L’INTERVISTA La nuova stagione dello XIMENIANO pdf/CALAMIA prof Mario... · 2017-09-15 · Il...

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INVENTARIO TOSCANA OGGI 13 marzo 2016 18 Connessi e massaggiati bbiamo già parlato di lotta per la conquista della nostra attenzione da parte dell’industria dell’intrattenimento. È singolare come anche innovazioni tecnologiche apparentemente diverse da questo possano in realtà essere gravide di conseguenze. Alla recente esposizione dell’elettronica di Las Vegas centinaia di aziende che hanno presentato le loro novità per l’auto che si guida da sola. Mancano ormai pochi anni alla sua diffusione di massa, ma la cosa che ci interessa in questa sede è come ci si prepara a sfruttare l’attenzione del guidatore. Liberato dall’incombenza di guidare l’auto, sarà corteggiato da una «nuvola» di possibilità di svago. Sul fronte hardware sono comparsi schermi sempre più grandi (la Bmw ha presentato schermi da 21 pollici: siamo a dimensioni di un televisore), mentre sul versante software l’offerta è strabordante. Alcuni modelli VW sono in grado di offrire serie tv e altri contenuti tarati sulla durata del viaggio, calcolata dal navigatore satellitare. Audi ha presentato un sistema che incrocia informazioni disparate per organizzare al meglio l’ecosistema dell’auto.Verifica i parametri vitali del conducente, il tipo di guida, l’intensità del traffico, così da variare il climatizzatore, posizione del sedile, funzione massaggio, scelta dei programmi video. Fca sta sviluppando la capacità di modificare la visualizzazione dei messaggi se presente o no il passeggero (per la privacy del conducente).Tutto molto morbido, rilassato, ovattato. Essere totalmente connessi nel micromondo dell’auto è uno straordinario laboratorio per la connessione totale. Ma se invece di essere connessi per essere solo massaggiati volessimo esserlo anche, e soprattutto, per comunicare? A mondo MEDIA di Anselmo Grotti in DIALOGO di Leonardo Biancalani Sten, montagne di solidarietà n uomo, un personaggio che ho avuto la possibilità di incontrare e con cui ho parlato è Giuliano Stenghel, in arte Sten. Nato a Rovereto nel 1953, nella sua lunga carriera di alpinista ha aperto più di duecento vie nuove ed è stato chiamato maestro del friabile, per sua la capacità di muoversi su rocce difficili ed estremamente fragili. Dal 1978 è istruttore nazionale d’alpinismo e da qualche anno istruttore emerito del Cai, Agai e socio accademico del Gruppo scrittori di montagna. Ma la sfida più grande è quella quotidiana con Serenella, l’associazione che ha fondato qualche anno fa con la collaborazione di alcuni amici. Intitolata alla prima moglie Serenella, morta prematuramente, ha come obiettivo la solidarietà verso chi soffre: sono ormai centinaia i progetti realizzati in tutto il mondo, migliaia i bambini in condizioni di povertà estrema a cui è arrivato un aiuto concreto, specialmente con l’adozione a distanza. Sten è anche un fecondo scrittore, con decine di libri all’attivo. È stato protagonista del film a due puntate Il Salto delle Streghe, prodotto dalla Rai, e nel 1998 ha prodotto e diretto il cortometraggio Il bimbo. Giuliano, quanto è importante questo connubio tra alpinismo e solidarietà? «È fondamentale, le montagne così come il creato prima di tutto ti insegnano a scoprire che tu non sei nulla in confronto all’immensità che vedi e contempli.Tutto questo ti porta ad allargare il cuore con gesti di solidarietà». U DI ANTONIO LOVASCIO ondato da un Gesuita (Leonardo Ximenes), è il fiore all’occhiello degli Scolopi fin da quando salivano ad Arcetri ad assistere Galileo ormai cieco e a far tesoro dei suoi insegnamenti. Anche se, dopo la morte del mitico Padre Dino Bravieri, l’Osservatorio Ximeniano di Firenze ha cambiato struttura giuridica ed è diventato una Fondazione. Alla guida dell’Istituto c’è uno scienziato di fama internazionale, Mario Calamia, una vita passata in cattedra a formare centinaia di ingegneri nelle Università di Firenze e Pisa, a trasmettere le teorie dei Campi elettromagnetici all’Accademia Navale di Livorno; un ricercatore che ha legato il suo nome alla Nasa e alle «missioni» dello «Shuttle», insignito nel 2002 del Premio «Wernher von Braun» dell’Agenzia Spaziale Tedesca. A lui e ad un manager vulcanico e curatore di archivi storici come Aubrey Westinghouse (pronipote del grande genio George Westinghouse, scopritore del freno ad aria compressa) di origini canadesi ma ormai ben impiantato in Toscana, il non facile compito di modernizzare l’Istituto. È un piacere entrare nel complesso di San Giovannino progettato e costruito dall’Ammannati, che dall’alto domina ancora i tetti di Firenze con la cupola del telescopio; di fronte alla Basilica di San Lorenzo, a due passi dal Duomo e dalle Cappelle Medicee. L’Osservatorio vuole cambiare passo. Cerca un rilancio. Come? Ce lo spiega il presidente Calamia: «L’obiettivo è quello di valorizzare l’immenso patrimonio culturale scientifico accumulato in 250 anni, finora conosciuto dai cosiddetti esperti del settore, per mostrarlo anche alla comunità locale e internazionale con uno sguardo particolare per gli studenti. Mantenendo tuttavia attivi quei settori scientifici nei quali lo Ximeniano può dare ancora un contributo non solo storico». Mi pare di capire che vi ribellate all’idea di essere considerati solo un Museo. Volete essere una struttura di studio e ricerca viva, capace di proiettare il suo passato nel presente. In che modo pensate di offrire un servizio alla comunità scientifica? «Come le dicevo, abbiamo un patrimonio di conoscenze e di strumentazione che ne fanno un centro di riferimento storico-scientifico per l’intera comunità, ma al tempo stesso è tuttora parte integrante di un sistema di studio e di analisi dei dati giocando un ruolo attivo in due campi: in quello meteorologico con il Cnr, fornendo i dati relativi alla climatologia urbana di Firenze e, in quello sismologico, con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, rappresentando una delle più qualificate stazioni di rilevamento dell’attività tellurica». Qui in Toscana non vi sentite «schiacciati» da altri centri che prevedono e certificano i fenomeni meteorologici e atmosferici? La vostra specificità? «È vero, ci sono molti altri centri che lavorano in questo settore, ma per esempio nel campo meteorologico siamo i soli che misurano i dati relativi alle emissioni di CO2 e di metano nell’ambito urbano. Inoltre lo Ximeniano fa parte di una rete di Stazioni meteo diffuse nel mondo. A giorni lo Ximeniano e l’Ibimet del Cnr installeranno una stazione meteo nell’orto di Getsemani in Israele. L’utilità delle stazioni meteo non sta tanto nel raccogliere i dati nel giardino di casa, ma nel confrontare i dati raccolti da centinaia di stazioni sparse nel mondo. È dalla seconda metà dell’Ottocento che si è riconosciuto che i fenomeni meteorologici sono fenomeni globali, e quindi la loro valutazione va fatta su scala globale». Immagino che abbiate dei progetti F L’Osservatorio meteorologico e sismologico situato nel centro di Firenze si ribella all’idea di essere considerato ormai solo un museo. Divenuto Fondazione, ha come presidente Mario Calamia, che parla dei progetti futuri e ricorda la sua lunga collaborazione con la Nasa La nuova stagione dello XIMENIANO L’INTERVISTA

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INVENTARIOTOSCANA OGGI13 marzo 201618

Connessie massaggiati

bbiamo già parlato di lotta per laconquista della nostra attenzione

da parte dell’industriadell’intrattenimento. È singolare comeanche innovazioni tecnologicheapparentemente diverse da questopossano in realtà essere gravide diconseguenze. Alla recente esposizionedell’elettronica di Las Vegas centinaia diaziende che hanno presentato le loronovità per l’auto che si guida da sola.Mancano ormai pochi anni alla suadiffusione di massa, ma la cosa che ciinteressa in questa sede è come ci siprepara a sfruttare l’attenzione delguidatore. Liberato dall’incombenza diguidare l’auto, sarà corteggiato da una«nuvola» di possibilità di svago. Sulfronte hardware sono comparsi schermisempre più grandi (la Bmw hapresentato schermi da 21 pollici: siamo adimensioni di un televisore), mentre sulversante software l’offerta èstrabordante. Alcuni modelli VW sono ingrado di offrire serie tv e altri contenutitarati sulla durata del viaggio, calcolatadal navigatore satellitare. Audi hapresentato un sistema che incrociainformazioni disparate per organizzare almeglio l’ecosistema dell’auto.Verifica iparametri vitali del conducente, il tipo diguida, l’intensità del traffico, così davariare il climatizzatore, posizione delsedile, funzione massaggio, scelta deiprogrammi video. Fca sta sviluppando lacapacità di modificare la visualizzazionedei messaggi se presente o no ilpasseggero (per la privacy delconducente).Tutto molto morbido,rilassato, ovattato. Essere totalmenteconnessi nel micromondo dell’auto è unostraordinario laboratorio per laconnessione totale. Ma se invece diessere connessi per essere solomassaggiati volessimo esserlo anche, esoprattutto, per comunicare?

A

mondo MEDIA

di Anselmo Grotti

in DIALOGO

di Leonardo Biancalani

Sten, montagnedi solidarietà

n uomo, un personaggio che hoavuto la possibilità di incontrare e

con cui ho parlato è GiulianoStenghel, in arte Sten. Nato aRovereto nel 1953, nella sua lungacarriera di alpinista ha aperto più diduecento vie nuove ed è statochiamato maestro del friabile, per suala capacità di muoversi su roccedifficili ed estremamente fragili. Dal1978 è istruttore nazionaled’alpinismo e da qualche annoistruttore emerito del Cai, Agai e socioaccademico del Gruppo scrittori dimontagna. Ma la sfida più grande èquella quotidiana con Serenella,l’associazione che ha fondato qualcheanno fa con la collaborazione di alcuniamici. Intitolata alla prima moglieSerenella, morta prematuramente, hacome obiettivo la solidarietà verso chisoffre: sono ormai centinaia i progettirealizzati in tutto il mondo, migliaia ibambini in condizioni di povertàestrema a cui è arrivato un aiutoconcreto, specialmente con l’adozionea distanza. Sten è anche un fecondoscrittore, con decine di libri all’attivo. Èstato protagonista del film a duepuntate Il Salto delle Streghe,prodotto dalla Rai, e nel 1998 haprodotto e diretto il cortometraggio Ilbimbo.Giuliano, quanto è importantequesto connubio tra alpinismo esolidarietà?«È fondamentale, le montagne cosìcome il creato prima di tutto tiinsegnano a scoprire che tu non seinulla in confronto all’immensità chevedi e contempli.Tutto questo ti portaad allargare il cuore con gesti disolidarietà».

U

DI ANTONIO LOVASCIO

ondato da un Gesuita (LeonardoXimenes), è il fiore all’occhiellodegli Scolopi fin da quandosalivano ad Arcetri ad assistere

Galileo ormai cieco e a far tesoro deisuoi insegnamenti. Anche se, dopo lamorte del mitico Padre Dino Bravieri,l’Osservatorio Ximeniano di Firenze hacambiato struttura giuridica ed èdiventato una Fondazione. Alla guidadell’Istituto c’è uno scienziato di famainternazionale, Mario Calamia, una vitapassata in cattedra a formare centinaia diingegneri nelle Università di Firenze ePisa, a trasmettere le teorie dei Campielettromagnetici all’Accademia Navale diLivorno; un ricercatore che ha legato ilsuo nome alla Nasa e alle «missioni»dello «Shuttle», insignito nel 2002 delPremio «Wernher von Braun»dell’Agenzia Spaziale Tedesca. A lui e adun manager vulcanico e curatore diarchivi storici come AubreyWestinghouse (pronipote del grandegenio George Westinghouse, scopritoredel freno ad aria compressa) di originicanadesi ma ormai ben impiantato inToscana, il non facile compito dimodernizzare l’Istituto. È unpiacere entrare nel

complesso di San Giovannino progettatoe costruito dall’Ammannati, che dall’altodomina ancora i tetti di Firenze con lacupola del telescopio; di fronte allaBasilica di San Lorenzo, a due passi dalDuomo e dalle Cappelle Medicee.L’Osservatorio vuole cambiare passo.Cerca un rilancio. Come? Ce lo spiega ilpresidente Calamia: «L’obiettivo è quellodi valorizzare l’immenso patrimonioculturale scientifico accumulato in 250anni, finora conosciuto dai cosiddettiesperti del settore, per mostrarlo anchealla comunità locale e internazionalecon uno sguardo particolare per glistudenti. Mantenendo tuttavia attivi queisettori scientifici nei quali lo Ximenianopuò dare ancora un contributo non solostorico».Mi pare di capire che vi ribellate all’ideadi essere considerati solo un Museo.Volete essere una struttura di studio ericerca viva, capace di proiettare il suopassato nel presente. In che modopensate di offrire un servizio allacomunità scientifica?«Come le dicevo, abbiamo unpatrimonio di conoscenze e distrumentazione che ne fanno un centrodi riferimento storico-scientifico perl’intera comunità, ma al tempo stessoè tuttora parte integrante di unsistema di studio e di analisi deidati giocando un ruolo attivo in

due campi: in quello meteorologico conil Cnr, fornendo i dati relativi allaclimatologia urbana di Firenze e, inquello sismologico, con l’Istitutonazionale di geofisica e vulcanologia,rappresentando una delle più qualificatestazioni di rilevamento dell’attivitàtellurica».Qui in Toscana non vi sentite«schiacciati» da altri centri cheprevedono e certificano i fenomenimeteorologici e atmosferici? La vostraspecificità?«È vero, ci sono molti altri centri chelavorano in questo settore, ma peresempio nel campo meteorologicosiamo i soli che misurano i dati relativialle emissioni di CO2 e di metanonell’ambito urbano. Inoltre loXimeniano fa parte di una rete diStazioni meteo diffuse nel mondo. Agiorni lo Ximeniano e l’Ibimet del Cnrinstalleranno una stazione meteonell’orto di Getsemani in Israele. L’utilitàdelle stazioni meteo non sta tanto nelraccogliere i dati nel giardino di casa, manel confrontare i dati raccolti dacentinaia di stazioni sparse nel mondo.È dalla seconda metà dell’Ottocentoche si è riconosciuto che i fenomenimeteorologici sono fenomeni globali,e quindi la loro valutazione va fattasu scala globale».Immagino che abbiate dei progetti

F

L’Osservatorio meteorologico e sismologico situato nel centro di Firenze si ribella all’idea di essereconsiderato ormai solo un museo. DivenutoFondazione, ha come presidente Mario Calamia, che parla dei progetti futuri e ricorda la sua lungacollaborazione con la Nasa

La nuova stagionedello XIMENIANO

L’INTERVISTA

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INVENTARIO TOSCANA OGGI13 marzo 2016 19

I fratelli sono dueel nome dei fratelli. IlCapriccio sopra la lontananza

del fratello dilettissimo (BWV992), dedicato al fratellocoetaneo Johann Jacob inprocinto di lasciare laGermania, fa spessodimenticare che Bach scrisseanche il Capriccio In honoremJoh. Christoph BachiiOhrdrufiensis in mi maggiore(BWV 993), dedicato al fratellopiù anziano che aveva accolto aOhrdruf entrambi i fratellinidopo la morte dei genitori.Quest’opera è composta perprima in ordine di tempo, forserisalente agli anni di Lüneburg,dov’era a completare il propriocorso di studi. Il brano intendecon tutta evidenza omaggiare ilsuo grande benefattore, nellacui casa Johann Sebastian avevapotuto e saputo cogliere i primifrutti della sua educazionemusicale. Il portamentobizzarro, stravagante,formalmente libero, chegeneralmente caratterizza uncapriccio è qui del tutto assente,trattandosi di un lavoro in ununico movimento di 126battute, dominato da un solosoggetto introno al quale ilgiovane musico pare girovagarealla ricerca di combinazionicontrappuntistiche, in un vagostile di fuga ma senza indugiarenel rigore proprio di questaforma musicale. Squarci a duevoci, che anticipano leInvenzioni a due voci degli annidi Köthen, si incuneano in unastruttura che ha il sapore dellatoccata, quasi una evocazione diFrescobaldi, da cui risulteràinvece molto distante ilCapriccio sopra la lontananza delfratello dilettissimo, composto adArnstadt in seguito: non traggain inganno l’invertito numerodel BWV.

N

Bach e la BIBBIA

di Mario Ruffini

Quanto è difficile,di questi tempi,sbarcare il lunario!

barcare il lunario»: un’espressione che

riconduce al passato ma cherende bene il concetto dicome, di questi tempi, siasempre più difficile, a livelloeconomico, andare avanti.Il lunario è una sorta dicalendario, di almanaccopopolare, che riporta non soloi giorni e i mesi dell’anno maanche le fasi lunari, i santi, ledate di mercati e fiere, consiglimorali, previsionimeteorologiche, astrologiche ericette di cucina.Il termine lunario, attestatogià alla fine del Cinquecento,ha quindi esteso il significatodi anno, per cui, conl’espressione sbarcare il lunario,si è soliti indicare chi è indifficoltà finanziarie e riescead arrivare a stento «in porto»ovvero alla fine dell’anno.In questo senso nell’Ottocentoveniva usata l’espressione daGiuseppe Giusti («Si rassegna,si tien corto, / colla rendita d’unorto / sbarca il suo lunario») e daGiosuè Carducci che nel 1869così scriveva in una letteraall’editore Barbera per spiegarela difficile situazioneeconomica in cui si trovava: «Mi conviene far conto anche diqueste minuzie, per isbarcaremese per mese alla meglio il miolunario».

parola per PAROLAdi Lorella Pellis

da completare o iniziare. Quali sonole priorità?«La prima priorità è far conoscere larealtà dell’Osservatorio a una baseassai più larga dell’attuale e, al tempostesso, completare all’interno losviluppo di uno strumentoinventariale che consenta di avere benpresente l’intero e ricchissimopatrimonio documentale estrumentale».Oggi siete collegati ad altriimportanti Istituti. Come si sviluppaquesto rapporto?«L’Osservatorio, ripeto, ha unaconvenzione con l’Ibimet-Cnr incampo meteorologico e una conl’Ingv nel delicatissimo settore dellasismologia e dello studio deifenomeni tellurici in Italia e all’esteromediante la nostra avanzata stazionedi rilevamento che è inserita in unarete molto ampia».La Fondazione che avete costituito eche lei presiede haanche il compitoingrato di reperirefinanziamenti. L’ideadi costituire

l’associazione «Amici delloXimeniano» sta dando buoni frutti?«L’Associazione “Amici delloXimeniano”, presieduta da PadreDante Sarti, vice presidente della Fox,ha lo scopo di sostenere laFondazione. Stiamo allargando ilcampo d’interesse per la nostra anticaistituzione attraverso i canali diconsolidate realtà cittadine che ciaiutano a far conoscere il nostropatrimonio. L’Associazione “Amicidello Ximeniano” è lo strumento checi permetterà di poter mantenere vivae vitale quest’antica istituzione. Gli ex-allievi delle Scuole Pie e la societàfiorentina si sono sempre dimostratiaffascinati dall’Osservatorio econtiamo sul loro aiuto. È semplicediventare “Amico dello Ximeniano” edimostrare così l’interesse per unadelle più antiche istituzioniscientifiche fiorentine».Padre Bravieri curava molto ilrapporto con il mondo della scuola.Proseguono le visite di classi? Qual èil «percorso» espositivo?«Il rapporto con il mondo dellascuola è un nodo focale della nostraattuale attività. Stiamo lavorandosulle visite scolastiche per farconoscere questo particolarepatrimonio rimanendo all’interno delcarisma dell’Ordine degli Scolopi, chesi è sempre occupato dell’educazionedei giovani. Mostriamo un percorsoche va dall’astronomia alla radio-tecnica, passando per la cartografia, lameteorologia, la sismologia e lafondamentale invenzione del motorea scoppio che vide la luce proprioall’interno della nostra istituzione. Aquesto scopo, data la varietà e vastitàdegli argomenti, stiamo organizzandodei percorsi mirati alla conoscenza deivari settori».Quest’anno ricorre il cinquantesimoanniversario dell’alluvione diFirenze. Come lo ricorderete? Lestrumentazioni danneggiate sonostate tutte recuperate? «L’Osservatore Ximeniano fa partedel Comitato di coordinamento delProgetto Firenze 2016 per i 50 annidell’alluvione del 4 novembre 1966 esta collaborando perl’organizzazione di eventisignificativi. Il primo evento (18aprile 2016) è legato alla figura diEnzo Ferroni, eminente scienziatoche tanto si prodigò per il recuperodelle opere d’arte. Seguiranno altreiniziative. Per quanto si riferisce alla

strumentazione, particolarmentedanneggiata fu quella sismologicaperché collocata, per esigenzescientifiche, nel sottosuolodell’Istituto. Non molto ha potutoessere recuperato, ma uno sforzo fufatto per l’importante sismografo diGalitzine-Alfani, oggi esposto nelnostro museo».A proposito di anniversari.Immagino che non passerannoinosservati i trecento anni dallanascita del vostro fondatore, ilgesuita Leonardo Ximenes. Cosaavete in ponte?«Ritengo significativo il fatto cheLeonardo Ximenes, anche dopo ilpassaggio dello Osservatorioastronomico agli Scolopi, rimase alavorare all’interno. Il nome diXimeniano fu dato all’osservatorioalla morte di Ximenes. Oltre cheastronomo, fu un grande idraulico.Numerose sono le testimonianze dalui lasciate in Toscana. Nell’ambitodegli eventi di Progetto Firenze 2016,stiamo organizzando un convegno suXimenes e sul suo lavoro di bonifica ecanalizzazione delle acque inMaremma e in altre varie zone dellaToscana. Speriamo anche di riuscire aottenere dal Ministero dello sviluppoeconomico l’emissione di unfrancobollo commemorativo: sarebbeun giusto riconoscimento ad ungrande uomo che si è tanto dedicatoal benessere della comunità».Ora che è fuori dall’Università, hanostalgia per l’attività accademica?«Ho lasciato l’insegnamento quandoil rigo anagrafico (come sono solitoripetere) e la legge me lo hannoimposto. Ho abbandonato anche gliimpegni operativi alla “TechnicalUniversity” di Delft, dove ero stato“visiting professor” per 12 anni, noncedendo alle reiterate richieste di queicolleghi a continuare, perché nontrovavo corretto insegnare a Delft enon a Firenze. Accettai invece di fareparte del Comitato d’onore con iltitolo di “professor emeritus”.Continuo a vivere in ambientiscientificamente validi e questo èmolto importante. Spesso sonocoinvolto da ex-collaboratori e questomi dà grande soddisfazione».Ha collaborato a lungo con la Nasa.Le esperienze più emozionanti?«A un certo momento della mia vitaprofessionale sono stato coinvolto inattività spaziali. L’approccio inizialeera legato alla mia esperienza

radaristica: sono stato “ltalian ProjectScientist” in uno dei maggioriprogrammi di Osservazione Radardella Terra dallo Spazio, la “Missionto Planet Earth”, che ha vistol’Agenzia spaziale italiana (Asi)coinvolta con Nasa (Agenzia SpazialeUsa) e Dlr (Agenzia spaziale tedesca)in tre missioni spaziali. Le esperienzepiù emozionanti? Tante. Il ProjectScientist è l’elemento di collegamentotra gli scienziati a terra e gli astronautiin volo. La navetta era lo Shuttle e sitrattava di missioni scientificheabitate di durata massima di 12, 13giorni, con lo scopo di raccogliereinformazioni sulla scelta deiparametri radar per le future missionioperative».C’è una data che non dimenticheràmai?«Quella dell’11 ottobre 1994: alloraero anche direttore generale dell’Asied ero a Roma perché il direttoregenerale della Nasa, Daniel Goldin,era in visita in Italia. Eravamo alMinistero degli esteri per unariunione quando Goldin rispose aduna chiamata telefonica per diresubito dopo: “In questo momento loShuttle è felicemente atterrato”. Si eracompletata con successo la secondamissione e aggiunse: “È stata lamissione più seguita negli Usa (e inGermania, aggiungo), seconda soloallo sbarco sulla Luna”. In Italia se neparlò poco e con non pochi errori.Quando nel 2002, dopo il successodella terza missione, mi fu conferitodall’Agenzia spaziale tedesca il PremioWernher Von Braun - il più prestigiosopremio tedesco in campo spaziale - ene detti comunicazione al presidentepro-tempore dell’Asi pregandolo diinformarne tutti coloro che avevanopartecipato con me agli eventi perchéil merito era di tutto il team, credo dinon avere avuto risposta o comunqueuna risposta non in linea con ilriconoscimento ricevuto».Che contributo offre oggi la Toscanaalla comunità scientifica?«Posso solo fare una riflessione dicarattere generale. Ci sono certamentedelle eccellenze, come in tutta Italia,ma c’è anche un impegno diffuso acontribuire allo sviluppo vertiginosodella Scienza nel senso più ampio deltermine. Non mancano certamente ifurbetti di turno. Ma ci sono semprestati, senza mai riuscire a mutare ilcorso della Storia, quello con la Smaiuscola».

ante gocce possono diventare un oceano». Facendo proprio il motto lanciato - conla sua saggezza e l’inconfondibile sorriso - da padre Dino Bravieri poco prima che

salisse in Paradiso, il professor Mario Calamia, radici siciliane ma da anni stabilitosi aFirenze, cerca di trasmettere tutta la sua passione a quanti sono con lui impegnati nelrilancio dell’Osservatorio Ximeniano. Un’eredità pesante quella che gli ha lasciato padreDino, costruita prima da scienziati come padre Giovanni Inghirami, padre FilippoCecchi ed il suo successore padre Guido Alfani, che hanno lasciato tracce sontuose neglistudi astronomici, meteorologici, matematici e cartografici. Ma il «profilo» scientifico edumano di Calamia è più che rassicurante. Nel suo curriculum spicca non solo l’ampia earticolata attività di insegnamento e ricerca svolta nelle università di Firenze e Pisa,all’Accademia navale di Livorno, al «Master on Space Systems Engineering» presso laTechnical University di Delft (Olanda), nell’ambito delle tematiche tipichedell’elettromagnetismo applicato, documentata da non meno di duecentopubblicazioni. Calamia è stato inoltre direttore generale dell’Agenzia spaziale italiana edelegato italiano allo Space Advisory Group (Sag) della Comunità europea. Acoronamento di una eccezionale carriera gli è stato appunto conferito nel 2002 ilPremio «Wernher von Braun» dell’Agenzia spaziale tedesca, dopo aver lavorato a lungoal programma congiunto di Asi, Nasa e Dara, che ha utilizzato contemporaneamente treradar montati sullo «Shuttle per l’osservazione della Terra dallo spazio». Ilriconoscimento (intitolato ad uno dei più grandi scienziati di astronautica ed istituitonel 1978 con lo scopo di premiare il lavoro di team di studiosi e tecnici operanti incampo spaziale) è stato attribuito al docente fiorentino in particolare per i risultati e icontributi portati alla ricerca dalla «Shuttle Radar Topography Mission», spedizionespaziale del febbraio del Duemila. Al progetto, il cui responsabile scientifico italiano èstato proprio Calamia, hanno partecipato l’Agenzia spaziale italiana (Asi), a fianco dellaNasa, Nima (National Imagery & Mapping Agency) e l’Agenzia spaziale tedesca (Dlr). LoShuttle, partito dal «Kennedy Space Center» in Florida, ha utilizzato apparecchiatureradar tarate in modo da avere due immagini simultanee, leggermente diverse, dellastessa scena, che hanno permesso di ricostruire un’immagine tridimensionale dellasuperficie terrestre.

A.L.

LA SCHEDA

Quell’eredità lasciata da padre Dino Bravieri