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il Grillo canta sempre al tramonto

Beppe Grillo, Dario Fo, Gianroberto Casaleggio

www.adagioebook.it

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Proprietà letteraria riservata © 2013 Casaleggio AssociatiPubblicato per la prima volta in formato cartaceo da Chiarelettere Srl., Milano

Copertina: Francesca ForteEditor per l’ebook: Luigi Bruno per guidaebook.com

I diritti d’autore di questo libro saranno devoluti ad Afa Centro Reul di Genova

e all’Associazione genitori ragazzi non vedenti e ipovedenti di Milano

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Sommario

il Grillo canta sempre al tramonto

Prologo

Censure e pregiudizi. Dalla Grecia antica alla reteOltre il limite del conosciutoDa Leonardo e Galileo alla reteSenza leader. Il blog di GrilloSatira e politicaPer aggirare la censuraSpariremo come Sparta?Una disorganizzazione organizzataUn virus che si allarga

L’invenzione delle parlamentarie

Quante critiche!Un voto rivoluzionario e trasparenteGrillo non è GesùLa storia falsificata di Ipazia

I problemi sociali: carcere e immigrazione

Svuotare le carceriTroppa demagogia sull’immigrazione?L’Europa se ne sbatte e a Lampedusa si muore

E qui comincia la rivoluzione

Lavorare meno, vivere meglioRisparmio e qualitàDove sono gli economisti?Un’intelligenza riformulataUna conoscenza condivisaEssere credibili sulla rete

La democrazia diretta

Cosa fare in parlamento contro la crisi?Il rilancio delle piccole e medie impreseDopo le elezioniUn’idea è buona o cattiva, non di destra o di sinistraLa politica compromessa: il caso clamoroso dell’Ilva

La cultura in piazza

L’arte al posto della mafia

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A scuola ci si rompe i coglioni!Contro il potere. Con il teatro si fa politica (e si mangia pure)

Nella rete del MoVimento

Che fine fa il linguaggio?Sesso a chilometro zeroIl rispetto della legge è un optionalIl virus del denaro e la febbre dell’accumuloLa rete cambia il rapporto col denaro e il mercato del lavoroUn mondo senza intermediazione e miliardi di idee e padroniLe storie vere e false. Gli esempi di FoLa credibilità della rete: anche la sanità cambia

Cambio di prospettiva per fermare la crisi

Lavoro quindi esistoCaduta libera dell’Italia: perché?L’anticapitalismo dell’estrema destra e quello del MoVimentoSignoraggio bancario e referendum sull’euroIl punto di non ritorno«Sì, ma il programma?»Basta un’idea per rinnovarsiMettersi in giocoLa guerra in attoL’inerzia del sistema

Tappa finale

L’odissea delle firme: una storia kafkianaCasaPoundIn galera!La forza di FrancescoQual è il sogno del MoVimento?Le elezioni presidenzialiL’incontro con i movimenti

Qui ad Atene noi facciamo così

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Autori

Beppe Grillo è comico, attore, attivista politico e blogger. Il suo blog è il più noto tra quelli inlingua italiana: è stato collocato al settimo posto della classifica mondiale 2009 pubblicata daForbes. Promotore di un forum di discussione con migliaia di iscritti, ha ispirato numerose listeciviche che portano il suo nome e, nell’ottobre del 2009, ha promosso la nascita di un vero eproprio movimento politico nazionale, il MoVimento 5 Stelle. Per Chiarelettere ha pubblicato conGianroberto Casaleggio Siamo in guerra (2011).

Dario Fo nasce il 24 marzo 1926 a San Giano, provincia di Varese, dove suo padre eracapostazione. Diplomato all’Accademia di Brera, frequenta il Politecnico, ma scopre in fretta lavocazione per il teatro e la satira. Comincia a scrivere testi per la radio, poi debutta in scena conFranco Parenti e Giustino Durano. È l’inizio di una fortunata e lunga carriera che lo porterà, trasuccessi e censure, a venire rappresentato in tutto il mondo, con commedie politiche che attingonoalla cultura popolare e alla cronaca di tutti i giorni. Il suo teatro ha segnato un’epoca e piùgenerazioni. Nel 1997 ha ricevuto il premio Nobel per la Letteratura. Tutte le sue commedie, lamaggior parte scritte con Franca Rame, continuano a essere rappresentate e sono state pubblicateda Einaudi. Moltissimi i libri presenti nei cataloghi dei più importanti editori mondiali. Le sue operepiù recenti: La Bibbia dei villani (Guanda 2010), Arlecchino (dvd, Einaudi 2011), Il Boccaccioriveduto e scorretto (Guanda 2011), Dario Fo e Franca Rame ripropongono Ruzzante (dvd,Einaudi 2012), La lezione. Storie del teatro in Italia (con Giorgio Albertazzi, 4 dvd, Rizzoli-Bur eRai-Eri 2012), Il paese dei misteri buffi (con Giuseppina Manin, Guanda 2012), Picasso desnudo(Panini 2012).

Gianroberto Casaleggio è presidente e socio fondatore di Casaleggio Associati, società diconsulenza di strategie di rete che cura il blog www.beppegrillo.it. È cofondatore del MoVimento 5Stelle e ha organizzato i V-Day. In precedenza ha ricoperto ruoli di amministratore delegato,presidente e consigliere delegato in società con forte indirizzo tecnologico. È autore dei libri Il web èmorto, viva il web (Pro Sources 2011), Movie Bullets (Il Sole 24ore 1998), WebDixit (Il Sole 24ore2003) e Web ergo sum (Sperling & Kupfer 2004). Per Chiarelettere ha pubblicato con Beppe GrilloSiamo in guerra (2011).

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Prologo

Spesso mi torna in mente un testo, grottesco e tragico insieme, scritto daLuciano di Samosata intorno al I secolo d.C.

Il testo originale è in greco e ha per titolo La nave ovvero I desideri. Sitratta di un lungo percorso, una camminata dal porto del Pireo ad Atenedurante la quale Luciano e un gruppo di amici, tra cui i più loquaci sonoSamippo e Timolao, si raccontano l’un l’altro i progetti più fantasiosi che hannoin mente di realizzare. Luciano fa da moderatore e incalza i compagni di viaggiocon domande puntuali e spesso provocatorie.

I temi degli interventi passano dal surreale al grottesco, senza tuttavia maiperdere di vista la situazione tragica che in quel tempo si viveva ad Atene e inmolte altre città della Grecia. I protagonisti propongono soluzioni spessoazzardate e impossibili per sortire da quel bailamme disperato.

Qualche settimana fa ho avuto un incontro con due amici straordinari,Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, che mi hanno proposto di unirmi a unviaggio lungo il folle percorso della nostra condizione politica esocioeconomica, di trattare cioè della disperata crisi che stiamo vivendo.

Ho suggerito di prendere a pretesto il viaggio di Luciano di Samosata, ecosì è stato. Non ci resta che metterci in cammino!

D.F.

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Censure e pregiudizi. Dalla Grecia antica alla rete

Oltre il limite del conosciuto

BG Credo sia importante iniziare questo viaggio prendendolo alla larga, percapire che cosa voglia dire ai giorni nostri imparare, che cosa siano l’ingegno el’intuito e soprattutto come sia possibile proiettare la mente fuori dagli schemiaccettati da tutti.

DF Allora mi permetterete di presentarvi un grande ricercatore greco:Eratostene, matematico, astronomo, geografo e poeta di Cirene (nell’attualeLibia), di razza scura, oggi diremmo arabo, uno dei più importanti uomini dipensiero e di intelletto della nostra storia. A Siene (l’odierna Assuan), un giornodel III secolo a.C., Eratostene ebbe un’intuizione geniale: piantò un paletto perterra nel momento in cui il Sole era perfettamente allo zenit – fenomeno che siripete una sola volta all’anno, durante il solstizio d’estate – e notò che a causadi quella verticalità il paletto non proiettava alcuna ombra. Il Sole era proprioperpendicolare alla Terra.

Giorni prima Eratostene aveva inviato un amico a cavallo ad Alessandriad’Egitto, a circa 850 chilometri di distanza, affidandogli il compito di infilare,nello stesso giorno e nello stesso momento, un altro paletto uguale nel terreno.L’amico osservò che il paletto proiettava un’ombra di due spanne.Conoscendo l’altezza dei paletti e la distanza fra le due città, Eratostene calcolòl’angolo che i raggi solari formavano con la verticale ad Alessandria: un angolodi 7° 12’, che equivale a un cinquantesimo di una circonferenza completa. Allostudioso bastò dunque moltiplicare per cinquanta la distanza fra Siene eAlessandria per ottenere la misura quasi perfetta della circonferenza terrestre.

BG Lui, in quel momento, si rendeva conto di realizzare quella scoperta?DF Certo! Perché aveva la coscienza dell’immagine. Aveva proiettato

un’immagine convenzionale in una dimensione al di fuori dei limiti. Il sapere è ilmezzo che ti permette di misurare le cose, i fatti, le situazioni, la logica in unadimensione altra. È questa l’intelligenza. Ma per nutrirla ci vuole una scuola «adarte», nel senso rinascimentale del termine, in cui si studino le teorie ma anche imetodi applicativi per verificarle, sviluppando così il sapere, la coscienza.

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BG Io la scuola l’ho sempre vista prima di tutto come uno spazio dovestudiare la biologia, la fisica, la chimica, per capirne il funzionamento esperimentarlo. Applicare le scienze nel luogo dove si vive sarebbe il modomigliore per apprendere che il sapere è concreto e incide sul nostro modo divivere.

DF Fatemi citare Leonardo. È andato a scuola in una bottega di grandimaestri a Firenze, ma ha appreso e realizzato la sua conoscenza a Milano, nelcantiere, negli edifici che metteva in opera, nei ponti e nelle chiuse per ilcontrollo e la gestione delle acque.

Sappiamo che aveva rapporti con esimi scienziati, medici, sapienti chestudiavano il Sole, la Terra e i suoi movimenti. Pochi dei suoi contemporaneiparlavano della rotazione della Terra e degli astri tutt’intorno. Leonardopossedeva una coscienza unica per quei tempi. Lo si intuisce dagli spettacoliche allestiva per le feste di corte: nello spazio scenico sistemava delle grandisfere che giravano intorno a una gigantesca macchina centrale, e alle sfereerano abbracciate, in sospensione, delle donne nude che rappresentavanol’allegoria del creato. Un modello legato a uno spazio, dunque, ma anche al difuori dello spazio conosciuto.

Il modo di trasmettere il sapere può assumere forme diverse a seconda deltempo, ma è sempre stato condizionato da censure e pregiudizi nei confrontidelle novità. Galileo Galilei, che insegnava all’Università di Padova ma erapisano, per comunicare con gli altri studiosi scriveva le sue teorie in un dialettomisconosciuto imitando i dialoghi di Ruzzante. Così, per esempio, attraverso ildialogo di un contadino con un saccente illustrava nuove teorie astronomicheinserendo nel discorso forme di polenta e formaggio che, ruotando nel cielo,alludevano ai pianeti.

Paradossi che sembravano discorsi assurdi, visioni di un pazzo; quelleteorie erano invece determinate, solo che erano truccate per nascondere allacensura una verità proibita, proiettando una dimensione dell’universo che è pernoi immensa e incomprensibile. Il senso che noi abbiamo dell’infinito è ungiochetto rispetto a quello che, attraverso i dialoghi, Galileo Galilei, in veste dicontadino, descriveva allo scienziato tradizionale, allibito.

Da Leonardo e Galileo alla rete

BG Questo stesso discorso possiamo riprodurlo con la rete. Grazie a

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internet abbiamo a disposizione una quantità incommensurabile di idee epossiamo far convergere migliaia di intelligenze su un particolare concetto.

DF Non riesco a capire bene.BG Siamo fuori dalla nostra dimensione comune e in una trasformazione

generale che ci appare incomprensibile perché ci viviamo dentro.GC Quello che dicevi prima sull’impossibile che diventa possibile mi

ricorda una leggenda su Gengis Khan e la sua infanzia piuttosto tribolata: suopadre fu ucciso, lui dovette rifugiarsi sulle montagne insieme alla madre e aifratelli. Una tribù nemica del padre lo catturò con l’intenzione di ucciderlo, fucostretto a vivere per molti anni in povertà, cibandosi di quello che trovava,avendo però sempre in mente il suo obiettivo, quello di riconquistare il ruolo dicapotribù sottratto al padre. Un giorno questo ragazzo, appena uscitodall’infanzia, si trovò di fronte le mura di Pechino, che non erano mai stateviolate. La leggenda dice che egli, con il suo cavallino mongolo, girò intorno aquelle mura imprendibili e disse: «Io le distruggerò». Però, in quel momento,era soltanto un ragazzo su un cavallo...

BG Aveva dei problemi...DF Abbiamo accennato a Leonardo, a Galileo, e viene da chiedersi: ma da

dove nasce la genialità e cosa la produce? Per esempio è strano che moltigrandi uomini della terra, grandi pittori, grandi architetti, grandi scienziati,fossero tutti figli di N.N.: lo erano Leonardo e Ruzzante; i genitori di Raffaelloerano morti entrambi quando lui era ancora un bambino; Leon Battista Albertiaveva avuto per madre una minorenne... Insomma, tutti, o quasi, questipersonaggi dotati di inarrivabile intelligenza nascono da donne divenute madriappena adolescenti e crescono in situazioni di grandi difficoltà al di fuori di unafamiglia vera e propria. Qual è la connessione? Sarà un caso o c’è unaconcomitanza del tutto particolare?

BG Be’, il caso ha molta importanza. Ci sono scienziati che giungono agrandi risultati ma in alcuni casi non ne sono pienamente consapevoli. Mi vienein mente la storia di Otto Hahn, chimico tedesco, premio Nobel nel 1944, cheha scoperto la scissione dell’atomo grazie alla collega e amica Lise Meitner,fisica austriaca, che dagli Stati Uniti gli scrive: «Otto, ho visto i tuoi scritti, haispaccato l’atomo in due senza rendertene conto. Non te ne sei accorto!». Lisecapì l’importanza del lavoro di Hahn più di lui e offrì la spiegazione teoricadella prima fissione nucleare, riuscita a Otto. Lui prese il Nobel, lei niente:ottenne solo molti apprezzamenti e qualche premietto.

GC Fermi, qui c’è una decisione da prendere. La strada si divide in due

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direzioni. Andiamo a destra o a sinistra?DF Cos’è, una scelta politica?BG Non ce n’è bisogno. Guardate, c’è un cartello abbattuto lì a destra.

Dobbiamo andare dritti, sopra e oltre, è il nostro destino.DF Di cosa stavamo parlando?BG Della casualità degli eventi e dell’individualità del pensiero.GC Io credo che si tenda a dire, per conformismo, per legittimarsi, ciò che

gli altri vogliono ascoltare. Io preferisco dire sempre quello che penso; gli altrilo possono condividere, se vogliono, o confutarlo. È più sportivo così.

DF Esattamente il contrario di come ragiona un normale politico... Bastadare un’occhiata alla televisione in questi giorni, dove appaiono personaggicome il Bingo-Berlusca a raccontare le loro frottole, a sparare le loro promessebugiarde («bisogna abbassare tutte le tasse») e subito dopo eccolo lì, un altrocon la faccia pulita e umile che ti parla di equità: «I ricchi pagheranno inrapporto maggiore rispetto ai poveri», «togliamo l’Imu e ritassiamo consobrietà»...

GC Ed è per questo che secondo me la possibilità di cambiamento sta nelcercare un pensiero originale. Il MoVimento 5 Stelle ha contro l’intero Sistema,pochi sono dalla nostra parte. Come diceva Flaiano, forse gli altri arriverannoin seguito in soccorso dei vincitori, se il M5S avrà successo. Uno sportnazionale di antica data.

Senza leader. Il blog di Grillo

GC Il cambiamento è anche nelle parole, nella costruzione delle frasi, nellasintassi. Tutto passa attraverso il linguaggio: per esempio «leader» per il M5S èuna parola del passato, una parola sporca, deviata; leader di che cosa? Vuoldire che tu attribuisci ad altri l’intelligenza e la capacità decisionale, allora nonsei neanche più uno schiavo, sei un oggetto. Con le primarie è stato definito illeader del centrosinistra, ma cosa vuol dire?

Se facessimo un’analisi della parola e del significato della parola...DF È questo che bisogna fare...GC Dietro la parola «leader» non c’è nulla. Prendiamo Occupy Wall

Street: a New York si è svolta una manifestazione spontanea contro gli istitutidi credito in cui i manifestanti si sono autodefiniti «Occupy Wall Street» ehanno invaso l’area delle banche e della Borsa americane. Un fenomeno che

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poi è dilagato: «Occupy Madrid», «Occupy Toronto»... Quell’espressione èdiventata uno slogan, ma nelle varie manifestazioni non è mai emerso un leader,l’importante era il movimento. David Graeber, antropologo e attivistaanarchico, autore di Critica della democrazia occidentale, tra gliorganizzatori del movimento, lo ha definito leaderless, «senza leader», cheassocia intelligenze senza riferirsi a un capo supremo. Rientra nel concettostesso di comunità. Basti pensare alla comunità degli Amish.

DF Ah, gli Amish! Che gente straordinaria! Sono la comunità più prolificadel mondo: ogni coppia deve avere almeno otto figli, altrimenti il matrimonio siscioglie. Aborrono tutte le invenzioni della tecnologia moderna, salvo le energierinnovabili: il sole, il vento e la forza delle cascate d’acqua. Scusate, sono unpo’ enciclopedico.

GC Figurati, lo sono un po’ anch’io. Alla comunità degli Amish non siassocia alcun leader; se invece si pensa agli Stati Uniti viene subito in menteObama. Sono due mondi completamente diversi. Ecco, la rete consente lacreazione di comunità, fin dall’inizio, fin da quando è nata. Possono esserecomunità di qualunque natura, anche politiche, e oggi il M5S è una comunitàpolitica.

Uno dei nostri slogan è: «Nessuno deve essere lasciato indietro», unoslogan di comunità.

DF Bellissimo slogan! Uscire dal luogo comune di una forma di pensierocomporta davvero l’invenzione di un linguaggio, il che provoca a sua volta unarivoluzione. Ci sono linguaggi costruiti apposta per selezionare ed eliminare chiresta fuori dal gioco! Cosa c’è di più grande di una rivoluzione? La Rivoluzionefrancese ha distrutto completamente l’antico lessico, quello controllato dagliaristocratici con una struttura lessicale piena di ovvietà e di «birignao», cioè disuoni miagolanti e inutili, e quel ribaltone è stato determinante non soltanto perla nascita del francese moderno ma per un nuovo rinascimento di tutte le lingueeuropee.

GC Ha creato concetti. La parola leaderless è una parola nuova, primanon c’era. La rete favorisce questo cambiamento lessicale. Beppe e io ciesercitiamo ogni giorno sul blog, scriviamo insieme i testi.

DF Molti sono curiosi di sapere come fate...BG Il post nasce ogni giorno dopo cinque-sei telefonate in cui scegliamo

l’argomento. Gianroberto ha la sintesi, io ho l’analisi. Io parlo, parlo, parlo...Tutto nasce dal confronto e dalla conversazione.

GC Ogni tanto parlo anch’io...

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BG Ogni tanto lo lascio parlare.GC Grazie...DF Pensa come sei generoso.BG Qualche tempo fa è stata fatta un’analisi pseudoscientifica del

linguaggio del nostro blog ed è stato scoperto che dentro ci sono cinquepersonalità diverse... cinque autori ben distinti!

GC E in Chi ha paura di Beppe Grillo? [di Federica De Maria, EdoardoFleischner, Emilio Targia, Selene, Milano 2008, ndr], uno dei primi libri scrittisu di noi, c’era un’analisi da cui emergeva che gli autori erano almeno cinquepersone diverse. Alla base c’era uno studio filologico del linguaggio. In realtàsiamo solo noi due a scrivere ma nessuno riesce a capire chi è uno e chi èl’altro. Ci hanno definito un autore con sette teste diverse perché alcuni pezzisono di satira, altri di concetto, altri ancora di politica e questioni sociali, tuttiscritti con stile diverso.

Satira e politica

GC Prima si parlava dell’uso delle parole, di come i nuovi concetti passinoattraverso un linguaggio diverso. Noi abbiamo cercato di ridefinire il linguaggiopolitico. Ci hanno accusato di aver utilizzato appellativi offensivi per definire inostri politici. Noi applichiamo la corruzione sarcastica delle parole alla politicaincrociando volutamente campi espressivi diversi. In questo modo ci facciamocapire meglio, i concetti arrivano più velocemente.

DF (indicando davanti a sé, al lato di un grande bosco) Oddio, dovesiamo qua? D’accordo che sono tanti anni che non vengo nel Peloponneso, maquell’enorme teatro non me lo ricordavo.

GC Accidenti, è davvero grande, con quella cascata di scalinate cosìripide: dev’essere Epidauro.

DF No, Epidauro è almeno a 100 chilometri da qui. Forse è Astanasos, unteatro del IV secolo restaurato dai Romani.

BG Ci stanno lavorando ancora, guarda quei camion che entranonell’emiciclo.

DF Ma cosa trasportano?BG Immondizia, rifiuti...GC Eh già, stanno trasformando un teatro in una discarica!DF Ma è infame!

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BG Questi sono sicuramente degli abusivi, come succede da noi nel Sud, oanche alla periferia di Roma.

DF Siamo veramente alla fine del mondo: le gradinate di un teatro chediventano deposito di monnezza.

GC Ma non c’è un servizio di controllo, la polizia...?DF Quando siamo partiti dal porto del Pireo abbiamo visto un sacco di

polizia.BG Già, per difendere l’arrivo dei turisti sulle navi da crociera.GC Ecco, si diceva che senza Monti saremmo diventati come la Grecia:

fame e disordine. E qui c’è il nostro prossimo traguardo, grazie anche a Monti.DF Andiamo avanti, via di qua, mi viene il mal di stomaco. Cosa stavamo

dicendo?

Per aggirare la censura

GC Si ragionava del linguaggio, su come ci si sta liberando dall’ovvio e dailuoghi comuni. A questo proposito un giorno mi hanno invitato a un incontro cuipartecipava anche Romano Prodi. Quando ci siamo visti lui ha tenuto a dirmiche la comicità è comicità, e la politica è politica. Uno deve decidere se illinguaggio è quello del politico o quello del comico. Due binari, nessunoscambio. Ma la gente non ragiona così: Veltroni adesso per il popolo della reteè Topo Gigio, Napolitano è Morfeo. La comunicazione è passata velocissima.

DF Ma loro non se ne accorgono. Parafrasando Socrate, non sanno di nonsapere. La politica per loro non è mai ironia, comicità, non si chiedono mai dadove nascano la satira e il grottesco. Non sanno che l’umorismo è la massimaespressione culturale di una società.

Se si analizzano le varie forme della pittura, ci si accorge che parte deigrandi maestri, a cominciare da Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Bruegel eGiotto, esprime una straordinaria dose di ironia, di grottesco, di magia folle evia dicendo, che però non è stata riconosciuta.

GC La riconosce solo chi studia nel profondo un autore. Al contrario, ilnormale critico non s’accorge che il grande maestro, con quel dipinto, staraccontando una storia ironica, grottesca, nella cui sequenza di segni e figurec’è la rabbia verso una società, una condizione, la schiavitù, verso tutto ciò cheè espressione del potere.

DF Proverò a citarvi un esempio reale. Attraverso un disegno stupendo

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Leonardo – ancora lui – fa un discorso sull’Europa della sua epoca e un’analisigrottesca del potere. Per fare ciò si serve di personaggi satirici. Così trasformala Francia in un giovane di rara bellezza; la Chiesa cattolica in una ragazzastupenda dalle cui cosce sta fuggendo un serpente (la bella figliola esibisce dueteste: una di vecchio grintoso e una di fanciulla risplendente); la Spagna e laGermania in due aquile che scendono in picchiata per agguantare una gallinasgozzata che sta fra le mani della Santa romana chiesa. Proprio come in unospettacolo assurdo della Commedia dell’arte, Leonardo mette uno control’altro questi personaggi nelle vesti di maschere che tendono a colpirsi con ognimezzo. Al centro del tavolo appaiono dei cani scatenati che rappresentano iprìncipi delle nostre signorie. E per finire c’è un demonio, che è il regista,l’allestitore di questa parodia. Un’allegoria straordinaria, comica, politica,grottesca. Cosa ne direbbe il caro presidente Prodi?

BG Non disturbarlo per favore, è fra quelli che non sanno di non sapere.Tornando a noi, quindi in passato si adoperava già l’allegoria per aggirare lacensura.

DF Certo. Quando si pensa a Leonardo lo si immagina sempre come ungenio con la barba, incazzato, pieno di indignazione, anche perché i suoiprogetti straordinari ogni volta venivano bocciati per interessi di bottega.Effettivamente, le sue intuizioni erano molto avanti e in pochi le capivano, altri sirifiutavano di capirle. Fra i tanti colpi di genio, Leonardo ebbe quello di deviareil Naviglio Martesana, che transita presso Milano, e allacciarlo alla cerchiainterna dei Navigli facendogli attraversare tutta la città. Questo per evitare ilprosciugamento estivo delle acque e, nello stesso tempo, sviluppare tutta l’urbesu due piani, sollevando gran parte delle strade attraverso camminamenti rialzatisu ponti.

BG Ecco qui la nuova idea visionaria dell’urbanistica!DF Certo, perché questa trasformazione avrebbe determinato una

scorrevolezza straordinaria del traffico nella città.GC Ma non gliel’hanno permesso...DF Esatto, il duca di Milano Ludovico il Moro esclamò: «È un’idea

straordinaria, sei proprio un genio, ma io ho da organizzare una guerra e queiquattrini mi servono per la vittoria». Cioè pensava a distruggere anziché acostruire. Pensava al potere, non pensava che si potesse realizzarlo edificandouna città completamente diversa, così da renderla la metropoli più vivibile almondo.

BG A proposito di politica, raccontare un fatto di questo genere ai giovani

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che non sanno niente della loro storia sarebbe un segnale significativo e laprova che è necessario pensare sempre oltre. A furia di affossare e deviare leidee nuove siamo andati indietro come allocchiti. Oggi siamo a un punto zero,abbiamo avuto una recessione mentale senza accorgercene.

(fine dell'estratto gratuito)

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Il testo di questo estratto gratuito finisce qui.

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