Il Gusto Della Bibbia di Laurence Sterne e di Ugo Foscolo in A Sentimental Journey

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This article was downloaded by: [University of North Carolina] On: 12 November 2014, At: 12:01 Publisher: Routledge Informa Ltd Registered in England and Wales Registered Number: 1072954 Registered office: Mortimer House, 37-41 Mortimer Street, London W1T 3JH, UK Kentucky Romance Quarterly Publication details, including instructions for authors and subscription information: http://www.tandfonline.com/loi/vzrq20 Il Gusto Della Bibbia di Laurence Sterne e di Ugo Foscolo in A Sentimental Journey Vincenzo Tripodi a a University of Kentucky , Lexington, USA Published online: 09 Jul 2010. To cite this article: Vincenzo Tripodi (1978) Il Gusto Della Bibbia di Laurence Sterne e di Ugo Foscolo in A Sentimental Journey , Kentucky Romance Quarterly, 25:3, 297-310, DOI: 10.1080/03648664.1978.9932312 To link to this article: http://dx.doi.org/10.1080/03648664.1978.9932312 PLEASE SCROLL DOWN FOR ARTICLE Taylor & Francis makes every effort to ensure the accuracy of all the information (the “Content”) contained in the publications on our platform. However, Taylor & Francis, our agents, and our licensors make no representations or warranties whatsoever as to the accuracy, completeness, or suitability for any purpose of the Content. Any opinions and views expressed in this publication are the opinions and views of the authors, and are not the views of or endorsed by Taylor & Francis. The accuracy of the Content should not be relied upon and should be independently verified with primary sources of information. Taylor and Francis shall not be liable for any losses, actions, claims, proceedings, demands, costs, expenses, damages, and other liabilities whatsoever or howsoever caused arising directly or indirectly in connection with, in relation to or arising out of the use of the Content.

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Kentucky Romance QuarterlyPublication details, including instructions forauthors and subscription information:http://www.tandfonline.com/loi/vzrq20

Il Gusto Della Bibbia diLaurence Sterne e di UgoFoscolo in A SentimentalJourneyVincenzo Tripodi aa University of Kentucky , Lexington, USAPublished online: 09 Jul 2010.

To cite this article: Vincenzo Tripodi (1978) Il Gusto Della Bibbia di Laurence Sternee di Ugo Foscolo in A Sentimental Journey , Kentucky Romance Quarterly, 25:3,297-310, DOI: 10.1080/03648664.1978.9932312

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IL GUSTO DELLA BIBBIA DI LAURENCE STERNE E DI UGO FOSCOLO [N A SENTIMENTAL JOURNEY

Vincenzo Tripodi

Parte: I. Nella traduzione di Ugo Foscolo di A Sentimental Journey through

France and Italy by Mr. Yorick, opera ultima e pih matura di Laurence Sterne, molti critici hanno notato delle variazioni, che trasformano la pagina originale; e quasi tutti ritengono che il traduttore riproduca l’umori- smo dello scrittore inglese in forma amplificata ed esagerata con degli elementi neo-classici.

I1 Rabizzani giudica gh sviluppi biblici della traduzione foscoliana non originali, essendo reminiscenze alle volte umoristiche e alle volte patetiche aventi origine dalla stessa fonte, e ripetute con certa ostentazione.’ Le note, con cui il Foscolo si proponeva di chiarire il testo inglese, indicano un’esigenza di letterato; e specialmente quelle bibliche sono un vero e chiaro plagio, perch6 copiate quasi alla lettera dal Crassous.* I1 critico, mettendo a confront0 il testo del traduttore francese dello Sterne e quello italiano, conclude che l’intero terzo volume del prim0 sia stata la fonte diretta ed abbondante del secondo. A1 Foscolo non t: concessa alcuna originalit&, essendo le sue note bibliche richiami del suo predecessore, di cui si conserva tutto lo spirito anche quando vi sono delle modificazioni nella traduzione italiana. Del resto, conclude il critico, il nostro Poeta non pub mai scovare tutte le allusioni bibliche come Sterne, umorista inglese e parroco protest ant e.3

Mario Marcazzan non parla esplicitamente della presenza della Bibbia nella traduzione italiana, ma afferma che lo scrittore italiano “ha bisogno dello ~ p u n t o . ” ~

Claudio Varese pone attenzione alle frasi bibliche della traduzione; e, a proposito dell’episodio di Maria, la fanciulla impazzita per amore, nota che lo spirito della pagina originale b capito e reso in lingua italiana con delle leggere varianti. I1 Foscolo ricrea ed apprende dallo Sterne il gusto della Bibbia come “lettura ironica t: sentimentale.” Inoltre il Varese spiega la maggior parte delle amplificazioni della traduzione foscoliana per mezzo della teoria dei conflati; una parola inglese ha bisogno di diverse parole italiane per essere resa nella sua totalit& espressiva. Cercando di cogliere anche i conflati psicologici, il critico osserva cho Yorick non legge solo la

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Bibbia, ma anche Shakespeare, Don Chisciotte e Montaigne, ed imita il pantagruelismo; per questo una parola pih generica sterniana 6 tradotta con una piu precisa dal Foscolo, che accoglie e cerca di rendere lo spirit0 dei suoi scrittori preferiti.’

Mario Fubini, con senso critico profondo, scopre che tutta la poesia foscoliana B “fantastico-speculativa.” La presenza della Bibbia B notata, ma sempre un neo-classicism0 raffinato prevale nella traduzione. I1 critico analizza la predilezione del traduttore per il polisindeto, ed, in particolare, quella per la congiunzione “E” all’inizio dei periodi, che hanno origine, con certa indulgenza, non solo dalla lettura dei prosatori del Due e del Trecento, ma anche dalla familiariti con la Bibbia; e l’uso esagerato di tale primitivism0 stilistico non B usato dal traduttore per affettazione di arte retorica, ma per svelare pih chiaramente alcuni caratteri della narrazione sterniana: cosi l’arcaismo accentua in lingua italiana i ritmi pih cari, specialmente quello apostolic0 e riposato, venato di apparente sempliciti. AUa fine il critico conclude che il discorso foscoliano mira ad essere pih lento, riposatissimo, e che tanti altri particolari stilistici vogliono creare una frase melodica. A proposito dei capitoletti LXVII-La Cena, e LXVIII-Le Grazie, si afferma che il traduttore evoca immagini e toni della sua poesia maggiore. I1 linguaggio diventa tipicamente foscoliano, e la narrazione si trasforma in un quadretto neo-classico.6 Cosi il poeta italiano si distacca, alle volte dalla pagina originale, e mostra la sua tendenza verso l’dessandrinismo, senza cadere nei difetti del v i r tuos i~mo.~ L‘ambizione del nostro scrittore B di fare del Viaggio un nuovo Dafne e Cloe per i let tori italiani dell’Ot tocento.

La nostra ricerca non s’interessa delle postille di carattere biblico’, perchk altri critici hanno trattato l’argomento in mod0 esauriente; come anche evita di analizzare quei passi della traduzione, il cui valore estetico, formulato nel passato, 2: valido per il nostro studio. Ci soffermiamo solo sulle amplificazioni foscoliane pih significative, capaci di darci un nuovo gusto della Bibbia,” tutto personale e differente da quello sterniano. Le nostre note, pur facendo tesoro delle conquiste del passato, hanno l’inten- to di chiarire meglio il rapport0 Foscolo-Sterne, essendo non soddisfacente la formula di un Foscolo traduttore raffinato, alessendrino e neo-classico, ricreatore in lingua italiana, nella maggior parte dei casi, dell’umorismo patetico dello Sterne; ed in particolare si vuole dimostrare che il traduttore non dimentica mai la sua poesia maggiore, e che quindi vagheggia miti pregni di umaniti, evocati con tono maggiormente pacato, risultato artisti- co non estraneo alla lettura profonda e meditata dei Testi Sacri.

Parte: 11. La traduzione foscoliana approfondisce un senso di umana compassione

e di religiositi per mezzo dell’aggiunta di nuovi elementi, e delle variazioni. Nell’episodio, tratto dall’opera stemiana, Tristram S h a d y , e riportato

nel Viaggio sentimentale, il giovane postiglione narra a Yorick che nessuno

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ha insegnato a Maria, la fanciulla impazzita per amore, a suonare il flauto; ed il viaggiatore sentimentale, commosso, dice:

He was going on, when Maria, who had made a short pause, put the pipe to her mouth and began the air; - they were the same notes, -yet were ten times sweeter. - It is the evening service to the Virgin, said the young man; -but who has taught her to play it, or how she came by her pipe, no one knows: we think that Heaven has assisted her in both; for ever since she has been un- settled in mind, it seems her only conso- lation; she has never once had the pipe out of her hand, but plays that setvice upon it almost day and night.”

- Se non che Maria, che s’era un PO’ riposata, s’accostb il flauto alla bocca, e ripiglib la sua aria - ed erano le medesime note -ma dieci volte pih soavi. Questo 6 l’ufficio della sera alla Vergine, disse il ragazzo - n6 si sa chi a lei I’abbia insegna- to, n6 come riesca a suonarlo sul flauto - noi crediamo che il cielo, per sua misericordia la ispiri; perch6 dal d i ch’ella 6 fuori di s6, pare che non trovi verun’altra consolazione; non si lascia uscire di mano quel flauto, e suona l’ufficio quasi d i e notte.’2

I1 predicato verbale inglese, “we think,” generic0 ed opaco, 6 precisato con espressivita affettiva da quello italiano, “noi crediamo,” che rivela l’anima semplice e pia del postiglione foscoliano, ora animato da una fede. I1 complemento di causa, “per sua misericordia,” non esistente nella pagina originale, sviluppa chiaramente sentimenti di umana e divina compassione. I1 nuovo elemento della traduzione b l’eco sofferente e all0 stesso tempo confidente dei Salmi: “Diligit misericordiam et iudicium; misericordia Domini plena est terra.” (Psalmi: 32, 5). I1 postigione foscoliano vede in Maria una manifestazione misericordiosa di Dio: “Quoniam, tu, Domine, suavis et mitis, et multae misericordiae omnibus invocantibus te.” (Psalmi: 85, 5). I1 nuovo personaggio appartiene alla schiera diletta dei beati: “Beati misericordes; quoniam ipsi misericordiam consequentur.” (Secundum Mattheum: 5 , 7). La giovine Maria appare come una visione umana e divina, tutta pervasa di patetico. L’amplificazione voluta e sentita della traduzione s’accentra sul dramma di chi soffre, ed, inserendolo in un ordine prowidenziale ed universale, lo addolcisce per mezzo della com- passione, il pih puro dei sentimenti umani.

La traduzione foscoliana spesso preferisce il grado superlativo degli aggettivi, qreando cosi un ritmo elegiac0 e riposatissimo.

In un teatro di Parigi Yorick incontra un vecchio ufficiale francese, che gli fa ricordare con nostalgia l’amico Tobia:

There was no body in the box. I was let into but a kindly old French officer. I love the character, not only bec:ause I honour the man whose manners are softened by a profession which makes bad men worse; but that I once knew

Nel palchetto assegnatomi mi trovai solo con un discreto Francese, vecchio ufficiale; carattere che a me piace, si perch6 onoro I’uomo il quale fa pih man- sueti i propri costumi, professando un mestiero che rende tristissimi i tristi; si

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one - for he is no more - and why should I not rescue one page from violation by writing his name in it, and telling the world it was Captain Tobias Shandy, the dearest of my flock and friends, whose philanthropy I never think of at this long distance from his death -but my eyes gush out with tears. For his sake, I have a predilection for the whole corps of veterans; and so I strode over the two back rows of benches, and placed myself beside him. l3

perche ne conobbi uno - non lo rivedrb pih su la terra! - e perche non preserver& io una mia pagina dalla profanazione scrivendovi il suo nome, e dicendo a tutti ch’io parlo del capitano Tobia Shandy, dilettissimo a me fra le mie pecorelle e amicissimo mio, alla umanith del quale io, da tanto tempo ch’ei mori, non ripen- so - e che il pianto non mi sgorghi dagll occhi. Per amor suo tutta la schiera de’- veterani 6 mia prediletta. Scavalcai le due file de’sedili di dietro, e mi posi accanto al vecchio ufficiale francese. (97)

L’aggettivo sterniano di grado superlativo, “dearest,” 6 di orgine biblica, e dB il tono apostolico a tutto il brano evocativo, che il Foscolo, poeta del mito dell’amicizia e delle armi, rende pib lirico, e quindi pib appassionato per mezzo di una scelta differente, ma molto familiare ai Testi Sacri. Infatti il termine “dilettissimo,” specialmente & preferito dal Cantico dei Cantici: “Dilectus meus mihi, et ego ilIi, qui pascitur inter Mia . . .” (Canticum Canticorum: 2, 16); la cui costruzione classico-biblica del dativo anche b riprodotta nella pagina italiana: “dilettissimo a me.” Tale nota appassionata continua nell’altra espressione, “amicissimo mio,” che appare sbiadita nella pagina originale, avente una differente costruzione, “the dearest of my flocks and friends,” sebbene di derivazione biblica: “Vos amici mei estis, si feceritis quae ego praecipio vobis.” (Secundum Ioannem: 15, 14). La struttura a binomio del period0 foscoliano con i due attributi, anima quella partiva sterniana, creando un ritmo apostolico piu commosso, anche la presenza della congiunzione copulativa “e”, molto insistente, contribuisce a tale modulazione lirica e delicata, ma all0 stesso tempo biblica, della voce del cuore.

Alle volte nella traduzione & maggiormente sviluppato il gusto della Bibbia come lettura ironico-patetica.

Un vecchio moribondo, prima di dettare il proprio testamento al notaio, chiede la grazia a Dio di vedere soddisfatto l’ultimo suo desiderio; egli vuole tramandare, in forma testamentaria, la sua triste storia ai posteri per suscitare in tutti gli uomini, anche quelli pih cattivi, la pieti:

- Almighty director of every event in my life! said the old gentleman, looking up earnestly and raising his hands to- wards heaven - thou whose hand has led me on through such a labyrinth of stran- ge passages down into this scene of des- olation, assist the decaying memory of an old, infirm, and broken-hearted man -direct my tongue, by the spirit of

Lt qucl canuto levando gli occhi pie- tosamente et stendendo a1 cielo le palme, adorb tacito alquanto, poi disse: Onnipo- tente direttore di tutti i casi della vita mia, il quale vedi per che labyrinto lun- ghissimo di disastrosi sentien et a che estremiti et disperata desolatione m’hai di tua mano condotto, oh mio Dio, soc- corri a la infernma memoria d’un vecchio

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thy eternal truth, that this stranger may set down naught but what is written in the BOOK, from whose records, said he, clasping his hands together, I am to be condemn’d or acquitted! -the notary held up the point of his pen betwixt the taper and his eye -

- It is a story, Monsieur le Notaire, said the gentleman, which will rouse up every affection in nature - it will kill the humane, and touch the heart of cruelty herself with pity. (255)

moribondo et che ha il more dilaniato; din& la mia parola con lo spinto eterno de la tua veriti affinchh questo forestiero non debbia scrivere sol una sillaba che non sia hoggimai notata nel hiro de’tuoi ricordi per li quali (et in questo dire giunse le mani et con voce aka gridb) io sto per essere condannato o assolto. Et il notajo sollevb la punta de la sua penna tra I’occhio suo et la fiammella: al quale il vecchio, dopo alcun silentio, ridisse: Messer lo notajo, tu scrivi una hystoria per la quale la natura agiteri le viscere de la misericordia ne gli uomini, et spezzeri i cuori pietosi, et condurri al pianto fin anco la crudelti. (148)

I1 Foscolo conserva le stesse metafore sterniane, ma le varia e le arricchisce; I’espressione, “through a labyrinth of strange passages,” 6 tradotta: “per che labyrinto lunghissimo di disastrosi sentieri;” e l’altra, “this scene of desolation,” con l’endiadi intensificante, “et a che estremith e disperata desolatione.” I nuovi attributi ed i nuovi costrutti sono pih affettivi, e ne risulta una nota amara prolungata, attenuata per mezzo della copulativa e del grado superlativo nel primo attributo. Tale intensifi- cazione foscoliana richiama la tristezza e la disperazione dei profeti: “Posuerunt eam in dissipationem, luxitque super me; desolatione desolata est omnis terra, quia nullus est qui recogitet corde.” (Geremia: Prophetiae:

I1 verbo di dire della pagina originale, “said the old gentleman,” solo informa con tono quasi neutro; nella traduzione la figura del vecchio moribondo balza viva e palpitante per l’aggiunta di nuovi elementi pittorici e patetici: “. . . adorb alquanto tacito . . . ,” “. . . et in questo dire.giunse le mani e t con voce alta grido.” I1 vocativo, “oh mio Dio,” non esistente in Sterne, rende piu accorata la preghiera in armonia con tutta l’amplifi- cazione foscoliana. Tale visione di orante, marcata con insistenza negli elementi patetici, 6 molto vicina ai Testi Sacri: “Haec ill0 loquente ad eos, ecce princeps unus accessit, et adoravit eum, dicens: . . .” (Secundum Mattheum: 9, 18); ed ancora: “At illa venit, e t adoravit eum, dicens: . . .” (Secundum Mattheum : 15, 25 :I. Specialmente la narrazione e l’invocazione foscoliane rendono la tristezza della passione di Cristo: “Et circa hora nonam clamavit Iesus voce magna, dicens: Eli, Eli, larnma sabacthami? hoe est: Deus meus, Deus meus, ut quid dereliquisti me? ” (Secundum Mattheum: 27, 46); “Et hora nona exclamavit Iesus voce magna, dicens: Eloi, eloi, lamma sabacthami? quod est interpretatum: Deus meus, Deus meus, ut quid dereliquisti me? ” (Secundum Marcurn: 15,34) .

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La struttura complessa prevale nella pagina originale, quando 6 descritta la figura del vecchio orante; infatti alla proposizione principale seguono due subordinate coordinate implicite: “. . . said the old gentleman, / / looking up earnestly / and raising his hands towards heaven - . . .”; in seguito subito dopo la principale si deposita la subordinata implicita: “. . . said he, / / clasping his hands together . . .” Nella traduzione la prima espressione 6 resa con due coordinate principali: “Et quel vecchio / / levando gli occhi pietosamente / et stendendo a1 cielo le palme, / / adoro tacito alquanto, / poi disse . . .”. Nella seconda espressione 6 realizzata la struttura semplice di due coordinate principali: “(Et in questo dire giunse le mani / et con voce alta gridb: . . .” La congiunzione arcaica copulativa, “et,” e le amplificazioni della struttura binaria sia delle principali e sia delle secondarie creano un crescendo ritmico descrittivo molto patetico nella traduzione, ma con moderazione e compostezza.

Anche la scelta della metafora, “viscere,” non esistente nella pagina originale, si armonizza a1 tono nuovo dell’amplificazione foscoliana. Secon il popolo Ebreo le viscere sono la sede dell’affetto piu intenso ed appas- sionato: “Attende de caelo, et vide de habitaculo sancto tuo, et gloriae tuae. Ubi est zelus tuus, et fortitudo tua, multitudo viscerum tuorum et miserationum tuarum? Super me continuerunt se.” (Isaias: Prophetiae: 63, 15). L’immagine espressiva della profonda compassione sgorgante dalle viscere si trova anche nel profeta Geremia: “Si filius honaribilis mihi Epfraim, si puer delicatus! Quia ex quo locutus sum de eo, adhuc recordabor eius. Idcirco conturbata sunt viscera mea super eum; Miserans miserabor eius, ait Dominus.” (Ieremias: Prophetiae: 31, 20). La stessa immagine B insistente nelle Epistole di San Paolo: “Si qua ergo consolatio in Christo, si quod solatium charitatis; si qua societas spiritus, si qua viscera miserationis: . . .” (Ad Philippenses: 2, 1); ed ancora: “Induete vos ergo sicut electi Dei, sancti, et dilecti, viscera misericordiae, benignitatem, humilitatem, modestiam, patientiam: . . .” (Ad Colossenses: 3, 12). L’in- tensificazione patetica foscoliana si rivela anche nell’uso della seconda persona singolare, “. . . tu scrivi . . . ,” mentre nella pagina inglese vi 6 una tonalita alquanto neutra, “. . . it is a story . . .”

La preghiera del vecchio sterniano ha un ritmo patetico familiare quasi discorsivo: “It is a story, Monsieur le Notaire, said the gentleman, which will rouse up every affection in nature - it will kill the humane, and touch the heart of cruelty herself with pity.” La struttura del period0 sterniano presenta delle fratture; infatti alla proposizione principale segue la subordi- nata relativa, vi 6 dopo la pausa del trattino con le due coordinate principali. La preghiera del vecchio foscoliano ha una costruzione ritmica ascensionale e pih compatta: “Messer lo notajo, tu scrivi una hystoria per la quale la natura agiteri le viscere de la misericordia degli huomini, et spezzera i cuori pietosi, et condurrl a1 pianto fin anche la crudeltl.” Le subordinate relative, coordinate tra di lor0 e congiunte dalla copulativa,

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“et”, formano un gruppo ritmico ternario in continuo crescendo. I1 quadretto campestre della famiglia patriarcale richiama non solo

l’immagine classica della mitica Arcadia, ma anche quella biblica della terra promessa a l popolo eletto da Dio.

Yorick, dopo aver visto la sventurata Maria, continua il suo viaggio; sul monte Tararo B costretto a fermarsi, avendo il suo cavallo perso i ferri; e trova ospitaliti presso una famiglia patriarcale di semplici montanari, la cui casetta d i ristoro sia a1 corpo e sia all’animo:

. . . - and close to the house, on one Avea prossimo dall’un de’lati un orto side, was a potagerie of an acre and a di poco pih d’una pertica, proweduto di half, full of every thing which could quanto mai l’abbondanza pub consolare make plenty in a French peiisant’s la mensa d’un contadino francese - (165) house - . . . (281)

I1 termine francese, “potagerie ,” indicante un appezzamento di terreno tutto coltivato ad ortaggi, rende un’immagine campestre uniforme ed impreziosita di colore locale. La traduzione, che B sempre fedele nella trascrizione delle voci francesi, questa volta tradisce la pagina originale, e preferisce il termine classico, “orto,” appezzamento di terreno coltivato ad ortaggi e piante da frutto, circondato da una siepe, o da un muro presso i Latini a protezione contro i ladri ed i rumori della vita cittadina chiassosa e congestionata; e in tale luogo di pace e di silenzio si ritiravano i saggi antichi per meditare sui grandi misteri dell’esistenza umana e divina. La traduzione rende l’elemento sacro e meditativo degli orti classici. L’im- magine stessa dell’abbondanza B corposa e tutta materiale in Sterne: “full of every thing which could make plenty in a French peasant’s house.” Le voci, “full” e “plenty” insistono sugli elementi quantitativi. I1 Foscolo continua la sua nota sacra, traducendo: “. . . proweduto di quanto mai pub consolare la mensa d’un contadino francese.” Le aggiunte ‘foscoliane, “proweduto,” “consolare”, e “mensa,” spiritualizzano l’abbondanza della famiglia patriarcale, considerata ora come dono prowidenziale e divino, salutare sia a1 corpo, e sia all’animo.

Tale immagine campestre foscoliana non ha solo origine dal mondo classico, ma anche da quello biblico; infatti Dio premia il popolo giusto e fedele a i suoi santi comandamenti con il dono di una terra fertilissima, che B segno di predilezione e di consolazione divine: “. . . et diliget te, ac multiplicabit, benedicetque fructui ventris tui, et fructui terrae tuae, frumento tuo, atque vindemiae, oleo, et armentis gregibus ovium tuarum super terram, pro qua iuravit patribus tuis ut daret eam tibi.” (Deuterono- mium: 7, 13). La terra promessa al popolo eletto da Dio B dono spirituale, poichk la fede B la sua scaturigine: “Dominus enim Deus tuus introducet te in terram bonam, terram rivorum aquarumque et fontium: in cuius campis et montibus erumpunt fluviorum abyssi: terram frumenti, hordei ac vinear- um, in qua ficus, et melogranata, et oliveta nascentur: terram olei ac

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mellis.” (Deuteronomium: 8, 7-8). Tali beni materiali, intesi come bene- dizione divina, sono posti sulla “mensa,” l’altare sacro, su cui si offrono i sacrifici a Dio. I1 nuovo termine foscoliano B pregno di significato religioso e liturgico; il che non si pub dire per quello inglese: “house.” I1 Vecchio Testamento, spesse volte, con cura minuziosa descrive la “mensa” rituale dei sacrifici: “Facies et mensam de lignis setim, habentem duos cubitos longitudinis, et in latitudine cubitum, et in altitudine cubitum as semis- sem.” (Exodus: 25, 23). I1 pane offerto sulla mensa sacra 6 il segno della santa ed eterna alleanza tra Dio ed il popolo eletto: “Et pones super mensam panes propositionis in cospectu meo semper.” (Exodus: 25, 30). L’offerta votiva del pane sulla mensa purificata si deve ripetere ritualmente al mattino ed a1 tramonto: “Holocausta quoque offerunt Domino per singulos dies mane et vespere, et thymiama iuxta legis praecepta confec- tum, et proponuntur panes in mensa mundissima, estque apud nos candela- brum aureum, et lucernae eius, ut accendantur semper ad vesperam: nos quippe custodimus praecepta Domini Dei nostri, quem vos reliquistis.” (2 Paralipomenon: 13, 11). Nel Nuovo Testamento la “mensa” si spoglia dello sfarzo del Vecchio Testamento, e diventa piu ieratica per il suo significato allegorico-mistico: “Et ego dispono vobis sicut disposuit mihi Pater meus regnum, ut edatis et bibatis super mensarn in regno meo: et sedeatis super thronos iudicantes duodecim tribus Israel.” (Secundum Lucam: 22, 29-30). L’ultima cena di Cristo con i suoi discepoli ha consacrato, nella tradizione cristiana, il significato rnistico della “mensa eucaristica,” e quello della celebrazione della messa. I1 mito foscoliano della terra felice e consolatrice ha degli elementi classici, biblici e cristiani; e di questi il poeta prende quelli pih umani, mirabili e sacri.

Yorick ci presenta tutti i membri della famiglia patriarcale con animo commosso:

The family consisted of an old E vidi la famiglia d’un U O ~ O attem- pato con la sua donna, e cinque o sei figliuoli, e generi con le loro spose, e la lor0 gaia e innocente figliuolanza. (165)

La semplice enumerazione dei membri della famiglia patriarcale secon- do lo stile biblico B data dal predicato sterniano, “consisted” Nella tradu- zione la visione commossa e delicata prevale: “vidi.” L’elemento cromatico nella rappresentazione del veccho patriarca e accentuato nella pagina originale: ‘&an old gray-headed man,” mentre in quella foscoliana B atten- uato, essendo mesa pih in luce l’eta veneranda del personaggio: “un uorno attempato.” La figura mitica del vecchio saggio carico di anni non e estranea alla Bibbia: “Erat autem Abraham senex, dierumque multorum : et Dominus in cunctis benedixerat ei.” (Genesis: 24, 1). I1 termine comune “wife” 6 specificato da quello dignitoso e all0 stesso tempo affettivo,

grey-headed man and his wife, with five or six sons and sons-in-law and their several wifes, and ajoyous genealogy out o f em. (281)

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“donna,” consacrato da tutta la lirica italiana nel suo nuovo significato nobilitante. La seconda generazione femminile 2: indicata con “spose,” voce vagheggiante immagini di giovani mogli piene di grazia, di amore e di candore; e tale tono lirico ed appassionato echeggia quello biblico, ma attenuato, del Cantico dei Cantici: “Veni de Libano, sponsa mea, veni de Libano, veni, coronaberis; de capite Amana, de vertice Sanir et Hermon, de cubilibus leonum, de montibus pardorum” (Canticum Canticorum: 4, 8). I1 senso della paterniti si deposita collettivamente e con preziositi biblica in Sterne per mezzo della voce “geneology.” I1 traduttore preferisce locuzioni toscane, familiari ed affettuose: “Figliuoli” e “figliuolanza;” ne risulta un tono paterno piu intensificato, un ritmo piu lento, ed uno spirit0 pih vicino ai Testi Sacri: “Ait Moyses: cum parvulis nostris, et senioribus pergemus, cum filiis et filiabus, cum ovibus et armentis: est enim solemni- tas Domini Dei nostri.” (Exodus: 10, 9). La nota apostolica pih affecttiva deriva dal Nuovo Testamento e dalle Epistole degli Apostoli: “Filioli adhuc modicum vobiscum sum.” (Secundum Ioannem; 13,33); ed ancora: “Filioli mei, quos iterum parturio, donec formetur Christus in vobis.” (Paulus: Ad Galatas: 4, 19).

I1 nuovo attributo foscoliano, “innocente,” completa la visione mitica della famiglia patriarcale, che ora nella traduzione B tutta soffusa di candore pudico e santo senza malizia. Solo l’innocente second0 il Vecchio Testamento pub stare al cospetto di Dio e pregare nel tempio: “Quis ascendet in montem Domini? Aut quis stabit in loco sancto eius? Inno- cens manibus et mundo corde, qui non accepit in van0 animam s u m , nec iuravit in dolo proximo suo.” (Psalmi: 23,3-4). Chi perde la candida veste dell’innocenza si attira l’ira di Dio: “Et dixit Dominus ad Satan: Numquid considerasti servum meum Iob, quod non sit ei similis in terra, vir simplex et rectus, ac timens Deum, et recedens a malo, et adhuc retinens innocen- tiam? Tu autem commovisti me adversus eum, ut affligerem eum frustra.” (Iob: 2, 3). L’aggettivo sterniano, “joyous,” acquista maggiore espressivita nella traduzione “gaia,” che indica una nota festevole, leggiadra e graziosa; ed insieme ad “innocente” forma un binomio delicato pih vicino all0 spinto della Bibbia: “Et iusti epulentur; et exultent in cospectu Dei, et delectentur in laetitia.” (Psalmi: 67, 4). La grazia festevole della famiglia patriarcale si interiorizza, ed 2: il riflesso chiaro ci chi possiede la pace della mente e del cuore: “Non est enim regnum Dei esca et potus; sed iustitia, et pax, et gaudium in Spiritu sancto: . . .” (Paulus: Ad Romano: 14, 17). Tutti i membri sone gai perch6 innocenti, e quindi non sono sfiorati dal dolore e dalla disperazione: “Et laetitia sempiterna super caput eorum; gaudium et laetitiam obtinebunt, et fugiet dolor et gemitus.” (Isaias: 35, 10). I1 mito della famiglia patriarcale foscoliana affonda maggiormente le sue radici nei Testi Sacri, ed il nostro Poeta lo vagheggia con fantasia commossa e con tono sacro pih completo.

I1 viaggiatore sentimentale, accolto a braccia aperte dalla famiglia patri-

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arcale, partecipa alla cena con santa devozione:

They were all sitting down together E facevano tutti corona ad una mine- to their lentil-soup; a large wheaten loaf stra & lenti: e un largo pane di fromento was in the middle of the table; and a stava nel mezzo del desco: e i fiaschi di flaggon of wine at each end of it pro- V ~ O che v’erano & ogni lato pro- mised joy thro’ the stages of the re- metteano di rallegrare ad ogni piusa la past-twas a feast of love. (281) cena-era insomma un convito d’amore.

(165)

Nella pagina originale tutto il gruppo della famiglia patriarcale si deposi- ta come immagine fotografica, venata di tono biblico: “They were all sitting down together to their lentil-soup . . .” La pagina foscoliana ne scopre tutti gli elementi fantastici e sacri: “E facevano tutti corona a una minestra di lenti . . .” La nuova metafora, ci rende una visione circonfusa di luce santa, che deriva direttamente dalla Bibbia; infatti la sposa diligente t? I’onore e la gloria dello sposo: “Mulier diligens corona est viro suo; et putredo in ossibus eius, quae confusione res dignas gerit.” (Proverbia: 12, 4). I figli sono la lode Vera del vecchio padre: “Corona senum filii filiorum, et gloria filiorum patres eorum.” (Proverbia: 17, 6).

Yorick, alla fine della cena, ascolta con animo commosso, la musica accompagnata dal canto e dalla danza della famiglia patriarcale:

The old man had some fifty years ago been no mean performer upon the viel- le-and at the age he was then of, touch’d it well enough for the purpose. His wife sang now-and-then a little to the tune-then intermitted-and joined her old man again as their children and grand-children danced before them. (283)

Fu gii, cinquant’anni addietro, il buon vecchio un competente sonatore di viola - ma per allora sonava sufficiente- mente quanto a1 bisogno: la sua vec- chierella gli faceva tenore canterellan- do-poi faceva pausa-poi ripigliava la sua canzonetta-e i loro figliuoli e nipoti ballavano tutti quanti davanti ad essi a quel suono. (166)

Lo Sterne ripete con insistenza lo stesso epiteto per indicare il capo della famiglia patriarcale, “old man;” la tonalita monocorde valorizza solo l’immagine veneranda del personaggio. 11 Foscolo vi aggiunge un nuovo attributo, “il buon vecchio,” che rende piu varia e quindi piu ricca l’immagine originale, di cui ora sono messi in luce tutti i significati conflati affettivi e psicologici con nuovo sentire. Nella lingua italiana I’aggettivo, “buono,” preposto al nome di persona, accentua l’uomo mite, inoffensivo, troppo dabbene, e compassionevole: “Et ecce vir bonus nomine Ioseph, qui erat decurio, vir bonus et iustus; . . .” (Secundum Lucam: 23,50); ed ancora: “Ego sum pastor bonus. Bonus pastor animam suam dat pro ovibus suis.” (Secundum Ioannem: 10, 11). A tale tonaliti pih mite, pic dolce e pih affettiva si armonizzano anche l’alterazione diminutiva del

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nome, “vecchierella,” che esprime affetti delicati ed intimi, ed il gerundio, “canterellando,” indicante un canto tra l’alto ed il basso, ma sommesso ed interrotto ogni tanto. Le voci inglesi, “old man,” “wife,” e “sang now-and-then,” sfiorano alla superficie tali toni sentimentali, che nella traduzione sono sviluppati per intero, ed approfonditi in tutta la gamma sfumata e varia dell’appassionato.

Conclusione. Ugo Foscolo, nella maggior parte dei casi della sua traduzione dell’opera

sterniana, attua un’amplificazione tutta personale, per cui la pagina ori- ginale b trasfigurata; ne nasce cosi una ricreazione artistica quasi nuova. La natura fantastico-speculativa del nostro Poeta si distacca da quella umori- stico-patetica dello Sterne, di cui accoglie solo gli elementi che le sono pih congeniali. I1 termine generic0 inglese b sostituito da quello pik specifico ed espressivo, pregno di affettiviti; per cui sono rivelati, in mod0 delicato, i moti piu intimi, pi t candidi, e pih appassionati della voce del cuore. Le aggiunte scoprono i significati conflati della pagina sterniana, e quelli psicologici dello scrittore italiano, che ci fa vedere le sue fonti classiche e bibliche. La nuova metafora crea visioni pregni di luce mirabile, vaghissima e santa. La struttura del periodo, complessa e serpeggiante nella nanazione sterniana, si snoda, diventa mosw con compostezza. I1 descrittivo si anima, si awiva, e si arricchisce di toni nuovi, rendendoci il dramma del cuore. I1 ritmo 2 reso pih vario, ed ora si spezza, ed ora si allunga, ma sempre ricco di accenti lirici contenuti e rasserenati. I1 delicato equilibrio della pagina originale sterniana, avente origine da un umorismo finissimo e civilissimo, b disturbato nella traduzione, che fa intravedere il comico ed il serio, la lacrima ed il soniso; e gli elementi contrastanti, che prima erano Senza chiaro confine ed ambivalenti, ora ci manifestano la tragedia e la com- media, ed anche lo sforzo dell’uomo e del poeta di armonizzarle. Attraver- so un travaglio intimo e sofferto lo scrittore italiano, che non ha il dono naturale del somso come lo Sterne, riesce, spesse volte, a raggiungere la catarsi, e a trasformare il tutto in musica melodica pittrice; ed il tradut- tore, quando si distacca dalla pagina originale, evoca i suoi cari miti con fantasia commossa e pacata, e specialmente quelli della fede, della famiglia, dell’innocenza, della mitezza, della bontl, della saviezza, della compas- sione, d e b divina armonia, miti completamente estranei a1 mondo poetico sterniano. Gli abbondanti riferimenti biblici della traduzione non sono sviluppi e

sovrastrutture di letterato raffinato e dotto, e nB spunti passivi dati dalla pagina originale, ma elementi vitali, formativi, assimilati, e meditati, che hanno la forza di commuovere e di purificare il Foscolo uomo e poeta. Infatti questi apprende una lezione di profonda urnanit& e di saviezza dalla lettura dei Testi Sacri,” che gli placano quello “spirt0 merrier ch’entro mi rugge,”’6 menzionato nel sonetto Alla Sera, e che ora vuole essere espresso in arte come “calore di fiamma lontana,”” second0 I’indicazione della

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Notizia. Lo Sterne conobbe la Bibbia, di cui studio la versione inglese come pastore protestante, apprendendone un tono ironico-patetico, molto utile per colorire il suo raffinato sorriso umoristico. I1 Foscolo meditb la Bibbia, studiandone la versione latina con spirito appassionato e pensoso; e tale lettura gli diede la possibilita di scoprire semi pih umani e consolatori, con cui dare armonia al contrast0 della mente e del cuore. Lo spirito stemiano 2: spesse volte tradito dal truduttore, che si e formato alla scuola non solo degli antichi classici greci e latini, ma anche a quella della Bibbia.

I1 sorriso benevolente 6 stato un dono di natura al parroco inglese, raffinato non solo dalla lettura dei Testi Sacri, ma anche dalla teologia dei Latitudinari in voga a1 suo tempo, ed esposta in Characteristics di Anthony Cooper Earl of Shaftesbury,” in Tatler,” e in Spectator.” I1 deista Shaftesbury predicava la bellezza della natura e della benevolenza, con cui l’essere umano pub arrivare alla serenita ed a1 sommo bene. Esiste un desiderio naturale ed innato della bellezza e della verita, e tale senso interno B chiamato sentimento morale, che permette la distinzione tra la deformita e la perfezione, tra il vizio e la virtu. Esso B gratuito, ma deve essere coltivato continuamente. L’immaginazione i: la forza che eleva l’anima non alla passione, ma alla sublime serenita. La vita umana 6 pura gioia; nello Spectator, n. 38 1, Addison raccomanda l’allegria, considerata come la virtu che conduce lo spirito giulivo alla Vera relgione. Laurence Sterne accoglie ed usa tale teologia per mettere in ridicolo, con civilissimo sorriso, le pratiche di penitenza e di rinunzia dei Metodisti e dei Cattolici, che sono considerati i veri nemici della religione. L’essere umano di buon umore e amabile e socievole, e rigetta la continenza mortificante del puritano, che uccide la Vera gioia.

Forse Ugo Foscolo letterato ha conosciuto tale teologia del vivere gioioso, ma Ugo Foscolo uomo ha conosciuto e sofferto il dramma; il sorriso non gli i? stato elargito da madre natura, ed il poeta ha dovuto lottare con tutte le forze del cuore e della mente per raggiungere il regno della divina armonia. Del resto a1 secolo roccocb, di cui b tutto pervaso lo scrittore inglese, 2: succeduto il period0 della Rivoluzione francese e dell’era napoleonica, che ha toccato la natura appassionata dello scrittore italiano. Dalla lotta insanabile dei contrasti nasce il senso profondo dell’u- mana compassione, venato di amaro, ma sempre considerato il pib puro dei sentimenti, che conduce l’uomo ad una visione piu rasserenata della vita, ed il poeta al sorriso consolatore de L e Grazie. La Bibbia, intesa come lettura classica ed umanistica, ha ispirato, in parte, il Foscolo. Egli certa- mente non ha avuto la serenita dei Greci e dei Latini, nC la fede messianica del popolo Ebreo, ne la certezza redentrice dei Cristiani, e nC il sorriso civilissimo dello Sterne; ma i: stato affascinato da tali mondi differenti e, alle volte, contrastanti. Ha avuto un sentimento della Bibbia, di cui sperimenta personalmente, e riconosce, come uomo e come poeta, il valore consolatore, catartico, ed artistico. I1 traduttore, cosi, e capace di creare

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una sua prosa personale, frutto di una ricerca non facile e pregna di poesia, vagheggiante miti delicati e profondamenti umani, per cui B possibile la religione delle illusioni, che acquista maggior tono sacro per le sue radici profonde, in parte, nella Bibbia.

UNIVERSITY OF KENTUCKY, LEXINGTON

NOTE

1. Gennaro Rabizzani, Sterne in Italia (Roma: A. F. Formiggini, 1920), p. 44. 2. Paulin Crassous, Voyage sentimental de Sterne, trad., par Paulin Crassous, an.

3. Rabizzani, pp. 83-85. 4. Mario Marcazzan, Didimo Chierico ed altri saggi (Milano: Libreria degli

5 . Claudio Varese, Linguaggio sterniano e linguaggio foscoliano (Firenze: San-

6. Mario Fubini, Orris e Didimo (Milano: Feltrinelli, 1963), pp. 70, 190, 193. 7. Fubini, Foscolo minore (Palermo: Tuminelli, 1949), p. 141. 8. Orris e Didimo, p. 193. 9. Ugo Foscolo, Epistolario, a cura di Plinio Carli, vol. I1 dell’Edizione Naziona-

le delle Opere (Firenze: Le Monnier, 1952): “E poiche molti passi delle Scritture sono stati, senza che I’universaliti de’ lettori se ne sia aweduta, innestati dallo stesso Sterne in quel libro, io li ho raccolti, per quanto ho saputo. E staranno questi nella quarta colonna fra le altre postille” (p. 107).

10. Biblia Sacra Iuxta Vulgatam Clementinam, Nova Edictio, logicis partitionibus aliisque subsidiis ornata a Albert0 Colunga, 0. P., et Laurentio Turrado, professoribus Sacrae Scripturae Eccl. Salmaticensi, quarta edictio (Matriti: Biblioteca de Autores Cristianos, MCMLXV). In seguito ci riferiamo alla suddetta edizione critica della Bibbia, quando indichiamo I’autore, il libro, ed i versetti tra parentesi alla fine di ogni citazione dei Testi Sacri.

11. Laurence Sterne, The Life and Opinions of Tristram Shandy (London: Henry G . Bohn, 1865), p. 382.

12. Ugo Foscolo, Prose varie d hrte, a cura di Mario Fubini, vol. V dell’Edizione Nazionale delle Opere (Firenze: Le Monnier, 1951), p. 158. In sequito viene indicato il numero della pagina tra parentesi alla fine di ogni citizione.

13. Laurence Sterne, A Sentimental Journey through France and Italy b y Mr. Yorick, edizione critica Gardner D. Stout, Jr. (Berkeley and Los Angeles: University of California Press, 1967), p. 170-171. Per il testo inglese ci siamo serviti della suddetta edizione critica.

14. Dante Alighieri, Ln Divina Coinmedia (Milano: Ulrico Hoepli, 1960). L’im- maginc della “corona” come simbolo sacro biblico di glorificazione e di onore 6 usata da Dante Alighieri, di cui il Foscolo 6 stato assiduo lettore e profondo studioso. Gli spiriti sapienti, nel quarto cielo, appaiono awolti di vivissimo splendore, cantando con incffabile dolcezza, e girando in tempo di danza tre volte intorno a Dante e Beatrice :

IX (Paris: Didot, 1801).

Omenomi, 1930), p. 16.

soni, 1947), pp. 7 ,22, 38.

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“10 vidi pih fulgor vivi e vincenti far di noi centro e di sd far corona, pih dolci in voce che in vista lucenti.” (Paradiso, X, 64-66).

I raggi che piovono da Dio su Beatrice, riflettendosi dal volto di questa, le formano intorno un’aureola luminosa:

“Sanza risponder, li occhi su levai, e vidi lei che si facea corona relettendo da sd li etterni rai” (Paradiso, X, 70-72).

L‘angelo Gabriele rende particolarmente onore alla Vergine Maria, scendendo dall’al- to dei cieli in forma di corona:

“E come ambo le luci mi dipinse il quale e il quanto della viva stella che 18 su vince, come qua gih vinse,

per entro il cielo scese una facella, formata in cerchio a guisa di corona, e cinsela e girossi intorno ad ella” (F’aradiso, XXIII, 91-96

15. Ugo Foscolo, Opere, a cura di Mario Puppo (Milano: Ugo Mursia Editore, 1964): Didimo Chierico “leggeva quanti libri gli capitavano: non rileggeva da capo a fondo fuorchd la Bibbia” (p. 534).

16. 12. 17. Foscolo, Prose varie dbrte, p. 184. 18. Anthony Ashley Cooper, Earl of Shaftesbury, Characteristics of men, opi-

nions, manners, times (London: John M. Robertson, 1900). 19. The Turler (London: George A. Aitken, 1898). 20. The Specturor (London: George A. Aitken, 1898).

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