Il Giornale di Casoria

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Anno II - Numero 34 - Domenica 16 dicembre 2012 Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - Distribuzione gratuita Ora tutti attendono una rapida ed efficace bonifica del sito DISCARICA DEL “CANTARIELLO” Tropp Bon!!! Tropp Bon!!! Tropp Bon!!! Gli esiti delle indagini dell’ARPAC

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Il Giornale di Casoria

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Anno II - Numero 34 - Domenica 16 dicembre 2012

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - Distribuzione gratuita

Ora tutti attendono una rapida ed efficace bonifica del sito DISCARICA DEL “CANTARIELLO”

Tropp Bon!!!Tropp Bon!!!Tropp Bon!!!

Gli esiti delle indagini dell’ARPAC

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2 il giornale di Casoria • Domenica 16 dicembre 2012

P R I M O P I A N O

Benvenuti all’INFERNO!Campania: disastro ambientaledi Giuseppe Storti

Ormai, c’è nero su bianco. Grazie al prezioso lavoro dei giudici napole-tani, si è acclarato, quello che fino

a questo momento veniva derubricato ad ipotesi. La camorra, ha sversato per decenni nelle campagne della zona a Nord di Napoli i rifiuti tossici del Nord. Un affare milionario per la camorra, già evidenziato dallo scrittore Roberto Saviano, che oggi, vive scortato dalle forze dell’ordine, perché quella stessa camor-ra sanguinaria e senza scrupoli lo ha condan-nato a morte per le sue coraggiose denunce. Il quotidiano “ Il Mattino” di Napoli, svela le trame criminose di uno dei capi del clan dei casalesi: Francesco Bidognetti(Cicciotto e mezzanotte), che per la prima volta nel-la storia criminale della Campania viene accusato con tanto di prove documentali e testimoniali del reato di disastro ambien-tale. Non era mai accaduto prima d’ora. In base alle accurate indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, riportate, come detto dal quotidiano di Via Chiata-mone, Bidognetti, tra la fine degli anni 80 e la metà degli anni '90 avrebbe smaltito ille-

galmente in alcune discariche site a Giuglia-no di Napoli, in località Scafarea, attraverso la società Ecologia 89 che dirigeva, oltre 800mila tonnellate di rifiuti, in gran parte pericolosi provenienti da aziende del Nord, come l'Acna di Cengio (Acna, acronimo di Aziende Chimiche Nazionali Associate, di Cengio, in provincia di Savona, chiusa nel 1999, produceva quasi esclusivamente coloranti e pigmenti organici per uso in-dustriale come tessile, cuoio e materie plasti-che particolarmente inquinanti)Le acque avvelenate venivano utilizzate per irrigare le colture e anche per scopi ali-mentari, non solo dal-le popolazioni locali ma anche da quelle residenti in zone extraprovinciali, che hanno potenzialmente assunto sostanze cancero-gene. Il disastro, secondo l'ordinanza della Dda, è durato circa un ventennio. Un avve-lenamento lento, ma costante che ha com-promesso per sempre la vita di centinaia di migliaia di cittadini, avvenuto grazie a mille complicità anche riferite ad esponenti poli-

tici ed amministrativi che sono venuti meno ai propri doveri, che ora i magistrati anti-mafia di Napoli, stanno svelando, rendendo giustizia a quanti sono morti e continuano a morire grazie ai disegni criminali di que-sti assassini. Le tonnellate di rifiuti sversati nelle campagne, una volta felix delle nostre città, sarebbero finite nel sottosuolo. Da qui

nelle falde acquifere. Secondo gli esper-ti consultati dalla Procura, il punto massimo di inqui-namento si raggiun-gerà nel 2064, con effetti nocivi sulla salute dei cittadi-ni, dei bambini che nascono già, aven-do subito gli effetti devastanti prodotti da questi veleni, lo ripetiamo, smaltiti

dalle grandi industrie del Nord, che usavano le nostre terre, per liberarsi dei propri mefi-tici scarti. Detti nocivi effetti, dispiegheran-no la loro micidiale azione fino al 2080. Un vero e proprio genocidio di massa a danno di noi cittadini di queste sfortunate città. Per-petrato, sì, dalla criminalità organizzata, ma reso possibile dalla complicità della politica.

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P R I M O P I A N O

Ora tutti attendono una rapida ed efficace bonifica del sito DISCARICA DEL “CANTARIELLO” Gli esiti delle indagini dell’ARPAC

Ieri si è svolto un incontro di aggiorna-mento sulla questione Cantariello al Presidio di Via Berlinguer. 

Erano presenti esponenti del Comitato NO Discariche Comuni a Nord di Napoli e del Comitato quartiere Castagna Erano presenti anche il Sindaco di Caso-ria, Enzo Carfora, e l'Assessore all'Am-biente Pasquale Tignola.Sono stati resi noti gli esiti della relazione dell'Arpac sulla caratterizzazione dei ri-fiuti: la relazione, dettagliata con i rilievi dei sei lotti, parla di rifiuti 'speciali non pericolosi'.Questo tipo di riscontro dovrebbe sempli-ficare le fasi di bonifica vista la tipologia di codice CER attribuito ai rifiuti.Il Comu-ne di Casoria ha riaffermato la massima priorità che riveste la questione e l'obiet-tivo è riuscire a bonificare l'area entro la prossima primavera, prima che col caldo la combustione riprenda a far fuoriuscire i pericolosi miasmi delle fumarole.Lunedì prossimo, 17 dicembre, il Sinda-co e l'Assessore di Casoria saranno rice-vuti dall'Assessore all'ambiente regionale Giovanni Romano, per tracciare con la Regione un percorso che veda l'Ente re-gionale direttamente coinvolto nella fase di bonifica.Sarà coinvolta anche  Commissione re-gionale Bonifiche, presieduta da Antonio Amato, che ha partecipato alle fasi che hanno portato alla caratterizzazione. Si chiederà all'Assessore Romano, vista la re-cente notizia dello sblocco dei fondi per le bonifiche da parte della Comunità Euro-pea, di dare la giusta attenzione e priorità alla questione Cantariello vista l'emergen-za sanitaria che da alcuni mesi investe le popolazioni della zona.

COMITATO NO DISCARICHE COMUNI A NORD DI NAPOLI

COMITATO QUARTIERE CASTAGNA 

Anche di quelli che non sono direttamente implicati, ma hanno omesso di controllare che dietro alle ricorrenti emergenze rifiuti si nascondevano milionari interessi econo-mici di Gomorra.Già: Gomorra, Roberto Saviano, presente in questi giorni a Napoli per presenziare ad un processo in cui sono implicati vari appartenenti al clan dei casa-lesi, che minacciarono lui e la giornalista del Mattino, Rosaria Capacchione, ha dichia-rato: Gomorra, grazie a quest’inchiesta dei giudici diventa più reale. Intanto Legam-biente annuncia che si costituirà parte civile nel processo contro questi avvelenatori delle nostre terre. Ecco, quanto scrivono gli amici del Comitato Coordinamento Fuochi, cit-tadini come noi, che hanno scelto la stra-da della denuncia e dell’impegno contro la camorra dei roghi, dei rifiuti, delle finte emergenze rifiuti che sta distruggendo la speranza di vivere una vita serena e sicura di centinaia di migliaia di cittadini. Lo riportiamo integralmente, condividendolo in ogni parola:“Cos'altro ci vuole ancora per dichiarare uffi-cialmente il DISASTRO AMBIENTALE ACCERTATO IN CAMPANIA? L'Ita-lia pensa alle prossime elezioni, alle que-relle tra Berlusconi e Monti, allo spread ... MENTRE IN CAMPANIA SI MUORE!! MENTRE IN CAMPANIA E' IN ATTO UNO STERMINIO DI MASSA LENTO E SILENZIOSO !!!

1)   Bidognetti avvelenò falde acquifere con i rifiuti del Nord: disastro ambien-tale.  Lo spettro dei veleni dell'Acna di Cengio. Acqua cancerogena alle persone di Giu-gliano e della provincia di Napoli. Prov-vedimento di arresto per il boss casalese2)   La perizia annuncia: «2064, fine del mondo». La Campania Felix sarà un de-serto. CHIEDIAMO LA RICONVERSIO-NE AGRICOLA DEI TERRENI AL NO FOOD: CANAPA, GIRASOLI, FIORI E PIANTE FITOTRATTAN-TI. E' NECESSARIO PREVEDERE INCENTIVI ECONOMICI AGLI

AGRICOLTORI CHE RICON-VERTONO LE LORO COLTU-RE. I NOSTRI P R O D O T T I AVVELENAT I VANNO SUL-LE TAVOLE DI TUTTA ITALIA. STIAMO AVVE-

LENANDO UNA NAZIONE !BASTA VELENI !!!! “ Non importa quanti milioni di euro occorrono per bo-nificare le nostre campagne: vanno trovati. Si facciano pagare a quelle stesse industrie del Nord che hanno inquinato le nostre città. Bisogna fare giustizia fino in fondo. Lo chiedono i nostri morti per tumori de-vastanti originati da questi criminali dise-gni della camorra e dei loro complici con i colletti bianchi.

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P R I M O P I A N O

Il Partito Democratico lancia l’allarme per la salute.di Rosa Davide

Un nuovo allarme per la salute, quello lanciato dal segretario cittadino e dai quattro consiglieri del Partito De-

mocratico. Secondo quanto riportato in un documento del PD, l’amministrazione co-munale si appresterebbe a rilasciare, nell’area ex Tubi Bonna, già destinata a lavorazione di amianto, l’ennesima lottizzazione convenzio-nata. Attualmente, non è possibile assicurare ai cittadini l’avvenuta bonifica del territorio. Non ci sono certificazioni da parte degli enti preposti: Comune, Asl, Arpac. L’ammini-strazione accetterebbe dunque come dati certi, i risultati della bonifica eseguita dalla proprietà. Altro elemento che potrebbe de-stare preoccupazione è che il dirigente all’ur-banistica del comune, che a suo tempo ha curato l’istruttoria della lottizzazione, risulta anche essere il responsabile tecnico dei lavori di bonifica.

Il Partito Democratico ha dunque presentato al primo cittadino e all’assessore all’ambien-te un’interrogazione, firmata dai consiglieri Giovanni Marigliano, Nicola Laezza, Giusep-pe Balsamo e Pasquale Fuccio. Questi ultimi chiedono che prima del rilascio di qualsiasi per-messo a costruire, venga-no effettuate e certificate le opportune verifiche sulla bonifica eseguita. “E’ necessario dimostrare con assoluta certezza la qualità della bonifica effettuata, al fine di garantire la salute dei cittadini. In assenza di risposte complete ed esaustive, il PD investi-rà gli organi giudiziari affinché accertino le eventuali responsabilità.”I dati epidemiologici, relativi a Casoria, già mostrano infatti un grande incremento dei tumori. L’amianto, che per il suo alto potere cancerogeno può essere considerato un vero e proprio “killer”, certamente rappresenta uno dei fattori determinanti. Secondo i consiglie-ri del PD, anche la questione dell’ex Rhesia,

industria chimica degli anni cinquanta e altra grande area dismessa presente sul territo-rio, andrebbe adeguatamente approfondita. Quest’ultima, a detta dell’assessore all’urba-nistica Tommaso Casillo, sarebbe stata “op-portunamente bonificata” e sarebbe pronta ad accogliere “la Città del Libro”.Per fare chiarezza sulla situazione, abbiamo incontrato l’assessore all’ambiente Pasqua-le Tignola. Queste le sue dichiarazioni in merito: “ho disposto i dovuti accertamenti tecnici, incaricando il dirigente Napolitano

di occuparsi della vicenda, rispondendo anche, come dovuto, all’interrogazio-ne presentata dal Partito Democratico. La vicenda attiene ad un periodo di governo del territorio pre-cedente al nostro. Al termine dell’indagine esaminerò gli atti pro-dotti, e qualora dovessi riscontrare dubbi o incer-tezze sulla bonifica effet-tuata nell’area in questio-ne, tali da produrre danni

all’ambiente ed a persone, è chiaro che farò la mia parte. Nei prossimi giorni, al termine degli accertamenti in corso, mi premunirò di informare adeguatamente l’opinione pubbli-ca, attraverso i giornali, come del resto ho sempre fatto.” Continueremo a tenervi aggiornati sulla si-tuazione, vi invitiamo a continuare a seguirci anche sul portale web www.casacasoria.it. Buona Domenica!

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L ' E V E N T O

Verso la Terza Repubblica partendo dalla nostra città.

Mercoledì scorso presso la Bi-blioteca Comunale della nostra città si è tenuto un interessante

convegno di studi, dal titolo accattivan-te: Trasparenza - Etica - Meri-tocazia  - Casoria verso la Terza Repubblica. Nello stesso tempo si è presentata alla città l’Asso-ciazione Italia Futura Casoria. Hanno partecipato Giuliana Di Caprio,commercialista casoriana nella veste di moderatrice,Bruno Pinci  - Presidente Italia Futu-ra Casoria, imprenditore locale. Quindi, gli interventi di: Giovanni Palladino - Responsabile organiz-zativo Italia Futura Campania - Apostolos Paipais- Responsabile politiche giovanili Italia Futura Campania. Le conclusioni affidate ad Antimo Cesaro, Professore di Filosofia della politica della seconda Uni-versità di Napoli, Coordinatore regionale Italia Futura Campania. Sala gremita, di facce nuove, soprattutto giovani che costi-tuiscono l’ossatura del nuovo movimento civico che fa capo al Presidente Monteze-molo, e che sta sfondando in tutte le real-

tà dell’area a Nord di Napoli. Ascoltiamo subito il Dr. Bruno Pinci, imprenditore locale che ci dice: “siamo gente normale che per la prima volta si affacciano alla vita politica. Non abbiamo interessi da di-fendere, se non quelli di volere una diver-sa qualità della vita nella nostra città. Vo-gliamo dare un contributo alla città in cui viviamo, partendo dal basso. Con noi ci sono professionisti e professioniste,tanti

giovani. Puntiamo ad essere presenti in tutti i prossimi appuntamenti elettorali locali. Non è piu’ possibile assistere sen-za fare nulla ad un inarrestabile declino di questo territorio”. L’Ingegnere Apo-stolos Paipais, responsabile regionale dei giovani del movimento, ci informa che a

breve sarà lanciato l’appello dei giovani del movimento a livello nazionale al Pre-sidente Monti, affinchè scenda in campo alle prossime politiche per continuare a guidare il Paese verso il risanamento eco-nomico. Giuliana Di Caprio,esponente di punta del movimento, ha puntato il suo intervento sullo sviluppo, l’occupazione ed il merito. Elementi che mancano alla nostra città. Siamo mamme che lavorano

-ha aggiunto- ma vogliamo impe-gnarci per un futuro migliore dei nostri figli. Giovanni Palladino, ha invece evidenziato la grande voglia di partecipazione riscontrata fin dalla nascita del movimento. So-prattutto di gente comune, stanca della solita offerta politica .Infine, l’intervento del Coordinatore re-gionale, Prof. Cesario. L’Italia e la Campania- ha detto- hanno bi-sogno di trasparenza, merito, ma soprattutto di una nuova classe politica. Mi vergogno, ha aggiunto, di essere rappresentato dagli attuali deputati e senatori campani. Non siamo un partito, e non intendiamo

esserlo, ma ci faremo sentire, contribuen-do a dare una scossa salutare al rinnova-mento delle nostre città. Il Vice-sindaco Sergio D’Anna, ha portato al convegno i saluti dell’amministrazione comunale, apprezzando l’iniziativa che parte dalla società civile.

Casoria: nasce ITALIA FUTURA

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E V E N T I

Grazie ai volontari del Madrinato “San Placido”di Antonella Storti

Per il quinto anno consecutivo parte la raccolta di giocattoli ed altri oggettini per dar vita ad una

sorpresa per i bambini e gli anziani del Madrinato San Placido di Casoria .Nel giorno di Natale,infatti,i volontari del Madrinato San Placido accompagnati da un Babbo Natale molto simpatico si recheranno tra i vicoletti di "Caso-ria vecchia",nelle case in cui vivono i bambini "a rischio" seguiti ogni sabato dagli stessi volontari, e porteranno loro giocattoli. Inoltre,nella settimana suc-cessiva sarà organizzata una fantastica pizza-tombolata con gli anziani ospi-ti della casa di riposo del Madrinato. Quindi, si chiede a tutti i cittadini ca-soriani di portare presso il Madrinato sito a Via Pio XII, giocattoli per bam-bini e bambine (4 - 11 anni) e ogget-tini vari che possano diventare premi della tombolata. Davvero encomiabile è l’azione del gruppo di volontari che ogni anno e per tutto l’anno guidati dal Suo Marilena, aiuta i bambini poveri della nostra città, riuscendo, solo gra-zie alla generosità della popolazione casoriana, a strappare loro un sorriso, facendoli sentire circondati da affetto ed assistenza. Anche quest’anno, quin-

Un natale all’insegna della SOLIDARIETÀdim si mette in moto la macchina della solidarietà   Mettiamo in moto la mac-china della solidarietà, che si tiene in piede grazie al lavoro ed all’impegno di giovani della nostra città.  Chi desidera

aiutare e collaborare a quest’iniziativa benefica può scrivere sulla bacheca dell'evento, creata sul social network face book, o recarsi al Madrinato chie-dendo di suor Marilena.

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Natale alla GALLERIA MARCONIA partire dal giorno 20 Dicembre presso la Galleria Marconi sarà presente il Gruppo Giangi Animation con postazioni zucchero filato, postrazione trucco bimbi, manipo-lazioni palloncini, musica, e tanto altro.

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7il giornale di Casoria • Domenica 16 dicembre 2012

A R P I N O

Via Ventotene: lo stradone della paura e dell’omertà.di Mafalda

Lungi da chi scrive il voler alimen-tare sentimenti di allarmismo e xenofobia, risulta sempre mag-

giormente sentita l’esigenza di portare all’attenzione dei cittadini la pericolosità che rappresenta la struttura del noto ex capannone dei fiori, sita in Via Ventotene,

oggi divenuto ritrovo di rom, di tossico-dipendenti o momentanea via di fuga di chi compie malefatte in zona Cittadella. Volendo compiere uno sforzo im-mane nel tralasciare oltre l’infinita bruttezza della struttura ormai decaden-te, anche la sua nocività per la salute dei residenti nell’area circostante, poiché fatto intera-mente di amianto (lasciato decomporre nell’aria che respiriamo), va assolutamen-te denunciato il fatto che esistono addi-rittura delle fasce orarie a cui attenersi

scrupolosamente se non si vuole incorrere in pericolosi agguati. C’è chi, rassegnato,

si adatta e chi invece ha deciso di alzare la voce e dire “BASTA”. A soli due passi dalla via principale, vige un clima di oscuro degrado e abbandono; si è in queste condizioni da troppo tempo e si è ormai

stanchi della continua indifferenza di tutti coloro che pur potendo cambiare le cose, passando, volgono lo sguardo dall’altra parte. Chi di dovere, si passi la mano sulla coscienza e faccia ciò che va fatto!

Ex capannone dei fiori, nuova EMERGENZA SOCIALE

Strade rinnovate come regalo natalizio per gli abitanti di Arpino.di Raffaella Battinelli

Dopo una ventennale attesa, si è giunti finalmente alla stipula di un accordo tra il Comune di Ca-

soria ed il Gruppo Palladino.Si dispone così una rivoluzionaria e, al-meno sulla carta, definitiva ristruttura-

zione di Via Giotto e delle strade secon-darie ad essa correlate, che prevede oltre al ripristino del manto stradale, la sua reintegrazione alle previgenti norme di sicurezza. Magari si avrà anche l’accortenza di rego-lare con criterio il senso di marcia. E’, infatti, ben conosciuto dai residenti il problema degli automobilisti contro-mano i quali, vuoi per evitare l’ingente numero di buche, vuoi per risparmiare di percorrere qualche metro in più, im-boccano con illimitata prepotenza il sen-so vietato, incuranti del posto di blocco

all’inizio della strada. Sarà forse perché il punto controllato è quello meno strategi-co per accertare in tempo reale l’infrazio-ne? Verrà altresì disposta l’apertura di un varco lungo Via Bonito con esclusione di transito per i mezzi pesanti. Un vero e proprio rinnovamento, contor-nato di buoni propositi e rivalutazione del territorio. Maggior sicurezza come piccola conqui-sta pre-natalizia? Staremo a vedere ed attendiamo con trepidazione il passaggio potenza- atto, da mera teoria a soddisfa-cente realizzazione pratica.

Via Giotto diventa PATRIMONIO COMUNALE

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S C U O L A E T E R R I T O R I O

La parola agli alunni dell’ I.S.I.S. "A. Torrente"di Rosa Barretta

Lo scorso mercoledì 5 Dicembre ab-biamo incontrato i ragazzi dell’I.S.I.S. A.Torrente di Casoria

in occasione di una giornata di festa svolta oltre l'orario delle lezioni, per l'intero po-meriggio, nei locali dell'istituto e che li ha visti protagonisti insieme ai docenti e al Dirigente. Durante la festa, che li ha visti impegnati in attività ludico-ricreative e, in mattinata, nella preparazione completa del buffet, è stato interessante avere un con-fronto con un gruppo rappresentativo degli allievi, incentrato sul significato che accom-pagnasse quella giornata. Si trattava, per un verso, di una giornata di “rivisitazione con-sapevole” dei contenuti normativi che ad oggi camminano nella direzione di una sot-trazione della scuola alla gestione pubblica, per l’altro verso, di “tematizzazione” della questione dei crescenti tagli previsti per l’istruzione. In realtà, la direzione di senso iniziale che intendeva orientare l’intervista, ha incontrato dei binari complementari estremamente significativi che ci rimanda-vano a tutto quanto contraddistinguesse il loro rapporto con la scuola: la loro modalità di vivere la scuola riempiva di contenuto la gioiosità di quella giornata. L’autenticità del rapporto con la scuola è quanto, fin da quel-la stessa giornata, fa sentire ad oggi in chi scrive il suo eco attraverso alcune parole pronunciate dai ragazzi stessi: “Qui ci sen-tiamo a casa nostra”, “La scuola non può non essere nostra”. Il forte senso di apparte-nenza nei confronti dell’Istituto ha costitu-ito il tratto centrale di caratterizzazione dello scambio avuto con i ragazzi; uno scambio cercato con determinazione perché momento di espressione di quanto avessero da dire e da dare. Proviamo a chiederci: “Che significa abitare una casa?”: la persona a casa si definisce, si esplora e si da dei con-fini col mondo; la casa diviene un progetto

“Abitare" la SCUOLA per “abitare” la società

di intima relazione tra noi e ciò che ci cir-conda. Lo spazio che eleggiamo a “nostro” vive con noi, si modifica e cambia con noi: diventa “vivo di noi”. Uno spazio “vivo di un noi”: questo l’istituto A. Torrente che arriva forte dai ragazzi che lo “abitano” e dalla “co-munità scolastica tutta”. Il senso dell’abitare la scuola si è declinato così inizialmente nel fatto di volere congiuntamente impegnarsi affinché la propria scuola avesse la visibilità da loro cercata: visibilità di obiettivi comuni, visibilità di una modalità di fare critica non mediante la sterile protesta ma passando per il canale della parola e delle espressività cre-ativa; in grado cioè di lasciar passare all’esterno la consapevolezza, da parte dei ragazzi, delle “realtà problematiche” per cui s’intende farsi avanti. Abitare la scuola signi-fica per i ragaz-zi del Torrente abitare la scuo-la nella sua in-terezza. Ci rife-riamo a quanto il percorso di crescita dei ra-gazzi li abbia portati oggi a dire con fierez-za: “Prima i tre indirizzi di studio erano di-visi…oggi siamo un tutt’uno!”. Ricordando appena che l’ I.S.I.S. Torrente inglobi gli in-dirizzi Tecnico Commerciale, Turistico e Professionale alberghiero, si comprende la valenza educativa e formativa di un percorso di crescita che veda tra gli obiettivi raggiun-ti il sentire, da parte dai ragazzi, che “ciò che conta è pensare all’Istituto nella sua totalità: mentre prima non ci si conosceva tra i vari indirizzi, adesso ci si conosce tutti!”. I ragaz-zi stessi si sono impegnati nella realizzazio-ne di un Info Point, uno spazio di raccolta e tematizzazione delle “novità” funzionale alla condivisione delle attività didattiche. Non c’era più posto per la settorialità in una scuo-la dove c’è bisogno di unire intenti e integra-re punti di vista e competenze per coniugare realmente la preziosa funzione educativa della scuola: quella di formare al vivere civi-

le. Il sentire come proprio ciò che si abita, si coniuga pure nella volontà migliorativa di ciò che si ha, sia in termini strutturali che relazionali: rispetto alla componente strut-turale, sintomatico è l’impegno, da parte dei ragazzi, in una sorta di “schedatura” che rac-cogliesse tutto quanto, in termini di manu-tenzione ordinaria e straordinaria, registras-se qualche problema, al fine di “segnalarlo” al Dirigente e convogliare gli sforzi verso il potenziamento della struttura stessa. In tal senso la risposta si è rivelata attenta e solle-cita. Con orgoglio e gioia i ragazzi ci hanno resi partecipi di altri interventi migliorativi previsti per un futuro molto prossimo, quali la climatizzazione dell’intero Istituto, il pro-getto eco-sostenibile incentrato sul recupero delle acque piovane, e infine, la creazione, per cui erano entusiasti, di ulteriori labora-tori di cucina. Sulla stessa scia si comprende l’importanza, per gli allievi, della realizza-zione, avvenuta di recente, degli spogliatoi, a seguito di una esigenza palesata ed “ascolta-ta”, “dialogata” ed “accolta” dal Dirigente. Ancora: i ragazzi ben comprendono la cen-tralità formativa dell’orientamento scolasti-

co fornito ri-spetto alle scelte lavorati-ve: supporto concretizzato nelle realizza-zione di viaggi-lavoro come prima modalità di esperire la propria profes-sionalità. Ri-spetto alla com-p o n e n t e

relazionale di cui dicevamo sopra e all’incro-cio con la dimensione del “nostro”, i ragazzi stessi, quando si è chiesto loro di riferirne racchiudendola in pochi termini forti e rap-presentativi, ci hanno risposto: “fiducia, unione, condivisione, dialogo, obiettivi co-muni, collaborazione, entusiasmo”; termini sui quali concordavano i docenti stessi pre-senti all’intervista. Il dialogo e l’affettività muovevano a monte i fili di quella giornata, proponendola come “appropriazione co-struttiva” di un luogo a cui si tiene e che si sente come proprio. Fiducia nella risorsa scuola, come canale di preparazione e matu-razione imprescindibile: da lì il significato del sentire come propria la scuola stessa, e la modalità con cui “difenderne” la sua caratte-rizzazione pubblica e le risorse economiche necessarie per la realizzazione di mete ed obiettivi comuni. Questo il senso della gior-

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S C U O L A E T E R R I T O R I O

A novembre a Casoria cala la differenziata ma non abbassiamo la guardiaCOMUNICATO

Nel mese di novembre la percentuale di raccolta differenziata è calata dal 63% al 57% tale calo è dovuto ad una serie di interventi necessari sul territorio. Infatti, nel mese di novembre la Casoria Ambiente S.p.A. ha dovuto giocoforza attivare alcuni cicli straordinari di intervento che di seguito elenchiamo:pulizia e diserbo della Circumvallazione Esterna;pulizia straordinaria della zona Cantariello da sempre nostra spina nel fianco per la disastrosa situazione igienico-sanitaria che produce;la raccolta su alcune zone periferiche di Casoria per cumuli straordinari di rifiuti di varia provenienza formatisi, principalmente, per la cattiva educazione di alcuni cittadini;da ultimo ma non per ultimo la persistente crisi sugli impianti di smaltimento che condiziona e rallenta fortemente il normale ciclo lavorativo della Casoria Ambiente S.p.A..Pertanto, ancora una volta, richiediamo la necessaria cooperazione da parte dei cittadini nel non disaffezionarsi alla raccolta differenziata ma ad incentivarla di più ed invitiamo la cittadinanza a cooperare contro lo sversamento abusivo dei rifiuti segna-lando, ove possibile, eventuali intollerabili episodi o alla e mail dell’Ufficio Pubbliche Relazioni [email protected] o ai vigili ambientali del Comune di Casoria.Ricordiamo, inoltre, alla cittadinanza di seguire quanto da noi consigliato nel comunicato pubblicato su tutti i giornali territoriali nelle scorse settimane al fine di migliorare sempre di più la percentuale di raccolta differenziata.Con il vostro aiuto e collaborazione riusciremo ad raggiungere quanto prima l’agognata percentuale del 70% di raccolta differen-ziata.

Il Presidente C.d.A.

Dott. F. Girardi

nata vissuta e voluta dai ragazzi ed in tal senso condivisa dai docenti stessi, che erano lì per sostenere i “loro” ragazzi, quei ragazzi da loro stessi definiti come aventi una sorta di “marcia in più”: anziché raccogliere il luogo comune della provincia come rappre-sentativa di volontà sopite e identità appiat-tite, al contrario i “loro” ragazzi paiono dire di una volontà forte di autorealizzazione, di appropriazione consapevole delle proprie capacità e delle proprie possibilità di contri-buire al vivere civile; insomma di un voler “arrivare oltre …”. Questo, tutto questo tratteggiava l’immagine di una squadra che agisce nel senso della reciprocità. Ma una squadra, per poter essere tale, prevede una guida che vi abbia creduto a monte, e che continua ogni giorno a credere nei valori della fiducia, dell’ascolto e della collabora-zione, come elementi fondanti della comu-nità educante. Il Dirigente scolastico Gio-vanni De Rosa era il riferimento costante di quanto palesato dai ragazzi e dai docenti: tutto quanto faceva la “singolarità” e la “pre-ziosità” del rapporto con la “loro” scuola, individuava a monte la capacità sollecita di

ascolto da parte del Dirigente mista a volon-tà operativa di darvi un seguito. L’espressio-ne che ricorreva nei discorsi tanto dei ragaz-zi quanto dei docenti era “noi abbiamo parlato con il Preside …”. Il dialogo pare dunque essere la cifra distintiva dei rapporti formativi promossi dal Dirigente e la chiave di volta della modalità con cui i ragazzi ap-procciano criticamente e consapevolmente i contenuti della cittadinanza attiva . Sulla scia di tutto quanto, abbiamo concluso il no-stro intervento al Torrente proprio con un confronto con il Dirigente scolastico al qua-le abbiamo chiesto di lasciarci vedere un po’ con i suoi occhi il rapporto con i ragazzi. Giovanni De Rosa è partito proprio dai ra-gazzi, ricordandoci quanto i giovani siano una “novità” per l’adulto e perciò, in quanto tali, significativi: significativi di una ricchez-za implicita in una “nuova” modalità di guar-dare che consente talora di rivedere il pro-prio modo di essere. La fiducia data loro nasce cioè dall’assunto preliminare della ric-chezza che essi costituiscono e dalla volontà di una crescita reciproca; reciprocità non si-gnifica altresì confusione di ruoli, quanto

assunzione di una fiducia concessa da parte di chi, dagli stessi ragazzi, viene identificato come guida proprio perché rappresentativo di un’autorevolezza che li orienti, facendoli in tal senso sentire sostenuti. E quando gli abbiamo chiesto: “Che cos’è che, nonostante le difficoltà, le dà ogni giorno la capacità di trasmettere “entusiasmo” ai ragazzi e ai do-centi?”, non ha avuto esitazioni, e ci ha ri-sposto: “Io credo nel ruolo del Formatore: quando mi si chiede qual è il suo ruolo?...Io rispondo: la mia natura è quella di Educato-re e Formatore. Credere nel processo forma-tivo significa ogni giorno convogliare la re-ciprocità degli intenti verso il perseguimento di obiettivi negoziati e comuni, mettendo in gioco le individualità di ognuno e indossan-do nuovi panni laddove le situazioni lo ri-chiedano. Credere nel processo formativo significa credere nella reciprocità del proces-so trasformativo di tutti gli attori coinvolti e in cui ciascuno educhi l’altro dando nuova forma a quanto si abbia da dire e da dare. Questa la linfa che ogni giorno riempie di vita e di contenuti la dimensione relazionale del nostro Istituto”.

ASSESSORATO AMBIENTE

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il giornale di Casoria • Domenica 16 dicembre 201210

C A S O R I A N E L L A S T O R I A

La fama di santità accompagnò tutta la sua straordinaria vita.a cura di Giuseppe Storti

Continuiamo con la descrizione di alcu-ni dei miracoli operati per intercessione del nostro frate francescano Ludovico da Casoria così come sono stati raccontati dal Can. Prof. L. Fabiani, i cui ricordi sono vivi e dettagliati. Iniziamo con un miracolo operato quando padre Ludovi-co era ancora in vita. Al tempo in cui il frate acquistò la “Palma” dalle sorelle Andrè, egli aveva già stretto amicizia con uno dei fratelli La Rocca, Giuseppe, che era ammattito senza rimedio. Ecco come Fabiani descrive uno dei loro incontri : “… uno dei fratelli La Rocca, Giuseppe,sciaguratamente am-mattì, uscendo interamente di cervello, né vi fu un rimedio che lo guarisse. Il Padre un giorno propose a costui di fare una passeggiata insieme per qualche ridente collina della nostra Napoli: e il povero matto accettò. Il Padre lo con-dusse verso lo Scudillo, strada che mena alla Palma. S’andò quietamente finchè la via era piana; ma , come si giunse a piè dell ’erta, il matto tutto a un tratto si impuntò, spaventato forse in vista della salita; e il Padre a persuaderlo con le più dolci e amorose maniere a proseguire il cammino; ma per quanto gli dicesse, non riusciva a smuoverlo. Allora la carità gli suggerì un modo piuttosto strano, ma creduto da lui più efficace a farlo salire. Puntò le sue mani alle spalle e il capo al dorso dell ’infeli-ce, e con tutta forza lo sospingeva su: il matto restava sempre immobile. Il Pa-dre non si scoraggiò, e tuttochè stanco, ripetette tre o quattro volte quell ’operazione, e finalmente riuscì a menarlo sulla Palma. Intanto, come giunse al Convento, quell ’in-felice incominciò a sentirsi alquanto risto-rato, in modo che vi volle rimanere: e dopo statovi non so quanto tempo, fu completa-mente guarito dalla malattia, riacquistando le facoltà mentali….”.Importantissima è la descrizione del se-guente miracolo, in quando è questo che

lo ha reso Beato il 18 Aprile del 1993; “L’anno 1881 Suor Luisa Capecelatro, in seguito a una forte paura, fu colpita da una grave malattia, definita dai medici per una emofilia incurabile, che resistendo a tutt’i rimedi dell ’arte, la portò, tra gli alti e bas-si, sino all ’Agosto del 1884. A quest’epoca il suo male s’accrebbe di molto; ed un acu-tissimo mal di capo, accompagnato da uno scolo sanguigno da ambo le orecchie, la git-tò nel letto, dove a poco a poco essa divenne paralitica in tutto il lato sinistro, e non fu più capace di muoversi senza l ’aiuto di tre persone. Otto mesi passarono così; e l ’am-malata era per tal modo aggravata, che, sia dalla Comunità, sia dalla sua famiglia, non si aspettava che la morte, la quale i medici dicevano esser prossima ad inevitabile. In-

tanto il 2 Aprile 1885 la sorella dell ’infer-ma, Signora Carolina Capecelatro disposata al Signor Canofari, avendo avuto da una cognata un pezzetto dell ’abito del P. Lodo-vico da Casoria, me lo mandò in una carto-lina suggellata, senza dirmene il contenuto e pregandomi di applicarlo con viva fede sulla testa della moribonda. A dire il vero la ricevetti con molta freddezza, e dissi fra me: avrebbe fatto meglio ad attendere sino a

domani; perché m’avrebbe trovata morta ed il miracolo sarebbe stato più grande ancora. Ciò nonostante, verso mezzogiorno andai dall ’inferma, che era debolissima, e le portai la reliquia. Essa la prese in sulle prime con indifferenza, e la pose sul capo dove soffriva immensamente; ma quando, dopo qualche tempo, la rimasi sola, animata da viva fede la strinse di nuovo sul male, senza sapere che cosa stringesse, ed in quel momento in-tese un tremito in tutto il lato paralizzato: tremito che le lasciò libero l ’uso delle mem-bra; di modo che essa potè alzarsi, vestirsi e camminar sola con stupore di tutte le com-pagne. Dopo qualche ora mi recai io stessa nella stanza dell ’ammalata, e costatai, che essa, come un cadavere ambulante, mangia-va, camminava sola, ed era perfettamente

guarita. Da quel giorno non ha più nulla sofferto, ed ha potuto seguire la via della Comunità, cosa che posso at-testare con la mia firma - Soeur Hutin, Superiora della Figlie della Carità”.Ricordiamo anche la storia del pic-colo Lodovico Bassolino, nato pro-prio a Casoria nel Marzo 1921, che a due anni si ammalò di scarlatti-na e poi di meningite. Il padre del bimbo, Luigi Bassolino, dopo aver saputo dal Dott. Giuseppe De Vita e dal Dott. Belfiore che il caso era disperato, andò con fiducia presso la statua di padre Ludovico da Caso-ria, situata nei pressi della casa dove nacque l’allora Venerabile e prese a baciarla invocando un miracolo. Il biografo scrive “ Il padre aveva per innanzi perduto sette figli in tenera età ed a quest’ultimo, l’ottavo, aveva messo nome Lodovico, con la spe-ranza che fosse sopravvissuto. Que-sta speranza fu oggetto della sua ardente preghiera, espressa in questa forma: Ho messo al mio bambino il vostro nome, perché non morisse,

Voi ora mi otterrete la grazia che si ri-metta … da quel momento il bambino andò sempre migliorando, ed a capo di cinque giorni era in condizioni di pren-dere cibo”.Il Fabiani racconta anche la sua testimonianza,egli stesso fu infatti salvato per intercessione di padre Ludo-vico e dice: “ Il Sac. Luigi Fabiani, autore di questa Vita, nel 1898, dopo la mor-te d’un suo carissimo fratello, fu colpito

I MIRACOLI di Padre Ludovico

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L A S T O R I A S I A M O N O I

Al grande patriota di Grumo Nevano è dedicata la piazza principale della nostra città.di Ivan Terribile

Ogni giorno centinaia di perso-ne si ritrovano in quella che è una delle piazze più importanti

di Casoria : Piazza Cirillo . Tale piazza , impreziosita dalla presenza del Comune , è infatti luogo di incontro di numerosi cittadini casoriani e non . Bar , circoletti e negozi di ogni ge-nere sono la fonte principale di questo punto di ritrovo . Ciò che però emer-ge è il disinteresse totale delle perso-ne nei confronti di Domenico Cirillo , da cui ha preso il nome la piazza. Se ci si apprestasse a chiedere ai passanti chi fosse Domenico Cirillo riceverem-mo infatti delle ri-sposte piuttosto va-ghe . E’ un dovere dei cittadini conoscere la storia di chi ha cercato di dare tanto per la nostra città , per la nostra Napoli . Il personaggio sopracitato è stato uno dei più illustri patrioti della Repubblica Napoletana sorta nel 1799 . Nacque a Grumo Nevano e , dopo cinque anni di

studio , si laureò in Medicina e Chirur-gia all’Università Federico II di Napoli . Tralasciando la carriera medica Domeni-co Cirillo infatti rappresentò uno dei più importanti elementi della Rivoluzione Napoletana . All’indomani della Rivolu-zione Francese molti patrioti napoletani decisero infatti di scacciare i parassiti francesi che occupavano le nostre terre . La Rivoluzione Napoletana, dopo nume-rosi avvenimenti , riuscì a creare una vera e propria Repubblica che non dipendeva più dalla Francia . Tale Repubblica ,che fu edificata dallo stesso Domenico Ciril-lo in collaborazione con altre illustrissi-me menti , durò ben poco . I fautori della Rivoluzione Napoletana furono , dopo

mesi di prigionia nelle celle del Ma-schio Angioino , condotti al patibo-lo , e tra questi vi era anche lo stesso Domenico Cirillo . Quest’ultimo , che tentò di dare un’au-tonomia al popolo napoletano , è stato dunque un martire che si è sacrificato per il suo territorio . E con queste brevi note ,facciamo un tentativo di incul-care nella mente dei cittadini quel senso

di curiosità che da troppo tempo manca . E’ , dunque, un modo per invitare le per-sone a chiedersi chi fossero i personaggi da cui provengono i nomi delle nostre piazze e vie . Ed è , infine , un modo per non essere impreparati in futuro alla do-manda : “Chi era Domenico Cirillo?”.

Chi era DOMENICO CIRILLO?

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da grave malattia nervosa, per la quale si ridusse uno scheletro e gli pareva ogni ora di morire. Camminando un giorno sulla via di Posillipo gli venne il pensiero di visitare la tomba dove giace il corpo del Venerabile,nella chiesa dell ’Ospizio Marino dei Bigi. Si prostrò e distese su quella tomba, pregando calorosamente per la guarigione. Il Signore si degnò di concedergliela per in-tercessione del suo servo, ed egli riebbe salute florida e prospera, facendo vita attivissima e laboriosa. Dopo poco più di dieci anni fu riassalito dall ’istesso male in maniera anche più grave; ricorse anche allora all ’interces-sione del Venerabile, e dopo non molto rieb-be salute florida e forze sufficienti, non solo per lavorare intellettualmente, ed il presente lavoro ne è la prova, ma anche per adope-rarsi col ministero sacerdotale alla gloria di Dio ed alla salvezza delle anime”. Ricor-diamo anche la storia dei coniugi Rossi, ecco cosa dice di loro il Fabiani: “ Molto affezionati e devoti al Ven. Padre sono ri-masti Giovanni Rossi e la consorte. Que-sta per ben due volte, dopo aver sofferto i dolori del parto, non ha dato alla luce che due maschietti morti. Nei primi mesi del 1931, la signora avvertiti i medesimi sintomi dei parti antecedenti, volle fer-vorosamente raccomandarsi a P. Lodovico, anzi volle che la casa fosse ornata da una bella immagine del Venerabile. Il tre giugno la signora partorì felicemente un bambino al quale, per riconoscenza, volle mettere, come secondo nome, quello di Lodovico”.Nel testo di Fabiani sono descritti mol-teplici miracoli, se ne contano circa ses-santa, a cui si aggiungono le Estasi, le Profezie e le Grazie. Leggendo questa biografia (ce ne sono altre altrettanto dettagliate) si è portati a chiedersi come mai il nostro fraticello non sia stato an-cora canonizzato. Continueremo dunque, per ora, a considerare il nostro Beato come un grandissimo Apostolo di Cari-tà, aspettando che diventi “santo”, come legittimamente meriterebbe di essere chiamato.

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L U I E L E I

è anche online!!!

Matrimonio… Prima e Dopo! di Orsola Liguori

Una tradizione. Ha segnato la sto-ria del costume in tutto il mon-do. Il termine bomboniera deriva

dal francese "bombonnière". Le origini di questo oggetto risalgono alla Francia, quando si diffuse l’usanza di regalare agli sposi un piccolo conteni-tore di bonbon. L’uso della scatoletta piena di dolci e golosità, connessa all’even-to nuziale fosse utilizzato come semplice portafortu-na. In Italia, era diffusa la tradizione tra i futuri sposi e i parenti degli stessi di scambiarsi dei cofanetti preziosi carichi di confetti. Inoltre, il fidanzato era solito regalare alla sua promessa sposa una “coppa amatoria”: un piatto in ceramica, pieno di confetti, con raffigurato un volto femminile o una coniglia gravida accanto al nome dell’ama-ta. Era usanza che la coppia, per propiziar-si il matrimonio ed assicurarsi fecondità e prosperità, bevesse dalla stessa coppa. In Inghilterra, erano diffuse le “sweetmeat box”, scatole porta-confetti realizzate in argento dorato o addirittura in oro con pietre preziose e cristalli, solitamente era-no regalate come gesto augurale e custodite gelosamente dalle dame che le ricevevano in dono. In Francia, alla corte di Re Sole divenne un dono prezioso e raffinato. Né furono realizzate in madreperla, d’avorio, d’oro e di smalto. L’usanza della bombo-niera o cadeau, si diffuse con la reperibilità

della porcellana in tutta Europa. Negli anni del ventennio fascista, in Italia nacquero molte fabbriche di ceramica che realizzava-no bomboniere ispirate allo stile Futurista. In seguito, tra gli anni trenta e quaranta, le vetrerie di Murano iniziarono a sbizzarrirsi con creazioni nuziali preziose ed originali. Nel dopoguerra si diffuse la tradizione di regalarne anche in occasione di battesimi, comunioni, cresime e nascite. Oggi viene utilizzata per qualsiasi evento importan-te. E’ un dono simbolico per ricordare i

momenti indimenticabi-li. Regalata unitamente ai confetti, il cui colore cambia secondo l’even-to. Assumono le forme più disparate: dal classico al più ricercato oggetto d’arredamento e di design che possano in qualche modo sostenere una causa o contribuire a migliora-

re la vita degli altri. E’ questo il caso delle bomboniere solidali. La tendenza è quella di regalare oggetti utili che possono essere per la casa, o optare per oggetti di materiali diversi quali quelli in legno, carta riciclata e fiori secchi oppure pezzi unici di design. Vanno ordinate per importanza: testimo-ni, genitori degli sposi, gli invitati presenti al ricevimento, per chi ha fatto un regalo, ma non presente al ricevimento, per cono-scenti e amici dette seconde bomboniere, eventualmente si possono fare delle terze bomboniere per vicini di casa e colleghi di lavoro. E' la futura sposa che si prende ca-rico del costo, ma sono entrambi i fidanzati a sceglierla. Almeno tre mesi prima del matrimonio, in modo che siano pronte per il giorno delle nozze. Secondo il galateo, devono essere consegnate con i ringrazia-

La BOMBONIERAmenti al ritorno dal viaggio di nozze, entro un mese dal giorno del matrimonio. In al-ternativa si possono distribuire agli invitati dopo il matrimonio, e ringraziare in segui-to, al rientro dalla luna di miele. Dopo la cerimonia, affidando la consegna alle madri degli sposi le quali porgeranno i ringrazia-menti da parte dei figli. Negli ultimi tempi, si è diffusa l’usanza di donare ai testimoni, oggetti personali che richiamino i loro gu-sti, come orologi, girocolli o altri accessori in oro. L’importante è, che siano confezio-nate tutte allo stesso modo, è abbinate allo stesso sacchettino, che conterranno sia i confetti, che dovranno essere di numeri di-spari, sia un cartoncino con stampati, prima il nome della sposa e poi dello sposo, senza il cognome e, con la data delle nozze, prefe-ribilmente in stile con le partecipazioni per il Matrimonio e gli inviti menù. Aspetto vs domande e curiosità: [email protected], cell 3386737186, http://orsolaliguo-riwp.altervista.org, guardami su facebook e twitter: orsola liguori, alla prossima setti-mana. Eventi mese di GENNAIO dedica-te agli sposi. TUTTO SPOSI dal 12 al 20 gennaio 2013 Mostra d´Oltremare Napoli. SPOSI MA NON SOLO dal 26 AL 29 gennaio 2013 Padiglione Fieristico Centro Agroalimentare Salerno. NOZZE QUI WEDDING WEEK 26 e 27 gennaio 2013 Castellammare di Stabia Napoli pres-so Crowne Plaza Stabiae Sorrento Coast.

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R U B R I C A M E D I C A

Nuove cure salva gomito.a cura della Dott.ssa Rossella Pace

Il gomito del tennista non è un pro-blema solo di chi fa sport. Più di dieci italiani su 100 devono fare i conti con

quella che i medici chiamano epicondili-te, benché molti di loro non abbiano mai preso in mano una racchetta. Tra i malati ci sono, per esempio, molti musicisti op-pure donne che stirano più di tre, quattro ore alla settimana. A scatenare il distur-bo, infatti, sono posizioni e movimenti sbagliati ripetuti nel tempo. E' tipico per esempio mentre si stira tenere la mano stretta all'impugnatura del ferro, irrigi-dendo così polso e avambraccio. Oppure mentre si gioca a tennis fare uso solo del braccio e non di tutto il corpo per dare forza al colpo: così lo sforzo si scarica sull'avambraccio e provoca microtraumi ripetuti alle strutture interne. Questi ge-sti mettono a dura prova i tendini della parte esterna dell'articolazione del go-mito, che si infiammano e man mano si rovinano; e a farne le spese sono anche i muscoli della zona. Per evitare problemi bisognerebbe correggere gli errori di po-stura, e mantenere la muscolatura tonica.Per le forme iniziali la terapia più efficace è un mix di fisioterapia, crioterapia, an-tinfiammatori e tutore. Nei casi più diffi-cili si ricorre alle infiltrazioni di cortisone

o a quelle nuove fatte con un gel ottenuto dal sangue del malato. Con queste cure si evita il bisturi in oltre nove casi su dieci. L'intervento si fa solo a chi ha un dolore cronico che resiste a tutti i trattamenti, e se,una parte di tendine è così rovinata da doverla eliminare chirurgicamente.SINTOMI e TERAPIA Il segnale più tipico di epicondilite è una fitta quando si afferra un oggetto, anche leggero, come un tegame. Oltre al gomito, si sente male all'avambraccio e si perde per qual-che istante la forza. In queste prime fasi bisogna intervenire su più fronti per spe-gnere l'infiammazio-ne ed eliminare il più presto possibile il dolore. Prima si mettono a riposo i tendi-ni bloccando il polso con un tutore da in-dossare tutto il giorno. Poi si disinfiam-ma, abbinando i farmaci alle applicazioni di ghiaccio. Infine, come ultimo step, si fa un ciclo di fisioterapia per rinforzare la muscolatura e limitare così il rischio che il problema si ripresenti. In questo modo in genere il disturbo si risolve nel giro di un paio di mesi. Ma attenzione: il rischio di ricadute è altissimo se si continuano a svolgere in modo sbagliato le attività che hanno scatenato l'epicondilite. E' importante quindi seguire i consigli del fisioterapista per correggere i movimenti

errati. La notte è il banco di prova per chi soffre di epicondilite. Se il male c'è anche mentre si riposa vuol dire che i tendini con ogni probabilità sono molto rovina-ti. In questi casi la terapia più usata sono le infiltrazioni di cortisone da effettuare all'altezza del gomito. Il difetto di questa cura, però, è che elimina il dolore, ma non ferma l'epicondilite. Il pericolo quindi è

che il disturbo si ri-presenti. Fino a oggi in questo caso non c'era un granché da fare, tranne ripetere lo stesso trattamen-to, oppure decidere per l'intervento chi-rurgico. Ora invece la soluzione sono le nuove infiltrazioni

appena arrivate dagli Stati Uniti che aiu-tano a riparare i tendini danneggiati. Ba-sta fare al paziente un semplice prelievo di sangue; questo viene quindi centrifu-gato in un apposito macchinario.Il risultato è il cosiddetto concentrato piastrinico, ricco di fattori di crescita, quelle sostanze che entrano in azione in caso di traumi. Il gel viene iniettato nella zona laterale del gomito. L'infiltrazione viene eseguita in ambulatorio e ripetuta per tre volte a distanza di due settimane. Al momento è ancora una tecnica in fase di studio. I primi dati sono però molto positivi. Si è riscontrata una netta ridu-zione del dolore in sette pazienti su dieci.

Per salvare il GOMITO DEL TENNISTA

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il giornale di Casoria • Domenica 16 dicembre 2012

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U L T I M A P A G I N A

Anno II - Numero 34Domenica 16 dicembre 2012

Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 13 dicembre 2012.

[email protected]. 081 7588818 - 3358270557

Inserto di Napolincasa News

Aut. Tribunale di Napolin. 0062 del 30/09/2005

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Direttore responsabile: Giuseppe Storti

Segreteria di redazione:Imma D'Angelo - Anna Baratto

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AVVISO

La collaborazione è aperta a tutti ed è a ti-tolo gratuito. L’editore non è obbligato alla pubblicazione degli articoli pervenuti. Le

lettere indirizzate al giornale non devono supe-rare le trenta righe dattiloscritte, devono essere firmate e riportare indirizzo e numero di telefono dell’autore. Ai sensi delle vigenti leggi in materia di stampa,e delle norme di deontologia profes-sionale non possono essere pubblicate lettere o messaggi anonimi e/o i cui autori non siano iden-tificabili, tramite indirizzo completo e recapito telefonico. Non saranno pubblicati articoli scritti a mano per i quali si richiede una digitazione in-terna. Il materiale pervenuto in redazione, anche se non pubblicato, non verrà restituito.

Comunicato stampa Parrocchia San Mauro Abate

Prima edizione del concorso fotografico Sancti Mauri:“Cristiani e legalità in uno scatto fotografico”

La Parrocchia di San Mauro Abate, in occasione dei festeggiamenti di chiusura

del Santo Anno Giubilare Maurino, indice un concorso fotografico sul tema “Cristiani e Legalità in uno scatto fotografico”. Il con-corso è gratuito e aperto a tutti. Gli elaborati, in formato di stampa lucida o opaca, dalle dimensioni minime di 24x30 e massime di 50x70, a colori o in bianco e nero, dovranno pervenire secondo le modalità indicate nel regolamento entro e non oltre il 14 Gen-naio 2013, mentre la premiazione avverrà il giorno 22 Gennaio 2013. Sono previsti dei premi per i primi tre classificati. Ulteriori in-formazioni sul bando, sul regolamento e sulle modalità d’iscrizione sono reperibili al sito www.parrocchiasanmauro.it, telefonando al numero 081.7587566, oppure direttamente presso gli uffici della segreteria parrocchiale. Si invita la cittadinanza tutta a partecipare numerosa, e a rendere questo evento un pre-zioso momento di espressione e arricchi-mento collettivo, nello spirito di collettività che il nostro Santo Patrono ci ha tramandato.

L’appello di Nadia mamma di Ciccio.

Sono Nadia, la mamma di Ciccio un bimbo con una delle tante malattie genetiche che esistono, per alcune del-

le quali non c’è ancora un nome, il percorso che si intraprende quando ti dicono che tuo figlio ha una malattia rara accomuna tutte noi

mamme al di là del nome della malattia però io voglio qui par-lare del sogno che ci accomu-na quello che un giorno mio figlio, i nostri figli possano finalmente tro-vare una cura definitiva nien-te più OSPE-DALI, MAC-

CHINE, AUSILI, TERAPIE io ho fiducia nel futuro e credo che Telethon ci aiuterà a realizzare questo sogno. Telethon per noi è l’amico che ci accompagna in questo percorso grazie al lavoro dei suoi ricercatori e a quello dei suoi tanti MERA-VIGLIOSI volontari, e soprattutto grazie al contributo di milioni di italiani che anche in un momento di difficoltà economica come questo danno il loro sostegno dimostrando di credere nel futuro. Grazie a Telethon lo scorso anno si è potuto finanziare una nuova ricer-ca sulla malattia di pompe che ci da nuove speranze. La speranza è la ricerca, la ricerca è Telethon, Telethon è la speranza. Spero infine che anche chi ci governa dimostri di crede-re di più nella ricerca...che è il PRESENTE ma soprattutto FUTURO.... il nostro futuro, il futuro dei nostri figli, il futuro del nostro paese.

Mamma Nadia

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