LE VITTIME SONO IN GRAN PARTE ANZIANI. DECINE DI CASI … · 2019-07-26 · con Parma nostra. 35...

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QUOTIDIANO D'INFORMAZIONE FONDATO NEL 1735 VENERDÌ 28 OTTOBRE 2016 www.gazzettadiparma.it EURO 1,50 DIREZIONE -REDAZIONE -AMMINISTRAZIONE -TIPOGRAFIA: Via Mantova, 68 - 43122 Parma, - Tel. 0521/2251 - Fax 0521/225522 - e-mail [email protected] ABBONAMENTI (per l'Italia) 359 copie Euro 343,00; 180 copie: Euro 202,00; 90 copie: Euro 102,00 - Prezzo di una copia arretrata: Euro 3,00 - Poste Italiane Sped. in A.P. . - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1 c1, DCB Parma - Gazzetta Card: 359 copie Euro 298,00; 180 copie Euro 173,00. Con MiniCard Small 15 copie Euro 20,00; con MiniCard Large 42 copie Euro 50; con MiniCard XL 62 copie Euro 70,00 In edicola CON LA Le 100 canzoni per bambini più belle di sempre 2 Il 3° cd A 4,80 y(7HB5J0*QOTKLQ( +.!#!z!$!{ ANNO 281 N. 298 con «Parma economica» e 6,50 - con «Il grande libro della polenta» e 11,50 con «L 'Orsaro - Rivista del Cai» e 6,50 con «Parma nostra. 35 anni, il meglio del lunario parmigiano 1982-2016» e 11,50 con «Il grande libro di salse e sughi» e 11,50 con «Calendario 2017 Parma calcio» e 12.50 con «Cd le 100 canzoni per bambini più belle di sempre» 1. uscita e 3,30 2. 3. 4. uscita e 6,30 CRIMINALITÀ LE VITTIME SONO IN GRAN PARTE ANZIANI. DECINE DI CASI Proposte a luci rosse E poi rubano il Rolex Banda di ragazze dell'Est fa razzia di orologi preziosi PARMA II Succede di frequente in pieno centro e durante il giorno. Una graziosa ragazza che arriva da qualche paese dell'Est avvicina un anziano che porta al polso un orologio di lusso. Poi, dopo qual- che domanda banale, scatta la trappola a luci rosse. La donna afferra la mano dell'uomo e si fa toccare offrendo intanto rappor- ti sessuali. Un'avance inconsue- ta? Non proprio. Perché quel ge- sto serve ad afferrare l'orologio dell'uomo, quasi sempre un Ro- lex, che viene fatto sparire. Quando la vittima se ne accorge la ladra è già lontana. In cerca di altri uomini da derubare con la sexi truffa. Pelagatti uPAG. 7 EDITORIALE Le risposte da dare a un Paese ferito u Pino Agnetti u P er il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi, «non ha più senso rimanere qui». Per quello di Castelsan- tangelo sul Nera, Mauro Fal- cucci, «il nostro paese è fini- to». Ussita e Castelsantangelo, entrambi in provincia di Ma- cerata, sono due dei borghi maggiormente colpiti dal nuo- vo terremoto abbattutosi l’al- tra sera sul Centro Italia. Una manciata di chilometri più a Sud sorge (o meglio sorgeva vi- sto che le nuove scosse hanno fatto crollare l’ultimo palazzo rimasto miracolosamente in piedi) Amatrice. Simbolo me- sto dell’apocalisse tellurica che, appena sessanta giorni prima, aveva causato 298 vit- time e fatto abbassare di 20 centimetri l’Appennino. Sta- volta, non ci sono stati morti. Un po’ per le migliorie anti- sismiche adottate dopo l’ana- logo terremoto del 1997. Un po’ perché la prima scossa ha fatto uscire la gente per strada in anticipo di un paio d’ore ri- spetto alla seconda (di appena un decimo di grado inferiore a quella che aveva raso al suolo Amatrice!). Ma il bilancio, condensato nelle parole di quei due sindaci, è lo stesso drammatico. E rimanda al momento, di una difficoltà senza precedenti, che il Paese intero sta attraversando. Non senza segnali incoraggianti e degni di essere rimarcati, tan- to più con il cuore dell’Italia che continua a tremare e a far tremare. Penso in particolare alla prontezza dei primi soc- corsi. Segno di una “macchi- na” - dalla protezione civile, al- le forze dell’ordine e quando necessario all’esercito – che c’è e funziona. Come di uno spi- rito che mi verrebbe da defi- nire - scusandomi per la pa- rolaccia - “patriottico”. Dopo di che, da quei paesini di mon- tagna nuovamente sconvolti da una fragilità endemica e de- stinata a durare, giunge chiara e forte l’eco della paura peg- giore di tutte: quella di essere lasciati soli e senza un futuro. Impedire che si propaghi, fino a divenire un’onda incontrol- labile, è dunque oggi la priorità assoluta. Dovrebbe capirlo an- che l’Europa, magari inviando- ci subito una seconda nota (a parziale correzione di quella appena recapitataci) con scrit- to “Sappiate che per l’emergen- za terremoto potrete contare su di noi senza condizione al- cuna”. Sì, perché anche que- st’ultimo sisma ha seminato distruzioni in pieno suolo eu- ropeo, appunto. Non al Polo Nord. E naturalmente dovreb- be capirlo quel poco o quel tan- to di classe politica rimastaci. Immaginiamoci infatti cosa potrebbe accadere se alle mi- gliaia di sfollati di Ussita e Ca- stelsantangelo e degli altri cen- tri devastati non fosse garan- tita una sistemazione adeguata (e non solo per l’inverno ormai alle porte), mentre altrove si requisiscono le strutture desti- nate sine die ai migranti. E non sarebbe forse questo il mo- mento perché i nostri parla- mentari decidessero, domani stesso, di ridursi sul serio (e non per finta) lo stipendio, de- stinando il risparmio ottenuto proprio alle popolazioni terre- motate? Nell’Italia degli appal- ti pubblici - quanti ne serviran- no per ricostruire quei nostri meravigliosi borghi? - scam- biati ancora con escort e maz- zette, probabilmente utopie. Senza le quali, però, sarà im- possibile riuscire a tenere in- sieme un Paese messo come il nostro. Ricordarlo non è reto- rica. Ma un mero richiamo alla realtà. Prima che la terra si spacchi sotto i nostri piedi in- goiandoci tutti. u [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA PILASTRELLO Allarme per una fuga di gas: evacuata una palazzina PAG. 9 FIDENZA Mense: la protesta dei genitori alla De Amicis PAG. 34 In corsivo Le tracce del «delitto» Davide Barilli L'argomento scatena fantasie. E battute. Del tipo, se le corna avessero le foglie saremmo sempre all'ombra. Qualcun altro ha scritto: Adulterio? Incollare altrove ciò che si è rotto in casa. Beh, Il futuro di una vita di coppia può dipendere anche da ciò che resta nelle proprie mutande. O su un cuscino, un tappeto, un sedile di un'auto: insomma, i luoghi (ca- nonici) del tradimento. Fa discutere il test per scoprire se sei stato cornificato ideato dalle due professioniste parmigiane, una giurista e una biologa, ovvero Sara Castellani e Barbara Candiani. Il kit che hanno inventato permette di trovare liquido seminale sul «luogo del delitto», ovvero nelle alcove (più o meno improvvisate) che nascondono le prove dell'inoppugnabile corno. Proviamo a immaginare la scena: un lui o una lei con il dubbio atroce di essere stati ingannati dal partner. Eccoli, come segugi, che si arrabattano con fialette, cotton fioc e altri materiali contenuti nel kit fai da te «Sos infedeltà» a caccia di luoghi incriminabili o di mutande da esaminare. Immagine poco edificante, diciamolo. Forse peggiore della verità. O del sospetto: che perlomeno dà a ognuno il libero arbitrio di decidere quale è la propria soglia del ragionevole dubbio. u INTERVISTA ESCLUSIVA «HO CAPITO ALCUNI ERRORI» Apolloni a cuore aperto: «Presto il vero Parma» Fiducioso «Non mi sento come De Boer, anzi, la società mi ha messo nelle migliori condizioni per lavorare. Ma è giusto chiederci di più» Grossi uPAG. 47 all'interno HALLOWEEN Un weekend da paura in città e nei castelli FORNOVO «Vini di Vignaioli»: la natura in bottiglia LESIGNANO Capodanno celtico fra magia e antichi riti PARLA ANDREI Verdi Off, il primo acuto di «Parma, io ci sto!» Pedrabissi PAG. 7 SOCCORSO ROSA Vigili del fuoco: la carica delle donne Longoni PAG. 14 SCUOLA Primo giorno in classe: le foto dei remigini PAG. 36-37-38-39 y7KqZy1L+hbYjd+zAhv6jjXWOI0Wt/1OPFLCskKxcrs=

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QUOTIDIANO D'INFORMAZIONE FONDATO NEL 1735VENERDÌ28 OTTOBRE 2016

www.gazzettadiparma.itEURO 1,50DIREZIONE -REDAZIONE -AMMINISTRAZIONE -TIPOGRAFIA: Via Mantova, 68 - 43122 Parma, - Tel.0521/2251 - Fax 0521/225522 - e-mail [email protected] ABBONAMENTI (per l'Italia)359 copie Euro 343,00; 180 copie: Euro 202,00; 90 copie: Euro 102,00 - Prezzo di una copiaarretrata: Euro 3,00 - Poste Italiane Sped. in A.P. . - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1 c1, DCBParma - Gazzetta Card: 359 copie Euro 298,00; 180 copie Euro 173,00. Con MiniCard Small 15copie Euro 20,00; con MiniCard Large 42 copie Euro 50; con MiniCard XL 62 copie Euro 70,00

In edicolaCON LA

Le 100 canzoni per bambinipiù belle di sempre 2

Il 3° cd

A 4,80

y(7HB5J0*QOTKLQ( +.!#!z!$!{

ANNO 281N. 298

con «Parma economica» e 6,50 - con «Il grande libro della polenta» e 11,50con «L'Orsaro - Rivista del Cai» e 6,50con «Parma nostra. 35 anni, il meglio del lunario parmigiano

1982-2016» e 11,50con «Il grande libro di salse e sughi» e 11,50con «Calendario 2017 Parma calcio» e 12.50con «Cd le 100 canzoni per bambini più belle di sempre»

1. uscita e 3,30 2. 3. 4. uscita e 6,30

CRIMINALITÀ LE VITTIME SONO IN GRAN PARTE ANZIANI. DECINE DI CASI

Proposte a luci rosseE poi rubano il RolexBanda di ragazze dell'Est fa razzia di orologi preziosi

PARMA

II Succede di frequente in pienocentro e durante il giorno. Unagraziosa ragazza che arriva daqualche paese dell'Est avvicinaun anziano che porta al polso unorologio di lusso. Poi, dopo qual-che domanda banale, scatta latrappola a luci rosse. La donnaafferra la mano dell'uomo e si fatoccare offrendo intanto rappor-ti sessuali. Un'avance inconsue-ta? Non proprio. Perché quel ge-sto serve ad afferrare l'orologiodell'uomo, quasi sempre un Ro-lex, che viene fatto sparire.Quando la vittima se ne accorgela ladra è già lontana. In cerca dialtri uomini da derubare con lasexi truffa. Pelagatti uPAG. 7

EDITORIALE

Le risposte da darea un Paese ferito

uPino Agnetti u

P er il sindaco di Ussita,Marco Rinaldi, «nonha più senso rimanere

qui». Per quello di Castelsan-tangelo sul Nera, Mauro Fal-cucci, «il nostro paese è fini-to». Ussita e Castelsantangelo,entrambi in provincia di Ma-cerata, sono due dei borghimaggiormente colpiti dal nuo-vo terremoto abbattutosi l’al -tra sera sul Centro Italia. Unamanciata di chilometri più aSud sorge (o meglio sorgeva vi-sto che le nuove scosse hannofatto crollare l’ultimo palazzorimasto miracolosamente inpiedi) Amatrice. Simbolo me-sto dell’apocalisse telluricache, appena sessanta giorniprima, aveva causato 298 vit-time e fatto abbassare di 20centimetri l’Appennino. Sta-volta, non ci sono stati morti.Un po’ per le migliorie anti-sismiche adottate dopo l’ana -logo terremoto del 1997. Unpo’ perché la prima scossa hafatto uscire la gente per stradain anticipo di un paio d’ore ri-spetto alla seconda (di appenaun decimo di grado inferiore aquella che aveva raso al suoloAmatrice!). Ma il bilancio,condensato nelle parole diquei due sindaci, è lo stessodrammatico. E rimanda almomento, di una difficoltàsenza precedenti, che il Paeseintero sta attraversando. Nonsenza segnali incoraggianti edegni di essere rimarcati, tan-to più con il cuore dell’Italiache continua a tremare e a fartremare. Penso in particolarealla prontezza dei primi soc-corsi. Segno di una “macchi -na” - dalla protezione civile, al-le forze dell’ordine e quandonecessario all’esercito – che c’èe funziona. Come di uno spi-rito che mi verrebbe da defi-nire - scusandomi per la pa-rolaccia - “patriottico”. Dopodi che, da quei paesini di mon-tagna nuovamente sconvolti

da una fragilità endemica e de-stinata a durare, giunge chiarae forte l’eco della paura peg-giore di tutte: quella di esserelasciati soli e senza un futuro.Impedire che si propaghi, finoa divenire un’onda incontrol-labile, è dunque oggi la prioritàassoluta. Dovrebbe capirlo an-che l’Europa, magari inviando-ci subito una seconda nota (aparziale correzione di quellaappena recapitataci) con scrit-to “Sappiate che per l’emergen -za terremoto potrete contaresu di noi senza condizione al-cuna”. Sì, perché anche que-st’ultimo sisma ha seminatodistruzioni in pieno suolo eu-ropeo, appunto. Non al PoloNord. E naturalmente dovreb-be capirlo quel poco o quel tan-to di classe politica rimastaci.Immaginiamoci infatti cosapotrebbe accadere se alle mi-gliaia di sfollati di Ussita e Ca-stelsantangelo e degli altri cen-tri devastati non fosse garan-tita una sistemazione adeguata(e non solo per l’inverno ormaialle porte), mentre altrove sirequisiscono le strutture desti-nate sine die ai migranti. E nonsarebbe forse questo il mo-mento perché i nostri parla-mentari decidessero, domanistesso, di ridursi sul serio (enon per finta) lo stipendio, de-stinando il risparmio ottenutoproprio alle popolazioni terre-motate? Nell’Italia degli appal-ti pubblici - quanti ne serviran-no per ricostruire quei nostrimeravigliosi borghi? - scam-biati ancora con escort e maz-zette, probabilmente utopie.Senza le quali, però, sarà im-possibile riuscire a tenere in-sieme un Paese messo come ilnostro. Ricordarlo non è reto-rica. Ma un mero richiamo allarealtà. Prima che la terra sispacchi sotto i nostri piedi in-goiandoci [email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

P I L A S T R E L LO

Allarme peruna fuga di gas:e va c u a t auna palazzinaPAG. 9

FIDENZA

Mense:la protestadei genitorialla De AmicisPAG. 34

In corsivo

Le tracce del «delitto»Davide Barilli

L'argomento scatena fantasie. E battute. Del tipo, se le corna avessero lefoglie saremmo sempre all'ombra. Qualcun altro ha scritto: Adulterio?Incollare altrove ciò che si è rotto in casa. Beh, Il futuro di una vita dicoppia può dipendere anche da ciò che resta nelle proprie mutande. O suun cuscino, un tappeto, un sedile di un'auto: insomma, i luoghi (ca-nonici) del tradimento. Fa discutere il test per scoprire se sei statocornificato ideato dalle due professioniste parmigiane, una giurista euna biologa, ovvero Sara Castellani e Barbara Candiani. Il kit chehanno inventato permette di trovare liquido seminale sul «luogo deldelitto», ovvero nelle alcove (più o meno improvvisate) che nascondono leprove dell'inoppugnabile corno. Proviamo a immaginare la scena: un luio una lei con il dubbio atroce di essere stati ingannati dal partner. Eccoli,come segugi, che si arrabattano con fialette, cotton fioc e altri materialicontenuti nel kit fai da te «Sos infedeltà» a caccia di luoghi incriminabilio di mutande da esaminare. Immagine poco edificante, diciamolo. Forsepeggiore della verità. O del sospetto: che perlomeno dà a ognuno il liberoarbitrio di decidere quale è la propria soglia del ragionevole dubbio. u

INTERVISTA ESCLUSIVA «HO CAPITO ALCUNI ERRORI»

Apolloni a cuore aperto:«Presto il vero Parma»Fiducioso «Non mi sento come De Boer, anzi, la società mi ha messonelle migliori condizioni per lavorare. Ma è giusto chiederci di più»Grossi uPAG. 47

all'interno

H A L LOW E E N

Un weekendda paurain cittàe nei castelli

FO R N OVO

«Vinidi Vignaioli»:la naturain bottiglia

LESIGNANO

Capodannocelticofra magiae antichi riti

PARLA ANDREI

Verdi Off, il primoacuto di «Parma,

io ci sto!»Pedrabissi PAG. 7

SOCCORSO ROSA

Vigili del fuoco:la caricadelle donneLongoni PAG. 14

SCUOLA

Primo giornoin classe: le foto

dei remiginiPAG. 36-37-38-39

y7KqZy1L+hbYjd+zAhv6jjXWOI0Wt/1OPFLCskKxcrs=

Totta
Rettangolo
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VENERDÌ 28 OTTOBRE 2016 7

Intervista Paolo Andrei coordinatore del Petalo Cultura dell'associazione fa il bilancio della prima edizione della rassegna

«V erdi Off» ha ac-compagnatoquotidiana -mente questoottobre festiva-

liero a suon di musica e immagini,spesso inedite, incarnando uno deiprimi campi attuativi di «Parma, io cisto!». I quattro «petali» perimetranoil raggio d'attenzione dell'associazio-ne (il buon cibo, la nostra cultura, ilturismo e il tempo libero, la forma-zione e l'innovazione).Ne scattiamo l'istantanea con il coor-dinatore del petalo cultura, Paolo An-drei, 54 anni, professore di EconomiaAziendale nel nostro Ateneo, da treanni presidente della Fondazione Ca-riparma.

Professor Andrei, tecnicamente pos-siamo definire l'associazione «Par-ma, io ci sto!» una neonata. «VerdiOff» è già stato un banco di provaimportante...«Con l'Associazione abbiamo avviatodiverse progettualità, e “Verdi Off” è,al momento, la più visibile tra quellepromosse dal tavolo di lavoro sullacultura. Oltre a questa iniziativa, stia-mo lavorando su un progetto riguar-dante l'illuminazione e la valorizza-zione della Camera di San Paolo, mi-gliorandone anche l'accoglienza turi-stica. Stiamo inoltre verificando lafattibilità di un progetto molto inte-ressante intorno agli Orti di San Gio-vanni e all'antica Spezieria, per ilquale abbiamo già avuto contatti conla Soprintendenza e con i soggetti cheoperano in quell'area. Con l'architettoGuido Canali e un gruppo di espertiche si sono resi disponibili, abbiamoavviato uno studio teso a individuaresoluzioni migliorative, in termini di

fruibilità, del complesso della Pilotta,con un riverbero positivo anche sulMuseo Bodoniano. Non entro nel det-taglio, perché siamo agli albori e per-ché, ovviamente, non potrà essere so-lo un progetto di “Parma, io ci sto!”,ma andrà condiviso con le Istituzionipreposte alla gestione e alla salva-guardia del complesso monumentale.Desidero poi ricordare, con riferi-mento ad altre tematiche al centrodell’attenzione della nostra associa-zione, un progetto molto importante,quello della Scuola di alta formazione

«Verdi Off» Lo spettacolo per la festa inaugurale del Festival Verdi in Pilotta. A sinistra Paolo Andrei.

Verdi Off Il melodramma in ogni angolo della città, anche all’interno del carcere di via Burla

La Traviata va in scena dietro le sbarre

L' A S S O C I A Z I O N E

Questa la governancePresidenteAlessandro ChiesiConsiglio direttivoAlessandro Chiesi, AndreaPontremoli, Luca Virginio,Alberto Figna, Davide Bollati,Giovanni Baroni, Carlo GalloniCoordinatore Petalo Buon CiboGuido BarillaCoordinatore Petalo TurismoAndrea PontremoliCoordinatore Petalo CulturaPaolo AndreiCoordinatore Petalo FormazioneAlessandro ChiesiSegretario GeneraleGiovanna Usvardi

Per informazioni:www.parmaiocisto.com

Parma io ci sto,il primo acutoè il Verdi Off«Da ripetere l'esperienza all'Ospedale Pietro Barilla»«Coinvolgere Busseto e il territorio provinciale»di Mara Pedrabissi

in scienze degli alimenti, nato in capoall'Università di Parma e che “Parma,io ci sto!” ha condiviso, anche repe-rendo risorse significative».

Tornando a «Verdi Off», forse rappre-senta l'impegno più visibile proprioper sua natura, svolgendosi spessoin luoghi aperti e gratuitamente...«“Verdi Off” è il primo passo di un'i-dea che è stata promossa dall'asso-ciazione con il contributo fondamen-tale della Fondazione Teatro Regio edi tante persone che, grazie al lavorodei laboratori, hanno apportato ideeed energie positive nel tentativo direndere il più popolare possibile lacultura verdiana. L’obiettivo consistenel rendere il Festival Verdi non soloun evento per appassionati, ma ungrande appuntamento che faccia co-noscere il Maestro e che veda coin-volto tutto il territorio parmense».

Un bilancio di questa prima edizio-ne?«E' forse prematuro, anche perchéabbiamo fissato per le prossime set-timane una riflessione attenta su ciòche ha funzionato bene, cosa meno, esu quali idee nuove introdurre. Sen-z'altro va detto che, in questo anno“zero”, ci siamo trovati a organizzarele iniziative in tempi molto stretti.Tra gli aspetti positivi, senza dubbiola buona mobilitazione, nonostante itempi, degli esercizi commerciali cit-tadini e di tante persone che si sonolasciate coinvolgere. Credo poi che siastato particolarmente significativoportare la musica di Verdi nei luoghidove di norma non viene eseguita:penso, ad esempio, alla recita ispirataal Falstaff all'Ospedale dei bambiniPietro Barilla o alla rappresentazione

Con il soprano Iacobellis,il tenore Urbanie il coinvolgimento direttodel coro dei detenuti

Ilaria Notari

II Violetta? E’ in carcere, e questa vol-ta i famosi «anni di galera» di Verdinon c’entrano.

Con l’iniziativa che vedrà «La tra-viata» in scena all’interno del Car-cere di via Burla, c’entra invece l’o-

biettivo di Verdi Off di portare la mu-sica in ogni angolo della città.

Domani l’attore e regista Bruno Sto-ri rievocherà l’opera con gli allievi delConservatorio.

In scena il soprano Giovanna Iaco-bellis, il tenore Davide Urbani e il ba-ritono Gaetano Vinciguerra accom-pagnati al pianoforte da Iulia Ratiu ecoordinati da Donatella Saccardi.

E’ stato inoltre creato il Coro deiDetenuti, preparato da Benedetta To-ni attraverso una serie di incontri for-mativi e musicali che, oltre ad averapprofondito i temi inerenti l’opera,

hanno fatto esperienza del canto co-rale sul celebre brindisi che cante-ranno in scena.

«Questa iniziativa consolida unacollaborazione col Teatro che voglia-mo strutturare sempre più - ha dettoalla presentazione dello spettacolo,Carlo Berdini, direttore degli IstitutiPenitenziari di Parma - I detenutihanno apprezzato la sensibilità delRegio. Quest’anno si è voluto un coin-volgimento diretto dei detenuti, chehanno fatto le prove, mostrando uninteresse assoluto. E’ stata un’attivitàcon una valenza trattamentale im-

portante per dodici detenuti italianidi alta sicurezza che, su base volon-taria hanno deciso di partecipare ma-nifestando quindi una seria motiva-zione. La realizzazione del progetto èstata possibile grazie al lavoro dellaPolizia Penitenziaria che ha fatto dacollante tra gli aspetti di sicurezza equelli trattamentali».

Alla conferenza erano presenti il di-rettore del Regio Anna Maria Meo e laConsulente Barbara Minghetti.

«La musica è una ricchezza per idetenuti - ha aggiunto SamanthaMauro, vice comandante della Po-lizia Penitenziaria - e un centinaiodi detenuti di media sicurezza di al-tri circuiti, potrà godere dello spet-tacolo».u

© RIPRODUZIONE RISERVATA«La Traviata» in carcere Ieri la presentazione dell'iniziativa. FOTO ANDOLINA

di Traviata che si terrà domani in car-cere. Esperienze sicuramente da va-lorizzare e da sviluppare ulteriormen-te. Se devo fare però una critica, pen-so che il baricentro sia stato troppoincentrato sulla città. Dobbiamocoinvolgere sempre più Busseto, leTerre Verdiane e, più in generale, l’in -tero territorio provinciale».

All'inizio degli anni Duemila, il Festi-val Verdi venne talora bollato comeun'invenzione della politica, avulsadalla «pancia» della città. Oggi nonpuò esistere più il dubbio...«Il Festival Verdi ha un suo signifi-cato, per Parma e per il mondo, in-nanzitutto perché è l'omaggio al Mae-stro. Detto ciò, dobbiamo essere bravinel promuovere, insieme alla culturaverdiana, anche il nostro territorio.Credo ci sia ampio margine per unturismo culturale di livello e “VerdiOff” è aperto ai contributi e alle ideedi chiunque voglia lanciare nuove sfi-de in tal senso».

E' implicita la soddisfazione per l'ap-provazione del Ddl sul finanziamentostabile al Festival Verdi. Tra l'altronella sua doppia veste, visto che Fon-dazione Cariparma è uno dei partnerstorici...«Assolutamente sì. Il riconoscimentoda parte del Senato con sostanzialeunanimità è un risultato straordina-rio, e lo dico innanzitutto come par-migiano e come appassionato di mu-sica. Attendiamo che il provvedimen-

to passi anche alla Camera, ma rico-nosciamo che c'è stato l'impegno ditante persone, a partire da chi si èspeso personalmente per l’otteni -mento di questo risultato».

A proposito di impegno diffuso, sia«Parma, io ci sto!» che «Verdi Off»non sono scatole chiuse ma organi-smi aperti...«E' verissimo. Innanzitutto l'adesio-ne a “Parma, io ci sto!” è aperta non

solo alle imprese, ma anche alle sin-gole persone, e sul sito www.par-maiocisto.com sono presenti tutti glielementi per potersi informare. Inquesti primi mesi di attività abbiamotenuto incontri pubblici molto parte-cipati. Abbiamo raccolto diversi sug-gerimenti, che speriamo di poter va-lorizzare anche grazie all’impegno dicoloro che li hanno proposti».

Come si pongono i più giovani verso«Parma, io ci sto!»?«I giovani ci stanno particolarmentea cuore. Con “Parma, io ci sto!” dob -biamo lavorare ancora di più percoinvolgerli positivamente: occorreavere fiducia in loro e permettere chepossano sprigionare le loro energiepiù positive, sapendoli veramenteascoltare».

Infine, voi vi siete costituiti come as-sociazione apolitica, giusto?«Certamente sì. Vogliamo semplice-mente tentare di offrire un contribu-to positivo allo sviluppo della nostracomunità, e ciò, ovviamente, deve es-sere fatto senza preconcetti, con ladovuta umiltà e con una grande at-tenzione all’ascolto e al dialogo; tuttoquesto senza volersi sostituire in al-cun modo nei compiti di pertinenzadelle differenti istituzioni che opera-no nei campi ai quali “Parma io cisto!” rivolge la sua attenzione, ma ri-cercando sempre un confronto stimo-lante e costruttivo».u

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Progetti«Vogliamo tentaredi offrire un contributopositivo allo sviluppodella nostra comunità»

Letti per voi

ElisaFabbri

Non sappiamo quasi nulla delloscrittore tedesco Ernst Haf-fner, autore di un solo, straor-

dinario romanzo, «Fratelli di sangue».Fu giornalista e assistente sociale poiscomparve nel 1933, quando il nazismosi impadronì della Germania: forse fuggìo forse morì in guerra, ma di lui non siebbero più notizie. La prima edizionedel libro fu arsa dai nazisti, e solo orapossiamo conoscere questo capolavoro:un romanzo crudo e struggente, ca-ratterizzato da una scrittura veloce eintensa, da uno stile realista ma denso dipathos. Nei primi anni Trenta, nellazona Est di Berlino, si svolge l’aspra vita

quotidiana dei ragazzi appartenenti allabanda dei «Fratelli di sangue». Sonogiovani emarginati, sempre alla ricercadi qualche soldo per mangiare in unabettola o in una mensa, sempre allaricerca di un luogo precario dove dor-mire. E’ un’umanità dolente e stremata,composta da ragazzi spesso senza fa-miglia, fuggiti da un istituto di cor-rezione o dalle percosse di qualche ge-nitore. Sono giovani eppure conosconola parte più oscura della vita: alcuni siprostituiscono, altri rubano, altri com-battono contro bande rivali. Conoscono,dunque, la violenza e l’abiezione, eppurecommuovono nella loro strenua lotta

per sopravvivere, per strappare un mo-mento di pace o comunanza affettivaalla consueta disperazione. Si muovonoin un universo disgregato, piagato etremendo; fa quasi sempre freddo nellaBerlino dei bassifondi, la neve è gelata:ci sono posti dove rifugiarsi, fra l’odore ela sporcizia, purchè si possa mangiareun tozzo di pane raffermo e fumare unasigaretta vicino ad una stufa. La nottela si trascorre bevendo birra o acquavitein locali chiassosi di infimo ordine, fraprostitute drammaticamente giovani odesolatamente vecchie, dove uominiin pelliccia adescano i ragazzi di stra-da. Arriviamo a conoscere per nome i

giovani della banda, a capire i lorocaratteri, l’ingenuità di fondo soffocatadai bisogni e dagli stenti. In un sot-tosuolo sconvolgente scorrono le vi-cende dei protagonisti: c’è la gioia quan-do si riesce a mettere insieme un pastocaldo, quando si può dormire all’a-sciutto, quando si riesce a ridere e adivertirsi. Ma ogni giorno si apre din-nanzi a loro un vuoto abissale, e l’as -soluta mancanza di futuro li rende vit-time, eroi tragici, reietti ed esclusi.u

®Fratelli di sanguedi Ernst HaffnerFazi, pag. 206, A 17,50

CulturaA BOGLIOLO IL PREMIO STENDHAL DELLA TRADUZIONEE' il traduttore dal francese Giovanni Bogliolo il vincitore del «PrixStendhal de la Traduction» promosso dall’Ambasciata di Francia in Italia eche verrà consegnato a palazzo Farnese a Roma il 23 novembre.

«FRATELLIDI SANGUE»:IL ROMANZOCHE I NAZISTIMISEROAL ROGO