed urgente, ma nel marasma della lotta, lacomunit cristiana deve ricordare che Ges, diversamente dagli Zeloti, nonidentificava il regno di Dio con la riforma istituzionale.Per quanto strenuamente ci proviamo, finch le persone non cambiano e Dio non

    scardina lambizione dai loro cuori, lingiustizia continuer ad esistere in un modoo nellaltro.

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    Ges insegna che la soluzione non sta nel denaro o nel sistema di potere; lasalvezza della societ umana possibile solo attraverso la venuta del regno di Dionel gruppo di coloro che hanno scelto di essere poveri, dove ambizione e rivalitsono stati rimpiazzati dallamore e dalla fratellanza. E solo Dio in grado di

    realizzare tutto questo creando un nuovo popolo attraverso il suo Spirito.