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Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Attività produttive IL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI BERGAMO A cura dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro

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Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Attività produttive

IL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI BERGAMO

A cura dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro

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Il rapporto è stato elaborato con la collaborazione del Comitato Tecnico-operativo dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro:

Elena Gotti Paolo Longoni Samuele Rota Silvia Spreafico

e con il supporto del Servizio Lavoro del Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Attività produttive della Provincia di Bergamo

novembre 2007

Ogni parte della presente pubblicazione può essere riprodotta con qualsiasi mezzo, formato o supporto comprese le fotocopie, la scansione, la memorizzazione elettronica, la messa a disposizione del pubblico con qualsiasi mezzo (anche online), la traduzione, l’adattamento totale o parziale a condizione che ne sia citata la fonte.

Ulteriori informazioni si possono trovare consultando il sito Internet www.provincia.bergamo.it o inviando una

e-mail all’indirizzo [email protected]

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Indice Introduzione ............................................................................................................................ 7 1. Il sistema economico produttivo bergamasco ................................................................. 9 2. La struttura demografica ............................................................................................... 12 3. Il mercato del lavoro in provincia di Bergamo............................................................. 18

3.1 Forze lavoro e occupati ............................................................................................... 18 3.2 Addetti e unità locali d’impresa tra 2001 e 2004 nelle circoscrizioni dei Centri per

l’impiego..................................................................................................................... 25 4. Le assunzioni in provincia di Bergamo ......................................................................... 30

4.1 Potenzialità e limiti dei dati dei Centri per l’Impiego................................................. 30 4.2 Avviamenti e lavoratori avviati................................................................................... 32 4.3 Tipologie e modalità dei nuovi avviamenti................................................................. 35 4.4 Settori economici e qualifiche professionali degli avviamenti diretti e somministrati41 4.5 La durata dei rapporti di lavoro................................................................................... 47 4.6 Le nuove forme contrattuali ....................................................................................... 51 4.7 Le assunzioni nelle diverse aree territoriali della provincia........................................ 52

5. Lavoratori dipendenti e collaboratori a Bergamo, in Lombardia e in Italia............. 58

5.1 Flussi (degli avviamenti) e stock (dei dipendenti) ...................................................... 58 5.2 Il lavoro parasubordinato ............................................................................................ 61 5.3 L’“altro” mondo del lavoro: pubblico, domestico, agricolo, autonomo ..................... 62

6. I giovani, la formazione universitaria e lo stage a Bergamo ....................................... 64 7. Gli ammortizzatori sociali .............................................................................................. 69

7.1 Gli accordi in deroga................................................................................................... 72 Allegati ................................................................................................................................. 77

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La comprensione delle dinamiche in atto nel mercato del lavoro locale

costituisce il presupposto fondamentale per progettare e sviluppare interventi di

politica del lavoro mirati ed efficaci, in grado di rispondere concretamente alle

difficoltà che incontrano alcuni soggetti nel percorso di inserimento e

reinserimento nel mondo del lavoro.

In questo quadro, la Provincia di Bergamo, di concerto con le parti sociali,

ha promosso, nell’ottobre del 2006, la costituzione dell’Osservatorio provinciale

del mercato del lavoro, un organo che opera in sinergia con tutti i principali

attori del mercato del lavoro locale per supportare la programmazione delle

misure di politica del lavoro nei termini di maggiore rispondenza ai fabbisogni

del territorio, dei lavoratori e delle imprese.

Il presente rapporto rappresenta, in questo senso, il primo prodotto di lettura

e analisi dell’Osservatorio e si pone come obiettivo primario quello di delineare

le tendenze in atto nel sistema socio-economico locale e i tratti caratterizzanti

l’attuale mercato del lavoro. Nel rapporto si prova a “far dialogare” banche dati

differenti e informazioni di diversa natura al fine di fornire al lettore, sia esso un

esperto del mercato del lavoro, un operatore, uno studioso, così come un

lavoratore o un imprenditore, un quadro abbastanza completo in grado di

favorire la comprensione dei fenomeni in corso.

L’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro

Giuliano Capetti

Il Presidente della Provincia di Bergamo

Valerio Bettoni

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Introduzione

Questo rapporto nasce nell’ambito delle attività dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro e si pone come strumento, rivolto in particolare agli operatori del settore, di supporto e approfondimento per la comprensione delle dinamiche che caratterizzano il mercato del lavoro locale.

L’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, costituito nell’ottobre 2006, presso l’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Provincia di Bergamo, si propone quale strumento di analisi e monitoraggio del sistema economico-produttivo e occupazionale bergamasco. La sua istituzione è da porre in relazione all’esigenza dell’Amministrazione pubblica di individuare e comprendere le dinamiche del mercato del lavoro locale per predisporre interventi di politica formativa e del lavoro mirati e efficaci. L’Osservatorio ha al proprio interno, organizzati in un Comitato scientifico, tutti i principali attori che operano sul territorio nell’ambito delle politiche educative e del lavoro1 e opera, di concerto con il Servizio lavoro della Provincia, attraverso un Comitato operativo costituto da consulenti esperti del mercato del lavoro locale e delle sue dinamiche.

In questa fase di avvio dell’Osservatorio provinciale, l’attività del Comitato operativo è stata volta prioritariamente a individuare schemi di lettura e analisi dei dati provenienti dai Centri per l’impiego della Provincia, anche alla luce del recente passaggio dal sistema di elaborazione Prolabor a Sintesi2. Questi dati, di tipo amministrativo, consentono di comprendere alcune delle dinamiche del mercato del lavoro locale, in particolare per quanto concerne le assunzioni e le cessazioni di personale nelle imprese del territorio, fornendo informazioni riguardanti le tipologie contrattuali utilizzate, il settore economico, le qualifiche, ecc.

Il Comitato operativo ha inoltre promosso un’azione di studio e rielaborazione delle principali banche dati fruibili a livello locale, anche attraverso il confronto con i dati resi disponibili dagli enti del territorio.

Tra le funzioni dell’Osservatorio provinciale rientra anche il monitoraggio delle situazioni di crisi aziendali, settoriali e territoriali, attraverso la lettura dell’andamento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali (anche in deroga) e degli interventi messi in campo per favorire l’occupabilità dei lavoratori a rischio esclusione.

Le attività di studio dell’Osservatorio provinciale sono principalmente dirette a delineare l’andamento della domanda e le sue peculiarità, le caratteristiche dell’offerta di lavoro e gli strumenti atti a favorire il loro incontro. In particolare, per quanto concerne il lato della domanda, fino a questo momento poco indagato, si ritiene necessario investire su studi e analisi in grado di far emergere i fabbisogni formativi e professionali delle imprese del territorio, in modo da predisporre azioni di politica attiva maggiormente mirate alle esigenze locali.

Il rapporto è organizzato in 7 capitoli. Dopo una breve analisi del sistema economico-produttivo bergamasco (1° capitolo) e un approfondimento inerente la popolazione e i cambiamenti demografici degli ultimi anni (2° capitolo), saranno presentati i dati relativi al 2006 del mercato del lavoro bergamasco, a partire dai dati sulle forze lavoro e sulla struttura occupazionale provinciale e lombarda (3° capitolo). Saranno poi analizzati i movimenti registrati presso i Centri per l’impiego della Provincia, in termini di assunzioni realizzate nel corso degli ultimi anni, (4° capitolo). Nel 5° capitolo la struttura e le caratteristiche

1 Il Comitato scientifico è composto da: organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, enti bilaterali, Anmil, Inps,

Inail, Direzione provinciale del lavoro, Università di Bergamo, Ufficio scolastico provinciale, Cciaa di Bergamo, Ordine dei consulenti del lavoro della Provincia di Bergamo, Agenzia regionale per l’istruzione, la formazione e il lavoro, Consigliera di parità.

2 Sintesi è il Sistema integrato dei servizi per l’impiego adottato dalle province lombarde e realizzato in collaborazione con Regione Lombardia, Regione Puglia, province pugliesi, Provincia di Catanzaro, Inail, Unioncamere e Cciaa di Milano, cofinanziato dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie con i fondi dell’e-government. Il progetto prevede la realizzazione del livello provinciale del Sistema informativo lavoro (Sil) e dei moduli necessari per l’interconnessione con il sistema informativo regionale e nazionale. Per ulteriori informazioni si veda: www.borsalavoro.it; www.borsalavorolombardia.net (sezione Rete province); www.provincia.bergamo.it (Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Att. Produttive).

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dell’occupazione dipendente in provincia vengono confrontate con la Lombardia, l’Italia e una rappresentazione cartografica delle province italiane. Nel sesto capitolo, sarà proposto un sintetico focus rispetto l’utilizzo dello stage tra i giovani universitari e laureati della provincia di Bergamo al fine di evidenziare l’utilità dello strumento nei percorsi di inserimento lavorativo.

Nel settimo capitolo, infine, sarà presentata una sintetica analisi degli ammortizzatori sociali in deroga utilizzati dalle imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti nel biennio 2004-2006.

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1. Il sistema economico produttivo bergamasco

Il 2006 è stato per l’economia bergamasca, come per l’Italia nel suo complesso, l’anno della ripresa. L’inversione del ciclo, che si era già manifestata sul finire del 2005, si è progressivamente consolidata.

Nel corso del 2006 il Prodotto interno lordo (Pil) nazionale è cresciuto dell’1,9%, in netto progresso dopo la variazione nulla del 2005 e una prolungata stagnazione durata oltre quattro anni. La ripresa si innesta in un quadro di continua espansione della domanda internazionale, trainata dai paesi emergenti, e in un contesto di ritrovato dinamismo dell’economia europea. Nel 2006 le esportazioni dell’area Euro sono cresciute a ritmi tra i più elevati degli ultimi anni: la buona performance europea, in particolare, è trainata dalla crescita dell’industria tedesca grazie ad un miglioramento strutturale di produttività, competitività e investimenti in Germania.

Il divario di crescita tra l’Italia e i partner europei resta tuttavia ampio: in termini di tasso di crescita del Pil il differenziale negativo con l’area Euro è intorno a un punto percentuale. La ripresa italiana è significativa nell’industria, con un relativo avvicinamento ai tassi di crescita della produzione dell’area Euro, ma ancora insufficiente nei servizi. La ripresa è stata alimentata, in particolare, dai consumi e dagli investimenti, in crescita moderata; il contributo della domanda estera è tornato, se pur di poco, positivo, così come nell’area Euro.

La ripresa dell’export italiano nel corso del 2006 non ha tuttavia risolto i problemi strutturali di competitività del made in Italy e di erosione delle sue quote sul mercato internazionale. Il processo di aggiustamento all’interno del settore industriale è destinato a continuare sia sotto l’aspetto di una selezione di mercato delle produzioni meno competitive sia sotto quello di un più intenso dinamismo delle strategie di internazionalizzazione delle imprese. In ambito nazionale, la tenuta della ripresa si giocherà soprattutto su consumi privati e investimenti, i primi in funzione di una crescita del reddito disponibile e della spesa delle famiglie, i secondi in connessione con un miglioramento del clima di fiducia del sistema delle imprese e una capacità di intraprendere la strada dell’innovazione nell’industria e nei servizi.

L’economia bergamasca ha reagito più rapidamente di quella nazionale al miglioramento del ciclo economico, già nell’ultimo scorcio del 2005. Nel corso del 2006 la produzione industriale media è cresciuta del +4,3%, recuperando in un solo anno più dell’intera perdita accumulata nel quinquennio precedente e le prime indicazioni del 2007 vedono ancora un andamento sostenuto di produzione e domanda.

Le esportazioni originate da Bergamo sono state pari nel 2006 a 11.700 milioni di euro con un aumento dell’11,6% rispetto all’anno precedente.

Il sistema delle imprese è complessivamente cresciuto nel corso del 2006: a fine anno le imprese registrate in provincia di Bergamo sono oltre 92mila e il saldo tra nuove iscrizioni (7.100) e cessazioni (5.800) nell’anno è positivo. Al settembre 2007 le imprese registrate hanno superato le 93mila unità. (tab .1).

Nella prima parte del 2007, la fase espansiva del ciclo economico in provincia è continuata pur con un rallentamento della dinamica. In particolare sono cresciute ancora le esportazioni (+13,3% rispetto allo stesso periodo del 2006) e i settori, come la meccanica, agganciati alla ripresa dell’area euro e al ritmo ancora sostenuto della domanda internazionale.

La tenuta dell’economia provinciale e del suo mercato del lavoro, dopo un lungo periodo di stasi del ciclo economico, ha visto un bilanciamento complessivo tra ristrutturazione dell’industria – che ha accresciuto la propria produttività media al prezzo di una riduzione dell’occupazione direttamente manifatturiera -, forte crescita in funzione anticiclica del settore dell’edilizia grazie a un prolungato boom del mercato immobiliare e delle nuove costruzioni e sviluppo dell’intero arcipelago dei servizi e dell’occupazione nel terziario. Su quest’ultimo aspetto stiamo assistendo ad un’espansione del ruolo direzionale e terziario dell’area di Bergamo, intesa non solo come il Comune capoluogo e il suo hinterland ma come un sistema locale integrato dell’intero ambito pedemontano, urbano e della pianura, che si caratterizza come piattaforma produttiva e polo logistico, anche aeroportuale, del sistema d’impresa lombardo. Sono in corso processi di crescita di dimensioni e di relazioni delle imprese che

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stimolano lo sviluppo di un terziario avanzato, di servizi per la produzione, del marketing e della finanza.

Considerando l’evoluzione nel periodo più recente (2004-2006) del sistema delle imprese per circoscrizione territoriale, si nota come al forte sviluppo del “sistema locale” appena citato si contrappone la stazionarietà delle aree delle Valli Seriana e Brembana (e in misura minore, dell’Alto Sebino): un saldo di poche decine di unità nello stock di imprese registrate – comprese forme giuridiche e d’impresa “sulla carta”, come le immobiliari su beni propri o le società finanziarie – significa di fatto una contrazione della base imprenditoriale attiva.

È probabile che la crescita continua delle imprese individuali nell’edilizia, che in tutte le circoscrizioni ha contribuito positivamente alla tenuta del sistema economico, rifletta anche, in misura difficile da quantificare, un incremento di prestazioni d’opera dotate di scarsa autonomia contrattuale e riconducibili a forme di lavoro subalterno “con partita IVA”.

Gli squilibri territoriali nel tessuto economico della provincia si sono tuttavia acuiti nel corso degli ultimi anni. Si conferma un generale rallentamento delle aree montane e un maggior dinamismo della fascia pedemontana e delle aree della pianura, soprattutto sul “versante est” del territorio bergamasco.

Tab. 1 - Registro Imprese di Bergamo per sezioni e divisioni di attività economica

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 5.643 5.640 5.681 5.697 5.682 5.657B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 9 8 8 7 7 7C Attività estrattive 92 83 82 83 81 78DA15 Industrie alimentari e delle bevande 1.351 1.368 1.376 1.413 1.444 1.473DB17 Industrie tessili 898 864 807 829 801 786DB18 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 1.105 1.057 959 892 860 816DC19 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 127 123 119 111 106 100DD20 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia 1.218 1.173 1.136 1.098 1.081 1.058DE21 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 123 123 115 116 109 109DE22 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 514 531 528 519 520 524DF23 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 12 12 12 9 10 10DG24 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 270 264 254 261 269 271DH25 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 837 831 793 781 769 774DI26 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 488 496 474 497 501 496DJ27 Produzione di metalli e loro leghe 165 162 154 152 146 138DJ28 Fabbric.e lav.prod.metallo,escl. macchine 3.621 3.646 3.656 3.603 3.638 3.713DK29 Fabbric.macchine ed appar. mecc.,instal. 1.478 1.436 1.389 1.485 1.457 1.446DL30 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 53 49 47 54 52 51DL31 Fabbric.di macchine ed appar.elettr. n.c.a. 624 621 602 609 597 590DL32 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 194 181 165 140 132 130DL33 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 552 553 528 536 537 533DM34 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 47 49 49 53 54 57DM35 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 103 101 98 103 99 100DN36 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturiere 1.347 1.354 1.327 1.318 1.324 1.323DN37 Recupero e preparaz.per il riciclaggio 74 75 77 89 93 105D Attività manifatturiere 15.201 15.069 14.665 14.668 14.599 14.603E 40 Produz.energia elettr.,gas,acqua calda 28 32 55 56 55 61E 41 Raccolta,depurazione e distribuzione acqua 17 18 20 25 23 23F Costruzioni 17.110 17.675 18.104 18.677 19.206 19.748G 50 Comm.,manut.e rip.autov.e motocicli 2.640 2.634 2.614 2.627 2.620 2.622G 51 Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov. 7.227 7.366 7.274 7.417 7.453 7.485G 52 Comm.dett.escl.autov.;rip.beni pers. 10.809 10.664 10.531 10.427 10.340 10.337G Commercio 20.676 20.664 20.419 20.471 20.413 20.444H Alberghi e ristoranti 4.021 4.099 4.109 4.217 4.266 4.332I 60 Trasporti terrestri;trasp.mediante condotta 2.424 2.406 2.411 2.409 2.416 2.351I 63 Attivita' ausiliarie dei trasp.;agenzie viaggio 365 400 424 435 458 475I 64 Poste e telecomunicazioni 41 46 62 165 200 194J 65 Interm.mon.e finanz.(escl.assic.e fondi p.) 342 319 298 234 225 209J 66 Assic.e fondi pens.(escl.ass.soc.obbl.) 47 41 36 35 31 27J 67 Attivita' ausil.intermediazione finanziaria 1.597 1.634 1.654 1.688 1.700 1.732K 70 Attivita' immobiliari 4.990 5.323 5.609 6.089 6.571 6.975K 71 Noleggio macc.e attrezz.senza operat. 202 206 222 242 247 255K 72 Informatica e attivita' connesse 1.372 1.406 1.419 1.451 1.486 1.532K 73 Ricerca e sviluppo 29 29 28 31 34 32K 74 Altre attivita' professionali e imprendit. 3.639 3.784 3.868 3.938 4.126 4.231M Istruzione 227 230 226 231 241 241N Sanita' e altri servizi sociali 285 313 330 364 395 431O 90 Smaltim.rifiuti solidi,acque di scarico e sim. 62 61 61 69 68 72O 92 Attivita' ricreative,culturali e sportive 642 671 681 811 852 881O 93 Altre attivita' dei servizi 3.073 3.062 3.095 3.098 3.128 3.126Nc Imprese non classificate 4.170 4.161 4.328 4.460 4.529 4.638Tot TOTALE 86.314 87.388 87.902 89.662 91.051 92.366Fonte: Unioncamere, Movimprese, 2006

2004 2005 2006SEZIONI E DIVISIONI DI ATTIVITA' 2001 2002 2003

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Tab. 2 - Imprese registrate a fine anno 2004 e 2006 per Sezioni di attività Economica aggregate(ATECO2002)

Imprese registrate 31/12/2006 Pubblici Servizi alle Servizi ServiziAgricoltura Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali N.C.

CPI AB CDE F G H IJK LMN OPQ XAlbino 369 1.349 1.648 1.919 370 1.364 52 367 273 7.711Bergamo 805 3.946 3.815 7.002 1.252 7.979 298 1.269 1.996 28.362Clusone 341 596 1.066 803 348 552 21 180 160 4.067Grumello 654 1.641 1.629 1.570 281 1.169 32 276 342 7.594Lovere 190 542 583 634 181 512 17 137 139 2.935Ponte S.Pietro 466 1.703 2.787 2.052 420 1.626 53 476 385 9.968Romano di L.dia 863 808 2.032 1.092 245 844 38 270 272 6.464Trescore 358 706 1.138 916 168 725 28 195 178 4.412Treviglio 994 2.482 3.202 2.850 546 2.332 100 576 680 13.762Zogno 624 992 1.848 1.606 521 917 34 336 213 7.091Tot. Prov. Bg 5.664 14.765 19.748 20.444 4.332 18.020 673 4.082 4.638 92.366

Imprese registrate 31/12/2004 Pubblici Servizi alle Servizi ServiziAgricoltura Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali N.C.

CPI AB CDE F G H IJK LMN OPQ XAlbino 379 1.407 1.629 1.905 362 1.316 48 363 263 7.672Bergamo 800 3.934 3.592 7.101 1.190 7.368 270 1.240 1.974 27.469Clusone 344 598 1.019 811 357 535 18 187 143 4.012Grumello 662 1.633 1.557 1.541 276 1.076 23 273 312 7.353Lovere 191 532 556 650 177 471 17 129 136 2.859Ponte S.Pietro 450 1.697 2.665 1.997 404 1.497 44 462 369 9.585Romano di L.dia 874 824 1.893 1.100 217 757 32 263 269 6.229Trescore 352 693 1.054 896 163 663 27 186 169 4.203Treviglio 1.008 2.505 2.974 2.838 546 2.138 83 554 611 13.257Zogno 644 1.009 1.738 1.632 525 902 35 324 214 7.023Tot. Prov. Bg 5.704 14.832 18.677 20.471 4.217 16.723 597 3.981 4.460 89.662

Saldo in valori assoluti 2006-2004 Pubblici Servizi alle Servizi ServiziAgricoltura Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali N.C.

CPI AB CDE F G H IJK LMN OPQ XAlbino -10 -58 19 14 8 48 4 4 10 39Bergamo 5 12 223 -99 62 611 28 29 22 893Clusone -3 -2 47 -8 -9 17 3 -7 17 55Grumello -8 8 72 29 5 93 9 3 30 241Lovere -1 10 27 -16 4 41 0 8 3 76Ponte S.Pietro 16 6 122 55 16 129 9 14 16 383Romano di L.dia -11 -16 139 -8 28 87 6 7 3 235Trescore 6 13 84 20 5 62 1 9 9 209Treviglio -14 -23 228 12 0 194 17 22 69 505Zogno -20 -17 110 -26 -4 15 -1 12 -1 68Tot. Prov. Bg -40 -67 1.071 -27 115 1.297 76 101 178 2.704

Variazione % 2006/2004 Pubblici Servizi alle Servizi ServiziAgricoltura Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali N.C. TOTALE

CPI AB CDE F G H IJK LMN OPQ XAlbino -2,6 -4,1 1,2 0,7 2,2 3,6 8,3 1,1 3,8 0,5Bergamo 0,6 0,3 6,2 -1,4 5,2 8,3 10,4 2,3 1,1 3,3Clusone -0,9 -0,3 4,6 -1,0 -2,5 3,2 16,7 -3,7 11,9 1,4Grumello -1,2 0,5 4,6 1,9 1,8 8,6 39,1 1,1 9,6 3,3Lovere -0,5 1,9 4,9 -2,5 2,3 8,7 0,0 6,2 2,2 2,7Ponte S.Pietro 3,6 0,4 4,6 2,8 4,0 8,6 20,5 3,0 4,3 4,0Romano di L.dia -1,3 -1,9 7,3 -0,7 12,9 11,5 18,8 2,7 1,1 3,8Trescore 1,7 1,9 8,0 2,2 3,1 9,4 3,7 4,8 5,3 5,0Treviglio -1,4 -0,9 7,7 0,4 0,0 9,1 20,5 4,0 11,3 3,8Zogno -3,1 -1,7 6,3 -1,6 -0,8 1,7 -2,9 3,7 -0,5 1,0Tot. Prov. Bg -0,7 -0,5 5,7 -0,1 2,7 7,8 12,7 2,5 4,0 3,0Fonte : elaborazioni su dati Infocamere-Camera di Commercio IAA Bergamo

TOTALE

TOTALE

TOTALE

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2. La struttura demografica

Alcuni dei principali fattori di crescita dell’economia e del mercato del lavoro in provincia di Bergamo, così come alcune delle sue difficoltà, possono essere lette nell’evoluzione recente della demografia della provincia stessa.

Il bilancio demografico della popolazione residente al 31.12.2006 conta in provincia di Bergamo 1.044.820 abitanti (518.268 maschi, 526.552 femmine) con una crescita del +1,06%, un tasso tra i più elevati a livello nazionale. L’aumento della popolazione può essere posto in relazione a diversi fattori. I bilanci demografici provinciali consentono di cogliere l’evoluzione della demografia degli ultimi 4 anni (1° gennaio 2003 – 1° gennaio 2006). L’influenza dei provvedimenti di regolarizzazione dei lavoratori stranieri, a seguito della Legge Bossi-Fini del 2002, è di tutta evidenza, soprattutto nel 2003 e nel 2004.

Il confronto tra Bergamo e i corrispondenti dati medi a livello regionale e nazionale evidenzia una dinamica demografica molto più sostenuta a Bergamo sia nella componente del saldo naturale (nati - morti) che in quella migratoria (trasferimenti di residenza all’interno della provincia al netto delle uscite).

Complessivamente la crescita totale della popolazione a Bergamo tra il 2002 e il 2006 è avvenuta ad un tasso medio annuo (14,2 per mille abitanti), quasi doppio rispetto alla media nazionale (7,7) e sensibilmente e costantemente più elevato della media lombarda (11,7). In specifico, Bergamo ha un tasso di crescita naturale stabilmente e significativamente più elevato rispetto alla Lombardia e all’Italia. Il tasso medio annuo tra il 2003 e il 2006 è a Bergamo del +2,45 per mille contro il +0,65 della Lombardia e il -0,17 per mille dell’Italia. Il tasso di natalità della provincia di Bergamo al 2006 (10,9 nati per mille abitanti) è tra i più alti a livello nazionale, mentre il tasso di mortalità (8,2 per mille abitanti) è inferiore sia alla media regionale che a quella nazionale (tab. 3 e 4)3.

Tab. 3 – Tassi generici di natalità, mortalità e nuzialità, 2003-2006, per 1.000 abitanti

2003 2004 2005 2006 media annua 2003-2006

Bergamo 10,6 10,9 10,6 10,9 10,7Lombardia 9,5 10 9,8 10 9,8Italia 9,4 9,7 9,5 9,5 9,5

2003 2004 2005 2006 media annua 2003-2006

Bergamo 9 7,8 8,2 8,2 8,3Lombardia 9,8 8,9 9,1 8,9 9,2Italia 10,2 9,4 9,7 9,5 9,7

2003 2004 2005 2006 media annua 2003-2006

Bergamo 4,3 4 4 4,1 4,1Lombardia 4 3,8 3,7 3,8 3,8Italia 4,5 4,3 4,3 4,2 4,3Fonte: Istat

Natalità

Mortalità

Nuzialità

3 Il tasso di natalità è dato dal rapporto tra il numero dei nati vivi dell'anno e l'ammontare medio della popolazione

residente, moltiplicato per 1.000; il tasso di mortalità è il rapporto tra il numero dei decessi nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000; il tasso di nuzialità è la somma dei quozienti specifici di nuzialità degli sposi calcolati rapportando, per ogni età tra i 16 e i 49 anni, il numero di matrimoni all'ammontare medio annuo della popolazione, moltiplicato per 1.000. Il tasso di crescita naturale è dato dalla differenza tra il tasso di natalità ed il tasso di mortalità; il saldo migratorio totale è dato dalla differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti; il tasso di crescita totale è dato dalla somma del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio totale

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Tab. 4 – Bilanci demografici 2003-2006, per 1.000 abitanti

media annua2003-2006

Bergamo 1,6 3,1 2,4 2,7 2,45Lombardia -0,3 1,1 0,7 1,1 0,65Italia -0,8 0,3 -0,2 0 -0,175

media annua2003-2006

Bergamo 15,4 15,3 8,5 7,8 11,75Lombardia 15,3 14,6 8 6,3 11,05Italia 10,6 9,6 5,2 6,2 7,9

media annua2003-2006

Bergamo 17 18,4 10,9 10,5 14,2Lombardia 15 15,7 8,7 7,4 11,7Italia 9,8 9,9 5 6,2 7,725Fonte : Istat

2003 2004 2005 2006

2004 2005 2006

Crescita Naturale

Saldo Migratorio totale

Crescita Totale

2003 2004 2005 2006

2003

Il saldo migratorio totale medio negli anni 2003-2006 è a Bergamo di 11,75 per mille abitanti, superiore al dato medio lombardo (11) e nazionale (7,9). Scomponendo il saldo migratorio, il saldo netto con l’estero è stato nella media dei 4 anni a Bergamo leggermente inferiore al dato lombardo (7,9 contro 8,2 per mille abitanti) e superiore al dato italiano (5,4); il saldo migratorio interno è stato in media molto più elevato a Bergamo (4 per mille) che in Lombardia (1,5), dove il dato regionale è condizionato dal saldo negativo della provincia di Milano (tab. 5) 4.

4 Il saldo migratorio interno rappresenta la differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza da un

altro comune italiano ed il numero dei cancellati per trasferimento di residenza in un altro comune italiano; il saldo migratorio con l'estero è dato dalla differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall'estero ed il numero dei cancellati per trasferimento di residenza all'estero; il saldo migratorio per altri motivi è la differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti dovuto ad altri motivi; il saldo migratorio totale è dato dalla differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti.

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Tab. 5 – Tassi generici di migratorietà per provincia 2003-2006 (per 1.000 abitanti)

Bergamo 3,9 4,9 3,5 3,9Lombardia 1,2 2 1,3 1,7ITALIA 0,6 0,4 0,1 0,3

Bergamo 10,8 10,4 6 4,7Lombardia 9,4 11 6,7 5,6ITALIA 7,1 6,5 4,4 3,7

Bergamo 0,7 0 -1 -0,8Lombardia 4,7 1,7 -0,1 -1ITALIA 2,9 2,6 0,6 2,2

Bergamo 15,4 15,3 8,5 7,8Lombardia 15,3 14,6 8 6,3ITALIA 10,6 9,6 5,2 6,2

Fonte : Istat.

2005 2006

2003 2004

media annua 2003/2006

1,3252,075

*: Il fatto che per l’Italia il saldo migratorio interno non risulti nullo è dovuto allosfasamento temporale di uno stesso evento che viene contabilizzato da comunidiversi in momenti diversi.

11,7511,05

7,9

-0,275

2003 2004

2006 media annua 2003/2006

4,051,550,35

2003 2004 2005 2006 media annua 2003/2006

7,9758,1755,425

Saldo migratorio interno (*)

Saldo migratorio con l’estero

Saldo migratorio per altro motivo

Saldo migratorio totale

2005 2006 media annua 2003/2006

2003 2004 2005

La provincia di Bergamo attrae i lavoratori e i loro familiari dall’estero5 in misura molto sostenuta, su ritmi simili alla media della Lombardia e superiori alla media nazionale. A questo saldo con l’estero si aggiunge un saldo interno consistente da altre province che riguarda in buona parte la stessa componente straniera e che, in ambito lombardo, è determinato anche da un effetto di drenaggio della popolazione milanese - che ha saldi migratori interni costantemente negativi, anche nel bilancio demografico dei cittadini stranieri - da parte delle province limitrofe. Lo stesso favorevole tasso di natalità risente di una natalità più alta tra gli stranieri: 26,8 nati per mille stranieri residenti a Bergamo nel 2006 contro un tasso medio regionale del 24,2 e nazionale del 21,6. (demo.istat.it: Cittadini Stranieri. Bilancio demografico anno 2006). Bergamo, in specifico il Sistema Locale del Lavoro di Bergamo che va dalla fascia pedemontana centrale fino all’intera bassa bergamasca, fa parte di quelli definiti nell’ultimo Rapporto Istat6 come sistemi “fortemente attrattori” di popolazione e lavoro, al centro della Lombardia.

Nonostante la popolazione della provincia di Bergamo sia mediamente più giovane, rispetto ai dati nazionali e regionali, e gli indici di vecchiaia e di dipendenza (vedasi oltre) siano su valori relativamente più bassi, la riduzione delle classi giovanili cruciali nella fascia d’ingresso sul mercato del lavoro è marcata: tra il 2002 e il 2006 i giovani tra i 15 e i 29 anni sono diminuiti di oltre 8.500 unità e la loro quota sul totale della popolazione è passata dal 18,6% al 16,7%. Ipotizzando un trend demografico futuro simile a quello previsto da Istat7 per la Lombardia nello scenario alternativo migliore (ipotesi “alta” in presenza di crescita economica

5 Il recente Rapporto sull’immigrazione della Provincia di Bergamo stima che gli stranieri presenti sul territorio a

luglio 2006 siano 92.400. 6 Istat, Rapporto annuale 2006, p. 128. 7 Istat, Previsioni regionali della popolazione residente 2001-2051.

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vivace, ripresa della fecondità, forte immigrazione) si giungerebbe comunque già nel 2011, rispetto al 2006, ad un’ulteriore riduzione di un punto percentuale della quota dei giovani tra 15 e 29 anni sul totale.

Tab. 6 – Popolazione residente in provincia di Bergamo a inizio anno per classe d’età

Diff.2006-2002

0-14 143.595 146.473 149.021 152.607 155.341 11.74615-24 106.172 104.183 103.684 104.042 104.096 -2.07625-29 74.972 73.299 72.180 71.083 68.452 -6.52030-39 170.999 173.686 176.906 178.895 178.315 7.31640-54 207.426 212.132 217.733 224.130 229.555 22.12955-64 115.375 117.759 119.804 121.258 112.016 6.641> 65 155.020 159.392 164.480 170.413 176.073 21.053Totale 973.559 986.924 1.003.808 1.022.428 1.033.848 60.289

Diff.2006-2002

0-14 14,7 14,8 14,8 14,9 15 0,315-24 10,9 10,6 10,3 10,2 10,1 -0,825-29 7,7 7,4 7,2 7 6,6 -1,130-39 17,6 17,6 17,6 17,5 17,2 -0,340-54 21,3 21,5 21,7 21,9 22,2 0,955-64 11,9 11,9 11,9 11,9 11,8 0> 65 15,9 16,2 16,4 16,7 17 1,1Totale 100 100 100 100 100Fonte : elaborazione su dati Istat.

2003 2004 2005 2006

% 2002 2003 2004 2005 2006

Classe d’età 2002

L’evoluzione demografica presenta caratteristiche diverse negli ambiti territoriali della provincia; le aree montane e delle Valli sono caratterizzate da una dinamica molto più contenuta rispetto alle zone pedecollinari e della pianura.

Nei quattro anni tra gennaio 2002 e gennaio 2006 la popolazione residente in provincia è aumentata di oltre 60mila unità (+6,2%), con un contributo positivo di 9.500 (+1%) del saldo naturale e di oltre 50mila (+5,2%) del saldo migratorio. Le circoscrizioni dei Centri per l’impiego vedono una netta divaricazione tra quelle che crescono molto più della media provinciale (Trescore Balneario +10,5% e, tutte con incrementi superiori al 8%, Treviglio, Ponte San Pietro, Grumello del Monte e Romano di Lombardia) e quelle molto al di sotto della media (Zogno +2,2%, Lovere, Albino e Clusone tra il 3,3 e il 3,9%), mentre l’area baricentrica di Bergamo cresce del +5,3%.

Tab. 7 - Bilancio demografico 1° gennaio 2002 – 1° gennaio 2006 per Centro per l'impiego.

CPI Popolaz.1/1/2002

Popolaz. 1/1/2006

Saldo naturale cumulato

Saldo migratorio comulato

Saldo totale

Saldo naturale in

%

Saldo migratorio in

%

Variazione totale %

Albino 93.267 96.739 271 3.201 3.472 0,3 3,4 3,7Bergamo 269.937 284.141 2.097 12.107 14.204 0,8 4,5 5,3Clusone 42.157 43.564 -28 1.435 1.407 -0,1 3,4 3,3Grumello 70.196 75.940 1.389 4.355 5.744 2 6,2 8,2Lovere 32.056 33.322 50 1.216 1.266 0,2 3,8 3,9Ponte S.Pietro 121.004 130.998 1.586 8.408 9.994 1,3 6,9 8,3Romano L.dia 60.558 65.460 770 4.132 4.902 1,3 6,8 8,1Trescore 46.662 51.573 1.116 3.795 4.911 2,4 8,1 10,5Treviglio 147.965 160.399 1.700 10.734 12.434 1,1 7,3 8,4Zogno 89.757 91.712 550 1.405 1.955 0,6 1,6 2,2TOTALE 973.559 1.033.848 9.501 50.788 60.289 1,0 5,2 6,2Fonte : elaborazione su dati Istat.

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Il contributo del saldo naturale è intorno allo zero nelle circoscrizioni di Clusone (-0,1), Lovere (0,2) e Albino (0,3) e leggermente sopra lo zero a Zogno (0,6) e Bergamo (0,8); è maggiore, invece, laddove è più sostenuto il contributo del saldo migratorio, come a Trescore Balneario (2,4).

Gli indici demografici sintetizzano le tendenze evolutive delle subaree della provincia. L’indice di vecchiaia – che rapporta gli ultrasessantacinquenni ai minori di 14anni –

aumenta complessivamente in provincia dal gennaio 2002 al gennaio 2006 da 108 a 113,3. A Trescore Balneario è sensibilmente al di sotto della media provinciale e resta abbastanza stabile intorno a quota 84. È al di sotto di 100 anche a Grumello (91,2 a inizio 2006) e in risalita poco oltre il 100 a Ponte San Pietro e Romano. Nell’area di Lovere, invece, l’indice è più elevato con oltre 139 anziani ogni 100 minori di 14 anni. Seguono Clusone (127,9), Bergamo (126,7) Albino (123,9) e Zogno (122,2).

L’Indice di dipendenza – che rapporta minori e anziani alla popolazione in età di lavoro – è massimo all’inizio del 2006 a Zogno (50,8) e Lovere (50,7), e minore a Romano (43,8) Grumello (44,1) e Ponte (44,4). La media provinciale cresce dal 44,2 del 2002 al 47,2 del 2006.

L’Indice di ricambio della forza lavoro – che rapporta le coorti di età 60-64 anni e 15-19 anni cioè le persone ai due estremi della fascia dell’età lavorativa – è a livello provinciale in miglioramento: dopo essere cresciuto al 121,7 nel 2003 scende al 109,6 nel 2006. In particolare, è al di sotto di 100 a Trescore Balneario (92,4), Grumello (94) e Romano (95,3), mentre è elevato a Lovere (144,4) e in netto miglioramento a Bergamo (120,9).

Tab. 8 - Indici demografici per circoscrizioni dei Centri per l'impiego della provincia di Bergamo

Indice vecchiaia (Pop oltre 65 anni/pop 0-14 anni X 100)1_1_02 1_1_03 1_1_04 1_1_05 1_1_06

Albino 114,0 116,1 119,0 122,3 123,9Bergamo 122,1 121,9 123,3 124,4 126,7Clusone 117,4 119,3 121,8 123,3 127,9Grumello del monte 89,6 89,7 89,8 89,8 91,2Lovere 135,5 135,7 136,7 138,4 139,2Ponte S.Pietro 94,6 95,4 97,8 99,1 100,6Romano di L.dia 96,5 98,7 100,3 101,4 101,7Trescore Balneario 84,3 84,5 83,4 83,6 84,9Treviglio 102,7 103,9 105,6 106,7 107,0Zogno 111,0 113,1 115,7 118,3 122,2Provincia di Bergamo 108,0 108,8 110,4 111,7 113,3

Lombardia 138,1 138,9 140,4 141,5 142,5Italia 131,4 133,8 135,9 137,8 139,9

Indice dipendenza (Pop 0-14 + 65 e oltre)/ Pop 15-64 X 1001_1_02 1_1_03 1_1_04 1_1_05 1_1_06

Albino 46,1 46,7 47,3 48,2 49,1Bergamo 46,0 46,9 47,6 48,3 49,6Clusone 47,5 47,6 47,6 48,7 49,6Grumello del monte 41,9 42,2 42,4 43,0 44,1Lovere 46,9 47,9 48,3 49,6 50,7Ponte S.Pietro 41,6 42,1 42,7 43,6 44,4Romano di L.dia 41,1 42,0 42,1 42,9 43,8Trescore Balneario 44,0 44,3 44,8 45,5 46,3Treviglio 41,4 42,2 42,7 43,2 44,1Zogno 47,5 48,0 48,7 49,7 50,8Provincia di Bergamo 44,2 44,9 45,4 46,2 47,2

Lombardia 45,8 46,7 47,6 48,4 49,4Italia 49,1 49,8 50,1 50,6 51,1

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Indice di ricambio della popolazione attiva (pop 60-64 / 15-19 anni)1_1_02 1_1_03 1_1_04 1_1_05 1_1_06

Albino 127,4 128,4 124,7 122,0 117,7Bergamo 137,8 139,7 136,1 131,0 120,9Clusone 120,4 122,6 119,4 116,9 113,1Grumello del monte 97,6 101,6 102,6 100,2 94,0Lovere 141,0 146,9 145,3 147,4 144,4Ponte S.Pietro 110,6 112,2 109,4 106,8 101,4Romano di L.dia 102,0 105,3 106,1 103,0 95,3Trescore Balneario 100,3 101,9 99,5 98,2 92,4Treviglio 117,7 120,4 116,4 113,7 106,5Zogno 110,0 113,7 111,0 112,8 107,6Provincia di Bergamo 119,3 121,7 119,1 116,5 109,6

Lombardia 148,6 144,8 139,0 130,0Italia 118,7 116,7 113,5 108,6

% popolazione oltre 65 anni su popolazione totale1_1_02 1_1_03 1_1_04 1_1_05 1_1_06

Albino 16,8 17,1 17,4 17,9 18,2Bergamo 17,3 17,5 17,8 18,1 18,5Clusone 17,4 17,5 17,7 18,1 18,6Grumello del monte 13,9 14,0 14,1 14,2 14,6Lovere 18,4 18,6 18,8 19,2 19,6Ponte S.Pietro 14,3 14,5 14,8 15,1 15,4Romano di L.dia 14,3 14,7 14,8 15,1 15,3Trescore Balneario 14,0 14,0 14,1 14,2 14,5Treviglio 14,8 15,1 15,4 15,6 15,8Zogno 16,9 17,2 17,6 18,0 18,5Provincia di Bergamo 15,9 16,1 16,4 16,7 17,0

Lombardia 18,2 18,5 18,8 19,1 19,4Italia 18,7 19,0 19,2 19,5 19,7Fonte : elaborazioni su dati Istat

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3. Il mercato del lavoro in provincia di Bergamo

3.1 Forze lavoro e occupati

Il miglioramento del ciclo economico europeo nel 2006 si è riflesso anche in una crescita sostenuta dell’occupazione. Nell’area dell’Euro, in base a stime di contabilità nazionale, l’occupazione è aumentata dell’1,4%, il tasso più elevato degli ultimi cinque anni. In Italia l’allargamento della base occupazionale, in termini di unità di lavoro, è stato pari all’1,6%, leggermente al di sopra della media dell’Unione Monetaria Europea.

Considerando i 15 Paesi di più lunga appartenenza all’Unione Europea, il tasso di occupazione è cresciuto in un decennio, tra il 1996 e il 2006, di quasi 6 punti percentuali avvicinandosi al 66%. In Italia il progresso è stato ancora più vistoso, di quasi 7 punti percentuali, ma non in grado di ridurre sensibilmente il divario rispetto al tasso europeo che è rimasto di circa 7 punti percentuali. L’aumento della popolazione occupata, di poco più intenso del tasso di partecipazione, ha comunque comportato una riduzione del tasso di disoccupazione che, sempre nell’arco del decennio 1996-2006, è diminuito di oltre 4 punti percentuali, portandosi al 6,8%, al di sotto del dato medio dell’Unione Europea che è di poco superiore al 7%.

I posti di lavoro creati nel 2006 a livello nazionale, in base alla Rilevazione continua delle Forze di Lavoro Istat, sono stati 425mila con una crescita complessiva dell’occupazione, in termini di persone, pari al 1,9%. Di questi 381mila sono occupati alle dipendenze, aumentati del 2,3%; gli occupati indipendenti sono aumentati dello 0,7% - dopo la forte contrazione dell’anno precedente - con una crescita di 44mila unità.

A livello nazionale, i rapporti di lavoro temporanei, cioè l’insieme dei contratti a termine con vincolo di subordinazione e delle collaborazioni coordinate e continuative, a progetto o occasionali, hanno contribuito alla crescita dell’occupazione per oltre il 45 per cento, mentre un apporto di poco meno del 30% è venuto dagli stranieri assunti a tempo indeterminato8. Gli occupati stranieri sono cresciuti nel 2006 del 15,3% con un incremento di 178mila unità. Nel 2006 la quota di lavoratori stranieri sul totale è salita al 5,9% a livello nazionale.

L’aumento dell’occupazione nazionale è stato più sostenuto per le donne (+2,5%) rispetto agli uomini (+1,5%). La quota dell’occupazione femminile è aumentata portandosi al 39,4% del totale degli occupati in Italia, ma il divario rispetto all’Unione Europea (Ue 25) – dove l’occupazione femminile pesa per il 44,4% – resta molto ampio.

Se da un punto di vista della tipologia la crescita è trainata dal lavoro a termine, dagli stranieri e dall’aumento dell’occupazione femminile, dal punto di vista settoriale l’occupazione aumenta soprattutto nei servizi (+2,8% corrispondente a 405mila unità in più) e in misura minore in agricoltura (+3,6% pari a 34mila unità). Nell’industria in senso stretto l’occupazione è invariata, con una compensazione tra diminuzione dei dipendenti e aumento degli indipendenti, mentre nelle costruzioni si è ridotta – dopo una crescita ininterrotta dal 1999 – dello 0,6% con 12mila occupati in meno.

E il mercato del lavoro a Bergamo? In che misura condivide e su quali aspetti si discosta dal quadro nazionale? La Rilevazione continua delle Forze di Lavoro (nuova serie avviata nel 2004) fornisce anche dati medi regionali e provinciali. Mentre il dato regionale è statisticamente abbastanza robusto e dunque comparabile alla serie nazionale, il dato medio annuo provinciale risente di un errore campionario tanto più accentuato quanto più si scende nelle informazioni di dettaglio o si considerino le variazioni in serie storica che spesso presentano oscillazioni ampie da un anno all’altro. Per questa ragione nel seguito si commenteranno i valori e i tassi medi relativi alle forze di lavoro in provincia di Bergamo al 2006 ma nel confronto temporale ci si riferirà preferibilmente alla variazione media annua del periodo 2004-2006.

L’offerta di lavoro in provincia di Bergamo è più dinamica rispetto alla media regionale e nazionale: le forze di lavoro passano da 462mila nel 2004, a 474mila nel 2005, a 480mila nel

8 Istat, Rapporto Annuale 2006.

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2006, con una variazione media annua del 2% (1,3% in Lombardia, 0,6% in Italia). Il divario tra i generi è tuttavia nettissimo: le forze lavoro maschili crescono nella media annua 2004-2006 del 3% (1,3% in Lombardia, 0,7% in Italia), la componente femminile solo del +0,4% (1,3% in Lombardia, 0,5% in Italia).

Tab. 9 - Forze di lavoro e tasso di attività 15-64 anni (dati in migliaia e in percentuale).

Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALEAnno 2006 Bergamo 295 185 480 80,5 54,2 67,7Lombardia 2.570 1.867 4.437 78,7 59,4 69,1Italia 14.740 9.921 24.662 74,6 50,8 62,7Anno 2005

Bergamo 290 184 474 80,3 54,3 67,7Lombardia 2.545 1.828 4.373 78,1 58,3 68,3Italia 14.640 9.811 24.451 74,4 50,4 62,4Anno 2004

Bergamo 278 184 462 78 54,7 66,6Lombardia 2.506 1.820 4.327 77,9 58,5 68,3Italia 14.546 9.818 24.365 74,5 50,6 62,5

Maschi Femmine TOTALEBergamo 3 0,4 2Lombardia 1,3 1,3 1,3Italia 0,7 0,5 0,6Fonte : elaborazioni su dati Istat.

Forze di lavoro Tasso di attività 15-64 anni

Var % media annua 2004-2006delle forze di lavoro

I fattori demografici e, in particolare, la dinamica della popolazione di 15 anni e oltre, possono spiegare la variazione complessiva dell’offerta di lavoro ma non l’aggravarsi del divario di genere in provincia di Bergamo. Soprattutto nel corso dell’ultimo anno, l’incremento della forza lavoro in Italia come in Lombardia è stato trainato dalla componente femminile, una tendenza che invece non si riscontra affatto sul mercato del lavoro provinciale. Il differenziale tra il tasso di attività maschile e femminile continua ad essere a Bergamo molto ampio e risulterebbe leggermente peggiorato nell’ultimo anno. Il tasso di attività maschile in provincia è all’80,5%, mentre quello femminile oscilla intorno al 54,2%: i 26,3 punti di scarto vanno confrontati con un differenziale di 19,3 punti in Lombardia e di 23,8 in Italia.

È anche da ricordare il tratto dell’evoluzione demografica attuale – comune a Bergamo come nel resto del paese – che riguarda l’assottigliarsi della popolazione giovanile e il parallelo incremento di quella oltre i 55 anni di età (vedi tab.10). Si accentua progressivamente la difficoltà di garantire, dal punto di vista delle potenzialità demografiche, il ricambio della forza di lavoro, anche perché i dati nazionali dimostrano che il graduale slittamento verso età più avanzate dell’uscita dalla vita attiva é controbilanciato da uno spostamento in avanti, per varie ragioni oltre a quelle riconducibili al prolungamento della scolarizzazione, dei tempi d’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani.

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Tab. 10 - Popolazione di 15 anni e oltre (dati in migliaia)

15-24 25-54 55 e oltre Totale 15-24 25-54 55 e oltre Totaleanno 2006

Bergamo 98 483 292 873 49 231 160 441Lombardia 865 4.275 2.993 8.134 421 2.095 1.673 4.189Italia 6.050 25.660 18.453 50.163 2.959 12.803 10.247 26.008

anno 2005Bergamo 101 476 286 863 52 227 158 436Lombardia 874 4.250 2.947 8.071 425 2.085 1.651 4.161Italia 6.103 25.557 18.202 49.862 2.987 12.754 10.122 25.864

anno 2004Bergamo 99 468 281 848 48 226 156 430Lombardia 872 4.196 2.883 7.951 426 2.064 1.619 4.109Italia 6.137 25.325 17.877 49.338 3.011 12.656 9.950 25.616

Var % media annua 2006/2004Bergamo -0,4 1,6 1,9 1,5 1,6 1,2 1,4 1,3Lombardia -0,4 0,9 1,9 1,1 -0,6 0,7 1,7 1,0Italia -0,7 0,7 1,6 0,8 -0,9 0,6 1,5 0,8Fonte: Istat

TOTALE (di cui: femmine)

Gli occupati medi nel 2006 a Bergamo sono stati 466mila (459mila nel 2005, 445mila nel 2004). La crescita dell’occupazione è sostenuta: in un biennio l’aumento sarebbe superiore alle 20mila unità, determinato però esclusivamente dalla componente maschile (290mila nel 2006, 284mila nel 2005, 270mila nel 2004). Le donne occupate restano tra il 2004 e il 2006 circa 176mila: questa stazionarietà segnala un ritardo rilevante di Bergamo rispetto al dato medio nazionale e regionale che vede invece, soprattutto nel 2006, un forte aumento dell’occupazione femminile, superiore ai due punti e mezzo percentuali.

Nella graduatoria nazionale delle province italiane (tab. 11) Bergamo si colloca al quarto posto per tasso di occupazione maschile nella classe di età 15-64 anni (79,1%) ma scende al 57esimo posto nel corrispondente tasso di occupazione femminile (51,5%). Il differenziale (di 27,6 punti) di genere a Bergamo è il più ampio tra tutte le province del centro nord.

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Tab. 11 - Tassi di disoccupazione e di occupazione a confronto, 2006, valori%

Tasso di disoccupazione per sesso e provincia - media annua 2006 Tasso di occupazione 15-64 anni per sesso e provincia - media annua 2006Ordinamento crescente Ordinamento decrescente

Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine

1 Treviso 1,6 Belluno 2,3 Belluno 2,3 Reggio E ili

80,0 Bologna 66,1 Bologna 72,42 Mantova 1,7 Modena 3,2 Reggio

E ili2,6 Bolzano-

B79,8 Ravenna 65,3 Reggio

E ili70,6

3 Lucca 1,7 Reggio E ili

3,2 Bolzano-B

2,6 Lodi 79,8 Modena 62,7 Parma 70,24 Bergamo 1,7 Parma 3,2 Piacenza 2,6 Bergamo 79,1 Parma 61,4 Ravenna 70,15 Piacenza 1,7 Bologna 3,5 Cuneo 2,7 Mantova 79,0 Reggio

E ili60,8 Bolzano-

B69,6

6 Verona 1,8 Bolzano-B

3,6 Parma 2,7 Parma 78,8 Milano 60,5 Modena 69,37 Rovigo 1,8 Cuneo 3,8 Modena 2,8 Treviso 78,8 Belluno 60,4 Cuneo 68,58 Cuneo 1,8 Aosta 3,8 Bologna 2,9 Bologna 78,6 Firenze 60,1 Milano 68,19 Trento 1,8 Piacenza 3,9 Bergamo 3,0 Varese 78,1 Cuneo 59,6 Firenze 67,7

10 Bolzano-B

1,9 Vercelli 4,0 Aosta 3,0 Verona 78,1 Ferrara 59,5 Lodi 67,711 Gorizia 1,9 Pesaro-

U bi4,2 Mantova 3,0 Forlì 77,8 Bolzano-

B59,1 Varese 67,6

12 Lecco 2,0 Pisa 4,3 Trento 3,1 Lecco 77,7 Aosta 58,5 Treviso 67,513 Lodi 2,0 Milano 4,4 Lucca 3,2 Rovigo 77,3 Siena 57,7 Belluno 67,114 Terni 2,1 Sondrio 4,5 Lecco 3,2 Cuneo 77,1 Ancona 57,5 Mantova 67,115 Reggio

E ili2,1 Ravenna 4,6 Lodi 3,2 Macerata 76,8 Biella 57,4 Aosta 67,0

16 Trieste 2,2 Udine 4,6 Trieste 3,3 Brescia 76,7 Varese 57,0 Forlì 67,017 Belluno 2,2 Trieste 4,7 Ravenna 3,4 Vicenza 76,7 Vercelli 56,7 Verona 66,818 Parma 2,3 Trento 4,8 Udine 3,4 Padova 76,6 Pordenone 56,3 Lecco 66,619 Aosta 2,4 Brescia 4,8 Treviso 3,5 Piacenza 76,5 Novara 56,3 Pordenone 66,420 Bologna 2,4 Siena 4,9 Sondrio 3,5 Pordenone 76,2 Pesaro-

U bi56,0 Piacenza 66,4

21 Ravenna 2,4 Lecco 5,0 Pisa 3,6 Rimini 76,1 Forlì 56,0 Ancona 66,322 Modena 2,5 Mantova 5,0 Gorizia 3,6 Grosseto 75,8 Piacenza 55,9 Biella 66,223 Livorno 2,5 Bergamo 5,0 Pesaro-

U bi3,7 Novara 75,8 Rimini 55,7 Novara 66,2

24 Prato 2,5 Torino 5,0 Vicenza 3,7 Trento 75,8 Pistoia 55,7 Ferrara 66,125 Udine 2,5 Lodi 5,1 Vercelli 3,7 Modena 75,7 Treviso 55,6 Rimini 65,926 Savona 2,5 Como 5,1 Brescia 3,7 Arezzo 75,7 Torino 55,5 Bergamo 65,727 Varese 2,6 Lucca 5,1 Varese 3,8 Milano 75,6 Gorizia 55,3 Vicenza 65,628 Vicenza 2,7 Vicenza 5,2 Como 3,8 Firenze 75,4 Arezzo 55,2 Siena 65,529 Padova 2,8 Alessandria 5,2 Siena 3,9 Pisa 75,3 La Spezia 55,1 Arezzo 65,530 Ancona 2,8 Pordenone 5,2 Milano 3,9 Pistoia 75,2 Verona 55,1 Trento 65,431 Firenze 2,8 Varese 5,3 Pordenone 3,9 Aosta 75,2 Lodi 55,0 Pistoia 65,432 Verbania 2,8 Imperia 5,5 Imperia 4,0 Lucca 75,2 Lecco 55,0 Rovigo 65,333 Sondrio 2,8 Asti 5,5 Verona 4,0 Ancona 75,2 Mantova 54,7 Pesaro-

U bi65,3

34 Perugia 2,8 Macerata 5,6 Ancona 4,0 Venezia 75,0 Trento 54,7 La Spezia 65,035 Como 2,8 Ancona 5,6 Macerata 4,0 Biella 75,0 Verbania 54,6 Macerata 64,936 Imperia 2,9 Gorizia 5,8 Torino 4,1 La Spezia 74,9 Perugia 54,5 Grosseto 64,737 Pavia 2,9 Rimini 6,0 Asti 4,2 Ravenna 74,9 Pavia 54,5 Brescia 64,638 Rimini 2,9 Verbania 6,1 Verbania 4,2 Savona 74,8 Como 54,4 Vercelli 64,539 Pordenone 2,9 Treviso 6,1 Rimini 4,2 Trieste 74,8 Trieste 54,2 Trieste 64,440 Arezzo 3,0 Pavia 6,2 Pavia 4,3 Cremona 74,6 Asti 54,2 Verbania 64,441 Macerata 3,0 La Spezia 6,2 Padova 4,3 Pesaro-

U bi74,3 Udine 54,0 Lucca 64,4

42 Siena 3,0 Grosseto 6,3 Firenze 4,4 Sondrio 74,3 Vicenza 53,9 Perugia 64,343 Brescia 3,0 Biella 6,4 Rovigo 4,4 Prato 74,1 Grosseto 53,7 Padova 64,244 Cremona 3,0 Firenze 6,4 Cremona 4,5 Udine 74,1 Lucca 53,5 Udine 64,145 Pisa 3,1 Novara 6,4 Savona 4,5 Perugia 74,0 Alessandria 53,4 Como 64,146 Asti 3,2 Cremona 6,6 Alessandria 4,6 Verbania 74,0 Sondrio 53,2 Pavia 64,147 Pesaro-

U bi3,2 Padova 6,6 Novara 4,7 Belluno 73,8 Prato 53,2 Cremona 64,1

48 Venezia 3,2 L'Aquila 6,7 La Spezia 4,8 Asti 73,7 Cremona 53,0 Asti 64,049 Novara 3,4 Genova 6,7 Biella 4,8 Como 73,6 Rovigo 53,0 Sondrio 63,950 Torino 3,4 Ferrara 7,1 Terni 4,8 Pavia 73,5 Macerata 52,9 Gorizia 63,951 Milano 3,4 Savona 7,2 Arezzo 4,9 Alessandria 73,5 Savona 52,8 Pisa 63,952 Vercelli 3,5 Verona 7,2 Grosseto 5,0 Imperia 73,5 Pisa 52,4 Torino 63,853 Biella 3,7 Arezzo 7,4 Genova 5,1 Ascoli

Pi73,3 Genova 52,2 Prato 63,8

54 La Spezia 3,7 Rieti 7,5 Venezia 5,1 Siena 73,3 Brescia 51,8 Savona 63,855 Ascoli

Pi3,7 Forlì 7,8 Perugia 5,2 Chieti 73,0 Padova 51,6 Alessandria 63,5

56 Forlì 3,7 Viterbo 7,8 Forlì 5,4 Ferrara 72,7 Imperia 51,5 Venezia 62,857 Genova 3,8 Venezia 7,8 Ferrara 5,5 Roma 72,5 Bergamo 51,5 Imperia 62,558 Teramo 4,0 Massa 8,1 L'Aquila 5,8 Teramo 72,5 Roma 51,0 Roma 61,459 Chieti 4,0 Rovigo 8,2 Prato 5,9 Torino 72,2 Venezia 50,4 Genova 61,260 Grosseto 4,1 Terni 8,3 Livorno 5,9 Gorizia 72,1 Terni 50,3 Ascoli

Pi60,7

61 Alessandria 4,1 Perugia 8,3 Chieti 5,9 Livorno 72,1 Massa 49,2 Massa 60,262 Ferrara 4,3 ITALIA 8,8 Rieti 5,9 Vercelli 72,0 L'Aquila 48,3 Livorno 59,963 Pistoia 4,4 Chieti 8,9 Teramo 6,5 Ragusa 71,2 Ascoli

Pi48,1 Teramo 59,3

64 Ragusa 4,8 Roma 9,1 Ascoli Pi

6,5 Massa 71,0 Livorno 48,0 Chieti 58,965 Rieti 4,9 Pistoia 9,9 Ragusa 6,7 ITALIA 70,5 Rieti 47,9 Terni 58,766 L'Aquila 5,1 Ragusa 9,9 ITALIA 6,8 Genova 70,4 ITALIA 46,3 Rieti 58,567 ITALIA 5,4 Teramo 10,2 Pistoia 6,8 Latina 70,4 Teramo 46,0 ITALIA 58,468 Pescara 5,5 Prato 10,6 Viterbo 6,8 Pescara 69,3 Chieti 44,9 L'Aquila 57,469 Roma 5,9 Ascoli

Pi10,6 Roma 7,2 Rieti 69,0 Latina 42,6 Latina 56,4

Fonte: Istat

(……………………………. seguono altre 40 province……………………………………….)

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Tab. 12 – Occupati e tasso di occupazione 15-64 anni (dati in migliaia e in percentuale)

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine TotaleAnno 2006

Bergamo 290 176 466 79,1 51,5 65,7Lombardia 2.496 1.777 4.273 76,4 56,5 66,6Italia 13.939 9.049 22.988 70,5 46,3 58,4

Anno 2005Bergamo 284 175 459 78,9 51,4 65,5Lombardia 2.465 1.729 4.194 75,6 55,1 65,5Italia 13.738 8.825 22.563 69,7 45,3 57,5

Anno 2004Bergamo 270 175 445 75,9 51,9 64,2Lombardia 2.434 1.717 4.152 75,6 55,1 65,5Italia 13.622 8.783 22.404 69,7 45,2 57,4

Maschi Femmine TotaleBergamo 3,6 0,4 2,3Lombardia 1,3 1,7 1,5Italia 1,2 1,5 1,3Fonte : elaborazioni su dati Istat.

Tasso di occupazione15-64 anni

Var % media annua2004-2006 degli occupati

Occupati

Allargando il confronto alla scala europea, si può notare che il tasso di occupazione complessivo (maschi e femmine) di Bergamo e della Lombardia è allineato a quello medio dei 15 Paesi principali dell’Unione Europea, anche se ancora al di sotto dell’obiettivo del 70% indicato a Lisbona per il 2010. Ben diversa la situazione se si guarda al tasso di occupazione femminile: Bergamo oscilla tra il dato Italia e Lombardia senza alcuna chiara tendenza al recupero e dista circa 7 punti dal tasso di confronto europeo.

Graf. 1 – Tasso di occupazione 15-64 anni dal 1996 al 2006, confronto Bergamo, Lombardia, Italia e EU 15.

3035

404550

5560

6570

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

EU (15 countries) Italy Lombardia Bergamo

Fonte: Eurostat.

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Graf. 2 – Tasso di occupazione femminile 15-64 anni dal 1996 al 2006, confronto Bergamo, Lombardia, Italia e EU 15.

30

35

40

45

50

55

60

65

70

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

EU (15 countries) Italy Lombardia Bergamo

Fonte: Eurostat.

Le persone in cerca di occupazione a Bergamo (tab. 13) oscillano intorno alle 14mila unità, con un tasso di disoccupazione in costante diminuzione, attestandosi nel 2006 al 3% (3,2% nel 2005, 3,6% nel 2004). Nella componente maschile, il tasso di disoccupazione all’1,7% segnala l’esistenza di una vera e propria strozzatura nell’offerta di lavoro. Nella graduatoria delle province per minor tasso di disoccupazione Bergamo è al nono posto, al quarto per la componente maschile, al 23esimo per la disoccupazione femminile (pari al 5%).

I dati medi sulla composizione, settoriale e per posizione, dell’occupazione sono meno affidabili, per i problemi campionari già ricordati. Nel 2006 Bergamo (tab. 14) conta in media più di 349mila dipendenti e 116mila lavoratori indipendenti. L’evoluzione di queste due componenti sembra piuttosto irregolare nell’ultimo biennio: i dipendenti crescono moltissimo nel 2005 e si contraggono nel 2006 mentre l’esatto inverso avviene nel lavoro indipendente. Queste variazioni possono anche derivare da problemi di classificazione di posizioni professionali ambigue, come i collaboratori o altre figure al confine tra lavoro autonomo e subordinato. A livello settoriale, i 466mila occupati bergamaschi del 2006 si distribuiscono tra agricoltura (6mila), industria (218mila, di cui 162mila nell’industria in senso stretto, la parte residua pari a circa 56mila occupati è quasi totalmente attribuibile all’edilizia) e servizi (241mila). La quota dell’occupazione nell’industria sul totale colloca Bergamo, con il 46,9%, al terzo posto nella graduatoria delle province italiane (preceduta da Lecco e Belluno). Per la prima volta, anche a Bergamo, come già in tutte le altre province della Lombardia, l’occupazione nei servizi supera la soglia del 50 per cento (51,8% nel 2006, era il 46,4% nel 2005).

La crescita occupazionale, a Bergamo come altrove, avviene tutta nei servizi. Nonostante la variabilità nel dato anno su anno, si può stimare nel biennio 2004-2006 un aumento di circa 24mila occupati nel terziario e una riduzione di circa 3mila occupati nell’industria in senso lato.

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Tab. 13 - Persone in cerca di occupazione e tasso di disoccupazione (dati in migliaia e in percentuale)

Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALEAnno 2006

Bergamo 5 9 14 1,7 5,0 3,0Lombardia 74 90 164 2,9 4,8 3,7Italia 801 873 1.673 5,4 8,8 6,8

Anno 2005Bergamo 5 10 15 1,8 5,3 3,2Lombardia 80 99 179 3,1 5,4 4,1Italia 902 986 1.889 6,2 10,1 7,7

Anno 2004Bergamo 8 9 17 2,7 5,0 3,6Lombardia 72 103 175 2,9 5,6 4,0Italia 925 1.036 1.960 6,4 10,5 8,0Fonte: Istat

Persone in cerca di occupazione Tasso di disoccupazione

Tab. 14 - Occupati per settore di attività economica e posizione (dati in migliaia)*

Agricoltura

Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale

Anno 2006Bergamo [3] 3 6 179 40 218 142 20 162LOMBARDIA 29 41 70 1.298 285 1.583 1.094 159 1.253ITALIA 475 506 982 5.456 1.470 6.927 4.268 759 5.026Anno 2005

Bergamo [1] 3 5 200 41 241 162 20 182LOMBARDIA 25 46 71 1.323 295 1.618 1.113 166 1.279ITALIA 436 511 947 5.464 1.476 6.940 4.278 750 5.028Anno 2004

Bergamo 1 5 7 177 45 221 143 23 166LOMBARDIA 23 50 73 1.267 324 1.591 1.090 184 1.274ITALIA 416 574 990 5.350 1.518 6.868 4.244 791 5.036var assoluta biennio 2006-2004Bergamo -2 0 2 -5 -3 -1 -3 -4LOMBARDIA 6 -8 -3 32 -40 -8 4 -26 -21ITALIA 59 -68 -9 106 -48 58 23 -33 -9var % media annua biennio 2006-2004Bergamo -17,1 2,9 1,3 -5,9 -0,3 0,4 -6,8 -0,8LOMBARDIA 11,3 -8,6 -1,8 1,3 -6,3 -0,2 0,2 -7,2 -0,8ITALIA 6,9 -6,0 -0,4 1,0 -1,6 0,4 0,3 -2,0 -0,1

Servizi Totale

Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipend. Totale

Anno 2006Bergamo 168 73 241 349 116 466LOMBARDIA 1.917 703 2.620 3.244 1.029 4.273ITALIA 10.983 4.097 15.080 16.915 6.073 22.988Anno 2005

Bergamo 150 64 213 351 108 459LOMBARDIA 1.812 693 2.505 3.160 1.034 4.194ITALIA 10.633 4.042 14.675 16.534 6.029 22.563Anno 2004

Bergamo 153 64 217 331 114 445LOMBARDIA 1.770 718 2.488 3.060 1.092 4.152ITALIA 10.351 4.194 14.546 16.117 6.287 22.404var assoluta biennio 2006-2004Bergamo 15 10 24 18 3 21LOMBARDIA 147 -15 132 184 -63 122ITALIA 632 -97 534 798 -214 584var % media annua biennio 2006-2004Bergamo 4,9 7,7 5,7 2,8 1,4 2,3LOMBARDIA 4,1 -1,0 2,6 3,0 -2,9 1,5ITALIA 3,0 -1,1 1,8 2,4 -1,7 1,3* Le stime contrassegnate con [ . ] presentano un errore campionario superiore al 25%; se ne sconsiglia pertanto l'utilizzo.

Fonte : Istat

Industria di cui: in senso stretto

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3.2 Addetti e unità locali d’impresa tra 2001 e 2004 nelle circoscrizioni dei Centri per l’impiego

Il rilascio a inizio 2007 di ASIA unità locali (Archivio Statistico delle Imprese Attive) da parte di Istat consente una stima attendibile e dettagliata degli addetti alle unità locali d’impresa – con l’esclusione del settore pubblico e del non profit – nella media dell’anno 2004. Il confronto con il corrispondente dato censuario al 2001, sempre al netto del settore pubblico, va preso con cautela date le differenze di impostazione delle due rilevazioni9. Il 2004 è stato anche un anno difficile, dal punto di vista del ciclo economico, e complicato, per la regolarizzazione del lavoro degli stranieri. Qui si propone una breve analisi delle unità locali e degli addetti, cioè i “posti di lavoro” nelle subaree provinciali approssimate dai bacini dei Centri per l’impiego mentre nel seguito del Rapporto si proporrà un confronto, limitato ai soli dati provinciali del 2003, sulle caratteristiche (età, sesso, tipo di contratto, inquadramento professionale) dei dipendenti.

A fine 2004 le unità locali di impresa in provincia di Bergamo sono 90.972 e occupano 380.888 addetti (dipendenti o indipendenti). Ben più della metà delle unità locali (il 54,6%) ha un solo addetto ed è, quindi, in linea di massima composta da singoli lavoratori autonomi. La quota di “micro-imprese” è più alta nella circoscrizione di Bergamo (57,2%), per la concentrazione nel capoluogo di attività professionali e imprenditoriali e di servizi, anche avanzati, svolti da consulenti e figure simili, e minima (49,2) nell’area di Grumello. Il peso occupazionale delle micro-imprese è ovviamente ridotto ed equivale a meno del 13% dei “posti di lavoro” presenti in provincia, ma si avvicina al 16% a Zogno e Clusone. Le unità locali con meno di 10 addetti (il 38,4% sul totale delle imprese) impiegano il 31,5% degli addetti totali. Oltre i 9 addetti, invece, la piramide delle unità locali per classe dimensionale si assottiglia con il 4,2% tra i 10 e i 19 addetti, l’1,8% tra i 20 e i 49 e meno dell’1% oltre i 50 addetti. In termini di quota occupazionale, tuttavia, le classi intermedie equivalgono a più di un quarto (26,5%) dell’occupazione complessiva e le imprese maggiori (con 50 addetti e oltre) danno lavoro al 29,2% degli addetti totali. Ponte San Pietro, con il 36,4%, e Bergamo, con il 32,9%, sono le aree con maggiore concentrazione occupazionale nelle unità locali di grande dimensione.

La distribuzione settoriale di unità locali e addetti mette in evidenza le differenti specializzazioni e vocazioni dei territori della provincia di Bergamo e, in modo approssimato, l’evoluzione complessiva tra il 2001 e il 2004. Per quanto concerne le unità locali, la “densità imprenditoriale” al 2004 è maggiore nei servizi alle imprese - trasporti, servizi finanziari, informatici e professionali - (24.642 unità locali pari al 27,1%) e nel commercio - all’ingrosso, al dettaglio, di intermediazione - (poco più di 21mila pari al 23,1%). Seguono l’edilizia (oltre 18mila pari 19,8%) e l’industria in senso stretto - estrattiva, manifatturiera e nel settore energia, gas e acqua - (14,362 unità locali per il 15,8% sul totale). Rispetto alla distribuzione del Censimento 2001 si verifica un aumento di peso relativo dei servizi alle imprese (ma non del commercio) e una contrazione dell’industria (ma non dell’edilizia). A questo livello le specificità territoriali si confermano rispetto al 2001: Grumello ha un’industria che pesa il 23,9% sul totale delle unità locali; Romano ha una specializzazione relativa nell’edilizia, con un terzo delle unità locali; i pubblici esercizi sono relativamente più importanti nelle Valli; i servizi alle imprese si concentrano nel capoluogo e dintorni.

9 La confrontabilità tra ASIA – Archivio Statistico delle Imprese Attive – e i dati del Censimento Industria e servizi

del 2001 è limitata dalle differenze presenti nelle definizioni e classificazioni utilizzate (anche a seguito di variazioni intervenute nei regolamenti dell’Ue), riguardanti in particolare: 1) il periodo di riferimento: le informazioni del registro Asia si riferiscono ad un dato medio calcolato nell’anno di riferimento, mentre i dati censuari colgono la situazione di un dato giorno (il 22 ottobre). Le unità censite costituiscono quindi un sottoinsieme delle unità attive secondo il registro Asia; 2) la classificazione delle attività economiche: le unità produttive di ASIA-2004 sono ordinate, come stabilito da Eurostat, secondo la nuova classificazione Ateco 2002, quelle censuarie secondo l’Ateco 1991; 3) l’universo di riferimento: sono escluse dal campo di osservazione di ASIA le attività economiche relative a: agricoltura, caccia e silvicoltura (sezione A della classificazione NACE Rev.1.1); pesca, piscicoltura e servizi annessi (sezione B); istituzioni pubblica (sezione L); attività di organizzazioni associative (divisione 91); attività svolte da famiglie e convivenze (sezione P); organizzazioni ed organismi extraterritoriali (sezione Q); le unità classificate come Amministrazioni pubbliche e istituzioni private non profit. Le unità locali e gli addetti dell’Agricoltura e alla Pesca presenti in ASIA sono relativi ad unità locali di imprese che, come attività principale, svolgono altre attività (commerciali, produttive, di servizio, ecc.)

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La distribuzione degli addetti vede ancora prevalere l’attività industriale: 158.887 addetti medi nel corso del 2004 pari al 41,7% del totale. Il peso relativo si riduce però considerevolmente rispetto al Censimento del 2001 (tab. 15) dove l’industria pesava il 44,9%. Pur con i limiti di disomogeneità del confronto, si può dire che l’industria ha perso nell’arco di circa tre anni poco più di 3.700 addetti (-2,3%), dei quali 1.400 circa nella sola Valle Seriana, in gran parte nel settore tessile. La contrazione industriale nelle Valli in genere è molto più accentuata (con variazioni percentuali tra i 6 e i 7 punti) che nelle altre aree. L’edilizia ha più che compensato lo snellimento occupazionale dell’industria: con oltre 54mila addetti (autonomi o dipendenti) valeva al 2004 il 14,2% dell’occupazione nelle imprese private contro il 13% del 2001. Sono oltre 7mila gli addetti in più rispetto al censimento del 2001.

I saldi di tutti i settori dei servizi sono in progresso rispetto al 2001 con solo lievi scostamenti nella distribuzione percentuale (il dato degli addetti ai servizi collettivi, in pratica sanità e istruzione private, va considerato col beneficio del dubbio per possibili problemi di classificazione di imprese o istituzioni nonprofit nel settore). Se all’insieme dei servizi privati aggiungiamo i servizi pubblici (non compresi in ASIA ma che al 2001 contavano poco meno di 40mila addetti) abbiamo conferma che fin dal 2004 i posti di lavoro nel terziario superavano la metà dell’occupazione totale. Una parte significativa della crescita dei servizi alle imprese, in senso proprio (logistica e trasporti, finanza, marketing, ICT, ecc.) e nel settore del commercio all’ingrosso, è funzione dei processi di sviluppo e outsourcing delle imprese industriali. Il settore dei pubblici esercizi – bar, ristoranti, alberghi – testimonia anche il dinamismo dei servizi per l’ospitalità e il turismo che contano al 2004 in provincia oltre 14.700 addetti con un aumento medio sul censimento 2001 del 13,9%, ovunque a due cifre tranne che nella circoscrizione di Bergamo (poco più di 5mila addetti, +3,2% sul 2001).

Dal punto di vista territoriale, gli addetti nel 2004 nell’industria e manifattura superano il 50% del totale dell’occupazione privata nelle circoscrizioni di Grumello, Ponte e Albino mentre nell’area del capoluogo sono al 30,9%; l’edilizia conferma il suo peso relativo anche in termini di addetti a Romano; il commercio e i servizi alle imprese si avvicinano alla metà dei posti di lavoro nella circoscrizione di Bergamo. Nel complesso, in circa tre anni, gli addetti alle unità locali delle imprese – cioè i “posti di lavoro” presenti sul territorio e occupati sia da lavoratori dipendenti che da lavoratori autonomi - sono aumentati di poco meno di 19mila unità, il che equivale a una crescita del 5,2% verificatasi, va ricordato, in un periodo di relativa stagnazione economica.

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Tab. 15 - Unità Locali di imprese e relativi addetti (ottobre 2001)

Unità locali di imprese (2001)Pubblici Servizi alle Servizi Servizi

Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personaliCPI CDE F G H IJK LMN OPQ Totale

Albino 1.410 1.449 1.953 356 1.654 231 365 7.418Bergamo 3.315 3.151 7.071 1.135 9.603 1.335 1.317 26.927Clusone 603 1.001 842 386 717 96 189 3.834Grumello 1.581 1.311 1.477 277 1.307 166 270 6.389Lovere 439 505 673 171 634 88 121 2.631Ponte S.Pietro 1.679 2.363 1.931 394 1.866 299 514 9.046Romano di L.dia 736 1.716 1.115 220 962 137 281 5.167Trescore B. 667 892 882 185 791 117 170 3.704Treviglio 2.392 2.555 2.858 557 2.770 436 606 12.174Zogno 984 1.600 1.683 581 1.243 213 344 6.648Tot. Prov.Bg 13.806 16.543 20.485 4.262 21.547 3.118 4.177 83.938

Addetti alle unità locali di imprese (2001)Pubblici Servizi alle Servizi Servizi

Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personaliCPI CDE F G H IJK LMN OPQ Totale

Albino 16.660 3.898 4.208 793 3.727 402 745 30.433Bergamo 40.131 10.853 24.531 4.946 35.397 2.837 3.151 121.846Clusone 5.251 2.650 1.702 920 1.522 135 352 12.532Grumello 16.748 4.010 3.321 626 3.344 259 498 28.806Lovere 4.399 1.747 1.438 419 1.626 132 211 9.972Ponte S.Pietro 24.912 6.237 4.660 1.212 4.910 1.098 959 43.988Romano di L.dia 7.908 4.899 2.421 536 2.631 184 566 19.145Trescore B. 8.572 2.342 2.162 525 2.612 159 390 16.762Treviglio 26.872 6.634 7.346 1.623 9.741 1.283 1.175 54.674Zogno 11.176 3.706 3.222 1.343 3.290 474 621 23.832Tot. Prov.Bg 162.629 46.976 55.011 12.943 68.800 6.963 8.668 361.990

Composizione % unità Locali (2001)Pubblici Servizi alle Servizi Servizi

Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personaliCPI CDE F G H IJK LMN OPQ Totale (*)

Albino 19,0 19,5 26,3 4,8 22,3 3,1 4,9 100,0Bergamo 12,3 11,7 26,3 4,2 35,7 5,0 4,9 100,0Clusone 15,7 26,1 22,0 10,1 18,7 2,5 4,9 100,0Grumello 24,7 20,5 23,1 4,3 20,5 2,6 4,2 100,0Lovere 16,7 19,2 25,6 6,5 24,1 3,3 4,6 100,0Ponte S.Pietro 18,6 26,1 21,3 4,4 20,6 3,3 5,7 100,0Romano di L.dia 14,2 33,2 21,6 4,3 18,6 2,7 5,4 100,0Trescore B. 18,0 24,1 23,8 5,0 21,4 3,2 4,6 100,0Treviglio 19,6 21,0 23,5 4,6 22,8 3,6 5,0 100,0Zogno 14,8 24,1 25,3 8,7 18,7 3,2 5,2 100,0Tot. Prov.Bg 16,4 19,7 24,4 5,1 25,7 3,7 5,0 100,0

Composizione % addetti alle unità locali (2001)Pubblici Servizi alle Servizi Servizi

Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personaliCPI CDE F G H IJK LMN OPQ Totale (*)

Albino 54,7 12,8 13,8 2,6 12,2 1,3 2,4 100,0Bergamo 32,9 8,9 20,1 4,1 29,1 2,3 2,6 100,0Clusone 41,9 21,1 13,6 7,3 12,1 1,1 2,8 100,0Grumello 58,1 13,9 11,5 2,2 11,6 0,9 1,7 100,0Lovere 44,1 17,5 14,4 4,2 16,3 1,3 2,1 100,0Ponte S.Pietro 56,6 14,2 10,6 2,8 11,2 2,5 2,2 100,0Romano di L.dia 41,3 25,6 12,6 2,8 13,7 1,0 3,0 100,0Trescore B. 51,1 14,0 12,9 3,1 15,6 0,9 2,3 100,0Treviglio 49,1 12,1 13,4 3,0 17,8 2,3 2,1 100,0Zogno 46,9 15,6 13,5 5,6 13,8 2,0 2,6 100,0Tot. Prov.Bg 44,9 13,0 15,2 3,6 19,0 1,9 2,4 100,0

Addetti alle Istituzioni (settore pubblico e non profit) al Censimento 2001

CPI Pubbliche PrivateAlbino 3.556 572Bergamo 17.346 4.589Clusone 1.800 180Grumello 1.811 383Lovere 1.355 131Ponte S.Pietro 2.732 649Romano di L.dia 1.842 538Trescore B. 1.332 345Treviglio 4.992 629Zogno 2.884 642Tot. Prov.Bg 39.650 8.658

Addetti alle Istituzioni

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Tab. 16 - Unità locali e addetti nel 2004 in Provincia di Bergamo per Cpi

CPI 1 add. 2-9 add. 10-19 add. 20-49 add. oltre 50 add. TotaleAlbino 4.385 2.982 299 137 66 7.869Bergamo 16.993 10.760 1.156 526 297 29.732Clusone 2.035 1.704 145 38 23 3.945Grumello 3.451 2.910 414 164 77 7.016Lovere 1.490 1.128 126 53 15 2.812Ponte S.Pietro 5.437 3.680 438 198 126 9.879Romano di L.dia 2.866 2.328 233 91 42 5.560Trescore B. 2.171 1.574 188 106 33 4.072Treviglio 7.055 5.131 635 287 137 13.245Zogno 3.774 2.736 220 67 45 6.842Tot. Prov.Bg 49.657 34.933 3.854 1.667 861 90.972

CPI 1 add. 2-9 add. 10-19 add. 20-49 add. oltre 50 add. TotaleAlbino 4.347 9.955 3.946 4.116 8.417 30.782Bergamo 16.788 37.082 15.349 15.985 41.771 126.976Clusone 2.017 5.582 1.927 1.078 2.281 12.885Grumello 3.412 10.216 5.415 4.949 7.215 31.207Lovere 1.478 3.760 1.656 1.573 2.251 10.718Ponte S.Pietro 5.386 12.795 5.891 5.906 17.165 47.142Romano di L.dia 2.842 8.098 3.072 2.576 4.529 21.117Trescore B. 2.148 5.339 2.434 3.177 4.700 17.800Treviglio 6.975 17.942 8.367 8.752 16.391 58.428Zogno 3.756 9.042 2.841 1.875 6.320 23.834Tot. Prov.Bg 49.149 119.812 50.899 49.988 111.041 380.888

CPI 1 add 2-9 add. 10-19 add. 20-49 add. oltre 50 add. TotaleAlbino 55,7 37,9 3,8 1,7 0,8 100Bergamo 57,2 36,2 3,9 1,8 1 100Clusone 51,6 43,2 3,7 1 0,6 100Grumello 49,2 41,5 5,9 2,3 1,1 100Lovere 53 40,1 4,5 1,9 0,5 100Ponte S.Pietro 55 37,3 4,4 2 1,3 100Romano di L.dia 51,5 41,9 4,2 1,6 0,8 100Trescore B. 53,3 38,7 4,6 2,6 0,8 100Treviglio 53,3 38,7 4,8 2,2 1 100Zogno 55,2 40 3,2 1 0,7 100Tot. Prov.Bg 54,6 38,4 4,2 1,8 0,9 100

CPI 1 add. 2-9 add. 10-19 add. 20-49 add. oltre 50 add. TotaleAlbino 14,1 32,3 12,8 13,4 27,3 100Bergamo 13,2 29,2 12,1 12,6 32,9 100Clusone 15,7 43,3 15 8,4 17,7 100Grumello 10,9 32,7 17,4 15,9 23,1 100Lovere 13,8 35,1 15,4 14,7 21 100Ponte S.Pietro 11,4 27,1 12,5 12,5 36,4 100Romano di L.dia 13,5 38,3 14,5 12,2 21,4 100Trescore B. 12,1 30 13,7 17,9 26,4 100Treviglio 11,9 30,7 14,3 15 28,1 100Zogno 15,8 37,9 11,9 7,9 26,5 100Tot. Prov.Bg 12,9 31,5 13,4 13,1 29,2 100Fonte : elaborazioni dal Registro statistico delle Unità Locali delle Imprese Attive (ASIA, Istat)

Unità Locali (2004) per classe di addetti

Addetti alle unità locali (media annua 2004) per classe di addetti

Composizione % unità Locali (2004)

Composizione % addetti alle unità locali (media annua 2004)

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Tab. 17 – Unità locali di impresa e addetti distinti per settore e per Centro per l’Impiego

Industria Edilizia Commercio Pubb. esercizi

Serv. imprese

Serv. collettivi

Serv. personali Totale (*)

CDE F G H IJK LMN OPQAlbino 1.385 1.560 1.958 385 1.897 298 386 7.869Bergamo 3.583 3.432 7.352 1.303 10.988 1.680 1.394 29.732Clusone 582 1.042 858 391 768 110 193 3.945Grumello 1.679 1.492 1.523 313 1.529 190 290 7.016Lovere 469 545 650 196 696 115 141 2.812Ponte S.Pietro 1.737 2.594 2.006 461 2.202 354 525 9.879Romano di L.dia 795 1.846 1.119 269 1.074 180 277 5.560Trescore B. 674 1.012 938 190 924 136 198 4.072Treviglio 2.489 2.812 2.951 609 3.205 537 641 13.245Zogno 969 1.692 1.647 582 1.359 260 333 6.842Tot. Prov.BG 14.362 18.027 21.002 4.699 24.642 3.860 4.378 90.972

Industria Edilizia Commercio Pubb. esercizi

Serv. imprese

Serv. collettivi

Serv. personali Totale (*)

CDE F G H IJK LMN OPQAlbino 15.514 4.335 4.152 1.079 4.169 728 805 30.782Bergamo 39.281 12.273 25.516 5.105 36.232 5.038 3.531 126.976Clusone 4.950 2.819 1.845 1.070 1.607 223 365 12.885Grumello 16.643 4.964 3.659 795 4.214 387 545 31.207Lovere 4.536 1.921 1.521 506 1.775 183 276 10.718Ponte S.Pietro 24.983 7.368 5.169 1.484 5.751 1.271 1.116 47.142Romano di L.dia 7.692 6.241 2.703 661 2.684 550 587 21.117Trescore B. 8.412 2.871 2.339 595 2.808 321 452 17.800Treviglio 26.485 7.524 7.570 1.963 11.813 1.658 1.414 58.428Zogno 10.391 3.949 3.316 1.478 3.383 623 693 23.834Tot. Prov.BG 158.887 54.264 57.792 14.736 74.435 10.981 9.785 380.888

Industria Edilizia Commercio Pubb. esercizi

Serv. imprese

Serv. collettivi

Serv. personali Totale (*)

CDE F G H IJK LMN OPQAlbino 17,6 19,8 24,9 4,9 24,1 3,8 4,9 100Bergamo 12,1 11,5 24,7 4,4 37 5,7 4,7 100Clusone 14,8 26,4 21,7 9,9 19,5 2,8 4,9 100Grumello 23,9 21,3 21,7 4,5 21,8 2,7 4,1 100Lovere 16,7 19,4 23,1 7 24,8 4,1 5 100Ponte S.Pietro 17,6 26,3 20,3 4,7 22,3 3,6 5,3 100Romano di L.dia 14,3 33,2 20,1 4,8 19,3 3,2 5 100Trescore B. 16,6 24,9 23 4,7 22,7 3,3 4,9 100Treviglio 18,8 21,2 22,3 4,6 24,2 4,1 4,8 100Zogno 14,2 24,7 24,1 8,5 19,9 3,8 4,9 100Tot. Prov.BG 15,8 19,8 23,1 5,2 27,1 4,2 4,8 100

Industria Edilizia Commercio Pubb. esercizi

Serv. imprese

Serv. collettivi

Serv. personali Totale (*)

CDE F G H IJK LMN OPQAlbino 50,4 14,1 13,5 3,5 13,5 2,4 2,6 100Bergamo 30,9 9,7 20,1 4 28,5 4 2,8 100Clusone 38,4 21,9 14,3 8,3 12,5 1,7 2,8 100Grumello 53,3 15,9 11,7 2,5 13,5 1,2 1,7 100Lovere 42,3 17,9 14,2 4,7 16,6 1,7 2,6 100Ponte S.Pietro 53 15,6 11 3,1 12,2 2,7 2,4 100Romano di L.dia 36,4 29,6 12,8 3,1 12,7 2,6 2,8 100Trescore B. 47,3 16,1 13,1 3,3 15,8 1,8 2,5 100Treviglio 45,3 12,9 13 3,4 20,2 2,8 2,4 100Zogno 43,6 16,6 13,9 6,2 14,2 2,6 2,9 100Tot. Prov.BG 41,7 14,2 15,2 3,9 19,5 2,9 2,6 100

Fonte : elaborazioni dal Registro statistico delle Unità Locali delle Imprese Attive (ASIA, Istat).

Addetti alle unità locali (media annua 2004)

CPI

Composizione % unità Locali (2004)

Unità Locali (2004)

CPI

*: comprensivo di att.secondarie in agricoltura (sez. A e B)

CPI

Composizione % addetti alle unità locali (media annua 2004)

CPI

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4. Le assunzioni in provincia di Bergamo

4.1 Potenzialità e limiti dei dati dei Centri per l’Impiego

Il sistema informativo dei Centri per l’impiego (CPI) della provincia di Bergamo è alimentato dalle comunicazioni aziendali sui movimenti di lavoratori e dalle dichiarazioni di disponibilità delle persone in cerca di lavoro. I movimenti – assunzioni, cessazioni, trasformazioni e proroghe – si riferiscono ai dipendenti delle unità locali di aziende localizzate in provincia di Bergamo. Riguardano, quindi, sia lavoratori residenti, sia lavoratori non residenti in provincia. Il settore pubblico è presente fino al 2006 per le sole comunicazioni di avviamento obbligatorio (dal 1° gennaio 2007 l’obbligo di comunicazione è invece più esteso).

Sono registrati solo parzialmente i movimenti riguardanti lavoratori residenti in provincia di Bergamo ma occupati in unità locali di altre province: è, infatti, molto carente o irregolare l’informazione di ritorno dalle province limitrofe. Vi sono poi le dichiarazioni di quanti sono esplicitamente alla ricerca di lavoro e si vogliono avvalere del servizio pubblico per ricercarlo. L’unità di base del sistema informativo è sempre una comunicazione che ha per oggetto l’istituzione, la modifica, la proroga o la cessazione di un rapporto di lavoro.

Il sistema informativo dei Centri per l’impiego si basa, quindi, sull’interazione di almeno tre distinti archivi principali (persone, rapporti e aziende) e ne riflette le vicissitudini (nuove forme di assunzione o di classificazione previste dalle normative, modifiche delle forme giuridiche e della caratteristiche delle imprese, ecc). I disallineamenti temporali, le duplicazioni, le sovrapposizioni e le incongruenze – tanto più in un sistema che non è di per sé finalizzato al monitoraggio statistico delle sue variabili ma deve gestire flussi massicci di dati e procedimenti amministrativi – sono ricorrenti e inevitabili. Inoltre, è un sistema in continua evoluzione che aggiorna e modifica le informazioni già in memoria. La comunicazione di cessazione di un lavoratore non già presente in archivio aggiunge al database un record con una data di avviamento anche remota e una data di cessazione recente. Ad ogni estrazione dell’archivio la serie completa di avviamenti, modifiche e cessazioni può essere pertanto diversa dall’estrazione precedente.

La prima fase di lavoro e di test sul database ha confermato un’osservazione presente nei lavori più significativi compiuti in Italia su dati simili: «gli archivi amministrativi dei Cpi si prestano meglio alla ricerca e all’approfondimento, che non al monitoraggio. Il monitoraggio è apparentemente più semplice ma implica una tempestività e una completezza/precisione (quando si vogliono misurare variazioni di fenomeni socio-economici in tempo reale) nell’attività di data entry che il sistema organizzativo dei Centri per l’impiego non ha ancora raggiunto. Queste caratteristiche (tempestività, completezza) sono meno rilevanti per la ricerca sulle trasformazioni strutturali, dato che essa non si pone necessariamente a ridosso dell’attualità più stretta»10.

Il Comitato tecnico-operativo dell’Osservatorio ha operato sui dati dei Centri per l’Impiego in provincia di Bergamo in fasi distinte, avendo a disposizione diversi database originati dal sistema informativo. Il vecchio sistema informativo (ProLabor) è rimasto valido fino all’autunno del 2006; negli ultimi mesi del 2006 è stato effettuato il travaso nel nuovo sistema regionale SINTESI, adottato in tutte le province della Lombardia sotto il coordinamento tecnico della Provincia di Milano.

Il database fornito al Comitato tecnico-operativo e su cui sono state compiute tutte le elaborazioni è un output secondario, generato da una procedura complessa, gestita a livello regionale dalla Provincia di Milano, che incrocia i molteplici archivi originari e tenta di risolverne alcune strutturali duplicazioni: i records che modificano, chiudono o riaprono dei rapporti di lavoro già registrati devono essere accoppiati e in qualche modo ricostruiti.

10 Giove”: il public use database prodotto da Veneto Lavoro a partire dai dati dei Centri per l’Impiego – Convegno

ISTAT-CISIS, I dati amministrativi per le statistiche sui mercati del lavoro locali, giugno 2006.

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I dataset messi a disposizione del Comitato tecncio-operativo a più riprese nel corso del 2007 hanno presentato tuttavia profonde differenze e incoerenze con il database di ProLabor. Per ragioni tecniche, l’estrazione dei dati è stata limitata ai records (circa 1 milione) con data di avviamento successiva al 1/1/2000. Questa soglia temporale non inficia i dati sugli Avviamenti successivi al 2000 ma rende impossibile elaborare in modo completo e coerente i dati delle Cessazioni (che possono essere registrate nel record dei rapporti avviati anche in anni antecedenti al 2000) e stimare la consistenza puntuale dello stock dei rapporti attivi. Le informazioni e le codifiche dei campi appaiono inoltre diverse, alcune variabili non risultano utilizzabili e risultano ancora poco affidabili le informazioni su proroghe e trasformazioni.

L’ultima e più recente elaborazione sul file degli avviamenti di SINTESI, a ottobre 2007, non ha sciolto i dubbi sulla coerenza statistica e sull’entità dei problemi tecnici e amministrativi: i dati qui presentati sono parziali e provvisori e destinati ad essere rivisti nel prossimo futuro. Anche le serie storiche precedenti, sia per ragioni di carattere tecnico che per la registrazione continua di nuove informazioni che ampliano o modificano la profondità temporale dei rapporti in memoria, non possono essere considerate definitive.

L’analisi statistica coglie due rotture evidenti nella continuità della serie dei dati mensili. La prima si verifica nell’ultimo trimestre del 2006 ed è determinata dal passaggio avvenuto a ottobre 2006 per la provincia di Bergamo dal vecchio sistema ProLabor al nuovo sistema SINTESI. Nello stesso periodo si è passati anche all’inserimento on-line delle comunicazioni da parte delle imprese e delle agenzie interinali. I gestori del programma a Milano stanno verificando la possibile presenza di duplicazioni non risolte o ridondanze nel travaso dei dati. La seconda, di tipo normativo, riguarda il 2007: dal 1° gennaio l’obbligo di comunicazione degli avviamenti al lavoro è stato esteso in modo significativo all’intero settore pubblico (che prima comunicava solo gli avviamenti delle basse qualifiche), al lavoro parasubordinato (le collaborazioni e i lavoratori a progetto), al lavoro domestico, ai tirocini e ad altre tipologie. Il campo di osservazione dei dati dei Centri per l’impiego si amplia e consentirà, man mano si accumulerà informazione sui nuovi rapporti, di analizzare segmenti ancora poco conosciuti del mercato del lavoro, soprattutto al confine tra lavoro subordinato e professioni autonome. Ma nell’immediato il confronto con la serie precedente non è proponibile e i dati dei primi sei mesi del 2007 vanno quindi presi con molta cautela.

Per queste ragioni, si propone nel seguito un’analisi imperniata prioritariamente sulla composizione più che sulla dinamica dei soli avviamenti. Il dettaglio sulle tipologie dei rapporti, la loro distribuzione settoriale e concentrazione territoriale e qualche osservazione sulle forme più recenti sono le griglie di analisi che verranno presentate nel seguito.

Gli attributi delle persone (età, genere, livello d’istruzione, ecc.) e delle aziende (localizzazione e settore di attività economica) sono elaborati solo in base alla loro associazione con i singoli “rapporti di avviamento” e quindi con una moltiplicazione implicita nel caso di persone che abbiano avuto nel corso di un anno più di un contratto con più di un’azienda; una limitazione imposta dalle caratteristiche del database messo a disposizione del Comitato tecnico-operativo dell’Osservatorio ma che potrà essere superata nel prossimo futuro.

Gli avviamenti sono dati di flusso che riflettono su una scala temporale continua, giornaliera, i movimenti dei lavoratori, compresi in buona misura anche i passaggi da un posto di lavoro a un altro11, oltre che le interruzioni o le reiterazioni di rapporti che, sempre più negli ultimi anni, hanno una durata predeterminata. Fanno cioè parte, insieme ai movimenti in uscita o di separazione dei lavoratori, del gross worker turnover, concettualmente distinto dal gross job turnover, che somma invece i tassi di creazione e di distruzione dei posti di lavoro. Sono quindi necessariamente complesse (e nel seguito affrontate solo parzialmente) le misure del rapporto tra il turnover elevatissimo di lavoratori, che si muovono dentro e fuori il territorio circoscritto dall’ambito provinciale, il processo di nati-mortalità di imprese e relativi posti di lavoro (che si svolge in un campo di osservazione non intercettato dai dati dei Centri per l’impiego) e gli stock complessivi sui versanti dell’offerta di lavoro (i lavoratori occupati o in grado di presentarsi sul mercato del lavoro) e della domanda di lavoro (i posti di lavoro) da

11 La distinzione tra passaggi da un posto di lavoro ad un altro ed entrate (o uscite) da uno stato di inattività o

disoccupazione è cruciale per l’analisi, ma l’attuale sistema informativo non consente di quantificarla in modo sicuro.

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parte di un sistema economico e imprenditoriale in rapida e spesso tumultuosa trasformazione. Per il futuro si conta di approfondire l’analisi, oltre che sulle cessazioni, sulle caratteristiche specifiche delle aziende che assumono (al momento non sempre individuabili con coerenza) e sui percorsi professionali e lavorativi delle persone coinvolte.

4.2 Avviamenti e lavoratori avviati

Una prima osservazione riguarda il rapporto complessivo tra avviamenti totali e avviati, cioè tra comunicazioni di nuove assunzioni e lavoratori, tra “contratti” e “teste”. Gli avviamenti in provincia di Bergamo, almeno dal 2002, sono stabilmente al di sopra dei 100mila per anno e i lavoratori avviati almeno una volta nell’anno sono nell’ordine degli 80-90mila medi annui. Le imprese (o soggetti e persone, nel caso ad esempio del lavoro domestico) che comunicano avviamenti sono oltre 20mila.

Se prendiamo a riferimento i lavoratori avviati nel 2004 (85.221) e li rapportiamo allo stock di lavoratori dipendenti (al netto del settore pubblico) che risulta per la provincia di Bergamo dalle unità locali Asia-Istat nella media del 2004 (272mila) si ottiene un “tasso di associazione” del 31,2, del tutto simile alle stime proposte a livello nazionale nei più importanti lavori di ricerca sul tema secondo i quali in base a “dati molto stabili nel tempo” circa “3 lavoratori ogni 10 si muovono almeno una volta nell’anno”12.

Non ha ovviamente alcun senso tentare confronti più ampi sulla base di informazioni così parziali, ma si può ipotizzare che, data anche la presenza relativamente minore a Bergamo rispetto ad altre aree del paese di attività stagionali (dall’agricoltura al turismo) che generano un forte turnover di lavoratori, la mobilità sul mercato del lavoro in provincia sia molto elevata, e non certo da oggi.

Rispetto ai 116mila avviamenti del 2004 - anno in cui non si erano ancora del tutto esauriti gli effetti diretti e indiretti della regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari -, il 2005 aveva fatto segnare una riduzione intorno ai 114mila. Con il 2006 gli avviamenti tornano a crescere e superano i 131mila

Va, tuttavia, rimarcato che nei primi otto mesi dell’anno, a parità di sistema informativo (ProLabor), la variazione complessiva sullo stesso periodo dell’anno precedente non superava il + 9%, mentre a fine anno, dopo il travaso nel nuovo sistema (Sintesi), la variazione dell’intero anno si porta al +15%. Il dato dei primi sei mesi del 2007, con oltre 86mila nuovi avviamenti, è anch’esso su dimensioni non comparabili alla serie precedente, pur mettendo in conto l’allargamento dell’obbligo di comunicazione di rapporti di lavoro prima esclusi.

Il ciclo economico è ancora favorevole, l’espansione del mercato del lavoro e della struttura dell’economia bergamasca è certamente in atto, ma, ripetiamo, è forte il dubbio che il passaggio dal vecchio al nuovo sistema informativo abbia introdotto una distorsione e una discontinuità nella serie statistica. Sono numeri su cui si dovrà tornare con verifiche più accurate che il nuovo sistema dovrebbe rendere possibili dall’anno prossimo.

12 “Eppur si muove. Dinamiche e persistenze nel mercato del lavoro italiano”, Contini e Trivellato, 2005

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Tab. 18 - Avviamenti in localizzazioni aziendali in Provincia di Bergamo

Comunicazioni di nuovi avviamenti per anno(2007: primi 6 mesi)

TOTALE di cui stranieri di cui italianiMF F M MF F M MF F M

2000 91.182 35.055 56.127 17.091 3.636 13.455 74.074 31.413 42.6612001 98.176 36.030 62.146 20.604 4.504 16.100 77.560 31.524 46.0362002 103.378 38.849 64.529 23.991 5.328 18.663 79.371 33.515 45.8562003 111.491 42.259 69.232 28.931 7.455 21.476 82.548 34.804 47.7442004 116.591 43.038 73.553 33.834 8.074 25.760 82.757 34.964 47.7932005 114.347 43.724 70.623 34.074 8.988 25.086 80.273 34.736 45.5372006 131.561 50.096 81.465 40.245 10.852 29.393 91.316 39.244 52.0722007 86.073 33.236 52.837 25.601 6.779 18.822 60.472 26.457 34.015

Avviati almeno una volta nell'anno

TOTALE di cui stranieri di cui italianiMF F M MF F M MF F M

2000 71.252 27.190 44.062 12.444 2.587 9.857 58.808 24.603 34.2052001 76.308 27.659 48.649 14.804 3.140 11.664 61.504 24.519 36.9852002 77.091 27.670 49.421 16.963 3.524 13.439 60.128 24.146 35.9822003 80.022 27.960 52.062 20.157 4.481 15.676 59.865 23.479 36.3862004 85.221 29.930 55.291 22.598 4.418 18.180 62.623 25.512 37.1112005 82.361 29.607 52.754 22.108 4.641 17.467 60.253 24.966 35.2872006 92.186 33.285 58.901 25.360 5.739 19.621 66.826 27.546 39.2802007 66.830 24.278 42.552 18.752 4.322 14.430 48.078 19.956 28.122

Fonte: Elaborazioni provvisorie su database dei CPI della provincia di BergamoNuova serie dei dati da ottobre 2006(2000-2003: estrazione a fine maggio 2007; 2004-2007: estrazione ottobre 2007)

La quota “rosa” sugli avviamenti (intorno al 38%) è in aumento negli ultimi anni, così come in termini di persone avviate le donne salgono ad oltre il 36% del totale. Il divario tra le due misure è ribadito dai rapporti avviati mediamente nell’anno per persona: l’indice è maggiore per le donne (nel 2006 oltre l’1,5) rispetto agli uomini (meno di 1,4). Gli avviamenti medi per anno, indizio di maggiore mobilità, flessibilità o precarietà dei rapporti di lavoro, sono in progressivo aumento negli ultimi anni.

Gli stranieri coprono circa il 30% degli avviamenti e il 27-28% dei lavoratori avviati, a conferma del contributo stabilmente significativo della componente migratoria nel sostenere l’offerta di lavoro. La più elevata mobilità dei lavoratori stranieri è indicata dai rapporti medi per persona: 1,5-1,6 contro valori intorno a 1,3 per i lavoratori italiani.

Nonostante la serie storica non sia pienamente affidabile, si può notare l’aumento nel 2006 anche degli avviamenti e degli avviati di nazionalità italiana che nel 2005 si erano contratti rispetto all’anno precedente.

Una prima classificazione di dettaglio per tipo di comunicazione consente di distinguere gli avviamenti diretti da quelli somministrati o interinali. E’ una distinzione che, anche per conformarsi alla prime tipologie statistiche diffuse con SINTESI, si è cercato di rendere sistematica e che è sicuramente utile per analizzare in modo specifico le “missioni”, di breve durata e spesso di pochissimi giorni, affidate ai lavoratori interinali o somministrati per rispondere a sostituzioni, picchi di lavoro ed esigenze di flessibilità temporale espresse in grande prevalenza dalle aziende industriali e della distribuzione commerciale.

Gli avviamenti somministrati pesano intorno al 20%, degli avviamenti complessivi ma non superano il 17% in termini di persone avviate. Si caratterizzano, inoltre, per una concentrazione femminile e straniera relativamente maggiore rispetto agli avviamenti e agli avviati diretti: le donne superano il 40% degli avviamenti somministrati e delle persone avviate con quei contratti, contro il 37-38% sugli avviamenti diretti e il 36% in termini di teste. Gli stranieri stanno portandosi al 35% dei rapporti e oltre il 31% delle persone avviate come interinali, contro quote corrispondenti del 29 e del 25% sugli avviamenti diretti. Gli indici dei rapporti

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medi annui per persona sono naturalmente diversi per gli avviamenti diretti, intorno a 1,2, e per quelli interinali: 1,8 nel 2006, e oltre 2 per gli stranieri maschi.

Tab. 19 - Comunicazioni di nuovi Avviamenti e Lavoratori Avviati in Provincia di Bergamo, dati per genere e nazionalità(nuova serie provvisoria 2004 -Giugno 2007)

Comunicazioni di nuovi Avviamenti per annoTOTALE % F stranieri italiani

MF F M su MF MF F M MF F M MF F M2004 116.591 43.038 73.553 36,9 33.834 8.074 25.760 82.757 34.964 47.793 29,0 18,8 35,02005 114.347 43.724 70.623 38,2 34.074 8.988 25.086 80.273 34.736 45.537 29,8 20,6 35,52006 131.561 50.096 81.465 38,1 40.245 10.852 29.393 91.316 39.244 52.072 30,6 21,7 36,12007 86.073 33.236 52.837 38,6 25.601 6.779 18.822 60.472 26.457 34.015 29,7 20,4 35,6

di cui: Avviamenti Diretti per annoTOTALE % F stranieri italiani

MF F M su MF MF F M MF F M MF F M2004 94.290 34.379 59.911 36,5 26.830 6.603 20.227 67.460 27.776 39.684 28,5 19,2 33,82005 91.096 34.732 56.364 38,1 26.608 7.368 19.240 64.488 27.364 37.124 29,2 21,2 34,12006 103.279 38.575 64.704 37,4 30.731 8.469 22.262 72.548 30.106 42.442 29,8 22,0 34,42007 70.314 26.644 43.670 37,9 20.067 5.286 14.781 50.247 21.358 28.889 28,5 19,8 33,8

di cui: Avviamenti Somministrati per annoTOTALE % F stranieri italiani % stranieri / TOTALE

MF F M su MF MF F M MF F M MF F M2004 22.301 8.659 13.642 38,8 7.004 1.471 5.533 15.297 7.188 8.109 31,4 17,0 40,62005 23.251 8.992 14.259 38,7 7.466 1.620 5.846 15.785 7.372 8.413 32,1 18,0 41,02006 28.282 11.521 16.761 40,7 9.514 2.383 7.131 18.768 9.138 9.630 33,6 20,7 42,52007 15.759 6.592 9.167 41,8 5.534 1.493 4.041 10.225 5.099 5.126 35,1 22,6 44,1

Lavoratori Avviati almeno una volta nell'annoTOTALE % F stranieri italiani

MF F M su MF MF F M MF F M MF F M2004 85.221 29.930 55.291 35,1 22.598 4.418 18.180 62.623 25.512 37.111 26,5 14,8 32,92005 82.361 29.607 52.754 35,9 22.108 4.641 17.467 60.253 24.966 35.287 26,8 15,7 33,12006 92.186 33.285 58.901 36,1 25.360 5.739 19.621 66.826 27.546 39.280 27,5 17,2 33,32007 66.830 24.278 42.552 36,3 18.752 4.322 14.430 48.078 19.956 28.122 28,1 17,8 33,9

di cui: con Avviamenti DirettiTOTALE % F stranieri italiani

MF F M su MF MF F M MF F M MF F M2004 77.405 26.865 50.540 34,7 18.830 3.573 15.257 58.575 23.292 35.283 24,3 13,3 30,22005 73.827 26.223 47.604 35,5 18.255 3.726 14.529 55.572 22.497 33.075 24,7 14,2 30,52006 82.183 29.014 53.169 35,3 20.796 4.542 16.254 61.387 24.472 36.915 25,3 15,7 30,62007 56.474 20.008 36.466 35,4 15.484 3.463 12.021 40.990 16.545 24.445 27,4 17,3 33,0

di cui con Avviamenti Somministrati TOTALE % F stranieri italiani

MF F M su MF MF F M MF F M MF F M2004 12.671 5.014 7.657 39,6 3.768 845 2.923 8.903 4.169 4.734 29,7 16,9 38,22005 13.275 5.328 7.947 40,1 3.853 915 2.938 9.422 4.413 5.009 29,0 17,2 37,02006 15.671 6.474 9.197 41,3 4.564 1.197 3.367 11.107 5.277 5.830 29,1 18,5 36,6

2007* 10.356 4.270 6.086 41,2 3.268 859 2.409 7.088 3.411 3.677 31,6 20,1 39,6

Rapporti di avviamento medi per personaTOTALE stranieri italiani

MF F M MF F M MF F M2004 1,37 1,44 1,33 1,50 1,83 1,42 1,32 1,37 1,292005 1,39 1,48 1,34 1,54 1,94 1,44 1,33 1,39 1,292006 1,43 1,51 1,38 1,59 1,89 1,50 1,37 1,42 1,33

2007* 1,29 1,37 1,24 1,37 1,57 1,30 1,26 1,33 1,21

di cui: con Avviamenti DirettiTOTALE stranieri italiani

MF F M MF F M MF F M2004 1,22 1,28 1,19 1,42 1,85 1,33 1,15 1,19 1,122005 1,23 1,32 1,18 1,46 1,98 1,32 1,16 1,22 1,122006 1,26 1,33 1,22 1,48 1,86 1,37 1,18 1,23 1,15

2007* 1,25 1,33 1,20 1,30 1,53 1,23 1,23 1,29 1,18

di cui con Avviamenti Somministrati TOTALE stranieri italiani

MF F M MF F M MF F M2004 1,76 1,73 1,78 1,86 1,74 1,89 1,72 1,72 1,712005 1,75 1,69 1,79 1,94 1,77 1,99 1,68 1,67 1,682006 1,80 1,78 1,82 2,08 1,99 2,12 1,69 1,73 1,65

2007* 1,52 1,54 1,51 1,69 1,74 1,68 1,44 1,49 1,39

*: 2007 dati provvisori I semestreNuova serie dei dati da ottobre 2006

% stranieri / TOTALE

% stranieri / TOTALE

% stranieri / TOTALE

% stranieri / TOTALE

% stranieri / TOTALE

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4.3 Tipologie e modalità dei nuovi avviamenti

Le tipologie di rapporto di lavoro, la cui casistica si riflette nelle innumerevoli codifiche riportate per esteso nelle tavole dell’allegato, sono state raggruppate in modo tale da mettere in evidenza nel sottoinsieme dei nuovi13 avviamenti diretti i rapporti a tempo indeterminato, quelli a tempo determinato e l’apprendistato. Si sono poi isolati i rapporti di “assunzione diretta di 1 sola giornata”, frequenti nel settore alberghiero e della ristorazione, che rischiano di “gonfiare” la numerosità formale dei rapporti nonostante uno scarso peso in termini di “unità equivalenti di lavoro” e i parasubordinati, in pratica i collaboratori e i lavoratori a progetto che cominciano a essere registrati dal 2007. Le tipologie residue, oltre alle nuove forme (lavoro intermittente, contratto di inserimento lavorativo, ecc.) introdotte di recente e oggetto di uno specifico richiamo nel seguito, comprendono in buona misura gli avviamenti registrati come “soci di cooperativa”.

Gli avviamenti a tempo indeterminato sono intorno al 35% del totale dei nuovi avviamenti complessivi, quelli a tempo determinato superano nel 2006 il 25% e nei primi sei mesi del 2007 si avvicinerebbero al 29%, gli avviamenti con contratti di apprendistato sono intorno alle 11mila unità all’anno per una quota al di sotto dell’8%. Gli interinali hanno superato i 28mila rapporti nel 2006 e la loro incidenza sul totale è intorno al 20%.

Nei limiti di validità del confronto annuo di cui si è detto, si può dire che i rapporti a termine – sia i contratti a tempo determinato che le missioni degli interinali – crescono più dei rapporti a tempo indeterminato, anch’essi in aumento considerevole, e molto più dei rapporti di apprendistato che, dopo una prolungata contrazione negli ultimi anni, sembrano stabilizzarsi in volume, anche se con un’incidenza relativa calante. Il calo dell’apprendistato può essere dovuto, oltre che all’andamento della demografia e al prolungamento degli studi che hanno ridimensionato l’offerta dei giovani sul mercato del lavoro, ad un effetto di sostituzione da parte delle forme di lavoro a termine.

Tab. 20 - Avviamenti in Provincia di Bergamo per anno di avviamento, tipo di comunicazione, tipologia di rapporto e genere(nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007)

Maschi e femmine

2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)Diretto A tempo det 28.845 34.662 24.881 25,2 26,3 28,9

A tempo indet 40.546 46.169 29.405 35,5 35,1 34,2Apprendistato 10.914 11.453 6.318 9,5 8,7 7,3Ass dir 1g 4.891 4.122 1.519 4,3 3,1 1,8Parasubordinati 12 431 3.302 0,0 0,3 3,8z - Altro 5.888 6.442 4.889 5,1 4,9 5,7

Diretto Totale 91.096 103.279 70.314 79,7 78,5 81,7Somministrato Totale 23.251 28.282 15.759 20,3 21,5 18,3Totale complessivo 114.347 131.561 86.073 100,0 100,0 100,0

Femmine 2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)

Diretto A tempo det 12.928 15.156 11.666 29,6 30,3 35,1A tempo indet 10.836 12.343 7.885 24,8 24,6 23,7Apprendistato 4.384 4.558 2.431 10,0 9,1 7,3Ass dir 1g 3.749 3.043 1.018 8,6 6,1 3,1Parasubordinati 5 201 1.511 0,0 0,4 4,5z - Altro 2.831 3.274 2.133 6,5 6,5 6,4

Diretto Totale 34.733 38.575 26.644 79,4 77,0 80,2Somministrato Totale 8.992 11.521 6.592 20,6 23,0 19,8Totale complessivo 43.725 50.096 33.236 100,0 100,0 100,0

Maschi 2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)

Diretto A tempo det 15.917 19.497 13.214 22,5 23,9 25,0A tempo indet 29.710 33.822 21.517 42,1 41,5 40,7Apprendistato 6.530 6.895 3.886 9,2 8,5 7,4Ass dir 1g 1.142 1.079 500 1,6 1,3 0,9Parasubordinati 7 230 1.791 0,0 0,3 3,4z - Altro 3.057 3.168 2.756 4,3 3,9 5,2

Diretto Totale 56.363 64.691 43.664 79,8 79,4 82,7Somministrato Totale 14.259 16.757 9.156 20,2 20,6 17,3Totale complessivo 70.622 81.448 52.820 100,0 100,0 100,0

anno di avviamento %Com Tipologia

13 Dai “nuovi” avviamenti sono esclusi gli avviamenti per proroga, trasformazione, variazione di forma giuridica,

passaggi diretti.

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Nelle tipologie di rapporto sono molto nette le differenze di genere. L’avviamento a tempo indeterminato pesa per oltre il 40% sul totale degli avviamenti maschili e pressoché nella stessa misura sugli avviamenti dei lavoratori stranieri, in grande prevalenza maschi, ma è intorno al 24% per le donne. Conseguentemente, i rapporti a tempo determinato sono al 30% (nel 2006) del totale degli avviamenti femminili contro una quota maschile corrispondente del 24%, e intorno al 20% per i lavoratori stranieri. Anche le assunzioni dirette di una giornata, nelle attività alberghiere e della ristorazione, riguardano prevalentemente personale femminile.

Se si limita l’analisi ai soli Avviamenti Diretti, escludendo quindi le missioni degli interinali, dell’anno 2006 in base alle classi di età, la quota del tempo determinato sul totale degli avviamenti femminili è di 7-8 punti superiore all’analogo dato maschile in tutte le classi di età e con una accentuazione (oltre 10 punti di differenza: 39,7 per le donne, 29,5 per i maschi) nella classe tra i 25 e i 29 anni. Il corrispondente dato del lavoro a tempo indeterminato registra invece un gap a favore degli uomini di circa 17 punti, che diventano oltre 20 nelle classi tra i 25 e i 39 anni di età.

Tab. 21 - Avviamenti diretti in Provincia di Bergamo per tipo, genere e classe d'età(nuova serie provvisoria)Anno di avviamento = 2006

24 25-29 30-39 40+ TotaleA tempo det 3.705 3.245 4.679 3.527 15.156A tempo indet 2.021 2.524 4.258 3.540 12.343Apprendistato 4.287 268 2 1 4.558Ass dir 1g 573 697 1.223 550 3.043Parasubordinati 56 44 54 47 201z - Altro 549 545 1.152 1.028 3.274Totale complessivo 11.191 7.323 11.368 8.693 38.575

% 24 25-29 30-39 40+ TotaleA tempo det 33,1 44,3 41,2 40,6 39,3A tempo indet 18,1 34,5 37,5 40,7 32,0Apprendistato 38,3 3,7 0,0 0,0 11,8Ass dir 1g 5,1 9,5 10,8 6,3 7,9Parasubordinati 0,5 0,6 0,5 0,5 0,5z - Altro 4,9 7,4 10,1 11,8 8,5Totale complessivo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

24 25-29 30-39 40+ TotaleA tempo det 4.302 3.594 6.324 5.277 19.497A tempo indet 4.963 6.687 12.549 9.623 33.822Apprendistato 6.573 312 5 5 6.895Ass dir 1g 277 204 300 298 1.079Parasubordinati 36 38 48 108 230z - Altro 616 599 1.147 806 3.168Totale complessivo 16.767 11.434 20.373 16.117 64.691

% 24 25-29 30-39 40+ TotaleA tempo det 25,7 31,4 31,0 32,7 30,1A tempo indet 29,6 58,5 61,6 59,7 52,3Apprendistato 39,2 2,7 0,0 0,0 10,7Ass dir 1g 1,7 1,8 1,5 1,8 1,7Parasubordinati 0,2 0,3 0,2 0,7 0,4z - Altro 3,7 5,2 5,6 5,0 4,9Totale complessivo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

FEMMINEClassi di etàTipo

MASCHI

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Se si considera che nei soli avviamenti full time il divario di genere non cambia e che tra i minori di 24 anni l’apprendistato gioca un ruolo considerevole ma senza grandissime differenze tra maschi e femmine, si può concludere che l’ingresso o il reingresso sul mercato del lavoro delle donne avviene più frequentemente che per i maschi con contratti a termine e sembra denotare caratteristiche di maggiore precarietà che permangono dalla fascia d’età giovanile post scolare a quella della maturità. Sembrano suggerirlo anche i dati sulla durata media dei rapporti a tempo determinato: prendendo in esame i rapporti avviati nel 2005 a circa due anni di distanza, quelli a tempo determinato si sono conclusi prima di un anno per il 72% del totale per le donne contro il 69,4% per gli uomini. Come si vedrà in seguito, la durata dei rapporti a tempo indeterminato è invece mediamente inferiore per gli uomini.

Tende a crescere il peso delle classi di età più adulte al momento dell’avviamento: i giovani con meno di 30 anni erano pari al 60% delle assunzioni nel 2000 ma scendono al 46% nel 2006. E di conseguenza è maggiore la quota delle assunzioni di lavoratori oltre i 30 e anche oltre i 40 anni di età. Molti sono i fattori alla base dell’“invecchiamento” degli ingressi: il calo demografico delle nuove leve giovanili, la tendenza a proseguire gli studi e quindi a ritardare l’entrata nel mercato del lavoro, l’immigrazione di lavoratori stranieri nelle fasce di età professionalmente più attive, l’aumento dei contratti a termine mediante i quali lavoratori con anzianità o esperienza di lavoro tentano o ritentano l’ingresso sul mercato del lavoro.

Grafico 3 – Nuovi avviamenti per classi di età

0%

25%

50%

75%

100%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

24- 25-29 30-39 40+

Fonte: elaborazioni provvisori su banca dati Cpi della Provincia di Bergamo.

L’analisi dell’ultimo breve periodo (2005-2007), sul quale l’effetto demografico è trascurabile e che vede un’invarianza delle classi d’età degli stranieri, sembra indicare un’accentuazione del fenomeno tra i lavoratori italiani con un calo della quota dei minori di 30 anni e un aumento di quella di persone oltre i 30 anni.

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Tab. 22 - Avviamenti in Provincia di Bergamo per classi di età (nell'anno di assunzione)(nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007)

MF Totale2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)

24 33.226 36.350 21.944 29,1 27,6 25,525-29 21.970 24.362 15.925 19,2 18,5 18,530-39 34.519 40.646 27.080 30,2 30,9 31,540+ 24.632 30.203 21.112 21,5 23,0 24,5

Totale 114.347 131.561 86.073 100,0 100,0 100,0

Femmine24 13.470 14.507 9.010 30,8 29,0 27,1

25-29 8.620 9.861 6.530 19,7 19,7 19,630-39 12.733 14.989 10.156 29,1 29,9 30,640+ 8.902 10.739 7.536 20,4 21,4 22,7

Totale 43.725 50.096 33.236 100,0 100,0 100,0

MF Nazionalità italiana24 26.864 28.694 16.821 33,6 31,5 27,9

25-29 14.407 15.604 10.606 18,0 17,1 17,630-39 20.922 24.745 17.169 26,2 27,2 28,440+ 17.814 22.082 15.783 22,3 24,2 26,1

Totale 80.007 91.125 60.388 100,0 100,0 100,0

MF Nazionalità straniera24 6.320 7.599 5.091 18,5 18,9 19,9

25-29 7.528 8.719 5.314 22,1 21,7 20,830-39 13.435 15.842 9.883 39,4 39,4 38,640+ 6.791 8.085 5.310 19,9 20,1 20,7

Totale 34.074 40.245 25.601 100,0 100,0 100,0

%

I livelli d’istruzione, associati ai rapporti di avviamento e, dunque, impropriamente moltiplicati per la stessa persona, scontano allo stato attuale dell’analisi anche un ulteriore margine di imprecisione e una quota non piccola di informazione non rilevata. Al netto dei titoli “mancanti”, la quota complessiva degli avviamenti di laureati (dal diploma universitario in su) nel 2006 è del 3,8%, (15,8% nei servizi collettivi, 5,2% nei servizi alle imprese, 4,4% nel commercio, 4% nell’industria), i diplomati sono il 14,6%. Il divario di genere è ampio: la quota di laureate tra gli avviamenti femminili è del 5,7% contro un valore corrispondente per i maschi del 2,6%.

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Tab. 23 - Avviamenti in Provincia di Bergamo per titolo di studio(nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007)

MF 2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)

n.r. 26.663 29.379 26.8221 non diplomati 71.034 83.363 46.139 81,0 81,6 77,92 diplomati 13.514 14.968 9.850 15,4 14,6 16,63 laureati 3.136 3.851 3.262 3,6 3,8 5,5Totale 114.347 131.561 86.073

Femminen.r. 8.039 8.838 8.0881 non diplomate 26.045 30.487 17.319 73,0 73,9 68,92 diplomate 7.729 8.494 5.869 21,7 20,6 23,33 laureate 1.912 2.277 1.960 5,4 5,5 7,8Totale 43.725 50.096 33.236

Maschin.r. 18.624 20.541 18.7341 non diplomati 44.989 52.876 28.820 86,5 86,8 84,62 diplomati 5.785 6.457 3.964 11,1 10,6 11,63 laureati 1.224 1.574 1.302 2,4 2,6 3,8Totale 70.622 81.448 52.820

% (su Avviamenti con indicazione del titolo di studio)

Tra gli avviamenti a tempo determinato la quota dei laureati è nel 2006 al 5,3% (ma al 7,7% per le donne) mentre nel tempo indeterminato scende al 3,2% (5,4% per le donne).

Tab. 24 - Avviamenti diretti in Provincia di Bergamo per tipologie e titolo di studio

Avviamenti diretti a tempo determinato

MF2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)

n.r. 6.215 7.140 6.9641 non diplomati 17.110 21.312 12.954 75,6 77,4 72,32 diplomati 4.297 4.742 3.629 19,0 17,2 20,33 laureati 1.223 1.468 1.334 5,4 5,3 7,4Totale 28.845 34.662 24.881

Femminen.r. 2.045 2.327 2.3991 non diplomate 7.311 8.919 5.866 67,2 69,5 63,32 diplomate 2.722 2.924 2.494 25,0 22,8 26,93 laureate 850 986 907 7,8 7,7 9,8Totale 12.928 15.156 11.666

Maschin.r. 4.170 4.813 4.5651 non diplomati 9.799 12.393 7.088 83,4 84,4 82,02 diplomati 1.575 1.809 1.134 13,4 12,3 13,13 laureati 373 482 427 3,2 3,3 4,9Totale 15.917 19.497 13.214

% (su Avviamenti con indicazione del titolo di studio)

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Avviamenti diretti a tempo indeterminato

MF2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)

n.r. 10.866 12.007 10.6411 non diplomati 25.036 29.019 15.462 84,4 84,9 82,42 diplomati 3.680 4.058 2.560 12,4 11,9 13,63 laureati 964 1.085 742 3,2 3,2 4,0Totale 40.546 46.169 29.405

Femminen.r. 2.386 2.708 2.3211 non diplomate 6.119 7.016 4.010 72,4 72,8 72,12 diplomate 1.881 2.094 1.225 22,3 21,7 22,03 laureate 450 525 329 5,3 5,4 5,9Totale 10.836 12.343 7.885

Maschin.r. 8.480 9.299 8.3201 non diplomati 18.917 22.003 11.452 89,1 89,7 86,82 diplomati 1.799 1.960 1.332 8,5 8,0 10,13 laureati 514 560 413 2,4 2,3 3,1Totale 29.710 33.822 21.517

indicazione del titolo di studio)% (su Avviamenti con

Il part time, modalità dell’orario di lavoro che può sovrapporsi alle diverse tipologie dei rapporti di lavoro, è in aumento tra gli avviamenti totali. Nel 2006 ha superato le 23mila comunicazioni di avviamento, il 17,7% del totale, che riguardano per oltre il 70% la componente femminile. L’ingresso sul mercato del lavoro da parte delle donne avviene in un terzo dei casi con il part time. Nel 2006, ad esempio, i part time sono stati il 33,3% del totale degli avviamenti femminili (8,1% la corrispondente quota tra i maschi), 29,7% al di sotto dei 24 anni, 28,4% nella classe di età 25-29, 33,7% tra i 30 e i 39 anni, fino a raggiungere il 42% tra le donne oltre i 40 anni.

Tab. 25 - Avviamenti part-time in Provincia di Bergamo per genere e classe d'età(nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007)

2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)MF24 5.415 6.518 3.665 16,3 17,9 16,725-29 3.631 3.965 2.205 16,5 16,3 13,830-39 5.637 6.685 3.887 16,3 16,4 14,440+ 4.685 6.070 3.520 19,0 20,1 16,7Totale 19.368 23.238 13.279 16,9 17,7 15,4Femmine24 3.714 4.312 2.357 27,6 29,7 26,225-29 2.627 2.797 1.575 30,5 28,4 24,130-39 4.322 5.055 2.918 33,9 33,7 28,740+ 3.553 4.507 2.589 39,9 42,0 34,4Totale 14.216 16.671 9.439 32,5 33,3 28,4Maschi24 1.701 2.201 1.307 8,6 10,1 10,125-29 1.004 1.168 630 7,5 8,1 6,730-39 1.315 1.630 969 6,0 6,4 5,740+ 1.132 1.563 931 7,2 8,0 6,9Totale 5.152 6.562 3.839 7,3 8,1 7,3

% su totale avviamenti

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La sovrapposizione tra rapporto a termine e orario part time è molto diffusa tra le donne e riguarda il 40% dei rapporti a tempo determinato del 2006; la corrispondente incidenza del part time nei rapporti a tempo indeterminato femminili è al di sopra del 45%.

Tab. 26 - Avviamenti part-time in Provincia di Bergamo per tipologia di rapporto(nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007)

Femmine2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)

A tempo det 5.493 6.090 3.468 42,5 40,2 29,7A tempo indet 4.889 5.660 3.179 45,1 45,9 40,3Apprendistato 999 1.023 529 22,8 22,4 21,8Ass dir 1g 172 60 4,6 2,0Parasubordinati 7 61 3,5 4,0z - Altro 473 587 578 16,7 17,9 27,1Totale Avv Diretti 12.026 13.427 7.815 34,6 34,8 29,3Somministrati 2.190 3.244 1.624 24,4 28,2 24,6TOTALE 14.216 16.671 9.439 32,5 33,3 28,4

Maschi2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)

A tempo det 1.533 1.993 1.117 9,6 10,2 8,5A tempo indet 2.026 2.660 1.583 6,8 7,9 7,4Apprendistato 321 332 190 4,9 4,8 4,9Ass dir 1g 72 23 6,3 2,1Parasubordinati 5 28 2,2 1,6z - Altro 257 303 247 8,4 9,6 9,0Totale Avv Diretti 4.209 5.316 3.165 7,5 8,2 7,2Somministrati 943 1.246 674 6,6 7,4 7,4TOTALE 5.152 6.562 3.839 7,3 8,1 7,3

% su totale avviamenti

4.4 Settori economici e qualifiche professionali degli avviamenti diretti e somministrati

Le comunicazioni ai Centri per l’impiego contengono classificazioni riferibili, con diverso grado di completezza, di coerenza e di affidabilità, sia all’attività economica svolta nella localizzazione (sul territorio della provincia di Bergamo) dell’impresa (ovunque sia la sua sede legale centrale), sia al contratto collettivo nazionale di lavoro adottato e all’inquadramento professionale del lavoratore, sia alla distinzione codificata in modo non sempre univoco ed uniforme nel tempo tra impresa utilizzatrice dei lavoratori interinali e agenzia di somministrazione da cui quegli stessi lavoratori continuano a dipendere. Si è cercato di valorizzare l’insieme di queste variabili con classificazioni ad hoc, utili anche a distinguere e trattare in modo specifico alcuni “incroci” problematici di variabili, soprattutto quello relativo ai lavoratori interinali che sono attribuiti per attività dell’impresa alle agenzie di somministrazione (codice Ateco K 745) ma lavorano con i contratti e le finalità produttive delle aziende utilizzatrici. Per quanto riguarda i settori e i contratti aggregati nella categoria dei servizi collettivi (comprendenti le sezioni Ateco L - Pubblica amministrazione, M - istruzione e N -sanità) bisogna ricordare che, almeno fino al 2006, gli avviamenti di enti pubblici venivano registrati solo per le fasce obbligatorie, corrispondenti in genere alle basse qualifiche professionali.

L’incrocio poi di ulteriori variabili (tipo di rapporto, attività economica, qualifica, contratto, ecc.) porta alla luce (anche se in misura non drammatica o tale da impedire un’analisi statistica coerente) le codifiche errate, incomplete o mancanti, insomma i buchi e le smagliature tipiche di

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ogni archivio amministrativo che i gestori del nuovo sistema informativo stanno pazientemente cercando di rammendare.

Dal punto di vista del metodo ma anche del merito dell’analisi del mercato del lavoro, ha senso distinguere gli avviamenti diretti da quelli somministrati. Questi ultimi nel database sono classificati in un modo fino al 2005 e in un altro a partire dal 2006. Gli avviamenti interinali sono rapidamente cresciuti, dopo la loro comparsa effettiva tra 1999 e 2000, oltre le 20mila unità nel 2003 e si sono poi stabilizzati intorno a 23mila circa, fino al 2005. Il 2006 vede un incremento significativo – e come già detto, da verificare - delle missioni , che superano le 28mila, e il dato parziale e provvisorio a metà 2007 sembra confermare questo trend.

(nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007)(informazione incompleta nel 2005)

% % F su MF2005 2006 2007 2006 2006

A Agricoltura 103 153 5 0,5 20,3CDE Industria 9.662 19.477 10.891 68,9 32,2Contratti Coop 41 64 5 0,2 59,4F Edilizia 57 128 56 0,5 19,5G Commercio 2.178 3.717 2.381 13,1 59,5H Bar alb rist 215 680 466 2,4 83,7I Trasporti 156 299 409 1,1 47,5JK Servizi a imprese 868 1.088 673 3,8 51,3K745 Ag interinali 9.232 1.014 161 3,6 47,1K750 Imp. pulizia 376 863 435 3,1 77,3LMN Servizi collettivi 123 301 192 1,1 80,7OP Servizi a persone 57 96 50 0,3 41,7Altri 183 402 35 1,4 60,0TOTALE 23.251 28.282 15.759 100,0 40,7

Tab. 27 - Avviamenti somministrati (o interinali) in Provincia di Bergamo per contratto applicato sul luogo di missione

Limitando l’analisi al 2006, anno per cui si dispone di informazioni abbastanza complete sui contratti utilizzati, si conferma che le missioni degli interinali si concentrano nell’industria (69%) e nel commercio (13-15%), nella distribuzione organizzata, e interessano solo in misura marginale gli altri settori. Nell’industria vengono utilizzati prevalentemente uomini (67%), spesso stranieri, nel commercio prevalgono (60%) le donne. Più del 70% degli avviamenti interinali riguarda mansioni o qualifiche operaie, di conduttori di impianti o di personale non qualificato, in grande prevalenza maschi.

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(nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007)

% % F su MF2005 2006 2007 2006 2006

2_dirigenti, alta spec. 55 75 154 0,3 36,03_tecnici 1.163 1.222 562 4,3 58,34_impiegati 2.663 3.715 2.206 13,1 60,65_prof comm.li 1.557 2.036 1.216 7,2 73,55_prof. intermedie 929 1.156 525 4,1 66,76_operai 3.708 5.538 2.901 19,6 24,67_conduttori impianti 3.694 4.868 2.599 17,2 34,68_pers non qualificato 9.474 9.666 5.596 34,2 33,3

8 6Totale complessivo 23.251 28.282 15.759 100,0 40,7

di cui stranieri 7.466 9.514 5.534% su totale 32,1 33,6 35,1

Tab. 28 - Avviamenti somministrati (o interinali) in Provincia di Bergamo per qualifica professionale

La durata delle missioni è generalmente molto breve. Prendendo in esame gli avviamenti interinali del 2005, il 10% delle missioni non supera i due giorni, un ulteriore 34,2% si chiude entro il mese. Cumulativamente, il 73% degli avviamenti interinali si conclude entro 3 mesi, poco meno del 90% entro il semestre.

Tab. 29 - Durata degli Avviamenti Somministrati (o interinali) dell'anno 2005

Durata Totale % % cumulataA <2 giorni 2.328 10,0 10,0B <1 Mese 7.941 34,2 44,2C 1-3 Mesi 6.669 28,7 72,8D 3-6 Mesi 3.648 15,7 88,5E 6-12 Mesi 2.017 8,7 97,2F > 1 Anno 609 2,6 99,8

39 0,2 100,0Totale complessivo 23.251 100,0

Gli avviamenti diretti complessivi si distribuiscono in modo più equilibrato tra i settori. Nel 2006, così come nel 2005, uno su quattro avviene nell’industria e una quota superiore al

22% nell’edilizia. Segue poi, intorno al 12%, il settore dei servizi alle imprese, per poco meno di un terzo rappresentato dalle imprese di pulizia, e il commercio per una quota, leggermente declinante, intorno al 10%. Il settore turistico ricettivo (bar, ristoranti e alberghi) pesa in termini di avviamenti poco più del commercio (10% circa) ma le assunzioni a giornata possono valere fino alla metà delle comunicazioni. La quota dei trasporti scende al di sotto del 7% del totale avviamenti. L’aumento relativo dei servizi collettivi risente dei nuovi obblighi di comunicazione dal 2007 mentre per i servizi alle persone si nota un più costante trend di crescita, anch’esso forse influenzato dall’allargamento della platea di riferimento. Gli stranieri sono oltre il 40% degli avviamenti dell’edilizia; le assunzioni femminili sono preponderanti nei servizi collettivi e turistici.

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Tab. 30 - Avviamenti Diretti per settore di attività economica

2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)

A Agricoltura 1.617 1.716 1.205 1,8 1,7 1,7CDE Industria 23.020 25.944 16.439 25,3 25,1 23,4F Edilizia 20.440 23.446 15.695 22,4 22,7 22,3G Commercio 9.169 9.502 5.920 10,1 9,2 8,4H Bar alb rist 9.398 10.414 6.119 10,3 10,1 8,7I Trasporti 6.411 6.919 4.609 7,0 6,7 6,6JK Servizi a imprese 11.034 12.514 8.898 12,1 12,1 12,7LMN Servizi collettivi 6.056 6.553 6.373 6,6 6,3 9,1OP Servizi a persone 3.946 6.248 5.013 4,3 6,0 7,1Altri 5 23 43 0,0 0,0 0,1TOTALE 91.096 103.279 70.314 100,0 100,0 100,0

%

StranieriA Agricoltura 607 696 510 37,5 40,6 42,3CDE Industria 5497 6151 3872 23,9 23,7 23,6F Edilizia 8605 10187 7070 42,1 43,4 45,0G Commercio 711 677 406 7,8 7,1 6,9H Bar alb rist 3574 3658 2131 38,0 35,1 34,8I Trasporti 2237 2437 1633 34,9 35,2 35,4JK Servizi a imprese 3570 4112 2650 32,4 32,9 29,8LMN Servizi collettivi 553 663 463 9,1 10,1 7,3OP Servizi a persone 1253 2139 1326 31,8 34,2 26,5Altri 1 11 6 20,0 47,8 14,0TOTALE 26608 30731 20067 29,2 29,8 28,5

Femmine % su TotaliA Agricoltura 333 361 219 20,6 21,0 18,2CDE Industria 7266 7738 4843 31,6 29,8 29,5F Edilizia 732 766 605 3,6 3,3 3,9G Commercio 5153 5275 3065 56,2 55,5 51,8H Bar alb rist 6544 7139 4158 69,6 68,6 68,0I Trasporti 1693 1838 1106 26,4 26,6 24,0JK Servizi a imprese 5865 6706 4745 53,2 53,6 53,3LMN Servizi collettivi 4815 5092 4970 79,5 77,7 78,0OP Servizi a persone 2329 3649 2916 59,0 58,4 58,2Altri 1 11 17 20,0 47,8 39,5TOTALE 34731 38575 26644 38,1 37,4 37,9

% su Totali

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È da rimarcare la diversa distribuzione settoriale delle tipologie di rapporto. Se consideriamo i rapporti a tempo indeterminato, la quota principale, sia in termini assoluti che relativi, è appannaggio dell’edilizia dove, nonostante la (o a causa della?) forte stagionalità e mobilità del settore, è questa la forma di assunzione prevalente (tra il 66 e il 68%) dei dipendenti.

I rapporti a tempo determinato vedono invece una concentrazione relativa maggiore, oltre che negli avviamenti tipicamente stagionali dell’agricoltura, nei servizi collettivi (sanità, istruzione, pubblica amministrazione), dove sono quasi pari alla metà delle assunzioni (fermandosi ai dati 2005 e 2006), nel commercio (43-45% delle assunzioni) e nell’industria (38-40%).

L’apprendistato è diffuso nelle attività manifatturiere ed edili ma anche in varie tipologie dei servizi.

Tab. 31 - Avviamenti Diretti per settore di attività economica e tipologia di rapporto

2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)A tempo determinatoA Agricoltura 1.149 1.297 925 71,1 75,6 76,8CDE Industria 8.805 10.470 6.082 38,2 40,4 37,0F Edilizia 4.069 4.840 3.285 19,9 20,6 20,9G Commercio 3.925 4.278 2.375 42,8 45,0 40,1H Bar alb rist 2.459 3.155 2.541 26,2 30,3 41,5I Trasporti 1.656 2.097 1.347 25,8 30,3 29,2JK Servizi a imprese 2.635 3.118 2.193 23,9 24,9 24,6LMN Servizi collettivi 2.906 3.242 4.018 48,0 49,5 63,0OP Servizi a persone 1.240 2.161 2.105 31,4 34,6 42,0Altri 1 4 10TOTALE 28.845 34.662 24.881 31,7 33,6 35,4

A tempo indeterminatoA Agricoltura 354 362 230 21,9 21,1 19,1CDE Industria 9.137 10.152 6.964 39,7 39,1 42,4F Edilizia 13.651 16.002 10.343 66,8 68,3 65,9G Commercio 3.232 3.271 2.137 35,2 34,4 36,1H Bar alb rist 1.839 2.329 1.778 19,6 22,4 29,1I Trasporti 3.603 3.579 1.888 56,2 51,7 41,0JK Servizi a imprese 5.190 5.728 3.323 47,0 45,8 37,3LMN Servizi collettivi 1.689 1.806 951 27,9 27,6 14,9OP Servizi a persone 1.849 2.926 1.768 46,9 46,8 35,3Altri 2 14 23TOTALE 40.546 46.169 29.405 44,5 44,7 41,8

ApprendistatoA Agricoltura 36 46 22 2,2 2,7 1,8CDE Industria 3.696 4.018 2.102 16,1 15,5 12,8F Edilizia 2.501 2.446 1.610 12,2 10,4 10,3G Commercio 1.849 1.708 876 20,2 18,0 14,8H Bar alb rist 1.135 1.252 552 12,1 12,0 9,0I Trasporti 153 233 129 2,4 3,4 2,8JK Servizi a imprese 872 1.020 643 7,9 8,2 7,2LMN Servizi collettivi 158 124 80 2,6 1,9 1,3OP Servizi a persone 512 602 300 13,0 9,6 6,0Altri 2 4 4TOTALE 10.914 11.453 6.318 12,0 11,1 9,0

% su Tot avv diretti

Tra le qualifiche professionali degli avviamenti, prevalgono le figure di personale non qualificato (nel 2006 pari al 32,5% degli avviamenti diretti totali), gli operai (19,7%) a cui vanno aggiunti i conduttori di macchine e impianti (7,7%).

L’insieme del lavoro manuale riguarda il 60% degli avviamenti.

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Gli impiegati (8,2%), le professioni commerciali e gli addetti alle vendite (14,8%) e le professioni intermedie (5,3%) pesano complessivamente per il 28%. Le professionalità più tecniche, diffuse maggiormente nei servizi collettivi, della sanità, dell’istruzione, sono poco meno del 10% e le professioni dirigenziali o di alta specializzazione sono al 2,1%. Gli stranieri superano la metà degli avviamenti di personale non qualificato, la presenza femminile è massima nelle professioni commerciali e intermedie ma è maggioritaria, oltre che tra gli impiegati, anche tra i tecnici.

Tab. 32 - Avviamenti diretti in Provincia di Bergamo per qualifica professionale(nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007)

2005 2006 2007 (I sem) 2005 2006 2007 (I sem)2_dirigenti, alta spec. 1.084 2.129 3.035 1,2 2,1 4,33_tecnici 9.840 9.918 7.130 10,8 9,6 10,14_impiegati 7.605 8.491 7.740 8,3 8,2 11,05_prof comm.li 13.763 15.313 8.361 15,1 14,8 11,95_prof. intermedie 4.934 5.505 3.243 5,4 5,3 4,66_operai 16.763 20.334 12.283 18,4 19,7 17,57_conduttori impianti 6.826 7.915 4.915 7,5 7,7 7,08_pers non qualificato 30.105 33.541 23.607 33,0 32,5 33,6

176 133Totale 91.096 103.279 70.314 100,0 100,0 100,0

Stranieri % su Totali2_dirigenti, alta spec. 68 83 117 6,3 3,9 3,93_tecnici 339 399 236 3,4 4,0 3,34_impiegati 496 486 660 6,5 5,7 8,55_prof comm.li 3.298 3.447 1.753 24,0 22,5 21,05_prof. intermedie 1.357 1.595 966 27,5 29,0 29,86_operai 4.288 5.549 3.856 25,6 27,3 31,47_conduttori impianti 1.672 1.807 1.263 24,5 22,8 25,78_pers non qualificato 15.080 17.354 11.216 50,1 51,7 47,5

10 11 5,7 8,3Totale 26.608 30.731 20.067 29,2 29,8 28,5

Femmine % su Totali2_dirigenti, alta spec. 421 846 1.287 38,8 39,7 42,43_tecnici 5.704 5.618 4.015 58,0 56,6 56,34_impiegati 4.502 5.070 4.297 59,2 59,7 55,55_prof comm.li 10.312 11.136 5.867 74,9 72,7 70,25_prof. intermedie 3.949 4.361 2.571 80,0 79,2 79,36_operai 1.469 1.624 958 8,8 8,0 7,87_conduttori impianti 1.283 1.516 929 18,8 19,2 18,98_pers non qualificato 7.050 8.364 6.720 23,4 24,9 28,5

41 40 23,3 30,1Totale 34.731 38.575 26.644 38,1 37,4 37,9

%

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4.5 La durata dei rapporti di lavoro

Poiché il dato delle cessazioni non è ancora utilizzabile, l’informazione sulla durata può gettare un po’ di luce sulla fase di uscita per lo meno da quei rapporti avviati nelle date intercettate dal database. Come anno di riferimento si è scelto il 2005: la durata, comprensiva di eventuali proroghe e trasformazioni, è calcolata in automatico dal sistema informativo in base alle date e ai codici di cessazione e, se assente, indica la persistenza del rapporto, avviato nel corso del 2005, alla data dell’estrazione (ottobre 2007). Non mancano anche qui dei problemi tecnici che in un caso specifico (quelle delle assunzioni di 1 sola giornata che nel database fornito non risultavano “chiuse” automaticamente) hanno imposto una ragionevole “correzione” in fase di elaborazione statistica. Anche i dati sulla durata vanno intesi come stime parziali e provvisorie.

Degli oltre 114mila rapporti avviati nel corso del 2005, meno di un terzo risulterebbero ancora attivi a circa due anni di distanza (con discrepanze della misura a seconda del mese effettivo di avviamento). Tra i rapporti attivi, è nulla la quota dei contratti somministrati e delle assunzioni di 1 giornata e, all’opposto, vicina alla totalità nei rapporti di apprendistato che hanno una durata minima (in genere due anni) definita per legge.

Tab. 33 - Durata degli Avviamenti del 2005 per tipo comunicazione e tipologia rapporto(calcolo durata a ottobre 2007)

A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno TotaleDiretti A tempo det 810 3.168 5.231 4.865 6.283 3.333 5.155 28.845

A tempo indet 379 3.597 5.708 5.150 6.407 5.840 13.465 40.546Apprendistato 2 2 2 98 1.102 9.708 10.914Ass dir 1g 4.891 4.891z - Altro 5 1 5 7 114 486 5.282 5.900

Diretti Totale 6.085 6.768 10.946 10.024 12.902 10.761 33.610 91.096Somministrati Totale 2.328 7.941 6.669 3.648 2.017 609 39 23.251TOTALE 8.413 14.709 17.615 13.672 14.919 11.370 33.649 114.347

%A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno Totale < 1 anno

Diretti A tempo det 2,8 11,0 18,1 16,9 21,8 11,6 17,9 100,0 70,6A tempo indet 0,9 8,9 14,1 12,7 15,8 14,4 33,2 100,0 52,4Apprendistato 0,9 10,1 88,9 100,0 0,9Ass dir 1g 100,0 100,0 100,0z - Altro 1,9 8,2 89,5 100,0 1,9

Diretti Totale 6,7 7,4 12,0 11,0 14,2 11,8 36,9 100,0 51,3Somministrati Totale 10,0 34,2 28,7 15,7 8,7 2,6 0,2 100,0 97,2TOTALE 7,4 12,9 15,4 12,0 13,0 9,9 29,4 100,0 60,6

Il dato sulla durata ha dunque significato analitico solo per i rapporti a tempo indeterminato e determinato. Le differenze sono marcate ma molto meno di quanto ci si aspetterebbe dalla “promessa” temporale implicita nell’avviamento: il 70% dei rapporti a tempo determinato si chiude entro un anno ma anche la metà circa (52%) dei contratti a tempo indeterminato dura meno di 12 mesi.

Quest’ultimo dato - non inaspettato: un valore non diversissimo emerge anche da una recente ricerca14 effettuata sui dati dei Centri per l’impiego del Veneto -, dimostra che la mobilità o il turnover è elevato anche in presenza di garanzie contrattuali di “stabilità”. Poco sappiamo sulle ragioni di questo turnover, se cioè dipenda maggiormente dall’uscita volontaria del lavoratore, dalla frequenza dei cambi di posto di lavoro, da scelte aziendali o licenziamenti; le causali di cessazione non sembrano molto affidabili. Più istruttiva è la distribuzione settoriale dei contratti per settore, in specifico di quelli a tempo indeterminato, nel momento in cui segnala che nell’edilizia il 70% dei contratti a tempo indeterminato non supera l’anno e che quote superiore al 54% riguardano anche il settore alberghiero e i trasporti. All’opposto,

14 “4 contratti a tempo indeterminato su 10 si concludono entro un anno, in particolare l’8% non supera il mese e un

altro 10% non supera i tre mesi” (Quanto è precaria la stabilità”, Veneto Lavoro, Misure, agosto 2007)

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nell’industria e nel commercio i rapporti a tempo indeterminato inferiori a un anno sono all’incirca il 35% di quelli avviati nel 2005 e quasi la metà quelli che ad ottobre 2007 risultano ancora attivi.

Tab. 34 - Durata degli Avviamenti Diretti del 2005 per settore di attività economica

A < 2 giorni

B <1 Mese

C 1-3 Mesi

D 3-6 Mesi

E 6-12 Mesi F > 1 Anno attivi Totale

A Agricoltura 10 60 244 261 632 102 308 1.617CDE Industria 1.254 1.320 2.046 2.053 2.827 2.890 10.630 23.020F Edilizia 169 2.438 3.737 3.167 3.216 2.413 5.300 20.440G Commercio 83 616 1.132 913 1.163 1.153 4.109 9.169H Bar alb rist 4.110 451 858 765 746 600 1.868 9.398I Trasporti 41 540 1.034 759 795 896 2.346 6.411JK Servizi a imprese 284 702 976 1.040 1.446 1.553 5.033 11.034LMN Servizi collettivi 47 381 511 612 1.423 587 2.495 6.056OP Servizi a persone 87 260 408 454 653 566 1.518 3.946Altri 1 1 3 5TOTALE 6.085 6.768 10.946 10.024 12.902 10.761 33.610 91.096

% A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale < 1 annoA Agricoltura 0,6 3,7 15,1 16,1 39,1 6,3 19,0 100,0 74,6CDE Industria 5,4 5,7 8,9 8,9 12,3 12,6 46,2 100,0 41,3F Edilizia 0,8 11,9 18,3 15,5 15,7 11,8 25,9 100,0 62,3G Commercio 0,9 6,7 12,3 10,0 12,7 12,6 44,8 100,0 42,6H Bar alb rist 43,7 4,8 9,1 8,1 7,9 6,4 19,9 100,0 73,7I Trasporti 0,6 8,4 16,1 11,8 12,4 14,0 36,6 100,0 49,4JK Servizi a imprese 2,6 6,4 8,8 9,4 13,1 14,1 45,6 100,0 40,3LMN Servizi collettivi 0,8 6,3 8,4 10,1 23,5 9,7 41,2 100,0 49,1OP Servizi a persone 2,2 6,6 10,3 11,5 16,5 14,3 38,5 100,0 47,2AltriTOTALE 6,7 7,4 12,0 11,0 14,2 11,8 36,9 100,0 51,3

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Tab. 35 - Durata degli Avviamenti Diretti del 2005di cui Avviamenti Diretti a tempo indeterminato

A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi TotaleA Agricoltura 4 5 31 39 59 47 169 354CDE Industria 77 516 816 764 1.111 1.310 4.543 9.137F Edilizia 127 1.802 2.713 2.435 2.496 1.716 2.362 13.651G Commercio 25 154 304 253 396 491 1.609 3.232H Bar alb rist 18 120 274 272 317 284 554 1.839I Trasporti 24 362 582 452 553 670 960 3.603JK Servizi a imprese 67 401 593 556 856 830 1.887 5.190LMN Servizi collettivi 19 124 163 151 267 198 767 1.689OP Servizi a persone 18 113 232 228 351 293 614 1.849TOTALE 379 3.597 5.708 5.150 6.407 5.840 13.465 40.546

A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale < 1 annoA Agricoltura 1,1 1,4 8,8 11,0 16,7 13,3 47,7 100,0 39,0CDE Industria 0,8 5,6 8,9 8,4 12,2 14,3 49,7 100,0 35,9F Edilizia 0,9 13,2 19,9 17,8 18,3 12,6 17,3 100,0 70,1G Commercio 0,8 4,8 9,4 7,8 12,3 15,2 49,8 100,0 35,0H Bar alb rist 1,0 6,5 14,9 14,8 17,2 15,4 30,1 100,0 54,4I Trasporti 0,7 10,0 16,2 12,5 15,3 18,6 26,6 100,0 54,8JK Servizi a imprese 1,3 7,7 11,4 10,7 16,5 16,0 36,4 100,0 47,6LMN Servizi collettivi 1,1 7,3 9,7 8,9 15,8 11,7 45,4 100,0 42,9OP Servizi a persone 1,0 6,1 12,5 12,3 19,0 15,8 33,2 100,0 50,9TOTALE 0,9 8,9 14,1 12,7 15,8 14,4 33,2 100,0 52,4

di cui Avviamenti Diretti a tempo determinato

A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi TotaleA Agricoltura 6 55 213 222 571 43 39 1.149CDE Industria 338 803 1.228 1.288 1.673 1.158 2.317 8.805F Edilizia 41 636 1.023 732 698 434 505 4.069G Commercio 58 461 828 660 754 471 693 3.925H Bar alb rist 202 331 584 492 410 221 219 2.459I Trasporti 17 178 452 307 234 150 318 1.656JK Servizi a imprese 68 300 380 478 509 333 567 2.635LMN Servizi collettivi 25 257 347 460 1.141 341 335 2.906OP Servizi a persone 55 147 176 226 293 182 161 1.240TOTALE 810 3.168 5.231 4.865 6.283 3.333 5.155 28.845

A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi TotaleA Agricoltura 0,5 4,8 18,5 19,3 49,7 3,7 3,4 100,0CDE Industria 3,8 9,1 13,9 14,6 19,0 13,2 26,3 100,0F Edilizia 1,0 15,6 25,1 18,0 17,2 10,7 12,4 100,0G Commercio 1,5 11,7 21,1 16,8 19,2 12,0 17,7 100,0H Bar alb rist 8,2 13,5 23,7 20,0 16,7 9,0 8,9 100,0I Trasporti 1,0 10,7 27,3 18,5 14,1 9,1 19,2 100,0JK Servizi a imprese 2,6 11,4 14,4 18,1 19,3 12,6 21,5 100,0LMN Servizi collettivi 0,9 8,8 11,9 15,8 39,3 11,7 11,5 100,0OP Servizi a persone 4,4 11,9 14,2 18,2 23,6 14,7 13,0 100,0TOTALE 2,8 11,0 18,1 16,9 21,8 11,6 17,9 100,0

Per i contratti a tempo determinato si noti la quota dei rapporti privi di durata, quindi presumibilmente attivi al momento dell’estrazione, che nel complesso sono poco meno del 18% dei rapporti avviati nel 2005. Anche in questo caso le differenze settoriali sono ampie: la quota più elevata di rapporti ancora attivi si trova nell’industria (26,3%), nei servizi alle imprese (21,4%), al di sotto del 20% negli altri servizi con quote molto basse nei servizi turistici ma anche in quelli collettivi.

L’analisi per qualifiche professionali evidenzia una correlazione nei contratti a tempo indeterminato tra durata del rapporto e livello professionale: più elevata la professionalità e più alta è la quota dei rapporti ancora attivi a distanza di tempo, con un’eccezione – che conferma la regola se si ipotizza un valore in più riconosciuto alla specializzazione tecnica e all’esperienza - per i “conduttori di macchine e impianti”.

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Tab. 36 - Durata degli Avviamenti Diretti del 2005 per qualifica professionale

A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale2_dirigenti, alta spec. 58 73 67 71 175 115 525 1.0843_tecnici 87 368 664 830 1.779 1.349 4.763 9.8404_impiegati 48 300 599 721 953 1.061 3.923 7.6055_prof comm.li 4.267 896 1.421 1.184 1.235 1.115 3.645 13.7635_prof. intermedie 34 410 578 559 854 709 1.790 4.9346_operai 126 1.369 2.076 1.857 2.274 2.052 7.009 16.7637_conduttori impianti 54 399 734 779 1.011 932 2.917 6.8268_pers non qualificato 1.411 2.946 4.793 4.012 4.597 3.416 8.930 30.105

7 14 11 24 12 108 176Totale 6.085 6.768 10.946 10.024 12.902 10.761 33.610 91.096

A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale < 1 anno2_dirigenti, alta spec. 5,4 6,7 6,2 6,5 16,1 10,6 48,4 100,0 41,03_tecnici 0,9 3,7 6,7 8,4 18,1 13,7 48,4 100,0 37,94_impiegati 0,6 3,9 7,9 9,5 12,5 14,0 51,6 100,0 34,55_prof comm.li 31,0 6,5 10,3 8,6 9,0 8,1 26,5 100,0 65,45_prof. intermedie 0,7 8,3 11,7 11,3 17,3 14,4 36,3 100,0 49,46_operai 0,8 8,2 12,4 11,1 13,6 12,2 41,8 100,0 45,97_conduttori impianti 0,8 5,8 10,8 11,4 14,8 13,7 42,7 100,0 43,68_pers non qualificato 4,7 9,8 15,9 13,3 15,3 11,3 29,7 100,0 59,0Totale 6,7 7,4 12,0 11,0 14,2 11,8 36,9 100,0 51,3

di cui Aviamenti diretti a tempo indeterminato

A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale2_dirigenti, alta spec. 1 12 32 35 64 79 340 5633_tecnici 33 135 274 307 564 667 2.503 4.4834_impiegati 17 131 223 239 392 494 1.891 3.3875_prof comm.li 22 186 364 340 426 419 998 2.7555_prof. intermedie 18 139 221 224 361 360 868 2.1916_operai 81 804 1.120 1.096 1.323 1.149 2.359 7.9327_conduttori impianti 40 220 367 330 457 489 1.306 3.2098_pers non qualificato 167 1.967 3.096 2.570 2.803 2.172 3.107 15.882

3 11 9 17 11 93 144Totale 379 3.597 5.708 5.150 6.407 5.840 13.465 40.546

A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale < 1 anno2_dirigenti, alta spec. 0,2 2,1 5,7 6,2 11,4 14,0 60,4 100,0 25,63_tecnici 0,7 3,0 6,1 6,8 12,6 14,9 55,8 100,0 29,34_impiegati 0,5 3,9 6,6 7,1 11,6 14,6 55,8 100,0 29,65_prof comm.li 0,8 6,8 13,2 12,3 15,5 15,2 36,2 100,0 48,65_prof. intermedie 0,8 6,3 10,1 10,2 16,5 16,4 39,6 100,0 44,06_operai 1,0 10,1 14,1 13,8 16,7 14,5 29,7 100,0 55,87_conduttori impianti 1,2 6,9 11,4 10,3 14,2 15,2 40,7 100,0 44,18_pers non qualificato 1,1 12,4 19,5 16,2 17,6 13,7 19,6 100,0 66,8Totale 0,9 8,9 14,1 12,7 15,8 14,4 33,2 100,0 52,4

Su proroghe e trasformazioni non sono ancora disponibili dati compiutamente attendibili. Una prima provvisoria elaborazione delinea un incremento delle proroghe, che coinvolgono in prevalenza i contratti di somministrazione, sia nel 2005 sia, con valori anche in questo caso dubbi, nel 2006 e nella prima parte del 2007.

Le trasformazioni comprendono eventi tra loro diversi che riguardano i cambi della modalità di lavoro (da full time a part time o viceversa) o del tipo di rapporto. Il loro numero sembra relativamente più stabile, in particolare quello dei contratti a termine trasformati in tempo indeterminato che si mantengono intorno a circa 6.500 all’anno. Una trasformazione simile (nel tempo indeterminato) riguarda anche la quasi totalità delle trasformazioni dell’apprendistato.

È possibile peraltro che molte trasformazioni di fatto dei rapporti siano rimaste, nel file originario, associate a cessazioni e nuovi avviamenti.

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Tab. 37 - Proroghe e trasfromazioni 2004-2007

N° di rapporti prorogati per anno di proroga (dati parziali e provvisori)

2004 2005 2006007 (I sem)Tempo determinato 7.471 8.291 10.692 5.631Somministrati (interinali) 9.992 10.973 15.450 11.886Totale 17.463 19.264 26.142 17.517

N° di rapporti trasformati per anno di trasformazione (dati parziali e provvisori)per tipo di rapporto all'avviamento

2004 2005 2006007 (I sem)A tempo indeterminato 2.099 2.181 2.460 1.768Apprendistato 2.012 2.178 2.336 1.813A tempo determinato 7.935 8.204 7.811 4.080 di cui trasformati in rapporti a tempo indeterminato 6.563 6.754 6.281 3.171Altro 642 902 1.225 745Totale complessivo 12.688 13.465 13.832 8.406

4.6 Le nuove forme contrattuali

Il dettaglio delle tipologie dei nuovi avviamenti, pur con i limiti più volte ricordati, può dare una prima evidenza numerica alle nuove forme contrattuali previste nei decreti attuativi della Legge Biagi.

Per i lavoratori a progetto si tratta in parte di una trasformazione delle preesistenti collaborazioni coordinate e continuative che non venivano comunicate ai Centri per l’impiego . La loro incidenza (oltre 3.300 le comunicazioni di avviamento) è già significativa nel primo semestre del 2007 (3,8%) ed è destinata a crescere (vedasi oltre i dati INPS).

I collaboratori o lavoratori a progetto sono avviati per il 22% nell’industria, per il 20,4% nel commercio, per il 16,9% nei servizi collettivi, per il 15,7% nei servizi alle imprese. Il 45,7% di questi sono donne.

L’apprendistato professionalizzante comincia a registrare una discreta consistenza: le quasi 1.500 comunicazioni dei primi mesi del 2007 sono distribuite nell’industria (28,7%), nell’edilizia (28,6%), nel commercio (24,8%) e nei servizi alle imprese (12,6%).

Il lavoro intermittente o a chiamata (job on call; di cui il recente accordo tra governo e parti sociali a luglio prevede l’abolizione) ha visto una crescita nei primi mesi del 2007, superando il migliaio di comunicazioni (in termini di contratto, nulla si sa delle “chiamate” effettive), con leggera prevalenza del tempo indeterminato e portandosi complessivamente all’ 1,4% del totale degli avviamenti.

Il 78% degli avviamenti intermittenti del 2007 riguarda imprese della sezione H, alberghiere o della ristorazione.

Il contratto di inserimento lavorativo pesa per lo 0,3% sugli avviamenti del 2007. Poco meno della metà (al 2007) sono nell’industria, un quarto nel commercio. I tirocini sono inseriti solo parzialmente, il 51% di essi comunque è segnalato nell’industria.

Pochissimi gli avviamenti riconducibili al lavoro accessorio.

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Tab. 38 - AVVIAMENTI in Provincia di Bergamo per tipologia di dettaglio(nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007)

Avviamenti diretti 2005 2006 2007 (giu) % giu 07A.1 Lavoro a tempo indeterminato 40.402 45.702 28.635 33,3A.2 Lavoro a tempo determinato 27.664 33.284 23.800 27,7A.2.1 Lavoro stagionale 52 89 0,1A.3.1.1 Apprendistato ex art.16 L. 196/97 10.913 10.464 4.722 5,5A.3.1.2 Apprendistato espletamento diritto dovere di istruz.formaz. 177 39 0,0A.3.1.3 Apprendistato Professionalizzante 1 804 1.482 1,7A.3.1.4 Apprendistato acquisiz.diploma o percorsi alta formaz. 8 75 0,1A.3.3 Contratto di inserimento lavorativo 1 186 254 0,3A.5.1 Lavoro intermittente a tempo determinato 135 514 0,6A.5.2 Lavoro intermittente a tempo indeterminato 1 265 688 0,8A.7 Lavoro accessorio 13 39 0,0AD5 ASS.DIR. 1 GIORNATA PUBB.ESER.(ORD) 4.891 4.122 1.519 1,8B Lavoro a progetto / Collaboraz. coordinata e continuativa 12 431 3.302 3,8C.1 Tirocinio 5 233 0,3C.4 Piano di Inserimento Professionale (PIP) 2 7 0,0D Lavoro svolto senza retribuzione (volontariato) 4 0,0E Lavoro autonomo 1 2 76 0,1IN1 SOCI COOPERATIVA 3.946 3.947 3.629 4,2NOC MOBILITA' TEMPO INDETERMINATO (ORD) 143 202 82 0,1NOD MOBILITA' TEMPO DETERMINATO (ORD.) 1.181 1.243 567 0,7NOG LAVORO A DOMICILIO 38 70 62 0,1NOH COLLOCAMENTO MIRATO 522 484 9 0,0NO_ NOMINATIVA (ORD.) 133 124 64 0,1NU2 COLLOCAMENTO MIRATO 37 27 0,0AD_N_ PUBBLICO IMPIEGO 1.183 1.161 394 0,5

Altro 27 365 33 0,0

Totale avviamenti diretti 91.096 103.279 70.314 81,7Avviamenti somministrati (interinali) 23.251 28.282 15.759 18,3TOTALE AVVIAMENTI 114.347 131.561 86.073 100,0

4.7 Le assunzioni nelle diverse aree territoriali della provincia

La distribuzione degli avviamenti nelle dieci aree dei Centri per l’Impiego (la localizzazione degli avviamenti somministrati è riferita al luogo dell’agenzia interinale e non a quello dell’azienda utilizzatrice) evidenzia il ruolo predominante dell’area urbana intorno al capoluogo con oltre il 38% delle assunzioni totali, seguita da quella di Treviglio (15%).

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(nuova serie provvisoria fino a giugno 2007)

Avviamenti CPI 2005 2006007 (I sem) 2005 20067 (I sem)

Diretti ALBINO 4.675 5.045 3.534 5,1 4,9 5,0BERGAMO 33.745 39.718 26.454 37,0 38,5 37,6CLUSONE 2.646 3.088 2.069 2,9 3,0 2,9GRUMELLO DEL MONTE 7.531 8.868 6.121 8,3 8,6 8,7LOVERE 3.455 3.772 2.494 3,8 3,7 3,5PONTE SAN PIETRO 8.405 9.717 6.769 9,2 9,4 9,6ROMANO DI LOMBARDIA 8.265 8.475 5.821 9,1 8,2 8,3TRESCORE BALNEARIO 4.434 4.808 3.857 4,9 4,7 5,5TREVIGLIO 13.487 15.087 9.889 14,8 14,6 14,1ZOGNO 4.453 4.701 3.306 4,9 4,6 4,7

Diretti Totale 91.096 103.279 70.314 100,0 100,0 100,0

Somministrati ALBINO 1.262 1.620 915 5,4 5,7 5,8BERGAMO 10.727 12.512 6.331 46,1 44,2 40,2CLUSONE 2 104 0,0 0,0 0,7GRUMELLO DEL MONTE 2.170 2.942 1.882 9,3 10,4 11,9LOVERE 834 898 716 3,6 3,2 4,5PONTE SAN PIETRO 1.416 2.589 1.268 6,1 9,2 8,0ROMANO DI LOMBARDIA 1.337 1.395 634 5,8 4,9 4,0TRESCORE BALNEARIO 539 587 534 2,3 2,1 3,4TREVIGLIO 4.755 5.489 3.070 20,5 19,4 19,5ZOGNO 211 248 305 0,9 0,9 1,9

Somministrati Totale 23.251 28.282 15.759 100,0 100,0 100,0

TOTALI ALBINO 5.937 6.665 4.449 5,2 5,1 5,2BERGAMO 44.472 52.230 32.785 38,9 39,7 38,1CLUSONE 2.646 3.090 2.173 2,3 2,3 2,5GRUMELLO DEL MONTE 9.701 11.810 8.003 8,5 9,0 9,3LOVERE 4.289 4.670 3.210 3,8 3,5 3,7PONTE SAN PIETRO 9.821 12.306 8.037 8,6 9,4 9,3ROMANO DI LOMBARDIA 9.602 9.870 6.455 8,4 7,5 7,5TRESCORE BALNEARIO 4.973 5.395 4.391 4,3 4,1 5,1TREVIGLIO 18.242 20.576 12.959 16,0 15,6 15,1ZOGNO 4.664 4.949 3.611 4,1 3,8 4,2

TOTALI 114.347 131.561 86.073 100,0 100,0 100,0

Tab. 39 - Avviamenti in provincia di Bergamo per Centro per l'Impiego (per luogo di localizzazione dell'impresa)

La distribuzione territoriale degli avviamenti femminili mostra una ancor più accentuata concentrazione sull’area urbana: poco meno della metà delle assunzioni femminili avvengono nel capoluogo e nei suoi dintorni, dove è maggiore rispetto al resto della provincia la presenza di attività terziarie e di servizi.

Gli stranieri si distribuiscono invece anche nelle circoscrizioni extra urbane, con addensamento degno di nota nell’area di Grumello.

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Tab. 40 - Avviamenti in provincia di Bergamo per Centro per l'Impiego (per luogo di localizzazione dell'impresa)(nuova serie provvisoria fino a giugno 2007)

Femmine

Avviamento CPI 2005 2006007 (I sem) 2005 2006007 (I sem)Diretto ALBINO 1.790 1.914 1.464 5,2 5,0 5,5

BERGAMO 16.110 18.659 11.855 46,4 48,4 44,5CLUSONE 1.113 1.363 966 3,2 3,5 3,6GRUMELLO DEL MONTE 2.018 2.341 1.786 5,8 6,1 6,7LOVERE 730 795 706 2,1 2,1 2,6PONTE SAN PIETRO 2.723 3.030 2.159 7,8 7,9 8,1ROMANO DI LOMBARDIA 2.248 1.899 1.333 6,5 4,9 5,0TRESCORE BALNEARIO 1.323 1.474 1.155 3,8 3,8 4,3TREVIGLIO 4.817 5.264 3.887 13,9 13,6 14,6ZOGNO 1.859 1.836 1.333 5,4 4,8 5,0

Diretto Totale 34.731 38.575 26.644 100,0 100,0 100,0

Somministrato ALBINO 494 575 366 5,5 5,0 5,6BERGAMO 4.237 5.218 2.975 47,1 45,3 45,1CLUSONE 34 0,0 0,0 0,5GRUMELLO DEL MONTE 882 1.338 801 9,8 11,6 12,2LOVERE 284 282 254 3,2 2,4 3,9PONTE SAN PIETRO 612 1.042 505 6,8 9,0 7,7ROMANO DI LOMBARDIA 290 307 181 3,2 2,7 2,7TRESCORE BALNEARIO 235 291 246 2,6 2,5 3,7TREVIGLIO 1.872 2.369 1.085 20,8 20,6 16,5ZOGNO 86 99 145 1,0 0,9 2,2

Somministrato Totale 8.992 11.521 6.592 100,0 100,0 100,0

TOTALI ALBINO 2.284 2.489 1.830 5,2 5,0 5,5BERGAMO 20.347 23.877 14.830 46,5 47,7 44,6CLUSONE 1.113 1.363 1.000 2,5 2,7 3,0GRUMELLO DEL MONTE 2.900 3.679 2.587 6,6 7,3 7,8LOVERE 1.014 1.077 960 2,3 2,1 2,9PONTE SAN PIETRO 3.335 4.072 2.664 7,6 8,1 8,0ROMANO DI LOMBARDIA 2.538 2.206 1.514 5,8 4,4 4,6TRESCORE BALNEARIO 1.558 1.765 1.401 3,6 3,5 4,2TREVIGLIO 6.689 7.633 4.972 15,3 15,2 15,0ZOGNO 1.945 1.935 1.478 4,4 3,9 4,4

TOTALI 43.723 50.096 33.236 100,0 100,0 100,0

Tab. 41 - Avviamenti in provincia di Bergamo per Centro per l'Impiego(nuova serie provvisoria fino a giugno 2007)

StranieriCPI 2005 2006007 (I sem) 2005 200607 (I sem)

ALBINO 1.209 1.346 883 3,5 3,3 3,4BERGAMO 13.587 16.626 8.827 39,9 41,3 34,5CLUSONE 334 397 318 1,0 1,0 1,2GRUMELLO DEL MONTE 3.920 4.953 3.435 11,5 12,3 13,4LOVERE 1.321 1.417 1.150 3,9 3,5 4,5PONTE SAN PIETRO 2.383 2.856 2.076 7,0 7,1 8,1ROMANO DI LOMBARDIA 3.299 3.960 2.498 9,7 9,8 9,8TRESCORE BALNEARIO 1.747 1.927 1.792 5,1 4,8 7,0TREVIGLIO 5.615 5.955 3.924 16,5 14,8 15,3ZOGNO 659 808 698 1,9 2,0 2,7Totale complessivo 34.074 40.245 25.601 100,0 100,0 100,0

%

La composizione settoriale degli avviamenti dell’anno 2006 nelle dieci circoscrizioni evidenzia il peso relativo dei servizi alle imprese a Treviglio, oltre che a Bergamo, dell’edilizia a Romano di Lombardia, dell’industria a Ponte San Pietro.

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Tab. 42 - Avviamenti Diretti in provincia di Bergamo per Centro per l'Impiego (per luogo di localizzazione dell'impresa)Anno 2006

Per attività economica

ALBINO BERGAMO CLUSONEGRUMELLO DEL MONTE LOVERE

PONTE SAN PIETRO

ROMANO DI LOMBARDIA

TRESCORE BALNEARIO TREVIGLIO ZOGNO Totale

A Agricoltura 70 351 47 170 39 83 119 511 210 116 1.716CDE Industria 1.597 7.119 961 2.554 1.347 3.908 1.234 1.496 4.066 1.662 25.944F Edilizia 1.307 5.504 519 3.150 1.279 2.105 4.947 1.031 2.832 772 23.446G Commercio 398 5.218 264 480 243 675 580 278 1.074 292 9.502H Bar alb rist 441 6.656 565 410 239 426 252 213 522 690 10.414I Trasporti 180 2.964 110 490 156 733 152 454 1.472 208 6.919JK Servizi a imprese 347 5.835 133 874 147 872 400 218 3.383 305 12.514LMN Servizi collettivi 430 2.562 352 347 213 574 519 416 809 331 6.553OP Servizi a persone 273 3.504 136 393 108 341 272 189 709 323 6.248Altri 2 5 1 1 2 10 2 23TOTALE 5.045 39.718 3.088 8.868 3.772 9.717 8.475 4.808 15.087 4.701 103.279

% di colonna

ALBINO BERGAMO CLUSONEGRUMELLO DEL MONTE LOVERE

PONTE SAN PIETRO

ROMANO DI LOMBARDIA

TRESCORE BALNEARIO TREVIGLIO ZOGNO Totale

A Agricoltura 1,4 0,9 1,5 1,9 1,0 0,9 1,4 10,6 1,4 2,5 1,7CDE Industria 31,7 17,9 31,1 28,8 35,7 40,2 14,6 31,1 27,0 35,4 25,1F Edilizia 25,9 13,9 16,8 35,5 33,9 21,7 58,4 21,4 18,8 16,4 22,7G Commercio 7,9 13,1 8,5 5,4 6,4 6,9 6,8 5,8 7,1 6,2 9,2H Bar alb rist 8,7 16,8 18,3 4,6 6,3 4,4 3,0 4,4 3,5 14,7 10,1I Trasporti 3,6 7,5 3,6 5,5 4,1 7,5 1,8 9,4 9,8 4,4 6,7JK Servizi a imprese 6,9 14,7 4,3 9,9 3,9 9,0 4,7 4,5 22,4 6,5 12,1LMN Servizi collettivi 8,5 6,5 11,4 3,9 5,6 5,9 6,1 8,7 5,4 7,0 6,3OP Servizi a persone 5,4 8,8 4,4 4,4 2,9 3,5 3,2 3,9 4,7 6,9 6,0Altri 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Si è esplorato anche il grado di significatività dei dati ad una scala territoriale più dettagliata rapportando il numero medio annuo dei nuovi avviamenti per Comune allo stock dei dipendenti delle unità locali comunali di imprese secondo l’archivio ASIA di Istat (che ha un campo di osservazione leggermente diverso ma comparabile a quello delle comunicazioni ai Cpi).

Senza enfatizzare la significatività dell’indice comunale – soprattutto nei Comuni che hanno consistenze assolute molto limitate – si nota un rapporto più basso in alcune aree delle medie valli (Valle Brembilla, media Valle Seriana) e mediamente più alto nell’area ad est della provincia, oltre che nei centri urbani maggiori o nelle aree turistiche.

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Fig. 1 - Rapporto % tra nuovi avviamenti medi annui 2005-2006-2007 e stock medio (Istat-Asia, 2004)dei dipendenti delle Unità Locali per Comune.

Fonte: elaborazione su dati provvisori dal database SINTESI (2007)

CentriImpiego

0,0 - 16,3

16,4 - 23,8

23,9 - 34,1

34,2 - 54,1

54,2 - 94,9

95,0 - 176,2

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Tab. 43 - Avviamenti Diretti per Divisione di Attività economica

DESCRIZIONE 2005 2006 200701-05 AGRICOLTURA, SILVICOLTURA 1.617 1.716 1.20510-14 INDUSTRIE ESTRATTIVE 167 177 11315 INDUSTRIE ALIMENTARI E DELLE BEVANDE 2.761 2.601 1.53517 INDUSTRIE TESSILI 975 1.231 85918 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI VESTIARIO; PREPARAZIONE E TINTURA DI PELLICCE 1.053 1.116 68519 PREPARAZIONE E CONCIA CUOIO; FABBRICAZIONE ART. DA VIAGGIO, BORSE, CALZATURE 78 121 4820 INDUSTRIA DEL LEGNO E PRODOTTI IN LEGNO, SUGHERO, PAGLIA, ESCLUSI I MOBILI 894 936 60821 FABBRICAZIONE DELLA PASTA-CARTA, DELLA CARTA E DEI PRODOTTI DI CARTA 208 255 16522 EDITORIA, STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI 827 868 60023 FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRATTAMENTO COMBUST. NUCLEARI 76 76 3824 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI 734 834 56525 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 1.624 1.890 1.10726 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI 841 1.151 73127 PRODUZIONE DI METALLI E LORO LEGHE 1.030 1.052 62528 FABBRICAZIONE E LAVORAZ. DEI PRODOTTI IN METALLO, ESCLUSE MACCHINE E IMPIANTI 6.770 8.057 5.22429 FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; INSTALLAZIONE E RIPARAZIONE 1.764 2.169 1.28830 FABBRICAZIONE DI MACCHINE PER UFFICIO, DI ELABORATORI E SISTEMI INFORMATICI 239 254 10431 FABBRICAZIONE DI MACCHINE ED APPARECCHI ELETTRICI N.C.A. 939 823 70432 FABBRICAZIONE APPARECCHI RADIOTELEVISIVI E PER LE COMUNICAZIONI 178 220 12933 FABBRICAZIONE APPARECCHI MEDICALI, PRECISIONE, STRUMENTI OTTICI E OROLOGI 304 349 24234 FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI 407 453 28835 FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 237 268 16036 FABBRICAZIONE DI MOBILI; ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 766 875 49737 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO 46 46 3440 PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, DI GAS, DI VAPORE E ACQUA CALDA 72 87 5441 RACCOLTA, DEPURAZIONE E DISTRIBUZIONE D'ACQUA 30 35 3645 COSTRUZIONI 20.440 23.446 15.69550 COMMERCIO, MANUTENZ. E RIPARAZ. AUTOVEICOLI E MOTO; VENDITA DETT. CARBURANTE 933 958 58751 COMMERCIO ALL'INGROSSO E INTERMEDIARI DEL COMM., AUTOVEICOLI E MOTO ESCLUSI 2.485 2.689 1.81952 COMMERCIO AL DETTAGLIO, ESCLUSO AUTO E MOTO; RIPARAZ. BENI PERSONALI E CASA 5.751 5.855 3.51455 ALBERGHI E RISTORANTI 9.398 10.414 6.11960 TRASPORTI TERRESTRI; TRASPORTI MEDIANTE CONDOTTE 2.280 2.790 1.61961 TRASPORTI MARITTIMI E PER VIE D'ACQUA 13 12 1362 TRASPORTI AEREI 239 281 19963 ATTIVITA' DI SUPPORTO ED AUSILIARIE DEI TRASPORTI; ATTIV. AGENZIE DI VIAGGIO 3.402 3.296 2.37064 POSTE E TELECOMUNICAZIONI 477 540 40865 INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA (ESCLUSE ASSICURAZ. E FONDI PENSIONE) 620 590 32566 ASSICURAZIONI E FONDI PENSIONE, ESCLUSE LE ASSICUR. SOCIALI OBBLIGATORIE 71 59 2967 ATTIVITA' AUSILIARIE DELLA INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA 141 186 9970 ATTIVITA' IMMOBILIARI 544 372 26871 NOLEGGIO MACCHINARI, ATTREZZ. SENZA OPERATORE, BENI PER USO PERS. E DOMESTICO 81 93 5872 INFORMATICA E ATTIVITA' CONNESSE 759 908 80373 RICERCA E SVILUPPO 81 48 6674 ALTRE ATTIVITA' PROFESSIONALI ED IMPRENDITORIALI 8.737 10.258 7.25075 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE OBBLIGATORIA 865 757 73080 ISTRUZIONE 2.405 2.982 3.67685 SANITA' E ALTRI SERVIZI SOCIALI 2.786 2.814 1.96790 SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI, DELLE ACQUE DI SCARICO E SIMILI 166 166 12091 ATTIVITA'DI ORGANIZZAZIONI ASSOCIATIVE N.C.A. 321 374 33892 ATTIVITA' RICREATIVE, CULTURALI E SPORTIVE 601 1.662 2.19693 ALTRE ATTIVITA' DEI SERVIZI 2.336 3.089 1.42595 SERVIZI DOMESTICI PRESSO FAMIGLIE E CONVIVENZE 527 980 977

Totale complessivo 91.096 103.279 70.314

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5. Lavoratori dipendenti e collaboratori a Bergamo, in Lombardia e in Italia

5.1 Flussi (degli avviamenti) e stock (dei dipendenti)

L’analisi si è dilungata sui nuovi avviamenti, cioè sui flussi di entrata o transizione nel mercato del lavoro dipendente, ma per valutare l’entità di questi movimenti, è utile ricordare le dimensioni degli stock degli occupati in provincia di Bergamo che, a differenza dei dati dei Centri per l’Impiego, sono comparabili ad altri territori dell’Italia.

Per omogeneità del confronto e dettaglio dell’informazione (età, genere, tipologia di contratto, settore, ecc.), si sono scelti i dati INPS. Riguardano, infatti, un universo (i dipendenti medi annui di imprese private extragricole per luogo di lavoro) abbastanza simile a quello degli avviamenti, anche se aggiornato al 2003 e privo di serie storica. Altri dati INPS verranno proposti sui Collaboratori Parasubordinati, una categoria importante e ancora poco indagata: in questo caso i dati sono più recenti (al 2005) ma sono disponibili a livello provinciale solo per luogo di residenza (e non di lavoro) del Collaboratore.

Bergamo, che conta al 2003 oltre 305mila dipendenti, evidenzia una quota maggiore delle classi di età più giovani (fino a 29 anni) e una incidenza nettamente minore del lavoro femminile sia rispetto alla Lombardia che all’Italia. I dipendenti con meno di 24 anni hanno un peso relativo (16,6%) di 4 punti superiore alla media regionale e di 3 sul dato nazionale. Il divario tra la quota di donne sul totale dei dipendenti a Bergamo (37,5%) rispetto alla Lombardia (39,9%) sfiora i due punti percentuali e mezzo ed è significativo anche in confronto al dato medio nazionale. Per le giovani donne (fino a 24 anni) la quota sul totale a Bergamo è vicina alle medie regionale e nazionale, ma il divario si allarga poi al crescere dell’età.

Tab. 44 - Dipendenti nell'anno 2003 per genere e classe d'etàPER LUOGO DI LAVORO

classe età Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE

<=24 30.025 20.688 50.713 205.064 145.461 350.525 1.026.896 688.937 1.715.83325-29 29.063 22.496 51.559 250.286 201.775 452.061 1.174.482 892.852 2.067.33430-39 62.398 40.094 102.492 564.930 404.613 969.543 2.536.411 1.721.951 4.258.362>=40 69.552 31.358 100.910 646.717 356.758 1.003.475 3.081.072 1.562.232 4.643.304TOTALE 191.038 114.636 305.674 1.666.997 1.108.607 2.775.604 7.818.861 4.865.972 12.684.833

classe età Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALEBG LOM ITA

<=24 15,7 18,0 16,6 12,3 13,1 12,6 13,1 14,2 13,525-29 15,2 19,6 16,9 15,0 18,2 16,3 15,0 18,3 16,330-39 32,7 35,0 33,5 33,9 36,5 34,9 32,4 35,4 33,6>=40 36,4 27,4 33,0 38,8 32,2 36,2 39,4 32,1 36,6TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

% Femmine su Maschi e Femmine

Bergamo Lombardia Italia<=24 40,8 41,5 40,225-29 43,6 44,6 43,230-39 39,1 41,7 40,4>=40 31,1 35,6 33,6TOTALE 37,5 39,9 38,4

Fonte: elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo)

IN PROVINCIA DI BERGAMO IN REGIONE LOMBARDIA IN ITALIA

Composizione % classi d'età Composizione % classi d'età Composizione % classi d'età

La minor presenza di donne sul mercato del lavoro non è dovuta ad una minore diffusione relativa del part time, che anzi a Bergamo coinvolge il 33,7% delle dipendenti, quasi 3 punti e mezzo in più del valore medio regionale e leggermente al di sopra anche della media nazionale.

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Tab. 45 - Dipendenti part-time nell'anno 2003 per genere e classe d'etàPER LUOGO DI LAVORO

classe età Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE

<=24 2.223 4.636 6.859 24.436 38.711 63.147 113.783 188.092 301.87525-29 1.516 5.302 6.818 21.519 47.700 69.219 109.180 252.895 362.07530-39 2.074 15.358 17.432 29.603 129.293 158.896 160.115 608.561 768.676>=40 1.971 13.354 15.325 23.041 120.271 143.312 146.032 555.854 701.886TOTALE 7.784 38.650 46.434 98.599 335.975 434.574 529.110 1.605.402 2.134.512

classe età Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALEBG LOM ITA

<=24 7,4 22,4 13,5 11,9 26,6 18,0 11,1 27,3 17,625-29 5,2 23,6 13,2 8,6 23,6 15,3 9,3 28,3 17,530-39 3,3 38,3 17,0 5,2 32,0 16,4 6,3 35,3 18,1>=40 2,8 42,6 15,2 3,6 33,7 14,3 4,7 35,6 15,1TOTALE 4,1 33,7 15,2 5,9 30,3 15,7 6,8 33,0 16,8

Elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo)

% Part time sul Totale dipendenti % Part time sul Totale dipendenti % Part time sul Totale dipendenti

IN ITALIAIN PROVINCIA DI BERGAMO IN REGIONE LOMBARDIA

L’incidenza del part time tra le donne è correlata all’età, e alle esigenze di conciliazione tra lavoro e carichi familiari; anche in questo caso Bergamo registra differenziali significativi dalle medie di riferimento: se al di sotto dei 24 e dei 29 anni la quota di donne bergamasche a tempo parziale è minore o vicina alle medie di regione e Italia, oltre i 40 anni raggiunge il 42,6% contro il 33,7% in Lombardia e il 35,6% in Italia.

Graf. 4 - % part-time su dipendenti donne per classi di età

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

<=24 25-29 30-39 >=40

BG LOM ITA

Fonte: Inps 2003.

A Bergamo la maggior incidenza del part time tra le lavoratrici va di pari passo con una minore partecipazione femminile al mercato del lavoro che si accentua visibilmente a partire da quella che è ormai diventata l’età media alla nascita del primo figlio15.

15 “le donne che hanno un figlio hanno una probabilità di uscire dal mercato del lavoro del 46 per cento, oltre sei

volte superiore a quella delle donne senza figli. E delle donne che escono, solo metà rientra nel mercato del lavoro dopo un certo periodo “ (CNEL, Rapporto sul mercato del lavoro 2006, pag. 28)

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Un ulteriore confronto reso possibile dai dati INPS riguarda la composizione professionale e le tipologie contrattuali dei dipendenti che lavorano in provincia. L’incidenza complessiva delle figure operaie (59,7% a Bergamo) è di quasi nove punti superiore al dato medio regionale e sensibilmente più alta anche della media nazionale, senza contare che gli apprendisti (più di 23mila) a Bergamo sono più numerosi che altrove.

Per quanto riguarda invece le tipologie contrattuali, i lavoratori a tempo determinato (oltre 26mila) e le poche centinaia di stagionali a Bergamo hanno un peso complessivo (8,9% sul totale dei dipendenti) minore rispetto alla Lombardia (10,5%) e all’Italia (12,9%), e questo nonostante la sottocategoria dei lavoratori interinali (che confluiscono insieme ad altri nella categoria dei “servizi alle imprese” ma svolgono “missioni” prevalentemente nel settore industriale) abbia a Bergamo anche secondo i dati INPS 16 un peso relativamente maggiore.

Tab. 46 - Dipendenti (2003) per qualifica e tipo di rapportoPER LUOGO DI LAVORO

MASCHI E FEMMINEa tempo determinato e stagionali

Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia Italia Bergamo Lombardia ItaliaOperai 182.617 1.412.193 7.279.848 164.634 1.240.697 6.170.421 17.983 171.496 1.109.427Impiegati 90.719 1.068.867 4.178.543 81.700 950.632 3.670.165 9.019 118.235 508.378Quadri 5.920 104.261 299.332 5.885 103.786 297.732 35 475 1.600Dirigenti 2.746 48.471 118.246 2.707 48.011 116.747 39 460 1.499Apprendisti 23.258 133.568 782.570 23.218 133.164 765.257 40 404 17.313Altro 414 8.244 26.294 313 6.760 22.086 101 1.484 4.208TOTALE 305.674 2.775.604 12.684.833 278.457 2.483.050 11.042.408 27.217 292.554 1.642.425

Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia ITALIAOperai 59,7 50,9 57,4 90,2 87,9 84,8 9,8 12,1 15,2Impiegati 29,7 38,5 32,9 90,1 88,9 87,8 9,9 11,1 12,2Quadri 1,9 3,8 2,4 99,4 99,5 99,5 0,6 0,5 0,5Dirigenti 0,9 1,7 0,9 98,6 99,1 98,7 1,4 0,9 1,3Apprendisti 7,6 4,8 6,2 99,8 99,7 97,8 0,2 0,3 2,2Altro 0,1 0,3 0,2 75,6 82,0 84,0 24,4 18,0 16,0TOTALE 100,0 100,0 100,0 91,1 89,5 87,1 8,9 10,5 12,9

FEMMINEa tempo determinato e stagionali

Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia Italia Bergamo Lombardia ItaliaOperai 53.130 420.628 2.172.608 46.680 357.533 1.737.974 6.450 63.095 434.634Impiegati 50.447 595.011 2.274.656 44.544 521.984 1.964.820 5.903 73.027 309.836Quadri 867 23.730 60.621 862 23.648 60.309 5 82 312Dirigenti 167 5.186 10.798 166 5.151 10.677 1 35 121Apprendisti 9.881 60.429 337.849 9.849 60.198 329.256 32 231 8.593Altro 144 3.623 9.440 86 2.805 7.146 58 818 2.294TOTALE 114.636 1.108.607 4.865.972 102.187 971.319 4.110.182 12.449 137.288 755.790

Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia ITALIAOperai 46,3 37,9 44,6 87,9 85,0 80,0 12,1 15,0 20,0Impiegati 44,0 53,7 46,7 88,3 87,7 86,4 11,7 12,3 13,6Quadri 0,8 2,1 1,2 99,4 99,7 99,5 0,6 0,3 0,5Dirigenti 0,1 0,5 0,2 99,4 99,3 98,9 0,6 0,7 1,1Apprendisti 8,6 5,5 6,9 99,7 99,6 97,5 0,3 0,4 2,5Altro 0,1 0,3 0,2 59,7 77,4 75,7 40,3 22,6 24,3TOTALE 100,0 100,0 100,0 89,1 87,6 84,5 10,9 12,4 15,5

Fonte: Elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo)

TOTALE a tempo indeterminato

% di colonna % sul Totale % sul Totale

TOTALE a tempo indeterminato

% di colonna % sul Totale % sul Totale

La specializzazione industriale e edile della provincia di Bergamo spiega almeno in parte la minore estensione del lavoro “a termine”. A Bergamo il lavoro a tempo determinato coinvolge poco più del 6% dei dipendenti dell’industria, il 4% dell’edilizia e il 14,5% dei servizi. Anche le cartografie relative all’insieme delle province italiane suggeriscono una maggiore diffusione del tempo determinato o del lavoro stagionale in aree a più spiccata vocazione turistica e agricola.

Al contempo si conferma una incidenza maggiore del tempo determinato tra le dipendenti donne, sia nell’industria che nei servizi.

16 Nella classificazione INPS dei “servizi immobiliari e alle imprese” il lavoro a tempo determinato ha a Bergamo

(con 8.173 dipendenti) una quota del 31,7%, del 28,5% in Lombardia e del 24,7% in Italia.

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Tab. 47 - Numero di dipendenti nell'anno 2003 per qualifica e tipo di contrattoPER LUOGO DI LAVORO IN PROVINCIA DI BERGAMO

di cui a tempo det.

di cui a tempo det.

Tempo determin

ato

Tempo indeterm

inatoStagionalI

MaschiIndustria 74.904 5.014 6,7 21.242 1.069 5,0 2.195 2.009 5.820 5,5 63 106.233 6.142 100.024 67 5,8Edilizia 25.873 1.197 4,6 2.117 136 6,4 33 71 5.083 15,3 1 33.178 1.333 31.845 4,0Servizi 28.710 5.174 18,0 16.913 1.809 10,7 2.825 499 2.474 4,8 206 51.627 7.034 44.401 192 14,0TOTALE 129.487 11.385 8,8 40.272 3.014 7,5 5.053 2.579 13.377 7,0 270 191.038 14.509 176.270 259 7,7

FemmineIndustria 31.375 2.293 7,3 16.135 1.026 6,4 308 120 3.972 7,6 20 51.930 3.324 48.492 114 6,6Edilizia 138 11 8,0 1.926 96 5,0 2 360 14,8 2.426 107 2.319 4,4Servizi 21.617 3.997 18,5 32.386 4.610 14,2 559 45 5.549 9,2 124 60.280 8.666 51.376 238 14,8TOTALE 53.130 6.301 11,9 50.447 5.732 11,4 867 167 9.881 8,6 144 114.636 12.097 102.187 352 10,9

TOTALEIndustria 106.279 7.307 6,9 37.377 2.095 5,6 2.503 2.129 9.792 6,2 83 158.163 9.466 148.516 181 6,1Edilizia 26.011 1.208 4,6 4.043 232 5,7 33 73 5.443 15,3 1 35.604 1.440 34.164 4,0Servizi 50.327 9.171 18,2 49.299 6.419 13,0 3.384 544 8.023 7,2 330 111.907 15.700 95.777 430 14,4TOTALE 182.617 17.686 9,7 90.719 8.746 9,6 5.920 2.746 23.258 7,6 414 305.674 26.606 278.457 611 8,9

Fonte: Elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo)

% Appren

d su Tot dip

% Tempo det

Apprendisti Altri

TOTALE DIPEND

ENTI

Operai Impiegati

Quadri Dirigenti

% operai

a td

% impiegati a td

5.2 Il lavoro parasubordinato

Gli ultimi dati diffusi da INPS sul lavoro parasubordinato (al 2005) e il maggior dettaglio sulle aliquote contributive versate e quindi sul carattere di esclusività o meno dell’attività svolta consentono una stima più precisa della consistenza di questo segmento del mercato del lavoro, anche se la provincia è riferita alla residenza e non al luogo di lavoro del collaboratore.

Per Bergamo, sono conteggiati poco meno di 30mila collaboratori contribuenti e poco più di 3.700 collaboratori professionisti. Dei 30mila collaboratori contribuenti, solo 18.626 non sono titolari di altra assicurazione (pensione o stipendio) e di questi i Collaboratori a progetto sono, al 2005, 8.665 (in Lombardia 134.117, in Italia 645.973).

In rapporto agli occupati residenti medi dell’indagine sulle Forze Lavoro del 2005, i collaboratori a progetto sono l’1,9% a Bergamo, il 3,9% in Lombardia e il 2,9% in Italia. Pare dunque, anche dall’osservazione delle cartografie provinciali, che il peso relativo di questa figura professionale sia minore a Bergamo non solo rispetto all’area milanese (a forte presenza di figure professionali e del terziario) ma anche nei confronti di molte altre province della Lombardia. La maggioranza dei lavoratori a progetto sono donne, ma la loro quota a Bergamo è più bassa di circa 6 punti rispetto a regione e Italia. Il reddito medio (inferiore ai 10mila euro annui) risulterebbe invece più elevato a Bergamo non solo rispetto al dato nazionale ma anche, di poco, a quello medio regionale. Da notare però il divario, a Bergamo più accentuato, del reddito femminile rispetto a quello totale.

Nell’insieme dei collaboratori spicca anche il maggior peso relativo a Bergamo (oltre il 40% sul totale) degli amministratori o sindaci di società che spiega il differenziale nel reddito medio complessivo a favore di Bergamo.

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Tab. 48 - Collaboratori esclusivi con aliquota contributiva del 18% per area di residenza

ANNO 2005 (INPS) Reddito medioBergamo Lombardia Italia Bergamo Lombardia Italia

Amministratore, sindaco di società, ecc. 7.598 64.571 222.525 38.038 38.307 33.742Collaboratore di giornali, riviste, ecc. 119 1.669 6.918 4.001 9.628 6.729Partecipante a collegi e commissioni 32 270 2.169 14.408 19.506 12.345Enti locali (D.M. 25.05.2001) 21 81 391 20.357 19.561 18.080Dottorato di ricerca, assegno, borsa studio da MUIR 334 4.712 31.640 11.072 10.698 10.727Collaboratore a progetto 8.665 134.117 645.973 9.840 9.489 7.979Venditore porta a porta 305 2.067 12.134 8.863 9.883 8.969Collaboratore occasionale 239 3.569 16.050 3.168 3.525 3.294Autonomo occasionale 75 938 4.803 7.534 7.102 7.558Collaboratore presso la P.A. 711 9.061 61.762 9.208 10.029 10.169Altre collaborazioni 161 3.245 15.955 11.749 9.451 7.975Associato in partecipazione 366 6.465 38.331 10.020 9.265 8.697TOTALE 18.626 230.765 1.058.651 21.232 17.510 13.573

Collaboratrici a progetto (F) 4.631 76.121 368.301 7.269 7.525 6.303% coll a prog F su MF 53,4 56,8 57,0 73,9 79,3 79,0

(*) Per i collaboratori la distinzione tra attivita ”esclusiva„ e ”concorrente„ e, nell'ambito di quest'ultima, tra quantihanno un'altra attivita o sono pensionati, si ricava dall'aliquota utilizzata per il versamento dei contributi (nel2005: 15% per i pensionati titolari di un trattamento diretto, 10% per gli iscritti ad altra gestione previdenziale eper i pensionati titolari di trattamento indiretto, 17,5% per gli associati in partecipazione iscritti ad altra gestioneprevidenziale o titolari di pensione indiretta, 18% per tutti i collaboratori, compresi gli associati in partecipazione,privi di altra tutela previdenziale)

Fonte: elaborazione su dati INPS

Numero Contribuenti

5.3 L’“altro” mondo del lavoro: pubblico, domestico, agricolo, autonomo

Il mercato del lavoro provinciale comprende anche altri settori e professioni che non figurano del tutto o sono presenti solo parzialmente nel campo di osservazione, peraltro in fase di allargamento, dei Centri per l’impiego o nell’Osservatorio sui Lavoratori Dipendenti dell’INPS.

Il comparto pubblico in senso lato, dalle amministrazioni locali, agli enti periferici dei ministeri con relativi dipendenti, alle istituzioni della sanità pubblica, ecc., è paradossalmente (ma non tanto) quello dove manca spesso un’informazione dettagliata territorialmente. Eppure si vede come, ad esempio, l’utilizzo del lavoro a tempo determinato sia praticato ampiamente nei servizi pubblici e, per superare il blocco di nuove assunzioni, dalle stesse amministrazioni locali. Al Censimento del 2001 erano poco meno di 40 mila i dipendenti pubblici in provincia.

Qualche incertezza c’è anche nelle misure dell’arcipelago del non profit (anche se le assunzioni rientrano di fatto nelle comunicazioni ai Centri per l’impiego) che al Censimento del 2001 contava in provincia poco meno di 9mila dipendenti.

Per quanto riguarda il lavoro domestico, che è in espansione, comprende diffuse e delicate attività di cura degli anziani o di servizi alle famiglie e vede una forte presenza di lavoratori stranieri e di lavoro irregolare, il dato INPS al 2005 che conta 5.741 lavoratori in provincia di Bergamo – con pagamento dei contributi e quindi in posizione regolare - vale probabilmente come soglia minima di riferimento.

Il settore dell’agricoltura – che riguarda anche più le estese filiere di attività agro-alimentare, agri turistiche e di manutenzione ambientale - genera un volume di lavoro che è rappresentato solo in parte dal numero relativamente esiguo dei dipendenti (all’incirca 3mila secondo le forze di lavoro medie del 2006) e conta anche un numero non trascurabile di lavoratori indipendenti (almeno 3mila) e di prestazioni svolte da familiari o a titolo di attività accessoria. Al Censimento erano poco meno di 10mila le persone coinvolte in attività agricole o forestali.

Un capitolo a sé richiederebbe il lavoro autonomo che nel complesso delle Forze Lavoro in provincia conta 116mila persone cioè un quarto degli occupati residenti. Le recenti revisioni della serie delle Forze Lavoro hanno peraltro dimostrato che c’è o c’è stata una notevole incertezza nel classificare come lavoro indipendente alcune categorie di lavoro (i familiari, i coadiuvanti, i collaboratori, ..) associate ad attività di imprese, spesso familiari.

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Oltre al lavoro imprenditoriale vero e proprio, svolto da amministratori, industriali, commercianti, artigiani, ecc. e alle libere professioni, esistono al margine del lavoro autonomo figure formalmente indipendenti, perché fornite di “partita IVA”, ma dotate di poca o nulla autonomia o di fatto subordinate ad un solo committente, che in alcuni settori – ad esempio l’edilizia o alcune attività di servizio – sono molto diffuse. Esistono anche professioni, con più spiccata autonomia e competenza tecnica, che, prive delle protezioni di Albi o Ordini, assumono vesti giuridiche incerte perché incerta, ma spesso nondimeno altamente qualificata o specialistica, è la loro collocazione nel mercato dei lavori. Per non parlare di quelle attività di impresa individuale, dall’agente di vendita al rappresentante, dal consulente all’intermediario, dal trasportatore al promotore, che sono a volte in stretto rapporto con la rete organizzativa di una società o di un gruppo.

Tutte queste tipologie di lavoro indipendente seguono l’andamento e l’ampliamento del mercato delle attività e dei lavori affidati in outsourcing dalle imprese locali e i loro movimenti, sotto forma di ingressi e di uscite dal mercato e di nati-mortalità imprenditoriale, si sovrappongono, in qualche misura, agli stessi flussi del lavoro alle dipendenze.

Tab. 49 - DIPENDENTI NELL'ANNO (2003) per tipo di rapportoprovincia di Bergamo / regione Lombardia Tempo Tempo det. % tempo Tempo Tempo det. % tempo

indeterminato o stagionale TOTALE det/ Totale indeterminato o stagionale TOTALE det/ Totale Industria dell'estrazione e agglomerazione di combustibili solidi 7 7 0,0 97 13 110 11,8 Cokerie (comprese quelle annesse a stabilimenti siderurgici) 21 11 32 34,4 924 43 967 4,4 Industria dell'estrazione di petrolio e gas naturali 1 1 0,0 7.049 337 7.386 4,6 Industria petrolifera 20 20 0,0 2.770 171 2.941 5,8 Industria della produzione e distribuzione di energia elettrica, gas, va 910 20 930 2,2 16.007 358 16.365 2,2 Industria della raccolta, depurazione e distribuzione d'acqua 312 8 320 2,5 2.910 100 3.010 3,3 Industria dell'estrazione e preparazione di minerali metalliferi 149 5 154 3,2 Industria della produzione e prima trasformazione dei metalli 4.805 417 5.222 8,0 35.059 2.134 37.193 5,7 Industria dell'estrazione di minerali non metalliferi e non energetici to 691 21 712 2,9 3.308 180 3.488 5,2 Industria della lavorazione dei minerali non metalliferi 6.778 332 7.110 4,7 29.090 1.838 30.928 5,9 Industrie chimiche 7.112 437 7.549 5,8 81.159 5.398 86.557 6,2 Industria della produzione di fibre artificiali e sintetiche 628 35 663 5,3 1.852 74 1.926 3,8 Industria della costruzione di prodotti in metallo (escluse le macchin 33.060 2.329 35.389 6,6 221.720 14.276 235.996 6,0 Industria della costruzione e dell'installazione di macchi-ne e di mate 13.635 659 14.294 4,6 110.892 5.850 116.742 5,0 Industria della costruzione, installazione di impianti e riparazione di 1.562 227 1.789 12,7 47.307 3.666 50.973 7,2 Industria della costruzione, installazione di impianti e riparazione di 13.770 802 14.572 5,5 108.917 7.578 116.495 6,5 Industria della costruzione e montaggio di autoveicoli, carrozzerie, p 3.048 251 3.299 7,6 20.639 1.159 21.798 5,3 Industria della costruzione di altri mezzi di trasporto 301 11 312 3,5 11.672 822 12.494 6,6 Industria della costruzione di strumenti e di apparecchi di precisione 1.721 58 1.779 3,3 15.899 812 16.711 4,9 Industrie alimentari di base (escluse le attività di trasformazione di p 3.510 403 3.913 10,3 39.120 3.976 43.096 9,2 Industrie dello zucchero,delle bevande,di altri prodotti alimentari e d 1.864 377 2.241 16,8 19.599 3.284 22.883 14,4 Industrie tessili 14.761 782 15.543 5,0 89.798 5.247 95.045 5,5 Industrie delle pelli e del cuoio 1.178 55 1.233 4,5 6.712 375 7.087 5,3 Industrie delle calzature, di articoli d'abbigliamento e biancheria per 10.497 580 11.077 5,2 57.799 3.917 61.716 6,3 Industrie del legno e del mobile in legno 6.669 274 6.943 3,9 44.575 2.150 46.725 4,6 Industria della carta; stampa ed editoria 7.026 503 7.529 6,7 62.629 3.409 66.038 5,2 Industria della gomma e dei manufatti di materie plastiche 13.083 972 14.055 6,9 65.378 5.484 70.862 7,7 Industrie manifatturiere diverse 1.546 83 1.629 5,1 29.263 7.007 36.270 19,3 Edilizia e genio civile 34.164 1.440 35.604 4,0 202.162 13.659 215.821 6,3 Commercio all'ingrosso (escluso il recupero) 9.551 720 10.271 7,0 132.948 11.774 144.722 8,1 Commercio all'ingrosso di materiali vari da recupero 229 22 251 8,8 2.611 193 2.804 6,9 Intermediari del commercio (agenti rappresentanti e agenzie di med 3.070 200 3.270 6,1 66.914 4.221 71.135 5,9 Commercio al minuto di prodotti alimentari, di articoli di abbigliamen 8.792 1.058 9.850 10,7 87.757 10.999 98.756 11,1 Commercio al minuto di veicoli, natanti, carburanti, libri ed articoli va 9.142 1.305 10.447 12,5 95.861 12.931 108.792 11,9 Pubblici esercizi ed esercizi alberghieri 6.372 1.170 7.542 15,5 78.774 21.244 100.018 21,2 Riparazioni di beni di consumo e di veicoli 2.116 52 2.168 2,4 27.074 1.352 28.426 4,8 Altri Trasporti terrestri 6.177 390 6.567 5,9 56.478 4.572 61.050 7,5 Trasporti fluviali, lacuali e lagunari 30 8 38 21,1 149 43 192 22,4 Trasporti marittimi e cabotaggio 1 1 2 50,0 69 15 84 17,9 Trasporti aerei 203 90 293 30,7 2.716 1.134 3.850 29,5 Attività connesse ai trasporti 1.768 7 1.775 0,4 8.511 375 8.886 4,2 Agenzie di viaggio,intermediari dei trasporti,magazzini di custodia e 4.195 217 4.412 4,9 32.812 1.106 33.918 3,3 Comunicazioni 537 11 548 2,0 17.872 495 18.367 2,7 Istituti di credito 7.584 195 7.779 2,5 89.705 3.437 93.142 3,7 Assicurazione (escluse le assicurazioni sociali obbligatorie) 1.075 35 1.110 3,2 22.802 809 23.611 3,4 Ausiliari finanziari e delle assicurazioni, affari immobiliari, servizi pre 17.726 8.201 25.927 31,6 245.142 98.444 343.586 28,7 Servizi d'igiene pubblica ed amministrazione di cimiteri 975 86 1.061 8,1 10.105 1.302 11.407 11,4 Istruzione 6.755 1.546 8.301 18,6 57.384 10.232 67.616 15,1 Sanità e servizi veterinari 4.716 202 4.918 4,1 49.819 3.020 52.839 5,7 Altri servizi sociali 588 29 617 4,7 5.259 237 5.496 4,3 Servizi ricreativi ed altri servizi culturali 2.265 520 2.785 18,7 38.564 10.492 49.056 21,4 Servizi personali 1.910 65 1.975 3,3 19.269 805 20.074 4,0 TOTALE 278.457 27.217 305.674 8,9 2.483.050 292.554 2.775.604 10,5

Fonte: elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo)

BERGAMO LOMBARDIA

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6. I giovani, la formazione universitaria e lo stage a Bergamo17

L’esperienza dello stage costituisce un’opportunità significativa per chi ha concluso, o sta per concludere, il proprio percorso di studio, in grado di favorire un contatto diretto con il mondo del lavoro e l’acquisizione degli elementi applicativi di una specifica attività professionale. La possibilità di interagire con le realtà aziendali e di poterne valutare le effettive e variabili esigenze è, peraltro, occasione preziosa anche per l’Università, ai fini di un continuo e coerente adeguamento dei piani di studio ai mutamenti in atto. Il "pacchetto Treu" (Legge 196/97, art. 18) ed il successivo D.M. 25 marzo 1998, n. 142, hanno previsto la riforma ed il rilancio dell’istituto dello stage, inserendolo come attività formativa curriculare nei piani di studio dei Corsi di Laurea e come momento di formazione imprescindibile nei Corsi di Perfezionamento e nei Master sia di I che di II livello. Inoltre, sempre più spesso, lo stage (soprattutto quello post lauream) è utilizzato dalle aziende come momento di “prova” reciproca, rispetto alle aspettative ed alla “compatibilità” tra il laureato e le mansioni che si troverà a svolgere in caso di inserimento definitivo.

Un ottimo osservatorio per questo fenomeno è costituito dalla sede INAIL locale, la quale, a norma di legge, deve ricevere comunicazione di tutti gli stage effettuati, sia durante il corso di studi (sia esso di scuola secondaria, universitario, master o corso di perfezionamento) sia a valle dello stesso.

Per quanto riguarda il 2006, i dati INAIL ci indicano che sono stati rilevati 1.916 stages (Graf. 5), attivati quasi esclusivamente dall’Università di Bergamo, numero composto in assoluta prevalenza (1.535) dai tirocini curriculari, ossia quelli previsti tra le attività formative obbligatorie di ogni corso di studio. Di una simile natura sono i 170 tirocinanti SILSIS (Scuola interuniversitaria lombarda di specializzazione per l’insegnamento secondario), per i quali il tirocinio presso una struttura scolastica è ugualmente previsto in maniera obbligatoria rispetto al percorso di studi e i 62 stage facenti parte dei percorsi di Master (di 1° e 2° livello) e degli altri corsi di perfezionamento.

Di particolare interesse, inoltre, sono i 149 stages post lauream , che non nascono da vincoli di percorsi di studio bensì dalla volontà di un neolaureato (entro 18 mesi dal conseguimento del titolo di studio) di sperimentarsi in un’attività lavorativa ad alto tasso di formazione on the job.

Graf. 5 – Le tipologie di stagisti nel 2006

1535

149 62 170

0

500

1000

1500

2000

StudenteUnversitario

Laureato

Studente di Mastero Corso diPerfezionamento

SILSIS

Fonte: Inail. 17 Per i dati utili alla stesura del presente capitolo si ringraziano l’Area Premi della sede INAIL di Bergamo, il Servizio

Stage & Placement dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’Ufficio Formazione Permanente e Stage dell’Università Statale degli Studi di Milano e il Servizio Orientamento, Stage & Placement dell’Università di Bergamo.

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È interessante anche osservare il trend di crescita di questi ultimi rispetto al 2005 (Graf. 6), che vedeva soltanto 83 soggetti coinvolti, un aumento che è in parte motivabile con le maggiori partnership instaurate dall’Ateneo sul territorio e dalla più diffusa conoscenza dello strumento stesso. Infatti, da una partnership tra Università e Pro Universitate Bergomensi, da metà 2005 è andato a pieno regime il Market Place degli Stages, che ha permesso una maggiore familiarizzazione, sia da parte degli studenti che delle aziende, con il tirocinio e le opportunità presenti e proponibili sul territorio.

Graf. 6 – Stages post lauream attivati dall’Università di Bergamo

149

83

0

20

40

60

80

100

120

140

160

2005 2006

Fonte: Università degli studi di Bergamo

Se osserviamo le sedi dei soggetti ospitanti nel 2006 (Graf. 7), possiamo notare la fortissima prevalenza locale di questa esperienza, affiancata da un interesse per l’estero: questo fenomeno (che si riscontra peraltro anche nel 2005, con 43 tirocini svolti in sedi diverse dall’Italia) può essere letto come un effetto congiunto sia dell’impostazione dei corsi di studio che, in qualche modo, spingono lo studente a confrontarsi con tematiche internazionali sia di un’esigenza che viene espressa in modo forte anche dai ragazzi che desiderano, tramite esperienze all’estero, valorizzare il proprio curriculum.

Graf. 7 – Aree territoriali di svolgimento dello stage, anno 2006

68%

14%

14%3%1%

Bergamo Milano Altre province Lombardia Altre province Italiane Cina

Fonte: Inail

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Infine, è interessante notare come la durata temporale degli stages (Graf. 8), ad eccezione dei tirocini SILSIS del biennio propedeutico all’insegnamento, per cui sono previsti 12 mesi di permanenza negli istituti, sia prevalentemente attestata tra i 3 ed i 6 mesi: infatti, in media nei progetti formativi dei tirocini curriculari vengono articolate attività da svolgersi in almeno 3 mesi e parimenti accade per gli stages post lauream. In quest’ultimo caso, poi, spesso interviene una proroga per la finalizzazione del progetto, oppure per un approfondimento della conoscenza reciproca prima del passaggio all’assunzione.

Graf. 8 – Durata degli stages

56

1201

239 328

19 73

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

Inferiore a 3 mesi

3 mesi

Compreso tra 3 e 6 mesi

6 mesi

Compreso tra 6 e 12 mesi

12 mesi

Fonte: Inail.

Per poter fornire una fotografia completa della realtà bergamasca, è necessario intercettare anche quella fascia di popolazione giovanile che intraprende uno stage nel nostro territorio a seguito di un corso di studi effettuato, però, in un’altra sede universitaria. Per questo motivo, abbiamo chiesto supporto ai principali Atenei Milanesi e, in particolare, al servizio Stage & Placement dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e all’Ufficio Formazione Permanente e Stage dell’Università Statale degli Studi di Milano.

I dati che emergono sono in linea rispetto a quelli già precedentemente delineati: su 5.506 tirocini attivati nel 2006 dall’Università Cattolica, sono stati 93 quelli svolti nella bergamasca. Di questi, 91 (pari al 98%) sono stati tirocini curriculari, mentre 2 laureati in Filosofia hanno attivato uno stages post lauream; la durata media dei 93 tirocini è stata di 5 mesi (similmente a quanto precedentemente riscontrato).

L’Università Statale ha attivato 32 stages post lauream, di durata media di 4,8 mesi; i laureati coinvolti sono stati per la maggior parte provenienti dai Corsi di Laurea in materie scientifiche (Graf. 9).

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Graf. 9 – Laureati presso l’Università Statale di Milano in stage a Bergamo nel 2006

3%

39%

3%3%13%3%

3%

9%

3%3%

3%6%

6% 3%

Biotecnologie Veterinarie Chimica e Tecnologia FarmaceuticheComunicazione e società GiurisprudenzaLettere Moderne Lingue e Letterature StraniereMatematica Medicina VeterinariaScienze Agrarie Scienze AlimentariScienze e Tecnologie Alimentari Scienze PoliticheScienze Umanistiche per la comunicazione Tecnologie per la società dell'Informazione

Fonte: Inail

Se andiamo a confrontare questi dati con le tipologie di laureati dell’Università di Bergamo che hanno effettuato uno stage post lauream nello stesso periodo, troviamo una situazione in qualche modo complementare (Graf. 10): infatti, a fronte di un 21% di laureati in Ingegneria, abbiamo un 19% di laureati in Economia e un 58% in facoltà umanistiche.

Graf. 10 – Andamento degli stages post lauream, Università di Bergamo 2006

Stag

e A

ttiva

ti

Stag

e at

tivat

i con

clus

i o in

terr

otti

Non

anc

ora

conc

lusi

Stag

e C

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Stag

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lla s

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aaz

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a

Stag

e in

terr

otti

per a

ssun

zion

e in

altr

aaz

iend

a

GiurisprudenzaScienze della Formazione

Scienze UmanisticheEconomia

IngegneriaLingue e Letterature Straniere

7573

2

39

21

15

5

14

3230

2

1614

53 6

2925

4

1511

43 3

5 5

05

30 0 0

5 5

0 1 1 21 1

3 30 2

0 0 0 1

0

10

20

30

40

50

60

70

80 Giurisprudenza

Scienze della Formazione

Scienze Umanistiche

Economia

Ingegneria

Lingue e Letterature Straniere

Fonte: Università degli Studi di Bergamo

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Tra le considerazioni che è possibile evidenziare dai dati degli stages, rientra il forte legame che sembra esistere tra Università e mondo aziendale, tanto da generare una sorta di “corsia preferenziale” per i laureati dell’Ateneo bergamasco rispetto ai colleghi dei medesimi corsi di laurea degli altri atenei lombardi. Qualora, invece, il corso di laurea non sia presente, il territorio è assolutamente ricettivo rispetto ai laureati provenienti da altre sedi.

Per completare la presente analisi è opportuno analizzare l’efficacia degli stages post lauream rispetto all’ingresso dei laureati nel mondo del lavoro. Secondo i dati del 2006, il 52% degli stages attivati viene portato regolarmente a termine ed il 64% di questi si trasforma subito dopo in un’assunzione. Un altro dato confortante emerge anche dall’analisi degli stage interrotti: il 19% delle interruzioni viene richiesto per permettere l’assunzione da parte dell’azienda stessa, mentre il 40% viene richiesto dallo stagista perché ha ricevuto una proposta di assunzione da parte di un’altra azienda. In totale, quindi, il 58% degli stages attivati nel 2006 si è trasformato in un’assunzione. Questo trend viene confermato dai dati provvisori del 2007 che mostrano come il 54% degli stages attivati e conclusi o interrotti entro agosto si siano trasformati in assunzioni.

Altro dato importante da rilevare è che la percentuale di assunzione a valle dello stage varia in maniera lieve rispetto al corso di Laurea: infatti, ad eccezione del Corso di Laurea in Giurisprudenza, i cui numeri sono troppo ridotti per poter essere significativi, le percentuali oscillano dal 53% dei laureati in Lingue e Letterature Straniere al 72% dei laureati in Ingegneria, garantendo, quindi, anche alle cosiddette “lauree deboli” una buona percentuale di inserimenti lavorativi.

L’importanza dello stage come strumento di ingresso all’interno del mondo del lavoro, risulta essere in linea anche con i più importanti studi nazionali sui laureati: dall’indagine Almalaurea, condotta su 89.000 laureati, provenienti da università di tutta Italia, risulta che la partecipazione ad uno stage è positivamente correlata all’inserimento lavorativo. Infatti, a un anno dalla laurea, lavora il 64% dei laureati che ha effettuato uno stage a fronte del 52% che non lo ha fatto.

Concludendo, possiamo affermare che, se, da un lato, è un traguardo vedere trasformati il 100% degli stages post lauream in assunzioni, dall’altro è altrettanto importante non trascurare l’alto valore orientativo che l’esperienza in azienda costituisce in quanto cartina tornasole rispetto alle aspettative che il laureato matura durante il suo corso di studi e che, talvolta, non sono totalmente in linea con la realtà. Una percentuale, se minoritaria, di esiti diversi, pertanto, non deve allarmare: l’importante è che vi sia un costante monitoraggio da parte degli enti istitutori (in questo caso l’Università) della qualità e dell’efficacia delle attività formative realmente svolte durante la permanenza in azienda.

Alla luce del cambio di vocazione produttiva del nostro territorio, sarebbe auspicabile un’ipotesi a livello istituzione di utilizzo dello stage come uno degli strumenti di placement, da un lato, e di ulteriore rinforzo dei legami tra territorio e enti di formazione. Addirittura, lo stage potrebbe essere utilizzato, all’interno delle politiche attive del lavoro, come strumento di programmazione di eventuali interventi formativi specifici, con contributi economici specificamente dedicati.

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7. Gli ammortizzatori sociali

Le difficoltà registrate negli ultimi anni dal sistema economico-produttivo nazionale e locale, ora in fase di superamento, e i diffusi processi di delocalizzazione verso est hanno determinato situazioni di difficoltà, talvolta di crisi, per le aziende del territorio e per i loro lavoratori.

L’analisi dei dati relativi al ricorso agli ammortizzatori sociali, cioè agli strumenti di sostegno al reddito previsti in caso di difficoltà temporanee o strutturali delle aziende, mostra un sensibile aumento soprattutto in alcuni ambiti del comparto manifatturiero più tradizionale (nel settore tessile-abbigliamento in primis).

Tab. 50 – Le ore di CIGO autorizzate negli anni 2004-2006 per settore produttivo. Valori assoluti.

Classe di attività 2004 2005 2006 Legno 32.317 31.527 28.611 Metallurgiche 1.660 37.556 10.963 Meccaniche 467.224 971.691 381.720 Tessili 799.373 1.560.405 517.278 Vest.abb.arredamento 176.441 186.782 130.191 Chimiche 146.889 190.542 64.333 Pelli e cuoio 12.405 28.793 15.776 Trasf.minerali 25.489 68.428 10.870 Carta e poligrafici 6.551 5.247 40.785 (3N) edilizia 7.963 33.120 42.825 Edilizia in senso stretto 343.362 519.328 411.357 Altri settori 8.333 1.981 57.036 Totale 2.028.007 3.635.400 1.711.745

Fonte: elaborazione da dati Inps Bergamo.

Graf. 11 – Le ore di CIGO autorizzate 2004-2006 in alcuni settori produttivi. Valori assoluti.

467.224

799.373

971.691

1.560.405

343.362

146.889176.441

519.328

190.542186.782 411.357

64.333130.191

381.720

517.278

0

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

1.200.000

1.400.000

1.600.000

1.800.000

Meccan

iche

Tessili

Vest.ab

b.arre

damen

to

Chimich

e

Edilizi

a in s

enso

strett

o

2004 2005 2006

Fonte: elaborazione da dati Inps Bergamo.

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Tab. 51 – Le ore di CIGS autorizzate negli anni 2004-2006 per settore produttivo. Valori assoluti.

Classe di attività 2004 2005 2006 Meccaniche 142.043 449.510 173.875 Tessili 255.880 835.162 1.193.362 Vest.abb.arredamento 238.228 319.794 269.076 Chimiche 30.204 67.908 88.908 Pelli e cuoio 67.412 68.512 27.200 Carta e poligrafici 143.362 25.060 44.556 (3N) edilizia 127.577 71.691 61.540 Trasf.minerali 0 14.410 0 Trasp.comunicaz. 12.748 8.616 4.232 Industria edile 34.312 17.804 192 Commercio 4.454 27.204 21.157 Altri settori 0 0 9.272 Totale 1.056.220 1.905.671 1.893.370

Fonte: elaborazione da dati Inps Bergamo.

Graf. 12 – Le ore di CIGS autorizzate 2004-2006 in alcuni settori produttivi. Valori assoluti.

449.510

835.162

319.794

67.90825.060

1.193.362

127.577143.362

67.41230.204

238.228255.880

142.04371.69168.512

61.54044.55627.200

88.908

269.076

173.875

0

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

1.200.000

1.400.000

Meccaniche Tessili Vest.abb.arredamento Chimiche Pelli e cuoio Carta e poligrafici (3N) edilizia

2004 2005 2006

Fonte: elaborazione da dati Inps Bergamo.

Di seguito i dati al 30 giugno 2007 dei lavoratori iscritti nelle liste di mobilità (legge 223/91 e legge 236/93) della Provincia di Bergamo, per genere, per centro per l’impiego di appartenenza, per fascia d’età e per settore di provenienza (tab. 52, 53, 54).

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Tab. 52 – Gli iscritti alle liste di mobilità al 30 giugno 2007 per genere e per Cpi di appartenenza.

CPI Femmine Maschi Totale Albino 115 82 197 Bergamo 309 343 652 Clusone 34 30 64 Grumello del Monte 79 77 156 Lovere 57 56 113 Ponte S. Pietro 196 162 358 Romano di L.dia 85 95 180 Trescore B. 64 30 94 Treviglio 114 147 261 Zogno 84 69 153 Totale 1.137 1.091 2.228

Fonte: elaborazione da dati Cpi – Sintesi.

Tab. 53 – Gli iscritti alle liste di mobilità al 30 giugno 2007 per fascia d’età.

Fascia d'età Femmine Maschi Totale 18-25 anni 3 11 1426-30 anni 52 44 9631-40 anni 342 222 56441-50 anni 392 305 697Oltre 50 anni 348 509 857Totale 1.137 1.091 2.228

Fonte: elaborazione da dati Cpi – Sintesi.

Tab. 54 – Gli iscritti alle liste di mobilità al 30 giugno 2007 per settore di provenienza.

Codice Ateco 2002 Femmine Maschi Totale A – Agricoltura 59 107 166 C – Estrazioni di minerali 4 2 6 D – Attività manifatturiere 703 637 1.340 F – Costruzioni 30 145 175 G – Commercio ingrosso, dettaglio, riparaz. 152 56 208 H – Alberghi e ristoranti 39 13 52 I – Trasporti, magazz. e comunicaz. 16 31 47 J – Intermediaz. monetaria e finanziaria 3 0 3 K – Attività immob., noleggio, informatica, ricerca 89 72 161 M – Istruzione 2 0 2 N – Sanità e altri servizi sociali 5 1 6 O – Altri servizi pubblici, sociali e personali 35 13 48 Altri iscritti non classificati per codice Ateco 0 14 14 Totale 1.137 1.091 2.228

Fonte: elaborazione da dati Cpi – Sintesi.

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7.1 Gli accordi in deroga

La Provincia di Bergamo ha avviato sin dal 2004 un proficuo confronto con i principali rappresentanti dei lavoratori e del mondo imprenditoriale al fine di comprendere la situazione di difficoltà attraversata da un comparto “storico” per il territorio quale il settore tessile-abbigliamento-moda. Questo confronto è stato fin dall’inizio orientato all’individuazione concreta di adeguati strumenti atti a supportare le imprese e i lavoratori in una fase particolarmente difficile dal punto di vista economico e competitivo. Attraverso un Tavolo istituzionale appositamente costituito, denominato Osservatorio provinciale del settore tessile (ora Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga), si è definito un piano di intervento finalizzato a mettere in campo misure passive di sostegno al reddito e strumenti di politica attiva del lavoro volti a favorire l’occupabilità e l’inclusione socio-lavorativa dei soggetti coinvolti dalla situazioni di crisi.

In relazione alla specificità territoriale del comparto tessile, composto per lo più da azienda di piccole e piccolissime dimensioni, e all’opportunità offerta dalla legge finanziaria del 2004 (art. 3, comma 137, legge 350/2003), l’Osservatorio provinciale del settore tessile ha sottoscritto un accordo con il Ministero del Lavoro per la concessione, in deroga alla normativa vigente, della Cassa integrazione guadagni straordinaria ai lavoratori delle imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti del settore tessile-abbigliamento-moda ubicate in provincia di Bergamo18.

In relazione al perdurare della situazione di difficoltà del settore tessile, nel marzo del 2005, è stato sottoscritto un ulteriore accordo che ha previsto, accanto alla Cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga, anche la concessione dell’indennità di mobilità ai lavoratori licenziati per cessazione di attività o riduzione di personale dalle aziende artigiane e dalle aziende industriali fino a 15 dipendenti19. Con tale accordo sono stati stanziati dal Ministero del Lavoro ulteriori 15 milioni di euro, il cui utilizzo è stato poi allargato a tutto il comparto manifatturiero e destinato per una quota pari a 5 milioni di euro a interventi di politica attiva del lavoro20.

Di seguito sono presentati i dati di sintesi relativi all’utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga relativi al finanziamento di 15 milioni di euro stanziati con l’accordo 21 marzo 2005 (diventati circa 10 milioni di euro a seguito dell’accordo 10 luglio 2006)21.

I dati sono aggiornati al 30 aprile 2007. Le imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti coinvolte nei processi di Cassa

integrazione guadagni straordinaria in deroga sono state 164. Dal punto di vista territoriale si riscontra una forte concentrazione nei territori di Albino (42 imprese), Grumello (26) e Bergamo (24).

Le imprese che hanno richiesto la Cigs in deroga sono di piccole e piccolissime dimensioni: quasi la metà, infatti, ha meno di 5 dipendenti (il 44%) e il 33,5% hanno tra i 6 e i 10 dipendenti (grafico 13).

Dal punto di vista settoriale, le aziende che hanno usufruito in misura maggiore della possibilità offerta dagli accordi ministeriali appartengono al settore tessile: 117 delle aziende

18 Si tratta dell’accordo sottoscritto in data 28 giugno 2004 da: Regione Lombardia; Agenzia Regionale per il lavoro;

Provincia di Bergamo; Cciaa di Bergamo; Unione industriali della provincia di Bergamo; Apindustria Bergamo; Unione Artigiani; Associazione Artigiani; Cna; Cgil; Cisl; Uil; Femca Cisl; Filtea Cgil; Uilta Uil. L’accordo prevedeva la concessione del trattamento di integrazione salariale straordinaria a favore dei dipendenti delle imprese artigiane o delle imprese industriali fino a 15 dipendenti del comparto tessile, ubicate nella Provincia di Bergamo, per un periodo medio anche non continuativo pari a tre mesi nell’arco del 2004 e per un numero di lavoratori paria 1.200 unità. A tal fine il Ministero ha stanziato 5.300.000 di euro, a cui si sono aggiunti 680.000 euro per i dipendenti delle imprese industriali con più di 15 dipendenti.

19 Nell’accordo del 21 marzo 2005, reso operativo con decreto dell’8 giugno 2005, era prevista anche la proroga della mobilità ai lavoratori licenziati dalle imprese industriali con più di 15 dipendenti nel caso di scadenza della mobilità ai sensi della Legge 223/1991 tra il 1° maggio 2005 al 31 dicembre 2005.

20 L’estensione degli ammortizzatori sociali in deroga a tutto il comparto manifatturiero e la destinazione di parte delle risorse ad iniziative di politica attiva del lavoro sono state definiti con l’accordo del 10 luglio 2006.

21 Con l’accordo del 10 luglio 2006 la Provincia di Bergamo, di concerto con tutti i rappresentanti dell’Osservatorio provinciale del settore tessile (ora Osservatorio provinciale degli ammortizzatori sociali) ha destinato parte delle risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali in deroga a favore del finanziamento di iniziative di politica attiva del lavoro.

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coinvolte da Cassa integrazione in deroga rientrano nelle codifiche Ateco 17 e 18, rispettivamente “Industrie tessili” e “Confezioni articoli vestiario, preparazione e tintura pellicce”. Questa concentrazione è da porre in relazione ai contenuti dell’accordo del 21 marzo 2005 che ha previsto lo stanziamento da parte del Ministero del Lavoro di risorse per la concessione degli ammortizzatori in deroga solo ed esclusivamente per il settore tessile. Con l’accordo siglato il 10 luglio 2006, poi, è stata prevista l’estensione di questa sperimentazione a tutto il comparto manifatturiero del territorio provinciale. Nella tabella 56 è presentata una sintesi dei settori di appartenenza delle aziende che hanno richiesto la Cigs nel periodo 2005-2007.

Tab. 55 – Le imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti che hanno richiesto la Cigs in deroga per Cpi di riferimento. Valori assoluti.

CPI n. imprese Albino 42 Bergamo 24 Clusone 5 Grumello del Monte 26 Lovere 2 Ponte San Pietro 11 Romano di Lombardia 19 Trescore Balneario 9 Treviglio 19 Zogno 7 Totale 164

Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga – Provincia di Bergamo.

Graf. 13 – Le imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti che hanno richiesto la Cigs in deroga per classe dimensionale. Valori assoluti.

11-15 dipendenti: 24

16-20 dipendenti: 11

6-10 dipendenti: 55

1-5 dipendenti: 72

oltre 21 dipendenti: 2

Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga – Provincia di Bergamo.

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Tab. 56 – Le imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti che hanno richiesto la Cigs in deroga per Codice Ateco. Valori assoluti.

Cod. Ateco 91 Descrizione N. Imprese 17 Industrie tessili 55 18 Confezioni art. vestiario, preparaz. tintura pellicce 62 19 Preparaz. concia cuoio; fabbricaz. art. viaggio; calzature 3 20 Industria del legno (escluso i mobili) 2 21 Fabbricaz. pasta-carta, carta e prodotti della carta 2 22 Editoria, stampa e riproduz. supporti registrati 4 25 Fabbricaz. articoli in gomma e materie plastiche 2 26 Fabbricaz. prodotti della lavoraz. minierali non metall. 1 28 Fabbricaz. lavoraz. prodotti in metallo, escl.macchine 7

29 Fabbricaz. macchine apparecchi meccanici, inclusa installazione, manutenzione, riparazione 4

31 Fabbricaz. macchine apparecchi elettrici NCA 4 33 Fabbricaz. apparecchi medicali, strumenti ottici e orologi 5 36 Fabbricaz. mobili; altre industrie manifatturiere 4 45 Costruzioni 4 74 Altre attività professionali ed imprenditoriali 1 93 Altre attività di servizi 4

Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga – Provincia di Bergamo.

La richiesta di Cigs in deroga ha interessato 969 lavoratori22, di cui 803 donne, appartenenti alle imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti. Le aziende hanno richiesto, in totale, 4.830 settimane di Cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga, con una media per azienda pari a 29,45 settimane. In realtà, la metà delle aziende (82) hanno richiesto più di un periodo di Cigs in deroga (tab. 57).

Tab. 57 – Le richieste di Cigs in deroga delle imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti. Valori assoluti.

N. imprese 1 richiesta 82 1 proroga 42 2 proroghe 29 3 proroghe 8 4 proroghe 2 6 proroghe 1

Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga – Provincia di Bergamo.

L’accordo del 21 marzo 2005 ha previsto anche la possibilità di usufruire della Cigs in deroga alle imprese industriali con più di 15 dipendenti del settore tessile, qualora avessero terminato il diritto a richiedere la Cassa integrazione guadagni straordinaria prevista dalla

22 È il numero di beneficiari massimo per cui è stata presentata dall’azienda la richiesta di Cigs in deroga. Per le

aziende che hanno richiesto per più di una volta la Cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga è stato calcolato tra le diverse procedure il numero massimo di lavoratori coinvolti. In tal modo ogni singolo lavoratore è conteggiato una sola volta e si hanno i beneficiari che potenzialmente possono aver usufruito della Cigs in deroga. Non è stato possibile, invece, risalire ai lavoratori che effettivamente hanno usufruito della Cigs in deroga.

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normativa (L. 222/1991). In virtù di tale possibilità, sono state 13 le imprese industriali che hanno richiesto la Cigs in deroga, per 772 lavoratori coinvolti in Cigs (di cui 466 donne).

Per quanto concerne la mobilità in deroga, invece, i lavoratori coinvolti (al 30 aprile 2007), in quanto licenziati da imprese artigiane e industriali fino a 15 dipendenti, sono stati 653 (di cui 538 sono donne). Questi lavoratori hanno beneficiato dell’indennità di mobilità per sette o dieci mesi, a seconda dell’età al momento del licenziamento (10 mesi solo per gli ultra cinquantenni). Tra i beneficiari prevale la fascia d’età intermedia, compresa tra i 26 e i 44 anni (444). Gli stranieri coinvolti sono stati 42. Dal punto di vista territoriale, come per la Cigs in deroga, le aree maggiormente coinvolte sono quelle di Albino (121 lavoratori), Ponte San Pietro (92) e Trescore Balneario (87).

Graf. 14 – I lavoratori beneficiari della mobilità in deroga per genere.

Maschi18%

Femmine82%

Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga – Provincia di Bergamo.

Tab. 58 – I lavoratori beneficiari della mobilità in deroga distinti per fascia d’età. Valori assoluti al 30 aprile 2007.

Fasce d'età N. lavoratori18-25 anni 46 26-34 anni 206 35-44 anni 238 45-50 anni 91 51-55 anni 54 56-60 anni 18 Totale 653

Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga – Provincia di Bergamo.

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Allegati

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