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CATERINA GENNA IL LABORATORIO DI PSICOLOGIA SPERIMENTALE A PALERMO DA SIMONE CORLEO A UMBERTO SAFFIOTTI ESTRATTO da PHYSIS Rivista Internazionale di Storia della Scienza 2016/1-2 ~ a. 51

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CATERINA GENNA

IL LABORATORIO DI PSICOLOGIASPERIMENTALE A PALERMO DA SIMONE CORLEO

A UMBERTO SAFFIOTTI

ESTRATTOda

PHYSISRivista Internazionale di Storia della Scienza

2016/1-2 ~ a. 51

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PHYSISRIVISTA INTERNAZIONALE DI STORIA DELLA SCIENZA

Vol. LI (2016) Nuova Serie Fasc. 1-2

LEO S. OLSCHKI EDITOREF I R E N Z E

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PHYSISRIVISTA INTERNAZIONALE DI STORIA DELLA SCIENZA

pubblicata dalladomus galilæana di pisa

in collaborazione conseminario di storia della scienza dell’università di bari

dipartimento di psicologia dei processi di sviluppo e socializzazionedell’università di roma «la sapienza»

DIREZIONE E REDAZIONE(EDITORS)

Direttore responsabile (Senior Editor): Vincenzo Cappelletti.Direttore (Editor): Guido Cimino.

Comitato direttivo (Editorial Board): Nino Dazzi, Mauro Di Giandomenico, Paolo Fregu-glia, Carlo Maccagni, Giuliano Pancaldi, Raffaella Simili.Responsabile delle recensioni (Book Reviews Editor): Antonino Trizzino.Redazione (Editorial Office): Silvia Degni, Barbara Olson, Antonino Trizzino.

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Direzione: Domus Galilaeana - via S. Maria 26 - 56100 Pisa - Tel. +39.050.23726 Redazione: Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione -

Università di Roma «La Sapienza» - Via dei Marsi, 78 - 00185 Roma - Italy Tel. +39.06.49917662 - Fax: +39.06.49917652 - e-mail: [email protected]

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Vol. LINuova Serie

2016

LEO S. OLSCHKI EDITOREFIRENZE

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SOMMARIO

Scienza, Innovazione, Istituzioni

G. Cimino, S. Linguerri, R. Simili, Introduction. The History of Science in Italy Today: An Extremely Lively Milieu . . . . Pag. 1

R. Fox, Science without Frontiers. Cosmopolitanism, National Interests, and Learned Culture, 1870-1940 . . . . . . . . . . . . . . » 5

Scienza e istituzioni

S. Linguerri, Sulle ali del vento: il Regio Servizio Aerologico Italiano dai primordi alla Grande Guerra. . . . . . . . . . . . . . . » 19

G. Battimelli, I Congressi Internazionali di Meccanica Appli-cata (1922-1938): dinamiche istituzionali tra tensioni politi-che e assetti disciplinari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 33

L. Giacardi, Gli inizi della Unione Matematica Italiana e del suo «Bollettino» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 45

E. Luciano, «Ambasciatori di scienza e d’italianità»: l’Accade-mia d’Italia e la diffusione della cultura matematica all’e-stero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 61

R. Reali, Le comunità scientifiche e l’Istituto Internazionale di Agricoltura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 75

G. Frezza, M. Capocci, Pensa locale, agisci globale: l’Istituto Ramazzini, i modelli animali e la salute ambientale . . . . . . » 85

E. Canadelli, Le macchine dell’«ingegnere umanista»: il pro-getto museale di Guido Ucelli tra fascismo e dopoguerra . . » 93

F. D’Angelo, Il viaggio mineralogico in Europa di sei scienziati napoletani (1789-1796) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 105

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SOMMARIOVI

L. P. Arena, Carlo Amoretti: l’esperienza di un poligrafo ligure al servizio dei governi austriaco e francese tra il 1781 e il 1816 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 117

F. Luzzini, Ad venandam veritatem. Nuove ricerche sulle scienze della terra nel «Giornale de’ letterati d’Italia» . . . . . . . . . . . » 129

G. Paoloni, Guglielmo Marconi e l’Istituto di Fisica della Regia Università di Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 141

Conoscenza e innovazione

C. S. Roero, Giornali, Accademie e Traduzioni: il successo euro-peo delle Instituzioni Analitiche di Maria Gaetana Agnesi . . . » 145

F. Bianchini, The Artificial Roots of Synthetic Biology: Com-paring Two Histories of Science . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 163

R. Giannantonio, F. Matteucci, Intermediaries of Knowledge as Promoters of Ecosystems of Innovation . . . . . . . . . . . . . » 175

R. Giuffredi, La transizione dall’«Europa della conoscenza» all’«Unione dell’Innovazione» nella politica della ricerca europea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 187

B. Campanile, Scienza e progresso? Il discorso di Vannevar Bush alla Scientific Research Society of America . . . . . . . . . . . . . » 201

M. Focaccia, Alessandro Cruto e Arturo Malignani: invento-ri-imprenditori dell’industria elettrica italiana . . . . . . . . . . . » 213

G. Zanibelli, Scienza e sviluppo in agricoltura durante il fasci-smo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 225

A. Candela, La nascita della geologia nucleare in Italia . . . . . . » 239

Scienze umane

R. Foschi, La rappresentazione psico-antropologica dei meri-dionali tra Ottocento e Novecento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 253

C. Genna, Il Laboratorio di psicologia sperimentale a Palermo da Simone Corleo a Umberto Saffiotti . . . . . . . . . . . . . . . . . » 267

M. Proietto, La ‘crisi’ della psicologia italiana: tra storia e me-todi statistici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 279

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SOMMARIO VII

C. Bartolucci, G. P. Lombardo, Il metodo clinico-differenziale di Enrico Morselli tra psichiatria e psicologia . . . . . . . . . . . Pag. 295

A. Molaro, Tradizioni o ‘feconde’ contraddizioni? Aspetti del-la clinica psichiatrica nel carteggio Freud-Binswanger . . . . » 307

R. Passione, La psichiatria di Silvano Arieti: un primo profilo . » 319

L. Leporiere, Filippo Bottazzi e le sue indagini sulla ‘mediani-tà’ di Eusapia Palladino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 331

Vicende e protagonisti

S. Guidi, L’estensione essenziale: la teoria della luce di Marin Cureau de La Chambre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 345

F. Marcacci, Stile argomentativo e dimostrazioni probabili: considerazioni intorno all’epistemologia di Giovanni Bat-tista Riccioli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 357

C. Pepe, Magia e chirofisonomia nel panorama della Contro-riforma: Pompeo Sarnelli e il recupero di Giovan Battista Della Porta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 369

L. Tonetti, Corpus fasciculus fibrarum: teoria della fibra e prati-ca medica nel De praxi medica di Giorgio Baglivi . . . . . . . . . » 379

I. Ampollini, Impatti cosmici e comunicazione del rischio. Il Mémoire sur les comètes di Jérôme Lalande e il dibattito fran-cofono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 393

M. G. Lugaresi, Tra teoria e pratica: l’opera scientifica di Gior-gio Bidone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 403

A. M. Macchia, La divulgazione scientifica di Giulio Macchi: studio comparativo tra gli archivi cartacei e gli archivi digi-tali Rai . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 415

Scienza e cultura

P. Savoia, Le tecniche d’innesto e la rivoluzione scientifica: chi-rurghi, naturalisti, giardinieri e agronomi . . . . . . . . . . . . . . » 427

N. Fabbri, Miseria e nobiltà: l’ascesa temeraria della Terra in cielo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 439

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SOMMARIOVIII

S. Ricciardo, Le ipotesi sulla natura dell’aria e il vuoto torricel-liano alla Royal Society (1662-1664) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 451

N. Allocca, Mécanique des animaux. Claude Perrault e il dibat-tito sull’automatismo animale nella prima Académie Roya-le des Sciences de Paris . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 463

S. Spataro, «Fabbricati da quella stessa mano, che non ha sa-puto far che prodigi»: ricadute teologiche della ricerca di Antonio Vallisneri sul verme solitario . . . . . . . . . . . . . . . . . » 475

C. Bovolo, Le riviste cattoliche italiane e la scienza nella se-conda metà dell’Ottocento: il caso dell’evoluzionismo . . . . » 487

M. Fortino, L’armonia fra storia della scienza ed epistemolo-gia nell’opera di Duhem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 501

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IL LABORATORIO DI PSICOLOGIA SPERIMENTALE A PALERMO DA SIMONE CORLEO A UMBERTO SAFFIOTTI

Caterina GennaUniversità degli Studi di Palermo

RIASSUNTO ‒ L’articolo pone in luce il ruolo e l’importanza che l’Istituto di Fisio-logia della Facoltà di Medicina dell’Università di Palermo ha avuto, attraverso le figure di Simone Corleo e Umberto Saffiotti, per l’origine, l’affermazione e lo sviluppo della psico-logia ‘scientifica’ in Italia tra Ottocento e Novecento. Corleo, pur insegnando discipline filosofiche, da giovane aveva conseguito una laurea in Medicina, che gli aveva consentito di organizzare, negli anni 1889-1890, un Gabinetto di psicologia sperimentale in collabora-zione con il Gabinetto di fisiologia umana; un’impresa che gli aveva permesso di definire la sua psicologia come psicofisica e di aprire la strada alla nuova scienza psicologica, oltre a svolgere un ruolo di primo piano nel contesto della cultura italiana di fine Ottocento. Alla sua morte, avvenuta nel 1891, l’esperienza del Laboratorio non fu dispersa, poiché rimase nella tradizione dell’Ateneo palermitano. Dopo di lui, infatti, dal 1919 al 1926 la Psicologia sperimentale fu insegnata da Saffiotti, che aveva ripreso i rapporti con l’Istituto di Fisiolo-gia diretto da Francesco Spallitta, un medico che da giovane aveva collaborato con Corleo e aveva agevolato la nascita e l’evoluzione della psicologia sperimentale in stretta relazione con la fisiologia umana. Corleo, Saffiotti e Spallitta, pertanto, meritano di essere ricordati tra gli artefici di una importante stagione scientifico-culturale fiorita a Palermo alle soglie del XX secolo.

Simone Corleo

Scorrendo l’indice della storia della cultura italiana contemporanea, oc-corre prestare particolare attenzione al periodo svoltosi a cavaliere dei seco-

Caterina Genna, Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione, Uni-versità degli Studi di Palermo, Viale delle Scienze - Ed. 15, 90128 Palermo, Italy ([email protected]).

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268 CATERINA GENNA

li XIX e XX. Nel corso di quegli anni, la nuova psicologia assunse un codice autonomo e un fondamento epistemologico, così come ad esempio si può riscontrare nelle due memorie di Studj sull’intelligenza umana,1 che Carlo Cantoni presentò all’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, tra il 1869 ed il 1871, riguardanti la psicologia empirica risalente alla tradizione del criti-cismo kantiano. A questo periodo della seconda metà del XIX secolo risal-gono i contributi dati da Roberto Ardigò con le conferenze tenute, rispetti-vamente nel 1869 e nel 1870, a Mantova durante gli anni dell’insegnamento liceale: la prima sul filosofo aristotelico Pietro Pomponazzi vissuto in pieno periodo rinascimentale,2 e la seconda sulla connotazione scientifica della cosiddetta ‘psicologia positiva’.3

Nel quadro di questo fervore culturale e scientifico, determinatosi in Italia nel corso della seconda metà dell’Ottocento, la nascita della nuova psicologia trova parte della sua linfa anche nel contesto dello spirituali-smo, che fa capo alla vasta e articolata produzione di Antonio Rosmini, ripreso da Francesco De Sarlo ancor prima di aprire, a Firenze nel 1903, il suo Laboratorio di psicologia presso l’Istituto di Studi Superiori. Tra l’altro non bisognerebbe trascurare i testi scritti da Carlo Cattaneo sul-la cosiddetta psicologia delle menti associate, da porre a confronto con l’elaborazione della psicologia dei popoli, che contestualmente veniva concepita in Germania con l’avvio, nel 1859, della rivista «Zeitschrift für Völkerpsychologie und Sprachwissenschaft» da parte di Moritz Lazarus e Heymann Steinthal.

In Italia, qualora si volessero registrare le prime iniziative relative all’a-pertura dei laboratori di psicologia sperimentale, si dovrebbe ricordare, anche e non ultima, l’attività svolta da Simone Corleo.4 In questo caso l’an-no di riferimento è il 1889, quando appunto, nella fase matura del suo in-segnamento prestato nell’Università degli Studi di Palermo, organizzò un Laboratorio di psicologia sperimentale presso l’Istituto di Fisiologia della Facoltà di Medicina del suo Ateneo. Le notizie sull’organizzazione e sull’at-tività svolta all’interno del Laboratorio si ritrovano, in primo luogo, nel testo dell’Autobiografia (stesa negli anni 1888 e 1889) e, in secondo luogo, nella rivista «La Filosofia» fondata nel 1890 e pubblicata solamente fino al 1891 a causa della scomparsa di Corleo il 2 marzo del 1891.

1 C. Cantoni, Studj sull’intelligenza umana, «Rendiconti del Reale Istituto Lombardo di Scienze e Lettere», Milano, 1869-1870-1871.

2 R. Ardigò, Discorso su Pietro Pomponazzi, Mantova, G. Soave, 1869.3 R. Ardigò, La psicologia come scienza positiva, Mantova, V. Guastalla, 1870.4 L. Monacis, Simone Corleo: Psychophysiology Enters the Realm of Philosophy, «History and

Philosophy of Psychology», 9, 2, 2007, pp. 51-56.

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269Il Laboratorio di psicologia sperimentale a Palermo

Sull’attività del Laboratorio di psicologia, il filosofo-psicologo siciliano riferisce di essersi richiamato ai risultati che in Italia aveva conseguito Ange-lo Mosso e in Germania Wilhelm Wundt. Corleo si presenta come filosofo che crede nel futuro della nuova psicologia, avendo introdotto nell’insegna-mento di Filosofia teoretica «la sperimentazione per accertare e analizzare gli elementi di alcuni fatti psicologici, come il Wundt ha fatto nel suo semi-nario di Lipsia».5 Se teniamo conto che il 1879 è l’anno di apertura del Labo-ratorio di psicologia da parte di Wundt a Lipsia, si può e si deve rilevare che, in relazione al contesto della cultura italiana del tempo, Corleo a distanza di dieci anni a Palermo era riuscito a muovere i primi passi in questo ambito scientifico con i mezzi ristretti ottenuti dalla propria Università. Sempre nell’Autobiografia, riferisce che la cattedra di Filosofia teoretica all’inizio del 1889 era stata affidata a Roberto Benzoni, che lo aveva seguito nel portare avanti gli esperimenti di psicologia sperimentale. Riferendosi al contributo ricevuto dall’Università di Palermo, Corleo precisa:

Per ora, colle L. 1500, ho acquistato il pletismografo di Mosso ad acqua e ad aria, il banco di Buccola colle corrispondenti pile per la misura del tempo delle sensazioni auditive e visive, il cronoscopio di Hipp, un piccolo galvanometro, il compasso di Weber, un estesiometro termico ed altro elettrico di Eulenburg, la slitta di Dubois-Reymond per la misurazione degli stimoli in unità elettriche.6

I riferimenti, tanto agli italiani Angelo Mosso e Gabriele Buccola, quan-to agli stranieri Wilhelm Wundt, Matthias Hipp, Ernst Heinrich Weber, Al-bert Eulenburg ed Emil Du Bois-Reymond, confermano l’ampia e profon-da competenza del docente di filosofia e, in tal senso, fugano ogni dubbio sulla sua legittimità di introdursi anche nell’ambito della psicologia e di essere tra gli artefici in Italia della virata in direzione sperimentale di questa disciplina. Oltre allo specifico campo della nuova psicologia, Corleo si con-frontava con altri ambiti disciplinari e scientifici, che avevano contatti con la psicofisica e la fisiologia. I nomi ai quali si richiamava in modo consape-vole denotano un elevato livello di competenza, che spaziava nel panorama di una cultura che superava gli steccati dei singoli territori nazionali.

La ‘nuova Italia’, in questo periodo a cavaliere dei secoli XIX e XX, risul-tava integrata nel processo di crescita della ‘nuova Europa’ grazie al contri-buto non marginale della nuova psicologia, elaborata sulla base di un orien-tamento peculiare della filosofia che non rifiutava il dialogo con le scienze positive e naturali. Seguendo tale linea interpretativa della cultura europea,

5 S. Corleo, Autobiografia, a cura di C. Genna, Palermo, Qanat, 2010, p. 205.6 Ivi, p. 207.

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270 CATERINA GENNA

determinatasi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, la memo-ria storica suggerisce di ripensare alla produzione di Wilhelm Dilthey; in particolare all’opera su Lo studio delle scienze umane, sociali e politiche, data alle stampe nel 1875, oppure all’Introduzione alle scienze dello spirito, con la quale il filosofo tedesco nel 1883 codificava la distinzione tra le Geisteswis-senschaften e le Naturwissenschaften. Nel caso di Dilthey, la presunta dualità o dicotomia tra ‘scienze dello spirito’ e ‘scienze della natura’ era superata sul piano di una cultura di ampio respiro, al cui interno le singole discipline, senza perdere la loro specifica peculiarità, si integravano per una crescita complessiva della cultura umana.

Se si tiene presente il quadro storico e culturale del tempo, non può ri-sultare strano che Simone Corleo, nel 1889, abbia promosso e organizzato un Gabinetto di psicologia presso il Gabinetto di fisiologia sperimentale, che Girolamo Piccolo aveva avviato nel 1864 in qualità di direttore dell’I-stituto di Fisiologia della Facoltà di Medicina dell’Università di Palermo. Corleo, pur essendosi dedicato all’insegnamento accademico di discipline filosofiche, non dimenticò mai di essere laureato in medicina, così come si desume dalle sue opere giovanili dedicate ai fluidi imponderabili (1852) 7 e al fenomeno dell’innervazione (1857).8 È inoltre opportuno ricordare che tra il 1855 e il 1877 pubblicò una serie di saggi, brevi ma significativi, speci-ficamente in ambito medico, così come si può leggere sulle pagine dell’«Os-servatore medico» e della «Gazzetta sicula dedicata alle malattie del corpo e della mente». Pertanto, le due opere pubblicate nel 1852 e nel 1857 non risultano essere testi isolati; tra l’altro si tratta di due monografie corpose che, all’interno dell’intera produzione di Corleo,9 non sono da trascurare e dimostrano specifiche competenze di fisica e di fisiologia, tali da giustificare gli sviluppi della successiva produzione anche nell’ambito della psicologia.

Le due monografie sui fluidi imponderabili e sulla innervazione vanno poste, quindi, in relazione agli altri saggi di clinica medica scritti nel cor-so degli anni, che prima lo vedono impegnato come giovane medico nella città natale di Salemi, e poi come titolare della cattedra di Filosofia morale nell’Ateneo palermitano. Ponendo a confronto le opere di carattere medi-co e fisico con quelle di carattere filosofico e psicologico, si può osservare che ci troviamo di fronte ad un autore di profondo spessore, in grado di muoversi con competenza nei vari ambiti della fisiologia, della psicofisica,

7 S. Corleo, Ricerche su la vera natura dei creduti fluidi imponderabili, Palermo, 1852.8 S. Corleo, Ricerche su la natura della innervazione con applicazioni fisiologiche, patologiche e

terapeutiche, Palermo, 1857. 9 A. Marcacci, Le opere medico-fisiche di Simone Corleo e il suo sistema di filosofia universale,

«Atti della R. Accademia delle Scienze Mediche», 1892, pp. 3-17.

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271Il Laboratorio di psicologia sperimentale a Palermo

della psicologia e della stessa filosofia. In tal senso, si comprende come le due opere di filosofia, scritte per dare corpo al suo magistero accademico (sia la prima, Filosofia universale, edita a Palermo negli anni 1860-63 in due volumi, sia la seconda, Il sistema della Filosofia Universale, ovvero La Filosofia della Identità, edita a Roma nel 1879),10 si colleghino ai suoi studi medici e psicofisiologici.

Il tema centrale della filosofia di Corleo è riconducibile alla categoria fondamentale di ‘sostanza’ elaborata da Aristotele, così come si può dedur-re in primo luogo dalla monografia Filosofia universale. In quest’opera, egli pone il ‘principio di identità’ alla base di ogni conoscenza, un principio che, come la ‘sostanza’ aristotelica, «sussiste per sé, agisce in diverse guise, serve di soggetto d’inerenza a’ suoi fenomeni»; 11 esso è dunque a fondamento della realtà fenomenica nella sua varietà e molteplicità, «costituisce la legge immutabile del fenomeno e la necessità del medesimo».12 In virtù di tale principio, il pensiero è in grado di conoscere la realtà, di individuare le parti comuni, ‘identiche’, delle percezioni per la concettualizzazione. A questo punto, allora, si apre il problema di comprendere come si formino le perce-zioni e quindi di impostare esperimenti di psicofisiologia.

Corleo nell’Università di Palermo insegnò diverse discipline filosofiche, tra cui soprattutto, come titolare dal 1864 sino al 1891, la Filosofia mora-le, alla quale dedicò i due volumi di Lezioni di filosofia morale 13 pubblicati negli ultimi due anni del suo insegnamento. Tuttavia l’autore, pur avendo mantenuto un costante interesse per questa disciplina filosofica, nel corso degli anni non trascurò di coltivare un parallelo interesse per le discipline ‘positive’, tra cui appunto la psicologia sperimentale. Sulla base di queste indicazioni cronologiche, si può allora notare che il Laboratorio di psico-logia sperimentale fu organizzato nel pieno della maturità, anzi al termine della sua carriera accademica, lungo la quale non aveva mai dimenticato di esercitare la sua professione di medico e di clinico. Sulle pagine della rivista «La Filosofia»,14 uscita nel mese di gennaio del 1890, Corleo dà notizie della sua singolare esperienza in tali termini:

10 S. Corleo, Filosofia universale, 2 voll., Palermo, Officio tip. Lo Bianco, 1860-1863; S. Cor-leo, Il sistema della Filosofia Universale, ovvero La Filosofia della Identità, Roma, Tipografia del Senato, 1879.

11 S. Corleo, Filosofia universale, vol. I, cit., p. 328.12 S. Corleo, Le differenze tra la filosofia dell’identità e l’odierno positivismo, «Rivista di Filo-

sofia Scientifica», VI, 1887, p. 83.13 S. Corleo, Lezioni di filosofia morale, 2 voll., Palermo, Tip. A. Amenta, 1890-1891.14 C. Genna, Simone Corleo e «La Filosofia», in Filosofia e Psicologia in Italia tra Otto e Novecen-

to, Milano, FrancoAngeli, 2015, pp. 13-24.

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272 CATERINA GENNA

I nostri esperimenti psicologici cominciarono dopo il 20 aprile [1889]; né si poté prima, perché si dovette aspettare l’arrivo degli strumenti che fornì il Consor-zio Universitario, poi assicurare lo stato di essi e farvi qualche riparazione, come dovettimo farcene prestare parecchi e tutti gli utensili dal gabinetto di fisiologia.15

Proseguendo nella lettura delle Notizie scientifiche, pubblicate nella rivi-sta «La Filosofia», si rileva che Corleo ebbe tra i suoi collaboratori France-sco Spallitta, allora giovane assistente e libero docente, destinato a divenire direttore dell’Istituto di Fisiologia e promotore della nuova sede di corso Tuköry nei primi anni del Novecento. Il motivo per il quale Corleo si ri-volse all’Istituto di Fisiologia dipendeva dal fatto di non disporre di locali adeguati, né tanto meno di strumenti idonei agli esperimenti che erano stati progettati. Questi ultimi, iniziati in una «stanzuccia» e proseguiti «nel-lo stesso anfiteatro fisiologico», furono realizzati con il banco di Buccola e con il cronoscopio di Hipp per correlare «il tempo che impiegavano i diversi individui a percepire le sensazioni di udito e di vista, col tempo occorrente al movimento della mano per indicare la percezione avuta».16 Le notizie fornite da Corleo riguardano anche alcuni brevi esperimenti effettuati «sul-le gradazioni di percepire la intensità della corrente elettrica con la slitta graduata di Dubois-Reymond».17 Altri esperimenti furono realizzati con il pletismografo di Mosso e il cardiometro di Étienne-Jules Marey, che misu-ravano rispettivamente l’afflusso di sangue al cervello e le pulsazioni del cuore.

Gli esperimenti, condotti nel Gabinetto di fisiologia nel corso dei mesi di maggio e giugno del 1889, proseguirono nel corso degli stessi mesi di maggio e giugno del 1890, e divulgati nel quinto fascicolo della rivista «La Filosofia» del 30 settembre 1890. Per ciò che attiene a questo secondo perio-do di esperimenti, le Notizie scientifiche informano il lettore che il direttore dell’Istituto di Fisiologia, Arturo Marcacci, aveva dato contributi non se-condari con la collaborazione dei due assistenti Spallitta e Tommasini e del dottor Finazzi, i quali erano stati coinvolti già nel precedente anno 1889. La partecipazione del professor Marcacci, direttore dell’Istituto di Fisiologia dal 1889 al 1903, conferma la serietà dell’iniziativa portata avanti da Corleo.

Al termine di questa nota redazionale 18 si sottolineava l’intendimento di proseguire gli esperimenti utilizzando il galvanometro di Johnnes Peter

15 S. Corleo, Notizie scientifiche, «La Filosofia», I, 3, 1890, p. 246.16 Ivi, p. 241.17 Ibidem. 18 S. Corleo, Notizie scientifiche. Seguito delle esperienze di Psicofisica nel 1890, «La Filosofia»,

I, 5, 1890, pp. 403-404.

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273Il Laboratorio di psicologia sperimentale a Palermo

Müller, l’elettroestesiometro e il termoestesiometro di Albert Eulenburg, «per costatare l’elettricità ed il calore esterno che si hanno durante le ope-razioni intellettuali ed emozionali».19 Tra l’altro si progettava di utilizzare gli strumenti di Müller e di Eulenburg, al fine di sottoporre a verifica la teo-ria psicologica ed estetica di Ecker, con la quale si era ritenuto di dare una spiegazione plausibile del fenomeno del ‘riso’ che presentava un aspetto sia fisiologico che psichico, e del ‘fatto comico’ che presentava una connota-zione estetica. Dai nomi degli autori sopra menzionati, ancora una volta si evince come diverse discipline fossero poste a confronto per segnare un solco profondo su cui impiantare la nuova psicologia.

Nel caso del Laboratorio promosso e organizzato da Corleo negli anni 1889 e 1890, occorre rimarcare che senza la disponibilità dei docenti di Fi-siologia non si sarebbe potuto portare a termine tale progetto, che in Italia risulta essere tra i primi, se non il primo in assoluto. I suddetti esperimenti, svolti sul duplice versante della psicologia e della fisiologia, dimostrano che il Gabinetto di psicologia creato dal nostro filosofo-psicologo operava in termini pioneristici, sulla base dei risultati che si andavano conseguendo sia in Italia che in Europa e soprattutto in Germania. Si tenga conto peraltro che Corleo, così come dichiara nell’Autobiografia, ritiene che la psicologia debba essere posta in relazione con la filosofia; una posizione che nel tempo sarà superata, ma che ancora negli anni intorno al 1880 e 1890 poteva trova-re una certa giustificazione nel fatto che tradizionalmente la disciplina era considerata parte del pensiero filosofico. Solo lentamente, infatti, assumerà uno statuto epistemologico di scienza autonoma, così come si può rilevare dai contributi dati sul finire dell’Ottocento da altri autori. A questo propo-sito la memoria storica suggerisce di ricordare altri due siciliani che, oltre a Corleo, hanno dato alla psicologia un’accelerazione notevole; si tratta di Giuseppe Sergi e di Gabriele Buccola, ai quali in tempi non sospetti fa rife-rimento Umberto Saffiotti allorché scrive:

La tradizione scientifica della Psicologia Sperimentale in Italia è legata ai nomi di tre siciliani, i quali, primi in Italia, a questa scienza – allora appena nata, ma già in rigoglio oltre Alpi ‒ seppero dare vita e impulso in una ampia concezione della sua importanza.20

Questa affermazione, pronunciata da Saffiotti nella prolusione al cor-so di Psicologia sperimentale, tenuta il 27 febbraio 1920 nell’Università di

19 Ivi, p. 404.20 U. Saffiotti, La Psicologia Sperimentale in Italia. Origini e svolgimento, «Studi e Ricerche

dell’Istituto di Psicologia della R. Università di Palermo», 1, 1919-1920, pp. 3-4.

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274 CATERINA GENNA

Palermo, denota che l’esperienza di Corleo, compiuta alla fine del XIX se-colo, non era risultata isolata e priva di riscontri nei decenni successivi del XX secolo. L’Ateneo palermitano, peraltro, anche e non solo nell’ambito della psicologia sperimentale, aveva continuato a svolgere un ruolo non secondario nel panorama della cultura italiana ed europea.21 In tal senso si pensi, oltre all’ambito della filosofia e della psicologia, anche a quello della matematica e delle scienze naturali.

Umberto Saffiotti

La conferma della fecondità dell’Università di Palermo è data dallo stes-so Saffiotti che, laureatosi a Messina in Filosofia con una tesi sulla psicolo-gia delle menti associate di Carlo Cattaneo, aveva fatto la sua prima espe-rienza a Milano, a partire dal 1909, presso il Laboratorio di psicologia pura e applicata diretto da Zaccaria Treves. Alla morte di Treves, Saffiotti fu poi chiamato a Roma da Giuseppe Sergi che, pur insegnando Antropologia, nel 1889 aveva fondato un suo Laboratorio di psicologia sperimentale. Nel 1889, pertanto, in Italia vennero aperti due laboratori di psicologia speri-mentale: oltre quello di Palermo ad opera di Corleo, anche quello di Roma ad opera di Sergi.

Il 1889 fu pure l’anno in cui, a Parigi Alfred Binet fondò il proprio Labo-ratorio di psicologia sperimentale, annesso alla sezione di scienze naturali della École Pratique des Hautes Études. Gli anni Ottanta dell’Ottocento videro inoltre primeggiare la figura di Gabriele Buccola, che svolse le sue più importanti ricerche nel breve arco di tempo che va dal 1880 al 1885. Tali ricerche ebbero un’ampia eco tanto da suscitare l’elogio del giovane Buc-cola originario di Mezzojuso (in provincia di Palermo) da parte di Enrico Morselli, laddove il direttore e fondatore della «Rivista di Filosofia Scien-tifica» scrive che «il Buccola in soli cinque anni s’era acquistata in Italia, anzi in Europa, la fama di pensatore originale ed ardito, di sperimentatore sagacissimo e paziente».22

Nei primi anni del Novecento, Saffiotti si trovò quindi di fronte una tradizione di studi che aveva posto le condizioni per acquisire una forma-zione di livello nazionale, proiettata nel panorama della cultura europea e

21 Cfr. P. Di Giovanni (a cura di), Psicologia e filosofia in Italia tra Otto e Novecento, Milano, FrancoAngeli, 2015.

22 E. Morselli, Gabriele Buccola, «Archivio di Psichiatria, Scienze Penali ed Antropologi-che», VI, 1885, p. 312.

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275Il Laboratorio di psicologia sperimentale a Palermo

internazionale. Durante lo svolgimento del primo conflitto mondiale, poté fare una ulteriore esperienza come caporeparto dell’Ufficio psicofisiologico dell’Aeronautica militare di Torino; e due anni dopo la fine della guerra si trasferì a Palermo come docente di Psicologia sperimentale presso la Facol-tà di Lettere e Filosofia. Grazie al suo impegno e alla sua esperienza, all’in-terno dell’Università di Palermo fu allora istituito l’insegnamento ufficiale di Psicologia sperimentale, per il quale aveva conseguito la libera docenza nel 1917. Quando giunse nella città siciliana per l’anno accademico 1919-20, Saffiotti non trovò alcuna difficoltà a collaborare con l’Istituto di Fisiolo-gia umana, diretto da Francesco Spallitta, già collaboratore di Corleo negli anni 1889-1890 nel Laboratorio di psicologia sperimentale aperto presso l’Istituto di Fisiologia diretto da Arturo Marcacci. Spallitta era anche Ret-tore dell’Università degli Studi; circostanza questa che consentì a Saffiotti, nativo di Barrafranca (in provincia di Enna), di completare il suo ciclo di esperienze e di ricerche nell’ambito della psicologia sperimentale.

A Palermo, Saffiotti rimase sino al 1926, potendo contare sulla disponi-bilità e sulla competenza di Spallitta, il maggiore esperto di fisiologia uma-na nella Facoltà di Medicina. Nell’Ateneo siciliano poté ampliare i propri orizzonti culturali sul versante della Storia della filosofia nella Facoltà di Lettere e sul versante dell’Antropologia nella Facoltà di Scienze. Collabo-rando con Treves a Milano, Saffiotti aveva compreso la stretta relazione esistente tra psicologia e pedagogia, sulla scia dell’insegnamento ricevuto da studente a Messina dal suo primo maestro Giovanni Dandolo. Ponendo al centro tale insegnamento e il magistero di Treves, nel 1911 aveva pub-blicato il libro Psicologia e pedagogia sperimentale nell’opera di Zaccaria Treves, senza comunque dimenticare quanto aveva appreso leggendo i testi di Cat-taneo, commentati e riattualizzati nella monografia Carlo Cattaneo data alle stampe nel 1920.23

Nella sede palermitana, Saffiotti sostenne le ragioni di una psicologia sperimentale, che si era emancipata a partire dal 1905 con l’istituzione delle prime tre cattedre di tale disciplina nelle Università di Torino, Roma e Na-poli; 24 e affermò che la psicologia doveva essere collegata alla sociologia, così come risultava nella psicologia delle menti associate elaborata da Cat-taneo. Nella sua prolusione tenuta a Palermo il 20 febbraio 1920, scrisse che «la psicologia, nelle sue più ampie applicazioni, assume la doppia veste di

23 U. Saffiotti, Psicologia e pedagogia sperimentale nell’opera di Zaccaria Treves, Modena, For-míggini, 1911; U. Saffiotti, Carlo Cattaneo, Roma, L’Agave, 1922.

24 Sull’origine della psicologia ‘scientifica’ in Italia cfr. G. Cimino, La ‘gestazione’ e la nascita della psicologia scientifica in Italia: lo spartiacque del 1905, in G. Ceccarelli (a cura di), La psicologia italiana all’inizio del Novecento. Cento anni dal 1905, Milano, FrancoAngeli, 2010, pp. 11-48.

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una scienza naturale dell’uomo e di una scienza sociale dell’uomo».25 In tal modo propose una vera e propria psicologia sociale, che non trascurava i principi e i metodi fondati sull’esperienza e sull’osservazione, risalenti alle origini della scienza moderna.

Prendendo in esame l’intera produzione di Saffiotti, si rileva che, nel promuovere la psicologia sperimentale, si mosse in un panorama culturale che, oltre alla psicologia, comprendeva la sociologia e la pedagogia. Il suo contributo complessivo, pertanto, può essere riferito all’ambito delle scienze dell’uomo, che però non vengono contrapposte alle scienze della natura. La psicologia sperimentale per lui assume, quindi, un ruolo determinante, che è quello di andare oltre lo iato tradizionale tra cultura umanistica e cultura scientifica. In particolare, nel suo caso, la psicologia è intesa come psicologia sociale allargata al mondo del lavoro; inoltre, essendo posta in relazione an-che con la pedagogia, si pone a fondamento di una pedagogia sperimentale.

Saffiotti portò a Palermo il bagaglio delle sue esperienze culturali e scientifiche acquisite a Milano con Treves e a Roma con Sergi. A queste esperienze si deve il volume su La misura dell’intelligenza nei fanciulli,26 pub-blicato nel 1916 a Roma a seguito dell’attività svolta all’interno del Labo-ratorio di psicologia sperimentale, organizzato e diretto da Sergi presso l’Istituto di Antropologia dell’Università di Roma. Il sottotitolo del libro, Esame critico delle proposte di misura finora fatte e contributo d’indagini perso-nali, denota un’apertura interdisciplinare dell’autore che, muovendosi tra le scienze dell’uomo e della natura, faceva riferimento a discipline come la statistica, la biologia, l’antropologia, la demologia, l’economia e la socio-logia, sulla base di un orientamento culturale ispirato da Francis Galton.

Passando attraverso le figure di Corleo e di Saffiotti, emerge in definiti-va il ruolo svolto ‒ nell’arco di tempo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento ‒ dall’Istituto di Fisiologia della Facoltà di Medicina dell’Univer-sità di Palermo per la nascita, l’affermazione e lo sviluppo della psicologia ‘scientifica’ in Italia. In questo quadro culturale e accademico, non bisogna tuttavia trascurare la figura di Francesco Spallitta che, da giovane assisten-te e libero docente negli anni 1889-90, collaborò con Corleo per l’avvio del Gabinetto di psicologia presso il Gabinetto di fisiologia sperimentale fondato da Girolamo Piccolo. Il direttore dell’Istituto di Fisiologia nel 1889 era Arturo Marcacci, al quale nel 1904 successe Spallitta, che mantenne la direzione sino al 1923. Quando Saffiotti giunse a Palermo per insegnare Psi-

25 U. Saffiotti, La Psicologia Sperimentale in Italia. Origini e svolgimento, cit., p. 31. 26 U. Saffiotti, La misura dell’intelligenza nei fanciulli, Roma, Società Romana di Antropo-

logia, 1916.

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277Il Laboratorio di psicologia sperimentale a Palermo

cologia sperimentale a partire dall’anno accademico 1919-20, trovò proprio Spallitta ad aprirgli le porte e ad aiutarlo; incontrò uno scienziato molto attivo che già nel 1914 aveva dato vita all’Istituto di Fisiologia umana e nel 1918 era stato eletto Rettore dell’Ateneo palermitano mantenendo tale ca-rica sino al 1921. Pertanto, questa fiorente stagione, questa belle époque della cultura palermitana, oltre che dai successi di varie discipline umanistiche e scientifiche, è segnata anche dall’attività dell’Istituto di Fisiologia e dal sostegno che esso ha saputo dare all’origine della psicologia sperimentale italiana attraverso il contributo di personaggi come Corleo, Saffiotti e Spal-litta, che in questo Istituto avevano lavorato.

Saffiotti giunse a Palermo nel 1919, rimanendovi per un periodo di sette anni; e tra la morte di Corleo nel 1891 e il suo arrivo intercorrono ventotto anni, durante i quali nell’Ateneo palermitano per quanto attiene alla psicologia non si creò un vuoto. Si può infatti affermare che tale vuoto apparente fu riempito dalla figura di Giuseppe Pitrè, teorico delle tradi-zioni popolari, il quale insegnò Demopsicologia all’Università dal 1910 al 1916, anno della sua morte. Nella prolusione,27 letta il 12 gennaio 1911 per inaugurare il suo primo anno di insegnamento, Pitrè sottolineò che la sua disciplina aveva ormai acquisito in Italia un’ampia risonanza, così come la Völkerpsychologie o la Volkskunde in Germania. Questo studioso fu stimato da Giovanni Gentile, che a Palermo aveva insegnato Storia della filosofia dal 1906 al 1914, e nel 1917, in procinto di trasferirsi dalla Scuola Normale Superiore di Pisa all’Università di Roma, con la memoria era tornato all’e-sperienza palermitana ricordando, oltre a Gioacchino Di Marzo e Salvato-re Salamone Marino, anche e soprattutto Giuseppe Pitrè, definito come «l’illustre demopsicologo, noto in tutta Italia, anzi in tutto il mondo».28 Sul piano temporale e culturale Pitrè occupa, dunque, una posizione centrale tra Corleo e Saffiotti, a conferma del fatto che la psicologia sperimentale nell’Ateneo di Palermo non è mai stata marginale e, grazie al ruolo svol-to dall’Istituto di Fisiologia umana diretto da Spallitta che ha sostenuto le ricerche scientifiche sia di Corleo che di Saffiotti, ha saputo proiettarsi sul piano nazionale e internazionale.

ABSTRACT ‒ The article highlights the role and importance that the Institute of Physiology in the Faculty of Medicine at the University of Palermo had, through the fig-

27 G. Pitrè, La demopsicologia e la sua storia, a cura di L. Bellantonio, Palermo, ILA Palma, 2001, pp. 34 ss.

28 G. Gentile, Il tramonto della cultura siciliana, Firenze, Sansoni, 1985, p. 190.

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ures of Simone Corleo and Umberto Saffiotti, for the origin, affirmation, and develop-ment of the “scientific” psychology in Italy between the nineteenth and twentieth century. Corleo, even though teaching philosophical disciplines, had as a young man obtained a degree in medicine, which enabled him to organize, during the years 1889-1890, a “Lab-oratory of experimental psychology” in collaboration with the “Laboratory of human physiology.” This was an endeavor that allowed him to define his psychology as psycho-physics and pave the way to a new psychological science, as well as to play a leading role within the context of the late nineteenth-century Italian culture. At the time of his death, which took place in 1891, the experience of the laboratory was not dispersed, in that it remained in the tradition of the Palermo university. After him, in fact, f rom 1919 to 1926 Experimental Psychology was taught by Saffiotti, who had resumed relations with the Institute of Physiology directed by Francesco Spallitta, a physician who had previously collaborated with Corleo and had facilitated the foundation and evolution of experimental psychology in close relation with human physiology. Corleo, Saffiotti and Spallitta thus deserve to be remembered among the creators of an important scientific-cultural season that blossomed in Palermo at the threshold of the twentieth century.

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FINITO DI STAMPAREPER CONTO DI LEO S. OLSCHKI EDITORE

PRESSO ABC TIPOGRAFIA • CALENZANO (FI) NEL MESE DI FEBBRAIO 2017

Direttore responsabile: prof. Vincenzo Cappelletti

Registrazione del Tribunale di Firenze n. 4026 del 6 novembre 1990