Il lunario

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D a oltre cinquecento anni il lu- nario esprime il tempo circo- lare dei contadini: circolare come il girotondo del giorno e della not- te, come la danza del Sole e della Luna, come la processione delle stagioni, come l’eterno ritorno della vita dall’in- fanzia alla rinascita. Compilato tutti gli anni e ogni anno un po’ diverso, vive at- taccato al muro della casa o della stal- la, oppure, nel formato tascabile (com’è più comune tra i contadini), in un cas- setto con gli attrezzi o nelle braghe da lavoro. Per sua natura segna i movimenti e le trasformazioni apparenti della Luna e dei corpi celesti; spesso è anche «calendario», per misurare l’anno e se- gnare i suoi giorni e le sue feste, ed è «al- manacco», per raccontare il tempo che ha fatto e che «farà». In forme e con lin- guaggi differenti, di tempo in tempo e di regione in regione è, soprattutto, pic- cola enciclopedia della cultura popola- re, quella che nasce dalla trasmissione orale e si nutre di esperienza, e al suo in- terno, insieme con il calendario dei san- ti e le fasi della luna, ci si può trovare ogni genere di consigli e notizie utili: ricet- te, albe e tramonti, poesie, proverbi, sto- ria locale, curiosità, lavori del mese e al- tre informazioni per l’uso quotidiano. Cinque secoli Il primo lunario in forma di libretto na- sceva a Genova nel 1473, venti anni dopo l’invenzione della stampa a ca- ratteri mobili: era intitolato La raxone de la Pasca [Pasqua] e de la Luna e le Fe- ste e, come si conviene a un oggetto ri- volto alla gente, era scritto in un volgare farcito con parole della lingua locale. Nel cammino del tempo, i lunari sono cambiati per impostazione e contenu- ti, passando dai pronostici sugli even- ti dell’anno, costruiti sull’astrologia o sulla Cabala, alle previsioni del tempo, dettate a volte dalla fantasia o dalla su- perstizione, e a volte da una continua osservazione del cielo e dei fenomeni at- mosferici condivisa all’interno delle comunità e tramandata nel tempo del- le generazioni. Certamente, tra Sette- cento e Ottocento hanno rappresenta- to la forma di letteratura popolare più diffusa, probabilmente più di quanto fossero diffusi i catechismi e i libri di preghiere. Intorno al 1780, in Italia se ne stampavano oltre 200.000 copie al- l’anno: si chiamavano Barbanera, Ca- samia, Chiaravalle, Il Mangia, La Sibil- la Celeste , Valserena e in cento altri modi. In quel periodo, nel passaggio tra Set- tecento e Ottocento, i lunari, sempre meno dedicati ai pronostici, iniziavano a diventare anche un veicolo di alfabe- tizzazione, adatto per divulgare infor- mazioni e cultura tra la gente; molti as- sumevano un formato tascabile ed era- no scritti per i contadini (un secolo più tardi lo saranno anche per gli operai), e parlavano del tempo, dei lavori del mese, dei giorni per riposare, di tecni- che agricole, proverbi e fiere. Più tardi, in pieno Ottocento, nascevano lunari specialistici per ogni categoria di per- sone: dai commercianti ai viaggiatori, che informavano su distanze, tariffe, cambi di valuta e terre lontane, fino agli aristocratici e alle signore dell’alta bor- ghesia, con notizie di nobiltà, mode, ri- cevimenti e figlie di buona famiglia da maritare. Durante il secolo successivo, quando la tradizione è diventata sempre più cari- catura del passato e rappresentazione fantasiosa di un tempo immobile e un po’ mitico, i lunari si sono sciolti nel conformismo del «com’erano belle e buone le cose di una volta», qualche vol- ta scritti in dialetto più o meno stret- to, con lo sguardo rivolto al campani- le e la penna intinta nella nostalgia. Cosa resta Finite le mode, esaurita la nostalgia, dei cento lunari tascabili che spopolavano Il lunario: piccola enciclopedia della cultura popolare Breve storia del lunario contadino, dalle sue origini fino alle ultime edizioni pubblicate ancora oggi in alcune regioni italiane. di Massimo Angelini

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Daoltre cinquecento anni il lu-nario esprime il tempo circo-lare dei contadini: circolare

come il girotondo del giorno e della not-te, come la danza del Sole e della Luna,come la processione delle stagioni,come l’eterno ritorno della vita dall’in-fanzia alla rinascita. Compilato tutti glianni e ogni anno un po’ diverso, vive at-taccato al muro della casa o della stal-la, oppure, nel formato tascabile (com’èpiù comune tra i contadini), in un cas-setto con gli attrezzi o nelle braghe dalavoro. Per sua natura segna i movimentie le trasformazioni apparenti dellaLuna e dei corpi celesti; spesso è anche«calendario», per misurare l’anno e se-gnare i suoi giorni e le sue feste, ed è «al-manacco», per raccontare il tempo cheha fatto e che «farà». In forme e con lin-guaggi differenti, di tempo in tempo edi regione in regione è, soprattutto, pic-cola enciclopedia della cultura popola-re, quella che nasce dalla trasmissioneorale e si nutre di esperienza, e al suo in-terno, insieme con il calendario dei san-ti e le fasi della luna, ci si può trovare ognigenere di consigli e notizie utili: ricet-te, albe e tramonti, poesie, proverbi, sto-ria locale, curiosità, lavori del mese e al-tre informazioni per l’uso quotidiano.

Cinque secoliIl primo lunario in forma di libretto na-sceva a Genova nel 1473, venti annidopo l’invenzione della stampa a ca-ratteri mobili: era intitolato La raxonede la Pasca [Pasqua] e de la Luna e le Fe-ste e, come si conviene a un oggetto ri-volto alla gente, era scritto in un volgarefarcito con parole della lingua locale.Nel cammino del tempo, i lunari sonocambiati per impostazione e contenu-ti, passando dai pronostici sugli even-ti dell’anno, costruiti sull’astrologia osulla Cabala, alle previsioni del tempo,dettate a volte dalla fantasia o dalla su-perstizione, e a volte da una continua

osservazione del cielo e dei fenomeni at-mosferici condivisa all’interno dellecomunità e tramandata nel tempo del-le generazioni. Certamente, tra Sette-cento e Ottocento hanno rappresenta-to la forma di letteratura popolare piùdiffusa, probabilmente più di quantofossero diffusi i catechismi e i libri dipreghiere. Intorno al 1780, in Italia sene stampavano oltre 200.000 copie al-l’anno: si chiamavano Barbanera, Ca-samia, Chiaravalle, Il Mangia, La Sibil-la Celeste, Valserena e in cento altri modi.In quel periodo, nel passaggio tra Set-tecento e Ottocento, i lunari, sempremeno dedicati ai pronostici, iniziavanoa diventare anche un veicolo di alfabe-tizzazione, adatto per divulgare infor-mazioni e cultura tra la gente; molti as-sumevano un formato tascabile ed era-no scritti per i contadini (un secolo piùtardi lo saranno anche per gli operai),e parlavano del tempo, dei lavori delmese, dei giorni per riposare, di tecni-che agricole, proverbi e fiere. Più tardi,in pieno Ottocento, nascevano lunarispecialistici per ogni categoria di per-sone: dai commercianti ai viaggiatori,che informavano su distanze, tariffe,cambi di valuta e terre lontane, fino agliaristocratici e alle signore dell’alta bor-ghesia, con notizie di nobiltà, mode, ri-cevimenti e figlie di buona famiglia damaritare.Durante il secolo successivo, quando latradizione è diventata sempre più cari-catura del passato e rappresentazionefantasiosa di un tempo immobile e unpo’ mitico, i lunari si sono sciolti nelconformismo del «com’erano belle ebuone le cose di una volta», qualche vol-ta scritti in dialetto più o meno stret-to, con lo sguardo rivolto al campani-le e la penna intinta nella nostalgia.

Cosa resta Finite le mode, esaurita la nostalgia, deicento lunari tascabili che spopolavano

Il lunario:piccola enciclopedia della cultura popolare

Breve storia del lunario contadino, dalle sue origini fino alle ultime edizioni pubblicate ancora oggi in alcune regioni italiane.

di Massimo Angelini

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a metà Ottocento, in Italia oggi pare chene siano rimasti solo nove: il Gran Pesca-tore di Chiaravalle, stampato a Torino dal1701 e a Tortona dal 1750; il Campitel-li Barbanera, a Foligno dal 1763; il Soli-tario Piacentino, dal 1795, il Sesto CajoBaccelli, a Firenze da oltre 200 anni; il Pe-scatore Reggiano, dal 1847; il Lunariet-to Giuliano, a Trieste dal 1995; il Luna-rio Bolognese, dal 1998; in Liguria infi-ne c’è Il Bugiardino che io e Maria Chia-ra Basadonne abbiamo fatto rinascere 5anni fa, cercando di mettere in equilibrioun genere letterario spesso imbevuto di su-perstizione, insieme con i saperi popola-ri sul tempo e sulla terra raccolti per annidi voce in voce. Ne è uscito un libricinoche rimettiamo a punto ogni anno per darevitalità a un prodotto che nasce dal pro-fondo della cultura rurale, cercando di re-stituire nuova dignità alla visione ciclica deltempo, e tentando di mantenere aperto unpiccolo varco per continuare a dialogare conil cielo. Quel cielo che questo tempo discienza cinica e di pensiero materiale ren-de solido e opaco e, a poco a poco, chiu-

de sulle nostre teste e sul nostro cuore comeuna cupola di cemento.

Innovazione nella continuitàSe alcuni tra i lunari tascabili di oggi re-stano fedeli, anno dopo anno, allo stessomodello, altri sperimentano una lenta in-novazione nella continuità. Alcuni sonoorientati a una cultura prevalentemente cit-tadina, altri guardano soprattutto allaterra e parlano dei lavori da compiere neicampi, nella cantina e in casa, e sono co-struiti sul mese lunare e sull’anno conta-dino regolato dalle quattro tempora (pe-riodi particolari che preparano le stagio-ni) e dalle scadenze fisse che, ancora pergran parte della gente della nostra cam-pagna, portano nomi di santi e di feste: san-t’Antonio abate (17 gennaio, cuore del-l’inverno), quando gli animali agricolinella stalla parlano tra loro e inizia il Car-nevale; san Marco (25 aprile), giorno del-le rogazioni intorno ai paesi e principio deltempo quando le brinate possono essere piùnefaste e il grano rischia di essere divora-to dalla ruggine; natività di san Giovanni

Battista (24 giugno), notte prossima al sol-stizio, magica di fuochi e benedizioni; sanRocco (16 agosto), quando finisce la pri-ma estate ed è tempo di fare scorta di ciboe di legna; san Martino (11 novembre),quando terminano e ripartono i contrat-ti agrari; e così si potrebbe dire di molti al-tri giorni.I «vecchi» contadini osservano questedate, i cicli della Luna crescente e calan-te, seguono i consigli dell’agricoltura tra-dizionale e si affidano alla Provvidenza; i«nuovi» contadini talvolta osservano i ci-cli della Luna ascendente e discendente ela sua proiezione giornaliera nelle case del-le dodici (ma sono tredici!) costellazioni,seguono le regole dell’agricoltura biologicae ragionano di energie. Se i «vecchi» e i«nuovi» parlano forse non si capiscono, mase lavorano probabilmente sì: sembranoespressione di mondi diversi, ma sono tut-ti contadini, e per tutti è evidente l’armo-nia del tempo che sempre ritorna nella gio-stra del giorno, delle stagioni e della vita,e il matrimonio profondo tra la loro ter-ra e la Luna. l

IL BUGIARDINOIn tutte le librerie e le edicole della Liguria. Contatti: Consorzio della Quarantinacasella postale 40, ufficio PT 0616149 Genova – [email protected]

Dove trovare i lunari di oggi

ALMANACCO UNIVERSALE DEL GRAN PESCATORE DI CHIARAVALLE: nelle edicole del Piemonte e dintorni. Contatti:Editoriale Chiaravalle, strada perGenova 3/G, 15057 Tortona (Al),[email protected]

SESTO CAJO BACCELLI: in molteedicole e alcune librerie dellaToscana. Contatti: Edizioni Ofiria, via Bolognese 165, 50139 Firenze

LUNARIO BOLOGNESE: nelleedicole delle province di Bologna,Modena e dintorni. Editore Italvox,via Cherubini 2/B, 40141 Bologna,[email protected]

SOLITARIO PIACENTINO:nelle edicole della provinciadi Piacenza. Contatti: T.E.P.,strada di Cortemaggiore 50,29100 Piacenzatel 0523 504918

CAMPITELLI BARBANERA(solo Centro e Sud-Italia, danon confondere conl’Almanacco Barbanera,grande come un libro):chiedere all’editore il puntovendita più vicino: EditorialeCampi, via S. Giuseppe 1,06038 Spello (Pg),[email protected]

IL GRAN PESCATORE DI CHIARAVALLE: nellelibrerie della provincia diTorino e nelle edicole delPiemonte. Contatti: AltieriEditore, 10093 Collegno (To),[email protected]

IL PESCATORE REGGIANO:da ordinare direttamenteall’editore: Bizzochi Editore,p. Vallisneri 3/a, 42100 Reggio Emilia,[email protected]

LUNARIETTO GIULIANO: da richiedere direttamenteall’IGSCD, via Trento 15,34132 Trieste,[email protected]