Il libero arbitrio- estratto libro - Metodio d'Olimpo

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IL LIBERO ARBITRIO Metodio d’Olimpo a fronte Testo originale

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Un tentativo rigoroso e attento di rispondere alla domanda sull’origine del male; una testimonianza di un pensatore cristiano che dialoga con intellettuali pagani del suo tempo. http://www.paoline.it/blog/padri-e-maestri-dello-spirito/863-il-libero-arbitrio-di-metodio-d-olimpo.html

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  • TESTI

    Ne Il libero arbitrio, edito per la primavolta in italiano a cura di Roberta Franchi, Metodio affronta domande che attraversano la storia delluomo: quali sono lorigine e le ragioni del male? Come pu un Dio buono e giusto permetterlo?

    Il paradosso di unesistenza che anela alla felicit mentre sperimenta il dolore del male anima e pervade il testo. Considerando dap-prima il momento della creazione (Dio ha creato il male?), per poi riflettere sul male stesso (cos il male?), attraverso le opinioni di tre interlocutori, il dialogo giunge a un punto decisivo: il libero arbitrio a deter-minare la possibilit del male che, in ultima istanza, disobbedienza a Dio.

    La visione di Metodio tuttavia non pessimistica; egli compie un passo ulteriore, attribuendo al libero arbitrio una funzione fondamentalmente e profondamente posi-tiva: luomo, per essere veramente libero, deve poter anche disobbedire. Il libero arbi-trio, insomma, un dono damore di Dio e un privilegio concesso in vista della salvezza.

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    IL LIBEROARBITRIO

    Metodio dOlimpo

    Letture cristiane del primo millennioCollana diretta da Gabriele Pelizzari

    Comitato di redazione: Alberto Camplani, Elena Giannarelli, Claudio Gianotto, Giuseppe Laiti, En-rico Norelli, Giuseppe Vison, Gianfranca Zanca-naro, Antonio Zani.

    Gli antichi cristiani, per comunicare, approfon-dire e difendere la propria fede, hanno prodotto e messo in circolazione, in ambienti e lingue diverse, un patrimonio considerevole di scritti divenuto an-che momento significativo delle culture nelle quali il cristianesimo si diffuso.

    La collana, grazie alla competenza di specialisti, rende accessibili opere e antologie tematiche di questa letteratura nel testo originale, ricavato dalle migliori edizioni critiche disponibili, e con accurate traduzioni. Unampia introduzione ambienta il lettore nel contesto delle problematiche e delle sensibilit entro le quali le opere prendono corpo. Le note, di tipo letterario, storico e teologico, accompagnano la lettura, consentendo di familiarizzarsi con idee e pratiche lontane dal nostro mondo culturale. Gli indici (scritturistico, onomastico, tematico) permettono di rintracciare rapidamente aspetti specifici e particolari dei testi e la bibliografia, selezionata con cura, orienta il proseguimento dello studio.

    Lintento mostrare come ogni testo sia frutto eparte di una storia, di un processo di comunicazio-ne, fondando sul rigore scientifico lappassionataricerca di un passato vitale per il nostro presente.

    Comitato dei revisori: Juan Jos Ayn Calvo, MarcoBais, Edoardo Bona, Luciano Bossina, Antonio Cac-ciari, Remo Cacitti, Valentina Calzolari, BenedettoClausi, Ignazio De Francesco, Gregor Emmenegger, Emiliano Fiori, Matteo Grosso, Augusto Guida, Eric Junod, Jean-Daniel Kaestli, Alain Le Boulluec, Gio-vanni Lenzi, Clementina Mazzucco, Carlo Nardi, To-bias Nicklas, Bernard Outtier, Michel-Yves Perrin, Pierluigi Piovanelli, Paul-Hubert Poirier, EmanuelaPrinzivalli, Andr-Louis Rey, Marco Rizzi, Alessan-dro Rossi, Teresa Sardella, Andr Schneider, Cristina Simonelli, Chiara Somenzi, Maria Veronese.

    Tutte le pubblicazioni di questa collana sono sottopo-ste a double-blind peer review.

    In copertina:Il peccato di Adamo ed Eva, dettaglio da sarcofago della prima met del IV secolo: Muse dpartemental Arles antique.

    RobeRta FRanchi Research Fellow presso il Research Centre for the Huma-nities Institute of History dellAccade-mia delle Scienze di Budapest. Collaboraad alcuni progetti di ricerca allestero, in particolare presso le Universit di Siviglia, Bamberg, nonch con la Coastal Carolina University.

    Si occupa dei rapporti tra cristianesimo e filosofia, di poesia cristiana, letteratura tardo-bizantina, di gender studies e santital femminile. membro della EuropeanSociety for Catholic Theology.

    Oltre a numerosi articoli e saggi in ri-viste specializzate e atti di convegno, ha pubblicato ledizione critica con introdu-zione e commento di Nonno di Panopo-li, Parafrasi del Vangelo di San Giovanni.Canto sesto (Bologna 2013).

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  • Metodio dOlimpo

    IL LIBERO ARBITRIO

    a cura di Roberta Franchi

  • IFATALISMO O LIBERT? METODIO DOLIMPO

    E LA SECOLARE QUERELLE

    1. le cOOrdinate di un anticO MisterO:lOrigine del Male

    Nel 1710 il filosofo Gottfried Wilhelm von Leibniz pubblicava i Saggi di teodicea sulla bont di Dio, la libert delluomo e lorigine del male, nei quali elaborava una den-sa riflessione sul problema del male nel mondo, destinata a rimanere centrale nel dibattito teologico del XVIII seco-lo. Eloquenti le parole di apertura:

    Vi sono due labirinti famosi, nei quali la nostra ragio-ne si smarrisce assai di frequente; luno investe la grande questione del libero e del necessario, con particolare riferi-mento alla produzione e allorigine del male; laltro consi-ste nella discussione circa la natura della continuit e degli invisibili (...). Il primo mette in imbarazzo pressoch lin-tero genere umano, laltro mette alla prova solo i filosofi1.

    Queste considerazioni di Leibniz costituiscono unop-portuna introduzione al delicato rapporto tra origine del male, libert e necessit. Siamo di fronte a un vero e pro-prio labirinto, perch il tema animato da un contenuto

    1 G. Cantelli - M. Marilli (curr.), G.W. von Leibniz, Saggi di teodicea sulla bont di Dio, la libert delluomo e lorigine del male, Milano 1996, I, 40 (trad. it. M. Marilli). Le parole di Leibniz ci ricordano come il proble-ma del male interessi lintero genere umano, perch, oltre a essere ogget-to di studio da parte di specialisti, esperienza quotidiana e interiore che ha agitato almeno una volta lanimo di ogni uomo.

  • 10 Introduzione

    ricco, profondo, ma anche complesso e difficile, fatto di problematiche strettamente intrecciate tra loro e che si di-ramano a loro volta in numerosi rivoli, non meno decisi-vi, di portata uguale o contraria: fato, libert, grazia, prov-videnza e prescienza2.

    Il problema del male immenso, illimitato: il pro-blema dei problemi. Si estende alluomo e a tutta la crea-zione, ma come conciliarlo con il dogma della causalit divina e con lesistenza di un Dio provvidente? Dio ha creato ogni cosa, autore di tutte le nature. Il male for-se una cosa? Possiede una natura? Dio avrebbe dunque creato delle nature cattive? Non potrebbe impedirlo, es-sendo egli onnipotente e infinitamente buono? Esiste for-se qualcosa che gli resiste, cos che di fronte al bene asso-luto ci sarebbe un male assoluto, oppure occorre pensare al lesistenza di due principi antagonisti, uno buono auto-re di tutti i beni, laltro cattivo artefice del male?

    Sono questi alcuni tra i problemi che occupano fin dai primi secoli la predicazione cristiana, pronta da un lato a riconoscere lonnipotenza e la bont infinita di Dio, dal-laltro a non negare linfluenza del male nella storia3. Cos il volto di Dio e quello del male si scoprono insieme col progredire del tempo. Nella tradizione giudaico-cristiana la personalizzazione dellAssoluto, volont amorevole, prov-vidente e onnipotente, non pot interpretare con il pensie-ro greco-romano il male come elemento naturale nel divi-no ordine cosmico4. Alcuni fra gli antichi pensatori greci

    2 Quanto ci sia vero emerge dal fatto che, se diamo credito alla te-stimonianza varroniana riportata da Agostino, Citt di Dio 19,1, nellan-tichit si annoveravano ben 288 scuole filosofiche che in merito al pro-blema eudemonistico davano altrettante risposte.

    3 Cfr. Ch. Journet, Il male. Saggio teologico, Torino 1963; A. Sertillan-ges, Il problema del male. La storia, Brescia 1951.

    4 Per un quadro sullorigine del male dal mondo classico a quello cri-stiano cfr. F.M. Verde, Il problema del male da Plutarco a SantAgostino (Le fonti del pensiero di S. Tommaso circa il problema del male), in Sapienza 11

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  • I. Fatalismo o libert? 11

    ne avevano collocato lorigine in una materia increa ta e, in senso ontologico, indipendente da Dio. La materia era eterna e non era concepibile una creazione dal nulla: Dal nulla, nulla si crea (Ex nihilo, nihil fit) la tesi che, impli-cita o esplicita, attraversa il pensiero filosofico greco5.

    Nella rivelazione giudaico-cristiana i termini della que-stione si pongono in maniera diversa. Radicata nel Pri-mo Testamento e costantemente richiamata nel Nuovo6, la dottrina della creatio ex nihilo del cosmo da parte di un Dio unico e onnipotente scarta i sogni delleternit del-la materia, della sostanzialit del male e del conflitto di due principi antagonisti, uno buono laltro cattivo7. Nel ricco ventaglio scritturistico del Nuovo Testamento varr la pe-na di richiamare il prologo giovanneo, dove del Verbo si dice: Era in principio presso Dio. Tutto stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla stato fatto (Gv 1,3). Per molti versi affine la riflessione di Paolo sulla creazione che, in linea con la concezione veterotestamentaria, vede nellatto creativo la realizzazione di Dio per mezzo del Fi-glio, attraverso cui tutto stato fatto: Non c che un so-

    (1958) 231-268; S. Brogi, I filosofi e il male. Storia della teodicea da Plato-ne ad Auschwitz, Milano 2006.

    5 una communis opinio nella filosofia antica ritenere la materia uno dei principi fondanti, in vista dellattuazione della creazione. Cfr. Cle-mente Alessandrino, Stromati 5,14,89,5: Ma i filosofi, e non soltanto gli stoici, o i platonici, o i pitagorici, ma anche il peripatetico Aristotele, an-noverano la materia tra i principi e non affermano un unico principio . Vedi anche questa Introduzione, III.2 e 2.1.

    6 Fatta eccezione per Gen 1 - 2, in quanto alcuni studiosi ritengono che il termine ebraico barah non significhi cre, ma semplicemente plasm, ordin, nel Primo Testamento tale concetto fa la sua compar-sa nei Salmi (Sal 33[32],6-9), nei Profeti (cfr. Is 40,12-28), per arrivare a unesplicita affermazione in 2Mac 7,28.

    7 Cfr. G. May, Creatio ex nihilo. The Doctrine of Creation out of Nothing in Early Christian Thought, Edinburgh 1994; J. Danilou, In principio: Genesi 1-11, Brescia 1965; P. Nautin, Gense 1,1-2, de Justin Origne, in In principio. Interprtations des premiers versets de la Gense, Paris 1973, 61-94; J. Auer, Il mondo come creazione, Assisi 1977.

  • 12 Introduzione

    lo Dio, il Padre, dal quale derivano tutte le cose e a causa del quale noi esistiamo, e un solo Signore, Ges Cristo, dal quale derivano tutte le cose e a causa del quale noi esistia-mo (1Cor 8,6)8. Ma, se ogni essere deriva da Dio, dove si trover la causa del male?

    Da Giobbe al Qohelet, da Qumran a Paolo e Giovan-ni, dagli apologeti a Ireneo, da Clemente Alessandrino a Origene, allorch si affaccia con prepotenza la questione della teodicea, non si pu fare a meno di trovare giustifica-zione del mistero per cui Dio, per natura buono oltre che onnipotente, abbia potuto creare un mondo che ospita in s il male9. Stando alla narrazione genesiaca (Gen 3,14-15), il serpente, lo spirito del male, a introdurre il pensie-ro della colpa nel creato, ma a ben guardare il problema non viene risolto, solo spostato, come noter Agostino: Chi ha deposto e seminato in me questo vivaio damarez-ze, se io derivo tutto dal mio dolcissimo Dio? Se il diavo-lo il suo autore, da dove viene il diavolo? E se il traviamen-to della volont ha trasformato anche lui da buon angelo in diavolo, da dove viene allangelo quel malvolere per cui di-vent diavolo, se langelica natura era interamente opera del lottimo creatore? 10.

    Se infatti Dio il vasaio onnipotente che plasma gli uomini come creta11, perch mai i vasi creati si rivelano

    8 Cfr. Rm 11,36; Ef 4,5-6; Col 1,15-16. Cfr. A. Orbe, La teologia dei secoli II e III. Il confronto della Grande Chiesa con lo gnosticismo, Casale Monferrato - Roma 1995, I: Temi veterotestamentari, 177-190; vedi anche Commento, nota 65.

    9 Cfr. G. Ravasi, Il libro di Giobbe, Milano 1989; Cl. Gianotto (cur.), La domanda di Giobbe e la razionalit sconfitta, Trento 1995; A. Traina, La domanda pi antica del mondo, in Id. (cur.), Lucio Anneo Seneca, La provvidenza, Milano 1997, 7-31. Mi chiedevo da dove il male e non sa-pevo darmi risposta , dice Agostino in Confessioni 7,7,11.

    10 Agostino, Confessioni 7,3,5.11 Al pari del vasaio che modella largilla, Dio crea lumanit model-

    lando le creature in assoluta libert. Cfr. Is 29,16; 45,9-11; 64,7; Ger 18,1-6; Sir 33,10-13; Rm 9,20-21.

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  • I. Fatalismo o libert? 13

    imperfetti, capaci di peccato? Guardando al cuore della questione, logico domandarsi: Si quidem Deus (...) est, unde mala? Bona vero unde, si non est? 12. questa la do-manda pi antica del mondo, che ha attraversato i secoli e a cui filosofi, teologi e letterati di ogni epoca hanno cerca-to di dare spiegazione.

    Nella dottrina cristiana la risposta, teologicamente as-sai delicata, si riassume in questi termini13: la causa del ma-le risiede in primo luogo nella differenza ontologica tra las soluta perfezione del creatore e la naturale imperfezione della creatura. Luomo, in quanto creato, per sua essenza limitato, possiede un sapere parziale e, pertanto, incline a ingannarsi e a cadere nellerrore. Ma vi dellaltro. Nella creazione delluniverso, effetto della libera effusione del-lamore divino, la condizione iniziale delluomo era privi-legiata; a differenza degli altri esseri, era stato crea to a im-magine e somiglianza di Dio, nonch libero di scegliere tra il bene e il male. Egli ha preferito scegliere il male commet-tendo il peccato, quando ha disobbedito allordine divino che esortava a non cibarsi dei frutti dellalbero dellEden (Gen 3,1-24). Ecco allora che levidenza del male allinter-no della confessione giudaico-cristiana di un Dio creatore, misericordioso e redentore origina soluzioni centrate sulla responsabilit della libert umana14. Al centro vi la pi controversa delle questioni metafisiche , come la definisce

    12 Si tratta della nota domanda sullorigine del male, posta nel V se-colo da Severino Boezio ne La consolazione della filosofia 1, prosa 4,40. Essa coglie con efficacia il problema.

    13 Scopo del capitolo offrire un inquadramento generale di una complessa dottrina, senza proporsi lambizioso obiettivo di darne una vi-sione completa, ma solo per collocare lautore e lopera trattata nel vivo di-battito dellepoca. Non di meno, considerata la vastit del tema del libero arbitrio, discusso da vari autori nel corso del tempo, nellIntroduzione e nel Commento, salvo laddove necessario, ci si limitati a evidenziare fonti e autori fino allepoca di Metodio.

    14 Cfr. A.C. Plantinga, God, Freedom, and Evil, Grand Rapids (MI) 1974.

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  • II

    IL LIBERO ARBITRIO DI METODIO: STORIA E FORMA DI UN TESTO

    1. da MassiMO, Origene ad adaManziO:le varie attribuziOni

    Nella Storia ecclesiastica Eusebio, fra le opere di autori contemporanei a Ireneo giunte a sua conoscenza, menzio-na anche gli scritti di un certo Massimo sul problema, di-battuto tra gli eretici, della provenienza del male e dellori-gine creazionale della materia:

    Di esse noi stessi abbiamo letto quelle di Eraclito sul-lApostolo, quelle di Massimo sulla questione tanto dibat-tuta tra gli eretici sulla provenienza del male e sullessere la materia originata, quelle di Candido sullesamerone e di Apione sullo stesso argomento; ugualmente quelle di Sesto sulla risurrezione1.

    Nessuna indicazione geografica, storica o biografica ac-compagna il nome di Massimo: segno che lopera era anco-ra leggibile al tempo di Eusebio, ma non si era in grado di fornire ulteriori informazioni; probabilmente lo scrittore di Cesarea la ritiene coeva a quelle di Ireneo in virt del contenuto e dei problemi affrontati. Cercare conferma del-lesistenza di Massimo in altri autori cristiani impresa va-na, perch sia Gerolamo sia Rufino, che traduce in latino la Storia ecclesiastica, riportano semplicemente quanto det-to da Eusebio, senza verificarne la veridicit e senza ag-

    1 Eusebio, Storia ecclesiastica 5,27.

  • 44 Introduzione

    giungere altro2. Il vescovo di Cesarea il primo a chiamare in causa Massimo3, di cui riporta nella Preparazione evan-gelica un lungo estratto intitolato Sulla materia4.

    Il fatto sorprendente vedere citato in extenso al capi-tolo 24 della Filocalia lestratto eusebiano, attribuito per a Origene. Basilio di Cesarea e Gregorio di Nazianzo affer-mano s di aver desunto il brano dal settimo libro della Preparazione evangelica, ma nello scolio finale dichiarano che questo testo si ritrova letteralmente in un altro dialo-go, da loro conosciuto e attribuito senza alcuna esitazione a Origene5. Essi si stanno riferendo al Dialogo di Ada-manzio: Sulla retta fede in Dio6, opera antignostica databi-le agli inizi del IV secolo e rimaneggiata dopo Nicea7, che

    2 Cfr. Gerolamo, Gli uomini illustri 47; Rufino, Storia ecclesiastica 5,27.3 Sul problema dellidentificazione di Massimo vedi Appendice IX.4 Eusebio, Preparazione evangelica 7,22,1-64.5 Cfr. J.A. Robinson (ed.), The Philocalia of Origen, Cambridge 1893,

    212-226, qui 225-226: Questo testo stato posto nel settimo libro della Preparazione evangelica di Eusebio il Palestinese; , egli dice, di Massimo, scrittore che non sconosciuto tra i cristiani. Ma esso si ritrova letteralmen-te nel dialogo di Origene contro i Marcioniti e altri eretici, dove Eutropio insegna e Megezio porta la contraddizione .

    6 Si tratta di un dialogo in cui il portavoce ortodosso principale Ada-manzio che ribatte contro vari interlocutori di posizioni bardesanite, gno-stiche e valentiniane. Il testo ruota attorno al problema del male e a un cer-to punto presenta quel brano che, se Eusebio ha attribuito a Massimo, Basilio di Cesarea e Gregorio di Nazianzo hanno inserito al capitolo 24 della Filocalia, credendolo di Origene. Privo di un titolo preciso, stato ac-cettato quello affermato da Rufino e dagli autori della Filocalia: Sulla retta fede in Dio. Viene comunemente chiamato Dialogo di Adamanzio, dal no-me del protagonista principale. Per ledizione cfr. W.H. Van de Sande Bakhuyzen (hrsg.), Anonymus (Adamantius), De recta in Deum fide, Leipzig 1901 (GCS 4) con a fronte la traduzione latina di Rufino. Per una introduzione al testo, seguita da traduzione (inglese) e commento, cfr. R.A. Pretty (ed.), Adamantius, Dialogue on the True Faith in God. De Recta in Deum Fide, Leuven 1997, 1-33.

    7 Cfr. V. Buchheit, Rufinus von Aquileja als Flscher des Adamantios-dialogs, in Byzantinische Zeitschrift 51 (1958) 314-328, pensa a unopera di falsificazione compiuta da Rufino su uno scritto di ispirazione meto-diana, per mostrare lortodossia di Origene.

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  • 46 Introduzione

    pare anche una piccola porzione del testo conservato da Eusebio12. Gli studi condotti nel corso del tempo hanno dimostrato la necessit di abbandonare lipotesi tanto di Massimo quanto di uno Pseudo-Origene, per giungere ad attribuire a Metodio la paternit originaria13. Sebbene differisca nella titolatura dagli altri scritti metodiani14, il titulus originario Il libero arbitrio (Peri tou autexousiou), come tradito dal Laurenziano (foglio 193r) e confermato da Gerolamo, dai Sacri paralleli e da Fozio15.

    2. genere letterariO e persOnaggi

    La veste letteraria nella quale si presenta Il libero arbi-trio erede di una lunga tradizione: il genere dialogico. Il

    12 Manoscritto pergamenaceo del X secolo conservato presso la Bi-blioteca Laurenziana di Firenze. Ai fogli 193r-197v sono trascritti i capi-toli 1 - 7,5 de Il libero arbitrio. Eusebio riproduce i capitoli 5 - 12,8: una parte di testo coincide. Cfr. J. Meursius, Variorum divinorum liber unus, Leiden 1619, 89-110.

    13 confermata anche dai Sacri paralleli nn. 431-432 (Holl [hrsg.], Die Sacra parallela , 183-188). Oltre a passi del Simp. e della Ris., i Sacri paralleli nn. 431-441 (Holl [hrsg.], Die Sacra parallela , 183-198) resti-tuiscono buona parte di Arbitr. Per Fozio cfr. Biblioteca cod. 236, 304b.22 (Henry [d.], Photius, Bibliothque, V, 116), mentre per gli estratti di Arbitr. traditi dallo scrittore bizantino, cfr. Fozio, Biblioteca cod. 236, 304b.22-308a.45 (Henry [d.], Photius, Bibliothque, V, 116-125). Per maggiori dettagli vedi lExcursus.

    14 La maggior parte delle opere di Metodio ha come titolo il nome di uno degli interlocutori oppure lindicazione delloccasione del dialogo, ac-compagnato da un sottotitolo che ne qualifica il contenuto: Il simposio o sulla castit; Aglaofone o sulla risurrezione; sulla creazione ; Siste-lio sulla lebbra.

    15 Cfr. Gerolamo, Gli uomini illustri 83; Sacri paralleli nn. 431-432 (Holl [hrsg.], Die Sacra parallela , 183-188); Fozio, Biblioteca cod. 236, 304b.22 (Henry [d.], Photius, Bibliothque, V, 116). Secondo la tradu-zione slava, il titolo sarebbe: Su Dio, sulla materia e sul libero arbitrio. Esso rispecchia con ogni probabilit lordine degli argomenti affrontati dal trat-tato: la parte centrale dedicata a Dio e alla materia, mentre quella con-clusiva si interroga sul problema del libero arbitrio.

  • II. Il libero arbitrio di Metodio: storia e forma 47

    pensiero filosofico occidentale stato concepito come logos nel senso pi pregnante del termine, cio come unargo-mentazione che non si limita a esporre soltanto i fatti pre-sentati, ma che cerca di dimostrare quanto afferma senza partire da presupposti, senza disporre di alcun principio gi dato. Tale argomentazione caratterizza la dialettica, la tecnica del dialogo (dialegesthai), intesa non come sempli-ce conversazione, ma come discussione, reale o fittizia, tra interlocutori, un confronto tra tesi opposte volto a stabili-re quale sia quella vera e quale quella falsa.

    Basandosi sullesperienza della pratica della conversa-zione socratica, Platone per primo scelse questo genere, elevandolo a forma letteraria prosastica. Finzioni letterarie nelle quali un protagonista principale quasi sempre So-crate si confronta su temi morali, politici, scientifici con interlocutori coinvolti nella storia culturale dellAtene di V secolo, i dialoghi platonici vogliono indurre il lettore al-la riflessione e a una vita conforme alla filosofia, sfruttan-do le potenzialit persuasive del dialogo, nonch la sua ca-pacit di suggerire comportamenti etici e morali16.

    Ripreso da Aristotele nella forma espressiva con un si-gnificato diverso, il dialogo di tipo filosofico-letterario co-nosce una notevole fortuna in et romana: da Dione Cri-sostomo, a Plutarco, a Luciano. Nellambito latino spicca Cicerone nelle cui opere, se manca la mimesi drammatica del modello platonico e se la finzione dialogica accenna-ta, tuttavia traspare la volont di una ricostruzione cultu-rale e politica, associata a una viva partecipazione dellau-tore17. Sotto il nome di Dialogi sono giunte anche le opere di Seneca, un titolo apparso alquanto improprio, perch in esse non figurano dei dialoganti che esaminano le loro opi-

    16 Cfr. Ch.H. Kahn, Platone e il dialogo socratico. Luso filosofico di una forma letteraria, Milano 2008.

    17 Cfr. R.J. Gorman, The Socratic Method in the Dialogues of Ci-cero, Stuttgart 2005.

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  • Avvertenza

    Pur tenendo conto delle edizioni esistenti, il testo che qui si pubblica rappresenta una nuova versione edita e rivista critica-mente sulla base dei testimoni de Il libero arbitrio; nei limiti del possibile, si cercato di rendere conto degli interventi testuali pi rilevanti. I passi lacunosi o difettosi sono stati ristabiliti tra-mite il testo paleoslavo (capitolo 15) oppure avvalendosi delle integrazioni gi supplite da Bonwetsch e Vaillant sulla base del-lo slavo (capitolo 21); in altri luoghi stato necessario fornire integrazioni di senso, quando era possibile ricostruire il pensiero di fondo di Metodio, arrivando cos a un testo. Da qui deriva anche lavere inserito direttamente ampie sezioni del testo paleo-slavo, l dove il greco mancante del tutto. La traduzione dal paleoslavo, in molti punti oscuro e complesso, stata resa quan-to pi scorrevole, senza per tradire la natura originaria della lingua. La suddivisione in capitoli e paragrafi segue, salvo in qualche caso, la scansione di Bonwetsch per un pi facile riman-do interno rispetto alledizione di Vaillant.

    Per gli interlocutori, in quanto sprovvisti di nome (vedi In-troduzione, II.2), si utilizzano le sigle di Vaillant:

  • [Prologo. Fuggite il canto delle sirene, ascoltate la voce divina]

    1. 1. - , , - , -

    1 La stessa iunctura in Clemente Alessandrino, Protrettico 9,86,2, l dove vengono criticati coloro che, al pari del vecchio dItaca , preferi-scono il fumo dei beni terreni e della mortalit, anzich limmortalit e la fede: posta in incipit, la ripresa una spia della presenza di questo autore nel trattato metodiano. logico chiedersi come mai Odisseo sia vec-chio : nellimmaginario collettivo quanto meno nel vigore degli anni, sebbene, una volta approdato alla sua isola, venga trasformato da Atena in un vecchio mendicante (cfr. Omero, Odissea 13,431-432; 16,199.273.456; 17,337; 18,10.21.53.74.81). Oltre a testimoniare la fama di un eroe so-pravvissuto alla guerra e alle peripezie del viaggio di ritorno (nostos), la vecchiaia rimanda alla sua sapienza: nellantichit classica il figlio di Laer-te la personificazione della sapiente bravura e dellastuzia audace, a tal punto che gi Platone aveva ironizzato in merito alla saggezza tanto cele-brata dellItacense (cfr. Repubblica 390a). Sulla scia di Clemente Alessan-drino, non ignaro probabilmente dellinterpretazione platonica, Metodio offre una lettura in negativo di Odisseo: egli rappresenta la sapienza paga-na, inadeguata e destinata a naufragare di fronte alla dottrina cristiana. Lo stesso pensiero traspare nel Discorso ai greci 1 dello Pseudo-Giustino: il modo in cui Odisseo supera le sirene mostra chiaramente la sua estranei-t alla vera sapienza. Simili giudizi saranno presto superati dalle lodi. Se-guendo una diversa interpretazione di Clemente Alessandrino (Stromati

  • METODIO IL LIBERO ARBITRIO

    Prologo. Fuggite il canto delle sirene, ascoltate la voce divina

    1. 1. Il vecchio di Itaca1 secondo il mito2 dei greci, quando volle ascoltare il canto delle sirene per leccessivo piacere derivante dalla loro voce, navigava legato verso la Sicilia e tappava le orecchie dei suoi compagni, non perch era mosso da invidia nei loro confronti a causa dellascolto

    6,11,89,1), nel IV secolo Basilio di Cesarea considerer Odisseo modello della saggezza greca, a cui il cristiano deve aprirsi (Discorso ai giovani 4). Nella tarda antichit diventer il sapiens Ithacus (il saggio Itacense) (cfr. Cassiodoro, Variae 2,40,11), una lettura destinata a durare nel tempo: in Onorio dAutun, Speculum Ecclesiae: Ulixes dicitur sapiens (Ulisse det-to saggio) (PL 172, 857A). Cfr. Rahner, Miti greci, 366-368.

    2 Un atteggiamento di critica verso il mito, in quanto ritenuto falso e disdicevole dal punto di vista morale, era gi presente negli autori pagani (cfr. Pindaro, Nemee 7,20-27; 8,33; Platone, Fedro 229a-230a; Id., Repub-blica 377a-380c), tanto che la filosofia antica aveva operato una sorta di demitizzazione o razionalizzazione della religione pagana classica. Sulla stessa linea si inserisce il Nuovo Testamento, dove il mito visto in manie-ra negativa (cfr. 1Tm 1,4; 4,7; Tt 1,14) un elemento in contrasto con la verit (cfr. 2Tm 4,4) e con il dato reale (cfr. 2Pt 1,16): chi cerca la verit de-ve fuggirlo e rivolgersi alle narrazioni cristiane, di gran lunga diverse e su-periori (cfr. Origene, Contro Celso 8,66). Cfr. M. Carena, La critica alla mi-tologia pagana negli Apologeti del II secolo, in Didaskaleion 1,1 (1923) 23-55; 1,3 (1923) 31-42. Ci non toglie la reinterpretazione in chiave cristiana di alcuni miti (il sole sul carro del fuoco, Orfeo, Hermes), fra i quali spicca il motivo di Odisseo legato allalbero della nave per vincere le sirene, letto in rapporto al legno della croce. Sul tema cfr. Rahner, Miti greci, 357-417.

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • 280 Metodio dOlimpo

    7. eu z 1 z z, ue u. w w u w 6u e. 6 ue, , w , uz u u u u 1, we e u 1 u z, 6. 1 1u w zz 1, w z.

    [Da dove limpulso al male? Il libero arbitrio]

    16. 1. [a.] , ,

    Diogneto, Milano 1991 (Letture cristiane del primo millennio 11), 149-150. Stessa polemica espressa da Ippolito, Tradizione apostolica 16; Clemente Alessandrino, Protrettico 4,51,6; Minucio Felice, Ottavio 24,6-7; Arnobio, Contro i pagani 1,39; 6,14. una costante nelle ope-re di Tertulliano (Contro Marcione 2,22,1-2; Apologetico 12,2; Ai paga-ni 1,12,1-16; Sullidolatria 3,2; Leleganza femminile 1,8,2; 2,5,4-5); contro la fabbricazione di idoli in Tertulliano, cfr. Fr. Chapot, Appen-

  • Il libero arbitrio 281

    modo di agire e lintenzione di colui che agisce a far s che lazione sia malvagia.

    7. E perch non mi si accusi di perdere tempo passan-do in rassegna ciascuno di questi casi, passer ad altro. Considera con me il caso del ferro: luso che se ne fa mo-stra che talvolta esso un bene, altre volte un male. Se uno lo utilizza in malo modo, cio non per fini utili, co-me per aratri allo scopo di lavorare la terra o per ogni al-tro strumento utile che possa servire a piantare le piante o a seminare le sementi, ma al contrario per forgiare spade, lance e altre armi che si progettano per tendere agguati contro gli uomini, agisce male210. Ma queste azioni mal-vagie io dico che non esistono se non a causa degli uomi-ni: poich noi ne vediamo gli autori, ci ben dimostra che sono create.

    Da dove limpulso al male? Il libero arbitrio

    16. 1. a. Ora poich tu hai parlato dei mali, con lintento di mostrare come essi esistano e che gli uomi-ni ne sono gli autori, voglio di nuovo porti una breve

    dice: Tertullien et la Peinture, in Id. (d.), Tertullien, Contre Hermogne, 435-451.

    210 Metodio prende in considerazione luso duplice del ferro. Pu es-sere adoperato per scopi ignobili, ossia per costruire armi o lance, con cui assalire e uccidere gli uomini, oppure per nobili fini se utilizzato nel set-tore agricolo. Nonostante il testo sia giunto in slavo, si pu riscontrare la vicinanza espressiva con Simp. 2,5, dove il contenuto il medesimo.

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • INDICE GENERALE

    Abbreviazioni e sigle pag. 5

    INTRODUZIONE

    i. fataLismo o Libert? metodio doLimpoe La secoLare querelle 9

    1. Le coordinate di un antico mistero:lorigine del male 9

    2. Metodio dOlimpo: chi era costui? 252.1. La produzione letteraria: tra greco

    e paleoslavo 34

    ii. il libero arbitrio di metodio:storia e forma di un testo 43

    1. Da Massimo, Origene ad Adamanzio:le varie attribuzioni 43

    2. Genere letterario e personaggi 46

    iii. iL Leitmotiv deLLopera: unde malum? 58

    1. Lapproccio empirico al male 582. Le dottrine e lidentit degli interlocutori 63

    2.1. La posizione dottrinale del primointerlocutore 64

    2.2. La risposta del portavoce della dottrinacristiana 72

  • 2.3. La posizione dottrinale del secondo interlocutore pag. 75 2.4. Lintervento del portavoce della dottrina cristiana 78

    iv. Lorigine deL maLe: iL Libero arbitrio 81

    1. Tra libert di scelta e obbedienza 81 2. Chi il colpevole del male: Dio, luomo o il diavolo? 87 3. Il ruolo del diavolo 90 4. La vita cristiana: una lotta tra luomo e il diavolo 93

    v. metodio e origene: poLemica o continuit? 98

    1. Apologeta o detrattore: Metodio e il problema della creazione 98 2. Elementi di datazione, sviluppi di pensiero 107

    vi. cuLtura cLassica, fiLosofia e tradizione cristiana. Le coordinate deLLopera 111

    1. Tra profanae litterae e doctrina christiana 111 2. Filosofia e teologia: la vera conoscenza 122 3. La tradizione cristiana: lelaborazione di una sintesi 130

    Excursus 138

    Bibliografia 151

    IL LIBERO ARBITRIO

    metodio, iL Libero arbitrio 162

    Appendici 341

    I. sulla creazione 343

  • II. Le sirene mortifere: il canto seducentedelleresia pag. 362

    III. Sorte e destino dipendonodal libero arbitrio: Metodio e la polemicaanti-fatalista cristiana 367

    IV. Progressi teologici: tra libert,concupiscenza e peccato 375

    V. Una difficile questione: Metodioe la dottrina sul peccato originale 382

    VI. Non al servizio del Signore,ma ornamento della gloria: luomo liberoe padrone della creazione 389

    VII. Il Contro Ermogene di Tertullianoe Il libero arbitrio di Metodio 397

    VIII. Il potere dialettico-argomentativo 402IX. Il caso di Massimo: autore fantasma? 407

    Indici 413

    Indice scritturistico 415Indice onomastico 419Indice analitico 438

  • TESTI

    Ne Il libero arbitrio, edito per la prima volta in italiano a cura di Roberta Franchi, Metodio affronta domande che attraversano la storia delluomo: quali sono lorigine e le ragioni del male? Come pu un Dio buono e giusto permetterlo?

    Il paradosso di unesistenza che anela alla felicit mentre sperimenta il dolore del male anima e pervade il testo. Considerando dap-prima il momento della creazione (Dio ha creato il male?), per poi riflettere sul male stesso (cos il male?), attraverso le opinioni di tre interlocutori, il dialogo giunge a un punto decisivo: il libero arbitrio a deter-minare la possibilit del male che, in ultima istanza, disobbedienza a Dio.

    La visione di Metodio tuttavia non pessimistica; egli compie un passo ulteriore, attribuendo al libero arbitrio una funzione fondamentalmente e profondamente posi-tiva: luomo, per essere veramente libero, deve poter anche disobbedire. Il libero arbi-trio, insomma, un dono damore di Dio e un privilegio concesso in vista della salvezza.

    D XX,XX

    53

    229B

    53

    IL LIBEROARBITRIO

    Metodio dOlimpo

    Letture cristiane del primo millennioCollana diretta da Gabriele Pelizzari

    Comitato di redazione: Alberto Camplani, Elena Giannarelli, Claudio Gianotto, Giuseppe Laiti, En-rico Norelli, Giuseppe Vison, Gianfranca Zanca-naro, Antonio Zani.

    Gli antichi cristiani, per comunicare, approfon-dire e difendere la propria fede, hanno prodotto e messo in circolazione, in ambienti e lingue diverse, un patrimonio considerevole di scritti divenuto an-che momento significativo delle culture nelle quali il cristianesimo si diffuso.

    La collana, grazie alla competenza di specialisti, rende accessibili opere e antologie tematiche di questa letteratura nel testo originale, ricavato dalle migliori edizioni critiche disponibili, e con accurate traduzioni. Unampia introduzione ambienta il lettore nel contesto delle problematiche e delle sensibilit entro le quali le opere prendono corpo. Le note, di tipo letterario, storico e teologico, accompagnano la lettura, consentendo di familiarizzarsi con idee e pratiche lontane dal nostro mondo culturale. Gli indici (scritturistico, onomastico, tematico) permettono di rintracciare rapidamente aspetti specifici e particolari dei testi e la bibliografia, selezionata con cura, orienta il proseguimento dello studio.

    Lintento mostrare come ogni testo sia frutto eparte di una storia, di un processo di comunicazio-ne, fondando sul rigore scientifico lappassionataricerca di un passato vitale per il nostro presente.

    Comitato dei revisori: Juan Jos Ayn Calvo, MarcoBais, Edoardo Bona, Luciano Bossina, Antonio Cac-ciari, Remo Cacitti, Valentina Calzolari, BenedettoClausi, Ignazio De Francesco, Gregor Emmenegger, Emiliano Fiori, Matteo Grosso, Augusto Guida, Eric Junod, Jean-Daniel Kaestli, Alain Le Boulluec, Gio-vanni Lenzi, Clementina Mazzucco, Carlo Nardi, To-bias Nicklas, Bernard Outtier, Michel-Yves Perrin, Pierluigi Piovanelli, Paul-Hubert Poirier, EmanuelaPrinzivalli, Andr-Louis Rey, Marco Rizzi, Alessan-dro Rossi, Teresa Sardella, Andr Schneider, Cristina Simonelli, Chiara Somenzi, Maria Veronese.

    Tutte le pubblicazioni di questa collana sono sottopo-ste a double-blind peer review.

    In copertina:Il peccato di Adamo ed Eva, dettaglio da sarcofago della prima met del IV secolo: Muse dpartemental Arles antique.

    RobeRta FRanchi Research Fellow presso il Research Centre for the Huma-nities Institute of History dellAccade-mia delle Scienze di Budapest. Collaboraad alcuni progetti di ricerca allestero, in particolare presso le Universit di Siviglia, Bamberg, nonch con la Coastal Carolina University.

    Si occupa dei rapporti tra cristianesimo e filosofia, di poesia cristiana, letteratura tardo-bizantina, di gender studies e santital femminile. membro della EuropeanSociety for Catholic Theology.

    Oltre a numerosi articoli e saggi in ri-viste specializzate e atti di convegno, ha pubblicato ledizione critica con introdu-zione e commento di Nonno di Panopo-li, Parafrasi del Vangelo di San Giovanni.Canto sesto (Bologna 2013).

    IL L

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    O A

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    RIO

    Met

    odio

    dO

    limpo

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    Testo

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