Il mercato dei surgelati 2011 2012

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PEST ANALYSIS• Riduzione potere d’acquisto: cambiamenti visibili nei comportamenti consolidati dei consumatori italiani, tanto in riferimento alla composizione dei panieri di spesa delle diverse tipologie di famiglie consumatrici quanto alle modalità ed ai luoghi di acquisto. I consumatori italiani sono più virtuosi e “sobri” del passato, meno “compulsivi” e più attenti ad eliminare sprechi e scarti piuttosto che a rinunciare ai beni essenziali.

• Struttura mononucleare delle famiglie , affermazione dei single (circa 6 milioni di persone) e aumento dell’occupazione femminile.

• Stile di vita: ritmi molto frenetici, inserimento sempre più incisivo della donna nel mondo del lavoro e minor tempo libero disponibile

• Invecchiamento globale della società: (in base all’ultima simulazione demografica Istat fino al 2050, la popolazione con più di 65 anni tenderà ad aumentare, tanto che dal 20,5% odierno arriverà circa al 33,5% nel 2050) sta iniziando a favorire l’affermazione di diete legate ad esigenze di salute e l’attitudine verso cibi più sicuri e maggiormente salubri.

• Multietnicità : aumento considerevole dell’immigrazione contribuisce all'affermazione di un'alimentazione diversificata, introducendo nuovi cibi caratteristici dei Paesi di origine attenzione verso nuovi cibi etnici. (l'8% della popolazione - circa 5 milioni) fonte IIAS

• Destrutturazione del pasto: necessità di dedicare sempre meno tempo alla cucina (preparazione dei pasti massimo di un’ora.) Maggior consumo di alimenti fuori casa ,opzioni di cibi ricettati e in monodose.

• Dieta equilibrata: esigenza di un alimentazione variata e bilanciata nutrizionalmente,ciò implica una maggiore attenzione per la genuinità degli alimenti e per le materie utilizzate.

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ANALISI DEL CONSUMATORE• Qualità : orientati verso prodotti benessere e dal maggiore valore aggiunto,con una percepita e ricercata

gradevolezza organolettica. Il consumatore italiano è il meno propenso, a livello europeo, a transigere sui livelli di qualità alimentare. Tutte le ricerche confermano che circa un quarto del fatturato dell'industria alimentare (ben il 24%, pari a 28,8 miliardi di euro) è rappresentato da prodotti che presentano un alto contenuto di innovazione: la gamma del cosiddetto 'tradizionale evoluto' .

• Innovazione : gradimento per tecnologie sempre più d'avanguardia, in grado di preservare e rendere immediatamente disponibili gusti, fragranze e proprietà nutrizionali prossimi al prodotto fresco

• Servizio Continuano ad indirizzarsi con buone percentuali verso prodotti nei quali la componente di servizio è decisamente alta (rapidità e facilità di utilizzo, durata del prodotto ), ciò vale soprattutto per coloro che abitano nei grandi centri urbani. rapporto Censis/Coldiretti

• Salubrità e sostenibilità ambientale degli alimenti. Spinta del consumatore verso referenze dal profilo naturale

• Rapporto valore aggiunto/prezzo. sotto controllo i consumi e il valore degli scontrini, il consumatore ricorre ad acquisti più frequenti e frazionati. Visita più punti vendita,con più frequenza ma spende meno.

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ANALISI DELLA DOMANDA• Referenze innovative (prodotti pronti con ricette originali, solo da rinvenire nel forno a microonde )

indice della crescente familiarità verso la categoria e un forte interesse a sperimentare nuovi gusti. Favoriscono acquisti di impulso.

• Piccoli formati anziché tradizionali formati famiglia: i tempi ridotti dedicati alla preparazione dei pasti (35 minuti per il pranzo e 33 minuti per la cena), ricerca di una praticità di consumo e una preparazione in grado di esaltare il gusto della pietanza.

• Ecologia: la riduzione degli sprechi di prodotto e risparmio per l'assenza di scarti. I piatti pronti surgelati a differenza degli omologhi refrigerati, non sono soggetti a problematiche di decadimento qualitativo e di tenuta organolettica legate ad una 'shelf life' troppo breve".

• Disponibilità costante del prodotto (non stagionale e con le stesse caratteristiche) e durata.

• Sicurezza alimentare : capacità informativa comunicata dalle confezioni (correttezza nutrizionale e riconoscibilità degli ingredienti),rintracciabilità dettagliata che parte dal lotto di produzione; l'utilizzo di confezioni che garantiscono l'igiene; sicurezza dei prodotti grazie al controllo lungo tutta la filiera.

• Più alta segmentazione dell'offerta : equilibrio tra ricettazione nel rispetto della tradizione alimentare italiana e spazio per la personalizzazione dei piatti. Incursione più decisa nell'area etnica.

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SWOT PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

l'ottima penetrazione distributiva e reperibilità territoriale la varietà delle confezioni (piccole, medie e grandi) anche richiudibili. l'ampia scelta di tipi e ricette garanzia qualità dell’offerta e innovazione di prodotto (max resa organolettica ) la maggiore rapidità di preparazione grazie allo sviluppo di tecnologie complesse forti investimenti in comunicazione

la persistenza di pregiudizi sulla qualità dei surgelati prezzi poco competitivi (industria scarica l’aumento dei costi sui listini per mantenere il livello di profitabilità.)

ricerca della convenienza da parte del consumatore con lo spostamento verso le marche commerciali piuttosto che verso I competitors minori.

OPPORTUNITA MINACCE

il consumatore identifica I surgelati come interpreti della modernità alimentare e innovazione tecnologica (controllo e sicurezza) stile di vita più frenetico: ricerca di praticità e servizio i consumatori informati pretendono di sapere esattamente ciò che mangiano maggior consumo di alimenti fuori casa e verso opzioni di cibi pronti ricettati e in monodose esigenza di una dieta varia ed equilibrata In Italia, mercato in crescita

recessione economica e riduzione potere di acquisto crescita private label:prezzi più bassi, forte leva promozionale e ottima reputazione. Nel 2011 hanno raggiunto una quota pari al 25,2% a valore (+6,1% rispetto al 2010) e al 28,5% a volume (+4,4% rispetto a 2010). In Italia discreto potenziale di crescita per il settore perchè l’offerta del fresco è più alta (consumo pro capite tra i più bassi d'Europa (13.,65 kg). sensibilità al prezzo aumento costi di produzione

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DATI DI MERCATODATI 2011

CONSUMO SURGELATI • i consumi pro capite 15KG (media europea 23 KG)• 92% italiani consuma surgelati.• Il 70% li utilizza una o più volte alla settimana. •24 milioni di famiglie hanno acquistato almeno un prodotto da banco freezer * *Fonte : GFK Eurisko

VALORE DEL MERCATO Un mercato che equivale a 32 miliardi di euro di fatturatoNel 2011 ha mantenuto le posizioni : • parità a volume nel retail (+ 0.8% totale)• e (+ 1,0% catering).

TARGET • famiglie più alto consumanti: quelle con figli piccoli• giovani target preferenziale (86%),consumo di alimenti gratificanti (pizze,snack,paste semilavorate,carne impanata,patate fritte)• i meno giovani,per tendenze salutiste, optano per verdura e pesce• le donne maggior utilizzo di vegetali basici

COPERTURA TERRITORIALE

•Nord 67,7% delle vendite a volume. Maggiori punti vendita della grande distribuzione,• Centro 23,5% delle vendite. Canale preferenziale surgelati. •Sud '8,5%. diversa cultura alimentare,più ancorata al fresco e al fatto in casa

STRATEGIE DI INNOVAZIONE

• miglioramento continuo qualità e materie prime•Nuove offerte a più alto o diverso, contenuto nutrizionale (alimenti a più basso contenuto di sodio, senza glutine etc.)•recupero di ricette tradizionali, regionali ma anche internazionali ed etniche per intercettare nuovo target consumatori

Fonte : IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati)

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COMPARTI SEGMENTI DATI 2011

COMPARTO ITTICO

+ 4,5 % del globale ( causa riduzione potere d’acquisto)•pesce naturale + 7%, •mollame e crostacei + 3% •panato e pastellato + 3% bastoncini 1 segmento per num. Acquirenti (single e famiglie giovani,con minor cultura alimentare e tempo .)

PIZZE E SNACK 13 % del comparto totale •+ 3,4 %volume e valore +9%•Pizze grandi + 7 %•Quota di penetrazione assoluta vicina al 60%

VEGETALI 42% delle vendite a volume,224.540 ton. (1 in valore assoluto)•tasso di penetrazione nazionale pari ad oltre 22 milioni di famiglie• in parità i vegetali semplici•Vegetali preparati + 7,9 %• calo zuppe e minestroni (per secondo anno consecutivo)

Tempi di cottura più lunghi

PIATTI PRONTI * 8 % del totale (poca dinamicità causa recessione economica) •Tasso di penetrazione 45 % (al Nord 70 % dei volumi,sud 8 % dei volumi)•Maggior attenzione del consumatore al prezzo•Svantaggio del consumo d’emeregenza o occasionale. Resistono ricette tradizionali (5)• Basso numero di nuovi lanci prodotto: puntare su innovazione

CARNE ROSSA + 3,5 % del comparto totale• forte balzo degli hamburger e delle • referenze dal profilo salutistico e a basso potenziale di grassi

un'opzione conveniente in un momento di difficile congiuntura.

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COMPETITORS

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HORECA I consumi alimentari fuori casa mostrano una crescita superiore alle medie europee proprio nel momento di maggior caduta della domanda complessiva.

Crescita del surgelato nel settore della ristorazioone

I consumi di alimenti surgelati, solo nel catering, sono cresciuti in Italia di quasi il 24% negli ultimi 10 anni

Personalizzazione del prodotto finito, ricettazione "neutra", per elaborare il prodotto in funzione delle diverse aree geografiche d'Italia,nel rispetto della tipicità e della tradizione culinaria locale

La ristorazione commerciale richiede sempre più referenze ad alto valore aggiunto, soprattutto nell'ambito dei contorni vegetali elaborati e ricettati e dei piatti pronti da forno.

Otto italiani su dieci consumano abitualmente pasti fuori casa. i consumi fuori casa hanno superato le 300mila tonnellate .

La ristorazione è il primo segmento per valore del mercato AFH italiano, il terzo d’Europa per valore sia totale sia pro capite con 73 miliardi di euro di fatturato, il 33% circa dei consumi food & bevarage totali.

Incrementi nelle linee di piatti pronti stir fry, nelle loro versioni rinvenibili in microonde, e nelle referenze da forno.

Il plus di queste gamme ad alto contenuto di servizio permettono risparmi di tempo e quindi di costi fissi

* FONTE: FIPE

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FONTI• Fonti - Istat Federalimentare• Centro Studi Fipe Gruppo 2013 • (Quaderni)Censis-Coldiretti• MARK UP n. 185• Fonte: IIAS Sembrano definitivamente archiviati i pregiudizi della maggioranza dei consumatori italiani nei

confronti degli alimenti surgelati. Lo evidenzia una ricerca interna IIAS effettuata su un campione di persone fra i 14 e i 79 anni: il 68,5% di loro dichiara di utilizzare i prodotti surgelati almeno una volta alla settimana.

• Fonte: Nielsen,dati secondo trimestre 2012. In termini reali, i consumi alimentari mostrano un calo del -3,0% tra il 2000 e il 2011, mentre crescono del 4,1% quelli totali. Un fenomeno che ha conosciuto una notevole accelerazione in tempi più recenti: sempre in termini reali, tra il 2005 e il 2011 i consumi alimentari sono scesi, infatti, del 5,1%, a fronte di una crescita del +1,2% dei consumi totali. E proprio il 2011 si è chiuso con una flessione delle vendite alimentari in quantità di circa due punti percentuali. Non a caso, il valore aggiunto dell’industria alimentare è sceso in termini reali di circa 4 punti negli ultimi anni. Le famiglie italiane spendono attualmente per mangiare circa 215 miliardi di euro, 142 tra le mura domestiche e 73 fuori casa.

• * Per i primi piatti la concentrazione maggiore dei consumi si ha nella fascia tra i 35-44 anni, con un inquadramento socio economico medio/medio-alto e in particolare tra i single.

• Fonte: Istituto Astarea, chiamato a svolgere la ricerca, ha interpellato la scorsa estate un campione di 1.000 casi rappresentativo della popolazione italiana (18 – 65 anni). Gli alimenti surgelati guadagnano un riconoscimento molto positivo presso gli italiani: il «voto» medio sui diversi elementi di valutazione è sensibilmente alto, sempre o quasi sopra il 3 di media (su scala massima 4)